Due mondi - High school musical

di Jane The Angel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Universi divisi ***
Capitolo 2: *** incomprensioni in palestra ***
Capitolo 3: *** Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hide ***
Capitolo 4: *** strani pensieri ***
Capitolo 5: *** Risolvere ***
Capitolo 6: *** Lottare uniti ***
Capitolo 7: *** Eventi ***
Capitolo 8: *** Se è un sogno... ***
Capitolo 9: *** ...dovrai svegliarti ***
Capitolo 10: *** un consiglio... amichevole ***
Capitolo 11: *** La canzone disperata ***



Capitolo 1
*** Universi divisi ***


Due mondi

Universi divisi

-Abbiamo fatto un errore!- esclamò convinta Taylor lasciandosi cadere pesantemente su una panca della sala mensa accanto a Chad.

-Cosa diavolo fai?- domandò allarmato il ragazzo guardandosi attorno nervosamente –Hai preso un colpo in testa? Non puoi sederti qui tranquillamente come se nulla fosse, non...-

Taylor alzò gli occhi al cielo e tirò fuori dalla sua borsa un libro di chimica e un blocco per gli appunti, e sbattendoli sul tavolo disse –Pare che tu abbia urgente bisogno di ripetizioni di chimica.- lanciò un’occhiataccia al ragazzo –Non voglio certo rovinarti la reputazione...- sibilò.

-I... io... che centra? So... solo, che... sarebbe... sospetto, se...- a Chad capitava raramente di sentirsi in imbarazzo, ma quella ragazza riusciva sempre a metterlo in una brutta posizione. In quel momento però Taylor decise di toglierlo dall’impicco, così lo interruppe –E tanto meno non voglio rovinare la mia, di reputazione.- disse –Farmi vedere con un troglodita che sa infilare un pallone in un anello ma che non conosce le regole dell’algebra elementare e che pensa che Bush sia il nome del mio cane non sarebbe certo salutare.-

Stavolta fu il turno di Chad a lanciarle un’occhiataccia –Certo che sei simpatica come una trave nel...-

-Ti prego risparmiami queste perle di saggezza, Mister Finezza.- lo interruppe lei nuovamente –Il punto è che abbiamo fatto una cretinata.- disse aprendo il libro e scarabocchiando qualcosa su un foglio del block notes.

-Grandioso, sono certo che sarei d’accordo con te, se solo sapessi di cosa stai parlando.- commentò Chad prendendo una biro e chinandosi a sua volta sul foglio osservando le incomprensibili lettere che la ragazza tracciava come se le venissero naturali. Taylor sbuffò sonoramente –Quante cretinate possiamo aver fatto insieme, considerando lo strettissimo rapporto che ci lega?- domandò sarcastica –Parlo di Troy e Gabriella.- spiegò –Non so Troy, ma Gabriella è sempre pi triste da quando le ho fatto vedere quel video.-

Chad sospirò –Forse hai ragione.- disse –Nell’intervallo abbiamo avuto un allenamento, e Troy non ha fatto nemmeno un canestro, era... distratto. E parecchio triste, mi è sembrato. Dobbiamo fare qualcosa.- affermò convinto.

-Ma allora anche i grandi campione del basket hanno un cuore, da qualche parte.- sorrise Taylor.

-Ma non farlo sapere in giro.- rispose Chad, ed entrambi ridacchiarono. Era strano, una delle star della squadra di basket e la presidentessa del club delle scienze insieme per quasi due minuti senza quasi nessun insulto.

-Arrivano i tuoi amici.- notò improvvisamente Taylor.

Chad sobbalzò –Ecco... forse... non...-

-E aggiungendo un 2 davanti all’ossido perclorico del reagente, l’equazione chimica è bilanciata.- disse Taylor non appena i ragazzi della squadra e le cheer leader (si scrive così? N.d.A.) furono abbastanza vicini da sentirla.

-Oh... si, certo...- disse Chad guardandola incerto.

-Bene, ora devo proprio andare.- annunciò lei alzandosi, raccogliendo le sue cose e mettendosi la borsa in spalla –Continuiamo oggi pomeriggio. Ti raggiungo in palestra dopo il tuo allenamento, va bene?-

-Si... bene...- rispose Chad, e lei si voltò allontanandosi a passi rapidi e decisi –Certo... mormorò abbassando lo sguardo.

-Ehi, Chad!- esclamò Logan, uno dei ragazzi della squadra, occupando il posto appena lasciato libero da Taylor –Che ci faceva quella al nostro tavolo?-

-Nulla... cioè, mi dava qualche ripetizione, che altro?- rispose Chad.

Che altro... già, Taylor, che altro? E dire che per un attimo lui le era sembrato quasi dispiaciuto che lei dovesse andarsene... Stupida che non sei altro, perchè uno come lui vorrebbe essere amico di una come te? E, ripensandoci... si sedette al tavolo con il resto del club delle scienze ...perchè una come me vorrebbe essere amica di uno come lui? Andiamo, lui non fa parte di un altro mondo, ma di un altro universo!

_________Nota di Herm90

Lo so, lo so, ho altre ficcy in ballo, ma una è finita ieri, una finirà a breve, quindi ho pensato che è meglio iniziare a gettare nuove basi! E poi mi sono innamorata di High School Musical già quando ho visto la pubblicità, e non resistevo alla tentazione di scrivere qualcosa... Come avrete capito, la ship è Chad/Taylor (per chi non avesse capito... il migliore amico di Troy e la migliore amica di Gabriella...), che nel film hanno liquidato con un invito alla festa, ma ovviamente io potevo non andare a farmi traumi mentali tipo "cos'è successo prima? cosa succede alla festa?"? No, non potevo XD e quindi eccomi qui... Mamma mia quanto parlo oggi... spero che questa nota chilometrica non vi abbia fatto credere che sono mezza pazza... perchè sono tutta pazza!!!

Ok, ok, la finisco, non sia mai che mi mandate all'ospedale psichiatrico (ne avreste tuuuutte le ragioni^^)

Bacioni a tutti, e se vi piace lasciatemi un commentino, e se invece non vi piace... laciatemene 2!!!

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Capitolo 2
*** incomprensioni in palestra ***


Incomprensioni in palestra

Tu lo sai che il mondo

Non ti accetta mai per quello che sei,

e allunga le distanze,

per dividerci...

-Se provi a volare-

Taylor sbirciò da uno dei due oblò della porta della palestra. Un pallone volò in aria verso il canestro, rimbalzò sul cartellone e tornò a terra senza entrare nel tanto agognato anelli di metallo. Mentre il pallone veniva recuperato da un ragazzo di colore che doveva chiamarsi Zeke, Taylor notò che era stato Troy a lanciare il pallone e a sbagliare quel tiro, cosa che si poteva intuire anche dalle urla del coach Bolton, che oltre ad essere l’allenatore dei Wildcat era anche il padre di Troy.

Con un respiro profondo, Taylor spinse la porta ed entrò nella prima palestra. Era la prima volta che entrava in quella stanza senza essere costretta, di solito si limitava a farlo nell’ora di ginnastica, e spesso riusciva ad evitare anche quella. Camminando vicina al muro, raggiunse gli spalti e salì fino ad arrivare alla quinta fila.

Mentre si sedeva, e mentre il coach continuava a gridare e a spiegare a Troy perchè secondo lui aveva sbagliato, Taylor avvistò Chad. Una cheer leader dai lunghi e perfettamente curati capelli biondi gli stava sussurrando qualcosa all’orecchio ridacchiando.

Che oca... si ritrovò a pensare Taylor. Come se fosse una grande novità che le cheer leader sono tutte gallinelle con un quoziente intellettivo pari a 0,000000001, per essere gentili (scusa Joy, non mi riferivo a te^^ N.d.A.).

Il coach con un fischio penetrante del fischietto richiamò i ragazzi in campo e la bionda, che Taylor riconobbe come Joanne Londers, una delle ragazze più popolari della scuola che si faceva chiamare J.Lo., proprio perchè non se la tirava per niente, tornò ad allenarsi nei suoi sculettanti balletti con il resto del suo gruppo di galline... ops, cioè, cheer leader.

Mentre tornava in campo, Chad notò Taylor che, seduta sugli spalti, tirava fuori un libro dalla borsa. Si accigliò: mancava ancora più di un quarto d’ora alla fine degli allenamenti, ed era sicurissimo di averle dato l’orario esatto... che fosse andata prima apposta per vederlo giocare? Scartò nel giro di mezzo secondo quell’idea assurda: Perchè avrebbe dovuto volerlo vedere giocare? Non stavano ovviamente insieme e altrettanto ovviamente non erano amici, non c’era tra di loro alcun tipo di rapporto e non ci sarebbe stato probabilmente quasi nessun contatto se non fossero stati entrambi amici di due ragazzi che, impazzendo improvvisamente, avevano deciso che non c’era nulla di meglio al mondo che cantare e saltellare su un palco in calzamaglia.

Nessun rapporto.

Però, quando cinque minuti dopo Chad segnò un canestro spettacolare, non potè fare a meno di voltarsi verso di lei sperando che avesse staccato per un secondo gli occhi dal libro, cosa che ovviamente non era accaduta.

Finalmente, venti minuti dopo, l’allenamento terminò. Tra pacche sulle spalle e istruzioni dell’ultimo minuto da parte del coach, tutti iniziarono ad avviarsi verso gli spogliatoi. Chad, invece, si diresse verso gli spalti.

Taylor chiuse il libro e lo poggiò accanto a sè. In realtà non aveva letto molto. Quel libro le piaceva molto, infatti era più o meno la terza volta che lo leggeva, ma per qualche strano motivo quel giorno era distratta e i suoi occhi vagavano continuamente verso la squadra che si allenava.

Chad era arrivato al quarto scalino quando venne chiamato da Tom Feller, un compagno di squadra, che gli domandò, senza preoccuparsi certo di tener bassa la voce –Ehi, amico, che fai? Perchè vai da Taylor McKassy?- (Non credo che il cognome sia giusto, ma pazienza... N.d.A.)

-Ho bisogno di ripetizioni, è ovvio no?- rispose Chad.

Già, è ovvio, che altro? non potè non pensare Taylor.

-Ah, ok!- esclamò Tom iniziando ad aprire la porta degli spogliatoi dietro la quale erano già spariti i compagni, le cheer leader e il coach –Pensavo fosse una libera scelta.- rise poi.

-No, figurati!- rispose Chad ridendo a sua volta, anche se un po’ forzatamente.

Non appena la porta si fu chiusa dietro Tom, Chad si voltò verso Taylor, la raggiunse e le si sedette accanto. Nello stesso istante, Taylor scattò in piedi.

-Che fai?- domandò accigliato Chad.

-Visto che è un tale disonore stare vicino a me...- ringhiò Taylor caricandosi la borsa in spalla –Me ne vado, non voglio imporre a nessuno la mia presenza.- si voltò e si allontanò, scendendo rabbiosamente le scale.

-Ma... Taylor!- la chiamò Chad d’impulso, confuso –Era solo... per non destare... sospetti, tutti sanno che siamo amici di Troy e Gabriella... con tutto il casino che sta succedendo per il musical... avanti, Taylor...-

-Potevi semplicemente dire che devo darti ripetizioni.- ribattè lei scendendo sul penultimo gradino e voltandosi verso di lui –Non c’è certo bisogni di trattarmi come la feccia della sc... aaaaaaaaaaah!!!-

Non appena Taylor gridò, Chad si alzò di scatto e la raggiunse un secondo dopo che il botto della sua caduta si diffuse per la palestra.

–Stai bene?- domandò chinandosi accanto a lei.

No, non sto bene razza di cretino, sono caduta dalle scale, mi sono fatta una figura di merda e la caviglia mi fa male da morire!

-Sto bene.- rispose duramente senza degnarlo di uno sguardo.

-Sicura?- domandò Chad notando che aveva gli occhi lucidi, anche se lei faceva di tutto per nasconderlo.

-Sto bene ti ho detto. Me ne vado.- Poggiandosi agli spalti, Taylor si alzò, o meglio tentò di alzarsi perchè una fitta alla caviglia destra la costrinse a tornare a terra. D’impulso si afferrò la caviglia dolorante mordendosi il labbro.

-Non stai per niente bene, ti porto in infermeria.- disse Chad sentendosi stranamente preoccupato.

Eh beh? È solo una storta, non è mica moribonda, che ti prende Chad?

-Lasciami stare, non ho bisogno di te.- rispose Taylor senza guardarlo.

-Forse non hai bisogno di me in particolare, ma hai di sicuro bisogno di qualcuno che ti porti in infermeria.- ribattè lui alzandola quasi a forza e sostenendola.

Beh, che ci posso fare? Non posso camminare da sola e probabilmente non passerà più nessuno in palestra per ore...pensò Taylor sentendosi un po’ strana a stare lì aggrappata a Chad. Zoppicando aiutata dal ragazzo, arrivarono finalmente all’uscita della palestra.

-Fai piano non c’è bisogni di correre.- le fece notare Chad tenendo la porta aperta e aiutando Taylor a superarla.

-Non vorrei metterti in posizioni infelici, potremmo incontrare una cheer leader.- disse acida Taylor.

-Ti ho già spiegato che...- cercò di ribattere Chad, ma Taylor lo interruppe –Non c’è bisogno di inventarsi scuse. Lo so che è imbarazzante per uno come te girare con una come me, quindi, visto che siamo fortunatamente arrivati, puoi tornare dalle tue cheer leader, io me la cavo.-

L’arrivo della grassoccia infermiera della scuola impedì a Chad di ribattere. La donna fece accomodare Taylor su una branda e, quando lei si voltò verso la porta, il ragazzo era ovviamente sparito.

__________Nota di Herm90

Rieccomi con un chappy un po' più lungo!

Grazie mille evanescense88 e tsukasa nishino per i vostri commenti, spero che vi piaccia anche questo chappy, e spero che piaccia anche a quelli che non hanno commentato!

Bacioni a tutti, ci vediamo al prossimo chappy!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hide ***


Lo strano caso del dr. Jekyll e mr. Hide

Livin’ in my own world

Didn’t understand

That anything can happen

When you take a chance

*-*

I never believed in

What I couldn’t see

I never opened my heart

To all the possibilities

-Start of something new-

Chad percorse rabbuiato il corridoio che separava l’infermeria dalla palestra.

Sapeva che era ora di andare a casa, ma aveva decisamente bisogno di fare qualche tiro per sbollire la rabbia. Quella ragazza aveva la straordinaria capacità di farlo innervosire all’inverosimile.

Appena la storia del musical si fosse sistemata non avrebbe più dovuto avere a che fare con lei, per fortuna...

Beh, dai, per fortuna... pensò poco dopo mentre il pallone arancione entrava dritto dritto nel canestro ...non è poi così terribile...

La palla rimbalzò a terra con un tonfo sordo e arrivò dritta tra le sue mani ...ma che stai dicendo Chad? È tremenda! Irritante, permalosa... e poi è del club delle scienze, andiamo!

Tirò il pallone un po’ troppo forte, e questo rimbalzò sul cartellone e andò a finire sugli spalti. Chad iniziò a salire le scale per andarla a prendere, ma all’improvviso si fermò. Poco lontano da lui, dove fino a mezz’ora prima era seduta Taylor, c’era qualcosa... avvicinandosi, Chad riconobbe il libro che la ragazza stava leggendo durante la partita.

Si avvicinò, lo prese in mano e lesse il titolo.

R.L. Stevenson

Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hide

-Mi dispiace.- disse l’infermiera al ragazzo –Ma la signorina McKassy è andata via con i suoi genitori.-

Chad rifletté per un secondo, poi all’improvviso ricordò che la donna aveva sempre riservato un trattamento particolare ai giocatori della squadra di basket. "Con i loro falli e le cadute" diceva sempre "Praticamente sono quelli della squadra che mi permettono di prendere uno stipendio."

Chad sfoderò il suo miglior sorriso e domandò –Mi scusi, so che non si potrebbe ma è molto importante... potrebbe darmi l’indirizzo di casa sua?-

La donna lo guardò con occhi severi –Il regolamento sulla privacy dice che non posso farlo, mi dispiace molto.- rispose risoluta voltandosi e facendo per rientrare nell’infermeria.

-Lo so...- la fermò Chad con il tono da santarellino che usava quando doveva ingraziarsi un adulto, cosa che gli riusciva praticamente con tutti ad eccezione di quella pazzoide della professoressa di letteratura e teatro –E ovviamente non le chiederei mai di fare un piccolo, minuscolo strappo alla regola, se non fosse davvero importante...-

Davvero importante? E perchè sarebbe davvero importante? Posso restituirglielo domani il libro...

-Vede, Taylor mi aveva prestato un libro, e avrei dovuto restituirglielo oggi, ma me ne sono dimenticato, e lei si è fatta male, e perciò non se l’è ricordato nemmeno lei, ovviamente...- continuò, pur domandandosi perchè si stesse dando tanta pena per quel libro –Ma questo libro le serve assolutamente per domani, se l’interrogazione le andasse male le rovinerebbe tutta la media e non me lo permetterebbe mai, anche perchè ha il suo ruolo nel club delle scienze da mantenere...-

Non me lo perdonerebbe mai? Ma cosa non mi perdonerebbe mai? Insomma Chad, che diavolo te ne importa?

La donna trattenne il respiro per un attimo, guardandosi attorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno –E va bene.- acconsentì alla fine –Vieni dentro.-

Chad la seguì nell’infermeria. L’infermiera trafficò per qualche minuto su un computer che praticamente era appartenuto al nonno dei Flinstones, dopodichè finalmente trovò a scheda scolastica che cercava –Ecco qui.- annunciò allegramente –Taylor McKassy, 149 di Tabolt Street.- disse.

-La ringrazio!- esclamò Chad, poi uscì da scuola. Prima doveva passare a casa, Tabolt Street non era a due passi e sua madre si sarebbe preoccupata tantissimo se non l’avesse avvertita. Casa sua era a meno di un isolato di distanza dalla scuola, così Chad arrivò in cinque minuti e aprì la porta con le sue chiavi, sperando di non incrociare suo padre.

Percorse il corridoio d’ingresso con cautela. Solo facendo il passo del giaguaro sarebbe potuto essere più silenzioso. Raggiunse la cucina, dove sua madre stava trafficando ai fornelli.

-Ciao mamma.- salutò entrando e poggiando la cartella accanto all’appendiabiti dove sostava abitualmente.

-Ciao Chad.- rispose la madre –Tuo padre ti stava aspettando, dice che ha una nuova tattica di cui deve assolutamente parlarti.-

Strano. Di solito adorava parlare di tattiche con suo padre, o sfidarlo nel campetto in giardino. Invece quel giorno aveva sperato di riuscire ad uscire subito...

Beh, chi se ne importa? Andrò da lei stasera, subito dopo cena.

-Ehi, papà.- Chad uscì in cortile, dove suo padre stava facendo qualche tiro a canestro.

Suo padre era stato in squadra con il padre di Troy, tanto tempo prima, quando andavano a scuola. Erano sempre stati amici, infatti Troy e Chad si conoscevano da quando erano nati, e avevano iniziato a giocare insieme a basket appena avevano mosso i primi passi.

-Chad! Finalmente, sei rimasto a scuola ad allenarti?- domandò l’uomo recuperando il pallone e passandolo al figlio, che lo afferrò prontamente e lo ritirò nel canestro rispondendo –Si.- scese le scale che portavano al campetto e recuperò il pallone –Mamma ha detto che hai una nuova tattica.-

-Certo, ecco qui, guarda un po’ questa finta...-

Il padre gliela mostrò, e Chad la provò un paio di volte, dopodichè iniziarono a tirare a turno a canestro.

-Stasera dovremmo lavorare sui passi.- disse il padre di Chad quando tutti e tre più Mia, la sorella maggiore di Chad che era tornata dal college per una qualche festività ignota, furono seduti a tavola per la cena.

Mia alzò gli occhi al cielo: possibile che quei due parlassero solo di basket? La madre le lanciò uno sguardo come a dire ‘Abbi pazienza’.

-Veramente stasera volevo... chiedervi se potevo uscire.- disse Chad senza alzare gli occhi dal piatto.

-Uscire? Non è il caso di andare a divertirti durante la settimana, e un po’ di allenamento in più...- iniziò il padre, ma Chad lo interruppe –Non vado a divertirmi.- disse –Vado a studiare da un... un amico. Dobbiamo solo fare un ripasso veloce, non starò via molto.-

Devo restituire un libro a una mia compagna. Cosa c’è di male? Perchè spari cavolate Chad?

-Se non torni tardi direi che puoi andare...- disse la madre, e il padre si limitò a borbottare qualcosa che poteva essere interpretato come un "si", così Chad dopo cena prese il libro di Taylor dalla cartella, se lo infilò nello zaino che si portava sempre dietro e uscì di casa.

-Mamma...- bisbigliò Mia mentre il padre usciva dalla stanza –Come... come mai Chad ha lasciato qui il pallone?-

-Non lo so...- si accigliò la donna –Che strano, se lo porta sempre dietro...

Chad prese il pullman per arrivare in Tabolt Street. La fermata era al numero 261, perciò dovette percorrere un bel pezzo di strada per tornare al 149. Quando finalmente trovò la casetta a due piani bianca con parti in legno scuro attraversò il cortile e si fermò davanti alla porta. Suonò al campanello e dopo qualche secondo la porta si aprì. Davanti a lui c’era una bambina sui dieci/undici anni con una maglietta fucsia.

-Cerchi Taylor?- domandò la bimba scostandosi dalla porta per farlo entrare.

-Si, è in casa?- chiese lui entrando e guardandosi attorno.

-Certo. È in camera sua, al piano di sopra. Prima porta a destra. È inutile bussare, ha le cuffie e quando sono entrata prima non mi ha tagliato la testa quindi significa senza dubbio che non sente. Entra e basta.-

-Grazie.- disse lui, dopodichè seguì le istruzioni della ragazzina.

Arrivò alla stanza indicata e poggiò una mano sulla maniglia. Si sentiva in imbarazzo ad entrare così, quindi bussò e attese qualche minuto, ma da dentro non arrivò nessuna risposta, così girò la maniglia ed entrò, richiudendosi la porta alle spalle. Taylor aveva le cuffie, proprio come aveva detto la sorella, era sul suo letto poggiata allo schienale e teneva gli occhi chiusi, anche se si muoveva leggermente a ritmo, segno che non stava dormendo. Indossava già il pigiama, azzurro con un gattino bianco e decisamente troppo largo per lei, a aveva la caviglia fasciata.

Chad si guardò per un po’ attorno. Le stanze delle cheer leader che aveva visto erano in media tutte rosa, con poster di attori di qualche telenovela. La stanza di Taylor era grigia e blu, e alla parete dietro il suo letto erano appesi fogli con delle scritte che Chad non riusciva a leggere da così lontano.

Chad tossicchiò per farsi notare, ma ovviamente lei non lo sentì, così si avvicinò e le sfiorò un ginocchio.

-No mamma, non sto a casa domani, ti ho detto che sto bene.- rispose Taylor senza aprire gli occhi.

Per la misera, mamma, di solito sono le figlie che non vogliono andare a scuola e le madri che le costringono, non il contrario!

Chad sorrise e le sfiorò nuovamente il ginocchio.

Sentendosi toccare nuovamente, Taylor sbuffò e aprì gli occhi.

-Aaaaaaaaaaah!- gridò scattando indietro e sbattendo contro lo schienale del letto.

-Ssssssssh, che ti urli?-

-Che mi urlo? Che mi urlo???- domandò Taylor sbalordita –La domanda è cosa ci fai in camera mia!-

-Tua sorella mi ha fatto salire.- spiegò Chad.

-Capisco che la civiltà non sia una delle principali regole del basket, ma avresti anche potuto bussare!- sibilò Taylor.

-L’ho fatto, ma non mi sentivi e così sono entrato.-

-Ma... ma... non si fa comunque! Insomma, avrei potuto essere svestita!-

-Beh, sarebbe stato meglio.- commentò Chad. Taylor lo fulminò con lo sguardo e lui, rendendosi conto di cosa aveva detto, arrossì e si affrettò a spiegare –No... no, io intendevo... parlavo del pigiama...-

-L’occhiataccia vale comunque, questo pigiama è sicuramente meglio delle canottiere dei Wildcats.- commentò Taylor.

-Si, vabbè...- sorrise Chad. Anche Taylor sorrise. Poi entrambi si ricordarono che avevano litigato e che comunque non si erano praticamente mai parlati se non per scambiarsi battutine offensive e l’atmosfera si fece improvvisamente tesa.

-Beh, io... sono venuto perchè... in palestra ho trovato questo, così...- Chad, imbarazzato, tirò fuori il libro di Taylor dallo zaino e glielo porse.

-Oh... grazie!- esclamò stupita la ragazza –Ma non avresti dovuto fare tutta questa strada...-

-Si, insomma... io vado...- disse Chad, e si voltò per uscire.

-Chad!- lo chiamò Taylor prima di rendersi conto di ciò che stava facendo.

-Si?- in ragazzo si voltò verso di lei, che arrossì un po’ ma disse –Ecco... mi dispiace, sai, per oggi pomeriggio, per... essermi... arrabbiata tanto... ho esagerato, e...-

-No, io ho esagerato.- la interruppe Chad –Non... avrei dovuto dire... insomma, hai capito... beh, il concetto è: scusa.-

Taylor sorrise –Non fa niente. Grazie ancora per il libro.-

-Di niente.- Chad si voltò nuovamente.

Magari non riderà... e dai, perchè dovrebbe ridere Chad? Beh, forse perchè lei è convinta che tu sia un idiota e probabilmente è convinta che tu non sappia leggere... beh, ma comunque magari non riderà... oh, al diavolo, glielo chiedo...

-Senti...- disse tornando a voltarsi verso Taylor –Non è che... ecco, a che punto sei del libro?-

-Verso la metà... ma è la terza volta che lo leggo... perchè?- domandò accigliata lei.

-Ecco, mi chiedevo... a pagina 106... c’è scritto "Rammenta il giuramento, Lanyon"**. E non ho mai capito a cosa si riferisce, ecco...-

-Tu hai letto questo libro?- domandò sbalordita Taylor spalancando gli occhi.

-Si, è così strano? Guarda che so leggere anch’io sai?- rispose piccato Chad.

-Certo... lo so... solo...-

-L’ho letto cinque volte.- la interruppe Chad. Ci fu qualche secondo di silenzio, poi finalmente Taylor rispose alla domanda di Chad –Si riferisce al giuramento di Ippocrate, quello che devono fare i medici.-

-Grazie.- Chad fece nuovamente per andarsene, ma di nuovo Taylor lo fermò –Come mai... l’hai letto così tante volte?- domandò.

-Perchè è il mio libro preferito.-

-Davvero? E come mai?-

-Perchè a volte mi sento come Jekyll.- rispose Chad senza pensarci.

-Sai, è così per tutti.- disse Taylor, dimenticando per un secondo con chi stava parlando –In realtà Stevenson ingigantisce la questione, ma tutti noi abbiamo una parte nascosta che ci vergogniamo a far uscire. Alcuni ce la fanno, come... Troy e Gabriella. Altri... altri no.-

Si guardarono per qualche secondo negli occhi, rimanendo un silenzio, immersi in una strana atmosfera. Un’atmosfera che divenne troppo pesante per Chad, che abbassò lo sguardo e, in parte per cambiare argomento, domandò –Come và la tua caviglia? Ti fa male?-

-No, non è nulla.- rispose Taylor come uscendo da una riflessione –L’ho fasciata perchè mia madre è un po’ iperprotettiva, ma domani torno a scuola. E dobbiamo fare qualcosa per Troy e Gabriella. Non vorrai trovarteli in laboratorio a preparare la pozione per trasformarsi in Hide!-

Risero entrambi.

-Beh, allora ci vediamo domani.- disse Chad.

-Certo. A domani.- sorrise di rimando Taylor. Chad uscì dalla camera, e Taylor accese nuovamente la musica.

I know...

That somethin’ has changed

Never felt this way

And right her tonight

This could be the...

Start of something new,

It feels so right

To be here with you

And now, lookin’ in your eyes

I feel in my heart

Feel in my heart

The start of something new...

-Start of something new-

NOTA **: Quando Hide si trasforma in Jekyll davanti ad un suo amico, il dottor Lanyon, gli ricorda appunto il giuramento di Ippocrate

____________Nota di Herm90

Rieccume! Spero che questo chappy vi sia piaciuto... immagino che anche chi non ha mai letto il libro conosca a grandi linee la storia del Dr.Jekyll e Mr.Hide, perciò dovrebbe essere tutto abbastanza chiaro, a parte la storia del giuramento che comunque ho spiegato al fondo...

Grazie mille Je91 e evanescense88 per aver commentato lo scorso capitolo! Le recensioni mi fanno sempre piacere!

Bacioni a tutti!!! Continuate a commentare!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** strani pensieri ***


Strani pensieri

Taylor richiuse il libro e lo ripose nella borsa che portava a tracolla mentre lo scuolabus si fermava davanti alla scuola. Anche quel giorno, tuttavia, Dr. Jekyll e Mr. Hide non avevano ricevuto da lei una grande attenzione. Era concentrata su un ragazzo che sedeva quattro posti davanti a lei insieme a due ragazzi che non facevano altro che parlare della partita. Era concentrata su un Troy Bolton decisamente disinteressato a ciò che i due stavano dicendo. Era concentrata su un Troy Bolton che pensava a qualcos’altro.

O forse... pensò tra sè Taylor ...a qualcun altro, ad esempio a Gabriella, non è così, Troy?

Taylor si alzò dal suo solito sedile al fondo dell’autobus e passando tra le due file di sedili raggiunse l’uscita. Una volta scesa dal mezzo si trovò davanti Gabriella, che era come sempre arrivata in auto con la madre.

-Senti, per il Decathlon, ho pensato che l’ordine di entrata potrebbe essere: per prima Martha Cox, poi...-

-Gabriella, Gabriella!- la interruppe Taylor –Innanzitutto, ciao, buon mattino. Seconda cosa: cos’aveva che non andava l’ordine che abbiamo preparato ieri mattina?-

-Beh, ho solo pensato che i giudici partiranno probabilmente dalle domande più semplici per poi salire di livello man mano che...-

-Non... non ricordi, Gabriella? Le domande si scelgono per estrazione, non c’è un ordine preciso... ne abbiamo discusso per almeno un’ora ieri...- le ricordò Taylor seriamente preoccupata.

-Oh, no!- Gabriella si batté una mano sulla fronte –Che stupida, l’avevo scordato! Beh, pazienza, ora vado, devo controllare a che punto è la cristallizzazione che abbiamo iniziato ieri...- e così dicendo il fulmine Gabriella si precipitò nella scuola, presumibilmente diretta al laboratorio di chimica.

Grandioso, ci mancava giusto che Gabriella impazzisse, fantastico...

-Dai, smettila! E dai!-

Taylor si voltò. Non troppo distanti da lei, insieme a tutta la squadra di basket e alle cheer leader che festeggiavano chissà cosa, notò Chad e J.Lo.: Chad palleggiava e J.Lo. cercava di rubargli la palla standogli il più appiccicata possibile e ridacchiando.

-Dai Chad, fai giocare anche me!-

-Solo se riesci a prenderla!- rise lui continuando a schivare la presa della bionda e senza smettere di palleggiare.

Che razza di oca... pensò quasi meccanicamente Taylor ...però alla fine la colpa non è solo sua, ma anche dei ragazzi che ci cascano come polli... e direi che in questo elenco spicca il nome di Chad...

-Scusate se vi interrompo...- disse Taylor avvicinandosi ai due.

Ma che ti prende??? Taylor, che diavolo fai, non dovresti essere già entrata a scuola alzando gli occhi al cielo per i loro giochetti infantili???

-Volevo solo ricordarti le ripetizioni, Chad. All’intervallo. Ci troviamo in palestra o direttamente in biblioteca?-

Sempre che sappia dove si trova la biblioteca... passa la metà della vita in palestra... e si vede, direi, guarda che braccia... Taylor!!! Ma cosa vai a pensare???

Chad si voltò verso di lei fermando il pallone e la salutò con un sorriso. J.Lo. invece la squadrò dall’alto al basso fermandosi a fissare la sua gonna con aria schifata.

Scusa se le mie gonne superano i due centimetri di lunghezza, J.Lo.... è solo che quelle io le chiamo cinture...

-Ciao Taylor.- la salutò allegramente Chad.

-Si si, ciao Taylor, Chad hai sentito che Sandy...- iniziò a chiacchierare J.Lo.. Taylor si voltò con un sorrisetto e si allontanò a grandi passi.

-Scusa J.Lo., ma devo proprio andare ora...- la interruppe lui seguendo con lo sguardo Taylor che si stava allontanando. Chad mise la palla in mano a J.Lo. –Ecco la palla, ma riportamela ad allenamento, è un porta fortuna...- si raccomandò, dopodichè si allontanò a passo svelto senza notare la ragazza che lo guardava come se lui avesse appena detto di voler abbandonare la squadra per trasferirsi su un’isola deserta e vivere da eremita.

-Dov’è andato Chad?- domandò Leslie, la migliore amica di J.Lo., alla ragazza.

-Ripetizioni, immagino.- spiegò J.Lo. senza guardare l’amica e continuando a fissare furente Chad che raggiungeva Taylor –Quella vipera lo sta mettendo sotto torchio, ma dovremmo vederci a pranzo.-

-Taylor! Aspetta!- chiamò Chad. Accigliata, Taylor si fermò e aspettò che il ragazzo la raggiungesse –Si?- domandò.

-Io...-

Io... che ci faccio qui? J.Lo. stava evidentemente flirtando con me, e questo me lo ricordo, e poi... come sono arrivato qui? E soprattutto perchè?

-Io mi chiedevo... come và la tua caviglia.- si decise a dire alla fine.

-Oh, bene... non ti preoccupare...- rispose Taylor.

-Beh, lascia almeno che ti porti la borsa.- si offrì Chad. Taylor alzò le sopraciglia sbalordita: aveva davvero proposto di portarle la borsa? Nessun ragazzo si era offerto di portarle la borsa...

-Non serve, grazie...- rispose un po’ stupita –Davvero, non mi fa male.-

-Ok... è che...- Chad pensò disperatamente a cosa dire

Ma che ti prende razza di cretino? Da quando non sai cosa dire? Tu sai sempre cosa dire, è così e basta...

–Mi sento in colpa, ecco...-

Oh, certo... ecco perchè è così gentile, è ovvio... beh, che ti aspettavi? E poi, cosa ti importa Taylor? Avanti, stai proprio rimbambendo... dev’essere tutta questa ansia per la storia del musical...

-Non devi sentirti in colpa. Te l’ho detto, è stata anche colpa mia. E poi ti sei già scusato abbastanza, soprattutto visto che ieri mi hai riportato il libro...- disse Taylor –Ora devo andare, ma ci vediamo all’intervallo per discutere di... quelle equazioni che sai...-

-Certo... non vedo l’ora...- Cosa? Ma che... –Cioè, di... sistemare tutto. Sta diventando stressante questa storia.-

Ecco, dev’essere lo stress! Sicuro, che altro? Quando questa storia sarà finita, Chad, tornerai tranquillamente al basket, e lei se ne tornerà al suo gruppo di cervelloni...

-Decisamente.- concordò Taylor, e si allontanò verso l’entrata.

La lezione della Darbus passò in modo sorprendentemente veloce per alcuni, e sorprendentemente lento per altri, ovvero passò veloce per quei ragazzi che avevano il privilegio di poter ancora ignorare i commenti dell’insegnante sul fatto che "Il teatro porta al completamento e al perfezionamento dell’anima" e che "Le persone sono molto più felici quando possono stare in piedi su un palcoscenico", mentre passò lentamente per quelli che sapevano che la donna aveva ragione, e che le prove di ciò erano sedute nella stessa loro classe, una, Troy, al primo banco e l’altra, Gabriella, all’ultimo, entrambi con quella strana espressione da funerale che li aveva accompagnati da quando la loro partecipazione al musical era saltata ma, in particolare, da quando avevano praticamente smesso non solo di parlarsi, ma addirittura di guardarsi.

Per qualcuno, la lezione di chimica che seguì alla tirata della Darbus su Shakespeare fu ancora peggiore.

Gabriella e Taylor sedettero come sempre al bancone di destra insieme a Martha Cox e agli altri studenti del club della scienza. Troy, Chad e i ragazzi della squadra di basket, invece, presero posto dalla parte opposta dell’aula. Quando l’insegnante entrò in classe, tuttavia, lanciò alla classe un’occhiata di rimprovero.

-Ho corretto i vostri compiti.- annunciò. Un mormorio preoccupato, o forse rassegnato, percorse la parte sinistra dell’aula –E devo dire che non si può proprio continuare così. Come sempre, i voti vanno dai 9 e mezzo della signorina Montez e della signorina McKassy al 5 del signor Finnigan, al 4 del signor Bolton e al 3 del signor Danforth.-

-Grandioso...- borbottò Chad senza troppa enfasi. Sapeva già prima di essere andato male, quindi si era per così dire preparato psicologicamente, ma di solito lui e Troy in chimica e in matematica viaggiavano di pari passo –Si fa così, Bolton? Si lascia indietro il tuo vecchio amico?-

-Chad... 3! Come diavolo hai fatto a prendere 3?- domandò Troy –Hai sbagliato a scrivere il tuo nome?-

-Può darsi... oh, chi se ne importa, recupererò...- borbottò Chad scuotendo le spalle.

Taylor si voltò verso Chad.

Come fa ad essere così tranquillo dopo aver preso un 3? A volte lo invidio...

-Signorina McKassy, cosa c’è di così interessante da distogliere completamente la sua attenzione dalle mie parole?-

Taylor sussultò –Nulla signora, mi perdoni.-

La donna iniziò a spiegare. Taylor di solito era attentissima alle parole della professoressa di chimica, ma quel giorno era distratta. Il suo sguardo, come era già successo il giorno prima in palestra, continuava a vagare verso il bancone della squadra di basket mentre alle sue orecchi arrivava ogni tanto qualche parola come Mole, Volume percentuale e Massa molecolare.

Improvvisamente Chad si voltò verso di lei.

Oh merda...

Taylor si voltò velocemente verso la lavagna.

Mi avrà vista? Oh cavolo...

Fortunatamente la campanella suonò in quel preciso momento. Chad attirò con un gesto l’attenzione di Taylor. Non che ce ne fosse bisogno, in realtà, ma questo lui non lo sapeva. A gesti, le fece capire che si sarebbero incontrati in palestra, e lei annuì.

Listen well

I’m ready to tell

About a need that I cannot deny

Dude, there’s no explanation

For this awesome sensation

But I’m ready to let it fly...

-Stick to the Status Quo-

______________Nota di Herm90

Rieccume con un altro chappy, in attesa del prossimo che comunque è già quasi pronto, ma ho dovuto rivedermi High School Musical per qualche piccolo particolare...

Grazie mille evanescense88 e Je91, spero tanto che anche questo chappy e i prossimi vi piacciano, e se qualcosa non vi piacie non esitate a dirmelo!

Bacioni!!! E... lo sapete già no? Commentuuuuuuccio! :)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Risolvere ***


Risolvere

Taylor prese un pallone dalla cesta e si avvicinò al canestro. Era lì da cinque minuti, ormai, e Chad non era ancora arrivato. D’accordo che il loro anno dopo aveva un’ora buca, ma quanto gli ci voleva per andare dall’aula a lì? Era uscito dalla classe prima di lei, per la miseria, ed era lui quello sportivo, no?

Lanciò il pallone. Questo colpì il tabellone dietro il canestro, dopodichè tornò a terra.

-Il punto sta nel farlo entrare nel canestro.- la schernì una voce proveniente da dietro di lei.

Taylor si voltò: Chad, lo zaino su una sola spalla, le si stava avvicinando con passo sicuro, decisamente più sicuro di quando era andato a casa sua la sera precedente.

Dopotutto ora siamo nel suo territorio, rifletté la ragazza.

-Si dà il caso che io conosca l’obiettivo del basket. L’unica cosa che mi sfugge di questo gioco è il modo in cui la società sia arrivata ad idolatrare spilungoni che infilano un pallone in un cerchio di metallo.-

-Non credo che ti risponderò.- decise Chad. Era arrivato accanto a lei e lasciò cadere lo zaino a terra –Guarda, devi fare così...- prese il pallone e lo lanciò a rallentatore per mostrarle i movimenti, poi lo recuperò e glielo passò.

-Veramente pensavo che fossimo qui per parlare di Troy e Gabriella.- commentò Taylor, ma fece come lui le aveva detto e lanciò il pallone, che... passò di almeno mezzo metro al di sotto del canestro.

-Infatti, parliamone. Ma intanto ti insegno ad infilare un pallone in un cerchio di metallo, così potrai essere idolatrata anche tu.- scherzò Chad.

-Conta qualcosa il fatto che preferirei di gran lunga parlare di Troy e Gabriella tagliandomi le vene?-

-Mmmmmh... no, direi di no.- rispose Chad passandole il pallone.

-Credo che... l’unica cosa che possiamo fare è parlare con loro e ammettere le nostre... diciamo... colpe.- disse Taylor mancando nuovamente il canestro.

-Già, è quello che credo anch’io... ci ho pensato molto... niente battute grazie... e non mi è venuto in mente nient’altro.-

-Beh, ora Gabriella dovrebbe essere nell’aula di chimica... non si muove da lì, ultimamente.-

-E Troy dev’essere nella serra.-

-Nella serra? La nostra serra? Del Club di Scienze?-

-Già. Và a rifugiarsi lì più o meno da quando l’avete costruita. Credo sia convinto che io non sappia nemmeno dell’esistenza di quel posto.- spiegò Chad.

-Bene, allora tu vai da Troy e io da Gabriella...-

-Ferma lì!- Chad la trattenne per un braccio mentre lei si voltava per andarsene –Non prima che tu sia riuscita a fare un canestro.-

-Nel frattempo potrebbe arrivare il nuovo millennio, Chad, e probabilmente anche il successivo, quindi...- protestò Taylor, ma Chad continuava a tenerla ferma per il polso quindi non poteva andarsene.

-Ti aiuto io.- disse. Le lasciò finalmente il polso, le passò la palle e si posizionò alle sue spalle, sovrapponendo le sue mani a quelle di lei, che arrossì di botto.

-Il tuo problema è che questa non è una questione matematica...- disse Chad.

-In realtà lo è, c’è uno studioso che ha...-

-Zitta!- rise lui interrompendola –Devi sentire la palla, concentrarti su di lei... chiudi gli occhi...-

Taylor obbedì e chiuse gli occhi, ma di concentrarsi sulla palla proprio non se ne parlava. A quanto ricordava, non era mai stata così vicina ad un ragazzo...

Ma lui non è un ragazzo! È solo Chad, il giocatore di basket più presuntuoso del mondo!

-E ora...- Chad diede una leggera spinta sulle sue mani mentre lei tirava. Il pallone finì dritto dritto nel canestro.

Taylor aprì gli occhi e sorrise, poi tornò in sè e con uno scatto si allontanò dal ragazzo, imbarazzata –Beh... tecnicamente, tu hai fatto canestro- constatò.

-No, io ti ho solo dato una spinta nella direzione giusta.- sorrise Chad caricandosi lo zaino sulle spalle.

-Il basket è molto importante per te, non è vero?-domandò Taylor mentre si avviavano verso l’uscita della palestra.

-Si, molto.- rispose lui –Il basket è l’unica cosa... certa... nel mio futuro... per ora, almeno.-

-So cosa vuoi dire. Per me è lo stesso, sai, con... il Decathlon, e il club delle scienze.-

Chad le sorrise come a dire che capiva perfettamente. Poi i due si salutarono, un po’ imbarazzati per essersi detti ciò che non avevano mai confidato a nessuno, e si divisero.

*-* *-* *-*

Chad passò negli spogliatoi a chiamare Zeke e Mark, i due ragazzi della squadra con cui di solito lui e Troy giravano e, soprattutto, i principali "complici" del piano che lui e Taylor avevano messo in pratica qualche giorno prima per "salvare" Troy e Gabriella. Che cretini che erano stati...

-Dobbiamo risolvere la situazione.- disse ai compagni –E io e... Taylor, abbiamo pensato che l’unica cosa da fare è confessare tutto.-

-Cavolo...- commentò Mark.

-Beh... ok, ma aspetta un secondo.- Zeke aprì il so armadietto e ne estrasse una specie di borsa termica.

-Che... diavolo ci fai con quello?- domandò incerto Chad mentre Mark concordava con lo sguardo.

-Ho preparato un paio di crostatine durante l’intervallo.- spiegò Zeke –Magari la prenderà meglio se lo addolciamo un po’.-

-Stranamente...- commentò Chad –Non è male come idea.-

-Grazie!- sorrise Zeke, e i tre uscirono dallo spogliatoio. In meno di dieci minuti stavano salendo le scale della serra.

Troy era seduto sull’unica panca del secondo piano, e guardava fuori con aria persa. Quando sentì i loro passi si voltò verso di loro e li guardò come se stessero camminando sulle mani –E voi che ci fate qui?- domandò con lo stesso tono di chi chiederebbe ad un fantasma perchè è comparso.

-Volevamo parlarti...- disse Chad facendo un passo avanti –Vedi, abbiamo ecco... parlato del fatto che... non ci stiamo comportando da amici.- disse, e Troy lo fissò accigliato –Cioè, noi intendo...- Chad indicò se stesso e gli altri due ragazzi dietro di lui –Non certo tu... sai, il musical...-

-Piantala Chad, l’ho mollato, non voglio più...-

-Volevamo dirti che ti verremo a vedere.- lo interruppe Chad.

-...parlarne... cosa?- domandò confuso il capitano della squadra di basket.

-Ti verremo a vedere. Siamo tuoi amici, dovremmo aiutarti, non certo ostacolarti, e invece è quello che abbiamo fatto.-

-Beh... questo problema non si pone, perchè... Gabriella non mi parla più...- Troy si voltò verso il vetro della serra guardando fuori –E non so nemmeno perchè.-

Chad inspirò.

Grandioso. Dovrei scrivere un libro: "come perdere il tuo migliore amico e, già che ci sei, fare in modo che ti odi."

-Noi si.-

-Cosa?-

-Mangia una di queste.- consigliò Zeke passando i dolci a Troy –Ti aiuterà a... sbollire.-

-In breve... mentre tu dicevi quelle cose sul musical e su Gabriella, l’altro giorno, negli spogliatoi... Taylor stava mostrando a Gabriella quello che dicevi dal computer.- spiegò Chad.

-Quella... quella... schifosa...- Troy strinse i pugni arrabbiato.

-Non prendertela con Taylor, Troy. È stata una mia idea.- confessò Chad.

Troy si voltò verso l’amico, o quello che considerava come tale. Immediatamente si alzò e lo sbattè contro il muro, sollevandolo un po’ dal colletto. Stava per colpirlo, ma all’ultimo cambiò idea.

-Sei un idiota Chad.- disse.

-Lo so.- concordò lui –Picchiami, se ti far star meglio... senza dubbio me lo merito.-

-No...- Troy lo lasciò andare –Probabilmente prima di quest’anno avrei fatto esattamente la stessa cosa se fosse stato al tuo posto. Quando non... avevo ancora conosciuto Gabriella.-

-No, tu non l’avresti fatto.- affermò Chad sicuro.

Sono stato un idiota... me lo meriterei, se non volesse più parlarmi...

-Forse no, in effetti.- Troy sorrise a Chad che, imbarazzato, gli sorrise a sua volta –E Gabriella? Lo sa?-

-Taylor le sta spiegando tutto in questo momento. Vedrai che capirà.-

*-* *-* *-*

-Nessuno ha costretto Troy a dire quelle cose.- disse Gabriella senza smettere di scrivere un’equazione alla lavagna.

-Ma mi stai ascoltando? Senti, secondo il nostro piano, Chad avrebbe dovuto farlo sentire il più in colpa possibile... quelle cose le ha dette solo per colpa nostra! Lui non centra assolutamente nulla, Gabriella, è con noi che devi avercela!-

-Senti Taylor, sono nella squadra per il Decathlon. Non ti basta?-

-Dio, Gabriella! Mi sono comportata da stronza, lo so, ma non significa che non ho un cuore! Ora ascoltami, ti prego: il Dechatlon è... non importa, quello che provi per noi... quello che provi per Troy, soprattutto... è la cosa più importante, l’unica cosa che conta!-

Gabriella non le diede retta e continuò a lavorare sulla sua equazione come se Taylor non avesse aperto bocca.

-Se non vuoi ascoltarmi, d’accordo. Ne hai tutte le ragioni, dopo il modo in cui mi sono comportata. Ma ti prego, ti prego Gabriella, se Troy verrà a parlarti, se le sue ragioni saranno... insomma, se ti sembrerà sincero, prima di sbattergli la porta in faccia, ricordati che è stata solo colpa nostra, non sua.-

Taylor, visto che Gabriella non sembrava intenzionata a risponderle, girò sui tacchi e si avviò verso l’uscita, ma proprio mentre stava per varcare la porta la voce di Gabriella le giunse all’orecchio –Non ce l’ho con te Taylor. Anche se ti sei comportata male. E forse... forse ascolterò Troy, se avrà qualcosa da dirmi.-

Con un sorriso, Taylor uscì dall’aula e raggiunse il suo armadietto. Mentre lo apriva, Chad si poggiò all’armadietto accanto al suo e domandò –Com’è andata?-

-Più o meno. Ascolterà Troy, se le chiederà scusa. Ha detto così.-

-Beh, Troy le parlerà stasera, così a detto. Credo che andrà a casa sua, non so...- la informò lui scrollando le spalle –Finalmente questo casino è risolto...-

-Bene.- disse Taylor nascondendo un sorriso un po’ triste.

Questo cosa significa Chad? È tipo "ora tutto è apposto, non c’è più bisogno di parlarci"? Beh, e cosa ti importa Taylor? In fondo non vedi l’ora di non essere più costretta a parlare con lui!

-Andrai a vedere le audizioni, vero? Io pensavo di andarci...- tentò Chad notando che lei si era per qualche motivo intristita.

-Si, credo proprio che ci andrò...- rispose Taylor –Magari ci vedremo lì.-

-Suppongo... che ci vedremo anche prima.- si accigliò Chad.

-Già, ovvio, dopotutto frequentiamo la stessa scuola, no?- concordò Taylor –Devo andare in classe... ci vediamo.-

-Ci... vediamo...- salutò incerto Chad.

Vedi Chad? L’avevi detto anche a Troy, la mente femminile è zona minata per te! Ma si può sapere cos’ha da fare così la fredda ora?

Il giorno seguente tutto sembrava essere tornato alla normalità. Troy e Gabriella erano decisamente allegri, si salutavano e si parlavano, il che significava che probabilmente Troy la sera prima era effettivamente andato a parlare con lei.

-Nella pausa, stamattina, abbiamo provato la canzone, e mi sono sentita di nuovo così... bene! È stato fantastico, e stiamo migliorando un sacco!- raccontò Gabriella a Taylor mentre, entrambe con i vassoi del pranzo in mano, entravano nella sala mensa.

-Sono contenta per voi, Gabriella... sono stata una cretina...-

-Non ci pensare più.- la interruppe Gabriella –Avete fatto un caos, è vero, però l’avete anche riparato, quindi tutto dimenticato!-

-Sei un’amica!- sorrise Taylor.

-Ad una condizione, però...- disse Gabriella fermandosi di botto.

-Chiedi e sarà fatto!- rispose Taylor in tono militare fermandosi a sua volta.

-Oggi ci sediamo al tavolo con loro.- Gabriella indicò con un cenno il tavolo a cui sedevano Troy, Chad, Zeke, Mark e alcune cheer leader tra cui J.Lo. e Leslie.

A Taylor per poco non prese un infarto miocardico, ma sapeva di doverlo a Gabriella, così annuì, ma non potè fare a meno di aggiungere –Oh, non sapevo che oggi fosse il giorno in cui studiamo le specie in via di estinzione! Quindi tocca al Gorilla delle Paludi, eh?-

-Dai, Taylor!- la sgridò Gabriella, ma intanto scoppiò a ridere, perciò Taylor non ci fece caso.

-Ciao!- salutò Gabriella avvicinandosi allegramente al tavolo –C’è posto?-

-Ma certo!- esclamò Troy, ed immediatamente si spostò dal suo posto di fianco a Chad lasciando due spazi liberi. Gabriella occupò immediatamente quello accanto a Troy.

Oh, grandioso! Non solo devo stare al suo stesso tavolo, ma anche stare vicina a lui mentre fa lo stupido con J.Lo., grandioso... ma poi che t’importa Taylor? Piantala di farti tutte queste turbe mentali, non è da te!

Taylor sedette al posto lasciato libero da Troy e poggiò davanti a sè il vassoio. Chad si voltò verso di lei e le sorrise alzando il pollice in segno di vittoria a cui lei rispose con un sorrisetto incerto.

-Tutto ok?- le domandò.

-Certo...- rispose Taylor titubante.

Un attimo... com’è che noi due ci parliamo ancora? Non era "finalmente tutto questo casino è risolto"?

J.Lo. le lanciò un’occhiataccia, poi si sporse leggermente verso Chad, la maglietta da cheer leader che mostrava decisamente più di quanto ci fosse bisogno di mostrare –Allora Chad, che te ne pare della nostra nuova coreografia?- domandò.

-Oh, carina, mi sembra... ma non sono un esperto, per il balletto dovete chiedere a Troy.- scherzò.

-Molto simpatico, davvero!- ribattè Troy lanciando all’amico un tovagliolo appallottolato mentre tutti scoppiavano a ridere.

-Quindi alla fine farete il provino?- domandò interessato un Wildcat di nome Daniel, a Troy e Gabriella –Cioè, vi metterete contro Sharpay e Ryan? Insomma, contro Sharpay Evans?-

-Esatto.- sorrise Troy guardando Gabriella –Canteremo. Dopotutto, non è scritto da nessuna parte che Sharpay deve vincere per forza.-

-Che la farete.- li incoraggiò Chad.

-Di sicuro!- rincarò Taylor.

Ed io in te

Crederò

Se vorrai

Ci sarò

Canteremo

Per il mondo

Che se vuoi

Ce la fai

Lo urlerò

Lo urlerai

Perchè tu sei libero

-Se provi a volare-

___________Nota di Herm90

Rieccomi!!! Mi diverto un casino a scrivere questa ficcy!

Comunque, passando a cose più importanti... i ringraziamenti! Tra l'altro, che emozione, c'è stata un'impennata di commenti nello scorso chappy! Quindi, grazie a evanescense (grazie, sei troppo gentile!), Titty90 (il più preeesto possibile!), L_Fy (anzi, Mirandolina... grazie di aver commentato addirittura tutti i capitoli! A proposito, tra un po' ti dovrei mandare un mp...), Baddy (Come quasi tutti, ma a me la coppia Gabriella/Troy non mi fa venire fuori nulla da scrivere, quindi...^^), Je91 (eheh, aspetta, aspetta, nelle mie ficcy l'"azione", come dici tu, arriva sempre verso la fine! Abbi pazienza!^^), tsukasa nishino (per riuscire a scrivere il tuo nick ci ho messo più tempo che a scrivere il chappy XD comunque grazie!!!) e a Pikky91 (continuo, continuo, non dubitare!!!^^)

Spero che questo chappy vi piaccia, bacioni-oni-oni a tutti!!! e ricordate...

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V

Commentuccio???

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Lottare uniti ***


Lottare uniti

Taylor scese dal bus poco dopo Troy. Il capitano stava salutando gli altri Wildcats, come sempre circondati dalle cheer leader, e accanto a lui era comparsa Gabriella. Quello era uno dei pochi momenti che i due potevano passare insieme tranquillamente, senza provare: a due giorni dal Decathlon e dalla partita e a tre giorni dai provini, tra ripetizioni, allenamenti e gorgheggi ai due rimaneva giusto quel poco tempo prima del suono della campanella e la pausa pranzo, e nemmeno sempre. Non che stessero ufficialmente insieme, ma Taylor, Chad e tutti gli altri, compresi probabilmente loro due, sapevano che era solo questione di tempo prima che succedesse, finalmente.

Taylor non voleva interromperli, così decise di raggiungere gli altri del club della scienza.

-Taylor, ehi!-

Taylor si voltò. Tra i Wildcats, una mano con un polsino rosso le faceva segno di avvicinarsi. La mano di Chad. Taylor decise di ascoltarlo e si unì al gruppo.

Chad, Troy e Gabriella la salutarono calorosamente. Zeke, Mark e gli altri ragazzi della squadra le fecero cenni con la mano o con la testa. Le cheer leader le lanciarono gli stessi sguardi di scherno che stavano rivolgendo a Gabriella.

L’unica differenza... pensò Taylor tra sè ...è che guardano male Gabriella perchè ha tolto dalla piazza Troy, mentre guardano male me perchè mi ritengono una sfigata indegna di parlare con loro. Razza di stupide oche...

-Entra con noi.- la voce di Chad la distolse dai suoi pensieri –Non vorrai mica lasciarmi solo con questi due?- le sussurrò ridendo nell’orecchio. Taylor si voltò verso Troy e Gabriella: si guardavano come se non ci fosse altro intorno a loro. Poi però si voltò verso il gruppetto del club delle scienze, che sostava a un lato del cortile. Forse sarebbe dovuta andare da loro, dopotutto li aveva un po’ ignorati ultimamente, a parte negli allenamenti per il Decathlon...

Beh, è solo per la storia del musical... non ci tengo affatto a passare il tempo con questi sportivi cavernicoli...

-Allora, vieni?- Chad le sfiorò un braccio e lei sussultò senza accorgersene. Troy, Gabriella a gli altri stavano entrando a scuola mentre le cheer leader erano rimaste in cortile per il loro allenamento.

-Certo.- rispose Taylor –Aspetta solo un attimo.- si allontanò da lui e raggiunse i ragazzi del club delle scienze –Venite con noi?- domandò con un sorriso. Alcuni la fissarono come se fosse impazzita, altri come se fosse un angelo venuto a portare la buona novella –Vuoi dire... entrare con... la squadra di basket?- domandò Jamie, un ragazzo dai capelli rossi che Taylor conosceva da quando erano bambini.

-Si.- rispose Taylor come se fosse naturale. In realtà sapeva che non lo era: fino a Capodanno non si sarebbe mai sognata di passare del tempo con i Wildcat, mentre ora da una settimana era praticamente sempre con Chad... e con Troy, ovviamente.

-D’accordo.- disse Jamie. Martha annuì. Altri due ragazzi, Tony e Bart, si unirono a loro, ma gli altri scossero la testa e dissero che sarebbero entrati dopo.

Taylor tornò da Chad, che l’aveva aspettata davanti alla fermata dell’autobus, insieme a Jamie, Martha, Tony e Bart. Chad si accigliò per un attimo, ma poi ricordò ciò che era successo l’ultima volta che era stato troppo rigido nel dividere in categorie le persone e sorrise.

Appena entrarono, videro Kelsie, la pianista e compositrice del Musical, Twinkle Town, fissare la bacheca con aria assente e sconsolata.

-Ehi Kelsie, che succ...- Troy, che si era avvicinato a Kelsie e aveva guardato anche lui la bacheca, si interruppe a metà parola sbarrando gli occhi. Tutti si avvicinarono preoccupati, e Troy, stupefatto, esclamò –I provini spostati a giovedì?-

-In contemporanea alla partita!- esclamò Chad mentre tutti si avvicinavano, preoccupati.

-E alla gara di Decathlon!- aggiunse Taylor.

-Ma perchè li avranno spostati?- domandò Zeke accigliato.

-Quella carogna della Darbus!- esclamò rabbiosamente Chad, ma Kelsie lo contraddisse –A dire il vero le carogne sono due, e nessuna delle due si chiama Darbus.-

Tutti si voltarono verso di lei in attesa di capire cosa fosse successo e Chad disse –Sai qualcosa? Sputa il rospo!-

-La Darbus è convinta di fare gli interessi del musical, ma in realtà Ryan e Sharpay stanno solo cercando di eliminare la concorrenza!- spiegò la ragazza avvicinandosi tristemente alla bacheca.

-Sai cosa vorrei fare a quei due schifosissimi...- Chad si voltò e stava per incamminarsi verso l’aula di teatro, probabilmente per andare a prendere a pugni Ryan. Taylor lo afferrò per un braccio quasi meccanicamente, e Troy lo fermò –Non faremo proprio niente. Eccetto cantare, forse. Ma abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti.- mise una mano al centro del gruppo –Chi ci sta?-

Gabriella fu la prima a mettere la mano sopra quella di Troy, seguita immediatamente da Kelsie, che piuttosto che lavorare per mesi con quella vipera di Sharpay si sarebbe fatta tagliare le mani, poi da Chad e Taylor e dal resto della squadra. Chad porse una mano a Taylor, che d’istinto poggiò la sua mano su quella di lui.

-Benissimo. Ho un’idea, cioè... so cosa dobbiamo fare, ma non so come farlo... troviamoci nell’intervallo in palestra. Lì, Sharpay non ci sarà di sicuro.- propose Troy –Direi che non serve che ci siamo tutti, bastano alcuni di noi per oggi... per non destare sospetti.-

Tutti erano d’accordo. La campanella suonò, e si divisero per andare nelle loro classi.

Nell’intervallo Troy, Gabriella, Taylor, Chad, Kelsie, Martha, Jamie, Zeke e Mark si trovarono in palestra, sul terzo piano degli spalti. Il coach, nonché il padre di Troy, entrò in palestra, lanciò un’occhiata a quello strano gruppetto e, con un saluto al figlio, uscì.

-Bene. Allora, dobbiamo trovare il modo di interrompere la partita e il Decathlon in tempo per i provini.- disse Troy.

-Che grande piano.- lo schernì Gabriella.

-Eh piantala, siete voi i cervelli, pensate!- scherzò Troy dandole una leggera spinta.

Ci fu qualche attimo di silenzio. Tutti erano concentratissimi.

-Beh un modo ci sarebbe...- mormorò Taylor a un certo punto –Ma è... insomma, complicato. E con due giorni soltanto per prepararlo non sarà facile, ma...-

-Insomma, parla!- esclamò Chad impaziente. Taylor gli lanciò un’occhiataccia, ma iniziò a spiegare –Beh, se riuscissimo ad entrare nella rete centrale della scuola, dal computer che avremo al Dechatlon potremmo creare uno squilibrio energetico e danneggiare l’illuminazione elettrica in palestra. Secondo il regolamento d’istituto, dovrebbero evacuare la palestra.-

-Ma sei pazza?- domandò Jamie ad occhi sbarrati –Oh, si, sei pazza, la vicinanza con la squadra di basket ti ha danneggiato la materia grigia?-

-Ehi!- esclamarono in coro Chad, Troy, Zeke e Mark.

-Non era un’offesa personale, scusate, volevo dire... insomma, è rischioso, il minimo errore potrebbe danneggiare l’impianto elettrico dell’intera scuola, se non peggio!-

-Beh, Taylor può farcela.-

Tutti si voltarono verso Chad, Taylor compresa, sbalordita dalle parole del ragazzo.

-Insomma, sei o non sei il genio della scuola? Sarà un giochetto per te!-

-Lo prenderò come un complimento.-

-Cosa ti fa pensare che non lo fosse?-

Taylor scostò lo sguardo da quello penetrante che il ragazzo aveva posato su di lei e arrossì lievemente, ma continuò ad esporre il suo piano –Beh... per il Dechatlon... sarà un po’ più rischioso. Gabriella, ti occupi tu della prova pratica, quindi dovresti sbagliare la temperatura del bunsen, metterla più alta, in modo che la soluzione liberi gas, che saranno tutt’altro che profumati. Quindi, saranno costretti ad evacuare il laboratorio.-

-Si, può funzionare!- esclamò allegramente Gabriella.

-Certo, ma ci sono un sacco di imprevisti da considerare... i giudici di gara all’80 per cento si accorgeranno della variazione di temperatura, qualcuno si...-

-Oddio, Jamie! Ti prego!- lo interruppe Kelsie, esplodendo per la prima volta in vita sua –Vuoi fare il corvaccio del malaugurio per tutto il tempo?-

-Sto solo considerando ciò che potrebbe andare storto.- si imbronciò Jamie, ma da quel momento non mosse più obiezioni.

-Beh, d’accordo, ci sono dei rischi.- concordò Troy –E chi non se la sente, purché non vada a fare la spia, non è certo obbligato ad aiutarci...-

Nessuno se ne andò.

-Grandioso.- sorrise Gabriella –Allora siamo d’accordo!-

Il giorno seguente, Taylor, Gabriella, Jamie e Martha passarono ogni istante libero al computer per cercare di collegarsi alla rete centrale. Chad e Troy andarono a chiedere loro se avevano bisogno di aiuto, ma tutti ricordavano i voti che i due avevano preso nel compito di fisica sull’elettronica, perciò rifiutarono. A pranzo, comunque, i due Wildcat portarono a tutti da mangiare dalla mensa. Finalmente, alle tre di pomeriggio, il computer di Taylor era collegato alla rete centrale, e tutto era pronto per il giorno seguente.

Giovedì la scuola era in fibrillazione. C’era la prima ora di lezione, poi tutto avrebbe avuto inizio. I provini, la partita e la gara.

Per mettere in atto il loro piano avevano giusto il tempo dell’esibizione di Ryan e Sharpay.

-Dio, sono agitatissima!- esclamò Gabriella. Era seduta con Taylor nell’aula di teatro. Nessuno nella scuola stava lavorando, visto che anche gli insegnanti, per via dei diversi importanti eventi, avevano il loro daffare.

Dall’altra parte della stanza Ryan e Sharpay ripassavano i loro spartiti senza far trapelare nemmeno una nota, probabilmente per via della presenza di Gabriella nell’aula.

-Ehilà!- esclamarono le voci di Chad e Troy mentre due mani coprivano gli occhi delle ragazze.

-Ma che?- domandò Taylor ridendo.

-Tadaaaaan!- esclamarono in coro i due lasciando liberi gli occhi delle ragazze.

-La torta p!- annunciò Zeke indicando la torta a forma di p che aveva poggiato sul banco davanti alle ragazze.

-Ma che bella! Grazie, ragazzi!- esclamò entusiasta Gabriella.

-Beh, anche noi abbiamo qualcosa per voi!- aggiunse Taylor. Le due ragazze si avvicinarono alla lavagna.

-Oh, ehm...- balbettò Chad guardando l’infinità di calcoli, numeri e schemi tracciata sulla superficie bianca.

-Oh, wow... un’equazione...- tartagliò Troy altrettanto spaesato.

Le due ragazze scoppiarono a ridere e girarono la lavagna, rivelando il cartello "Forza Wildcats!" che avevano preparato il pomeriggio precedente e che ai ragazzi piacque decisamente più dell’equazione.

-Tocca al Drama Club...- sussurrò Zeke, e tutti si catapultarono fuori dalla porta mentre Chad chiamava Sharpay e Ryan, che si sistemarono poggiati allo stipite mentre i giocatori rivelavano le magliette che, tutte insieme, formavano la scritta "Go drama club!". Sharpay sorrise in ringraziamento mentre Ryan, concentratissimo, cercava di capire cosa ci fosse scritto.

Il momento era arrivato.

-Buona fortuna.- sussurrò Chad all’orecchio di Taylor chinandosi su di lei prima di sfrecciare fuori dalla porta per unirsi alla squadra.

Taylor si immobilizzò per un secondo, ma poi si riprese grazie alla confusione che regnava giusto in tempo per gridare a Chad un –Buona fortuna!-

I giocatori entrarono in campo tra gli applausi della folla scatenata.

Il club di scienze entrò nel laboratorio di chimica tra gli sguardi educati dei presenti.

Ryan e Sharpay salirono sul palco tra le note della loro canzone.

Passa, passa, cavolo... grande Zeke vai...

NaO + HCl è uguale a...

Piroetta, salto e...

-Taylor, è il momento.- sussurrò Gabriella alla compagna che, seduta accanto a lei, aprì il computer e pigiò un paio di tasti.

In palestra, il cartellone segnapunti iniziò a lampeggiare, poi tutte le luci si spensero.

Il liquido nella beuta sul bunsen iniziò a ribollire rilasciando gas violacei dall’odore acre.

L’arbitro della partita e il giudice del Decathlon ordinarono di sgomberare le stanze.

Troy e Gabriella corsero a perdifiato verso il teatro.

La Darbus chiamò per la seconda volta il provino di Troy e Gabriella.

-Molto bene.- esclamò l’insegnante –La lista del casta verrà affissa...-

-No, aspetti, eccoci!- gridò Troy entrando di corsa nel teatro.

-Possiamo cantare!- gli fece eco Gabriella.

La Darbus tuttavia non era dello stesso avviso, ed era ovviamente sostenuta da Sharpay e Ryan.

In quel momento le porte delle due entrate del teatro di aprirono, proprio mentre la Darbus stava per andarsene lasciando lì Gabriella e Troy, delusi. Dalla porta di destra un gruppo di ragazzi e ragazze in camice, guidato da Taylor e seguito da alcuni altri studenti, entrò nella stanza. Dalla porta di sinistra giunsero invece ragazzi in pantaloncini e canotta rossa e bianca con scritto Wildcats, guidati da Chad, accompagnati da cheer leader in gonnellina rossa a pieghe e top e seguiti da un numero decisamente alto di studenti.

La Darbus non ricordava di aver mai visto il teatro così pieno se non alla prima di uno spettacolo, e a volte nemmeno in quell’occasione. Si vedeva che stava cambiando idea.

-La prego professoressa... canteremo senza piano...-

-Oh no!- Kelsie entrò sul palco, arrivata da chissà dove –Io sono il pianista.-

-Non ti conviene immischiarti.- minacciò Sharpay.

L’espressione di Sharpay mentre Kelsie, guardandola con durezza, rispondeva –Si, invece.- era decisamente impagabile.

-Beh... è andata così.- disse la Darbus, poi uscì dal palcoscenico seguita da una furente Sharpay e da un confuso Ryan.

La folla di studenti si sistemò nelle file di posti vuoti. Taylor guidava la fila di ragazzi del club che stava prendendo posto in terza fila, e all’improvviso andò a sbattere. Si voltò un po’ stupita: davanti a lei c’era Chad, che stava andando dalla parte opposta seguito dalla squadra di basket.

-Scusa.- ridacchiarono i due contemporaneamente, poi si sedettero uno accanto all’altra.

Intanto, la musica partì.

Gabriella era così pallida che Taylor era sicurissima che sarebbe svenuta da un momento all’altro.

-Oh, no...- mormorò Taylor.

-Non ti preoccupare.- sussurrò Chad chinandosi verso di lei –Hanno faticato un sacco, Gabriella ce la farà.-

-Già.- sorrise lei, all’improvviso convinta delle parole del ragazzo. E infatti, dopo qualche secondo in cui Troy e Gabriella si dissero qualcosa che nessuno comprese, la canzone iniziò. La voce di Troy e quella di Gabriella erano straordinarie, e tra loro c’era una sincronia, un’affinità che non si poteva costruire e che portò quasi subito li spettatori a battere il ritmo con le mani, tutti loro, complici di quel momento di paradiso che i due erano riusciti a creare in un semplice teatro.

La canzone finì. Tutti erano in piedi, e battevano le mani con quanta più forza riuscivano.

-Sono stati grandi!- esclamò Taylor emozionata.

-Decisamente!- concordò Chad che, anche se tentava di nasconderlo, era emozionato quanto lei. Taylor aveva notato che era stato il primo ad alzarsi in piedi.

La Darbus salì sul palcoscenico e prese il microfono –Non credo ci siano dubbi. Sharpay, Ryan, sono spiacente, ma la parte di Minni e Arold và a Troy e Gabriella.- un ululato di approvazione coinvolse quasi tutti, tranne un paio di cheer leader che guardavano Gabriella come a volerla strangolare e Sharpay, che aveva lo sguardo appannato e fisso davanti a sè come se il tempo per lei si fosse fermato. Ryan, invece, applaudiva con il resto della folla –Perchè per quanto sia importante la puntualità...- continuò la Darbus –C’è anche un’altra cosa importante, nel teatro: la forza di lottare per realizzare i tuoi sogni.-

I believe in dreamin’, shooting for the stars

Baby, to be the number one, you’ve got a raise the bar

Kickin’ and scratchin’, grinding out my best

Anything it takes, to climb the ladder of success.

Work our tails off everyday

Gotta bump the competition

Blow them all away

Yeah, we’re gonna

Bop, bop, bop,

Bop to the top

Slip and slide and ride that rhythm

Jump to the hop

Hop ‘til we drop

And start again

-Bop to the top-

__________Nota di Herm90

Ma salve!!! Eccomi con un altro chappy di questa ficcy! Visto che velocità stavolta?

Grazie Titty90 (vero, Taylor è Chad sono i migliori!!!), evanescense88 (veramente? ^^), Pikky91 (grazissimo, e complimenti per il linguaggio, come dire... forbito per indicare J.Lo.!) e Marzy (Ultimamente mi vengono ficcy a fiume su questa coppia, quindi se ti piace sii paziente e a breve ne arriverà un'altra, probabilmente!) per le vostre recensioni, spero che anche questo chappy vi piaccia!!!

Kiss to everybody!!! (si dice così? Il mio inglese fa pena...)

Bye!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Eventi ***


______Nota iniziale di Herm90

Questo NON è l'ultimo chappy! Lo scrivo perchè alcune recensioni sembravano convinte che la ficcy sarebbe terminata con questo, ma NON è così!

 

Eventi

Ora che i provini erano conclusi, la scuola era in pieno delirio, anche se erano già passati due giorni.

La lista del cast era stata affissa proprio quel giorno e, come aveva detto la Darbus dopo aver sentito cantare Troy e Gabriella, la parte dei protagonisti era stata affidata a loro due, mentre Sharpay e Rick erano stati segnati come sostituzioni in caso uno dei due non avesse potuto fare lo spettacolo.

E questo, alla East High, rappresentava senza dubbio una notizia eclatante.

Mai, fin da quando Sharpay Evans si era guadagnata la parte di Cenerentola quando faceva il primo anno d’asilo, qualcuno aveva avuto la parte della protagonista se frequentava la stessa scuola degli Evans. E, ovviamente, in quello stesso anno si era instaurato anche il ciclone Ryan, che aveva naturalmente affiancato la sorella anche in Cenerentola, facendo la parte del principe in modo egregio per un bambino di soli tre anni e mezzo.

Ma ora Sharpay e Ryan non avevano più tre anni e mezzo. E ora, Sharpay e Ryan erano stati battuti.

Ryan non sembrava particolarmente toccato dalla cosa, a dire il vero. Se ne andava normalmente in giro per la scuola, con quella sua aria un po’ ebete e la testa tra le nuvole, salutando i suoi amici, le persone che conosceva e, a volte, anche qualcuno che pensava di conoscere ma in realtà non aveva probabilmente mai visto prima.

Era Sharpay quella su cui il cambiamento aveva avuto più effetto. Era sempre la Regina di Ghiaccio. Camminava sempre per i corridoi con quella sua camminata sculettante. Indossava sempre quei suoi completini firmati e molto discreti. Ma la sua presenza si avvertiva anche se lei era a tre corridoi di distanza. Se ne andava in giro fulminando con lo sguardo tutti coloro che osavano guardarla negli occhi, ringhiando ogni volta che attorno a lei qualcuno pronunciava il nome di Gabriella o di Troy e scattando rabbiosa ogni volta che qualche povero studente inconsapevole osava rivolgerle la parola.

-Fa paura.- sussurrò Taylor a Gabriella accennando a Sharpay mentre Gabriella tirava fuori un libro dal suo armadietto –Insomma... d’accordo che è stato un po’ un trauma, per lei, ma sul serio, la prende troppo sul personale... potesse ti prenderebbe a morsi, ha lo stesso sguardo di Linda Blair nell’esorcista.-

-E ha anche la stessa cattiveria, mi è sembrato. Ho paura che combini qualcosa.- le confidò Gabriella.

-Non credo che lo farà. Puoi dire qualsiasi cosa su Sharpay, ma non che è stupida. E non so se questa in generale sia una cosa buona o cattiva, ma in questo caso è di sicuro un fatto a tuo vantaggio.- la tranquillizzò Taylor mentre le due si avviavano verso la classe.

-Il Decathlon a che ora inizia domani?- domandò Gabriella cambiando discorso quando furono sedute ai loro banchi nell’aula di Storia.

-Alle 14 e 30 precise. Ci troviamo, noi della squadra, alle 14 e 15, così diamo un’occhiata agli avversari.- rispose Taylor.

-Hai intenzione di studiarli uno ad uno con il tuo sguardo a raggi X per misurare il loro volume celebrale?- ridacchiò Gabriella. La classe di storia, intanto, si era riempita, e Troy e Chad entrarono per andare a sedersi dietro di loro.

-No, figurati, quello è compito di Clark Kent, ovviamente. Io userò i miei ultrasuoni per confonderli.- rise Taylor proprio mentre l’insegnante entrava in classe chiudendosi la porta alle spalle.

-Oh, giusto, come ho fatto a non arrivarci?- bisbigliò Gabriella.

Poi dovettero fare silenzio perchè l’insegnante iniziò a spiegare.

Il giorno seguente, c’era parecchia agitazione a scuola.

Non certo per il Dechatlon.

Dopo la sospensione del giovedì precedente, l’interesse per la partita di basket era aumentato a dismisura. Sicuramente, il pubblico sarebbe stato numerosissimo.

Alle 14 e 10, Taylor e Gabriella, dopo aver fatto pranzo in una caffetteria non lontana, rientrarono a scuola, nemmeno troppo agitate. Dopotutto, quella volta non dovevano far quasi esplodere una beuta e nemmeno penetrare abusivamente nella rete centrale della scuola.

Avvertirono il fischio d’inizio della partita di basket mentre si sedevano ai loro posti nel banco della East High per il Decathlon.

-Se una mole di cloruro d’argento contiene 6,023x10 23

molecole, allora quanto...-

-Abbiamo due tiri liberi per i Wildcats! Il punteggio è di...-

Quell’ora fu per tutti la più eccitante della settimana, dopo ovviamente il provino di Troy e Gabriella.

-Ed è... esatto! La East High si aggiudica il Decathlon di quest’anno!- affermò il giudice stringendo la mano di Taylor, che si tratteneva a stento dal mettersi a saltellare.

-Ed è punto!!! Troy Bolton segna il punto decisivo per i Wildcats allo scadere del tempo! I Wildcats vincono!!!-

-Taylor! Taylor, la partita!- le ricordò Gabriella tirandola per una manica.

-Oh, cavolo, è vero!- le due presero a correre, lanciando i camici in un angolo e uscendo dall’aula dirette verso la palestra.

Gabriella, dovresti fare la corsa campestre, altro che Decathlon! rifletté Taylor correndo ma, nonostante questo, perdendo di vista l’amica.

-Troy! Ti hanno nominato miglior giocatore in campo!- annunciò Chad interrompendo per un secondo Troy e Gabriella.

Tanto avranno tempo stasera per fare le loro cose...

Quando finalmente Taylor arrivò in palestra vide l’amica separarsi da un bacio di Troy. Al settimo cielo, si mise nuovamente a correre verso i due, ma venne bloccata da due mani che la afferrarono facendole fare una mezza giravolta e si trovò praticamente abbracciata a Chad.

-Cosa...- fece per dire Taylor, ma Chad fu più svelto –Vieni con me alla festa stasera, vero?-

Taylor rimase per un attimo così sbalordita da non riuscire ad emettere una sola parola, ma poi, senza pensarci, domandò –Un appuntamento?-

-Oh, è la tua giornata fortunata!- esclamò Chad rivolgendole un sorriso che, si accorse Taylor per la prima volta, aveva davvero un ché di ipnotico.

-Certo.- rispose quasi in trance, poi Chad la lasciò andare e Taylor raggiunse Gabriella –Gabriella non ci crederai mai!- esclamò entusiasta per chissà che motivo –Chad mi ha invitata alla festa stasera!-

-Grandioso!- festeggiò Gabriella con aria felice.

Troy si accigliò per un attimo, poi si voltò in cerca di Chad. Quando lo avvistò, lo afferrò per un braccio e domando –E così... Taylor?-

-Taylor? Taylor cosa?- se c’era una cosa che Chad non sapeva fare, era il finto-tonto. Alcuni dicevano che non gli riusciva perchè tonto lo era sul serio, ma erano persone che non lo conoscevano bene. In realtà, non sapeva farlo perchè le sensazioni che provava gli trapelavano dal sorriso.

-E bravo il mio amico "ognuno ha il suo gruppo"!- lo prese in giro Troy ridendo. Lui conosceva il sorriso di Chad.

We’re all in this together

Once we know... that we are

We’re all stars... and we see that

We’re all in this together

And it shows... when we stand

Hand in hand... make our dreams come true...

-Together-

________Nota di Herm90

Eccume qui con il nuovo chappy, la partita, il Decathlon e l'invito!

Grazie Titty (hai letto tutte le mie ficcy? Grazie elevato alla cinquantesima allora!), Marzy (contaci, contaci! Sto già scrivendo!), Mirandolina (non è finiiita!Aspetta, aspetta, i momenti clou devono ancora arrivare!), evanescense88 (grazzissime!) e Pikky91 (zizi, si continua anche dopo la fine del film! Almeno 2 o 3 chappy ancora ci devono essere! E... mi spiace di non aver fatto imboscare Chad e Taylor, ma sarebbe stato troppo semplice! Tu abbi fede!)

Mi fa un sacco piacere che i commenti a questa ficcy si stiano moltiplicando, visto che adoro questo film!

Oh, piccola informazione che ho trovato leggendo un giornalino, credo che vi interessi: stanno per girare il seguito di High School Musical!!! Per ora tutto quello che so è che si intitolerà "School's out for summer", e che la scena finale ha una coreografia complicatissima! Speriamo che lo diano in Italia nonostante i bassi ascolti che ha avuto su rai due...

Ok, ora la smetto e vi saluto tutti, ci vediamo al prossimo chappy!!! Kiss!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Se è un sogno... ***


Se è un sogno...

Taylor non aveva chiesto ai suoi genitori il permesso per andare alla festa per la partita, quella sera.

Non aveva chiesto ai suoi genitori il permesso perchè, sinceramente, non pensava di andarci, prima.

Non aveva mai pensato di andare ad una festa, evento o ballo organizzato dalla scuola, in particolare se organizzato per festeggiare una vittoria a basket.

Non ci aveva mai pensato prima di quell’invito di Chad.

Ancora di domandava perchè mai lui l’avesse invitata, e aveva due opinioni, o meglio, sensazioni, decisamente contrastanti tra loro.

La sua parte razionale, quella che di solito prevaleva, le diceva che probabilmente l’invito di Chad era una specie di "trattato", una dichiarazione di pace tra i loro due gruppi, tra Wildcats e Club delle Scienze.

Però non riusciva ad impedire alla sua parte romantica, quella che di solito rimaneva tranquillamente nascosta nell’ombra, di esprimersi in strani sogni ad occhi aperti in cui ballava con Chad, lui la stringeva a sè e...

"E"? Cosa vuol dire "e"? si interruppe precipitosamente Se anche quell’ "e" si verificasse, cosa decisamente improbabile per non dire impossibile, tu lo respingeresti, giusto Taylor? Giusto? A te non piace Chad Danforth! Anche se in effetti ha davvero un bel fisico... e un sorriso fantastico... e non è nemmeno un montato come credevi... e... e... oh mio Dio, Taylor, a te piace Chad Danforth!

-Ciao Taylor!- la voce di Eveline, la sua sorellina che aveva aperto la porta a Chad pochi giorni prima mandandolo in camera sua, la riscosse dai suoi pensieri.

Oh mamma... Taylor, sei entrata in casa e nemmeno te ne sei accorta! Sei messa proprio male!

-Ciao Eve... mamma, papà...-salutò Taylor poggiando lo zaino e sedendosi a tavola dove sua madre, Lorynne, stava riparando un calzino, Eveline stava facendo il suo compito di educazione artistica e suo padre, Michael, stava leggendo una rivista sportiva. Sulla copertina, un giocatore di basket stava infilando un pallone nel canestro e Taylor, tirando fuori i compiti per il giorno dopo, non potè fare a meno di sorridere.

-Com’è andato il Decathlon?- domandò Michael McKassy alla figlia, che rispose –Oh, bene, abbiamo vinto di sei punti.-

-Brava!- esclamò Eve, anche se in realtà non aveva idea di che cosa fosse il Decathlon. A lei interessava solo l’arte.

-E... anche la partita... è andata bene...- aggiunse Taylor.

-La partita?- domandarono i genitori guardandola un po’ straniti.

-Si, il basket, sai, yu-huuu, forza Wildcats e tutto il resto.- spiegò cercando di mantenere il tono poco entusiasta che avrebbe avuto senza dubbio fino alla settimana precedente.

-Oh, certo...- i suoi genitori si scambiarono uno sguardo incerto.

-Sapete, stasera, per festeggiare... si trovano tutti in palestra... c’è una specie di festa...- buttò lì Taylor.

-Ah...- le espressioni dei suoi genitori, nonché di Eveline, erano sempre più confuse.

-E mi chiedevo... se potevo andarci, magari.- domandò a bruciapelo.

Tutti rimasero per un secondo immobili a fissarla e lei continuò a fare i suoi compiti, senza alzare lo sguardo.

-Tu... vuoi andare alla festa per la partita?- domandò suo padre quasi balbettando per la sorpresa e guardandola come se avesse annunciato di voler passare le vacanze in un centro U.F.O. a cercare di contattare gli omini verdi.

-Esatto.-

-Ma... ecco, non so... non credo sia il caso...-

-Mamma, ti prego! Papà... per favore... non esco quasi mai, i miei voti sono buoni... vi prego vi prego vi prego!- insistette Taylor, terrorizzata all’idea di cosa avrebbe pensato Chad se lei avesse dovuto annullare tutto perchè i suoi genitori la ritenevano ancora una bambina.

-Perchè vuoi andare a questa festa?- indagò suo padre sospettoso –Non hai mai voluto partecipare a questo genere di eventi.-

-Perchè... ho visto un film strano, l’altro giorno, e ho capito che... che mi sto perdendo un sacco di cose, e se continuo così non avrò nessun ricordo del liceo quando sarà finito.- mentì Taylor.

-E va bene.- concesse infine suo padre dopo una lunga riflessione –Ma ti accompagno io, e ti vengo a prendere non dopo mezzanotte, intesi?-

Grandioso... Cenerentola 2-La vendetta della Scarpetta Indemoniata...

-Certo, papà.- sorrise Taylor, conscia di non poter ottenere di più. Chiuse il libro di matematica e schizzò fuori dalla cucina.

-Dove vai?- le urlò la madre, ma Taylor si era già chiusa nella sua stanza.

Dalle dieci a mezzanotte... ho solo due ore... mi sento tanto idiota, ma con così poco tempo ci và un bel vestito per fare colpo... rifletté spalancando il guardaroba e sentendosi così maledettamente simile a Sharpay Evans da avvertire quasi un conato di vomito.

All’improvviso, guardando il letto, le tornò in mente quando Chad era andato a restituirle il libro. Era stato quello il momento in cui lui aveva iniziato a piacerle? O era stato prima? Oh, beh, non è certo il momento di pensarci... vediamo di scovare qualcosa di decente, piuttosto...

Chad, nel frattempo, non aveva questi problemi. Tutta la squadra doveva indossare pantaloni e giacca bianchi e camicia o t-shirt rossa.

Inutile dire che lui aveva optato per la t-shirt.

Era in camera di Troy e, steso sul letto dell’amico, fissava il soffitto bianco mentre il capitano, chiuso in bagno, si stava vestendo.

-Giusto per sapere, da quand’è che ti piace Taylor?- domandò la voce di Troy proveniente da dietro la porta chiusa.

-Non mi piace Taylor.- rispose Chad –Solo, non è così male come credevo.-

-Beh, dall’espressione che avevi oggi quando l’hai invitata direi, amico, che invece ti piace.- lo schernì Troy uscendo finalmente dal bagno. Lui aveva messo la camicia.

-Certo, come dici tu.- lo assecondò Chad.

A me non piace Taylor... insomma, non è malaccio, è intelligente, e anche abbastanza simpatica, a modo suo... ma non mi piace... vero?

-Comunque...- continuò Chad cambiando discorso –Di chi è stata la brillante idea di farci mettere questi... come definirli? Cosi?- domandò accennando a ciò che i due ragazzi indossavano.

-Di mio padre.- rispose funereo Troy –Ora che lui e la Darbus vanno a braccetto, quando lei ha pensato di organizzare una festa in rosso e bianco, lui ha avuto la splendida idea di fare vestire tutta la squadra nello stesso modo, e questo e il risultato.-

-Grandioso...- ridacchiò Chad.

-Se non fosse che deve accompagnarci lui in auto mi sarei cambiato durante la strada, ma ci toccherà andare in giro conciati così. Mi spiace, ma sono certo che farai lo stesso colpo su Taylor.-

-Di nuovo? Ma come te lo devo dire che...-

-Non mi piace Taylor. Solo, non è così male come credevo.- gli fece il verso Troy.

Chad gli lanciò un cuscino, e in quel momento il signor Bolton entrò nella stanza e annunciò che era ora di andare.

Il coach Bolton aveva chiesto di essere tra gli insegnanti che avrebbero sorvegliato la palestra durante la festa, quella sera. Il preside, però, aveva avuto la prima intuizione giusta di tutta la sua carriera, e aveva immaginato che per Troy sarebbe stato imbarazzante stare alla festa con suo padre in giro, e così l’uomo avrebbe dovuto limitarsi ad accompagnare Troy e Chad.

Arrivati a scuola, Troy e Chad scesero dall’auto e Gabriella, avvolta in un bell’abito rosso con le spalline sottili e la gonna a pieghe, i capelli neri raccolti in una coda laterale, comparve immediatamente accanto a Troy, che la salutò con un lieve bacio.

J.Lo., ancheggiando in un minuscolo vestitino bianco aderente abbinato a stivali bianchi e calze a rete rosse, si avvicinò a Chad e, poggiandogli una mano sul braccio, domandò –Ehi, campione, come mai tutto solo? Se vuoi ti tengo compagnia io...-

-Molto gentile J.Lo.- ringraziò Chad con un sorriso continuando a scrutare le auto senza degnare la ragazza di uno sguardo –Ma non sono da solo, sto aspettando qualcuno.-

-Ah...- J.Lo. era visibilmente delusa, ma Chad non se ne accorse, o forse finse di non accorgersene –Grandioso... allora...-

-Ci vediamo dentro, J.Lo., Leslie ti sta aspettando, non vedi?- si intromise Gabriella.

La cheer leader le lanciò uno sguardo velenoso, ma non potè fare altro che allontanarsi ed entrare con l’amica alla festa.

Il viaggio in macchina fu tra i più stressanti che Taylor avesse mai fatto. Suo padre continuava ad indagare su chi avesse organizzato la festa, chi ci sarebbe stato a controllare e chissà cos’altro, mentre Eveline, che aveva insistito per accompagnare la sorella, continuava a farle domande trabocchetto. Taylor era sicura che sapesse che c’era un ragazzo in ballo, ma lei non se lo sarebbe fatta scappare per nulla al mondo. Probabilmente suo padre avrebbe preteso di conoscerlo prima della festa, se l’avesse scoperto, e Taylor sarebbe sicuramente morta di vergogna.

Quando Michael McKassy si fermò davanti all’entrata della scuola, Gabriella riconobbe immediatamente l’auto. Diede una leggera gomitata a Chad, poi trascinò via Troy con la scusa che dovevano assolutamente salutare un qualche ragazzo di una qualche classe che conosceva per qualche motivo.

Dal finestrino, Taylor vide Chad, in piedi, lo sguardo fisso sulla loro auto, e l’insicurezza che già aveva iniziato a farsi sentire da quando era salita in auto aumentò a dismisura.

Ryan Evans passò davanti a Chad con la sua solita espressione ebete, uno dei suoi soliti cappellini, rosso, una camicia bianca e pantaloni dello stesso rosso del cappello. Con lui, sfavillante come sempre, c’era Sharpay, con un abito rosso a balze bianche che faceva girare gran parte dei ragazzi davanti a cui passava. Ma Taylor, con un sorriso, notò che Chad, invece, non si era girato a guardare la Evans, anzi continuava a fissare la macchina, domandandosi probabilmente perchè non era ancora scesa.

Il motivo era semplice e riassumibile nelle parole "raccomandazioni di Michael McKassy", raccomandazioni che tuttavia Taylor non stava ascoltando, troppo impegnata a tormentarsi una ciocca riccia che era sfuggita al sottile cerchietto rosso continuando a osservare Chad.

Cavolo... certo che è davvero bello...

-Va bene, papà...- disse Taylor sperando di aver azzeccato la fine del discorso.

-Allora, ci vediamo a mezzanotte.- concluse il signor McKassy.

Taylor si lisciò nervosamente la gonna sopra il ginocchio del vestito bianco, stretto sotto il seno da un nastro dello stesso colore del cerchietto e dei sandali rossi a tacco basso. Aprì la portiera, scese dall’auto e la richiuse.

Mentre suo padre partiva, si avvicinò a Chad, imbarazzata.

-Ciao.- salutò con un sorriso timido e, probabilmente, arrossendo tantissimo.

Beh, tanto i colori della festa sono il rosso e il bianco, posso anche diventare scarlatta...

-Ciao...- salutò lui dopo qualche secondo, sorridendole –Beh... entriamo?-

Cavolo... e dille qualcosa razza di idiota cretino! Si può sapere che cosa ti prende ultimamente?

-Stai molto bene.- disse mentre entravano nella palestra.

-Grazie...- arrossì ancora di più lei –Wow... sembra così diversa...- disse poi accennando alla palestra.

In effetti era vero. Chad c’era stato tante volte, a quel genere di feste, visto che ce n’erano almeno tre all’anno, cioè Halloween, Natale e ballo di fine anno, ma la cosa lo stupiva sempre. La palestra di solito era un luogo familiare, per lui, ma in quelle occasioni si trasformava.

Nella fattispecie, quella sera il soffitto era coperto di stendardi rossi bordati di bianco, qua e là svolazzavano palloncini rossi e bianchi e persino le luci al neon erano dei colori della squadra, per non parlare della folla di studenti che si muoveva a ritmo di musica, chiacchierava e ciondolava in giro: tutti avevano seguito rigorosamente le indicazioni della Darbus e gli unici colori che si vedevano erano rosso e bianco.

-Già, è davvero bello.- concordò Chad. In quel momento Troy e Gabriella li raggiunsero. Taylor sorrise nel notare che il ragazzo teneva un braccio attorno alle spalle di Gabriella in modo così naturale.

-Visto che roba? Per una volta la Darbus non ha avuto un’idea così malvagia...- commentò Troy guardandosi attorno in quel trionfo di rosso e bianco.

-Oh, dai, a parte prendere te per il musical, le altre idee della Darbus sono buone, di solito...- lo schernì Chad. Taylor, Gabriella e Troy scoppiarono a ridere mentre quest’ultimo spintonava amichevolmente Chad.

Passarono la serata insieme, parlando, ridendo, scherzando, e Taylor si stupì di come si trovasse bene quella sera, nonostante fosse effettivamente circondata dalla parte "in" della scuola: per quanto si guardasse attorno poteva dire con certezza che, a parte lei e Gabriella, non c’era nessuno del Club di Scienze in palestra. E in effetti capiva perchè: non era il genere di evento a cui nemmeno lei avrebbe partecipato, prima...

Già, prima... ma prima di cosa, Taylor?

Lanciò uno sguardo a Chad e lui lo intercettò. Lei arrossì, ma lui sorrise e così Taylor fece lo stesso.

-Troy, andiamo a ballare.- annunciò Gabriella trascinando il compagno in mezzo alla folla di ragazzi che si muoveva al ritmo di una canzone di Shakira (che personalmente detesto, ma non mi veniva in mente altro al momento... N.d.A.)

-Vuoi... ecco... ballare?- propose Chad.

Le hai solo chiesto di ballare, è ovvio che l’avresti fatto, siete venuti insieme, non è il caso di agitarsi tanto, datti una calmata Chad!

-Oh... certo.-

Chad prese la mano di Taylor e la guidò gentilmente sulla pista. In quel momento la canzone terminò e il dj disse –Sono le undici e venti esatte, ragazzi, e che c’è di meglio di un buon lento per scaldare l’atmosfera?- mentre faceva partire, appunto, una canzone molto romantica.

Taylor arrossì di botto e abbassò lo sguardo, il che fu una fortuna, perchè Chad, vedendola così imbarazzata, le mise una mano sul fianco e domandò –Ti và ancora di ballare, vero?-

Lei alzò lo sguardo e incontrò quello del ragazzo.

Chad Danforth vuole ballare un lento con me??? Oh, ti prego, se è un sogno non voglio svegliarmi!

-Certo.- rispose.

Chad le circondò la vita con le braccia e lei, incerta, passò le sue sulle spalle di lui.

Ballarono per dieci minuti in silenzio, solo guardandosi negli occhi, un lieve sorriso dipinto sulle labbra di entrambi.

-Scusa ma... non avevi detto che tu e Chad...- disse Leslie all’orecchio di J.Lo. cercando di farsi sentire solo da lei nonostante la musica la costringesse a parlare a voce più alta del solito.

-Infatti. Ci sto lavorando.- la interruppe J.Lo., uno sguardo assassino fisso sulla coppia che ballava poco distante.

-Si... certo, non ne dubito, ma... nel tuo piano è previsto anche questo?- domandò Leslie accennando ai due ragazzi.

-Oh, non durerà molto. È solo una cosa... passeggera.- affermò J.Lo. con sicurezza , un sorretto crudele sulle labbra –Lei è di una classe enormemente inferiore alla nostra. E se Chad non lo capirà... allora qualcuno dovrà farglielo capire. Le cose devono tornare com’erano prima.-

Noooooo, no, no, no

Stick to the stuff you know

If you wanna be cool

Follow one simple rule

Don’t mess with the flow, oh, no

Stick to the status quoooooooo

No, no, no

Stick to the stuff you know

It is better by far

To keep things as they are

Don’t mess with the flow, no, no

Stick to the status

Stick to the status

Stick to the status quo!

-Stick to the Status Quo-

__________Nota di Herm90

Ed ecco il terzultimo chappy! Il prossimo è già praticamente scritto, devo solo fare un controllino e trovare la canzone adatta...

Oh, quasi dimenticavo, i ringraziamenti! Pikky91 (eccoti la prima parte della festa, spero che ti piaccia! Visto, Troy e Gabriella si sono anche ri-baciati^^ mi dava fastidio che nel film non si baciasse nessuno^^), Marzy (Ooooops! *Herm90 imbarazzata* mi ero scordata di Sharpay e Zeke... come ho fatto non lo so dato che ho visto il film tipo 10 volte... magari inserirò qualche accenno più avanti! Sorry!), Mirandolina (colleghina cara, ti ho mandato un mp, l'hai ricevuto?) e evanescense (Glatie!!!)... uhm... manca qualcuno... mah non mi pare... scherzo!!! Grazie millissime Titty90 (credevi che mi fossi scordata eh? Come potrei, con le tue recensioni fantastiche!!! Pubblicherai la shot che stai scrivendo vero??? E riguardo a msn, se mi mandi un mp con la tua e-mail ti mando volentieri il mio contatto! -per mandarmi un mp basta andare sul mio profilo e cliccare su "contatta")

Bene, dopo questo estenuante sproloquio, vi lascio! Ma voi, prima di lasciare me, ricordatevi di lasciare qualche commentuccio!

Bacioni a tutti quanti!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** ...dovrai svegliarti ***


...dovrai svegliarti

It’s funny when you find yourself

Looking from the outside

I’m standing here

But all I want is to be over there

Why did I let myself believe

Miracles could happen

‘Cause now I have to pretend

That I don’t really care

I thought you were my fairytale

My dreams when I’m not sleeping

A wish upon a star that’s coming true

But everybody else could tell

That I confuse my feelings with the truth

When there was me and you

-When there was me and you-

 

-Sai... sto davvero bene con te.- disse Chad stringendola un po’ di più a sè.

-Anch’io.- rispose lei maledicendo quella stupida mania di arrossire.

Chad le scostò una ciocca di capelli dal viso, sfiorandole la guancia con la mano. Fino a quel momento, abbracciati, si erano mossi lentamente al ritmo dolce della musica, ma Chad smise di ballare continuando a guardarla negli occhi.

Taylor era pienamente consapevole di ciò che avrebbe voluto fare in quel momento, ma sapeva anche che non avrebbe mai avuto il coraggio di farlo.

Tuttavia, dal modo in cui lui si stava avvicinando, da come la guardava fisso negli occhi, capì che forse non avrebbe dovuto fare lei la prima mossa...

Improvvisamente una mano le tamburellò su una spalla e Taylor balzò indietro spaventata riconoscendo la professoressa Foster, l’insegnante di storia delle classi prime e seconde.

-Mi spiace interrompervi.- disse la donna lanciando ai due un’occhiata di lieve rimprovero che fece arrossire Taylor –Ma c’è sua madre al telefono, signorina McKassy.-

Probabilmente nessuno raggiungerà mai la graduazione di rosso che in quel momento raggiunse il volto di Taylor.

-Vuole parlarle.- aggiunse la Foster, come se non fosse una cosa ovvia.

Taylor si scusò debolmente con Chad, che le fece un sorriso e le disse –Non mi muovo, cascasse il mondo. Ti aspetto qui.- Taylor sorrise allo sguardo dolce del ragazzo e si allontanò con l’insegnante per andare in segreteria, dove c’era il telefono.

J.Lo. vide Taylor allontanarsi e Chad rimanere solo sulla pista, tra le coppiette che si muovevano e che si baciavano.

-Ehi.- lo salutò poggiandogli le braccia sulle spalle e iniziando a muoversi sensualmente decisamente vicina a lui.

-Che fai, J.Lo.?- indagò Chad indietreggiando per allontanarsi dalla ragazza.

-Nulla, ti tengo compagnia visto che cosa se n’è andata.- spiegò lei innocentemente accennando alla porta da cui era uscita Taylor.

-Beh, tornerà a minuti, quindi ti ringrazio ma non ce n’è davvero bisogno.- ribatté Chad facendo un altro passo indietro. Avrebbe potuto tranquillamente spingerla via, ma era sempre un ragazzo e lei una ragazza in bilico su dei tacchi a spillo chilometrici, non voleva certo avere la carriera di cheer leader di J.Lo. sulla coscienza.

-Mamma, come ti salta in mente di chiamarmi qui?- protestò Taylor senza riuscire a trattenersi. D’accordo, andava bene tornare un’ora prima della fine della festa, ma telefonare! E mentre lei era nel bel mezzo di un lento con Chad! Non che sua madre potesse saperlo, ma questo certo non sbolliva la sua irritazione.

-Scusa, Taylor, ma volevo avvertirti che papà sarà lì presto, è già partito.-

-Grandioso. C’è altro?-

-No, vai pure.- acconsentì la signora McKassy indispettita.

-Ciao.- Taylor agganciò il telefono, si voltò e tornò in palestra.

Beh fantastico, se papà sta arrivando, anche se magari Chad stava davvero per... ma che...

Taylor si immobilizzò.

No... no!

Chad era di spalle, ma riconoscibilissimo. La ragazza con lui era senza ombra di dubbio J.Lo. e quel... quel... quel bacio non era decisamente un segno di affetto amichevole.

In quel momento, Taylor comprese cosa significava avere il cuore a pezzi.

Chad, ora senza remore, spinse indietro J.Lo., e a quel paese i tacchi a spillo e la carriera di cheer leader.

-Si può sapere che diavolo fai?-

-Ti bacio, mi sembrava abbastanza ovvio!-

-Si, appunto! Vediamo di chiarirci, io sono qui con Taylor e...-

-Ne sei certo?- lo interruppe lei, acida –Secondo me, a breve sarai qui da solo, o meglio, con me, se non sei completamente stupido.-

J.Lo. stava fissando con un sorrisino crudele un punto alle spalle di Chad. Con un orrendo presentimento, il ragazzo si voltò.

Taylor, all’entrata della palestra, li fissava con sguardo inorridito.

A Chad mancò il fiato di colpo.

Si voltò di scatto, e iniziò a muoversi velocemente in direzione della ragazza, mentre J.Lo. gli gridava dietro –Tutto questo è inutile, Chad! È così che deve andare, e lo sai!-

-Taylor...- disse sfiorandole un braccio quando la raggiunse.

-Lasciami stare!- scattò lei scansandosi come se la mano di Chad fosse incandescente –Mi fai schifo!-

-Lascia che ti spie... Taylor!- le urlò dietro Chad mentre lei si voltava e iniziava a correre verso l’uscita della scuola.

Chad le andò dietro, chiamandola, ma lei non si fermò.

L’auto di suo padre era già arrivata e la ragazza salì a bordo trattenendo le lacrime con tutta la sua forza.

Chad fece cenno all’auto di fermarsi, continuando a correre, ma la vettura partì e lui rimase solo, in mezzo al parcheggio, senza sapere cosa fare. I pullman non circolavano a quell’ora, perciò arrivare a casa di Taylor sarebbe stato impossibile.

Si voltò e cominciò a camminare verso casa sua, le mani in tasca, lo sguardo fisso a terra e nella mente un solo pensiero: come spiegare a Taylor ciò che era successo.

Quando l’auto entrò nel garage, a Taylor facevano male il labbro inferiore a forza di morderselo, i palmi delle mani a forza di piantarci le unghie dentro e, inoltre, avvertiva delle fitte allo stomaco che tra le tre cose erano le peggiori.

Si era trattenuta per tutto il viaggio, ma quando arrivò in camera sua si buttò sul suo letto e le lacrime iniziarono a rigarle le guance.

Quando Taylor si svegliò si sentiva gli occhi stanchissimi. La sera prima si era giusto ricordata di mettersi in pigiama e poi, infilatasi sotto le coperte, aveva ricominciato a piangere.

Continuava a ripetersi che era stupido passare tanto tempo a disperarsi per un tale stronzo, ma non poteva farci nulla, non riusciva a controllarsi.

Si alzò dal letto e frugò nel guardaroba alla ricerca di qualcosa da mettersi. Tirò fuori il primo paio di jeans e la prima maglia che trovò, si vestì e poi scese a fare colazione cercando di stamparsi un sorriso sulle labbra. Cosa che non le riuscì affatto bene visto che non appena Eveline la guardò in faccia esclamò –Miseriaccia, sei finita sotto un autobus?-

-Piantala Eve, che dici?- borbottò Taylor, sperando che i genitori non avessero sentito le parole della ragazzina. Speranza che risultò vana, perchè la madre quasi immediatamente, studiando anche lei con cura la figlia, disse –Oh, ma è vero, Taylor, sei sicura di star bene?-

-Mamma, non ti preoccupare... non è niente...- cercò di tranquillizzarla Taylor piantandosi le unghie nei palmi delle mani. La voglia di piangere della sera precedente stava tornando a galla come se non fosse mai passata.

-Ne sei sicura?- insistette la donna –Magari invece oggi potresti rimanere a casa, così ti riprendi del tutto e non rischi di...-

-No, mamma, sto bene ho detto.- la interruppe Taylor più duramente di quanto non avrebbe voluto.

-Come vuoi, cara.- si accigliò la signora McKassy.

Come voglio? E quando mai le cose vanno come voglio? Ieri sera stavo così bene, e poi...

In realtà le avrebbe fatto bene stare a casa. O, almeno, non le avrebbe fatto più male di quanto già non stesse. Ma se fosse stata a casa, Chad avrebbe capito quanto l’aveva fatta stare male. E questo non doveva accadere. Il suo orgoglio era già stato ferito sin troppo.

Chad arrivò a scuola prima del solito quel giorno. Non voleva rischiare di arrivare dopo lo scuolabus.

Era rimasto sveglio tutta la notte, immobile, fissando il soffitto, e l’unica cosa che aveva capito era che doveva parlarle subito, appena lei fosse arrivata a scuola e di sicuro prima che avesse la possibilità di parlarne con le sue amiche. Gli bastava avere a che fare con una sola ragazza ferita, senza bisogno di affrontare anche tutta la retroguardia del Club delle Scienze.

A dire il vero, la notte prima Chad aveva pensato ad un sacco di cose.

Quell’attimo, la sera prima, in cui aveva capito che Taylor li aveva visti, era stato tremendo, orribile. Non aveva mai avvertito prima una sensazione del genere, e non riusciva a capire cosa fosse.

Inoltre, ricostruendo i fatti, si era accorto di cosa stava per succedere prima che la Foster li interrompesse. Sul momento non si era accorto di ciò che stava facendo, ma ripensandoci era ovvio che stava per baciarla...

Perchè poi? A me non piace... ma se non mi piace, allora perchè mi sento così male al pensiero che lei ce l’ha con me? E perchè stavo per baciarla? E che cavolo Chad, piantala di raccontarti balle... è ovvio che Troy aveva ragione... lei ti piace, e tanto anche... e grazie a quella cretina di J.Lo., hai rovinato tutto...

Il pullman si fermò davanti all’entrata. Taylor ebbe cura di lasciar passare qualche studente per dividerla da Troy, poi seguì la folla.

-Ehi, Chad, ieri sera sei sparito... dov’eravate nascosti tu e Taylor, eh?- lo schernì amichevolmente Troy con una pacca sulla spalla.

-Ma che io e Taylor... magari... lascia stare và, ti spiego dopo...- borbottò il ragazzo, poi vide Taylor scendere dal mezzo –Ci vediamo a lezione.- disse frettoloso, e si allontanò da Troy per raggiungere la ragazza.

-Taylor...-

Sentendosi chiamare e afferrare per un braccio, lei si voltò Non fu sorpresa di trovarsi davanti Chad, l’aveva riconosciuto dalla voce.

-Che vuoi, Chad?- domandò in tono gelido e distaccato, anche se vedendolo, sentendolo accanto a lei, il dolore le trafiggeva nuovamente lo stomaco.

-Taylor, riguardo a ieri sera...- tentò di spiegare Chad, ma lei lo interruppe –Non preoccuparti, non c’è problema.-

-N... no?- domandò lui accigliandosi.

-Certo che no. Lo sanno tutti che tu e J.Lo. state praticamente insieme, e per quanto mi riguarda puoi baciarla quando ti pare, anche se continuo a non capire perchè mi hai invitata alla festa...-

-Io non...- tentò di interromperla lui, ma non ci riuscì e Taylor continuò –In effetti, se non fossi stata così entusiasta per il Decathlon, non avrei accettato.-

Quelle parole arrivarono a Chad come una pugnalata.

-Co... cosa?- boccheggiò stordito.

Visto? Ha accettato di venire con te, ma in realtà le sei totalmente indifferente, anzi probabilmente la infastidisci e basta...

-Oh, lo sai, non fare finta che non sia così. Mi hai invitata nell’euforia del momento... ero stupita che non ti fossi tirato indietro nel pomeriggio, in effetti.-

Sei proprio una cretina Taylor, che senso ha far finta che non ti importi nulla? Sbattigli in faccia quanto stai male, invece, così magari sentendosi in colpa la prossima volta si comporta come un essere umano dotato di cuore.

-Senti Taylor, io non...- cercò di spiegarsi Chad. Ma non riuscì a concludere la frase, la voce gli si spezzò in gola.

-Nemmeno io.- confermò Taylor. Poi si voltò risoluta e si allontanò dal ragazzo, il passo deciso ma gli occhi pieni di lacrime.

Anche gli occhi di Chad, mentre la guardava allontanarsi, si fecero lucidi.

Ma entrambi ricacciarono indietro le lacrime, troppo orgogliosi per esplodere davanti a tutti.

Le lezioni ai due parvero interminabili. La scena rimase la stessa per tutto il tempo: Chad entrava in classe e si sedeva, Taylor faceva lo stesso assicurandosi di prendere posto dalla parte opposta della classe, dove non poteva vedere Chad. Il ragazzo, all’ultimo minuto, riusciva a spostarsi un po’ per avere la possibilità di vedere Taylor e teneva per tutta la lezione gli occhi fissi sulla sua schiena, come cercando di leggere i suoi pensieri. Nei cambi d’ora, J.Lo. salutava Chad con sorrisi e occhiolini, ma lui si limitò a lanciarle occhiatacce che avrebbero incenerito un elefante obeso.

-Ora vuoi dirmi cosa succede o te lo devo cavare con le pinze?- domandò Gabriella mentre le due uscivano dalla classe di storia accingendosi a passare l’ora buca chiacchierando, visto che non avevano più bisogno di allenarsi per il Decathlon e potevano passare un po’ di tempo in libertà.

-Io... nulla.- Taylor avrebbe voluto confidarsi con l’amica, davvero. Ma non ce la faceva, solo pensare a ciò che era accaduto la sera precedente le faceva avvertire forti fitte di dolore allo stomaco e riempire gli occhi di lacrime, cosa che accadde in quel momento.

-Taylor, ma... stai male? Chad ha fatto...- si preoccupò Gabriella vedendo l’amica così triste.

-Non lo nominare per favore, io... oh, ti prego Gabriella, non mi và di parlarne... io credevo... e invece...- si ritrovò a singhiozzare Taylor senza nemmeno accorgersene. Quando se ne rese conto, si accorse anche di essere in mezzo al corridoio, così si voltò e, scusandosi con Gabriella, si allontanò per andare a chiudersi in bagno.

-Chad Danforth, sei morto.- ringhiò Gabriella voltandosi, decisa a trovare quel cretino dell’amico del suo ragazzo.

Intanto, lo sfortunato ragazzo era in palestra e, tirando a canestro, si stava sfogando con il migliore amico, nonché ragazzo della furia scatenata che si stava a loro insaputa avvicinando alla palestra.

Taylor, chiusa in uno dei gabinetti, cercava di convincersi di quanto Chad non si meritasse tutte quelle lacrime.

I swore I knew the melody

That I heard you singing

And when you smiled

You made me fell

Like I could sing alone

But then you went and changed the words

Now my heart is empty

I’m only left with used-to-be’s

And once upon a song

I know you’re not a fairytale

And dreams are meant for sleeping

And wishes on a star

Just don’t come true

‘Cause no even I can tell

That I confuse my feelings with the truth

Because I liked the view

When there was me and you

I can’t believe that I could be so blind

It’s like you were floating

While I was falling

And didn’t mind

Because I like the view

I thought you felt it too

When there was me and you

-When there was me and you-

___________Nota di Herm90

Rieccomi, finalmente, con il penultimo capitolo della ficcy!

Ringraziamenti: Marzy (già, figurati che io la prima volta ho spento senza nemmeno notare la scena del biscotto!), Titty90 (beh, ora credo che J.Lo. ti stia ancora più antipatica! Uhm... ora vado a vedere se hai pubblicato qualcosa!), Mirandolina (oh no, collega, fai resistere il tuo apparato nervoso ti prego, devo sapere come continua la tua ficcy!), evanescense (fosse per me, J.Lo. sarebbe già morta e sepolta ^^ ma mi serve per la ficcy, quindi... per questo capitolo continua a scartavetrare i coglioni a tutti!), Pikky91 (Ecco la seconda parte della festa, anche se scommetto che avresti sperato in qualcosa di più... romantico!) e Je91 (Ti aiuto io per la missione! E credo che anche la povera Taylor si unirebbe volentieri!)

Beh, ora basta, vi lascio e vado a fare un giretto tra le nuove pubblicazioni...

bacioni a tutti, vi voglio bene! E... lasciate un commentuccio!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** un consiglio... amichevole ***


_________Nota iniziale Herm90

NON è il capitolo finale... so che doveva esserlo, ma ho preferito inserire questo piccolo capitolozzo per inserire la conclusione, che comunque è praticamente già scritta quindi arriverà a breve... ora vi lascio al capitolo!

Un consiglio... amichevole

Taylor si caricò lo zaino in spalla uscendo dal bagno in cui aveva passato l’ultima mezz’ora.

Per fortuna che oggi esco prima.

La ragazza uscì da scuola, e salì sull’auto del padre sperando che non notasse gli occhi nuovamente rossi per il pianto.

-TU!-

Chad e Troy si voltarono di scatto, spaventati dall’improvvisa esplosione che la voce di Gabriella aveva provocato: dopotutto, era un soprano, e amplificato notevolmente dalle pareti della palestra.

-Gabriella!- esclamò Troy un po’ preoccupato vedendo la sua ragazza avvicinarsi a loro con passo spedito e occhi saettanti.

-Hai combinato qualcosa?- domandò Chad a Troy, sottovoce.

Sottovoce, ma Gabriella lo sentì: una donna arrabbiata sviluppa capacità inimmaginabili.

-Non ha fatto NULLA. LUI.- sbraitò Gabriella fermandosi a cinque millimetri da Chad e senza accennare ad abbassare il volume della voce –Sei TU che devi spiegarmi un bel po’ di cose, Danforth!-

-I... io?- balbettò Chad lanciando un’occhiata allarmata all’amico, implorandolo con lo sguardo di allontanare da lui quella belva scatenata –E che... cosa dovrei spiegarti?-

-COSA DOVREI SPIEGARTI? COSA DOVREI SPIEGARTI???- la voce di Gabriella si alzava sempre di più, e Troy iniziava a preoccuparsi seriamente: se le fossero scoppiati i polmoni avrebbe ucciso Chad, qualsiasi cosa fosse successa per far gridare così la ragazza.

-Ehm...-

-EHM???-

-Gabriella...-

-GABRIELLA???-

-Senti, vuoi spiegarmi che diavolo sta succedendo? Sei piombata qui urlando peggio di una banshee contro di me e non so nemmeno cosa ho fatto!- si spazientì Chad: per quel giorno ne aveva avute abbastanza.

-Non hai capito: TU DEVI SPIEGARMI COS’HAI FATTO, RAZZA DI IDIOTA! SI PUÒ SAPERE COS’HAI FATTO A TAYLOR? E SPERA CHE NON SIA NIENTE DI GRAVE, PERCHÈ HO I TACCHI E POTRESTI TROVARTENE UNO CONFICCATO NELLA SCATOLA CRANICA, VISTO CHE TANTO LÌ DENTRO NON C’È NULLA CHE VALGA LA PENA DI PROTEGGERE!!!-

Alle parole di Gabriella seguirono almeno trenta secondo del silenzio più assoluto. Poi Chad, mantenendo la voce il più possibile impassibile, si voltò e avviandosi verso gli spogliatoi disse –Non c’è niente da spiegare.-

-EH NO!- Gabriella lo raggiunse e si parò davanti a lui, sbarrando la porta degli spogliatoi –Non te la cavi certo così facilmente!-

-MA TU CHE VUOI, EH? COSA CENTRI TU?- Chad era sull’orlo di una crisi isterica: gli bastavano le parole di Taylor, non c’era bisogno che anche la fidanzata pazzoide dei suo amico si mettesse in mezzo.

-Cosa centro io?- sibilò Gabriella con voce velenosa, un sussurrò che immediatamente si trasformò in un grido –COSA CENTRO IO? IO CENTRO ECCOME SE UNO STUPIDO IDIOTA SENZA CERVELLO FA PIANGERE LA MIA MIGLIORE AMICA PER ORE!-

-MA CHE... piangere?- Chad si bloccò, metabolizzando all’improvviso le parole di Gabriella e fissandola stupito –Taylor sta piangendo?-

-SAI, NON TUTTI HANNO IL CUORE FATTO DI PIOMBO!-

-Gabriella... Taylor sta piangendo? Ne sei certa?-

-Certo.- ora, Gabriella iniziava ad essere davvero confusa.

-Lei... prima, ha detto che non le importava, che... che in realtà non voleva venire alla festa con me.- Chad, ricordando quelle parole, non poteva non sentirsi male: era strano, non gli era mai capitato prima.

-Che... cosa dici? Certo che Taylor voleva venire alla festa con te, non avrebbe mai detto una cosa simile...-

-Nemmeno per... vendicarsi?- domandò Chad, il cuore improvvisamente riempito di speranze.

-E di cosa dovrebbe vendicarsi?- si accigliò Gabriella.

-Beh... ieri sera, alla festa, J.Lo. mi ha baciato, e... sai Taylor ha visto, ma ha frainteso!- si affrettò a precisare Chad vedendo gli occhi della ragazza lanciare scintille –Non avrei mai... insomma, non...-

-Lui l’ha respinta.- intervenne Troy vedendo l’amico in difficoltà.

-Già!- confermò Chad segnandosi mentalmente di dimostrarsi grato con il suo migliore amico: Gabriella sarebbe stata preziosa, se solo l’avessero convinta ad aiutarli a far parlare con lui Taylor. Perchè ormai Chad aveva deciso: nonostante quello che la ragazza gli aveva detto, le doveva parlare. Se poi davvero Taylor aveva detto quella cosa solo per vendicarsi, lui aveva il dovere di sistemare le cose.

Gabriella squadrò i due con occhi inquisitori. Il suo sguardo passò rapidamente da Chad a Troy, poi tornò ancora una volta a Chad.

-Ne sei assolutamente certo? Ti giuro che se scopro che non è andata così...-

-Esattamente così, Gabriella.- le assicurò Chad –Non è successo nient’altro, e non avrei mai voluto... farla star male.- Chad abbassò lo sguardo, ma Gabriella intercettò comunque il suo sguardo sincero.

-Per oggi Taylor è andata a casa.- disse Gabriella –Ma domani devi parlarle.-

-E come?- domandò disperato Chad –Non vuole nemmeno vedermi, quando ci incrociamo cambia strada... non potresti parlarle e dirle che devo vederla assolutamente?-

-Non mi ascolterebbe mai.- affermò Gabriella sicura –In teoria, io non dovrei nemmeno sapere ciò che è successo, si arrabbierebbe, e lo è già abbastanza. No, ci vuole qualcosa di meglio, qualcosa di più...- Gabriella sorrise tra sè –Ma certo, ho trovato... senti, Chad, domani...-

All things change

When you don’t expect them to

No one knows

What the future gonna do

I never even noticed

That you’ve been there all along

-I can’t take my eyes off you-

___________Nota di Herm90

E ora, attendete il prossimo chappy che, questa volta, giurin giuretta, sarà davvero quello conclusivo! Vedo che tutti adorate il personaggio di J.Lo.^^ bene, significa che è abbastanza stronza, visti i vari, forbiti modi che avete trovato per definirla^^

Ringraziamenti: Titty90 (sono contenta di essere riuscita addirittura a farti piangere! Cioè, detto così suona male^^, intendo dire che sono contenta di essere riuscita ad esprimere bene quello che prova Taylor! Grazie mille!), Pikky91 (grandioso, quindi sono riuscita a farvi capire com'è fatta J.Lo., a giudicare dai tuoi insulti alla "poveretta", o meglio, alla sciacquetta...), Mirandolina (e per la seconda volta, mi sa che ti avrò sulla coscienza, perchè ancora l'happy end non è giunto! Comunque posso assicurarti che si, ragazze come J.Lo. ci sono, ne è pieno il mondo, e sei fortunata se non ne hai ancora conosciuta una!) e evanescense88 (ribadisci, ribadisci! Non fa mai male!).

Ora, vi saluto e vado a lavorare sul finale, così lo posto al più presto in modo da non causare un elettrocardiogramma piatto alla mia esimia collega!

Bacioni!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** La canzone disperata ***


La canzone disperata

We’re soarin’, flyin’
There’s not a star in heaven
That we can’t reach

If we’re trying
So we’re breaking free

You know the world can see us
In a way that’s different than who we are

Creating space between us
‘Til we’re separate hearts

But your faith it gives me strength
Strength to believe

We’re breakin’ free

We’re soarin’

Flyin’
There’s not a star in heaven
That we can’t reach
If we’re trying
Yeah, we’re breaking free
Oh, we’re breakin’ free

Can you feel it building
Like a wave the ocean just can’t control
Connected by a feeling
Ohhh, in our very souls
Rising ‘til it lifts us up
So every one can see

-We’re breaking free-

Taylor arrivò a scuola stanchissima e senza aver fatto colazione: la sera prima aveva mangiato così tanto gelato per cercare, invano, di tirarsi su di morale, che non aveva avuto fame.

Arrivata nell’aula della Darbus, si sedette al solito banco al fondo dell’aula. Gabriella si sedette accanto a lei salutandola con un sorriso.

Cinque minuti dopo arrivarono Chad e Troy. Quest’ultimo salutò Gabriella con un bacio a fior di labbra e poi raggiunse l’amico, che si era seduto dalla parte opposta dell’aula.

Taylor guardò per qualche secondo la schiena di Chad, domandandosi se anche lui aveva passato la serata come lei, triste e depresso, o se invece era andato ad una festa, o al cinema, a divertirsi, magari con quell’oca di cui preferiva non pronunciare nemmeno il nome, senza pensare a lei nemmeno lontanamente.

J.Lo. entrò nell’aula sculettando, e fece un gran sorriso a Chad. Dalla posizione in cui era Taylor non poteva vedere la reazione del ragazzo, ma non ci voleva certo un genio per capire che qualunque essere umano maschio si sarebbe sciolto davanti a quel genere di sorriso. Tuttavia...

Era davvero freddo come si era mostrato il giorno prima davanti allo scuolabus? Oppure aveva finto, e un po’ gli dispiaceva che loro due non si parlassero più? Non che dovesse disperarsi e rotolarsi a terra battendo i pugni, però... insomma, davvero non gli importava proprio nulla?

Ma non poteva continuare a pensarci per troppo tempo, la Darbus era entrata e non poteva permettere che il pensiero di Chad la distraesse dalla scuola.

Chad lanciò un’occhiata rapida a Taylor, dopo aver completamente ignorato il saluto di una J.Lo. che si allontanò oltraggiata, ma si voltò nuovamente verso l’insegnante, che li aveva salutati con il suo solito tono entusiasta, riservando un particolare sorriso ai suoi prediletti, che si erano da poco moltiplicati diventando quattro: Sharpay, Ryan, Troy e Gabriella.

-Bene, ragazzi. Oggi, studieremo una poesia di Pablo Neruda.-

Un mormorio di falsa eccitazione percorse l’aula, come quasi ogni volta che dovevano studiare una poesia: tutti fingevano di essere entusiasti per non subire le grida della Darbus, ma le poesie non piacevano a nessuno, in realtà. Erano troppo lontane da loro, ed esprimevano sentimenti che non riuscivano a comprendere. O almeno, la maggior parte delle volte.

-Allora, il titolo è La canzone disperata.-

Altro falso mormorio emozionato. Taylor aprì il quaderno ad un foglio bianco e scrisse il titolo e il nome dell’autore, preparandosi a prendere appunti, e lo stesso fece Gabriella.

-Il tuo ricordo emerge dalla notte in cui sono.
Il fiume riannoda al mare il suo lamento ostinato.

Abbandonato come i moli all'alba.
E' l'ora di partire, oh abbandonato!-

Taylor soffocò un gemito. E ti pareva! Proprio quel giorno doveva mettersi a leggere una poesia spezzacuore?

-Sul mio cuore piovono fredde corolle.
Oh sentina di rifiuti, feroce tana di naufraghi!

In te si accumularono le guerre e i voli.
Da te innalzarono le ali gli uccelli del canto.

Tutto hai inghiottito, come la lontananza.
Come il mare, come il tempo. Tutto in te fu naufragio!

Era l'ora felice dell'assalto e del bacio.
L'ora dello stupore che ardeva come un faro.-

Chad dovette stringere la penna nella mano fino a farsi male per non alzarsi così, in mezzo alla classe, andare da Taylor e baciarla davanti a tutti. Per riprendersi quel bacio che J.Lo., quella cretina, aveva rubato...

-Ansietà di nocchiero, furia di palombaro cieco,
torbida ebbrezza d'amore, tutto in te fu naufragio!
Nell'infanzia di nebbia la mia anima alata e ferita.
Scopritore perduto, tutto in te fu naufragio!
Ti attaccasti al dolore, ti aggrappasti al desiderio.
Ti abbatté la tristezza, tutto in te fu naufragio!
-

Taylor cercò di scrivere qualche frase, qualche passaggio che le sembrava importante, ma non ci riusciva, le tremava la mano. Fingendo di scrivere, si morse il labbro inferiore tenendo lo sguardo basso, per evitare di incrociare quello di Chad.

-Feci retrocedere la muraglia d'ombra,
andai oltre il desiderio e l'atto.
Oh carne, carne mia, donna che amai e persi,
te, in quest'ora umida, evoco e canto.
Come una coppa albergasti l'infinita tenerezza,
e l'infinito oblio t'infranse come una coppa.
Era la nera, nera solitudine delle isole,
e lì, donna d'amore, mi accolsero le tue braccia.-

Chad non riuscì a trattenersi e, anche se aveva deciso che non l’avrebbe fatto, si voltò per lanciare un’occhiata a Taylor. La ragazza non stava guardando verso di lui, prendeva appunti come se niente fosse, come se quella poesia non la toccasse minimamente... ma all’improvviso la vide sfiorarsi la guancia con un gesto tremante, come a voler nascondere qualcosa. Forse...

Fortunatamente, l’ora terminò, e l’insegnante annunciò che avrebbero continuato il giorno seguente.

Grandioso rifletté Taylor uscendo dall’aula Prossimamente su questi schermi: Un’altra ora di tortura per Taylor McKassy. Non vedo l’ora.

Taylor andò al suo armadietto per posare i libri e prendere quelli di storia per l’ora successiva. Appena aprì l’armadietto, però, un foglio bianco di carta intestata attirò la sua attenzione. Sembrava che qualcuno l’avesse infilato nel suo armadietto.

Lo prese e, visto che era piegato in quattro, lo aprì. Erano poche righe, scritte con una scrittura ordinata ma poco comprensibile. Strinse gli occhi per leggere meglio:

Per la signorina Taylor McKassy:

la prego di trovarsi alla serra nel primo intervallo, dopo la seconda ora di lezione,

ho bisogno di discutere con lei di alcuni aggiornamenti riguardanti

il programma del Club delle Scienze per l’anno scolastico, poiché ho avuto una riunione

con gli organizzatori del Decathlon del prossimo anno.

Professor Tynder

Domandandosi perchè mai il professor Tynder, il professore che organizzava il Club delle Scienze, volesse parlare solo con lei invece che con tutti come faceva di solito, e per di più nella serra invece che in laboratorio, Taylor chiuse l’armadietto e si avviò verso la classe di storia.

L’ora di storia, anche senza Neruda, fu dura da sopportare: Chad era giusto dietro a Taylor, e ogni volta che l’uno diceva qualcosa l’altro sentiva qualcosa scuotersi, dentro, provocando più dolore di quanto avrebbero immaginato.

Era strano pensare che fino a pochi mesi prima praticamente non si conoscevano.

Alla fine dell’ora, Chad raccolse velocemente le sue cose, salutò Troy e, mentre l’amico gli augurava -In bocca al lupo-, uscì dalla classe di corsa.

Avrà un appuntamento con J.Lo.... pensò Taylor Oh, ma andiamo, la vuoi piantare, razza di stupida? Come pensi che possa farti bene passare le ore a pensare a lui? Avanti, pensa al programma del Decathlon e basta...

-Gabriella, io devo incontrare il professor Tynder, deve parlarmi del prossimo Decathlon... ti raggiungo a matematica.- disse Taylor quando ebbe finito di riporre i libri nella borsa.

-D’accordo.- sorrise Gabriella.

Taylor uscì dalla classe.

-Salve, Taylor.- la salutò un’odiosa, fin troppo conosciuta voce. Taylor si voltò senza smettere di camminare e J.Lo. la raggiunse –Volevo parlarti, hai un secondo?-

-No.- rispose secca Taylor, senza accennare a rallentare.

-Allora ti parlo mentre camminiamo... volevo dirti che mi dispiace davvero per quello che è successo l’altra sera, ma cosa posso farci, se Chad preferisce me a te, dopotutto, non raccontiamoci idiozie, naturale che quando può avere una co...-

J.Lo. non terminò la frase. Non la terminò perchè qualcuno, che Taylor non avrebbe mai smesso di ringraziare, aveva fatto cadere qualcosa sul pavimento. Qualcosa di umido e scivoloso. Qualcosa che J.Lo. pestò, scivolando come il migliore dei calciatori brasiliani. Caso sfortunato, o meglio,, caso fortunato volle che in quell’istante una bidella passasse dietro di loro, spingendo il contenitore dell’immondizia, contro il quale urtò il braccio di J.Lo., rovesciandolo. Rovesciandoselo in testa, per essere precisi.

Taylor lanciò un sorrisetto di scherno, più che altro per nascondere la tristezza, ad un’esterrefatta J.Lo. con una buccia di banana in testa e del budino sulla maglia e, tra le risate dei presenti, si allontanò.

Uscì in cortile e in dieci minuti arrivò alla serra. Al primo piano, l’insegnante non si vedeva da nessuna parte.

-Professore?- chiamò incerta –Professor Tynder?- ripeté, salendo le scale. Arrivò al secondo piano, ma anche lì non si vedeva nessuno...

-Ciao.-

Taylor sobbalzò spaventata e, lanciando un urletto, si voltò di scatto.

-Scusa.- disse Chad avvicinandosi a lei –Non volevo spaventarti.-

-Non mi sono spaventata.- ribatté lei immediatamente –Ero solo... sorpresa. E poi, che ci fai tu qui? Io aspetto il professor Tynder, quindi sarebbe meglio se tu...-

-Se io me ne andassi?- concluse la frase Chad, continuando ad avvicinarsi.

-Esatto, bravissimo, grandioso, come sei perspicace. Ci si vede eh?- Taylor continuava quasi inconsciamente ad allontanarsi mentre lui si avvicinava sempre di più.

-Non ti sembra strano che io sia qui proprio ora, anche se non ci sono mai venuto in tutta la vita?- le fece notare Chad.

-Non...- Taylor capì d’improvviso ciò che intendeva –Sei stato tu? Era tuo quel biglietto?- domandò con occhi ridotti a fessure.

-Si.- ammise il ragazzo.

-Sei solo un cretino, Chad...- Taylor fece per andarsene, ma mentre passava accanto al ragazzo lui la afferrò per un polso, costringendola a voltarsi verso di lui.

- Taylor, devi ascoltarmi...-

-Devo? Io non devo fare proprio niente, Chad. Sei tu che devi lasciarmi.- ribatté lei sprezzante. Sentiva che le lacrime ricominciavano a spingere per uscire, ma non poteva piangere davanti a lui, non poteva e non voleva.

-Taylor, ti prego.- Chad la guardò così dolcemente, fisso negli occhi, che Taylor rivisse in un secondo tutte le emozioni di due sere prima, compreso l’attimo in cui l’aveva visto con J.Lo., e non riuscì più a trattenersi.

-Perchè dovrei ascoltarti?- domandò mentre una lacrima le rigava la guancia –A me non importa nulla di te...-

-Se non te ne importa...- la interruppe Chad –Perchè stai piangendo?-

-Smettila!- gridò Taylor –Se non mi lasci, giuro che mi metto a urlare!-

-Non l’ho baciata, Taylor. Lei ha baciato me. Io l’ho respinta, io...- Chad sentì che Taylor smetteva di tirare per liberarsi -...io non sono mai stato interessato a lei, Taylor.-

-Perchè mi stai dicendo queste cose?- domandò Taylor soffocando un singhiozzo.

-Perchè io...- Chad non sapeva cosa dire, come spiegare ciò che sentiva, tutte quelle strane emozioni che sentiva in quel momento, ma capì che poteva fare qualcosa di molto meglio che parlare. Si avvicinò e le accarezzò una guancia, asciugandole una lacrima.

Per Taylor, tutto si mosse come un sogno. Chad si chinò su di lei, facendo passare le mani sui suoi fianchi, e le loro labbra si incontrarono lievemente per staccarsi quasi subito. Taylor sentì le gambe cederle, e dovette appoggiarsi a Chad per non cadere.

-Chad io... non... credevo...-

-Nemmeno io.- sorrise Chad, e si chinò nuovamente su di lei.

Gabriella e Troy entrarono a lezione di matematica, ma i posti di Chad e Taylor rimasero vuoti.

We’re breakin’ free
We’re soarin’
Flyin’
There’s not a star in heaven
That we can’t reach
If we’re trying
Yeah we’re breaking free

Ohhhh runnin’
Climbin’
To get to that place
To be all that we can be
Now’s the time
So we’re breaking free
We’re breaking free
Ohhh , yeah

More than hope
More than faith
Gabriella:
This is true
This is fate
And together
We see it comin’
More than you
More than me
Not a want, but a need
Both of us breakin’ free

Soarin’
Flyin’
There’s not a star in heaven
That we can’t reach
If we’re trying

Yeah we’re breaking free
Breaking free

Were runnin’
Ohhhh, climbin’
To get to the place
To be all that we can be
Now’s the time

Now’s the time

So we’re breaking free
Ohhh, we’re breaking free

Ohhhh

You know the world can see us
In a way that’s different than who we are

-We're breaking free-

___________Nota di Herm90

____La poesia è "La canzone disperata" di pablo Neruda_______

Ed eccoci alla fine! Mi spiace che sia finita, veramente... (a noi no! N.d.Tutti... E vabbò, a me si! N.d.A. XD) comunque, prima o poi dovevo chiuderla, e avevo finito i testi delle canzoni! XD no, non è vero... a dire la verità, mi è venuta ben più lunga di quanto avessi programmato all'inizio!

Comunque, ne sto iniziando un'altra, perciò non mi assenterò per molto :)

Allura, ringraziamenti: Pikky91 (sono contenta che tu abbia gradito Chad con i timpani rotti dalla banshee infuriata! E a quella tua compagna così simpatica... potresti farle capitare un piccolo incidente come quello a J.Lo., qui sopra XD), Marty92 (condivido, Taylor/Chad 4ever... e anche Troy e Gabriella, ma si, perchè no... grazie^^), Titty90 (su su, non disperare, ce n'è già in lavorazione un'altra... e poi, io aspetto sempre la tua! Ok, ok, la pianto di romperti con la tua shot... non c'è bisogno di tirare fuori il fucile XD), evanescense88 (ecco, ora che l'hai ribadito un milione è perfetto, almeno la voce si sparga! spero che la conclusione ti sia piaciuta!) e Mirandolina (esimia collega, sempre al tuo servizio! Visto che tu hai continuato la tua -belliximo chappy, ma te l'ho già scritto nel commento- ho pensato di lasciarti completamente intatta la salute psicofisiga continuando il "parallelismo" e postando anch'io il tanto agognato bacio! Alla prossima, o al tuo prox chappy!).

Ok, ora ho davvero finito...

Ciao, e grazia a tutti quelli che hanno letto e sono giunti alla conclusione!

Bacioni!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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