Como todo empezó

di argentina1988
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** Ora te lo presento ***
Capitolo 3: *** Moonlight Bar ***
Capitolo 4: *** Che è successo dopo? ***
Capitolo 5: *** Sexy ***
Capitolo 6: *** The new one ***
Capitolo 7: *** She ***
Capitolo 8: *** She part II ***
Capitolo 9: *** Dark Night part I ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


Ospedale di Lima, Ohio, ore 7.30 a.m.
 
“È arrivata la nuova infermiera?” esclamò una giovane ragazza bionda rivolgendosi alla collega che aveva appena finito di fare la  notte, mentre entrambe si cambiavano rispettivamente per iniziare e concludere il proprio turno in ospedale.
 
“No, non si è ancora fatta vedere!” le rispose cordialmente la ragazza dai capelli mori.
 
“Benone, non ha ancora iniziato a lavorare ed è già in ritardo!” esclamò la giovane bionda sbuffando.
 
“Dai, non ti arrabbiare!” cercò di tranquillizzarla l’altra “lo so che ti hanno appioppato questa nuova per farle da balia, ma pensa positivo, quando avrà imparato ci sarà un minor carico di lavoro per tutti!” concluse la mora.
 
“Già Rachel hai ragione, almeno su questo devo proprio darti ragione!” rispose la bionda rivolgendo all’amica un bellissimo sorriso.
 
“Scusami, ma ora devo proprio scappare! Fammi sapere com’è e come va col nuovo acquisto!” rispose la moretta per poi uscire dallo spogliatoio salutando la bionda con leggerissimo gesto della mano e dirigersi verso l’uscita del pronto soccorso.

 
 
Erano passate oramai due ore e della nuova infermiera ancora nessuna traccia.
 
La bionda oramai stava iniziando a spazientirsi; come diavolo faceva a concentrarsi e a svolgere le sue mansioni dovendo, anche, aspettare la nuova ragazza che sembrava non aver la minima intenzione di presentarsi? La giornata per lei sembrava iniziare veramente male.
 
-Ma dove cavolo sarà finita?- si domandò tra sé e sé l’infermiera bionda –non so neppure come si chiama o come reperirla…- i pensieri della giovane furono improvvisamente interrotti da una figura alta e magra che, sorreggendo un’anziana signora, fece il suo ingresso al pronto soccorso di Lima.
 
“Ha battuto la testa cadendo dalle scale proprio qui fuori!” esclamò la giovane appena entrata “si dovrebbe subito procedere con una TAC per accertarsi che non vi siano emorragie e se tutto è a posto le si possono mettere solamente dei punti per chiudere la ferita visto che continua a sanguinare!” disse tutto d’un fiato la ragazza.
 
“Mi scusi lei è una parente?” le domandò l’infermiera bionda che nel frattempo si era avvicinata all’anziana signora per valutarne le condizioni.
 
“No” rispose la giovane “sinceramente l’ho incrociata qui fuori e dovendo già venire al pronto soccorso l’ho accompagnata per farle fare un controllo vista la ferita!”
 
“Lei invece come mai è qui? Ha qualche problema?” domandò con fare professionale l’infermiera mentre continuava a tamponare la ferita dell’anziana donna.
 
“No, io sto benissimo, è solo che oggi inizio a lavorare qui!” rispose la sconosciuta
 
“Ah bene allora sei tu la ragazza nuova…” disse l’infermiera staccando per la prima volta il suo volto dalla fronte della donna che stava medicando.
 
“Io…” tentò di parlare la ragazza
 
“Puck!! Porta una sedia a rotelle per la signora, ha una ferita alla nuca; dobbiamo accompagnarla subito dalla dottoressa Fabray!” iniziò l’infermiera “tu invece muoviti, sei già in ritardo di 2 ore, non perdere altro tempo, qui ci penso io, tu va a  cambiarti li nello spogliatoio” le disse indicando una porta a vetri il cui ambiente interno era nascosto da una di quelle tapparelle tipiche degli ospedali per poi girarsi e dirigersi insieme a Puck verso lo studio della dottoressa.
 
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“Hey ragazze, avete visto la nuova infermiera?” domandò la bionda alle colleghe, mentre si godevano un meritatissimo caffè, curiosa di sapere le loro opinioni al riguardo.
 
“Come scusa?” domandò un’infermiera dai tratti asiatici, mentre continuava a sorseggiare lentamente il suo caffè.
 
“Tina la nuova infermiera, quella che doveva iniziare oggi a lavorare qui con noi in pronto soccorso, quella che è entrata con quell’anziana signora con la ferita alla testa!” spiegò subito la bionda cercando di farsi capire dalle altre.
 
“Guarda che c’è stato sicuramente un errore!” esclamò improvvisamente la ragazza di colore da dietro il bancone dell’accettazione…
 
“Scusami Mercedes, ma io non ti seguo per nulla…” disse la bionda
 
“La nuova infermiera ha chiamato poco fa avvertendo che rinunciava al posto perché era stata selezionata per non so quale reality…” spiegò velocemente la ragazza di colore “comunque tanti siamo e tanti rimarremo per ancora molto tempo…”
 
A quelle parole la bionda rimase pressoché basita…
 
“Scusami, ma se non era la nuova ‘recluta’ chi era quella ragazza?” domandò “mi ha detto che oggi iniziava a lavorare qui al pronto soccorso e ho dato per scontato che fosse la nuova infermiera…”
 
“No, quella è la nuova pediatra!” disse un ragazzo moro spuntando da uno studio…
 
“Oddio Kurt, sei serio?” domandò l’infermiera bionda…
 
“Si, mai stato più serio in vita mia!” rispose

 
 
“Ciao ti stavo giusto cercando” cominciò la bionda guardando la pediatra negli occhi
 
“E per quale ragione, non mi hai già rimproverato abbastanza questa mattina?” domandò la giovane pediatra.
 
“Scusami è che pensavo fossi la nuova infermiera, se…” tentò di scusarsi la bionda venendo tuttavia interrotta dall’altra ragazza.
“Non fa nulla!” tagliò corto la pediatra “ma cerca di non essere sempre così scontrosa con chi non conosci, almeno prima cerca di capire chi è la persona e poi un po’ di rispetto non ha mai fatto male a nessuno, non trovi?”
 
“Si mi scusi… comunque piacere io sono Brittany Pierce” disse la bionda cercando di stemperare la tensione che si era creata dopo l’uscita della pediatra.
 
“Sisi, piacere Dottoressa Santana Lopez!” rispose cordialmente la ragazza.
 
“Dottoressa Lopez che piacere incontrarla di nuovo!” una voce proveniente dalla destra di Santana attirò l’attenzione delle due ragazze.
 
“Buongiorno Professor Schuster il piacere è tutto mio!” rispose cordialmente la giovane latina.
 
“Vedo che avete ha già fatto le prime conoscenze tra i colleghi” disse il primario del pronto soccorso indicando l’infermiera che si trovava al suo fianco “Brittany è una dei nostri migliori elementi, anzi mi azzarderei a dire che è sicuramente la migliore infermiera del pronto soccorso!”
 
“Professor Schuster, non esageri per favore, così mi fa diventare rossa!” rispose Brittany al complimento fatto dal primario.
 
“E cosa ci posso fare, ho detto solamente la verità!” ribadì il professore “ora però vi devo lasciare, devo correre, c’è una riunione alla quale non posso assolutamente mancare… Santana se ha bisogno di qualsiasi cosa si rivolga pure a Brittany, e tu Brittany per agevolare la dottoressa Lopez per oggi e fino a nuovo ordine sarai a sua completa disposizione e quindi destinata alla ‘zona’ pediatria!” concluse il professore per poi salutare le due giovani e dirigersi verso gli ascensori.
 
“Bene, come inizio non c’è male!” sentenziò sarcastica la latina
 
“Mi scusi, dottoressa, ma se non mi vuole tra i piedi cercherò qualcun altro che mi sostituisca!” rispose la bionda notando il sarcasmo nella voce dell’altra.
 
“No, non importa… tu mi sei stata assegnata e con te lavorerò!” le rispose la pediatra “ora inizio il giro delle visite, non vorrei mai fare tardi!” concluse la latina sottolineando con molta enfasi la parola tardi.
 

“Va bene dottoressa, se ha bisogno di me, sa dove trovarmi!” le rispose Brittany cercando di mantenere quanta più calma possibile nonostante l’evidente frecciatina di Santana.
 
 
 “Oddio ragazzi, ma l’avete vista la nuova pediatra?” domandò un ragazzo alto con gli occhi scusi “è veramente una bomba!”
 
“Si, una bomba ad orologeria pronta ad esplodere!” disse bruscamente Brittany “Non sai quanto sia scorbutica! Sarà anche molto carina fisicamente, ma che caratterino!”
 
“E di sua grazia, lei come lo sa?” domandò curioso Finn
 
“Beh sai Finn, per quanto riguarda la parte del ‘è una bomba’ posso tranquillamente dire che pure io gli occhi li ho, per quanto riguarda il caratterino, beh in questo caso ho avuto la sfortuna di combinare un pasticcio la prima volta che l’ho vista e quindi di sperimentarlo sulla mia persona!” commentò la bionda
 
“Ma dai con quel viso angelico, non può essere così tremenda!” tentò Finn
 
“Aspetta di parlarci e poi lo scopriremo!” concluse Brittany non sapendo più come rispondere al dottor Hudson “ora comunque devo andare ci vediamo dopo Finn!”
 
“Ok, ciao Brittany!”

 
 
“Brittany corri sta arrivando un’emergenza, devi avvisare immediatamente la dottoressa Lopez!” ordinò Mercedes dopo aver riattaccato il telefono.
 
“Si Mercedes ora la cerco subito!” rispose la bionda mettendosi alla ricerca della pediatra.

 
 
“Cosa abbiamo qui?” domandò la dottoressa ai paramedici
 
“Bambina di 8 anni, sospetta intossicazione alimentare, ha qualche linea di febbre e continui coniati di vomito…” le rispose velocemente uno dei paramedici facendo brevemente il quadro clinico della situazione.
 
“Perfetto, Mercedes scusi, quale sala visita abbiamo libera?” domandò velocemente mentre continuava a valutare i parametri vitali della bimba.
 
“La 2 dottoressa!” rispose velocemente la ragazza all’accettazione
 
“Ok, grazie Mercedes!” rispose cortesemente la latina cercando di ascoltare il ritmo cardiaco di quella piccola creatura “Brittany, tu vieni con me!”
 

“Si dottoressa, vengo subito!” rispose cordiale la bionda.
 
 
“Dovrei parlare con la mamma di questa bambina, la puoi chiamare per favore?” domandò gentilmente la mora.
 
“Certo dottoressa, la chiamo subito!” rispose altrettanto cordialmente Brittany
 
Dopo 2 minuti l’infermiera fece il suo ingresso con la madre e la nonna della bambina.

“Buongiorno” disse Santana guardando negli occhi le due donne appena entrate “io sono la dottoressa Lopez, la pediatra del pronto soccorso, sono io che mi sono occupata di Clara!” spiegò velocemente.
 
“Perdone pero noi non capire vostro lingua!” cercò di spiegarsi alla meglio la giovane donna.
 
“Vale, no hay problema, yo hablo español, mis padres son portoricanos! (Non ci sono problemi io parlo spagnolo, i miei genitori sono portoricani!)” spiegò la dottoressa guardando le due donne sedute davanti a loro “Clara no tiene nada grave, tiene solo que descandarse un poquito!” (Clara non ha nulla di grave, deve solo riposarsi un po’)
 
A quelle parole le due donne sembrarono tranquillizzarsi.
 
“Muchas gracias doctora, no sabemos como decirle que gracias!” (Grazie mille dottoressa, non sappiamo come ringraziarla) risposero in coro le due donne.
 
“De nada! Hora tengo que ir! Hasta luego señoras” (Di nulla, ora devo andare, a dopo signore!).
 
“Non pensavo che parlasse spagnolo così bene!” esclamò Brittany mentre seguiva la dottoressa fuori dal suo studio.
 
“Beh come ho già spiegato alle signore, i miei genitori portoricani… praticamente sono madrelingua spagnola, mentre l’inglese è la lingua del paese in cui vivo da quando ho 5 anni!” spiegò brevemente e con sufficienza la latina non volendo proseguire oltre con la conversazione.
 
“Ah capisco” si limitò a rispondere la ragazza notando nuovamente il solito e antipatico comportamento della mora.
 
“Si bene, allora a Clara devi fare solo una dose di fisiologica in modo da reidratarla… poi passerò io a controllare come sta e in base alle condizioni in cui la troveremo, procederemo” spiegò celermente la mora senza degnare di uno sguardo la ragazza che continuava a camminarle di fianco.
 
“Va bene dottoressa!” si limitò nuovamente a rispondere la bionda non sapendo in che altro modo reagire “Ora vado a farle immediatamente la fisiologica, a dopo!”.
 
Dopo aver messo la flebo di fisiologica a Clara, Brittany si diresse verso le macchinette del caffè e degli snack per una meritatissima pausa, pausa che tuttavia fu interrotta dalla dottoressa Lopez.
 
“Brittany hai fatto quello che ti ho chiesto a Clara?” domandò con il solito tono che la bionda iniziava a non sopportare più.
 
“Si dottoressa, ho appena finito di controllarla!” rispose Brittany cercando di mantenere la calma.
 
“Bene!” esclamò la dottoressa con un’espressione tranquilla sul volto.
 
Espressione che tuttavia era destinata a durare poco, purtroppo; non fece in tempo a dire bene che subito iniziò a suonare il suo cerca persone indicando un’emergenza in camera 19.
 
“Brittany con me, emergenza in camera 19!” esclamò la mora per poi dirigersi di corsa verso il reparto del pronto soccorso riservato a pediatria.
 
Entrando in camera videro la bimba nelle stesse condizioni in cui era arrivata, febbre, anche se più elevata e continui coniati di vomito. La dottoressa Lopez si mise subito all’opera riuscendo a salvare per la seconda volta in poche ore la piccola Clara.

 
 
“Cos’hai messo nella flebo della bambina?” urlò inaspettatamente la latina alla bionda.
 
“Come scusi?” domandò perplessa la bionda non capendo il comportamento della pediatra.
 
“Ora ti ripeto la domanda” ripeté alterata “cos’hai messo nella flebo di Clara?”
 
“Esattamente ciò che mi ha detto lei dottoressa!” esclamò spazientita l’infermiera bionda.
 
“Dagli esami di Clara non sembra!” sbraitò nuovamente la latina “leggi pure i risultati da sola e vedi quello che non va!” aggiunse Santana buttando sulla scrivania la cartella contenente gli esami della bambina.
 
Dopo una rapida occhiata agli esami la bionda chiese “e questi valori così alti?”
 
“è proprio quello che voglio sapere, stamattina non li aveva e pomeriggio ha avuto quella ricaduta… ed inoltre era in condizioni peggiori di quelle in cui è arrivata, ne sai niente?” domandò quasi scocciata.
 
“No, non ne so nulla perché io nella flebo le ho messo semplicemente della fisiologica per reidratarla proprio come aveva detto lei…” esclamò esasperata la bionda iniziando a capire le accuse che la pediatra le rivolgeva.
 
“Calme signore, non esageriamo” intervenne il professor Schuster osservando la scena, sono sicuro che Brittany non può aver combinato una cosa del genere, è troppo diligente per commettere un errore simile! Ed inoltre se devo essere sincero questa sostanza che risulta nel suo corpo è un medicinale che non è molto usato in pronto soccorso e tantomeno su un bambino è proprio per questo motivo che non capisco come diavolo sia finito nel sangue della bimba!”
 
“Professore mi scusi, ma io cosa dovrei fare? Come posso andare di la dai parenti della piccola a dire che le abbiamo avvelenato la figlia/la nipote?” sbottò Santana sempre più stizzita dalla situazione ed osservando in malo modo la povera infermiera.
 
“Ma il professore ha ragione, quel medicinale noi in pronto soccorso non lo teniamo perché viene generalmente somministrato ai pazienti che vengono ricoverati e che soffrono di…” Brittany si bloccò di colpo ricordando che la nonna della piccola, quando era andata a chiamarla insieme alla madre, aveva inavvertitamente fatto cadere una borsa dalla quale era uscito un flacone di *****, farmaco contente proprio la sostanza incriminata.
 
“Brittany ti è venuto in mente qualcosa?” domandò il professore


“Si” si limitò a rispondere l’infermiera per poi raccontare brevemente quello che era successo.
 
I due dottori uscirono di corsa dallo studio del primario seguiti dalla bionda dirigendosi alla camera 19.
 
“Señorita tenemos que hablar con usted!” (signorina dobbiamo parlare con lei) disse la mora rivolgendosi alla madre della piccola Clara “en privado!” (in privato) aggiunse.
“Vale!” si limitò a rispondere la giovane.
 
In breve Santana spiegò la situazione alla madre della bambina, che non poteva credere alle sue orecchie. Improvvisamente la giovane si alzò uscendo dallo studio andando ad aprire la borsa che la madre aveva appoggiato al suo fianco. Aprendola trovò proprio quel flacone di cui la giovane dottoressa le stava parlando…
 
“No lo puedo creer, que hiciste?” (non ci posso credere, che hai fatto) sbottò con le lacrime agli occhi “Clarita es tu nieta porqué lo hiciste?” (Clara è tua nipote perché lo hai fatto?)” domandò ancora la giovane madre non ottenendo alcuna risposta.
 
“Questa la prendiamo noi!” esclamò improvvisamente il professor Schuster, mentre Santana si apprestava a tradurre tutto ciò che il primario le stava dicendo… “lei signora venga con noi, mentre lei vada da sua figlia, starà bene in poche ore e poi potrà portarla a casa!” concluse.
 
“Vale, muchas gracias doctores!” si limitò a rispondere la giovane madre con gli occhi lucidi.

 
 
“Brittany, posso parlarti un attimo?” domandò gentilmente la giovane pediatra.
 
“Certo dottoressa Lopez, un attimo che finisco di sistemare la cartella e la raggiungo nel suo studio”
 
Passarono due minuti e come promesso Brittany raggiunse la dottoressa nello studio di pediatria. Toc toc…
 
“Posso entrare?” domandò incerta la bionda
 
“Certo entra pure!” rispose sempre cordialmente la mora
 
“Brittany mi dispiace di averti accusata così ingiustamente questo pomeriggio e di essermi comportata male con te tutto il giorno, scusami, ma ero nervosa per il primo giorno di lavoro, poi tu mi sei saltata addosso in quel modo e… si beh insomma non mi hai preso in una giornata buona… scusami ancora!”
 
“Non si preoccupi dottoressa Lopez, a tutti capita di avere una giornata storta e se devo essere sincera neppure io mi sono comportata benissimo questa mattina quando ci siamo incontrate e…”
 
“No ti prego, basta, tu ti sei già scusata, non c’è bisogno di farlo nuovamente!” la interruppe la mora “ed inoltre credo che io e te dovremmo avere in fin dei conti la stessa età quindi dammi pure del tu e chiamami per nome per favore!” disse Santana con uno sguardo sereno.
 
“Va bene dottoressa..mmm…volevo dire Santana!” rispose Brittany stranita dal comportamento che stava avendo la mora.
 
“Perfetto, ora vai pure, se non erro stai per finire il turno…” esclamò
 
“Si infatti stacco proprio tra 5 minuti!” disse la bionda non riuscendo a capire come faceva a sapere i suoi orari.

“Bene allora buona serata Brittany”
 
“Buona serata anche a te, ci vediamo domani!”
 
“A domani Brittany!”.

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Hola gente sicuramente alcuni di voi l'avranno già letta questa parte, ma purtroppo, il mio piccolino, tornato a casa prima dalla Spagna col papà facendomi un'enorme sorpresa, ha pensato bene di giocare col computer e avendo lasciato aperta la pagina mi ha cancellato l'intera storia...

spero in ogni caso che la rileggiate volentieri e che mi lascerete qualche piccolo commento
per chi mi volesse contattare per aiutarmi nella stesura della storia con dei suggerimenti
può contattarmi su FB: andrea francesca rossi fernandez (http://www.facebook.com/profile.php?id=100003272695932)

os quiero!!

al prossimo capitolo che posterò molto presto visto che è già pronto, non è vero dieguito??

ajajaj poveretto, ti amo cuore di mamma

 

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Capitolo 2
*** Ora te lo presento ***


Era una giornata normalissima al pronto soccorso tutti erano impegnati e come al solito il pronto soccorso era strapieno…
 
“Puck” il portantino del pronto soccorso fu chiamato dalla dottoressa Fabray “potresti venire un attimo nel mio ufficio?” domandò
 
“Certo dottoressa, accompagno la signora White dal dottor Hudson e arrivo immediatamente!” rispose il giovane con un bellissimo sorriso stampato sul volto.
 
“Hey, come mai mi hai chiamato? Che c’è hai bisogno di qualcosa?” domandò malizioso il ragazzo una volta entrato nello studio.
 
“Eheh Puck dovremmo essere un pochino più discreti quando siamo in ospedale” rispose Quinn altrettanto maliziosa guardando dritto negli occhi il suo uomo…
 
“Allora stasera che facciamo? Mangiamo fuori, cinema e poi andiamo a casa mia oppure preferisci che tutto il programma che prevedeva lo star fuori casa lo facciamo direttamente a casa mia?” domandò il giovane abbracciando la bionda.
 
“mmm… se me lo proponi in questo modo il secondo programma, mi spieghi come faccio a dirti di fare il primo?” sussurrò ancor più maliziosa all’orecchio di Puck.
 
“Beh allora dovrò decisamente impegnarmi questa sera per prepararti qualcosa di buono, non trovi?” sussurrò il ragazzo con la cresta prima di iniziarle a baciare il collo… “Ma dimmi un po’ cosa dirai a quel mammalucco del tuo fidanzato?” domandò tra un bacio e l’altro.
 
“Io-io cre-credo che gli dirò che… wooou si che devo uscire con una aaaaah vecchia amica dell’università che aaaaah non vedo da parecchio tempo” rispose Quinn tra un sussulto e l’altro provocato dal leggero tocco delle labbra e della lingua del ragazzo che lentamente si stava impadronendo del decolté della giovane dottoressa.
 
“Benone! Allora stasera sarai tutta per me!” si limitò a rispondere Puck risalendo piano piano dal decolté al collo sino ad arrivare alle labbra.
 
“Ora però è meglio che tu vada Puck! Non vorrei mai che nessuno entri qui e ci trovasse in questa situazione” intervenne Quinn quando notò che il bacio si stava facendo sempre più intenso e passionale “lo sai che se passiamo un certo ‘limite’ non riusciamo più a fermarci” continuò la bionda staccando Puck dalle sue labbra. “Dai ora vai, vengo da te questa sera verso le 8” concluse
“Ok Q a stasera!”

 
 
 
“Hey Brittany, com’è andata in questi giorni? Non ci siamo neppure incrociate con i turni!” domandò la moretta che era entrata negli spogliatoi a cambiarsi pronta per iniziare il suo turno.
 
“Oh ciao Rachel, tutto bene grazie, anche se sono stati giorni abbastanza pesanti!” rispose Brittany, mentre anch’essa si cambiava per iniziare il turno in ospedale.
 
“Allora com’è la nuova infermiera?” domandò con aria alquanto curiosa la moretta
 
“Emmm, che ne dici se cambiamo argomento?” rispose Brittany arrossendo leggermente
 
“Perché che è successo?” domandò Rachel sempre più curiosa notando l’espressione imbarazzata di Brittany “dai racconta!!”
 
“Ma niente, non c’è nessuna nuova infermiera, dobbiamo arrangiarci con i turni in pronto soccorso senza il nuovo elemento visto che ha rinunciato al posto solo per poter partecipare a uno stupido reality!” spiegò Brittany
 
“Ah! E come mai allora hai fatto quella faccia?” domandò Rachel
 
“Quale faccia?” domandò la bionda facendo finta di niente e facendo altrettanta finta di cercare un qualcosa nel suo armadietto.
 
“Dai Britt, sono 2 anni che lavoriamo assieme e oramai ti conosco bene, cos’hai combinato?” domandò chiaramente la mora che sembrava conoscerla meglio delle sue tasche.
 
“Ma nulla che vuoi che abbia combinato? Ho solo fatto una delle mie solite gaffe! … ti ricordi che l’ultima volta che ci siamo incrociate qui in ospedale stavo aspettando la nuova infermiera?” domandò la bionda
 
“Si, ed eri anche abbastanza scocciata per la situazione se devo essere onesta!” ridacchiò la moretta
 
“Rach!!! Insomma!! Comunque tornando a noi, ad un certo punto è arrivata una giovane ragazza che accompagnava una signora anziana con una ferita alla testa e dopo esserci scambiate qualche parola mi ha detto che iniziava a lavorare qui al pronto soccorso proprio in quel giorno…” si fermò per prendere fiato e poi continuò spronata soprattutto dallo sguardo della collega che la guardava con maggiore interesse “si beh allora l’ho rimproverata perché era in ritardo e la stavo aspettando da due ore e l’ho spedita a cambiarsi senza neppure permetterle di proferire parola!”
 
“E beh? Che sarà mai? Tanto se poi è venuta per dire solo che rinunciava al posto non la vedrai più!” commentò Rachel quasi annoiata dalla vicenda che credeva molto più avvincente…
 
“è questo il punto Rach!! Non era la nuova infermiera che veniva ad annunciare che lasciava il posto!” le rispose la bionda.
 
“Scusa e chi era?” domandò la moretta con una rinata curiosità tra i suoi occhi
 
“La nuova pediatra!” spiegò brevemente la bionda “ma ti rendi conto che figura del cavolo ho fatto? Ma se è possibile! E poi devi sapere che ha anche un bel caratterino, se vuoi un consiglio non farla arrabbiare!”

“Si, ma da quello che mi hai raccontato dopo ti ha anche chiesto scusa per il comportamento che ha avuto con te o mi sbaglio?” domandò Kurt non appena fece il suo ingresso nello spogliatoio “Beh allora non rispondi?”
 
“Beh si è vero anche quello, ma da quel giorno ad oggi non l’ho più incrociata e quindi non so veramente cosa dire; certo l’impressione che mi ha dato è sicuramente quella di essere una persona che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno!” spiegò brevemente ad entrambi i colleghi
 
“Suvvia se ti ha chiesto scusa, possiamo dire che è almeno una persona che sa capire quando sbaglia!” tagliò corto Rachel “ora però andiamo altrimenti ci daranno per disperse!”
 
“Si è meglio che andiamo” confermò Brittany avvicinandosi alla porta per iniziare quell’infernale e lunga giornata “ci vediamo alle 10 al bar e ci prendiamo un caffè insieme” domandò la bionda girandosi verso Kurt e Rachel ottenendo come risposta un cenno positivo da entrambi i colleghi.

 
 
Erano le 10 e come promesso i tre ragazzi si ritrovarono al bar dell’ospedale per bersi un meritatissimo caffè.
 
“Allora come procede la giornata?” domandò Kurt distratto
 
“Mah nulla di che” rispose Rachel “la solita routine”.
 
“Si ha ragione lei Kurt, le solite cose…” confermò Brittany “hey aspetta che stai guardando?” domandò improvvisamente la bionda vedendo lo sguardo assente dell’amico
 
“I- io che?” tentò Kurt, ma purtroppo per lui le due ragazze lo conoscevano fin troppo bene e non poteva dargliela a bere “Niente” tentò “ero distratto dai miei pensieri!”
 
“Si bello mio e magari i tuoi pensieri sono alti con occhi scuri e capelli altrettanto scuri” lo schernì Rachel avvicinandosi a Brittany ed indicandole un giovane cameriere dietro il bancone
 
“Dai Kurt, davvero? Questa me l’ero persa!” rispose Brittany alla rivelazione che la moretta le aveva appena fatto
 
“Ma insomma sono proprio un libro aperto per voi due? Solitamente accade il contrario sono io che indovino le cotte di tutti giù al pronto soccorso!” rispose quasi seccato
 
“Comunque se vuoi te lo posso presentare” rispose Brittany guardandolo dritto negli occhi, notando l’aria sorpresa del giovane “lo conosco da quando andavamo al liceo assieme, era un giocatore di football più in voga in quegli anni tra le cheerleader sino a quando stanco delle continue pressioni dell’ex non ha rivelato davanti a tutta la scuola di essere gay!” spiegò brevemente la bionda notando che gli occhi di Kurt si erano magicamente illuminati
 
“Dav-davvero?” balbettò “lui è davvero gay?”
 
“Si, e se vuoi evitare di continuare a chiamarlo lui ti basta sapere che si chiama David, anche se preferisce essere chiamato Dave!” rispose Brittany facendo l’occhiolino ad un ormai agitatissimo Kurt
 
“Dave!” esclamò improvvisamente la bionda facendo segno al ragazzo di avvicinarsi
 
“Oh ma ciao Britt, come stai? Quanto tempo che non ci vediamo! Mamma mia sei sempre più bella, fatti vedere!! Sisi non c’è dubbio se non fossi gay saresti la mia donna ideale!” ridacchiò l’ex giocatore di football
 
“Ma dimmi, che ci fai qui? Credevo che avessi aperto un locale nuovo in centro!” esclamò la bionda
 
“Si infatti, ma poi ho deciso di allargarmi e come investimento per il periodo mattutino ho deciso di prendere in gestione questo bar!”
 
“Ah ecco allora chi è il nuovo gestore!” gli rispose Brittany “allora sei il nostro salvatore, non ne potevamo più di quella pseudo bevanda al caffè che ci rifilano alle macchinette del pronto soccorso!”
 
“Ma dai? Lavori al pronto soccorso ora? Ma il tuo sogno non era fare la ballerina?” domandò curioso Dave

“Si, continuo a ballare e ad insegnare danza nei giorni liberi, ho un piccolo gruppo di bambine che vuole sfondare nel mondo dello spettacolo, ma ho deciso di dedicare la mia vita al servizio degli altri, mi sono laureata in scienze infermieristiche ed ora faccio l’infermiera in questo ospedale”
 
“Wow Britt e pensare che al liceo c’era gente che ti dava della stupida! Se ti vedessero oggi rimarrebbero meravigliati di quanto sono stati stupidi al liceo a lasciarsi guidare dalla apparenze!” le rispose il giovane
 
“Già!” rispose semplicemente Brittany “oddio che sbadata che sono, come vedi alcuni difetti del liceo però non li ho persi!” esclamò per poi sorridere a Dave che fece altrettanto “Loro sono due dei miei colleghi, Rachel e Kurt!” disse indicando prima la moretta e poi il ragazzo che le stava seduto di fianco.
 
“è un piacere ragazzi, io sono David Karofsky, ma chiamatemi pure Dave” rispose con tono simpatico e giocherellone “Ora però scusatemi, ma devo andare, tra poco arrivano i fornitori all’altro locale e devo essere presente per delle firme…” spiegò in breve il ragazzo “anzi se stasera non avete di meglio da fare mi farebbe molto piacere se vi uniste a me per l’inaugurazione”
 
I tre ragazzi si guardarono e dopo un cenno di intesa fu Brittany a riprendere la parola “certo Dave per noi sarebbe un vero piacere”

“Bene, ecco a voi un biglietto del locale, li ci sono tutte le indicazioni per raggiungerlo, ci vediamo stasera e scusatemi ancora per la fretta!”
 
“Ciao, a stasera!” risposero in coro i tre infermieri.
 
 
 
 
 
 
“Cavoli Britt, mi hai fatto prendere un colpo o meglio mi hai fatto perdere 30 anni di vita, ma ti adoooroooo! Grazie grazie e ancora grazie per avermelo presentato e poi per aver accettando l’invito di stasera!” scoppiò Kurt mentre i tre erano in ascensore…
 
“Ma di nulla, figurati! È un piacere poter aiutare un amico, comunque ora sta a te conquistarlo e capire se a lui interessi o meno…” l’amica lo guardò negli occhi “io mi dovrò occupare dell’ardua impresa di convincere Artie a venire nel locale di Dave, cosa che mi costerà una fatica incredibile visto lui e i locali gay non vanno per niente d’accordo!” esclamò la bionda.
 
“Già a chi lo dici, non sai che impresa sarà convincere Sam” constatò la moretta al loro fianco “Beh in ogni caso io e Brittany non ti abbandoneremo piuttosto lasciamo i ragazzi a casa da soli o diamo la serata libera ad entrambi per andare a divertirsi!” sentenziò Rachel ottenendo uno sguardo di pieno accordo da parte di Brittany
 
“Scusate, ma è tardissimo devo scappare la dottoressa Lopez mi starà aspettando per il giro delle visite!” esclamò improvvisamente la bionda guardando l’orologio “Ci vediamo dopo, altrimenti a questa sera!” concluse il suo discorso la bionda per poi correre in direzione della zona pediatrica del pronto soccorso.
 
Arrivata davanti all’ufficio della dottoressa Lopez, Brittany capì che non era sola, dei sussurri pressoché impercettibili riempivano la stanza. Toc toc… trascorsero alcuni secondi…
 
“Avanti!” scandì Santana all’interno del suo studio.
 
“Buongiorno dottoressa Lopez, sono venuta per iniziare il…” si interruppe Brittany appurando che, effettivamente, la dottoressa non era sola
 
“Si Brittany, va avanti…” tentò di scuoterla lei
 
“Si mi scusi dottoressa, ero venuta per iniziare il giro delle visite!” disse la bionda tutto d’un fiato
 
“Ah si Brittany, non mi sono accorta che fosse già ora, arrivo immediatamente, lasciami parlare due minuti con la mia amica e arrivo!” disse la mora indicando una giovane ragazza alta quanto l’infermiera, bionda ed occhi scuri…
 
“Si inizio ad andare a prendere il carrello allora!” disse guardando Santana per poi aggiungere un “Arrivederci!” voltandosi verso la ragazza bionda che la dottoressa aveva la suo fianco.

 
 
“Amica?” domandò maliziosa la ragazza nello studio.
 
“Quante volte ti devo dire che non devi più cercarmi e che ora sto con un’altra persona e non voglio ferirla?” domandò brusca la latina.
 
“Ma amore che stai dicendo siamo sempre state una coppia favolosa noi due!” esclamò la bionda
 
“Ashley ma quante volte te lo devo dire che non devi più chiamarmi amore, che non devi più cercarmi, che io non ti voglio più vedere, che io e te non stiamo insieme!” si arrabbiò la mora spazientita dalla situazione.
 
“Santana non vorrai rinunciare a tutto questo ben di Dio!” esclamò la bionda sempre più maliziosa indicando il suo formoso corpo
 
“Ti ho detto di smetterla Ashley, io ora sto con un’altra persona e non voglio più saperne di te così come ti ho detto quattro mesi fa quando hai insistito nel rivedermi!” rispose nuovamente in malo modo
 
“Ma…” tentò di parlare la bionda
 
“Niente ma Ashley, io ora devo lavorare, dimenticati di me, costruisciti una nuova vita, io l’ho fatto!” sbottò definitivamente Santana alzando la voce ancor più di quanto avesse voluto.
 
Toc toc…
 
“Avanti”

“Mi scusi dottoressa Lopez, ma ti ho sentita urlare da metà corridoio e mi sono preoccupata, tutto bene?” domandò perplessa Brittany facendo il suo ingresso nello studio.
 
“Non ti preoccupare Brittany, Ashley stava andando via e poi ti ho già detto di chiamarmi Santana!” rispose leggermente brusca la mora.
 
“Si scusami Santana, hai ragione!” balbettò Brittany decisamente a disagio “ora vi lascio…”
 
“No no aspetta che esco con te!” la fermò la latina “ e per quanto riguarda te Ashley credo di essere stata abbastanza chiara” le ringhiò contro “non voglio più incontrarti ora per favore vattene!”.
 
“Non credere che mi arrenderò mai!” sbraitò Ashley prima di uscire dallo studio e abbandonare l’ospedale.

 
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“Scusa Santana se mi permetto, ma cos’è successo prima nel tuo studio?” domandò incuriosita Brittany
 
“Ma nulla di che, come ben avrai notato il giorno in cui ci siamo conosciute, non ho certo un bel carattere quando mi si attacca o ci si ostina a non capire le cose” tentò di spiegare Santana senza dare tuttavia troppe informazioni
 
“Beh però…” cercò di parlare la bionda
 
“Ma niente, non ti preoccupare, ora iniziamo il giro delle visite che siamo già in ritardo, hai preso tutto l’occorrente?” domandò la latina distogliendo l’attenzione dall’incontro che c’era stato nel suo studio.
 
“Sisi, ho tutto” le sorrise la bionda
 
“Perfetto iniziamo!”

 
 
“Finalmente abbiamo finito con le visite! Oggi non ne potevo più!” disse la mora rivolgendosi a Brittany che stava camminando al suo fianco.
 
“Già questa è stata una giornata particolare” rispose cortesemente la bionda
 
“Si è vero e vorrei solo che finisse al più presto per andarmene a letto ad aspettare che finisca accogliendo un nuovo giorno nella speranza che mi riservi qualcosa di meglio” esclamò la latina con tono sognante.
 
Proprio mentre stavano parlando del più e del meno una figura mora e non eccessivamente alta si posizionò alle spalle della latina portando le sue mani sugli occhi della pediatra. “Heyla indovina chi sono?” domandò
 
“Ma chi vuoi che sia, chi è che a quasi trent’anni continua a fare questo gioco?” rispose tra una risata e l’altra Santana
 
“Ahahahah Hai ragione tesoro, dovrei cambiare trucco!” rispose la figura alle sue spalle lasciandole libera la visuale e andando a stringerle i fianchi.
 
“Eheh già, forse dovresti!” disse la latina girandosi a guardare in faccia la persona

“Ahahah Buon giorno tesoro!” le disse stampandole un bacio sulla fronte “è andata bene la giornata?”
 
“Mmmm… diciamo che poteva andare meglio! Ma ora che sei qui sicuramente prenderà un’altra piega, che ne dici se andiamo a mangiare velocemente un boccone? Avrei bisogno di parlarti!” domandò la latina
 
“Si, non ci sono problemi! Possiamo andare anche subito!” rispose sempre con grande cortesia la persona.
 
A quelle parole il viso di Santana si rilassò completamente; era felice.
 
“Ah scusatemi, che maleducata che sono!” disse girandosi a guardare la bionda che era ancora la suo fianco “Brittany questo è Blain! Blain lei è Brittany!”
 
“Piacere” risposero insieme stringendosi la mano.
 
“Anche lui è un medico, ma è stato più fortunato di noi, ha trovato impiego in una famosissima clinica privata in un paesino a pochi km da qui…” spiegò la latina per poi essere interrotta da Blain “Si, sarà anche una famosissima clinica privata, tesoro, ma non puoi sapere che aria tira li dentro…” chiarì Blain “c’è competizione anche per cambiare un cerotto! Ci rendiamo conto?” domandò non riuscendo a credere alla realtà in cui era costretto a vivere.
 
“Si Blain, hai ragione però…” la latina fu nuovamente interrotta dal giovane medico “Si però andiamo a mangiare che tra due ore devo essere di ritorno in clinica!” spiegò celermente “Brittany vuoi unirti a noi?” domandò cortese
 
“No grazie, non vorrei mai disturbarvi e poi ho già un altro impegno per il pranzo! Magari sarà per la prossima volta!” rispose con altrettanta educazione la bionda
 
“Va bene, ma la prossima volta ci conto!” rispose il ragazzo con un sorriso sulle labbra.
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In caffetteria
 
“Allora?” domandò curioso Blain
 
“Allora cosa?” chiese Santana non riuscendo a capire cosa volesse l’amico

“Carinaaaa!”
 
“Carina chi, scusa?”

“Come chi? No dai, hai ragione è la prima volta che vengo in ospedale e mi hai presentato così tante persone che giustamente non hai idea di quella a cui mi sto riferendo” la canzonò il moretto
 
“Ah parli di Brittany!” concluse il ragionamento Santana non rispondendo alla provocazione “Si, carina!”.
 
“Santana, che è successo? Ma hai visto che schianto è quella ragazza? Se la Santana Lopez che conosco io l’avesse vista e intendo osservata ai raggi x come squadra tutte le belle ragazze che incontra, le sarebbe subito saltata addosso, ma invece? Tutto il ciò che ha detto qui seduta a questo tavolo è stato: “Si, carina?”… dai racconta che è successo?” terminò il suo discorso il ragazzo moro.
 
“Niente è che dopo i mille problemi che ho avuto in questi ultimi mesi, non ho certo intenzione di cercarmene degli altri… in più oggi è venuta Ashley qui in pronto soccorso e ha fatto la sua solita scenata!” spiegò la ragazza
 
“Oddio, ancora? Ma credevo che fossi stata chiara con quella ragazza? Non era stato solo sesso durante qualche notte brava?! Domandò curioso Blain
 
“Si, infatti! Le peggiori della mia vita!” sbottò “è da allora che non riesco più a togliermela di dosso, c***o B. che devo fare?”
 
“Beh le hai rispiegato che non la vuoi più vedere?”
 
“Certo è stata la prima cosa che ho fatto quando l’ho vista e se per quello pure l’ultima quando finalmente se n’è andata!” rispose la latina
 
“Beh ora vediamo come procede la situazione poi valuteremo il da farsi, va bene?” propose Blain guardandola dritta negli occhi cercando un cenno di intesa con la ragazza che arrivò ben presto. A quel cenno il ragazzo si spostò più vicino alla latina. La abbracciò e le diede un altro bacio sulla fronte per poi darle un altro castissimo bacio anche se questa volta le destinatarie di questo gesto d’affetto erano le rossissime quanto carnose labbra della mora.
 
Proprio in quell’istante nella caffetteria fecero il loro ingresso Rachel, Brittany e dulcisi in fondo Kurt.

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Capitolo 3
*** Moonlight Bar ***


Hola Chicos come va???

ho quasi finito di ripostare i capitol già scritti e tra poco dovrei iniziare a scrivere il nuovo capitolo...

prima di lasciarvi alla lettura avrei bisogno della vs. opinione, sono combattuta sulle varie coppie che si potrebbero formare,
come avete ben presente, Rachel sta con Sam, Brittany sta con Artie, Blain e Santana hanno una relazione alquanto "strana", Quinn e sempre alle prese tra i Puck e Finn mentre Kurt a quanto sembra è attratto da Dave anche se dopo questo capitolo potrete notare che a lui piace anche qualcun altro...

ecco qui il mio dubbio: quali coppie preferite tra Quinn-Puck, Quinn-Finn, Kurt-Blain e Kurt-Dave?? per il resto penso di aver già un'idea quindi non vi chiedo...

ECCO A VOI UN BREVISSIMO SPOILER: ben presto si unirà ai personaggi già presentati un nuovo personaggio che sarà di mia completa invenzione e "stravolgerà gli equilibri" di una delle coppie...

Lasciatemi le Vs. opinioni al riguardo, sono sempre molto felice di leggere cosa pensate!!!

BUONA LETTURA A TUTTI!!!


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Erano da poco passate le 8 e Brittany come al suo solito era in ritardo, anzi che dico in ritardassimo… doveva ancora prepararsi e passare a prendere sia Kurt che Rachel, i quali grazia a non si sa quale buona stessa abitavano praticamente l’uno di fianco all’altra.
 
-È tutta colpa di Artie- pensò –se tutte le volte che dobbiamo uscire con qualche mio amico non facesse queste storie sarebbe già pronta da un bel pezzo! E va beh a chi importa ora, in questo momento non devo far altro che sbrigarmi-
 
Nel giro di pochi minuti era pronta, indossava un vestito nero che in contrasto con la sua pelle color panna faceva risaltare ancora di più le bellissime forme della bionda.
 
Prese la borsa, scese al piano inferiore e senza degnare Artie di uno sguardo uscì di casa.
 
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Garden street, 168 ore 21h15
 
“Ragazzi lo scusate il ritardo!” parlò subito la bionda non appena gli altri due aprirono la portiera “ma sapete com’è fatto Artie, ho litigato insieme a lui per una buona mezzora!” spiegò tutto d’un fiato la bionda.
 
“Non ti preoccupare Brit!” risposero in coro i ragazzi
 
“Anch’io ho appena finito di litigare con Sam e penso proprio che il motivo sia lo stesso!” aggiunse Rachel dal sedile posteriore
 
“Dai ragazze non pensate a loro ora! Andiamo a divertirci!” urlò Kurt facendo sobbalzare entrambe le ragazze dai rispettivi posti a sedere
 
“Cavoli Kurt, vuoi farci prendere un colpo? Va bene che sei super agitato per la festa, ma non puoi far morire d’infarto gli altri!” spiegò Rachel una volta ripresasi dallo spavento,
 
“Dai smettiamola di perder tempo e andiamo!” tagliò corto Brittany osservando l’ora che si faceva sempre più tarda.
 
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Nel giro di pochi minuti i tre arrivarono al luogo indicato sul bigliettino da visita che quella mattina lo stesso David aveva lasciato loro. Parcheggiarono la macchina in un piccolo vialetto e a braccetto con Kurt si diressero tutti insieme verso l’ingresso.
 
Era un locale molto carino, all’entrata c’era una ‘balconata’ lungo la quale erano disposti alcuni divanetti e angoli privé… da questa si poteva vedere  tutto quello che accadeva nella pista da ballo sottostante al lato della quale si trovava un mega bancone bar.
 
La cosa che colpì maggiormente le due giovani fu senza ombra di dubbio il soffitto a vetri che permetta alla luce della luna e delle stelle del firmamento di entrare all’interno del locale dandogli un’atmosfera del tutto particolare. Una volta finito di osservare il locale i tre ragazzi si accorsero di una piccola scala a chiocciola che collegava il piano superiore a quello inferiore.
 
Scesero le scale velocemente raggiungendo la pista da ballo.
 
“Hey ragazze, che ne dite se prima di scatenarci nelle danze, non beviamo qualcosa?” urlò Kurt indicando il bancone dietro al quale si trovavano 4 ragazzi mentre la musica rimbombava a palla nel locale.
 
Le due ragazze senza nemmeno sforzarsi di rispondere a parole visto il livello dei decibel si limitarono a fargli un cenno positivo col capo dirigendosi poi verso il bancone.
 
“Che vi posso offrire ragazzi?” domandò Dave che avendoli visti era uscito dal retro per salutarli.
 
“Hoy ma ciao Dave, per me un Sex on the Beach grazie!” rispose Brittany
 
“Ok bellezza e a voi ragazzi cosa posso offrire” ripeté l’ex giocatore di football agli altri due
 
“Beh anche per me un Sex on the Beach grazie!” rispose Rachel
 
“Per me invece un Angelo Azzurro! E grazie mille!” rispose Kurt
 
“Ma di nulla ragazzi gli amici di Brittany sono anche amici miei!” sorrise il ragazzo da dietro il bancone
 
“Hey Dave, posso farti una domanda?” chiese la bionda.

“Certo Brit, cosa vuoi sapere?” rispose con cortesia il ragazzo
“Ma questo non è un gay bar?” domandò l’infermiera
 
“Emm… no perché?” domandò Dave incuriosito dalla domanda
 
“No è che pensavo avresti aperto un locale ‘tematico’ giusto dove potervi riunire senza che nessuno possa fare commenti e giudicarvi… sai dopo quello che hai passato al liceo…” tentò di spiegare la bionda
 
“No Brit, non mi interessa più nulla dei commenti della gente, grazie a Dio sono cresciuto! Comunque è un locale normalissimo tanto per coppie etero tanto per coppie gay… poi logicamente ci saranno degli eventi dedicati, ma nulla di più, è un locale per tutti!” spiegò brevemente Dave cercando di far capire all’ex ballerina della scuola di non voler riparlare delle esperienze del liceo.
 
“Ah scusami Dave, allora avevo proprio capito male!” si scusò Brittany
 
“Ma non ti preoccupare B. non devi assolutamente scusarti! Era una domanda più che lecita! Ora però devo andare ho dei lavori sul retro che devo fare! Ci vediamo dopo o comunque all’ospedale domani! Ciao” disse il ragazzo allontanandosi dal bancone
 
“Kurt? Kurt? Sei vivo?” domandò improvvisamente Rachel notando che il ragazzo era perso in non so quali sogni…

“Eh? Sisi tutto ok grazie!” rispose brevemente il giovane infermiere e sospirando aggiunse “è bellissimo!”
 
“Ok sei proprio partito! decretò la moretta osservando qualcosa alle spalle del ragazzo che aveva conquistato tutta la sua curiosità
 
“Hey ragazzi, ma quella non è la nuova pediatra?” domandò Rachel
 
Brittany si voltò e vide Santana in un bellissimo vestito bianco attillato che faceva risaltare le sue meravigliose curve e dava ancor più risalto al seno,”Si, è lei!” si limitò a rispondere la bionda.
 
“Oddio ma è ancora con quello schianto con cui era questo pomeriggio alla caffetteria dell’ospedale o mi sbaglio!” domandò curiosa Rachel
 
“Si è con Blain!” rispose secca Brittany ricevendo un paio di occhiatacce da entrambi i colleghi
 
“E tu come fai a conoscere il nome di quella creatura divina?” domandò Kurt interessato quanto mai al discorso.
 
“Beh forse perché l’ho incontrato quando è venuto a prendere Santana in pronto soccorso al termine del giro delle visite e per andare a pranzare con lei?” rispose un po’ sarcastica rivolgendosi all’amico
 
“E quindi sai cosa abbiamo scoperto oggi? Che la nostra dottoressa Lopez è ‘accasata’ e se posso permettermi di esprimere un mio parare aggiungo e anche molto bene!” esclamò Kurt squadrando da capo a piedi il tipo che teneva a braccetto la giovane pediatra.
 
“E di questa cosa come puoi esserne sicuro?” domandò la bionda
 
“Beh il mio gay radar non riceve segnali ed in più prontooooo, ma dov’eri quando questo pomeriggio siamo entrati in caffetteria e la stava baciando?” domandò con fare ovvio Kurt
 
“Beh se lo dici tu, ci fidiamo” rispose Rachel guardando il ragazzo negli occhi “non sbagli mai un colpo!”
 
“Già è vero!” esclamò la bionda
 
“Ora andiamo a divertirci la serata è ancora lunga e poi per spettegolare abbiamo tutto il tempo domani tra una pausa caffè e l’altra!” esclamò Kurt non sapendo ancora quello che di li a poco sarebbe accaduto “Let’s go!”
 
Così facendo Kurt prese per mano le due ragazze e le condusse nel centro della pista da ballo.
 
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La musica rimbombava nel locale e i tre ragazzi si stavano scatenando di brutto in pista attirando su si loro numerosissimi sguardi.
 
“Hey Britt, io non ce la faccio più!” esclamò improvvisamente Kurt leggermente pallido in viso “sarà meglio che mi fermi!”
 
“Oh cavolo Kurt, sei bianco come un lenzuolo, sarà meglio se ti accompagno un attimo in bagno a sciacquarti il volto!” esclamò preoccupata Rachel guardandolo dritto negli occhi.
 
“Nono tranquilla! Posso farcela da solo e poi non voglio che Brittany rimanga qui da sola in mezzo a tutta questa bolgia…” Kurt fece appena in tempo a finire la frase che alle loro spalle sopraggiunsero Santana e Blain.
 
“Ma ciao Brittany!” esclamò la latina facendo prendere un mezzo colpo all’allegro trio “anche tu qui?” domandò giusto per dire qualcosa.
 
“Beh si!” si limitò a rispondere la bionda con fare ovvio ritenendo la domanda del tutto stupida… “Tutto bene Santana?”
 
“Si anche se mi sto leggermente annoiando… il mio accompagnatore qui presente non vuole proprio farmi ballare ed in questo momento sta cercando tutte le scuse per abbandonarmi dopo che a fatica l’ho trascinato in pista!” esclamò la mora guardando storto il povero Blain che ancora la teneva a braccetto.
 
“Mmmm… San non ci presenti?” domandò Rachel curiosa di conoscere finalmente la nuova pediatra.
 
“Oh scusami Rachel e vero che sia tu che Kurt non l’avete ancora conosciuta!” rispose frettolosamente la bionda
 
“Dottoressa Lopez loro sono Kurt Hummel e Rachel Barry” presentò brevemente “anche loro lavorano al pronto soccorso!”
 
“Piacere!” disse la latina stringendo la mano di entrambi
 
“Piacere nostro” risposero a turno i due giovani stringendo la mano della pediatra.
 
“Scusami Kurt, ma non stai bene?” domandò Blain osservando il volto cadaverico di Kurt “ah scusatemi che sciocco non mi sono presentato, io sono Blain Anderson” si presentò il giovane ripetendo gli stessi gesti che poco prima aveva compiuto la mora.
 
“Piacere nostro Blain!” risposero a coro i due.
 
“Comunque si Blain purtroppo non mi sento troppo bene e stavo convincendo Rachel a rimanere qui con Brittany a ballare e non di accompagnarmi in bagno…” cercò di spiegare l’infermiere “ma quando Rachel Berry si mette in testa una cosa è difficile convincerla a fare altro!”
 
“Kurt non ti preoccupare per me io sono tranquillissima ed ho ballato a sufficienza per questa sera vengo anch’io con voi così sto più tranquilla” spiegò Brittany
 
“Scusate” si intromise Blain “se voi tre volete rimanere qui a ballare mi occupo io di Kurt, non ci sono problemi!” spiegò il moro
 
“Sisi va bene voi divertitevi ragazze” disse Kurt che si stava iniziando a riprendere “io ora vado in bagno a sciacquarmi un attimo e poi offro qualcosa da bere a Blain per essere stato così gentile, non ci sono problemi, già mi sento meglio!” tentò di spiegare il moretto
 
“Ah beh se alla dottoressa Lopez e a Brittany non dispiace rimanere sole in pista io mi aggiungerei a voi, sono distrutta non riuscirei a stare in piedi un altro po’!” si intromise Rachel
 
“Per me va bene, ma Blain, sappi però che questa non te la faccio passare liscia, mi devi sempre un ballo!” rispose la pediatra rivolgendosi prima alla moretta e poi al dottor Anderson al quale rivolse anche una linguaccia.
 
“Si anche per me non ci sono problemi!” rispose tranquillamente Brittany “Basta che tu Kurt sia tranquillo!”
 
“Tranquilla Britt, a dopo!” entrambi salutarono le due giovani dirigendosi come da programma verso il bagno.
 
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“Brittany!” esclamò la mora mentre entrambe si scatenavano al ritmo di una movimentatissima canzone disco
 
“Dimmi Santana!” rispose la bionda
 
“Che ne dici se andiamo al bar a prenderci qualcosa da bere?” strillò la latina affinché l’infermiera bionda potesse sentirla
 
“Ok, andiamo!”
 
Giunte al bancone entrambe le ragazze ordinarono due Sex on the beach.
 
“Allora ti stai divertendo?” domandò la mora

“Si questo locale è veramente bello, non pensavo che Dave avesse così un gran bel gusto!” esclamò
 
“E chi è Dave?” chiese curiosa la latina
 
“è il proprietario del locale nonché ex mio compagno di scuola” spiegò brevemente la bionda guardando Santana negli occhi.
 
“Hey ragazze!” esclamò una voce roca alle loro spalle
 
Entrambe le giovani si girarono e si trovarono di fronte due ragazzi che assomigliavano molto ad una brutta se non bruttissima imitazione dei Blues Brothers.
 
“Allora come procede la serata?” domandò il più alto e magro dei due
 
“Fino a questo momento bene, ma ora che siete arrivati voi sono sicura che peggiorerà sensibilmente!” rispose rapida Santana con un tono di sfida.
 
“Eddai non dire così bella bambola!” iniziò il più basso e grasso “noi sappiamo come fare felici due pupe come voi!” aggiunse con tono malizioso e con gli occhi puntati insistentemente sul prosperoso seno della latina.
 
“Prima di tutto bell’imbusto il mio volto è qui sopra!” esclamò stizzita la latina notando che l’altro aveva gli occhi puntati su zone non appropriate “e secondo possiamo garantirti che sia io che la mia amica siamo più che a posto!” terminò con altrettanta grinta e ancora più stizzita dall’atteggiamento di entrambi.
 
“Eddai lasciate perdere i vostri uomini per questa sera, non ve li faremo certamente rimpiangere!” esclamò lo smilzo
 
“Ma ci volete lasciare in pace?” domandò ancora più alterata la mora mentre Brittany si limitava ad annuire ad ogni singola parola che la mora pronunciava “vi abbiamo detto che non abbiamo bisogno di voi!”
 
“Dai pupe, non fate tanto le preziose, so benissimo come sono quelle come voi!” disse il bassino “ripeto non ve ne pentirete assolutamente!”  
 
“Beh visto che a quanto pare le parole con voi sono inutili, forse la vista vi aiuterà!” esclamò la latina poco prima di girarsi in direzione di Brittany prenderle delicatamente il volto tra le mani e baciarla con trasporto e passione.
 
Pochi secondi dopo la mora si staccò e rigirandosi verso i due uomini disse “Ora avete capito?”
 
I due ragazzi si guardarono in faccia e capendo che sarebbe stato del tutto inutile proseguire con quel maldestro tentativo di approccio si guardarono in faccia sino a che il più alto non si rivolse all’altro:
 
“Andiamocene amico, in questo locale sono tutti gay!”
 
“Ah ragazzi” li chiamò Santana “se vi interessa uscendo da qui 200 metri più avanti c’è un locale in cui sicuramente vi troverete benissimo” li guardò in faccia uno alla volta “se non erro si dovrebbe chiamare il Troglodita!” esclamò infine.
 
I ragazzi non volendo avere problemi si limitarono a guadar male la latina per poi allontanarsi per abbandonare il locale.
 
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Alla prossima

Andrea F

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Capitolo 4
*** Che è successo dopo? ***


Hal Gente,

allora oggi e domani pubblicherò gli ultimi due capitoli che erano già stati postati poi inizierò con quelli nuovi...

ringrazio tutti coloro che stanno seguendo la mia FF ed in particolare pazzaxamore, koa89, glee e TheRoss per avermi messa tra gli autori preferiti!!

BUONA LETTURA A TUTTI!!!

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“Certo che quei due trogloditi non conoscono proprio il significato della parola NO!” esclamò spazientita la mora senza perder d’occhio i due ragazzi che stavano abbandonando il locale “Mamma mia, povere donne! Se tutti gli uomini presenti sulla faccia della Terra sono come quei due esemplari, siamo rovinate!” aggiunse continuando ad osservare i due ragazzi sino a quando, a fatica, non riuscirono ad uscire dal pub.
 
“Non c’è proprio più rispetto!” continuò la mora mentre riprendeva in mano il suo Sex on the beach.
 
“…”
 
La latina non sentendo alcun commento provenire dalla ragazza che stava al suo fianco si voltò per poter comprendere quello che stava succedendo “Brittany, stai bene?” domandò la mora notando il volto pallido ed inespressivo della bionda, senza tuttavia ottenere alcuna risposta “Hey Brittany che ti succede?” tentò di nuovo portando la sua mano sinistra sul viso della giovane, ma ancora nulla, l’infermiera non le diede alcuna risposta.
 
“Hey Britt, si è fatto tardi sarà meglio andare” esclamò Rachel raggiungendo a fatica le due ragazze “Hey che è successo Brit? Perché non rispondi?” domandò osservando lo sguardo assente dell’amica.

“Non so cosa le sia preso…” spiegò celermente la latina guardando dritta negli occhi Rachel “eravamo qui, stavamo parlando del più e del meno e due tizi sono venuti a disturbarci e…”
 
“No tranquilla Rachel, sto bene non ti preoccupare!” rinvenne la giovane bionda “si è fatto tardi sarà meglio andare!”
 
“Brittany, sei sicura di stare bene?” domandò Rachel ancora leggermente preoccupata

“Si Rach non è successo niente, ma ora andiamo” tagliò corto la giovane “grazie della compagnia dottoressa Lopez, ci vediamo in ospedale!” esclamò notando che sia Blain che Kurt le stavano raggiungendo al bancone.
 
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Il viaggio di ritorno fu alquanto silenzioso… Brittany non proferiva parola e sembrava assorta nei suoi pensieri, mentre Kurt e Rachel si limitavano ad osservarla cercando di capire quello che poteva essere successo in precedenza.
 
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“Hey Artie, sono tornata!” esclamò la bionda salendo le scale
 
“Amore sono in camera, vieni?” domandò il ragazzo dal piano superiore
 
“Un attimo e arrivo!” si limitò a rispondere Brittany
 
I minuti passarono inesorabili ed Artie non sentendo alcun rumore provenire né dal piano inferiore né tanto meno dalle altre camere del piano superiore iniziò a preoccuparsi per la giovane compagna.
 
“Hey Britt, tutto bene?” domandò mettendosi a sedere sul letto
 
“Si amore, non ti preoccupare, dammi solo un altro minuto e sarò da te!” rispose la bionda con un tono di voce alquanto malizioso
 
Due minuti più tardi Brittany fece il suo ingresso in camera da letto avvolta da una leggerissima vestaglia, la sfilò rimanendo in lingerie. Artie vedendo la giovane bionda con quei pochi indumenti addosso avvampò di colpo iniziando ad eccitarsi al solo osservare quelle morbide curve che formavano il corpo perfetto della ragazza.
 
Brittany fece un giro su sé stessa mostrando al suo compagno anche la parte posteriore del completino intimo “Allora, ti piace?” domandò la ex cheerleader avvicinandosi sempre di più al letto “stasera voglio fare l’amore con te come non lo abbiamo mai fatto!” sussurrò all’orecchio del giovane prima di salire su di lui a cavalcioni e di iniziare a baciarlo con tutta la passione che aveva in corpo.
 
Il povero Artie, dal canto suo, non riuscì a proferire parola ancora ammaliato da quella celeste visione che era apparsa pochi istanti prima sulla sogna della sua camera da letto.
 
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Ospedale di Lima ore 14h00
 
“Hey Britt, com’è andata la serata?” domandò la giovane dottoressa Fabray
 
“Hey Quinn tutto bene grazie!” le rispose l’infermiera senza prestare troppa attenzione
 
“Ah bene, comunque volevo dirti che mamma ci vuole vedere questa sera a cena, non so che cosa abbia in mente, ma ha detto che non possiamo assolutamente mancare, perché è una cosa importante” spiegò brevemente la dottoressa
 
“Come scusa?” domandò sbalordita la biondina “Oh no, no, no, no, l’ultima volta che si è comportata così è stato quando si è risposata per la terza volta!”
 
“Anche tu allora hai pensato a questo” disse Quinn guardando la sorella negli occhi… “Siamo rovinate, chissà chi è questa volta il povero malcapitato”
 
“Già, non vedo l’ora di scoprirlo stasera” rispose Brittany “ma dobbiamo portare anche i ragazzi?” domandò
 
“Credo che sia meglio evitare B e poi…” cercò di continuare la dottoressa venendo interrotta dalla sorella
 
“Non dirmi che stai ancora frequentando Puck!” esclamò Brittany notando che la sorella non riusciva più a guardarla negli occhi “Oddio Q, ma quante volte te l’ho già detto, non puoi andare avanti così, non puoi comportarti come una ragazzina di 16 anni, sei una donna ormai! Se vuoi Puck lascia quello scemunito di Finn e mettiti con lui”
 
“Si, ma non è così semplice!” rispose la giovane Fabray
 
“Eh di grazia come mai non è semplice?” gridò l’infermiera non riuscendo più a controllarsi
 
“Lo sai che sono innamorata di tutti e due!” rispose l’altra bionda
 
“Senti Q io ti voglio bene e lo sai, ma sono preoccupata per te, andando avanti così rischi di perdere tutti e due e di rimanere sola ed io non voglio che questo accada!” esclamò abbracciando la sorella
 
“Anch’io ti voglio bene B è so che tutto questo lo dici solo perché non vuoi che io soffra!” le sussurrò all’orecchio la sorella.
 
Improvvisamente la porta degli spogliatoi si aprì lasciando entrare la longilinea e sexy figura della dottoressa Lopez
 
“Ops scusate, non volevo disturbare!” esclamò imbarazzata vedendo quelle due giovani donne in quella situazione così intima “Se volete ripasso più tardi!”
 
“Tranquilla Lopez, me ne stavo giusto andando!” esclamò la più bassa delle due bionde staccandosi dall’abbraccio “Allora Britt, ci vediamo questa sera per le 8 passo io a prenderti!” aggiunse prima di stampare un tenerissimo bacio in fronte alla sorella.
 
Uscita Quinn, la stanza sprofondò in un abissale silenzio. Santana continuava a guardare Brittany, mentre l’altra più a disagio che mai, cercava di non osservare la latina alle sue spalle.
 
“Brittany scusami…” disse piano la mora
 
“Mi dica dottoressa Lopez!” rispose subito la bionda
 
“Ma non avevamo detto di darci del tu?” domandò la latina
 
“Si, hai ragione, cos’hai bisogno?”
 
“Io vorrei…”
 
“Buongiorno!” esclamò Rachel entrando nello spogliatoio a cambiarsi, interrompendo così il discorso della latina
 
“Ciao Rachel!” rispose subito Brittany ringraziando Dio, Allah, Budda e tutti gli esseri superiori agli uomini in cui l’umanità crede
 
“Buongiorno Berry!” rispose cordialmente al saluto la latina, ricevendo in cambio un sorriso da parte della moretta
 
“Hey Britt, questa sera io te e Kurt…” iniziò a parlare la giovane il cui discorso venne interrotto sul nascere dalla bionda
 
“Hey frena, frena un attimo Berry!” esclamò Brittany ricevendo in cambio una linguaccia da parte di Rachel per averla chiamata per cognome, cosa che odiava a dismisura “Stasera esco con Quinn si, insomma, con la dottoressa Fabray,  non posso unirmi a voi qualsiasi cosa abbiate intenzione di fare, mi dispiace!”
 
“Ma tu non puoi abbandonarci Britt, non poi con quella stronza di Quinn Fabray!” tentò di convincerla la moretta
 
“Mi dispiace Rach, ma è qualcosa che non posso rimandare!” le rispose cordialmente la bionda nonostante Rachel avesse appena dato della stronza a sua sorella maggiore.
 
“Eddai B non puoi farci questo, non a me e Kurt!” tentò nuovamente Rachel cercando di concludere positivamente la sua opera di convincimento.
 
“No R mi dispiace infinitamente, ma Quinn ha la precedenza su tutti!” le rispose Brittany lasciando spiazzata la sua interlocutrice, ma non solo… infatti Santana che era rimasta nella stanza per indossare il suo camice e recuperare alcuni degli strumenti che aveva lasciato nell’armadietto, aveva sentito il tutto ed iniziava a sospettare che tra le due giovani potesse esserci qualcosa.
 
“Io non so più cosa dire B, non pensavo che abbandonassi i tuoi amici per una serata a far chissà che cosa con Quinn Fabray!” sbottò Rachel furibonda.
 
“Rachel, ora non posso spiegarti, ma prometto…”
 
“Non promettere niente B, soprattutto se poi non sei in grado di mantenere…” le rispose Rachel che dopo questa cazziata nei confronti di Brittany abbandonò inviperita la stanza lasciando nuovamente le due giovani da sole.
 
“Scusa se mi permetto, ma vorrei sapere che relazione c’è tra te e la dottoressa Fabray?” domandò curiosa Santana
 
“Non credo che siano faccende tu Santana, se non ti dispiace non vorrei parlare di questa cosa!” rispose acida la bionda
 
“Come vuoi Brittany, scusa se in qualche modo ti ho offesa!” le rispose la mora lasciando sola in quel grigio spogliatoio la ex cheerios.
 
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Nella caffetteria due ore più tardi
 
“Hey Blain!” esclamò la mora “sono qui!”
 
“Ciao splendore, non ti avevo vista!” disse il ragazzo moro dando un lieve bacio sulle labbra alla pediatra.
 
“Non ti preoccupare, oramai ti conosco!” lo canzonò la latina
 
“Ahahah simpatica come sempre Lopez!” le rispose dandole un leggero buffetto sulla testa “Dai tornando alle cose serie come mai hai voluto vedermi?” domandò curioso
 
“Blain, credo di aver combinato un casino con una delle mie colleghe…” disse quasi in un sussurro
 
“OMG Santana, sei qui da nemmeno una settimana e ti sei già portata a letto qualcuno?” domandò perplesso Blain
 
“No, grazie a Dio niente di tutto ciò!” chiarì velocemente Santana “è solo che…”
 
“Eh no, aspetta prima fammi capire cos’è successo, chi è la persona interessata e poi potrai deprimerti…” disse schiettamente il giovane
 
“Allora la situazione è la seguente: ieri sera al locale sono rimasta a ballare con Brittany, dopo un po’ abbiamo deciso di prendere un drink, siamo andate al bancone e abbiamo ordinato due cocktail, sono arrivati due guastafeste e hanno iniziato a trattarci come due puttane, volevano rimorchiarci a tutti i costi, ho provato a mandarli via con le buone, ma non c’è stato niente da fare… così l’ho baciata ed ora… ed ora è tutto un gran casino Blain!”
 
“Hey frena un attimo tesoro, cos’hai fatto?” domandò Blain “non credo di aver capito bene”
 
“Si Blain, l’ho baciata, e poi è rimasta come paralizzata, non ha detto nessuna parola sino a quando non è arrivata Rachel… poi questa mattina sono arrivata in ospedale e l’ho vista teneramente abbracciata alla Fabray, un’altra mia collega, negli spogliatoi del personale…”
 
“Hey frena ancora un attimo, perché mi stai raccontando tutto questo?” domandò “se è stato solo un bacio per mandare via quei due mosconi perché non glielo spieghi e ci… no, no aspetta non ti sarai presa una cotta per questa ragazza?” domandò il moro notando la faccia della pediatra
 
“Non lo so Blain, ieri ho fatto finta di nulla dopo quel bacio e ho cercato di essere quanto più spavalda potessi, ma se devo essere sincera, quando le mie labbra hanno assaporato quelle di Brittany, sono rimasta folgorata, non volevo più staccarmi da lei…” spiegò la latina
 
“Oddio San, non so proprio cosa dirti! Si è una bellissima ragazza, ma sai quanti problemi possono venir fuori se…”
 
“Si lo so Blain, non continuare neppure ho ben presente…” rispose la latina guardandole dritto negli occhi
 
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“Pronto?” domandò al telefonino Quinn mentre cenava con la sorella e la madre “come scusa? Un’emergenza tutti i medici e gli infermieri sono richiamati in pronto soccorso? Va bene si non ti preoccupare, no, non chiamare Pierce, è qui con me, 10 minuti e arriviamo!”
 
“Cos’è successo?” domandò Brittany alla sorella
 
“ A quanto pare un treno è deragliato e dobbiamo presentarci tutti in ospedale per dare una mano ai colleghi coi feriti, preparati che dobbiamo andare subito! Scusaci mamma, ma il dovere ci chiama, comunque sia tu che il tuo nuovo compagno avete la nostra benedizione” disse guardando l’uomo che sedeva al fianco della madre.
 
Detto ciò le due sorelle abbandonarono rapidamente il lussuoso ristorante e si diressero il più velocemente possibile all’ospedale.
 
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“Maledizione a questa cerniera!” esclamò la bionda “Q, mi puoi aiutare ad abbassare la zip? Mi si è incastrata e non ha nessuna intenzione di scendere!”
 
Pochi istanti dopo due mani calde e delicate si avvicinarono al corpo della giovane infermiera, afferrano dolcemente la cerniera portandola lentamente verso il basso.
 
“Hey grazie Q, non riuscivo proprio a farla scen…” la bionda si bloccò sentendo un paio di labbra posarsi gentilmente dietro al suo collo “Hey Quinn, non mi sembra il caso, siamo in ospedale e non vorrei mai che…” disse voltandosi.
 
Una volta giratasi la bionda si accorse che colei che l’aveva aiutata a spogliarsi e le aveva baciato “il collo” non era la sorella, ma la giovane e caliente dottoressa Lopez.

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Spero che il capitolo vi sia piaciuto!!

al prossimo aggiornamento

A.

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Capitolo 5
*** Sexy ***


Hola chicos, ecco a voi l'ultimo capitolo che avevo già postato...

il prossimo sarà nuovo e fresco di scrittura... come avevo già anticipato nel 3° capitolo apparirà un nuovo personaggio
curiosi di sapere chi è??

BUONA LETTURA A TUTTI

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Non riusciva a staccare i suoi occhi color cielo da quelli scuri come la pece della latina che, dopo quel lieve contatto con la sua pelle, era rimasta di fronte a lei, guardandola con desiderio. Non riusciva a capire il perché, ma si sentiva spoglia, nuda davanti a quello sguardo così intenso e così penetrante. Si sentiva in imbarazzo, il cuore le batteva all’impazzata non lasciandole tregua. Avrebbe voluto urlare, dire qualcosa, ma le parole le morivano in gola, impotente davanti alla bellezza devastante della pediatra.
 
La latina dopo aver indietreggiato di un passo, si riavvicinò alla bionda, portando delicatamente due dita della mano sinistra sotto il mento della giovane infermiera, mentre con l’altra mano le accarezzava delicatamente la gota “Sei bellissima!” sussurrò sfiorando con il labbro, il lobo destro della ragazza, provocandole brividi freddi lungo la schiena “Fermami ti prego, fermami se non è questo ciò che vuoi!” sussurrò nuovamente la mora con voce sensuale, iniziando ad avvicinare le sue labbra a quelle carnose dell’altra.
 
Brittany non capiva più nulla, quella voce così roca e sensuale, l’aveva portata ad un livello di eccitazione tale da non riuscire a pronunciare un pensiero di senso compiuto; sentiva scorrere nelle sue vene tutta l’eccitazione che aveva iniziato lentamente ad accumularsi nel suo fisico nel momento esatto in cui la mora aveva sfiorato quel punto erogeno del suo corpo, provocandole così tanto piacere da poter venire in quello stesso istante, prima che quelle labbra carnose potessero raggiungere le sue. Riprese per un solo secondo il controllo del suo corpo bollente “Non fermarti!” esclamò con la poca lucidità, che con tanta fatica aveva recuperato.
 
Quelle parole furono come la vista di un’oasi nel bel mezzo di un deserto per la mora che non indugiando ulteriormente si fiondò su quelle labbra color fuoco che fin dal primo momento erano state in grado di conquistarla. Il bacio fu lento, delicato, un semplice sfiorarsi di labbra che col passare dei secondi iniziavano a conoscersi. Mentre le labbra della latina massaggiavano delicatamente quella dell’infermiera bionda le sue mani avevano iniziato ad esplorare quel corpo immacolato, il cui colore le ricordava la neve fresca che si posa durante la notte sui prati di montagna. Lentamente la latina le iniziò a sfiorare la pelle nuda dirigendosi verso le spalline del vestito che con estrema lentezza fece scivolare lungo le braccia dell’infermiera. Brittany a quel lieve contatto si sentì avvampare, un fuoco dentro di lei aveva iniziato a bruciare ardentemente provocandole sensazioni che mai aveva provato prima. Il vestito della bionda cadde silenziosamente a terra, come un petalo di rosa che dolcemente scivola appoggiandosi ad un pavimento di cristallo, lasciando la bionda con la sola biancheria intima addosso.  
 
Prendendo coraggio la bionda iniziò a far correre le sue mani verso le due collinette che delineavano il seno della latina, tracciandone delicatamente i contorni, arrivando poi ai bottoni della camicetta che iniziò lentamente a sbottonare ad uno ad uno, lasciando che quelle curve morbide e sinuose, venissero liberate da quella restrizione. Nel mentre la mora presa dal piacere aveva abbandonato le labbra di Brittany iniziando ad assaporare ogni centimetro della sua pelle spostandosi dal volto al collo, scendendo sempre più giù verso i seni ed il ventre.
 
L’ambiente intorno a loro diventava sempre più caldo, bollente, non avevano nessuna intenzione di fermarsi, volevano fare l’amore, volevano completarsi l’una con l’altra. Santana iniziò a passare l’indice tra il bordo delle mutandine provocando dei piccoli gemiti nella bionda.
 
“Brittany, Britt!!” una voce familiare, che sembrava provenire dal nulla, le interruppe proprio sul più bello…
                                                        
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Aspetto le vostre opinioni riguardo al capitolo anche se devo ammettere che non so giudicare come sia uscito visto che è la prima volta
che mi 'cimento' in una cosa del genere...

fatemi sapere cosa ne pensate, sono sempre felice di leggere i vostri pareri...

alla prossima

A.

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Capitolo 6
*** The new one ***


Hola Chicos... ecco a voi il nuovo capitolo di como todo empezò...
non è molto lungo, ma ho voluto postarlo ugalmente per potervi augurare BUONA PASQUA!!!

Questo capitolo lo voglio dedicare in particolare a locisvu82 (oggi giornata favolosa, non è vero M?), a The Ross, a al mio Tormento personale S.
e al mio Tormento-La Vendetta A.

BUONA LETTURA A TUTTI

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L’ambiente intorno a loro diventava sempre più caldo, bollente, non avevano nessuna intenzione di fermarsi, volevano fare l’amore, volevano completarsi l’una con l’altra. Santana iniziò a passare l’indice tra il bordo delle mutandine provocando dei piccoli gemiti nella bionda.
 
“Brittany, Britt!!” una voce familiare, che sembrava provenire dal nulla, le interruppe proprio sul più bello…
 
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“Hey ragazzi!” esclamò il Professor Schuester rivolgendosi alla sua squadra composta da medici ed infermieri che ogni giorno ‘combatteva’ al suo fianco al pronto soccorso “tra dieci minuti ho bisogno di tutti voi in sala conferenze, ho un annuncio molto importante da farvi!” esclamò soddisfatto
 
“Hey Professore, finalmente le hanno concesso la pensione?” domandò in modo canzonatorio il giovane con la cresta da moicano facendo scoppiare a ridere tutti i presenti.
 
“Simpatico come sempre Puckerman, vedi di stare in riga, altrimenti so io dove mandarti a svolgere la tua mansione!” esclamò con un tono di voce tra il canzonatorio ed il minaccioso il direttore del pronto soccorso
 
“Non sarà…” balbettò il portantino non riuscendo però a continuare la frase
 
“Si Pakerman, esattamente li ti spedisco se non la finisci di fare battutine idiote! Ora se mi volete scusare, devo parlare con una persona che mi attende nel mio ufficio. Noi ci vediamo tra 10 minuti esatti in sala conferenze!” ricordò ai suoi prima di voltar loro le spalle dirigendosi frettolosamente verso il suo ufficio.
 
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“Hey Mercedes, come mai Schuester ci ha fatti riunire qui?” domandò curioso Finn
 
“Ah dottor Hudson... buon giorno, non l’avevo vista arrivare!” salutò educatamente la giovane “sinceramente non ne ho la più pallida idea… prima eravamo di là con Puck, Tina, Kurt e Rachel e ci ha semplicemente detto di venire qui tutti in sala conferenze perché ha bisogno di parlarci di qualcosa di importante…” spiegò celermente l’addetta alla reception.
 
“Boh, è sempre più strano quell’uomo, ci fa venire qui senza nessun motivo apparente!” brontolò annoiato Finn senza aver capito molto dato che di per sé non brillava certamente per intelligenza e la mancanza di informazioni ‘concrete’
certo non l’aiutava nella sua ‘diagnosi’.
 
Dopo due minuti il Professor Schuester fece il suo ingresso nel salone seguito da una donna.
 
Era una bellissima ragazza, magra, con un discreto seno, alta all’incirca un metro e settanta. Dai pochi particolari che si intravedevano, mentre seguiva il direttore d’urgenza nel bel mezzo della sala, si poteva facilmente constatare che era anche piuttosto giovane: 27/28 anni circa.
 
La giovane donna aveva lunghi capelli ondulati il cui colore ricordava il grano pronto per la mietitura ed un viso ovale, delicato, dolcissimo che lasciava trasparire la bontà della persona. Aveva un bellissimo sorriso contornato da un paio di labbra carnose, rosse come il fuoco, un nasino alla francese e due occhi color nocciola, che al sole acquisivano una magnifica sfumatura verde, capaci di incantare chiunque al solo osservarli.
 
“Buongiorno ragazzi!” salutò il Professor Schuester raggiungendo il centro della sala conferenze insieme alla misteriosa bionda “ci siamo tutti?” domandò notando che all’appello mancavano sicuramente un paio di persone oltre a coloro che avevano fatto il turno di notte.
 
“No Professore, oltre a coloro che hanno fatto la notte, mancano Lopez, Fabray e Pierce!” esclamò Rachel dal suo posto.
 
“Qualcuno di voi le ha avvisate dell’incontro?” domandò Schuester spazientito per il ritardo delle tre ragazze.
 
“Io ho avvisato Quinn!” esclamò felice Finn guadagnandosi un’occhiataccia non troppo velata da parte di Puck.
 
“Io ho mandato un messaggio a Brittany, ma non mi ha ancora risposto” aggiunse Kurt

Dopo che il moro finì di parlare seguì un lungo e pesante silenzio
 
“Scusate, ma qualcuno di voi si è per caso degnato di avvisare la dottoressa Lopez?” domandò William notando che nessuno aveva espresso parola per la latina.
 
“Non si preoccupi Professore!” esclamò Rachel “l’ho avvisata io… le ho mandato un SOS al suo cercapersone, ma esattamente come Fabray e Pierce, non ho ancora avuto risposta!” esclamò la piccola mora.
 
“Le solite ritardatarie!” sbuffò Schuester ricordando come le due bionde fossero solite a questo genere di situazioni “ad ogni modo non le possiamo aspettare, tra poco devo partire per New York ed ho il tempo contato…”
 
“Non si preoccupi professore, ci penseremo noi ad informarle!” esclamò Mercedes invitando Schuester a proseguire.
 
“Grazie Mercedes!” esclamò il direttore d’urgenza prima di continuare con le comunicazioni “ragazzi ho due comunicazioni da farvi: la prima è che per il periodo in cui starò a New York il mio posto di responsabile del pronto soccorso sarà ricoperto da Holly Holliday, quindi per ogni evenienza potete rivolgervi a lei, mentre la seconda comunicazione riguarda la signorina che è qui al mio fianco!” esclamò soddisfatto Schuester
 
“Wooow che bomba!” esclamò Puck facendo scoppiare in una fragorosa risata tutti i presenti.
 
“Puckerman come vedo non cambierai mai! Devo ricordarti cosa ti ho detto meno di 15 minuti fa?” domandò esasperato William
 
“No no professore, una sua SOLA parola mi è bastata per farmi tornare tutto alla mente!” esclamò disgustato Puck
 
“Bene, vedo che ci siamo capiti! Ad ogni modo ho il piacere di presentarvi il nostro nuovo acquisto” esclamò sorridente “diamo un caloroso benvenuto alla dottoressa Julia Lyn Newkirk la nuova psicologa del pronto soccorso” aggiunse indicando la giovane al suo fianco
 
Un grido di benvenuto si alzò tra i dottori e gli infermieri del Lime Hospital Center accogliendo così la nuova arrivata
 
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“Ti prego, non ti fermare!” esclamò Brittany travolta dall’eccitazione “Ti prego Santana continua!”
 
A quelle parole appena sussurrate la latina perse completamente il controllo della situazione continuando, nonostante qualcuno si ostinasse a chiamare la bionda, ciò che pochi minuti prima aveva iniziato.
 
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“Ecco ora che sapete tutto quello che c’era da sapere, potete and..” Schuester stava per concludere la frase quando la porta della sala conferenze si aprì improvvisamente lasciando entrare la longilinea figura della dottoresse Lopez “Oh ma guarda un po’ chi ci ha degnato della sua presenza!” la canzonò il direttore d’urgenza “Lopez, mi puoi spiegare come mai sei arrivata con tutto questo ritardo alla riunione, ma soprattutto come mai i tuoi capelli ed il tuo camice sembrano essere appena usciti da un campo di battaglia?” domandò William notando l’aspetto‘trasandato’ della mora.
 
“Mi scusi per il ritardo, ma il messaggio di Rachel sul cercapersone mi è arrivato solo ora…” spiegò velocemente la mora sperando che la seconda parte della domanda fatta da Schuester passasse così inosservata.
 
“E per il resto?” domandò nuovamente il direttore
 
“Mmm… diciamo che ho avuto un piccolo problemino con una piccola paziente!” rispose la giovane senza dare troppe spiegazioni divenendo tuttavia rossa in viso.
 
“Va bene Lopez, non voglio indagare oltre…” rispose Schuester “ad ogni modo i tuoi colleghi ti aggiorneranno sulla situazione, così come provvederanno ad avvisare anche le altre due ritardatarie: Pierce e Fabray… Grazie a tutti per l’attenzione, potete andare”
 
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“Grazie Rachel per avermi avvisata della riunione, credo che se non lo avessi fatto tu, nessuno si sarebbe preso la briga di farlo!” disse la mora ringraziando la giovane infermiera mentre abbandonavano la sala conferenze
 
“Non si preoccupi Dottoressa Lopez, l’ho fatto con piacere!” esclamò allegra l’infermiera mora
 
“Grazie ancora Rachel, però avrei una cosa da dirti e una da domandarti” disse la latina con un tono di voce insolitamente dolce “quello che ho da dirti è di chiamarmi Santana, abbiamo la stessa età ed inoltre ci conosciamo da qualche mese non ti sembra inutile continuare ad usare il lei quando parliamo tra di noi?” domandò “mentre vorrei chiederti se gentilmente potresti aggiornarmi su quello che Schuester vi ha detto in sala conferenze prima di farmi la paternale!” sbuffò leggermente la mora
 
“Certo dottor- mmm… volevo dire Santana, io non ho problemi a chiamarti per nome anzi mi fa molto piacere… per quanto riguarda gli aggiornamenti sono due e semplici” spiegò celermente la giovane infermiera guardando la pediatra dritta negli occhi “il primo è che Schue starà fuori per una conferenza a New York e pertanto per qualsiasi cosa abbiamo bisogno ci dobbiamo rivolgere alla Professoressa Holliday che sarà la sua sostituta, mentre il secondo comunicato riguarda quella ragazza!” disse indicando la giovane bionda che era appena uscita dal salone convegni “si chiama Julia Lyn Newkirk e sarà la nostra nuova psicologa” aggiunse mentre la mora manteneva lo sguardo fisso sulla nuova arrivata "a proposito che hai combinato ai capelli e ai vestiti?"

“Ah però!” esclamò disinvolta la mora
 
“Scusa Santana, ma a che ti riferisci?” domandò la moretta più bassa
 
“Mmm… a nulla pensavo solo al fatto che è la seconda nuova arrivata nel giro di pochi mesi!” mentì spudoratamente la pediatra, mentre i suoi occhi rimanevano incollati al corpo di Julia “Sarà meglio andare a presentarci!” aggiunse prendendo sotto braccio Rachel

"Si d'accordo, ma non pensare di aver ovviato alla domanda che ti ho fatto!" esclamò la più bassa delle more
 
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Come al solito spero nelle vostre recensioni, mi fa sempre piacere sapere cosa pensate del capitolo...

per chi fosse interessato a sapere da dove è uscito il nome della giovane psicologa dico solamente che ho scelto qusto nome per omaggiare due
grandi personaggi dello spettacolo che adoro...

la prima naturalmente è Julia Roberts che io considero una delle più grandi attrici di tutti i tempi
mentre la seconda è Anastacia da cui ho naturalmente preso il cognome (Lyn Newkirk) che adoro da morire... secondo me she is the best singer ever giusto per citare
una battuta di Glee

al prossimo capitolo

un abbraccio

A

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Capitolo 7
*** She ***


Hola Chicos

ecco a voi il nuovo capitolo di como todo empezò

spero che sia di vostro gradimento

BUONA LETTURA A TUTTI

A

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“Cazzo Britt, che stai facendo?” domandò Quinn osservando la scena che le si parava davanti “No, non ci posso credere! Noi abbiamo un’importantissima riunione con Schuester, ovvero con il nostro primario, non con un medico qualsiasi, il primario e tu che stai facendo??” chiese la bionda ancora più innervosita.
 
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La giovane psicologa appena uscita dalla sala congressi si sentì chiamare da una leggera voce alle sue spalle.
 
“Dottoressa Lyn Newkirk!”
 
“Si?” domandò la bionda voltandosi
 
“Buongiorno dottoressa, volevo presentarmi, sono Rachel Berry, mentre questa è Santana Lopez, la nostra bravissima pediatra!” esclamò dolcemente Rachel facendo rapidamente le presentazioni.
 
“Piacere, Julia Lyn Newkirk, ma chiamatemi Julia!” si presentò la psicologa sorridendo.
 
“Piacere Julia, come ti ha già detto Rachel, io sono Santana” si presentò rapidamente la latina andando a stringere la mano della nuova collega seguita a ruota da Rachel che fece esattamente lo stesso gesto “Ci stavamo chiedendo se potessimo aiutarti in qualcosa!”
 
“Si, effettivamente mi sareste di grandissimo aiuto... dovrei farmi assegnare un armadietto e cambiarmi, sapreste dirmi cosa devo fare?” chiese la bionda guardando dritta negli occhi Santana.
 
“Certo, non ti preoccupare, vieni con noi!” esclamò l’ispanica iniziando a camminare lungo il corridoio.
 
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Brittany si svegliò, di soprassalto, nel letto sudata ed ancora eccitata dal sogno. Non poteva crederci, aveva nuovamente sognato la giovane pediatra. Ancora sconvolta notò che il sogno che aveva appena fatto, l’aveva fatta eccitare a dismisura e la sua vergogna aumentò fino all’inverosimile quando si rese conto dell’immenso lago caldo che si era formato nella sua zona più intima.
 
“Cavoli Quinn, che c’è? Che hai da urlare in quel modo?” domandò la giovane infermiera bionda con un tono di voce misto tra lo scocciato e l’arrabbiato
 
“Hey sorellina, ti ha morso una vipera?? Come mai così aggressiva?” domandò incredula l’altra bionda spiazzata dal comportamento aggressivo della sorella “Su lasciami un po’ di spazio sul letto e racconta” aggiunse andando a sdraiarsi a fianco a Brittany
 
“Non è niente!” rispose rapidamente “Non ti preoccupare Q è che sono un po’ agitata!” disse la bionda notando come la sorella era rimasta male nel ricevere quella risposta così sgarbata.
 
“Come mai sei agitata?” domandò Quinn
 
“Ma non è nulla, ho fatto un sogno che mi ha fatta agitare…” spiegò più dolcemente l’infermiera
 
“Vuoi parlarmene?” domandò gentilmente la dottoressa notando il cambio di stato d’animo dell’altra
 
“No, Q, non adesso per lo meno… ora l’unica cosa che voglio fare è una bella doccia fredda e prepararmi per iniziare il turno in ospedale”
 
“Doccia fredda?” domandò incuriosita la bionda dai capelli corti
 
“emmm… si Quinn” disse per prendersi il tempo di elaborare una qualsiasi scusa “ti ho detto che ho fatto un sogno piuttosto agitato e voglio essere sicura di essere bella sveglia per quando inizierò il turno!”
 
“mmm… sarà, ma tu non me la racconti per niente giusta sorellina” le rispose Quinn “comunque fai in fretta che come già ti ho detto, prima che mi sbraitassi dietro, siamo terribilmente in ritardo per il lavoro visto che Schuester ha avuto la brillante idea di convocare una riunione all’ultimo minuto senza, apparentemente, nessuna motivazione.”
 
“Ok Quinn, sarò rapidissima” disse abbracciando la sorella prima di fiondarsi nel bagno per la famosa doccia gelata.
 
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“Bene Julia, ti presento Mercedes la nostra addetta alla accettazione, Mercedes ti presento Julia!” le presentò Rachel che in quel momento sembrava più una consulente d’incontri di coppia che una giovane e brillante infermiera.
 
“Piacere”
 
“Piacere”
 
“Mercedes, Julia avrebbe bisogno un armadietto per potersi cambiare…”
 
“Ok latina non dire nient’altro che Cedes vi risolve immediatamente il problema!” esclamò felice la giovane di colore mentre cercava in uno dei scaffali posti dietro il bancone del ricevimento una cartellina rossa  “Bene ecco qui il prospetto” aggiunse tirando fuori dal raccoglitore una piantina raffigurante la disposizione degli armadietti “l’unico libero che abbiamo in questo momento è quello di fianco alla dottoressa Lopez!”
 
“Mercedes ti ho già detto di chiamarmi Santana!” la rimproverò la l’ispanica
 
“Si scusami Santana, ma ogni tanto un po’ di professionalità non mi fa certo male!” le rispose la ragazza facendo scoppiare a ridere le tre giovani che aveva di fronte a lei
 
“Ahahah sempre la migliore mama Jones!” la canzonò la più bassa tra le risate collettive.
 
“E dai finiscila diva che nessuno ti batte quando ti ci metti!” le rigirò la battuta Mercedes mettendosi a ridere insieme alle altre.
 
Proprio mentre le quattro ragazze stavano ridendo per questo simpatico scambio di battute Quinn e Brittany fecero il loro ingresso nella hall del pronto soccorso.
 
“Buongiorno!” esclamarono all’unisono le due sorelle ottenendo l’attenzione di tutte e quattro le donne presenti all’accettazione.
 
“Buongiorno dottoressa Fabray, ciao Brittany!” rispose educatamente la Jones guardando di traverso la prima delle due bionde che per il suo caratteraccio ed il suo atteggiamento da superiore non riusciva proprio a digerire.
 
“Buongiorno” risposero contemporaneamente Rachel e Julia voltandosi mentre Santana, chinando il volto verso il bancone, rimase di spalle senza proferire parola.
 
“Mmm… scusate, ma io devo andare, mi aspettano per una consulenza su in reparto, non posso trattenermi oltre… ci vediamo dopo ragazze…”  disse la latina iniziando a dirigersi verso gli ascensori “ah Julia mi raccomando per qualsiasi cosa non esitare a chiedere, sono sempre a disposizione!” esclamò dolcemente l’ispanica rivolgendosi direttamente alla nuova arrivata.
 
“Grazie Santana, sei davvero gentilissima” le rispose cordialmente la bionda dagli occhi nocciola “ci vediamo in giro”
 
“Ma che cazzo sta succedendo qui? disse Brittany in un sussurrò pressoché inudibile
 
“Britt hai detto qualcosa?” le domandò la sorella distogliendola dai suoi pensieri
 
“eh?” la guardò perplessa “emm… si mmm cioè no!”
 
“Si o no Brittany?” chiese Quinn notando un leggero rossore sulle gote dell’altra
 
“Si ho parlato, ma non era nulla di importante…” le rispose rapidamente tagliando di netto un possibile ed imbarazzante discorso “Hey ragazze che succede? Perché Schue ci ha chiamate per una riunione improvvisa?”
 
“Voleva comunicarci solamente due cose” le spiegò Rachel “la prima è che per qualche giorno sarà a NY per una conferenza su… mmm non ho capito ben cosa e per questa ragione per ogni problema dobbiamo rivolgerci direttamente alla Holiday e poi voleva comunicarci che finalmente ci hanno mandato i rinforzi!” disse indicando la bionda al suo fianco “questa è Julia Lyn Newkirk, la nostra nuova psicologa!” sorrise fiera della sua terza presentazione nel giro di pochi minuti.
 
“Piacere sono Julia!” disse la psicologa allungando la mano verso le sue nuove colleghe
 
“Piacere Dottoressa Quinn Fabray!” rispose per prima la bionda stringendo la mano dell’altra
 
“Brittany Susan Pierce” esclamò poi, fredda come il ghiaccio, la ex ballerina
 
“Piacere mio!” disse Julia guardando stranita le altre due.
 
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“Hey Santana, hai finito la tua consulenza in reparto?” domandò Rachel vedendo l’ispanica girovagare per i corridoi del pronto soccorso
 
“Si grazie a Dio, il primario Sylvester è qualcosa di spaventoso, non riesco proprio a capire come una donna con il suo caratteraccio abbia voluto prendere una specializzazione del genere…” borbottò ripensando ai momenti d’inferno che aveva passato con quella donna “Mamma mia, Hitler a confronto era un poppante per quanto riguarda la crudeltà!” 
 
“Eh già…” le rispose la mora con un filo di voce “pensa che io ero stata assunta a pediatria e qualche anno fa ho chiesto il trasferimento in pronto soccorso dalla disperazione… è impossibile vivere sotto gli ordini della Sylvester… sai quante infermiere sono passate da quelle parti resistendo al massimo 20 giorni?” domandò retoricamente alla latina “un’infinità e tutte correvano via sconvolte, alcune credo che dopo averla incontrata abbiano addirittura lasciato la professione!”
 
“Davvero?” domandò incredula l’ispanica
 
“Si!” le rispose Rachel “dopo di me ne sono arrivate altre 15 e nessuna è voluta rimanere… l’unica che sembra riuscire nell’impresa di stare accanto a quel demonio fatto persona è l’ultima arrivata… se non ricordo male si chiama Becky Jackson… è qui da quasi un anno e non si è mai lamentata del suo primario, anzi sembra essere la sola persona che la Sylvester tratta come un essere umano e non come una sottospecie di mutante che deve essere sterminato per salvare la ‘razza ariana’!” spiegò la piccola mora riallacciandosi alla battuta fatta dall’ispanica pochi istanti prima
 
“Dio Rachel, se dovessero offrirmi un posto fisso in pediatria ricordami di rifiutare, non ho intenzione di rovinarmi lo stomaco per una persona del genere!” esclamò la latina facendo l’occhiolino all’altra “Senti io andrei a mangiare qualcosa visto che è mezzogiorno passato, vuoi venire con me?” domandò dolcemente
 
“Mmm… mi piacerebbe, ma sono già d’accordo con Brittany e Kurt… però se vuoi unirti a noi sarebbe perfetto!” rispose la moretta
 
“No grazie, sarà meglio organizzare per la prossima volta” disse Santana tagliando il discorso “io allora vado, ci vediamo dopo!”
 
“A dopo Santana!”
 
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Caffetteria dell’ospedale di Lima
 
 
“Hey, ma guarda chi si vede!”
 
La latina non avendo riconosciuto la proprietaria della voce che l’aveva “chiamata” alzò gli occhi dalla rivista che stava distrattamente sfogliando mentre attendeva che David le servisse il suo meritatissimo pranzo.
 
“Hey Julia! Che piacere vederti! Come mai qui? Caffè veloce o pranzo?” domandò osservando la psicologa
 
“Pranzo, sempre veloce, ma pranzo!” sorrise la bionda
 
“Ah beh, se è così perché non ti siedi qui con me e mi fai compagnia?”
 
“Sarebbe un enorme piacere pranzare con te Santana!” le rispose Julia sedendosi al suo fianco “che stavi leggendo?”
 
“Ma nulla di particolare, sfogliavo la rivista giusto per passare il tempo…” rispose “tu hai già ordinato?”
 
“Si, sono andata al bancone prima di vederti qui e l’ordine l’ho fatto a quel ragazzo con la camicia rossa” disse indicando Dave
 
“Perfetto, allora non dobbiamo far altro che aspettare sperando che quel cameriere che ha già fatto cadere tre portate abbia la clemenza di farci mangiare il prima possibile!” esclamò la latina facendo ridere l’altra
 
“Beh potremmo approfittarne per conoscerci meglio che ne dici Santana? Fin’ora conosco solo il tuo nome e so che lavori qui come pediatra!” propose la psicologa
 
“Perché no? Dimmi Julia, cosa vuoi sapere?”
 
“Mmmm…. Dai tuoi tratti somatici posso tranquillamente affermare che non hai origini statunitensi, quindi di dove sei?” domandò
 
“Bella osservazione chica, sono portoricana, ma vivo negli Stati Uniti da quando avevo 5 anni! Tu invece da dove vieni?”
 
“Io sono nata a Chicago, ma ho girato il mondo fino a quando non ho iniziato l’università”
 
“Come mai?”
 
“Mio padre è ambasciatore…”
 
“Beh con questo hai praticamente detto tutto” la interruppe l’ispanica capendo con quelle 4 semplici parole l’intera storia “in che paesi sei stata?”
 
“Ho vissuto in Canada, Argentina, Messico, Italia, Spagna, Australia e Russia”
 
“Wow è davvero impressionate come cosa… hai praticamente girato il mondo!”
 
“Già!” sorrise
 
“Scusate ragazze se interrompo le vostre chiacchiere, ma vi ho portato il pranzo!” esclamò gentilmente Dave “Ecco a te Santana ed ecco a te…”
 
“Julia Dave, si chiama Julia!” intervenne Santana per andare incontro al proprietario della tavola calda.
 
“Ed ecco a te Julia, posso darti del tu vero?” domandò goffamente Dave
 
“Si, certamente Dave” rispose dolcemente la bionda osservandolo
 
“Perfetto!” esclamò alzando il volto “Hey ma guarda un po’ chi è venuta a trovarmi?” domandò retoricamente il giovane non appena vide entrare i tre infermieri in caffetteria “Scusate ragazze, ma devo andare a salutare quella bellezza bionda dagli occhi azzurri che è appena entrata!” si scusò indicando Brittany “Buon appetito!” disse prima di allontanarsi dal tavolo.
 
“Grazie” rispose con un sorriso Julia
 
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“Hey Brittany, Rachel, Kurt! che piacere vedervi nella mia umilissima caffetteria!” esclamò felice Dave
 
“Il piacere è sempre nostro ragazzone!” gli rispose Kurt approfittando della situazione per stampargli due baci sulle guance
 
“Già Kurt ha ragione, è sempre bello trovarti qui nel locale!” aggiunse la mora “senza di te ci annoiamo a morte!” aggiunse facendo un lieve broncio
 
“Finiscila Rachel non essere così melodrammatica!” rispose Brittany con un tono di voce che non piacque a nessuno dei tre presenti.
 
“Ma si può sapere che hai oggi Brittany?” domandò Kurt spazientito “è tutta mattina che ti comporti in questo modo insopportabile! Hai per caso litigato con Artie?”
 
“No e sinceramente non credo che siano faccende vostre quello che mi passa per la testa in questo momento!” esclamò l’ex ballerina ancora più incazzata di prima. Quelle due così vicine che ridevano insieme non le piacevano per nulla
 
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“fa sempre così si comporta sempre da don giovanni?” domandò Julia scoppiando a ridere
 
“è?” domandò Santana che non aveva minimamente ascoltato la domanda della psicologa e sinceramente nient’altro di ciò che era stato detto  da quando Brittany era entrata in caffetteria
 
“Cosa succede Santana?” domandò dolcemente la bionda afferrandole la mano
 
“Perché questa domanda?” le rispose abbozzando un sorriso
 
“Santana non prendiamoci in giro, cosa sta succedendo?” domandò nuovamente la bionda “e non mentire ricordati che sono una psicologa, mi accorgo se la gente mi sta raccontando una palla o meno!”
 
“Davvero non c’è nulla Julia” rispose corrugando il mento… grosso, ma grosso errore
 
“Santana le tue parole dicono una cosa ma il tuo corpo ne sta dicendo un’altra” la riprese la bionda lasciandole la mano “Sai, a livello di comunicazione paraverbale il fatto di corrugare il mento, cosa che hai fatto tu in questo preciso momento, mi indica che hai appena finito di dire una menzogna!” le spiegò la bionda “Lo so che ci conosciamo da qualche ora e so che non è facile fidarsi di una persona dopo così poco tempo, ma tu hai assolutamente bisogno di parlare con qualcuno… quindi avrei una proposta da farti che ne dici se andiamo nel mio ufficio o nel tuo e parliamo da psicologa a paziente e non tra amiche? Sono sicura che questo potrebbe aiutarti e anche molto!” insistette la psicologa
 
“Credo che tu abbia ragione Julia, ma non mi va di parlare negli uffici, che ne dici se andiamo a mangiare nel parco qui vicino e discutiamo il tutto li?” domandò Santana
 
“Per me va bene!” esclamò felice la psicologa “Dai andiamo a pagare e poi dritte al parco!”  aggiunse alzandosi e prendendo sotto braccio la mora
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“Si Brittany ma allora che hai, perché ti comporti così?” ridomandò Kurt cercando di mantenere la calma
 
“Ti ho già detto che non sono affari vostri, che non sono tenuta a raccontarvi tutto!” si alterò ancora di più l’infermiera nel vedere la biondina prendere sottobraccio l’ispanica
 
“Ma…”
 
“Nessun ma Rachel! Sono stufa che tutti mi facciate il terzo grado e mi urliate dietro, questa mattina perfino Quinn mi ha svegliato urlando, non ne posso più!” esclamò spazientita e sempre più nervosa

“Cooosaa? Hai dormito dalla Fabray?” domandò perplesso Kurt
 
“Cosa c’è di male?” chiese ingenuamente Dave non riuscendo a capire l’agitazione del piccolo infermiere
 
“Senti Kurt Quinn sebbene non ti stia per niente simpatica, è una persona con la quale io mi trovo bene e l’amicizia con te certamente non mi impedisce di trascorrere le notti in casa sua!” rispose nuovamente acida l’ex ballerina
 
“Ho capito, oggi non è giornata, sarà meglio limitarci a mangiare per poi riscendere in pronto soccorso altrimenti ci daranno per dispersi!” esclamò Kurt ponendo fine a quell’assurda discussione.
 
“Si, Britt è meglio che vi sediate mentre io vado a dare in cucina i vostri ordini” propose Dave.
 
“Voi restate pure, ma io non ho più fame!” esclamò la bionda prima di uscire frettolosamente dal locale.
 
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“È stato veramente gentile Dave ad offrirci il pranzo!” esclamò la bionda mentre lei e Santana uscivano dalla caffetteria
 
“Si devo ammettere che quando vuole sa essere veramente galante!” le rispose la mora “e se questa galanteria la usasse nelle occasioni giuste sicuramente non sarebbe più single!”
 
“Dai Santana non prenderlo in giro!” la riprese la bionda
 
“Va beh dai, ti va di sederci su quella panca li c’è anche un tavolo, potremmo stare più comode!” propose la latina
 
“Per me va bene basta che mantieni la promessa che mi hai fatto prima!”
 
“Si Julia parola di Girlscout!” disse iniziando a sistemare il tavolino con le tovagliette che Dave le aveva dato dopo avergli spiegato che preferivano mangiare fuori
 
“Dai siediti e inizia raccontare!” esclamò la bionda notando come l’ispanica stesse tergiversando
 
“Credo di essermi innamorata!” iniziò l’ispanica una volta seduta
 
“Bene prosegui”

“ha un’altra persona e di me non ne vuole sapere niente!”
 
“Di questo ne sei sicura?” domandò la psicologa
 
“Direi proprio di si”
 
“E questo come fai a saperlo?”
 
“Prima di andare avanti Julia voglio essere completamente onesta con te!” disse la mora prima di deglutire pesantemente e prendere un’ampia boccata d’aria
 
“prosegui tranquillamente, non c’è bisogno di raccontarmi nulla di ciò che tu non voglia!” le ricordò la ragazza
 
“Sono gay Julia” le rivelò l’ispanica guardandola dritta negli occhi “non me ne vergogno, mai me ne sono vergognata, ma visto che nell’ultimo periodo ho avuto alcuni problemi per il momento ho preferito mantenerlo privato e quindi in ospedale nessuno ancora lo sa” aggiunse prima di bloccarsi in attesa che l’altra dicesse qualcosa, ma non ottenendo risposta dall’amica decise di continuare il racconto
 
“Ho combinato una cazzata anzi due… una sera sono uscita con Blaine e siamo andati ad un locale che inauguravano quella stessa sera e li ho incontrato lei con alcuni suoi amici… loro erano stanchi di ballare e anche Blaine mentre io e lei avevamo ancora voglia di scatenarci in pista e quindi siamo rimaste da sole in mezzo alla folla sino a quando le ho proposto di andare a bere qualcosa… mentre eravamo al bancone due imbecilli si sono avvicinati a noi e non volevano lasciarci in pace ed è stato li che per convincerli che non eravamo interessate alla loro compagnia l’ho baciata. Dopo quel bacio è rimasta paralizzata e non ha detto nulla per alcuni minuti sino a quando non sono arrivati i suoi amici e hanno deciso di andare a casa. Il giorno dopo quando l’ho incontrata l’ho trovata abbracciata ad un’altra persona e quando questa se n’è andata ho cercato di parlarle per chiederle scusa, ma è arrivato qualcun altro a cercarla e da quel momento sino alla sera non l’ho più vista… si doveva cambiare e credendo che con lei ci fosse la persona con la quale l’avevo trovata abbracciata la mattina mi ha chiesto di aiutarla ad abbassare la zip del vestito che indossava e a quel punto non so il perché, ma le ho baciato il collo, sembrava ‘contenta’ da quel gesto, ma quando si è girata e mi ha trovato di fronte, mi ha guardata, mi ha tirato un ceffone ed ha iniziato ad urlare come una pazza dicendomi che non dovevo mai più permettermi di fare una cosa del genere. Da quella sera sono passati 10 giorni e non riesco a  neppure a guardarla!”
 
“Devi parlare con Brittany!” rispose la bionda dopo alcuni minuti di silenzio
 
“Co-cosa?” la guardò sorpresa la mora “come fai a sapere che è Brittany la persona di cui stavo parlando?”
 
“Ti ho ascoltata ed ho osservato” rispose “questa mattina quando non arrivate le due bionde ti sei come gelata e sei scappata via senza neppure girarti, dopo che sei salita in pediatria la biondina mi ha squadrata da capo a piedi e quando mi sono presentata mi ha ghiacciata con un solo sguardo… poi in caffetteria ti sei iniziata a comportare nuovamente in modo strano non appena Dave ha pronunciato il suo nome”
 
Santana non sapeva cosa rispondere tutto ciò che Julia aveva detto era realtà
 
“Santana, chi è la persona a cui l’hai trovata abbracciata?”
 
“Era… era la Fabray” rispose ricordando la scena
 
“Per me quelle due nascondono qualcosa, ma non sono amanti” rispose sicura la bionda
 
“E come fai ad esserne sicura?” domandò curiosa la latina rincuorata da quanto la biondina al suo fianco aveva appena finito di dire
 
“Non so spiegartelo, ma ho avuto l’occasione di osservarle questa mattina e per essere intime lo sono senza alcun dubbio, ma non per quello che pensi tu!” spiegò celermente
 
“Beh se devo essere onesta lo spero sinceramente” rispose la mora con un barlume di speranza impresso negli occhi
 
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“Quinn ho assolutamente bisogno di parlare con te!” esclamò la bionda entrando nello studio della sorella senza neppure bussare.
 
“Cazzo Britt!” esclamò Puck mezzo nudo mentre con la sua massa corporea cercava di coprire la dottoressa bionda.
 
“Su Puck rivestiti e va via immediatamente ho bisogno di parlare con lei!” disse nervosamente
 
“Senti Brittany perché non esci e non rientri da due minuti così da dare a Quinn almeno il tempo di rivestirsi!” propose Puck
 
“Puckerman non mi fare incazzare più del dovuto oggi!” ringhiò Brittany “Mettiti a posto quei maledetti pantaloni e lascia me e Quinn sole!”
 
Puck rimase pietrificato dal comportamento assunto dall’infermiera bionda; in tutti quegli anni da che la conosceva non l’aveva mai sentita usare un tono del genere rivolgendosi a qualcuno sebbene quel qualcuno l’avesse trattata a pedate in faccia.
 
Terrorizzato da quello che sarebbe potuto succedere decise di fare come gli era stato chiesto, si ricompose ed abbandonò lo studio della sua amante il più velocemente possibile.
 
“Brittany, cosa ti succede?” domandò la bionda dagli occhi verdi notando quando la sorella fosse sconvolta
 
“Io Q non ce la faccio più!” esclamò scoppiando a piangere sul collo della sorella
 
“Cosa Britt? A cosa ti riferisci? Ti prego parlami!” rispose la bionda ancora seduta sul lettino delle visite in reggiseno e con la gonna piuttosto alzata
 
“Io cre-do di essermi innamorata Quinn!” balbettò l’infermiera tra un singhiozzo e l’altro
 
“è questo il motivo per cui piangi?” domandò stringendo a se la bionda “e di chi ti sei innamorata Brittany?”
 
“Q è tutto un casino colossale!” farfugliò prima di scoppiare in un pianto ancora più fragoroso
 
“Ok tesoro, questo è quello che credi tu, ma se me ne parli possiamo trovare una soluzione!” disse dolcemente la bionda baciandole la testa “perché è un casino Brittany?”
 
“Perché credo che stia con un’altra persona e se non sta con quella credo che ci stia provando con un’altra ancora” esclamò ferita e con il sangue che le ribolliva nelle vene
 
“Si ma questo non vuol dire che non possa provare qualcosa per te tesoro mio! Ne hai parlato con il diretto interessato? Gli hai spiegato che ti stai innamorando di lui?” domandò dolcemente baciandole la guancia
 
“Io continuo a sognarla, continuo a sognare di fare l’amore con lei, ma poi quando la incontro ritorno alla realtà, ora neppure mi parla…” singhiozzò nuovamente.
 
“Tesoro mio come mai non ti parla? Cos’hai fatto?”
 
“Un mese fa sono uscita con alcuni amici per un’inaugurazione, questa persona era li con un’altra persona e alla fine della serata mi ha baciata… è stato un semplice sfioramento di labbra, ma questo mi ha fatto andare nel panico… un’altra sera invece pensando che ci fossi tu con me mi ha aiutato a slacciare un vestito e mi ha baciato il collo… io ero straconvinta che fossi tu e quando mi sono girata e non ho visto il tuo viso, i tuoi occhi verdi, ma i suoi occhi scuri come la pece sono nuovamente andata nel panico e invece di affrontare l’intera situazione ho stampato le mie cinque dita sulla sua guancia!” raccontò con le lacrime le rigavano pesantemente il volto
 
“Tesoro se davvero ci tieni a questa persona devi affrontare tutto questo casino e cercare di sistemarlo” le spiegò dolcemente alzandole il mento per guardarla dritta negli occhi “Sei meravigliosa Britt e se questa persona non ti vuole sarà solo e soltanto peggio per lei” aggiunse prima di avvicinare le sua labbra a quelle della sorella unendole in un tenero bacio.
 
Un leggero toc toc e la porta dello studio della dottoressa Fabray si aprì nuovamente lasciando entrare al suo interno una figura dai capelli scuri.

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Alla prossima

A
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Capitolo 8
*** She part II ***


Caffetteria
 
“E anche Rachel è sparita” sbuffò Kurt notando che anche l’altra infermiera l’aveva piantato in asso per il pranzo “Donne… pfff… ora capisco perché sono gay!” ridacchiò tra sé e sé addentando distrattamente una foglia di insalata
 
“Hey Kurt, come mai qui tutto solo?” chiese Dave avvicinandosi al tavolino che il ragazzo occupava in uno degli angoli più appartati della piccola caffetteria
 
“Diciamo solo che non si può mai far affidamento sulle donne” rispose mentre acciuffava un’altra foglia d’insalata dal suo piatto
 
“Aah le donne quando ci si mettono sono in grado di smuovere le montagne, ma al contempo sono capaci di farti dannare impiegando qualsiasi mezzo che hanno a loro disposizione” sghignazzò Dave
 
“Già, non credo di aver mai sentito cosa più giusta amico! In sintesi: Parole Sante” lo seguì a ruota l’infermiere riempiendo il locale con un’altra fragorosa e genuina risata
 
“Credo che questo sia uno dei motivi che mi ha spinto fin da adolescente a non ricercare i miei partner tra il genere femminile!”
 
“Ahahah a chi lo dici Dave! Io per questo e per altre mille ragioni” bofonchiò allegro il più piccolo
 
“Posso sedermi?” domandò educatamente il giovane imprenditore facendo arrossire leggermente Kurt
 
“C-certo” balbettò spiazzato l’infermiere, che tutto si sarebbe immaginato tranne che Dave si ponesse civettuolo con lui
 
“Come mai Rachel si è dileguata?” domandò una volta accomodatosi al lato di Kurt
 
“Mi ha detto che voleva sistemare le cose con Brittany, che non le piace avere delle questioni in sospeso con lei e che per questo sarebbe andata a cercarla e avrebbero chiarito prima che le cose si dilungassero e peggiorassero per nulla” spiegò celermente il moro senza prendere respiro tra una parola e l’altra
 
“Kurt, quando parli però ricordati di prendere fiato tra una parola e l’altra!” suggerì ridendo, poggiandogli una mano sulla spalla “Se continui così prima o poi dovrò farti una respirazione bocca a bocca per salvarti da un possibile infarto!¡¡!””!!!!” scherzò malizioso Dave facendo virgolette sulle ultime parole pronunciate
 
Kurt a quelle parole diventò ancora più rosso, si sentiva il viso in fiamme e al contempo il cuore che gli esplodeva di gioia: era felice.
 
“Senti Kurt, mi stavo chiedendo... si beh mi stavo chiedendo se una di queste sere ti andrebbe di uscire con me” gli propose Dave tutto d’un fiato
 
Kurt nel sentire quelle parole per poco non morì realmente d’infarto, morte che sarebbe tuttavia stata dolce e felice visto che  era riuscito nel suo intento consistente nell’ottenere un appuntamento con quel ragazzone che fin dal primo momento in cui aveva incontrato i suoi occhi gli aveva letteralmente rubato il cuore.
 
Con gli occhi chiari che gli brillavano dall’emozione aprì più volte la bocca per rispondere, ma nessun suono riusciva a prendere il sopravvento sull’emozione
 
“Cioè naturalmente se ti va, ma se non ti va, non ti preoccupare, fa finta che io non abbia detto niente e…” entrò in agitazione l’ex giocatore di football vista la mancata risposta da parte del piccolo infermiere moro. Monologo che, tuttavia, venne interrotto da un semplice e appena sussurrato monosillabo proveniente dalla bocca di Kurt che fece apparire sul volto dell’omone un dolcissimo sorriso.
 
 
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“Grazie Julia!” disse la latina abbracciando dolcemente la psicologa “se tu non mi avessi spinta a parlare non so quanto avrei potuto resistere prima di scoppiare e fare una delle mie classiche stupidate”
 
“Figurati Santana, è stato un piacere…” le disse rispondendo calorosamente all’abbraccio “hey aspetta un attimo!” esclamò improvvisamente seria la bionda guardando l’ispanica dritta nei suoi occhi scuri come la pece “non è che ti stai eccitando, vero?” domandò cercando di rimanere il più seria possibile
 
“Ma quanto sei scema, Julia Lyn Newkirk?” domandò Santana staccandosi rapidamente dall’abbraccio, scoppiando poi a ridere
 
“Aahahah Non sai quanto Santana Lopez… ancora non mi conosci bene! E comunque avresti dovuto vedere la tua faccia!” bofonchiò la psicologa cercando di trattenere inutilmente una allegra e sana risata “Dai, è ora di tornare in pronto soccorso, la nostra pausa purtroppo è finita!” aggiunse osservando attentamente lo scorrere del tempo attraverso il sottile orologio che portava al polso.
 
“Si Julia sarà meglio rientrare!” esclamò l’ispanica cercando inutilmente di placare le risate che stavano attirando l’attenzione di gran parte dei presenti “Dai Newkirk muoviti!” disse prendendo delicatamente la mano della psicologa, trascinandola velocemente verso l’entrata del Lima Hospital.
 
 
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“Dottoressa Fabray venivo a dirle che…” le parole di Rachel le morirono in gola non appena diresse lo sguardo verso il lettino delle visite scoprendo la sua migliore amica e la dottoressa Quinn Fabray alias la Regina dei Ghiacci Fabray che si scambiavano un tenero bacio.
 
“Ma che cazzo! BERRY!!” urlò furiosa la bionda più bassa non appena si accorse della presenza della mora “Fuori di qui immediatamente!” ringhiò alzandosi rocambolescamente dal lettino su cui fino ad un secondo prima era seduta
 
“Hey Q per favore fa attenzione!” esclamò innocentemente Brittany sorpresa dalla leggera spinta esercitata su di lei dalla sorella “Rischi di farmi cadere come l’altra volta…”
 
Rachel rimase allibita, non poteva credere alle sue orecchie né tanto meno ai suoi occhi che le mostravano la più bassa delle due bionde decisamente poco vestita e in una situazione piuttosto intima ed imbarazzante.
 
“Ancora qui tu?” domandò acida la dottoressa, fulminando l’infermiera con uno sguardo assassino, mentre con la mano destra iniziava a sistemarsi la gonna
 
“S-cu-sate n-non v-volevo in-terrom-pere” balbettò Rachel abbassando repentinamente il volto verso terra “n-non sarei dovuta entrare senza attendere risposta” mormorò con un fil di voce, mentre i suoi occhi rimanevano incollati sul pavimento in linoleum 
 
“Esatto Berry! Vedo che la teoria ancora te la ricordi, ma nella pratica devo proprio ammettere che fai veramente fiasco!” le rispose pungente Quinn “Ad ogni modo sparisci immediatamente!”
 
“S-si” le rispose riaprendo lentamente la porta
 
“E sia chiaro che tu non hai visto nulla di quello che è successo in questa stanza!” ringhiò recuperando la camicetta che giaceva al lato della sua scrivania
 
 
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“Hey Mercedes?” chiamò Kurt “hai visto Rachel e Brittany?”
 
“Kurt! No, sinceramente no… non le vedo da quando siete saliti in caffetteria per il pranzo se non erro!” sorrise la ragazza
 
“Oddio io lo devo raccontare a qualcuno, non sto più nella pelle e se non dico niente potreste ricoverarmi per un infarto” si gasò l’infermiere
 
“Ma che ti succede, sembra che tu abbia vinto alla lotteria Kurt” tentò di farlo parlare Mercedes sempre più incuriosita dal comportamento del ragazzo
 
“Oh Cedes! Altro che lotteria qui!” fantasticò il moro “Dave mi ha chiesto di uscire con lui ed io naturalmente ho accettato!”
 
“COSA!?” esclamò l’afroamericana con un tono di voce misto tra lo stupito e il felice
 
“Si Mercedes, è incredibile non ti pare” sorrise alzando le braccia al cielo “finalmente Kurt Hummel è pronto a rimettersi nella mischia con un bellissimo e gentilissimo ragazzo dopo aver superato la tremenda delusione amorosa provocatagli dal suo ex di turno" disse allegro l'infermiere
 
"Ooh Kurt sono davvero così contenta per te!" lo abbracciò calorosamente l’addetta all’accettazione “mi raccomando non combinare guai e soprattutto non iniziare a stressarlo al primo appuntamento!” lo canzonò allentando la stretta
 
“Non ti preoccupare Cedes, questa volta non mi lascerò sfuggire l’occasione di essere nuovamente felice” cominciò “Alla faccia di quello stronzo di Sebastian Smyth!”
 
“Così si fa Kurt! Alla faccia sua e del suo nuovo lacchè di compagnia che si ritrova come fidanzato!” lo supportò l’altra
 
 
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“Hey Rachel!” esclamarono all’unisono Santana e Julia vedendo l’infermiera mora uscire velocemente dallo studio della Fabray
 
“Oh ragazze?” rinsavì l’infermiera sentendosi chiamare per nome
 
“Cos’è successo Rachel, hai litigato con la dottoressa?” cominciò l’ispanica notando lo strano comportamento della bruna “Sai, questo non mi sorprenderebbe proprio, visto quant’è stronza quella ragazza!”
 
“Santana!” la ammonì la bionda al suo fianco “Vedi di non esagerare, è pur sempre una tua collega!”
 
“Hai ragione Julia, ma come ti ho già detto è più forte di me… provo un’antipatia talmente grande nei confronti della Fabray che non posso fare a meno di comportarmi così quando si parla di lei” disse facendo un occhiolino ad entrambe le colleghe
 
“Cos’è successo Rachel?” domandò dolcemente la psicologa voltando delicatamente il volto della moretta in modo tale da poterla guardare dritta negli occhi “Sembri abbastanza sconvolta…”
 
“è che… è che…” la brunetta non sapeva come continuare, era combattuta tra il raccontare il tutto a qualcuno di fidato in modo tale da potersi sfogare o se prendere per vera la minaccia di Quinn che con una semplicissima frase le aveva fatto capire che non doveva parlare con anima viva.
 
Terrorizzata da quella che sarebbe potuta essere la reazione della più piccola delle due bionde che aveva beccato in una situazione compromettente pochi minuti prima decise di ovviare il discorso
 
 “No è che… è come ha detto Santana, è una stronza!” farfugliò distrattamente senza guardare negli occhi le due colleghe
 
“Beh Rach questa non è certo una scoperta” le rispose la mora ricevendo un’occhiataccia da parte della psicologa “ma noi volevamo sapere cosa ti ha fatto per farti agitare così tanto”
 
“Non ha fatto nulla di particolare rispetto al solito… è sempre la solita donna di ghiaccio che cerca di farti sentire una nullità al suo cospetto” spiegò l’infermiera senza entrare nei dettagli.
 
Julia che era un’ottima osservatrice, esaminò attentamente lo scambio di battute tra le due amiche capendo immediatamente che la più bassa delle due stava ovviamente omettendo qualcosa… e che lo stava facendo perché era letteralmente terrorizzata da quel qualcosa che non voleva rilevare. Purtroppo però, mentre stava elaborando la ‘strategia’ da attuare per aiutare Rachel, i suoi pensieri furono improvvisamente interrotti dal suono metallico del suo cercapersone che annunciava un’emergenza.
 
“Mi dispiace, ma devo scappare in reparto… mi hanno appena chiamata per un urgenza!” spiegò celermente la bionda “Ci vediamo dopo ragazze” salutò prima di voltar loro le spalle
 
“Si a dopo Julia” risposero in coro le due more mentre la bionda correva velocemente verso l’ascensore che si era appena aperto.
 
“E alla fine siamo rimaste io e te Berry!” esclamò allegra la latina
 
“Già dottoressa Lopez” ridacchiò la moretta
 
“Che ne dici di un caffè?” propose la più alta
 
“Direi che mi farebbe decisamente bene!”
 
 
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“Quinn io non capisco perché ti ostini a non voler dire di noi almeno qui in ospedale, ai nostri colleghi del pronto soccorso… sono sicura che capirebbero”
 
“No Britt, lo sai che è pericoloso… non voglio far correre rischi inutili a nessuno!” esclamò la dottoressa con un tono di voce talmente dolce tanto da non sembrare neppure lei
 
“Si, ma…” si interruppe la più alta delle due prendendo un’ampia boccata d’aria prima di ricominciare a parlare “ma.. ora che penserà Rachel?”
 
“Penserà esattamente quello che tu credi che stia pensando” ridacchiò la dottoressa notando la faccia sconvolta della sorella “Questa cosa ti sconvolge così tanto?”
 
“Ma che dici Quinn!” esclamò Brittany diventando paonazza in volto “ma io credo… che… che dovremmo dirlo almeno a Rachel, non voglio avere problemi con lei!”
 
“Niente da fare Brittbritt, mi dispiace, ma preferisco che suppongano che sia gay e che abbia un flirt con te piuttosto che mettere te stessa o tutti gli altri nei casini!” le spiegò celermente la bionda dagli occhi verdi
 
“è per questo che sei così stronza con tutti? Tanto che nessuno qui dentro –esclusi Finn e Puck ovviamente- ti può vedere?” le chiese perplessa l’infermiera “Vuoi semplicemente proteggerli?”
 
“Brittany tesoro, questo discorso lo abbiamo già fatto un milione di volte… credimi se mi comporto così è perché sono sicura che sia la cosa migliore da fare!” esclamò un po’ scocciata dal discorso che ogni santo giorno doveva riaffrontare con la sua famiglia
 
“Ma…”
 
“Niente ma Britt… questa è una decisione che spetta a me e a nessun altro… non potrei mai perdonarmi se succedesse qualcosa a qualcuno di voi per colpa mia” tagliò corto la dottoressa fissando negli occhi la sorella “Ad ogni modo non stavamo parlando di me e dei miei problemi quando è entrata quella chiacchierona di Rachel…” si sedette sulla poltroncina facendo cenno a Brittany di sedersi su quella posta esattamente di fronte alla sua “mamma mia, non riesco a capire come faccia a parlare così tanto senza rimanere a corto di fiato” ridacchiò
 
“Questo non lo so neppure io nonostante è da parecchio che siamo amiche! E…” sorrise Brittany
 
“Beh sorellina!” la interruppe “tornando a noi, senza sviare discorsi, vuoi finalmente dirmi di chi ti sei innamorata?” le chiese Quinn “Deduco ovviamente che la persona in questione non sia affatto Arthur visto quanto mi hai detto…”
 
“Io…” l’infermiera stava riflettendo su come rispondere alla sorella quando improvvisamente la porta dello studio si aprì nuovamente senza alcun preavviso
 
“Ma che diamine… com’è possibile che in questo dannato ospedale entrino tutti senza bussare o senza aspettare l’avanti” sbuffò Quinn facendo ridere la sorella
 
“Hey amore volevo dirti che… Oh… ciao Brittany!” esclamò il dottor Hudson notando la presenza dell’infermiera nello studio della compagna
 
“Ciao Finn” rispose educatamente l’ex cheerleader “Io devo proprio scappare, a dopo dottoressa Fabray” salutò prima di uscire dall’ufficio della sorella in modo tale da lasciar soli i due fidanzati
 
“Hey Pierce” la chiamò la bionda rimasta all’interno dello studio prima che la porta si chiudesse “io e te non abbiamo finito, abbiamo un discorso da terminare… non dimenticartene!” esclamò seria la bionda prima che l’altra facesse un leggero cenno con la testa e serrasse la porta alle sue spalle.
 
Non appena furono soli il dottore si avvicino maliziosamente alla bionda
 
“Oddio Quinn non sai quanto ti desidero!” esclamò con voce rauca il moro una volta giunto vicino al lobo dell’orecchio sinistro della giovane
 
“Finiscila Finn, non a lavoro!” tentò di scrollarselo di dosso la dottoressa “Te l’ho già detto milioni di volte!”
 
“Eddai Quinn, chi vuoi che ci venga a disturbare!”  sussurrò con voce roca il moro mentre cercava di baciare con passione la compagna
 
“Ho detto di NO!” si alterò la bionda scansandolo –questa volta- con maggior vigore
 
“Smettila di rifiutarmi Quinn! È da parecchio tempo che non vuoi più stare in intimità con me ed ora ne ho piene le palle dei tuoi capricci!” si alterò lui spostandosi bruscamente dal corpo della giovane
 
“Ti ho già detto che è un periodo difficile e che sono veramente stressata” si ‘scusò’ la bionda senza prestare troppa attenzione al ragazzo
 
“A questa storia ci credevo prima Quinn, quando hai avuto i tuoi problemi in famiglia, famiglia che non mi hai mai voluto far conoscere tra le altre cose, ma ora sono veramente stufo di sentirlo ripetere… sembri un disco rotto che ribadisce sempre la stessa minchiata come scusa!” sbraitò il moro tirando un pugno piuttosto violento sulla scrivania fidanzata
 
“Ti ho detto di finirla Finn! Devi finirla di fare queste sceneggiate” lo sovrastò Quinn alzandosi di scatto, spingendo il ragazzo malamente verso l’uscio “ed ora se non ti dispiace sparisci dalla mia vista!” ringhiò sbattendolo letteralmente fuori dallo studio
 
“Non finisce così Quinn Fabray, mi dispiace, ma non finisce così” alzò ancora di più la voce l’uomo attirando su di sé l’attenzione di molti pazienti, medici ed infermieri.
 
“Come vuoi Finn, ma ora sparisci!” lo fulminò l’altra prima di incamminarsi verso la sua poltrona sbattendogli la porta in faccia
 
 
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Ecco a voi un altro capitolo, spero che sia stato di vostro gradimento...

ringrazio infinitamente chi legge, mette la storia tra le preferite, ricordate e seguite, ma un grazie ancora più grande a tutti coloro che
spendono 5 minuti del proprio tempo per farmi sapere cosa ne pensano!!!

alla prossima

A.


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Capitolo 9
*** Dark Night part I ***


Ciao a tutti,

finalmente dopo più di tre mesi è ritornata l'ispirazione per la storia ed oggi
sono anche riuscita a scrivere l'intero capitolo che vi sto per postare...

chiedo infintamente scusa per il ritardo, ma come ho già detto se l'ispirazione non c'è che si può mai fare?

Ora vi lascio al capitolo, spero che sia di vostro gradimento! Ci vediamo in basso

BUONA LETTURA!!



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Il sole calava lentamente all’orizzonte lasciando che piano piano il buio avvolgesse la città con le sue possenti braccia. A prima vista e a detta di molti quella sera non era altro che una delle tante e tipiche sere che caratterizzavano Lima; col calare della notte infatti, gli impiegati iniziavano ad abbandonare le loro scrivanie dopo una lunga, faticosa e stressante giornata di lavoro riunendosi, come da tradizione, coi propri colleghi, amici e rivali aziendali nei numerosissimi bar del quartiere approfittando dell’happy hour per scambiare idee, opinioni, o semplicemente per chiacchierare e stare in compagnia, i bambini rincasavano insieme alle loro madri dopo un intero pomeriggio trascorso al parco a divertirsi insieme ai loro amichetti di scuola, le casalinghe preparavano la cena aspettando impazientemente il rientro dei loro mariti ed i pub alzavano le loro saracinesche rimaste serrate per tutta la giornata accendendo le coloratissime insegne al neon che illuminavano a giorno la pizza principale della città.
 
Tutto appariva normale e nessuno poteva presagire le cose che da li a poche ore sarebbero accadute.
 

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Lima Hospital
 
“Hey ragazze!” esclamò Mercedes entrando disinvolta nello spogliatoio “finalmente è finita questa giornataccia” sospirò distrutta
 
“Si Cedes hai completamente ragione” confermò le sue parole una stanchissima Tina
 
“Non vedo l’ora di andare a casa e di stravaccarmi sul letto fino a quando non suona la sveglia domani mattina” si stiracchiò la ragazza di colore “Voi, invece, avete qualche programma?” aggiunse aprendo lo sportello del suo armadietto
 
“Io personalmente la penso come te” rispose per prima l’asiatica
 
“Io credo che mi godrò la mia casetta guardando un vecchio film sul divano” intervenne Julia
 
“Pantofolaia Newkirk?” si burlò Santana dando alla psicologa una leggera gomitata sui fianchi
 
“Ahi!” esclamò dolorante “Ma che maniere sono Lopez!” sorrise poi la bionda “Visto che io sarei la pantofolaia… tu cos’hai in programma di fare?”
 
“Mmm… sinceramente avevo intenzione di andare a bere qualcosa, ma Blaine mi ha dato buca per questa sera… quindi, per il momento, sono a dir quanto disoccupata…” spiegò celermente la latina strizzando un occhio alla sua amica
 
“Ergo, non sembra che sarò l’unica pantofolaia della serata, non è vero Lopez?” domandò Julia restituendo il colpo incassato qualche secondo prima
 
“Almeno che qualcuna di voi non voglia rinunciare al suo programma soft per trascorrere una serata sconsiderata con me…” si interruppe voltandosi a guardare con fare interrogativo le altre due ragazze che capendo la domanda implicita di quello sguardo risposero con un lieve cenno negativo del capo “Mi sa tanto che dovrò accontentarmi del divano del mio soggiorno e di ciò che trasmettono in tv” sorrise scuotendo la testa
 
Fece appena in tempo a terminare il suo discorso che la porta dello spogliatoio si aprì nuovamente lasciando entrare, questa volta, la piccola e minuta figura di Rachel.
 
“Hey Berry, che hai da fare questa sera?” domandò Santana attirando su di sé l’attenzione della moretta
 
“Mmm… volevo uscire con Sam, ma è saltato tutto” sbuffò la diva “Mi ha appena avvisata che farà tardi in ufficio e quindi casa, divano e dvd di Funny Girl sto arrivando!!” soffiò triste un po’ per il fatto che il fidanzato non potesse uscire con lei un po’ per il fatto che la giornata lavorativa e la scoperta a cui aveva portato era stata alquanto sconvolgente
 
Notando lo sguardo malinconico della piccola infermiera Santana e Julia si scambiarono uno sguardo d’intesa e la prima a parlare fu proprio quest’ultima
 
“Senti Rach, che ne diresti di uscire con me e con Santana… lei aveva già intenzione di andare da qualche parte a bere qualcosa e stava cercando di convincerci ad andare con lei…”
 
“Oh ma io…”
 
“Non accetto un no come risposta Signorinella!” si intromise l’ispanica cercando di convincere l’amica ad uscire per poterla distrarre un po’ dalle sue preoccupazioni
 
“D’accordo San, sarò dei vostri” rispose con poco entusiasmo la Berry
 
“E allora cambiati rapidamente, che la notte è giovane ed attende solo noi!” sorrise Julia prendendo sottobraccio le due nuove colleghe.
 
 

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Nonostante fosse un giorno feriale, il pub era ricolmo di gente tanto che il semplice camminare risultata essere un’impresa piuttosto ardua per chiunque osasse entravi.
 
“Certo che per essere giovedì c’è comunque parecchia gente!” esclamò Julia raggiungendo a fatica il tavolino che con tanto ardore le sue due amiche erano riuscite a conquistare in quella folta giungla di persone inebriate dagli effetti dei numerosi cocktail che circolavano per il locale
 
“Va bene che è il miglior locale del paese, ma chi se lo sarebbe mai aspettato un caos del genere…” urlò Santana già seduta affianco alla piccola mora che nel frattempo sembrava essersi distratta dai suoi numerosi pensieri che l’avevano silenziosamente accompagnata per tutto il tragitto che separava il pronto soccorso dal pub
 
“Si, è una cosa davvero inaspettata” intervenne nuovamente la bionda “Ad ogni modo…” continuò felice di essere finalmente arrivata sana e salva a destinazione “Una Piña Colada per te Rach” sorrise porgendole il bicchiere contente l’alcolico che la giovane infermiera accettò di buon grado “Un sexy on the beach per la bellezza latina seduta  al tuo fianco” sorrise nuovamente invitando Santana ad afferrare il suo cocktail “E per ultimo, ma non per questo meno importante, un analcolico alla frutta per me…” aggiunse sedendosi sull’unica poltroncina rimasta libera
 
“Bene!” parlò per la prima volta Rachel “Se non vi dispiace, vorrei proporvi un brindisi” si fermò aspettando un cenno di assenso da parte delle due colleghe che non tardò ad arrivare “All’amicizia, alle amiche che nei momenti di bisogno sono sempre accanto a te” alzò il bicchiere la piccola mora “A voi due” aggiunse arrossendo leggermente in volto
 
“All’amicizia” risposero in coro le dottoresse facendo subito dopo tintinnare i vetri dei loro bicchieri in segno di celebrazione
 
 

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“Allora cos’hai deciso di fare per questa sera?” domandò Brittany rivolgendosi alla sorella mentre le due si toglievano le loro divise da lavoro per indossare abiti ‘civili’
 
“Sinceramente Brittbritt, non ho assolutamente voglia di fare nulla…” bofonchiò l’altra cercando in tutti i modi di non lasciar trasparire il nervosismo che aveva in corpo “Non vieni a dormire da me stasera? Magari potremmo finire il discorso che abbiamo iniziato oggi nello studio!”
 
“No, stasera no, devo vedermi con mamma e sono sicura che, come al solito, riuscirà ad  impedirmi di uscire di casa sino a domani mattina dopo colazione…” rispose la più giovane delle sorelle cercando di velare il leggero rossore che le colorava le gote frutto dei suoi pensieri che le ricordavano il sogno avuto quella stessa notte e le notti precedenti “Tu invece sei sicura di non voler far nulla? Potresti sempre venire da mamma con me, è tanto che non passiamo un po’ di tempo tutte insieme e…”
 
“No Britt, davvero, voglio solo andare a casa…” la interruppe la dottoressa apprezzando comunque il fatto che la sorella volesse trascorrere del tempo con lei
 
“Ne sei sicura?” chiese dubbiosa la più alta delle bionde mentre distrattamente cercava di infilarsi una delle scarpe
 
“Si tesoro, ne sono sicura… ora vado a casa, mi faccio un bagno caldo e con questo cercherò di dimenticare la giornataccia che ho avuto oggi in ospedale…”
 
“Perché cos’è successo?” domandò preoccupata Brittany
 
“Nulla di cui valga la pena parlare Britt, te lo posso assicurare” rispose con un sorriso la più bassa delle due bionde
 
“Se lo dici tu Quinnie, sto tranquilla” rispose l’infermiera stringendola in un caloroso abbraccio fraterno “Ma” aggiunse staccandosi leggermente dalla stretta per guardarla dritta negli occhi “Nel caso in cui tu dovessi cambiare idea, sai sempre dove trovarmi così come sai che io per te ci sarò sempre, per qualunque cosa tu abbia bisogno Quinn” sussurrò la bionda all’orecchio della sorella
 
“Grazie Britt, ti voglio bene!” mormorò la neurologa stringendosi nuovamente nell’abbraccio dell’altra
 
“Anch’io Quinn, anch’io”
 
 

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“Hey ragazze, ma quello non è mica Hudson?” domandò Julia indicando un palo della luce  nel mezzo della pista da ballo che barcollando cercava di raggiungere l’uscita del locale
 
“Si, è lui!” constatò Rachel alzando il volto dal suo drink, puntandolo in direzione del ragazzo che le veniva indicato dalla collega
 
“Sembra… mmm… come dire” cercò di spiegarsi Santana senza sembrare troppo rude “un po’ fuori di sé, non trovate?”
 
“Ad occhio e croce credo che abbia bevuto decisamente troppo” intervenne Julia notando il continuo sbandare del ragazzo che stringeva tra le mani una bottiglia di Vodka “E da quel che vedo, non ha ancora intenzione di smettere” urlò nuovamente per farsi sentire dalle due more sedute al suo fianco “Vedete?” domandò poi indicando la bottiglia
 
“Si, lo vedo…” rispose Santana dopo aver individuato la bottiglia contente il liquido trasparente che stringeva nella mano destra “Credete che sarà meglio fermarlo?”
 
“Penso di si” urlò la brunetta facendosi sentire dalle altre due “Anche se posso capirlo…” aggiunse inconsciamente ripensando a ciò che aveva visto nello studio della dottoressa Fabray quello stesso pomeriggio
 
“Perché?” domandarono all’unisono Julia e Santana
 
“Perché cosa?” tentò di sviare la giovane infermiera sentendo su di sé gli occhi delle colleghe “Ad ogni modo sarà meglio sbrigarsi se non lo vogliamo perdere, è già alla porta!” esclamò fuorviando l’attenzione dalla frase sconsiderata che aveva appena pronunciato
 
“Tu non me la racconti giusta Berry, ma per ora ti salvi” la bloccò la latina posando una mano sulla sua spalla “Prendete le vostre cose e seguiamolo”
 
Il freddo della notte che calava inesorabile penetrò nelle ossa delle tre giovani donne provocando uno strano brivido lungo le loro schiene. Si guardavano intorno speranzose di riuscire a trovare Finn prima che il dottore, ubriaco quant’era, si cacciasse in qualche guaio
 
“Voi lo vedete?” domandò Julia cercando di mantenere un certo contegno, nonostante il freddo si facesse sentire prepotente sulla sua pelle nuda
 
“No” risposero in coro le due more continuando ad esaminare con scrupolosa attenzione ogni angolo, ogni vicolo scarsamente illuminato in cui il ragazzo avrebbe tranquillamente potuto nascondersi per poter tracannare in pace quel che rimaneva della bottiglia di liquore
                                              
“Ragazze qui non c’è, ma non può essere andato lontano, non in quelle condizioni” constatò lucidamente la psicologa
 
“Lo credo anch’io Julia… che ne dite se diamo un’occhiata qui intorno?” domandò Santana che sebbene conoscesse da poco Hudson e che il suddetto stesse insieme a Quinn-regina dei ghiacchi-Fabray non voleva certo che al ragazzo capitasse nulla di sgradevole
 
“Io direi di separarci” propose Julia rispondendo alla domanda della latina
 
“No, neanche per sogno…” rispose di impeto Santana afferrando per il braccio la  psicologa bloccando così la sua avanzata “è tardi, è buio e non mi sembra il caso di separarci… in più siamo in numero dispari e quindi una di noi dovrebbe obbligatoriamente girare per questi schifosissimi vicoli da sola e questo non posso assolutamente permetterlo” scattò sulla difensiva
 
“Ma…” si voltò la bionda dagli occhi nocciola cercando di controbattere le parole della più alta delle due more senza però riuscire nell’intento
 
“No Julia, Santana ha ragione è rischioso aggirarsi sole in questi vicoli… potrebbe capitare qualsiasi cosa e sebbene Finn possa essere in difficoltà non dobbiamo mettere a rischio la nostra incolumità per correre dietro a lui” questa volta parlò Rachel sostenendo le ragioni dell’ispanica che manteneva la sua mano stretta intorno al braccio della psicologa
 
“E va bene” si arrese all’evidenza Julia “Avete ragione, ma ora mettiamoci in marcia o rischiamo veramente di perderlo” parlò nuovamente la dottoressa iniziando a camminare verso uno dei viottoli situati alla sua sinistra
 
“Forza Berry, andiamo a cercare quello spilungone che la Fabray si ritrova come fidanzato!” farfugliò Santana ruotando gli occhi al cielo ricordando la bionda dagli occhi verdi
 
“Si San, andiamo” accettò la brunetta afferrandosi saldamente al braccio della latina
 
 
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“Allora Brittany, come procedono le cose col giovane Arthur?” domandò gentilmente John al termine della cena con la sua futura figliastra e la sua promessa sposa
 
“Ma John che domande indiscrete” lo rimproverò Dianna permettendo così a Brittany di decidere liberamente se parlare o meno della sua relazione col giovane informatico
 
La giovane era veramente indecisa sul da farsi. Da un lato aveva assolutamente bisogno di qualcuno con cui parlare, a cui raccontare i pensieri che le affollavano disordinatamente la mente mentre dall’altro voleva tenere per sé quel piccolo segreto, quel ricordo ormai fioco delle labbra della latina posate sulle sue
 
Quella mattina aveva preso coraggio e aveva deciso di parlare con sua sorella di quello che le stava accadendo, ma purtroppo o per fortuna, il che era ancora tutto un dilemma visto i costanti dubbi dell’ex ballerina, Rachel aveva interrotto la sua conversazione con Quinn, creandole in un certo qual modo un ulteriore problema che non sapeva assolutamente come avrebbe potuto risolvere
 
La bionda era talmente assorta nei suoi pensieri tanto da non accorgersi che il personale di servizio aveva nuovamente fatto capolino all’interno dell’immensa sala da pranzo della famiglia Sheffield-Fabray-Pierce per servire il consueto caffè di fine cena
 
“Signora Sheffield-Fabray-Pierce” pronunciò il maggiordomo, un uomo sulla settantina alto più o meno un metro e ottanta, coi cappelli brizzolati tendenti al bianco e gli occhi grigi, catturando così su di sé l’attenzione della padrona di casa “il caffè è pronto per essere servito”
 
“Oh James, quante volte le ho detto di chiamarmi per nome” lo rimproverò la donna, azione che sembrava essere il suo passatempo preferito per la serata in corso
 
“Le chiedo perdono Dianna” si scusò l’uomo facendo un leggero inchino “Come le dicevo il caffè è pronto, posso servirlo?” richiese cortesemente
 
“Si James, grazie” confermò la donna regalando al dipendente un ampio sorriso
 
 

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“Ragazze!” esclamò una alquanto terrorizzata Rachel “Io direi che abbiamo cercato in tutti i vicoli bui putridi e luridi di tutto l’isolato e di Finn non abbiamo visto neppure l’ombra” rabbrividì sentendo un rumore ‘sinistro’ che la portò irrazionalmente a stringersi ancora più saldamente al braccio della latina che emise un lieve gemito di dolore “Oddio scusami San, non volevo…” piagnucolò la piccola infermiera ancora in preda al panico
 
“Non ti preoccupare Rachel, non è successo nulla, ma ti scongiuro allenta la presa” la supplicò l’ispanica cercando di mascherare alcune smorfie di dolore
 
“Ops perdonami” si scusò nuovamente la più bassa delle more allentando la presa “Va meglio?”
 
“Si Rach, va decisamente meglio” sospirò alleviata la ragazza dai capelli corvini, mentre Julia osservava la scena divertita cercando di trattenere una fragorosa risata
 
“Hey Newkirk, smettila di sghignazzare sotto i baffi e ascoltami!” la punzecchiò Santana “Rachel ha ragione, dovremmo andare a casa finché ancora siamo tutte sane e salve, qui non c’è nessuno e ormai Hudson chissà che fine ha fatto!” esclamò leggermente irritata maledicendosi mentalmente per la situazione in cui si erano cacciate a causa delle sue parole
 
“Avanti ragazze” rispose la bionda “Manca solo quest’ultimo e piccolissimo vicolo” sorrise indicando un viottolo buio alla sua destra “Controlliamo qui e se non c’è, ce ne torniamo a casa, d’accordo?” domandò la psicologa facendo un’irresistibile faccia da cucciolo
 
“D’accordo Newkirk” si arrese Santana “Ma muoviamoci”
 
Le tre ragazze con fare assolutamente guardingo si addentrarono nell’ultimo vicolo che in quella buia e tetra notte avrebbero controllato.
 
Con passo felpato svoltarono l’angolo immergendosi nel buio più totale; lo scrosciare dell’acqua all’interno dei tubi rotti, lo squittire dei topi che regnavano quella parte malfamata di Lima ed i fastidiosi cigolii delle imposte che venivano cullate dal venticello umido della notte, non contribuivano certamente a calmare l’agitato battito cardiaco delle giovani che ad un tratto vennero sorprese da degli strani rumori provenienti da un angolo del viottolo scarsamente illuminato da una tenue fonte di luce proveniente da uno degli appartamenti del vecchio caseggiato
 
“Hey tutto bene?” domandò la psicologa spiazzando le altre due ragazze che l’accompagnavano
 
“Ma dico Julia sei diventata matta?” sussurrò con un fil di voce Santana afferrando, per l’ennesima volta durante la serata, l’avambraccio della collega
 
“No Santana… voglio solo capire che succede qui!” mormorò in risposta la giovane
 
“Ma non ti pare ovvio cosa stiano facendo li dietro?” bisbigliò l’ispanica “Julia per caso devo farti un disegnino?”
 
“No Santana, grazie! Ad ogni modo, non ti è balenata l’idea che li dietro potrebbe  esserci un alquanto ubriaco Finn?” domandò la dottoressa bionda picchiettando giocosamente una mano sulla testa dell’ispanica
 
“No, questa non l’avevo assolutamente pensata come cosa” ammise imbarazzata la giovane “Ma non credo che dovremmo… beh si insomma disturbare”
 
“Beh allora potremmo stare qui ad aspettare che finisca” suggerì la bionda sapendo che l’avrebbe avuta vinta visto la voglia di entrambe le amiche di ritornare, il più presto possibile, nei loro appartamenti
 
“E va bene!” si arrese la latina dopo uno scambio di sguardi con Rachel “Vediamo se è lui e andiamo via da questo dannatissimo posto” aggiunse sconsolata
 
 
 

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“Brittany sei sicura di stare bene?” domandò Dianna avvicinandosi alla figlia che era pallida in viso
 
“Non è nulla mamma, non ti preoccupare” sorrise la bionda cercando inutilmente di tranquillizzare la madre “John è andato via?” domandò cercando di deviare il discorso su argomenti più soft
 
“Britt, tu non me la racconti per niente giusta” osservò la maggiore delle due bionde sorvolando la domanda rivoltale “Ricordati che conosco entrambe le mie figlie meglio di quanto conosca me stessa tesoro mio” aggiunse Dianna sedendosi sul divano accanto a Brittany, stringendo amorevolmente una mano nella sua
 
“Lo so mamma, ma è difficile… ho cercato anche di parlarne con Quinn e ci hanno interrotte nel mentre” confessò arrossendo vistosamente
 
“Come mai sei diventata rossa Brittany?” chiese cauta la giovane donna meditando sui possibili scenari “Anzi no, non lo voglio sapere, ne andrebbe della mia sanità mentale, ne sono sicura! Voi due assieme siete qualcosa di impossibile e sareste in grado di fare qualsiasi cosa! Sisi, sono sicura, non voglio sapere” concluse Dianna ridacchiando riuscendo a coinvolgere la figlia in quella risata genuina
 
“Grazie mamma!”
 
“Ad ogni modo tesoro se ne vuoi parlare io sono qui pronta a sostenerti e ad ascoltarti” tornò seria la donna
 
“Mamma c’è una cosa di cui ti vorrei parlare, ma non ho la minima idea di come tu possa reagire in proposito” confessò l’ex Cheerio
 
“Non avere paura tesoro, qualsiasi cosa sia, siamo una famiglia” sussurrò Dianna abbracciando la figlia con l’intento di infonderle quella sicurezza di cui tanto necessitava in quel momento
 
 

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“Hey?” provò a ridomandare Julia avvicinandosi cauta alla coppia che talmente presa dai suoi ‘affari’ sembrava non sentirla
 
“Hey voi due!” urlò questa volta Santana stanca delle mancate risposte date alla collega “Volete degnarci un attimo del vostro tempo?”
 
I due ragazzi presi alla sprovvista da quell’urlaccio cacciato dall’ispanica si staccarono di colpo rivelando al trio le loro identità
 
 

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Dlin-Dlon
 
“Ma chi diamine è a quest’ora” brontolò la persona proprietaria dell’appartamento alzandosi svogliatamente dal divano su cui era comodamente sdraiata “Chiunque tu sia…” si interruppe per guardare l’orologio stretto al suo polso “Hai presente che ore sono?” sbuffò sonoramente raggiungendo l’uscio
 
Dlin-Dlon
 
“Ora apro un secondo” sospirò pesantemente schiudendo la porta blindata che separava il cortile della sua villetta ed il salotto “E tu, che cazzo ci fai qui?”



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Cosa succederà?

Brittany troverà il coraggio di parlare a sua madre dei sentimenti che ha iniziata a provare per Santana?
Il trio avrà trovato Finn?
Chi ha bussato alla porta di chi?

Se volete delle rispose a queste domande non vi rimane che attendere il prossimo capitolo

Mi raccomando, recensite, recensite, recensite... le vostre opinioni sono molto importanti per me e
sono anche frutto di ispirazione

Al prossimo capitolo

A

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