You touched my soul ♥

di Little_Smile
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il mio cuore batte sempre per te ... ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2°- ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3° ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4° ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5° ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6° ***



Capitolo 1
*** Il mio cuore batte sempre per te ... ***


You touched my soul

 
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Allan K. Chalmers:
The Grand essentials of happiness are: something to do, something to love, and something to hope for.
I grandi fondamenti della felicità sono: qualcosa da fare ,qualcosa da amare e qualcosa per cui sperare

 

Era passato già un mese , da quando Taemin si era trasferito con suo cugino Kibum nella città di Seoul lontano da parenti  , amici e tutto il resto…
Odiava quella città e soprattutto i suoi abitanti…
I pettegolezzi erano tanto diffusi che ormai nessuno si degnava a rivolgergli la parola…
Taemin era nato dal rapporto di sua madre con un uomo più giovane di lei di dieci anni La donna dopo la scoperta dell’amante da parte del marito è stata costretta ad abbandonare la casa con ancora un figlio in grembo …
Taemin all’età di diciassette anni decise di lasciare l’appartamento per non pesare economicamente sulla madre…Così si trasferì insieme al cugino , sperando che in qualche modo le voci sul suo conto si placassero …
Ma sfortunatamente non fu così…
Ogni giorno sempre la stessa storia Taemin tornava a casa con magliette lacerate , occhi neri e lividi violacei molto evidenti …
Per fortuna il suo hyung era sempre lì ad occuparsi di lui , ad accoglierlo a braccia aperte quando tornava a casa e a fargli la ramanzina sul come mai non aveva reagito a quei gesti così immaturi…
-          Qualche giorno  dovrò darti lezioni di box ! Ahhh…Ma quei stronzetti non la passeranno liscia te l’ho assicuro ! Parola di Kim Kibum !
La voce di Key risuonava nella stanza , mentre il più giovane teneva una fetta di maiale surgelato sull‘ occhio nero…
Forse il più preoccupato in quella situazione era evidentemente suo cugino , ormai Taemin neanche ci faceva più caso , secondo lui era meglio far finta di nulla invece di provare a rispondere qualcosa , che magari avrebbe peggiorato le cose…
Non che non sapesse difendersi ma la violenza proprio non faceva per lui…
Anche quella sera non fu diversa dal solito…Quando Taemin si recò al suo armadietto dopo la lezione di danza , il suo ombrello era sparito nel nulla e con lui anche le scarpe e gli indumenti puliti.
Fu costretto ad incamminarsi sotto il temporale che ricopriva l’intera città di suoni cupi e tipici di una brutta giornata.
A grandi falcate arrivò fino al parco vicino casa , lì si dovette sedere per riprendere fiato , dopo aver corso per tutto il tragitto . La pioggia non cessava e i fulmini cominciavano a risplendere nel cielo notturno.
Il primo istinto fu quello di rannicchiarsi con la testa stretta tra le gambe per la paura e tentare di eliminare dalla mente quei suoni che lo terrorizzavano al tal punto da farlo piangere..
Una voce roca e maschile interruppe i suoi pensieri costringendolo ad alzare il viso per scrutare la persona che aveva davanti…
-          Ehm…Scusa tutto bene ?
Taemin portò le mani a coprire il viso per l’imbarazzo , ma quando un improvvisa luce riprese a rispendere nel cielo , quel corpo così fragile si avvinghiò a quello dell’uomo possente che si trovava davanti .
Il più grande lo strinse a se , accarezzando dolcemente quella chioma bionda da cui lentamente gocce d’acqua cadevano per terra…
Quando finalmente Taemin si fu calmato , il ragazzo preoccupato per l’incolumità di quel ragazzino gli offrì il suo aiuto :
-          Hai bisogno di asciugarti , vieni con me …Ti porto a casa mia..!
Senza pensarci un attimo , il piccolo strinse forte la mano  del moro ragazzo che lo aveva salvato da quel enorme senso di terrore che lo tormentava dall’età di tre anni circa ;
Il silenzio di quel momento lo turbava ma allo stesso tempo gli trasmetteva sicurezza , forse perché quelle mani erano così calde anche in autunno inoltrato ..
L’ombrello era inclinato verso Taemin e lasciava una parte del corpo dello sconosciuto al contatto con la pioggia fredda.
Entrarono in un’ enorme palazzina , presero l’ascensore e salirono fino al quinto piano. Qui il moro aprì la porta e fece accomodare il suo dongsaeng in una poltrona al centro del salotto.
Il ragazzo prese un asciugamano dal cassetto del armadio e glielo adagiò sul capo , dopo prese una sedia e la portò davanti a lui in modo da poter asciugargli gli zuppi capelli.
-          Io sono Choi MInho …
Il moro continuava ad arruffare i capelli del più piccolo aspettando una risposta che non arrivava…
Minho non si era mai comportato in questo modo con nessun altro , ma in questo caso sentiva l’urgente bisogno o meglio dovere di fare qualcosa per lui…
Non era attrazione fisica , ma semplicemente protezione , forse un amore fraterno …
-          Ho diciannove anni e mi sono trasferito qui a Seoul da poche settimane…
Il più piccolo gli sfiorò  la guancia  , facendo cadere per terra l’asciugamano…
-          Piacere hyung , io sono Taemin !
Minho non aveva mai visto un sorriso più splendente del suo , le sue mani erano lisce e fredde …
I suoi occhi talmente espressivi ,  la tristezza che prima lasciava intravedere il suo sguardo era sparita quasi del tutto…
Taemin continuava ad accarezzare i lunghi capelli dell’ altro , mentre con la mano sinistra cercava di sistemare i suoi…
-          Scusami ma adesso devo proprio andare…Il mio Umma mi aspetta !
Il ragazzino si alzò di scatto correndo verso la porta , lasciando Minho lì a contemplare la sedia ormai rimasta vuota di fronte a lui…
Prima che Taemin potesse uscire dall’appartamento , il moro si alzò e lo affiancò sussurrandogli all’orecchio..
-          A presto Lee Taemin..
Le palpitazioni aumentavano al solo pensiero delle parole di quel ragazzo…Le sue guancie si tinsero di un rosso fuoco ..
Ma…Qualcosa come un ricordo o meglio un dejavù ritorno vivo nella mente del giovane…
»-(¯`v´¯)-»
 
-          Lo senti ?
-          Si…Batte forte…
-          Mi succede soltanto quando sei vicino a me…
-          Whaa…Davvero , ma non sarai mica allergico alla mia presenza ?
-          No … Una volta mio fratello mi ha detto che se mi batte il cuore quando sto con una ragazza allora vuol dire che sono innamorato…
-          Ma…Io non sono una ragazza…
-          Già ma non credo cambi molto , no ?
-          Quindi noi due siamo innamorati? Perché anche a me succede lo stesso…
-          Direi proprio di si…
»-(¯`v´¯)-»

 
Un sorriso…Quel sorriso , quel bambino e quegli occhi grandi…Lo ricordava bene non si era mai dimenticato di lui ; In cuor suo sapeva che non lo avrebbe mai fatto perché forse anche dopo dieci anni  era ancora innamorato di lui…
 
 
 
 
 
Allora salve a tutti ! Sono Cri ;) Premetto che questa è la mia prima 2Min ...Ho deciso di scrivere questa Fic  perchè ormai mi sono affezionata troppo a questa coppia ( Ma...Ditemi voi non sono adorabili ? Chuuu ^^ ) Aspetto vostre recensioni ... E i consigli sono sempre ben accetti ! Grazie ancora ;D

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Capitolo 2
*** Capitolo 2°- ***


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Capitolo 2°- “Dimenticare” sarebbe meglio.

Un giorno forse ti perdonerò per non avermi amato. Quel giorno, spero di non vedere i miei occhi nei tuoi. Mai più.
-- Guido Paolo De Felice

Gli occhi scuri fissavano la luce proveniente dalla finestra…Quella , che pochi secondi prima lo aveva destato dal suo sonno profondo.
La sveglia segnava ancora le sette in punto , forse troppo presto per un uomo solo abituato a vivere con i propri orari e che adesso era costretto ad alzarsi per via del nuovo lavoro.
La sua attenzione si spostò velocemente sull’oggetto che s’illuminava sopra il tavolo al centro della stanza…
Un cellulare …Ma dalla suoneria abbastanza lenta capì che non era il suo …Si affrettò a rispondere .
-          Pronto ?
-          Scusami…Minho ?
-          Si …Taemin sei tu ? Immagino che questo sia il tuo cellulare…
-          Ehm…Si ecco vedi ,  ieri con la fretta l’ho dimenticato sul tavolo , posso passare per riprenderlo ?
-          Non preoccuparti te lo riporto io ...Puoi darmi l’indirizzo ? O forse è meglio che passi a scuola ?
-          Si sarebbe meglio …è il liceo accanto all’ospedale. A dopo allora , ti aspetto fra venti minuti !
Entrò nella doccia…Sentiva il bisogno urgente di rilassarsi con il getto caldo delI ‘acqua . I capelli scuri gli si appiccicarono in viso , mentre un dolce profumo di orchidee gli solleticava il naso…Minho adorava perdere molto tempo lavandosi , forse perché riusciva ad abbandonare ,  almeno in parte ,  i soliti pensieri che lo affliggevano. Scaricandosi di dosso ogni preoccupazione.
Dopo essersi asciugato , si mise in mostra davanti allo specchio sfoggiando un completo grigio aderente che metteva in  risalto la vita stretta e le spalle larghe del moro.
Afferrò la valigetta in pelle all’ingresso e uscì chiudendo a chiave l’uscio di casa.
L’orologio segnava le 7 e 30 …
“ Cazzo sono tremendamente in ritardo ! “
Corse veloce verso l‘entrata del grande edificio ,  alcuni professori fumavano abbandonati sul muretto a fianco alla grande palestra dove già i ragazzi si preparavano per la lezione..
Entrò nella struttura alla ricerca di un biondino con la divisa blu…Percorse l’intero corridoio finché delle voci attirarono la sua attenzione..
-          Ti piace bere ? Ehi su ,  non ti ho detto che potevi rialzarti !
Una flebile voce continuava nervosamente a tossire …
-          Cazzo ho detto abbassati !
Il moro spalancò la porta , trovandosi davanti uno spettacolo agghiacciante e un giovane di cui non riconobbe immediatamente la figura…Affondava la testa nel lavandino pieno d’acqua …Mentre gli altri  afferravano i suoi capelli spingendolo verso il basso nel tentativo di affogarlo…
-          Ehi , cosa succede qui ? Immediatamente fuori ! O finisce male…
Minho alzò leggermente le maniche della suo giacca osservando i ragazzi che scapparono impietriti davanti agli occhi furenti del più grande.
Il ragazzo si avvicinò alla figura voltata , poggiandone una mano sulla spalla destra.
-          Va tutto bene ?
Il ragazzino si voltò riconoscendo la voce possente dell’uomo che lo aveva salvato da quel supplizio…
-          Grazie ma…Sarei riuscito a cavarmela anche da solo…!
-          Taemin!
Lo strinse appena , accarezzando i suoi morbidi capelli biondi ancora fradici …

»-(¯`v´¯)-»
Una mano posava leggera sul mio capo…Bastava soltanto questo , si bastava soltanto sentire il calore del ragazzo dagli occhi grandi sulla pelle che il mio cuore fremeva e palpitava con frequenza
Amavo quel ragazzo , amavo il suo modo di difendermi, le sue parole rassicuranti e il suo modo di sorridere…
Lo amavo tanto e non sarei mai riuscito a staccarmi da quella presa così forte che mi teneva avvinghiato a lui…
»-(¯`v´¯)-»

 
-          Questo è tuo ! Beh… Sarebbe dovuto essere il mio primo giorno lavorativo , ma credo proprio che tu abbia bisogno di me in questo momento…
-          Giorno lavorativo ? Lavori qui ?
-          Si , proprio due giorni fa sono diventato il responsabile della biblioteca , so che forse non ne ho  proprio l’aspetto…
Il moro arrossì poggiandosi una mano sul capo e accompagnò il giovane verso la presidenza.
Dopo aver spiegato il fatto , il preside decise di prendere provvedimenti e congedò per quel giorno entrambi i ragazzi.
-          Si può sapere dove stiamo andando ?
-          Come dove stiamo andando ? Ti sto accompagnando a casa…
-          E sai dove abito ?
-          No , dimmelo tu allora…
Il moro accostò e fece scendere il più piccolo dalla berlina grigia…
-          Bene…io adesso vado…A presto Taem !
-          Ehm…Hyung ?
-          Si ?
-          Ti andrebbe…Di restare ?
-          Hai bisogno di fare i compiti ?
-          Hmmm…Si !
-          D’accordo piccolino…
Il moro arruffò i capelli del più piccolo lasciandosi guidare verso l’entrata della piccola casetta a due piani…
L’entrata con pareti arancioni dava verso la cucina dove al centro sostava un piccolo tavolo a due posti addobbato con un vaso di girasoli …
-          Taem , ma vivi da solo?
-          No questa è la casa del mio umma ! Io sono il suo coinquilino …
-          Tuo ? Che vuoi dire…
-          Mio cugino Kibum…Ho l’abitudine di chiamarlo umma…Per via del suo modo di fare sempre così protettivo nei miei confronti…
-          Capisco…
Minho si abbandonò su una delle sedie in legno…E fissò loquace il biondino che tentava di aprire un pacco di biscotti , sistemandoli disordinatamente su un grande piatto di cristallo…
Uscì dallo zaino un quaderno e due matite e le posizionò davanti al volto del più grande che addentava un biscotto al cioccolato…
-Uhmm..Matematica , eh ? Sei fortunato , io sono un genio !…
I due si lasciarono coinvolgere  dai numerosi esercizi mentre già si erano fatte le sei di sera…
-          Hyung , vuoi dell’acqua ?
-          Si grazie…! Sono sfinito …
Taemin si alzò e raggiunse il frigorifero in cerca di una bottiglia…Quando la trovò ne versò il contenuto in uno dei bicchieri di plastica e lo porse al più grande che ringraziò dopo averlo bevuto tutto di un sorso…
-          Grazie…Grazie davvero Minho non so come avrei fatto per l’interrogazione , senza di te…
I suoi occhi scuri erano rivolti al pavimento… Le sue guancie si erano tinte di un rosa pallido e le sue mani giocherellavano con la camicia ormai asciutta…
Il cuore del grande iniziò a battere…La sua salivazione aumentò…E i suoi grandi occhi si poggiarono su quelli del più piccolo che lo fissava assorto…
-          Che c’è hyung ?
Il moro si alzò di scatto afferrandolo per un polso e trascinandolo contro la parete…Strinse il suo volto tra le mani…Mentre il giovane aggrappava le sue intorno alle  spalle dell’altro…
Un bacio …Un bacio violento e passionale…Gli unici suoni che si riuscivano a scorgere erano i respiri affannati dei due ragazzi…
-Min…Minho …Basta ! Ferm…ti prego !

»-(¯`v´¯)-»
 
Le sue mani accarezzavano il mio petto e le sue labbra solleticavano il lobo del mio orecchio…Minho…Ti amo…Sussurrai al suo orecchio mentre piano mi distese sul divano color cielo…
-          Ti amo anch’io piccolo…
Le lacrime caddero fluenti sul mio viso e le sue parole stritolavano il mio cuore…Che continuava…Continuava sempre più a battere…
     Lui mi amava si mi amava , era stato così da sempre e così per sempre sarà…

»-(¯`v´¯)-»
-Vattene…
La voce del giovane era troppo flebile per essere udita anche solo minimamente…
-Cosa ?
- Esci immediatamente da qui !
Le lacrime rigarono il suo volto…Taemin si abbandonò sulla parete alle sue spalle trattenendo il viso tra le ginocchia …Piangeva e non riusciva a smettere…Quell’uomo…Choi Minho gli aveva fatto troppo male…
La serratura di casa venne aperta e la sua umma , con le buste della spesa tra le mani faticò ad individuare chi fosse la persona che era appena uscita dalla loro casa…

Si accorse immediatamente di suo cugino..Lasciò cadere le buste per terra e si affrettò a raggiungerlo…
Salve a tutte…Finalmente eccomi qui anche con il secondo capitolo…Ringrazio tantissimo tutte  le persone che mi hanno recensita e seguita e spero continuerete  a farlo…
Ok…Vi preannuncio che il prossimo sarà un capitolo molto pesante …Ma…Ne varrà la pena!
Bye Bye ;)
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Capitolo 3
*** Capitolo 3° ***


Salve a tutti …E rieccomi qui con il terzo capitolo …Ok capitolo molto impegnativo a mio parere ma mi sa che è uscito un po’ corto va beh non importa ciò che si doveva dire è stato detto.
Chiarisco che finalmente potrete comprendere un po’ la situazione ed i ricordi di Taemin.
Allora vi lascio alla lettura. Grazie ancora a chi mi segue ! ;D




Capitolo 3° - Ricordi rotti dal presente.

Image and video hosting by TinyPic Amare vuol dire cercare consciamente quel che ci è mancato e ritrovare spesso inconsciamente quel che abbiamo già conosciuto. (Olivier)


(POV Taemin )
La mamma mi aveva svegliato quella mattina con grande sveltezza. Notai da subito che la mia nuova divisa era piegata perfettamente sul divano sotto la finestra.
La indossai. E ci misi un po’ per far in modo da sembrare anche vagamente guardabile.
Scesi le scali e mi scontrai con la figura di mio fratello che usciva da casa con un mazzo di rose in mano. Hyolyn pensai.
La mamma mi raggiunse , sistemò al meglio la mia camicia , si leccò il palmo della mano e riordinò anche i miei capelli che avevo lasciato un po’ alla “ come ti svegli la mattina “
Uscii da casa con tremendo ritardo. Si a quanto pare il mio primo giorno di scuola superiore sarebbe stato un tremendo disastro.
Presi la mia bici blu e iniziai a pedalare a più non posso nel tentativo di diminuire la distanza tra me e la scuola.
All’ingresso non vi era anima viva . A quanto pare tutti quanti dovevano già essersi accomodati nel teatro antistante alla palestra.
Spalancai la porta e con il fiato in gola mi accomodai accanto al mio vicino di casa : Lee Jinki .
Jinki era un ragazzo con la testa sulle spalle più grande di me con quattro anni , ormai all’ultimo anno di scuole superiori affrontava gli studi con grande capacità. Secondo di tutto il liceo era anche un ragazzo abbastanza attraente , indossava sempre degli occhiali rotondi , io credo per nascondere la sua timidezza dietro uno sfondo di intelligenza e sorrideva a chiunque gli si presentasse ,  non mostrando alcun tipo di interesse ad un secondo incontro.
Lo salutai e lui sbuffò fissando l’orologio d’acciaio che teneva alla mano destra.
-          Hai visto che ore sono ?
Mi sussurrò ad un orecchio.
Abbassai lo sguardo e tornai a fissare le mie converse rosse ancora un po’ sporche anche dopo che la umma aveva premurosamente cercato di strofinarle per bene  quella mattina.
Mio fratello Taesun ammaliato dalla formosa ed attraente rappresentante d’istituto fissava il palco con ancora quel mazzo di rose fra le mani che stringeva al petto forse per placare quel battito che incessante lo affliggeva.
Alla fine del discorso tutti quanti fummo congedati nelle nostre classi. Le lezioni trascorsero tranquillamente tra presentazioni e quant’altro. Il mio block notes era ormai semi scarabocchiato da facce molto somiglianti al professore di inglese. L’unica ragazza che mi si era filata fu la moretta tutta brufoli seduta davanti a me che sorrideva ogni due e tre per attirare forse la mia attenzione.
Quando uscì per la pausa pranzo , avevo un sacchetto di plastica tra le mani con dei sandwiches dentro.
Jinki invece si era preparato da solo una scodella di riso con del pollo per contorno.
Ci sedemmo sul prato di fronte al campo da basket , i ragazzi di 3C si stavano godendo una partita con un sole da far invidia anche al deserto sahariano.
E fu li che lo vidi. Portava una canotta grigia che si alzava ed abbassava ogni volta che percorreva a grandi falcate l’intero campo fino a raggiungere con la palla il canestro , non troppo alto per lui che somigliava ad un gigante.
Onew mi spiegò che quel ragazzo dai folti capelli neri era un tale Choi Minho sempre attorniato da belle ragazze e capitano della squadra di basket.
Il cuore fremeva e perdeva un battito ogni volta che il sguardo incrociava anche solo per un secondo quelli addominali che sembravano essere stati scolpiti da Michelangelo in persona.
I suoi occhi erano grandi e di un nero lucido. Di quel lucido che trasmette.
Le mie giornate erano diventate una vera e propria routine ; Svolgevo le mie dovute ore di studio ( se studio si poteva considerare) e dopo aver finito all’ora del pranzo in compagnia di Jinki osservavo Minho e il suo migliore amico Jonghyun divertirsi a scambiarsi la palla e spruzzarsi con la bottiglietta d’acqua di tanto in tanto.
Poteva definirsi una cotta ? Si forse era stato davvero il primo amore. O forse lo era tutt’ora.
Fatto sta che dopo più di due mesi di scuola , ovviamente gli intoppi ci stavano anche , un giorno mentre passeggiavo nel retro del liceo sentii dei rumori provenienti da dietro un albero e mi affacciai per osservare la scena.
Dei ragazzi stavano prendendo a calci un povero cagnolino che si era trovato li a rovistare tra le loro borse lasciate abbandonate .
Mi interposi tra il cucciolo e i delinquenti nel tentativo di fermarli , ma il mio fisico era troppo fragile per poter attutire un pugno in pieno viso.
Caddi a terra con il labbro inferiore sanguinante . Il mio atterraggio non era stato attutito da nulla mugugnai qualcosa per il dolore.
Ma…Mentre mi aspettavo di essere picchiato nuovamente una figura non sconosciuta a mie occhi mi accarezzò il viso …
Quando sgranai gli occhi mi accorsi che i ragazzi se ne erano andati e che lui…Il tale Choi Minho mi stava fissando con preoccupazione.
Fu grazie a quell’avvenimento se mi ritrovai ad uscire quasi ogni pomeriggio con quel ragazzo che mi faceva battere forte il cuore.
Ero veramente innamorato , schioccò anche il primo bacio sull’altalena di un parco vicino casa .
Io lo amavo e credevo anche lui mi amasse. La sera prima del mio compleanno avevamo fatto l’amore distesi sul letto della sua stanza con un sottofondo dei Beatles che incombeva nell’aria accompagnato dai gemiti di entrambi.
Era stato bellissimo . Le sue mani calde che cingevano i miei fianchi ; le sue dita affusolare che premevano sul mio petto e il suo membro dentro di te.
La mia prima volta era stata con lui . Minho il ragazzo dagli occhi grandi. Quel ragazzo che forse avevo conosciuto anche da bambino. Ricordavo i suoi occhi grandi e anche il suo cognome se non mi sbagliavo era stata la famiglia che abitava a fianco a noi , prima che i Lee prendessero il loro posto.
Forse era stato proprio il destino a farci incontrare eh ? Io non credo nei colpi di fulmine di solito. Ma il mio nei suoi confronti lo è stato.
Le parole andarono perse il giorno del mio compleanno , aveva promesso che mi avrebbe accompagnato a mangiare fuori soli io e lui , invece mi ha lasciato lì come un imbecille sotto la pioggia a digitare il suo numero sul telefono senza ricevere risposta.
Alla fine mi ero stancato di aspettare e così ero andato dritto dritto a casa sua per ricevere spiegazioni.
Il cartello piantato sul terreno mi fece capire che i Choi si erano trasferiti per sempre e che lui era fuggito via da me.
Piansi , piansi per molti giorni . Non volevo neanche andare scuola dato il mio umore completamente a pezzi. Il mio primo amore era scappato per sempre…Senza neanche avvisarmi , si era approfittato di me per una notte e poi aveva preferito non dirmi nulla del suo trasferimento lasciando che il mio pianto misto a  pioggia mi riempisse di amarezza.
Avevo chiesto anche spiegazioni a Jonghyun nel tentativo che almeno il suo migliore amico sapesse qualcosa , ma niente era scomparso nel nulla.
Quando finalmente avevo deciso di ritornare a scuola i “famosi” ragazzi dell’incidente col cagnolino decisero di approfittarsi di me picchiandomi di tanto in tanto.
Avevo imparato a nascondere il mio pianto dentro una corazza di sicurezza che nessuno riusciva a scalfire.
Le botte in confronto a ciò che mi aveva fatto lui  erano carezze , dolorose carezze ma pur sempre carezze.
è proprio vero che le parole fanno più male dei gesti. Ma secondo me , le parole non dette sono peggio di qualunque cosa.
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4° ***


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Eccoci qua... Bene non è un capitolo molto importante , vengono svelati soltanto piccoli dettagli , credo che nei prossimi la storia sarà più comprensibile e si chiariranno molte cose nonchè l'arrivo di nuovi personaggi !  Ringrazio ancora chi mi segue ;) E vi aspetto al prossimo... *-



Capitolo  4°- Ricordi passati e incontri svelati

"Solo viaggiando nel tempo si può amare per sempre. "    
(Da "Passion"-Laurent Kate)          




Quella sera il biondo non aveva dato spiegazioni al suo coinquilino , soltanto si era limitato a piangere sulla sua spalla.
Il più grande lo aveva alzato di peso dopo che era riuscito ad addormentarsi sul divano e lo aveva salito su per le scale fino ad adagiarlo sul morbido letto.
Kibum non aveva mai visto piangere tanto suo cugino prima di allora…Aveva intuito che vi era qualcosa di strano nel suo comportamento…Un qualcosa che forse non ha voluto svelare …Quel qualcosa che ha represso dentro di se per troppo tempo.
Al contrario del piccolo , lui preoccupato non era riuscito a prendere sonno e durante la notte aveva preso a ritagliare foto da attaccare su nuovi album in copertina scura.
A Key piaceva creare ricordi…Ogni qual volta che aveva un po’ di tempo libero , usciva dal cassetto una polaroid un po’ malandata e scattava foto a suo cugino intento a mangiare oppure a sorseggiare una tazza di latte la mattina con ancora le guancie rosse e gli occhi socchiusi per il sonno.
Aveva sfogliato più di sei album…Ognuno contenente fasi della sua vita…Ricordava ancora quando all’età di sei anni si divertiva a disegnare facce strane su fogli di carta che trasformava poi in aquiloni.
Si fermò quando arrivò ad una foto in particolare…L’unica foto che aveva dimenticato…Non per qualche motivo in particolare ,  ma forse per casualità quell’immagine raffigurava proprio suo padre.
Quel padre che avrebbe tanto desiderato , quel padre che non c’è stato…Quel padre che se ne è andato per sempre.
Sua madre lo rassicurava sempre che prima o poi sarebbe tornato illeso…Con un sorriso stampato sul volto che preannunciava la vittoria in guerra.
Un giorno glielo aveva anche promesso:
-          Mi raccomando Kibummie , non dimenticarti del tuo appa ! Sono sicuro che quando tornerò tu sarai già un ometto ! E ora smettila di piagnucolare non sei una femminuccia !
Il piccolo tirò su col naso e abbracciò forte suo padre dalle ginocchia.
-          Appa promettimelo ! Promettimi che quando diventerò un artista tu ci sarai ! Così potrò disegnarti insieme alla umma !
-          Certo Kibum , te lo prometto…
Così aveva detto accarezzando i mori capelli del figlio che si strusciava contro il suo braccio ancora in lacrime.

E poi era scomparso per sempre…Così…Ucciso…Non si sa come…Abbandonando per sempre una madre diventata vedova e suo figlio tanto amato.
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Fissava la finestra attendendo che la luce si addentrasse nella camera per rallegrare l’animo incupito di un ragazzo che aveva scoperto la sera prima di essere ancora innamorato del suo primo amore.
Stringeva la maniglia fredda e gioiva ogni volta che un passero si depositava sul geranio giallo per raccogliere un po’ di briciole.
Forse anche lui poteva definirsi un passero…Di  quelli che rinunciano di stare in gruppo per seguire la propria strada …Di quelli che decidono che “ distinguersi dalla massa “ è la cosa migliore…Di quelli che costruiscono il proprio nido accontentandosi dei rametti che trovano qua e la.
Così era lui …Taemin era solo e ne era consapevole. E forse il suo modo di essere diverso era proprio questo…Il vivere bene nella solitudine senza preoccuparsi di stringere legami  , perché sapeva benissimo che quando ci si affeziona è troppo tardi per tornare indietro.
Indossò la sua uniforme blu-violacea , lasciando che la camicia ricadesse fuori dai pantaloni e senza preoccuparsi delle occhiaie che comparirono su sui occhi troppo stanchi per non aver dormito , scese le scale e raggiunse suo cugino Kibum intento a preparare la colazione.
-          Buongiorno Minnie…Tutto Bene ?
-          Si grazie…
Il suo tono di voce era tutt’altro che tranquillo , traspariva dell’amarezza nelle sue parole pronunziate sotto voce.
Strinse tra le mani la tazza di latte  caldo e vi ci soffiò dentro per raffreddarla.
Kibum fremeva in quell’attesa snervante , aspettava attento una spiegazione da parte del più piccolo…
-          Senti Taemin…è successo qualcosa per caso ?
-          Assolutamente niente!
Il castano si alzò dal divano e poggiò una mano sulla sua spalla , per fargli capire che se c’era qualcosa che si teneva dentro quello era il momento di svuotarsi…
-          Perché non vuoi dirmelo ?
-          Non sono affari tuoi hyung !
-          Taemin vieni subito qua !
-          Vado a piedi non preoccuparti…
Le urla del più grande risuonarono per tutto il corridoio finché il biondo si chiuse la porta alle spalle appoggiandosi su di essa .

Stava rannicchiato li con la testa fra le gambe , come era solito fare …Quando rialzò la testa i suoi occhi  si chiusero leggermente sotto i raggi del sole fra le nuvole che avevano imbrattato il cielo di un colore grigiastro.

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“ Signor. Choi prenda questi e li consegni alla signora in segreteria , mi raccomando sono documenti molto importanti “

Così aveva detto il direttore della biblioteca quando aveva affidato a Minho una pila di scartoffie pronte per essere firmate.
Imbronciato il giovane percorreva l’intero corridoio  del piano superiore…Si fermò quando un melodia familiare si fece udibile risuonando tra le pareti imbiancate e il cuore tremante del moro.
I tasti del pianoforte venivano percorsi velocemente dalle mani affusolate del biondo che girava lo spartito man mano che la melodia si allungava.
Lo fissò dal vetro della porta che dava alla sala di musica. Il suo cuore perse un battito quando dalla fronte del pianista scivolò una goccia di sudore…
Bellissimo … La sua camicia sbottonata lasciava intravedere il petto candido , i  lunghi capelli biondi scompigliati tra le spalle e le labbra che si schiudevano sulle note più acute.
Poggiò il palmo sulla porta , trattenendo il fiato. Sperava in un contatto , avrebbe voluto avvicinarsi , sedersi accanto a lui e incrociare la propria mano con quella fragile dell’altro.
L’alone di sudore rimase evidente sul vetro trasparente  , mentre il suo cuore palpitava incessantemente …
Quando la porta si schiuse , il moro non notò la presenza dell’altro e trafficò fra i documenti , ma il suo piano fallì e i fogli finirono sparsi per terra.
Taemin  sbuffò e sorrise ai movimenti maldestri dell’altro che tentava di recuperarli da terra.
Quando i loro sguardi si incontrarono , fu un attimo…Gli occhi neri e grandi dell’assistente verso quelli del più piccolo,  si scrutarono vicenda alla ricerca di una minima espressione che lasciasse intravedere quanto amore provassero uno nei confronti dell’altro.
Poi il biondo scappò lasciandosi inseguire dagli occhi dell’altro che ancora attonito fissava la sua figura entrare velocemente nell’aula in fondo al corridoio.
Riuscì a riprendersi soltanto quando la voce roca del bibliotecaio si fece prepotente nel suo orecchio.
-          Signor Choi , le avevo assegnato un compito ! Pretendo che lo finisca immediatamente !

Così il moro aveva lasciato perdere tutti i pensieri , anzi l’unico che gli frullava per la testa e si alzò con la pila di fogli in mano.
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Le ore erano passate abbastanza velocemente tra la professoressa che farfugliava qualcosa in inglese e i numerosi esercizi di fisica assegnati alla lavagna.
Il biondo era tornato a casa. Abbandonò insieme al suo zaino le scarpe all’ingresso e si fece spazio fra i numerosi scatoli che avevano invaso il suo corridoio.
-          Ma guarda chi si vede , Taemin-ah ! Oh scusami per il disordine , sistemo tutto immediatamente.
Così disse suo cugino mentre riposò l’album turchese in uno degli scatoli e si sistemò i pantaloni ormai spiegazzati per il troppo tempo passato sdraiato sul divano.
Taemin lo abbracciò da dietro , strinse il suo petto forte contro la schiena del più grande che sorrise imbarazzato alla dimostrazione di affetto del suo cuginetto.
Sapeva che a Kibum bastava soltanto questo per perdonarlo , sapeva che il più grande era sempre tanto comprensivo quando si trattava di lui e sapeva anche che avrebbe sempre potuto contare su di lui.
Si staccò dalla pressa e abbassò lo sguardo , le sue guancie si infiammarono e un fievole “ Scusami Umma” venne pronunciato dalle sue labbra rosee.
Così il più grande gli aveva semplicemente accarezzato il volto e sorridente era tornato alle sue mansioni da “madre impegnata”
Dopo un po’ di  tempo che era riuscito a prendere sonno sul divano in pelle bianca , suonarono al campanello , il biondo decise di andare ad aprire , scavalcando l’ingombrante disordine e sbuffando contro quel “ qualcuno” che lo aveva destato dal suo sonno rinvigorante.
-          Ciao Taemin è bello rivederti …
L’altro aveva strabuzzato gli occhi alla vista di quell’inaspettata sorpresa. Il ragazzo davanti a se era diverso , ma sempre bellissimo…Gli occhiali erano scomparsi , i capelli castani erano più lunghi e ricadevano sulla fronte larga e le sue labbra sempre rinchiuse in un timido sorriso si erano trasformate in una risata a trentadue denti .
E così due anime felici di rivedersi si erano unite in un abbraccio profondo.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5° ***



Capitolo 5 °- Ti amo troppo per lasciarti andare.

«L'amore si scopre soltanto amando.»
(P. Coelho)
 

 
La porta era stata richiusa dopo che il nuovo ospite era stato cordialmente invitato ad assaggiare i biscotti del padrone di casa.
Una pianta dai toni vivaci era stata depositata dal biondo sul tavolo , mentre il divano già accuratamente sistemato veniva sommerso da un nuovo peso.
-          Jinki-hyung allora come procedono i tuoi studi ? Ho saputo da Minnie che hai intrapreso la facoltà di economia…
-          Già…A quanto pare diventerò il direttore della nostra compagnia …
-          Bene…Allora io adesso vi lascio da soli , vado a comprare qualcosa per cena…
Ah ! Ecco…Hyung ti fermi da noi?
-          Certo con piacere !

Quando i due furono lasciati soli , le loro risate riempirono l’aria mentre un sorriso allegro comparse sulla bocca del più piccolo.
Le loro discussioni sembravano futili , ma riscoprivano nei due la capacità di poter parlare apertamente con un amico rivisto dopo tanti anni.

 Era cambiato visibilmente , Jinki si era irrobustito e i suoi lineamenti erano diventati ben delineati , nonché la scomparsa degli occhiali e la tinta castana.
Certo che era diventato davvero un bel ragazzo , pensò l’altro prestando attenzione mentre le sue morbide labbra scandivano un discorso articolato a cui Taemin non stava dando attenzione.
Si risvegliò soltanto nell’istante in cui la mano calda dell’amico si posò sulla sua gamba .
- Non sai quanto sono contento di averti rivisto…
Il piccolo rimase un po’ sorpreso , quando il suo corpo venne stritolato in un abbraccio affettuoso.
Jinki non era mai stato il tipo da dimostrare i suoi sentimenti così apertamente , neanche a lui che era sempre stato il suo amico più intimo sin dalle scuole medie.
Cacciò quel turbamento , notando che dopotutto era felice che l’amico avesse assunto atteggiamenti più estroversi e ricambiò l’abbraccio stringendolo forte a se.

 
-          Mi sei mancato Hyung…Ma adesso resterai veramente a Seul ? Sicuro che poi non te ne andrai come l’ultima volta ?
-          Sicuro…Ormai ho deciso continuerò i miei studi qui in città…
L’abbraccio si era sciolto dopo pochi istanti e adesso gli amici si ritrovarono a rosicchiare qualche biscotto sul tavolo mentre i loro sguardi si cercavano bisognosi di riscoprirsi.

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Kibum era uscito da mezz’oretta ormai…Aveva già comprato il dovuto nel mini-market vicino casa compreso una torta alla panna che avrebbe offerto una volta tornato dagli altri.
Il ragazzo badava ovviamente anche alle spese del suo cuginetto. Ogni mese la zia spediva dei soldi a Kibum per le spese necessarie , con il solito bigliettino di ringraziamenti per prendersi cura del suo piccolo tesoro.
Sapeva che ormai la signora non stava molto bene…La madre le aveva parlato un giorno dicendogli che ormai la zia soffriva di  disturbi alimentari e psicologici dovuti alle serie di minacce che prontamente il signor Lee  le riferiva.

Aveva anche provato a denunciarlo una volta , ma la polizia non era intervenuta forse anch’essa intimidita dall’influenza che l’ex marito aveva sulla città.

Kibum sapeva anche che quello per fortuna non era il vero padre di Taemin…L’aveva anche conosciuto un giorno …I capelli scuri raccolti in una lunga coda , il sorriso ben pronunciato e le gambe lunghe …Si ricordava quei pochi dettagli dato che a quel tempo era soltanto un bambino.

Aveva sperato per suo cugino che un giorno il vero padre si presentasse , dimostrandogli le sue scuse per non essere stato presente nei suoi diciassette anni di vita.
Nascose il viso dietro la sciarpa blu , e continuò a camminare con lo sguardo rivolto verso il dolciume.
Non riusciva a capacitarsi del fatto che un vero padre Taemin ce lo avesse ma che non potesse incontrarlo per il semplice fatto che l’uomo si vergognava di presentarsi dopo aver abbandonato la madre in dolce attesa.

Lui un padre ce lo aveva avuto , ma adesso era morto. Già…Era geloso…Molto geloso … Avrebbe preferito che suo padre si fosse volatilizzato e che lo avesse trattato come uno sconosciuto , piuttosto che non rivederlo mai più…
Affrettò il passo  per cancellare i ricordi dalla mente e abbassò il viso notando che delle leggere gocce di pioggia stavano cadendo sul terreno e che il freddo pian piano iniziava a filtrare sotto il suo giubbotto .
Non riusciva a spezzare quel filo di pensieri che lo riconduceva alla figura del padre tanto amato…e di sua madre attaccata alla cornetta del telefono con delle grosse lacrime agli occhi , lacrime che pian piano si stavano facendo spazio anche sul suo volto.
Venne urtato da qualcosa e la torta che teneva tra le mani venne scaraventata a terra.
Si rannicchiò su di essa , senza prestare caso all’uomo di fronte a lui. In quel momento era più concentrato ad asciugarsi il volto e a fissare il terreno.
 
-          Scusami , io dav-davvero non volevo…!
Si scuso il bruno tentando di recuperare il dolce per terra.
-          N-non preoc-preoccuparti non è ni- niente
Rispose Kibum con voce tremante mentre le sue lacrime non si decidevano a fermarsi.
La sfacciataggine di quel moro lo colpì dritto al cuore…Il mento era stato alzato e le guance asciugate da quelle dita ruvide e calde.
Una serie di imprecazioni erano sul punto di uscire dalla  lingua affilata di Kibum quando l’altro si alzò e scappò via.
- Mi dispiace , vado di fretta !
Non ebbe il tempo di fermarlo visto che ormai quelle gambe veloci erano entrate nel enorme palazzo a più piani che aveva di fronte.
Lo avrebbe seguito se anche lui non avesse meglio da fare e magari perché no gli avrebbe anche tirato un bel pugno al centro di  stomaco , ma  si limitò a sbuffare osservando i suoi soldi sprecati sulla terra bagnata.
--------------------------------------------------- Minho era stato costretto a ritornare a casa dopo il suo solito pomeriggio di jogging a causa della pioggia che non si decideva a cessare.
Mancava ancora un po’ per l’arrivo del suo amico Jonghyun  , così si gettò sotto la doccia e si prese alcuni minuti davanti alla tv.
Il suo sguardo si perse all’interno di una scatola rimasta abbandonata sotto la scrivania.
Decise di estrarla. La aprì e si perse tra una miriade di ricordi. Album fotografici , cd e persino un vecchio orologio,  lascito di suo nonno defunto.
Si fermò su un anello in fondo alla scatola. Se lo rigirò tra le dita e rise alla vista di quel piccolo accessorio di plastica.
Che bel regalo pensò mentre le sue guancie si coloravano appena. Lo ripose nella tasta dei jeans ed andò ad aprire alla porta.
-          Ho bisogno di te !
-          Per fare cosa ?
-           Devi accompagnarmi da una persona.
Sfoggiò quel piccolo anello di fronte agli occhi del amico , che lo guardava dubbioso , ma che rassegnato si era deciso a seguirlo.
                                                                       

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Kibum era ritornato a casa un po’ imbronciato per non poter offrire ciò che desiderava ai due.
Si mise ad apparecchiare , notando che il biondo e il suo compagno ridevano davanti ad un vecchio album di fotografie.
La cena era pronta. Tutti a tavola presero a mangiare discutendo allegramente sul programma alla tv.
Quando finirono , Jinki insistette sul dover dar una mano e così Kibum alla fine fu costretto a dargliela vinta.
Taemin riponeva le stoviglie nella credenza ma venne interrotto dal campanello.
Kibum aveva smesso di lavare i piatti e andò ad aprire la porta.
-Scusami…Avrei bisogno di parlare con Taemin.
Un moro molto alto si era abbassato  stringendogli le mani. Kibum sbuffò e lo fece entrare , notando soltanto dopo che dietro a lui si nascondeva il ragazzo che poco prima aveva ridotto la sua torta ad un pasticcio.
-          Allora ? Tu vuoi rimanere lì impalato ?
-          Ec-ecco io…Non so se…
-          Entra muoviti !
Minho entrò in cucina  a quanto pare avevano ospiti. Sapeva di essere stato un po’scortese a presentarsi a quell’orario ma aveva ugualmente bisogno di parlare con il più piccolo.
-Buonasera…
- Buon-buonasera…
Taemin avvampò a quella vista , chiese scusa a Jinki e arpionò la mano del moro portandoselo  nella stanza di sopra e chiudendosi la porta alle spalle.
- Cosa ci fai tu qui ? Ti avevo detto di non farti vedere mai più !
Due mani grandi lo strinsero dolcemente serrandogli le labbra con il petto grande.
- Non ti ho mai dimenticato…
Il biondo cercò di allontanarsi , ma Minho era più forte di lui e ostinato continuava a stringere forte.
-          Perdonami ti prego…
-          Co-come pos-posso farlo ?
Il più piccolo piangeva e tremava sotto quel corpo caldo. Il suo cuore fremeva e perse un battito alle parole sussurrate del moro.
- Per-perchè , per-perché ?
Inflisse leggeri pugni al petto che si era lentamente allontanato dal suo volto e lo fissò in viso cercando una risposta alle sue domande.
- Perché ti amo Taemin…Ti amo..

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Capitolo 6
*** Capitolo 6° ***


Salve a tutti , mi scuso tantissimo per l’immenso ritardo di questo capitolo. Ma posso spiegare…Ci sono stati trasferimenti , problemi vari , impegni estivi ecc.
In più ci si è messa anche la mancanza di ispirazione T_T
Vi preannuncio che siamo arrivati ad un capitolo molto importante finalmente il nostro Minho ci racconta dal suo punto  di vista un bel po’ di ricordi che ci sveleranno meglio la situazione . Quindi ringrazio ancora tutte le lettrici.
Al prossimo :3 ( Che spero non verrà pubblicato così in ritardo)





Capitolo 6°- Sorridimi ancora come sempre hai fatto. 

Due sono le grandi gioie nella vita di un uomo: la prima quando per la prima volta può dire Amo, l'altra, ancora maggiore, quando può dire sono Amato. (C. Dossi) 


(POV MINHO )


Un fruscio leggero , le foglie cadono a terra. L’intero immobilizzarsi di ogni cosa per poi tornare ad ondeggiare spinto dal vento incostante.
Ho sempre amato quel suono. Il silenzio , no, il silenzio non fa per me. Mi basta anche il semplice tocco di due mani o il battere di un cuore innamorato , ma si io Choi Minho non posso vivere senza i suoni.
Amo quei passi , quei passi che si avvicinavano lenti , quasi bloccati dal rallentare del mio respiro che si faceva sempre più affannato alla sua vista.
Lui era la , i capelli voluminosi risplendevano di luce propria , accompagnati da quel sorriso che ne faceva da padrone.
La sua figura così esile e delicata non esitava a raggiungermi e circondare il mio collo con le sue braccia , braccia candide su cui depositai un leggero bacio.

Lo strinsi di più a me cingendolo per i fianchi. Appoggiai il capo nell’incavo del suo collo e lasciai che il suo dolce profumo mi conducesse nel nuovo mondo da cui speravo non tornare.
Il suo petto stretto contro al mio , attendeva di essere esplorato , le mie mani indulgevano troppo spaventate dell’ambiente in cui ci trovavamo.
Era già molto , che il piccolo Taemin si fosse stretto a me in  un abraccio ,  proprio nel cortile del nostro liceo. Io non mi facevo problemi , se qualcuno ci avesse visti , beh che credesse  quello che voleva.
Ma il mio cucciolo non la pensava a modo mio , lui preferiva essere discreto , mantenere la sua buona immagine da studente rigoroso.

Così quando mi accorsi del rossore sulle sue guancie , risi appena e incrociai la mia mano alla sua tremante.
Mi fissava con occhi da cerbiatto aspettando che mi facessi avanti per primo. Se fosse stato per me non mi sarei lasciato sfuggire quel occasione e lo avrei incatenato in uno di quei baci che tolgono il respiro , ma dato che sapevo cosa si aspettava…

-          Taem…Ti va di andare a prendere un gelato ?
-          Certo Hyung !

Sorrise e si aggrappò al mio braccio , lasciando che la sua cartella ricadesse sulla mia spalla.
Sapevo che anche per oggi era stata confermata la nostra solita routine , usciti da scuola , gelato e poi  a casa.
Entrati in pasticceria , la proprietaria sapeva già ciò che doveva fare e  per assicurarsi di non essersi sbagliata , ci porse la solita domanda con fare gentile.

-          Ragazzi , il solito va bene ?
-          Certo , grazie !

Una maxi coppa per lui e il solito cono per me. Le sue guanciotte si riempivano ogni qual volta che metteva in bocca un po’ del gelato .  “ Così estremamente dolce “ pensai sedendomi accanto a lui sulla solita panchina di fronte al negozio di accessori.

-          Oh hyung , aspettami qui arrivo subito ! Tieni il gelato e non mangiarlo  mi raccomando !

Corse di fronte e spalancò la  porta del piccolo negozietto. Appoggiai la sua coppa accanto e diedi il mio gelato ad un cucciolo che passava di lì.
Dopo averlo finito si avvicinò a me , curiosando tra le mie mani se era rimasto ancora qualcosa.

-          Mi dispiace ho finito tutto quanto…Questa non è mia ! è di un piccoletto che ti somiglia…
-          Ehi piccoletto a chi ? – Sbuffò il biondo avvicinandosi con un sacchetto di carta tra le mani.
-          Cos’è ?
-          Un regalo per una persona speciale…
-          E chi sarebbe sentiamo…
-          Geloso ?

Ovvio che ero geloso , dopotutto conoscevo Taemin sin da quando eravamo molto piccoli e sono sempre stato innamorato perso di lui…Se si fosse concesso a qualcun altro non so come l’avrei presa. Abbassai il capo e poggiai i gomiti sulle gambe.

-          Scemo è per te , ma…

Mi bloccò portando l’indice sulle mie labbra.

  -  Te lo do dopo ! E quella dalla al cucciolo ne ha più bisogno.

Continuammo la nostra passeggiata per andare a casa , per quella sera i miei non ci sarebbero stati …Quindi potevamo dormire insieme.
 Lo guardavo , mentre infilava la testolina nel sacchetto di plastica , per controllare se la sua “ sorpresa “ ci fosse ancora.

“ Non voglio andarmene , non voglio lasciarlo”

Quel messaggio prima o poi sarebbe arrivato , io e lui non ci saremmo visti mai più. Lo amavo fin troppo forse per abbandonarlo qui.
Ma la fiducia che mio padre aveva nei miei confronti era qualcosa che io non avrei mai potuto tradire.
Un filo trasparente mi manteneva in bilico tra l’amore e la famiglia.
Alla fine , avevo scelto la seconda opzione , sperando che un giorno si sarebbe dimenticato di me. Lo speravo. Io non lo merito. Mi ritenevo l’uomo più fortunato della terra se a quei tempi era il mio fidanzato.
Tutto era perfetto con lui.

Ma ero più che convinto che anche la vita con Songdam mi avrebbe appagato , certo un matrimonio forzato non era  il mio sogno d’amore perfetto , ma quando mio padre prendeva un decisione io dovevo esaudire ogni suo ordine.
è sempre stato così. A partire dalle partite di calcio vinte soltanto per lui .

- Sei così simile a me. Tu sei il mio vero figlio  , nessun altro.
- E Minseok appa ?
- Lui non esiste

Già mio fratello , era inesistente. Lui aveva fatto bene , si era stancato delle maschere illusorie che mio padre ci costringeva ad indossare , lui voleva essere libero da ogni costrizione , da ogni regola , così dopo una serie di discussioni se ne andò congedandomi con un bacio sulla fronte.

- Minho mai. Non diventare mai come quello la ! Promessa , neh ?

Mi dispiace hyung , ma non ho mantenuto la promessa , sto lasciando l’uomo che amo per sposarmi con una perfetta sconosciuta.
Codardo. Ecco quello che sono. Non ho mai avuto il coraggio di ribellarmi come avevi fatto tu, io non ho un cuore nobile come il tuo , io sono freddo , spento. Io non piango fuori , mi dispero dentro. Io non amo sul serio , seguo ciò che dice mio padre. Anzi no io non amo , fuggo.

                                                                *******

Tornammo a casa , all’entrata posai entrambe le borse sul divano  e lui si accomodò accanto , aspettando che sfiorassi la sua testolina bionda.

- Eccomi qui , che ne dici di un horror ?

Era nostra abitudine , ogni giovedì pomeriggio dopo le lezioni pomeridiane , passare a casa mia per vedere un film.
Ogni volta si optava per qualcosa di diverso , ma stavolta avrei scelto io . Un bel film da far venire i brividi.
Acconsentì e così infilai un film della collezione di mio fratello nel dvd.

- Hyung e-ecco io non so …Se sia il caso.
-          Hai paura , piccolo ? Vieni qui.

Il film iniziò e il piccoletto si rifugiò sul mio petto. Lo accarezzavo piano , teneva aggrappata a se ancora la piccola busta.
Gli pizzicai la spalla non prestando ascolto alle urla della ragazza nel film.

- Allora , non devi darmi nulla ?
- Ah è vero !

Aprì il sacchetto e ne uscì due anellini di legno. Uno rosso e uno giallo.

- Questi ci terranno legati per sempre. Io lo metto a te e tu a me , che ne dici ?
- Non sa troppo di matrimonio ?

Arrossì vistosamente alle mie parole e abbassò il capo.

- Su piccolo , stavo scherzando!

Lo tranquillizzai  e gli presi la mano. Schioccai un leggero bacio sulla base e infilai il piccolo anellino all’indice.
Lui fece lo stesso.
Una nuova promessa. Taemin non potevo dirtelo . Non dovevi costringermi a mentirti. Non avrei mai voluto conoscerti , ti ho rovinato la vita. Io me ne andrò dopo averti dato false speranze e tu eri ancora così piccolo…
Sarò per sempre il tuo primo amore quello che non si dimentica. Ma non doveva andare così  , è tutto sbagliato.
Ma…Quello sarebbe stato l’ultimo giorno. L’ultimo fottutissimo tremendo giorno del nostro amore , quindi se doveva ricordarmi , lo avrebbe fatto per sempre.

Accarezzai il suo viso morbido , gli occhi si strizzarono contro quel contatto dolce. Mi soffermai a sfiorarli le labbra. Mi avvicinai , ostentando una seria fiducia di me stesso , che in realtà non esisteva , era la prima volta sia per me che per lui.
Spezzai un'altra promessa , sarei dovuto rimanere vergine fino a dopo il matrimonio . Ma stavolta non mi sarei fermato.
Poggiai le mie labbra sulle sue , mi circondò il collo con entrambe le braccia mentre anche la mia lingua si faceva spazio nella sua bocca calda.

Tremava , feci pressione e mi sdraiai sopra di lui . Il suo petto si alzava , spinto dalla leggera eccitazione che cominciava a farsi evidente nei suoi pantaloni di stoffa leggera.
Lasciai scivolare la mia mano su di lui , un piccolo gemito soffocato  riecheggiò nella stanza vuota.
Mi ripetevo di fare tutto con calma , perché quella sarebbe stata la mia prima e ultima notte insieme.

I miei pensieri vagavano alla ricerca di un futuro che non desideravo . Quella donna era dolce , gentile e poi suo fratello era il mio migliore amico. Ma io avevo qualcuno di molto più importante con cui avrei voluto passare il resto della mia vita e quel qualcuno era quel piccolo scricciolo che continuava ad amarmi mentre lo fissavo malinconico.

  - Hyung , qual-qualcosa non va ?
-          Minnie , ti amo.

Così. Una parola carica di sentimenti. Gettai finalmente quel peso che mi portavo sul cuore.
Aspettavo una risposta. In un primo momento quando vidi il suo viso mutare espressione mi preoccupai che i miei sentimenti non fossero ricambiati , ma quando delle lacrime solcarono il suo volto allora capì che anche lui provava lo stesso.
Un altro bacio , più profondo dei precedenti .

“ Non voglio andarmene , non voglio lasciarlo”

La mia lingua scivolò rapida sul suo collo , e con dei leggeri morsi , lo marchiai come “mio” , sapevo che non sarebbe stato mai così , ma riuscivo a darmi finte speranze fino all’ultimo.
Sfilai le nostre magliette. Il suo petto così candido , mi morsi le labbra e continuai a sfiorarlo .
Anche i nostri pantaloni scivolarono via spinti da quell’irrefrenabile desidero di unire i nostri corpi.
Stuzzicai la sua eccitazione , lasciando piccolo baci sulla punta. Gemeva e gettava la testa all’indietro , lo infilai per intero in bocca e i suoi urli si fecero più acuti.

Portò il braccio alle labbra e lo morse con molta forza.
Alzai le sua gambe e mi spinsi sopra di lui.
Leccai la sua apertura , con movimenti concentrici , accarezzavo piano le sue cosce vellutate , il mio membro pulsava e i suoi respiri si facevano più affannosi.

- T-ti prego!

Gli entrai dentro , si aggrappò alla mia vita e altre lacrime scivolarono piano. Le leccai e suggellai la nostra unione con una serie di baci .
Spingevo , sapevo che era sincero. Lo conoscevo bene ormai , il piccolo mi amava. Impossibile …perché? Perché il destino decide di concederti qualcosa di così bello e poi tutt’ad un tratto se lo riprende ?
Ormai al culmine  lui venne nella mia mano e io dentro di lui. Mi staccai e mi distesi sul divano per regolarizzare il fiato.
Lo afferrai per un braccio e me lo portai sopra. Gli baciai per intero il volto senza tralasciare il minimo spazio.

      - Per sempre , neh ?
      -Per sempre , piccolo…

Dopo le mie parole il biondo si addormentò , lo presi in braccio e lo portai con me di sopra. Lo adagiai sul mio letto .
Il telefono squillò.
Lessi il messaggio.

“ Minho prepara tutto .Ti aspetteremo all’aeroporto domattina. Buona notte sposino. “

                                                          ********

Quel giorno era il suo compleanno. Lo salutai augurandogli “Tanti Auguri  Piccolo , ti amo !”
Gli promisi che nel pomeriggio saremmo usciti per festeggiare .
Quando chiusi la porta , mi accasciai a terra. Piansi , piansi molto. Disperato sistemai le valigie , presi il cartello con scritto “vendesi” e lo piantai nel terreno.

Il matrimonio si sarebbe svolto fra meno di quattro ore. Io Choi Minho sposavo una donna , mentre il mio più grande amore festeggiava il suo compleanno da solo in un ristorante per famiglie.
Jonghyun era già arrivato , probabilmente aveva accompagnato sua sorella , gli sorrisi con la più falsa delle mie facce.

- Minho…Non sei in gabbia ricordatelo , un giorno ritorneremo , questo non è il tuo posto , questa non sarà la tua vita te lo prometto.  

Rimasi  sconvolto alle sue parole mi voltai raggiungendolo .

- Grazie.

Ci abbracciamo come mai prima. Fra noi era sempre stato così l’uno c’era sempre per l’altro.
Avevo raccontato anche a lui della mia omosessualità non ne era rimasto per nulla sorpreso,  aveva sempre notato le mie attenzioni verso quel piccoletto e appoggiò i miei sentimenti.
Quando entrambe le famiglie si riunirono per darci la notizia che io e sua sorella ci saremmo dovuti sposare , il primo a ribellarsi fu proprio lui.
Non so se perché non voleva che sua sorella spossasse un uomo che non l’amava o perché sapeva del mio fidanzamento con il piccolo Taemin , fatto sta che fu costretto a fare da testimone , ma lui non si sarebbe arreso questo lo sapevo bene.
Il telefono vibrava costantemente.

“ Hyung dove sei finito è più di mezz’ora che ti sto aspettando”
“ Hyung…Che fine hai fatto?”
“ Hyung perché non mi rispondi , mi farai preoccupare…”
“ Amore ho fatto qualcosa di sbagliato ? ”
“ Sei uno stupido Choi Minho , non credevo mi avresti fatto aspettare per più di un ora sotto la pioggia.”

Mio padre mi sistemò meglio la cravatta. E mi poggiò una mano sulla spalla.

- Su adesso sei un uomo ! è giunto il momento ,  va ! 

Raggiunsi l’altare , mi voltai verso gli invitati , la sala non era piena le ultime file non erano state occupate da nessuno , dopotutto mia madre aveva detto che non sarebbe stato un matrimonio in grande.

Jonghyun continuava a fissarmi seduto in prima fila , sorrideva nascondendo il suo dispiacere. Ti faccio pena , eh hyung ?
Chissà cosa stava facendo il piccolo Minnie , non credo si sarebbe accorto del mio trasferimento fino l’indomani.
Una lacrima scese lungo il volto.  Se qualcuno mi avesse visto avrebbe pensato che stato piangendo per la commozione del momento .

La sposa avanzava verso l’altare , era molto bella. Il lungo vestito bianco le cadeva perfettamente , non riuscivo a vedere il suo volto ancora nascosto dietro il velo sottile.
La presi per mano. Non è la sua mano. Non è la mano che amo , così pallida e morbida , questa è ruvida , femminile , decisa.
Le alzai il velo , scoprendo il suo volto  sorridente. Songdam anche tu eri felice ? Tu mi amavi ?. Mi dispiace…Ma non sarò mai io l’uomo della tua vita. Io amo già qualcun altro. E lui mi aspetta
.
Iniziò con le promesse. L’ennesime che non avrei mai mantenuto.
La guardai il suo volto cambiò. I capelli si schiarirono , gli occhi diventarono più lucidi , il corpo più piccolo. Taemin . Portava ancora l’anello così come io portavo il suo.
Piccolo non sto sposando te . Mi dispiace , non voglio che tutto finisca così.
Le infilai l’anello dorato , e lo scacciai dai miei pensieri.
La baciai. Ma non era lei. Lei non esisteva. La Chiesa non esisteva.C’eravamo solo io e lui uniti dai nostri sentimenti.
Gli invitati applaudirono , Jonghyun uscì dalla Chiesa.
La presi per mano e uscimmo anche noi.

“ Minho…. Perché non hai voluto dirmi niente ? Dove sei andato ? Questo non è il compleanno che desideravo ! “
“ Non voglio andarmene , non voglio lasciarlo”

Troppo tardi Choi Minho. Sei un uomo sposato.

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