L'amore sotto il naso

di Mary90_p
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'ennesimo tradimento ***
Capitolo 2: *** Riconciliazione ***
Capitolo 3: *** Confronto faccia a faccia ***
Capitolo 4: *** Idee per le canzoni ( 1° parte) ***
Capitolo 5: *** Idee per le canzoni ( 2° parte) ***
Capitolo 6: *** Canzone e Dichiarazioni ***
Capitolo 7: *** Frebbe maledetta ***
Capitolo 8: *** Infermiere per un giorno - 1° parte - ***
Capitolo 9: *** Una sorpresa per Kurt ***
Capitolo 10: *** Nascosto nell'ombra ***
Capitolo 11: *** Comunicazione urgentw ***
Capitolo 12: *** Il ritorno di Jessie St. James ***



Capitolo 1
*** L'ennesimo tradimento ***


Glee - un nuovo inizio -Rachel Berry era stufa! Stufa marcia di Finn Hudson, stufa marcia di essere continuamente scaricata per quella sottospecie di barbie che era Quinn Fabray! Perchè, per Dio, ogni volta che credeva che tra loro due poteva essere la volta buona, immancabilmente Finn finiva per tradirla con Quinn? D'accordo, era bionda, bella, aveva un naso perfetto, gli occhi chiari, ma, cavolo, non meritava di avere un ragazzo che guardasse solo lei? Era così impossibile avere qualcuno che l'amasse senza riserve, che non corresse dietro ad ogni donna che gli faceva gli occhi dolci?
Ma adesso aveva imparato la lezione! Non lo avrebbe più perdonato come in passato, permettendogli di calpestare senza pietà il suo povero cuore.
Più facile a dirsi che a farsi, sospirò sconfortata Rachel cercando di coprire le occhiaie violacee sotto gli occhi senza grande successo.
<< Rach, da quanto non mangi e dormi come si deve? >> le si affiancò Kurt, uno dei suoi migliori amici. La bruna lo guardò cercando di sorridere. << Sto bene, tranquillo. >> lo rassicurò debolmente, ma lei stessa sapeva di mentire a se stessa.
Si sentiva uno schifo. Erano giorno che quasi non mangiava nè dormiva, continuando a struggersi per quell'infame. Quanto poteva cadere in basso una persona dal cuore infranto?
Kurt osservò l'amica preoccupato: Rachel aveva il viso scavato, lo sguardo spento, occhiaie profonde e, cosa più inquietante di tutte, aveva cominciato a vestirsi in modo decente! Ma non con i colori sgargianti che di solito la contraddistinguevano, ma tutta di nero. Preoccupante, davvero... Ma decise di far cadere l'argomento per il momento e insieme andarono alla prima lezione.

Noah Puckerman ( detto Puck) era l'esemplare di sesso maschile più ricercato del liceo McKinly. Puckzilla riusciva a mietere cuori praticamente ovunque andasse, e la ragazza che in quel momento era tra le sue braccia, in uno sgabuzzino della scuola, ringraziava qualunque divinità ci fosse là sopra per averli fatti incontrare.
Il ragazzo era un amatore esperto, sapeva dove toccare, dove leccare, come farti perdere la testa con un solo tocco e lei non resisteva più, lo voleva dentro di sè. Subito.
Impaziente, gli cercò la cintura, gliela tolse e gli calò i pantaloni senza neanche aprire la zip e lui ridacchiò, divertito da tanta fretta.
Puckzilla amava tutte le donne e quella ragazza era una sventola. Il fatto che non ricordasse il suo nome ( non era nemmeno sicuro che lei glielo avesse detto) era un particolare trascurabile: era bello, giovane e voleva divertirsi.
Certo, c'era stata Quinn, la ragazza che aveva messo incinta, ma lei lo aveva estromesso subito dalla sua vita. Una volta nata Beth l'aveva data in adozione alla madre biologica della sua amica Rachel Berry che spesso lo accompagnava a vederla.
Era contento di avere vicino la sua amica in quei momenti: quando terminava la visita lei lo abbracciava e lo coccolava, capendo che aveva bisogno di qualcuno a cui sostenersi e lui era ben felice di avere lei come roccia.
Rachel era una ragazza in gamba, la conosceva da quando era bambina, anche se con il tempo il loro rapporto si era raffreddato parecchio, soprattutto da quando era iniziato il liceo. Lui faceva parte della squadra di football e non perdeva occasione di umiliarla con granite in faccia; gesto di cui in seguito si era pentito, ma lei non doveva saperlo.
Al pensiero della ragazza, Noah smise di baciare la bionda che aveva tra le braccia e aggrottò la fronte. Aveva una brutta sensazione e si rivestì in fretta ordinando seccamente alla sua partner di fare lo stesso ignorando il suo sguardo seccato e deluso.
Uscì in fretta dallo stanzino prendendo al volo lo zaino e, ignorando la vocina che gli diceva che era un perfetto idiota per aver abbandonato quella bellezza, si recò in aula e per poco non si scontrò con Rachel.
<< Ehi, Berry. >> la salutò sorridendo, ma il sorriso gli morì subito vedendo lo stato in cui era. << Rach, che succede? >> le chiese a bassa voce e lei cercò di sorridergli. << Tutto bene, Noah, non devi preoccuparti per me. >> Noah deglutì. << E' successo qualcosa con Finn? >> le chiese e, vedendo i suoi occhi inumidirsi, ebbe il rabbioso impeto di prendere a pugni il suo migliore amico.
La prese delicatamente per un braccio e la portò in un corridoio deserto. << Che è successo? >> chiese senza preamboli e ammutolì quando lei scoppiò a piangere inginocchiandosi coprendosi il viso con le mani.
<< Mi ha tradita... >> riuscì a dire tra i singhiozzi. << E'... tornato con Quinn... >> spiegò piangendo e lui strinse la mascella. Stavolta l'avrebbe veramente preso a pugni! Si inginocchiò davanti a lei, le prese le mani e le scostò dal viso e si preoccupò alla vista delle sue occhiaie.
<< Rach, non mi stancherò mai di dirlo, ma Finn è un idiota. E tu lo sai benissimo. >> le rispose e lei annuì. << Lo so, ma... Fa male... >> sussurrò e Noah sospirò tirandola verso di sè e abbracciandola dolcemente.
<< Finn non ti merita, Rachel. Sei una ragazza straordinaria. Se ti ha tradita è perchè non ti merita minimamente, peggio per lui. >> cercò di rassicurarla e lei gli strinse la maglietta in un muto ringraziamento.
La fece alzare piano carezzandola la testa come se fosse una bambina. << Dai, ora andiamo a lezione. >> La prese per mano e insieme andarono nell'aula di spagnolo del professor Shuster.

Nell'aula del Glee Club Rachel sorrise. Grazie alle parole di Noah stava meglio. Certo, non le aveva detto niente che già non sapesse, ma... Sentirlo dire da qualcun altro l'aveva fatta stare meglio.
Si portò una mano alla testa soffocando un gemito. Aveva le tempie che le facevano male, era stanchissima e quasi non si reggeva in piedi... Ma doveva resistere, tra poco sarebbero arrivati gli altri e, se Kurt, Mercedes e Noah l'avessero vista in quello stato non l'avrebbero più lasciata in pace.
Rise leggermente. Era bello avere degli amici che si preoccupavano così tanto e le loro premure le facevano piacere in fondo. Come gli abbracci di Noah. Quando lui la prendeva tra le braccia o le carezzava la testa le sembrava di poter dimenticare tutti i problemi... Era bello lasciarsi avvolgere dal suo profumo, dalle sue braccia forti che parevano poter sopportare qualunque peso. Era bello sentire le sue labbra che le baciavano la guancia o la tempia... Si portò una mano al petto sentendo il cuore che batteva all'impazzata e spalancò gli occhi chiedendosi come mai il pensiero dell'amico le provocasse quel batticuore.
In realtà era sempre stato così, soprattutto quando erano stati insieme per un breve periodo, ma lei era ancora ossessionata dal pensiero di Finn e non si era mai soffermata ad analizzare i sentimenti per Noah.
Che in realtà lo considerasse più di un semplice amico? O il suo cuore era talmente volubile in quel momento da farle provare cose che in realtà non esistevano?
Tutti quei pensieri le facevano male e, sentendo il mal di testa aumentare, cercò una sedia per sedersi, ma l'improvviso giramento di testa le fece perdere l'equilibrio e in un attimo tutto intorno a lei si fece buio.

TO BE CONTINUED...

Bene, bene, buongiorno e buona Pasqua! Comincio col presentarmi ( non sono nuova del sito, ma della sezione sì).
Io adoro il telefilm Glee, adoro Noah Puckerman ( gli salterei addosso se solo potessi), adoro Rachel Berry e adoro il Puckleberry! Amo questa coppia, infinitamente, e non mi piace il Finnchel. Forse perchè una coppia troppo scontata, non so... Non mi danno le stesse sensazioni che invece mi danno Noah e Rachel insieme.
Spero che questo capitolo vi abbia incuriosito e spero che seguirete la storia! =)

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Capitolo 2
*** Riconciliazione ***


Capitolo 2<< RACHEL! >> il nome urlato da colui che in quel momento era per lui persona sgradita giunse alle orecchie di Noah come una pugnalata al cuore. Si affrettò a superare l'entrata del Glee Club e vide il professor Shuster e Finn inginocchiati accanto a Rachel, svenuta.
Non perse tempo e, spintonando Finn e lanciandogli un'occhiata che avrebbe incenerito un drago, prese la ragazza in braccio. << Prof, la porto in ospedale. Spiega lei al preside? >> non aspettò neanche il cenno d'assenso che corse subito verso l'uscita come se la ragazza non pesasse nemmeno.
Arrivato al pick up appoggiò la ragazza contro la macchina per poter aprire la portiera del passeggero e l'adagiò delicatamente, allacciandole la cintura di sicurezza e toccandole poi la fronte. Ma come si era ridotta quella stupida?
<< Puck! >> si girò scocciato verso Finn. << Che vuoi? >> si sorprese a ringhiare dalla rabbia e cercò di controllarsi. Una rissa non ci voleva, Rachel aveva urgente bisogno di un dottore.
<< Voglio venire con te. >> lo informò l'ex amico col respiro ansante e il buon proposito di Puck quasi andò a farsi benedire. << Come hai detto? >> lo schernì. << Hudson, è per colpa tua se questa ragazza si è ridotta così! Tua e per la tua testa di cazzo! Anzichè tradirla e farti Quinn alle sue spalle perchè non hai avuto le palle per dirle che non la volevi più? >> gli urlò in faccia e Finn lo fissò rabbioso. << Ma parli proprio tu? Tu che ti sei fatto la mia ragazza alle mie spalle e l'hai messa incinta! Eri il mio migliore amico! >> sbraitò in risposta. << Io amavo Quinn! E' vero, andare a letto con lei è stato un errore madornale, ma ringrazio Dio di avermi dato Beth! E' stata la cosa più bella che quella biondina abbia mai fatto! >> gli rispose e, senza dargli modo di rispondere, salì nel lato del guidatore, mise in moto e partì sgommando.
Andando a una velocità folle guardò di sott'ecchi la ragazza. Era ancora più pallida di quella mattina e i capelli neri mettevano ancora più in risalto il pallore... Perchè doveva ridursi così per quell'imbecille? Dio, se avesse potuto avrebbe ammazzato Hudson prima, ma Rachel non glielo avrebbe mai perdonato.
Quasi col fumo che gli usciva dalle orecchie ripensò alla conversazione con Finn.
Era vero, aveva tradito la loro amicizia andando a letto con Quinn, ma a quel tempo ne era innamorato... Almeno credeva... Lui voleva solo starle accanto, aiutarla nella gravidanza ed essere un buon padre... Era amore? Una volta Rachel gli aveva detto che quando si ama è come se si avessero i paraocchi e non si vedeva nessuno al di fuori della persona amata.
Aggrottò la fronte. Quando lui e Quinn si erano riavvicinati, lui non faceva altro che andare a letto con Santana o scambiare con l'ispanica messaggi bollenti. Stare con la bionda non aveva diminuito il suo desiderio per le altre ragazze, quindi... Non l'aveva mai amata, no? Dio, che confusione...

<< La sua amica sta bene, deve solo mangiare e dormire regolarmente. >> consigliò il medico che li salutò subito dopo e Noah si girò verso Rachel seduta sul lettino della sala visite.
Le si avvicinò e si sedette sulla sedia di fronte a lei. << Mi hai fatto venire un colpo, Berry! E non solo a me, tutti gli altri sono preoccupatissimi! >> la sgridò burbero e lei abbassò lo sguardo. << Mi dispiace, non volevo farvi preoccupare... >> sussurrò vicina alle lacrime e Noah sospirò passandosi una mano sulla cresta. << Berry, capisco che tu sia giù di corda per Finnkestein, ma devi capire che non puoi ridurti in questo stato per un uomo. Finn non merita le tue lacrime, non merita che tu cada per terra come un sacco di patate e non merita nemmeno un tuo più piccolo pensiero. >> sbottò alzandosi di scatto. Non poteva vederla così per... per... per quello lì!
La mora portò lo sguardo sulla finestra per non guardarlo negli occhi. Dove diavolo era finita quella forza interiore che le aveva sempre permesso di rialzarsi ogni volta che le veniva data una batosta? Puck non ce la faceva a vedere lo sguardo della ragazza così triste.
<< Razionalmente so che hai ragione, ma... >> Una lacrima solitaria le scese sulla gota e Noah le si avvicino raccogliendola con l'indice e toccandole la guancia in quella che Rachel considerò come una dolce carezza.
Lo guardò stupita. Era chiaro che non si aspettava un simile gesto da uno come lui e come darle torto? Non se lo aspettava nemmeno lui...
<< Andiamo. >> non sapeva come aveva fatto, ma la sua voce era riuscita a suonare normale e ne fu sollevato. Il tumulto interiore che gli provocava quella ragazza era qualcosa di assolutamente nuovo per lui e cominciava ad averne paura.
Lei annuì e si alzò di scatto e, quando un giramento di testa la fece barcollare, lui fu subito pronto a sostenerla passandole un braccio intorno alla vita e stringendola a sè.
Rachel gli passò il braccio sinistro dietro la schiena e si lasciò guidare docilmente e, senza volerlo, aspirò il profumo di dopobarba maschile che veniva dal ragazzo e chiuse gli occhi, beandosi della sensazione di tranquillità che si era improvvisamente impadronita di lei.
Com'era possibile? Puck era obiettivamente l'ultima persona che poteva trasmettere sicurezza, ma... In quel momento si dimenticò di Finn, di Quinn, del tradimento e si concentrò solo su quella stupenda emozione.
Finn non l'aveva mai fatta sentire al sicuro e il fatto che invece la vicinanza di Noah le desse sicurezza la destabilizzava. Vero che si conoscevano sin da piccoli, vero che quando erano dei bimbi lui cercava di proteggerla come meglio poteva dai bambini che la prendevano in giro per il naso, ma quello non spiegava come mai il suo cuore sembrasse come impazzito e non spiegava come mai sentiva le gambe molli. E non dipendeva dalla debolezza fisica visto che le succedeva sempre in presenza di quel ragazzo.
<< Strano che tu sia così silenziosa, Berry. >> le sue parole la riportarono alla realtà e alzò il viso verso di lui notando in quel momento che erano arrivati al pick up. Peccato, avrebbe voluto continuare a stare abbracciata a lui... Scosse piano la testa. Stava dando i numeri... Sicuramente era la fame! Ripuntò su di lui lo sguardo e, vedendo i suoi stupendi occhi verdi osservala intensamente, sentì la faccia andarle a fuoco e distolse subito lo sguardo scostandosi da lui. Aprì la portiera dell'auto e s'infilò svelta nell'abitacolo.
Lui la osservò mentre entrava in macchina come se avesse il diavolo alle calcagna e ghignò. Aveva visto come lo aveva guardato e non poteva non gioirne, Puckzilla era sempre Puckzilla!
Così la piccola Berry non era indifferente al suo fascino... Non che non lo sapesse, gliel'aveva già detto di essere attratta da lui.
Sorridendo, la seguì in macchina e, una volta a bordo, mise in moto diretto verso casa della ragazza.

Varcata la soglia di casa Rachel fu investita dagli abbracci dei due padri e sorrise ricambiando. << Mi spiace avervi fatto preoccupare. >> si scusò all'ennesimo " Stai bene? Ti senti male? Devo farti ricoverare?" << Ma ora sto bene. >> aggiunse guardando Noah sorridendo e lui ricambiò con un sorriso appena accennato.
<< Grazie, Noah. >> Hiram gli battè una mano sulla spalla sorridendogli con gratitudine, seguito da LeRoy. << Già. Grazie per esserti preso cura di lei. >>
Noah alzò le spalle affondando le mani nelle tasche dei jeanse a disagio.
<< Non è stato nulla... Devo andare, mia madre mi aspetta. >> i due annuirono e gli raccomandarono di salutarla da parte loro. Annuendo Puck guardò Rachel con uno sguardo che le fece venire il batticuore.
<< Ci vediamo a scuola. >> le disse sottovoce e lei annuì deglutendo e lo guardò andare via.
Quella notte, nel suo letto, Rachel rimase a fissare il soffito della camera con i pensieri che spaziavano da Finn, Quinn e Noah. Era strano, ma tutta la rabbia verso di loro era sparita. Certo, il tradimento continuava a ferirla, ma le pesava più nell'orgoglio che nel cuore. Cosa voleva dire? Che non aveva mai amato veramente Finn? Che se ne era convinta da sola? Ora che ci pensava meglio con Finn non si era mai sentita coccolata o al sicuro, mentre con Noah... Certo, Puck ovviamente non l'aveva coccolata, era stato al suo fianco perchè erano amici, ma lei non si era mai sentita così in pace con qualcuno come con lui. Sapeva di potergli parlare di tutto, di poter piangere sulla spalla, di poterlo prendere a pugni quando era arrabbiata, con lui poteva... Essere veramente se stessa, senza esagerare come al solito per paura di essere rifiutata.
Con il viso di Puckerman impresso nella mente, Rachel si addormentò profondamente.

Il giorno dopo la ragazza venne praticamente sommersa di domande sulla sua salute dai compagni e lei rispose a tutti dicendo che stava benissimo e in effetti sembrava così: la carnagione era tornata come prima e le occhiaie erano meno accentuate, segno che aveva dormito bene.
Noah sorrise vedendola tranquilla e tornò a seguire quello che gli stava dicendo Mike sul nuovo schema di football, sempre tenendo d'occhio l'amica.
Quando vide Finn che le si avvicinava e la traeva un attimo in disparte si sorprese a serrare i pugni.
<< Scusa, Mike, devo fare una cosa. >> liquidò l'amico con un tono brusco e seguì i due. Finn aveva portato Rachel in un corridoio praticamente deserto. Serrò la maschella domandandosi cosa volesse fare Hudson. Che volesse riconquistarla? Possibile, dopotutto solo un deficiente si lascerebbe fuggire una ragazza come Rachel. Rimase sorpreso dalla sensazione di vuoto alla bocca dello stomaco che provò al pensiero di quei due ancora insieme, ma si tranquillizzò subito. Era solo perchè non voleva che la sua amica soffrisse ancora, ecco perchè era così preoccupato.
Vide Finn prendere un profondo respiro e cominciare a parlare.
<< Mi dispiace, Rachel... >> ottimo modo per iniziare, pensò ironico Puck, nascondendosi meglio dietro gli armadietti.
<< Hai tutte le ragioni per essere arrabbiata, ma... Ho capito una cosa importante. >> Puck poteva vedere la tensione nei lineamenti di Rachel e sbuffò.
Rachel guardava Finn aspettando che continuasse. Se era venuto per chiederle di tornare con lui se lo poteva scordare! Dopo quello che le aveva fatto passare...
<< Rach... >> Noah quasi ringhiò. Come si permetteva di chiamarla così? << Io ho capito troppo tardi di essere sempre stato innamorato perso di Quinn... >>
Cosa? Puck era sicuro di avere un'espressione da pesce lesso dipinta in faccia perchè qualche studente che passava di lì lo guardava ridacchiando. Aveva sentito bene?
Rachel spalancò gli occhi. << Cosa...? Tu sei... >> << Sì. >> Finn la guardava con un'espressione colpevole che le faceva quasi tenerezza. << Mi sono messo con te perchè ero convinto di amare anche te e lei... Aveva detto di voler affrontare tutto da sola, poi si era messa con Sam, tu con Jessie... Io ero veramente convinto di amarmi, ma quando ho visto Quinn che baciava un altro ragazzo... Sono esploso e ho capito. Ho capito di aver amato sempre e solo lei. Per questo ti chiedo di perdonarmi e, se vuoi, di continuare a essere amici. Io ti voglio bene, Rache, non volevo farti soffrire. >> concluse il suo discorso sicuro di prendersi una di quelle sfuriate alla Rachel Berry, ma lei rimase in silenzio.
Poi, inaspettatamente, gli sorrise e gli toccò una guancia con la mano. << Va tutto bene, Finn. Sai... In realtà anche io ho capito che non ti ho mai veramente amato... Era una cosa di cui mi sono autoconvinta, perchè siamo i capitani del Glee... Non lo so... Ma stai tranquillo, non sono arrabbiata e... Sì, possiamo essere amici. >> lo rassicurò allargando le braccia e lui l'abbracciò di slancio sollevandola quasi da terra.
<< Non sai quanto mi fa piacere, Rach! >> Lei rise e lo prese per mano. << Dai, andiamo, il professor Shuster ci starà aspettando! >>
Gli lasciò la mano e cominciò ad incamminarsi quando lo sguardo le cadde dietro un armadietto e rimase impietrita dal vedervi Puck.
<< Ehi, Puck. >> lo salutò Finn con un sorriso. << Hai sentito tutto? >> in imbarazzo, il ragazzo con la cresta guardò brevemente Rachel e poi annuì. << Volevo controllare che non facessi niente di stupido. >> confessò e Rachel sorrise e lo abbracciò. << Grazie, Noah... >> Lo baciò su una guancia e si allontanò dai due.
Puck sfirò con le dita il punto in cui le labbra di Rachel lo avevano sfiorato e sospirò. Ancora quella sensazione di farfalle nello stomaco...
Si girò verso Finn che gli aveva battuto una mano sulla spalla.
<< Non pensavo che amassi veramente Quinn. >> disse fissando l'amico e Finn sorrise. << Nemmeno io... L'ho capito solo grazie alla gelosia. Comunque, Puck... Stai attento e chiudi la bocca, non è bene sbavare davanti a una ragazza. >> sghignazzò il quarterback prima di lasciarlo da solo con i propri pensieri.
Sbavare? Io? Ma per favore!, pensò stizzito decidendosi di seguire l'amico.

TO BE CONTINUED...

Bene bene, ecco il secondo capitolo! Io non odio Finn, anzi, devo dire che mi sta simpatico, non riuscivo a dipingerlo come il mostro della situazione e ho voluto rimediare =D Passiamo ora alle risposte delle recensione che sono state 4!!! GRAZIEE!! Ne sono contentissima!!!

mattmorrisonaddicted: Grazie mille, così mi lusinghi! Spero che pubblicherai qualche fanfic puckleberry, la leggerò più che volentieri!

_Lou: In effetti ho sempre pensato che Finn fosse parecchio maldestro, l'ho sempre soprannominato " Gigante impacciato", ma non l'ho mai odiato. Trovo che sia un ragazzo immaturo, ma nel telefilm ha dimostrato molte volte di fare le scelte giuste e io lo apprezzo per questo, per cui ho voluto dargli una possibilità anche nella fic! Non sono sicura che al McKinley ci sia un'infermeria... o_O Se c'è perdonatemi, non lo sapevo! Riguardo al matrimonio è ancora prestino XD Ma non si sa mai, chissà °_°

Ainwen: Che onore! Ho letto tutte le tue fanfic puckleberry! *_* Sono contenta che ti piaccia! I colpi di scena sono parecchi, per questa fic ho pensato a tante cose e Rachel dovrà affrontare parecchie difficoltà!

GretaSallingGleek: Sono d'accordissimo con te. Poi si sa che gli opposti si attraggono: lei la brava ragazza e Noah il classico cattivo ragazzo. Sembra la classica coppia da romanzo, ma questa accoppiata mi da emozioni incredibile, ho il batticuore ogni volta che li vedo insieme... E poi iri sera, guardando la puntata di Glee dove devono fare il compito con Lady Gaga e Rachel scopre che Shelby è sua madre, Noah è stato l'unico a notare l'assenza di Rachel! =D Io spero che per loro ci sia un lieto fine, ma, per quanto ne so, si prospetta solo Finnchel... ç_ç

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Capitolo 3
*** Confronto faccia a faccia ***


Confronto e pigiama partyQuinn Fabray era la regina del McKinley. Lo era sempre stata e sempre lo sarebbe rimasta. Il suo titolo, però, era caduto quando la scuola era venuta a sapere della sua gravidanza e il titolo era andato, in quel periodo, a Santana Lopez.
Quinn e Santana non erano mai state grandi amiche, ma si rispettavano a vicenda: il che, con una come la Lopez, a cui non importava un fico secco di nessuno, era un bel traguardo.
Una volta avuta la bambina, Quinn aveva deciso di non tornare nei Cheerios: a volte le cheerleader le mancavano, ma non si pentiva della sua scelta. Al Glee Club si sentiva a casa e, anche senza quella divisa, sapeva di essere popolare tra quelle mura e non poteva che esserne orgogliosa.
Ed era felice. Sì, Quinn Fabray era finalmente felice. Finalmente aveva fatto chiarezza nei suoi sentimenti ed era tornata con l'unico che l'avesse mai amata veramente, Finn Hudson. Certo, anche il fatto di stare con lui contribuiva a renderla famosa nella scuola, ma non era quello che le interessava. Finn aveva tradito Rachel, l'aveva lasciata e tutto per stare con lei. Se non era una prova d'amore quella...
Se le era dispiaciuto per la Berry? All'inizio, ma, come si diceva... Morte tua vita mia, no? E comunque Finn le aveva assicurato di aver chiarito tutto con lei e di essere tornati amici e ne era sollevata. La squadra aveva bisogno di un clima sereno e non era il caso di rovinarlo con dei problemi.
Quinn camminava a testa alta per i corridoi del McKinley con i libri stretti al petto salutando di tanto in tanto persone che la guardavano con ammirazione e invidia: be', essere bionda, alta, con due occhi verdi da paura, un naso piccolino alla francese e due labbra strepitose aveva i suoi vantaggi, pensò sorridendo e si bloccò quando vide Rachel Berry appoggiata di schiena al suo armadietto che rideva con... aspetta... era Puck quello? Era proprio Puckerman quello che aveva imprigionato la ragazza allungando un braccio appoggiandolo all'armadietto e che le sorrideva guardandola come se fosse la persona più bella del mondo?
Chiuse gli occhi e li riaprì, ma lo spettacolo era sempre quello. Puck stava spostando una ciocca di capelli neri dietro l'orecchio di Rachel e le accarezzava una guancia con una tenerezza che le fece venire le lacrime agli occhi.
Cos'era successo a Puckzilla? Dov'era finito il Dio del sesso del McKinley che mieteva cuori infranti con un solo schioccare delle dita? Sorrise. A quanto pareva anche lo stallone più selvaggio poteva essere domato.
Si avvicinò a loro, anche se le dispiaceva interrompere quel momento. << Scusate, colombelli, ma, se avete finito di tubare in mezzo al corridoio, io dovrei parlare con te, Berry. >> si annunciò guardando divertita lei che arrossiva e lui che infilava le mani nelle tasche dei jeans com'era solio fare quando era a disagio o imbarazzato.
<< Be', io vado... >> si congedò lanciando un piccolo sorriso a Rachel e lei annuì e lo guardò andare via come incantata, per riposare lo sguardo su di lei.
La Berry aggrottò le sopracciglia chiedendosi cosa la ax capo-cheerladear potesse volere da lei.
Quinn la guardò seriamente per un paio di secondi. << Finn mi ha detto della vostra riconciliazione. >> fece una pausa. << Ne sono felice, ma dimmi ora e adesso, guardandomi negli occhi, che non sei innamorata di lui. >> la pregò e Rachel la guardò. Si aspettava una cosa del genere. Era passata una settimana da quando lei e Finn avevano chiarito e il loro rapporto d'amicizia era molto meglio di come si aspettava: ridevano, scherzavano, non erano tesi l'uno nei confronti dell'altra... Era contenta di questo.
Sorrise e alzò lo sguardò fino a incontrare gli occhi verdi della bionda. << Io non sono innamorata di Finn. >> rispose con la sicurezza che caratterizzava Rachel Berry e Quinn sorrise. << Bene, ora sono più sollevata. Visto che non siamo più rivali... >> tentennò un attimo e Rachel ne fu sorpresa. Quinn Fabray imbarazzata? << Possiamo diventare amiche... Non lo siamo mai state per via del nostro sentimento verso lo stesso ragazzo e, ora che siamo a posto... >> Rachel sorrise e annuì. << Volentieri. Ho sempre pensato che saremmo potute andare molto d'accordo se non fosse stato per Finn. >> accettò e Quinn le strinse la mano. << Allora, mi presento: sono Quinn Fabray, ex capo-cheerleader. Sono testarda, gelosa e molto vendicativa. >> Rachel rise. << Io sono Rachel Berry. Sono destinata a diventare una grande stella di Broadway, sono logorroica, egoista, testarda, melodrammatica e a volte manipolatrice. >> Quinn inarcò un sopracciglio biondo con aria scettica. << Solo a volte? >> Le due scoppiarono a ridere e si diressero insieme verso l'aula.
Dietro di loro, a seguire tutta la scena, un Finn Hudson contento le osservava camminare insieme e, decidendosi, andò dalle due appoggiando un braccio sulle spalle della sua ragazza e l'altro sulle spalle di Rachel.
Baciò la mora su una guancia e salutò la bionda con dolce bacio sulle labbra. << Vedo che andate d'accordo. >> esordì lasciando Rachel e stringendo la vita di Quinn con un braccio. Le due annuirono e Rachel li salutò andando avanti.

<< Cos'hanno visto i nostri occhi? >> appena entrata nell'aula del Glee, Rachel venne praticamente trascinata su una sedia da Kurt, Mercedes, Tina e Artie che la guardavano come se le fosse spuntata un'altra testa.
<< Che c'è? >> chiese abbastanza confusa. << Stavi ridendo con Finn Hudson e Quinn Fabray! >> disse Tina allibita. << Lo so... >> rispose ancora più confusa.
<< Rachel, stavi scherzando con le persone che ti hanno ferita! >> s'intromise Mercedes come se non credesse possibile una cosa del genere. Kurt annuì e Rachel sorrise. << Ragazzi, va tutto bene. Ci siamo chiariti ora, ed è tutto a posto. Pensate che Quinn mi ha addirittura chiesto di diventare amiche. >> rivelò lasciando tutti a bocca aperta come dei baccalà.
<< Ok... Ora il mondo sta veramente cominciando a girare al contrario... >> il primo a riprendersi fu Kurt che sparò la prima frase che gli era venuta in mente.
<< Bene... Stasera pigiama party a casa di Rachel così ci aggiorniamo bene sugli ultimi avvenimenti! Tina, vieni anche tu? >> Le serate fra Rachel, Kurt e Mercedes erano ben note al Glee Club. I tre amavano riunirsi almeno una volta alla settimana per spettegolare sugli avvenimenti e a volte erano invintate anche Tina e le altre ragazze.
L'orientale scosse la testa. << No, io esco con Mike stasera. Mi porta a vedere l'ultimo film sui vampiri uscito qualche giorno fa. >> spiegò e Artie le rispose. << Ah, l'ho visto... Un bel film, sicuramente. Vi piacerà. >>
<< Poi devi raccontarci il dopo... Non so se mi spiegò... >> le intimò Mercedes con tono malizioso e Tina rise. << Sì, signora! Ora però andiamo, la campanella è già suonata! >>
Ridendo il gruppo uscì dall'aula del Glee e si separò, ognuno diretto nella propria aula.

Santana Lopez era una bomba sexy. Di origine ispanica, aveva la pelle color avorio, lunghi capelli neri e leggermente mossi, occhi nerissimi e labbra carnose che facevano morire di desiderio i maschi del McKinley.
Ma, da un po' di tempo, Santana aveva capito che i maschi non le interessavano. E le ci era voluta un'intera notte di sesso con il Dio del sesso del liceo, Noah Puckerman, e un dolce bacio dato per scherzo alla sua migliore amica Brittany Pierce per capirlo.
E aveva paura. Odiava ammetterlo, ma aveva paura del giudizio della gente. Già prendevano sempre in giro quello scricciolo di Hummel per la sua omosessualità, cosa sarebbe successo se si fosse venuta a sapere che era lesbica? No, meglio tenere il segreto, anche con Brit. Quella ragazza era dolce come il miele, un vero balsamo per il carattere duro e deciso della mora.
Santana sorrise ancheggiando nella sua divisa dei Cheerios facendo voltare molte teste verso di lei.
Amava Brittany. Chi l'avrebbe mai detto che anche lei si sarebbe innamorata? E di una persona che era l'opposto di lei! Se Brittany era allegra, un po' tonta e sulle nuvole, Santana era spietata, fredda e tagliente. Ma era felice. Era felice di quel sentimento che le faceva battere forte il cuore, era felice di sentire il calore nel petto mentre accarezzava la pelle bianco latte della bionda, o quando la baciava su quelle labbra sottili e così invitanti.
<< Ehi, San! >> La mora si girò e sorrise vedendo la rappresentante dei suoi pensieri materializzarsi dietro di lei.
<< Ciao, Brit. Che hai? >> le chiese corrugando la fronte vedendola guardarsi intorno circospetta. Brittany puntò lo sguardo serio su di lei e Santana cominciò a innervosirsi. << I folletti stanno progettando di invadere la scuola! >> le sussurrò come a non volersi far sentire e Santana la guardò esasperata, ormai abituata alle stranezze della ragazza. << Ah, davvero? E come faranno? Sono alti una mela o poco più. >> ghignò la mora girandosi e assecondandola. Le stranezze di Brittany non le facevano più effetto come una volta e cominciavano ad intenerirla. E a divertirla, ma quello l'avrebbe negato fino alla morte!
<< Be', hanno intenzione di costruire una grande rete e... >> La mora annuiva di tanto in tanto per farle credere che ascoltava, ma in realtà era impegnata a osservarla gesticolare e, improvvisamente, scoppiò a ridere, guadagnandosi un'occhiata scocciata dalla compagna.
Brittany mise un amabile broncio, come una bambina, e Santana, non potendo resistere oltre, la portò in un angolo appartato e, prima che la bionda avesse il tempo di mettere insieme qualche parola, le prese il viso tra le mani e la baciò, assaporando fino in fondo la morbidezza di quelle labbra rosee.
Non era la prima volta che si baciavano, anzi, di solito si spingevano anche più avanti, ma la bionda aveva sempre pensato che fosse un modo per dimostrare la loro indossolubile amicizia e non vi aveva mai dato peso.
Ricambiò il bacio di Santana aggrappandosi alla sua maglietta, ormai abituata al groviglio di emozioni che le attanagliava lo stomaco e le faceva sembrare le gambe di gelatina ogni volta che Santana la guardava, toccava o anche solo le parlava.
Il suono della campanella interruppe il loro piacevole rincorrersi di lingue e le due si staccarono a malavoglia.
Senza dire una parola, Santana praticamente scappò lasciando Brittany da sola a chiedersi se per caso avesse fatto qualcosa che l'aveva fatta arrabbiare.

Noah Puckerman, soprannominato Puck, sbuffò per l'ennesima volta alla noiosa spiegazione su come i pianeti ruotassero intorno al sole e delle caratteristiche di ogni singolo pianeta e prese a guardarsi in giro e il suo sguardo si posò su Rachel, seduta alla sua destra, due banchi davanti a lui. Era tutta presa a prendere appunti come se la scienza la interressasse... Bah... Rimase quasi rapito a osservare i riflessi castani e rossicci che la luce del sole creava su quei capalli neri e provò l'ormai abituale desiderio di affondarvi le dita e lisciare con le sue mani ogni singola ciocca.
Finalmente la campanella che segnava la fine delle lezioni suonò e fu subito svelto ad affiancare la ragazza. << Ehi, Berry. >> lei si voltò verso di e gli offrì il solito sorriso luminoso che lo faceva sentire la persona più importante del pianeta. E nessuno ci era mai riuscito... Tutti non facevano che dirgli che era un provinciale fallito... Le sorrise di rimando e insieme si incamminarono verso l'aula del Glee. << Sai, non vedo l'ora che il professor Shue ci dia il compito per la settimana. Ho talmente tante canzoni in testa... >> Puck sorrise divertito dal suo solito monologo. All'inizio sentirla parlare così tanto gli faceva solo venir il desiderio di impiccarsi o di strozzarla, ma adesso non riusciva più a fare a meno della sua parlantina. Probabilmente era strano a dirsi, ma... Faceva parte di lei. E lui la accettava così com'era: le voleva bene perchè era pazza, isterica, melodrammatica fino al voltastomaco, ma... Era Rachel. O la si odiava o la si amava. E lui l'amava. Assolutamente.
Quasi si fermò in mezzo al corridoio paralizzato da quel pensiero. Amarla? Era forse ammattito? << Noah? >> la voce melodiosa di Rachel lo riportò alla realtà e, guardandola, capì che sì, l'amava. Quando e come fosse potuto accadere non ne aveva idea... Si sentì prendere dal panico. Puckzilla innamorato? E dove si era mai vista una cosa del genere? Be', per Quinn era convinto di provare amore, ma si era presto reso conto che si era solo illuso da solo, perciò non poteva dire di essere mai stato veramente innamorato. Oh, Dio... Decise di accantonare tutti i pensieri e, con un sorriso sghembo, scosse la testa per far capire che era tutto a posto e, fianco a fianco, si recarono all'aula del Glee.
<< Bene, ragazzi. >> entrato, il signor Shuester salutò tutti con un sorriso a trentadue denti. << Vi dico subito che per la prossima settimana voglio che vi prepariate su una canzone a vostra scelta che riguarda i sentimenti. Il far chiarezza in se stessi. >> guardò i ragazzi uno ad uno e Noah quasi rise. Ma lo facevano apposta?
Dal canto suo, Santana sospirò. Be', poco male, tanto si sarebbero esibiti sempre i soliti... << E vi esibirete tutti, e sottolineo, tutti quanti! >> La mora quasi si strozzò con la propria saliva. E adesso? Il professore ce l'aveva forse con lei? Prese a tormentarsi la gonna della divisa presa dal terrore. Cosa doveva fare? Se si fosse esibita tutti sarebbero venuti a sapere della sua omosessualità... Guardò di sfuggita Hummel che, da poco tornato al McKinley dopo esser stato negli Usignoli, sembrava felice. Aggrottò le sopracciglia. Come aveva fatto ad accettare se stesso e la sua diversità? Forse avrebbe potuto aiutarla. Sì, gli avrebbe chiesto consiglio, anche se non era cosa da lei. Ma era disperata e a mali estremi estremi rimedi.
Dal canto suo, Rachel era già un vulcano di idee. Nella sua testa giravano titoli di canzoni bellissime che potevano andar bene, e, per un attimo, lo sguardò le si posò su Noah, seduto al suo fianco e lo sorprese a guardarla con un'espressione talmente intensa da farle venire il batticuore. Arrossì leggermente, deglutì e distolse lo sguardo e si alzò, pronta per i soliti solfeggi.

TO BE CONTINUED...

Bene! Questo capitolo è leggermente più lungo e finalmente Noah si è reso conto dei sentimenti per Rachel! Ma pensate che sia finita qui? Ahah! Illusi ù_ù Passiamo a salutare le anime pie che hanno commentato anche il secondo capitolo! Volevo anche dirvi che se volete seguirmi su Facebook sono Marianna Parillo e così pure su Twitter! Innanzitutto grazie! Non sapete quanto fa bene al mio ego sapere che la fic è apprezzata! *_*

blackflower: Spero di aver esaudito il tuo desiderio! XD Anche io amo il puckleberry! E pensare che la prima volta che trasmisero Glee su italia 1 ho pensato " Nah, non lo guardo, sarà sicuramente un telefilm stupido". Poi ho ascoltato Rachel cantare e... Mi sono illuminata d'immenso! XD E ho cominciato a seguire le puntate su La5, giovedì prossimo inizia la seconda serie! * Saltella allegra*

GretaSallingGleek: Sai, ripensando a quell'episodio mi è venuto in mente il momento in cui Noah va da Rachel con la granita all'uva e dice: " So che ti piace perchè ho notato che ti leccavi le labbra prima di togliertela" o qualcosa di simile. Ora, analizziamo i fatti:
- Come cappero fa ad averlo notato? Se io fossi stata nei panni di Noah e il mio solo pensiero fosse stato umiliare Rachel, che cavolo me ne fregava di notare se si leccava le labbra o no? XD Io avrei tirato avanti e buonanotte al secchio! Invece lui che fa? Sta a vedere se il gusto le piace o no? Ti ringrazio molto per i complimenti e non smettere di continuare la fic!

FEDE83: Non potrei essere più d'accordo con te! Rachel e Noah hanno un legame bellissimo! Che spero ci sia in futuro XD Ma so che la terza serie si basa comunque sulla coppia Finnchel e mi sa che per noi non c'è speranza... Ma si sa, la speranza è l'ultima a morire e io tiferò SEMPRE Puckleberry!

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Capitolo 4
*** Idee per le canzoni ( 1° parte) ***


capitolo 4<< Che cosa? >> l'urlo lanciato di qualche ottava più alta del normale per poco non fece venire un infarto alla Lopez, che ebbe l'allettante impulso di prendere quello scricciolo d'uomo per il colletto della costosissima giacca nuova e spiaccicarlo al muro. << Dannazione, Hummel! Ma sei ammattito? >> sbottò la mora e l'altro cercò di ricomporsi. << Ok, scusa. Ma devi ammettere che è difficile da credere! Ti sei passata quasi tutti i maschi del liceo! >> si portò la mano alla bocca rendendosi conto troppo tardi che le aveva praticamente dato della sgualdrina, ma l'altra ridacchiò. << Figurati, è la verità. Comunque posso capire che sia... Scioccante... >>
Finite le lezioni e con il compito del professore da fare, Santana aveva deciso di non rimandare e aveva chiesto a Kurt se poteva andare da lui per un pomeriggio. Kurt quasi aveva sputato il pranzo, stupito, così come le amiche, che Santana Lopez se ne uscisse con una cosa simile. Quando poi aveva detto che voleva un suo parere le mascelle del gruppo delle dive del McKinley avevano quasi toccato terra.
Ed ora Kurt e Santana si trovavano nella stanza di lui, con lei seduta a gambe incrociate sul letto vestita con una semplice maglietta rossa aderente e un paio di jeans bianchi e lui seduto alla sua scrivania che cercava di venire a capo di questa scoperta.
<< Chi altri lo sa? >> le chiese mentre applicava un po' di crema idratante sulla pelle. L' ispanica si guardò un attimo intorno prima di rispondere. Le piaceva lo stile con cui era arredata quella stanza, si vedeva che Hummel aveva stile.
<< Nessuno. >> si decise di rispondere alla fine. << Ho paura a dirlo a Brit... >> si decise a confessare sotto lo sguardo comprensivo del ragazzo. << Ci siamo baciate tante di quelle volte che ho perso il conto, ma... Ho paura che, se le confessassi ciò che provo, lei cambiasse... >> << Hai paura di sentirti esclusa. Sai che non verrai capita e hai paura che Brittany possa in qualche modo essere disgustata da te. >> La frase di Kurt non era una domanda, ma una semplice affermazione. La mora sorrise sarcastica. Certo, nessuno meglio di lui poteva capire come si sentiva. Con Brittany si sentiva completa.
<< Cosa dovrei fare? >> domandò a bassa voce quasi sconsolata e Kurt si limitò a stringersi nelle spalle. << Devi essere tu a deciderlo, Santana. Nessuno può dirtelo. Dipende tutto dal fatto se vuoi rischiare o no. >> Santana sbuffò e, prendendo uno dei cuscini sul letto, se lo strinse al petto.
Rischiare? Poteva davvero buttare il rapporto che aveva con Brit al vento per dirle che l'amava?
Si alzò dal letto e, alla porta, si girò verso di lui. << Grazie, Hummel. >> gli sorrise. << Davvero. >> Lui ricambiò il sorriso ed annuì, certo che avrebbe fatto la scelta giusta.
Una volta che l'ispanica se ne fu andata si lasciò andare ad un sospiro sollevato. << Quanto mi piace fare Cupido! >> disse fiero di se stesso.
Prese il cellulare abbandonato su un angolo della scrivania e il sorriso gli morì dalle labbra. Nessuna risposta da Blaine... Che veramente avesse intenzione di rompere con lui? Con le lacrime agli occhi, capì che canzone doveva cantare. Se era quello che Blaine voleva, gli avrebbe lasciato tutto il tempo del mondo e l'avrebbe aspettato. Sempre.

I respiri ansanti dei due giovani riempivano la camera da letto, così come le gocce di sudore imperlavano i loro corpi nudi e accaldati stretti l'uno nell'altro.
Mentre la penetrava, Quinn rovesciò la testa all'indietro e quasi urlò, ma il ragazzo fu svelto a tapparle la bocca con un bacio, catturando quell'urlo.
Non voleva che qualcun altro sentisse la voce della sua ragazza in quel momento. Quinn si morse le labbra per impedirsi di gemere forte, cosa che eccitò ulteriormente Finn.
Finn amava il modo in cui Quinn lo guardava quando facevano l'amore. Amava il modo in cui le veniva la pelle d'oca ad ogni suo tocco, amava come si incarcava quando la penetrava, amava vederla mordersi quelle labbra piene e umide di baci aprirsi, amava sentire la sua voce mentre dava libero sfogo all'eccitazione.
I movimenti cominciarono a farsi sempre più rapidi e Quinn gli affondò le unghie nelle spalle larghe e Finn sorrise divertito. Sicuramente il giorno dopo avrebbe avuto dei bei graffi, ma era un pegno che era ben lieto di pagare per stare con lei. Quinnd allargò ulteriormente le gambe e si inarcò di più per permettergli di penetrarla più a fondo e Finn prese il capezzolo del seno destro tra le labbra, cominciando a mordicchiarlo e a succhiarlo, cosa che, stavolta, la fece gridare.
Quinn cercava di farsi forza per controllare l'ormai imminente orgasmo, ma era sempre più difficile con Finn che continuava a torturarla! Maledetto! Gliel'avrebbe fatta vedere poi...
Spalancò gli occhi quando lui cominciò a muoversi sempre più in fretta e, dopo qualche spinta, venne con un grido liberatorio, seguita subito da lui che uscì subito dalla sua calda umidità e lo sentì accasciarsi nel letto accanto a lei, stanco.
Una volta stabilizzati i respiri, Finn si liberò del preservatico e lo gettò nel cestino della spazzatura e Quinn gli si accoccolò sul petto accarezzandolo lievemente e lui cominciò a carezzarle i capelli con la mano sinistra.
Sì, pensò Finn. L'amava da impazzire. Adorava sentire come le ciocche setose di Quinn gli procurassero un piacevole solletico sulla pelle.
L'abbracciò stretta e avvicinò la bocca al suo orecchio. << Ti amo... >> sussurrò prima di baciarla e la sentì sorridere e gemette di delusione quando lei staccò.
Quinn gli accarezzò una guancia ricoperta da un lieve strato di barba e gli offrì il sorriso più dolce che lui avesse mai visto. << Ti amo anche io... >> gli disse avvolgendolo con quella voce dolce e roca che lui tanto amava.
<< Che canzone farai per il compito? >> gli chiese. In realtà erano passati solo un paio di giorni, c'era ancora tempo, ma Finn aveva già in mente qualcosa. << Sicuramente qualcosa degli Aerosmith. >> Quinn rise, scuotendo la testa. << Dovevo immaginarlo. Io farò una canzone di Mariah Carey... >>
Finn la guardò con curiosità, ma lei gli fece la linguaccia facendolo ridere.
<< Ah, Finn... Sei il mio eroe... >> gli sussurrò sensualmente mordicchiando un lobo del suo orecchio. Lui rise e, sentendo il respiro della sua donna farsi regolare, capì che si era addormentata.
Girò il viso verso di lei quanto bastava per poter guardare le ombre che le sue lunghe ciglia bionde proiettavano sulle guance e, l'espressione appagata a felice sul suo volto, lo intenerì come niente altro al mondo.
Sì... Pensò. Adorava guardarla dormire. Avrebbe voluto non chiudere mai gli occhi per non perdere quelle buffe espressioni che faceva nel sonno.

Sam Evans poteva anche esser considerato un bel ragazzo: aveva i capelli biondi, lisci, portati alla Zac Efron, stupendi occhi azzurri cristallini, pelle diafana e un fisico scolpito ( dopotutto era nella squadra di football), ma, aveva un difetto che il suo amico Noah, e soprattutto Santana, non mancavano mai di fargli notare.
La bocca...
Aveva le labbra enormi e la Lopez si divertiva un mondo a chiamarlo " bocca di trota", mentre Noah lo prendeva in giro meravigliandosi su come non aveva divorato Quinn nel periodo in cui stavano insieme.
Ok, non lo facevano con cattiveria ( anche se di Santana non era convinto...), ma quando ci si mettevano erano due stronzi. Amici leali, ma stronzi.
Sam aveva deciso di fare un salto al centro commerciale per comprare una t-short vista in televisione che l'aveva conquistato e, girovagando nel reparto di vestiti maschili in cerca delsuo obiettivo, vide una ragazza dalla pelle scura che avrebbe riconosciuto in mezzo a mille.
Mercedes stava ridendo con il suo migliore amico, Kurt, mentre guardavano delle magliette che, a quanto riusciva a udire il ragazzo definiva " capi che nemmeno mio nonno oserebbe mai indossare". Sam sorrise divertito. Kurt lo divertiva sempre.
Era felice di essersi unito al Glee Club. In tutti i ragazzi aveva trovato amici leali e fedeli, pronti ad aiutarlo e a sostenerlo nelle difficoltà.
E aveva trovato lei. Lei, a cui non fregava un fico secco di come la prendevano in giro gli altri, lei, che cantava con una grinta incredibile e aveva la voce più bella che avesse mai sentito, insieme a quella di Rachel. Sam teneva molto a lei, tnto che si era ritrovato a sognarla di notte e non in modo molto casto... Era stato uno stupido con lei. Aveva avuto una possibilità e l'aveva gettata al vento, ma non era pronto a mollare. La voleva, voleva stare insieme a lei.
E ce l'avrebbe fatta. Kurt una volta gli aveva confidato che l'amica non faceva altro che pensare a lui, perciò era ottimista. Una cosa era certa: non riusciva a vivere senza di lei.
Si avvicinò ai due di soppiatto, ma Kurt lo notò. Gli sorrise indicando Mercedes e si voltò ancora. Lei dava le spalle al biondo perciò non poteva vederlo. Le si mise dietro e le tappò gli occhi con le mani cercando di camuffare la voce. << Chi sono? >> domandò e Kurt si lasciò andare a un risolino sotto i baffi.
Mercedes per poco non era saltata in aria per lo spavento, ma poi sbuffò ridendo. << Sam! >> rispose e il ragazzo dietro di lei si lasciò andare a un verso sconsolato facendo scoppiare a ridere gli altri due. << Ma come fai a indovinare sempre? >>
<< Intuito femminile, tesoro, non sbaglia mai! >> ribatè la ragazza fiera di se stessa.
<< Allora, biondino, come mai qui? >> si informò Mercedes mentre porgeva a Kurt un paio di slip leopardati maschili che lo fecero arrossire. << Usalo con Blaine. Vedrai che con quello tornerete insieme! >> gli consigliò maliziosamente e l'amico arrossì sotto lo sguardo confuso di Sam. << Perchè, vi siete lasciati? >> domandò e Kurt abbassò lo sguardo. << Dice che ha bisogno di tempo per capire se vuole stare veramente con me... Che in questi giorni gli sono stato troppo addosso... >> << Be', ha ragione. >> lo interruppe l'amica e lui la guardò male. << Andiamo, Kurt! In un minuto gli avrai mandato cinquanta messaggi! Per di più non fai che tempestarlo di telefonato. Tesoro, io ti voglio bene e ti adoro, Blaine ti ama, ma anche un Santo scapperebbe! >> lo rimbrottò con voce sicura e Kurt abbassò la testa come un cagnolino bastonato. Sam gli sorrise dandogli una pacca sulla spalla. << Coraggio, amico! Non ho mai visto una coppia meglio assortita di voi, sicuramente si aggiusterà tutto! >>
Kurt gli sorrise riconoscente e Mercedes si perse nell'osservare Sam. Santana e Noah potevano dire quello che volevano, ma lei trovava che quelle labbra fossero state fatte apposta per baciare le sue... Lui non lo sapeva, ma gli aveva mentito quando aveva detto di non voler stare più con lui perchè non provava più niente. Lei lo amava. E lo avrebbe sempre amato...

TO BE CONTINUED...


Bene, scusate il ritardo!! Visto che ho parlato di Rachel e Puck per tre capitoli interi, ho deciso di concedere un po' di spazio anche agli altri! Questa è la prima parte, il capitolo sarebbe venuto fuori troppo lungo! XD Non so se l'avete capito, ma vi ho lasciato un indizio per indovinare le canzoni! Volevo dirvi che, se volete seguirmi, sapere più di me, ecc ecc, potete seguirmi su Twitter ( Marianna Parillo) e su facebook ( Marianna Parillo, l'immagine con i cani ). Bene, passiamo a ringraziare anche oggi chi ha commentato lo scorso capitolo! Grazie infinite!!

GretaSallingGleek: Sono d'accordissimo con te, è la stessa cosa che ho pensato io! E' vero, sono la coppia meglio assortita di tutto il telefilm! Peccato che i produttori non la pensino come noi! XD Ammetto che Santana non è tra i personaggi preferiti, ma quando si è scoperta la sua omosessualità, ho apprezzato il cambiamento nel suo carattere. E' diventata più umana. E insieme a Brittany mi piace molto. Ho sempre pensato che tra Quinn e Rachel sarebbe potuta esserci una splendida amicizia, ma il destino era loro avverso, così ci ho pensato io nella mia fic! ù_ù Andrò subito a dare un'occhiata alla tua fic! =)

Ainwen: Figurati, non potrei mai arrabbiarmi con te! Grazie, non sai quanto i tuoi complimenti mi facciano felice!! =D Cercherò di non deluderti!

Deadpools95:  Mi fa piacere vedere che siamo in tanti ad amare il Puckleberry!! Grazie per la recensione, l'apprezzo tantissimo!! =D

Al prossimo capitolo!







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Capitolo 5
*** Idee per le canzoni ( 2° parte) ***


capitolo 5Tina non era una diva come Mercedes, Kurt o Rachel. Non aveva il loro talento, ma non si sentiva fuori posto al Glee. Era brava, anche se non spiccava in mezzo alla massa, ma non se ne faceva un cruccio.
Aveva sempre avuto talento nel ballo e ora, grazie al suo ragazzo, era diventata ancora più brava. Del club Mike era il miglior ballerino insieme a Brittany, e ora lei era entrata di diritto in quel gruppetto.
Be', a parte Finn, tutto sapevano ballare più o meno, ma loro tre erano semplicemente migliori. E con le coreografie tutti puntavano su di loro. Era bello avere la stima di tutti...
Sentì due braccia forti avvolgerle la vita e, sorridendo, si appoggiò a quel corpo snello e forte.
<< Che fai? >> chiese Mike a bassa voce.
Erano a casa della ragazza per vedere di trovare qualche idea per il compito e, intanto che aspettava il suo Romeo, Tina aveva cominciato a cercare su internet qualche testo che potesse interessarla.
Girò il viso verso di lui per accogliere il suo bacio.
<< Ricerca. >> rispose, continuando a cliccare di qua e di là. Il cinese prese un'altra sedia e le si mise a fianco circondando  le sue spalle con un braccio.
Gli piaceva lo stile di Tina. Non era una di quei Punk che si fanno creste, piercing e quant'altro, vestiva semplicemente dark e non era troppo appariscente. Aveva uno stile suo che a lui piaceva da impazzire.
Amava il suo corpo: non era snella come Quinn, Santana, Brittany o Rachel, ma aveva fianchi generosi, un seno prosperoso e delle cosce da urlo! Ma la parte che preferiva erano gli occhi: occhi neri come le pozze più profonde, talmente scuri che potevi perderti nel suo sguardo. E lui amava perdersi lì dentro... Gli sembrava di poter leggere nella sua anima.
A differenza degli altri ragazzi, Mike non aveva talento nel canto, ma era un gran ballerino. Puck, Finn, Sam e Artie gli davano qualche lezione per farlo migliorare e ci erano riusciti, ma era ancora ben lontano da loro. Ma non gli  interessava primeggiare, men che meno nel canto. Adorava stare nel Glee, erano una seconda famiglia. E soprattutto c'era LEI... Lei, che all'inizio stava con Artie e così si era limitato a guardarla da lontano, ma poi la sua chance era arrivata in estate e si era fatto avanti. E ora stavano insieme da due anni! E non si era mai sentito così felice.
<< Perchè non fai qualcosa di Avril Lavigne? Di solito ti piace la sua musica. >> le suggerì e lei ci pensò su. << Non è una cattiva idea... Quando andrai via deciderò. >> accettò e lui la guardò in modo strano. << Perchè quando vado via? >> << Perchè non voglio che tu scopra cosa canterò! >> spiegò come se fosse la cosa più normale del mondo e lui sorrise. << Ok, ok... Io farò qualcosa dei Queen. >> le confessò e Tina spalancò gli occhi. << Vuoi cantare Freddie Mercury? Ma... >> << No, non canterò. Cioè, cercherò di farlo, ma... Se vedo che non va bene credo che chiederò al professor Shue se posso ballare e basta. >> Lei annuì e, sorridendo, cercò le sue labbra.
Al diavolo la ricerca, pensò Mike trascinando la ragazza sul letto e stendendosi sopra di lei.

Artie sospirò. Cosa poteva cantare? Non aveva nessuno a cui dedicare una canzone. Cosa fare?
Era alla sua scrivania cercando di concentrarsi sui compiti, ma la cosa gli riusciva difficile, dato che ogni minuto il suo cervello cominciava a pensare a tutt'altro. Posò la penna con un gesto secco e guardò il cellulare. Aveva voglia di uscire con gli amici, quindi chiamò Sam, che fu ben felice di fargli compagnia.
Sam propose di guardare Avatar a casa di Artie, ma lui si oppose. << Sam, avrai visto quel film almeno dieci volte. >> cercò di farlo ragionare. << E allora? Avatar non annoia mai! >> gli rispose il biondo all'altro capo del telefono con voce eccitata e alla fine Artie cedette. << Va bene... >>
Dopo una ventina di minuti c'erano Artie, Sam, Puck, Kurt, Mike e Finn seduti in camera del ragazzo che aspettavano che il biondo mettesse il film.
<< Io odio Avatar... >> si stava lamentando Puck mentre cercava dei giornalini porno per passare il tempo. Niente, cavolo!
<< Vado a fare i popcorn... >> borbottò il ragazzo con la cresta e Finn ridacchiò. << Vengo con te. Artie, vieni anche tu? >> Il ragazzo con gli occhiali li seguì finno alla cucina e, mentre Noah cominciava a mettere i popcorn in una ciotola e li infilava nel microonde, Finn cominciò.
<< Allora, Puck? Come va con Rachel? >> chiese come se fosse casuale e ghignò quando l'amico per poco non fece cadere la ciotola.
L'avrebbe preso a pugni, parola sua! Puck ringhiò e borbottò: << Non so di cosa stai parlando, Hudson! >> Finn alzò gli occhi al cielo. << Come no. >>
Artie si rivolse Puck. << Guarda che abbiamo notato tutti come la guardi, sai? Non siamo stupidi e siamo tuoi amici. >> gli sorrise e Puck sospirò. << Si vede così tanto? >> << Cosa? Che sei cotto? Altrochè, amico! >> Sam e gli altri li avevano raggiunti in cucina e si erano uniti al discorso.
Noah prese dal frigo una birra ( portata da lui) e l'aprì portandosela alle labbra e bevendo un lungo sorso. << Avete ragione. Sono innamorato di lei e non ho il coraggio di dirglierlo... >> confessò finalmente sedendosi sulla cucina.
 Kurt gli strinse la spalla. << Amico mio, non ti sei scelto esattamente una persona facile e mansueta. >> dichiarò divertito e Finn annuì. << Già. Credimi, quando non fai quello che vuole comincia a guardarti con quegli occhi accusatori e ti senti come il peggior verme sul pianeta! >> rise dandogli una pacca sulla spalla. << Ma riesce a dimostrare il suo sentimento anche quando esagera. E questo lo apprezzavo molto, era bello vedere come si dava da fare per farmi capire che a me ci teneva. >> Kurt annuì.
<< Sì, ma... Come faccio a confessarmi? Mi riderebbe in faccia! >> si disperò Noah prendendo un altro sorso di birra e Kurt aggrottò le sopracciglia. << Può darsi... Be', vuol dire che dovrai farti prendere seriamente da lei. Farle capire che ciò che provi è sincero. >> << Kurt ha ragione. A scuola tutti conoscono la tua reputazione, probabilmente Rachel penserà che vuoi finire il discorso iniziato e solo per portarla a letto. >> si aggregò Mike e Sam gli diede man forte. << Devi darti da fare, Puckzilla. >> Noah sospirò. Sì, darsi da fare come?
<< Perchè non le dedichi una canzone per il compito? >> propose Artie e Puck lo guardò come se fosse un marziano. << Non so... >> << Prima le devi parlare, poi, per provarle che sei serio, le dedichi una canzone. >> non si diede per vinto il ragazzo sulla sedia a rotelle. << Secondo me potrebbe funzionare. >> lo appoggiò Finn togliendo i pop corn dal microonde. Prese una ciotola, li rovesciò dentro e ci mise un po' di sale.
Noah intanto aveva cominciato a fissare un punto sul pavimento. Sì, forse avrebbe potuto funzionare...
<< Comunque, ora passiamo a te, Artie. Mi sembri giù di corda. >> indagò Kurt prendendo un pop corn bollente e ci soffiò sopra.
<< Be'... >> il ragazzo si incuì. << Voi avete delle persone a cui dedicare delle canzoni. Io invece non ho nessuno... >> << Perchè, scusa, chi dice che devi per forza cantare canzoni d'amore? >> chiese l'orientale prendendo una manciata di patatine da una ciotola a fianco. Sam annuì. << Già, puoi sempre dedicare una canzone ai tuoi amici, ai tuoi genitori o a te stesso. >>
Artie ci pensò su. Avevano ragione, era inutile buttarsi giù. Non aveva bisogno di dedicare una canzone a una ragazza, aveva i suoi amici!

Quella era la serata tra dive. Rachel, Mercedes e Kurt avevano portato le patatine e vari snack nella camera della mora e avevano già cominciato a spettegolare.
<< Secondo me Santana è lesbica. >> stava dicendo Mercedes inghiottendo qualche patatina e bevendo un sorso di Coca-cola. << Andiamo, non avete visto come fissa Brittany? Sembra quasi un leone che ha addocchiato la sua preda! >> Rachel rise per il paragone e scosse la testa. << Sì, l'ho notato, ma... Santana è famosa per le sue notti focose con Puck e altri... >> << E con ciò? Magari erano solo una copertura! >> << O magari l'ha scoperto da poco. >> s'intromise Kurt e le due lo gurdarono pensierose, tant'è che il ragazzo cominciò a guardarle a turno. << Che c'è? >> chiese confuso. << Tu sai qualcosa... >> mormorò Rachel con uno sguardo indagatore che avrebbe intimidito chiunque. << Mh mh... >> mugugnò Mercedes.
<< Se per questo, io so molte cose. >> cercò di fare il finto tonto, ma le due amiche non la bevvero, come immaginava. Accidenti all'intuito super di Rachel, mannaggia! Forse era davvero sensitiva come aveva detto una volta...
<< Kurt, se sai qualcosa che non sappiamo... >> cominciò Rachel. << E sappiamo che la sai... >> continuò Mercedes. << Dilla subito! >> urlarono in contemporanea e Kurt rimase basito guardando prima una e poi l'altra, poi sospirò. Si sentiva come un topo in trappola. << Promettete che terrete la bocca chiusa o Santana stavolta mi ammazza veramente! >> le pregò guardando soprattutto la Berry con un'insistenza che la fece assumere una posa sulla difensiva. << Io so mantenere i segreti! >> si difese oltraggiata e, quando i due amici la guardarono alzando le sopracciglia in un'espressione scettica, sbuffò indignata. << Va bene, a volte... Però stavolta prometto! >>
Il ragazzo si sfregò le mani cercando il coraggio e le parole. Non aveva scelta: doveva confessare tutto o le due amiche lo avrebbero tormentato fino alla sua morte!
<< D'accordo... Santana è venuta da me ieri e mi ha confessato di essere innamorata di Brittany. >> rivelò e le due annuirono senza pronunciare parola. << L'avevamo immaginato. Siamo grandi! >> esultò Mercedes e Rachel rise dandole il cinque. << Le migliori! >>
Era meglio portare il discorso su un altro binario prima che smettessero di gongolare e tornassero all'attacco. << Rach, ultimamente tu e Puck andate parecchio d'accordo. >> buttò lì Kurt per distrarle e Mercedes guardò l'amica con malizia. << Già... Puckzilla ha fatto colpo? >> domandò godendo immensamente nel vederla arrossire.
<< Ma che dite? Io e Noah siamo solo amici! >> << Sì, esattamente come io sono etero, tesoro. >> la prese in giro Kurt e Rachel abbassò gli occhi. << Insomma... Non so cosa provo per lui... So solo che sto bene in sua compagnia, è come se fosse la mia ancora di salvezza... Con lui mi sento al sicuro, mi batte il cuore e... Che c'è? >> I due amici la fissavano con la bocca spalancata e lei si chiese che diavolo fosse preso loro. << Ho qualcosa tra i denti? >> domandò andando subito davanti allo specchio e si tranquillizzò non vedendo niente.
<< Rachel... >> iniziò Mercedes appoggiando la schiena al letto. << Tu sei innamorata di Puckerman... >> disse tutto d'un fiato facendosi aria con la mano. << Cosa? Ma sei pazza? >> urlò la mora, ma Kurt la zittì. << Tesoro, ti rendi conto di quello che hai detto? Mercedes ha ragione! >>
Rachel si portò una mano al petto frastornata. Era davvero così? Era davvero innamorata di Noah? Era davvero innamorata di quel ragazzo che da sempre le faceva battere il cuore? Era davvero innamorata di quel ragazzo bello come solo un Dio poteva essere? Era davvero innamorata di lui che sapeva essere stronzo all'inverosimile, ma anche dolce come pochi? Sentì gli occhi inumidirsi. Sì, lo amava... Come diavolo aveva fatto a non accorgersene prima?
Vedendo l'amica sull'orlo delle lacrime, Kurt e Mercedes corsero ad abbracciarla. << Non è così tremendo, tesoro! >> cercò di consolarla la ragazza, ma Rachel scosse la testa. << Sì che lo è! Lui è Puckzilla! Il Dio del sesso del McKinley! Se mi guarda vede un'amica! >> Kurt rise tra sè. Se solo avesse saputo...
<< Rach. >> le prese il viso fra le mani guardandola negli occhi. << Non puoi vivere nell'incertezza. I se non ti porteranno da nessuna parte. Perciò, prendi il coraggio a due mani come tuo solito e dichiarati! >> le suggerì e subito lei entrò in panico. Dichiararsi? Ora che lo aveva appena scoperto? No!
<< Non esagerare ora, Kurt! L'ha capitolo adesso, dalle tempo! >> Dio ti benedica, Mercedes! Pensò Rachel con sollievo. La sua amica aveva ragione: aveva bisogno di tempo per accettare ciò che aveva appena scoperto! Ma aveva ragione anche Kurt: non era da lei vivere nel dubbio...

TO BE CONTINUED...


Finalmente Rachel ha fatto chiarezza nel suo cuore! Come procederà? Mica ve lo dico!! ù_ù E ora passiamo alla mia rubrica preferita! Le risposte ai commenti!! XD

GretaSallingGleek: Eccoti accontentata! XD Sinceramente a me Sam e Mercedes insieme garbano parecchio, non so perchè... Mi piace anche il Fabrevans, ma il Samcedes di più! *-* Poi ognuno ha i suoi gusti ovviamente! Spero che il capitolo ti sia piaciuto!

Ainwen: Tra Kurt e Santana non credo si possa parlare proprio di amicizia... Santana ha chiesto l'aiuto di Kurt perchè capisce che è l'unico a poterla aiutare =) Quinn e Finn insieme mi garbano più di Finn e Rachel! Lei è di Noah! u_u

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Capitolo 6
*** Canzone e Dichiarazioni ***


capitolo 6Brittany S. Pierce non era stupida. Poteva essere parecchio svampita, viveva in un mondo tutto suo, credeva negli gnomi e credeva anche che gli armadietti parlassero e che le lumache potessero correre la maratona, ma nella sua eccentricità era adorabile. Nessuno la odiava, pochi la amavano, ma tutti provavano tenerezza per lei. Era come una bimba nel corpo di una donna. Ma non era stupida. Infatti aveva capito subito che, quella che lei coniderava come la sua migliore amica, aveva cominciato ad evitarla come se fosse stata una lebbrosa.
Perchè? Aveva fatto qualcosa che aveva fatto arrabbiare Santana senza accorgersene? L'avrebbe affrontata per chiarire le cose! Non ce la faceva a vederla così imbronciata nei suoi confronti, Brit amava Santana! Nonostante la mora fosse una delle ragazze più stronze esistenti sulla faccia del pianeta, era riuscita a conquistare il suo cuore e a prenderselo senza fare troppi complimenti. Ma sapeva di non essere ricambiata: sapeva che l'ìspanica ci teneva a lei, ma non era sicura che fosse amore. E questo la faceva soffrire.
Perciò aveva deciso di percorrere le vie di Lima con un'aria svogliata fino a quando non scorse la persona che occupava i suoi pensieri negli  ultimi tempi e il suo bel viso si illuminò. Doveva dirle tutto. Amarla di nascosto era troppo doloroso per lei, non poteva sopportare di tenersi quel sentimento dentro ancora per molto!
Cercò di raggiungerla, ma Santana era già entrata in una gioielleria di Lima che vendeva cose molto belle che costavano poco, così decise di aspettarla fuori e si sedette su una panchina lì davanti cominciando a parlare con un piccione che le aveva cortesemente domandato se avesse qualche briciola di pane.
La Lopez guardava le vetrinette in cerca del gioiello perfetto. Non un gioiello qualsiasi, però. Uno da regalare a Brit, e, dopo parecchio girovagare, finalmente il suo sguardo si calamitò su di un bracciale in argento con incastonati degli zaffiri a forma di delfino e sorrise. Brit amava i delfini.
Decise di comprarlo e fu costretta a sorbirsi un sermone infinito di un commesso che la lodava per il suo buongusto. Peccato che non avesse una granita a portata di mano, dannazione!
Finalmente Brittany la vide uscire dal negozio con un sacchettino in mano e si alzò parandolesi davanti. Deglutì nervosamente e la guardò intensamente. << Sono stufa del tuo continuo ignorarmi, San. >> cominciò decisa e Santana la guardò abbassando lo sguardo colpevole. << Mi spiace, Brit, io... >> non riuscì a completare la frase perchè la bionda le aveva preso il viso tra le mani e aveva azzerato la distanza che separava le loro bocche, improgionandole in un bacio che quasi stordì la mora, che si ritrovò a ricambiarlo lì, in mezzo alla gente che le guardava chi schifata, chi intenerita, chi indifferente.
Le circondò la vita con le braccia e si staccò. Non avrebbe voluto, ma era meglio chiarire.
<< Io ti amo, Santana... Non ce la faccio più a passare tanto tempo con te sapendo che tu non mi ricambi... E' troppo doloroso... >> Una lacrima solitaria scese dall'occhio destro di Brittany e Santana la raccolse col pollice sentendosi spezzare il cuore.
L'aveva fatta piangere, maledizione! << Anche io ti amo, Brit... E per me era la stessa cosa. >> Godette immensamente nel vedere i suoi occhi celesti spalancarsi per la sorpresa e le sorrise. << Era una tale tortura fare l'amore con te senza confessare ciò che provavo! >>
Molte ore più tardi, a casa di Brittany e con la famiglia assente, le due erano abbracciate nel letto della bionda.
<< Quasi dimenticavo! >> si tirò su Santana di scatto. Scostò le coperte e si alzò dal letto, perfettamente a suo agio nella sua nudità che Brittany fu ben felice di ammirare.
Si avvicinò alla giacca della tuta e tirò fuori il sacchettino tornando poi a letto. << E' per te. >> disse porgendolo all'altra che cominciò ad aprirlo eccittata come una bimba.
Quando aprì la scatola rimase senza fiato: un bellissimo braccialetto color argento, molto fine, con degli zaffiri a forma di delfini e alzò sulla mora uno sguardo meravigliato e quasi il suo cuore smise di battere quando questa le sorrise. << L'ho preso proprio perchè volevo dirti tutto. >>
Asciugandosi le lacrime di commozione che rischiavano di sopraffarla, l'abbracciò di slancio rovesciandola sul materasso.
<< Andiamocene per qualche giorno. >> propose la mora e Brit la guardò sorpresa. << E dove? >> << Non lo so, magari in montagna. Per prenderci qualche giorno per noi! >> L'abbraccio della bionda fu una risposta molto eloquente.

I ragazzi erano tutti riuniti nell'aula del Glee Club in attesa che Artie fosse pronto per la sua esibizone. Brittany e Santana erano assenti e nessuno si interrogò più di tanto.
Quando tutti si furono accomodati, Artie cominciò a spiegare. << Visto che io non ho una ragazza a cui dedicare una canzone, i ragazzi mi hanno giustamente fatto notare che la canzone per il compiti non deve per forza parlare di amore. Avrei potuto cantare una canzone per me stesso, ma ne ho scelta una per ringraziare coloro che mi stanno vicino. I miei amici. Questa è per ringraziarvi! Canterò Friends will be Friends, dei Queen. >> guardò tutti uno ad uno che gli sorrisero.
Prendendo un profondo respiro, fece un cenno a Brad che cominciò a suonare.

Another red letter day
So the pound has dropped and the children are creating
The other half ran anyway
Taking all the cash and leaving you with the lamber
Got a pain in the chest
Doctor's on strike what you need is a rest
It's not easy love
But you've got friends you can trust
Friends will be friends
When you're in need of love they give you care and attention
Friends will be friends
When you're through whith life
And all hope is lost
Hold out you hands 'cause friends will be friends right till the end
Now it's a beautiful day
The postman delivered a letter from your lover
Only a phon call away
You tried to track him down but somebody stole his number
As a metter of fact
You're getting used to life without him in your way

Mentre cantava guardava tutti i ragazzi negli occhi, cercando di far capire quanto fosse loro grato per essergli stato vicino nei vari momenti bui. Durante le delusioni d'amore, durante le giornate no a causa del suo handicap.
Loro gli erano stati accanto sempre. Non avevano giudicato, l'avevano difeso dai bulli e l'avevano aiutato ad accettare una situazione che, si era reso conto, ancora lui stesso non accettava a pieno.
Quella era una canzone per dir loro grazie.
Rachel sentì le lacrime agli occhi e guardò in direzione di Noah di sott'ecchi che sorrideva. Sentì il cuore stringersi in una morsa dolorsa. Era accaduto troppo in fretta, ma sapeva che l'amore tutto era tranne che razionale. E non c'era niente di razionale in ciò che provava per Noah e Kurt e Mercedes avevano ragione. Doveva dirgli tutto o avrebbe finito con l'impazzire. Non era una persona che si teneva le cose per sè di natura lei! Era così dannatamente difficile riuscire a tenere dentro il suo cuore quei sentimenti che rischiavano di sopraffarla.
Dopo che il profesorre e tutti si furono congratulati con Artie, cominciarono le solite lezioni di solfeggio e l'ora finì. Rachel prese svelta la sua cartella e uscì, ma una mano forte la trattenne per un polso facendola voltare di scatto.
Noah la guardò in un modo che le fece tremare le ginocchia e lo vide deglutire e irrigidire le spalle. Era nervoso, si rese conto lei con sorpresa.
Ok, ora che aveva deciso di prenderla da parte per dirle tutto si sentiva come un ragazzino alla prima cotta, pensò Noah stizzito e, guardandosi rapidamente intorno, portò Rachel nel cortile della scuola, dove non poteva vederli e udirli nessuno.
<< Cosa c'è, Noah? >> si sentì chiedere e la guardò negli occhi.
Fu una pessima scelta. Come incrociò quelle pozze scure e dolci si sentì smarrito e quasi dimenticò il suo nome. Non era bravo con le parole, cazzo, come poteva cercare di spiegarsi? << Esci con me. >> riuscì finalmente a dire e Rachel lo guardò sorpresa e, interiormente, deliziata. << Intendi... Un appento romantico? O tra amici? >> gli chiese esitante e lui sospirò passandosi una mano sulla cresta. << Dannazione, Berry! Mi rendo conto di essermi impegnato per essere un buon amico, ma un buon amico non muore dal desiderio di saltare addosso alla sua amica, di farla sua nei posti più impensati! Un amico dovrebbe essere contento di vedere la sua amica circondata da ragazzi che la desiderano, io invece ho voglia di ammazzarli tutti! Uno per uno! Credimi, Rachel, non c'è niente di amichevole in quello che provo per te! Io... credo di essere innamorato te! >> Non riuscì a fermare il fiume di parole che gli erano venute fuori tutte in una volta e la mora si coprì la bocca con le mani sentendo gli occhi inumidirsi.
Come vide i suoi occhi velarsi, Noah imprecò contro se stesso. Era uno scemo! Era troppo presto per lei, sicuramente pensava ancora a Finn!
Si voltò per andarsene, ma un paio di braccia esili lo circondarono per la vita e, quando la sentì appoggiarsi alla sua schiena, si sentì morire. << Anche io credo di amarti, Noah. >> rivelò lei con voce tremante. << Ho cominciato a povare per te sentimenti che non si addicevano ad un'amica, ma non mi ero resa conto di quanto fossero profondi fino a qualche giorno fa. Quello che provavo per Finn era un'illusione, non vero amore. Mi ero convinta che saremmo stati felici per l'eternità, che ci saremmo sposati, avremmo avuto dei bambini e... >> intenta a parlare, lei non si era accorta che Noah si era voltato e fu persa. Lui la strinse a sè e il respirò le mancò.
Come le erano mancati i suoi abbracci!
Sembrava che il cuore gli stesse per scoppiare talmente batteva veloce. Incapace di esprimere a parole com'era felice di sapere che i sentimenti per il suo amico erano ormai un ricordo lontano, con la mano destra Noah tracciò il contorno del viso di Rachel e la guardò con adorazione. Finalmente quella ragazza era sua. Le guardò le labbra e si avvicinò piano, dandola la possibilità di scansarsi quando avesse voluto.
Ma l'ultima cosa che voleva Rachel era sottrarsi a quell'abbraccio. E voleva quel bacio. Avvicinò al viso a quello di lui e finalmente le loro labbra si incontrarono dopo tanto tempo.
Ed entrambi provarono la sensazione di essere tornati a casa dopo un lungo pellegrinare.
Circodandogli il collo con le braccia, Rachel si alzò in punta dei piedi, approfondendo il bacio e lasciando che le loro lingue si incotrassero in una danza antica come il mondo.
Quando si staccarono erano tutti e due a corto di fiato e si sorrisero. Noah appoggiò la fronte alla sua e il sorriso che le dedicò le sembrò la cosa più bella del mondo. << Ti amo. >> le sussurrò e gli sorrise con l'anima, riempendogli il cuore. << Anche io. >> rispose lei con sicurezza.
La prese per mano e si avviarono al pick up di Noah.

<< Finalmente tu e Puckerman vi siete decisi! >> Kurt e Mercedes si erano precipitati a casa della Berry quando, uscendo da scuola, avevano visto lei e Puckerman andare via mano nella mano. Rachel rise sentendosi finalmente leggera e felice. << Dopo che la lezione al Glee era finita, mi ha portata in cortile e si è dichiarato. >> raccontò tutto nei minimi dettagli e i due sembravano pendere dalle sue labbra. Vedere i loro occhi che si accendevano di eccitazione e contentezza era divertentissimo e, finito il racconto, le saltarono praticamente addosso stritolandola nel loro abbraccio.
<< Finalmente, tesoro! Spero che, ora che vi siete decisi, vada tutto per il meglio! >> si augurò Mercedes e Kurt la fulminò con lo sguardo. << Ma certo che andrà bene! Sono già stati insieme e si conoscono come nessuno! >> li appoggiò e Rachel sorrise. << Grazie. Non sapete quanto mi faccia piacere avere il vostro appoggio. >>
<< Hai l'appoggio di tutti, Rachel. >> la contraddì Kurt e la mora lo guardò incuriosita. << Sai, abbiamo anche fatto una scommessa su quando si sarebbe dichiarato Puck. >> le rivelò l'amico e Mercedes ammiccò. << E ha vinto lui, cavoli! >> << Giusto, sgancia, bellezza! >> Lui allungò una mano e Mercedes, sbuffando come una locomotiva, tirò fuori cinque dollari mettendoli nel palmo di lui.
<< Siamo sicuri che sia Rach la sensitiva? >> borbottò tra sè e sè e lui gongolò aspettando con ansia quando avrebbe avuto in mano i soldi degli altri.
Rachel scosse la testa sorridendo, quando sentì vibrare il cellulare sul letto.
Lo prese e, quando vide un messaggio di Noah, le si illuminarono gli occhi. Quando l'aveva portata a casa, scesi dalla macchina, si erano abbracciati ed erano rimasti così a lungo, come per accertarsi che non fosse un sogno. E, quando si erano baciati, erano stati riluttanti a lasciarsi.
Aprì il messaggio e lo lesse avidamente:
Per quell'appuntamento facciamo sabato alle 18.00? Ti porto a cena. Ci stai?
Niente romanticherie, ma le sembrava di vederlo mentre scriveva quel piccolo messaggio col suo sorrisetto sulle labbra e rispose subito.
Non vedo l'ora.
Noah non era tipo da robe sdolcinate, lo sapeva, e le andava più che bene. Era Noah. E lei lo amava da morire.
Quando si accorse di avere quei due alle spalle era troppo tardi. L'avevano già buttata sul letto prendendole il cellulare e ridendo a crepapelle.

<< Così il Puckleberry è tornato? >> domandò Finn divertito al suo amico che leggeva il cellulare con un sorriso ebete stampato in faccia.
Il sorriso di Noah si allargò ricordando il soprannome suo e di Rachel. << Già. E non potrei essere più felice. >> << Lo vedo. >> dichiarò l'amico soddisfatto.
Era bello vedere Puck così contento, non lo vedeva così da tanto tempo. Sembrava che il peso che portava si fosse finalmente tolto dalle sue spalle.
<< Dove la porti? >> chiese accennando all'appuntamente.
<< Prima a cena, poi voglio portarla in un posto molto importante per me. >> Finn lo guardò con curiosità e Puck accennò alla sua chitarra. << Riguarda la mia bimba, ma non ti dirò altro. Lo dirai sicuramente a Queen e lei lo dirà a Rachel. >> lo  disilluse e Finn mise il broncio. << Stronzo. >> borbottò contrariato. << Fino al midollo. >> confermò l'altra con un ghigno soddisfatto.

TO BE CONTINUED...

Ciao!! Perdonate il ritardo, ma non avevo molta ispirazione, ma finalmente mi è venuta ed è venuto fuori questo! Ho scritto tutto di getto alle 5 del mattino! Non riesco a dormire a causa del mal di denti che non mi da tregua, così ho deciso di mettermi al pc e... BAM! Ecco lo spunto ideale per questo capitolo! Che dite della canzone di Artie? Io amo i Queen e Friens will be friends è una canzone stupenda che descrive gli amici come delle persone che ti stanno accanto nei momenti di bisogno e l'ho trovata adatta per Artie! FINALMENTE RACHEL E NOAH STANNO INSIEME! Probabilmente starete sentendo le campane che suonano l'Alleluia! Finalmente mi sono decisa! XD Ringrazio tanto chi legge la fic anche senza commentare Ringrazio FEDE83e Rachel_Star che hanno messo la storia tra le seguite! E ringrazio Ainwen, amopeter, blackflower, Bonnie19, Deadpools95, eloX26, FEDE83, GretaSallingGleek, I39k, paperottamartina, PrincessLuthien, puck_20, seriadel, shana_musi che hanno messo la storia tra i preferiti! E ora le rispose che ai commenti! Che, ahimè, è solo uno... ç_ç!!!

GretaSallingGleek: Anche io adoro Mike e Tina! Lui è così dolce! Poi quando li vedo discutere sono fortissimi! Spero che il capitolo ti soddisfi!! =D





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Capitolo 7
*** Frebbe maledetta ***


Capitolo 7Era mercoledì e, come ogni mattina, i tanti ragazzi a Lima si alzavano già pronti e scattanti per andare a scuola. C'era chi cercava di disegnarsi punti rossi sulla faccia senza ricordare che di aver già avuto la varicella o il morbillo da bambino, chi metteva il termometro vicino a un calorifero per aumentarne la temperatura e fingere di avere la febbre, chi simulava finti attacchi di epilessia o di rabbia; ma i cari genitori - avendo usato gli stessi stratagemmi durante la loro generazione - erano ormai abituati. " O sei in punto di morte o scordati di non andare a scuola!" dicevano sempre.
Per Rachel Barbra Berry però quella regola non valeva: i suoi due papà l'adoravano talmente che, come esibiva un colpo di tosse, subito la mettevano a letto facendole mangiare miele e mettendole impacchi di acqua calda sulla gola.
Quel giorno, però, la futura stella di Brodway credeva veramente che sarebbe caduta sul pavimento come una pera cotta. Aveva la fronte talmente bollente che ci si poteva friggere un uovo, brividi di freddo in tutto il corpo, un mal di testa che le pareva di avere un martello pneumatico che le trapanava il cervello, e dolori dappertutto.
Hiram e Leroy, premurosi come sempre, le imposero di rimettersi a letto misurandole la temperatura. Le sorrisero con comprensione, sapevano quanto la loro stellina odiasse essere malata, e le comunicarono senza mezzi termini che non sarebbe andata a scuola.
<< Ma non posso stare a casa! Devo esibirmi al Glee oggi! >> cercò di farsi uscire il tono più imperioso che aveva, ma dalla sua gola uscì solo una voce strozzata che la fece arrabbiare di più. << Tesoro, hai quaranta di febbre. Neanche se avessi compiti in classe tutte le ore ti faremmo uscire! >> fu irremovibile Leroy e Hiram annuì. << Quindi rassegnati. Prima ti rimetti, prima ti esibisci. >> gli diede man forte il marito e la lasciarono sola ad imprecare contro il crudele fato che aveva privato i suoi compagni del Glee Club della sua splendida voce.
Prese il cellulare sul comodino di fianco al letto a fatica, il braccio le tremava, e mandò un messaggio a Noah, dicendo di non passarla a prendere e gli spiegò tutto - ovviamente non mancando di fargli notare quanto la sua assenza avrebbe reso tristi i suoi amici - e alla fine abbandonò la testa sul cuscino con un sospiro e, senza neanche accorgersene, sprofondò in un sonno profondo.

<< Ma dico, amico, sei uscito di senno? Ti sei rimesso con quella sfigata? >>
Noah Puckerman era veramente tentato dal mettere le mani addosso ad Azimio se avesse detto anche solo un'altra parola su Rachel. Già il fatto di non poterla vedere quella mattina l'aveva buttato giù di morale ( chi l'avrebbe mai detto che sarebbe accaduta una cosa simile?) e sentire quell'imbecille insultare la sua ragazza con Karofsky che gli dava man forte gli stava facendo esaurire la sua già limitata pazienza.
Decise però di ignorarli, se Rachel fosse venuta a sapere che aveva fatto a botte con quei due glielo avrebbe rimproverato fino alla morte, e continuò a camminare imperterrito arrivando all'armadietto, seguito dai due compagni.
Evidentemente quei due avevano deciso proprio quel giorno di farlo incazzare...
<< Seriamente, Puck. Pensavo avessi gusti migliori. >> stava dicendo Dave con fare meditabondo. << Anche se la Berry non è malaccio... Si vestisse meglio sarebbe una gran gnocca! >> Azimio parve sopperare quelle parole toccandosi il mento. << Sì, in effetti hai ragione... La prossima volta diglielo alla tua ragazza, Puck! Sarebbe proprio un bel bocconcino. >> L'armadietto sbattuto con più violenza del necessario fece trasalire i due e lo sguardo omicida del compagno gli fece capire che stavano oltrepassando un limite.
<< Bene, ehm... Credo di aver visto una Cheerios che mi salutava! >> se la diede a gambe Azimio, ma Dave rimase dov'era guardando il compagno in cagnesco. << Perchè, Puck? Perchè ti sei mischiato con lei? E' del Glee! >> lo rimproverò come se il fatto che fosse in quel club rendesse Rachel una specie di lebbrosa che doveva essere tenuta alla larga. << Perchè l'amo, Karofsky. E nè tu nè altri potete farci niente. Fatele qualcosa, torcetele anche un solo capello e vi giuro che dovrai fare il bullo da un letto d'ospedale. >> non aveva urlato, ma aveva parlato con voce talmente glaciare che Karofsky aveva sentito un brivido lungo la spina dorsale.
Puckerman gli voltò le spalle, ma girò la faccia verso il compagno di squadra. << E comunque anche io, Finn, Quinn, Santana, Brittany, Mike e Sam siamo del Glee. Quindi continuando su questa strada avete solo da perdere. >> e con quelle parole si incamminò verso la prima ora di lezioni ribollendo letteralmente di rabbia.
Ma era fiero di sè: aveva risolto la questione senza venire alle mani, Rachel sarebbe stata fiera di lui!
Il pensiero gli corse alla ragazza costretta a letto malata e sorrise. Sarebbe andato a trovarla dopo la scuola, ne sarebbe stata contenta!

<< Ragazzi, i signori Berry hanno telefonato per dire che Rachel ha la febbre alta e non sarà presente per un po'. Per questo la scadenza del compito verrà rimandata a settimana prossima, ma vedete di esibirvi tutto in fretta! >> si raccomandò il professore.
Brittany e Santana erano tornate dalla loro fuga passionale e Santana aveva alzato la mano. << Professore, io avrei una canzone con cui esibirmi per il compito. >> annunciò e Schuester fu felice di lasciare a lei la scena.
Andando al centro dell'aula Santana ripensò a quella mattina: ora che aveva vinto la sua paura lei e Brit erano entrate nella scuola mano nella mano, suscitando in tutti sguardi meravigliati e, all'ingresso, la mora aveva baciato la sua ragazza davanti a tutti per aver poi sbottato: "Se c'è qualche maschio che guarda la mia ragazza in un modo che non mi piace lo castro! ", e tale frase era bastata per far capire a tutti che non scherzava. Mai sfidare Santana Lopez, soprattutto sulle questioni amorose o non ne usciresti intero.
Sorrise a Brittany e l'intero Glee ridacchiò: anche se non lo avevano detto apertamente avevano già capito tutti cosa correva tra le due ed erano felici per loro.
<< Canterò Dangerously in Love, di Byoncè. >> fece cenno ai musicisti di partire e chiuse gli occhi per concentrarsi. Quando arrivò l'attacco li riaprì di scatto e, con la solita grinta, fece uscire quei sentimenti che teneva nel cuore.

I love you... I love you... I love you

Baby I love you
You are my life
My happiest moments weren't complete
If you weren't by my side
You're my relation
In connection to the sun
With you next to me
There's no darkness I can't overcome
You are my raindrop
I am the seed
With you and God, who's my sunlight
I bloom and grow so beautifully
Baby, I'm so proud
So proud to be your girl
You make the confusion
Go all away
From this cold and mixed up world

Già... Che felicità poteva esserci per lei senza quell'angelo biondo al suo fianco? Nessuna. Perchè senza Brittany lei non era completa.
Brit cercava di non scoppiare in lacrime mentre la ragazza che amava si esibiva per lei. Perchè, anche se era presente tutto il club, quella canzone era per lei.

I am in love with you
You set me free
I can't do this thing
Called life without you here with me
Cause I'm Dangerously In Love with you
I'll never leave
Just keep lovin' me
The way I love you loving me

E lei l'avrebbe amata. Santana sapeva che Brittany non l'avrebbe lasciata e tanto le bastava. Sapeva che l'avrebbe amata senza riserve, come solo lei sapeva fare.

Dangerously in love
Can't do this thing
I love you , I love you, I love you
I'll never leave
Just keep on loving me
I'm in love with you
I can not do
I cannot do anything without you in my life
Holding me, kissing me, loving me
Dangerously
I love you
Dangerously in love

Una volta finita l'ultima strofa, i ragazzi si alzarono in piedi applaudendo, fieri che la loro amica avesse avuto il coraggio di dichiarare il suo amore davanti a tutti.
<< Bravissima, Santana! >> anche il professore era fiero di lei. Amava quei ragazzi, erano come figli per lui e, vederli crescere giorno per giorni era la gioia più bella.
Brittany si alzò e andò ad abbracciarla, trovando le braccia della mora già aperte per accoglierla. Non si baciarono, non ne avevano bisogno.
Con le lacrime agli occhi e staccandosi con riluttanza, Brittany parlò. << Anche io vorrei esibirmi, professore. >> al cenno affermativo dell'insegnante, Santana le strinse la mano e tornò al posto lasciandole via libera.
<< Io invece ho scelto una canzone di Celine Dion, Because you loved me. Esprime a pieno i miei sentimenti e sicuramente capite a chi la dedico. >> vennero indirizzati a Santana sorrisi maliziosi, ma la mora si limito a sorridere contenta.

For all those times you stood by me
For all the truth that you made me see
For all the joy you brought to my life
For all the wrong that you made right
For every dream you made come true
For all the love I found in you
I'll be forever thankful baby
You're the one who held me up
Never let me fall
You're the one who saw me through through it all

You were my strength when I was weak
You were my voice when I couldn't speak
You were my eyes when I couldn't see
You saw the best there was in me
Lifted me up when I couldn't reach
You gave me faith 'coz you believed
I'm everything I am
Because you loved me

Brittany aveva occhi solo per lei, era per lei che stava cantando quelle splendide parole. Era a Santana che stava dicendo grazie... Perchè se era quello che era, lo doveva solo al fatto che lei l'amava.

You were always there for me
The tender wind that carried me
A light in the dark shining your love into my life
You've been my inspiration
Through the lies you were the truth
My world is a better place because of you

You were my strength when I was weak
You were my voice when I couldn't speak
You were my eyes when I couldn't see
You saw the best there was in me
Lifted me up when I couldn't reach
You gave me faith 'coz you believed
I'm everything I am
Because you loved me

You were my strength when I was weak
You were my voice when I couldn't speak
You were my eyes when I couldn't see
You saw the best there was in me
Lifted me up when I couldn't reach
You gave me faith 'coz you believed
I'm everything I am
Because you loved me

I'm everything I am
Because you loved me

Finita l'esibizione anche Brittany venne sommersa di applausi, ma la ricompensa migliore fu vedere gli occhi scuri di Santana pieni di commozione, di gratitudine e di amore. Ancora una volta la bionda si rifugiò nelle sue braccia e le si sedette accanto.
Il professor Schue diede un paio di colpi di tosse per riportare l'ordine. << Avete fatto un gran lavoro, ragazze. >> le lodò e alla fine cominciò con la lezione.

Dopo scuola Finn e Quinn affiancarono Noah. << Vai a casa di Rachel? >> gli chiese l'amico e Puckerman annuì salutando Quinn con un bacio sulla guancia. << Mi ha detto di avere la febbre a quaranta, quindi puoi immaginare come sarà nervosa. >> ghignò e la bionda aggrottò le sopracciglia perfettamente disegnato. << Non ti preoccupa che, come varcherai la soglia di casa sua, Rachel ti salterà addosso come una belva inferocita per averla vista in quello stato? >> domandò incredula e Noah rise. << In realtà sì, ma è malata, non potrà infuriarsi più di tanto! >> << Ah. >> sorrise Finn. << La sorprendi ora che è debole! Grande strategia! >> si complimentò, ma i tre vennero subito affiancati da Kurt e Mercedes. << Puck, non puoi andare da Rach! >> lo richiamò la mora all'ordine e Noah la guardò. << Perchè? Sarà contenta di vede... >> << No che non lo sarà! >> quasi strillò Kurt come se fosse la cosa più naturale del mondo. << Quando ti vedrà arrivare si incavolerà come una bestia e ordinerà ai suoi padri di non farti entrare in casa! >> immaginò e Noah corrugò la fronte. << Ora non esagerare... >> << Non sto affatto  esagerando, Puckerman! Rachel diventerà una furia se ti vedrà arrivare! >> si intestardì lo scricciolo e Quinn gli diede ragione. << Sono d'accordo. La conosciamo tutti. Secondo me dovresti lasciarla tranquilla finchè non guarisce. >> propose e Puck si fermò. << Cioè non dovrei neanche vederla? >> sbottò incredulo e Mercedes, Kurt e Quinn annuirono, mentre Finn ritenne più saggio starne fuori prima che quei tre lo sbranassero vivo. << E' la cosa migliore, Puck, lo diciamo per te. E poi potrebbe attaccarti la febbre. >> cercò di farlo ragionare Mercedes. << Come se mi interessasse! >> si oppose il cretstao, ma gli altri non demorsero. << Senti, Puck. In queste occasioni solo le amiche possono andare a trovare una ragazza malata! >> spiegò Kurt finalmente. << Perchè? >> chiesero Noah e Finn un tantino confusi. Kurt e le due ragazze sospirarono come se stessero parlando con dei bimbi. << Sarebbe troppo complicato da spiegarvi, semplicemente Noah non deve andare da Rachel! Tempestala di telefonate se vuoi, ma non andare da lei! Ci andremo noi oggi a portarle i compiti. >> finì Mercedes e lei e Kurt si allontanarono verso la macchina di lei.
<< Ah, Finn. >> il gigante si girò verso il suo fratellastro. << Dillo tu a tua madre e a mio padre che oggi sono da Rachel, ok? >> Finn annuì e i due se ne andarono.
<< Ma non prenderanno la febbre anche loro andando da lei? >> domandò Hudson a voce alta e Quinn e Puck corrugarono le sopracciglia chiedendosi se dicesse sul serio o cosa.

<< Dovevi vederlo, Rach! Quando gli abbiamo detto che non poteva venire da te sembrava gli uscisse il fumo dalle orecchie! >> Kurt e Mercedes erano dalla loro amica e la stavano aggiornando sui fatti accduti quel giorno.
<< Ah, peccato che non hai visto Brittany e Santana! Ora stanno insieme e si sono esibite nel compito del Glee oggi. Sono state fantastiche! >> Rachel fece una fatica immensa a sorridere. Anche il semplice muovere le labbra la faceva star male.
Sospirò. << Non è che non voglio che Noah venga qui, ma... >> << Non vuoi che ti veda in questo stato. >> concluse Kurt per lei in tono dolce e comprensivo e lei annuì. << E poi non voglio che si ammali. >> aggiunse Rachel.
Ma, a parte quello, era contenta per Santana e Brittany, avevano diritto alla loro felicità ed erano una gran coppia. Il giorno e la notte, tipo lei e Noah.
<< Tu che canzone canterai? >> le domandò Mercedes sedendosi sul letto. << The power of love, di Celine Dion. >> rispose immediatamente, anche se la voce si rifiutava di venire completamente fuori.
Sospirò ancora sconsolata. Non voleva farsi vedere da Noah in quello stato.
Una volta che i due amici se ne furono andati, sentì il cellulare vibrare e lo prese, vedendo un messaggio.
Lo aprì. Era di Noah! Sorrise leggendolo.

Mi spieghi come cavolo faccio a non vederti finchè non guarisci? Saltato anche l'appuntamento per sabato, immagino.

Come diavolo faceva ad apparire romantico anche solo dicendo una semplice frase come quella? In quella domanda scorbutica erano racchiusi i sentimenti di Noah: le stava praticamente dicendo che non vederla sarebbe stata una tortura, capì lei contenta. Anche per lei sarebbe stata dura non poterlo vedere, abbracciare o baciare.

Mi rifiuto di farmi vedere da te rossa come un peperone, con i capelli spettinati che sembra che ho preso una scossa e la voce che non mi esce! No, non lo sopperrterei!

Rispose e il messaggio che le arrivò in risposta la fece arrossire e le fece tremendamente piacere.

Per me saresti comunque la ragazza più bella del mondo. E almeno potrei prendermi cura di te.

Come poteva non sciogliersi? Gli occhi si inumidirono quando rispose.

Se vuoi veramente prenderti cura di me vieni dopodomani. I miei papà saranno in viaggio d'affari. Ma non farti strane idee, sono malata!

Noah rise leggendo l'sms. In effetti l'idea di loro due in casa da soli era diabolicamente allettante, ma sapeva che non avrebbe potuto fare niente. Lui e Rachel sarebbero andati a letto insieme prima o poi, ma preferiva che lei fosse sana, sobria e soprattutto convinta.

Guastafeste! Già mi ero preparato il piano di seduzione... Ora ti lascio, immagino che vorrai dormire. Ci sentiamo dopo. Ti amo.

 Quel " Ti amo" bastò a farla piangere di felicità. I piccoli gesti, le parole tenere che lui le dedicava le bastavano per far sì che si sentisse in Paradiso. Fu con le lacrime che le scorrevano sulle guance che gli rispose.

Ti amo anche io, non vedo l'ora di vederti.

Con un sorriso, Noah chiuse mise via il cellulare, chiuse gli occhi e incrociò le braccia dietro la schiena fissando il soffitto della sua camera. Anche lui non vedeva l'ora di vederla.

TO BE CONTINUED...


Ciao a tutti! Spero che le canzoni vi siano piaciute! Io adoro Celine Dion con tutto il cuore e la canzone di Byoncè mi piace da matti! Mi piaceva l'idea di Rachel malata con Noah che giocava all'infermiera! XD Mi è dispiaciuto far saltare il loro appuntamento, ma ne avranno un altro, ve lo assicuro! U_U Ora rispondiamo a chi ha gentilmente ( e con mio sommo piacere) commentato il capitolo precedente!

Deadpools95: Ahahah! Mica mi ero accorta di aver messo il nome del gruppo Queen anzichè il nome di Quinn! Mi sono confusa! XD Grazie per avermelo fatto notare! Anche a me piace tanto la Brittana! Santana sembra più umana con lei! Adoro i Queen e, visto che Artie non ha una ragazza, mi sembrava bello poter rendere omaggi agli amici per una volta e non all'amore. Sono felice che l'idea ti sia piaciuta! =D

GretaSallingGleek: Non farmi pensare a Noah in mutande perchè potrei veramente commettere qualche cosa di illegale! XD Sì, l'era Finchel è finita! Almeno nella mia storia, purtroppo nella serie televisiva ce la dobbiamo sorbire ancora... ç_ç Purtroppo gli autori di Glee non voglio farci contente... Speriamo che cambi qualcosa!

Carmelinrt: Ti ringrazio, sono contenta di sapere che mi seguivi già da prima! =D E sono ancora più contenta che tu abbia recensito! Sono felice che ti piacce, spero continueranno a piacerti tutti i capitoli!






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Capitolo 8
*** Infermiere per un giorno - 1° parte - ***


Capitolo 8Blaine Anderson era un bel ragazzo. Basso, vero, ma abbastanza muscoloso perchè molte ragazze sospirassero alla sua vista. Capelli castano scuro e occhi color cioccolato.
L'unica pecca era il suo abbigliamento: se la divisa della Dalton, la scuola privata che frequentava, gli conferiva un aspetto distinto, i suoi abiti normali cancellavano subito la prima impressione su di lui. Non bastava che vestisse come un vecchietto - camicie a quadri, mocassini vecchio stile, calzettoni - ma aveva la mia di indossare il papillon. Nel suo armadio aveva uno scomparto dedicato esclusivamente a questo tipo di indumento e ne aveva per tutti i gusti: a righe, a pois, a quadretti, a tinta unita, con le stelline, con la bandiera degli Stati Uniti, insomma, per tutti i colori... Anche quelli osceni, direbbe Kurt, ma Blaine non ci faceva quasi caso.
Blaine Anderson era anche un gay dichiarato e amava Kurt Hummel. Sul serio, lo adorava letteralmente! Gli sarebbe saltato addosso anche la prima volta se non avesse capito che Hummel era un ragazzino timido ed impacciato, perciò aveva preferito frenarsi. Ma, da un po' di tempo, era esasperato. Sopportava volentieri ogni capriccio del suo ragazzo, ogni critica al suo abbigliamento, ogni cambiamento d'umore -alcuni lo divertivano anche, una donna in gravidanza aveva maggior equilibrio psichico -, ma ora aveva detto BASTA! Già da un po' di tempo si era stancato dei continui messaggi del ragazzo, dei suoi continui squilli, delle continue chiamate! Ma aveva sopportato! L'aveva fatto per amor suo, ma ad un certo punto era arrivato al limite! Ricordava ancora con chiarezza il giorno in cui l'aveva praticamente lasciato...

Blaine e Kurt erano usciti per il loro appuntamento a teatro per guardare una nuova rappresentazione de Le miserable. Si erano divertiti per tutto il primo tempo, fino a che Kurt non aveva cominciato a lamentarsi dei costumi, del fatto che i protagonisti non sapessero cantare come si conveniva, che gli interpreti non erano all'altezza dei personaggi e cose così. Finchè Blaine, ricordatosi del motivo per cui ultimamente lo evitava, aveva preso una decisione. Drastica, che avrebbe fatto soffrire entrambi, ma era l'unica cosa da fare.
Al primo intervallo aveva trascinato il suo ragazzo, decisamente sorpreso, fuori dal teatro e l'aveva affrontato senza preamboli.
<< Non funziona più, Kurt. >> non aveva voluto iniziare esattamente così, ma ormai le parole venivano fuori da sole, investendo il giovane Hummel come dei camion, dandogli continue stilettate al cuore.
<< Io ti amo, Kurt, sul serio, ma... Non ne posso più. >> aveva confessato in preda alla frustrazione. << Sei opprimente! Lunatico come poche persone al mondo, ma quello posso sopportarlo benissimo, il problema è che... >> si era interrotto e, vedendo lo sguardo triste e rassegnato del partner era chiaro che Kurt aveva già capito.
<< Ho bisogno di una pausa. Mi dispiace farti questo, ma ho bisogno di stare da solo. >> aveva concluso fissandolo dritto in quegli occhi celesti che lo avevano catturato da subito.
Kurt aveva deglutito e distolto gli occhi fissando ogni passante come se potesse toglierlo da quella situazione e a Blaine si strinse il cuore. Odiava essere così brusco, ma con Kurt non c'era altro modo.
Alla fine Hummell aveva annuito. Anche lui sapeva di essere stato assillante. << Mi dispiace, Blaine. So di aver sbagliato e... Mi dispiace. >> non riuscì ad aggiungere altro perchè il groppo che gli si era formato in fondo alla gola era troppo grosso perchè potesse uscirgli un suono che fosse anche vagamente simile a una parola.
Con le lacrime che scendevano copiose dagli occhi, si era girato e se ne era andato.
<< Aspetta, Kurt... >> il richiamo di Blaine era rimasto senza risposta perchè l'altro si era già allontanato correndo e a Blaine non era rimasto che tornare a casa.
Non aveva voglia di continuare a guardare lo spettacolo, perchè su una cosa Kurt aveva ragione.
Gli attori non sapevano cantare e non erano degni di impersonare quei personaggi.
Ok, erano due le cose su cui Kurt aveva ragione...

Adesso, Blaine era davanti alla porta di casa Hummel e non sapeva cosa fare.
Durante il periodo di lontananza, il ragazzo non aveva fatto che maledirsi: Kurt gli mancava terribilmente e, con lui, ogni mania per cui lo aveva lasciato.
Non era normale come cosa... O sì?
Sapeva solo che la determinazione che l'aveva spinto a dirigersi in quel luogo per affrontare il ragazzo e chiedergli perdono anche in ginocchio se ne era improvvisamente andata in vacanza.
Maledetta.
Sospirò e, troppo vigliacco anche solo per riuscire a guardare Kurt negli occhi, fece dietro front.
Avrebbe escogitato qualcos'altro.

Mercedes Jones sapeva esattamente cosa fare. Avrebbe cantato una delle canzoni più belle della sua artista preferita e l'avrebbe dedicata, che lui lo sapesse o meno, al ragazzo che da mesi popolava i suoi sogni più proibiti.
Era determinata: aveva un obiettivo e sapeva che l'avrebbe portato a termine. Ce l'avrebbe fatta.
Se la tremarella alle gambe se ne andasse sarebbe sicuramente più semplice... pensava intanto mentre borbottava come una locomotiva a vapore e con un'aria talmente corrucciata che nemmeno Kurt aveva il coraggio di avvicinarsi più di tanto.
Ok, Mercedes stava ufficialmente dando di matto.
Da quando era così nervosa per un'esibizione?
Peccato che quella non fosse una semplice esibizione... Avrebbe cantato una canzone della massima importanza al ragazzo che amava. Lui avrebbe capito?
Via il dente, via il dolore! Si riscosse la ragazza entrando a passo spedito nell'aula del Glee.
<< Professore, vorrei esibirmi per il compito, se permette. >> sempre dritta al sodo, senza mai girare attorno alle cose.
William rimase sorpreso dalla determinazione scorta negli occhi della sua alunna e le lasciò volentieri la scena.
Prendi un profondo respiro... Rilassati... pensava intanto la ragazza.
<< Questa è una canzone che sento particolarmente. E' dedicata alla persona che amo. Spero che lui capisca. Canterò I will always love you di Whitney Houston. >> Quando il piano cominciò a suonare, arrivò la sua voce.

If I
Should stay
I would only be in your way
So I'll go
But I know
I'll think of you every step of
the way...

And I...
Will always love you
And I...
Will always love you...
My darling you

Fissava il biondo dritto negli occhi adesso. Per fargli capire che, se non la voleva, lei si sarebbe fatta da parte, ma lo avrebbe amato comunque.
Sam deglutì con la commozione in gola. Aveva sempre pensato che Mercedes avesse una voce che aveva il potere di farti sentire in Paradiso, ma ora ne era sicuro... E se aveva qualche dubbio sul fatto che lei lo amasse ancora era stato spazzato via.
Lei lo amava, lo stava praticamente dichiarando davanti a tutti. Sorrise, mentre ricambiava il suo sguardo.
Quando, dopo l'ultimo ritornello e una serie di acuti che avevano fatto venire a tutti la pelle d'oca, l'esibizione finì, Sam si alzò con gli altri ad applaudire, ma in realtà pensava a come far capire che provava la stessa cosa.
<< Professore, anche io vorrei esibirmi. >> la sua dichiarazione aveva suscitato interesse nei compagni, lo sentiva, ma doveva farlo. Certo, cantare Mariah Carey non era semplice per una ragazza, figuriamoci per lui... Ma quella canzone esprimeva a pieno ciò che provava.
Raggiunto il centro dell'aula, si girò verso gli amici, ma i suoi occhi azzurri erano incollati a Mercedes cercando di comunicare solo con lei.
<< Ho deciso di cantare Without you di Mariah Carey. Lo so che può sembrare strano, ma è una canzone che esprime i miei sentimenti. >> Non aveva staccato gli occhi dalla ragazza per tutto il tempo e Mercedes si era sentita arrossire sotto quello sguardo.
Sam non usò la chitarra. Era una canzone che esprimeva tutta la sua bellezza anche solo con il pianoforte.

No, I can't forget this evening or your face as you were leaving
But I guess that's just the way the story goes
You always smile, but in your eyes
Your sorrow shows
Yes, it shows
No, I can't forget tomorrow
When I think of all my sorrow
When I had you there, but then I let you go
And now it's only fair that I should let you now
What you should know

I can't live
If living is without you
I can't live
I can't give anymore
I can't live
If living is without you
I can't give
I can't give anymore

Le lacrime che le erano salite agli occhi le offuscavano la vista, ma non le importava. Cercò di ricacciarle indietro e ci riuscì, ma dovette soffiarsi il naso un paio di volte sotto lo sguardo comprensivo e felice del suo amico Kurt.
Ora sapeva. Sapeva che Sam ricambiava i suoi sentimenti e non avrebbe potuto scegliere canzone migliore per dirglierlo...
Finito il brano il biondo accettò con imbarazzo i complimenti - e le prese in giro di Puck e Santana - e tornò al suo posto lanciando a Mercedes un'occhiata intensa e facendole segno che si sarebbero incontrati dopo.
Lei annuì incapace di parlare.

Finita la lezione, Sam era uscito per primo e aspettava Mercedes fuori dalla scuola, appoggiato al muro.
Non era mai stato così nervoso in vita sua... Forse solo con Quinn. Ma ormai la bionda era acqua passata ed erano amici per la pelle.
Non si accorse che la ragazza era uscita se non per il fatto che gli si era fermata proprio davanti.
Avvertì improvvisamente la gola secca e si sentì uno stupido.
<< Ciao... >> mormorò non sapendo bene come iniziare e si passò una mano fra i capelli.
<< Ciao... >> ricambiò lei debolmente stringendo la bratella dello zaino come un'ancora di salvezza.
<< Senti, Mercedes, io... Mi dispiace per come ti ho trattata. >> iniziò Sam con titubanza cercando di pensare ad ogni parole, ma Mercedes lo interruppe.
<< Sam, quello che ho cantato lo penso. Io ti amo, ma... >> fece una piccola pausa non notando il turbamento del biondo. << Se ti piace un'altra, se non sei convinto, se... >> stava iniziando a far come Rachel, pensò lui divertito. Anche Mercedes, quando era nervosa, cominciava a straparlare.
La zittì poggiandole l'indice della mano destra sulle labbra carnose e le si avvicinò, sfiorando la punta del suo naso con le labbra.
<< Io ti ho amata da subito, Cedes. >> il tono dolce e il nomignolo con cui l'aveva chiamata la fecero praticamente sciogliere come burro al sole e non seppe cos'altro fare se non guardarlo come guarderebbe una crocchetta di patate.
<< Mi dispiace per quello che ti ho fatto. >> ribadì lui in tono dolce e, quando unì le sue labbra con quelle di lei, Mercedes fu subito pronta a ricambiarlo alzandosi in punta dei piedi e circondandogli la schiena con le braccia, mentre lui le metteva una mano tra i capelli scuri e l'altra la portava sulla sua guancia per far sì che il contatto non potesse interrompersi.
Nessuno dei due sapeva quanto rimasero allacciati a baciarsi, sapevano solo che si separarono a malincuore e per mancanza d'aria.
Si sorrisero con aria complice e, mano nella mano, Sam l'accompagnò alla sua macchina salutandola con un altro, lungo bacio.

Noah era impaziente.
Era davanti alla porta di casa Berry con la sua inseparabile chitarra e attendeva da almeno dieci minuti che Rachel venisse ad aprire. Niente.
Suonò un'altra volta e, quando non sentì rispondere, cominciò a preoccuparsi seriamente.
Aprì la porta, che era aperta, pensando di fare una bella ramanzina a quell'incosciente e si preoccupò ancora di più quando non vide nessuno in giro. Corse per le scale diretto alla camera di Rachel e rimase impietrito sulla soglia.
La ragazza russava beatamente con una di quelle mascherine per la notte sugli occhi, le coperte calciate malamente per terra, la camicia da notte che era salita mostrando le gambe tornite e le labbra erano socchiuse, dando l'impressione che lo invitassero a baciarle.
Invito che si premurò subito di accettare.
Entrò nella camera e, con pochi passi, si sedette sul letto accanto a lei e posò la chitarra sulla parete.
Le tolse delicatamente la mascherina - che tra l'altro era di un orribile color fucsia - e rimase a guardare incantato i seni che si alzavano e si abbassavano a ritmo del suo respiro regolare.
Le carezzò teneramente una guancia, percorrendo il suo profilo con il dito indice, e si chinò piano fino posare le labbra sulle sue.
Dio, quanto gli era mancata quella pazza scatenata...
Quando sentì due braccia esili che gli circondavano il collo ghignò appena e, vedendo queli splendidi occhi neri he si aprivano, le rivolse il suo miglior sorriso.
<< Ciao, sexy principessa ebreo-americana. >> le sussurrò a fior di labbra e Rachel sorrise.
<< Ciao, mio pirata sexy. >> lo salutò con voce strascicata e lui la fissò curioso. << Pirata? >> << Sì. >> la ragazza si tirò a sedere con non poca fatica.
<< Mi ricordi molto un pirata. La tua aria da duro, il tuo look sbarazzino, il tuo fascino da predatore... Sì, staresti bene con una benda sull'occhio. >> concluse fissandolo e Noah rise abbracciandola.
<< Mi sei mancata. >> le sussurrò all'orecchio e la ragazza posò il capo sulla sua spalla. << Anche tu. >> rispose chiudendo gli occhi e beandosi della sensazione di pace e tranquillità che solo la sua vicinanza sapeva darle.
<< Allora... >> cominciò Rachel con fare malizioso. << Pronto a farmi da infermiere? >>

TO BE CONTINUED...

Lo so, sono cattiva! In realtà volevo continuare il capitolo, ma ho voluto lasciarvi in sospeso così che vi faceste tutti i vostri filmini mentali!! XD Dovete raccontarmi come immaginate la giornata di quei due insieme con Rach malata! Sono curiosa! Voglio commentare la puntata di giovedì di Glee... Ora, il comportamento di Rachel nei confronti di Finn ( intendo il bacio dato a Puck quando era arrabbiata con lui) obiettivamente non è stato molto leale e onesto, d'accordo, ma perchè ora è lei che passa per stronza? Succede sempre così! Finn le fa un torto, poi Rachel si vendica facendo qualcosa di ancora più grosso, lo ammette, ed è Finn che passa per povera vittima innocente! E' una cosa che odio! D'accordo, Rachel si è comportata male, nessuno la giustifica, ma ciò non vuol dire che ha il diritto di trattarla come ha fatto! Il fatto che è andato a letto con Santana è grave! Anche se non stava con Rachel non faceva altro che prostrarsi ai suoi piedi predicando quanto lui sarebbe stato un fidanzato migliore di Jessie, di come le sarebbe stato sempre al fianco e poi va con Santana... Viva la coerenza!! -_- Che nervi! Ma passiamo alle gioie di quell'episodio... Le parti con Noah! Lui che cerca di consolarla nel corridoio è tenerissimo!! Quando poi alle regionali risponde a Santana dicendo " Non è vero! A me piace! " Dio,ho strillato come un'aquila! Tanto che mia madre è venuta in camera chiedendomi se mi ero fatta male! XD Ora passiamo alle risposte ai commenti che avete lasciato! ben 5!!! Sono felicissima!!! *__*

Camerlint: Grazie, i complimenti sono un balsami per il mio ego! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto! Già, anche io mi sentivo in colpa! Per quello ho deciso di trasformare Noah in un infermiere XD

Deadpools95: Sì, Brit e Santana insieme sono dolcissime e le canzoni che ho messo io le amo! Cedes e Kurt sono diabolici di loro, ora che si si mette pure Quinn siamo a posto XD

samuela: Mille grazie! E' un complimento veramente enorme, spero di non deludere certe aspettative! =D

GretaSallingGleek: Ma ciao! Io è meglio che non penso a Noah in mutande, potrebbero arrestarmi per i pensieri che faccio! Ma non capisco che c'entri Becky... Io sono indietro con le serie XD AH, non so se Rachel resisterà alla tentazione ancora per molto... Chissà =D

Ainwen: Ciao, carissima! Sono contenta di vedere una tua recensione! Sta tranquilla, perdonata! Ma devi continuare la tua fanfic, io cerco delle Puckleberry da leggere!!! ç_ç Già, non si può non amare Noah... Come si fa? E' talmente bello che praticamente ti obbliga a saltargli addosso!!!

Ci vediamo al prossimo capitolo! Vio aspetto!! =D




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Capitolo 9
*** Una sorpresa per Kurt ***


capitolo 9Era piuttosto evidente che quella sexy principessa ebreo-americana aveva deciso di farlo ammattire quel giorno.
Non perchè continuasse a rintronarlo di chiacchere o perchè gli chiedesse ogni cinque minuti di portarle qualcosa da bere, da mangiare o qualche strano intruglio che a parer suo era più efficace di ogni medicina, ma perchè era ormai ovvio che aveva deciso di provocarlo! Insomma, passi che era un maschio completamente arrapato, allupato, che non vedeva l'ora di spogliare quella quasi donna e possederla fino a farla sfinire, ma non si stava affatto immaginando gli sguardi languidi e passionali che Rachel gli lanciava! Non era frutto del desiderio che cercava di sopprimere il fatto che quella sexy brunetta girava per casa con indosso solo una minuscola camicia da notte di pizzo trasparente e che portasse solo un reggiseno nero e un perizoma che non lasciava nulla all'immaginazione!
Ora, se davvero tutte queste cose erano frutto del suo cervello... Allora era veramente il tempo di farsi vedere da uno psicanalista, cazzo!
Dove caspita era andata a finire la camicia da notte di flanella che la sua stella usava sempre? Quella sì che serviva a raffreddargli i bollenti spiriti!
<< Noah. >> da quando il suo nome aveva un suono così sensuale? Le piccole maniche lo abbracciavano da dietro e vagavano libere sul suo petto lo stavano facendo morire. Letteralmente. Le prese e le spostò delicatamente deglutendo, e si girò verso di lei. << Berry... >> cominciò con calma. << Se non la finisci rischiamo di fare una cosa che tu non vuoi fare ora! >>
Lei si morse sensualmente il labbro inferiore leccandolo leggermente e il ragazzo pensò veramente che volesse farlo impazzire. << E chi dice che non voglio farlo? >> lo contraddì Rachel e Noah rimase di stucco. << Ma... Non hai mai voluto... >> con stizza si rese conto che stava balbettando come un ragazzino, ma chi poteva dargli torto dopotutto?
<< Non ho mai voluto farlo fino adesso perchè non ero sicura dei sentimenti che provavo. >> Lo prese per mano e si sedette con lui sul letto cercando di essere sincera fino in fondo.
<< Non ho mai voluto farlo con Finn perchè credevo che aspettare avrebbe reso la nostra prima volta indimenticabile, ma era solo una mia convinzione. Non ho voluto farlo con Jessie perchè in fondo sapevo che non era quello giusto e non ho voluto farlo con te... >> lo guardò negli occhi stavolta. << Perchè credevo di adorare Finn. Ma ora so ciò che voglio. Conosco i miei sentimenti. E ho scelto te, Noah. >> nonostante la sua voce apparisse sicura, lui vedeva benissimo che in fondo aveva paura. Chiuse gli occhi facendosi cullare dal suono di quelle parole che lo avevano riempito di orgoglio.
Voleva che fosse lui il primo. Sarebbe stato degno di tale onore?
Non ebbe il tempo di pensare che la ragazza gli prese il viso tra le mani e lo baciò con passione, ma la scansò. << Sei malata, Rachel e... >> << No, non è vero. >> << Che? >> riuscì solo a dire incredulo. << Cioè... Lo ero, ma la febbre è sparita ieri... In realtà sarei già potuta venire a scuola oggi, ma Kurt e Mercedes hanno insistito perchè rimanessi a casa. Che dolci, vero? >> Li avrebbe ammazzati.
Quei due l'avevano preso bellamente per i fondelli! Tutta quella storia sul fatto che Rachel non volesse farsi vedere... Tutte balle! << Io li stro... >> la frase gli morì in gola perchè la ragazza aveva ripreso a baciarlo con più ardore. Ricambiò il bacio affondando le lunghe dita tra i suoi capelli.
Dio, ogni volta che li sfiorava andava in estasi! Erano così lunghi, morbidi... La sensazione che gli davano quando lo solleticavano era impagabile!
<< Sei sicura? >> sussurrò contro le sue labbra una volta staccatosi e il sorriso che gli rivolse parlava da sè.
Riprese a baciarla sorridendo contro le sue labbra e le tolse lentamente, sfiorandole la pelle con le dita, la camicietta di pizzo provocandole brividi in tutto il corpo.
Rachel gli accarezzò il bordo della maglietta facendo scivolare le piccole mani sotto di essa e cominciando ad accarezzare quegli addominali che da tempo ormai disturbavano il suo sonno. Con le labbra Noah scese a lasciarle una scia di baci sulla fronte, le guance, il mento, passando poi ai lobi delle orecchie - glieli aveva baciati così tante volte che sapeva quanto le piacesse -, poi scese a baciarle il collo e cominciò a succhiare tra la spalla e il collo. Voleva lasciarle un segno. Far capire a tutti che lei era sua e che nessuno poteva portarglierla via.
Un piccolo gemito uscì dalle labbra di Rachel che intanto che gli accarezzava la schiena. Lo fece alzare un attimo per sfilargli la maglietta con gesti impacciati.
Si vedeva che per lei era tutto nuovo, ma voleva essere all'altezza di tutte le sue esperienze passate.
Non smettendo di baciarla, il ragazzo le accarezzava le coppe dei seni tra sotto il reggiseno strappandole mugolii di apprezzamento e, non riuscendo a trattenersi oltre ma cercando di essere più dolce possibile, sciolse il gancino e le tolse quel capo di abbigliamento buttandolo da qualche parte sul pavimento, e cominciò a leccarle il solco tra i seni facendosi strada verso quelle aureole scure che sembravano chiamarlo a gran voce.
Con i denti circondò i capezzoli rosei e li titillò facendola gemere. Quel suono inebriante lo spinse a fare di più e allora cominciò a succhiarli entrambi. Le doveva piacere molto visto che gli aveva circondato la vita con le gambe snelle e cercava di slacciarli da cintura dei jeans.
Noah sorrise, le prese i polsi con una mano e glieli mise sopra la testa. << E' la tua prima volta. Lascia fare tutto a me. >> le sussurrò all'orecchio ricominciando a baciarla, poi scese a lambire l'ombelico e il ventre piatto con le labbra, mentre con le mani le calava lentamente il perizoma nero, lasciandola completamente nuda e alla sua mercè.
In un impeto di imbarazzo, Rachel cercò di coprirsi, ma lui non glielo permise. << Sei stupenda! >> le sussurrò baciandole le cose, il ginocchio e lasciando una scia di baci dai polpacci ai piedini perfettamente curati.
A Rachel sembrava di essere in Paradiso. Come caspita aveva fatto fino a quel momento a vivere senza quelle sensazioni? Noah le stava regalando emozioni che mai avrebbe pensato di poter provare! Cercando di ricambiare, gli prese il viso e lo tirò verso di sè baciandolo con passione e andando a slacciarli la cintura, stavolta riuscendoci. Apprezzava le premure che le dimostrava; sapeva che era imbarazzata quindi stava facendo tutto lui, ma voleva cercare di fargli provare quello che provava lei!
Con mani tremanti fece scorrere la zip e abbassò i jeans.
<< Sei troppo vestito. >> riuscì a sussurrare con voce arrocchita guardandolo con una brama che mai avrebbe immaginato di possedere.
Lui era in completo visibilio. Che aveva fatto per meritare una creatura del genere? Impaziente, si alzò e si tolse scarpe, jeans e calze lanciandoli in un angolo della stanza e Rachel, sorprendendo lei per prima, si alzò e mise le mani sull'elastico dei boxer.
<< Questi voglio toglierli io. >> decise guardandolo in quegli occhi verdi che le facevano battere il cuore e, con lentezza esasperante, cominciò a far calare quell'ultima barriera che cadde ai piedi dei due.
Dio, era talmente eccitato che il suo membro gli faceva male! Modestamente, le dimensioni del piccolo Puckzilla erano assolutamente ed incredibilmente notevoli! Aveva fatto sognare parecchie fanciulle - sposate e non - con il suo amichetto, ma con Rachel doveva stare particolarmente attento. Minuta com'era le avrebbe fatto un po' male forse... Non era abituato alle vergini e in un certo senso era una prima volta anche per lui.
La ragazza deglutì quando il suo sguardo si posò lì sotto. Davvero una cosa tanto grossa poteva entrare dentro di lei?
Avvertendo  il suo disagio, Noah la prese in braccio e la distese delicatamente sul letto ma, prima di dedicarsi ancora a lei, andò dove giacevano i suoi jeans, prese il portafoglio e ne estrasse degli involucri e li posò sul comodino di accanto al letto per averli a portata di mano.
Meno male che ci ha pensato lui!, pensò Rachel grata e, quando lui avvicinò il viso al suo, unì le loro labbra in un bacio pieno di passione, ma anche di dolcezza che le fece venire le lacrime agli occhi. Continuando a baciarla, Noah avvicinò la mano destra verso l'intimità di Rachel cominciando ad accarezzarla lievemente facendola fremere.
Era così sensibile... Introdusse piano l'indice nella sua calda fessura e la sentì già bagnata. Sorrise sulle sue labbra e cominciò a muovere il dito e Rachel piegò la testa indietro inarcandosi e gemendo forte.
<< Noah... E'... >> cercò di dire col respiro affannato. << Lo so. >> sussurrò lui aumentando la velocità della penetrazioni e Rachel credette di impazzire sentendo crescere l'eccitazione a dismisura.
Sentiva uno strano dolore al basso ventre che chiedeva solo di essere placato e sentì l'eccitazione salire vertiginosamente quando esplose in un grido liberatorio e dopo pochi secondi si afflosciò sul letto ansante.
<< Dio... >> fu l'unica cosa che riuscì a dire e Noah sghignazzò sdraiandosi accanto a lei e ricominciando a torturarle il seno. << E non abbiamo ancora finito... >> Prese dal comodino la confezione che gli serviva, la strappò e si mise il preservativo cominciando a leccarle i capezzoli ormai arrossati dalle torture che aveva loro inflitto.
Lei ricominciò a gemere passando le mani sulla sua larga e possente schiena, sui muscoli delle braccia, dei bicipidi e, con audacia, gli accarezzò le natiche tornite mandandolo quasi fuori di testa.
<< Se vuoi che vada con calma conviene che smetti o non risponderò di me. >> ansimò Puck mentre le baciava l'ombelico.
Si sistemò meglio tra le sue gambe strusciando il suo membro duro ed eretto contro la sua fessura. << Dio, Noah... Ti prego... >> la supplica a mezza voce della ragazza fu l'unico incoraggiamento di cui ebbe bisogno.
Con tutta la dolcezza di cui era capace introdusse lentamente il suo sesso nell'apertura bagnata di Rachel fermandosi subito dopo, cercando di farla abituare all'intrusione e, cercando di distrarla dal dolore che sarebbe seguito, la baciò azzerando tutti i suoi pensieri.
Con una spinta decisa entrò completamente in lei che quasi urlò di dolore e subito Noah si fermò, ma Rachel scosse la testa imprigionando il suo corpo con le gambe, chiudendole dietro la sua schiena e lo abbracciò.
<< Continua! >> gli ordinò e Noah, sorridendo, cominciò a spingere dolcemente, entrando e uscendo piano e man mano il dolore si attenuò, sostituito da un piacere nemmeno paragonabile a quello provato nel suo primo orgasmo.
Era una sensazione stupenda! Nemmeno cantare la faceva sentire così bene! Dopo un po' cominciò a seguire col bacino i movimenti del ragazzo, accompagnandolo e allargando a volte le gambe per permettergli di penetrarla meglio.
<< Più forte... >> gli disse sorprendendo lui ma ancora di più se stessa.
Dio, lo avrebbe fatto finire in manicomio! Il suo proposito di essere gentile era ormai andato a farsi una vacanza di sola andata alle Hawaii e, dando libero sfogo al desiderio - ma sempre cercando di non farle - Noah aumentò la velocità e la forza delle spinte.
I gemiti strozzati e i gridolini di piacere si mischiarono insieme all'odore del sesso che albergava nella stanza e i due amanti, ormai in preda all'eccitazione finale, urlarono ognuno il nome dell'altro, e Noah si lasciò cadere sul letto accanto a Rachel. Uscì malvolentieri dal suo corpo, si tolse il preservativo e lo gettò in un cestino prendendola poi subito fra le braccia.
<< Wow... Sarà sempre così? >> domandò Rachel poggiando il capo sul petto del ragazzo e lui sghignazzò. << Be', lo spero, bimba! >> Rachel rise tirandogli un leggero pizzicotto, ma tornò subito seria. << Com'è stato? Voglio dire, ho sbagliato qualcosa? >>
Noah la guardò come se fosse rincretinita tutto d'un botto e la baciò. << Sei stata perfetta! Io invece! Ti ho fatto male? >> Lei scosse la testa. << Solo all'inizio, ma poi... E' stato fantastico! >> sorrise a trentadue denti e venne ricambiata.
<< Sai... Ne ho avute tante di esperienze, ma... Per la prima volta mi sono sentito veramente unito con una donna... >> confidò il ragazzo, ma non ottenne risposta.
Incuriosito chinò il capo verso la ragazza e notò che si era addormentata.
L'angolo della bocca gli si piegò all'insù e un'espressione di tenerezza si fece strada sul suo volto. Già. Per la prima volta si era sentito un'unica entità con la sua partner.
Coprì entrambi con la coperta e rimase a fissare al soffitto accarezzando i capelli della ragazza.

Il giorno dopo finalmente Rachel era tornata a scuola e, com'era ovvio, Kurt e Mercedes vollero informarsi su ogni minimo particolare.
Quando la mora, in preda all'imbarazzo, confessò come si era evoluta la cosa, i due amici lanciarono uno strillo talmente acuto che con molta probabilità fu udito anche su Marte.
<< Non ci credo! Lo avete fatto! >> strillava Kurt, ma Mercedes aveva una domanda più importante. << Com'è stato? E' davvero così bravo come dicono tutte? >> Rachel arrossì fino alla radice dei capelli e farfugliò qualcosa. << Be'... Non lo so... So solo che stato fantastico. >> commentò sognante e i due la fissarono contenti.
<< Siamo così felici per te! >> Kurt l'abbracciò stretto. Finalmente la sua migliore amica era andata fino in fondo! In realtà lui non era tra quelli che aveva creduto che Puck e Rachel potessero stare insieme - dopotutto era il fratello di Finn e aveva tifato per lui - ma, vedendo il suo fratellastro felice con Quinn e Rachel con Puck... Be', anche il più caparbio doveva arrendersi all'evidenza.
<< Piuttosto. >> Rachel prese le mani dei suoi amici. << Come va con Sam e Blaine? >> chiese curiosa e Mercedes ammiccò maliziosa. << Da Dio, ragazza! A letto è una bomba! >> i due la guardarono scandalizzati e lei fece spallucce. << Be'? >> << Ci sei andata a letto e non ci hai detto niente? >> urlò Kurt indignato da una tale mancanza di tatto da parte di una delle sue migliori amiche e Rachel rise. Era contenta per lei. Ma Kurt ultimamente sembrava davvero giù. Blaine gli mancava moltissimo, era evidente.
<< E tu? Come stai? >> gli chiese Mercedes prendendolo a braccetto sul lato sinistro mentre Rachel faceva lo stesso dal lato destro.
Insieme, il terzetto si avviò verso l'aula del Glee.
<< Sto bene. >> cominciò e, all'occhiata allusiva che le due gli rivolsero sospirò. << Cioè, sto cercando di stare bene. Ma capisco ciò che voleva dire. E aveva ragione: ero veramente diventato esasperante. Non so come abbia fatto a sopportarmi così a lungo. >> si disse fra sè e sè e Rachel gli sorrise. << Perchè ti ama, Kurt. Una volta che avrà chiarito con se stesso le cose si aggiusteranno, vedrai! >> cercò di tirarlo su scompigliandoli i capelli perfettamente in ordine.
<< RACHEL! >> l'urlò di rimprovero del ragazzo fece ridere le due e Kurt si sentì leggero. Ah, le amiche! Come avrebbe fatto senza di loro? Quelle due gli erano diventate preziose come l'aria!
All'entrata dell'aula trovarono Puck appoggiato alla parete esterna che, come vide Rachel, le andò incontro e la baciò cingendole la vita con un gesto possessivo.
Kurt e Mercedes ghignarono. << Almeno chiudetevi in uno sgabuzzino! >> li rimproverò la nera e i due si staccarono sorridendo. Rachel le fece la linguaccia e, prendendo per mano il suo ragazzo, entrò in aula.
Mercedes si sentì abbracciare da dietro e, riconoscendo subito quelle braccia, vi si appoggiò contro.
<< Se quello che mi abbraccia non è un biondino con gli occhi azzurri può andare a farsi un giro. >> dichiarò con malizia e la persona dietro di lei rise. << Be', allora credo che tu sia fortunata. >> sussurrò Sam al suo orecchio e lei emise un sospiro. << Oh, lo credo anche io! >>
Kurt inarcò un sopracciglio. << E poi sono Rachel e Puck che devono cercarsi uno sgabuzzino. >> ammiccò e i due risero entrando in aula e lui li seguì.
Erano già tutti dentro e il professore arrivò subito dopo di loro.
<< Buongiorno, ragazzi! Chi vuole esibirsi oggi? >> domandò subito e Mike alzò la mano.
<< Vorrei esibirmi in una canzone dei Queen, I was born to love you. >> Avuto l'ok, si girò verso Tina e le mandò un bacio con la mano e lei rise. Fece partire la musica e, lasciandosi trasportare da quelle parole e da quel ritmo, cercò di tirare fuori ciò che provava con i movimenti del suo corpo.

I was born to love you
With every single beat of my heart
Yes, I was born to take care of you
Every single day...

I was born to love you
With every single beat of my heart
Yes, I was born to take care of you
Every single day of my life

Mentre l'epica, intramontabile e possente foce di Freddie Mercury riempiva la stanza, l'orientale ballava guardando la ragazza che amava sempre negli occhi, staccando i loro sguardi allacciati solo quando doveva fare qualche piroetta. Lui era nato per amarla, così come lei era nata per amare lui.
Ogni singolo giorno vissuto insieme a lei era per lui una gioia immensa.
Si poteva amare di più una persona?

You are the one for me
I am the man for you
You were made for me
You're my ecstasy
If I was given every opportunity
I'd kill for your love

Era l'unica per lui, e lui era l'uomo per lei! Lei era fatta per lui, era la sua estasi! Avrebbe ucciso per lei! Alla fine della canzone fece gli ultimi passi e i ragazzi applaudirono subito e Tina, felice e commossa, lo aspettò al posto a braccia aperte e lui la abbracciò subito baciandola davanti a tutti.
William li rimproverò scherzosamente, fece i complimenti a Mike e invitò qualcun altro. << Allora? C'è qualcun altro? >>
Tina si alzò dal suo posto e raggiunse il centro dell'aula. << Be', non posso non ricambiare il favore, no? >> Tutti urlarono, completamente d'accordo, e Tina riprese. << Ho deciso di cantare I love you di Avril Lavigne. >> Quando la musica partì chiuse gli occhi isolando il mondo esterno e concentrandosi solo sulla persona a cui era dedicata quella canzone.

La la la la la la
La la la la la

I like your smile
I like your vibe
I like your style
But that’s not why I love you
And I, I like the way you’re such a star
But that’s not why I love you

Hey, do you feel?
Do you feel me?
Do you feel what I feel too?
Do you need?
Do you need me?
Do you need me-e-e?


Le piaceva il suo sorriso sempre allegro e malandrino, le piaceva il suo stile sobrio e casual, così opposto al suo, le piaceva il suo essere star! Ma non era per quello che lo amava...

You’re so beautiful
But that’s not why I love you
I’m not sure you know
That the reason I love you is you
Being you
Just you
Yeah, the reason I love you
Is all that we’ve been through
And that’s why I love you

Il motivo per cui era riuscito a conquistare il suo cuore era proprio l'essere stato se stesso. Con i suoi pregi e i suoi difetti, aveva fatto breccia nel sentimento che provava per Artie e, piano piano, si era fatto strada, conquistando in poco tempo tutto lo spazio disponibile.
Quando la canzone finì Tina scoppiò a piangere andando ad abbracciarlo stretto commuovendo tutti.
Finn e Quinn si guardarono e si strinsero in un abbraccio, Noah fece salire Rachel sulle sue gambe e lei appoggiò la testa nell'incavo tra il collo e la spalla abbracciandolo stretto, Sam e Mercedes si strinsero la mano scambiandosi un lungo bacio, Brittany e Santana si sorrisero con amore baciandosi e Artie e Kurt sorrisero.
Schuester riprese il comando e si passò le mani sui jeans sbiaditi. << Ragazzi, siete stati fantastici! Volevo approfittarne per dare il bentornata a Rachel! >> tutti le applaudirono e la ragazza si alzò subito in piedi concedendo inchini a destra e a sinistra. << E volevo darvi una grande notizia. Le Nuove Direzioni hanno un nuovo membro! Si è appena trasferito al liceo McKinley ed è una nostra conoscenza. Ragazzi, diamo il benvenuto a Blaine Anderson! >>
Kurt ebbe l'impressione che la terra gli franasse sotto i piedi e per poco non cadde dalla sedia.
Blaine? Che diavolo ci faceva lui lì?

Ok, era il momento! Calma e sangue freddo! Mica può ucciderti!
Era questo che Blaine Anderson continuava a ripetersi mentalmente cercando di farsi coraggio prima di entrare nell'aula di quello che sarebbe stato il suo nuovo Glee Club.
Non era stato facile per lui lasciare la Dalton, aveva tanti bei ricordi in quella scuola, ma era stato necessario.
Doveva dimostrare a Kurt di amarlo più di ogni altra cosa e quello era l'unico modo.
Quando il professore fece il suo nome entrò nell'aula salutando tutti calorosamente e i ragazzi gli si avvicinarono battendogli pacche sulle spalle, ma il suo sguardo rimaneva incollato al ragazzo che non si era mosso dalla sedia e che lo stava guardando come non fosse reale.
Gli si avvicinò lentamente e gli sorrise. << Ciao, Kurt. >> deglutì dal nervosismo, aspettandosi da un momento all'altro che il ragazzo gli lanciasse addosso qualche sedia.
Ma la sua reazione lo colse di sorpresa.

TO BE CONTINUED...

Ok, stavolta sono stata veramente perfida! Lo so che morite dalla voglia di vedere cos'ha fatto Kurt! XD
Volevo spendere due parole per questo capitolo: strano ma vero, ho avuto da subito l'ispirazione per scriverlo! Di solito mi viene tutto di getto gli ultimi giorni della settimana, ma stavolta no! Forse perchè ho voluto descrivere la prima volta di Rachel e Noah, chissà... Ma intanto commentiamo la puntata di giovedì di Glee!
Sì!! Need you now! Dio, ho veramente creduto di essere arrivata in Paradiso!!! *_* Però potevano far vedere i momenti di quei due che provavano a casa di Rachel! Uffi! Ma nell'episodio sono sono caduta dalle stelle alle stalle... Lauren... Ok, è una ragazza tosta, per questo mi sta simpatica, ma... Che ci azzecca con Noah? Seriamente, è la coppia più brutta nella storia di Glee! Noah diventa un completo rammollito di fianco a lei e sinceramente la cosa non mi garba nemmeno un po'! Anche se la faccia di Rachel quando ha capito che la canzone era dedicata alla Zizes è stata fantastica! XD
Ringrazio ancora tutti quelli che seguono e commentano! Ovviamente anche chi legge e non commenta! Rispondiamo ai commenti! =D

Ainwen: E invece no! Non ha cantato! XD Sorpresa, vero? A essere sincera nemmeno a me Sam e Mercedes piacevano insieme, ma, quando ho sentito lei cantare I will always love you... Non lo so, è scattato qualcosa che mi ha fatto pensare " Troppo belli!" e.. Be', ecco qui! XD Kurt si farà perdonare, tranquilla! Ma ovviamente non anticipo nulla!

Deadpools95: Ahahah, quando giovedì ho visto la scena del cannone della Silvester ho capito a cosa alludevi e ho pensato " E' l'episodio di Need you now! *__*"!! Che meraviglia! Spero che ti piaccia com'è andata a finire tra Noah e Rach!

Carmelinrt: Sono contenta che ti piaccia anche questo capitolo! Sì, anche io ce lo vedo come pirata! Ha il giusto carattere, duro, da conquistatore, che se ne frega delle regole! 

GretaSallingGleek: Fortunella Becky... Mi spiace che la coppia Samcedes non sia così shippata, a me piacciono molto! Poi ognuno ha i suoi gusti =) Vero, Noah è un pirata veramente sexy!

Al prossimo capitolo!







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Capitolo 10
*** Nascosto nell'ombra ***


capitolo 10Trovandosi di fronte Blaine, Kurt Hummel rimase impietrito sulla sedia.
Lui era lì... Era davanti a lui con quell'aria da cane bastonato che chiedeva di essere perdonato.
Perchè? Era LUI che avrebbe dovuto inchinarsi davanti a quel ragazzo, LUI che avrebbe dovuto implorare perdono fino a non avere più voce!
<< Ciao, Kurt. >> Dio, quanto gli era mancata quella voce! Come poteva essere stato così stupido da non andare prima da lui?
Sentendosi le ali ai piedi si alzò di scatto dalla sedia, rovesciandola, e abbracciò di slancio il ragazzo appena arrivato cogliendolo completamente di sorpresa.
Blaine si era aspettato di tutto: urla isteriche, calci, pugni, pianti interminabili, ma quello... Andava oltre alle sue più rosee aspettative!
Felice, ricambiò l'abbraccio, cingendolo a sè.
<< Mi dispiace di averti fatto soffrire! >> gli disse e Kurt scosse la testa, mentre le lacrime gli scorrevano sulle guance.
<< Sono io che dovrei chiederti scusa! >> riuscì a dire tra le lacrime e staccandosi da lui. << Sono stato... Veramente insopportabile... >> i singhiozzi gli impedivano di parlare bene e Blaine gli accarezzò una guancia guardandolo dolcemente.
<< Mi dispiace, Blaine... Ti giuro! >> lo scricciolo del Glee venne interrotto da un bacio mozzafiato.
Dopo settimane lontani, Blaine aveva solo voglia di riassaporare quelle labbra che lo avevano stregato e l'applauso che seguì gli sembrò solo un suono ovattato.
C'erano solo loro due.
Kurt e Blaine. Due entità dello stesso essere.
<< Bene, ehm... >> seppur felice per i due, William decise che era meglio andare avanti. << Ragazzi, avrete tempo dopo, ora bisogna ricominciare la lezione. C'è ancora tempo, qualcuno vuole esibirsi? >>
Quinn si alzò con grazia innata dalla sedia e si avvicinò al professore. << Ho deciso di cantare Hero, di Mariah Carey. >> Si girò verso Finn dedicandogli uno sguardo colmo d'amore, prontamente ricambiato.


There's a hero if you look inside your heart
You don't have to be afraid of what you are
There's an answer if your reach into your soul
And the sorrow thaht you know will met away

Sì, se guardava dentro il suo cuore si poteva scorgere il viso di un eroe.
Un eroe che aveva saputo tirarla fuori dalla spirale di egoismo, vanità e cattiveria in cui era prigioniera. Un eroe che aveva saputo tirare fuori il meglio di lei. Un eroe che le era sempre stato accanto.

And then a hero comes along
With the strenght to carry on
And you cast your fears aside
And you know you can survive
So when you feel like hope is gone
Look inside you and be strong
And you'll finally see the truth
That a hero lies in you

Lui credeva solo di essere un ragazzo troppo grosso e impacciato; credeva di essere troppo timido, troppo insicuro, troppo goffo... Ma non aveva idea che con la sua timidezza, la sua goffaggine, la sua insicurezza era riuscito a fare in modo che Quinn Fabray diventasse veramente la regina del McKinley. E non perchè era più bella, perchè era stata nei Cheerios o che altro.
Perchè, nonostante l'avesse tradito con Puck, avesse avuto una figlia, lui non aveva smesso di essere innamorato di lei. Aveva visto nel suo essere cose che gli altri non avevano trovato, troppo impegnati a giudicarla da quello che mostrava loro per scavare più a fondo nella sua anima.
Gli occhi verdi le divennero lucidi mentre combatteva una battaglia contro se stessa per non permettere alle lacrime di bagnarle le guance.
Lui ancora non lo aveva capito, ma c'era un eroe che viveva dentro di lui.
Quando finì la canzone tornò al posto sulle gambe malferme, mentre Finn la prendeva tra le braccia e la cullava mormorandole parole dolcissime con un sussurro che le fece venire la pelle d'oca.
Dopo averla baciata, il gigante si alzò andando accanto al professore. << Vorrei cantare I don't wanna miss a thing, degli Aerosmith. >>

I could stay awake just to hear you breathing
Watch you smile while you are sleeping
While you're far away dreaming
I could spend my life in this sweet surrender
I could stay lost in this moment forever
Every moment spent with you is a moment I treasure


Sarebbe stato ore e ore ad ascoltare il suo respiro tranquillo quando dormiva. L'avrebbe guardata all'infito mentre si abbandonava al sonno appoggiata a lui, con i capelli biondi sparsi sul suo petto. Ogni momento passato con lei era un prezioso tesoro che avrebbe sempre custodito gelosamente nel cuore.

Don't want to close my eyes
I don't want to fall asleep
Cause I'd miss you baby
And I don't want to miss a thing
Cause even when I dream of you
The sweetest dream will never do
I'd still miss you baby
And I don't want to miss a thing


Quando dormivano insieme combatteva contro se stesso per non cedere al sonno: non voleva chiudere gli occhi e perdersi anche per un solo attimo quel volto d'angelo che riempiva il suo cuore. Anche se l'avesse sognata, non sarebbe stato come averla di fronte.


I don't want to miss one smile
I don't want to miss one kiss
I just want to be with you
Right here with you, just like this
I just want to hold you close
Feel your heart so close to mine
And just stay here in this moment
For all the rest of time

Non voleva perdere un solo sorrise, un solo suo bacio, voleva solo stare con lei. Sentirla vicina, sentire il proprio cuore battere all'unisono con il suo. Mentre si lasciava avvolgere dal ritmo della canzone e prendeva fiato per l'acuto notò il volto di Quinn inondato di lacrime mentre si copriva la bocca con le mani per non lascar passare i singhiozzi e lui sorrise.

Don't want to close my eyes
I don't want to fall asleep
Cause I'd miss you baby
And I don't want to miss a thing
Cause even when I dream of you
The sweetest dream will never do
I'd still miss you baby
And I don't want to miss a thing


William sentì gli occhi umidi e sorrise. Era bello che quei ragazzi, per quanto giovani, cantassero l'amore come il più bello dei sentimenti. Finita la canzone Finn andò dalla sua reginetta e l'abbracciò stretta, quasi soffocandola. << Ti amo, Quinn! >> le soffiò all'orecchio e lei, scossa dai singhiozzi annuì stringendogli le braccia attorno alle larghe spalle. << Anche io... Anche io! >> riuscì a dire con voce strozzata.
Tutti applaudirono e il prof. si alzò complimentandosi con i due. << Grandiosi, ragazzi! Perfetto: domani finiremo il cerchio con Kurt, Rachele e Puck. Blaine, tu sei esonerato dal compito poichè appena arrivato. >> il ragazzo annuì e Will li salutò. << A domani, ragazzi! >>
Tutti si alzarono, Quinn con ancora gli occhi arrossati, e uscirono dall'aula.
Kurt e Blaine si ritrovarono davanti all'auto di quest'ultimo e si fissarono in silenzio per dei secondi che parvero interminabili, poi Kurt prese l'iniziativa e, sorridendo, abbracciò il ragazzo che amava poggiandogli la testa sulla spalla.
<< Mi sei mancato. >> riuscì a confessare senza guardarlo negli occhi e Blaine rise accarezzandogli i capelli. << Se sapessi quante volte mi sono ritrovato davanti a casa tua o davanti al telefono cercando il coraggio di chiamarti mi denunceresti per molestie! >> Kurt rise spezzando la tensione. << Sarei ben felice di averti come maniaco sessuale! >> rispose e lo baciò cercando di metterci tutto l'amore che provava e, quando sentì le labbra di Blaine schiudersi sulle sue e la sua lingua che si intrufolava nella sua bocca cercando la sua, ebbe la certezza che ora niente sarebbe potuto andare storto.

Finn e Quinn salirono in auto, mentre Finn partiva sgommando cercando un posto in cui poterla possedere. Il desiderio che aveva per lei gli faceva quasi male e non riusciva più a resistere. Avrebbe anche fatto sesso in macchina se non fosse stato scomodo, e poi Quinn meritava un posto migliore di un sedile di pelle!
<< Dove andiamo esattamente? >> la voce dolce e maliziosa della sua ragazza gli giunse alle orecchie come un suono angelico e diabolico allo stesso tempo. Non rispose e, con la coda dell'occhio la vide accavallare le gambe lasciate scoperte dalla gonna cortissima. La ragazza si spostò un po' per permettergli di vedere la stoffa dello slip sulla coscia.
Maledetta! Lo stava facendo apposta! Finn deglutì rimettendo a fatica gli occhi sulla strada. << Bionda, se non la fai finita fermo la macchina e ti prendo qui! >> minacciò, lei rise e, in risposta, allungò una mano posandola sui suoi pantaloni, all'altezza della cintura, che slacciò con mosse esperte.
Tirò giù lentamente la zip e i boxer, scoprendo il membro già eccitato e duro. Sorrise maliziosamente. << Oh, ma che bimbo cattivo sei! >> lo prese in giro e Finn emise un grugnito. << Quinn, seriamente! Sto guidando! Fammi almeno raggiungere il motel più vicino! >> La ragazza non lo ascoltò e cominciò a muovere la mano sinistra su e giù rischiando di fargli venire un infarto. Finn girò bruscamente ignorando i suoni del clacson e gli urli che lo inseguivano e, tornando indietro, imboccò una stradina che portava in aperta campagna e fermò subito il veicolo.
Si girò verso Quinn catturandole la bocca in un bacio che lei ricambiò con entusiasmo continuando ad accarezzare la sua erezione.
<< Fabray, mi farai morire! >> si lamentò con voce roca e lei sorrise maliziosa aumentando il ritmo delle carezze godendo nel sentirlo pulsare nella sua mano e, quando si sentì sporcare dal suo liquido seminale, non potè che gioire. Finn abbassò il sedile del guidatore e, quando lei lo fece distendere, era pronto a farsi fare di tutto.
Ma Quinn non voleva giocare, voleva andare subito al sodo. Era eccitata, bagnata, e voleva averlo subito dentro di sè. Si chinò e, con la bocca, ripulì il membro dallo sperma e lo maneggiò fino a farlo diventare ancora duro inebriandosi dei gemiti di lui e delle mani che le accarezzavano i capelli incitandola a continuare.
Una volta che fu di nuovo pronto, Quinn si alzò baciando Finn sulle labbra facendogli sentire il suo stesso sapore e guidò il suo pene nella sua apertura accogliendolo completamente dentro di sè.
Se c'era una cosa che Quinn adorava era avere il comando, soprattutto nel sesso. Adorava il senso di potere che ti dava stare sopra: potevi decidere il ritmo, il movimento e lui poteva solo assecondarti!

Una volta giunti al pick up Puck inchiodò Rachel contro di esso e cominciò a baciarla famelico. Le divorò la bocca che se fosse l'unica fonte d'acqua in un deserto e lei ricambiò di buon grado circondandogli la vita con le gambe e il collo con le braccia.
<< La canzone che canterò domani ti piacerà sicuramente. >> le disse lui imprigionandola col suo corpo facendole sentire la sua eccitazione e lei rise curiosa. << Ora mi devi dire cosa canti, però! >> Ghignando lui le baciò la punta del naso. << Scordatelo! >> Si allontanò e l'aggirò salendo in macchina e Rachel rimase lì imbambolata per qualche secondo prima di precipitarsi nell'abitacolo.
<< PUCKERMAN! Non puoi farmi eccitare e incuriosire e poi lasciarmi lì come un baccalà! >> urlò e, quando sentì la risata allegra di lui, capì che l'aveva presa in giro. Gli tirò un pugno scherzoso sul braccio facendolo ridere di più e poi lui le mise una mano dietro la nuca attirandola a sè. << E così sei eccitata? >> le sussurrò con una voce che le fece venire i brividi e annuì. << Tutta colpa tua! >> lo accusò e Noah sorrise cominciando a baciarle il collo. << Sarò felice a prendermi le mie responsabilità. >> le sussurrò salendo poi a succhiare il lobo dell'orecchio. Lei gemette. << Allora preparati, Puckerman, perchè te ne farò pentire! >>
Quando cominciò ad accarezzargli l'erezione, Noah capì che parlava sul serio e nessuno dei due notò un'ombra dietro una macchina.

Due gelidi occhi azzurri osservavano la scena mandando lampi.
La gelosia lo rodeva nell'animo assistendo a un'intimità che solo due amanti potevano condividere.
E così si era concessa a Puckerman. la cosa gli sembrava veramente fuori dal mondo, ma non cambiava le cose. Rachel era sua e l'avrebbe riavuta.
Si girò salì in macchina. Il fatto che lei ora stesse con quello lì complicava un po' le cose, ma non importava. L'avrebbe riavuta. Partì sgommando, ma nessuno ci fece caso.

TO BE CONTINUED...

Probabilmente avrete già capito chi è questa persona, lo so già! XD Voglio far degenerare un po' le cose, altrimenti si trasforma in una storia tutta rose e fiori e non voglio! Rispondiamo ai commenti!

Carmelinrt: Grazie, grazie! Sì, Puckleberry regna!! =D

Deadpools95: Quale frase di Noah? Ora son curiosa! Per non parlare della puntata di ieri, le ha detto " Come sta la mia sexy principessa ebreo-americana?" *_*

Ragazzi, ci vediamo al prossimo capitolo!! Rimanete con me!



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Capitolo 11
*** Comunicazione urgentw ***


Vorrei innanzitutto salutarvi ( ne approfitto per farvi auguri di Natale, Capodanno, Pasqua, ecc) e scusarmi con voi per l'attesa. Purtroppo non è finita, dovrete aspettare ancora a lungo. A causa di problemi che non sto a elencarvi, non sono più in possesso di un computer ( sto scrivendo col cellulare), perciò non potrò aggiornare nessua fanfic fino a non so quando. Mi spiace veramente, spero avrete pazienza ancora un po'! Con affetto Mary!

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Capitolo 12
*** Il ritorno di Jessie St. James ***


capitolo 11I respiri ansimanti dei due amanti riempivano la stanza insieme all'odore di sesso e sudore.
Piegata in avanti con le mani ad afferrare lo schienale del letto Rachel accompagnava con il bacino le spinte del suo ragazzo stringendo il suo membro in una stretta che lo stava mandando gradualmente al punto di non ritorno.
Noah le stringeva i fianchi con forza, come a voler fondere la propria pelle con quella di Rachel e si beò del rumore provocato dai loro corpi che sbattevano l'uno contro quello dell'altra.
Sotto quei colpi possenti la mora non riusciva a trattenere forti gemiti e, stringendo le lenzuola fin quasi a strapparle, urlò il nome del ragazzo in preda all'orgasmo seguita poco dopo da Noah che, pronunciando il suo nome con voce spezzata, veniva nel preservativo e i due, esausti, si lasciarono cadere a peso morto sul letto. Noah non aveva la forza di uscire da quell'apertura calda e umida che ancora lo avvolgeva. O forse non voleva... In entrambi i casi stava bene lì e, se lei ancora non aveva sollevato obiezioni, voleva dire che andava bene così.
Appagata e rilassata, Rachel poggiò la testa sul petto di Noah accarezzandogli con l'indice destro gli addominali scolpiti.
<< Mi stai facendo diventare una macchina del sesso! Io che nemmeno volevo concedermi prima del matrimonio! >> lo rimproverò scherzosamente e lui sogghignò in risposta. << Bimba, ormai dovresti saperlo che davanti al mio fascino nessuna delle tue convinzioni può resistere. >> si vantò gonfiando il petto e Rachel inarcò un sopracciglio sembrando la fotocopia al femminile di Puck. << Ma davvero...? >> il tono con cui lo disse fece suonare un campanello d'allarme nel cervello del ragazzo che la guardò dubbioso.
Quel sorriso malandrino non portava niente di buono...
<< E se facessimo una scommessa? >> propose tirandosi a sedere e Noah incrociò le braccia dietro la testa beandosi della visione di quel corpo minuto ma perfetto in ogni minimo particolare: con i capelli che andavano a sfiorare le punte rosate dei capezzole, Rachel sembrava una di quelle donne eteree che i pittori tanto agognavano di ritrarre. Ed era tutta sua.
Fece scorrere un dito dal polso all'avambraccio, la spalla, la gola e poi scese giù a disegnare cerchi sul seno strappandole un mugolio di apprezzamento.
<< Puckerman, sii serio per una volta... >> lo rimproverò debolmente e lui sorrise. << Ma io sono dannatamente serio, bimba. >> le rispose con voce roca sentendo il suo amichetto risvegliarsi e lei roteò gli occhi. << Sei insaziabile! >> lo sgridò e lui la guardò beffardo. << Parla quella che stanotte mi implorava di prenderla in tutti i modi possibili! >> la canzonò e lei diventò rossa e gli lanciò un cuscino in faccia facendolo scoppiare a ridere.
<< MAIALE! >> urlò la ragazza che si alzò e, in tutta la sua bella nudità, corse verso il bagno. Vedendolo mettersi a sedere e intuendo le sue intenzioni, lo bloccò lì. << Azzardati ad entrare qui dentro mentre ci sono io e ti giuro che dovrai salutare il tuo amichetto! >> lo minacciò e, ignorando la risata divertita di quell'energumeno, si intrufolò nel bagno per farsi una doccia veloce e prepararsi, visto che dovevano andare a scuola.
Nella stanza intanto Noah aveva un sorriso pari quasi alla lunghezza della bocca di Sam. Era... contento... Da parecchio tempo a quella parte era facile vederlo ridere di gusto. Lo sguardò gli si posò sulla sveglia e quasi gli venne un colpo. << CAZZO! Rachel, potevi dirlo che era così tardi! >> la risata cristallina che ebbe in risposta gli fece capire che quella dannata l'aveva fatto apposta.
Corse da una parte all'altra a cercare i vestiti e se li infilò in fretta e furia correndo verso il bagno. Fra poco sarebbero saliti i suoi papà e non era il caso di farsi vedere in camera della loro pupilla! << Rach, io vado, ma me la pagherai, stanne certa! >> se ne andò con un diavolo per capello cercando di fare meno rumore possibile e, come se avesse i poteri di Flash nelle vene, arrivò alla macchina e se ne andò giusto un attimo prima che i signori Berry aprissero gli occhi.
Rachel rise mentre si lasciava cullare dal getto di acqua calda e si insaponava i capelli. La vita poteva essere più meravigliosa? Non lo credeva possibile, ma era decisa a vivere appieno quella relazione.

Nascosta dietro una parete un'ombra aveva assistito all'uscita di Puckerman e, controllando che in giro non ci fosse nessuno, era riuscito ad arrampicarsi fino ad arrivare davanti ad una finestra che dava la vista proprio sul bagno in cui si trovava la ragazza.
Deglutendo, l'ombra guardò con bramosia la cabina doccia dietro cui si trovava la ragazza che desiderava, sperando che da un momento all'altro uscisse.
Quanto tempo era che la sognava? In realtà non era mai riuscito a togliersela dalla testa e dal cuore. Tutte le notti non faceva altro che svegliarsi in un bagno di sudore con il membro eretto perchè aveva fatto dei sogni su loro due. Doveva riprendersela. Lei gli apparteneva. Loro due erano uguali, erano destinati a stare insieme. La sua attenzione venne catturata da un piedino che usciva dalla cabina e, con la gola secca, guardava quella Dea tentatrice che, nuda, prendeva un asciugamano da avvolgere intorno al corpo. Deglutì nervosamente guardando quella pelle abbronzata famelico. Quasi non si accorse di avere la mano destra infilata nei boxer che cercava l'erezione e cominciò a stimolarla, cercando conforto per quel desiderio represso che non gli dava tregua.
La vista di quei seni piccoli ma pieni, del ventre piatto, delle gambe tornite e dei riccioli che coprivano la sua intimità lo fece eccitare all'inverosimile e il movimento della mano, da lento, diventò sempre più deciso finchè, con un gemito roco, venne lì, sul tetto di quella casa. Ansimando riuscì a darsi una pulita con il fazzoletto che aveva in tasca e gettò un'ultima occhiata alla ragazza e scese dal tetto.
Sì, lui e Rachel si appartenevano. E avrebbe fatto di tutto per averla di nuovo.

Kurt Hummel aveva praticamente preso di peso Mercedes e Rachel e le aveva trascinate in un angolo appartato del cortile della scuola sotto lo sguardo attonito di Noah Puckerman, Sam Evans e Blaine Anderson che non si fecero troppe domande: sapevano quanto quel terzetto ci tenesse ad aggiornarsi sulle ultime novità e così li lasciarono ai loro discorsi. Anche se Blaine era tentato di unirsi a loro decise di rimanere dov'era: probabilmente Kurt voleva raccontar loro di quella notte. Sorrise sornione al ricordo di come avevano passato quelle ore e, quasi gongolando, seguì i due amici nell'edificio.
Le facce di Rachel Berry e Mercedes Jones erano da immortalare: una aveva praticamente gli occhi fuori dalle orbite stile The Mask, l'altra aveva la mandibola praticamente a terra che permetteva alle mosche di entrarvi e Kurt era quasi tentato di scoppiare a ridere in faccia alle amiche.
Si trattenne solo perchè altrimenti lo avrebbero ucciso.
<< Voi... Avete... >> Rachel continuava a balbettare quelle due parole cercando di trovarvi un senso, cercando di capacitarsi di quello che aveva detto l'amico, e, una volta connesso, urlò felice e saltò al suo collo baciandolo su una guancia. << Finalmente! Sono così felice per te! >>
Mercedes aveva un sorriso che andava da un orecchio all'altro e lo abbracciò anche lei. << Sono contenta che siate tornati insieme! E dimmi... Com'è stato? >> chiese a bassa voce con malizia e Rachel alzò gli occhi al cielo. << Depravata. >> la punzecchiò e la nera rise dandole una gomitata scherzosa. << Senti chi parla! Da quel che ho sentito anche tu tra le lenzuola fai faville, tesoro! >> Rachel boccheggiò un paio di volte imbarazzata e ringhiò. << E sentiamo, chi l'ha detto? >> << Oh, be'... >> l'amica fece un po' la vaga e fece finta di esaminarsi le unghie delle mani perfettamente curate. << Puck ha fatto qualche confidenza a Sam e lui l'ha fatta a me. >> rivelò e la mora promise a se stessa che avrebbe fatto fuori quei due imbecilli con le sue mani.
<< Spiacente di interrompere questo interessante dialogo sulle prestazioni sessuali di ognuno, ma potremmo tornare al sottoscritto? >> le rimproverò Kurt stizzito e le due si scusarono. << Comunque, bello, non eludere la domanda! Com'è stato? >> ribadì Mercedes e Kurt rise arrossendo. << E' stato fantastico! Dopo la prima volta... Quella ha fatto un male cane! >> gemette ricordando il dolore di quando Blaine l'aveva penetrato. In effetti il fondoschiena gli faceva ancora male... Rachel annuì comprensiva. << Già, anche la prima volta che Noah mi ha presa da lì ha fatto un male... >> si interruppe di botto accorgendosi di quello che aveva confessato e, vedendo i sorrisi e gli sguardi maliziosi dei due amici, arrossì fino alla punta dei capelli. << C- comunque stavamo parlando di te! >> disse cercando di riportare il discorso sull'amico, ma questi alzò un sopracciglio. << Sì sì, cambia discorso... Ma dopo racconterai tutto, quindi non provare a scappare! >> l'avvisò e Rachel sbuffò maledicendo se stessa e la sua linguaccia.

Quella seria Blaine aveva invitato Kurt al Bel Grissino e lo scricciolo del Glee era proprio curioso: Blaine aveva detto di avere una sorpresa per lui ed essendo un tipo poco paziente di natura, fremeva dalla voglia di sapere che cosa fosse.
Per l'occasione Kurt aveva messo i vestiti più eleganti che aveva insieme alla nuova giacca di un famoso stilista francese che gli era costata un occhio della testa!
Avevano concordato di ritrovarsi davanti al Bel Grissino e, quando il ragazzo era uscito dalla porta di casa, preso la macchina e diretto verso il famoso locale di Lima, aveva davvero il cuore che gli batteva a mille. Non che quello fosse il primo appuntamento per lui, ma era la prima volta che uscivano da quando si erano rimessi insieme ed era nervoso: ci sarebbe stata tensione fra loro? Oppure sarebbero riusciti a conversare allegramente senza fare gaffe? Ma era di se stesso che si preoccupava. Si conosceva bene e sperava di non dire qualcosa riguardo al periodo che avevano passato stando lontani... Non voleva offenderlo, quindi doveva cercare di cucirsi la bocca il più possibile!
Parcheggiò davanti al piccolo ristorante, scese e chiuse a chiave la macchina - una vecchia decapottabile completamente ristrutturata da suo padre e Finn - ed entrò venendo accolto da una cameriera che gli sorrise, gli diede il benvenuto e lo fece accomodare ad un tavolo vuoto per due persone.
Si guardò in giro apprezzando il buon gusto, seppur semplice, dell'arredamento, ma le rose sparse qua e là ai tavoli e raggruppati in mazzi fatti a regola d'arte lo lasciarono perplesso, perciò fermò una cameriera per chiedere informazioni. << Come mai quelle rose? >> chiese indicandole. << Non c'erano fino a ieri. >> La ragazza, una bella ventenne dai capelli rossi e gli occhi verdi, gli ammiccò con fare confidenziale. << Non conosco i dettagli, ma so che una persona ha organizzato tutto per fare una sorpresa al proprio partner. E' così romantico! >> sospirò invidiosa e se ne andò a svolgere il proprio lavoro - se il capo l'avesse vista le avrebbe sicuramente fatto una bella strigliata - lasciando il ragazzo dagli occhi cerulei a rimuginare tra sè e sè.
Sorrise impressionato. Uno che faceva cose simili doveva veramente tanto alla propria ragazza! Quasi invidiò la fanciulla in questione e prese ad osservare una ad una le coppie presenti nel ristoranti. Forse il bel morettino che faceva gli occhi dolci alla sua partner bionda? No... Aveva una faccia da pesce lesso, troppo stupido per pensare a un gesto così importante. Un ragazzo biondo al tavolo opposto al suo che baciava la sua ragazza aveva l'aria troppo seria: spalle rigide, schiena dritta, faccia imbronciata... No, non ne aveva il romanticismo. Le altre coppie parevano troppo prese tra loro per badare all'ambiente... Bah...
All'improvviso si spensero le luci e, il piccolo palco che allestivano di solito per le esibizioni del karaoke - che facevano sempre loro del Glee - si illuminò mostrando l'ultima persona al mondo che Kurt si aspettava di vedere lì sopra.
Che ci faceva lì Blaine?
<< Signore e signori, buonasera! Sono Blaine Anderson, mi esibisco spesso qui, ma questa è una serata speciale. >> Gli occhi chiari di Blaine vagavano per la sala fino a quando incrociarono quelli azzurri di Kurt e sorrise. << Tra di voi c'è la persona più importante della mia vita. La persona che amo. >> cominciò a dire e, sentendo a malapena i sospiri estasiati delle donne, Kurt si sentì arrossire mentre si tormentava le mani lusingato.
<< Sapete, io e questa persona siamo state lontane per un po' a causa di un litigio, ma pochi giorni fa ci siamo rimessi insieme ed è stato come se fossi tornato a casa. Ho invitato qui questa persona, stasera, per farle capire quanto tengo a lei e voglio farlo nel modo più sincero che conosco. >>
Era sicuro che tra un po' si sarebbe messo a piangere... Meritava veramente uno come lui? Lui che si fingeva forte ma che in realtà era sempre insicuro su tutto quello che faceva o diceva? Lui, Kurt Hummel, meritava veramente uno come Blaine al proprio fianco? E, mentre lo guardava mettersi d'accordo con la band che era salita sul palco, si rispose che sì. Se lo meritava.
Blaine tornò a impossessarsi del microfono.
<< Voglio dedicare questo pezzo al mio amato. >> Nella sala calò per un attimo un attonito silenzio mentre le persone si rendevano conto di ciò che aveva appena detto. AL suO amatO? QUello schianto era gay? Molte single in sala sbuffarono con disappunto mentre Kurt sembrava aver ricevuto una noce di cocco in testa. Era praticamente cascato in catalessi. Stava sognando? Il ragazzo che amava aveva veramente dichiarato a tutta Lima di essere omosessuale?
Blaine era sceso dal palco, si era avvicinato al suo tavolo e gli aveva sorriso in un modo che solo lui poteva fare e Kurt si sentì sciogliere. << Ti amo, Kurt. >> gli disse Blaine prima di baciarlo dolcemente. Bacio che durò troppo poco per i gusti del ragazzo ma che bastò a farli sentire le gambe molli. Per fortuna era già seduto altrimenti sarebbe caduto per terra!
Blaine tornò sul palco. << Questa canzone è dedicata a te. >> gli disse nel microfono e la bandò partì a suonare.
Kurt chiuse gli occhi sin dalle prime note riconoscendo Heaven di Bryan Adams. Una pura poesia d'amore.

Oh, thinkin' about all your youngers years
There was only you and me
We were young  and wild and free
Now nothin' can take you away from me
We've been down that road before
But that's over now
You keep me comin' back for more

Era risaputo che il ragazzo conosciuto al McKinley come " Il nanetto dai pessimi gusti" avesse una voce splendida, ma in quell'esibizione stava mettendo anche il cuore.
Kurt capì che quella canzone era come una promessa per il futuro. Blaine non aveva scelto a caso quella canzone: era vero che parlava al passato, ma era come se gli stesse dicendo che, in un prossimo futuro, anche loro avrebbero parlato di quel giorno come la loro canzone.
Kurt deglutì un paio di volte per evitare che le lacrime scendessero copiose sul viso. Quando la canzone finì Blaine gli si inginocchiò davanti e gli prese le mani tra le sue.
<< Ti amo. >> ripetè e stavolta lo scricciolo del Glee non riuscì a trattenersi: scoppiò a piangere e, ridendo e singhiozzando, gli saltò al collo quasi stritolandolo. << Anche io! >>
Inutile dire che la cena era stata squisita, i cuochi avevano dato il meglio quella sera e il ritorno a casa era stato accompagnato da baci e carezze.
Kurt aveva suggerito di andare a bere un caffè a casa di Blaine perchè a casa sua Burt e Finn guardavano la partita e facevano tanto di quel chiasso che non avrebbero potuto avere un attimo di pace e l'ex Usignolo si era dichiarato d'accordo. Voleva concludere la serata nel modo migliore possibile.
Arrivati sotto casa del ragazzo Kurt si accorse di essere nervoso. Il che era strano, era andato in quell'appartamento - Blaine viveva da solo da tempo, dato che il padre non accettava la sua diversità - e non si era mai sentito così, ma riconosceva tutti i sintomi.
Buco nello stomaco, tremore delle membra, strani dolori all'inguine... Erano tutte sensazioni che Rachel e Mercedes gli avevano spiegato. Lui provava desiderio. Provava un desiderio quasi doloro di possedere e di essere posseduto da quel ragazzo tanto piccolo quanto forte. Ma era nervoso. Ok, forse "nervoso" era un aggettivo un tantino riduttivo, ma poteva calzare. Era anche spaventato. A morte. Il sesso l'aveva sempre terrorizzato. L'idea che il pene di qualcuno potesse entrare dentro di lui gli aveva sempre fatto paura.
Nell'ascensore cominciò a fissare il suo ragazzo di sott'ecchi. Lo desiderava da morire, poco ma sicuro. Ma era pronto veramente? Blaine intanto continuava a rimuginare trea sè sullo strano comportamento di Kurt. Quando avevano lasciato il locale era rilassato, invece da dieci minuti a quella parte si comportava come un agnello a Pasqua! Con la coda dell'occhio lo sorprese che lo fissava come se si aspettasse qualcosa... Aggrottò la fronte perplesso e, mentre uscivano dall'ascensore, notò che Kurt si irrigideva sempre più man mano che si avvicinavano alla sua porta. Che avesse paura di lui? Insomma, lui desiderava fare l'amore con Kurt, ma non fino al punto da non controllarsi e saltargli addosso... Entrati nell'appartamento Blaine prese la giaccia sua e del suo ragazzo e le posò sull'appendiabiti all'ingresso insieme alle sciarpe e si voltò verso di lui guardandolo in quegli occhi azzurro mare. << Kurt, che c'è? >> gli chiese subito senza girarci attorno. Kurt ammutolì. Non si aspettava un approcio così diretto e non sapeva bene cosa dire.
Storse la bocca in una smorfia nervosa e, tamburellando le dita su una coscia, cominciò a girare per la casa come se cercasse qualcosa. Blaine capì subito che si stava prendendo il tempo che gli serviva e lo lasciò fare. << Vuoi un caffè? >> gli chiese con dolcezza e l'altro scosse la testa. << Preferisco un the'... >> disse nervosamente e Blaine annuì sparendo in cucina. Kurt si accorse solo in quel momento di aver trattenuto il respiro. Era veramente patetico! Sicuramente Blaine lo stava prendendo per scemo! Sospirò sconfortato e si avvicinò alla frande vetrata del salone che aveva una splendida vista su Lima. Il condominio in cui abitava Blaine era abbastanza lussuoso per essere stato costruito a Lima ed era anche ben arredato. L'ingresso era bianco, le pareti del salone invece erano color avorio, mentre la cucina rosso scuro. In origine era gialla, ma a Blaine non era mai piaciuto più di tanto quel colore. " E' un pugno in un occhio e poi stona con il colore dei mobili color ciliegio. " Ed in effetti era vero, e il bordeux che aveva scelto si sposava perfettamente con essi. Il bagno era color azzurro chiaro con motivi floreali sulle piastrelle e la camera da letto... In realtà non ci era mai entrato, ne aveva sempre avuto paura... Lanciò uno sguardo di sbieco alla cucina e vide il ragazzo intento a riempire d'acqua il bollitore e, senza essere visto, sgattaiolò nel corridoio che dava alla "zona notte" come la chiamava lui.
Kurt respirò profondamente una volta arrivato davanti alla porta di quello che lui considerava come il Sancta Sanctorum di Blaine e, piano, aprì la porta rimanendo sbalordito dall'ordine che regnava nella stanza. le pareti erano di un caldo color nocciola; una grande portafinestra dava su un balcone esterno, l'armadio e i comodini, di un legno color chiaro facevano bella mostra, ma il suo sguardo venne calamiato dal letto a baldacchino. Lui adorava i letti a baldacchino... Così antichi ma allo stesso sempre alla moda! Immaginò lui e Blaine stesi lì sopra, in un ammasso scomposto di corpi e coperte... Oddio! Arrossì come uno scolaretto mettendosi una mano davanti agli occhi e vergognandosi di sè. Cosa diavolo andava a pensare?
<< Ehi! >> Quella semplice parola gli fece fare un salto degno di un campione olimpico di salto in alto e urlò dallo spavento portandosi una mano al cuore e guardando con rimprovero l'altro. << Mi hai fatto prendere un colpo! >> urlò ancora con il cuore che batteva forte e Blaine rise scuotendo la testa. << Sei proprio un fifone! >> lo prese in giro e l'altro sbuffò facendo volare un ciuffo di capelli che gli era sceso sugli occhi.
Come in trance Blaine spostò con delicatezza quel ciuffo riportandolo all'ordine e gli sguardi dei due si fusero insieme. << E' pronto il the'. >> la voce di Blaine si era improvvisamente arrocchita e il ragazzo deglutì cercando di pensare con la testa e non con quello che batteva nei pantaloni. Kurt invece, contro ogni aspettativa, lo baciò di slancio togliendogli il maglione.
Stupito ma compiaciuto, Blaine ricambiò quei baci e a sua volta prese i bordi del golfino di lana di Kurt e, staccandosi da loro quel tanto che bastava per togliere quei due indumenti, se ne disfarono tornando poi a baciarsi con più passione. Voleva andare oltre. Sentiva i pantaloni troppo stretti, ma doveva essere sicuro... A malincuore si tolse di dosso le mani di Kurt e si fermò guardandolo negli occhi. << Kurt... Sai dove ci porterà questo, vero? >> gli chiese a bassa voce e l'altro, seppur debolmente, annuì. << E ti va bene? Insomma, io muouio dalla voglia di fare l'amore con te, ma... Tu sei pronto? >> Deglutendo e non riuscendo a guardarlo, Kurt si allontanò un poco da lui. Cosa poteva rispondere? << Non lo so... >> confessò dopo attimi infiniti di silenzio. << Io voglio farlo, ma allo stesso tempo... >> cominciò a dire, ma si fermò arrossendo e Blaine riprese per lui. << Hai paura. >> L'altro annuì e Blaine lo abbracciò. << Anche io ho paura. >> gli confessò e lo scricciolo del Glee lo guardò sbalordito. << Tu? >> L'altro annuì ridendo. << L'ho fatto solo una volta e... Non è stato per mia scelta... >> confidò lasciandolo allibito. << Vuoi dire... Sei stato... >> balbettò Kurt e Blaine annuì gravemente.
Si sedette sul letto e appoggiò i gomiti sulle ginocchia. << Non me la sento di parlarne apertamente ora, ma... Diciamo che mio padre ha ingaggiato un tizio per cercare di persuadermi... Quel tale mi ha pestato a sangue e ha... Be', hai capito... >> finì debolmente non riuscendo a impedire alla sua voce di incrinarsi a quel ricordo che gli lacerava l'anima.
Lui odiava suo padre. Lo odiava per quello che gli aveva fatto. Un padre dovrebbe proteggere i propri figli, anche questi non sono ciò che lui avrebbe voluto... Kurt non sapeva cosa dire. Tutte le frasi che gli venivano in mente gli sembravano completamente stupide e sbagliate...
Ma vedere il ragazzo che amava ridotto così gli era insopportabile. Vedere quel ragazzo che per lui era stato un'ancora di salvezza tremare per evitare di piangere gli stringeva il cuore in una morsa più dolorosa di una coltellata.
Lo abbracciò d'istinto. << Posso stare qui stanotte? >> il roco sussurro fece tremare Blaine, ma non per lo shock di aver rivissuto un doloroso momento della sua vita: il tremore che provava era desiderio. Quell istinto quasi animalesco che gli diceva di prendere ciò che voleva ed era molto tentato, ma non era un animale. Doveva procedere con calma.
<< Se non te la senti... >> cominciò sentendosi arrossire. << Possiamo solo dormire. >> Il bacio che ricevette in risposta fu più eloquente di mille parole.


<< Sul serio, ragazze, non sono mai stato cos felice! >> le due amiche sorrisero commosse e lo abbracciarono. << Siamo cos felici per te, Kurt! >> Mercedes aveva gli occhi lucidi e lo osservò severa. << Se mi rovino il trucco sarà solo colpa tua! >>

Le lezioni furono, se possibile, più noiose del solito e per poco Noah non si addormentò sul banco. Solo un pezzo di carta appallottolato
- sicuramente lanciato da Finn - gli impedì una bella punizione.
<< Ma quando finisce questa tortura? >> gemette tra sè e si perse nei pensieri. Pensava a una ragazza bruna, piccolina ma più testarda di un branco di bufali messi insieme. Sorrise. Rachel lo avrebbe ammazzato se avesse saputo come l'aveva definita.
Era possibile essere più felici? Boh... Ma era così che si sentiva e sperava che sarebbe durata. Amava veramente Rachel e l'idea di perderla lo terrorizzava.
Scosse la testa. Tra loro non sarebbe finita così facilmente, si disse.
Finite le lezioni si avviò in cortile - aveva visto Rachel solo nell'aula del Glee - e vide qualcuno che avrebbe sperato non vedere più.

Jessy St. James aspettava pazientemente fuori dall'ingresso del liceo e, quando vide Puckerman avvicinarsi, ghignò.
<< Ma chi si vede! E' un piacere rivederti, Puck. >> << Non posso dire lo stesso, St. James. Cosa ci fai qi? >> gli occhi dei due mandavano lampi e chiunque, vedendoli, poteva scommettere che da un momento all'altro si potesse venire alle mani.
Intanto anche Finn e Sam erano usciti e subito si erano avvicinati all'amico lanciando alla star dei Vocal Adrenaline uno sguardo di fuoco.
<< Che vuoi? >> ringhiò Finn. Non avrebbe mai scordato l'umiliazione che aveva inflitto alla sua ex. Quasi quasi lo avrebbe picchiato... Giusto per sfogarsi un po'.
Il ghigno sulla faccia del moro si espanse. << Sono qui per parlare con Rachel, amici miei. Voglio che torni a essere la mia ragazza. >>
Quella dichiarazione aveva lasciato tutti di sasso e Noah, ripresosi dallo shock, si lanciò verso di lui con un urlo prendendolo per il bevero della camicia immacolata.
<< Lurido bastardo! Prima la tratti di merda e poi vieni qui? Sparisci o ti ammazzo! E, per la cronaca, ora Rachel sta con ME. Gira al largo. >> l'ultima frase fu pronunciata con una tale rabbia che St. James tremò, ma non si ritrasse. << Staremo a vedere, Puckerman. Non cantare vittoria troppo presto. >>
<< Jessie? >> Rachel era rimasta impietrita dietro il gruppo e subito Noah mollò il suo nemico per portarsi al fianco della ragazza. << Stalle lontano, Jessie St. James o non sarò così tollerante come oggi. >> la minaccia fece ridere l'altro e Rachel li guardò confusa. << Di che state parlando? >>
<< Posso parlarti, Rach? >> il diminutivo fece infuriare Noah che digrignò i denti, ma rimase in silenzio. Rachel fissò il suo ex con freddezza e, prendendo il suo ragazzo per mano, lo liquidò. << Mi dispiace, Jessie, ma io non ho niente da dirti. >>
La soddisfazione esplose nel petto di Puckerman che non potè trattenersi dall'abbracciare la Berry e lei gli sorrise. << Stai tranquillo. >> gli sussurrò all'orecchio e lui annuì.

Jessie guardò il Glee Club che si allontanava soddisfatto e lo guardava alla " ti ha liquidato, sfigato" e quasi ringhiò. Non sarebbe finita qui.
Fosse l'ultima cosa che faceva!

CONTINUA..

.Ok, cosa dovrei dire?
SCUSATEMIIIII!!! Mi inginocchio d'innanzi a voi implorando il vostro perdono! ç_ç
Però a mia discolpa posso dire di avere avuto dei validissimi motivi che non sto a esporvi, ma sappiate che fino adesso sono  stata senza pc e non ho avuto la possibilità materiale di aggiornare.
Ma ora sono tornata, potete stare tranquilli!! =D Forse... Be', comunque, spero che commentiate!






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