Mente e Anima

di FeBookworm
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Gli anni prima di Hogwarts ***
Capitolo 3: *** Primo e Terzo anno ***
Capitolo 4: *** E' tornato. ***
Capitolo 5: *** i Ricordi di Hermione ***
Capitolo 6: *** Il calice di fuoco ***
Capitolo 7: *** Veleno. ***
Capitolo 8: *** La prima prova ***
Capitolo 9: *** La mia unica scelta ***
Capitolo 10: *** l'Angelo del Custode ***
Capitolo 11: *** Il pettinino d'argento ***
Capitolo 12: *** Una serpe è rinata ***
Capitolo 13: *** Fumo ***
Capitolo 14: *** Portami l'Ultimo Oracolo ***
Capitolo 15: *** Dov'era finito suo fratello? ***
Capitolo 16: *** Traditore ***
Capitolo 17: *** il Labirinto ***
Capitolo 18: *** Una vita fa... ***
Capitolo 19: *** Riunione di dei ***
Capitolo 20: *** Il Fato e il Vaso di Pandora ***
Capitolo 21: *** Svuotato ***
Capitolo 22: *** Solamente quando sarai pronto ***
Capitolo 23: *** Ti sto dicendo addio ***
Capitolo 24: *** l'Oracolo degli dei ***
Capitolo 25: *** Commiato ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Nota dell'Autrice:

La vostra Feeeeedeeeeee è tornaaaataaaaaaaaaaaaaaaa
*Si sente un po' come il Genio in Aladin e il ritorno di Jafar xD*
Come promesso il prologo della nuova storia è arrivato come sorpresa dell'uovo di Pasqua. Spero sia gradito, eh!!!!
Comunque, vedremo come andrà avanti questa storia, sono aperta a tutte le proposte!!!!

Ah, troverete nel Prologo una scena mooooooooooooooooolto famigliare
(Chissà quale...)

Comunque buona lettura e, se entro domenica non riesco a pubblicare il primo capitolo, Buona Pasqua!!!!!!!!!!!!!!!
E andate a Messa, mi raccomando!ù.ù


Prologo.

 

Malfoy Manor era stranamente silenzioso quella mattina. Da quando, quattro anni prima, Draco e Blaise erano ritornati bambini, la casa aveva trovato un’ilarità a lei sconosciuta.
Eppure…
Quel mattino di novembre tutto sembrava stranamente ritornato agli albori.
“Non so te, Dora, ma a me sembra strano” disse Tom rimettendosi la maglietta.
“Perché devi sempre pensare male, Tom? Possono anche essere in giardino!” gli rispose la ragazza mentre si stava rivestendo.
Tom si mise una mano tra i capelli ricci e scosse la testa.
Draco, Blaise e Teddy erano tre Serpi. Di sicuro stavano architettando qualcosa…
“Io andrò a…”
Sdeeeeeeeeeeeeeeeennnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnggggggggggggggg!!!!!!!!!!!!!!!
Appena Tom aprì la porta, un’enorme padella lo colpì in pieno viso.
“Ma che cazzo…DRACO LUCIUS MALFOY!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!” urlò Thomas.
Tre ragazzi corsero giù per le scale di tutta fretta, ridendo come mai prima d’ora.
Sebbene l’idea fosse stata di Teddy, Draco sapeva che la colpa sarebbe ricaduta su di lui.
Ma questo poco importava.
Non sapeva come, ma tutte le volte che Tom prova a sgridarlo, una strana luce argentea lo proteggeva, facendo gelare il suo fratellone.
“Venite qui, stupidi!” urlò Tom, senza però quel tipico tono da arrabbiato.
Era stranamente contento anche lui. Mai in vita sua aveva visto Draco ridere così tanto ed essere davvero felice.
Forse era per questo che Cromo gli aveva ridato la vita. Perché quella di prima non poteva essere chiamata tale. Era solo un tirare avanti senza una minima speranza.
“Ti preso!” disse ridendo Tom, prendendo in braccio suo fratello e iniziando a fargli il solletico.
“Tom…no, dai…sai che soffro il solletico!”
“Così impari piccola peste!”
“Noi volevamo solo confermare la voce di Potter!!!” disse Draco tra le risate.
Tom si fermò:”Che voce?”
Draco lo guardò. I suoi occhi argentei fissarono quelli azzurro intenso di Tom:”Beh, che tu e Dora state insieme!”
Tom grugnì:”Potter…Se lo vedo, lo ammazzo!”
Sentirono una risata alle loro spalle.
Tom, sempre con Draco in braccio e tenuto stretto a sé, si voltò verso quella risata.
“Andiamo Tom! Non vorrai mica negare l’evidenza, no?” disse Harry, uscendo dall’oscurità.
Ginny lo seguì e si soffermò a guardare il piccolo Blaise. Gli occhi marroni del bambino scrutarono i suoi blu.
Come se tra loro ci fosse una qualche connessione rimasta segreta ai più.
Dietro di loro altri due bambini arrivarono. Il piccolo James teneva per mano la piccola Hermione.
Draco allontanò lo sguardo da quella visione, nascondendo il volto nell’incavo del collo di Tom.
Non sapeva perché, davvero non lo capiva.
Ma non poteva sopportare di vedere quegli occhi d’oro agli occhi verdi di Potter. Proprio non poteva.
C’era qualcosa nella sua Mente che gli urlava:”Non dovrebbe essere lui!”
E qualcosa nella sua Anima gridava a gran voce:”Dovresti essere tu!”
Ma quelle voci, quelle luci argentate che lo proteggevano…Tutto nell’insieme facevamo parte di un qualcosa che lui non era ancora in grado di capire.
Quattro anni sono troppo pochi per rispondere a delle domande così grandi.
Forse, un giorno Draco avrebbe trovato la via…Avrebbe trovato tutte le risposte…
Per ora bastava tenere la sua testolina bionda protetta da tutti quegli sguardi e nascosta dal mondo.
Tom come sempre sapeva come proteggerlo.
Tom sapeva sempre tutto.
 
“Iridion…”
Una ragazza dai lunghi capelli neri i girò verso il Dio del Tempo.
“Sì, mio Signore?”
“I suoi poteri non rimarranno assopiti per sempre.”
“Ne sono consapevole, Cromo.”
“Prima dei suoi diciotto anni, Iride. Ricordalo. Draco dovrà ritornare ad essere l’Ultimo Oracolo.”
“Per adesso lasciamogli vivere un’infanzia felice.”
“Non lo sarà, Iride. Guardalo…Sente già i segni dell’Antica Fiamma.”
Iris osservò il suo protetto e con una mano invisibile gli accarezzò la testa.
Non devi temere, Draco. Ci sono io a proteggerti…

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Capitolo 2
*** Gli anni prima di Hogwarts ***


Nota dell'Autrice:

BUONA PASQUAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ^^ ^^
Eccomi qui con un nuovo capitolo, come promesso.
Siete andate a Messa oggi, vero??? Perché altrimenti non ve lo faccio leggere questo capitolo!ù.ù

Tom: Smettila di fare la papagirl, Federica. Tanto lo leggeranno lo stesso.
Fede: Guarda che Marinella ti aspetta con amore, eh!  *Fede si sente molto Merlino quando dice ad Anacleto:"Guarda che ti trasformo in un umano!" xD*
Tom: Odiosa!

Coooooooooooooooooooooooomunque, grazie mille a tutte le persone che hanno recensito al mia storia, l'hanno messa tra le preferite, le ricordate e le seguite. E naturalmente chi la legge soltanto!!!^^

Ah, ultima cosa: LA Juuuuuuuuuuveeeeeeeeeeeeeee è caaaaaaaaapooooooooooliiiiiiiiiiiiiiiiistaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!Yuuuuuppiiiiiiiiieeeeeeeeee!!!!!!!!!!!Sia sempre tra di noi il divino Salazaar!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Tom: Hai pensato che tra di loro ci possa essere un milanista???E comunque, godetevi la vetta ancora per poco, perché...
*Sdeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeennnnnnnnnnnnnnnnngggggggggggggggg*
Fede: E con questa padellata io vi proclamo marito e moglie! ;)
Tom: ti odio!

Buona Lettura!!!^^

Capitolo 1.

A sei anni Draco era molto più intelligente di quanto si pensasse. Preferiva rimanere nell’anonimato e dar spazio a quella sapientona di Hermione pur di non dare nell’occhio.
Eppure…
A sei anni Draco sapeva già molte delle cose che uno studente del secondo anno ad Hogwarts doveva ancora imparare.
Forse perché Tom rispondeva sempre alle sue domande.
O forse perché a lui leggere e imparare piaceva tanto.
Eppure…
C’erano alcune domande alle quali nessuno, ma proprio nessuno voleva rispondergli.
Come quella strana lucina argentea che lo soccorreva di notte quando aveva bruttissimi incubi. O quella strana sensazione di aver già vissuto certe esperienze, ma di non esserne certo.
Lui si ricordava di un Blaise bambino completamente diverso dall’attuale. E si ricordava un Theo undicenne, ma questo era impossibile. Zio Theo aveva la stessa età di Tom e Draco non poteva ricordarselo così piccolo.
E inoltre…Ogni tanto quando camminava a piedi nudi sul prato…Sembrava che la Terra tremasse sotto di lui, come se attendesse solo un suo ordine per spezzarsi e inghiottire il Male.
Ogni tanto, quando lui e Tom rimanevano a leggere in salotto con il Fuoco accesso…Sembrava che le Fiamme attendessero solo una sua parola per fuoriuscire dal camino e bruciare tutte le cose cattive esistenti al mondo.
E l’Acqua…Quello era strano.
Ogni tanto prendeva forma da sola, come se rispecchiasse quello che Draco pensava.
E infine l’Aria. Quando Draco era arrabbiato, quando voleva far del Male alle persone che osavano trattar male i suoi cari…allora si alzava un vento terribile, finché la sua ira non si placava.
“Draco…che cosa fai lì seduto per terra?” gli chiese Tom, sedendosi accanto a lui.
“Ascolto.”
Tom alzò un sopracciglio. Sebbene il nuovo Draco fosse più contento e solare del precedente…Beh, sembrava più complicato…Alle volte non riusciva proprio a capirlo.
E pensare che era stato proprio quello il suo compito negli anni precedenti. Riuscire a capire Draco più di tutti gli altri.
E adesso invece…Si sentiva impotente, come Blaise gli raccontava sempre quando Draco si chiudeva in sé.
Dov’era finita tutta la sua capacità di comprensione?
“Ascolti cosa?”
“La Terra.”
“La terra?”
Draco annuì:”Sembra che mi parli. Come se sapesse che io posso liberarla dalle sue catene.”
A Tom si gelò il sangue nelle vene.
Non poteva. Iride non poteva ridargli i poteri così presto.
Lei glielo aveva promesso. Draco avrebbe strascorso un’infanzia felice, senza tutti i problemi del passato. In cambio però con i suoi diciotto anni avrebbe riacquistato i suoi poteri.
Non così presto…
“E tu che cosa dici alla Terra?”
Draco si accoccolò tra le sue braccia e appoggiò la testa al suo petto:”Che non posso aiutarla. Prima devo capire il perché di molte cose.”
“Del tipo?”
“Perché ho una lucina argentea che mi protegge, Tom?”
“Perché hai un Angelo Custode che si preoccupa per te e ti vuole sapere sempre al sicuro, Dra.”
“Ma ci sei già tu per questo. Perché ne dovrei avere un altro?”
“Beh…perché noi non potremo stare sempre insieme. Tu tra qualche anno andrai ad Hogwarts ed io non potrò venire con te.”
“Pecché non puoi venire con me?”
“Ma perché io l’ho già fatta la scuola!” rise Tom.
“E non puoi rifarla? Così stiamo insieme per sempre, sempre, sempre???”
Tom sorrise e gli accarezzò la testolina bionda:”Sono troppo vecchio, Dra. E poi non la vuoi fare con Blaise, Hermione e James???”
Gli occhietti argentei di Draco si intristirono:”Deve proprio venire anche il piccolo Potter?”
Tom lo osservò con i suoi occhi azzurri. Era come se Draco capisse tutto.
L’Amore per Hermione, l’inimicizia con Potter che gliela voleva togliere e l’Amicizia con Blaise.
Tutto si stava ripetendo.
E tutto forse era destinato a ritornare come prima.
“Beh…Se finisci a Serpeverde come tutti noi Malfoy speriamo…Potresti fargli passare una vita da Inferno, Dra.”
“Ma poi la Preside mi metterà in punizione, Tom!”
Tom sorrise e se lo strinse forte al petto:”Sei una Serpe, Dra. Saprai come non farti scoprire…”
Draco stava per addormentarsi, quando improvvisamente disse:”E’ strano, Tom. E’ come se io fossi già stato assegnato a Serpeverde. Come se tutto fosse già accaduto…”
 
*****************
 
2 anni dopo… 
 
“Capisci, Dora? Draco ha capito, ormai. Continua a fare domande strane…Quando siamo soli io e lui parla di cose che…che non hanno niente a che fare con un bambino di otto anni!”
“Secondo me ti preoccupi troppo Tom. E’ normale che dei bambini si facciano delle domande.”
Tom scosse la testa e appoggiò le mani al muro.
Perché Dora non voleva capire? Perché?
Dannazione! Gli aveva chiesto del Marchio!!!
Che cosa avrebbe potuto dirgli?
“Sì, Draco, tranquillo. Non è niente. Mamma e papà te l’hanno fatto come regalo di nascita. Noooooooooo, non è il segno di un Mago Oscuro che ha provato a sterminare non solo la tua famiglia, ma anche il mondo intero. Ma che cosa te lo fa venire in mente?”
No.
Draco non ci avrebbe mai creduto.
Aveva l’olfatto tipico delle Serpi per le bugie e per le cazzate inventate all’ultimo momento. E come ogni Serpe era maledettamente bravo ad ottenere la verità.
Aveva dovuto confessare tutto.
Dirgli che un Mago Oscuro aveva obbligato la sua famiglia a dargli un erede.
Confessare che quel Mago aveva soggiogato suo padre e lui era diventato il braccio destro del Male.
Affermare con dolore che anche sua madre ne era stata vittima. Che tutti erano delle vittime di quel pazzo. Compreso Draco.
Soprattutto Draco.
L’innocenza di Draco era stata violata proprio da lui. Da Lord Voldemort.
Tom non se n’era mai accorto.
Non aveva mai notato del Marchio sul braccio di Draco quando erano insieme durante gli anni precedenti.
Theo gli aveva detto che era normale.
Si era talmente tanto abituato a vederlo sul braccio dell’altro Draco, da diventare quasi invisibile su quello del nuovo.
Se solo non fosse mai esistito…
“Tom…”
Thomas alzò la testa al suono della voce flebile e sussurrata di Draco.
Sbarrò gli occhi alla vista di suo fratello.
Aveva i capelli biondi fradici di sudore. Il volto tutto arrossato e il fiatone.
Non ci pensò due volte ad avvicinarsi a lui:”Dra…Che cosa succede?”
Draco si attaccò al petto di Tom come un naufrago fa con un salvagente.
“Ho fatto un bruttissimo incubo, Tom.”
Thomas lo tenne stretto a sé e se lo cullò al petto.
Con uno sguardo fece capire a Dora di andarsene e si mise a letto con suo fratello.
“Shhhh. Va tutto bene, Dra. Ci sono qui io.”
 
***************
 
Dieci anni erano pochi per provare a capire che cos’è l’Amore.
Eppure Draco osava chiamare così l’attrazione (fatale?) che provava per quella ragazzina dai capelli ricci e color del cioccolato.
Non capiva come mai, ma tutte le volte che la vedeva gli saliva un nodo allo stomaco e sentiva il fiato mancargli.
Beh, meglio questi due sintomi che quelli del giovane Potter.
Pur di farsi notare da Hermione diventava uno sbruffone e sminuiva tutti gli altri.
Come se lui fosse “figo”.
Ma per piacere!
Draco andò da Hermione e le prese il libro che lei stava cercando di prendere. Essere più alto della media aveva i suoi vantaggi.
“Tieni” le disse semplicemente.
“Grazie, Draco. Sei molto gentile.”
Draco le fece un cenno col capo e fece per andarsene, quando lei lo richiamò.
“Ascolta…”
“Sì?”
“Senti…Non è che per caso…Sì, insomma…James ti ha detto qualcosa a proposito di me?”
Draco alzò un sopracciglio. James?
Ah, Potter.
Giusto.
Aveva talmente tanta considerazione di lui che dimenticava perfino il suo nome.
“Intendevo…Non è che ti ha detto che cosa prova per me?”
Draco sentì qualcosa di fastidioso all’altezza del petto.
Un piccolo suono assordante.
Come un bicchiere che si infrange sul pavimento e manda cocci di vetro dappertutto.
“No. Con me non ha parlato.”
“Oh…capisco. Beh, grazie lo stesso.”
“E comunque…non è troppo presto per fare certi discorsi?”
“Non è mai troppo presto per l’Amore” disse saggiamente Hermione.
Draco fece una faccia disgustata.
Ma per favore! Certe frasi da romanzo rosa per adolescenti risparmiamele!, pensò lui allontanandosi.
Amore…pfff, che stupida cosa!
 
**************
 
Ancora poche ore e sarebbe partito per Hogwarts.
Nonostante Draco sapesse che Blaise sarebbe rimasto con lui…beh, abbandonare casa gli faceva uno strano effetto.
Niente più Tom sempre con lui.
Niente più zia Meda per casa che preparava i suoi manicaretti.
Niente più musica ad ogni ora.
Ma soprattutto niente più pace.
Ad Hogwarts avrebbe dovuto affrontare il mondo e gli altri.
Niente più solitudine.
Le sue regole ormai avrebbero dovuto fare i conti col mondo e adattarsi ad esso.
Draco prese i suoi bagagli e, prima di uscire, si soffermò sul quadro dei suoi genitori.
Prima di partire doveva chiederglielo.
Altrimenti si sarebbe portato dietro un peso enorme per tutti gli anni a venire.
“Mamma…Papà…”
Narcissa guardò suo figlio con le lacrime agli occhi.
Quanto le pesava quell’amnesia da parte del sangue del suo sangue.
Aveva pregato ogni notte affinché Draco ricordasse di come e di quanto lei e Lucius l’avevano amato nonostante tutto.
Nonostante Tom e nonostante la Guerra.
Magari non come lui avrebbe desiderato e magari non come avrebbero dovuto.
Ma l’avevano amato.
Tanto.
Come ogni figlio merita di essere amato.
Che poi questo Amore fosse rimasto nascosto è un altro discorso.
“Dicci pure Draco.”
Il giovane Malfoy sostenne lo sguardo con gli occhi identici ai suoi di Lucius.
Non gliel’avrebbe mai data vinta.
Un Malfoy affronta tutte le sfide a testa alta.
E anche lui l’avrebbe fatto.
“Voi…voi siete morti perché non mi volevate bene? Ho fatto qualcosa di sbagliato? E’ per questo che ve ne siete andati?”
“NO!” urlò Narcissa tra le lacrime:”Noi avremmo voluto rimanere con te, Draco. Non sai quanto. E noi ti amiamo, ti amiamo tanto. Non…”
Lucius mise una mano sulla spalla di Narcissa e la mise da parte.
“Draco Lucius Malfoy” disse solennemente Lucius.
Draco alzò ancora di più il mento, come a volergli dare un motivo in più di orgoglio.
“Non ti permettere mai più di pensare delle assurdità del genere. Nessun Malfoy si vergogna del sangue del suo sangue. Mai! Ed io e tua madre siamo orgogliosi e fieri di te e di Thomas.”
Di te e di Thomas.
Prima di lui e poi di Tom.
Luiimportava ancora qualcosa ai suoi.
Luiera ancora importante.
“Sono stato chiaro, Draco?”
“Assolutamente padre.”
Ecco.
Adesso poteva anche andare con il cuore più leggero.
 
********************
 
“James Sirius Potter” chiamò la Preside.
Gli mise il Cappello Parlante sopra la testa e attese.
“Aaaaah…Un altro Potter vedo. So assolutamente dove metterti. Grifondoro!”
“Hermione Jean Granger”.
“Granger…vediamo…Potresti essere un’eccellente Corvonero, sai? Hai un’intelligenza molto rara…Oppure una Serpeverde, sai essere perfida al punto giusto? Ah, no? Non vorresti entrare nella Casa di Salazaar? Allora non mi resta che assegnarti a…Grifondoro!
“Blaise Zabini.”
Serpeverde!” disse il Capello Parlande appena sfiorò la testa del moro.
“Draco Lucius Malfoy.”
“Malfoy…Grandissima famiglia la tua. Ricordo ancora quando dovetti smistare tuo fratello Thomas. Vi assomigliate molto. Entrambi stareste bene sia a Grifondoro sia a Serpeverde. Ma dove ti colloco…”
 
*********************
 
Nello studio di Lucius Malfoy, Thomas aspettava impaziente la missiva che lo informava della Casa di appartenenza di Draco.
Tutti i quadri dei loro antenati la stavano attendendo con lui.
Draco doveva mantenere la tradizione.
Come tutti.
Un falco d’argento picchiò alla finestra. Tom corse a prendere la lettera.
La lesse senza rendersi conto di trattenere il fiato.
Sbarrò gli occhi e guardò suo padre.
Il suo padre a metà, se si contava quel quarto di sangue Riddle nelle sue vene.
Lucius rimase impassibile. Solo l’ombra di una piccolissima preoccupazione si poteva notare dalla mascella tesa.
“Allora?” chiese zia Meda in trepidante attesa.
Serpeverde” sibilò Thomas come un serpente.
Un forte boato si alzò per lo studio.
Thomas guardò sua zia e ghignò. Suo fratello era rimasto uguale.
Una Serpe fin dentro il midollo.
 
“Abbiamo fatto un ottimo lavoro, non è vero Hermes?” chiese il dio del Tempo.
“Il lavoro sporco l’hai fatto tu, Cromo” replicò Hermes.
“Si…beh, tu sei il suo dio.”
“Apollo è il suo dio. Gli Oracoli di Delfi…”
“Naaaaa. Tu sei il suo Protettore, Hermes. Non raccontiamoci balle.”
“Okay, Cromo. Hai vinto. Abbiamo fatto un attimo lavoro. Draco non è cambiato di molto.”
“Altrimenti sarebbe un Grifondoro.”
“Ma è un Serpeverde…Direi che sono tutti contenti.”
“E vissero per sempre felici e contenti. Yeah!”

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Capitolo 3
*** Primo e Terzo anno ***


Nota dell'Autrice:

Buooooooooooooongioooooooooooooornoooooooooooooo a tutteeeeeeeeeeeeeeeee/iiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Come state??? Spero bene! 
Avete mangiato tante uova di cioccolato???
Io no, perché la mia mamma dice che sennò ingrasso e sono già grassa di mio, quindi era meglio evitare. ù.ù
Cooooooooooooooomuuuuuuuuuuuunquuuuuuueeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee...
Visto che io torno a scuola domani, ho pensato bene di aggiornare la storia e di portare avanti un po' la storia.
Questo capitolo è venuto un po' così, volevo fare un piccolo approfondimento su Theo e un po' sulla personalità di Hermione. Spero di esserci riuscita.
Adesso mi metterò a scrivere il terzo capitolo, contente/iii???

Ringrazio Anima Lupetta per le sue due recensioni e mi scuso per non aver risposto, però mi hanno fatto davvero tanto piacere!!!!
Ah, un messaggio per giratempo94: Stasera DEVI tifare Juve. Perché se vinciamo siamo ancora in testa, e ciccio Allegri non sarò più così allegro e noi saremo CONTEnti xD

Buona lettura e ringrazio tutti coloro che hanno letto, recensito, seguito, ricordato e preferito la mia storia (Ma siete tantissimiiii!!!!!!!!!!!!!*-*)

Tom: Evvvvvvvvvvaaaaaaaaaaaaaaaaaaaiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii, non mi hai padellato!!!!
Fede: E ma anche te te la vai a cercar, eh! *Sdeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeengggggggggggggggggggg*

Capitolo 2.

Un giovane uomo camminava velocemente per i corridoi di Hogwarts. Le lezioni sarebbero iniziate il giorno successivo, ma c’era ancora una cattedra da assegnare.
Il giovane entrò nello studio dei Presidi di Hogwarts e quasi gli venne un infarto quando vide chi vi era all’interno.
“Professore?”
“Entra pure, signor Nott. Come vanno le cose? E’ da parecchio tempo che non ti vedo.”
“Credevo che la Preside fosse la McGranitt. Insomma…Lei è morto…”
“E Draco dovrebbe avere…trentatré anni, adesso?? Invece ne ha undici. Il dio del Tempo ha cambiato molto.”
“Cromo non può resuscitare i morti, professore.”
“Ah no? E con Tom che cos’ha fatto?”
Theo sospirò. Parlare con quel vecchio era inutile. Lo era sempre stato.
“Immagino che allora la cattedra di Pozioni la prenda Severus.”
“Dipende. Tu vuoi prendere quella di Difesa delle Arti Oscure, giovanotto?”
“Non so se sono adatto…”
“Theodore sei un Auror.”
Theo abbassò il capo e i suoi occhi si velarono di tristezza:”Lo ero.”
“Un piccolo incidente di percorso non cambia quello che si è, signor Nott.”
Ah, certo. Lui lo chiamava un piccolo incidente di percorso.
Naturale.
Amor vincit omnia. Era questo il suo motto.
Che si fotta.
Luinon aveva ucciso l’altra faccia della medaglia. Lui non era stato costretto a togliere la vita alla sua Anima Gemella.
Ancora sognava di notte gli occhi azzurri di Daphne che si spegnevano per causa sua.
Ma lui aveva dovuto farlo.
Quella notte…Oh, quella notte non poteva andare diversamente…
 
“Tom, te ne prego! Devi andare via di qui! Vi attaccheranno!” urlò Theo.
Thomas lo guardò, senza capire.
“Tutte le ville dei Malfoy o dei Black sono protette da degli incantesimi molto forti, Theo. Nessuno entra se non è invitato o ben accetto.”
“Dannazione! Perché non vuoi capire? Draco…lui ha avuto una brutta sensazione prima. Potrebbe significare un attacco.”
“Draco ultimamente fa brutti sogni che lo tormentano. E poi c’è Iride.”
“Iride non potrà proteggerlo per sempre, Tom. Se la dovrà cavare da solo.”
“Allora resta. Sei un Auror e anche molto potente. Quindi non vedo il problema.”
Ma il problema c’era eccome.
Verso l’una di notte qualcuno entrò all’interno della residenza estiva dei Malfoy.
Theo rimase nascosto dietro il muro, aspettando il momento propizio per attaccare.
Qualcuno però scese le scale ed accese la luce proprio prima dell’attacco.
Un Draco di otto anni, con gli occhi vitrei e spalancati come quando aveva le sue visioni, apparve.
“Daphne…” disse semplicemente.
“E così…i tuoi poteri non se ne sono andati del tutto, Ultimo Oracolo.”
“Ti immaginavo diversa a trent’anni, sai? Con meno…rughe.”
“Le avresti anche tu a quest’ora, Draco.”
“Può darsi. Allora…perché sei qui?”
“Credo che tu lo sappia benissimo. Abbiamo trovato un incantesimo, di cui solo io so la formula esatta.”
“Ah già. Quella stupida idea. Vuoi farmi ritornare cattivo per guidarvi ancora? Non l’avete già fatto tu e l’altra sgualdrina? E poi com’è finita? Ah già, ora ricordo. La Parkinson è morta, così come tua soralla. Mi chiedo come mai tu sia ancora viva…Ma certo, sei scappata strisciando come una brava serpe. Oh, Riddle sarebbe così schifosamente fiero di te.”
La ragazza bionda iniziò ad innervosirsi:”Allora? Che cosa fai? Vieni con me con le buone o con le cattive?” disse sfoderando la bacchetta.
“Davvero scorretto da parte tua, Daph. Io non posseggo una bacchetta.”
“Hai i tuoi poteri, Draco.”
“Sbagliato. Non del tutto. Non è leale.”
“Esserti innamorato di una Grifondoro ti ha rammollito. Noi Serpi non siamo leali.”
“Lo siamo molto più di quanto diamo a vedere.”
“Ora basta parlare. Confundus!”
Theo interferì scagliando uno Scudo per proteggere Draco.
“Theodore. Vieni fuori!” urlò la Greengrass.
Iniziarono a combattere. E quando Daphne fu sul punto di Incarcerare Draco per portarselo via…Lui lo fece.
La uccise.
Ma non con un Avada. Sarebbe stato troppo…gentile.
Fu una morte lenta e dolorosa. Come ogni Mangiamorte si meritava.
“Hai sempre scelto lui e Blaise a me, Theo” gli disse prima di morire.
“Loro non mi hanno mai tradito, Daph. Tu molte volte, per quanto io ti amassi.”
Appena si voltò verso Draco lo vide svenuto a terra.
Succedeva sempre così. Aveva qualche spruzzo di potere e poi non si ricordava più niente.
Ma dopo quello…Theo non sarebbe stato più un Auror a tutti gli effetti. Non più missioni pericolose. Perché in ogni nemico rivedeva lei.
Adesso poteva prendersi cura di Draco e di Blaise come aveva stabilito.
 
“Allora…la vuoi la cattedra di Difesa, si o no?”
Theo alzò lo sguardo da terra e guardò il vecchio Preside:”Certamente. La voglio, signor Silente.”
Gli occhi azzurri del Preside lo fissarono dagli occhiali a mezzaluna, per poi tornare a guardare fuori dalla finestra.
“Deve essere terribile, non è vero?” disse Silente, osservando due giovani Serpeverde, che chiacchieravano nel parco.
“Che cosa?”
“Vederli crescere di nuovo senza poter essere l’altro membro del trio.”
Theo si avvicinò alla finestra e sorrise, guardando Draco e Blaise.
“No. Non è terribile. Per loro sono sempre Theo. Con qualche anno in più, certo, ma sempre Theo. Facciamo ancora gli stessi scherzi di quando eravamo entrambi adolescenti.”
“E vuoi stare qui perché?”
“Perché prima o poi i poteri di Draco si faranno sentire di nuovo. E Blaise non deve essere da solo come la prima volta. Voglio esserci questa volta, Silente.”
Il vecchio Preside lo guardò e gli sorrise:”La vostra amicizia l’ho sempre considerata più forte di quella di Harry, Ron e di Hermione. Perché voi tre non avete mai litigato come loro. Non si sono mai rotti i vostri legami. Questo è un ottimo segno.”
“Grazie mille.”
“Adesso va da loro a dare la bella notizia. Saranno orgogliosissimi di te.”
 
“Modestamente, sì. Ho fatto un ottimo lavoro. Potrebbero chiamarmi il Re della Resurrezione!” disse il dio del Tempo, ridendo.
“Abbassa la cresta, Cromo. Hades e le Parche ti hanno dato una mano. Così come il sottoscritto.”
“Ehi, fammi avere un attimo di gloria, no??”
Mercurio guardò il suo Protetto, poi Cromo e gli sorrise:”Va bene. Ma ti cronometro. Hai tre minuti per vantarti.”
“Yuuuuppiiiiieeeeee!!!!”
 
************************
 
Terzo anno ad Hogwarts.
 
Hermione camminava velocemente con molti tomi di libri tra le braccia. L’avevano ancora derisa. Come sempre.
Leiveniva sempre considerata la secchiona di turno. La so-tutto-io sempre sui libri.
Nessuno vedeva qualcosa di diverso.
Nessuno voleva vedere quella fragilità che Hermione nascondeva dietro le pagine di quei libri. Quell’insicurezza tipica delle ragazze timide che fingono di portare la maschera della ragazza forte.
Forse solo Draco la vedeva nella sua timidezza e insicurezza. Perché lui e a volte Blaise erano gli unici che si avvicinavano a lei in biblioteca. Loro non si vergognavano di parlare con la secchiona.
Loro…I Serpeverde. Non i leali Grifondoro.
“Ehi! Mione!!!! Vieni qui un attimo per favore!” la chiamò James dal giardino.
Lei gli sorrise e gli corse incontro, ignare che due occhi chiarissimi e simili al ghiaccio la stessero fissando.
Eh, certo. Se il padrone chiama, il cagnolino risponde. Patetici.
“Ciao James!”
“Ehi! Allora…come stai?? Martha mi ha detto che prima avevi un po’ di mal di testa.”
“Oh…si. Adesso mi è passato. Ho preso una tazzona di caffè nero e se n’è andato via.”
“E’ perché studi troppo, sai?” le disse lui, sorridendole birichino:”Dovresti…sai, alleggerirti un po’.”
Lui le prese tutti i libri dalle braccia e li buttò per terra.
“James! Sono dei libri antichissimi, si sporcheranno!!”
“Eddai! Non fare sempre quella che pensa ai libri!” disse lui, prendendola per i fianchi.
“Prima di tutto: lasciami. Secondo: io non penso solo ai libri!”
James però non la stava ascoltando. Iniziò a farle il solletico, senza rendersi conto che la stava spingendo verso il Lago Nero.
“James! Smettila di fare il bambino!”
Nella testa di Draco, che stava osservando la scena preoccupato, risuonarono altre parole.
Ronald! Smettila di comportarti come un bambino! Non si parla con la bocca piena!
“Ma andiamo, Mione! Un po’ di divertimento non guasta mai!”
Ma…Mione! Non è vero!
“James…ti ho detto di…”
Troppo tardi.
Hermione era finita dentro l’acqua gelida di inizio novembre.
E se la vecchia Hermione aveva paura di volare…la nuova non sapeva nuotare.
James rise, guardando la faccia buffa di Hermione, senza capire.
Draco invece corse subito da lei.
Da colei che credeva di amare…se quello che provava si poteva definire amore.
Mentre si gettava in acqua, un’altra voce, la sua ma più grave, gli entrò in testa.
Non ti amo anche perché sei contraddittoria. Ti amo soprattutto perché sei contraddittoria. Perché non sei prevedibile come tutte le altre...Sei il mio cuore, non puoi fare niente per farlo smettere di battere...
 
Hermione urlò. Qualcosa la stava afferrando per le gambe.
“Draco! Draco…non riesco a…”
Il Lago Nero è pieno di sirene e di altri mostri del mare, Draco. Devi stare attento, fratellino, gli aveva detto una volta Tom.
Continuò a nuotare in direzione di Hermione, nonostante la forte e gelida.
Improvvisamente Hermione venne risucchiata all’interno del lago.
“No!” urlò Draco prima di immergersi.
Che strano. Non aveva bisogno di trattenere l’aria.
Respirava tranquillamente.
Come se Aria ed Acqua coesistessero solo per lui.
Con la bacchetta schiantò una sirena e riportò Hermione a galla. Fece comparire delle coperte calde e l’avvolse con esse.
“Avanti Hermione…non mollare…” iniziò a sussurrare cullandola tra le sue braccia.
Se solo ci fosse un Fuoco…pensò.
Dal nulla una fiamma enorme apparve vicino al corpo della ragazza e la Terra creò un letto di erba e foglie per lei.
Ma che diavolo…
“Dra!” urlò Blaise avvicinandosi a lui:”Per la barba di Merlino! Sei gelido! Tieni, copriti con questo!” gli disse porgendogli il suo mantello.
“Lei…devi portarla dalla Chips, Bla.”
“La porteremo insieme, Dra. Prima scandati.”
“No…io non…”
Ma il giovane Malfoy svenne prima di finire la frase.
 
“Non è ancora pronto per i suoi Poteri, Apollo!” urlò Iride, provocando un fulmine sulla Terra.
“E’ riuscito a gestirli quando aveva cinque anni, Iris! Ce la può fare adesso che ne ha tredici!”
“Tu non capisci! Il suo corpo non ce la fa ancora! Lascia a me il compito di decide quando e come darglieli!”
“Ora basta!” intervenne Cromo:”Iride ha ragione, Febo. Lascia a lei questo incarico. Draco dovrà passare una brutta nottata a causa tua, adesso.”

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Capitolo 4
*** E' tornato. ***


Un capitolo un po' lungo, spero vi piaccia.
Grazie mille a Francy, giratempo94 e potterfan per le uniche tre recensioni al capitolo precedente.
Mi shento molto triste a riguardo. 
Sholo tre????????????????' T_T

*Tom:Così impari a spadellarmi!ù.ù
Fede: ma se è l'attrazione principale!"
Tom: Non è vero!
Fe: Guarda che ti faccio morire!
Tom: NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO *Mi padello da solo!*

 
Buona Lettura!

Capitolo 3.



 

Harry Potter camminò velocemente per i corridoi di Hogwarts. Gli faceva un certo effetto rivedere quel posto. Gli sembrava di essere tornato piccolo anche lui insieme a Blaise, Draco e Hermione.
Fuori dall’infermeria c’era suo figlio James con le mani nei capelli.
“Jamie…” iniziò a dire.
“E’ colpa mia, papà. Non mi ricordavo più che Hermione ha paura dell’acqua. E’ colpa mia…”
“Non ti disperare, James. Mione ha solo la febbre alta…e un grande spavento. Ma è una ragazza forte, ce la farà. Vai a riposarti adesso.”
Il piccolo Potter annuì e se ne andò in dormitorio.
Prima che suo padre entrasse però gli disse:”Sta attento, papà. Malfoy non fa avvicinare nessuno a Mione. Si crede chissà chi solo perché l’ha salvata.”
Harry scosse la testa ed entrò.
Sta solo proteggendo il suo Cuore, James. Un giorno te lo spiegherò.
Appena Harry guardò dentro, notò come Draco guardava Hermione. Come se fosse la sua Mente e la su Anima.
Come se dal respiro di Hermione dipendesse anche quello di Draco.
Soprattutto Harry notò gli occhi di Draco. Vitrei, con le pupille dilatare e le iridi quasi bianche.
Gli occhi dell’Oracolo.
“Sfregiato” sibilò Draco con disprezzo.
“Draco…Ti prego, calmati.”
Calmarmi????????? Tuo figlio ha appena rischiato di far affogare la mia Anima!” urlò, lasciando fuoriuscire dal suo corpo un’aura di Magia Pura.
“Lo so, Draco. Mi ricordo molto bene quanto tu la ami e di quanto lei sia importante per te. Ma James…”
“James Potter è un idiota! Credevo che Weasley fosse il Re dei Coglioni e invece…la corona va a tuo figlio! Si crede tanto un figo perché è il figlio del Bambino Sopravvissuto, ma non sarà mai come te!”
Harry non ebbe più il coraggio di guardarlo in faccia. La preoccupazione di Draco per la malattia di Hermione si stava trasformando sempre di più in un dolore immenso. Perché dentro quel corpo c’erano due Anime e due Menti che coesistevano. Il vecchio e il nuovo.
Chi sapeva e chi no.
E questo per un corpo solo era troppo da sopportare.
“Hai la minima idea di quanto sia frustrante sapere che lei  era tua, ma adesso è di quel cretino di tuo figlio?”
“Draco…io…lo so. Posso capirlo, mi dispiace per James…Io…”
Sta zitto” sibilò di nuovo.
“Cosa?”
“Io…” Draco iniziò ad urlare. Si mise le mani nei capelli e iniziò a muoversi per la stanza.
“Draco…che cosa ti succede?”
“Lasciatemi! Io non voglio! Io…ho solo tredici anni! Non li voglio i vostri stupidi Poteri! Lasciatemi!!!”
Harry tirò fuori la bacchetta e fece una stella a sette punte su di un muro:”Dea Iride…non lasciarlo proprio ora. Ti prego, non ora…”
“D-draco…” sussurrò una voce debole.
Il corpo muscoloso di Draco si girò verso quella voce e tutto il dolore sparì con la consapevolezza che Hermione si era svegliata.
“Sono qui…Come ti senti?”
“Ho freddo…”
Draco spostò le coperte e si mise nel letto con lei. L’abbracciò e cercò di darle un po’ di calore dal suo corpo gelido da Serpe.
Harry sorrise e li lasciò soli.
D’altronde non si possono separare la Mente dall’Anima.
 
***********************
Quarto anno.
 
Draco e Hermione camminavano fianco a fianco per i corridoi di Hogwarts. Lui cercava sempre di non lasciarla sola, dopo che Raphael Jordan aveva tentato di farle del male.
Lui si era preso una cotta per lei, non ricambiata. E così Jordan aveva pensato bene di fargliela pagare. Perché il problema era Hermione, non lui.
Patetico.
“Draco…tu l’hai mai baciata una ragazza?” chiese timidamente Hermione, nascondendosi sotto la massa riccia dei suoi capelli.
Il Serpeverde la guardò per un momento e poi sospirò:”Non è una cosa importante, Herm. Devi farlo quando sarai pronta.”
“Ma in pratica sono l’unica del nostro anno a non averlo ancora dato…Il primo bacio, intendo.”
“E chissene frega. Insomma…io il mio primo bacio l’ho dato per via di una scommessa fatta con Blaise. E non è stato un granché. Il tuo deve essere memorabile.”
“Ma James mi prende in giro. Dice che sono la solita santarellina e che se non mi sbrigo…io rimarrò zitella con il mio gatto e i miei libri.”
Draco la fece fermare e la guardò dritto negli occhi. Oro e Argento si fusero per un solo momento e fu come se tutto non esistesse al di fuori di loro due.
“Ascoltami bene Herm, perché non lo ripeterò. Tu non devi farti suggestionare da quello che dicono gli altri, okay? Tu devi fare solo quello che ti senti, agire liberamente senza dar peso alle parole degli altri. E Potter è proprio un idiota se crede che tu non ti sposerai e rimarrai zitella. Sei una delle persone migliori che io conosca e chi ti sposerà sarà la persona più fortunata di questa terra.”
Lei gli sorrise con le lacrime agli occhi e lo abbracciò. Lui la tenne stretta a sé e cercò di darle un po’ di quella sicurezza che a lei mancava.
Ma poi improvvisamente un forte mal di testa lo invase. Altre immagini nella sua testa si andarono a creare.
Si girò verso gli occhi di ghiaccio di lui e catturò le sue labbra glaciali.Poteva mai il ghiaccio bruciare più del fuoco come le labbra di Draco sulle sue?Poteva mai un uomo amare così intensamente e così completamente una donna?Sentì la lingua di Draco farsi strada nella sua bocca e avvolgerla e scaldarla...e renderla viva come non mai. Sentì il tocco freddo e scottante di lui sulla sua pelle fredda.Più di tutto sentì tutto l'Amore che lui le stava dando...“Sei la mia Regulus, Herm. Sei ciò che manca alla mia costellazione. Un Cuore. La Ragione non mi interessa. Ce l'ho già. Io sono l'Eltanin, tu sei la Regulus che mi manca. Il mio Cuore. La mia stella...”
 
“Draco…Di nuovo il mal di testa?” chiese teneramente Hermione.
“Si…ma…non…non preoccuparti. Io…Senti, ti spiace se…me ne torno in dormitorio? Io non…mi sento tanto bene…”
“Si…si certo. Senti…dovresti parlarne con Tom. Lui saprà che cosa fare…”
 
“Harry…tu lo sai che Sirius vorrebbe esserne informato. Dei tuoi sogni”
 
Draco sentì di nuovo la voce di Hermione. Perché si preoccupava per Potter Senior?
Tom.
Lui sapeva sempre tutto. Doveva dirglielo…
 
*****************
 
Quinto anno.
 
Tom ricevette una lettera proveniente da Hogwarts e questo lo preoccupò.
In genere lui e Draco comunicavano grazie al camino oppure tramite i due specchi come quelli di Sirius.
Ma mai per lettera.
Draco aveva paura di essere intercettato. Si ricordava di aver usato uno stratagemma simile…in un sogno…
Draco non poteva sapere di averlo utilizzato con Blaise durante l’anno della Guerra.
“Una lettera da Hogwarts, Thomas?” chiese Lucius dal suo quadro.
Il giovane Malfoy annuì. La aprì e rimase ghiacciato.
“E’…da parte di Silente…”
La lesse mille volte per rendersi conto di quello che in realtà era successo. Non poteva essere possibile…
“Draco…E’ successo qualcosa a Draco?” chiese Narcissa perdendo tutto il contegno di una Purosangue.
“Lui…gli hanno visto il Marchio, papà.”
Gli occhi azzurri di Thomas, simili a quelli di Narcissa, si scontrarono con quelli grigi di Lucius.
“Gli hanno fatto qualcosa?”
Tom distolse lo sguardo. Non di nuovo…
Thomas!
“Lui…stava difendendo Hermione. E non si è accorto di non aver messo la fascia che lo nascondeva. Un ragazzo del settimo anno l’ha visto e…si insomma…zia Bella gli ha distrutto tutta la famiglia…”
“La colpa è ricaduta su Draco” concluse Lucius.
“E su Blaise. Ma Draco l’ha protetto…”
“Tipico del nuovo Draco” sussurrò Narcissa con un sorriso nascosto.
“Gli hanno…lanciato delle Cruciatus.”
Cosa? Come hanno osato?” ringhiò Lucius.
Draco era suo figlio. Il suo erede.
“Corri da lui, Thomas. Non lasciarlo solo.”
 
 
“Dov’è?” chiese Tom entrando nel dormitorio di Serpeverde.
“In fondo al corridoio” rispose un ragazzo del primo anno.
Tom entrò in quella camera che sapeva già di malato. Blaise era al suo fianco, come sempre. Gli passava un panno bagnato sulla fronte ogni cinque minuti.
“Mamma…mamma…” iniziò a sussurrare Draco:”Mamma…Accendi il camino…Fa freddo.”
A Tom si strinse il cuore. Di nuovo quella frase.
Tom mise una mano sulla spalla di Blaise:”Va’ a chiamarla, Bla. Lo sai anche tu che ha bisogno dell’unica cosa in grado di…farlo respirare.”
Gli occhi marroni di Blaise si incupirono. Aveva provato a fare di tutto per Draco…ma forse Hermione era la soluzione migliore.
Rimasto solo con Draco, Tom iniziò a togliergli i capelli sudati dalla fronte.
“Adesso la mamma lo accende, Dra. E’ questione di minuti.”
“Thomas…Tom…”
“Sono qui. Tranquillo…sono qui…”
Gli occhi argentei di Draco si aprirono di scatto. Aveva le pupille dilatate e le iridi quasi bianche.
“Loro stanno arrivando. Loro hanno bisogno di me. I pianeti si stanno allineando, Tom. L’Oracolo deve tornare.”
“C’è ancora tempo, Dra. Loro possono aspettare.”
“Ti sbagli, Thomas” sentenziò una voce dietro di lui.
Tom si girò e i suoi occhi azzurri furono colti da una sorpresa enorme.
Una donna stava davanti a lui. Indossava un lunghissimo mantello medievale con il cappuccio che non permetteva di guardarla in volto.
“Non c’è più tempo. Non possiamo più aspettare.”
“Ancora un anno. Ti prego…concedigli ancora un anno.”
“I pianeti saranno in linea durante il suo sesto anno, Thomas. O adesso o tra pochi mesi.”
“Iride…ti prego…”
“Al suo sesto anno, Thomas. Il discorso è chiuso.”
La dea protettrice degli Oracoli sparì, così com’era arrivata. Come la febbre di Draco.
“Sono qui!” urlò Hermione entrando in camera.
Tom sorrise, guardando il suo Angelo addormentato.
“Mi spiace averti fatto chiamare per nulla, Hermione. Adesso è passata. Però lui senz’altro sarà contento di trovarti qui al suo risveglio.”
Tom si alzò e fece per andarsene.
“Thomas…resta. Draco sente tanto la tua mancanza. Sarà contento di trovarti qui.”
Tom annuì e si sedette sulla poltrona. D’altronde era ancora un fratello maggiore.
 
*******************
 
Sesto anno.
 
Era da mesi che Draco aveva strane visioni. Sognava di persone morte ormai da tempo, ma lui era tra esse. Aveva visto il signor Potter da giovane che veniva deriso da lui e da altri ragazzi di Serpeverde. Aveva visto Ron Weasley che combatteva contro di lui durante la Seconda Guerra Magica.
Com’era possibile tutto questo?
Inoltre disegnava molto spesso, quand’era sovrappensiero, una stella a sette punte.
Tom gli aveva detto che era normale. Mamma aveva cresciuto Tom con il mito della dea Iride e Tom l’aveva passato a lui.
Il suo subconscio stava facendo tutto il resto.
Ma Draco non ci credeva.
Stava ancora pensando a questo quando improvvisamente sentì una voce di donna che lo chiamava.
Una voce che lui non aveva mai sentito prima.
Sentì una forte fitta alla testa e i suoi occhi divennero vitrei e spenti.
Occhi da Oracolo.
Si avvicinò al muro e con la bacchetta disegnò una stella a sette punte. Subito dopo intonò sette versi di una canzone che comprendesse tutte e sette le note.
 
This is loud, this is cold
this is endless and I know
growing up has just begun.
But there is a place
we could find
where this pain is useless
and we’ll for ever be the young
 
Una luce argentata fuoriuscì dalla stella.
Una giovane donna con i capelli lunghi, neri e ricci e due occhi argentei come i suoi. E a lui sembrava di conoscerla già. Di conoscerla da sempre.
“Ciao Draco. E’ da un po’ che non ci vediamo”.
“Iridion…” sussurrò.
La dea annuì:”Vieni fuori con me, Draco. Devo ridarti ciò che è tuo.”
Se ne stavano in piedi davanti al Lago Nero. Draco sentì la Terra accoglierlo, l’Acqua acclamarlo, l’Aria urlare il suo nome e il Fuoco coronarlo Re.
“Gli…Elementi dell’Oracolo” sussurrò Draco.
Iride annuì:”Esatto, giovane Malfoy. Sono tuoi.”
Le pupille di Draco si dilatarono e le sue iridi divennero bianchissime:”Iridion…Tu e Cromo mi avete riportato in vita…”
Iride si spaventò. Non si aspettava che Draco riacquistasse la memoria così presto. Ma d’altronde lui era l’Ultimo Oracolo. Una continua sorpresa.
“Così come Hermione e Blaise. Perché?”
“Meritavi una seconda possibilità, così come la tua Mezzosangue…Ah, tra parentesi. Cromo ha modificato il suo sangue. E’ una Purosangue a tutti gli effetti.”
“Sai perfettamente che non era quello il problema, Iris.”
“Lo so. Ma Cromo si sentiva caritatevole quel giorno.”
Draco si guardò le mani e poi alzò gli occhi al cielo:”Ridammi tutti i miei Poteri, Iris. Ne sento la mancanza.”
“Credevo che fossero una scocciatura, Draco.”
Il giovane Malfoy ghignò:”Una meravigliosa scocciatura. L’anno prossimo mi attende una sfida molto importante. Tu lo sai.
Anche Irise ghignò:”Ti restituisco i tuoi Poteri, Draco. Fanne buon uso.”
La Magiafece ritorno nel corpo del sedicenne Ultimo Oracolo. Ogni particella del suo corpo ne vene impregnata. E, con solo uno sventolio della mano, lui fece alzare un vento potentissimo e fece scoppiare un forte temporale.
Ghignò quando le prime gocce gli bagnarono il viso.
Era tornato.
E adesso voleva proprio sapere se Potter jr. osava sfidarlo di nuovo.

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Capitolo 5
*** i Ricordi di Hermione ***


Hanno aperto Pottermooooooooooooooooooreeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!1*-* *-* *-* *-* *-* *-* *-*

Voi ci siete??? Perché se sì, che ne dite se ci inviamo l'amicizia e stiamo tutti insieme appassionatamente anche lì????

Beh, fatemi sapere se vi va!

Buona lettura!!!!!!!!!!!!!!!

ah, Tom vi saluta!^^


Capitolo 4.

 

Hermione non riusciva a spiegarselo. Appena chiudeva gli occhi vedeva immagini di lei e Draco insieme. Si comportavano come due innamorati.
Non si ricordava di aver mai giocato a biliardo insieme. Prima. Non si ricordava delle mani possessive e maliziose allo stesso tempo sui suoi fianchi.
La presa di questo Draco era sì possessiva, ma anche protettiva e dolce.
“Herm! Smettila di tenere la stecca come un martello!” la prese in giro, ridendo:”Guarda…così…”
Si mise dietro di lei e posizionò le sue mani pallide su quelle di lei:”E’ come tenere in mano una bacchetta, Herm.”
Non Mione. Non la chiamava mai come facevano tutti.
Mione sa di bambina, Herm. E tu non lo sei.
Così le diceva sempre. Ed infondo era vero.
Neanche a lei piaceva. Ma agli altri faceva piacere chiamarla così e allora lei li lasciava fare. Chi era lei per rovinare quella tranquillità?
Improvvisamente sentì il respirò di Draco vicino al suo orecchio:”Colpiscila delicatamente, Herm. Come quando…”
Come quando siamo soli io e te, mio Cuore. Come quando mi accarezzi lentamente e mi fai impazzire…
Le voci dei due Draco si sovrapposero nella sua Mente e nella sua Anima. Un improvviso mal di testa la colse e si appoggiò al petto di Draco.
Lei continuava a tremare. Draco sbuffò e con il suo vecchio tono le disse:”Avanti, vieni qui. Altrimenti mi morirai congelata.” Hermione sorrise mentre si abbandonava all'abbraccio caldo di lui.
“Hermione?” la chiamò lui.
“Mi fa male la testa. Tanto.”
Draco non sapeva che cosa fare. Doveva abbracciarla?? Oppure doveva rimanere fermo come lo era adesso?
Che cosa si faceva in situazioni del genere?
Lui non era abituato a fare il fidanzatino. E neanche l’amico del cuore.
Lui le donne se le portava a letto e basta. E con Hermione…beh, lei sapeva accettare i suoi modi bruschi alle volte, quindi non era un problema.
Ma adesso?
La fece voltare e l’abbracciò:”Senti di nuovo quelle voci?”
Lei annuì, appoggiando la testa sul suo petto. All’altezza del Cuore.
E lo sentì battere fortissimo. Come se lui avesse corso una maratona.
“Anche tu le sentivi. Che cosa sono?”
Lo sentì irrigidirsi.
“Sono ricordi, non è vero? Ci è successo qualcosa, non è vero?”
Draco si staccò da lei, come scottato. Lui aveva dovuto aspettare Iride per capire tutto. Mentre lei…
Prima di uscire dalla stanza di Malfoy Manor dove tutti assieme stavano passando le vacanze estive, sussurrò:”Vorrei tanto che tu ricordassi, Herm. Lo vorrei davvero.”
 
**********************
 
James e Hermione erano seduti nel grande salone di Malfoy Manor. Lui stava leggendo una rivista di Quiddich, mentre lei un libro interessantissimo sulla memoria.
James smise di leggere e la guardò intensamente.
Non l’aveva mai trovata così bella. E se la prendeva in giro, era solo per essere guardato da lei. Ultimamente sembrava che avesse tempo solo per Malfoy.
Le si avvicinò ancora di più e le tolse il libro dalle mani.
“James! Ma che cavolo fai?” urlò lei contrariata.
“Oh, ma insomma! Smettila di fare la secchiona! Siamo in vacanza!”
“Ridammi subito il libro, James!”
Ronald! Metti immediatamente giù quel libro…
“No” disse ridendo.
“Devo finirlo! Devo fare un importantissimo compito per la vicepreside!”
“Ma non fai altro che studiare, tu?”
Oh, ma insomma! Dovresti divertirti un po’ di più, Mione. Sempre sui libri tu!
“Non osare rovinare quel libro James Sirius Potter. E’ di Draco.”
Gli occhi verde smeraldo del giovane Potter si incupirono:”E’ di Draco, davvero? Beh…allora…” lo lanciò lontano in malo modo.
Malfoy?? Ma quello è sempre in mezzo, Mione?
E’ il mio compagno di studi, Ronald. Siamo soli io e lui. Ci facciamo compagnia.
Eppure lo odiavi.
Le persone cambiano, Ronald. E Draco ha trovato la forza per farlo.
“James!!!” Hermione si alzò da terra per prendere il libro, ma James le fece lo sgambetto e la fece cadere.
Le prese i polsi e la immobilizzò. Hermione spalancò gli occhi. Non poteva accadere con lui…
“Lasciami andare, James!”
Lasciami, Ronald! Non voglio! Non così!!!
 
 
Thomas e Harry fissarono Draco. Si stava comportando come se stesse avendo un attacco di cuore.
“Draco…” dissero in coro.
“Il mio Cuore, Harry. Qualcuno sta facendo del male al mio Cuore…”
Harry corse immediatamente di sotto:”James!”
Chiamò suo figlio con tutta la rabbia che non aveva mai dimostrato a Ronald per come aveva tradito tutti loro.
James si alzò di scatto e lasciò Hermione per terra tra le lacrime.
“Tua madre ti deve parlare. E’ importante” disse il Capo Auror, cercando di essere il più naturale possibile.
Quando se ne fu andato, Harry prese in braccio Hermione e la cullò.
“Zio Harry…”
Come ti senti Harry? Quando vedi Ginny e Dean insieme?
Così…Mi sento così…
“Mi dispiace, Hermione. Purtroppo James sta usando il modo sbagliato per dimostrarti che ti ama.”
“Tutto questo è già successo, Harry.”
 
********************
 
Draco stava avendo un’altra di quelle sue visioni.
Ma questa era terribile.
Vedeva volti di bambini dappertutto. Bambini che urlavano spaventati e piangevano.
Invocavano a gran voce le loro mamme e i loro papà.
E un fuoco improvviso stava divampando dentro l’edificio in cui erano.
un rivolo di sudore gli calò sulla tempia.
Doveva fermarlo. Doveva, altrimenti altri innocenti sarebbero morti.
 
Pioggia furente delle estati, io ti invoco. Scendi limpida su quella casa. Salva vite che mai incontrerò, per far sì che il Grande Fato me ne dia merito e mi salvi dalla Dannazione Eterna.
 
Dentro di sé sentì lo stesso fuoco che bruciava vicino a quei bambini. Sentì l’acqua gelida scendere su di lui, come su di loro.
Come se fossero una stessa cosa.
Dentro di sé poté gioire con loro per lo scampato pericolo e sentire le coccole della famiglia.
Ce l’aveva fatta. Aveva salvato altre vite.
L’Ultimo Oracolo era tornato di nuovo.
Quando prese di nuovo contatto con la realtà, notò una figura femminile davanti a lui.
Hermione.
La ragazza teneva in mano una tazza fumante di latte e menta e gliela porse.
Lui alzò un sopracciglio.
Come faceva a ricordarselo?
“Non chiedermelo. Me lo sono ricordata quando ti ho visto tutto sudato sul divano.”
Lui le fece spazio e lei si accoccolò vicino a lui, appoggiando la sua testa riccioluta sulla spalla di lui.
“Non riesci a dormire, Herm?”
Lei scosse la testa:”E’ normale che ricordi di aver fatto una battaglia coi cuscini con te in questo stesso posto?”
Lui ghignò al solo semplice ricordo.
 
“Quanto vorrei far sparire quel tuo ghigno malefico dalla tua faccia, Draco!”
Lui ritornò quasi serio…quasi…La malizia ancora costante nei suoi occhi, ormai acciaio fuso:”E come avresti intenzione di fare, sentiamo” disse lui avvicinandosi a lei.
Il suo profumo…Tutto di lui la stava invitando a…banchettare col suo corpo.
Hermione tastò sul divano, alla ricerca di qualcosa con cui colpirlo. Trovò un cuscino e glielo gettò in faccia.
“Battaglia coi cuscini, Granger? Ieri il solletico e stamattina presto la lotta coi cuscini? Ma allora hai una mente perversa, mia cara!” le disse gettandole addosso due cuscini.

 
“Sì, è normale. Ci siamo anche divertiti” le rispose ghignando.
“Ricordo che Tom prima era un fantasma. Assumeva sembianze umane solo quando tu perdevi troppo sangue.”
Draco annuì, continuando a bere il suo latte e menta. Ottimo ricostituente dopo una lunga visione.
“Adesso è carne e ossa. E’ tornato i vita. Così come noi due, visto che durante la…possiamo chiamarla Terza Guerra magica? Beh, comunque, lì siamo morti.”
“Sì…ricordo una bruttissima sensazione di freddo glaciale e un vuoto all’altezza del cuore. Come se mi fosse stato strappato.”
Draco osò metterle un braccio intorno alla vita e stringersela di più al petto.
“Adesso è tutto passato.”
“Anche Blaise ricorda?”
“Lui è stato il primo. Credo che sia stato per via di Ginny…io invece ho dovuto aspettare Iride.”
“Io non credo di averli recuperati del tutto. Ci sono ancora un sacco di cose che non riesco a spiegarmi.”
“Sono qui per questo, Herm.”
“Mio Cuore” lo corresse lei. Alzò la testa e Oro ed Argento si incontrarono di nuovo.
Era così bello stare con lui. Abbracciati in quel modo solo loro, senza dover fare smancerie o altro. Loro si volevano bene così. Senza troppi baci o altro.
Lui sospirò e si allontanò da lei:”Sarai sempre il mio Cuore. Anche…anche se non mi vorrai.”
Lui si era appoggiato al camino e il fuoco rendeva ancora più angelici i suoi lineamenti.
Hermione lo guardò a lungo. Si chiese come mai non riusciva ad amarlo. Ad amarlo come lui si meritava di essere amato da lei. Dal suo Cuore.
Eppure c’era sempre qualcosa che a frenava. C’era un nome che spesso di dimenticava…Quello era il suo freno.
Forse era perché non aveva acquistato ancora tutti i ricordi.
Forse…
“Draco…io lo vorrei davvero tanto, ma…”
Lui si girò verso di lei e le rivolse uno sguardo dolcissimo:”Devi capire bene che cosa vogliono la tua Mente e la tua Anima prima di prendere una decisione, Herm. Altrimenti potresti pentirtene. Io sarò sempre qui ad aspettarti. Anche quando avrai i capelli bianchi, le smagliature sulla pancia, le rughe sul viso e sarai inacidita dagli anni.”
“Che bella vecchiaia che mi auguri!” rise lei.
E anche lui sorrise con lei.
Per adesso andava bene così. Poteva sopportarlo.
Finché lei non gli diceva:”Stammi lontano. Non voglio più avere niente a che fare con te!” poteva accettare tutto.
 
**********************
 
Era sera tarda e Draco era seduto sui gradini della porta che dava sul giardino. La stessa dove, molti anni prima, lui e Hermione avevano parlato della stelle e si erano scambiati quel bacio…di fuoco.
Stava pensando a una visione avuta poco prima.
Aveva uno stranissimo presentimento per quel nuovo anno ad Howgarts ( l’ultimo…di nuovo). Come se una nuova guerra dovesse iniziare.
Soprattutto sentiva il peso di una strana presenza tra lui ed Hermione.
Una forza non del tutto oscura e maligna, ma che comunque si opponeva al loro…Amore? Poteva forse lui, il cuore di ghiaccio per eccellenza, osar parlare di amore?
E non c’entravano gli dei. Non stavolta almeno.
Eris…o le Furie…
Niente del genere.
Ma allora cosa…?
“Draco…” sussurrò qualcuno.
Lui si voltò di scatto e incontrò lo sguardo dorato della sua Anima. Del suo Cuore.
“Hermione! E’ notte fonda, per la miseria! Vai dentro! Altrimenti ti prenderai qualcosa!”
Ma lei non lo ascoltò. Si fiondò dritta tra le sue braccia e scoppiò in un pianto disperato.
“Tu…stupido furetto spelacchiato!”
Furetto. Allora lei…
“Ti sei fatta ammazzare! Tu…tu non avresti dovuto metterti in mezzo a quei due incantesimi! Idiota!!!”
Gli tirava piccoli pugni sul petto per sfogare il suo dolore. Aveva rivisto la sua morte…e tutto il dolore che aveva provato prima si stava sfogando adesso.
“Devi sempre fare l’eroe tu non è vero?” gli disse, alzo lo sguardo e guardandolo con aria di sfida.
E Draco adorava quello sguardo. Era lo stesso di quando lei lo aveva sfidato al terzo anno. La stessa determinazione che aveva a casa sua molti anni prima quando zia Bella la stava torturando.
Non resistette alla tentazione e la baciò.
La sentì irrigidirsi e rilassarsi subito dopo. La baciò come se dovesse andare in guerra il giorno successivo. Come se il mondo finisse domani stesso.
Lei gli mise le mani nei capelli e lo attirò di più a sé. Aveva dimenticato come lui potesse accenderla di un desiderio inspiegabile.
Ma lei non era più quell’Hermione.
Non c’era più solo Draco nella sua Anima. C’era anche James.
Per quanto lui potesse trattarla male.
E Draco non si meritava tutto questo. Non poteva giocare di nuovo coi suoi sentimenti.
“Draco…”
Lui si staccò da lei:”D’accordo. Va bene…ho capito. James. Ovvio.”
Si staccò da lei e poi disse:”Però adesso puoi dirgli che il primo bacio l’hai finalmente dato.”
Lei cercò di sorridergli nonostante l’imbarazzo:”Gli verranno i capelli bianchi come Silente! Farà la stessa faccia di…”
“Ronald” concluse lui.
RONALD!!!!!!!!!!!! Ma certo, che idiota che sono! Oh, Potter mi sentirà! Eccome se mi sentirà!
 
 
Lassù sull’Olimpo Iride cacciò un urlo.
“Ehi! Si può sapere che ti prende?!?” sbraitò Eros:”C’è qualcuno qui che sta cercando di concludere una notte con sua moglie!”
“Ronald Weasley! CROMO!!!!!!!!!!!!!!”
“Iride, smettila di sbraitare. O ti sculaccio!” disse sarcasticamente il dio del Tempo.
“Ma non potevi lasciarlo ad Hades? Quell’idiota è di nuovo in circolazione?”
“Io non c’entro niente. L’hanno evocato loro.”
“Loro chi?”
“La curiosità è donna!” disse ridendo Cromo scuotendo la testa:”Va’ avanti a guardare sulla Terra. E’ come un telefilm a puntate. Sta’ zitta, mangia i pop-corn e guarda la tv!”
“La Terra.”
Cromo fece per scacciare una mosca:”Fa lo stesso.”

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Capitolo 6
*** Il calice di fuoco ***


Nota dell'Autrice:

Ciao a tutti!!! Scusate per il ritardo con cui pubblico il 5° capitolo, ma questo periodo di Aprile è un po' complicato per me, perché rivivo brutti ricordi e sono costantemente triste. E quindi la voglia di scrivere si è un po' ecclissata.
Dovete ringraziare un mio amico che domani compie gli anni per questo capitolo. Perché in teoria questo è il suo regalo di compleanno.
(Ho amici complicati come me, lo soxD)
Comunque rispondo qui alle vostre bellissime recensioni, alle quali non ho risposto molto maleducatamente.

Silvietta: Ciao cara. Hai visto che ti ho aggiunto su pottermore? Ho finalmente capito come cavolo si fanno gli incantesimi e mi sento potente con la mia bacchetta di ebano, crine di unicorno, ragionevolmente flessibile e lungha 10 pollici e tre quarti xD Io non ho mai detto che con ron c'entra James. Attenzione xD
tatydanza: alla fine sei riuscita a prendere il bus? ahaha xD Sono contenta che tu sia risultata serpeverde su pottermore, io sono un tasso. Mi sento inutile xD comunque sono contenta che ron e james ti stiano antipatici. Anche per me è così.
giratempo94: No cioè...non so se hai visto la partita di ieri ma....Quattro pere abbiamo dato alla Roma!!!!!!!Yeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee *-* Quel mostro di vidal sta guadagnando punti nella mia classifica personale di giocatori preferiti! E siamo a più 3 dal Milan. Fuck yeah!xD su Blaise saprai tutto in questo capitolo e grazie mille per i complimenti!^^
Anima Lupetta: ciaoo!!! Grazie mille per gli hiphipurrà per me!xD Tranquilla, la mia storia non sarà fluff, non del tutto. Infatti in questo capitolo potrai vedere un Draco diverso. Spero che ti piaccia. Ti prego, continua ad avvisarmi se il mio Draco diventa troppo dolce, così gli rido il suo carattere bastardo di sempre. Ho la tendenza a rendere buoni un po'n tutti purtroppo! ^^"
hermione59: spero che questo capitolo possa chiarirti un po' le idee. Però io non ho mai detto che Ron è nel Corpo di James. Ho solo detto Potter. ;)
Jane39: Anch'io credo che Hermione non possa trovare ragazzo migliore di Draco, ma la nostra so-tutto-io deve sbattere il naso parecchie volte prima di capirlo. Dico anche a te quello che sto dicendo alle altre. Io non ho detto che Ron è nel corpo di James...xD
potter fan: grazie mille per i complimenti! Sono contenta che la storia di piace! Tranquilla, Tom è già bello che padellato!

Grazie a tutti coloro che leggono, seguono, ricordano, preferiscono e recensiscono la mia storia. E anche chi mi ha messo tra gli autori peferiti. Siete davvero dolcissimi *-*
Buona lettura!

ps: Tom vi saluta, ma è i viaggio in questo momento quindi non può essere con noi. Quando arriverete alla fine del capitolo capirete dov'è ;)

Capitolo 5.

Hogwarts al tramonto era sempre stata bellissima. Draco adorava guardare il sole tramontare dietro le montagne che circondavano il castello dalla sua scopa.
Lo faceva sentire parte di quella natura fiorente e forte.
Parte di un qualcosa.
“Andiamo, Dra! Muoviti!! O quelli del primo anno mi mangeranno tutto!” disse Blaise, dandogli una pacca sulle spalle.
“Come hai fatto?” gli chiese Draco qualche passo dopo.
“A fare cosa?”
“A sopportare i vecchi ricordi. Come sei riuscito a non ammazzare Potter quando eravamo piccoli al matrimonio con Ginevra?”
“All’epoca non ricordavo” disse Blaise come se non fosse niente di importante:”Iride mi ha fatto ritornare la memoria…al terzo anno. Quando Hermione ha rischiato di affogare. Diceva che Febo stava facendo il cretino e che aveva bisogno di qualcuno che riuscisse a tenerti a bada.”
“E con Ginny?”
Blaise si fermò e sospirò. Non poteva negare di aver sofferto all’inizio. Ginny era stata un’ancora di salvezza per lui. Quando stava per cadere nell’oblio, lei l’aveva tirato fuori.
Ma lui non era più quel Blaise.
Come Draco ed Hermione non erano più quelli di prima.
Aver avuto un’altra possibilità li aveva cambiati.
Hermione non era più così timida come all’inizio e Draco sembrava non essere più il gelido Principe delle Serpi.
E lui non aveva più voglia di star male per una causa persa. Voleva divertirsi, vivere senza pensare alle conseguenze.
Come al suo primo settimo anno.
“Non è stato facile all’inizio. Poi ho capito di non provare più lo stesso sentimento per lei. Il vecchio e il nuovo Blaise non provavano più la stessa cosa. Ginny…rimarrà sempre un capitolo importante della mia vita. Ma non è più il libro. Capisci?”
Draco annuì e continuò a camminare.
Blaise sbuffò e gli disse:”Conosco quello sguardo, Dra. A cosa stai pensando?”
“Perché non è così anche per me? Perché il vecchio e il nuovo Draco non possono cambiare i loro sentimenti?”
Blaise rise divertito e riprese il cammino.
Questa era proprio bella! Draco che cambiava i suoi sentimenti per Hermione? Sarebbe stata più probabile la fine del mondo!
“Blaise!!”
“Perdonami, Dra, ma hai detto proprio una gran bella barzelletta. Tu non puoi cambiare i tuoi sentimenti per Hermione. E’ da quando avevi undici anni la prima volta che me la meni su con quella…come la chiamavi? Lurida Mezzosangue? E poi…incenerisci con lo sguardo qualsiasi persona con una terza gamba nelle mutande se solo osa avvicinarsi a lei. Non puoi liberarti di Amore…” lo prese in giro Blaise.
Draco sbuffò:”Per una volta gli dei potevano anche farsi gli affaracci loro.”
Blaise rise di nuovo:”Si, certo. Speraci. Non lo sai che siamo il loro divertimento?”
Draco si fermò di colpo. Sentì una stretta al cuore e la vista annebbiarsi.
“Draco?” lo chiamò preoccupato Blaise.
L’altro ragazzo respirò a fatica e si appoggiò ad una quercia.
“Draco…dimmi qualcosa, ti prego!” lo richiamò Blaise.
Draco lo afferrò per le spalle:”I bulgari…e le francesi…sono di nuovo qui…un altro Torneo quattro Maghi con tre Potter in un solo posto…”
Blaise si preoccupò. Un altro Torneo? Ma dovevano farlo uno ogni generazione per le mutante di Merlino?
“Andrà tutto bene, Dra. Andrà tutto bene.”
Ma Blaise non notò che Draco aveva detto quattro.
Non Torneo Tre Maghi.
Quattro.
 
************************
 
Il Capo Auror Harry Potter si sentì in imbarazzo ad essere dall’altra parte.
Sedeva tra Theodore Notte e il professor Piton. E vedeva davanti a sé tantissimi ragazzi intenti a parlare dell’estate come lui molti anni prima.
“Theo…non ti senti un po’…”
“In suggestione? In imbarazzo? Oh, sì. Non sai quanto.”
“Ti sei abituato però, vero?”
“Certo, Potter. Non ti preoccupare. Dopo aver vomitato per i primi tre anni, ti passa.”
Harry divenne verde come l’uniforme delle Serpi e Theo rise di gusto.
“Ti sto prendendo in giro, Grifone. Vedrai che già tra un paio di sere ti passerà.”
improvvisamente il portone si aprì. Draco Malfoy con la sua camminata elegante ed aristocratica si diresse verso il tavolo di Serpeverde.
“Alla buon’ora signor Malfoy” lo riprese Nott.
Gli occhi di ghiaccio di Draco si posarono sulla figura di Theodore. Il sangue gelò nelle vene del giovane uomo.
“Theo? Cos’è successo?” chiese Harry:”Ti senti bene?”
“Conosco quello sguardo.”
“Quello di Draco, dici?”
Theo annuì:”E’ il Draco Mangiamorte quello. Non il Draco a cui ci siamo abituati.”
Harry scosse la testa:”Draco non è mai stato un Mangiamorte.”
“Ne sei sicuro? Come credi che abbia sopportato tutte le Cruciatus di Voldemort? Perché il buon Tom era con lui a infondergli coraggio? No, Harry. Draco ha sempre avuto quel lato maligno da Mangiamorte. Un lato che è una maschera difensiva. Senza di essa Draco è scoperto.”
Harry sospirò:”E’ tornato ad essere lo stesso Draco di prima.”
 
***********************
 
“Miei giovani studenti!” esordì Silente:”Quest’anno ci sarà una novità importante qui ad Hogwarts. Come potete notare si sono uniti a noi i nostri amici bulgari e le bellissime francesi.”
Draco, appoggiato allo stipite del portone con una spalla, ghignò beffardo:”Ti sembrano belle, Blaise?”
Anche Blaise ghignò:”Insomma. Le inglesi sono molto meglio.”
Era strano per Blaise vedere questo cambiamento radicale nel suo migliore amico. Ma ne era contento.
Draco finalmente aveva deciso di reagire. Di Agire.
“Quest’anno si terrà ad Hogwarts il Torneo Tre Maghi. Badate, non sarà semplice. Nel Torneo c’è chi…muore, purtroppo. Come accadde anni fa al povero signor Diggory. Ma con noi avremo la squadra Auror del signor Potter a proteggerci. Non potrà accaderci niente.”
“Oh, certo. Abbiamo il Bambino Sopravvissuto, possiamo anche ammazzarci a vicenda, tanto c’è lui!” commentò acido Draco.
“Sento una vena di gelosia nelle tue parole, Dracuccio?” lo schernì Blaise.
“Ma fammi il favore! Io sono l’Ultimo Oracolo! Sono molto meglio.”
“Oh, Apollo sarebbe così orgoglioso di te!” disse una voce femminile alle loro spalle.
Sia Draco che Blaise sorrisero:”Benvenuta ad Hogwarts, Iride” dissero in coro.
“Oh, grazie. Che carini che siete! Cosa sta dicendo Toro Seduto con la Barba?”
“Sta parlando del Torneo. Potter ci salverà da qualsiasi minaccia.”
“Ma fammi il favore! Tu sei l’Ultimo Oracolo! Tu sei molto meglio!” ribadì Iris.
Blaise scoppiò a ridere:”Si vede che sei la sua Protettrice, Iris. Avete lo stesso tono da superiori.”
“Per motivi di sicurezza solamente gli studenti del sesto e del settimo anno potranno mettere il loro nome nel Calice di Fuoco. Per il resto…non ho molto altro da dirvi, se non che vinca il migliore!”
“Tipico di Silente” commentò Iris:”Amor vincit omnia e balle varie.”
Draco ghignò e poi disse:”Come mai sei qui?”
“Non potevo mica perdermi il tuo ultimo primo giorno di scuola!” commentò lei come una mamma.
Draco fece un cenno a Blaise e l’altro ragazzo si allontanò.
“Niente bugie, Iridion. Che cosa sei venuta a fare qui?”
Gli occhi d’argento di Iride incrociarono quelli di Draco:”Volevo assicurarmi che tu facessi il tuo dovere. Devi mettere il tuo nome nel Calice.”
“Iride sta’ tranquilla. Lo so qual è il mio dovere.”
“Lo so. Ma occhi da cerbiatta potrebbe distoglierti da ciò che devi fare.”
Draco ghignò:”E’ così che l’hai soprannominata?”
“Sì. Le si addice.”
Draco rise:”Oh, Iride. Cosa farei senza di te?” disse, scompigliandole i capelli.
“Giù le mani, Ultimo Oracolo. Solo una persona si è permessa di farlo e non ne è uscita vincitrice.”
“Cromo ci è riuscito.”
Le guance di Iride divennero rosse e abbassò lo sguardo.
“Cromo è il dio del Tempio, il mio superiore.”
“Ottimo scusa, Iridion.”
 
Hermione stava osservando Draco e Iride parlarsi. Incontrò lo sguardo di Blaise e lo fermò.
“Che cosa ci fa qui Iride?”
“Gelosa, Granger?” la punzecchiò il moro Serpeverde.
Hermione sbuffò:”Per niente, Zabini. Voglio solo sapere come mai quella non è sull’Olimpo.”
“Devono parlare di cose importanti, Granger. Stanne fuori e non cercare di contraddire Draco in questi giorni.”
Certo, come no. Come se lui fosse in grado di dirmi di no…
 
*************************
 
“Draco! Draco non lo fare!” urlò qualcuno dietro di lui.
Il Serpeverde si girò e notò Hermione correre verso di lui.
“Ciao Hermione. Sì, grazie. Anch’io sto bene. No, non ti preoccupare, non mi disturbi. Che cosa c’è?” le rispose lui sarcasticamente.
Sapeva già che cosa voleva chiedergli e sapeva già come le avrebbe risposto.
“Non lo fare!” disse lei con il fiatone, raggiungendolo.
“Non fare che cosa?”
Draco alzò un sopracciglio ed Hermione si innervosì:”Non fare finta di niente, Ultimo Oracolo dei miei stivali.”
“Tecnicamente Granger, tu non porti gli stivali.”
Hermione ghignò:”Dovresti cambiare il tuo repertorio di battute, Malfoy. Questa con me l’hai già usata parecchio tempo fa.”
Draco le fece un sorriso sghembo, la prese per i polsi e la sbatté contro il muro:”E come l’altra volta tu sei con le spalle al muro.”
“Draco…per favore. Sii serio”.
“No. Perché Potter si può permettere di fare queste cose con te e io no? Se vuoi giocare, gioca con tutti e due. Non ti sembra?” disse Draco, senza spostarsi minimamente da lei.
“Non mettere il tuo nome nel calice, Dra.”
Il giocane alzò un sopracciglio:”Come mai?”
“James lo metterà di sicuro e se tu mettessi il tuo nome, il Calice non lo sceglierebbe. Per lui è davvero importante. Deve dimostrarsi di essere all’altezza di suo padre.”
Draco si fece una bella risata amare.
All’altezza di suo padre! Questa era davvero bella.
Per quanto gli costasse ammetterlo, Harry James Potter era insuperabile nelle sue faccende. E soprattutto James Sirius Potter non era in grado di superarlo.
“Hermione non diciamo scemenze, per favore. Sappiamo entrambi che Potter non ha niente a che fare con Harry.”
“Ma…Draco! Per James è importante, lui deve partecipare.”
Draco si allontanò da lei bruscamente.
“E credi che io non debba partecipare? Il Fato ha deciso così per me, Hermione. Non posso sottrarmi.”
Hermione lo fulminò con lo sguardo:”Oh, certo. Il Fato. Ma per piacere, Draco! Inventa un’altra scusa! Non sopporti di essere secondo a nessuno non è vero Malfoy?”
Gli occhi di Draco si tinsero di rosso e la vena sul collo iniziò a pulsare.
“Ne avrei inventata un’altra, se solo fosse una scusa. Ma non lo è. Metterò il nome in quel Calice, Granger. Che tu lo voglia o no.”
Hermione lo schiaffeggiò:”Non usare quel tono da superiore con me, bastardo di un Mangiamorte.”
Ma Hermione si tappò la bocca subito dopo averlo detto.
Non l’aveva mai minimamente pensato. Eppure adesso l’aveva detto.
Gli occhi di Draco si assottigliarono:”Bene. Tornatene alla tua torre, Granger. Io almeno ho le palle di non chiamarti Schifosa Mezzosangue. Io qualcosa ho imparato dalla mia prima vita.”
Mentre Hermione lo guardava allontanarsi, non notò minimamente una testa bruna guardare la scena con un ghigno malvagio.
 
***************
 
Pioveva forte da giorni ormai in Scozia. Segno che l’animo del giovane Oracolo no era tranquillo.
Blaise l’aveva visto parecchie volte la notte in riva al Lago Nero. Si “divertiva” a scatenare temporali, scagliare fulmini e lampi, aizzare un vento fortissimo e far tremare la terra.
La natura era il suo modo di esprimere i suoi sentimenti contrastanti.
Blaise sapeva che da un lato Draco avrebbe voluto ammazzare Potter. Ma la voglia di ammazzare Hermione in quel momento era più forte.
E anche per Blaise era così.
Per la miseria! L’aveva avvisata e lei se n’era fregata bellamente.
Nemmeno Draco voleva parteciparvi, ma era obbligato. Lui aveva un compito da portare a termine. Non poteva sottrarsi ai Numi.
Bagnati fradici entrarono in Sala Grande dove stava il Calice di Fuoco.
Molte ragazze osservarono estasiate la camminata aristocratica di Malfoy. Oppure il suo regale sedere?, pensò Blaise ghignando.
“Malfoy! Proprio non potevi resistere alla tentazione, vero? Devi per forza far vedere che sei tu il migliore, eh?” lo punzecchiò James Potter.
“Lascialo stare, Jamie. Se fai così non farai altro che incoraggiarlo” disse Lily Potter con una cadenza francese.
“Lily ha ragione, James. Per i Mongiamorte stare sotto i riflettori e come stare a casa” continuò Albus Severus con il suo accento bulgaro.
Draco continuò la sua camminata senza degnarli di uno sguardo. Gli bastava sapere che Eris era tra quella gente pronta a vendicarlo.
Ed Eris adorava vendicare i suoi piccoli Oracoli fragili ed indifesi.
Mise il suo nome nel Calice e una serpe fuoriuscì da esso. L’animale si aggrappò alla gamba sinistra di Draco e risalì su tutto il suo corpo, fino a fermarsi sulle sue spalle.
“Giovane Oracolo” disse l’animale.
Draco ghignò. Tipico di Hades presentarsi sotto le sue prime sembianze.
“Dio degli Inferi. Che piacere vederti” rispose il giovane in serpentese.
“Lo so che mi adori. Comunque volevo informarti che i tuoi genitori sono molto fieri di te. Lucius ha aggiunto di dirti che finalmente hai tirato fuori le palle dei Malfoy.”
Draco ghignò di nuovo:”Papà sa sempre come farmi i complimenti. Ci vedremo presto, Hades” detto questo si allontanò.
“Andiamo, Blaise. Ho un tema per Nott da finire.”
Dopo aver lasciato uno sguardo minaccioso alla Trinità dei Potter, Blaise lo seguì.
“Ehi, Zabini! Quando ti stancherai di fare da lacché a Malfoy? Non sei stanco di fargli da secondo?” lo punzecchiò James.
“E tu quando smetterai di nasconderti sotto le gonnelle di papà Harry, idiota? Abbassa la cresta, Potter. Tu non sei nessuno.”
Draco gli diede una pacca sulla spalla:”Blaise…quante volte te lo devo dire? Non bisogna dare soddisfazioni alla plepaglia.”
“Lo so, Dra. Ma non sono riuscito a resistere.”
“Mica ho detto che hai sbagliato!”
 
************************
 
Un falco d’argento picchiò alla finestra di Malfoy Manor.
“Una lettera, Thomas?” chiese Narcissa dal suo quadro.
“Sì, madre. E’ di Silente.”
“Spero che Draco stia bene” commentò acido Lucius.
“Oh, sì. Sta benissimo. Ma…parteciperà al Torneo Tre Maghi.”
“Quel ragazzo sa sempre come rendermi fiero di lui.”
“Ma è pericolosissimo, Lucius!” commentò sua moglie preoccupata.
“Beh…forse dovremmo chiamarlo Torneo Quattro Maghi. Parteciperanno anche i tre fratelli Potter” disse Tom.
“E tu che cosa c’entri in tutto questo, figliolo?” chiese Lucius.
“Sarò l’insegnante di riferimento di Draco. Theodore non può, perché gli hanno affidato James. Quindi Silente ritiene opportuno che ci sia qualcuno che conosca Draco come le sue tasche a consigliarlo.”
Lucius ghignò:”Oh, sono sicuro che tu e Draco farete un ottimo lavoro.”
Anche Tom ghignò e in quel momento assomigliò tantissimo al perfido Lucius.
“Faremo, papà. Tu e la mamma venite con me. Ci sarà della Magia Oscura molto potente, papà. Abbiamo bisogno del Grande Maestro di quest’arte.”
Lucius prese per gioco una valigia dal quadro:”Non vedo l’ora di partire. Ho tanti bei ricordi della cara Scozia.”
 
“Uuuuuuuuh, la cosa si fa interessantissima!!” commentò Cromo, mangiando i suoi pop-corn.
“Mi sembri un bambino, Cromo” disse Iride, pensierosa.
“Zitta e guarda la tv.”
“La Terra.”
“E’ uguale!!!!!!!”

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Capitolo 7
*** Veleno. ***


Note dell'Autrice:

Ciao ragazzi/e!!!!! Come state???
Scusate il ritardo, ma io ho ancora problemi ad orientarmi con la nuova grafica (bellissima tra l'altro. A voi piace?) e ancora non riesco a trovare il mio nick e quindi tiro giù gli dei  dall'Olimpo.
(in questo capitolo ne troverete un po'!)
Voi come avete passato il ponte? Io sono rimasta a casa perché mamma era in fase:"Il mondo è una merda e ce l'ha con me, quindi io me la prendo con Fede".
Per cui la mia autostima si è trasferita su un'altra galassia.
Ve lo dico in anticipo, non aspettatevi molto da questo capitolo. E' un capitoletto cuscinetto, dovevo solo creare qualcosa prima del grande booooooooooom della Prima Prova.
Spero che, nonostante questo capitolo mi faccia cagare, a voi possa piacere.

Grazie a tutti quelli che seguono la mia storia!^^

ps: Tom vi saluta tutti, ma è impegnato con Draco. Lo capirete alla fine del capitolo.
Ah, per chi pensa che Draco soffrirà troppo in questo capitolo...Voglio ricordarvi che il dolore è il suo dono. E' tutto necessario per il grande booooom della prima prova.

Tom:"Tu lo stai facendo soffrire troppo."
Fede:"Ma mi asclti quando parlo? L'ho detto prima."
Tom:"Non mi interessa. E' mio fratello....."
*SDEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEENGGGGGGGGGGGGGGGGGGG*

Buona Lettura!^^
pps: Anche Marinella la padella vi saluta ;)


Capitolo 6.

Draco camminava lentamente per i corridoi bui di Hogwarts.
Non doveva essere lì. E non per via dell’orario fuori dal coprifuoco, ma perché in genere lui non era uno spione.
Eppure non aveva saputo resistere.
D’altronde Blaise aveva saputo ferirlo nell’orgoglio come sempre per farlo reagire.
Per farlo agire.
Perché tutti i buoni Potter devono sapere quale sarà la prima prova e tu no? Eh?? Suvvia, Draco. Alza il culo e vai a farti un giro.
Gli aveva detto proprio così Blaise.
Alza il culo.
A lui.
All’Ultimo Oracolo.
Gliel’avrebbe fatta pagare eccome. Gli aspettava una bella secchiata di acqua gelata al suo ritorno.
D’altronde…i veri amici ci sono sempre, giusto? Anche agli orari più impossibili. E Blaise era un pettegolo. Non avrebbe saputo resistere alla tentazione di sapere in anteprima anche lui le prove.
Sono dannatamente bravo a rigirare la frittata…pensò, avviandosi verso la Foresta Proibita.
Camminava silenzioso Draco per quei silenzi con l’ausilio della Notte.
Sentì il respiro pesante e la puzza di zolfo tipica di un drago.
Ah, chi si rivede. L’Ungaro Spinato…
Guardò meglio e riconobbe una testa piena di serpenti.
Medusa…
Si voltò verso destra e riconobbe una sfinge.
Ne mancava ancora una all’appello però…
Ah, eccole.
Le tipiche urla delle Erinni.
Draco le osservò e incontrò i loro occhi vermigli.
“Aletto…Megera…Tifisone…Vi trovo in forma…”
Le tre donne ghignarono malvagie:”Sarà un piacere lottare contro di te, Ultimo Oracolo…”
 
 
Il sonno di Blaise venne interrotto da un getto di acqua gelata.
“Porca putt…Draco!!!!!!!!!” urlò il moro.
Il giovane Malfoy se la stava ridendo seduto sulla poltrona vicino al suo letto:”Hai dormito bene, Blaise?”
“Quasi quanto il mio risveglio è stato tragico, furetto”.
Draco sorrise:”Tesoro, ho dovuto farlo. Mi sono sentito ferito nell’orgoglio.”
Blaise ghignò:”Caro, mi hai sfiancata stanotte, non potevo mica aspettarti svegliato!”
“Siete disgustosi, ragazzi. Davvero” disse una voce alle loro spalle.
I due si voltarono e sorrisero.
Due occhi azzurri stavano illuminando quella stanza buia dei Sotterranei.
 
******************
 
“Cromo…sei sicuro che Draco riuscirà a sconfiggere le Furie?”
“Erinni, Iride. Si chiamano Erinni.”
“Furie.”
“Erinni.”
“Furie.”
“Erinni!!!”
“Furie!”
“Si chiamano Erinni, cazzo!”
Iride si mise una mano tra i capelli e ci rinunciò:”Beh? Credi che ce la farà?”
“Certo che ce la farà. E’ l’Ultimo Oracolo per la miseria!”
“Questo può significare tutto come può non significare niente.”
Cromo la squadrò:”Settati e guarda la tv!”
“Settati? Adesso inventi anche le parole, Cromo? E comunque è la Terra.”
“Io sono il dio del Tempo, posso fare quel cazzo che mi pare. E comunque no, stavolta è davvero la tv. C’è il gioco…sai quello del pallone…”
“Si chiama calcio.”
“E vabbeh l’è istes!!! Vuoi un po’ di pop-corn?”
Iride fece una smorfia disgustata:”No, grazie. Come cavolo fai a mangiare quella roba?”
Cromo fece spallucce:”Sono il dio del Tem…Gooooooooooaaaaaaaaaalllllllll!!!!!”
Iride si mise una mano sulla fronte.
Uomini….
 
**************************
 
“Tom!!! Come mai qui?” gli chiese Draco, correndo ad abbracciarlo.
“Silente mi ha nominato tuo coach personale insieme a papà!”
Draco alzò un sopracciglio:”Hai portato papà?”
“Ovviamente! E c’è anche mamma! Accio quadro!”
Dalla valigia di Tom fuoriuscì il quadro dei suoi genitori.
Draco si avvicinò a loro con le lacrime agli occhi:”Mamma…papà…State bene?”
“Io ho un po’ di nausea. Tuo fratello e la scopa non vanno molto d’accordo” ammise Narcissa:”Ma sono molto contenta di essere qui con te.”
Draco ghignò:”Disse la donna che si lasciò andare da una scopa”.
Lucius tossicchiò per nascondere una risata:”Draco non parlare così a tua madre.”
Il biondo abbassò la testa:”Chiedo scusa, madre.”
Narcissa fece spallucce:”Tuo padre ha provato a dirmi di peggio per la mia morte.”
Blaise tossicchiò forte:”Scusate se ci sono anch’io, eh!”
Tom sorrise e andò a scompigliargli i capelli neri:”Allora campione? Come andiamo?”
“Tuo fratello mi ha svegliato con una secchiata di acqua gelata…A proposito, Dra! Qual è la prima prova?”
L’altro Serpeverde si girò e i suoi occhi argentei erano stranamente vitrei.
Gli occhi dell’Oracolo.
“La giovane Potter dovrà affrontare Medusa. Il fratello di mezzo lotterà contro la sfinge. Il terzo dei fratelli Potter avrà lo stesso destino del padre. E l’Ultimo Oracolo affronterà le Erinni.”
“Le Erinni?” chiese Blaise.
“Aletto, Megera e Tisifone. Sono le tre Furie, dee della Vendetta” rispose Tom, guardando fuori dalla finestra.
“Iridion sarebbe così fiera di te” disse Draco. Gli occhi vivaci come pochi attimi prima.
Tom ghignò:”Oh sì. Ne sono convinto. Scommetto che lei e Cromo stanno litigando su questo. Si dice Erinni o Furie?” ma il suo tono era triste e distante.
Draco si sedette vicino al fratello seguito da Blaise.
“Che cosa c’è, Thomas?” chiese Draco.
Usò lo stesso tono che aveva nella sua vita precedente. Quando Tom era un fantasma e si comportava come un bambino.
Con quel “Thomas” riusciva a fargli dire di tutto ed indurlo a smetterla di fare il bambino.
Si sentiva stranamente potente in quei momenti. Proprio come adesso.
Tom si girò verso suo fratello con gli occhi lucidi:”Non sarà facile vero?”
Blaise e Draco si scambiarono un’occhiata complice.
Fu il moro a rispondergli:”Se fosse semplice, gli dei non si divertirebbero.”
Tom sorrise, cercando di non far trapelare la sua tristezza.
“Cercherò di non farmi ammazzare, Tom. Anche se non sarà facile” lo rassicurò Draco, appoggiandogli una mano sulla spalla.
“Promettimi che non ti farai ammazzare. E che “occhi da cerbiatta” non giocherà col tuo cuore” rispose serio l’altro Malfoy.
Blaise e Draco ghignarono.
“Iride ti ha informato, eh?”
Gli occhi azzurri di Tom furono colti da un raggio di sincera felicità:”Ogni settimana mi veniva a trovare e mi faceva un resoconto su quello che succedeva. Sai, come quando mamma ci mandava in collegio prima di Hogwarts per imparare a leggere, scrivere e quant’altro.”
Draco rise e poi lo rassicurò:”Sta’ tranquillo, Tom. E poi…con un cane da guardia come papà, sarà dura che qualcuno provi solo a farmi del male.”
 
************************
 
“Hai capito, Iridion? Pensano che noi ci divertiamo a vederli soffrire” sbottò Cromo.
“E’ la verità, Cromo. Guarda quella zabetta di Giunone come si diverte!”
“Ma dai! Povera Giunone. Lei è giustifica. Più cornificata di lei non c’è nessuna!”
Iride guardò giù sulla Terra ed esclamò:”Uh!!! Guarda!!! Sento puzza di crisi nella coppia Potter-Weasley. Passami i pop-corn!”
“Non se ne parla. I pop-corn sono miei! E poi, mica ti facevano schifo?”
“CROMO!!!!!!!!!!!!!!!!!!” urlò Iride facendo tuonare sulla Terra.
“Qualcuno ha percaso dimenticato di prendere le sue medicine premestruali?”
“Dio del Tempo del cazzo…”
“Va bene, va bene. Tieniteli tutti tu! Io vado a farmi un hot dog!”
Donne…
 
**********************
 
“Harry! Per l’amor del cielo! Tutti e tre i nostri figli sono in quel Torneo! Non puoi proprio fare niente?” lo pregò Ginny con le lacrime agli occhi.
“Gin, tesoro…No, non posso. Sai benissimo anche tu che se il Calice ti sceglie, non hai scelta. Io non ce l’ho avuta.”
“Ma Lily…lei è la mia bambina. Non possiamo lasciarglielo fare. Non voglio che finisca come Cedric…”
Harry le si avvicinò e l’abbracciò:”Non lo permetterò, lo sai. Insomma, sono il Capo Auror io!”
Lei sospirò:”Promettimelo.”
Harry baciò i suoi capelli rossi:”Te lo prometto. E poi…Ci sarà sempre Draco a vedere se succederà qualcosa, no?”
 
*********************
 
“Ma no!!!!!!!!! Ma io volevo una bella litigata del tipo:’Il mio cuore è sempre appartenuto a Blaise!’ e:’Io non ti ho mai amata! Tu non sei niente in confronto a Cho o a Hermione!!’. Stupidi umani!” sbottò Iride trangugiando pop-corn.
“Iride…sicura di stare bene? Insomma…sembri al quanto nervosa” le disse Cromo, lasciando da parte il suo hot dog.
“Sto benissimo. No…non è vero.”
Cromo le mise un braccio intorno alle spalle:”Dì tutto allo zio Cromo, Iris.”
“E’ che temo per Draco. Insomma…Credi che ce la farà a battere le Furie?”
“Erinni” la corresse gentilmente il dio del Tempo.
“Credi che ci riuscirà?”
“Certo che ci riuscirà…Hermes! Dove stai…?”
Iride guardò suo fratello mettersi i suoi sandali alati e tuffarsi sulle nuvole.
“NO! Draco!!!”
 
*************************
 
“Allora, Mangiamorte. Come vanno le cose?” gli chiese James appena usciti dall’aula di Pozioni.
“Come se te ne importasse qualcosa, stupido idiota.”
“No, dico sul serio. Non sei teso anche tu per la prima prova? Sarà tra pochi giorni.”
“Sono stranamente tranquillo.”
“Anche se una certa Grifondoro non ti parla più?”
Draco sentì solo un leggero fastidio all’altezza del cuore.
Però.
Stava migliorando.
La maschera del gelido Serpeverde bastardo stava funzionando.
Papà e Blaise sarebbero stati così fieri di lui.
“Se ti riferisci ad Hermione, non mi sembra che lei non mi parli di sua spontanea volontà. Credo che ci sia un qualche fidanzato geloso che non le permette di avvicinarci a neanche un palmo di quelli che lei considera i suoi amici. In questo momento mi sfugge il suo nome. A te viene in mente qualcuno?? Ah, no. Dimenticavo che sei tu.”
“Geloso, Malfoy?”
“Possessivo, Potter?”
“Non si risponde a una domanda con un’altra domanda, Malfoy. La tua mamma troia Purosangue non te l’ha insegnato? Ah, no. E’ morta” disse con leggerezza James.
Fu in quel momento che la calma e la maschera di freddezza tipiche di Draco lo abbandonarono.
Terra.
Il pavimento tremò sotto i piedi del giovane Potter, creando delle crepe su di esso.
“Troia dillo a quella puttana di tua sorella, Potter. Sembra che si sia già portata a letto metà fauna maschile di Hogwarts.”
“Ah, davvero?”
Che strano.
La voce di Potter si fece stranamente ovattata. Come se provenisse da un altro pianeta. Tutto intorno a lui si fece così.
No.
Cazzo.
Non ora.
Vide uno strano alone violaceo avvolgere la sua figura nella visione. Sentì uno strano senso di soffocamento…Le sue viscere che si contorcevano…
No.
Veleno.
Fuoriuscì dalla visione troppo tardi per potersi proteggere.
Ormai il veleno era entrato nel suo organismo.
Tossì forte e vide del sangue fuoriuscire dalla sua bocca.
Stupido idiota, Malfoy. Sei uno stupido idiota, si disse mentre si appoggiava alla parete.
Non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di vederlo strisciare.
Mai.
 
 
Cerco invano, o dio
di portare questo messaggio.
E tu lo sai, che io
qui sono solo di passaggio.
Non negarmi la tua mano,
il tuo aiuto, del mio compito che tu sia il mediano…
 
“Che cosa c’è, Malfoy? Ti senti…debole e vulnerabile come ogni essere umano?”
Crepa, bastardo.
Un mal di testa improvviso lo colse. E gli sembrò che qualcuno stesse urlando nella sua testa.
Si portò le mani alla testa e cercò di scacciarla.
Ma era impossibile.
Dentro di sé sentiva le voci delle Valchirie e delle Erinni fuse in un unico straziante grido.
Gli stavano fracassando il cervello.
“Basta…Smettetela…” sussurrò Draco.
“Come? L’Ultimo Oracolo invoca…pietà?”
Mai.
 
Ti prego, scendi e recami aiuto, o dio
affinché ritorni ad essere il vero io…
 
Prima di perdere definitivamente il contatto con la realtà, Draco poté sentire il battito d’ali tipico di Hermes.
Il suo dio non l’aveva abbandonato.
 
*******************
 
“Signor Potter…” disse Mercurio alzando lo sguardo verso di lui.
Il dio Messaggero si divertì vedendo la paura montare sul volto del giovane.
Ah, i bei tempi quando era un dio cattivo.
Ares sarebbe così fiero di lui…
“Lei…lei chi è?”
“Un amico del giovane Oracolo. Diciamo che…sono il suo Angelo Custode. Sa che cos’ha appena fatto?”
“L’ho…avvelenato…”
“No. Non è esatto. L’ha fatto incazzare. Di questo passo lei non uscirà vivo dal Torneo Quattro Maghi. O meglio, lo farà. Ma conciato male. Il signor Malfoy farà in modo di vendicarsi terribilmente.”
Hermes si avvicinò a quel ragazzino che si credeva tanto figo con fare minaccioso. Giusto per indurlo a lasciar stare per un bel po’ il suo protetto.
“E se il signor Malfoy fosse troppo buono da non farlo, ci penserò io. Sono stato chiaro?”
“Sì, signore.”
“Non c’è bisogno che mi chiami signore, pezzente. So di essere migliore di te senza che tu me lo dica.”
Detto questo Hermes si girò verso Draco e notò che Thomas e Blaise erano già al suo fianco.
Gli occhi azzurri del maggiore dei Malfoy incontrarono quelli azzurri di Hermes.
“Gli abbiamo dato un bezoar. Credi che…”
“Dategli un bel po’ di pozione ricostituente. Gli farà bene. Iride arriverà quanto prima. Credo che gli darà un bel po’ si Superforza per farla pagare a James-sono-uno-sfigato-Potter.”
“Grazie per essere stato qui, Mercurio.”
“Figurati, Tom. Draco è pur sempre il mio Protetto.”
 
“Iride! Non puoi andare laggiù!” la sgridò Cromo.
“Draco ha bisogno di me!”
“No. In questo momento ha bisogno di stare con la sua famiglia. Tu scenderai quando lui avrà bisogno di te.”
“Ma…”
“Zitta e guarda la tv!”
“La Terra!”
“Ti ho detto che è uguale!”

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Capitolo 8
*** La prima prova ***


Nota dell'Autrice:

Scusate il ritardo, ma mio fratello ha avuto la geniale idea di finirmi quasi tutte le ore della chivetta Internet e quindi ho dovuto trovare un momento in cui lui non fosse in casa per usare il suo computer.
Altrimenti avrei rischiato di scatenare la terza guerra mondiale!ù.ù
Spero che questo capitolo vi piaccia, a me onestamente non tanto, però vox populi docet! (Non so se l'ho scritto giusto, non avendo fatto latino...Oh meglio, l'ho fatto ma per due anni!).
Grazei mille per il supporto che tutte/tutti mi date!^^

Buona lettura!

Capitolo 7.


Mancavano tre giorni alla prima prova. Ormai era chiaro a tutti e quattro i partecipanti che cos’avrebbero affrontato.

Draco camminava piano per i corridoi di Hogwarts.

Era una piovosa e fredda notte di fine Ottobre.

E stranamente non era colpa sua se stava piovendo. C’era qualcun altro in quel castello che stava piangendo lacrime tristi ed amare.

Per questo lui aveva violato il coprifuoco.

Di nuovo.

La vide seduta con le spalle al muro e le ginocchia al petto.

Tutta rannicchiata su se stessa a piangere per l’ennesima litigata con Potterino Sfigato.

Draco scosse la testa. I tempi non cambiano affatto.

Prima piangeva per quel pezzente di Weasley e adesso per quello sfigato di Potter Junior.

Hermione non imparava mai.

Le si avvicinò piano e le accarezzò la chioma riccioluta. Lei alzò la testa e i loro occhi si incrociarono.

Oro e Argento di nuovo insieme.

Era strano. I suoi occhi erano di nuovo dorati. Di quel colore caldo che caratterizzava il suo carattere.

Mentre stava con i Potter invece…Forse era solo una sua impressione, ma…assumevano una tonalità più scusa. Più tendente al nocciola.

Era strano e lui non sapeva spiegarselo.

Lei gli gettò le braccia al collo e pianse protetta da quelle braccia forti e amorevoli.

Perché ormai entrambi l’avevano capito.

Potevano anche fingere di avere un interesse per qualcun altro come Potty Jr. o una delle tante ragazze che Draco si portava a letto, ma…loro tornavano sempre dall’altro.

Era come se un piccolo filo oro-argento avesse legato i loro cuori e le loro anime.

Come se ci fosse un collegamento tra le loro menti e le loro ragioni.

Come se entrambi questi fili li riportasse…a casa.

Hermione si aggrappò ancora più disperatamente alla camicia di Draco e lui decise di portarla nella sua camera.

Era sempre stata più a suo agio nei sotterranei che nella sua torre.

“Draco…” lo chiamò lei una volta stesa sul suo letto.

“Sono qui…”

“Lo so…Tu…ci sei sempre…stato” disse ricominciando a piangere lei.

Lui l’abbracciò e tentò di calmarla accarezzandole la schiena dolcemente. Non sapeva perché era andato a cercarla.

Non se lo sapeva spiegare.

Aveva sentito una stretta al suo Cuore, come se gli venisse strappato un pezzetto di Anima.

E la sua Ragione gli aveva detto di non andare. Di non correre da lei come un cane fedele.

Ma la sua Mente non era più forte come un tempo. Non avendola più sempre stretta a sé…si era rammollito.

Pur di vederla e toccarla per un istante solo si sarebbe anche abbassato a correre da lei quando lo chiamava.

Solo per lei.

Mai per gli altri.

D’altronde…si può forse rimanere separati da una parte di sé?

“Mi ha fatto male, Draco” sussurrò con la voce rotta dal pianto.

“Lo so. L’ho visto.”

“Ha detto che non dovevo neanche avvicinarmi a te senza il suo consenso. Come se io fossi una sua proprietà. Te ne rendi conto?”

Lui le accarezzò la testa e le disse piano:”Sssh. Non ci pensare, Herm. Non merita nessuna delle tue lacrime.”

“Ogni tanto mi sembra di ritornare a quando litigavo con Ron. Solo che con lui è diverso. Ronald non era così. Eppure…”

No.

Doveva fermarla.

Lui non aveva ancora parlato con Harry per quella faccenda. E lei non aveva bisogno di troppi pensieri.

Ricordava ancora tutte le volte che aveva allontanato James da sé.

James! Non possiamo farci le coccole adesso!!! Devo studiare per i M.A.G.O! I M.A.G.O, capisci??? Dovresti metterti a studiare anche tu!

Tipico della nuova e della vecchia Hermione.

Alcune abitudini sono dure a morire, anche in un’altra vita.

“Hermione, smettila di tormentarti. Non farti seghe mentali, ok?”

Lei annuì contro il suo petto e sorrise:”Sai, credevo che mi avresti aggredita dicendomi cose del tipo:’Ecco! Te lo sei meritata! Io te l’avevo detto che lui non era quello giusto!’. Sai…il solito commento da ragazzo con il cuore spezzato.”

Draco sbuffò:”Si, beh…lo credevo anch’io. Ero partito da qui con quell’intenzione. Ma poi più mi avvicinavo a te più la rabbia scompariva e un senso di protezione prendeva posto dentro di me. Non sopporto di vederti soffrire per un idiota del genere!”

“Draco…” disse lei con un tono da rimprovero.

Draco sbuffò un’altra volta:”Non puoi negare che non lo sia. Ha preso i geni sbagliati di Harry, devi ammetterlo!”

Lei rise, finalmente felice in quel giorno:”Mi sei mancato così tanto, Dra.”

Anche tu, mio Cuore, pensò.

Non lo disse semplicemente per orgoglio.

O forse per dignità.

Aveva paura ad esporsi troppo con la nuova Hermione.

Quell’Hermione con l’Anima divisa in due: da una parte Potter e dall’altra lui.

E non sempre la Mente riusciva a guidarla dalla parte giusta.

“Dormi adesso, Herm. Si è fatto tardi. E domani la vecchia megera interroga”.

“DRACO!!!!!!!!!!! Porta rispetto per Minerva!” gli disse urlando e alzandosi a sedere.

Adesso inizia con la ramanzina…

Draco la guardò intensamente e ad Hermione saltò un battito del Cuore.

Aveva dimenticato quanto i suoi occhi potessero essere magnetici e incantatori.

Per un attimo la nuova Hermione venne cancellata da quell’universo.

I suoi occhi divennero sempre più dorati, come quelli di Draco sempre più argentati.

Per un attimo furono solo i vecchi Draco ed Hermione.

Due vecchi Cuori con le loro vecchie Ragioni.

Hermione si avvicinò sempre di più alle labbra di Draco fino a baciarlo.

Lui le afferrò la testa con una mano, mentre con l’altra l’aiutava a stendersi di nuovo sul letto.

Merlino! Draco aveva completamente scordato quanto il suo sapore potesse essere afrodisiaco.

Non capiva più niente. Il suo cervello aveva appena fatto tabula rasa.

“Mio Cuore…” sussurrò prima di baciarla di nuovo.

Entrambi non seppero fino a quando andarono avanti a baciarsi come due ragazzini alla prima cotta.

Ma quando si staccarono i loro occhi erano leggermente più scuri.

I nuovi Draco ed Hermione. Due Anime e due Menti.

“Ti prego, tra tre giorni non farti ammazzare” gli sussurrò chiudendo gli occhi.

Lui la baciò sulla fronte:”Te lo prometto”.

 

***********************

 

Lui e Tom se ne stavano in silenzio nel tendone che ospitava tutti i partecipanti al Torneo.

Avevano uno strano modo di comunicarsi tramite gli occhi.

Sapevano esattamente distinguere le occhiate che dicevano:”Stai attento” e quelle:”Mi raccomando non farti ammazzare.”

Come previsto a Draco erano toccate le Erinni.

O Furie, per far contenta Iride.

“A quanto pare tra poco toccherà a te, Dra” disse Tom cercando di rompere quel silenzio tombale.

Draco annuì:”Hai qualche raccomandazione dell’ultimo minuto?”

“A parte non farti ammazzare?”

“Esatto.”

“Beh…la piccola Potter non ha terminato la prova. In teoria hai un avversario in meno.”

Draco sbuffò. Il modo di Tom di smorzare l’atmosfera era alquanto patetico. Fare calcoli su calcoli, perché si sa, i numeri non possono ferirti.

I numeri sono razionali.

“Questo vuol dire che dovrò prendere anche il suo di indizio?”

“Esattamente. Due indizi per te, non è fantastico?”

Draco lo guardò. Sarebbe stato da Serpeverde, non c’è dubbio.

“Dopo averlo studiato con attenzione…non ti sembra giusto ridarglielo?”

Tom alzò un sopracciglio:”Mi seri diventato un Serpedoro per caso?”

“Così mi offendi fratellino! Anche noi Serpi siamo leali!”

“Ceeeeeeeeeeeerto”.

Draco gli lanciò un cuscino, sorridendo.

Questo era un ottimo modo per alleggerire la tensione.

“Questo è scorretto, piccolo bastardello!” disse Tom, ricambiando la cuscinata.

Piccolo bastardello.

Come lo chiamava di solito durante le loro prima vita.

Andarono avanti con quel gioco finché una luce argentea non li accecò.

“Ma insomma! Vi comportate sempre come due bambini, voi?” chiese la voce allegra di Iride.

“Iris!” urlarono in coro i due Malfoy.

“Ci sono anch’io, eh!” sbuffò Cromo, comparendo di fianco a Iride.

“Dio del Tempo…Che cosa vi porta qui?”

“Questo idiota non voleva più vedere la “tv via cavo” ma in “HD”, così siamo venuti di persona” disse sarcastica Iride.

“Hermes ci ha donato due biglietti in prima fila! Voglio proprio vedere come batterai Tisifone!” disse Cromo tutto eccitato.

Un bambino…e pensare che è più vecchio della Terra… pensarono Draco e Iride allo stesso momento.

“Ci sono anche Aletto e Megera, Cromo” specificò Draco alzandosi da terra.

“pffffff!!!!!!! Balle. Quelle due lì non sono molto in confronto a Tisifone. Preparati, perché quelle due cercheranno di stancarti. Tisifone sarà l’ultima ad attaccare, così che sarai troppo debole per vincere.”

Draco guardò Tom con finto odio e gli tirò una sberla sul capo:”Perché tu non me l’hai mai detto? Sei un coach del cavolo! Ti licenzio!”

“Ehi! Tu non puoi licenziarmi! Sono tuo fratello!” rispose Tom con lo stesso tono scherzoso.

“Scommetti?”

“Basta! Mi state facendo venire il mal di testa! Tu” disse indicando Thomas:”Comportati decentemente e da fratello maggiore quale sei. E tu signorinello…” Iride cercò di rimanere seria, ma poi l’istinto materno che aveva per quel piccolo bastardello le fece cambiare idea:”Vai là fuori e spacca il culo alle Furie”.

“Erinni, Iride! Ti devo rimandare in Storia delle Divinità, sai?” disse scocciato Cormo:”Proprio non impari mai, eh?”

“Sta’ zitto, stupido dio del Tempo! Abbiamo un programma da guardare!”

 

**********************

 

Draco strinse la sua bacchetta talmente forte che le nocche gli divennero bianche. Ce la poteva fare.

Ce la doveva fare!

Lo doveva a Tom che non aveva mai smesso di credere in lui.

A Blaise e Theo per non averlo mai abbandonato.

A quegli stupidi dei…perché loro avevano saputa dargli al sicurezza che mai nessun altro era riuscito ad infondergli.

Lo doveva a Hermione.

Alla vecchia Hermione. Quella che gli faceva battere il cuore con un solo sguardo.

Quella che non aveva mai smesso di credere in lui e nelle sue capacità.

Lotta per riprenderti il tuo Cuore, Draco. James la ferirà, lo sappiamo entrambi, gli aveva detto Blaise.

E lui lo sapeva.

Questa ne era la prova.

Doveva vincere questa sfida ed Hermione in un modo o nell’altro sarebbe tornata da lui.

Poteva anche accontentarsi di non essere l’unico, ma almeno voleva esserci.

Lei era diventata come l’aria.

Senza di lei non c’era Draco Malfoy.

Per Merlino, sono diventato un sentimentale di serie C…

Un battito d’ali lo ridestò dai suoi pensieri e per poco schivò un attacco di Aletto.

Oh, giocavano in modo scorretto.

Lui in teoria non sapeva volare.

In teoria…

“Ultimo Oracolo! Vieni fuori e affrontaci!” urlò Tisifone.

Draco uscì dal suo nascondiglio. Un raggio di sole gli illuminò gli occhi argentati.

“Ti piace vincere facile, Tisifone? Tre contro uno mi sembra…scorretto.”

Le Erinni urlarono in coro e, se Draco non avesse alzato un barriera protettiva, di sicuro gli avrebbe rotto i timpani.

“Fatti sotto, umano” gli disse Aletto.

Aria.

Un vento fortissimo le contrastò la direzione di volo e la fece cadere a terra.

Terra.

Un varco si aprì nel terreno e inghiottì non solo Aletto, ma anche Megera.

E’ stato fin troppo facile, Iride… pensò il giovane Oracolo.

L’ultima Furia lo guardò con gli occhi ormai scarlatti. Vendetta.

“Tu! Hai osato far del male alle mie sorelle…Prendi queste!”

Tisifone gli lanciò mille frecce avvelenate.

“Reducto!” urlò Draco.

Una sola freccia lo ferì alla coscia.

Draco!” sentì urlare qualcuno.

Hermione. Zia Meda e Teddy. Tom, Iride e Cromo.

Blaise, Theo e Harry.

Mamma e papà…

Non sarà una stupida freccia avvelenata a fermarlo.

“La leggenda narra che tu abbia paura della luce del Sole, Tisifone…Vogliamo…confermarla?”

Una luce accecante fuoriuscì dalla bacchetta di Draco e la Furia fu costretta a cavarsi gli occhi per non cadere nella trappola.

Del sangue nero le fuoriuscì dagli occhi e a Draco quasi venne il volta stomaco.

“Permettimi di farti un altro Marchio, ultimo Oracolo. Lo stemma delle Erinni!”

Con i suoi artigli Tifisone cercò in tutti i modi di ferirlo. Ma Draco si proteggeva sempre con degli scudi infuocati.

Finché il Male non abbatté le sue barriere mentali.

La falsità si sovrappose alla realtà e Draco vide sua madre in mezzo al campo di battaglia.

Lo stava chiamando dolcemente e lo pregava di salvarla. Vide la Furia a pochi passi da lei tagliarle la gola e il sangue puro di sua madre bagnare la terra sterile. Vide il corpo di sua madre cadere a terra. Privo di vita.

“NO!” urlò.

Si dimenticò del suo scudo infuocato e fu in quel momento che Tifisone attaccò. Lo graffiò al petto e gli ruppe il braccio con il quale teneva salda la bacchetta.

Draco!” urlò di nuovo qualcuno.

Severus e Silente. La McGranitt.

Zio Sirius e Dora. Remus e Regulus.

Zia Bella...Zio Lestrange.

Tutti credevano in lui. E Draco di certo non poteva deluderli.

Non si fermò. Continuò a lottare.

“Te la sei cercata, Tisifone. Maledictum Mortem!

“Devi tagliarle la testa, Draco! Ora!” gli urlò Theo.

Sentì il canto di una Fenice e alzò lo sguardo argentato al cielo.

“Fanny…”

La Fenice di Silente gli lanciò un pacco.

Il Cappello Parlante.

Era assurdo.

Solo un vero Grifondoro poteva estrarre la spada dal Cappello…Eppure la stava proprio impugnando.

“Tornatene al tuo inferno, Tifisone. Saluta Hades da parte mia!” le disse tagliandole la testa.

“Accio indizi!” disse con le sue ultime forze.

Ce l’aveva fatta.

Aveva vinto.

 

Sono così fiero di te, Ultimo Oracolo…

Febo, non ti starai mica intenerendo, vero?

Fotti Hermes.

Con piacere fratellino.

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Capitolo 9
*** La mia unica scelta ***


Note dell'Autrice:

Devo dire che scrivere questo capitolo a scuola, mentre la mia prof di storia stava interrogando e mentre la mia suora di italiano sclerava, mi ha fatto sentire potente.
Coooooooooooooooomunque, spero davvero che questo capitolo vi piaccia, anche se è un po' affrettato, perché volevo per forza scriverlo, dato che è da un bel po' che non aggiorno.
Scusate gli errori di battitura, ma quando ricorpio non sono così attenta.
Perdonatemi!!!!

Buona lettura e grazie a tutti quelli che mi seguono!^^
ps: nel capitolo c'è un accenno alla strage di Brindisi. Per non dimenticare.

Capitolo 8.

Draco se ne stava a letto, rannicchiato su se stesso in posizione fetale e dava le spalle al quadro dei suoi genitori, a Tom e a Blaise.
 
“Cromo…”
“Lo so, Iride. Il giovane Oracolo si sta spegnendo”.
“Ti prego, dammi il permesso di parlare con occhi da cerbiatta in calore.”
 
Draco stava tenendo tra le mani una piccola cornice argentata che conteneva una foto babbana.
Una Iride sorridente guardava un Draco in fasce con fare materno. Dietro la foto Iride aveva scritto:”Sarò il tuo Angelo Custode, Ultimo Oracolo. Ti preserverò dal dolore e ti accompagnerò ogni giorno della tua esistenza.”
Ma allora, se quelle frasi erano vere, perché adesso stava soffrendo? Perché era solo?
Dove sei, Iris?
 
“Credo che lui abbia più bisogno di te, Iris” disse Hermes, intromettendosi nella discussione.
Gli occhi grigi di Iride si fissarono in quelli di Cromo.
“Prima va’ da Hermione. Blaise si sta occupando di lui.”
 
*********************
 
Hermione era seduta davanti al camino e stava leggendo un libro.
Sentì qualcuno coprirle gli occhi e sorrise:”Ciao James.”
“Come fai a capire sempre che sono io?”
“Perché hai un profumo inconfondibile: sai di casa e di estate” disse, ma la sua Mente aveva articolato un’altra risposta…
Perché se fossi LUI, sentirei una scossa elettrica potentissima su tutto il corpo…
James cominciò a baciarle il collo e lei si rilassò subito:”Mi sei mancata, Mione”.
“Oh, per le chiappe cellulitiche di Venere! Sto andando in iperglicemia! Un’insulina, presto!” urlò Iride, sul volto una smorfia di disgusto.
James alzò lo sguardo verso di lei:”Ma chi diavolo sei tu? Come osi dire certe cose?”
Gli occhi di Iride divennero quasi bianchi:”A cuccia, nanerottolo. Io ed Hermione dobbiamo parlare di cose importanti!”
 
Cromo rise a crepapelle, mentre Hermes sbuffò:”E’ sempre così teatrale e drammatica.”
“Lasciala fare, Hermes. Tua sorella vuole solo divertirsi.”
 
Improvvisamente James si addormentò, lasciando le due donne da sole.
“Che cosa vuoi Iride?”
La dei protettrice degli Oracoli la guardò e gelida disse:”Sapere che intenzioni hai. Lasciatelo dire: hai la tendenza ad avere un piede in due scarpe.”
“Draco sa perfettamente cioè che provo per lui e non ha fatto storie.”
“Certo, anche perché, se le avesse fatte, tu non l’avresti ascoltato. O peggio, non lo avresti scelto.”
“Non credi che debba fare IO le mie scelte, DA SOLA, senza l’intervento di voi dei? Lasciatelo dire, Iride: avete la tendenza ad interferire dove non dovreste” rispose Hermione, facendole il verso.
Iride alzò una mano su di lei e il corpo di Hermione si piegò in ginocchio sotto l’ordine della dea. La voce di Iride si fece più dura, quasi mascolina:”Bada a come parli, umana. E’ anche per merito mio, se sei qui.”
“Forse non avresti dovuto farlo, Iride. E’ stato un grandissimo errore. Io e Draco non facciamo altro che ferirci a vicenda e soffrire. Era meglio morire.”
Iride le si avvicinò e le tirò uno schiaffo:”Non osare mai più dire una stronzata del genere, Granger. Tu hai la possibilità di rivivere la tua vita e la sprechi così? Gli dei ti hanno dato questo dono, non buttarlo al vento. Credevo che tu avresti rimediato ai tuoi errori, invece non fai altro che ripercorrerli in modo peggiore. In più…”
Iride non finì la frase.Sentì un dolore lacerante all’altezza del cuore.
“Draco…” sussurrò la dea.
Doveva andare. Il suo protetto stava male e aveva bisogno di lei.
“Ripensa a quello che ti ho detto, Granger. Lo so che stare con Draco significherebbe impegnarsi per la vita, mentre tu vuoi solo divertirti per adesso. Ma questo non giustifica il tuo comportamento. Non sei neanche andata ad accertarti che stesse bene dopo la prima prova. E pensare che siete amici d’infanzia in questa vita. Non trattarlo come ultima ruota del carro. Per quanto lui ti abbia trattato male in passato, almeno questo non l’ha mai fatto.”
 
**************************
 
Blaise era riuscito a mandar via Tom e Theo dalla stanza di Draco.
Era rimasto solo lui e stava cercando in tutti i modi di farlo aprire, di farlo sfogare.
“Dra…per favore…dimmi come posso aiutarti.”
Draco aveva le mani sulle orecchie e continua a dire frasi senza senso:”Hanno macchiato una scuola…Sangue innocente bagna un marciapiede e grida giustizia.”
“Dra…dimmelo. Dimmi cos’è successo.”
Il giovane Oracolo puntò il suo sguardo argentato su quello color cioccolato del suo migliore amico. Aveva le lacrime agli occhi ed il volto sconvolto.
“Blaise…Non ho fatto niente. Non ho potuto fare niente per fermarli…Ho avuto la visione troppo tardi. Era già morta. Quella ragazza era già morta…”
Blaise gli accarezzò la testolina riccioluta e lo abbracciò con la stessa delicatezza e la stessa forza di un padre.
“Va tutto bene, Draco. E’ passato.”
“NO! Non è passato. Non passerà mai! Ci pensi alla sua famiglia? Quelle persone piangono la morte di una figlia, di una sorella…di un’amica. E io non ho potuto fare niente…”
“Nessuno ha potuto fare niente, Draco” disse una voce alle sue spalle.
“Iridion…” sussurrò lui stupito. Appena la vide, la rabbia montò in lui. Si alzò dal letto e le andò incontro.
“Tu! TU!!!!!!! Avresti dovuto avvisarmi! Io l’avrei potuta salvare…Ho i miei Poteri, io sono l’Ultimo Oracolo! Mi avete risvegliato per questo, per fermare delle stragi e delle catastrofi.”
“Non avresti potuto, Draco. Tu non hai il potere di fermare le Parche o il Fato. Era tutto già deciso. Nemmeno noi dei possiamo niente contro il Fato. Contro L’Onnipotente.”
Nuove lacrime bagnarono gli occhi di Draco senza mai scendere.
“Hanno sporcato di sangue innocente una scuola! Come si fa a prendersela con dei ragazzi?!?”
“Anche Voldemort l’ha fatto. Dimentichi la morte di Colin Canon? E quelle di altri tuoi compagni? Il giovane Fred Weasley, forse? Draco, non sei Dio. Non puoi tutto.”
Lui si lasciò cadere in ginocchio e finalmente pianse:”Poteva essere lei, Iride. In ogni volto di innocenti…vedo sempre il suo volto…o quello di Tom…E io voglio giustizia. La stessa giustizia che grida quel sangue sul marciapiede, sugli zaini…La voglio anch’io.”
Iride si inginocchiò di fronte a lui e l’abbracciò:”E l’avrai Draco. Così come la famiglia di quella ragazza. Troveranno il colpevole e sarà punito. Adesso calmati…sssshhhh…dormi…”
Quella notte il più luminoso degli dei scese sulla Terra. Guardò il volto teso nel sonno del suo Protetto e sperò che, almeno questa volta, il suo dono venisse accettato.
 
****************************
 
Passò la notte e Draco si svegliò come ai vecchi tempi. con una maschera di freddezza sul volto per difendersi da tutti.
Andò in Sala Grande dritto verso il tavolo dei Grifondoro. Lanciò l’indizio alla giovane Potter e le disse:”Tieni, Piattola due la Vendetta. Non voglio che in giro si dica che è colpa mia, se perdi anche la seconda prova. Spero che saprai sfruttare al meglio questo indizio.”
Fece per andarsene, ma venne bloccato dalla voce di James Voglio-Credermi-Figo Potter.
“Mia sorella non aveva bisogno del tuo aiuto, Mangiamorte. Le avevamo già detto tutto io e Albus. Ed Hermione l’ha aiutata molto con le sue conoscenze.”
Malfoy si girò:”Non sono un Mangiamorte, idiota. Quello che c’è tatuato sul mio braccio dalla nascita, non indica chi io sia veramente.”
Io sono l’Ultimo Oracolo, non un Mangiamorte.
“Io invece credo di sì. Sei tale e uguale a tuo padre: la feccia della società, degli assassini. Dei mostri.”
Gli occhi di Draco si tinsero di rosso. Nessuno poteva toccare la sua famiglia.
“Tu non sai niente di me o di mio padre, Potter. Non crederti figo solo per il nome che porti.”
“Strano, Malfoy. Stai parlando di te o di James?” intervenne Albus:”Non mi sembra che tu sia molto diverso.”
“Io porto con rispetto ed orgoglio il mio cognome, nonostante quello che i miei avi hanno fatto. Il figlio non è mai la copia del padre, e tu James Sirius Potter ne sei l’esempio lampante.”
“Che cosa vuoi dire, feccia?” gli disse a pochi centimetri dalla sua faccia.
“Che per quanto tu ti possa sforzare, non sarai mai famoso e importante come tuo padre. Per fortuna di San Potter me ne è bastato solo uno.”
“Sempre molto gentile, Draco” intervenne Harry alle sue spalle:”James, smettila di infastidire Malfoy. Per una volta aveva cercato di essere gentile.”
“Certo, papà” disse a denti stretti James.
“Lilian…non ti ho sentito ringraziare il signor Malfoy” disse duro Harry guardando sua figlia.
Draco sbuffò:”Non ho bisogno della sua gratitudine, Potter. Piuttosto, devo parlare con te di una cosa importante.”
“Certo, dopo colazione…”
“Adesso, Harry. Ho già rimandato troppo questa discussione.”
“Va bene, andiamo nello studio di Silente…”
“Ah, certo. Il Grande Ultimo Oracolo chiama e i poveri umani devono ubbidire. Patetico” sputò fuori come veleno James.
I muscoli di Draco si irrigidirono e guardò Hermione, ma lei teneva lo sguardo basso e le sue guance erano rosse per la vergogna.
Colpevole.
“Hermione mi ha detto tutto, sai? Ha scelto me, Malfoy. Sceglierà sempre me.”
Gli occhi di Draco divennero vitrei e spenti. Di nuovo una visione.
 
“La miglior difesa è l’attacco, Draco. Non dovrai mai subire le offese degli altri. Tu sei un Malfoy, i Malfoy non subiscono. Sono stato chiaro?”
“Certo, papà.”
Lucius si inginocchiò davanti a suo figlio, al suo vero figlio, e gli accarezzò la testolina platinata:”Lo so che sono spesso duro con te, figlio mio. Ma io voglio che tu cresca forte e sicuro di te. Io non potrò esserci sempre per aiutarti.”
“Lo so, papà. Diventerò forte, potente e sicuro come te. Promesso.”
“Sei un bravo figlio, Draco.”
 
La miglior difesa è l’attacco…Non devi mai subire…
“Sai, Potter…lo diceva anche il tuo caro zio morto. Il vecchio Ronald Weasley…Eppure…Ricordo ancora come Hermione gemeva sotto di me, come pregava me di farle toccare il cielo. Ricordo esattamente le sue promesse e ogni singolo secondo di passione avuto con lei” disse, ghignando:”Gli hai detto anche questo, Hermione? Gli hai detto che, tutte le volte che lui ti lascia, corri da me a farti consolare? Gli hai detto che non potrai mai amarlo come ami me?”
Hermione alzò di poco la testa:”Ti prego…smettila…” disse, senza un filo di voce.
“Sono tutte balle, Malfoy” ribatté James.
“Convinciti” detto questo seguì Potter nello studio del Preside.
 
“Che cos’hai fatto, Febo?” chiese Hermes.
“Ho solo racchiuso il suo dolore in un piccolo cassettino della sua mente. Gli ho solo ridato al forza di agire.”
Hermes gli sorrise e gli mise una mano sulla spalla:”Siam dei bravi Protettori.”
 
********************
 
“Allora, Draco…che cosa c’è di così importante?”
“Ronald Weasley è qui in mezzo a noi” disse con fare melodrammatico.
D’altronde era pur sempre il Protetto di Iride.
“Che cosa?”
“Certo, non lo sapevi? Era da un po’ che lo sospettavo e in questi giorni ne ho avuto la conforma. D’altronde, James e Albus non si comportano come dei Potter, ma come dei Weasley. Ed Hermione? Vogliamo parlare di lei? Sappiamo bene quanto non sia veramente innamorata di lui. Gliene ha fatte troppe per esserlo. Senza dimentica il fatto che tuo figlio mi ha avvelenato.”
Harry divenne livido in volto.
“Ops…scusa. Non te l’ho detto, vero? Ma lo faccio adesso: James mi ha avvelenato prima della prima prova. Sperava…come dire…di farmi fuori per diventare l’eroe indiscusso del Torneo. Ma, bando alle ciance…Vuoi fare qual è la parte buffa di tutto ciò?”
“Dimmela.”
“Sai chi l’hai fatto ritornare?”
“No, Draco.”
“Beh, questo è interessante…Perché sei stato tu, non è vero? Sei stato tu a chiamarlo a proteggere uno dei tuoi due figli maschi alla loro nascita, non è vero?”
“Io…Ho solo detto ad alta voce che…che avrei voluto che lui fosse lì con me a darmi coraggio…”
“Si chiama magia involontaria, Harry. L’hai richiamato dal sonno eterno e adesso abita il corpo di uno dei tuoi due figli. Quando, Harry?”
Gli occhi smeraldini di Harry si persero in quelli duri e argentati di Draco.
“Io…l’ho fatto a tutte e tre le nascite, Draco.”
 
*****************************
 
Draco se ne stava seduto sulla Torre di Astronomia a guardare tanti piccoli puntini camminare per i giardini di Hogwarts. Teneva il braccio sinistro scoperto dalle maniche e osservava la sua cicatrice.
Del Marchio ormai era rimasto solo quello: la forza e una parte di pelle più pallida attorno.
Lui non era quello. Non lo era mai stato. Aveva dovuto farlo
“Draco…stai…bene?”
Lui non si girò neanche a guardarla. Voleva farla sentire male, come quando lui si era sentito tradito da lei.
Dal suo stesso Cuore.
“Tu che dici, Hermione? Ho la faccia di uno che sta bene?”
“Mi dispiace…non avrei dovuto dirglielo, ma ero così arrabbiata con te…con Iride…”
Lui girò di scatto la testa:”Se Iride ti ha fatto quel discorso, aveva i suoi buoni motivi. No prendertela sempre con me, Hermione. Non sono il tuo capro espiatorio.”
“Mi dispiace…” sussurrò lei con le lacrime agli occhi.
No.
Questa volta non l’avrebbe abbracciata.
Stavolta o si faceva a modo suo o niente.
La guardò e i suoi occhi grigi divennero sempre più chiari:”Vieni al Ballo del Ceppo con me.”
Non era una richiesta, né un ordine. Era semplicemente un’affermazione.
“Io…James è il mio ragazzo. Ci devo andare con lui.”
“Lo sai che non asciugherò le tue lacrime come la prima volta, vero?” le disse duro. Ma entrambi sapevano che sarebbe andata così. Andava sempre a finire così.
“Ti prego…non insistere…”
“Vieni al Ballo con me, Hermione. Com’è giusto che sia.”
“Non posso…”
“Bene. Ci si vede in giro, Hermione.”
Fece per andarsene, ma lei lo trattenne per la manica:”Tu sarai sempre la mia miglior scelta, Draco.”
Lui la prese tra le braccia, la schiacciò contro il muro e la baciò con tutta la disperazione che possedeva.
Perché, in fondo al cuore, sapeva di non poter essere arrabbiato con lei.
“Tu sarai sempre la mia unica scelta, Hermione.”
Si allontanò da lei, scottato dal suo amore.
Si allontanò, convincendosi che l’aveva baciata perché voleva farlo e non perché lei, con la sua magia oscura, l’aveva obbligato.
Lui poteva farcela senza di lei. Lui aveva Tom, Blaise, Theo…Iride.
Iride…Ci verresti al Ballo del Ceppo con me?la chiamò telepaticamente.
Oh, cielo. Si!!!!!!!!!!! E posso ingozzarmi di cibo?
Ovviamente.
Fuck Yeah!


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Capitolo 10
*** l'Angelo del Custode ***


Nota dell'Autrice:

Lo so che molte di voi mi stanno ammazzando mentalmente per il ritardo con cui aggiono, ma il week-end scorso ho fatto l'esame del FCE e questa settimana a scuola ho dovuto affrontare due verifiche di matematica e una di fisica in inglese, più l'interrogazione di filosofia su Kant.
Direi che sono almeno un pochetto giustificata, no?
E lo so che molte di voi si aspettavano il capitolo sul Ballo del Ceppo, ma mi sentivo in colpa per la minima parte che sta avendo Tom in questo sequel. Quindi questo capitolo l'ho scritto dandogli la vecchia importanza di prima.

Questo capitolo è dedicato al mio personaggio. Al mio Tom.

Tom:"Allora non mi tiri la padella?"
Fe:"Non questo capitolo."
Tom:"yeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee"
Fe:"Non esultare troppo. La prenderai nel prossimo."
Tom:"Doh!"

Buona Lettura!^^

Capitolo 9.

 

Dicono che ogni Oracolo che si rispetti abbia un suo Angelo Custode.
Egli è rappresentato dalla persona a lui più cara e si manifesta ogni qualvolta che egli è in pericolo.
Dicono che entrambi non possono fare a meno l’uno dell’altro. Che sarebbero disposti a perdere un pezzetto della propria Anima, una facoltà della loro Mente pur di rimanere insieme per sempre.
Dicono…
 
 
“Che ne dici, Venere?? Come mi sta questo vestito??” chiese Iride, uscendo di nuovo dal suo finto camerino.
“Oh, ma tesoro sembri…”
“Una meringa” disse Cromo:”Una grassa meringa.”
Il volto di Iride divenne rosso per la rabbia:”Se non vuoi star qui, vattene. Non ho bisogno di te!”
“Non ho nessuno con cui divertirmi, altrimenti, Iridion cara. Prova quello grigio perla. Secondo me ti sta d’incanto.”
“Davvero???” domandò Iride con aria frivola.
Cromo sorrise e annuì. Bastava così poco per farla passare dalla calma più assoluta alla rabbia più cieca. E lui adorava i suoi cambiamenti d’umore.
Qualcosa però lo distolse dai suoi pensieri.
“Iridion…”
Cromo la chimò con il tono di chi pretende attenzione.
“Che cosa c’è?”
“Sta succedendo qualcosa…”
 
****************************
 
“Bene ragazzi. Grifondoro e Serpeverde, le Case nemiche per eccellenza. A questa lezione di Difesa Contro le Arti Oscure ci sarà anche il signor Potter, un mio vecchio collega quando ero Auror” iniziò Theo.
Draco e Blaise erano appoggiati con una spalla alle colonne del Club dei Duellanti.
“Una falce che dovrai combattere con Hermione, Draco” propose Blaise ridendo.
“Due falci che lo farò con James-Faccia-da-Cazzo-Potter.”
“Ci sto.”
Tom gli diede uno sberlotto sul capo:”Papà non ti ha insegnato che non si deve giocare d’azzardo?”
Draco lo guardò divertito:”Mamma non ti ha insegnato a non origliare?”
“Signori Malfoy, ci sono problemi?” li richiamò Theodor.
“Nessuno, professore. Mio fratello mi stava giusto riprendendo perché non ero attento”.
“Beh, Theo, direi che Serpeverde si merita 5 Punti per la sincerità” disse Harry da dietro le sue spalle.
“E sia. 5 punti a Serpeverde. Ma adesso torniamo al motivo per cui siamo qui nel Club dei Duellanti. Il signor Potter ha pensato che una bella dimostrazione di un combattimento sarebbe stata molto utile per voi, visto che molti vogliono diventare degli Auror. Inoltre la seconda Prova del Torneo riguarderà una duello, quindi…Signor Malfoy, vuole pregarci della sua presenza in pedana?”
“Tre falci che dovrà fronteggiare sia James che Hermione” disse a bassa voce Tom.
“Ti ho sentito, Thomas!” lo rimproverò Draco:”Spero che punterai sulla mia vittoria, almeno!”
“Certo fratellino!” ridacchiò l’altro.
“James! Scommetto che non vedi l’ora di picchiare Malfoy…Fai vedere come sei bravo” disse Harry a suo figlio.
“Mi devi due falci, Blaise!” disse Draco ridendo, mettendosi in posizione.
 
“Fanculo. Io questo non me lo voglio vedere in streaming, ma in prima fila e in diretta. Iride, prepara le valigie! Si va sulla Terra!”
 
“Bene…Saluto” disse Harry.
“Paura, Malfoy?”
Paura, Potter?
Ti piacerebbe…
“Ti piacerebbe, Potter.”
“Via!”
“Stupeficium!”
“Ah! Ridicolo, Potter. Non hai neanche imparato ad usare gli incantesimi non verbali?” disse Draco, creando uno Scudo dal nulla.
Non voleva attaccarlo, non subito. Voleva fargli perdere la calma e la concentrazione e spedirlo contro il muro.
Una vittoria lenta e gustosa…
“Pietrificus Totalus!”
Draco schivò i colpi con leggiadria e maestria.
Anni e anni di allenamento coi Mangiamorte servivano pur a qualcosa, no?
Andarono avanti così per un tempo infinito, finché gli occhi di James da verdi divennero blu.
Gli occhi di Ronald.
“Mi hai stancato Malfoy! Vediamo se almeno a questo rispondi!”
“DRACO!!!! Guarda Hermione!” gli urlò contro Thomas.
“Sectumsempra!”
L’incantesimo fu scagliato contro la povera Hermione. La considerazione che James aveva di lei era pari a quella di un trofeo da vincere.
Draco si voltò verso di lei e fece appena in tempo a creare uno Scudo per proteggerla. Gli occhi di lei si alzarono verso quelli di lui.
Oro e Argento fusi nel loro Amore.
Draco… lo chiamò gentilmente mentalmente.
Crucio!”
“DRACO!” urlò Hermione preoccupata.
Il corpo di Draco venne colpito in pieno dall’incantesimo, ma il suo corpo non cadde a terra.
Lui era l’Ultimo Oracolo, non poteva cedere.
“Piegati, Malfoy!”
“Expelliarmus!” urlò Harry contro suo figlio. L’incantesimo finì, così come il duello.
 
Dicono che l’Angelo Custode agisca nell’ombra. Muove gli umani come pedine e li fa agire secondo il suo piacimento.
Dicono che l’Oracolo non sappia chi sia il suo Protettore sulla Terra, se non quando due Ali argentee non appariranno sul Cielo.
Dicono…
 
Draco non fece niente per far notare il dolore che provava. Anche perché non ne sentiva. Quella Cruciatus…non era stata per niente forte.
Non si preoccupò delle voci intorno a lui, in quel momento esistevano solo gli occhi di Hermione.
Scese dalla pedana e andò verso di lei:”Stai bene?” le chiese, circondandole con un braccio la vita.
Lei annuì e appoggiò la testa al suo petto.
Lui le fece alzare il mento e i loro occhi si incontrarono. Due metalli fusi insieme…
Non poté resistere oltre. La baciò come a segnare il territorio. Come a voler ribadire ancora una volta che lei era sua e che nessuno doveva toccargliela.
 
“Cupido…Quand’è che darai loro il permesso di mettersi insieme?” lo chiamò Tom.
“Mi chiamo Eros…”
“Cupido.”
“Eros…”
“Cupido.”
“EROS!”
“Stupido dio con le ali da angioletto checca! Rispondimi!”
“Molto presto, Thomas. Molto presto.”
 
*************************
 
Dicono che l’Angelo dell’Oracolo sia in grado, in modo molto minore, di percepire il futuro.
Naturalmente vede solo quello che riguarda il suo Protetto.
Naturalmente sa sempre come aiutarlo in quei casi. Come avvisarlo.
Dicono inoltre che tra loro basti in solo sguardo per capirsi.
Dicono…
 
“Hanno cambiato la seconda prova” disse una voce alle spalle di Draco.
“Lo so. L’ho visto.”
“Dovrai entrare nel Lago Nero a difendere un Cuore Puro stavolta.”
“Lo so.”
“Un solo Cuore Puro per quattro partecipanti, Draco. Dovrai arrivare per primo, se non vuoi che qualcuno te la porti via.”
“Ne sono consapevole.”
“Strane creature animano il Lago, Ultimo Oracolo.”
Draco si voltò verso quella figura:”Smettila di farmi la paternale. So già tutto. E se dovesse succedermi qualcosa…perché mi succederà qualcosa, fidati…beh, ci sarai tu a difendermi. Sei il mio Angelo.”
 
Dicono che abbiano un legame che va oltre il sangue, oltre l’amicizia.
Dicono…
 
********************
 
Draco stava nuotando nel Lago Nero con estrema calma. Avevano due ore per trovare quel tesoro. Fin troppe per i suoi calcoli.
Vide qualcosa brillare verso la destra, ma non vi badò. Erano fin troppi i tranelli in quel Lago.
Lui sapeva che il Tesoro non era niente di materiale, tutt’altro.
Era una persona legata a tutti e quattro i partecipanti.
E poteva essere solo lei.
Sentì una stretta al suo Cuore e capì che Hermione non doveva essere poi così distante.
L’ho trovata, Angioletto.
In soli trenta minuti? Ah, sono molto orgoglioso di te. Ho guadagnato tre falci.
Dovresti scommettere di più sulle mie capacità.
Non montarti la testa.
 
Dicono che il loro legame vada oltre il Cuore. Oltre la Ragione.
Dicono che essi siano come due Anime e due Menti fuse in una stessa persona.
Dicono…
 
Draco si avvicinò ad Hermione, ma subito un’alga gli si arrampicò addosso e cercò di strozzarlo. Venne allontanato da lei e gli mancò il respiro.
Si sentì stranamente debole, come se gli venissero risucchiati tutti i suoi Poteri. Tutta la sua forza.
 
“Cromo…ti prego, manda Nettuno…” disse Iris preoccupata.
“Il dio del Mare non può intervenire, Iride.”
“Ma…morirà! Gli hanno tolto i poteri.”
“Ha il suo Angelo, Iride. E poi…Nettuno non ha avuto il permesso dal Fato.”
 
Draco si sentì immensamente stupido. Aveva dato troppo affidamento ai suoi poteri da lasciare in camera la bacchetta.
Idiota.
Riuscì a strappare l’alga, ma ormai era troppo tardi.
Né l’Aria né l’Acqua che fino a quel momento aveva adoperato per nuotare gli rispondevano più.
Con le ultime forza rimaste strappò le catene che legavano Hermione e pregò il dio del Mare di portarla in salvo.
E quello Nettuno poteva farlo.
Hermione venne catapultata fuori dal Lago e cadde addosso a Harry Potter.
“Mione…come ti senti?”
“Draco…Draco è rimasto sotto…Lui…i Poteri…spariti…”
“Ah! Il Grande Ultimo Oracolo non è niente senza i suoi Poteri!” disse velenosa la piccola Potter. I suoi occhi erano blu, come quelli dello zio. Sulla faccia un ghigno che neanche Voldemort aveva mai avuto.
Qualcuno si buttò nel Lago per riprendersi ciò che in esso vi era custodito.
 
Dicono che l’Oracolo e il suo Angelo siano la stessa persona. Sangue dello stesso sangue…
Dicono…
 
Thomas uscì dall’acqua con suo fratello tra le braccia. Ma non uscì nuotando, bensì volando.
Sulla schiena due grosse Ali argentate lo sorreggevano.
I suoi occhi azzurri erano cerchiati di rosso e chiedevano giustizia e vendetta.
L’avrebbe pagata. Quella stronza…
Sporca Mezzosangue…”
E per una volta quelle parole non erano rivolte ad Hermione.
 
“Cromo…com’è possibile? L’Angelo e l’Oracolo devo avere lo stesso sangue…”
“Dimentichi una cosa Iridion. Thomas è tornato alla vita come fantasma tramite il patto di sangue che Draco aveva fatto con Hades e con le Parche. Nelle sue vene da umano scorre il sangue che Draco ha versato quando è morto. Quindi…beh, è proprio lo stesso sangue dell’Oracolo.”

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Capitolo 11
*** Il pettinino d'argento ***


Nota dell'Autrice:

Ciaooooo a tutteeeeeeeeee/iiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!
So che non aggiorno da tanto, ma dopo che ho finito la scuola, sono andata a fare una bellissima esperienza di volontariato all'Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone.
Sono tornata venerdì scorso e non ho aggiornato subito perché volevo che questo capitolo fosse una bomba.
Insomma...è pur sempre il Ballo del Ceppo, no?^^
Spero davvero che vi piaccia. ci ho messo tutta la mia Anima e tutta la mia Mente!^^
Buona Lettura!^^

Fé.


Capitolo 10.

 

Draco era in infermeria ormai da tre giorni e non aveva ancora ripreso conoscenza.
La febbre era alta e non accennava a scendere. Neanche per scherzo.
Delirava e non c’era niente che lo facesse calmare.
Forse perché l’unica in grado di farlo era stesa su un lettino accanto al suo e incosciente.
Blaise e Tom se ne stavano in silenzio accanto a Draco, aspettando un minimo segno…
“Si riprenderà” disse una voce alle loro spalle.
Tom guardò Iride negli occhi, ma non vi lesse la solita sicurezza che lei sapeva dargli.
“Non finché anche Hermione si sveglierà” le disse.
Iride sospirò e si sedette sul letto di Draco. Gli accarezzò i capelli e lo guardò dolcemente:”Sembra così sereno…”
Blaise sentì qualcuno tossicchiare e si voltò verso Hermione. Lei aveva appena aperto gli occhi e cercava Draco con lo sguardo.
Blaise le mise una mano sulla fronte, un po’ per rassicurarla, un po’ per controllare che non avesse più la febbre:”E’ qui, nel lettino a fianco al tuo.”
Hermione non se lo fece ripetere due volte. Saltò giù dal suo letto e prese il posto di Iride.
“Draco…” lo chiamò dolcemente.
“Mamma…mamma, fa freddo.”
Hermione si mise nel letto con lui e lo abbracciò forte, come lui aveva fatto anni prima. Come lui aveva sempre fatto.
“Sono qui, Draco. Sono qui…”
“Iride…Iride…”
Qualcosa nel cuore di Hermione si ruppe. Credeva…sperava che…invocasse il suo nome. Come Ron quella volta al sesto anno.
Invece…Invocava la sua dea…
Perché?
Iris passò un panno bagnato sulla fronte del suo Protetto:”Sag mir alles, Kind”
(Dimmi tutto, bambino.)
Lei dov’è? Non la sento…”
“E’ qui, Draco. Proprio di fianco a te.”
“Non la sento…Perché non la sento?”
La mano di Iride venne sostituita al panno. Gli tolse dei ciuffi biondi sudati e dolcemente gli disse:”I tuoi Poteri sono concentrati su di te, Draco. Cercano in tutti i modi di aiutarti. Non possono occuparsi anche di Hermione.”
“Sta…sta bene?”
Iride le concesse una rapida occhiata.
Strano.
Si comportavano come due ragazze gelose, due pretendenti alla mano dello stesso ragazzo.
Eppure Iride era come una madre per Draco.
Hermione non aveva niente da temere.
“Sì, Draco. Il tuo Cuore sta bene.”
“Iris…”
“Sag mir alles, Kind.”
“Ci vieni lo stesso al Ballo con me, vero? Non ti ho deluso…Non sopporterei l’idea di deludere anche te…”
Iride sorrise materna:”Stai proprio delirando, Kind. Non mi deludi mai. E certo che ci vengo con te al Ballo del Ceppo. Ormai ho già preso l’abito, le scarpe i giorielli…”
Draco sorrise tra gli incubi della febbre:”Dobbiamo abbinarci i fiori, Iris.”
“Ah, beh. Ti sei risposto da solo. O Iris bianchi o niente.”
Draco sorrise di nuovo:”Sei come la mia mamma, Iris…”
“Senza offesa per Cissy, eh, ma io sono mooooooooolto più giovane.”
Hermione la fissò e scosse la testa.
Si era illusa che tra loro ci fosse qualcosa di intimo. In realtà Iride gli aveva solo fatto da mamma in questa nuova vita.
Lui e Lei rimanevano uniti dallo stesso Amore di sempre.
 
********************
 
Hermione se ne stava avanti alla sua toilette con gli occhi tristi e in silenzio.
Ginny Weasley, tornata ad Hogwarts con il permesso del Preside Silente, le stava pettinando i capelli, facendo finta di non riconoscere quello sguardo.
Lo stesso di quando, moltissimi anni prima, aveva dovuto lasciare Hogwarts e di conseguenza l’intimità con Draco che aveva trovato in quel silenzioso settimo anno.
Hermione teneva tra le mani un pettinino d’argento con dei piccoli rubini. Un regalo di Draco.
L’ultimo prima di morire.
Aveva rimodernato un cimelio di famiglia, togliendo gli smeraldi e aggiungendovi i rubini. I loro due colori, uniti per sempre.
Non aveva capito all’inizio perché gliel’avesse ridato, una volta riacquistata tutta la memoria.
Ma adesso capiva.
Loro si appartenevano. Non importava che lei “stesse” con James e che lui avesse ripreso la “sana” abitudine di aprire il suo letto a tutte le puttanelle della scuola.
E’ solo esercizio fisico, Herm. Quella giusta io so dove trovarla…
Lui l’aveva sempre saputo.
Prima come adesso.
E lei…era sempre tarda a capire.
“Ginny…credi che tornerà mai da me?”
Ginny la guardò alzando un sopracciglio e poi abbassò la spazzola.
Secondi preziosi sprecati alla ricerca delle parole giuste.
“Non credo che lui si sia mai allontanato da te, Mione.”
“Io l’ho fatto sempre soffrire così tanto…”
“Ma lui non ti ha mai abbandonata” le disse dolcemente, mettendole il pettinino tra i capelli.
“Come fa ad amarmi così tanto? Dopo tutto il dolore…”
Stava per mettersi a piangere, Ginny questo lo sapeva bene.
Si sedette di fronte a lei e le prese il volto tra le mani:”Hermione…a volte sono proprio le persone cresciute nell’odio come Draco che riescono ad amare veramente. Perché hanno il coraggio di fare ciò che la propria famiglia non ha saputo dare loro. Queste persone, Hermione, più di tutti gli altri sono in grado di amare per sempre.”
Hermione sorrise triste:”Una serpe in grado di amare…L’avresti mai detto?”
“Potrei citarti tre nomi unici, Mione.”
“Theo, Blaise e Draco. Il Trio d’Argento…”
Ginny sistemò meglio il pettinino e le ammorbidì i riccioli:”Credo che tu sia pronta…”
Hermione alzò lo sguardo verso lo specchiò e scosse la testa. Mancava ancora una piccolissima cosa…
Prese dal suo segretaire un braccialetto d’argento molto fine e raffinato.
Una sola scritta lo decorava.
Meine Regulus.
La mia Regulus. Il mio Cuore.
 
Si girò verso gli occhi di ghiaccio di lui e catturò le sue labbra glaciali.Poteva mai il ghiaccio bruciare più del fuoco come le labbra di Draco sulle sue?Poteva mai un uomo amare così intensamente e così completamente una donna?Sentì la lingua di Draco farsi strada nella sua bocca e avvolgerla e scaldarla...e renderla viva come non mai. Sentì il tocco freddo e scottante di lui sulla sua pelle fredda.Più di tutto sentì tutto l'Amore che lui le stava dando...“Sei la mia Regulus, Herm. Sei ciò che manca alla mia costellazione. Un Cuore. La Ragione non mi interessa. Ce l'ho già. Io sono l'Eltanin, tu sei la Regulus che mi manca. Il mio Cuore. La mia stella...”
 
**************************
 
Hermione scese dalle scale della Torre di Grifondoro. Prima di incontrare gli occhi blu di James, incontrò quelli argentei di Draco.
Scese gli ultimi gradini con tutta la dignità che lui le aveva insegnato stando a Malfoy Manor.
Narcissa l’aveva sempre rimproverata perché camminava come una papera. E Draco e Tom avevano sempre riso per la sua camminata “da topo di biblioteca”.
Adesso invece…camminava come se fosse sempre stata una purosangue.
I suoi occhi vennero catturati dallo sguardo argenteo e un’improvvisa fiamma di calore le invase tutto il corpo.
Stranamente anche il suo pettinino bruciò.
Come se tutto attorno a loro volesse dimostrare che le loro Anime e le loro Menti si appartenevano.
Iride le passò accanto e le sussurrò:”Sei come un fiore, Hermione. Hai bisogno del suo Sole personale per poter sbocciare. Purtroppo per questi nuovi diciassette anni hai scambiato la Luna per il Sole. Vedi di non restare nel buio ancora per tanto.”
Hermione la fissò avvicinarsi a Draco e il sorriso di lui si illuminò. Ma non aveva quello stesso calore di quando lo rivolgeva a lei. Era il sorriso di un amico, non il sorriso di un innamorato.
Il pettinino bruciò ancora.
Simbolo di una passione che non poteva finire neanche dopo la morte.
 
********************
 
“Avete visto? Ma chi sarà mai quella ragazza con Malfoy? Non l’ho mai vista a Hogwarts!”
“E avete visto la Granger? Credevo che alla fine sarebbe venuta con Malfoy. Invece è rimasta fedele alla parola data ed è venuta con Potter.”
“Tipico Grifondoro” commentò Blaise passando accanto a quella massa di pettegoli.
“Zabini!” disse un Corvonero:”Tu sai chi è quella bellissima ragazza?”
Blaise ghignò, guardando la sua dama.
Un regalino di Iride.
Blaise era venuto al Ballo con Eris.
La dea della Discordia ghignò di rimando:”Oh, quella è la mia sorellastra. Iridion…ma voi potete chiamarla Iride.”
“Che nome strano per una strega…”
“E chi ha detto che è una strega?” disse Thomas avvicinandosi a loro.
“Cosa…?”
“Oh, niente, cucciolo. Capirai tutto più tardi” disse Eris.
“Ma insomma! Devi per forza fare gli occhi da cucciolo a tutti, Eris? Ci sono anch’io, eh!” disse Blaise, fintamente offeso.
“Perdonami, caro. Ma è il mio lavoro…”
 
****************************
 
“Uno…due…tre…quattro…uno…due…tre…quattro…Brava Iride. Le Muse hanno fatto un ottimo lavoro!” la prese in giro Draco.
“Senti, Oracolo delle mie pluffe! Non è la prima volta che un Oracolo mi invita a un ballo. So perfettamente come si fa a ballare!”
“Perdonami” le rispose ironico:”Credevo che tu fossi…un po’ arrugginita.”
“Credevi male!”
“Allora Iride…parliamo seriamente…” disse Draco. Nel suo sguardo c’era qualcosa di freddo e di sconosciuto.
“Non mi piace quello sguardo…”
“Iride…la terza prova è vicina. E sai che non sarà solo un semplice Labirinto.”
“Lo so. Vi dovrete affrontare in quel posto.”
“E non sarà l’ultima prova. Quattro prove per quattro Maghi, così ha detto Silente. E neanche quella sarà una passeggiata.”
“Per ora devi concentrarti sulla terza, Draco. Dovrai vincere anche quella.”
“A che pro?” disse alzando un sopracciglio.
“Devi essere sicuro di dove l’Anima Dannata di Weasel soggiorni. Non possiamo sbagliare.”
“La fai facile tu! Come farò a dire a Harry che uno dei suoi tre figli è il colpevole di tutto il nuovo disordine che si aggira per il Mondo Magico?”
“Per adesso non c’è poi molto disordine. Qualche rapina, qualche borseggio. Niente di più, niente di meno.”
“Certo. E quando inizieranno i morti? Lì come faremo, Iris?”
“Come abbiamo sempre fatto: mettendo in scena l’Ultimo Oracolo. Noi ci fidiamo di te, Draco.”
“Gran bella consolazione…” disse distratto. Mentre faceva volteggiare Iride, aveva seguito con la coda dell’occhio un pettinino argento brillare.
Aveva la strana sensazione che la sua Anima stesse soffrendo e piangendo…
Qualcuno lo picchiettò sulla spalla. Quando si girò, riconobbe lo sguardo dolce e gentile di Cromo.
“Dio del Tempo…” lo salutò con rispetto.
“Mi concederesti l’onore di ballare con Iridion, Oracolo?”
“Certamente. Ma ti avviso, calpesta i piedi!” disse scherzosamente facendole l’occhiolino.
“Ingrato!” rispose Iris, prendendo la mano di Cromo.
Draco seguì con lo sguardo il pettinino brillare e, prima di andarsene, disse:”Ma oggi tutti gli dei hanno fatto una gita sulla Terra? L’Olimpo era chiuso per inventario?”
Cromo ghignò e gli disse:”Va’ dalla tua bella, prima che Cupido decida di far scoccare una freccia diretta alla persona sbagliata.”
 
“Mi chiamo Eros, stupido dio del Tempo!”
 
***********************
 
“Hermione?” la chiamò dolcemente Draco.
La giovane se ne stava rannicchiata in un angolo contro il muro, le ginocchia strette al petto e tutto il paziente lavoro di Ginny per i suoi capelli ormai in frantumi.
Lei non alzò nemmeno lo sguardo. Non voleva vedere l’aria del “Te l’avevo detto” nei suoi occhi.
Non l’avrebbe sopportato.
Le dita gelide di lui la costrinsero ad alzare la testa.
“Hermione…C’è…”
“Sì?”
Draco le sorrise malizioso:”C’è un vischio sopra la nostra testa. Anche se non è Natale, direi che ti devo baciare, no?”
Lei non gli rispose, ma si sporse verso di lui.
Le loro labbra si incontrarono e il mondo attorno a loro scomparve. Era come se, in tutto l’universo, esistessero solo le loro due Anime e le loro due Menti unite.
Un solo corpo.
Un solo Cuore.
Una sola Ragione.
Hermione non sapeva quando, ma Draco l’aveva alzata e adesso era con la schiena contro il muro. Sentiva le mani di Draco sui suoi fianchi e la sua pelle bruciare.
Era come essere ritornati alla vita dopo lustri di gelo.
Sentì una mano di Draco rifugiarsi tra i suoi morbidi ricci e toccare il pettinino per approfondire di più il bacio.
Era impossibile per lei resistergli. Era la stessa attrazione che spingeva i Pianeti a girare intorno al Sole.
Protestò quando le labbra di Draco si allontanarono dalle sue per baciarle lascivamente il collo.
“Hermione…”
“Sì…?”
“Fermami adesso se non vuoi, non credo di esserne capace dopo…” le confessò, ritornando a baciarla.
Hermione gli allacciò le braccia intorno al collo e una mano si insinuò tra i suoi capelli setosi e dorati.
Per Merlino,aveva creduto di non poter più provare certe sensazioni.
Draco…” disse solamente.
Ma lui capì.
Era quel tono. Quello del “Ti prego, portami a letto. E se non lo fai ti uccido.”
Draco sorrise tra le sue labbra.
Il suo piccolo Grifone aveva tirato fuori gli artigli.
Hermione si ritrovò con la schiena appoggiata al morbido materasso del letto di Draco e avvolta tra le sue lenzuola di seta.
Lo guardò mentre, appoggiato sui gomiti, le toglieva dei ciuffi ribelli dal volto e anche il pettinino.
“Dimmelo, Herm. Non mi basta più sentirlo nella tua testa…”
Gli occhi di Hermione si fecero più dorati, così come quelli di Draco più argentati.
Ti amo”
Draco la baciò di nuovo, togliendole il respiro.
Il suo Cuore era tornato a casa…
 
L’alba li trovò abbracciati, stretti l’uno all’altra, con un pettinino d’argento e con dei rubini che brillava.
Simbolo di una passione che non poteva finire neanche dopo la morte.
 
“Ma io dico! Gli offro l’occasione di una bella scopata e lui se la sbaciucchia come un adolescente in calore! Idiota!” sbraitò Eros.
Iride, stretta tra le braccia di Cromo, li guardava con le lacrime agli occhi:”Il fiore che cresce nella steppa…Così è il loro amore…”

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Capitolo 12
*** Una serpe è rinata ***


Note dell'Autrice:

Direi che sono stata brava, no? Una settimana precisa, precisa.
questo capitolo è stato difficile da scrivere. Un po' perché mi sono rivista in Draco, un po' perché temevo di sbagliare dall'inizio alla fine.
spero che vi piaccia lo stesso.
Scusate se non ho risposto a quelle tre povere anime che si sono degnate di recensire il capitolo del Ballo del Ceppo, ma ero concentrata sul capitolo.
Chiedo venia.

Buona lettura ^^

ps: Stasera c'è l'Italia...Perdonatemi, ma io tiferà Germania ù.ù (A qualcuno dovevo dirlo, qui a casa non mi ascolta nessuno xD)


Capitolo 11.

 

“Forza…forza…Pareggio!!!!!!!!!Ah-ah-ah!!! Prendi questa, Iridion! La nostra Grecia ha pareggiato contro la tua Germania! Ah-ah-ah!” urlò contento Cromo.
“Aspetta a cantare vittoria, dio del Tempo. Vi stracceremo.”
“Non provocarla, Cromo. Mia sorella sa essere molto vendicativa…” ribatté Hermes.
“Ops. 2-1, Cromo.”
“Mannaggia…”
“Ops! 3-1”
“Miseriaccia…”
“Oh, guarda. E’ finita 4-2. Ha vinto la mia Germania, Cromo.”
Il dio del Tempo prese il telecomando e cambiò canale.
“Smettila di gongolare e guarda che cosa combina l’Ultimo Oracolo!”
“Quante volte ti devo dire che non devi confondere la Terra con la Televisione?”
“Sta’ attenta, donna. Potrei mordere. La mia squadra ha pur sempre perso miseramente!”
“E mi devi anche 20 galeoni, Cromo” lo punzecchiò Hermes.
“Ma tu non sei il dio Messaggero! Sei il Male in persona!”
 
Quando Hermione si svegliò, non trovò Draco di fianco a sé e questo la fece preoccupare. Poi sentì l’acqua scorrere nel bagno e si calmò.
Per un attimo si era ricordata di quando, una volta, si era svegliata e Draco se n’era andato in missione per proteggere tutti loro.
La porta si aprì e, la vista che le si parò davanti, le fece quasi rimpiangere di aver trascorso così tanto tempo con James.
Draco era…terribilmente Draco.
Ogni millimetro del suo corpo esprimeva…terribile sensualità.
“Granger, se continui a guardarmi così, mi rovinerai” le disse ghignanfo.
Hermione, smettila di guardarmi così! Se mi rovini, stuoli di ragazzine in crisi ormonali si suicideranno!
“Draco, che ore sono?” gli chiese, mezza addormentata.
“E’ presto” le rispose dolcemente:”Torna a dormire.”
“E tu?”
Lui si infilò i pantaloni della tuta e le lanciò un’occhiata che sarebbe stata in rado di sciogliere anche l’iceberg che colpì il Titanic.
“Devo studiare, Herm. Dimentichi che tra tre giorni ho la terza prova?”
“Ma è domenica, Dra! Torna a dormire con me.”
Lui si avvicinò al letto e gattonò verso di lei.
 
Le si avvicinò piano, come il leone fa con la gazzella, aspettando il momento buono per attaccare.
Hermione rimase incantata dal fascio di muscoli e addominali che aveva davanti. Lo vide avvicinarsi sempre di più al letto, finché lui non fu sopra di lei.
Occhi negli occhi.
 
“Hermione…il massimo che posso concederti è di rimanere a letto con te, mentre studio.”
Lei annuì, ammaliata dai suoi occhi.
Oh, adesso capiva. Capiva perfettamente come mai, prima e adesso, tutte gli morissero dietro.
Quegli occhi erano talmente magnetici da far paura.
“Dormi adesso.”
E lei obbedì. Come una brava bambina.
Come la preda di un serpente incantatore.
 
“Credo che occhi da cerbiatta abbia perso, per una volta” disse Iride, ghignando come un Serpeverde.
“Ah, perché il caro Draco invece è innocente?” le chiese Cromo.
Lei alzò una mano e fece per scacciare una mosca.
“Lui è giustificato. Lui è una Serpe nata.”
“Una Serpe rinata, vorrai dire.”
Iride fece un ghigno invidiabile a Lord Voldemort:”Ssssempre SSSSSserpe” disse sibillando.
Con una dea del genere, come si fa a non essere l’onore della Casa di Salazar Serpeverde?
 
***************************
 
“Sectumsempra!” urlò Thomas contro suo fratello.
Draco inspirò profondamente e dal nulla uno scudo di fuoco parò il colpo.
Una lieve goccia di sudore brillò sulla sua fronte alle luci delle candele.
“Maledictum Mortem!”
“Protego! Incarceramus!”
“Ah, Draco. Sai fare meglio di così. Papà non né sarebbe affatto contento…”
Draco ghignò:”Tu dici? Guarda bene sotto di te…”
Thomas abbassò lo sguardo e una strana radice gli aveva afferrato entrambi i piedi, facendolo cadere.
“Expelliarmus!” urlò Draco:”Direi che ho vinto io stavolta, Thomas.”
“Non sperarci troppo. Pietrificus…”
Silenzio! Pietrificus Totalus!”
Draco lo guardò ghignando:”Finite Incantatem. Mi spiace, ho vinto” ribadì, dandogli una mano per alzarsi.
Tom la prese e si alzò:”Non credere di essere imbattibile però, Dra. Come ogni Malfoy pecchi di presunzione. Ti sopravvaluti troppo.”
Draco scosse la testa:”Questo era il vecchio Draco, Tom. Era la maschera che mettevo su, perché papà fosse orgoglioso di me. Perché mi credesse meglio di te e mi lasciasse in pace. Era il modo che avevo per dimostrare a me stesso che ero migliore di “Harry Sfregiato Potter” e di “Hermione Sono-Una-Sporca-Mezzosangue-Zannuta-e-Secchiona Granger. Non sono più così, anzi non credo di esserlo mai stato. Era solo una facciata.”
“Avevo dimenticato come tu mi volessi bene durante i primi anni, Draco” disse Hermione, entrando nella Sala dei Duelli.
Draco ghignò:”Perdonami, cara. Come ripeto, era solo una facciata.”
Hermione mise le mani sui fianchi e in quel momento a Draco ricordò molto zia Meda quando lui non voleva mangiare.
“Mi sono svegliata e tu non c’eri. Per la quarta volta in quattro giorni.”
Draco sbuffò:”Se sapevo che tornare con te era come avere una mogliettina acida intorno, ti avrei lasciata volentieri a Potter”.
“Molto gentile da parte tua. Ora, senza offesa, me ne ritorno dal mio ex-ragazzo”.
Le mani fredde e come due tenaglie di Draco la fermarono per le spalle:”Non osare. Ho dovuto aspettare tanto per averti, non intendo lasciarti andare così in fretta…” Draco fece una faccia disgustata:”Cazzo, Herm! Mi hai trasformato in un fottuto sentimentale! I miei avi si staranno rivoltando nella tomba!”
Tom con un ghigno gli diede uno schiaffetto sulla testa.
“Che c’è?” gli rispose Draco.
“Parla pulito. Non ti ho insegnato ad essere un camionista.”
Draco sbuffò e tenne stretta Hermione a sé:”Mi spiace” le sussurrò all’orecchio.
“Sai che non mi piace alzarmi e non trovarti di fianco a me. Mi fa sempre pensare che tu sia nei guai.”
“Naaaaa. So badare a me stesso. E poi ho un gregge di dei disposti a proteggermi…”
 
Hai sentito, Hermes? Ci ha chiamati “gregge”.
Non ha tutti i torti, Febo. Qui siamo schiacciati come in una scatola di sardine! Dovremmo chiedere a papà Zeus di ampliare l’Olimpo di quale metro quadrato.
 
Thomas camminava irritato per la Sala dei Duelli.
Stupidi momenti Dramione!
E lui??????
Chi considerava lui????
Ehi! Ci sono anch’io!
Mentre camminava così agitato, andò a sbattere la testa contro una mensola e il ginocchio contro un mobile.
“Porco Salazar! E che cazzo! Chi minchia a messo qui ‘sta cazzo di mensola e questo fottuto mobile?” sbraitò il maggiore dei fratelli Malfoy.
Draco ghignò:”Il toro che dà del cornuto all’asino…” disse sibilando.
“Sta’ zitto!”
 
Su nell’Olimpo la dea Iride rise di gusto.
Hai visto Cromo? Draco è rinato Serpe.
 
**********************
 
Il giorno della Terza Prova era arrivato. Essa consisteva in un Duello tra i quattro Maghi.
Il problema era che erano tutti coperti da un grosso mantello e da una maschera, la quale appariva come l’incubo peggiore per il mago che vi incrociava lo sguardo.
Il vincitore di questa prova sarà colui che avrà sconfitto tutte le sue paure. Solo così potrà accedere alla quarta: la prova del Labirinto.
State attenti, ragazzi. Non basterà un Riddikulus per battere le vostre paure.
Queste erano state le parole di Silente.
Ma Draco non ne era rimasto turbato. Lui conviveva con le sue paure da tanto tempo. Ormai la Paura era per lui come una cara e vecchia amica.
Si mise la maschera argento sul volto e improvvisamente, incrociando lo sguardo di uno degli altri tre, venne colpito da uno strano senso di nausea.
Quella maschera….
Quella di un Mangiamorte…
 
Se lo ricordava ancora quel giorno. Il giorno in cui fu marchiato come una bestia.
Si ricordava le urla lontane di sua madre. La povera Narcissa piangeva e singhiozzava forte stretta tra le braccia di Lucius.
Suo padre cercava di rimanere freddo e distaccato, ma una vena pulsante sul suo collo e la contrazione della mascella facevano trasparire una preoccupazione profonda.
Sapeva che anche Draco sarebbe stato sacrificato.
Era lui il prezzo da pagare per i suoi errori.
Si ricordava ancora di come zia Bella ridesse isterica, mentre lo teneva fermo.
“Non tremare come uno sciocco Tassorosso, Draco. Tu sei superiore!” gli aveva sibilato all’orecchio.
Si ricordava di come Voldemort l’avesse guardato da superiore.
Lui!
Quello sporco Mezzosangue osava guardare lui come un inferiore…
 
Draco stava quasi per cedere a quella paura, eppure…
 
Non c’erano solo ricordi brutti.
No.
Si ricordava la faccia di Tom sopra di lui. Si ricordava di come suo fratello cercasse di infondergli coraggio con lo sguardo.
Non era solo.
Nei momenti più bui c’era sempre stato il sorriso di Tom ad indicargli la via.
Si ricordava di come zia Meda lo avesse coccolato e viziato dopo il Marchio. Aveva cercato di fare la parte della mamma. Quella stessa parte che la povera Narcissa non poteva recitare per colpa del “protocollo” impostole da Voldemort.
Lui non era solo.
 
Quella consapevolezza gli fece coraggio. Alzò di più la bacchetta e smise di difendersi.
E’ ora di attaccare…
“Stupeficium! Incarceramus!”
Il suo avversario venne immobilizzato a terra.
Gli si avvicinò con fare lento e gelido, proprio come un Mangiamorte.
Gli tolse la maschera e vide i capelli rossi della piccola Potter.
 
Weasley non si nasconde nel corpo di Lily…
Certo che no, Iride. Dimentichi che nonna Lily veglia sempre su di lei.
E’ uno dei due maschi allora, Cromo.
Naturalmente.
 
Draco continuò a camminare. Incrociò uno sguardo color smeraldo e, subito dopo, vide il volto di Hermione.
 
“Draco…Allontanati subito da me!”
 
Cosa?
No, non può essere.
 
“Io non ti voglio! Tu…sei solo uno stupido, borioso e arrogante Purosangue! Io merito di meglio e tu non sei niente!”
 
NO…
Quella non era Hermione. Non poteva essere Hermione.
“Dimmi una cosa, Mezzosangue. James è così migliore di me?”
Lei non rispose e questo diede coraggio a Draco.
Momento perfetto.
“Maledictum Mortem!”
Il suo aggressore non alzò uno scudo adeguato e lui poté attaccare di nuovo.
“Pietrificus Totalus!”
Appena l’aggressore cadde a terra, Draco gli si avvicinò e gli tolse la maschera.
Così Weasley…Ti sei riparato nel corpo di Albus…
Sei così prevedibile…
 
Iride…
Cosa?
Lo sai qual è la sua paura più grande?
Certo Cromo. La morte di Thomas.
Credevo che fosse la perdita di Hermione..
Iride scosse la testa.
Hermione è arrivata dopo. Hermione è una stella. Thomas è il Sole. L’amore di due amanti non può essere più forte del legame tra due fratelli.
 
****************************
 
Quando lo sguardo di Draco incrociò l’ultima maschera argentata, il suo Cuore si fermò di colpo.
No…Tom…
“Tu…Tu sei la rovina della famiglia. Sei un traditore del proprio sangue. Vorrei che quel giorno fossi morto tu…”
 
“Piccolo Malfoy…”. La voce di Lord Voldemort…:”Tanti auguri…Avada Kedavra!”
Tom si mise davanti al piccolo Draco. Lo guardò per l’ultima volta. E morì.
Il corpo ancora caldo era steso per terra. Privo di vita. Privo di luce.
“No! No!!!!! Tom, Tom rispondimi!!!!” il piccolo Draco era inginocchiato a terra, accanto al corpo del fratello. Continuava a scuoterlo.
“Non è bello Tom! E’ uno scherzo di poco gusto!!!! Svegliati! Svegliati!!!”
Narcissa Black scivolò via dall’abbraccio del marito e corse ad abbracciare Draco:”Tesoro, lui non può più sentirti. Non è uno scherzo…”
Il bambino continuava a tenere le mani sul volto del fratello. Sentiva il calore abbandonare il suo corpo. La sua anima sparire per non tornare mai più. Non una lacrima uscì dai suoi occhi grigi. Non davanti al Signore Oscuro.
 
“Tu non esisti. Tu non sei reale…” ribatté Draco.
La figura davanti a sé ghignò:”Ne sei sicuro? Sono più reale di quanto sembri. Legilimens!
“NO!”
Draco vide tanti Mangiamorte attorno a lui.
Vieni qui, stupido Malfoy. Devo marchiarti…
Draco si portò le mani al volto.
Non è reale…tutto questo non è reale…, continuava a dirsi.
“Ardemonio!” urlò la figura davanti a sé.
Mio dio…Mio dio…proteggermi affinché io possa tornare il vero io…
Una bolla d’acqua apparve dal nulla proteggendo il proprio Oracolo.
“Tu non sei reale…”
“Ah, questa è proprio bella! Tu sei il disonore del casato Malfoy! Innamorarti di una Mezzosangue…”
“Tu hai Dora….”
“Cosa?”
Gli occhi di Draco brillarono malefici:”Se tu fossi il vero Tom, sapresti che il primo Traditore del proprio Sangue è lui stesso. Lui rinnegava ogni singola parola di papà, era innamorato di una Mezzosangue e voleva diventare un Auror. Lui non è stato marchiato come una bestia come me. Lui è sempre stato migliore di me. Crucio”.
L’argento di Draco venne ricoperto da delle sfumature vermiglie.
Draco dormiens nunquam titillantus.
Vide il corpo di Albus Severus Potter contorcersi sotto la maledizione Cruciatus.
Tutte scene.
Quella non era neanche l’ombra di una Cruciatus. Non era uscito nessun lampo rosso dalla sua bacchetta.
Il problema era che Draco era il miglior Legilimens in circolazione.
Era entrato nella sua testa e gli stava facendo provare tutto quel dolore psicologicamente.
Da brava Serpe.
“Stupeficium!”
La terza maschera era stata conquistata.
E anche la terza prova se n’era andata.
“Ah, Weasley, dimenticavo. Hermione è una Purosangue adesso. Sei sempre stato una schiappa a raccontare balle.”
 
***************************
 
“No…No…basta!!!! Basta!!!!!”
Draco si teneva le mani tra i capelli. Quasi se li strappava, ma non sentiva dolore.
Non sentiva niente, a parte quel gran dolore alla testa.
“Basta…Basta…”
Blaise lo guardava pietrificato. Non lo aveva mai visto così.
Questa volta nemmeno Hermione serviva.
“Togliti dalle palle, Occhi da Cerbiatta!” urlò Tom, staccando le braccia di Hermione dal corpo di Draco.
Hermione Ventosa Granger.
“Draco!” disse Tom scuotendolo.
Draco si chiuse ancora più a riccio.
Narcissa guardò suo marito e lui annuì:”Lascialo fare, Thomas sa di cosa Draco ha bisogno.”
“Alza la testa, idiota! Non ti ho insegnato ad essere un debole! Sei proprio come quella babbanofila di tua zia. Così debole…Così vulnerabile.”
Sei proprio inutile, giovane Malfoy. Così debole, così vulnerabile…
Draco si alzò di scatto coi muscoli tesi.
“Avanti, dimostrami che non sei come ti definiva Lord Voldemort. Dimostrami come tu non sia un’inutile ammasso di sterco!”
“Ma è pazzo?” chiese Hermione, guardando Blaise.
Il moro negò con la testa:”Tom sta facendo la parte di Lucius in questo momento. Draco ha bisogno di suo padre tutte le volte che si sente così. Ma Lucius è morto e quindi…Tom l’ha rimpiazzato. I fratelli fanno anche questo.”
Il pugno di Draco partì veloce e colpì il labbro di Tom, facendolo sanguinare.
“E’ tutto qui? Credevo avessi preso più da me…”
Draco lo tempestò di pugni, finché non si mise a piangere.
Tom mise da parte la maschera da duro e lo abbracciò forte.
“Va tutto bene, Draco. E’ tutto a posto. Il tuo Angelo è qui…Sono qui…”

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Capitolo 13
*** Fumo ***


Capitolo 12.

Draco osservò Blaise per tutto il giorno, lasciando da parte per una volta Hermione. Il suo amico, il suo secondo fratello, avev bisogno di lui.
Aveva notato come si innervosisse al solo sentir nominare “Potter”. Harry o uno dei suoi figli era lo stesso.
Non li sopportava più. Soprattutto Lily, che gli ricordava così tanto Ginny.
Stessi capelli rossi, stessi occhi scuri…
Draco sbatté con forza il bicchiere del suo succo di zucca mattutino con forza.
Blaise gli aveva mentito. Gli aveva raccontato una balla bella e grossa…
 
“Ho capito di non provare più lo stesso sentimento per lei. Il vecchio e il nuovo Blaise non provavano più la stessa cosa. Ginny…rimarrà sempre un capitolo importante della mia vita. Ma non è più il libro. Capisci?”
 
Un capitolo del libro un cazzo!
Lui non l’aveva affatto dimenticata.
Stupida Serpe!
Draco si alzò di scattò e, mantenendo la postura regale che suo padre gli aveva insegnato, andò alla ricerca del suo stupido migliore amico presto morto.
 
Lo trovò attaccato alle gonnelle di una Corvonero. Capelli rosso scuso, occhi troppo chiari per essere quelli di Ginny.
Perché cavolo non ci aveva pensato prima? Tutte le ragazze di Blaise erano state delle Ginny-fotocopie. E lui era stato talmente egoista da pensare al dolore per la perdita di Hermione da non rendersi conto che Blaise soffriva quanto lui.
“Scusa, Parker, ma ho bisogno del mio braccio destro per un attimo” disse il biondino, afferrando Blaise per il bavero.
“Ehi! Stavo concludendo qualcosa!” si lamentò l’altro, mettendosi a posto i vestiti.
“Io e te dobbiamo parlare, Mister Mi Faccio Tutte le Donne che Le Assomigliano.”
“Ma che cazzo stai dicendo?” disse Blaise, accendendosi una sigaretta.
“Credi che non me ne sia accorto? Il tuo Cuore sanguina, Blaise. La tua Anima urla per il dolore. Tu non l’hai dimenticata affatto.”
“Ma di chi stai parlando?” rispose Blaise sempre più scocciato.
“Di Ginevra Potter, idiota! Non l’hai dimenticata, non è vero? E sfoghi il tuo dolore corteggiando ragazze che le somigliano. Bel modo, complimenti.”
Blaise sbuffò:”Ho pregato Salazaar che tu non te ne accorgessi. Eri troppo felice di stare con Hermione che non volevo far scoppiare la vostra bella bolla di sapone con i miei problemi.”
Draco gli tirò uno scappellotto sul coppino.
“Ahio! Ma che cosa ti ho fatto?”
“Così ti ricorderai di quello che ti aspetta, se ti dimenticherai di dirmi che c’è qualcosa che non va. Senti Blaise, mi dispiace. Ultimamente ho dato troppo retta ad Hermione e mi sono dimenticato del mio gemello. Mi dispiace davvero.”
Blaise ghignò:”Adesso ti senti in colpa, vero?”
Draco alzò un sopracciglio:”Che cosa ti serve, Blaise?”
“Devi sempre pensare male, Dra?”
“Siamo Serpi, Blaise. Noi ci approfittiamo sempre della situazione.”
“Ecco…per farti perdonare…non è che mi daresti metà della tua Pozione per il compito di Severus? Sai…ho avuto altro a cui pensare.”
“Come al solito. Certo che te la do. Senti, Blaise…ne vuoi parlare?”
Blaise si appoggiò alla colonna, chiuse gli occhi e sospirò:”Come facciamo, Dra? Lei ha il doppio della mia età, è sposata e felice. Io invece non riesco ad andare avanti e sono di nuovo un diciassettenne in piena crisi ormonale. Io…la voglio ancora, capisci? Non riesco a levarmela dalla testa. Credevo di esserci riuscito, ma quando l’ho rivista al Ballo…non ho capito più niente. Cosa faccio?”
Draco gli mise una mano sulla spalla e gliela strinse, come a dirgli che lui c’era. Come a dirgli che ci sarebbe stato sempre.
“Non lo so, Blaise. Ma troveremo una soluzione. Io e te insieme. Come sempre.”
 
**************************************************
 
Quando Draco tornò nel suo dormitorio, quasi gli venne un infarto.
Hermione era sdraiata sul suo letto, con addosso solo la sua uniforme da Capitano della squadra di Quiddich.
Per tutti gli dei dell’Olimpo…
“Herm?” la chiamò.
Lei lo fissò con gli occhi languidi e gli sorrise maliziosamente:”Cosa c’è, Malfoy? Ti si è annodata la bacchetta?”
“Dipende a quale bacchetta fai riferimento” sussurrò lui tra sé e sé, appoggiando i libri sulla scrivania.
Cercò di non fissare quel dannatissimo corpo da sirena che giaceva a pochi metri da lui e per di più nel suo letto.
Porca miseria, porca miseria…
Oh, Iride ti prego aiutami…
“Draco…hai deciso di evitarmi, oppure c’è una buona ragione per cui non mi hai ancora degnata di uno sguardo?”
Draco appoggiò le mani sulla scrivania per evitare di mettergliele addosso e cercò di controllare il respiro.
Per Merlino, sembrava un preadoloscente alla prima cotta…
Cupido, se ti trovo, ti ammazzo…
“Non ti guardo, Hermione, perché mi ricordo esattamente…ogni…tua…singola…curva...ogni…singolo centimetro…della tua…pelle…” disse a fatica, cercando di controllare la voce e il respiro.
Hermione sorrise, compiaciuta:”Anch’io, Draco. Non può sapere che cosa si prova a ricordarsi alla perfezione ogni singola sensazione che l’uomo della tua vita ti sa dare, ma a cui non sai dare un volto perché gli dei ti hanno cancellato la memoria.”
Draco strinse la presa sul tavolo per mantenere la calma:”Tu non sai che cosa si prova a sapere di averti avuta e di averti persa nella tua nuova vita, perché sono stato troppo stupido da lasciarti andare da Potter. Non…ne hai…la minima…idea…”
Hermione si alzò e gli andò incontro. Lo abbracciò da dietro, aderendo perfettamente alla sua schiena.
Entrambi rivissero il déjà-vu della loro vita passata, quando lui la dovette abbandonare per andare dalla Parkinson.
Entrambi sapevano di non essere più quei due adolescenti che gli dei avevano ricreato.
Erano loro.
Draco e Hermione.
I primi loro che si sono odiati, si sono rispettati e che si sono amati.
Che hanno dato la vita l’uno per l’altra.
Draco si girò di scatto e la baciò impetuosamente.
 
“Avevo completamente dimenticato com’era essere baciata da te, Draco. Tu sei come un mare in tempesta. Istintivo e impetuoso. Tutte le volte che mi baci, perdi quella stupida maschera di freddezza che ti metti addosso. Perdi ogni freno inibitorio e ti lasci andare. E tu non sai come io ami questo. Il fatto di essere io a farti staccare la spina mi fa sentire…speciale e nata apposta per te…”
 
“Ti amo” continuò a dirle tra un bacio e l’altro.  Glielo disse come se bastasse solo quello a ridargli tutto l’ossigeno che perdeva stando attaccato alle sue labbra.
La fece stendere sul suo letto e l’accarezzò lentamente, come a ricordarsi che fosse tutto nello stesso posto dove lui si ricordava.
Appena infilò le mani sotto la sua maglietta, impazzì.  Quella Serpe non portava nessun tipo di biancheria intima….
“Mi farai morire, mio Cuore.”
Quanto le era mancato sentirsi chiamare così da lui…La faceva sentire sua in tutti i modi possibili.
Dentro la sua Anima. Dentro la sua Mente.
“Volevo ottenere la tua attenzione…Sai, mi hai trascurata troppo in ques…”
Lui la fermò, baciandola con impeto:”Granger, tappati quella tua boccaccia. Se proprio la vuoi usare, vedi di trovare un modo più piacevole.”
La viziò come non era più abituato da tantissimo tempo.
Quasi diciotto lunghissimi anni.
Così tanto tempo era passato dall’ultima volta che l’aveva avuta.
Come possono due Anime e due Menti che si appartengono stare separate per così tanto tempo?
L’amò come ogni donna deve essere e merita di essere amata. Le dedicò ogni singolo secondo, senza mai lasciarle un attimo di tregua.
E quando, prima di entrare dentro di lei, la guardò negli occhi, oro e argento si fusero insieme, simbolo di un’unione che non avrebbe mai avuto fine.
“Ne sei sicura?” le chiese, preoccupato:”Sai perfettamente che la prima volta farà male…”
Lei gli rise in faccia:”Non puoi fare peggio di Ron. Quella volta è stata terribile…”
L’amò tutta la notte, finché Morfeo non gli accolse, ancora abbracciati.
 
Ammettilo, Iride, so ancora scoccare bene le mie frecce.
Ma Eros! Sapevamo tutti che sarebbe finita così!
Ehi, stai sminuendo il mio lavoro? Cromo! Dille qualcosa!!!
Ma il dio del Tempo non badò a loro. Stava osservando il Fato agire e capovolgere la situazione un’altra volta.
E questa volta lui non poteva fare niente.
 
**********************************
 
Quella notte una figura alta e scura si avvicinò al letto dei due amanti.
Guardò Draco e per un attimo esitò.
Strano come il Fato decida di agire.
Strano come le Maledizioni Senza Perdono siano alla volte inaffidabili.
Solo una mente molto debole poteva essere controllata completamente dalla Maledizione Imperius.
Fallo. Non esitare.
La figura agì. Liberò il fumo che aveva in quell’ampolla, e si assicurò che Draco lo inspirasse tutto.
Fino all’ultima nuvoletta.
Quella figura ne avrebbe portato i rimorsi per sempre, una volta recuperati i ricordi di quella notte.
Ancora non lo sapeva, ma tutto da allora sarebbe cambiato.
Solo, non così in fretta come il Male aveva sperato.
Draco non inspirò mai l’ultima nuvoletta di fumo.
E forse fu l’unica cosa che Cromo e Iride riuscirono a fare per lui quella notte.
Forse fu l’unica cosa che gli permise di avere ancora un po’ di lucidità.
Di avere ancora una speranza.

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Capitolo 14
*** Portami l'Ultimo Oracolo ***


Capitolo 13.


Quella mattina Draco si alzò di buon'ora. Aveva un tremendo mal di testa, ma non doveva badarci troppo.

Doveva pensare a Blaise.

Si girò verso Hermione, ancora persa nei suoi sogni. Ammirò come la sua pelle bianca brillava alla luce dei primi e timidi raggi di quella giornata di ottobre.

Ammirò i riflessi castano chiari dei suoi capelli illuminati dal sole.

Ammirò tutto di lei, come se la stesse guardando per la prima volta.

Si sporse verso di lei e le lasciò un bacio sulla spalla nuda. Ci sarebbe stato molto tempo per svegliarsi insieme la mattina e coccolarsi prima dell'inizio delle lezioni. Ma adesso l'Ultimo Oracolo aveva qualcosa da fare...

Eros!

 

************************

 

La dea Iride era stesa sul suo letto e continuava ad agitarsi. Era in preda agli spasmi e ai deliri di una strana febbre.

Non dovrebbe stare male...Noi non stiamo mai male...” disse Febo, seduto di fianco a quella sua sorella adottiva che aveva imparato ad amare:“E' una dea...Hermes, perché sta male?”

Vorrei saperlo anch'io...” disse il dio Messaggero. Guardò per un attimo Cromo, intento a fissare sulla Terra Draco e Eros.

Dovresti starle vicino, dio del Tempo.”

Iridion se la caverà, dio Messaggero.”

Hermes scosse la testa:”No, non lo farà. E' caduta prima lei del suo Protetto. Questo è solo l'inizio di una lenta fine.”

Cromo si girò di scatto verso il dio Mercurio. I suoi occhi, un tempo grigi come quelli di Draco e di Iride, erano diventati rosso sangue.

Non l'ho riportato in vita per vedermelo morire così presto, dio Messaggero. Ora, ti prego, torna a occuparti di tua sorella.”

Come vuoi, dio del Tempo. Ma non è me di cui ha bisogno.”

 

************************

 

“Mi hai chiamato, Ultimo Oracolo?”

Eros era sempre stato diverso dai suoi fratelli. Lui non cercava mai di somigliare agli Oracoli come Cromo o Hermes.

Lui era il dio dell'Amore, per la miseria!

I suoi riccioli neri gli coprivano due occhi blu come la notte. Due occhi in grado di incantare tutte le donne presenti sulla Terra e non.

“Io lo so che c'è un modo per far ritornare Blaise da Ginny” disse solamente Draco.

“Non puoi farlo”.

Draco alzò un sopracciglio. Un dio minore che diceva a lui che non poteva fare qualcosa?

Inaudito.

“Posso eccome, dio minore. Sono l'Ultimo Oracolo.”

“Ma non sei il Fato.”

Draco si spostò dalla parete alla quale era appoggiato. Si avvicinò a Eros e gli ringhiò:”Rimedierò io al tuo errore, Cupido dei miei stivali. Hai sbagliato a scoccare una freccia, più di venticinque anni fa. Tu e Psiche avete avuto una possibilità, perché non dovrebbero avercela anche Blaise e Ginny?”

Al solo nome della sua donna, Eros si irrigidì.

Quella Serpe sapeva esattamente dove andare a parare.

“Andrai contro il Fato, Ultimo Oracolo.”

“Sai quante volte ci sono andato? Sono morto una volta, eppure sono qui. Anche San Potter è morto ed è ritornato. Il Fato sta facendo cilecca ultimamente.”

Fai presto a dirlo...

Eros lo guardò negli occhi e gli lesse non solo la sua Mente, ma anche la sua Anima.

Vi lesse un enorme amore per quel suo fratello non di sangue, una voglia gigantesca di restituirgli una parte della sua Anima andata persa.

“Qualcuno dovrà soffrire, Giovane Oracolo.”

“Fammi indovinare...La Piattola?”

“Deve essere libera da Harry per poter tornare da Blaise.”

Draco annuì:”Qual è l'altro prezzo da pagare?”

“Qualcuno dovrà scambiare i suoi anni con quelli di Blaise.”

“Lo farò io”.

Entrambi si girarono verso una figura alle loro spalle.

Draco incontrò due occhi che erano il riflesso dei suoi.

Sapeva sempre su chi contare.

 

****************************

 

Blaise la stava stringendo tra le sue braccia. Aveva dimenticato quanto profumasse di vaniglia e di famiglia.

Aveva dimenticato quanto fossero soffici i suoi capelli rossi e quanto morbida fosse la sua pelle.

Aveva creduto di non stringerla più. Di averla persa per sempre.

E invece adesso era lì, di nuovo tra le sue braccia.

Non stava piangendo...in realtà era quasi contenta che quel matrimonio fosse finito.

 

Mi ha tradita, Blaise” gli disse Ginny entrando in camera sua.

Lui l'aveva guardata con gli occhi fuori dalle orbite:”Cosa?”

Con Cho. Sai...”

La piagnucolona...”

Sì.”

Ah...”

Credo di aver bisogno di un tuo mega abbraccio...”

E lui non aveva esitato. Era corso da lei.

Come aveva sempre fatto.

Come sempre farà.

 

“Come faremo adesso, Blaise?”

“Draco troverà una soluzione, vedrai...”

 

Un mese dopo.

 

“Allora, piccioncini, vediamo di muoverci!” disse Draco entrando nella Stanza delle Necessità.

“Esattamente...che cosa dobbiamo fare?” chiese Ginny un po' spaventata.

“Beh...una pozione e un supermegaiperpotentissimissimo incantesimo!” disse entusiasta Draco.

Blaise, Theo e Tom si scambiarono un'occhiata preoccupati.

“Tua fratello mi è diventato un bimbominkia, Thomas” disse Theo a bassa voce.

“Ti ho sentito, Theodor! Guarda che ti ritrasformo in un adolescente arrapato!”

“Per carità! Evitamelo!”

Draco si muoveva frenetico per la stanza. Cercava mille ingredienti mai sentiti sui libri di pozioni e li metteva come un pazzo nel calderone.

“Iooooooo ho un po' di di sharpekt, un po' di sharpekt nel mio calderone. E quando voglio farlo esplodere aggiungo un po' di chiarpulieum. Così, così faccio esplodere il calderone, così, così faccio esplodere il calderone.”

Blaise e Theo si scambiarono un'altra occhiata preoccupata. Nemmeno nei momenti di massimo delirio Draco si era mai comportato così.

Thomas si limitò ad appoggiarsi alla parete e a osservare il suo fratellino.

Era da quando aveva aveva...come dirlo in modo elegante? Dormito intimamente con Hermione che si comportava in modo strano.

Non potevi mai dirgli niente senza che lui pensasse male. Ma non un male in senso malizioso, male...proprio male. Era pieno di dubbi, pieno di preoccupazioni.

Senza contare il fatto che sospettava sempre che, quando Hermione non stava con lui, lo tradisse con James in continuazione.

Era diventato ossessivo, quasi possessivo.

Hermione ci scherzava su, dicendo che era solo perché non voleva venir separato ancora una volta da lei, che lui voleva proteggere il suo tesoro.

Ma non era affatto così.

Draco non si era mai comportato così.

Era come se qualcuno gli avesse dato qualcosa...Ma cosa?

In più anche Iride era strana. I suoi occhi...erano diventati improvvisamente neri come la pece.

Qualcosa non andava.

Doveva assolutamente parlarne con Silente al più presto.

“Ginevra ho bisogno di una ciocca dei tuoi capelli” disse con non chalance Draco.

Ginny gliela porse riluttante e Draco la mise senza pensarci nel calderone. Un improvviso fumo color sangue fuoriuscì da esso.

“Blaise...dammi una tua mano”.

“Vuoi forse chiedermi in moglie, caro?” disse il moro, cercando di sdrammatizzare. Avevano tutti un'aria da funerale...

Draco ghignò:”Magari un'altra volta. Adesso...” Draco gli tagliò il palmo e fece cadere sette gocce di sangue nel calderone:”Vieni Tom...”

Rifece lo stesso procedimento con suo fratello.

I due Malfoy si guardarono per un lunghissimo istante.

Tom...non so che cosa mi sta succedendo...

Andrà tutto bene. Adesso ci penserò io a te.

“Bevete entrambi la pozione” disse serio l'Ultimo Oracolo.

Sia Tom sia Blaise a mala pena riuscirono a mandare giù quell'intruglio.

“Che schifezza!”

“E' peggio della Polisucco, Dra!!”

“Adesso...stringetevi la mano con i palmi insanguinati e dite 'I loved you first, I love you still, I always will'. Forza...”

“Ne sei sicuro?” disse Blaise.

“Ti ho mai deluso, Bla?”

“No...”

Appena i due si sfiorarono le mani, una nube color della notte li avvolse.

“Draco...andrà tutto bene, vero?” disse Ginny preoccupata.

“Andrà tutto a meraviglia, Ginevra.”

Quando la nube si dissolse, Draco rivide il Tom che aveva sempre visto nella sua vita precedente.

Il Tom diciottenne troppo giovane per morire.

Erano come due gocce d'acqua. A parte per i capelli e per gli occhi.

Quelli di Draco erano lisci come seta, quelli di Tom erano a boccoli perfetti e quasi scolpiti nel marmo come nelle statue classiche.

Quelli di Draco erano come due lame taglienti, quelli di Tom erano azzurri e calmi come il cielo dopo la tempesta.

“Siamo come gemelli, Dra.”

Draco sorrise:”Come ai vecchi tempi, Tom. Solo che adesso sei in carne ed ossa.”

 

 

Nel frattempo, in un castello abbandonato...

Iride camminava come ipnotizzata. Aveva addosso una veste di taglio medievale nera, con le maniche larghe e la vita sottilissima.

Seguiva l'odore del potere e della malvagità.

Era attratta da quella fonte come la Terra al Sole. Non poteva resisterle.

“Mia Signora...” disse inginocchiandosi di fronte a un'altra figura incappucciata.

“Iridion...sei passata dalla mia parte vedo.”

Una fortissima scarica elettrica invase il corpo della dea protrettrice degli Oracoli.

Guardò di nuovo quella figura di donna e fu invasa da un desiderio enorme di divenire sua schiava.

“Farò tutto quello che vuole, mia Signora.”

La donna si portò alla sua altezza:”Portami l'Ultimo Oracolo, Iridion.”

“Tutto quello che vuole, mia Signora” sussurrò Iride a un soffio dalle labbra della donna.

“E brava la mia schiava” disse ghignando la donna.

Tutto quello che Iride riuscì a ricordare poi, furono le labbra rosse della donna posate sulle sue per sigillare quel loro patto di schiavitù.

 

L'abbiamo persa, Cromo.

Tornerà, Hermes. Deve farlo.

Il dio Messaggero scosse la testa, disperato.

Adesso sai che cosa succede, dio del Tempo, a sfidare il Fato.

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Capitolo 15
*** Dov'era finito suo fratello? ***


Nota dell'Autrice:

SI...ecco....ce la faccio ad arrivare...*Fé si fa spazio tra le ragnatele e la polvere lasciata da meeesiiiiii di lunga assenza da questa storia*
Ave, popolo di EFP!!!
Ehi! Mettete giù quelle uova e quella verdura! Non c'è bisogno che me le tiriate come a teatro, sono consapevole del mio lungo ritardo!

Tom: Solo lungo ritardo?? Le hai fatte dannare prima di avere un altro capitolo di questa storia!
Fé: Zitto tu! Che la prima cosa che ho ritrovato è Marinella la Padella!
Tom: Oh, porca Morgana...

Lo so, sono imperdonabile, ma...cercate di capirmi. Per me è dura continuare questa storia con il fantasma di Cuore e Ragione alle spalle. E' che...tutte le volte che mi ci mettevo (tralasciando lo studio infinito, similazione del colloquio di maturità, studio, terze prove, studio, le vacanze, studio, le verifiche, studio, pensare alla Tesina, studio...) avevo sempre quella sensazione di inferiorità del capitolo nei confronti di un altro di Cuore e Ragione.
E poi, senz'offesa per voi che mi seguite,ricordate,preferite e recensite, ma ho sempre l'impressione che voi preferiate Cuore e Ragione a Mente e Anima, anche perché il numero di questa ff è nettamente minore. Non voglio obbligarvi a recensire questa storia, per carità! Non sono una di quelle scrittrici che si ferma solo al numero delle recensioni. Però ho interpretato questo fatto come un'inferiorità di Mente e Anima nei confronti di CUore e Ragione.
E forse il problema sono io che non riesco a dare quei colpi di scena che davo prima...
Non so...
Comunque spero che ci siate ancora lì, sedute davanti al computer, a leggere delle mie pazzie :D

Buona Lettura

-Fé-
ps: Lo so che è un po' corto, ma meglio di niente, no????
pps: per le fan di Tom...beh, in questo capitolo forse potrebbe non piacervi molto.



Capitolo 14.



Non mi piace...

Ti capisco, dio Messaggero.

Come cavolo ha fatto a resuscitare, Cromo? Me lo sai spiegare?

Non lo so...O meglio, spero che la mia idea non sia quella giusta.

Ovvero?

Beh...ti ricordi l'Ultima Battaglia? Quella di Draco contro Hermione.

Certo, come dimenticarla.

Perfetto. Draco, Theo e Blaise riportarono alla semivita che prima conduceva Thomas diverse persone morte durante o subito dopo la Seconda Guerra Magica. L'hanno fatto col loro sangue, ricordi? E se una gocciolina del sangue di Draco fosse rimasta nel suo corpo da Spirito...

Questo le avrebbe permesso di ritornare a vita propria, concluse Hermes per il dio del Tempo.

Esatto. Non capisco perché ora, però.

Beh, hanno ricuperato tutti la memoria, no?

Ma perché adesso? Perché in prossimità dell'ultima prova?

Hermes guardò giù sulla Terra e sospirò.

Per emulare il Signore Oscuro.

 

 

 

Draco Malfoy osservò dal fondo della biblioteca il suo Cuore e la sua Anima.

Hermione e Tom avevano trovato una specie di intesa, da quando Tom era ringiovanito, prendendosi l'età di Blaise.

Già, Blaise...

Sentiva sempre un vuoto nel petto quando ripensava a quello che aveva fatto.

L'aveva obbligato a rinunciare al suo Amore per Ginevra e a ritornare un neonato per fargli da spalla.

Non solo.

L'aveva anche obbligato a cercare affetto in continue Ginny-fotocopie e lui era stato così cieco da non notarlo, troppo concentrato sul suo dolore, sul suo Amore per Hermione.

Era un egoista.

Lo era ancora di più visto che lo rivoleva accanto a sé, al posto di Tom.

Voleva bene a suo fratello, ma adesso che avevano praticamente la stessa età...gli sembrava che non svolgesse più il suo compito di fratello maggiore, di guida.

Ma solo quello di un compagno di divertimenti o di bevute.

Dov'era il Tom sempre presente e protettivo? E quello che gli preparava latte e menta dopo una brutta Visione?

Dov'era l'Angelo Custode dell'Oracolo?

Dov'era finito suo fratello?

 

 

 

Hermione rise civettuola alle battute di Tom.

“Ma davvero? Draco si comportava così a piccolo?”

“Puoi scommetterci, Granger. Se ne andava in giro col culetto al vento a sventolare il suo pisellino e tutte le volte che passava davanti al quadro di mamma e papà diceva:”Un Malfoy ce l'ha grosso, un Malfoy ce l'ha grosso.” Avresti dovuto vedere nostra madre. La rigida Narcissa era rossa per l'imbarazzo e la vergogna, mentre il buon vecchio Lucius gongolava. Sai, orgoglio paterno.”

Hermione rise di nuovo.

Le piaceva parlare con Tom di Draco. Lo faceva sembrare quasi umano.

“E poi dovevi vederlo quando, nella sua prima vita, aveva cinque o sei anni. Se ne stava solo soletto in giardino a dare da mangiare ai cigni di mamma e urlava loro:”Anch'io un giorno sarò come voi! Anche se adesso sono un brutto anatroccolo!”. Poverino, tutte le volte che papà lo sentiva, gli faceva una filippica del tipo: i Malfoy non sono dei brutti anatroccoli, loro nascono cigni, crescono cigni e moriranno da cigni.”

“Povero Draco...” disse tra le risate la Grifona.

“Povero Draco cosa?” disse la voce quasi glaciale del diretto interessato.

Hermione si girò verso di lui e lo accolse con un sorriso radioso. Solo qualche giorno prima quel sorriso l'avrebbe inondato di buon'umore e benessere, ma adesso gli sembrava solo una maschera, un “teniamolo buono così non mi fa la ramanzina”.

“Tom mi stava raccontando alcuni episodi della tua infanzia. Sei anche tu umano, Ultimo Oracolo!” disse lei per scherzare.

“Se non fosse perché so quanto tu ami Dora, direi che stai cercando di umiliarmi, per far colpo sulla mia ragazza, Thomas” disse con un tono strano Draco.

A metà strada tra il minaccioso e il malvagio.

“Oh, non mi permetterei mai, Draco” rispose con lo stesso tono Tom.

Quando Draco si chinò a baciare la sua ragazza però non notò il sorriso malvagio e quasi sadico di Tom.

Dov'era finito suo fratello?

 

 

 

Hai visto, giovane Potter? Il nostro intruglio ha funzionato.

Ne ero sicuro, Lady Oscura. Non avevo dubbi, mia signora. Quello che fate voi è sempre perfetto.

La ragazza lo guardò con un'espressione disgustata.

Sei la degna reincarnazione di quella sanguisuga di Weasley.

Notò dei folti capelli neri e ricci andarsene da quel luogo.

Iridion!!Dove stai andando? Non ti ho dato il permesso di andartene.

Iride si voltò di scatto verso la Lady Oscura. I suoi occhi avevano lo stesso colore del sangue e un'espressione diabolica oscurava il suo solito viso gentile.

Sarò anche la vostra Schiava, ma sono anche la Protettrice dell'Oracolo. Non posso abbandonarlo. Sono l'unica figura femminile che è rimasta sempre con lui. E che lo sarà sempre.”

 

 

 

Draco era in preda agli spasmi della febbre.

Aveva speravo che, con la sua nuova vita, tutti i suoi malanni sarebbero spariti. Quanto si sbagliava...

Era tutto uguale a prima, o comunque molto simile.

C'era ancora quel senso di vuoto e di abbandono dentro di lui. Un vuoto che Blaise aveva saputo placare, ma che adesso, con la sua scomparsa, si era rifatto vivo.

E Tom...

Il suo Tom non era lì con lui a mettergli un panno bagnato sulla fronte, a confortarlo...a esserci semplicemente.

Dov'era finito suo fratello?

“Sssshhh, Engellein. Ci sono qui io con te” gli disse una dolce voce femminile.

“Iris...” sussurrò tra gli spasmi.

“Sì, Ultimo Oracolo. Sono qui con te, non me ne vado via.”

Draco alzò lo sguardo su di lei. Sorrise nel constatare che gli occhi della sua dea erano ritornati argentei come il mercurio liquido.

Iride invece trasalì alla vista degli occhi di Draco. Avevano un qualcosa di terribile e spaventoso quei due semplici occhi color ghiaccio che spesso aveva visto cupi.

Sembravano come dei ghiacciai di sangue....

“Sono contento, Iris...”

“Ah, davvero? Strano, osservandoti dall'alto, ho notato che sei particolarmente depresso, giovane Oracolo.”

“Oh, quello non ha importanza. I tuoi occhi...sono tornati normali.”

Iris sospirò.

Era caduta prima lei, tra loro due. Sapeva che sarebbe successo prima o poi, il Fato si vendica sempre dei trasgressori. Ma aveva sperato di essere l'ultima, così da poter rimandare il più possibile il passaggio di Draco al Lato Oscuro.

Invece il Tempo stava accelerando troppo...

“Adesso non ci pensare, Draco. Cerca di dormire. Dopodomani hai l'Ultima Prova.”

“Sarai con me, vero Iris? Mi sento così...solo...”

Iris gli sorrise materna:”Certamente, Draco. Io non ti abbandonerò mai, neanche quando farai le scelte sbagliate.”

Prima di abbandonarsi a Morfeo, Draco, come un bambino, le chiese:”Ti stenderesti qui di fianco a me? Ho bisogno di un po' di affetto.”

Iris gli fece un sorriso triste e lo accontentò.

“Non temere, Draco. Adesso passa tutto.”

Oh, questo lui lo sapeva. Si chiedeva solo dove fosse finito suo fratello...

Di solito c'era sempre stato lui, al suo fianco...

 

 

 

Hai visto, Hermes? Per Iridion c'è ancora una speranza.

Ho visto, Cromo. Ma sono ancora convinto che le dovresti parlare. Chi più del dio del Tempo può rallentare il tempo e far ritardare l'alba il Lato Oscuro?

Cromo sospirò e accarezzò l'immagine di Iride stesa di fianco a Draco.

Vedrò che cosa posso fare...

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Capitolo 16
*** Traditore ***


Note dell'Autrice:

Ciaoooooooooooooo a tutteeeeeeeeeeeeeeeeee/iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Come state??? Spero bene!
Questo volta ho aggiornato relativamente presto, avete visto?:D
No so che dirvi di questo capitolo....Tranne che le fan di Tom probabilmente mi odieranno, gli sto facendo fare una parte orribile...

Tom: Perché tocca sempre a me farlo?
Fé: Qualcuno lo dovrà pur fare!
Tom: Ma è un vizio!
Fé: Mia creatura, mie regole
Tom: Al diavolo...

*Sdeeeeeeeeeeeeeennnnnnnnnnnnggggggggggggg*

Cooooomuuunque, grazie mille a chi ha letto, recensito, seguito, ricordato e preferito la mia storia :D
Un grazie particolare va a ladyathena, l'unica a recensire il capitolo precendente. Grazie mille davvero!
Per il resto...Buona lettura :D

-Fé-



Capitolo 15.
 

Tom stava comminando tranquillamente per i corridoi di Hogwarts.
Apparentemente aveva la solita camminata elegante ed aristocratica di tutti i Malfoy, ma non bisognava fermarsi alla superficie. Continuava a mettersi una mano tra i capelli, mentre con l’altra fumava in santa pace una sigaretta via l’altra. Camminava velocemente senza badare agli altri studenti che lo salutavano passando.
Non ci credo…non può essere. Non posso averlo fatto davvero…
Senza fermarsi aveva percorso tutti i sette piani del castello, aveva percorso tutti i nascondigli, le vie di fuga…Tutto. Da cima a fondo.
Cercava di ricordare quella notte, nella quale tutto era cambiato.
Non poteva credere di averlo fatto. Dannazione, era suo fratello!!!
“Ci sono problemi, Thomas?” una voce gelida lo freddò dietro di lui.
Tom si girò lentamente, un’espressione terrorizzata sul volto.
Chi era quella? Che fine aveva fatto…?
“Non riconosci più la tua dea, Thomas?” gli chiese quella voce fredda.
No.
Quella non poteva essere Iride.
Aveva i capelli sempre neri, ma se prima erano lucenti, adesso erano color della morte. La sua pelle, un tempo candida e splendente, era diventata pallida e malata.
Quello che gli fece più gelare il sangue delle vene furono i suoi occhi. Due rubini color rosso intenso.
Rosso sangue.
“Iris…” sussurrò sconvolto.
“Ah, allora ti ricordi. Iniziavo a temere che avessi perso la memoria” rispose lei, un tono a metà strada tra il sarcastico e l’arrabbiato.
“Iris…”
Non riusciva a dire altro, talmente era pietrificato.
“Sai, credevo che ti fossi dimenticato di me” gli disse, incominciando a camminargli intorno, formando dei cerchi:”Quando eri un fantasma parlavamo spesso, ricordi? Ma poi sei diventato umano. Sono anni, Thomas, anni, che non mi racconti più niente. C’è qualcosa, per Zeus, che vuoi dirmi?”
Quasi gli sputò addosso tutta la rabbia e tutta la delusione che provava nei suoi confronti. Come se lei sapesse che cosa aveva combinato e volesse fargliela pagare.
“Iris…”
“NON OSARE!!! Non chiamarmi più così, sporco traditore!”
“Tu sai” disse tranquillamente, come suo padre gli aveva insegnato a fare.
Un Malfoy non perde mai la calma, Thomas. Ricordatelo sempre.
“Tu sai, non c’è bisogno che te lo dica.”
In quel momento Iride si girò di scatto verso di lui e tutta la sua aura venne riversata sul suo corpo. Thomas fu costretto a mettersi in ginocchio per non cadere al suolo.
“Voglio sentirlo dalla tua bocca, lurido umano. Voglio che tu sia consapevole che sei stato tu a dannare per sempre l’anima dell’Ultimo Oracolo. Tu che in teoria dovevi preservarlo da ogni male!”
Iride aveva alzato una mano, quasi una zampa di un animale feroce talmente le sue unghie erano diventate artigli, su di lui. Ma venne fermata da una voce rotta dal dolore.
“Iris….”
La dea si voltò di colpo e riassunse l’aspetto che tutti erano abituati a vedere.
Blaise aveva un braccio attorno alla vita di Draco e un suo braccio sulle spalle. Lo stava sorreggendo perché era troppo debole per camminare da solo a causa della febbre alta.
“Iris, ho bisogno di te…” sussurrò il giovane Oracolo.
Prima di andare dal suo Protetto, Iride si voltò e i suoi occhi, tornati improvvisamente vermigli, incendiarono quasi l’anima di Thomas.
“Non finisce qui, traditore” sibilò come un Serpente.
Thomas ebbe dei brividi e in quel momento riuscì a capire davvero il senso della leggenda di Iride…
 
La sua voce, simile al sibilo di mille serpenti, era in grado di uccidere dentro un uomo. Tutto il suo essere faceva pensare a un enorme cobra, per questo gli dei la scelsero come protettrice dei Serpeverde.
 
 
 
 
“Hermione…” sussurrò Draco nel sonno. Si girò nel letto dalla parte di lei, ma lo trovò vuoto.
Freddo.
Simbolo che lei se n’era andata da tempo.
Il mio Cuore…
Draco si alzò come un automa, si rivestì in fredda e, bacchetta alla mano, l’andò a cercare.
Aveva come il presentimento che qualcuno stesse stringendo il suo piccolo Cuore e gli stesse provocando un infarto. Aveva Il fiato corto e si sentiva stranamente accaldato e raffreddato allo stesso tempo.
 
Continua così giovane Oracolo, vai verso la tua fine…
 
Draco arrivò fino alla Torre di Astronomia e finalmente la vide. Ma il suo Cuore perse un battito.
Bum…Bum…Bum…
Hermione era china sulla figura di suo fratello e stava cercando di consolarlo. Thomas era tutto rannicchiato contro il muro, la mani a nascondergli il volto.
 
Fa male, vero? Vederla mentre dà le stesse attenzioni che vorresti tu ad un altro…
 
“Ho combinato un casino, Hermione” singhiozzava Thomas:”L’ho condannato alla dannazione…Io dovevo proteggerlo.”
“Ssshhh, Tom. Non fare così, vedrai che si sistemerà tutto. Draco è forte, Draco ce la farà.”
 
Certo, di te non si preoccupano mai, vero? Tu sei forte, tu hai uno stuolo di dei pronti a proteggerti. Per te lei non si è mai preoccupata abbastanza, giovane Malfoy. Ma per tuo fratello…
 
“No, Hermione, non capisci. Questa volta è diverso. Ho segnato la sua fine. Si perderà, l’Oscuro tornerà…”
“No, Thomas. Non lo permetterò. Combatteremo insieme contro questa nuova minaccia, te lo prometto…”
“Hermione…sei così fiduciosa…”
Bum…Bum…Bum…
Quando vide Tom prendere il volto di Hermione fra le sue mani e avvicinare i loro volti…
Bum…Bum…Bum…
Credeva di aver sofferto abbastanza nella sua vita precedente, quando lei aveva scelto Weasley…
Bum…Bum…Bum…
E invece...Credeva di non meritare la felicità, l’amore. E aveva ragione.
Bum…Bum…
Il suo cuore smise di battere completamente, quando i due si baciarono.
Ed Hermione non si era scostata. Così come Tom.
Erano andati avanti a baciarsi anche quando non l’ossigeno era finito.
Bum…
 
Fa male, Dracuccio? Te l’avevamo sempre detto, tuo padre ed io. Amare è per i deboli. Ritorna alle Arti Oscure.
Ritorna da me…
 
Bum…
E poi più niente.
 
 
 
 
Theo e Blaise osservavano Draco mangiare silenzioso al tavolo di Serpeverde. Era seduto a chilometri di distanza da Thomas e non degnava di uno sguardo Hermione.
“Theo, credi che…?”
“Sia successo qualcosa? Temo di si.”
“Temo per Draco. E’ un fascio di nervi, come se bastasse un nonnulla per farlo scoppiare.”
“Sono d’accordo con te. Dici che…insomma, tra Thomas ed Hermione…”
“Dici? Non ci credo, Thomas non lo farebbe mai.”
“Sembrate due Grifondoro” disse una voce severa alle loro spalle.
“Iride!” urlarono in coro i due Serpeverde.
La dea portava il mantello medievale col cappuccio sul volto che spesso la si vedeva nelle rappresentazioni artistiche. Come se volesse celare a tutti i suoi occhi pieni di rabbia e dolore.
“Non ve ne rendete conto, vero? Avete passato così tanti anni in pace che non sentite più il Male che sta nascendo?”
“Iride, che stai dicendo?!?” chiese Blaise preoccupandosi. Il suo sguardo si spostò su Ginny che stava ridendo allegramente con Hermione.
Non poteva già finire…
“C’è una nuova Lady Oscura, Blaise. E purtroppo, appena Draco cederà, ci sarà un nuovo Signore Oscuro. E’ solo questione di giorni. E Thomas, il suo amato fratello, l’ha condannato a questa dannazione.”
Traditore.
In quel momento a Blaise e a Theo fu tutto chiaro.
Il cambiamento di Draco, quel suo essere così strano, quel suo sentirsi estraneo nella sua stessa pelle.
Fu chiara la visione che aveva avuto e che aveva raccontato solo a loro due. Quell’uomo incappucciato nella sua stanza, la notte in cui lui ed Hermione si erano amati la prima volta. Quel dubbio che gli era salito quando l’aveva guardato negli occhi e aveva visto due paia di occhi color del cielo.
Fu chiaro quella mania di Draco, quel sentirsi sempre osservato e spiato. Quel sentimento di tradimento.
Theo e Blaise guardarono Tom, il quale a sua volta stava guardando Draco con una strana espressione sul volto.
Traditore” sibilarono come due serpi…
 
 
Thomas si avvicinò piano a suo fratello, come se avesse paura di farlo scoppiare.
“Draco…va tutto bene? Hai una faccia…”
Draco alzò il suo sguardo su di lui:”No, Thomas. Non va tutto bene.”
“Posso fare qualcosa per aiutarti, fratello?”
Draco si alzò di scatto e si allontanò da lui.
Quando l’aveva guardato negli occhi…Due occhi color del cielo…
“Si, Thomas. Puoi fare qualcosa per me. Stammi alla larga. Mi hai già tolto Hermione, non togliermi anche questi ultimi giorni di libertà.”
“Cosa?? Hermione…” Tom si gelò sul posto e abbassò lo sguardo, colpevole.
“Hai il coraggio di negarlo, Thomas?”
“Ci hai visti, quindi…”
Draco inspirò forte per controllare la sua rabbia. La Terra quasi tremò sotto di lui.
“Sarai contento di sapere che ho perso di nuovo il mio Cuore.”
“Draco, io…non volevo. E’ stato istintivo…”
“Non mi interessa. Vi auguro ogni bene. Tanto non era più come prima.”
“Draco, guarda che non è come credi” disse Tom alzandosi e avvicinandosi a lui:”Non ha significato niente, lei ti appartiene. E’ stato solo un bacio…”
Solo uno? Non insultare la mia intelligenza, vi ho visti!”
“Draco, cerca di ragionare….” Tom provò ad afferrargli un braccio, ma dovette rinunciare quando su investito da una scossa elettrica.
“Non osare toccarmi! Traditore”.
Tom e Draco si guardarono negli occhi per un lunghissimo istante.
Fu in quel momento che Tom realizzò che cosa aveva fatto, a cosa aveva ceduto.
Gli occhi di Draco avevano assunto un colorito vermiglio. Come ghiacciai di sangue perenne.
Aveva una vena che pulsava vicino alla tempia. Uno sguardo feroce.
In quel momento la riconobbe. Quell’espressione…La stessa di…
Zia Bellatrix…
Draco se ne andò dalla Sala Grande con passo svelto, senza degnare di uno sguardo Hermione, la quale gli si era parata davanti, nella speranza di chiarire la situazione.
Tom provò a seguirlo, ma un potentissimo scudo lo fece volare dall’altra parte della Sala, andando a sbattere contro il muro.
Iride si trovava dove prima c’era la figura di Draco e lo stava guardando da sotto il cappuccio.
“Iride…che cosa ho fatto?” disse, schifato di se stesso.
Traditore”.
 
 
Cromo…
Sì, dio Messaggero?
Era proprio necessario? Non credi che il Cuore di Draco abbia sanguinato abbastanza?
Non posso fare niente, Hermes. Adesso è il Fato a comandare.
E Thomas? Che fine farà lui?
La fine di tutti quelli come lui.
 
Quella notte una sola parola echeggiò per tutto il mondo.
Traditore.

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Capitolo 17
*** il Labirinto ***


Capitolo 16.


“Draco, sei sicuro di quello che stai facendo?” gli chiese Blaise osservandolo attentamente.
Era dimagrito molto in quelle ultime settimane prima dell’ultima prova ed era diventato ancora più pallido del solito. Se non c’era Iride davanti a lui si rifiutava persino di mangiare, andando avanti a bere quello stupido latte e menta come un bambino.
Senza contare il fatto che in quelle settimane la febbre gli si era alzata inspiegabilmente. Molte volte aveva dovuto portarlo da Madama Chips perché la febbre non riusciva a scendere a temperature almeno accettabili.
Lo osservava muoversi in modo quasi scattoso, moderando i gesti e cercando di non fargli vedere quanto in realtà fosse nervoso.
“Certo, Blaise. Non devi preoccuparti.”
“Io invece mi preoccupo. La gente muore in questo torneo!”
“Blaise…”
“Vuoi finire come Cedric Diggory per caso?”
“Diggory è morto a causa del ritorno del Signore Oscuro, Blaise. Ma adesso i tempi sono cambiati.”
Ne sei proprio sicuro, giovane Oracolo?
“Hai per caso avuto una visione? Perché Iride sembra molto convinta che il Male tornerà.”
Draco s’irrigidì ancora di più. No, di certo non aveva avuto una visione rassicurante…
 
Camminava lentamente, cercando di non perdere il senso dell’orientamento. Era certo di essere già passato di lì. Era stato in quel punto che la piccola Lily Potter si era arresa, troppo spaventata dalle creature che animavano il Labirinto.
Mollicci e illusioni, raffigurazioni delle proprie paure. Molto spesso il giovane Malfoy aveva dovuto fermarsi per ricordarsi che niente di tutto quello che vedeva era reale.
Camminò finché non venne investito da una luce splendente, quasi azzurrina.
Ed eccola lì, davanti a lui. La Coppa Tre Maghi.
Rimase a guardarla per un po’, spaesato da tanta luce.
Finalmente la toccò, ma appena lo fece venne catapultato in un altro posto.
Una Passaporta. Una dannata Passaporta.
Si guardò intorno e gelò ricordandosi quel posto.
Malfoy Manor. Il vecchio Malfoy Manor.
 
 
“Non ti devi preoccupare, Blaise. E poi, c’è Iride, ricordi?”
“Già. Ma lei è cambiata molto, non trovi?”
Draco si irrigidì di nuovo. Era vero.
Era dannatamente vero. Iris ormai aveva quasi completato il Cambiamento. Mancava solo lui.
Solo allora la Dannazione sarebbe stata completata ed eterna.
Il ragazzo osservò il quadro dei suoi. Si stringevano in un abbraccio disperato tanto era preoccupati per lui.
Per tutto il mondo.
Poteva rinascere un altro Signore Oscuro. Ormai l’avevano capito tutti.
Draco s’infilò di scatto la tunica di Serpeverde e si mise la bacchetta nell’apposita fessura. Si avvicinò a Blaise e gli mise una mano sulla spalla:”Non preoccuparti, okay? Andrà tutto bene.”
Gli stava mentendo. Stava dicendo una bugia bella e buona all’unica persona che non l’aveva mai tradito.
Blaise sospirò:”Mi preoccuperò lo stesso, lo sai, fratello.
 
 
Non si può proprio fare niente per fermare tutto questo?
No, dio Messaggero. E’ il Fato che sta agendo adesso.
Lo so, Cromo. Ma speravo che il Cuore di Draco smettesse di sanguinare in questa vita.
Non sempre avere un’altra occasione significa vivere meglio. A volte la strada è più in salita di prima.
Vorrei solo fare qualcosa per lui…
E puoi farlo. Sei il suo Protettore, no?
E cosa potrei fare? Accompagnarlo del Labirinto? Ma non scherziamo, Cromo!
E chi te lo impedisce? Il Fato farà lo stesso il suo corso, con o senza di te al fianco dell’Ultimo Oracolo. Se tu fossi stato contemplato nel piano a quest’ora saresti come Iride.
A proposito di Iride…Ci hai parlato?
Non credo sia il caso.
Dovresti farlo, dio del Tempo. La clessidra ha quasi finito la sua sabbia. Una volta cambiata non potrà più entrare nell’Olimpo.
Tu pensa ad accompagnare il ragazzo.
Agli ordini…
 
 
Silente posizionò il Calice di Fuoco al centro dell’Arena:”Una volta che la fiamma si spegnerà, sapremo che la Coppa ha scelto il vincitore del torneo. Mi raccomando, ragazzi, rimanete sempre vigili e non lasciatevi spaventare da quello che potreste vedere nel Labirinto. E ricordate: fidatevi solo della vostra bacchetta. Sarà lei a guidarvi verso la Coppa.”
Draco inspirò pesantemente, aspettando che il Labirinto si aprisse davanti a lui. Vide Silente di fianco a James Potter e i rispettivi Presidi delle altre due Scuole di Magia. E lui?
Di fianco a lui non c’era nessuno. Era di nuovo solo.
Continuò a respirare profondamente, cercando di rilassare i nervi finché non sentì una presenza di fianco a lui.
“Dio Messaggero.”
“Ultimo Oracolo. Vuoi farlo insieme a me questo ultimo viaggio?” gli chiese Hermes, mettendogli una mano sulla spalla.
Come un fratello maggiore farebbe con quello minore.
Draco annuì lentamente, ripensando a Thomas.
Perché proprio lui? Perché il Fato aveva scelto proprio lui per tradirlo?
Il suo Cuore non aveva sanguinato abbastanza? La sua Mente e la sua Ragione non erano state già messe a dura prova? E la sua Anima…La sua Anima non aveva già sofferto troppo?
“Non perdere il controllo, Ultimo Oracolo. Lì dentro dovrai mantenere un perfetto equilibrio tra Mente e Anima, Cuore e Ragione. Intesi?”
Draco annuì di nuovo, ritrovando quella forza che credeva di aver perso.
“Rimarrai con me, dio Messaggero?”
Until the very End.”
 
 
Iride!
Che cosa vuoi, dio del Tempo? Devo andare a trovare una vecchia conoscenza…
Iride, fermati! Tu non sei così…così…
Malvagia?
Stavo per dire vendicativa, ma va bene anche malvagia…
Cromo, tu non capisci! L’ha tradito!
Il Fato ha agito, Iride. E tu non puoi farci niente, così come Thomas.
Sappiamo entrambi che non è come dici tu, Cromo. L’hai forse dimenticato? Il Fato agisce sulle menti deboli. Se solo Thomas avesse voluto, si sarebbe ribellato. Ed è ciò che sta facendo Draco, altrimenti sarebbe capitolato prima. Lo so io e lo sai tu, Cromo.
Ma ormai non puoi fare molto ormai. Draco sta cedendo.
Perché non ha più niente per cui combattere, dio del Tempo. E per questo io lo vendicherò.
Iride…ti prego, torna con me sull’Olimpo.
No, Cromo. Devo stare con lui. Gli sono rimasta solo io, ormai.
 
 
Thomas era agitato come non mai. Hermione lo sentiva tamburellare le dita sulle gambe con fare nervoso.
“Tom, ti prego, calmati…Andrà tutto bene. Hogwarts vincerà.”
“Non mi interessa il Torneo, Hermione. Temo per Draco”.
“Oh, non devi preoccuparti. Lui è l’Ultimo Oracolo” disse Hermione, ripetendogli le stesse parole della sera nella Torre Astronomia.
Thomas però sbottò. Si alzò in piedi e le urlò contro:”NO! Draco è solo un ragazzo. E tutti lo state trattando come se fosse chissà quale dio sceso in terra! Per quanto possa avere dei grandi poteri, non è immortale!! Non è un dio, dannazione! E’ solo un ragazzo…il mio fratellino…” disse, mettendosi le mani nei capelli ricci e iniziando a singhiozzare.
“E’ tutta colpa mia…solo colpa mia…”
Nella sua disperazione Tom sentì delle mani gentili accarezzargli la testa, costringerlo dolcemente ad appoggiarsi ad un petto femminile troppo famigliare. Aprì gli occhi e riconobbe la tunica greca della dea Iride e la sua voce cullarlo dolcemente.
“Va tutto bene, Thomas. Il dio Messaggero è con lui.”
“Dovrei esserci io, Iris. Io sono l’Angelo del Custode…”
“Lo farai un’altra volta, Thomas. Draco avrà bisogno di te molto presto…”
 
 
“Devo lasciarti qui, Ultimo Oracolo” disse Hermes, davanti alla Coppa.
“Avevi detto che saresti rimasto con me fino alla fine!” disse incredulo il ragazzo. Avere Hermes vicino a lui l’aveva quasi fatto sentire protetto, come quando lo era con Tom.
Hermes gli sorrise e gli mise una mano sulla spalla:”Non posso entrare fisicamente nel luogo in cui la Passaporta ti porterà, una magia oscura me lo impedirà. Ma lo sai che noi non ti abbiamo abbandonato mai, Ultimo Oracolo. Noi da lassù ti abbiamo sempre protetto, finché il Fato non ci ha obbligato a stare in silenzio e a limitarci a guardare.”
Draco sospirò e annuì lentamente. Fece per toccare la Coppa, ma il dio Messaggero lo fermò.
“Siamo orgogliosi di te, ragazzo. Tutti noi. Quando tutto questo sarà finito…beh, speriamo che un giorno tu possa diventare come noi.”
 
 
 
Hermione vide la Fiamma del Calice di Fuoco spegnersi improvvisamente. I corpi di Albus e James Potter vennero rigettati dal Labirinto così come quello della piccola Lily.
Una porta del Labirinto rimase aperta, aspettando che Draco uscisse con la Coppa in mano.
Esci di lì. Dannazione, Draco! Esci di lì!!!
Silente iniziò sul serio a preoccuparti quando attorno a loro si spense il sole e l’arena venne circondata da terribili nubi.
“Ancora una volta il tuo Amore ha fallito, Silente! Il Male tornerà a vincere!!” disse una voce di donna, ridendo.
Quella risata…
Hermione scese fino al centro dell’Arena, correndo verso l’ultima porta che stava iniziando a chiudersi.
“Draco!!!!” chiamò inutilmente, finché la porta non si chiuse di fronte a lei.
“E’ tutto inutile, Mezzosangue. Il giovane Malfoy è mio” continuò quella voce ridendo.
Quella risata…
Thomas rimase pietrificato sul posto, mentre vedeva Hermione scossa dai singhiozzi.
“Zia Bella…”
 
 
 
Draco si trovava davanti alla vecchia entrata di Malfoy Manor. Venne percosso da un brivido freddo lungo tutta la schiena appena entrò dentro casa sua.
“Benvenuto nel mio regno, Ultimo Oracolo” lo accolse una voce così famigliare ma allo stesso tempo sconosciuta.
“Chi sei?”
“Oh, tu mi conosci molto bene, mio giovane Oracolo” gli rispose quella voce in modo sensuale:”Perché non vieni qui in salotto per conoscermi?”
Sebbene Draco non volesse andarci, i suoi piedi si mossero verso il vecchio salotto di Malfoy Manor.
Gli si gelò il sangue nelle vene quando vide una donna poco più che ventenne, i capelli lunghi neri e ricci che a mala pena le coprivano il petto nudo, lasciando poco spazio all’immaginazione, sdraiata sul divano del salotto.
Quella donna…
“Zia Bella…”

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Capitolo 18
*** Una vita fa... ***


Capitolo 17.



“Sono davvero contenta di rivederti, Draco” disse Bellatrix, avvicinandosi a suo nipote.

Draco non poteva crederci. Come aveva fatto quella pazza a ritornare in vita? E così giovane per di più?

Aveva la pelle bianchissima, non pallida ed emaciata come la sua, semplicemente...bianca come se fosse stata esposta per tutto quel tempo ai raggi lunari. I capelli neri e ricci erano lasciati sciolti e ricadevano sulle spalle. Morbidi, non crespi come quando era uscita da Azkaban una vita fa. E quel corpo...

Zia Bella non era mai stata brutta. Era pazza, maniaca, vendicativa, sadica...ma non brutta. Mai brutta. E quel nuovo corpo ne era la dimostrazione. Non che lei avesse mai nascosto le sue forme, ma per Morgana! Era proprio un'esibizionista!

Contegno, Draco. Contegno.

“Come hai fatto? A ritornare in vita intendo?” le chiese, cercando di non guardarla negli occhi. Iris gliel'aveva ripetuto più volte.

Evita i suoi occhi, sono peggio di prigioni e catene.

“Merito di uno stupido Potter” disse la donna, guardandosi distrattamente le unghie:”Albus Severus è molto facile da manovrare. E' bastato mettergli una pulce all'orecchio e dirgli come fare per evocare colei che lo porterà al potere e lo farà diventare superiore a suo fratello James per riportarmi in vita. Ah, la gelosia...ottimo strumento per cstringere le persone a fare quello che vuoi.”

“Da quanto tempo...?”

“Da metà dell'anno scolastico. Da quando gli occhi di Iride sono diventati rossi...Mi aspettavo che fossi tu il primo a crollare, invece è stata la tua dea. Molto bravo, Draco.”

“Che cosa vuoi da me?” le chiese, sibilando come un serpente.

Doveva andarsene da quel posto, altrimenti si sarebbe pentito delle sue azioni. Per quanto riuscisse a mantenere il controllo sulla sua Mente e sulla sua Anima, non riusciva a farlo sul suo Corpo. Sentiva un'inspiegabile attrazione per lei, quasi da diventarne matto.

Resisti, per l'amor del cielo, resisti.

“Non è ovvio? Voglio te, Draco” gli disse con voce sensuale e maliziosa.

No. Che cosa vuoi realmente.

“Oh beh...se la metti in questi termini...Voglio riportare in vita il Signore Oscuro. E tu mi aiuterai, mio caro nipotino.”

“Ah, ma allora è proprio un vizio! Ci ha tentato una vita fa Pansy con Hermione e non c'è riuscita. Cosa ti fa credere che il tuo esito sarà diverso?”

“La tua voglia di vendetta, caro.”

“Io non ho nessuna voglia di vendetta, cara zia. Voglio solo essere lasciato in pace.”

“Davvero? A me sembra proprio il contrario. Sai...immaginavo che tu volessi vendicarti nei confronti di Hermione e di Thomas. Non erano per caso le due persone di cui più ti fidavi?”

Tipico da Serpe colpire dove più fa più male...

Draco sentì qualcosa all'altezza del petto rompersi. Come se non dovesse più esserci al suo interno un Cuore in grado di battere.

Mantieni il controllo. Non mostrare mai le tue debolezze...

“Non ha importanza. Se sono felici così, a me sta bene. Posso averne a milioni di ragazze migliori di Hermione.”

“Come me, per esempio. Perché non ti vendichi tradendola con me?” gli propose di nuovo maliziosa e sensuale.

Draco alzò un sopracciglio. Perché così tanta voglia di copulare insieme?

E' il momento, attacca!

“Cos'è zia? Negli Inferi nessuno ti ha soddisfatta a dovere?”

Bellatrix rimase per un attimo ammutolita da quel commento, di certo non si aspettava che lui reagisse.

“A meno che...” continuò Draco.

Ma certo! Come aveva fatto a non pensarci? Andare a letto con lei era la fine. Era il simbolo della sua caduta interiore e morale, il simbolo lampante del suo passaggio al lato oscuro.

Oh, se lo poteva anche scordare!

“Scordatelo. Non verrò mai a letto con te!”

Zia Bella fece una risata isterica:”Oh, ci verrai eccome. E' tutto scritto nel Fato, sai? A quanto pare gli interventi dei tuoi amati dei hanno combinato qualcosa di davvero grosso per far intervenire in modo così pesante il Fato in persona. Capitolerai e questo è l'unico modo che avrai per farlo!”

“MAI!”

“Non mi lasci altra scelta allora...”

Improvvisamente si ritrovò nelle celle di Malfoy Manor, incatenato e schiacciato contro la fredda parete.

“Rimarrai rinchiuso qui finché non avrai cambiato idea.”

“Sognatelo...”

“Fidati, lo farai. Il Richiamo arriverà presto.”

 

 

Contemporaneamente nell'Arena la dea Iride iniziò ad urlare di dolore. Il suo gracile corpo si contorse e le parole di Thomas risuonarono vane al tentativo di confortarla.

I suoi occhi divennero più rossi del sangue, i suoi capelli più neri delle tenebre.

La trasformazione era stata finalmente completata.

 

 

NO!!!!!!!!!!!!

Cromo...non fare così...

Non posso crederci, Febo. Non voglio crederci.

Si risolverà tutto, vedrai.

Ho i miei seri dubbi.

Sei il dio del Tempo, Cromo. Sai che il tempo delle Tenebre è sempre limitato e, checché se ne dica, Draco ha un Cuore Puro. Il sole del Bene tornerà a splendere.

Vorrei avere la stessa Speranza che hai tu.

Te ne passo un po' allora. Tanto io ne ho tantissima!

 

Mi dispiace Cromo...Ho cercato di resistere il più possibile che ho potuto....



 

Passarono settimane intere senza che Draco facesse ritorno ad Hogwarts. Erano tutti preoccupati per lui e per la nuova minaccia che stava per formarsi.

Silente continuava a fare discorsi pieni di speranza e che terminavano con il solito mantra:”L'Amore vincerà su tutto.” Ma lui non si rendeva affatto conto che era stato il troppo Amore a causare tutto questo.

E intanto, in quella piccola cella infreddolita, l'Anima di Draco si stava pian piano dissolvendo. Aveva sperato che qualcuno venisse a salvarlo, a cercarlo. Ma né Hermione né Thomas vennero mai in suo aiuto. Solo Blaise e Theo cercarono di aiutarlo, invano. Il vecchio Malfoy Manor era circondato da un alone di Magia Oscuro impenetrabile per chiunque. Chi era dentro poteva poi uscirne, ma nessuno poteva entrarvi.

C'erano stati dei momenti in cui aveva creduto di cedere alle Tenebre, momenti in cui il suo Corpo si ribellava alla sua Mente e alla sua Anima e cercava solo l'appagamento con il corpo sensuale di Bellatrix. Ma c'era sempre stata un'ultima piccola speranza: Hermione forse stava piangendo per lui, forse lo amava ancora.

Solo a causa di questo non era ancora impazzito. Ancora capitolato.

Ma anche le Menti più forti sono costrette a cedere prima o poi...

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Capitolo 19
*** Riunione di dei ***


So che è cortissimo, ma dovevo scriverlo. Il prossimo sarà più lungo, lo prometto!

-Fé-

 
Capitolo 18.
 

Bellatrix iniziava a perdere la pazienza. Era passato un mese e quello stupido non era ancora crollato. Da dove trovava tutta quella forza interiore, se Hermione non aveva fatto niente, niente, per riportarlo a casa? Da dove trovava tutta quella forza per non impazzire, quando stava da giorni senza vedere la luce del sole?

L'aveva sottovalutato, doveva ammetterlo. Credeva che il nuovo Draco fosse identico a quel ragazzino viziato e vigliacco che sua sorella Narcissa aveva cresciuto. Aveva creduto che fosse uguale a quel ragazzo impaurito che non era stato in grado di tenere ferma la bacchetta e uccidere Silente.

Evidentemente aveva sbagliato i suoi conti.

Sbuffò e si avvicinò alla sfera che le permetteva di osservare dentro la sua cella. Se ne stava rannicchiato in un angolo, dondolandosi avanti e indietro. E, nonostante tutto, non aveva intenzione di cedere.

Pazienza. Avevano ancora un po' di tempo.

 

 

Blaise e Theo tornarono tardi quella sera ad Hogwarts. Silente li aspettava nel suo ufficio per sapere se ci fossero o meno delle novità, ma rimase sconvolto quando li vide. Avevano un'espressione sconsolata e delusa, come se tutto questo fosse colpa loro.

“Ragazzi, andate a riposarvi adesso. Sono giorni che provate a raggiungere Draco senza sosta. Lui non vi vorrebbe conciati così.”

In quel momento Hermione irruppe nell'ufficio, facendo sbattere la porta. Aveva il fiatone, come se si fosse fatta dalla torre dei Grifondoro all'ufficio di Silente di corsa.

“Hermione, cara, cosa ti prende?” chiese amichevolmente Silente, facendole segno di sedersi.

“Io...credo di sapere come trovare Draco.”

Blaise e Theo scattarono sull'attenti:”COSA?”

“Beh, voi dite che il nuovo Malfoy Manor non ha niente di strano, giusto? Questo perché Draco e Bellatrix non si trovano lì. La Passaporta che era nella Coppa Tre Maghi l'ha portato nel suo vecchio Malfoy Manor. Quindi c'è un buco spazio-temporale, per questo non riuscite ad entrare o a trovarlo. Bisognerebbe trovare qualcuno che riapra il buco e ci porti da lui.”

Silente annuì e le fece un sorriso orgoglioso:”Questa è l'Hermione Granger che ho conosciuto. Sai anche come farlo?”

“In un primo momento ho pensato alla Giratempo, ma sarebbe troppo complicato, rischieremo di cambiare troppo il presente e il futuro” mentre parlava, Silente annuì concorde:”E poi mi è venuto in mente...un Ricordo.”

“Quale ricordo?” chiesero Theo e Blaise in coro.

“Ricordate quando Pansy mi rapì per farmi diventare il nuovo Signore Oscuro? In una riunione Draco stava suonando il piano e ad un certo punto Cromo ha fermato il tempo...”

“Creando così un buco spazio-temporale” dedusse Blaise.

“Esatto.”

“Noi potremmo invocare il dio del Tempo e chiedergli di portarci da Draco!” concluse Theo.

“Non credo sia così semplice...” disse Silente, interrompendo il loro entusiasmo:”Avete sentito spesso la voce del dio del Sole e del dio Messaggero: loro hanno le mani legate. E' il Fato che decide adesso.”

Blaise ci pensò su e poi disse:”E se chiedessimo a Cromo di portare solo uno di noi da Draco, non per liberarlo, ma per sincerarsi delle sue condizioni? Hermione, per esempio?”

Silente alzò un sopracciglio:”Dove vuole arrivare, signor Zabini?”

“Che potremmo sfruttare il fattore Amore per una volta, visto che per lei Amor vincit omnia, non crede?”

Non funzionerà” disse una voce imponente alle loro spalle. Quando si girarono, il dio del Tempo era di fronte a loro.

“Cromo...” sussurrò Hermione.

“Felice di rivederti, Hermione. Non mi piace la piega che sta prendendo questa conversazione. Mi state chiedendo troppo.”

“Ma è per Draco!” urlò Hermione.

“Dovevi pensarci prima di tradirlo, ragazzina” disse il dio, colpendola dove più le faceva male.

“Oh, andiamo Cromo, non essere così severo” disse Apollo, comparendo al suo fianco.

“Taci, dio Lampadina” sibilò Cromo.

“Per una volta sono d'accordo con Apollo” disse Eros, apparso anche lui al fianco del dio del Tempo:”Insomma, noi non ci stiamo intromettendo proprio nella storia della trasformazione di Draco...La stiamo solo ritardando, perché contiamo sull'Amore di Hermione per lui.”

“Non funzionerà” ripeté Cromo.

“E se per caso mi scappasse una freccia dal mio arco ed Hermione provasse l'irresistibile impulso di andare a trovarlo? Come la mettiamo?” chiese Eros, giocando con una sua freccia.

“Io credo che dovremmo parlarne tutti insieme lassù, sull'Olimpo” intervenne Cromo.

“Perché?” domandò Apollo:”Siamo tutti qui. A parte Hermes, ma lui è con Iride.”

“Perché queste non sono faccende che gli umani devono sentire.”

“E se noi avessimo Zeus dalla nostra parte?” ghignò Hermes, apparso proprio in quel momento con il corpo senza sensi di Iris.

“IRIS!!!” urlò preoccupato Cromo, prelevandola dalla braccia di suo fratello.

“Sta bene, è solo svenuta” gli disse Hermes:”Comunque, papà sarebbe disposto a darci una mano.”

“Lo chiami papà solo quando ti fa comodo, dio alato” insinuò Apollo.

“Taci, dio Lampadina” disse Hermes:”Eros...al tre fa scoccare una freccia, sarà Zues a creare il buco spazio-temporale.”

“Aspettate!” disse Cromo:”Va bene, lo farò io, ma ad una condizione.”

“Quale sarebbe, dio del Tempo?” domandò Silente.

“Proteggete il corpo di Iride. Bellatrix potrebbe usarla per portare Draco dalla sua parte.”

Blaise e Theo annuirono:”Ci pensiamo noi.”

“Perfetto. Domani all'alba inizieremo con la missione” disse Cromo determinato:”Per adesso, riposatevi tutti.”

 

Ti proteggeremo noi, Ultimo Oracolo. Devi solo arrivare a domattina...

Fa' presto, Cromo. Le mie difese non sono eterne...

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Capitolo 20
*** Il Fato e il Vaso di Pandora ***


Nota dell'Autrice:

Per Merlino, è da un secolo che non scrivo qui!!! E me ne vergogno moltissimo, ci tengo davvero a questa storia e averla lasciata a un punto morto per sei mesi e più mi stava uccidendo. Mi dispiace tantissimo non aver aggiornato in tutto questo tempo, ma l'università si è presa tutte le mie energie, lasciandomi senza per tutte le mie storie.
Spero che qualcuno di voi riesca a perdonarmi e riesca a riprendere il filo della storia.
Spero anche che questo capitolo, scritto una notte in cui non riuscivo a dormire e mi sentivo abbandonata come Draco, vi piaccia.

Vi lascio inoltre il link della mia pagina su fb, se qualcuno avesse delle domande o delle curiosità per me ;)
https://www.facebook.com/pages/Fedemorningrockefp/663566033691978

Buona Lettura ;)

-Fé-

 
Capitolo 19.
 

Cromo si trovava in infermeria ad accudire una Iride piuttosto debilitata. Da quando Hermes l'aveva riportata a Hogwarts, il giorno prima, non si era ancora svegliata.

Le accarezzava i lunghi capelli neri e cercava di entrarle nella mente, in modo da captare qualche indizio sulla sua condizione fisica, ottenendo però scarsi risultati. Le sue barriere mentali erano alzate al massimo e niente, nemmeno lui, poteva farle abbassare.

Mio Dio, Iris, che cosa ti ha fatto quella donna?

“Le ha fatto vedere quello che sarebbe successo” disse una voce alle sue spalle.

Cromo si girò di scatto, ma non vide niente. Niente, tranne una piccola sfera di luce luminosa.

“Chi...chi siete?”

“Voi dei pagani mi chiamate Fato. Altri credenti mi hanno dato molti altri nomi, Dio, Allah, Jahvé...molti nomi diversi e di diversa importanza, ma tutti sono adatti a me. Adatti a ciò che rappresento: la Speranza, la Fede e l'Amore.”

“Per la barba di Merlino...” sussurrò Cromo, in preda a mille sensazioni diverse.

“Sì, è una mia creatura anche lui. Come te, Hermes, Iris e tutti gli altri. Siete tutti subordinati a me. E devo dire, dio del Tempo, che sono rimasto molto...deluso della piega che hanno preso le cose. Mi aspettavo finalmente un lieto fine, uno vero questa volta. E invece quel povero ragazzo soffre ancora, soffre terribilmente. Solo io riesco a percepire tutto il dolore che prova. Tradito dal suo stesso Cuore e dal suo amato fratello, riesci a crederlo? Il poveretto è a pezzi.”

La luce continuava a girargli attorno, quasi a incitarlo a rispondere, ma Cromo rimaneva muto, impossibilitato a parlare.

“Credo, Cromo, che io e te siamo giunti alla stessa conclusione. Lo so, lo sento.”

“Io...non ho avuto nessuna conclusione, Signore.”

“Io invece credo di sì. Altrimenti non avresti atteso un altro. Altrimenti non saresti qui ad aspettare che Iris si svegli per parlargliene. Parlane con me, dio del Tempo.”

“Io...”

“Sì?”

“Io credo che Draco non sia in grado di abitare qui, sulla Terra. Non è fatto per vivere tra i mortali.”

“E perché lo pensi?”

“Fin da quando era piccolo, in questa e nell'altra vita, ha sempre dovuto affrontare gravi problemi più grandi di lui per via delle sue visioni. Vedeva cose che stavano per accadere e, quando ha potuto, ha cercato di porvi rimedio. E' sempre stato l'Ultimo Oracolo, una persona al di sopra dei comuni mortali, al di sopra della razza dei Maghi, ma al di sotto di noi divinità. Non appartiene al Cielo, ma non appartiene nemmeno alla Terra. E' troppo, persino per lui.”

“Continua. So che hai trovato una soluzione.”

“E se lui smettesse di vivere qui? Se ascendesse al Cielo? All'Olimpo? Sarebbe un ottimo dio pagano. Un ottimo Angelo Custode per tutti i Maghi, una nuova leggenda per le generazioni che verranno. Un mito più potente di quello di Merlino, conosciuto al pari di quello di Harry Potter.”

“Sarebbe perfetto. E come speri di ottenerlo? Lo sai che dovrai correre qualche rischio, vero?”

Cromo annuì:”Il ragazzo deve morire.”

“No, Cromo. Non deve affatto morire. Deve solo lasciarsi andare. Deve permettere ai suoi poteri di prendere il controllo di tutto se stesso. Il controllo del suo Cuore e della sua Ragione, della sua Mente come della sua Anima. Solo così potrà essere un dio pagano. Avete fatto tutti così. Io lo so, io c'ero quando vi siete dati questo ruolo.”

“Lui non si lascerà mai andare. Il suo amore per Hermione lo lega a questo luogo.”

La luce si allontanò da lui, dall'infermeria, dicendo:”Non mandare Hermione da lui, allora. Mandagli l'unica persona che gli è sempre rimasta accanto, che non l'ha mai deluso.”

“Iris...”

“Mandagli la sua semidea, Cromo. Lei saprà che cosa dirgli.”

“Aspetta! Lei sta male, come farò a...”

“Cromo...” disse la voce flebile di Iride.

Il dio del Tempo si girò verso di lei, stupito:”Iris!!! Stai bene?”

Lei annuì e lo guardò allarmata:”I miei occhi. Di che colore sono i miei occhi, Cromo? Ti prego, dimmelo!!”

Cromo le sorrise fiducioso:”Sono argentei, Iride. Sei tornata in te. Sei tornata da noi.”

Le lacrime iniziarono a bagnare le guance di Iris mentre realizzava che finalmente tutto quell'incubo era finito.

“Draco ha bisogno di te, Iride. Ora più che mai.”

 

********************************************************************************

 

Si ritrovarono tutti nello studio di Silente. Blaise e Theo ancora scossi dalle lunghe ricerche per trovare il loro amico di un tempo, Hermione abbracciata a Tom, la sua nuova ancora di salvezza, Harry vicino a Silente, il suo mentore, in cerca di coraggio, Hermes, Eros, Apollo, Cromo e Iride al centro dell'ufficio, concentrati sul loro compito.

“Ripetiamolo ancora una volta, giusto per esserne sicuri” disse Harry, rompendo il silenzio.

Hermes prese la parola:”Adesso Cromo aprirà un buco spazio-temporale, in modo da raggiungere il vecchio Malfoy Manor dov'è l'Ultimo Oracolo. Io, Eros e Febo gli daremo una mano a tenerlo aperto, in modo che Iride, andrà lei su questo non si discute Hermione, possa avere tutto il tempo necessario per assicurarsi che lui stia bene. Una volta fatto questo, tornerà da noi e ci organizzeremo per salvarlo.”

“Non credo che sarà necessario” intervenne un altro dio.

Tutti si voltarono verso di lui.

“Ade” disse Iris:”Che cosa ci fai qui?”

“Voglio riportare l'ordine. E' già da troppo tempo che quella pazza è tra i vivi. Il suo posto è nel mio regno.”

“E come speri di catturarla? Draco non è riuscito a scalfirla, come pensi di poterlo fare tu?” gli chiese Hermione, sfogando su di lui tutta la sua preoccupazione.

“Con questo” rispose tranquillamente Ade, mostrando loro un piccolo scrigno.

Silente e Apollo fecero un fischio di apprezzamento, mentre Hermes, scuotendo la testa divertito, disse:”Hai tirato fuori la cavalleria, zio Ade?”

“E' quello che ci serve” disse l'altro con un'alzata di spalle.

“Ma che cos'è?” chiese Hermione, ma nessun dio le rispose. Lei allora alzò gli occhi su Tom che era rimasto pietrificato da quella visione:”Tom?”

“E' il Vaso di Pandora, Herm.”

Quel Vaso di Pandora? Quello con dentro tutti i Mali della Terra?”

Tom annuì:”Ade lo utilizza contro noi spiriti ribelli. Quando ci allontaniamo troppo dal nostro posto, infestando il mondo, ci rinchiude lì dentro per un periodo che ci pare eterno. E' la tortura peggiore per qualsiasi spirito, perché lì dentro torni ad avere un corpo e provare dolore, paura e pazzia. Non invidio zia Bella in questo momento.”

Ade ghignò, un ghigno degno di qualsiasi Malfoy:”Te lo ricordi bene, vero Thomas? Ci siamo divertiti io e te giocando con questo piccolo scrigno. Beh, allora...iniziamo?”

Cromo annuì, concentrandosi sullo scorrere del Tempo:”Che inizino i giochi.”

 

********************************************************************************

 

Draco continuava a dondolarsi avanti e indietro, canticchiando una vecchia ninna nanna, la stessa che sua madre usava per farlo addormentare le prime volte che i suoi poteri si manifestarono. Non sapeva come, ma era sempre riuscito a calmarlo, facendolo entrare in uno stato di pace e serenità che non si allontanava fino alla prossima catastrofe.

E anche adesso, in quegli ultimi giorni passati dentro il suo passato, riusciva a tenerlo calmo.

Cromo, ma dove sei? Avevi detto che saresti venuto a prendermi...

Improvvisamente, sentì un forte vento dentro la sua cella e una luce accecante invaderlo. Vide due figure fuoriuscire dalla luce e venirgli incontro.

“Draco...Draco, come ti senti?”

Una delle due figure venne verso di lui, accarezzandogli una guancia. Aveva una voce così dolce da sembrare ultraterrena, angelica quasi.

“Draco, guardami. Guarda verso di me”.

Fece come lei gli diceva, non capendo esattamente che cosa volesse da lui, così debole...così vulnerabile com'era in quel momento.

Vide due occhi argentei e brillanti che sembrarono restituirgli lo stato di benessere che aveva nella sua infanzia, prima che i suoi poteri si manifestassero.

Iridion” sussurrò, beandosi di tutta quella luce che lo stava invadendo.

“Sì, Draco, sono io. Sono venuta a prenderti. Ti riporto a casa adesso, va bene?”

“Casa?”

“Sì, a casa. Ti riporto a Hogwarts dove Blaise e Theo ti stanno aspettando. Eravamo tutti così preoccupati per te, Draco.

“Hermione...”

Iride annuì forte:”Anche lei ti sta aspettando, assieme a Tom.”

Una fitta lacerò l'anima di Draco, realizzando che Hermione non era più sua, ma di suo fratello.

Una risata isterica gli uscì dalle labbra, facendo spaventare Iride.

Che gran bello scherzo del destino. Riportava in vita suo fratello, lo riportava addirittura all'età in cui morì e lui gli rubava la ragazza, il suo Cuore.

All'inizio si era sentito tradito e abbandonato, ma alla fine il suo stesso cuore, così abituato a soffrire, aveva incassato il colpo e pian piano era ritornato a battere giusto lo stretto necessario per ritornare a vivere.

L'unica cosa a cui auspicava era la Pace, la Pace Eterna.

Che Hermione e Thomas si sposassero pure. Alla sua Anima, alla sua Mente non importava più niente di tutti e due. Gli erano completamente indifferenti.

E tutto questo l'aveva realizzato in quel periodo di sofferenza e doveva solo ringraziare zia Bella per questo.

Doppio scherzo del destino.

“Iridion, dobbiamo andare. Cromo e gli altri non riusciranno a tenere aperto il passaggio ancora a lungo” disse l'altra figura.

“Ade?” sussurrò Draco, sentendo due braccia forti sollevarlo da terra.

“Sì, Ultimo Oracolo. Sono io.”

“Che ci fai qui?”

“Ho punito lo spirito ribelle di tua zia, ecco tutto. Mica sono venuto qui a salvarti le chiappe perché ero preoccupato per te. Non sono mica quel sentimentale di mio fratello Zeus.”

Draco sorrise:”No, certo che no. Hai usato l'Eterna Dannazione?”

“Il Vaso di Pandora”.

“Ah, c'ero quasi.”

“Adesso sta zitto e reggiti forte, okay? Stiamo per tornare al presente.”

Draco non sentì niente, fino a quando non percepì il pavimento freddo di Hogwarts sotto i suoi piedi e due paia di braccia, braccia umane e non da dio pagano, stringerlo.

“Dra, per Merlino! Credevamo di averti perso!” dissero in coro Theo e Blaise.

Ah, questa è casa.

Finalmente.

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Capitolo 21
*** Svuotato ***


Nota dell'Autrice:
Soooonoooo tooornaaaataaaaaa :D
Ammettetelo, questa volta sono stata brava! Solo tre mesi vi ho fatto attendere :D
Cioè, sempre meglio di niente, no? :D
Volevo ringraziare tutti quelli che continuano a leggere, seguire, ricordare, preferire e recensire Mente e Anima. Spero proprio di non deludervi tutti quanti! ^^
Vi lascio il link della mia pagina su fb, se volete dirmi qualcosa o rimanere aggiornati sulle mie storie
https://www.facebook.com/pages/FedeMorningRockEFP/663566033691978?ref=hl

Spero che il capitolo vi piaccia e...niente, buona lettura! ^^

-Fé-

 
Capitolo 20.
 
 

Casa.

Hogwarts era stata casa sua una volta. Il posto che sapeva, in ogni angolo, di lui ed Hermione assieme. Poco importava il dolore che aveva provato tutte le volte che lei lo lasciava per andare da Weasley o da James Potter, loro ritornavano sempre insieme.

Casa.

Non avrebbe mai più considerato Malfoy Manor casa sua. Non dopo tutto quello che aveva passato. Il vecchio Malfoy Manor sapeva ancora di Mangiamorte, del Signore Oscuro...di morte, semplicemente. Il nuovo, invece, sapeva di una felicità fasulla, una nuova vita che non aveva fatto altro che farlo soffrire come prima. Nel vecchio vedeva la sua infanzia felice con Tom e i terribili momenti della sua morte. Nel nuovo vedeva la falsità di suo fratello. A che scopo farlo crescere nell'Amore, se poi glielo portava via?

Chi poteva essere così...crudele?

Una Serpe, ovviamente. Una Serpe con un quarto di sangue Riddle nelle vene.

Casa.

Dove cercarla adesso? Che posto doveva chiamare con quel nome?

Non certo Malfoy Manor. Non certo Hogwarts.

Non c'era un posto che potesse chiamare così.

Nessun luogo.

A che scopo dunque vivere?

Patetico.

Così si sentiva. Si sentiva patetico, steso in quel letto dell'infermeria, immobile, incapace di muovere un singolo muscolo talmente era tanto il dolore che provava.

Patetico.

Se lo ripeteva continuamente. E, d'altronde, era quello che era.

Sospirò, sopprimendo l'istinto di piangere.

Solo.

Ecco come si definiva.

Senza Cuore, perché Hermione aveva preferito Weasley, Potter e il suo stesso fratello a lui.

Senza Anima, perché il dolore che la vita gli aveva causato l'aveva dilaniata e lacerata in mille pezzi.

Senza più una Mente che ragionasse, senza più una Ragione a dirgli cosa era giusto e cosa sbagliato.

Solo.

Senza più famiglia, senza un posto dove stare.

Che ne sarebbe stato di lui?

Fece una risata isterica nel buio della notte. A chi sarebbe importato alla fin fine di che fine avrebbe fatto?

A nessuno.

A nessuno importa di un cuore solitario e patetico.

Tanto valeva lasciarsi morire lentamente.

D'altronde si era assuefatto da tutto quel dolore. Qualche grammo in più non avrebbe fatto poi questa gran differenza.

Evviva Re Draco, il re dei patetici.

 

**************************************

 

Blaise lo guardava dormire profondamente, le braccia conserte e strette al petto.

Sospirò pesantemente, ripensando a quante ne avevano passate loro due assieme. Prima il dolore per la perdita di Tom, poi i Poteri dell'Oracolo, i Mangiamorte, il Marchio e la Seconda Guerra Magica, per non parlare poi dei nuovi Mangiamorte e di Hermione. E adesso sempre la solita storia: i Poteri, Hermione, i Mangiamorte, la perdita di Tom.

Sembrava tutto un unico circolo vizioso. Eterno soprattutto.

Si chiese quanto ancora Draco potesse andare avanti, quanto altro male potesse reggere. Perché era palese che ne sarebbe arrivato dell'altro. Bastavano due parole interpretate male, Hermione e Thomas che facevano questa o quella cosa e tutto il suo mondo sarebbe crollato di nuovo.

Ma, per Salazar, non c'era mai fine a tutto questo?

“Blaise, smettila. Sento i tuoi pensieri” disse Draco da sotto le coperte.

Blaise si ridestò dai suoi pensieri:”Scusa, mi dispiace. Come ti senti?”

Draco esitò un paio di secondi di troppo prima di dire:”Svuotato.”

“Sì, posso immaginare. Hai fame? Senti dolore? Vuoi...”

“No!” urlò Draco:”No” ripeté più calmo:”Va bene così. Sto bene così con te che mi fai da cane da guardia. Mi va bene questa quiete, Blaise.”

“Okay, Draco.”

Passarono alcuni minuti in cui nessuno dei due proferì parola. Rimasero semplicemente ad ascoltare l'uno il respiro dell'altro, cercando di regolarli all'unisono.

“Tu stai bene?” chiese alla fine Draco, girandosi verso di lui.

Blaise si stupì di quella domanda. Come poteva porgergliela?

Non era lui quello che aveva dovuto sopportare il dolore della perdita dell'Amore. Lui l'aveva ritrovato per fortuna.

Non era lui quello che aveva dovuto sopportare la pressione psicologica di una zia impazzita tornata dal passato. Lui aveva solo cercato di riportarlo indietro.

Certo, era stato in pensiero per lui, tutte le volte che non aveva Draco sott'occhio si innervosiva e si preoccupava per lui. Ma non era lui ad essere solo al mondo.

Draco invece sì.

Eppure, nonostante tutto quello che aveva passato, si preoccupava per lui.

Era...tremendamente ingiusto.

“Potrei prenderti per un Tassorosso, sai? Sempre preoccupato per gli altri” gli disse ghignando da vera Serpe.

Draco rispose al suo ghigno con un altro:”Non fare lo stronzo. Vi sentivo, a te e a Theo, mentre cercavate di riportarmi da voi. Volevo sapere come...”

“Sto bene. Sta' tranquillo. Anche Theo sta bene. Siamo entrambi contenti che tu sia tornato.”

Draco annuì, tenendo sempre gli occhi chiusi:”Qualcosa ti turba però.”

Blaise sospirò:”Mi chiedevo solo come ti sentissi, anche se so che continuerai a dirmi che stai bene pur di non farmi preoccupare. Mi chiedevo come ci si dovesse sentire ad essere...”

“Pateticamente soli?” lo interruppe Draco.

“Io avrei detto “abbandonato”, ma se tu ti definisci così...”

“Blaise, non tentare di psicoanalizzarmi, mi faresti venire solo un gran mal di testa. Sono solo, tutto qui. Lo sono sempre stato in un certo senso. E non fare quella faccia.”

“Quale faccia?”

“Quella che dice 'Non sei solo, ci sono qua io con te'. Lo so che tu sei sempre al mio fianco, così come Theo. Ma non è la stessa cosa, capisci? Noi tre ci siamo costruiti un legame che ci tenesse uniti. Io ho bisogno di un legame che si è creato da solo, come con Thomas o con Hermione. Ma sono fili che si sono spezzati, quindi dovrò trovarmene di nuovi, tutto qui.”

“Sempre piuttosto ottimista per uno nella tua situazione.”

“E' facile essere ottimista alla luce del sole. E' di notte che mi sento...invaso dal terrore.”

“Allora rimarrò qui ancora un po', così non sarai del tutto solo” gli disse, mettendogli una mano sulla spalla:”Adesso riposati però. E' tutto il giorno che hai la febbre alta.”

 

**************************************

 

“Blaise, spostati!!!! Lo voglio vedere!!”

“No, Thomas. Tu non entrerai!” disse Blaise in tono irremovibile.

“Fammi passare, voglio vedere mio fratello!” ribatté l'altro, cercando una via per entrare in infermeria.

“Oh, adesso è tuo fratello? Solo adesso ti ricordi che lui è la tua famiglia?”

Thomas lo guardò con odio e gli sibilò in faccia:”Io non l'ho mai dimenticato!”

“Stento a crederlo visto che gli hai fatto entrare tu in circolo la nube oscura che stava per riportarlo al Lato Oscuro” gli sputò in faccia l'altro.

Iride, ben nascosta ai loro occhi, alzò un sopracciglio. Era come assistere a uno scontro tra Titani. Entrambi alla pari, entrambi incapaci di scalfire l'altro.

“Fammi passare. Devo parlargli” continuò Tom in modo autoritario.

“Dovrai passare sul mio cadavere.”

“Smettetela!” li interruppe Iride:”Comportatevi da adulti. Blaise, lascialo passare.”

“Ma, Iride...”

“E' suo fratello” fu la semplice riposta di Iride.

Blaise si spostò, ma lo fulminò con lo sguardo:”Se solo osi...”

“Accuccia Serpe” gli rispose Tom sempre sibilando.

Thomas entrò in infermeria, il passo incerto. Cosa gli avrebbe detto una volta di fronte a lui? Come avrebbe potuto scusarsi?

“Thomas” lo chiamò Draco, il tono della voce neutro, gli occhi chiusi.

“Come ti senti?” gli chiese l'altro, sedendosi di fianco a lui.

Che domanda idiota. Era ovvio che si sentisse una merda.

“Credo di avere qualcosa di rotto. Tipo qualche costola o giù di lì. L'Ossofast non sta facendo molto effetto.”

Tom si trovò impreparato di fronte a quell'atteggiamento. Era preparato alla rabbia, al rancore...all'odio. Ma non a quel tono noncurante, quel tono distaccato come se tra loro non fosse mai successo niente. Come doveva comportarsi?

“Posso...fare qualcosa?” gli chiese, avvicinandosi ancora di più a lui.

“Com'è il tempo?” chiese Draco tenendo sempre gli occhi chiusi.

“Cosa?”

“Dimmi com'è il tempo. Se muovo la testa per guardare alla finestra mi viene una fitta alla testa. Non posso muovermi, capisci? Mi fa male dappertutto. Dimmi com'è il tempo, così che io lo possa immaginare nella mia testa.”

Tom si alzò e spostò la tenda che copriva il panorama:”E' la tipica giornata uggiosa inglese. Grigia e umida.”

Draco fece un piccolo sorriso:”Mi rispecchia perfettamente. Fa freddo?”

“In effetti sì.”

“Ecco, anche quello mi rispecchia. Ironico, non è vero?”

Tom lo guardò, così immobile nel suo letto, e gli parve...così debole, così vulnerabile...

“Draco, senti, io volevo...”

“Non scusarti. Non è colpa tua.”

“Invece sì. Io ho tradito la tua fiducia, io...”

“No. Non sei stato tu. Zia Bella aveva preso il controllo della tua Mente, della tua Anima. E' stato il Thomas schiavo del controllo mentale a portare la Nube Oscura nella mia Anima, il Thomas Oscuro a voler riportare il Signore Oscuro in vita grazie a un Draco Oscuro. Tutta questa oscurità non è colpa tua. Non hai tradito la mia fiducia, non eri tu quello.”

“Ma ero io quando parlavo con Hermione. Ero io quello che te l'ha portava via.”

I pugni di Draco strinsero ancora di più il lenzuolo e le coperte del letto per non perdere il controllo. Quello fu l'unica manifestazione di una minima emozione da parte di Draco che ricevette Thomas.

“Non importa.”

“Cosa?”

Thomas rimase sbalordito. Non gli aveva insegnato a cedere. A perdere. Suo padre si starà rivoltando nella tomba in questo preciso momento.

“Non era destino, capisci? Non lo è mai stato. Non c'è mai stata speranza. Ci sono sempre stati degli ostacoli alla nostra storia.”

“Ma questa seconda vita doveva portarti la felicità, Draco.”

“Beh, non è successo. Agenti superiori hanno deciso così. Non posso farci niente. Tanto meno tu. Va bene così, Thomas. Dico sul serio. Adesso potresti uscire? Vorrei riposare.”

“Ma...non vuoi nemmeno parlare con Hermione per cercare di...”

“HO DETTO DI NO!!!!!!!” urlò Draco.

Una potentissima aura carica di rabbia fuoriuscì dal suo corpo, un'aura talmente potente da far scaraventare Thomas contro il muro.

“Draco...” provò di nuovo Tom quando fu in piedi.

“Potresti uscire? Per favore. Sono molto stanco” gli disse suo fratello con voce svuotata.

Tom annuì, ormai rassegnato. Non c'era più niente da fare ormai.

 

 

Iridion...

Sono qui accanto a te, giovane Oracolo.

Credi che abbia sbagliato a comportarmi così?

No, tutt'altro. Ti sei dimostrato al di sopra delle parti. Molto maturo da parte tua.

Iride...Non so cosa mi aspetta adesso...

Non ci pensare. Ti devi rimettere in forze, poi ci preoccuperemo del tuo futuro. Riposati, adesso.

Va bene. Com'è la notte?

Chiara, Draco. Nessuna tenebra si riempirà di te stanotte. Questa è una bellissima notte chiara.

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Capitolo 22
*** Solamente quando sarai pronto ***


Note dell'Autrice:
Ciao a tutte!!! Finalmente sono tornata a scrivere su Mente e Anima. Sono davvero dispiaciuta per tutta questa assenza, ma ho un sacco di altre storie a cui stare dietro, senza contare le One Shot che ogni tanto mi frullano nella testa. Spero che questo capitolo possa farmi perdonare.
Vi avviso che ormai siamo alle ultime battute per quanto riguarda Mente e Anima, ancora tre/quattro capitolo compreso l'Epilogo. Spero che però continuerete a seguirmi anche quando MeA sarà finita.
Per chi volesse essere sempre aggiornata sui miei aggiornamenti (che triste gioco di parole) vi lascio il link della mia pagina su FB
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Buona lettura!

-Fé-

Capitolo 21.

 
 
Uscito dall’infermeria Draco cercava di stare da solo il più a lungo possibile. Evitava i corridoi più affollati durante i cambi d’ora, non pranzava né cenava mai in Sala Grande insieme agli altri e faceva colazione il più presto possibile per dover salutare solamente i professori.
Di Tom ed Hermione no voleva nemmeno saperne. Più volte suo fratello aveva bussato alla porta della sua camera per recuperare un rapporto che ormai si era sgretolato del tutto. Hermione invece non si era mai fatta vedere, mai era venuta da lui e Draco ringraziava Merlino per questo. Se solo l’avesse vista, probabilmente l’avrebbe Schiantata. O torturata facendo uscire la vena sadica e pazza di zia Bella che c’era in lui. Perché Hermione era riuscita a far emergere dagli antri più remoti della sua Anima, dal fondo della sua stessa Mente, tutte le caratteristiche che lo avevano designato per ben due volte in due vite diverse a Serpeverde. Si era reso conto di volerla davvero denigrare come aveva fatto una vita fa, chiamandola Sanguesporco, Secchiona. Gli erano addirittura venuti in mente altri nomignoli cattivi. Approfittatrice era l’unico che non fosse così volgare. Si era anche reso conto di non sopportare più la sua voce, quella stessa voce che solo un mese prima avrebbe definito melodiosa e delicata. Quella voce era ingannatrice quasi quanto i suoi occhi.
I suoi occhi ingannatori e traditori.
Quegli occhi erano diventati per lui un qualcosa da evitare come la peste. Si ricordava ancora come una vita fa avesse sempre cercato quegli occhi ambrati, quasi potessero restituirgli la vita che si stava perdendo.
Quanto era stato sciocco…
Quegli occhi erano dei veri e proprio traditori. Lo erano sempre stati. E adesso lo erano ancora di più, soprattutto quando, una volta uscito dall’infermeria, li aveva visti colmi di finte lacrime per lui.
Chi cavolo credeva di poter infagottare?
Lui non di certo.
No, lui era fuori ormai dal suo incantesimo.
Hermione ormai poteva fare la vittima quanto voleva, ma lui non ci stava più al suo gioco.
Adesso si giocava secondo le sue di regole.
 
 
 
Harry Potter entrò nello studio del Preside Silente con la testa china. Si sentiva in colpa per tutto quello che era successo, per come fosse stato incapace di gestire la situazione al nuovo Torneo Tre Magi. Sperava che il suo mentore non fosse troppo deluso da lui.
“Harry, mio caro, siediti pure” gli disse Silente appena lo vide.
Il dio del Tempo non era stato cattivo con lui. Sul suo viso non si leggeva nessuna traccia di vecchiaia o di sofferenza. Certo, le rughe erano rimaste, gli occhi diventavano sempre più stanchi, ma non aveva mai perso quella lucentezza che l’aveva sempre contrassegnato.
Silente rimaneva la colonna portante di Hogwarts, che passassero solo dieci anni o più di un secolo.
“Mi avete fatto chiamare, professore?” gli chiese Harry sottomesso.
“Harry, mio caro, non sei più uno studente. Puoi tranquillamente chiamarmi Silente. Anche se a volte anche io dimentico che non sei più il ragazzo dello stanzino delle scope” gli rispose sorridendo.
Anche Harry sorrise:”Ogni tanto vorrei ritornare a esserlo. Mi sembra che ci fossero meno problemi allora.”
“Davvero? Nonostante Voldemort?”
Harry annuì. Era da un po’ di tempo che pensava a quanto era successo in quegli ultimi trent’anni. I nuovi Mangiamorte, Hermione trasformata nel nuovo Signore Oscuro, la seconda vita di Draco e Hermione, i suoi figli sotto il controllo dello spirito malvagio di Ron…Per non parlare poi di Bellatix che sbucava fuori dal nulla. Queste nuove calamità erano più devastanti di quelle che aveva affrontato lui da adolescente, e per questo ne era così spaventato. Sperava solo che si placassero prima o poi.
“Veniamo a noi Harry. Ti ho fatto venire qui per un motivo particolare.”
“Ditemi pure, signor Silente”.
“Come ben sai, Harry, sono molto vecchio. No, non contraddirmi, è un dato oggettivo. Alla fine dell’anno presenterò le mie dimissioni.”
“Sono sicuro che la professoressa McGranitt sarà un’ottima preside.”
Silente annuì:”Lo penso anch’io, ma ormai anche Minerva è anziana e a lei è sempre piaciuto più insegnare che gestire la burocrazia scolastica. Per questo ti ho fatto venire qui. Volevo proporti come mio sostituto.”
Harry sbarrò gli occhi:”Come scusi?”
“Voglio che tu prenda il mio posto, Harry” ripeté tranquillamente Silente, come se fosse la cosa più normale su questa Terra.
“Credevo che bisognasse essere un professore di Hogwarts per avere una minima possibilità di diventarne il preside, signore.”
Silente annuì:”E’ così infatti, ma credo che sia giunto il momento che le cose cambino ormai. Harry, per tutti questi anni Hogwarts ha avuto dei presidi che superavano i sessant’anni di età, presidi molto vecchi perché, com’è credo popolare, è la vecchiaia che ci rende saggi e capaci di gestire le situazioni più difficili. Ma, mio caro Harry, il mondo sta cambiando eci saranno sempre nuovi pericoli sempre più minacciosi a gravare sul Mondo Magico e su Hogwarts. Per quanto io confidi in Minerva, non so per quanto tempo avrà la forza necessaria di affrontare gravi problemi come quelli che sono appena accaduti con il Torneo TreMaghi e il signor Malfoy. Abbiamo bisogno di nuove leve, Harry,e chi meglio di te? Hogwarts è stata la tua casa quando non ne avevi nessuna, sei cresciuto tra queste mura e hai imparato a conoscerne tutti i segreti. Senza contare il fatto che sei stato il più giovane Auror nella storia e il più giovane CapoAuror della storia. Chi meglio di te potrebbe difendere Hogwarts e il significato che essa ha per tutti i giovani Maghi e per tutte le giovani Streghe? Ma, ovviamente, non voglio assolutamente obbligarti. Mi prometti che ci penserai?”
Harry annuì come un automa, ancora scosso da quella notizia. Si alzò senza aspettare il permesso di Silente e se ne andò, la testa ancora piena di tutte le parole che il suo mentore gli aveva appena detto. Doveva ancora digerire per bene la notizia prima di poter realizzare che Silente aveva assolutamente ragione.
Solo lui sarebbe stato in grado di affrontare il nuovo Futuro che attendeva Hogwarts. Solo il Bambino che è Sopravvissuto poteva garantire la sopravvivenza di milioni di altri.
 
 
 
Iride camminava avanti e indietro per la stanza, stando ben attenta a non farsi vedere, a non farsi nemmeno percepire, da Draco. Doveva dirgli una cosa importante, anzi importantissima, ma non trovava il coraggio per farlo. Cromo le aveva dato un arduo compito: convincere l’Ultimo Oracolo a cedere ai suoi Poteri per farlo diventare un loro pari, per sottrarlo a questa vita piena di sofferenza e per ergerlo a protettore di tutti i Maghi che verranno dopo di lui.
Ora, il vero problema non era la proposta in sé. Loro due ne avevano passate di peggio, lei stessa gli aveva proposto di peggio. Cos’era la possibilità di diventare un dio in confronto a quella di poter diventare il nuovo Signore Oscuro? Niente.
Il vero problema era la sua reazione. Per una volta, per la prima volta in tutta la sua esistenza accanto a Draco, Iride non sapeva come lui avrebbe reagito alla sua proposta. Da un lato sperava che lui le dicesse di no. Non aveva mai immaginato Draco in mezzo a loro nell’Olimpo. Se l’era sempre immaginato come un tenero padre di famiglia, con Hermione che gli sfornava un figlio ogni due/tre anni e con Tom accanto a lui che lo aiutava nella gestione delle multinazionali famigliari. Questo era l’avvenire che si era sempre immaginata per lui. Un avvenire che però non si sarebbe mai realizzato. Dall’altro lato invece pregava il Fato che lui dicesse di sì. Ragionando come una madre, voleva sottrarlo a tutto quel dolore inutile, portarlo in un posto dove non ci sarebbero più stati sofferenze e cuori spezzati. Voleva far sì lui si sentisse protetto e amato, anche se non da quella traditrice.
Ma queste erano le sue di speranze, cosa ne sapeva lei se erano anche quelle di Draco?
Iridion” la chiamò lui.
Lei sobbalzò e improvvisamente gli apparve davanti:”Sì?”
“I tuoi turbamenti interiori mi stanno facendo venire il mal di testa. Che cosa c’è?”
Iride sostenne il suo sguardo, quasi sfidandolo:”C’è una cosa che devo dirti.”
Draco, sdraiato sul letto con un braccio a coprirgli il volto, non si scompose minimamente:”Allora dimmelo.”
“In realtà è Cromo quello che dovrebbe dirti una cosa, ma a mandato me come messaggera. Lui avrebbe una teoria da esporti.
Draco sospirò pesantemente:”Iride, parla.”
“C’è un motivo se continui a soffrire in questo modo, Draco” disse Iride prendendo finalmente coraggio.
“Affido la mia Anima e la mia Mente a gente che non se lo meriterebbe?” azzardò Draco sarcastico.
“Beh, in parte. Ma c’è una ragione di fondo più importante. Tu non appartieni a questo mondo” disse Iride tutto d’un fiato. Via il dente via il dolore, giusto?
Draco si alzò di scatto dal letto:”Cosa vuoi dire con questo?”
“Tu non sei del tutto un mortale, Draco. Hai dei poteri che ti rendono superiore a loro. Non guardarmi così, non ti sto facendo uno di quei discorsi che ti faceva Lucius sulla purità del Sangue. Quello che sto cercando di dirti io va ben oltre. Sei l’Ultimo Oracolo, Draco. Questo ti rende una creatura a metà tra i mortali e gli dei. Nella tua vita passata magari potevi anche conviverci con questo fatto, ma adesso non più. In questa nuova vita i tuoi poteri sono cresciuti dentro di te fin dall’inizio, anche se io li avevo assopiti in un antro nascosto della tua Anima e della tua Mente. Sono cresciuti con te e sono diventati più forti con te. Tu sei più forte di prima. Ma adesso non riesci più a controllarli. Continui a lottare contro di essi, ma non capisci che l’unica cosa che devi fare è lasciarti andare e fare in modo che prendano il sopravvento. Solo così riuscirai a smettere di soffrire, elevandoti e diventando superiore a tutto questo dolore.”
“Iris, no. Smettila” disse Draco scuotendo la testa:”Non andare avanti.”
“Draco, vuoi davvero questo? Vuoi che smetta di andare avanti solo perché sto per darti una soluzione a tutto questo? Non è da te questo atteggiamento.”
Draco si alzò dal letto e andò verso di lei, urlandole contro:”Quello che mi stai proponendo tu è ancora peggio. Mi stai dicendo di scappare, di abbandonare questo mondo dimostrandomi il codardo che tutti pensavano che fossi quando ero un ragazzino!”
“Nessuno l’hai mai pensato in questa vita, Ultimo Oracolo” gli rispose lei glaciale:”Non sei più quel Malfoy. Con l’incantesimo di Cromo quel Malfoy non è mai esistito.”
Draco la guardò con gli occhi sbarrati:”Io…io non…”
Iride gli accarezzò una guancia come se fosse sua madre:”Draco, non ti piacerebbe rimanere con me e Cromo? Stare insieme a Hermes e Febo? Ti siamo sempre stati accanto durante tutte e due le tue vite, ti abbiamo amato e protetto. C’eravamo noi insieme a te durante la tua prigionia a Malfoy Manor per opera di Bellatrix. Noi non ti abbiamo mai abbandonato.”
Draco scoppiò a piangere. Che fossero lacrime di gioia o di dolore questo Iride non seppe dirlo.
“Fammi finire la scuola, prima. Ho alcune cose che devo sapere concluse prima di venire con te.”
Iride annuì lentamente, stringendolo a sé e cullandolo come aveva spesso fatto:”Quando sarai pronto, Draco. Solamente quando sarai pronto verrai con me.”

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Capitolo 23
*** Ti sto dicendo addio ***


Note dell'Autrice:
Eccomi qui tornata dal regno dei morti! Seriamente, pensavo di riuscire ad aggiornare prima, ma così non è stato e mi dispiace! D:
Spero che il capitolo vi piaccia lo stesso e che continuerete a seguire la storia per gli ultimi due capitoli che rimangono!
Vi lascio come sempre il link della mi pagina autrice per chi volesse scrivermi :)
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Buona Lettura! ^^

-Fé-



Capitolo 22.

 
 

Draco Malfoy si diresse in Sala Grande a testa alta. Tra pochi minuti il Preside Silente gli avrebbe conferito la Coppa del Torneo Tre Maghi, decretandolo il vincitore di questa edizione. Non aveva mai voluto partecipare davvero, era stato il Calice di Fuoco a sceglierlo, inaspettatamente certo, ma l'aveva fatto. Ed era fiero di essere riuscito a vincerlo, da brava Serpe qual era, nonostante tutte le difficoltà che aveva riscontrato.

Lui era un cambattente, non il codardo che era stato una vita fa.

Il suo Cuore e la sua Anima si erano mostrati per quelli che erano davvero: coraggiosi, come un vero Grifondoro. Ma la sua Mente, la sua Ragione, invece...Loro erano astute, furbe, capaci di trovare il punto debole in tutti e di scoprire la via di fuga più facile.

Poteva pure avere un Cuore e un'Anima da Grifondoro, ma la sua Mente e la sua Ragione sarebbero sempre state quelle di una Serpe, e questo cambiava tutto.

Percorse tutta la Sala Grande e si sistemò vicino a Potter.

“Signor CapoAuror” lo salutò con un ghignò.

Harry in quel momento rivide in lui il Draco di una volta, quello altezzoso e orgoglioso della sua prima vita e...Ne ebbe quasi paura.

“Draco, buongiorno.”

“Sai, Potter, credo che nessuno ti rispetterà come Preside se non sai mantenere a freno quello stupido tremolio adolescenziale della voce che ti ritrovi alla tua veneranda età.”

Eccolo. Il veleno della Serpe.

“Non ho nessun tremolio adolescenziale, Malfoy.”

“Sì, certo. E io sono la Fata Turchina.”

“Come fai a sapere che diventerò Preside?” chiese Harry stupito.

Draco lo guardò alzando un sopracciglio:”Questa domanda è una delle ragioni per cui il Cappello non ti ha mai smistato a Corvonero. Sono l'Ultimo Oracolo, ricordi?”

Harry arrossì per l'imbarazzo e rimase in silenzio per un po'.

L'imbarazzo che provava era dovuto non solo alla domanda stupida che aveva fatto prima, ma anche perché questo Draco lo metteva in soggezione. Da quando era tornato dalla prigionia al vecchio Malfoy Manor era sempre stato silenzioso, molto sulle sue. Questa sua improvvisa voglia di chiacchierare e sputare sentenze l'aveva spiazzato.

“Nonostante tutto, Potter, credo che farai un buon lavoro con questi ragazzi. Chi meglio di te può guidarli come Preside di Hogwarts? E poi i genitori saranno molto più sicuri a sapere te alla presidenza di questa scuola. Ma dovrai stare attento, non credere che ti aspetteranno tempi tranquilli.”

Ecco, questo era il Grifondoro che c'era in lui.

“Perché mi stai dicendo tutto questo?” gli chiese Harry, alzando un sopracciglio.

Draco fece spallucce:”Ti sto dicendo addio a modo mio.

“Addio? Cosa...Cosa vuoi fare?”

Di nuovo Draco fece spallucce. Questo suo atteggiamento menefreghista stava innervosendo Harry.

“Iride mi ha fatto una proposta e io l'ho accettata.”

“Che proposta? Per una volta puoi vuotare il sacco tutto d'un fiato?”

Draco espirò forte:”Iride pensa che questo non sia il mio posto, per questo continuo a soffrire. Mi ha offerto di diventare un dio a tutti gli effetti. Diventare come la mia Famiglia spirituale, insomma.”

“E...come intende farlo?”

“Questo ancora non lo so. Ma ti inviterò alla mia dipartita, va bene? Sarà bello avere tutti i miei amici attorno a me.”

“Blaise e Theo lo sanno?”

Draco rise:”Ovviamente. Non sono un codardo.”

“E...cosa ti hanno detto?”

“Beh, Blaise ha fatto un po' di storie. Sai, sa essere una mamma chioccia quando ci si mette. Ma alla fine ha capito. Theo l'ha presa male, non mi aspettavo che si mettesse a piangere. Avrei scommesso su Blaise, ma Theo sa essere una sorpresa. Entrambi però hanno capito e sanno che io sarò sempre con loro. Potrò venire a trovarvi, Iride me l'ha promesso.”

Harry e Draco si osservarono per alcuni istanti e Draco notò che anche Harry aveva le lacrime agli occhi.

“No, ti prego. Non metterti a piangere anche tu!”

“E' che...mi dispiace doverti lasciare andare, Draco. In questa nuova vita ti ho visto crescere, ti ho visto diventare un uomo. E, ti parlo come se fossi un tuo zio acquisito, sono fiero di te. Hai fatto un bellissimo cammino in questa vita e l'Olimpo deve essere fiero di averti con sé.”

Draco gli sorrise riconoscente e gli mise una mano sulla spalla:”Veglierò anche su di te, Potter, non temere” Draco fece una pausa e poi gli regalò l'ennesimo ghigno da Serpe:”E verrò anche a disturbarti. Non puoi mica sederti sugli allori!”

Anche Harry rise e lo abbracciò:”Sarò molto felice quando verrai a trovarmi, Draco!”

“Sì, certo. Va bene. Adesso staccati però, eh? Ho pur sempre una reputazione da mantenere!”

Harry sorrise e lo lasciò andare.

Aveva sempre pensato che Piton fosse il perfetto equilibrio tra Grifondoro e Serpeverde. Ma non aveva ancora capito a fondo Draco Lucius Malfoy.

 

 

 

 

Nel buio della notte Draco si introdusse nella camera di Tom.

Era da tanto tempo che non lo osservava. Poteva dire che era dimagrito, ma per quale ragione non sapeva dirlo. Dubitava che fosse per “colpa sua”, per tutta la preoccupazione che gli aveva causato. Era da tempo ormai che Tom non si comportava da Angelo Custode dell'Oracolo, era inutile vivere di fantasie.

Sebbene si vedesse che si stesse trascurando, il suo viso nel sonno era tranquillo e riposato, segno che, nonostante tutto, riusciva ancora a fare sogni tranquilli e a non sentirsi troppo in colpa.

In colpa per cosa poi? Non era mica stata colpa sua.

Era stata zia Bella a farlo passare al Lato Oscuro, sebbene per poco tempo. Era stata zia Bella a costringerlo a iniettargli la Nube Oscura. Sempre zia Bella a costringerlo a provarci con Hermione.

Se poi Hermione aveva scelto lui non era certo colpa di Tom.

E non era nemmeno sua, di Draco, la colpa.

Hermione era grande abbastanza per farele sue scelte da sola, senza essere condizionata o influenzata da nessuno. Aveva scelto Tom? Benissimo. Ma doveva imparare a vivere con le conseguenze di quest'atto, perché la resa dei conti tra loro era vicina.

“Draco...Cosa ci fai qui?”

Gli occhi grigi di Draco fissarono stupiti quelli più azzurrini di Thomas. Non aveva previsto che lui si svegliasse.

“Volevo...salutarti, tutto qui.”

“Beh, ciao Dra” gli sorrise Tom, sedendosi sul letto.

Draco si irrigidì, segno che non aveva apprezzato la leggerezza con cui Tom gli stava parlando.

“Non sono venuto qui per una chiacchierata notturna, Thomas.”

Tom sbuffò:”E allora perché sei qui?”

“Te l'ho detto. Per salutarti.”

“Parti?”

“Me ne vado, Thomas. Iridion...Lei mi porta con sé.”

“Nel Regno dei Morti?” chiese schifato Thomas:”Non è un bel posto quello, Draco. Te lo dico per esperienza personale.”

“No, non vado lì. Io...” Draco sospirò. Perché era così difficile dirlo? Aveva accettato ciò che Iride gli aveva proposto, sapeva che era la scelta giusta, ma allora perché esitare? Qual era il suo problema?

“Io diventerò uno di loro, Thomas, un dio dell'Olimpo” disse Draco tutto d'un fiato.

“Che cosa? Perché?”

“Iride pensa che io non sia fatto per stare sulla Terra. I miei poteri mi rendono superiore agli uomini, è per questo che non rieco a trovarmi bene qui. E io...io ho sempre saputo che era così, ma non volevo crederci perché ero troppo attaccato alla mia umanità. Ma adesso basta, sono stanco, Thomas. Non ne posso più di stare qui in mezzo a voi. Nono posso correre il rischio di arrivare ad odiarvi tutti e causare così una strage di umani. Voglio andarmene, voglio andare con la mia Famiglia.”

“Sono io la tua famiglia, Draco” gli disse Thomas, afferrandolo per un braccio.

“NO!” gli urlò contro Draco, staccandosi di scatto da lui:”Non è vero, non lo sei più. Tu ed Hermione eravate quanto di più caro avevo e mi avete ferito entrambi. Iride e Cromo...loro si sono sempre presi cura di me, anche e soprattutto quando voi non c'eravate. Loro sono la mia Famiglia spirituale e io voglio stare con loro.”

Thomas lo guardò a lungo, cercando in lui un qualcosa che potesse aiutarlo a fargli cambiare idea. Ma Draco era fermo e deciso, niente e nessuno l'avrebbe dissuaso da quell'enorme passo che stava per fare.

Tom sospirò, scuotendo la testa:”Non posso dire né fare niente per farti cambiare idea, vero?”

“No, ormai è deciso. Volevo solo informarti di quello che sto per fare. Sei pur sempre mio fratello, non importa quanto tu possa avermi ferito.”

Tom sorrise tristemente. Porprio nel momento in cui lo stava abbandonando, Draco stava diventando un uomo. Doveva tagliare il cordono ombelicale, dopo tutto.

Lo guardò uscire dalla stanza, ma prima che fosse troppo tardi gli chiese:”Posso venire? Quando succederà il trapasso, intendo.”

Draco si voltò verso di lui e gli sorrise dolcemente, uno di quei sorrisi che gli aveva sempre rivolto:”Ovviamente. Pensavo fosse scontato per te”.

Tom gli sorrise di rimando e capì che quello che aveva detto Draco era vero.

Nonostante tutto, erano pur sempre fratelli.

 

 

 

Draco sedeva tranquillo in riva al Lago Nero, quando Hermione lo colpì sulla testa con il libro che stava leggendo.

“Ehi! Sapevo che eri pazza, ma non fino a questo punto!” le urlò dietro.

“E io sapevo che eri uno stupido, ma non fino a questo punto! Che cosa cavolo ti è saltato in mente? Diventare un dio dell'Olimpo? Ma ti sei bevuto il cervello?”

Draco la guardò con disgusto. Proprio adesso che stava per perderlo, Hermione si era ricordata dei sentimenti che provava per lui?

Patetica.

“Se anche fosse non sono cose che ti riguardano, Granger, non più!”

“Come sarebbe a dire che non mi riguardano? Sei il mio...”

“No, Granger!” le urlò contro lui:”Non sono il “tuo” qualcosa. Ho smesso di esserlo tanto tempo fa. Hai scelto Tom. Hai sempre scelto altri a me! Prima Weasley, poi James Potter e adesso Thomas. E la vuoi saperela novità? Non me ne frega niente di chi scegli. Non mi vuoi? Va benissimo! Ma non venire qui a farmi la paternale e a fingerti offesa se non te l'ho detto, perché io lo so che non è così! Se hai i sensi di colpa per quello che hai fatto, beh impara a viverci assieme. Mi sono rotto di te e dei tuoi drammi! Io me ne vado, Granger. Hai capito? Me ne vado via!”

Hermione lo guardò con lacrime di odio e rabbia negli occhi:”Benissimo! Vattene, scappa da codardo quale sei.”

Draco si irrigidì a quelle parole.

Non era un codardo. Non era un codardo!

Respirò a fondo prima di dirle tranquillamente:”Sai, Granger, se davvero mi conoscessi bene, sapresti che non è la codardia a spingermi a questa scelta. E non è nemmeno una scelta dettata dal buon senso. La mia è una scelta egoistica, perché non ne posso più di te, di Thomas, di tutti voi! Non ne posso più di questo dolore che mi stringe il cuore. Iris mi ha dato una via di fuga e io l'ho accettata, perché, se continuo a stare qui tra voi, prima o poi combinerò qualcosa di brutto e non voglio essere ricordato come un mostro. Perciò, Granger, questo è un addio.”

Draco si allontanò da lei a passi lenti. Si stupì nel constatare che più si allontanava da lei, più il dlore diminuiva.

“Non mi inviti nemmeno al tuo trapasso, Malfoy?”

Draco si girò lentamente verso di lei, un'espressione crudele dipinta sul volto. In quel momento ad Hermione ricordò molto Sirius quella notte alla Stamberga Strillante quando vide Peter Minus: crudeltà e orrore dipinti sul volto e un ghigno malefico sulle labbra.

“Se solo ti azzardi a venire alla mia dipartita, farò in modo che sia anche la tua. Ade ha riservato un posto speciale per quelli come te, sporca Mezzosangue”.

Detto questo, si girò e continuò a camminare verso Hogwarts.

Sapeva di averla ferita, ma, per la prima volta in questa vita, non gli importava affatto.

 

 

Iridion!

Dimmi, Ultimo Oracolo.

Sono pronto. Ho detto addio a tutti. La mia resa dei conti è finita. Sono libero dal dolore e pronto a venire con te sull'Olimpo.

Pazienza, Draco. Dovrai avere pazienza ancora per un paio di giorni. Quando le stelle saranno allineate e la costellazione del Drago sarà ben venisibile nel cielo, allora diventerai uno di noi.

 

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Capitolo 24
*** l'Oracolo degli dei ***


Capitolo 23



Draco si tolse la tonaca che Silente gli aveva dato in quanto miglior studente del settimo anno. Aveva pazientato per tutta la cerimonia della fine dell'anno, ma adesso era venuto davvero il momento di dire addio.
Si sedette sul letto, la testa tra le mani. Negli ultimi giorni aveva avuto un tremendo mal di testa.
Sono i tuoi poteri, Ultimo Oracolo, gli aveva detto Cromo, si stanno ribellando alla tua condizione di umano. Sono diventati troppo forti e il tuo corpo mortale non ce la fa più a reggere.
Gli aveva consigliato di portare pazienza ancora un paio di giorni, i pianeti dovevano allinearsi e la costellazione del Drago doveva essere ben visibile in cielo. Ma adesso era finita. Questa notte, una notte di luna piena ovviamente, sarebbe tutto finito.
Molto spesso in quei giorni Blaise aveva provato a fargli cambiare idea, a convincerlo che in fondo lui non aveva bisogno né di Hermione né di Thomas, e che lui e Theo sarebbero stati la sua nuova famiglia. Aveva dovuto ricredersi però quando aveva visto Draco sputare sangue a causa dell'indebolimento del suo corpo a scapito dell'ampliamento dei suoi poteri. Alla vista del suo sangue puro Blaise non aveva potuto fare altro che ammettere che ormai Draco non apparteneva più a questo mondo.
Fu proprio Blaise che lo venne a chiamare.
“Draco, Iris è pronta.”
Il Serpeverde alzò lo sguardo su di lui e Blaise in quel momento seppe che era l'ultima volta che incrociava i suoi occhi argentati.
“Ho paura, Blaise” sussurrò Draco con una voce infantile.
Il moro gli si sedette accanto e gli posò un braccio sulle spalle:”Lo so, Draco. E' normale che tu ce l'abbia. Ma andrai in un posto migliore, vedrai. UN regno dove scorrono fiumi di latte e miele e dove Iridion si prenderà cura di te come una madre e Cromo ti aiuterà a crescere come dio dell'Olimpo come un vero padre. Un regno dove Hermes e il dio Lampadina ti staranno a fianco come fratelli e dove non ti sentirai mai solo.”
“Mi sentirò sempre un po' solo, sai? Tu mi mancherai tantissimo.”
Blaise gli sorrise, tentando di nascondergli le lacrime di tristezza che i suoi occhi trattennero a stento:”Mi mancherai anche tu.”






Mancavano pochi minuti alla mezzanotte.
Potter, Blaise e Theo erano di fronte a lui in semicerchio, mentre Thomas aveva preferito rimanere in disparte. Non se l'era sentita di far parte del cerchio magico di mortali e dei che avrebbe fatto in modo che Draco potesse finalmente diventare un dio.
Lui si trovava esattamente al centro, dando le spalle al Lago Nero. Se avesse alzato gli occhi grigi da terra, avrebbe visto Hogwarts illuminata dalla lune splendente della luna piena.
Ma Draco non voleva farlo. Non aveva tempo per i sentimentalismi.
Iride era all'interno del cerchio magico con lui, al suo fianco come era sempre stata. Aveva messo il suo mantello medievale per l'occasione.
Così sarà come ai vecchi tempi quando ero ancora una pischella...
Si divertiva con poco.
“Manca meno di un minuto, Iridion” le disse Cromo.
Iride annuì e poi si voltò verso Draco. Due paia di occhi della stessa sfumatura di grigio si scrutarono, cercando di capire le paure e le ansie dell'altro.
“Tu...l'hai già fatto altre volte, vero Iridion?” chiese preoccupato Draco.
“Oh, certo! E' il mio sport preferito quello di trasformare gli Oracoli in veri dei dell'Olimpo!” rispose lei piccata.
“Iridion...”
“Senti, non sei il primo con cui lo faccio, va bene? Mi mette ansia il fatto che sarai l'Ultimo.”
Draco le sorrise nervosamente. Iris si metteva sempre ansia da sola, sebbene davanti a lui cercasse di rimanere impassibile come la pietra.
“Dieci secondi, Iridion” annunciò Cromo.
“Farà male, Draco. Farà molto male” le disse, posizionandoglisi di fronte.
“Non può fare più male di quando...”
Non aveva previsto la stilettata nel cuore con un corno di unicorno.
Nessuno gliel'aveva detto.
E bruciava. Bruciava peggio dell'Inferno.
“Oh avanti Ultimo Oracolo! Non esageriamo! La mia casa non è poi così calda” ghignò Hades da dietro le sue spalle.
Draco strinse i denti per non farsi vedere debole davanti a suo fratello. Era ancora un Malfoy, dopotutto.
Il problema però era che, sebbene la sua Anima fosse diventata immortale, la sua Mente e il suo Corpo erano ancora...mortali. E il dolore che provava, di conseguenza, era reale, tremendamente reale.
Iride spinse ancora più a fondo il corno dentro il suo cuore, quasi volesse trapassarlo da parte a parte.
I loro occhi si fissarono e lei gli disse:”Lo so. Fa male, fa un male cane. Hermes lo fece su di me millenni fa. Tieni duro.”
Draco si concentrò su di lei, sulle piccole gocce di sudore che vedeva sulla sua fronte, sui suoi occhi argentei fissi sul punto in cui gli aveva puntato il corno. Concentrandosi su Iris, sentiva il dolore...diminuire. Non svaniva, un dolore del genere non sarebbe svanito da un momento all'altro, ma non era più prevalente. Riusciva a sentire altro oltre a quel dolore. Sentiva un infinito affetto per Iris, la sua dea, che aveva accettato di guidarlo per bene due volte come Ultimo Oracolo, che aveva sopito i suoi poteri nella sua seconda vita per fargli vivere un'infanzia normale e che adesso si era assunta il compito di guidarlo dall'altra parte.
Non si era mai reso conto di doverle così tanto.
“Mi ringrazierai dopo, Draco” sussurrò Iris spingendo ancora più a fondo il corno.
Il dolore che Draco sentì fu indescrivibile, talmente forte da costringere le sue ginocchia a cadere. Iris non lo abbandonò un singolo attimo, cadendo insieme a lui sulle ginocchia.
Draco cercò di inspirare a fondo, ma ogni minuto spostamento, anche solo del petto per respirare, gli costava un'enorme fatica. Appoggiò la fronte contro la spalla di Iris, cercando un seppur lieve conforto.
“Stai andando benissimo, manca ancora poco. Tieni duro. Tieni duro, Draco” continuava a sussurrargli Iris nell'orecchio.
C'erano quasi, ancora pochi secondi di sofferenza e...
Il dolore aumentò quando i suoi occhi grigi videro la figura snella di Hermione in lontananza. Era a debita distanza sia da lui sia da Thomas, nascosta malamente dietro a un albero.
E così non mi hai dato ascolto, Mezzosangue. Volevi venire a tutti i costi, eh? Va bene, guardami pure uscire dalla tua vita per sempre.
Draco mise lentamente le sue mani sopra quelle di Iris. I loro occhi identici si guardarono impassibili, ma quelli di Iris si spalancarono quando sentì Draco dare l'ultima spinta al corno dentro di sé.
“Draco!” urlò Iris, abbracciandolo stretto quando cadde in avanti.
“Va tutto bene, va tutto bene. Lascia andare il dolore, lascialo uscire fuori da te” gli sussurrò cullandolo.
Draco si dimenava in modo innaturale, cercando allo stesso tempo di allontanarla da sé e di stringerla più forte contro il suo petto. Stringeva i denti per non far uscire alcun rumore, ma l'unica cosa che avrebbe voluto fare veramente era urlare e buttare fuori tutto il dolore che stava provando.
Sentì una mano calda appoggiarsi sopra la sua spalla. Qualcuno lo fece girare, allontanandolo di poco da Iris.
Cromo gli accostò una boccetta alle labbra:”Bevila tutta” disse in modo perentorio.
“Cos'è?”
“Il nettare degli dei, ovviamente.”






Doveva essere svenuto. Questa era l'unica soluzione a cui aveva pensato. Non sapeva spiegarsi come altrimenti avesse fatto, dalle sponde del Lago Nero, a tornare nella sua stanza da Caposcuola a Serpeverde. Qualcuno doveva averlo portato lì, visto che lui non rammentava di aver fatto quel tragitto sulle sue gambe.
Che strano, solo poche ore prima aveva pensato che non avrebbe più rivisto la sua camera e adesso era proprio lì, dove i suoi poteri si erano manifestati appieno per la prima volta in quella sua seconda vita. La stella a sette punte con cui aveva richiamato Iridion a sé era ancora lì, sulla parete di fronte al suo letto.
Sentì qualcuno posargli uno straccio bagnato sulla fronte e lo ringraziò mentalmente. Non riusciva ancora ad aprire gli occhi e a muoversi.
“Va tutto bene, Ultimo Oracolo. Tra poco potrai muoverti” disse Cromo.
Allora era stato lui a passargli il panno sulla fronte...
“Sei stato davvero coraggioso prima. O forse molto orgoglioso. Dipende dai punti di vista.”
Se Draco avesse potuto, gli avrebbe detto che si sarebbe autodefinito uno stupido idiota, altro che coraggioso o orgoglioso.
“Di sicuro Iridion ti sarà riconoscente. Non avrebbe mai trovato la forza di infilare il corno fino infondo, trapassandoti da parte a parte. Le hai risparmiato quel brutto compito.”
Che brutta immagine, pensò Draco immaginandosi il corno infilzare il suo cuore e ridurlo in mille pezzettini.
“Ah, finalmente una reazione. Forse non te ne sei accorto, ma hai appena fatto una smorfia di disgusto. Il veleno del corno ha smesso di fare il suo effetto. Ci hai messo molto di meno a riprenderti rispetto a quello che avevo pensato.”
Draco riuscì finalmente a muovere le gambe. Il formicolio che sentì a seguito dello spostamento lo fece sentire...vivo.
“Conosco quella sensazione. Appena aprirai gli occhi, ti sembrerà di non aver mai avuto il senso della vista prima. Vedrai ogni minima cosa, ogni colore ti sembrerà unico e nuovo. Ah, quanto vorrei rivivere quella sensazione!”
Draco riuscì ad alzarsi a sedere, ma i suoi occhi grigi non volevano aprirsi:”E'...è normale questo tremendo mal di testa?” disse con voce impastata.
“Oh, ma bene! Adesso parli anche! Bene, bene, ti stai proprio riprendendo in fretta!”
“Mi fa male da matti, Cromo!” si lamentò Draco, portandosi entrambe le mani alla testa.
“Beh, devi dare tempo alla tua Mente di immagazzinare tutto quello che un dio deve sapere. Essere onnisciente ha i suoi lati negativi, Ultimo Oracolo. Mi stupisce che tu ti stia lamentando solo del mal di testa però” disse Cromo dubbiosamente.
“Perché? Dovrebbe dolermi altro?”
“Hai una cicatrice a forma di stella a sette punte dove un tempo c'era il tuo Cuore mortale, dovresti...sentirti col morale a terra. Dovresti piangere e disperarti per aver perso la tua Anima mortale...” continuò il dio del Tempo sempre più dubbiosamente.
“Ho davvero una cicatrice a forma di stella a sette punte? Fico!”
Cromo si grattò la testa disorientato:”Iridion pianse disperata quando la portammo dall'altra parte. Non voleva staccarsi dalla sua mortalità, ma tu...”
Draco riuscì finalmente ad aprire gli occhi, da quel momento in poi argentei più che mai:”Hai detto bene dio del Tempo: non voleva. Io volevo. Ed eccomi qui.”
Cromo sorrise, annuendo.
Draco alzò la testa verso di lui e li vide tutti attorno a sé. Cromo, Hermes e il dio Lampadina. Eros con Psiche, i tre fratelli Hades, Poseidone e Zeus. Atena, la dea della saggezza, accanto a Iris, la sua guida.
Erano tutti lì per lui, tutti pronti per accoglierlo tra loro, tra quella famiglia spirituale che avevano sempre rappresentato.
Iris si fece avanti e gli disse:”Benvenuto a casa, Oracolo degli dei.”






Nota dell'Autrice:
E così siamo arrivati all'ultimo capitolo! Ci sarà ancora l'Epilogo, ma la storia può dirsi conclusa anche qui.
Spero che questo finale vi aggrada, sembbene Draco e Hermione non stiano insieme. Anzi, si lasciano un po' male.
Vedremo cosa l'Epilogo riserverà loro.
Vi faccio notare solo una cosa: per tutta la storia gli dei chiamano Draco "Ultimo Oracolo" e solo adesso lo chiamano con il suo "vero nome" cioè "Oracolo degli dei". Con questa piccola sottigliezza ho voluto sottolineare come gli dei avessero finalmente deciso di accoglierlo tra loro.

Vi lascio con il link della mia pagina autrice ;)

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Buona giornata!^^

-Fé-

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Capitolo 25
*** Commiato ***


Epilogo


 
E’ passato quasi un secolo da quando ho raggiunto la mia vera famiglia sull’Olimpo e, sebbene ci passi pochissimo tempo, lì mi sento a Casa.
Certo, convivere con Febo e Eros non è facile, ma oramai ci ho fatto l’abitudine.
Avere Iris sempre al mio fianco mi ha aiutato molto e io non smetterò mai di esserle grato.  Iris è stata la mia roccia in terra e in cielo e non mi capacito ancora del perché sia rimasta sconosciuta ai più. I Maghi di oggi non sanno chi sia e si è perso il culto della semidea Iridion, dea protettrice dei Purosangue e della Casa di Serpeverde. Ho provato a far rinascere questo culto in questi anni, ma inutilmente. Iride non sembra preoccuparsene, ma io so che vorrebbe tanto ritornare a fare quello per cui era nata.
Chissà, magari tra un paio di secoli…
Ho detto prima che non passo molto tempo sull’Olimpo. Questo perché Harry Potter mi ha incaricato di insegnare Incantesimi Avanzati e Difesa Contro le  Arti oscure Avanzata a Hogwarts agli studenti del settimo anno.
Harry è un ottimo Preside e adesso assomiglia molto al vecchio Silente, sebbene i suoi occhi non siano azzurro cristallino, ma verde. E’ ancora il Preside di Hogwarts e non permette a nessuno di togliergli il posto a 116 anni suonati.
Mi affidò questo compito una ventina di anni dopo la mia transizione. Era preoccupato per il periodo di troppa calma che incombeva nel Mondo Magico. Harry ha sempre avuto la tendenza a vedere il bicchiere mezzo vuoto e temeva che, se mai fosse scoppiata una nuova minaccia per il suo Mondo, i giovani Maghi sarebbero stati incapaci di affrontarla. Per questo organizzò questi corsi Avanzati, affidandomeli.
Non per vantarmi, ma tutti i Maghi e tutte le Streghe che hanno frequentato i miei corsi sono diventati i migliori Auror che il Mondo Magico abbia mai avuto.
Ora il nostro mondo è sicuro e io continuo ad allenare queste piccole leve, lodandoli quando se lo meritano e usando le maniere forti quando necessario.
Mi piace la mia vita a Hogwarts e ho apprezzato il fatto che Harry mi abbia chiesto di tornare quando lei se n’era ormai andata.
Lei. Andromeda Narcissa Malfoy.
La figlia che Tom e Hermione hanno avuto un anno dopo la mia transizione. Una Grifona in tutto e per tutto, anche se subdola come sua madre, in grado di incantare tutti con i suoi occhi ambrati e il suo sorriso fintamente dolce. Da quello che mi hanno raccontato Harry e Teddy, ha fatto un enorme strage di cuori nei suoi sette anni a Hogwarts.
Teddy… Dopo aver intrapeso la carriera di Auror, è diventato il Ministro della Magia. Tra le sue riforme più importanti c’è la Legge sull’Assistenza ai genitori dei Nati Babbani. Ha creato un centro assistenza che si occupa di intercettare i giovani Maghi Nati Babbani dopo che essi hanno compiuto la loro prima magia incontrollata e aprono ai loro genitori Babbani il Mondo che presto accoglierà il loro figlioletto.
Sono così fiero di lui.
L’ultima cosa che mi sento di dirvi, prima di chiudere qui la storia delle mie tre vite ( le due come semplice Draco Malfoy, la terza come dio del Drago), è che non sono mai riuscito a perdonarla.
Mai, nemmeno quando Tom mi ha pregato di farlo sul letto di morte.
Con lui ho tenuto un rapporto distaccatamente affettuoso, evitando che mi ferisse un’altra volta, e lui questo l’ha accettato con grande rispetto nei miei confronti. Stavamo ritornando i fratelli di due vite fa, se solo il cancro non l’avesse riportato nel regno dei morti, da dove lo aveva prelevato tantissimo tempo fa. Adesso è con Iride e sta alla grande.
Ma lei… lei no. Hermione mi ha troppe volte spezzato il Cuore, nella scorsa vita come in quella precedente, e per quanto io l’abbia amata, ci sono dolori che un cuore ferito non può mai perdonare.
E lei non ha mai fatto niente per riallacciare i rapporti con me.
Perché dannarmi l’Anima per una persona che non mi vuole? Perché offuscare la mia Mente con pensieri per una persona che non se li merita?
Ma, sapete il bello? Senza di lei sto meglio.


 
D.L.M

 

Nota dell'Autrice:
Un anno si è appena concluso, un anno si è appena aperto e io lo inizio con la conclusione di questa mia storia.
Inutile dirvi che Mente e Anima è stata una delle storie più importanti per me e, anche se finisce in questo modo un po' agrodolce, sono felice di come si è svolta.
Spero che sia piaciuta anche a voi.
Un ringraziamento a tutte le persone che hanno seguito, ricordato, preferito e recensito questa storia e anche a chi l'ha semplicemente letta.
Non temete, ritornerò presto con Fattore Purezza e con altre storie!
Vi lascio il link della mia pagina facebook, se vi venisse voglia di seguirmi anche lì.
https://www.facebook.com/FedeMorningRockEFP-663566033691978/?ref=hl

buon anno!!!^^

-Fé-

 
 

 
 

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