A un passo dal possibile

di FrancescaLelly
(/viewuser.php?uid=183770)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** THE BEGINNING ***
Capitolo 3: *** Forse è tuto vero ***
Capitolo 4: *** Io non credo alle coincidenze ***
Capitolo 5: *** La triste verità ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Lei:
Lei era lei.
Era rimasta lei, nonostante tutto.
Nonostante ormai lei fosse diventata una di quelle cantanti famose, quelle che si vedono in TV, nei giornaletti, per le quali tutte le ragazzine impazziscono.
Ed era rimasta lei, anche sopportando il fatto che il suo cuore non le appartenesse più, ne era stata privata da quel momento.
Proprio da quel preciso istante.
Ma questa è un’altra storia.
Lei si chiamava Jennifer. Jennifer Huston.
Per gli amici e per i suoi fan solamente “Jenn”.
Era americana, di Washington. Viveva nella capitale con la sua famiglia, quando le hanno proposto di diventare una modella.
Il suo fascino infatti era difficile da non notare.
Non era semplicemente “bella”! Lei aveva quel non so cosa, che faceva innamorare tutti alla prima occhiata.
Alta, magra, slanciata, corpo perfetto, belle linee.
Aveva in particolare un viso mozzafiato: bocca rossa, carnosa, a forma di cuore; naso dritto, semplice ma espressivo; e poi due grandissimi occhi blu, blu profondo, nel quale ci si perde anche senza volerlo.
Due occhi così straordinari, che comunicavano tutto ciò che aveva dentro, nell’anima, nel suo cuore, nei suoi più profondi pensieri, e che contrastavano con la sua folta chioma di capelli scuri, neri, lisci, lucenti anche dopo una giornata al mare.
Aveva un fascino particolare: era l’incontro tra due popoli caratteristici, quello latino e quello nordeuropeo.
In conclusione era una dea, un vero capolavoro della natura.
Aveva sedici anni, amava il canto, prendeva lezioni da quando era piccola.
Aveva anche un’altra grande passione: la pittura.
Ma allora come mai le avevano chiesto di fare la modella? Appunto per il suo fascino strabiliante.
Ma era ciò che lei desiderava? Certo, lei amava la moda, le foto, i vestiti.
Ma il suo vero grande sogno era la musica.
La proposta per entrare nella moda probabilmente le servì proprio per farsi notare. Alcuni discografici infatti, che la tenevano d’occhio già da un po’ di tempo, non ci pensarono due volte ad offrirle quel tanto sognato contratto, durante una conferenza stampa, nella quale Jenn dichiarò la sua passione per il canto e diede prova del suo grande talento, ancor più grande della sua bellezza, che era già di quantità smisurata.
Lui:
Bhe lui lo conoscete no?
Il più bello (è dire poco), il più bravo, colui che ci comunica tutto, che da tutto per noi, che è la nostra stessa vita, che non si risparmia mai, che è tutto ciò che di bello si possa desiderare, insomma è TUTTO.
Bhè avete capito no?
Parlo di Justin. Justin Bieber.
Star internazionale, ormai, canadese, 18 anni, capelli chiari e occhi color miele dorato, come le foglie d’autunno, come il ricordo di casa quando si è lontani, come il più bel gioiello, come la sicurezza, il cuore, l’amore, la vita, la dolcezza.
Lui è famoso, seguito da tutti: programmi, intervistatori, giornalisti, camera-man, paparazzi (-.-“) ma soprattutto fan.
Milioni e milioni di fan sparse per il mondo, che vorrebbero essere la sua ragazza, o che semplicemente sognano, sognano ad occhi aperti ascoltando le sue canzoni, la sua dolce voce, che guardano video, si documentano, lo seguono su twitter e non smetteranno mai di farlo.
Ecco, Jenn era una di loro.
E come non esserlo?
Una volta che vieni rapita dal suo essere, così speciale, così unico, non puoi scappare, ormai sei affetta da quella malattia, senza cure, che ormai si sta diffondendo in ogni angolo della Terra.
La BIEBER FEVER.
Ma era diversa, lei.
Non aveva quella voglia morbosa di buttarcisi addosso.
Era più contenuta, forse per timidezza, o forse perché non si sentiva abbastanza in confronto al tutto, una piccolissima gocciolina rispetto al grande e immenso oceano.
Ma forse non era così..

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** THE BEGINNING ***


Io ero lì. Seduta proprio lì. Non potevo crederci. Su una poltrona del più bell’albergo che avessi mai visto, a Los Angeles, con mia madre e il mio manager. Avevo in mano un pezzo di carta. Un semplice pezzo di carta che però mi avrebbe cambiato la vita. Era un contratto discografico.
Ero spaventata, avevo paura. Paura di non riuscire ad arrivare al pubblico, ai possibili fan. C’erano troppe cose da fare, troppo da imparare e forse non ero pronta, ma non m’interessava: dove provarci!
I “forse”, i “probabilmente” erano sempre stati parte integrante della mia vita. Ciò che sarebbe potuto essere, ciò che non è stato, ciò che sarà. Tutto è un FORSE, non si ha mai la certezza di qualcosa. Ecco, neanche io ero certa di potercela fare. Ma se anche altri c’erano riusciti, io non sarei potuta entrare a far parte di quegli “altri”?  Chi lo diceva? In fondo è ciò che sognano e sperano tutti. Lavorare, guadagnare soldi con la cosa che si ama fare di più. Bhè io amavo il canto, ma sapevo anche suonare; la chitarra, il piano e il violino erano la mia quotidianità, quel qualcosa che ti completa l’esistenza. Speravo poi  di incontrare il vero amore. Sentivo un bisogno enorme, implacabile, di avere qualcuno che mi amasse accanto, qualcuno che mi avrebbe sempre sostenuta, qualcuno che mi supportasse e sopportasse. Certo avevo la mia famiglia, ma non era la stessa cosa.
Mentre mi perdevo nei pensieri, riuscii comunque a sentire John (il mio manager) che mi parlava.
-dobbiamo andare.- disse.
-ok- sussurrai in risposta.
Mi alzai dalla poltrona, lanciai un’occhiata a mamma. Mi sorrise, come per dire “va tutto bene, stai solamente realizzando il tuo sogno”. Prendemmo la macchina di John. Un enorme macchinone nero dai vetri oscurati e arrivammo in uno studio di registrazione, il più grande che avessi mai visto. No scherzo, l’unico che avessi mai visto! Lì ci aspettava un tizio, molto cordiale, che ci fece entrare e ci spiegò le varie funzionalità dello studio.
Stavamo girando avanti e indietro per quell’enorme edificio, e fissavo tutto a bocca aperta, estasiata. Ero così concentrata che non mi accorsi neanche di Lui. Già proprio di LUI! Almeno in un primo momento.
Ad un tratto udii una voce. Anzi, LA VOCE. Quella voce che mi faceva sognare, che mi trasportava ogni volta come fosse la prima, in luoghi lontani, sconosciuti, con paesaggi mozzafiato, con ampie distese d’erba e onde blu cobalto. Tutto in quei luoghi era perfetto, così maledettamente perfetto, proprio come Lui.
Mi spostai di qualche centimetro, mi voltai. Eggià, lui era proprio là. Lui, in carne ed ossa, con la maglietta blu a scritte viola, jeans e supra. Strano vero? Un look irriconoscibile, no?
Stava cantando beato, ignaro dei colpi al cuore che mi causava ogni volta che apriva bocca, che si muoveva, o semplicemente il fatto che esistesse. Lo stavo fissando, in un modo sfacciatamente imperterrito.
Alzò gli occhi, quegli occhi. E prima che potessi girarmi per evitare di fare una bella figuraccia, mi fissò dritto negli occhi. Smise di cantare. Uscii dal trance che mi aveva provocato la sua canzone. Lui invece sembrava proprio in trance. Mi fissava, proprio come lo stavo fissando io poco prima. Mi guardava con quegli occhi color ambra. Aveva la bocca poco aperta, gli angoli tirati all’insù. Con un movimento quasi improvviso uscì dalla sala in cui stava registrando e mi venne incontro. Ok. Forse stavo ancora sognando. Forse no. Forse? Si avvicinò, mi prese la mano.
-Ooooh- udii. Già perché parlò in modo quasi impercettibile.
Ciò fu sufficiente per mandarmi in ebollizione, e diventai tutta*rossacolorpeperone*.
Mi sorrise. Gli sorrisi anch’io. Ero lì. Proprio lì. IO! A un passo dal possibile. A un passo da lui. Continuavamo a fissarci.
-Wow, sei incredibilmente bella.- disse, rompendo il ghiaccio.
-ti va di bere qualcosa?- continuò, quasi sfacciatamente.
-è ciò che aspetto da una vita- gli risposi, senza badare al fatto che io stavo dicendo proprio la verità!
Okkeeei, ciò che avete letto era ciò che sognavo! xD La parte reale è fino a quando esce dalla stanza e si dirige verso di me.
Lo fissavo, lo fissavo e lo fissavo. E Lui mi fissava. Insomma: ci fissavamo! Ahah
Non avevo la mente lucida, perciò non capii la prima volta quando mi disse – Ciao, sono Justin! Piacere di conoscerti! Mi avevano detto che saresti arrivata!-
Ero ancora imbambolata. Ok, figuraccia. Soprattutto quando gli chiesi di ripetermi ciò che aveva appena detto.
-Ciao, sono Justin! Piacere di conoscerti! Mi avevano detto che saresti arrivata!-
E scoppiò in una fragorosa risata, ampia, limpida, genuina. Forse si era accorto del mio stato di imbambolataggine!? D:
Risi anch’io, la sua risata mi metteva allegria, e lo feci anche per sdrammatizzare un po’ la mia situazione di completo imbarazzo.
Mi guardava ancora, e mi chiese se volevo fare un giro per lo studio.
Iniziammo a camminare, mi spiegava cosa avremmo dovuto fare, perché ero lì, e perché Lui era lì.
In pratica venni a sapere, che in un giro di pochi giorni avrei registrato una canzone con Justin, (si proprio con Lui) per lanciarmi nel mondo della musica e per avere già una star dalla mia parte. Bella idea no? :D
Continuammo a parlare, anche di altro, di musica, di passioni, di sport e di passatempi. Scoprii allora che era anche molto simpatico. Bello, bravo, simpatico, dolce, gentile.. Cosa si può desiderare di più? Io penso niente.
Stavamo parlando da ore ormai, e non ci eravamo resi conto del tempo che scorreva, anche se noi eravamo rimasti lì, insieme, in sintonia.
Driiiiin, driiiiin. Justin fissava la tasca della mia felpa, e non capivo il perchè. Poi lo intuii. Stava squillando il mio cellulare, ma non me ne ero accorta, poiché ero tutta intenta ad osservare i suoi capelli così perfettamente spettinati…
Era mamma, mi disse che mi stava aspettando con John alla porta d’ingresso. Decisi di raggiungerla e Justin si offrì di accompagnarmi.
Arrivammo e iniziarono le presentazioni. O meglio mamma allungò la sua mano verso quella di Justin che si presentò da vero gentiluomo. Io ero un tantino imbarazzata, soprattutto a causa delle  occhiate che mi lanciava mia madre, sembravano quasi dire “tesoro, lui è Justin Biebeeeer! Wow! Fatti avanti tesoro! Ahaha”. Sembravano le tipiche presentazioni tra i genitori di lei e il suo ragazzo. E anche se lui era Lui, mi sentivo comunque in soggezione.
Invece John e Justin sembrava che si conoscessero già! Erano molto cordiali l’uno con l’altro e stavano discutendo tranquillamente del mio contratto e del nostro duetto in prossima uscita.
Erano le 7 di sera, ma ero incredibilmente stanca. Loro parlavano e parlavano, e mi feci scappare uno sbadiglio. Tutti e tre mi fissarono e ridacchiando mi dissero che era tardi e che saremmo tornati in hotel. Non volevo andare. Temevo che tutto potesse finire, come se non fosse reale. Che Justin non tornasse più. Ma avevo un tale sonno, che acconsentii.
Mamma e John andarono verso la macchina, io che stavo per seguirli fui però fermata dalla mano di Justin.
-non si saluta eh?!-
-perdonami. Ho davvero sonno. E poi non pensavo ti andasse di salutarmi-
Rise beffardo.
-e invece si, mia cara Jenn!-
oh mamma, Justin sapeva il mio nome. Ah già. Che stupida gliel’avevo detto poco prima -.-
ci scambiammo un tenero saluto, affettuoso, ma breve. Mi diede un bacio sulla guancia sinistra. Forte e deciso, e io non potei che scambiare il gesto. Perciò gli lasciai un po’ del mio lucidalabbra sulla sua guancia destra.
-Jenn, ti va se mi lasci il numero così domani mattina ci mettiamo d’accordo sul da fare?-
Ok. Questa proprio non me l’aspettavo.
Mi porse il suo iPhone, ed io il mio.
-ok, allora scrivi anche tu il tuo- risposi.
Brava, pensai. Mi stavo auto controllando,  sembravo quasi in presenza di una persona normale.
Subito dopo mi accompagnò alla porta e ci salutammo di nuovo. Salii in macchina e lo salutai da dietro i finestrini che però erano oscurati e quindi non mi vide.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Forse è tuto vero ***


La mattina seguente.
Mi svegliai tutta intontita, come da un sogno, che in verità era realtà. Era presto, o almeno per me. Le nove. Il mio cellulare brillava di messaggi.
*Come stai? Tutto bene la tua avventura e il nuovo lavoro? Ti amo puzzola*. Messaggio di Amy. Che dolce! Le risposi subito.
Gli altri erano di Eleonore, Lara, Nathalie, Chris e Michael. Tutti miei grandi amici.
Poi c’era un certo messaggio, ricevuto alle 8,37.
*scommetto che stai ancora dormendo!* Justin. O mamma. Justin. Si ok, Justin. L’ho detto poche volte?
*ora non più :D* gli risposi.
Mi preparai velocemente, una doccia veloce, un po’ di trucco e indossai un T-shirt bianca con scritto “Always in my mind” di colore nero. Degli shorts di jeans grigi e le mie fedeli converse basse nere. La mia piccola chanel nera fremeva di essere portata in giro. Ci infilai il l’iPhone, il portafoglio e gli occhiali.
Nella hall mi aspettava John, mentre mamma stava arrivando dall’ascensore.
Facemmo una breve colazione in un bellissimo bar di LA. Prendemmo nuovamente il macchinone, e prima di capire dove ci stessimo dirigendo, vidi un grande albergo, non lontano dal nostro, lussuoso e sfizioso.
Davanti a questo c’era Justin, con il fedele Kenny, la mitica Pattie, e Scooter.
 Scendemmo dalla macchina.
Justin era bellissimo. Affascinante. I suoi capelli risplendevano di luce propria, ed erano così soffici anche solo da guardare. Aveva un look impeccabile, jeans chiari, maglia, felpa e Vans nere.
Appena mi vide sfoderò i suoi dritti e bianchi denti con un sorriso splendente, ampio e luminoso.
Feci lo stesso. Ma probabilmente il mio non fece a lui l’effetto che il suo aveva fatto a me. O forse sì? Mi continuava a squadrare, continuando a sorridere.
Intanto John, Scooter, Kenny, mamma e Pattie si stavano salutando.
-cosa ti guardi superstar?- esclamai, ridendo.
-niente, ti osservavo, sei così bella!-
-oooooh grazie- risposi tutta rossa.
-sai mi sono preparata bene! Dovevo incontrare il più bel ragazzo che abbia mai visto!- continuai.
-bhè, a che ora lo vedi?- mi disse il furfante.
-.-, la mia faccia in tutta risposta.
-sei tu, mio caro scemo!- dissi, ridendo.
Rise anche lui.
-sei simpatica sai?-
-sei fantastico sai?-
Scoppiammo di nuovo a ridere.
In quel momento ci accorgemmo che ci stavano osservando. Soprattutto Pattie e mamma, la mia dolce mammina di nome Chantelle.
Ci osservavano con occhi sognanti. Non è che….? Stavano forse pensando a noi due insieme?
Bhè, per me era un po’ difficile da spiegare. Ma non desideravo stare con Justin, lui aveva il suo spazio, la sua vita. Io desideravo la sua felicità, e ammiravo le sue capacità musicali. Niente di più, o almeno credevo.
-ragazzi andiamo?- interruppe  fortunatamente John, salvandomi da un momento imbarazzante.
-ok- risposi in fretta.
Santo John!
Salimmo in macchina e ci dirigemmo nuovamente allo studio.
Eravamo in sala di registrazione, io e Justin. Io e lui, da soli. John e  Scooter ci osservavano da dietro il vetro, insieme a mamma e a Pattie. Un tecnico ci fece un segno con la mano. Capii che stavamo per iniziare a registrare. Stavamo per cantare un inedito. Un brano scritto da Justin, per me e per lui. Non mi conosceva, certo. Ma l’aveva scritto per un duetto con una ragazza da catapultare nel mondo della musica e dello spettacolo.
Iniziarono a  vibrare le prime fatidiche e docili note del pianoforte della base.
Justin attaccò. La sua voce scorreva precisa, dolce, intonata, perfettamente a tempo e carica di una quantità strabiliante di emozioni, di vibrazioni, di sfumature; particolarità che mi mandavano in estasi.
Fissavo le sue labbra, morbide e vellutate, muoversi; e nel trance quasi persi il momento di attaccare.
Per fortuna iniziai al punto giusto. Stavo dando il meglio di me, tentando di non sfigurare, davanti a lui. Stavo andando bene, incredibilmente! Anche lui mi guardava, con un’espressione di ammirazione. Non mi piaceva mai la mia voce, ma probabilmente agli altri nello studio doveva apparire davvero stupefacente perché mi guardavano tutti estasiati!
Cantammo il ritornello. Iniziò una specie di alchimia, un incantesimo, un’armonia, non so neanche come definirla; un qualcosa di magico tra di noi. Mi prese la mano, le sollevammo intrecciate. I nostri occhi si guardavano, giocavano a nascondino, si rincorrevano.
Le nostre voci si stavano fondendo completamente, eravamo una cosa sola.
Poi la canzone terminò.
Terminò con lei anche la magia.
Lasciammo le mani, distogliemmo lo sguardo, probabilmente entrambi un po’ imbarazzati.
Cercò nuovamente i miei occhi. Li trovò. Sorrise, sorrisi. Ecco. Questo era tutto ciò di cui avevo bisogno. Un microfono, un sorriso e una passione.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Io non credo alle coincidenze ***


Driiiiiiiiiiiin.
Cazzo la sveglia! Erano già le 7!
Mi alzai di botto. Barcollai fino all’armadio e alla cieca scelsi dei vestiti.
Una bella doccia, un po’ di trucco e una spazzolata erano quello che mi ci voleva.
Tornai nella stanza e mi accorsi di aver preso un pantaloncino verde e una maglia blu e rossa.
Decisi di scegliere altri vestiti, per evitare che qualcuno potesse spaventarsi alla vista di quei colori insieme! Ahah
Presi dei jeans attillati, un po’ strappati. Afferrai un top bianco, e infilai delle zeppe non molto alte, sempre bianche. Afferrai la borsa e scesi giù, dove mamma e John mi aspettavano.
Gli sorrisi. Ero davvero felice. Stavano accadendo cose meravigliose nella mia vita. Mi sentivo veramente fortunata.
-allora? Dove andiamo oggi?- sbottai lì per lì.
-oggi giro per LA- rispose John
-contenta?- mi chiese mamma tutta felice.
-si! Non vedo l’ora!- risposi sinceramente.
-bene-
-ah, poi abbiamo deciso una cosa; prendiamo una casa qui, un appartamento in centro. Ora lo andiamo a vedere! Ho già parlato con papà, lui ci raggiungerà qui, insieme a Britney.- disse mamma.
Rimasi a bocca aperta! Un sogno che diventava realtà. Forse.
Uscimmo dall’hotel e salimmo in macchina.
Facemmo un giro completo di LA. Era una città davvero splendida! Movimentata, frizzante, giovane e divertente. Puoi trovare e fare tutto ciò che ti pare! Alla fine entrammo da McDonalds per mangiare qualcosa. C’era un botto di fila. Così decisi di prendere un tavolo mentre mamma e John aspettavano e ordinavano.
Cavolo era tutto pieno. Neanche mezzo tavolo.
O forse si.
A un certo punto vidi qualcuno sbracciarsi e sorridermi. Era Justin. Mi faceva segno di avvicinarmi.
-Hey-
-Hey-
-anche tu qui!- mi disse
-eggià, ma non c’è posto!-
-se volete potete sedervi qui, accanto a noi-
-va bene! Grazie-
Mi sistemai accanto a lui. E subito dopo arrivarono mamma e John con i vassoi.
Mi accorsi di aver ordinato lo stesso panino di Justin. McCicken.
-Hey anche tu il Cicken!- disse contento
-si, copione!-
Scoppiò a ridere, e gli volò un pezzo dell’insalata sul mio vassoio.
A quel punto iniziai anch’io a ridere come una deficiente.
Continuammo a mangiare e a ridere così tutto il tempo.
Mi piaceva, lui. Era divertente. Proprio come avevo sempre immaginato.
Dopo un po’ avevamo finito ed eravamo pronti ad uscire.
Mamma si alzò dicendo di avere appuntamento con l’agenzia per l’appartamento.
Mi alzai anch’io.
-Jenn ti va di andare da qualche parte?- mi chiese Justin.
- certo! Posso mamma vero?- (faccia da cucciolo)
- va bene.. tesoro chiamami, ci vediamo dopo-
-ok mà! A dopo-
Justin mi prese per mano e uscimmo dal Mac.
Passeggiavamo mano nella mano per le vie di LA.
Guardavamo i negozi e le insegne illuminate, mi sembrava un sogno.
Trovammo una panchina, ci sedemmo.
Continuava a tenermi la mano. E con l’altra giocherellava con i miei capelli.
-allora? Com’è la vita da popstar?- chiesi di botto.
-bhèè, una figata. Anche se a volte vorresti essere con la tua famiglia, vorresti avere i tuoi amici di sempre e i tuoi affetti più vicini a te-
-immagino-
- ma sul serio, è un sogno, tutto ciò che mi è capitato negli ultimi due anni. Premi, interviste, concerti, tour. Un sogno. Davvero. Tutto grazie ai miei fan-
- io sono tua fan-
-davvero?! O.o Non l’avrei mai detto, sai? Non hai urlato, non sei svenuta e non mi sei saltata addosso. Ah, e soprattutto non hai ancora  provato a baciarmi- mi disse, strizzando l’occhio e facendo il figo.
-ahahah, guardi signor Bieber, che io la considero come un ragazzo normale. E io non bacerei un ragazzo che non conosco. Certo lei è incredibilmente bello.-
-mmmh, senti chi parla. Sei una modella?-
-si O.o ma che ne sai!?!-
-bho, ho tirato a caso. Sei bellissima, hai un fisico perfetto. E poi ho visto una ragazza simile a te per una pubblicità di D&G.-
-guarda bello che quella sono io!-
-ma davvero!?-
-ahah si :D-
- bhè allora complimenti.-
Dovevo ammettere che Justin era incredibilmente simpatico. Certo lo avevo sempre saputo, o almeno creduto o sperato. Ma ora ne avevo la conferma.
Stavamo ancora chiacchierando, così, del più e del meno, quando ci trovammo molto vicini. Quasi ci toccavamo con le labbra, ma non ancora..
Stava per succedere tutto, ma una ragazza si avvicinò a Justin e lo supplicò di farle un autografo e una foto.
Mi squillò il cellulare. Mamma.
-si ok, mà, a fra poco.-
La mia conversazione con mamma era durata appena venti secondi, quindi scrutai Justin che posava per le foto e firmava autografi. Le fan si erano moltiplicate!
Quanto le capivo! Anch’io avrei fatto di tutto, per guardarlo dal vivo per pochi istanti, per avere quella maledetta firma o per avere una foto.
Già, ma questo lo avrei fatto fino ad una settimana prima. Ora, ora era diverso. Io avevo il suo numero! E ci stavo uscendo!
Forse stava succedendo qualcosa, forse no. Ancora questi FORSE che mi mettevano tanta ansia. Probabilmente il MIO sentimento stava mutando. Non era più solo ammirazione ma era diventata amicizia, o magari qualcosa di più.. magari.. ma non dovevo illudermi. Assolutamente no. Proprio ora che stavo per iniziare la mia carriera. Dovevo restare lucida, senza distrazioni e preoccupazioni. Dovevo rilassarmi e stare tranquilla.
Stavo vagando nella mia mente piena zeppa di pensieri, idee, progetti, quando Justin mi scosse per un braccio.
Lo guardai, ancora pensierosa.
-che fai, Jenn? Le fan sono andate via!-
-oh, sì, scusami, stavo pensando-
-mmmh, e a cosa?-
-eeeh, pensieri segreti-
-un giorno li conoscerò-
-forse-
Fece un sorriso enorme e mi prese la mano.
-ah, quasi dimenticavo- dissi –mamma, mi ha chiamato! Devo raggiungerla in albergo!-
-ok, ti accompagno allora-
-va beneee-
Arrivammo all’hotel, Justin mi accompagnò fin dentro la hall.
Lì c’era mamma.
O no, ma non c’era solo mamma!
C’erano anche papà, il mio dolce papone, e mia sorella Britney!
Mamma mia quanto mi erano mancati!
Corsi ad abbracciarli, con tutta la forza che avevo, sprizzando felicità ed energia da tutti i pori.
Quasi cascammo tutti quanti.
Finalmente: la mia famiglia tutta unita, in una città fantastica, con tutta la vita davanti, piena di sorprese, emozioni, sentimenti ed esperienze nuove.
Justin era ancora sulla porta. Perciò lo presentai al resto della mia famiglia.
Ah quasi dimenticavo che mia sorella Britney era una sua fan. Ma una di quelle pazze. Sapeva TUTTO di lui. Perciò quando lo vide gli saltò addosso.
Una scena bellissima, ahahahhaha
Morii dalle risate a guardare Justin sommerso dagli abbracci di Brit.
-Hei, Jenn cosa ridi? Lei sì, che è una fan sfegatata! Tu sei troppo calma!-
E da lì scoppiammo a ridere tutti.
Quando mia sorella finalmente si calmò Justin riuscì a dirmi che la mattina dopo ci saremmo visti per un incontro con Michael Hobbs. A quanto pare un pezzo grosso, ma non sapevo esattamente chi fosse.
Perciò salutai il biondino e andai con la mia famiglia al completo nella camera.
Erano le 21; ma ero stravolta, di nuovo una giornata piena di emozioni.
Crollai ancora una volta.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** La triste verità ***


Drinnnnn
Nuova giornata
in una nuova città
con nuove persone
e una nuova vita
niente di più eccitante!
Mi alzai. Mi ricordai dell’appuntamento importante, perciò indossai un abitino rosa pallido, molto elegante, corto, non cortissimo. Indossai dei tacchi neri e una pochette. Degli orecchini d’oro abbastanza grandi e una collanina che avevo da quando avevo 4 anni. C’era scritto “believe in yourself”, me l’aveva regalata la signora delle pulizie che lavorava da noi.
Lei mi ascoltava sempre mentre cantavo, mentre recitavo, mi guardava mentre sfilavo o ballavo.
Non si era persa nessuna esibizione e nessun saggio. MAI. Era la mia più grande fan.
Era una grande, una vera forza della natura.
Sistemai i capelli, feci un po’ di boccoli sparsi.
Trucco leggero, ed ero pronta.
Toc, toc.
Mamma.
-amore sei pronta?-
-sisi, mamma, prontissima!-
Aprii la porta, ma non feci in tempo ad uscire che mi ritrovai Brit in camera.
Era anche lei pronta, e anche lei bellissima.
Aveva 11 anni, ma era molto matura e intelligente.
Aveva il suo pc in mano. Come al solito smanettava sui siti e in fan club che riguardavano Justin.
Si mise a sedere sul mio letto.
Fece segno di sedermi e mi mostrò una foto.
Era Justin. Ma non era solo! C’era una ragazza con lui, una ragazza carina, ed entrambi erano seduti su una panchina.
Guardai meglio i volti e il paesaggio.
-hei! Ma quella sono io!-
-lo so!- urlò Brit
- o cazzo, già ha fatto il giro del web-
-eggià-
-spero che a lui questa cosa non scocci, non voglio metterlo in imbarazzo o danneggiarlo in alcun modo-
-ma dai! Siete così carini!- sbottò Brit mentre rideva.
Entrò anche John nella stanza.
-Jenn devo parlarti-
Non aveva una faccia molto contenta. Anzi piuttosto tesa.
-ok, Brit ti dispiace?-
-nono, parlate pure, io vado. A dopo-
-ciao-
Uscì dalla camera e John chiuse la porta
-allora? Che è successo?- chiesi ansiosa.
- Jenn, devo spiegarti una cosa, e tu devi promettere di ascoltarmi e di cercare di fare ciò che è meglio per te e per la tua carriera.
-..ok..- dissi titubante
-allora, ti spiego. È uscita quella foto, quella lì, in cui tu e Justin siete molto, MOLTO vicini. Non è una brutta cosa, non per voi almeno. Ma è in pericolo la tua carriera. Tu ancora non sei famosa, ricordatelo, Justin invece sì, e anche tanto. Tu devi farti conoscere per la tua musica, per le tue capacità, e non per ciò che fai con lui. Devi stare lontana da lui, devo dirtelo! Non odiarmi per questo! Io cerco solo di preservarti, ti prego non fare stupidaggini! La gente, le ragazze, le sue fan, potrebbero essere tue fan, ma non se tu fossi la sua ragazza/amica o quello che vuoi. Pensa al tuo lavoro, ora, avrai tempo per la tua vita privata, lo sai. Ora devo andare, ti aspettiamo giù, fai presto!-
Ero esterrefatta, distrutta, da tutto ciò che le mie orecchie avevano udito.
Mi misi a piangere, grossi lacrimoni scendevano veloci lungo le mie guancie leggermente truccate.
Non potevo crederci, sul serio non ci potevo credere.
Piangevo e piangevo, e pensavo alla verità.
Ciò che John aveva detto era giusto per la mia carriera, ma incredibilmente ingiusto per me, e per i miei sentimenti.
Stavo  soffrendo, ancora una volta. E non ero neanche sicura di poter soffrire per questo, dato che tra me e Justin non c’era stato niente e forse mi stavo solo illudendo.
Mi alzai, nuovamente energica.
Mi risistemai il trucco, i capelli e il vestito, e scesi dalla mia famiglia.
Ero decisa, decisa a sfondare e a dare il meglio di ME, per ME.
Eravamo arrivati. Ci trovavamo in una villa spettacolare. C’erano giardini su giardini, piscine, fontane.. di tutto e di più.
Un maggiordomo (probabilmente) ci accompagnò nell’ufficio del signor Hobbs.
Anche l’ufficio era perfetto, tutto di legno pregiato intagliato.
Hobbs era uno sulla cinquantina, tutto incravattato e formale, ma dalla faccia simpatica.
Ci salutò cordialmente e ci fece accomodare.
-bene, signori, non sapete perché siete qui, vero?-
-..veramente no..- risposi io.
-bene, tu sei una cantante, giusto? Ma anche una ballerina, attrice e modella-
-si!-
-ecco, allora, mi presento: sono Michael Hobbs e gestisco un’agenzia cinematografica. Abbiamo saputo di te e del tuo talento e volevamo incontrarti per una questione importante.-
-mmmh, e di cosa si tratterebbe?- chiese mio padre
-sta andando in porto un nuovo film. Stiamo però ancora cercando una ragazza che faccia da protagonista. E avevamo appunto pensato a te.-
-wow- riuscii solo a dire
-bene, visto che sembra che l’idea ti piaccia, che ne dici di accomodarti nell’altra sala per un provino?-
-o-o-ok-k-kay- balbettai insicura.
Mi alzai e andai appunto in un’altra sala, ma prima mi fecero cambiare e indossai una tutina molto carina.
Nella stanza (molto, moltooooo ampia) c’erano 4 signori seduti ad una scrivania, che probabilmente mi dovevano giudicare.
Uno di loro mi chiese di eseguire un brano cantato.
Io afferrai il microfono e iniziai. Scelsi “Hurt” di Christina Aguilera. Una canzone bella e difficilissima. Era impossibile non fare colpo con quella.
Poi mi esaminarono sul ballo: feci un pezzo classico e uno hip hop.
Stavo andando forte.
In seguito, indossai i tacchi e feci una specie di sfilata.
E per finire mi diedero un copione e dovetti improvvisare una scena.
Anche lì me la cavai niente male.
Poi mi fecero uscire.
-ti faremo sapere al più presto-
-ok. Arrivederci-
Tornai da mamma, papà e Brit.
Il signor Hobbs ci fece accomodare nel giardino e ci offrì una miriade di pasticcini e spuntini.
Mentre mangiavamo arrivò un signore che mi aveva fatto il provino.
-congratulazione signorina Jennifer Huston, ha appena conquistato la parte nel film.-
O mamma. O mammaaaaaaaaaa.
Che bello!! Ora potevo fare anche l’attrice. Non ci  potevo credere!!
Poi Michael ci spiegò che il film parlava di una ragazza (io) ricca, ricchissima. Ma che non poteva fare ciò che desiderava, cioè ballare, cantare, recitare, sfilare.
Allora scappa di casa e inizia la sua carriera.
Quando i genitori scoprono ciò che aveva fatto, cercano di rintracciarla, senza però nessun risultato.
E allora decidono di andare a cercarla, però sotto il nome falso di due produttori. Quando la incontrano si rendono conto della sua enorme bravura e decidono di farla tornare a casa e di farle fare tutto ciò che la appassionava.
Era una commedia/musical/tragedia.
Un film da paura, davvero fico.
Ero eccitatissima, ma anche agitatissima.
Quando tornammo a casa non stavo più nella pelle.
Perciò dopo aver cenato salii in camera e iniziai subito a studiare il copione.
Feci l’una di notte e quindi crollai dal sonno ancora una volta.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1013816