Red Vampires

di Sgiach
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***
Capitolo 4: *** Capitolo III ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV ***
Capitolo 6: *** Capitolo V ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


RED VAMPIRES
inspired by House of Night series
Prologo



Mi svegliai nella fredda camera in cui ricordavo di essere stata trasportata ore prima con la spiacevole sensazione di essere osservata, di sottofondo alla quasi incontrollabile sete di sangue. Sete di sangue?!... Tentai di alzarmi dal duro lettino, ma solo allora mi resi conto di avere il fondoschiena irrimediabilmente intorpidito, come anche il resto del corpo.
“Non sforzarti, cara”…Quelle parole mi giunsero all’ orecchio viscide e maligne, eguagliabili solo dal sibilo di una vipera.
Ah, non mi ero sbagliata di molto- pensai- quando vidi Neferet uscire dalla penombra. “L’ effetto del siero finirà fra qualche ora, ma non preoccuparti ci sono io qui per soddisfare i tuoi bisogni”, le sue labbra si curvarono in quello che sarebbe dovuto essere un sorriso, ma che a me sembrò più un ghigno di soddisfazione.
”Quale siero?”, chiesi; “Ma come, non ti ricordi? Quello che ti ho somministrato la notte scorsa.”, rispose. Ora cominciavo a ricordare: il mio organismo aveva rifiutato la trasformazione. IL MIO ORGANISMO AVEVA RIFIUTATO LA TRASFORMAZIONE?!!! Questo voleva dire che io ero morta. ERO MORTA?!!! E Mamy? L’ avranno informata? Oh, poverina, la notizia sarà stata devastante per lei…E Zoey? Avrà pianto a dirotto pensandomi morta e sepolta, mentre io ero qui, a quanto pare viva, ma non altrettanto vegeta, in compagnia di Neferet “la serpe”. Oh per tutti i cowboy, che brutta situazione!
Dovevo avere un’ espressione davvero sconcertata, perché lei ghignò di nuovo e si degnò finalmente di chiarirmi le idee. In breve: io sarei dovuta morire, se solo lei non mi avesse somministrato questa specie di siero che mi avrebbe trasformato in una novizia rossa, ovvero una specie di zombie completamente sottomesso alla perfida Neferet, ma qualcosa con me era andato storto perché io, ovviamente, non mi sarei mai lasciata mettere i piedi in testa da quella strega.
E lei doveva aver percepito il mio disprezzo perché aveva iniziato a sclerare del tutto, in quel momento- ad esempio- si stava dimenando come una pazza, imprecando a destra e a manca, mentre io iniziavo a rendermi conto di non potermi più trattenere: IO AVEVO BISOGNO DI SANGUE, E SUBITO! Neferet, intanto, aveva preso il suo telefono cellulare e composto velocemente un messaggio, e ora sedeva calma e serafica su una sedia accanto al lettino dove io ero distesa con i pugni serrati, cercando di darmi un contegno.
E fu a quel punto che due omoni dai tratti spigolosi, messi in evidenza da arzigogolati tatuaggi color del sangue ( a proposito, il loro doveva essere davvero delizioso, nonché ad alto contenuto proteico), mi sequestrarono sotto la supervisione di Neferet.

Continua…

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Capitolo 2
*** Capitolo I ***


RED VAMPIRES
inspired by House of Night series
I




Arrivammo, dopo circa un ora di cammino, davanti ad un edificio dal profilo imponente che era tutto ciò che riuscivo a distinguere, dovendomi ancora abituare alle luci soffuse dei lampioni: infatti, per tutta la durata del tragitto mi era stato imposto di tenere una benda sugli occhi, impedendomi di rilevare l’ ubicazione del luogo verso il quale i due colossi mi stavano conducendo.
Quando finalmente mi fui abituata alla poca luce riuscii ad avere una prima impressione decente della costruzione che - a giudicare dalle mura ingiallite e dall’ intonaco scrostato, parzialmente camuffati dall’ edera che percorreva l’ edificio quasi per intero - doveva risalire a parecchi decenni prima. Alzando lo sguardo notai anche numerose finestre oscurate, però, da spesse tende di velluto apparentemente bordeaux; quando poi riportai lo sguardo davanti a me notai che ci trovavamo davanti ad un pesante portone in legno, abbellito da rilievi in ferro battuto rappresentanti complicati intrecci di edera e filo spinato. Solo allora, dopo essermi voltata, notai che i due minacciosi individui mi sorridevano sornioni: un sorriso, il loro, davvero inquietante.
Dopo qualche secondo mi scostarono bruscamente e- prima di aprire il portone, che rispose con un insopportabile cigolio- si guardarono complici. Oltre l’ uscio il buio era pressoché totale e solo quando uno dei due accese una candela dalla provenienza sconosciuta riuscii, grazie alla sua luce soffusa, a distinguere il profilo di un’ ampia scalinata, la quale proseguiva poi in direzioni opposte, seguita dal morbido e lucido tappeto nero che la ricopriva. La sala era piuttosto spoglia in quanto al mobilio, ma era ricca di dettagli come quadri dai soggetti inquietanti e vasi di antica fattura che avevano tutta l’aria di aver bisogno di un restauro, piante rigogliose in piena fioritura che sembravano sospese in aria e un lampadario tutt’ altro che sobrio, ornato da numerose e appariscenti gocce di cristallo nero. Devo dire che i miei occhi, però, si erano facilmente abituati all’ oscurità quasi totale della stanza, la quale non mi aveva impedito di scorgere ogni minimo particolare nella sala e- per essere una novizia, morta oltretutto- ciò era molto insolito. Bah!
Le due sottospecie di bodyguard cui Neferet mi aveva affidata avevano voluto, a quanto pare, darmi il tempo di farmi un’ idea del luogo in cui, molto probabilmente, mi avrebbero rinchiusa, perché appena ebbi finito di guardarmi intorno- mi si piazzarono davanti e mi condussero su per la scalinata. Solo in quel momento mi accorsi del busto piazzato nel punto in cui quella centrale finiva e si diramava in altre due laterali: ritraeva senza ombra di dubbio Neferet, il viso perfetto incorniciato dai capelli ondulati, scolpiti così bene da sembrare veri e incredibilmente fluenti, le labbra increspate in un ghigno la cui malvagità era racchiusa tutta negli occhi leggermente socchiusi che parevano concentrati proprio su di me. Fui scossa da un brivido: quel posto era stranamente sinistro…
Seguii, poi, i due omoni su per la scalinata destra e per il lungo corridoio che seguiva. Quest’ ultimo era totalmente spoglio, ma sulla sinistra vi era una fila di porte, dalle quali provenivano sommessi brusii; noi ci fermammo davanti all’ ultima del corridoio, poi le mie neoguardie del corpo aprirono la porta e mi spinsero all’ interno e mi dissero di aspettarle lì, aggiungendo che sarebbero tornate al più presto perché non potevo resistere ancora a lungo. Allora capii: avevano intenzione di portarmi del sangue, per soddisfarne la sete che ormai non riuscivo più a controllare.
Dopo pochi minuti i due tornarono con una dozzina di sacche di sangue, che io trangugiai avidamente. Ah, che sollievo! Eppure avevo la sensazione di poter gustare di molto meglio, ma- appena guardai i due colossi- dovetti archiviare la folle idea che mi era venuta, anche perché uno dei due aveva iniziato a parlare: stava farneticando qualcosa sul doversi riposare. A quanto pare avevo a disposizione anche un armadio e un posto dove passare la notte, al resto avrei pensato il mattino seguente.

***


Quella mattina mi svegliai con il dolciastro e metallico sapore del sangue che, fin dalla sera precedente, si divertiva stuzzicare le mie papille gustative. Ciò nonostante sembravo ancora in pieno possesso delle mie facoltà, perciò potei finalmente osservare più attentamente la stanza in cui mi avevano confinato che- qualche ora prima- mi era sembrata solo un ammasso di ombre.
Ora notavo che era una camera molto semplice: le pareti erano tinte di un rassicurante color crema, al soffitto era applicata una plafoniera dalla linea semplice, per quanto riguarda il mobilio- invece- vi erano un armadio ed un comodino dal design molto lineare ed essenziale, mentre il letto era tutt’ altro che semplice, bensì era uno sfarzoso modello a baldacchino provvisto di tende di velluto bordeaux, uguali a quelle che ornavano la grande finestra dalla parte opposta della stanza.
Poco dopo bussarono alla porta. “Avanti!”, risposi. Intanto avevo avuto il tempo di indossare i tristissimi abiti che avevo trovato nell’ armadio (Santo cielo! Come avrei fatto senza i miei amati Roopers?!...), ovvero un paio di pantaloni neri, una maglietta dello stesso colore ed un chiodo indovinate un po’ di che colore?...Ma nero, ovviamente! Sembrava stessi andando ad un funerale: Orripilante! Tornando a noi…Entrarono i due omoni di Neferet e praticamente mi trascinarono fuori dalla camera. Saranno stati di guardia tutta la notte? Mi permisi di chiederglielo e mi risposero con un grugnito d’ assenso: tutto ciò era davvero angosciante, mi sentivo già oppressa, ed avevo il forte presentimento che questo fosse solo l’ inizio…
I due mi condussero lungo il corridoio che avevo percorso per la prima volta la sera precedente, poi bussarono ad una delle porte. Ne uscì una ragazza molto appariscente- tranne che per i vestiti rigorosamente neri, ovviamente- dall’ acconciatura buffa e altrettanto originale: aveva i capelli ricci cotonati come quelli delle star anni settanta, e tra la capigliatura folta spiccava un ciuffo arancione sgargiante, in netto contrasto con la sua pelle color cappuccino. Non so perché, ma l’ avrei vista molto bene con degli avvitati pantaloni bianchi abbinati ad una maglietta dai colori sgargianti; abiti talmente vistosi da non passare inosservati neppure in un’ affollatissima discoteca, luogo ideale per una tipa dalla personalità apparentemente effervescente come la sua. “Kramisha, fai fare un giro alla ragazza, poi portala in classe. E vedi di farle capire bene come funzionano le cose qui. D’ ora in poi sei sua responsabile, mi raccomando.” le aveva detto uno dei miei due bodyguard, poi entrambi se n’ erano andati. Ora eravamo rimaste solo io e Kramisha, lei aveva un sorriso indecifrabile stampato in volto(era forse compassione quella?!...), mentre io ero completamente spaesata.


Note d'autrice
Allora... Finalmente ho pubblicato il primo capitolo della mia ficcy XD! Spero che questo vi sia piaciuto quanto il prologo (a proposito, ringrazio tutti coloro che lo hanno recensito) che, a quanto pare, vi ha lasciati tutti con il fiato sospeso.
P.s. Moonlight, come vedi ho seguito (forse troppo) alla lettera il tuo consiglio di aggiungere più particolari... Spero che anche a te piaccia il nuovo capitolo. ;-)

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


RED VAMPIRES
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II




Avevo chiesto a Kramisha di descriversi con tre soli aggettivi…Era una tecnica che avevo adottato una volta arrivata alla Casa della Notte di Tulsa: nel mio paesino dell’ Oklahoma ci conoscevamo tutti, e anche molto bene, ma- come avevo ben presto appreso- era molto difficile approfondire singolarmente le conoscenze quando si ha a che fare con tante persone quante ce n’erano in quella che sarebbe stata la mia casa per gli anni avvenire, perciò attribuire ad ognuno di loro un massimo di tre aggettivi mi era sembrata un’ottima idea per facilitarmi nelle relazioni. Tornando a noi, la ragazza anni ’80 non aveva avuto difficoltà a riassumere a tal punto la sua complessa personalità:“Leale, creativa e ribelle”, aveva risposto quasi immediatamente, molto sicura di sé. Mi piaceva.
“Allora Kramisha, in che senso ‘Come funzionano le cose qui…’ ?”, le avevo chiesto citando l’ espressione usata dalla mia “guardia del corpo”. “La Regina ha creato l’ Accademia per istruire noi novizi rossi super dotati”, disse. Era chiaro che la regina fosse Neferet…
“E tu che dote speciale hai?”, le avevo poi domandato curiosa. “Scrivo poesie, più che altro profezie. Sono una specie di Poeta Laureato, insomma”, aveva risposto orgogliosa Kramisha. “E voi sottostate agli ordini di Neferet, immagino…” dissi sconsolata. “Ehi, noi non siamo mica autorizzati a chiamarla per nome!”, mi aveva ammonita la mia nuova amica. “Comunque sì, per noi è normale e lo troviamo più che giusto” ribadì Kramisha.
“Ma come?! Lo trovate giusto?! Lei è MALVAGIA!!!” Avevo detto io con enfasi, lei sembrava profondamente indignata: “Ma come puoi offenderla così?! Lei ti ha salvata da morte certa, ti ha dato un posto dove stare e dove poter far fruttare le tue doti o poteri e tu ti permetti di definirla malvagia?! Con che coraggio?!”, Kramisha urlava e sbraitava nel bel mezzo del corridoio, sembrava matta da legare…Decisi perciò di non insistere, magari avremmo potuto riparlarne un’ altra volta e per ora non era il caso di farsi dei nemici (a parte Neferet, ovviamente.).
La mia suscettibile amica continuava a fare l’offesa, come se l’ avessi ferita nell’ orgoglio, ma per fortuna eravamo arrivate davanti a quella che, a detta dei bestioni, sarebbe dovuta essere la mia classe. “Sei arrivata.”disse Kramisha, glaciale. Io la guardai, ansiosa, in attesa di una sua dritta…Poi, finalmente, aggiunse: “ Allora, sei già in ritardo perciò sarò breve: siediti in ultima fila così da non farti notare, dato che non sei preparata, taci e non metterti nei guai. Cerca di capire almeno di cosa parlerà il professore, poi magari più tardi passo da te e ti do una mano con il programma”, ora parlava con foga e quando provai a chiederle “Quale programma?...”, mi rispose velocemente “Non c’è tempo per spiegare…Ora, vai!”.
Entrai. Gli occhi di almeno una ventina di ragazzi con una mezzaluna rossa stampata in fronte (a pensarci bene, come quella che avevo intravisto sulla mia quella mattina, ma che non avevo avuto il tempo di notare perché Kramisha mi aveva trascinata fuori dal bagno della mia nuova camera) mi si puntarono addosso… Per tutti i cowboy, che imbarazzo!!!
“Salve Stevie Rae, se vuole accomodarsi prima che faccia giorno… Ah, io sono il professor Karlsen.” Solo allora mi resi conto di essere rimasta immobile sulla soglia, tanto l’ imbarazzo. “ Ehm… Si. Scusi…Io non…Ecco, vede…” Mi bloccò. Non avevo neppure avuto il coraggio di guardare in faccia l’ insegnante. “D’ accordo, ora si sieda…Lì infondo, di fianco a Jhonny B. Ragazzo, tu vedi di trovarle un libro di testo.”
Mi diressi al banco indicatomi dal professore e mi sedetti.
Dopo poco Jhonny B, credo, mi consegnò un polveroso e consunto libro di testo. “Bene, ora che anche la nuova arrivata è pronta direi di iniziare la lezione. Allora…”. L’ insegnante iniziò a parlare e finalmente trovai il coraggio di guardarlo: a dire la verità non metteva affatto in soggezione, era piuttosto esile, sembrava più che altro sciupato, aveva il viso scavato incorniciato da leggeri ghirigori dello stesso colore di quelli dei due bestioni incaricati di controllarmi a vista, delle labbra sottili, e sul naso piccolo erano poggiati degli enormi occhiali…Sembrava una caricatura.
“Stevie Rae, vuoi rispondere tu?” sentì domandarmi in lontananza, poi Jhonny mi sussurrò divertito all’ orecchio: “Ehi, piccola, ti conviene rispondere...” E fu a quel punto che, per la seconda volta nel giro di dieci minuti, mi ritrovai una ventina di paia di occhi puntati addosso, mentre il professore mi guardava con un misto di sadico divertimento e disapprovazione. “Allora?!” Ero completamente nel panico: “Cosa?” fu tutto ciò che riuscì a biascicare. “è in grado di darci una precisa definizione del termine occultamento?” chiese spazientito l’ insegnante. “Io…Bhè, veramente…” balbettai più imbarazzata che mai e con l’ irrefrenabile voglia di sotterrarmi seduta stante. “Se non lo sa è pregata di fare silenzio nel corso della lezione, grazie.” disse Karlsen con tono fintamente pacato e cordiale. Fu a quel punto che capii che l’ idea di sotterrarmi non era poi così malvagia, perciò sprofondai nella sedia e per il resto della lezione stetti in religioso silenzio. Quella mattina avevo già saltato due corsi, perciò dopo la lezione sull’occultamento scattò immediatamente la pausa pranzo (chissà come si chiamava in questo posto…).
Uscita dall’ aula venni fermata dall’ insegnate “Stevie Rae, tu saresti -potenzialmente- la nostra più importante risorsa: ti rendi conto di essere in grado di controllare un elemento?! Sai, è un fatto più unico che raro che un novizio dotato di tali capacità rifiuti la trasformazione! Perciò abbiamo bisogno che tu ti impegni in modo da poterti preparare al meglio per entrare in gioco! La Grande Battaglia è alle porte e La Regina ha bisogno di reclute potenti e ben addestrate nel suo esercito” Karlsen fece una pausa per riprendere fiato “E tu sei l’unica chance che abbiamo.”…




Note d'autrice
Dopo più di un mese di sofferta attesa ecco finalmente il secondo capitolo della mia amata ficcy. Vorrei ringraziare di cuore tutti coloro che la hanno recensita:
- LittleMonster
- Vampirella_96
- la Kurapikina
- golden eyes
- MoonlightredRoses
- firstlost_nowfound
E ultima ma non meno importante AliYe, la mia Beta non ancora ufficiosa, ma che approfitto per ufficializzare. <3
Poi vorrei ancora ringraziare tutti coloro che l’hanno inserita tra le seguite e preferite:
- LittleMonster
- Vampirella_96
- dark_lady89
- AliYe

Grazie mille ragazze! Vi adoro! <3 <3 <3

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Capitolo 4
*** Capitolo III ***


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III




Ero confusa. In che senso “l’unica chance che abbiamo”?! Quale “Grande Battaglia”?! Ma soprattutto quale esercito?!
Dovevo darmi una calmata, la mia testa era affollata da troppe domande.
Forse avevo solo bisogno di mettere qualcosa sotto ai denti, anche perché quella mattina non avevo neppure fatto colazione e senza i miei Lucky Charms era piuttosto difficile affrontare una giornata stressante ed impegnativa quale quella di oggi si prospettava...
Per fortuna dopo poco vidi un colorato uragano venirmi addosso: Kramisha.
“Heila! Mi spiace averti fatto aspettare, ma il professore ci ha trattenuti in classe più del previsto. Beh, immagino che avrai un bel po’ d’appetito: andiamo?”
Non me lo feci ripetere due volte.
Poco dopo eccoci arrivate in mensa, un posto niente male, dovevo ammetterlo: i tavoli in legno scuro illuminati dalla fioca luce dei pesanti e sfarzosi lampadari che pendevano dal soffitto cremisi, il pavimento in marmo scuro e le pareti tappezzate di colorati arazzi su cui vi erano ricamate scene che la troppa fame mi impedì di decifrare…
Nel giro di tre secondi il mio vassoio fu pieno: bistecca al sangue (mooooolto al sangue…), patate arrosto, una bella forma di pane ed, infine, un enorme muffin ai mirtilli. Mmmmmmmmmh…
Kramisha, invece, si era tenuta ben più leggera: una grossa e ricca insalata e una specie di budino alla soia. Bah, io queste manie salutiste non le avrei mai capite…
Ben presto il nostro tavolo si riempì di “novizi rossi”, come Stevie Rae li aveva soprannominati per il colore rosso del loro simbolo, uguale a quello dei novizi normali (o blu): all’inizio si avvicinarono solo ragazze che ogni qual volta un ragazzo si aggiungeva a noi lanciavano urletti striduli oppure bisbigliavano concitate tra loro, forse intente a spettegolare su questo o quel malcapitato che non aveva trovato posto migliore…
Kramisha sembrava un’amante del pettegolezzo e pareva andare parecchio d’accordo con le oche che ci avevano accerchiate, ma la sua tecnica, probabilmente affinata nel corso di anni e anni di esperienza, nel flirtare era ciò che più mi aveva colpita. Insomma, di certo la ragazza non mi era sembrata una di quelle tipe perfettine, riservate ed innocenti, ma una tale maestria da lei non me le sarei mai aspettata. La sua preda preferita sembrava essere proprio Jhonny B, il mio compagno di corso che, una volta sedutosi mi aveva educatamente salutata e persino chiesto quale fosse il mio primo giudizio dell’Accademia. Purtroppo ero troppo impegnata a strafogarmi per rispondergli, però l’avevo ugualmente trovato molto carino da parte sua: me ne sarei ricordata.
Il pranzo fu fin troppo breve; Kramisha, infatti, era stata costretta a trascinarmi via con la forza dalla sale mensa. “Ora dobbiamo andare. La Regina si arrabbierà se arriviamo in ritardo, soprattutto se TU arrivi in ritardo!” mi disse Kramisha mentre correva tenendomi per il polso.
In men che non si dica arrivammo a quella che doveva essere la nostra destinazione: un’ enorme sala gremita di novizi. Tutti i loro sguardi erano rivolti ad un punto preciso, ad una donna che, dal palchetto in legno che dominava la sala, guardava compiaciuta tutti i suoi sottomessi: Neferet.
“Ah, Stevie Rae! Vieni qui, su!”, le sue parole, viscide ed amplificate, risuonavano come un ordine, o una minaccia… Mi diressi a passo sicuro verso di lei, non avevo nessuna intenzione di mostrarmi intimorita, né dalla sua postura regale né dal suo tono severo.
Quando la raggiunsi mi sorrise sorniona e, con fare possessivo, mi mise un braccio intorno alle spalle.
“Miei cari, ecco colei che ci aiuterà ad uscire dall’ anonimato e a conquistare Tulsa e dintorni. Perché ricordate, voi tutti: Erebo è con noi. E Nyx non gli è superiore, come i suoi discepoli non lo sono a noi.” disse Neferet con voce potente e sicura, più da regina qual era diventata che da somma sacerdotessa, della quale in lei non albergava più nulla. “Ed ora che l’esercito è al completo niente e nessuno potrà impedirci di dimostrarlo. Ed è a Lui, a Erebo” a quel punto si fermò e sollevò le braccia verso l’alto volgendo lo sguardo al soffitto, poi continuò: “che offriremo le vittime di questo sacrificio con il quale noi figli della Tenebra rivendicheremo la nostra influenza e autorità.” Neferet si stava guardando attorno compiaciuta mentre nella sala si levò uno scroscio di applausi. A quel punto qualche concitato mormorio mi arrivò all’orecchio: “Era ora!”, “Finalmente…”, “Certo che la Regina sembra davvero determinata…”, “Io non vedo l’ora…”, “Ma che avrà di tanto speciale quella lì, poi?!... Bah!”, “Già, vorrei essere io al suo posto… La favorita della Regina! Beata lei…”. Favorita di Neferet? Io?! Huahuahuahuahua! Certo che a questi hanno proprio fatto il lavaggio del cervello!
Beh, però, ripensandoci, non c’è niente da ridere…






Note d’autrice
Bene bene, eccomi tornata!
Allora... Ho cercato di postare con un po' di anticipo per potermi dedicare un po' in più all'altra fic, che anche alcune di voi seguono, la quale è al momento clue del suo sviluppo, purtroppo, però, questo capitolo ne ha risentito in quanto a lunghezza... :'(
Spero di rifarmi con il prossimo , il quale verrà postato entro una ventina di giorni.
A presto...
Sgiach <3.

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Capitolo 5
*** Capitolo IV ***


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IV




Nelle due settimane seguenti ebbi modo di ambientarmi, per quanto possibile, nella mia nuova casa.
I corsi erano piuttosto interessanti: Karlsen si era dimostrato, a dispetto dell’idea che mi ero fatta di lui, un tipo molto sveglio e comprensivo, e poi con l’occultamento andavo davvero alla grande (lui diceva che era per l’affinità che avevo con la terra, ma un po’ di merito avrebbe dovuto attribuirmelo ugualmente, almeno secondo me…); per non parlare poi della prof. di scherma, Deirdre, che era davvero fantastica, insomma, la scherma mi era sempre piaciuta anche quando ero ancora una novizia blu, ma con lei era ancora più bella, sapeva associarvi un non so che di mistico…
Inoltre, Kramisha mi aveva inserita con disinvoltura nel suo gruppo di amici. Erano tutti molto simpatici: avevo avuto occasione di conoscere meglio Jhonny B, scoprendo così di non essermi assolutamente sbagliata su di lui, certo non era una cima in quanto a intelligenza e perspicacia ma era un ragazzo d’oro, dolce e gentile, anche se fin troppo influenzabile; poi c’era Venere, che avevo avuto occasione di conoscere anche quando eravamo entrambe delle novizie blu, era la compagna di stanza di Afrodite e non mi stupiva che quelle due andassero così d’accordo, come la sua vecchia compagna di stanza, infatti, Venere era frivola e scostante, nonché incredibilmente bella e provocante.
Tutta un’altra storia era Dallas: alto, morbidi capelli castani, grandi occhi tra il verde e il marrone, lineamenti decisi ma delicati, fisico asciutto e muscoloso… Un sogno!
Non ricordavo di essere mai stata così cotta di nessuno, neppure del bellissimo Drew, che avevo conosciuto alla Casa della Notte di Tulsa qualche mese prima. Ogni volta che vedevo Dallas arrossivo, vistosamente a giudicare dal meraviglioso sorriso divertito che si faceva strada sul viso di lui, e finivo per cadere col sedere per terra, sudare oppure balbettare imbarazzata... Una tragedia, insomma.
La prima volta ci aveva presentati Kramisha a pranzo, ed era stato piuttosto imbarazzante… Mi stavo ingozzando di spaghetti al pomodoro quando Kramisha mi sorprese alle spalle: “Stevie Rae, ti presento Dallas. in questi giorni è stato via e ho colto la prima occasione che mi si è presentata per fartelo conoscere… Ma Stevie Rae, mi stai ascoltando?” Continuai a ignorarla, troppo impegnata a strafogarmi, non avendo fatto colazione (come al solito, dato che in questa scuola di Lucky Charms non ce n’era neppure una scatola, neanche a pagarla oro, eh.), infatti, ero ancora una volta assalita dai morsi della fame. “Ma insomma! Ti giri o no, campagnola! La tua Mamy te l’ha insegnata l’educazione?!” mi spronò Kramisha. Eh, no! La mia mamy non si tocca! Mi girai, pronta a dirne quattro a quella sottospecie di amica che mi ritrovavo, ed ecco che tutto il mondo circostante divenne pressoché nullo ai miei occhi, occhi che ormai erano solo per lui, il ragazzo più bello e più sexy che avessi mai visto, che in quel momento sorrideva, sorrideva proprio a me!
Lo fissai a lungo inebetita, con uno spaghetto che penzolava molliccio dalle mie labbra, mentre lui ancora mi sorrideva, trattenendo a stento le risate: che figura!
A quel punto risucchiai frenetica lo spaghetto e gli sorrisi debolmente, quel poco da mostrare i denti…Sporchi di salsa rossa! Che impedita!
A quel punto lui scoppiò a ridere e io, nel tentativo di salvare la situazione lo seguii a ruota. Quando poi ci fummo calmati lui mi disse: “Piacere: Dallas!” Mi porse la mano ed io la afferrai timorosa: al contatto la sua pelle sobbalzai, letteralmente, e le mie gote, a giudicare dal calore che mi sentì pervadere in viso, si imporporarono di un vistoso color rosso vermiglio. “Stevie Rae…” risposi con voce bassa e tremolante, tentando ancora una volta di sorridere alla mia stupidità.
Lui mi guardò divertito e mi scivolò accanto sulla panca di legno, poggiò il vassoio, di cui neppure mi ero accorta, sul tavolo e iniziò a mangiare, guardandomi ogni tanto di sottecchi. Non avrei resistito a lungo, me lo sentivo.
Dopo un’altra manciata di minuti decisi di alzarmi, non li reggevo più quegli sguardi goffi e divertiti. “Io devo proprio andare ora, ho urgente bisogno di una doccia calda.” annunciai con voce il più indifferente possibile e mi avviai spedita verso il corridoio laterale che mi avrebbe portato in salvo verso la mia stanza, o almeno così credevo…
“Ehi!” mi sentii chiamare alle mie spalle, mi voltai consapevole dell’interlocutore che a breve mi sarei trovata davanti “Ehi.” dissi con ben poco entusiasmo. “Mi concedi l’onore di accompagnarti?” mi propose un Dallas stranamente imbarazzato. “Se proprio ci tieni…” non avrei voluto essere così brusca con lui, ma l’indifferenza e il sarcasmo erano le armi migliori che conoscevo contro l’imbarazzo. “Si, ci tengo eccome.” disse, aveva recuperato un po’ della sicurezza che gli avevo inizialmente attribuito. “D’accordo allora!” esclamai in tono un po’ più incoraggiante rispetto a prima, cercando di salvare il salvabile.
Ci avviammo così lungo il corridoio.
Chiacchierare con lui mi risultò davvero molto piacevole, sembrava capirmi, capirmi davvero, quasi quanto Zy (Oddio quanto mi mancava, me rendevo conto solo ora…): non mi era sembrato molto loquace all’inizio, ma poi si era lasciato andare, avevamo parlato dei nostri gusti, delle nostra abilità e passioni.
Dallas era un amante di thriller, aveva un particolare abilità/affinità con l’elettronica, era un mago dei cavi insomma, adorava il cibo cinese, il cinema e l’astronomia, adorava guardare le stelle, ed era un animalista convinto.
Davvero niente male il ragazzo, anche perché pure io andavo matta per il cinema, il cibo cinese e i cuccioli (ma, infondo, quale ragazza non li adora?!…), oltre che per il country pop, i miei Roopers e, ovviamente, Kenny Chesney!
Ma la cosa più sorprendente che era venuta fuori dalla nostra conversazione era che anche lui, nonostante fosse consapevole di essere sotto incantesimo, nutriva un bel po’ di sospetti nei confronti di Neferet la Serpe: “Sinceramente non mi ha mai incantato con il suo sguardo felino, quella sua specie di aura luminescente e quel suo sorriso, quel suo dannatissimo sorriso ipnotico… La cosa, da che sono qui, non mi è mai quadrata! La ‘Regina’ mi è sempre sembrata minacciosa, con quella sua idea assurda che le frullava in testa… Una guerra contro i Vampiri blu?! Pfui! Ma ora che sei arrivata tu mi sembra più determinata che mai: Lei mi fa paura, Stevie Rae, tanta…” così aveva detto Dallas guardandosi intorno preoccupato, come se quella Vipera potesse saltare fuori da un momento all’altro.
“Io credo...” iniziai “Che dovremmo convincere anche gli altri della malvagità di Neferet. Perché, beh, cosa potremmo mai fare noi due?!” continuai poi. “Mmmmh…Tu sei parte fondamentale del suo piano, no?” disse lui. “Beh, si… ma credimi, Neferet non si farebbe alcuno scrupolo a farmi fuori! E poi, più siamo, più possibilità abbiamo, non credi?” cercai di chiarire il mio punto di vista. “Già…” acconsentì lui “Ma ti avverto: Non sarà facile portare i ragazzi dalla nostra parte.” disse poi, sconsolato.
“Non preoccuparti, Dallas. Insieme ce la faremo!” cercai di incoraggiarlo. “Si. Si, lo credo anch’io! D’accordo, allora?” ribatté lui, con voce sempre più convinta e, ancora una volta, mi porse la mano. Io, non senza una bella dose di brividi lungo la schiena, la strinsi vigorosamente, sorridendogli.
A quanto pare avevo un alleato…






Note d’autrice

E rieccomi di nuovo a proporvi un qualche nuovo sviluppo... Contente?
Allora, allora... Stavolta ho cercato di farmi perdonare per la stiticità dello scorso capitolo con uno nuovo più lungo del solito. Credo che gli ultimi avvenimenti renderanno felici coloro che, tra le mie ADORATE lettrici, sono delle inguaribili romantiche, ma anche coloro che hanno sete di vendetta... Muamuamuamuamua! xD
Ora vi saluto e, mi raccomando, mi aspetto un bel po' di commentini, critici o altro che siano, d'accordo?
Alla prossima... ;-)
Sgiach <3.

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Capitolo 6
*** Capitolo V ***


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inspired by House of Night series
V




“Kramisha: proprio non ci arrivi?! Lei è MALVAGIA! Sarà la sesta volta che te lo ripeto! Cosa devo fare per convincerti?!” Ormai ero sull’orlo di una crisi di nervi. “Prove. Voglio le prove. La tua storia non mi convince, e poi secondo me la tua è solo un impressione: Lei non ti odia, anzi! Sei la sua più grande risorsa!” ribattè Kramisha, con enfasi.
“Si, per una guerra contro i novizi blu: li vuole sterminare. Loro e gli umani. Una persona con queste intenzioni non è forse malvagia?!” dissi, cercando di mantenere la calma, poi continuai “E poi, sarò anche una grande risorsa, ma Neferet sa perfettamente che non mi piegherò tanto facilmente: preferirebbe di certo che la sua novizia d’oro fosse uno zombie, proprio come voi imbecilli!”
Ecco. Avevo perso la calma.
Dallas mi poggiò una mano sulla spalla: “Su, Stevie Rae, non ti agitare.”
“Non ti agitare?! Ma non vedi che questi hanno la recettività di un criceto?! Non lo vogliono capire! E poi quest’altra…” puntai il dito contro la cocciuta ragazza che mi sedeva di fronte “Oh, secondo me la tinta le ha dato alla testa!”
“Ehi, campagnola, vacci piano!” mi intimò Kramisha.
Uh, Stevie Rae, respira. Mh-Uh. Mh-Uh. Mh-Uh.
Pensa alla tua Mamy, alle galline, alla fattoria, a Kenny Chesney senza maglietta (*)… Mh-Uh. Mh-Uh. Mh-Uh.
“Allora…Volete le prove? Che prove siano!” dissi io in tono solenne.
“Andiamo, Dallas!”

***

Il piano era molto semplice: sapevamo che Neferet avrebbe incontrato Karlsen nel suo ufficio per discutere dell’andamento degli alunni e dell’impostazione delle lezioni, perciò io e Dallas ci eravamo attrezzati ed eravamo pronti a registrare il suo discorso, così da dimostrare finalmente a quella banda di deficienti la cattiveria della temuta vampira.
Coma facevamo a sapere che quel discorso sarebbe stato una valida testimonianza?! Lo sapevamo e basta. O almeno, volevamo sperarlo.

Dallas aveva posizionato un piccolo registratore nella libreria dell’ufficio di Neferet, nascosto tra due vecchi volumi impolverati.
Noi, invece, eravamo appostati dietro una rigogliosa pianta ad attendere l’arrivo della Sacerdotessa.
Io, dal mio canto, mi sentivo tanto Clover di ‘Totally Spies’: avevo persino trovato una tutina come la sua, l’avrei voluta rossa ma… Vabbeh, che lo dico a fare!
Dallas, invece era davvero figo in versione spia, il nero gli stava da dio…
Basta! Concentrazione, Stevie Rae. Concentrazione!
A quel punto udimmo dei passi provenire dall’altro capo del corridoio e poco dopo Karlsen e Neferet si trovavano già davanti all’ufficio di quest’ultima; io me la stavo facendo sotto, temevo che ci avrebbe scoperti: Neferet era molto furba e se se ne fosse accorta saremmo stati davvero nei guai.
Magari avremmo potuto riprendere tutte le sevizie a cui saremmo stati sottoposti e mostrarle agli altri novizi, Kramisha e i suoi non avrebbero avuto più nulla da ridire… Diciamo che sarebbe stato il piano B!
Intanto il piano A andava avanti e io e Dallas eravamo entrambi tesissimi, ma secondo il dispositivo di controllo che il mio compagno di sventure teneva in mano la cimice continuava a registrare senza problemi e se Neferet avesse continuato a sbraitare istericamente come stava facendo in questo momento avremmo avuto il, materiale sufficiente per ‘convertire’ gli altri novizi.
Io e Dallas ci sorridemmo complici: forse ce l’avremmo fatta.

Passò un’altra mezz’ora e le mie povere gambe e il mio povero fondo schiena da Roopers si era irrimediabilmente intorpidito da almeno quindici minuti.
In compenso le urla non si erano placate neppure per un secondo e la cimice era riuscita a registrare ogni cosa.
Ce l’avevamo fatta: avevamo le prove!
Troppo bello per essere vero.

“Ehm ehm.” La voce di Neferet ci fece sobbalzare.
Per fortuna Dallas ebbe la prontezza di nascondere quella specie di controller, invece io ero rimasta letteralmente pietrificata e mentre il moro accanto a me si era alzato e ricomposto quasi immediatamente, io ero ancora accovacciata -come una cretina- tra le foglie del ficus.
“Allora, Stevie Rae, che ne dici di seguirmi, tu e il tuo amichetto, nel mio ufficio?”
Mi alzai di scatto e afferrai la mano di Dallas, la strinsi con forza. Lui mi guardò, come a volermi rassicurare, ma si vedeva benissimo che anche lui era terrorizzato: dovevamo solo sperare che non scoprisse niente della cimice, era la nostra unica speranza.
“Allora, cosa facevate dietro il ficus? ”
“La stavamo spiando” Che cosa? Si era rincretinito forse?
“Come, scusa?”
“La stavamo spiando” ripeté quella faccia tosta di Dallas
“E perché mai, eh Stevie Rae?” Che vipera!
“Beh… Noi…” Oddio! Non sapevo che dire…
Per fortuna Dallas accorse in mio aiuto: “Sapevamo che lei si sarebbe vista con il professor Karlsen e pensavamo che avreste discusso dell’andamento degli alunni e ci tenevamo a sapere che opinione avete di noi.”
Ok: quel ragazzo era un genio. Ma Neferet non ci sarebbe caduta.
“Beh, c’era bisogno di mettersi a giocare alle spie per questo? Sarebbe bastato fermarsi dopo le lezioni e domandare al professore: non ci sarebbe stato alcun problema!” puntualizzò, un sorriso sornione stampato in volto.
Dallas, però, non aveva intenzione di cedere: “Già, ma Stevie Rae non se la sentiva e quindi abbiamo optato per il piano B.” ribatté quindi spavaldo.
“E dimmi, cara, come mai ti sei fatta tutti questi problemi?” mi chiese, guardando provocatoria nella mia direzione.
Bene. Se la vogliamo mettere così, Neferet… Oddio, non credevo a quello che stavo per fare!
“Ehm… Beh, io… L’ho fatto per stare con Dallas!” dissi. Poi spalancai gli occhi: l’avevo detto davvero?!
Dallas mi guardò, il suo sguardo era un misto tra l’incredulo ed il divertito.
Io ricambiai l’occhiata: “Ehi, non ho saputo fare di meglio…” dicevano i miei occhi; magari era solo un’impressione, ma mi era sembrato… deluso.
“Ah. E un invito a cena no, eh? Sai, è un metodo molto in voga al momento…” insinuò, spaesata dalla mia risposta. Beh, ero stata brava, no?!
Stevie Rae 1. Neferet 0.
“Si, ma… Insomma, mi era stato detto che Dallas amava l’avventura, il pericolo, perciò… Mi sembrava, ecco, una buona idea per cominciare…” ribattei. Mi faceva schifo il modo favoloso in cui iniziavo a mentire…
“Bene. Allora io vi lascio alle vostre sospette problematiche adolescenziali, ma sappiate che la cosa non mi convince e, soprattutto, che non finisce qui!”
Uscì quindi, sbattendo la porta.
Io e Dallas tirammo un grosso sospiro di sollievo.

***

[…]
“Ma, Neferet, non pensa agli studenti? Molti di loro non sono ancora pronti!”
“Christopher, se continuiamo a proteggerli così, senza lasciare che lo facciano da soli, come vuoi che lo siano?!”
“Questa battaglia è molto rischiosa, ci vorrà tempo prima che possano affrontarla: ora come ora sopravvivrebbero in pochi, molti rischiano di rimanere uccisi!”
“E se così fosse?! Non possiamo continuare a perdere tempo dietro a mocciosi che sul campo non sopravvivrebbero neppure un minuto! Se non riusciranno ad uscirne vivi sapremo che non erano i nostri ‘uomini’! Bisogna correre dei rischi, se necessario anche sacrificare delle vite, al fine di raggiungere il nostro obiettivo; e noi sappiamo quanto tu lo desideri, non è vero, Chris?...”
“Sta’ lontana da me, Neferet! Non rischierò le vite dei miei alunni, non ho nessuna intenzione di affrontare questa battaglia con la tua stessa superficialità!”
“Oh, Chris, Chris… La mia non è superficialità, è solo determinazione. Non ho paura di sacrificare qualche vita per raggiungere un obiettivo tanto agognato, e nemmeno tu dovresti averne…”
“Ti ho detto di starmi lontana! Ci devo pensare, ok? Non mettermi fretta!”
“D’accordo. Come vuoi, Chris… Se avrai bisogno di un po’ di compagnia in questi giorni di meditazione sai dove trovarmi…”

Dallas mise in pausa la registrazione.
Ok, avevo già ascoltato il nastro, ma ogni volta mi assaliva un senso di nausea al solo sentire quella voce viscida e suadente…
Guardai Kramisha e gli altri confabulare.
Poi si voltarono tutti, contemporaneamente, verso di noi.
Dallas mi strinse la mano, e io, rincuorata dal suo gesto d’incoraggiamento, alzai lo sguardo e sostenni per qualche secondo quello di Kramisha e dei suoi amici, poi la mora parlò: “Va bene. Vi crediamo. E adesso?”


*Memorie di "Abduction" e di Taylor Lautner senza maglietta... é.é



Note d'autrice
Com’è che si dice? Sono elegantemente in ritardo.
Ma mooooolto elegantemente, considerando che il mio spaventoso ritardo è di più di tre mesi… Beh, la classe non è acqua!
Anyway, il capitolo è piuttosto lungo per i miei standard e finalmente abbiamo la svolta tanto attesa: spero solo che vi piaccia!
Poi, un paio di avvisi:
- Sulla mia pagina, nello spazio dedicato alla presentazione troverete il mio programma degli aggiornamenti che conto (non che ci speri troppo, ma vabbeh…) di rispettare, salvo imprevisti come il mio computer che mi ha abbandonata proprio quando ero motivatissima a mettere in atto il programma;
- Vi invito a dare un’occhiata alla pagina facebook che gestisco non la mia amica nonché Beta AliYe
Ora vi lascio in pace e spero di non farvi sorbire ancora una così lunga attesa.
Bacioni :-*. Sgiach <3.

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