Tutto sulla Johnlock

di PollyFTSissi
(/viewuser.php?uid=104684)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Texts ***
Capitolo 2: *** Happy Valentine's Day, John. Open the door for me -SH ***
Capitolo 3: *** Forgive me... If you can. ***
Capitolo 4: *** Dictionary ***
Capitolo 5: *** Loneliness ***



Capitolo 1
*** Texts ***


Piccola premessa: Questa fanfic avrei dovuto pubblicarla a S.Valentino ma visto che l'ho ritrovata solo adesso, la leggerete leggermente in ritardo (ma giusto un po'). Spero sia di vostro gradimento :)

John, stamattina mi sono svegliato e tu non c'eri. Dove sei? -SH

Sono andato al supermercato per il latte e la marmellata, li avevamo finiti. Di nuovo. -JW

 

Dì la verità, ami più la marmellata di me. -SH

 

Non essere ridicolo! Torno subito. -JW

 

John, ti ho chiamato ben due volte alle 10.47 e alle 11.09 facendo squillare l telefono esattamente 27 secondi a telefonata. Dove sei finito? -SH

 

Trovare un fioraio senza una coda chilometrica è quasi impossibile. -JW

Fioraio? -SH

 

14 febbraio, S.Valentino. Ti dice nulla? -JW

 

Oh, giusto. Allora suppongo siano per Sarah. -SH

 

. No, sono per te. -JW

 

Di solito non si regala anche della cioccolata? -SH

 

Ma tu odi la cioccolata! -JW

 

Se me la regalassi tu, potrei anche fare un'eccezione. -SH

 

Allora credo ritarderò ancora un po'. -JW

 

Ti aspetto. -SH

 

Sei il peggior fidanzato che si possa desiderare, sai? -JW

 

E tu il migliore. Guarda nella tasca sinistra del cappotto. -SH

 

Oddio, cos'è? -JW

 

E' una chiave, non lo vedi? -SH

 

Una chiave per cosa? -JW

 

Se torni a casa lo saprai. E sbrigati, mi riesce difficile digitare sul tastierino con i polsi bloccati ai lati della testa. -SH

 

Tempo 10 minuti e sono da te. -JW

 

Scommetterei anche di meno. -SH

 

Angolo dell'autrice: Tutto questo è frutto della mia mente malata mentre un supplente palesemente omosessuale sostituiva la mia prof di lettere. Sì, anche a me risulterebbe difficile messaggiare e telefonare con le manette, ma insomma, Sherlock è Sherlock. Spero abbiate gradito, poiché questa è la prima di tante altre fanfition, sì, farò una raccolta xD Alcune saranno ad “ispirazione” ed altre tratte da delle fan art. Un mio amico che non è un fan di Sherlock l'ha definita “fantastica”, quindi spero sia piaciuta anche a voi xD
Spero continuerete a seguirmi. Alla prossima! <3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Happy Valentine's Day, John. Open the door for me -SH ***


Premessa iniziale: Anche questa l'avevo scritta per S. Valentino xD E' ispirata ad una fan art che metterò alla fine del capitolo, altrimenti poi vi rovino la sorpresa. Spero gradirete comunque! <3

 

Era passato diverso tempo dalla morte di Sherlock Holmes, il suo migliore amico, o qualcosa del genere, non lo sapeva nemmeno lui.

Di solito a Londra, a febbraio, piove continuamente, costringendo un po' tutti ad uscire sempre con l'ombrello a portata di mano, ma quel 14 febbraio alle 9.40 del mattino il cielo era insolitamente limpido e sereno.

John ormai usciva di rado, e come tutti i giorni era in casa, cercando di ignorare tutti quei film sdolcinati che davano in TV.
Sherlock li avrebbe sicuramente odiati.

Mentre dava un'occhiata alle bollette, un oggetto rosa posato sul davanzale attirò la sua attenzione. Notò che era una scatola a forma di cuore con un fiocco nero e sottile.

Una bomba?

Ma preso dalla curiosità aprì quella singolare scatola e ci trovò dentro un iPhone bianco con una cover di silicone rosa.

Un momento, rosa?! Di nuovo?! Chi l'ha mandato?

Sbloccò lo schermo e rimase perplesso quando vide che c'erano 10 messaggi non letti. Ma di chi diamine era quel cellulare?

 

Messaggi ricevuti:

 

Ti ho visto alla fermata del bus -SH

 

Quella marca non è buona, non comprarla -SH

 

Mi manca il tuo caffè -SH

 

Ceni da solo? -SH

 

Mrs. Hudson ha pulito la mia camera? -SH

 

Non hai caricato ancora nulla sul tuo blog -SH

 

Ti manco? -SH

 

Il dottore rimase immobile, incredulo. Non poteva crederci, quindi lui...? Il suo cuore perse un battito, o forse due, per poi riprendere a battere più forte di quanto non avesse mai fatto.

Il cellulare squillò un'altra volta, e lesse l'ultimo messaggio ricevuto.

Scoppiò a piangere, tanto che bagnò il cellulare, si portò le mani agli occhi per trattenere le lacrime che invece scendevano copiose sul suo volto, non sapeva neanche lui se per tristezza o per felicità. Forse per entrambe le cose.

 

Buon San Valentino, John. Apri tu la porta per me -SH

 

Sherlock poteva sentirlo piangere ed un sorriso si fece spazio sulle sue labbra mentre stringeva dietro la schiena un mazzo di rose rosse. Sapeva che forse si sarebbe arrabbiato, gli avrebbe urlato contro, forse lo avrebbe anche preso a pugni, ma alla fin fine, ne aveva la certezza, lo avrebbe sicuramente perdonato. Come faceva sempre.

 

Finalmente di nuovo insieme.

 

Angolo dell'autrice: Per la cronaca, la fan art è questa: http://i41.tinypic.com/2rmp7ir.jpg

Non ricordo dove l'ho trovata, ma se conoscete l'autrice non esitate a dirmelo, così vedrò di citarla! :)

Bene, siamo già al secondo capitolo, sono commossa. E, Dio, non avrei mai pensato di ricevere 9 recensioni! Mi avete fatta scoppiare in lacrime xD Mi spiace per chi desiderava il sequel del primo capitolo, ma poi avrebbe perso tutto il suo “effetto”, perdonatemi D:

Bene, tanti auguri di una buona pasqua per domani! <3 Alla prossima! :3

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Forgive me... If you can. ***


Premessa iniziale: E' un post-Reichenbach. Ho cercato di immaginare come si sentisse Sherlock vedendo John che soffre per lui. Spero di non essere stata troppo ridicola o scontata.

 

Caro John,

non so perché ti sto scrivendo, non l'avevo mai fatto prima d'ora. Vorrei chiederti come stai, ma purtroppo lo so già, e forse è proprio per questo che sono chino su questa scrivania a scriverti una lettera, cercando di utilizzare una calligrafia leggibile. Ti sei sempre lamentato della mia scrittura.

Sono più vicino di quanto tu creda, ti vedo ogni giorno quando vai a lavorare e mi rendo conto di quanto io ti abbia fatto male, non sorridi quasi più, John. Perché?

Ho sempre amato essere una delle poche ragioni per cui sorridevi, ma adesso vorrei solo vederti di nuovo felice, anche per soli tre secondi, forse sarebbero abbastanza per illudermi di non essere un vigliacco.

A volte mentre ti guardo camminare, poso la mano sul vetro della finestra e mi perdo pensando a quanto mi manchi.

Mi manca il gentile ticchettio delle tue dita sulla tastiera, mi manca l'odore dei tuoi vestiti, mi manca la tua tolleranza, mi mancano le tue attenzioni, mi mancano anche i tuoi rimproveri, perché cosi mi facevi capire quanto tenessi a me. Pensa, mi manca persino quell'orribile maglione beige.

Ma poi mi ridesta il vetro ghiacciato contro il palmo della mia mano, e fa male sapendo che la tua vita è altrettanto fredda e vuota.

Sai, c'è sempre stato qualcosa nel tuo sguardo, una piccola scintilla, che ti rendeva speciale, che mi faceva sentire bene. Adesso non c'è più. A volte la vedo ricomparire quando prendi tra le mani il mio violino e rivedi la mia immagine sulla poltrona mentre lo suono. Ma quando ritorni con i piedi per terra, ecco che svanisce di nuovo.

Quello che si è buttato da un palazzo sono io, quello che dovrebbe essere morto e seppellito in una bara dovrei essere io, ma l'unico che è morto qui sei tu. Ti ho ucciso, John. Sei diventato l'ombra di te stesso, di quello che eri una volta. John H. Watson, il medico che aveva studiato per diventare tale non per i soldi, non per il titolo, ma per aiutare le persone.

Ed adesso guardati, piangi quasi ogni sera. Piangi perché hai cercato di aiutare me. Riuscirai mai a perdonarmi?

John, ti giuro che per te morirei altre mille volte. Se me lo chiedessi tu, giuro che ucciderei. Farei qualsiasi cosa per vederti felice di nuovo, non ce la faccio a vederti così... Così simile a me.

Un tempo non sentivo niente, non riuscivo a provare emozioni, le reputavo solo delle sciocche invenzioni umane per riempire in qualche modo le loro inutili vite. Ma poi ho conosciuto te.

Sono interessanti. Le emozioni. Mi hanno impallato il cervello. Un tempo non mi sarei mai messo a scrivere per far sentire meglio una persona, ma lo sto facendo.

A dire la verità non so bene neanche cosa i miei sentimenti stiano facendo, li ho repressi per tanto tempo ed evidentemente si stanno vendicando.

Sinceramente non so se ringraziarti od odiarti per aver risvegliato il mio cuore assopito. Ma adesso credo di essere una persona migliore, quindi grazie.

Grazie per avermi aperto gli occhi, osservavo la vita come la osserva una fredda e razionale macchina, come potrebbe osservarla un cieco.

John, spero che non ti servano parole smielate ed inutili dichiarazioni. Non servono. Insomma, anche io che non sono un esperto di romanticismo mi sono reso conto che... Scusami, non ci riesco. Spero tu riesca a capirmi comunque.

Se ti fa stare meglio, non riesco a vivere senza di te.

Ti prego di non cercarmi, tornerò quando ne avrò l'occasione. Sappi solo che sono vivo e che ti penso costantemente.

Con tantissimo amore, credimi, sempre tuo,

 

Sherlock Holmes

 

Anche quella sera, John, pianse. Ma non per il dolore, non per la rabbia.

Ma per la felicità.

 

Note dell'autrice: Spero non rimpiangerete uno stucchevole “John, ti amo” vi prometto che ci sarà tempo anche per quello, ma Sherlock non è il tipo che si dichiara in una lettera come una ragazzina di 14 anni.

Bene, probabilmente ora mia madre mi butterà il pc dalla finestra per un brutto voto in matematica. Spero di riuscire ad aggiornare prima dei miei 40 anni. Alla prossima! <3

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Dictionary ***


Dictionary

 

«Sherlock, sei fantastico» (Ti amo)
«Lo so» (Anch’io)

«Io sono sposato con il mio lavoro» (Tu sei il mio lavoro)

«Sei insopportabile» (Amo qualsiasi tuo difetto)

«Non sono gay» (Sono Sherlock-sessuale)

«Puoi frequentare tutte le ragazze del mondo, non mi interessa minimamente» (Ti prego resta qui con me, lo sai che mi importa)

«Vorrei darti un pugno» (Baciami)

«Sherlock, abbottonati la camicia» (Prendimi. Qui. Subito.)

«John, quel maglione è orribile» (Te lo strapperei volentieri di dosso)

«Posso usare il tuo cellulare?» (Ti amo da morire)
«Certamente!» (Io di più)
«Grazie, John» (Non vivo senza di te)
«Di niente» (Mi beccherei una pallottola per te)

«Non sono geloso di Sarah!» (Se potessi le sputerei in un occhio)

«John, ti ho preparato il caffè» (Ti amo, ti amo, ti amo)

«Non sei una macchina, sei un umano anche tu» (Perché non ti lasci amare?)

«Sei un egoista!» (Non riesco ad odiarti)

«Ti ho fatto un the. E l’ho anche zuccherato» (Non sarà mai dolce quanto te)

«Irene non mi faceva né caldo né freddo» (Dio solo sa cosa mi ha trattenuto dall’insultarla)

«Non sarai mica geloso?» (Ti prego, dimmi che lo sei)
«Ma per favore!» (Non immagini quanto)
«Continuo a non crederti» (Non ne hai motivo)
«Fai un po’ come vuoi» (Sei mio e di nessun’altro)

«E’ troppo pericoloso» (Non permetterò a nessuno di farti del male)

«Promettimi che non farai mai più una pazzia del genere» (Giurami che non mi lascerai da solo)
«Va bene, mammina» (Lo giuro, mai)

«Non ho bisogno di te» (Ti necessito più dell’aria che respiro)
«Nemmeno io» (Anch’io, John)

 

Angolo dell’autrice: Dopo aver scontato la mia pena (=studiare matematica a raffica) eccomi di nuovo tra voi! :D Vi sono mancata? (No [cit. tutti]) Comunque, secondo me è così, dicono una cosa ma ne intendono un’altra xD
Non ho molto da dirvi, a parte che sto preparando una lemon (finalmente) anche se non sono molto brava… Ma cercherò di fare del mio meglio, sperando di non fare la solita scena di sesso buttata lì per lì xD Bene, ora devo lasciarvi (domani ho un compito in classe) Buona notte!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Loneliness ***


Nessuno può capire com’è essere soli, completamente ed irreversibilmente soli.

Tutti hanno dei familiari a cui tengono, degli amici a cui vogliono bene, magari un coniuge ma è assai raro trovare qualcuno che sia solo al mondo.

Ebbene, quello sono io.

Perché non ho amici? Perché tutti mi trovano strano, la mia intelligenza li spaventa, forse perché mi sento superiore a loro o forse perché sono troppo superficiali per andare oltre alle apparenze.

La gente è falsa, la gente è cattiva e più mi avvicinavo ad essa, più soffrivo.

Così c’è stato un momento nella mia vita in cui pensavo che non avrei mai trovato nessuno disposto a sopportare le mie stranezze e decisi che il lavoro sarebbe stata l’unica cosa importante nella mia vita.

Ma alla fine, ecco, ho incontrato il mio coinquilino: John H. Watson. Anche lui solo, lui riusciva a capirmi, finalmente mi sentivo apprezzato e mi aggrappai a lui sperando che mi salvasse da quella solitudine che mi opprimeva dalla nascita.

I primi tempi infatti fu così: mi seguiva dovunque andassi, mi faceva sentire importante, mi faceva sentire speciale ed io gli donai il mio cuore come ricompensa.

Non mi sono mai pentito di averlo fatto, ma forse mi ero sbagliato a pensare che sarei stato l’unico per John come lui lo era per me. Alla fine si è fatto una vita, degli amici, frequenta delle ragazze ed io durante la sua assenza mi sento solo.

Devo ammettere che fa più male di quando ricordassi, per un momento mi sono davvero illuso di essere “felice” ma, mio Dio, che stupido che sono stato.
Come ho potuto pensare anche solo per un momento che una persona come lui mi avrebbe mai ricambiato?

Tralasciando il fatto che sono perdutamente innamorato di lui, la sua assenza fa male. Anche solo la consapevolezza che dipendo da una persona mi fa sentire un idiota, sono andato contro tutti i miei principi. Non avrei mai dovuto farlo.

Stupido. Stupido. Stupido.

Ho gettato all’aria tutte le difese che avevo costruito con fatica per difendermi da quelli che chiamano “sentimenti”, ma alla fine ne sono rimasto succube.

Com’è vuota l’esistenza umana, vero? Perché dipendiamo dalle persone? Perché abbiamo bisogno degli altri per poter essere felici?

Ma la vera domanda è: E’ meglio restare soli oppure rischiare e mettersi nelle mani degli altri?

L’unica cosa che so è che sono solo.

Totalmente ed irreversibilmente solo.

 

Angolo dell’autrice: Perché sto aggiornando dopo soli 2 giorni dall’ultimo capitolo? Perché sto piangendo come una disperata da due ore e non so con chi parlare. Tutto quello che mi resta ormai sono il mio quaderno ed una penna. Mi sono accorta che ormai sono sola, sì, esattamente come Sherlock. Mi sono aggrappata ad una persona con la speranza che mi avrebbe voluto bene per sempre, ma mi ha delusa ed ora sono di nuovo sola. Capisco immensamente Sherlock in questo momento, non pensavo che l’avrei mai detto. Questo capitolo si è praticamente scritto da solo, le parole si sono riversate sul foglio come un fiume in piena. Questo è Sherlock, ma in realtà è quello che sto provando io.
Se volete potete commentare, mi fareste solo contenta.
Spero di non avervi rattristato troppo, e se l’ho fatto vi prego di scusarmi.
Alla prossima (sperando di finire la lemon!)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1012101