Parte di me, parte di te. di BlueCinnamon15 (/viewuser.php?uid=87278)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Occhi ***
Capitolo 2: *** Equatore (Parte 1) ***
Capitolo 3: *** Equatore (Parte 2) ***
Capitolo 4: *** 4. Mani ***
Capitolo 1 *** Occhi ***
Occhi
Lo
so che ho giò una storia in corso su Chris e Darren, ma mi
è venuta l'ispirazione e non ho potuto farci niente, lo
giuro non è colpa miaaa! :(
La storia sarà una long-fic ma non esageratamente lunga.
Ogni capitolo prenderà il nome di una parte del colpo,
finchè la decenza che lo concede ;), di Darren Criss.
Ognuna di quelle parti del corpo che fanno impazzire il nostro Chris, e
delle quali lui cercherà di disfarsi per non ritrovarsi a
stretto contatto con loro.
Ovviamente non è una storia violenta, la definirei
demenziale, ecco. Quello sì.
Spero che vi piacca
Un
abbraccione
BluCannella
Capitolo
1
OCCHI
Occhi. Darren Criss aveva degli occhi.
Due, per la precisione.
Se la questione si fosse fermata qui,
non ci sarebbero stati problemi per Chris COlfer.
Insomma, tutti hanno due occhi, no?
Così come hanno due orecchie,
due gambe, due mani, due sopracciglia, due chiappe, due nas-
No, forse due nasi no.
Comunque, Chris Colfer non aveva
problemi con gli occhi, né con il numero due.
Non era uno di quei maniaci assassini
ossessionati da un numero o da una parte del corpo.
No, Chris aveva problemi con un paio di
occhi in particolare.
Quelli del suo migliore amico.
Gli occhi di Darren infatti, oltre ad
essere due, come appurato in precedenza, erano anche estremamente.. indescrivibili,
ecco.
Ma tentar non nuoce, giusto?
Innanzitutto erano sempre ed
incondizionatamente allegri, non c’era volta che non fossero
accesi e splendenti, anche per la più piccola delle
situazioni.
Come seconda cosa erano veramente
grandi, così grandi che avrebbero potuto fare invidia al
gatto con gli stivali in persona. Anzi, la DreamWorks avrebbe dovuto
pagargli i diritti d’autore per quello sguardo.
Ed ultima cosa, ma non per importanza,
avevano un colore meraviglioso.
Era come se fossero un misto tra
l’azzurro temporale ed il verde prato d’erba.
Meravigliosi, appunto.
Ma lasciando da parte i tentativi
patetici di Chris di trovare un modo per descrivere quell’
impressionante tonalità di colore, la cosa importante era
una, ed una soltanto: Chris Colfer aveva un problema.
E quel problema era che non riusciva a
guardare il suo migliore amico negli occhi senza sentirsi sciogliere o
senza provare imbarazzanti fitte al bacino. Tanto imbarazzanti che, se
fosse andato avanti così, i suoi sentimenti verso Darren non
sarebbero stati l’unica sua cosa evidente. E allora
sì che sarebbero iniziati i guai seri.
E di certo non aiutava il fatto che ogni
benedettissimo giorno Chris fosse obbligato a vestire i panni di Kurt
Hummel, fidanzato perfetto che ha come sport preferito quello di
lanciare occhiate languide a Blaine Anderson, che, nel caso fosse
necessario specificarlo, era interpretato da quel maledetto del suo
migliore amico.
“No! No! NO!” Ryan
Murphy urlava come un forsennato nel suo ufficio, gesticolando
convulsamente e mandando occhiate di fuoco all’ attore seduto
davanti alla sua scrivania. “Non se ne parla!”
“Ma, Ryan”
implorò Chris cercando di sostenere, invano, la sua tesi
“Pensaci! Aumenterebbe la drammaticità, le ragazze
piangerebbero e resterebbero attaccate alla televisione a guardare Glee
tutto il giorno! Farebbe solo bene, aumenterebbe l’
audience!”
Il produttore si fermò dal
suo camminare frenetico, prese un respiro profondo e si
sedette dietro alla sua scrivania.
“Christopher Paul
Colfer” iniziò con delicatezza.
Ahia,
la quiete prima della tempesta.
“MI SPIEGHI PERCHE’
CAVOLO VUOI ACCECARE BLAINE?! E poi cosa? Amputiamo un piede a Finn e
paralizziamo anche le braccia ad Artie?”
Chris tentò di formulare un
pensiero coerente, aprì la bocca, ma tutto quello che ne
uscì fu tutto quello che non ne sarebbe dovuto uscire:
“E’ come nel mondo di Patty! Rimane così
solo per un po’, poi lo bacio e miracolosamente torna a
vedere con la forza del nostro amore!”
“Datemi un oggetto
contundente” sibilò Ryan con il respiro che gli
mancava “Uno stiletto, una lampada, una corda, un- QUALSIASI
COSA!”
Le mani che si agitavano convulsamente.
“Chris Colfer, io ti
UCCIDO!”
Il soprano giocò la sua
ultima carta tentando di convincerlo sfoderando l’occhiata
più dolce che avesse, ma quando si accorse che non
c’era verso uscì dall’ufficio sbuffando
infastidito.
Perché? Chiedeva tanto?
Insomma, non gli sembrava di desiderare la luna.
L’unica cosa che voleva era
che la dea bendata stesse dalla sua parte, solo per una volta.
Un innocente incidentino con la
macchina, niente di particolare, con qualche piccola, insignificante,
conseguenza fisica su Darren.
Per esempio, solo perché era
la prima cosa che gli veniva in mente, la perdita di entrambi gli
occhi; niente di che.
Eh, dai! Era l’unica soluzione
possibile! Se avesse continuato a dover guardare il ricciolo negli
occhi per ogni singola scena Klaine da girare non avrebbe
più potuto promettere di riuscire a reprimere il desiderio
di stuprare il collega al momento.
Senza contare che quelle pazze delle fan
avrebbero dato la vita, letteralmente, per avere un po’
più di momenti intimi della loro coppia preferita
(ovviamente Kurt e Blaine).
Santo cielo, ma dov’erano
finite quelle belle ragazze ben educate che si accontentavano di
un’ occhiata romantica, e che arrossivano e chiudevano gli
occhi anche solo per un bacio? Dov’erano finite quelle brave
ragazze che temevano per la loro virtù?
Ah,
i giovani del giorno d’oggi! Stava giusto
pensando con aria teatralmente nostalgica quando un uragano di capelli
ricci misto ad adrenalina allo stato puro si catapultò sulla
sua strada e gli buttò le braccia al collo.
“Ehi Chris!” lo
salutò allegramente dopo aver sciolto l’abbraccio,
saltellando “Pronto per girare? Ryan oggi ha i nervi
piuttosto tesi, sembra una donna in fase premestruale, sai che gli
è successo?”
“Chi, io? Sapere cosa- Ehm-
beh- NO, ovvio che non lo so!” balbettò Chris
facendosi rosso.
Gli
ho solo appena suggerito di accecarti. Niente di personale.
“Oh beh”
alzò quindi le spalle il ricciolo “Poco male.
Però è meglio correre oppure finisce che ci
uccide entrambi”
Così lo prese per mano e lo
condusse con sé in sala prove.
Non appena varcarono la soglia del set
Chris cercò di evitare inutilmente lo sguardo del produttore
che gli urlò subito di provare il copione mentre lui dava
gli ultimi ritocchi alla scenografia.
“Bene- ehm- quindi-“
iniziò Chris girandosi verso l’altro, imbarazzato
perché sapeva bene qual’era la scena che avrebbero
dovuto provare.
Il ricciolo, dal canto suo, lo guardava
con un sorriso malizioso, avendo notato l’imbarazzo del
collega.
“Nervoso, Colfer?”
Ridacchiò avvicinandosi lentamente.
Chris intanto stava cercando di
respirare profondamente e di continuare nel suo intento di non
incrociare il suo sguardo, sapendo che se lo avesse fatto niente lo
avrebbe più trattenuto dal saltargli addosso, specialmente
in quel momento che erano così vicini.
“N- No”
Balbettò di sconnessamente “Cosa-
Perché dovrei?” Biascicò quindi
cercando di darsi contegno.
“Peccato” si
fermò allora il ricciolo “Perché
conoscevo un modo che ti avrebbe sicuramente fatto calmare.
Sarà per un’ altra volta allora” e
sorrise.
Inutile dire che in quel momento il
prezioso piano di evitare lo sguardo di Darren fallì
miseramente perché, con quella frase pronunciata in modo
così falsamente innocente, i suoi occhi erano
inevitabilmente guizzato in quelli dell’ amico.
Errore. Grande, enorme, stupido errore.
Lo sguardo che gli stava riservando il
ricciolo era infatti il meno casto che gli avesse mai rivolto.
E Chris ne fu così rapito
che, quasi inconsciamente, senza neanche volerlo, si lasciò
sfuggire un lamentoso “No”. Al quale ci si potrebbe
aggiungere un Fai-di-me-quello-che-vuoi,-in-questo-momento-potresti-anche-saltarmi-addosso-che-io-non-mi-lamenterei-affatto.
Sul viso di Darren quindi si
aprì un ghigno soddisfatto che assomigliava tanto ad un
“Lo sapevo” e si avvicinò
pericolosamente al soprano posizionandosi dietro di lui.
Chris assunse un’ espressione
accigliata, chiedendosi cosa stesse per fare l’amico, che si
trasformò in un’espressione paurosamente
indecente quandò sentì il suo fiato caldo
accarezzagli il collo lasciato scoperto dalla camicia.
Black
out ormonale, black out ormonale, allarme, ALLARME!
Stava per trovare la forza di implorarlo
di smettere quando sentì delle labbra calde posarsi sulla
sua pelle e lasciare una scia bollente dalla mandibola alla spalla.
“Ehi Chris, rilassati! Non ho
mai sentito nessuno con le spalle più tese delle tue!
Cos’è? Il mio fascino ti mette in
soggezione?” ridacchiò il ricciolo.
Maledizione,
razza di deficiente, sì! Ci vuole così tanto a
capirlo?
Questo era ciò che il soprano
avrebbe dovuto dire, quello che disse, o forse sarebbe meglio dire che
emise, furono una serie di mugolii soffocati che a quel punto non si
preoccupò neanche di nascondere.
Il tocco del moro intanto si faceva
più deciso mentre aveva iniziato a torturagli
l’orecchio sinistro.
“Darren”
provò ad obbiettare il soprano con scarso successo.
“Shht Chris, fa’
silenzio che stai riuscendo a rilassarti”
A quel punto le mani del ricciolo gli
afferarono saldamente in fianchi spingendoli verso di sé,
facendolo gemere senza ritegno.
Darren sorrise compiaciuto.
“Così ci siamo,
Chris!”
E, con un ultimo morso al lobo
dell’ orecchio, si allontanò e si avviò
in sala prove.
Appena entrati in sala prove
un’ idea, secondo Chris geniale, secondo il resto del mondo
idiota, gi si presentò in testa.
Ma certo! Perché non ci aveva
pensato prima? Doveva girare una scena Klaine perfetta, ma
così perfetta che Ryan gli avrebbe costruito un altarino per
la sua perfezione, e, casualmente, in quella scena, ci avrebbe inserito
un espediente per far in modo che a Blaine succedesse qualcosa che gli
facesse perdere la vista. Ma la scena sarebbe stato così
bella che Ryan non avrebbe voluto cancellarla o tagliarla per niente al
mondo e sarebbe stato costretto a tenere anche la parte dell’
accecamento.
Perfetto!
Il soprano si complimentò mentalmente con sé
stesso Chris sei un
genio!
Ed iniziò ad immaginarsi
tutti i modi possibili ed immaginabili per tentare di accecare il
collega.
Quando le riprese iniziarono i due si
posizionarono sul letto di Kurt.
Ryan voleva infatti smuovere un
po’ le acque nella loro relazione, prima che le fan della
loro coppia lo ammazzassero sul serio.
Darren, sorridendo sornione, mise un
braccio attorno alle spalle di Chris e lo costrinse a voltarsi verso di
lui.
Il soprano, per niente dispiaciuto, gli
sorrise furbescamente e, quando sentirono il via delle riprese,
iniziarono a recitare le loro battute.
Chris condì il tutto con una
dose di malizia e tenerezza superiori a quelle che ci metteva di
solito, stupendo Ryan e Darren.
Ok,
ci siamo Chris, concentrati, ora arriva il momento fondamentale.
Darren si era posizionato sopra di lui,
e gli stava mormorando le battute più dolci che avesse mai
sentito.
“Kurt” inizio
sussurrandogli nell’ orecchio
Così dolci che quasi
sembravano vere-
No
Chris, focalizza l’obbiettivo.
“Non avrei mai potuto
desiderare persona migliore al mio fianco ora che- AHIA CHRIS
MA SEI SCEMO?!”
Mentre il ricciolo stava recitando le
sue battute alla perfezione Chris, in un momento di
distrazione del produttore, aveva ficcato velocemente le dita negli
occhi di Darren, sperando che potesse bastare per perseguire il suo
malefico piano, essendo che non gli erano venute in mente idee migliori.
“Eh scusa, avevi due mosche
negli occhi” mormorò a mo’ di scuse, ma,
quando vide che, oltre a non aver subito danni, Darren non credeva ad
una parola di quelle che aveva pronunciato il soprano
farfugliò che forse non erano mosche ma erano le sue pupille.
Quando Ryan si accorse del problema
urlò un stop che si sentì per tutti gli studios
e, infuriato perché la scena era rovinata, urlò
ai due attori che avrebbe continuato a girare il giorno dopo.
Ciò significava che non
avrebbe tenuto la scena.
Maledizione
Chris, i tuoi piani fanno schifo!
La sera arrivò velocemente.
Dopo essere scappato dagli studios ed
aver evitato di parlare con Darren che chiedeva spiegazioni Chris si
era rifugiato in casa sua, lavandosi via le sensazioni della giornata
con una bella doccia ed infilandosi nel suo vecchio pigiama di Topolino.
Si era quindi seduto sul divano ed aveva
mandato al tal paese la sua adorata linea ordinando una bella pizza
oleosa con su i tipi più svariati di formaggio che
esistessero.
La situazione gli stava sfuggendo di
mano. Decisamente.
Aveva già fatto partire il
DVD appena comprato di Rapunzel quando il suono del campanello lo
distrasse.
Distrattamente si diresse verso la porta
prendendo dal portafoglio i soldi per pagare la pizza.
Il campanello suonò
un’ altra volta, più a lungo, e Chris si
appuntò mentalmente di preparare i soldi prima, la volta
successiva.
“Arrivo, arrivo” si
precipitò alla porta ma quando la aprì non
trovò il fattorino che gli consegnava la pizza, ma quel
disgraziato di Darren Criss che si catapultò in casa con una
confezione di lattine di Diet Coke in una mano e di birra
nell’ altra.
“Allora, è qui la
festa?” urlò con entusiasmo andandosi a sedere sul
divano del soprano, rubandogli la coperta.
Quest’ultimo era rimasto
scioccato, vedendosi rovinare la sua serata relax in un modo
così improvviso.
“Ehm-“
iniziò esitante “Darren, di quale festa
parli?”
“Ma è ovvio, no? Di
quella in cui io e te ci ubriachiamo di Diet Coke e piangiamo davanti
ad un romantico finale Disney! Dai, io ho portato da bere, tu hai
pensato al cibo?”
“Darren, lo sai che non puoi
capitare in casa delle persone senza neanche avvisare, potevo star
facendo qualsiasi cosa!”
Uh oh. La voce del soprano si stava
facendo più acuta, Brutto segno.
“Eh dai!” lo
implorò Darren facendo il broncio “Ma tu sei io
mio migliore amico! I migliori amici si vogliono bene, no?”
A quel punto il soprano non seppe
resistere e gli concesse di restare a patto che non gli distruggesse la
casa, non gli allagasse il salotto a forza di piangere, e non gli
rompesse il divano a forza di saltellargli sopra nei momenti
più emozionanti.
Perché quando guardavo i film
Darren era un bambino. O forse anche peggio, di un bambino.
Quando sentì che sarebbe
potuto restare il ricciolo si catapultò ad abbracciare
l’amico.
“Grazie grazie
grazie!” iniziò a saltellare per la stanza. Poi,
improvvisamente, si fermò e, con sguardo indagatore, si
volse verso l’amico “E comunque tu mi devi ancora
spiegare perché oggi hai tentato di accecarmi."
L’espressione del soprano si
trasformò in panico allo stato puro, e quasi non
baciò il fattorino quando entrò con la pizza
interrompendo quel momento imbarazzante.
Ora doveva inventarsi una scusa
soddisfacente, e sperò vivamente che una pizza ai formaggi
per Darren potesse bastare a fargli cambiare argomento.
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Capitolo 2 *** Equatore (Parte 1) ***
cap 2
Capitolo
2
EQUATORE
Parte
1
Grazie
a Dio che, quando Darren si trovava davanti
ad una fetta di pizza, o meglio, a del cibo che gli piacesse, o meglio
ancora,
a qualsiasi cosa che si potesse mangiare, tutto ciò a cui
pensava era a come
farne entrare il più possibile, occupazione che, per i suoi
standard, era già
qualcosa di così difficile da occupargli la mente, completamente.
E
Chris si era ritrovato, per la prima volta, prima
perché in genere non gradiva il fatto che l’amico
arrivasse in casa sua e gli
svuotasse il frigorifero, a
gioire di
quella sua caratteristica, perché distolse il ricciolo da
farsi più domande sul
tentativo di Chris di accecarlo.
Quindi
la serata era passata relativamente
tranquilla, se si può considerare tranquillo Darren che,
alla fine di Rapunzel,
inizia a saltare come un deviato sul divano di Chris, quasi
sfondandolo, perché
ommioddio la fine è così
emozionantissima.
Tuttavia
aveva almeno avuto il buon cuore di
congedarsi promettendo a Chris di pagargli l’eventuale divano
nuovo con uno sguardo
così dispiaciuto che il soprano non aveva potuto fare altro
che sorridergli e
sbattergli la porta in faccia, amorevolmente, ovvio.
Quindi
ora si trovavano alle otto di mattina, con
una faccia decisamente assonnata per essere stati svegli a vedere un
cartone
animato per bambini la sera precedente, non riuscendo neanche a capire
che cosa
il coreografo stesse dicendo loro di fare.
Ovviamente
erano troppo stanchi anche per notare le
occhiate maliziose che i loro colleghi continuavano a lanciare loro
ridacchiando
senza ritegno.
“Stop.
Stop. STOP!” L’ urlo disperato del loro
coreografo li riportò alla realtà togliendolo
dallo stato di trance in cui
erano caduti “Santo cielo ragazzi, se ieri sera avete deciso
di darci dentro
fino a che non riuscite a camminare diritto non sono affari miei, ok?
Non mi
importa della vostra vita personale, anche se sinceramente era
l’ora che vi
decideste a soddisfare tutta la frustrazione sessuale che ci stava
soffocando
tutti qui, ma fate in modo di venire alle mie prove in condizioni
decenti,
perché è impossibile lavorare con due persone che
hanno le capacità motorie di
un bradipo!”
I
due ragazzi, che intanto si erano fermati, la
bocca aperta e gli occhi spalancati, si guardarono senza parole e poi
si
girarono a mandare occhiate infuocate ai loro colleghi che stavano
quasi
soffocando dal ridere.
“Noi
non-“ iniziò Chris in un tentativo frenetico di
spiegare quale la situazione fosse.
“Sì-”
Gli diede man forte Darren con un’ espressione
stralunata “Noi stavamo-Eravamo a casa di Chris e- abbiamo
solo-“
Il coreografo li guardò scettico.
“Sì,
e magari ora mi direte che stanotte avete
dormito ognuno a casa sua e che avete passato la serata seduti vicini a
guardare- che ne so? Rapunzel?”
“Sì!”
esclamarono i due increduli.
Uno
scoppio di risate si levò da dietro di loro.
“Ragazzi”
ululò Mark con espressione a metà tra
l’esasperato ed il divertito “inventatevi almeno
una scusa più decente, Rapunzel?
Suvvia, lo guarda mia cugina,
ed ha tre anni! E un po’
come dire
che Darren è etero!”
“Ehi”
sbuffò offeso il ragazzo “Io sono
etero!”
“Ed
io sono un mammut e mi chiamo Manny ed il mio
migliore amico è una tigre dai denti a sciabola.”
“Ma-“
iniziò Darren guardandosi in giro con occhi
tristi e notando, spaesato, solo sguardi di assenso a quello che aveva
detto
Mark “Ma io-“
“Shh”
lo raggiunse Chris facendo scivolare un
braccio sulla sua schiena e disegnando
piccoli cerchi per calmare l’amico
“Tranquillo, stanno solo scherzando”
Poi
si rivolse ai suoi amici. “E comunque ieri sera
abbiamo davvero visto Rapunzel che, per la cronaca, consideriamo
entrambi un
capolavoro della cinematografia moderna.” E dopo questo prese
Darren per un
braccio ed insieme si diressero verso la porta, sotto gli sguardi
allibiti dei
colleghi all’ultima affermazione.
Il
resto della mattinata passò tranquillo, il
coreografo aveva spostato le prove e aveva intimato loro di farsi una
bella dormita,
ed ora tutto il cast era nell’ ufficio del produttore
aspettando impaziente il
copione della nuova puntata che avrebbero iniziato a girare quel giorno.
Lea
storse il naso. Odiava il fatto che Ryan amasse
tenere gli attori sulle spine non dicendo mai cosa avrebbero dovuto
girare fino
a che non avevano in mano il copione, e non contava quanto provassero a
corromperlo, quanto lo supplicassero in ginocchio di avere qualche
piccola
anteprima, la sua risposta era sempre negativa.
Quindi
quando tutto il cast si ritrovò il titolo
della puntata “The First Time” sotto gli occhi le
reazioni furono decisamente
spropositate pure per gli attori di Glee.
Lea
strillo emozionata sfogliando febbrilmente i
fogli sperando di trovare i fortunati che avrebbero avuto la loro prima
volta
in quella puntata.
Cory,
che in fondo era un bambinone, si guardò un
attimo intorno per accertarsi che nessuno lo guardasse, poi fece un
enorme
sorriso per l’eccitazione e quasi distrusse il copione per la
curiosità. In
fondo era decisamente romantico.
Naya
sbuffò semplicemente.
Heather
emise uno strillo sperando che Lord
Tubbington avesse finalmente trovato la gatta della sua vita. (I
ragazzi ancora
si stupivano di come quella ragazza facesse ad essere così
simile al
personaggio che interpretava, e non sempre in modo positivo).
Darren
non si sforzò neanche di nascondere la sua
emozione e quasi strappò il copione dalle mani di Ryan,
sperando profondamente
che Kurt e Blaine si dessero una svegliata sul piano sentimentale.
Chris
sapeva che non gli si prospettava niente di
buono, e quindi prese il copione con cautela avendo quasi paura ad
aprirlo.
Mark,
dal canto suo, fu quello che reagì in modo più
strano di tutti. Prese il copione lentamente, si sedette, lo
poggiò sulle
gambe, chiuse gli occhi e prese un bel respiro.
Poi
giunse le mani quasi stesse pregando e mormorò
qualcosa sottovoce.
Ed
infine lo aprì.
E
non si sa come fu il primo che trovo il punto che
tutti stavano cercando.
“O-MIO-DIO!”
urlò scoppiando poi in un pianto
isterico.
Nessuno
capiva cosa stesse succedendo.
“i-io
l-lo” singhiozzo “sap-sapevo!”altro
singhiozzo
“Loro” singhiozzo “S-sono
c-così” singhiozzo “cresciuti!”
Tutti
lo guardarono stralunati e si sporsero per
vedere i numero della pagina che stava leggendo.
Poi
Mark si alzò, e, dopo essersi asciugato le
lacrime e aver abbracciato due alquanto shockati Darren e Chris corse
fuori
dall’ ufficio urlando a chiunque incontrasse che
sì, era successo, o meglio,
sarebbe successo presto perché “Kurt e Blaine
faranno sessoooooooo!”
Peccato
che non tutti fossero del suo stesso avviso.
“Che
COSA?”
“Che
COSA?” Chris si alzò in piedi di scatto
“Ma
loro sono troppo giovani!” balbettò
incoerentemente “Insomma- io non credo che
sia una buona idea!”
“Chris-“
lo guardò con uno sguardo di ammonimento il
produttore “Onestamente, Kurt e Blaine ci stanno andando
anche troppo piano, e
poi se continuo così prima o poi le fan mi uccideranno! Ti
prego, comprendimi!”
Il
soprano lo guardava con uno sguardo a metà tra
l’arrabbiato ed il disperato.
Perché
insomma non poteva girare una scena del
genere con Darren.
Non
con lui!
Le
cose non sarebbero andate a finire bene, ne era
sicuro.
Perché?
Perché a lui? Si girò per cercare di trovare
un po’ di confronto in nel suo collega, ma
quest’ultimo aveva une enorme
sorriso stampato in faccia.
“Io
ritengo che abbiamo aspettato addirittura tanto”
disse quindi Darren serafico.
Poi
si alzò e, ammiccando al collega, uscì dalla
stanza mormorando qualcosa che assomigliava molto ad un “non
vedo l’ora di
provare la scena”.
Ok,
Chris era definitivamente spacciato.
Fu
a quel punto che gli venne l’ idea.
Non
aveva funzionato la prima volta, vero, ma
l’attore era convinto che con più pratica e delle
argomentazioni più
convincenti quella volta ci sarebbe riuscito.
Quindi
si girò verso Ryan, ormai tutti e n’erano
andati e rimanevano solo loro due nella stanza, e sfoggiò il
suo sorriso
migliore.
“Tutto
sommato” iniziò con la voce più dolce
ed
accondiscendente che riuscisse a trovare “sono
d’accordo anch’io con Darren.
Insomma, sono cresciuti anche Kurt e Blaine, senza contare che le fan
impazziranno!”
Vide
il volto prima teso di Ryan rilassarsi, e
quindi si affrettò a proseguire.
Chris,
sei un genio, complimenti, davvero.
“Tuttavia,
ehm, venivo qui per parlarti di Blaine,
appunto”
Ryan
corrugò la fronte ma non disse nulla.
“Sì,
uhm, ecco..”
“Chris”
lo guardo, il viso che si illuminò capendo
dove voleva arrivare l’attore: aveva già visto
quella scena. “Non mi stai
suggerendo di accecare Darren, vero? Perché sai cosa penso
al riguardo-“
“No,
no no!” si affrettò ad interromperlo il soprano
“Ma come ti viene in mente una cosa simile? Pensavo solo
dì, ehm, sai, un
piccolo intervent-“
“Christofer
santo cielo, ma cosa c’è che non va con
te?” Sbraitò quindi Ryan
“L’ultima volta che sei venuto qui mi hai
consigliato
di accecare Blaine, per avere più dramma, due giorni fa mi
hai accennato ad
amputargli entrambe le mani perché cosi Kurt avrebbe potuto
tenergli il
microfono mentre cantava e starebbero stati più vicini, ieri
c’è mancato poco
che mi supplicassi di paralizzargli le gambe così Kurt lo
avrebbe portato in
giro in carrozzella, senza contare quando mi hai-“
“Ok
Ryan, hai reso il concetto” lo interruppe
nervoso Chris “Ma credo che questa volta sia proprio
necessario un- intervento,
sì, ecco.”
Guardò quindi il produttore, esitando, che lo
esortò con un cenno della testa a
proseguire.
“Sì, ehm- Dicevo- La voce di Darren,
cioè di Blaine è-“
“Se mi stai suggerendo di distruggergli le corde vocali te lo
puoi scordare,
Chris” si affrettò ad interromperlo Ryan, avendo
paura della piega che stava
prendendo la conversazione.
“No, NO!” scosse la testa Chris “Pensavo
di, ehm, migliorarla, diciamo”
Interruppe il discorso per vedere la reazione di Ryan e, interpretando
il suo
silenzio come un incoraggiamento, proseguì.
“Sì, sai, potrebbe raggiungere tonalità
più.. alte! La scienza ha dimostrato
che tramite l’evirazione-“
“Evirazione?” Urlò un Ryan decisamente
sotto shock “Ma io eviro te, Christopher
Paul Colfer!”
No,
decisamente non aveva funzionato.
Decisamente.
Sennò
Chris non si sarebbe trovato, in quel momento,
seduto sul letto di Kurt, con un Darren anche troppo sorridente ed
entusiasta,
ad ascoltare la voce del produttore che gli spiegava gli ultimi
dettagli di
come si sarebbe svolta la scena.
“Chris, Chris? Ehi-
Chris, mi stai ascoltando?”
Il
soprano si riprese dai suoi pensieri ed annuì al
produttore.
“Quindi”
continuò allora quello “Darren tu sei steso
nel letto, stai aspettando che Kurt torni dalla doccia, ed ovviamente
lui non sa
che tu lo stai aspettando mezzo svestito”
Darren
batté le mani entusiasticamente, a quanto
pare l’idea della ‘sorpresa’ di Blaine lo
divertiva parecchio.
“Chris”
si rivolse quindi lui
Ryan “tu cosa fai quando lo vedi?”
“Emetto
uno degli urlettini stupidi di Kurt,
arrossisco, e corro a chiudermi in bagno” rispose il soprano
stancamente. “Onestamente,
Ryan, lo so a memoria, ora possiamo girare, via il dente via il
dolore!”
Ryan
sorrise estatico, e si allontanò lasciando i
due attori a prepararsi.
Chris
stava giusto cercando di respirare normalmente
quando vide l’ultima cosa che avrebbe voluto vedere in quel
momento.
“Vai
Chris sei tutti noi!”
“Viva
il Klex!”
“Fagli
vedere gli attributi, Darren!”
“Sempre
che tu ce li abbia considerata la tua
passione per Rapunzel-“
“Oh,
zitto Mark, Darren li ha eccome!”
“Ah, sì? E tu Naya come fai a saperlo?”
“Basta stare attenti al suo cavallo dei pantaloni quando
c’è in giro Chris,
allora sì che vedi come si-“
“Ragazzi
BASTA!”
Chris
lo urlò con tutto il fiato che aveva in gola
perché
quello era troppo.
Non
poteva essere che tutto il cast si fosse
accampato vicino al set con cartelloni per incitare i due attori,
popcorn, e
magliette che recitavano frasi che lo facevano rabbrividire solo a
leggerle!
Non
era semplicemente giusto!
Perché
doveva avere i compagni di Cast più stupidi
del mondo?
“Ryan!
Loro non
stanno qui!”
Il
produttore, che sperava di aver finito con le
lamentele del ragazzo, nascose la testa fra le mani, esasperato.
“Chris”
disse quindi con il tono più autoritario che
avesse nel suo repertorio “Tu sei un attore, gli attori fanno
quello che c’è
scritto nei copioni. Ora, o fai il ragazzo maturo quanto predichi di
essere e
ti decidi a recitare, o puoi andartene fino a che non ti sei deciso a
crescere.
Devi solo recitare, santo cielo! Ah, e ragazzi non si muovono,
è un loro
diritto stare qua a vedere. Tu corri in camerino e ti cambi,
ORA!”
Chris
sembrò piuttosto scosso e si affrettò ad
obbedire.
Ora
pure Ryan era arrabbiato con lui. Bravo
Chris, davvero.
Indossò
la tuta che Kurt avrebbe usato non appena
uscito dal bagno, si fece sistemare i capelli, e poi si
precipitò sulla scena.
Darren
lo aspettava là, già vestito.
O
forse è meglio dire svestito.
Si
impegnò, si impegnò davvero a non lasciare che il
suo sguardo vagasse sul corpo del suo collega, ma era una cosa non
umanamente
possibile non rimanere incantati dal corpo allenato di Darren.
Deglutendo
fece scorrere lo sguardo sul suo torace,
memorizzò ogni singola linea del suo corpo, fino ad arrivare
all’ orlo dei
Boxer, unico indumento indossato dall’ attore.
Non
andare più giù, non andare più
giù, Chris non farlo, Chris non guardare più-
Oh.
Merda.
Chris
hai guardato giù!
Beh,
non che sia esattamente un cattivo spettacolo.
No,
decisamente no.
Oddio
Chris taci!
Chris
distolse subito lo sguardo arrossendo visibilmente,
cercando di ignorare tutti i pensieri che gli affollavano la mente in
quel
momento.
Si
girò verso Ryan e solo allora notò che la stanza
era terribilmente silenziosa e che tutti lo stavano guardando.
“Io
vado in bagno” decretò con voce atona, per poi
avviarsi verso il bagno di Kurt, dove avrebbe dovuto uscire di
lì a cinque
minuti.
Non
si era mai ritenuto un ragazzo attraente, anzi,
per niente.
E
sapere che di lì a poco avrebbe dovuto recitare
mezzo nudo lo rendeva decisamente a disagio. Specialmente se doveva
farlo con
un ragazzo che, da quello che aveva appena visto, aveva il fisico
più bello di
sempre.
Poteva
far sempre la parte del maturo e del sicuro
di sé, ma Chris Colfer non lo era per niente, aveva solo
imparato col tempo che
non mostrarsi deboli è l’unico modo per
sopravvivere.
L’aveva
capito a Clovis e ne aveva avuto la conferma
con quello che accadeva a Kurt, che, anche se era un personaggio
immaginario,
incarnava quello che i ragazzi come lui erano costretti a sopportare
quotidianamente.
Sì
accasciò contro la porta del finto bagno e lasciò
che la paura lo soffocasse.
“Ehi”
una voce lo riportò alla realtà “Stai
bene?”
Chris
alzò lo sguardo per incontrare quei due
bellissimi occhi nocciola fissarlo preoccupati.
“Sì,
sì, tutto a posto” annuì il soprano,
prima di
alzarsi e stiracchiare un sorriso.
Darren
annuì, si girò per andarsene, ma prima di
lasciarlo lo guardò un’ ultima volta.
“Ah,
e non preoccuparti. Sei bellissimo, ho pesato
che dovessi saperlo.”
Chris
sorrise, adorava come Darren riuscisse a
capirlo sempre.
“E-
AZIONE!”
Chris
uscì dalla porta del bagno, facendo finta di
asciugarsi i capelli con una salvietta.
“Blaine,
tesoro, hai visto i miei stivali gialli di
Alexand-“ Chris si fermò cercando di fare
l’espressione che Kurt avrebbe fatto
vedendo Blaine in quello stato ed emettendo un urletto in perfetto
stile Kurt Hummel “Ommioddio
Blaine, vestiti! Per
l’amor del cielo cos’hai in mente?”
Darren
si alzò e si avvicinò all’ altro attore
“Beh,
pensavo di farti una sorpresa, sai-“ iniziò
grattandosi il collo “Insomma,
programmiamo pure le pomiciate Kurt! Io sono un ragazzo con dei
bisogni, e
anche tu, volevo farti piacere!”
“Piacere?”
urlò il pi stridulamente possibile l’attore
“Cristo copriti!”
“Kurt,
credevo che avessimo superato il blocco del
sesso!”
“Non-
non dire quella parola!” Chris indietreggiò.
“Quale”
Darren sorrise “Sesso?”
Chris squittì.
“Io
torno in bagno” asserì quindi, per poi fiondarsi
verso la porta e chiuderla a chiave.
Bravo
Chris, stai andando bene.
Per
ora non hai ancora guardato in posti sconveniente, puoi farcela.
Il
resto delle scene in cui Blaine cercava di
convincere Kurt passarono lisce, fino a che non arrivarono al punto
cruciale.
Chris
prese un profondo respiro.
“Kurt,
se tu non vuoi non dobbiamo farlo, lo sai.”
Sussurrò
gentilmente Darren nell’ orecchio di Chris, prima di
avvolgere la schiena del
soprano con le sue braccia.
“N-no. Lo
voglio” recitò la battuta di Kurt, e poi si
tuffò sulle labbra di Darren, senza
esitazione perché sennò non ne avrebbe
più trovato il coraggio,
Il
contatto lo fece rabbrividire.
Era
da troppo
che non baciava Darren, non c’erano più stati baci
tra Kurt e Blaine di recente,
e quasi si era scordato come fosse buono il sapore della bocca del suo
collega,
e Chris si sentì come se fosse stato sott’ acqua
per tutto quel tempo, e come
se solo allora fosse tornato a respirare.
Darren
prese a mordergli il labbro inferiore,
leccandolo gentilmente.
Chris
emise un mugolio di piacere prima di buttargli
le braccia al collo ed affondare le mani nei riccioli del moro,
spingendo la
sua lingua nella bocca dell’ altro.
Con
piacere quello che sussultò quella volta fu
Darren.
Si
staccarono un momento per prendere aria, e poi
Darren lo condusse lentamente sul letto facendolo stendere di schiena.
Chris
si comandò di restare lucido, ma il peso del
collega sopra il suo corpo sembrava semplicemente troppo perfetto per
permettergli di compiere pensieri coerenti, e quando Darren
iniziò ad occuparsi
del collo del soprano, mordendo e leccando i punti più
sensibili, Chris dovette
trattenersi dal mormorare ‘Darren’ salvandosi
all’ ultimo secondo mugugnando un
bisognoso “Blaine!”
Le
mani del ricciolo si muovevano su tutto il corpo
di Chris, e quando trovarono la loro strada sotto la sua maglia una
scarica di
calore attraversò il corpo di Chris concentrandosi in mezzo
alle gambe.
Dannazione
Chris, no!
Cercò
di rimanere lucido, ma quando Darren gli
sfiorò un capezzolo con il pollice non ci vide
più e con un colpo di reni si
mise a cavalcioni su di lui per catturare le sue labbra in un bacio
bisognoso.
In
meno di qualche secondo il vestiti del soprano
erano a terra, ed entrambi erano rimasti in boxer.
Mancava
poco e la scena sarebbe finita.
Poteva
farcela.
Ma
poi Darren fece qualcosa che Chris non si aspetta
per niente.
Fece
scorrere la mano sul suo torace per poi
posizionarsi fermamente sull’ inguine del ragazzo.
Quello
era decisamente troppo.
Non
si preoccupò neanche più di pensare a
qualcos’
altro, ormai a sua eccitazione era palese, e non aveva neanche voglia
di rimediare
a quel problema perché era troppo concentrato sulla scia
umida che le labbra di
Darren gli stavano lasciando sul collo.
Poi
il soprano ruotò i fianchi leggermente.
E,
oh.
Quello
si che era interessante,
A
quanto pare Chris non era l’unico ad avere i Boxer
troppo stretti in quel momento.
Quella
rivelazione gli diede così alla testa che non
aspettò altro ad afferrare i fianchi di Darren per ottenere
più frizione.
“Chris”
mugugnò Darren.
Il
soprano stava giusto per tornare a lavorare sul
collo del ricciolo quando udì qualcuno urlare.
E
tornò alla realtà.
“Stop,
stop, STOP!” urlò Ryan “Ragazzi fatevi
una
doccia fredda, siete Kurt e Blaine non due attori di un film
pornografico!”
Chris,
rimase immobile per un secondo, la
consapevolezza che lo colpiva come un getto di acqua fredda, poi
saltò a sedere
sul letto affondando il viso fa le mani, ormai rosso di vergogna e
squittendo
per l’imbarazzo.
Sentì
il peso sul materasso alleggerirsi e immaginò
che Darren se ne fosse andato.
Non
si girò a guardare in che stato fosse. Stava già
morendo di vergogna così.
Alzò
lo sguardo poco dopo, per vedere Ryan che si
massaggiava gli occhi stancamente, e subito dietro di lui-
No,
oh no!
Il
cast lo stava guardando decisamente allibito.
Già
immaginava i commenti che sarebbero girati su di
loro.
Lea
aveva un manciata di pop-corn a metà strada tra
la sua bocca e la ciotola e Mark aveva stampato in faccia un ghigno di
chi la
sa lunga.
“O-MIO-DIO!”
esclamò quindi Dianna, rompendo “Questa
poi!”
“Ehi
Chris ma dove hai imparato a fare quelle cose?”
urlò una compiaciuta Naya “E poi dicono che sei il
più innocente e piccolino,
alla faccia, avessi mosso ancora un po’ di più i
fianchi e-“
Ma
prima che potesse finire la frase Chris se n’era
già corso via afferrando la prima cosa che trovò
per coprirsi l’imbarazzante rigonfiamento
nei boxer.
Camerino.
Fu
l’unica cosa che riuscì a pensare.
BluCannella
*coff coff*
*saluta imbarazzata per il
ritardo*
Ehm, innanzitutto diciamo che mi
sono un po' lasciata prendere la mano scrivendo questo capitolo.
Non era per niete progettato per
essere così, in verità Kurt doveva attentare alla
virilità di Darren, ma mi sarebbe venuto troppo lungo,
quindi credo che inserirò l"attentato" nella seconda parte
di questo capitolo.
Beh, capiamolo povero Chris, con
Darren Criss mezzo nudo steso sopra di sè non credo che
nessuno riuscirebbe a pensare coerentemente ed a ricordarsi dei suoi
piani malefici, giusto? :)
Bien, spero che vi sia piaciuto il capitolo, io mi sono divertita a
scriverlo! ;)
.
Prometto di aggiornare
più spesso, è solo la fine della scuola che mi
sta uccidendo, scusate.
Un abbraccione
P.s.
*occhioni dolci Darren-style* mi fate sapere che ne pensate? Pleaseeeee
|
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Capitolo 3 *** Equatore (Parte 2) ***
capitolo 2 pdpdt
Capitolo
3
EQUATORE
Parte
2
“Chris,
sei
lì dentro? Posso entrare?”
La voce arrivò alle orecchie di Chris attutita dalla porta
chiusa chiave del
suo camerino, seguita subito da un leggero bussare.
Il
soprano
si strofinò le dita sugli occhi, sospirando pesantemente,
prima di fare entrare
la sua migliore amica.
“Ash”
la
guardò stancamente “Cosa vuoi?”
La
ragazza
sembrò notare l’espressione stanca dell’
attore, perché lo strinse subito in un
caldo abbraccio, accarezzandogli dolcemente la schiena.
“Voglio
solo
farti sapere che io sono qui, e che se vuoi parlare puoi dirmi
tutto.”
Sussurrò.
Si
sedettero
entrambi sul divanetto usato che Chris aveva sistemato in un angolo, e
quest’
ultimo le rivolse un espressione grata.
“E
solo
chè-“ si lasciò sfuggire frustrato
“Io ho vent’anni Ash, sono un ragazzo,
sant’iddio, ho anch’io dei bisogni!”
La
ragazza
gli rivolse uno sguardo consapevole.
“E’
normale
Chris, non devi vergognarti se il tuo corpo reagisce in questo
modo.”
“Sì,
ma-“
iniziò Chris sapendo di potersi fidare dell’
amica, e sentendo il bisogno di
parlarne con qualcuno “E’ che è
così frustrante! Insomma, non è giusto! Non si
può nascere così, così-
così- lo sai come, Ash! E uno non può venire da
me e
baciarmi così. Sono gay dannazione,
non
privo di sentimenti! Non è che si può essere
sempre così allegri, tutti
unicorni felici e diamoci un bacino per salutarci e guardiamoci
Rapunzel insieme mentre mi spalmo su di te ma ‘ehy, siamo amici è normale’!
Non si può! Perché non posso
sopportare tutta questa pressione, non posso sopportare che un ragazzo
si
strofini su di me, abbracciandomi ogni tre per due essendo
così impossibilmente
adorabile! Dio, è
così-“ Si passò una
mano tra i capelli per il nervoso. Le guance ormai rosse ed il fiato
corto.
Ashley
lo
guardava dispiaciuta.
“Parlagliene”
Gli consigliò dunque.
Il
soprano
la guardò come allucinato. “Scusa?”
“Parlagliene”
ripeté quindi lei “digli che ti da fastidio come
si comporta”.
“No,
Ash,
hai idea della vergogna? Io non ho intenzione di-“
Ma
quello
che stava per dire venne interrotto da un leggero bussare alla porta.
“Chris?”
un
voce che l’attore avrebbe riconosciuto tra mille lo
chiamò “Chris, lo so che
sei lì dentro, dai apri!”
“Ommioddio”
squittì Chris “Ommioddio è Darren! Che
faccio? Che faccio? Mi nascondo!
Nascondimi Ash ti prego nasc-“
“Non
ci
pensare neanche!” lo fermò l’amica
prendendolo per il colletto e tirandolo
fuori dal tavolo sotto il quale si era gettato.
Sotto
lo
sguardo allibito dell’ amico si diresse poi verso la porta,
la aprì, rivelando
un Darren che sembrava fosse appena sopravvissuto ad un uragano, e se
ne andò,
rivolgendo Chris
un’ occhiata
ammonitrice. “Pensa a quello che ho detto” aggiunse
solo.
Nel
frattempo Darren era entrato chiudendo la porta del camerino dietro di
sè. Le
mani in tasca ed un espressione imbarazzata sul volto.
“Ehm”
iniziò
incerto sul cosa dire, grattandosi il collo come faceva sempre quando
era
nervoso “Ciao”
Chris
sorrise a quel gesto; c’erano cose di Darren che ormai
conosceva alla
perfezione, era un libro aperto per lui, ed adorava quel potersi capire
in un
solo sguardo.
Ed
in quel
momento poteva capirlo benissimo. Poteva capire benissimo che era
imbarazzato,
che non ne voleva veramente parlare, e che aveva paura, come Chris, che
quello
appena successo rovinasse la fantastica amicizia che condividevano.
Ma
era lì,
perché Darren Criss era sempre maledettamente fantastico,
così perfetto, così
comprensivo da far male.
“Senti-“
iniziò indeciso Chris “Non dobbiamo per forza
parlarne.”
“No
ma io-“
alzò lo sguardo Darren, e suoi occhi, ancora più
enormi de solito, incontrarono
quelli di Chris “Io vorrei. Parlarne”
Chris
aspettò che dicesse qualcosa d’altro, ma il
ricciolo sembrava star combattendo
una lotta interiore dentro di sé.
Davvero
non
capiva. Perché non si limitava a dirgli che gli faceva
schifo? C’era abituato,
avrebbe potuto sopportarlo un’ altra volta.
Sentì
Darren
prendere un respiro profondo.
“C’è
una
cosa che devo dirti Chris” iniziò esitante
“il fatto è- è che io-“
Il
soprano
chiuse gli occhi.
Già
lo
sentiva, il forte e sonoro rumore dello schiaffo che stava per
ricevere, quello
che lo avrebbe spezzato.
“Fatina”
“Frocio”
“Donnicciola!”
“Fai schifo!”
“Sei rivoltante!”
Ci
era già
passato, ma sapeva che con Darren sarebbe stato più
difficile.
Rifiuto.
Si
sentiva
un rifiuto.
Strinse
più
forte le palpebre, aspettando l’offesa che però
non arrivò.
Aprì
quindi
gli occhi per vedere quello che stava succedendo.
E
si accorse
solo allora che Darren aveva un’ espressione che era tutto
fuorché di scherno,
e che si era avvicinato, molto.
“Chris”
sussurrò, ed il suo respiro scaldò le labbra del
soprano, ed il suo viso si stava avvicinando, sempre di più,
lentamente.
Per
un attimo Chris pensò davvero di poter eliminare tutte le
sue difese, desiderando solo di poter fermare quel momento e restare
così per sempre, occhi negli occhi, nocciola nell' azzurro.
Ma
poi si risvegliò, sapendo che non poteva permetterselo.
Non è quello che vuole, non lo
sarà mai. Non
sperare in cose che non possono accadere, Chris.
E
fu così
che, all’ultimo si scostò, e strinse
l’amico in un semplice abbraccio,
caldo e forte.
“Ti
voglio
bene, Darren.”
Gli
bastava quello?
Non
importava.
“Allora,
oggi serata copione?” Kevin entrò in sala prove
saltellando per l’euforia.
La
cosiddetta serata copione avveniva
una volta al mese, ed era ospitata ogni volta a casa di un membro
diverso del
cast.
Chi
ospitava
poteva scegliere il copione che avrebbero usato per la volta
successiva, e poi
sarebbero stati estratti i nomi di chi avrebbe interpretato i vari
personaggi
dello show.
La
tradizione andava avanti da ormai più di un anno, ed i
ragazzi non aspettavano
altro, ogni mese, che quel giorno per divertirsi.
Quel
sabato
sera sarebbe toccato a Chris ospitare, e aveva sperato seriamente che i
suoi
colleghi se ne fossero scordati, perché non aveva davvero
voglia di ripulire la
casa dal casino che avrebbero sicuramente lasciato.
Aveva
sperato male, a quanto pareva.
“Sìììììì”
si
levò infatti un coro di assenso da tutto il cast.
“Ed
oggi
ospita il nostro piccolo Chris!” urlò quindi Mark,
precipitandosi verso
l’attore e scompigliandogli i capelli.
“Evvai”
rispose quindi quest’ultimo con un tono che era tutto
fuorché felice.
“Eddai,
puoi
anche scegliere il copione per la prossima volta! Cosa vuoi di
più dalla vita?”
“Svegliarmi
domani mattina e trovare la mia casa ancora intatta.”
“Sì,
e
magari saper volare e possedere le Hawaii. Insomma Chris un desiderio
più
raggiungibile, dai!”
Come non detto, pensò il
soprano per poi
annuire ed asserire che però non avrebbe accettato alcolici
in casa sua.
Cosa
che
ovviamente non venne rispettata per niente.
Infatti
quando Chris aprì
la porta per far
entrare i suoi colleghi, quella sera, il primo che si
precipitò dentro fu un
Mark iperattivo con in mano due casse piene di bottiglie degli alcolici
più
vari.
“Mark,
santo
cielo!” sbraitò quindi “Ti avevo detto
niente alcolici! Quale parte di niente
alcol-“
“Oh,
Chris,
dai, smettila di fare tanto l’innocentino” lo
interruppe con aria divertita
l’amico “Divertiti un po’! Tanto lo
abbiamo visto tutti oggi cosa riesci a fare
con quel tuo corpicino. Sembri tanto un bravo ragazzo ma in
realtà-“
Fu,
per sua
fortuna, salvato dall’ essere spellato vivo da un rumore di
vetri
rotti che proveniva dal salotto.
Il
padrone
di casa si affrettò ad andare a controllare, e
trovò Cory che guardava
dispiaciuto il lampadario della stanza ormai a pezzi sul pavimento.
Dio
solo
sapeva come ci era arrivato a rompere un lampadario.
“Chris,
io,
scusa, è-“ balbettò sconclusionatamente
“E’ che stavo saltando sul divano, e
l’altezza- sai, sono cresciuto in fretta- non so
ancora-“
Chris
lo
guardò con gli occhi spalancati, aveva creduto che la
sanità mentale dei suoi
colleghi vietasse loro almeno di saltare dal divano di casa sua in
groppa ad
una scopa con una sciarpa di Harry Potter al collo.
Evidentemente
credeva male, perché fino a prova contraria era esattamente
quello che Cory
aveva appena fatto.
Aprì
la
bocca per dire qualcosa, ma non riuscì a dire niente.
Era
troppo
sotto shock per anche solo sgridare qualcuno.
Gettò
una
paletta nelle mani del ragazzo, intimandogli con uno sguardo assassino
di
pulire subito, e poi si affrettò alla porta per rispondere
al campanello che nel
frattempo aveva suonato.
“Ehy
Chris!”
lo salutò Darren quando l’attore aprì
la porta, alzando poi un pacco di Diet
Coke che teneva in mano “ho pensato che per stasera avresti
avuto bisogno di
tante di queste, sai. Sarà una notte molto
lunga per te”
Chris
resistette all’ impulso di saltargli addosso per la
felicità solo perché aveva
visto poco tempo prima i risultati che una tale azione avrebbe
implicato.
Quindi
si
limitò a ringraziarlo con un sorriso educato ed a scostarsi
dalla porta per
farlo entrare.
“Ok
ragazzi!” urlò quindi quando ormai erano in mezzo
al salotto “Ci siamo tutti?”
“Manca
Heather ma solo perché è tornata negli Studios a
prendere Lord Tubbington: dice
che se ci sarà una scena con lui vuole che stia ad assistere
per vedere se interpretiamo
il suo personaggio bene.”
“Oh”
fu
tutto quello che riuscì a dire Chris
“Sì, ehm, mi sembra una- ehm- cosa
intelligente, sì”
“Bene”
saltò
in piedi allora tutto allegro Mark “indovinate un
po’ chi doveva scegliere il
copione per oggi?”
“Dio Mark lo sappiamo!” esclamò
esasperata Lea “E’ tutto il giorno che continui
a correre in giro ed a urlarlo!”
“Risposta esatta!” esclamò esaltato il
ragazzo, prima di prendere il
sacchettino con dentro i nomi di tutto il cast, pronto ad estrarre.
“Ed
ora,
indovinate che puntata il vostro amatissimo” e qui tutti i
presenti nella
stanza sbuffarono “Mark ha scelto?”
“Fammi
indovinare” disse Chris sarcastico, che si era intanto
posizionato su uno dei
divanetti in salotto “C’è tanto, tanto
pomiciare”
“Oh”
la faccia
di Mark si oscurò “Come fai a saperlo?”
“Lavoro con te da tre anni ormai.”
“Comunque!”
si riprese dal momento di tristezza l’attore
“Qualcuno indovina qual’ è la
puntata? Su, dai! Chi indovina può estrarre i
ruoli!”
“Sexy!”
“No!”
“Original
Songs!”
“No,
dai è
scontata! VI sembro un tipo scontato?”
“Rumors!”
“No!”
“Non
è ‘The
First Time’ vero?” chiese ad un tratto spaventato
Chris “Perché se lo è vi
castro tutti, uno ad uno, e se la natura mi impedisce di avere organi
genitali su
cui sfogare la mia frustrazione troverò un modo di farvi
male lo stesso!”
“Ripeto,
ma
sono così scontato?” sbuffò Mark
“No, non
è quella, non riuscirei mai a reggere una scena
del genere due volte in
un giorno, tutta quella tensione sessual-“
“Mark!”
“Ok,
ok,
scusa Chris, stavo solo dicendo-“
“Mark!”
“Va
bene la
smetto. Dai altre idee?”
“Never Been
Kissed!” urlò
Ashley a pieni polmoni.
“Esatto!”
Mark sorrise ad Ashley, e poi, credendo che Chris non stesse guardano,
le fece
l’occhiolino.
L’occhiolino.
E
lei
rispose con un cenno divertito.
Qui c’è puzza di bruciato.
Ma
Chris non
ebbe nemmeno il tempo di pensarci bene perché senza tante
cerimonie la ragazza
ficcò la mano nel sacchettino ed iniziò a pescare.
“Nella
parte
di Blaine Anderson-” Ashley fece una pausa per aumentare la
suspense (nel caso
di Chris per aumentare le sue possibilità di prendersi un
infarto) “-Amber Riley!”
“Evvai!”
Amber si alzò di scatto, diede il cinque a Darren che
sorride divertito, e
corse a prendere il cartellino che l’avrebbe contrassegnata
come Blaine Anderson.
“Nella
parte
di Rachel Berry- Cory Monteith!”
“Nella
parte
di Quinn Fabray- Jenna Usc-cavolo il tuo cognome ancora mi
dà problemi,
bellezza!”
Jenna
si
alzò ridendo al commento dell’amica e corse come
gli altri a prendere il suo
cartellino.
Disse
molti
altri nomi fino che
non rimasero senza
ruolo solo Kevin, Darren e Chris, e, casualmente,
i ruoli rimasti erano quelli di Mike, Kurt, e Karofsky.
“Nel
ruolo
di Kurt Hummel-“ Ashley cercò malamente di
riprodurre un rullo di tamburi
battendo la scopa sul tavolino di fianco, facendo cadere a terra un
vaso di
ceramica cinese, cosa che Chris, grazie al cielo, sembrò non
notare, visto che
era piuttosto preso nell’ascoltare la collega
“Darren Criss!”
Merda.
“E
nel
fantastico ruolo di David Kaofsky-“
Avete presente quando nei
film il protagonista
dice “tanto le cose non possono andare peggio di
così” e poi piove. Oppure
quando durante un interrogazione speri con tutto te stesso che non ti
faccia
proprio quella domanda che non sai, ed è proprio quella che
l’insegnante ti fa?
Ecco.
“-Chris
Colfer!”
Chris
si
alzò lentamente, borbottando qualche imprecazione sottovoce,
si avvicinò ad
Ashley, prese velocemente il suo cartellino, e si sedette accanto agli
altri.
Odiava le serate-copione.
Vedere
Cory interpretare
Rachel Berry era la
cosa più esilarante che esistesse.
Il
ragazzo
ci tentava, davvero, di fare del suo meglio nel muovere i fianchi come
una
ragazza, nel cercare di raggiungere le note che lei raggiungeva,
nell’
atteggiarsi da diva piena di sé, ma il risultato era un
insieme di goffaggine
che avrebbe fatto ridere persino la McGranitt.
La
serata
andò avanti lliscia, con molte risate ed alcol in
concentrazioni anche troppo
alte.
Chris
aveva
rinunciato dopo la sesta lattina a cercare di non farsi correggere la
bibita
con il Rum, ed ora era piuttosto brillo.
Era
giusto
il momento in cui dovevano girare la scena, la fatidica scena, quando a
Chris venne
l’idea.
Sì,
una di quelle idee.
Poteva
non
avere il consenso di Ryan ma riuscire a far del male a Darren comunque,
no?
Si
congratulò, lo stava facendo troppe volte ultimamente, con
sé stesso e poi si
concentrò sulla scena che avrebbe dovuto recitare.
Ma
da dove
spuntavano i pop-corn?
Perché
Chris
non si ricordava di aver visto così tante ciotole in mano ai
suoi colleghi,
durante le altre scene?
Beh,
di
sicuro quei cartelloni che osannavano la Klaine prima non
c’er-
Oh.No.
Stava
già per
mettersi ad urlare quando qualcuno lo spinse sul palchetto improvvisato.
Era
il suo
turno.
Vide
Darren che
si avvicinava tutto sculettante (Guadagnandosi un ‘ehi ma io non
cammino così!’
da parte del soprano, che
però venne
subito zittito dal pubblico), si mise quindi nella posizione
più minacciosa che
riuscì e lo spinse forte contro il muro.
Una
serie di
fischi si levò dai loro spettatori.
“Ehi,
Chris,
non farti bruciare dalla passione, mantieni un po’ della tua voglia per dopo!”
Ululò Naya divertita.
“Oh,
zittitevi!” borbottò Chris, prima di allontanarsi
a grandi passi da Darren che
come da copione, si rialzò e lo seguì.
“Ehi!”
urlò
quindi il ricciolo.
“Ehi,
sto
parlando con te!”
Chris
si
fermò al lato del palchetto.
“Lo
spogliatoio delle femmine è di là”
Si
sentiva
male ad interpretare la parte di un apparente omofobo, soprattutto
quando
sapeva cosa si provava a stare dall’ altra parte.
Darren
dal
canto suo sembrava molto preso nel suo interpretare Kurt, quindi
vestì un
espressione fiera ed urlò.
“Qual
è il
tuo problema?”
“Come?”
Chris si finse scocciato.
“Cos’
è che
ti fa tanta paura?”
Dio,
Darren doveva
smetterla di recitare così bene, oppure Chris avrebbe perso
ogni inibizione e
gli sarebbe saltato addosso per confortarlo. Sembrava così- vero.
“A
parte te
che arrivi qui per spiarmi l’uccello?”
cercò di dirlo con voce atona, ma sull’
ultima parola si spezzò.
“Certo
è il
terrore di tutti voi etero che ogni gay voglia molestarvi e convertivi!
senti
un po’ salamone: guarda che non sei il mio tipo!”
Chris
poteva
sentire il calore del corpo di Darren irradiare dai suoi vestiti ed
avvolgerlo.
“Davvero?”
“Sì”
il viso
di Darren si illuminò di rabbia, una goccia di sudore che
gli scivolava sulla
fronte, verso il collo.
Chris
si
perse a fissarla e quasi si perse la battuta successiva.
“-udaticci
che saranno pelati a trent’anni!” stava urlando
Darren.
“Non
provocarmi”
digrignò allora i denti Chris, gli occhi ridotti a due
fessure, la disperazione
che trasudava dalle sue parole.
“Mi
vuoi
colpire? Avanti!”
Dio, no, non voglio colpirti, voglio
sbatterti contro il muro qui davanti a tutti e scoparti fino a che non
sentirai
più niente.
Al
posto di
quello disse solo “Non provocarmi.”
“Colpisci
tanto non puoi cambiarmi, i pugni non cancelleranno né la
mia omosessualità nè
la tua ignoranza!”
“Non
farti
più vedere” riuscì a dire, Darren era
così vicino, così vicino.
Lo
vide
prendere un bel respiro.
“Sei
solo un
bambino terrorizzato” iniziò con tutta la rabbia
che aveva in corpo “che non sa
quanto è speciale essere sé stessi!”
Oh, vaffanculo.
Le
labbra di
Darren erano lì, davanti a lui, morbide e piene.
Dio,
quanto
avrebbe voluto sporgersi e colmare la distanza che le divideva dalle
sue.
Stava
giusto
per catturarle nel bacio che il copione, (il
copione ovvio, non Chris), richiedeva quando si
ricordò il suo piano.
Velocemente
cercò di alzare la gamba per dare una ginocchiata nelle
parti basse dell’
attore, ma si ritrovò immobilizzato da Darren contro il muro
(non sapeva davvero come ci
fosse arrivato) senza la possibilità di muoverla.
Dannazione.
Serviva
un
piano B.
E,
senza pensarci
troppo, sapendo che nel giro di qualche secondo i colleghi si sarebbero
iniziati a chiedere perché Chris non si sbrigasse a baciare
Darren, fece la
prima cosa che gli venne in mente: abbassò la mano sul
cavallo dei pantaloni di
tuta del ricciolo e strizzò con tutta la forza che aveva.
Il
gemito
poco soffocato del collega bastò a fargli capire che aveva
sbagliato strada.
Darren
infatti sembrava averlo preso come un invito ad iniziare il bacio,
perché velocemente
avvicinò la testa a quella del soprano, in cerca delle sue
labbra.
MerdaMerdaMerda!
Chris, concentrati!
Oddio si sta avvicinando, emergenza
emergenza!
Poi
accadde
tutto in un minuto.
Chris
riportò
in fretta la mano all’ altezza della vita di Darren,
prendendo un profondo
respiro, e poi stringendo, più forte.
Darren,
saltò indietro con un urlo di dolore tirando con
sé Chris, ed entrambi finirono
giù dal palco cadendo su Lord Tubbington che nel frattempo
era arrivato con
Heather.
“Uhuuuuu!”
un
urlo di apprezzamento si levò dagli attori “Ci
piace così!”
“Fatevi bruciare dal fuoco della passione!”
“Vai
così!”
“Io
vi amo!”
“Rude
è
bello gente!”
Sul serio, quei ragazzi avevano bisogno di una
vita sessuale, loro.
Ma
mentre
Chris stava passando mentalmente tutti i vari modi in cui avrebbe
potuto far
del male ai suoi amici, Darren si alzò da sotto di lui e
scattò in piedi.
“Dannazione
Chris ma che ti passa per la testa?!”
Il
soprano
lo guardò con espressione colpevole.
“io-“
“Prima
mi
accechi, poi tenti di castrarmi, cosa c’è che non
va in te?”
“M-mi
dispiace. Non volevo farti male”
Darren
fece
una risata isterica.
“Mi
spieghi
almeno perché, di grazia?”
Perché mi distrai, santi Pietro e
Paolo o chi per lui!
Perché ogni volta che ti vedo non riesco a fare a meno di
pensare a come
sarebbe bello passare tutto il giorno solo a baciarti! (O a fare altro
ma questo non lo diciamo)
“Beh,
in
qualche modo dovevo farti pagare il divano che mi hai sfasciato a forza
di
saltarci sopra, no?”
Ed
a quel
punto Darren rise. Rise forte. E lo abbracciò,
perché davvero, Chris era
formidabile, impossible, ma
formidabile.
Ed
il resto
della serata continuò senza intoppi.
Alla
fine
della serata, quando Chris stava riordinando il disastro che era
rimasto nel salotto, per caso raccolse i bigliettini con su scritti il
suo nome e quello di
Darren.
Erano
di un
colore diverso dagli altri.
E ti pareva.
BluCannella
Wow.
Solo- WOW!
Cavolo gente, ma come faccio a ringraziarvi?
Sono sotto shock, lo giuro.
Sarete responsabili della mia prematura dipartita perchè,
cavolo, siete fantastici!
Ho 50 seguite con solo due capitoli!
Piango.
Lo giuro.
E vogliamo parlare delle fantastiche recensioni?
Vi amo, e tanto anche.
E i preferiti? --> :O
E mi sono accorta che sono tra gli autori preferiti di qualcuno!
E' una bellissima sensazione.
Ok, bando alle ciance, passiamo a cose serie.
Et voilà un altro capitolo, bellezze!
E' stata una faticata scriverlo perchè avevo mille idee per
ogni singola scena ed ho dovuto sceglierle (perchè
chiaramente non potevo mettere venti versioni di una sola scena, no)
Mi scuso per il ritardo, ora dovrei riuscire ad aggiornare una volta a
settimana, visto che la scuola sta per FINIREEE!
Yayyyyyyyyyyyyyyyyyyyy
Ringrazio tutti di cuore, spero che il capitolo vi sia piaciuto,
prometto che le cose si faranno presto più movimentate.
(ah, come lo prendereste un eventuale cambiamento di rating- rosso-?)
Un abbraccione
BluCannella
P.s. recensioni = biscotti al cioccolato = GNAM!
;)
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Capitolo 4 *** 4. Mani ***
Capitolo
4
MANI
Qualcosa
vibrava.
Odiava
essere svegliato da
qualcosa che vibrava.
Non lo
sopportava.
Chris si
stropicciò gli occhi e
cercò a tastoni l’interruttore della luce.
La accese e
si accorse che il
telefono aveva smesso di vibrare, quindi si permise di indugiare nel
letto per
qualche minuto di più e stiracchiarsi per bene, muovendo gli
arti intorpiditi
dalla stanchezza.
Quando,
però, sentì che il
cellulare aveva ripreso di nuovo, si fece violenza fisica per alzarsi e
muovere
del lenti passi verso il mobile in fondo al letto.
Con lo
sguardo riuscì a catturare
l’immagine della sveglia che brillava sul comodino, e con
orrore vide che
segnava le cinque di mattina.
Chi cavolo
lo voleva chiamare
alle cinque di mattina?
Mugugnò
di fastidio e, quando
vide il nome che lampeggiava sullo schermo, quasi gli venne da
schiaffarsi in
faccia per non averci pensato prima.
Darren.
E
figurarsi, era ovvio
che l’unico essere umano di sua
conoscenza che avesse il coraggio di svegliarlo nel bel mezzo del suo
prezioso
sonno era Darren Criss.
Si
meravigliava di esser stato così stupido e non averlo
realizzato subito.
Afferrò
il telefono e, sorridendo diabolicamente, aspettò ancora
qualche secondo prima
di cliccare il tasto verde.
Lui lo
stava svegliando alle cinque di mattina, si meritava di aspettare un
po’, no?
“Pronto?”
rispose in fine, in un tono che non seppe definire, visto che era un
misto tra
arrabbiato assonnato e neutro.
“Ehi
Chris! Ti ho svegliato?”
No
guarda, stavo giocando a poker con la mia vicina di casa morta da ormai
tre
anni.
Ma non
ebbe il tempo di dare voce ai suoi pensieri che Darren aveva ripreso a
parlare.
“No
perché, se ti ho svegliato non volevo, davvero. E mi
dispiace tanto e- Sì,
forse dovrei rimettere giù, mmh, è una buona idea
scusa se ti ho disturbato è
che non ho dormito ed ho preso tanta caffeina, no, non era caffeina, e
però
volevo dirti una cosa. E’ che ora non me la ricordo e- oddio
mi dispiace sto
parlando a vanvera, e forse era questo che volevo dirti? NO non era
questo, ora
attacco io mi spiace ma-“
“Ehi,
Ehi, EHI Darren! Smettila!” Chris lo
interruppe cercando di calmarlo “Sì,
mi hai svegliato, ma tranquillo, non è presto, o perlomeno,
non lo è per i tuoi
standard. Ci sono state volte in cui mi hai svegliato alle tre di notte
e ti
sei fatto meno problemi. Ora mi fai un bel respiro e mi dici
cos’è successo?”
“Cos’è
successo, cos’ è successo? Oh.
Cos’è che è successo? Non mi
ricordo!”
Chris
si grattò il collo cercando di capire che cosa stesse
succedendo, finchè non
sentì un tonfo ed il rumore di vetri infranti provenire dal
telefono.
Sentì
qualcuno urlare forte, e si premette le dita sulle tempie per scacciare
il mal
di testa crescente.
Di
sicuro niente di quello che stava succedendo era positivo.
“Darren,
dove sei?”
“Eh?
Oh?” chiese
Darren, come se stesse uscendo da uno stato di trance “In
un posto-“
“Sei
ubriaco, Darren?”
“Chi?
Io? Ubriaco? Ma và!” poi
sentì un altro tonfo e delle risate isteriche
che era sicuro provenissero dal suo collega.
“Darren?”
lo
ammonì Chris gentilmente.
“mmh?”
“Ti
ho chiesto se sei ubriaco.”
“Credo
di sì”
la voce non era più alta di un sussurro ma a Chris
bastò per comprendere
la situazione.
Darren
sapeva controllarsi, era, in fondo, una persona responsabile, e
ritrovarsi
ubriaco in un posto di cui neanche si ricordava il nome non era
sicuramente
qualcosa che faceva quotidianamente.
Quindi
era normale per il soprano sentirsi enormemente preoccupato.
“Dimmi
dove sei che ti vengo a prendere.” Chris non
ci pensò neanche due volte, si precipitò
fuori dalla camera e saltellò in salotto cercando di
infilarsi un paio di
pantaloni della tuta ed una maglietta senza staccare
l’orecchio dal telefono.
“Uh”
sentì Darren mugugnare “Non lo so
dove sono-“
“C’è
qualcuno lì con te?”
“Sì,
taaaanta gente!” Darren
ridacchiò ed il suo tono si alzò di qualche
ottava, risultando quasi infantile.
“Bene,
chiedi a qualcuno dove sei”
istruì Chris prendendo le chiavi della macchina
ed affrettandosi a chiudere la porta di casa.
Scese
le scale sotto il portichetto, mentre aspettava in ansia istruzioni da
Darren,
ma il telefono restava silenzioso nelle sue mani.
Entrò
di corsa nella macchina, e poggiò la testa sul volante,
cercando di
concentrarsi su ciò che doveva fare, per non cadere vittima
del sonno e della
testa che ormai sembrava gli stesse per scoppiare.
Quando
la voce squillante di Darren uscì nuovamente dal telefono
quasi non saltò dallo
spavento.
Gli
diede il nome e l’indirizzo di un bar, di cui Chris neanche
conosceva
l’esistenza, e poi, dopo aver promesso a Chris che non si
sarebbe mosso da lì,
chiuse la telefonata.
Chris,
dal canto suo, cercò di guidare il più
velocemente possibile, e ringraziò il
cielo quando, arrivato davanti al locale, vide Darren seduto su una
panchina.
Il
ragazzo sembrava, e qui Chris alzò gli occhi al cielo
perché, se era ridotto
così, allora la sbronza doveva essere colossale, intento ad
intrattenere un
sorta di conversazione con un gatto, e quando il soprano si
avvicinò, non alzò
neanche lo sguardo.
“Sì”
stava dicendo il ricciolo, annuendo convinto “Sono totalmente
d’accordo con te,
Ryan, il mercato azioni ha subito una grave-“
“Darren?”
Chris provò a chiamarlo, insicuro se dover ridere o piangere
della situazione.
“Eh?
Oh? Chris!” salutò felice quando si accorse di lui
“Stavo giusto parlando con
Ryan-“
“Ryan.”
ripetè scettico Chris “Un gatto, Darren?”
Vide
Darren ridere con sé stesso e poi girarsi verso il gatto e
sussurrargli nell’
orecchio qualcosa.
In
verità il termine più esatto era urlagli, ma
Chris credeva che l’intento di Darren fosse quello di non
essere sentito.
“E’
lui il ragazzo di cui ti ho parlato!” stava appunto dicendo
il ricciolo “Te
l’avevo detto che era bellissimo, eh?” poi lo prese
un altro attacco di
risatine e si piegò in due sulla panchina.
Chris,
intanto, sentiva le guance andargli a fuoco.
Aveva
sentito male o Darren gli aveva appena detto che era bellissimo?
“Ehi
Chris, lo sai che sei bellissimo?”
No,
anche se prima aveva sentito male, ora ne era sicuro, dato che il
ragazzo in
questione l’aveva appena urlato.
Fu
allora che Chris decise di intervenire.
Ignorò
il senso di lusinga, eccitazione e- speranza?- che lo aveva invaso e si
precipitò verso Darren prendendolo per un braccio.
“Ora
è
meglio se andiamo, Darren.”
“No!”
provò a protestare quindi lui, puntando i piedi per terra
come i bambini e
mettendo il broncio “Ma io devo finire di parlare con
Ryan!”
E si
girò verso il gatto, lanciandogli un’espressione
di scuse.
“Dai,
Darren!” Sbottò il soprano irritato “Se
non ti muovi entro il tre la prossima
volta che lo vedo, dico a Ryan, quello umano, che hai chiamato un gatto
con il
suo nome, e poi vedi cosa succede!”
“No,
NO! Ti prego vengo con te!” urlò quindi disperato
Darren.
Chris
allora lo trascinò fino alla macchina e lo sbattè
di peso sul sedile.
“Ora”
disse sedendosi a sua volta e mettendo in moto la macchina
“Mi devi fare un
favore.”
“Ma
scerrrto, mon cherì!” ululò Darren,
cercando di imitare in modo fallimentare un
accento francese.
“Abbassa
la voce, per piacere”
“Ok”
sussurrò Darren, la voce che poteva a stento essere sentita
da Chris, poi un
altro accesso di risa lo prese e Chris sbuffò, lasciando
perdere e tornando a
concentrarsi sulla strada.
Quando
arrivarono davanti a casa sua, Darren si era già
addormentato e stava russando
come un trattore.
Dopo
diversi tentativi, alla fine, Chris riuscì a svegliarlo ed a
trascinarlo in
salotto, poi, esausto, lo fece sdraiare sul divano e si sedette anche
lui ai
suoi piedi.
“Un
giorno o l’altro non risponderò più
alle tue chiamate, Darren” disse qualche
momento dopo.
“mmh”
mugugnò l’altro, sistemando la guancia meglio
sulle sue mani giunte “ ‘on ppo
bllo”
“Eh?”
chiese Chris, con uno sguardo divertito.
“Ho
detto che sono troppo bel- yahwn- lo” Rise, soffocando, con
una mano, lo
sbadiglio.
“No,
no Dar, non addormentarti in questa posizione, non va bene!”
“Ok”
annuì Darren, e sul viso gli si aprì un enorme
ghigno, “allora credo proprio
che andò- IN CAMERA TUAAA!” E, detto
ciò, saltò in piedi e si fiondò sul
letto
di Chris, rimbalzando più volte e facendo cigolare le molle.
“Darren!”
esclamò Chris indignato, seguendolo subito dopo
“Quello è il mio letto!”
“Lo
so!” sorrise di rimando Darren.
“Allora
scendi, subito!”
“Ma
è
morbido!”
“Appunto!”
“Appunto! Dai
Chris, condividi! Si può sempre dormire in due!”
“Ma
neanche per sogno!” Sbottò il soprano indignato
“il letto è mio!”
“Però
ora ci sono io!”
Quando
però vide che Chris non accennava ad addolcire la sua
espressione, e rimaneva
con un cipiglio severo in viso e le braccia incrociate, un sorriso
furbesco gli
si dipinse in faccia.
“Chriiiiis!”
Chiamò “Puoi venire un attimo qui?”
L’attore
sbuffò, ma si avvicinò al letto.
“Che
c’è, Darren?”
“E’
solo che-“ inizò, poi la sua espressione
cambiò nuovamente, ed alzò le mani per
trascinare Chris sul letto con lui.
“Dar-
che? No, no ti prego, non il solleticooo” Chris
iniziò a contorcersi dal
ridere, le mani di Darren che gli solleticavano l’addome, la
schiena, il collo e
tutto ciò che riusciva a raggiungere.
“Eddaii!”
lo pregava intanto Darren “Dormi qui con mee!”
“No,
Darren non va- ahhh- b-bene, noi O DIO SMETTIl- ahaha!” Chrsi
si arrotolò su sé
stesso ma facendo ciò espose maggiormente la schiena, che
venne prontamente
assaltata dl ricciolo.
“Daii”lo
implorò ancora una volta Darren, e questa volta le mani
smisero di solleticarlo
ed iniziarono a massaggiargli la schiena, i palmi aperti e caldi che
bruciavano
sopra la stoffa della maglietta.
“Chriiis”
lo canzonò, avvicinando la bocca all’ orecchio del
soprano “Lo sai perché ho
bevuto? Eh? Eh? Lo sai?”
“Perché?”
chiese Chris sbuffando, iniziando ad averne abbastanza dell’
infantilità dell’
amico ubriaco.
“Non
te lo dico se non mi lasci dormire con te, sciocchino!” fu
l’ allegra risposta
del ricciolo.
Chris
sospirò, e considerò la situazione.
Stava
ricevendo un massaggio fenomenale da Darren, il quale era nel suo
letto, vestito,
grazie a Dio, ma ubriaco.
Tuttavia
quel massaggio era davvero un bel massaggio, e le sue mani erano
davvero piene
di talento, e Chris si ritrovo a pensare a come sarebbe stato averle in
posti
più bassi-
Chris,
concentrati!
E
proprio in quel momento Darren massaggiò un fascio di nevi
in tensione che gli
mando un brivido in tutto il corpo.
“Ah!”
gemette preso alla sprovvista.
“Vedi?”
Sorrise Darren, soffiandogli sul collo ed abbracciando il corpo del
ragazzo che
gli dava di schiena. “Lo sai che sono bravo ad usare le mie
mani!” disse con
tono- aveva sentito male o era malizia quella nella voce del ricciolo?
Stava
giusto per rispondere, quando sentì il respiro di Darren
farsi più regolare, e
la testa appoggiarsi pesantemente sull’ incavo del suo collo.
Darren
si era addormentato.
E
Chris era intrappolato tra le sue braccia, e le sue mani che erano
aperte sul
suo torace, e si muovevano lentamente in piccoli cerchi.
“Darren?”
provò a svegliarlo, ma ottenne solo un mugugno ed il
ricciolo che si strinse
ancora di più a lui.
Allora
Chris decise di arrendersi, considerò che ormai erano le
sette, e che avevano
ancora un po’ di tempo per dormire prima delle prove quel
pomeriggio, e che
aveva davvero bisogno di prendere sonno ed inoltre-
Ma nel
giro di due secondi stava già dormendo, le mani
inconsapevolmente strette su
quelle del ragazzo abbracciato a lui.
“Ehi
Chris”
La
voce del ragazzo non ottenne risposta nel silenzio della stanza.
“Volevo
solo mantenere la mia promessa, sai? Ti dovevo dire perché
mi sono ridotto
così.”
Quando
vide che il soprano non accennava a rispondere fece un sospiro profondo
e si
strinse di nuovo a lui, rassegnandosi a non ricevere risposta.
“Sei
bellissimo quando dormi” sussurrò solo.
Poi
tornò a dormire anche lui.
La
mattina dopo Chris entrò negli studios con una Diet-Coke in
una mano ed il
copione dell’ altra, tentando in tutti i modi di ricordarsi
le sue battute, ma
non avendo molto successo vista la mancanza di sonno dovuta alla serata
precedente.
Quando
quella mattina si era svegliato ancora abbracciato a Darren, si era
districato
dalla sua stretta ed era corso a farsi una doccia.
Poi
era andato a svegliare il ricciolo e gli aveva dato dell’
acqua corredata da
due aspirine, per cercare di ridurre il dopo-sbornia che gli aveva
sicuramente
preso la testa.
Darren
aveva ringraziato, e poi, con un’ espressione strana in viso,
si era scusato e
si era fiondato fuori dalla porta per prendere un taxi e tornare a casa
sua.
Chris
non aveva ben capito cosa fosse successo, ma aveva attribuito tutto al
suo
stato di ubriacatura latente e lo aveva lasciato andare senza fare
obiezioni.
Lui,
in quel momento, era un uomo con un obbiettivo, e quel giorno, il suo
obbiettivo, stava nell’ entrare nell’ ufficio di
Ryan Murphy e compiere la sua
missione.
Aprì
la porta di vetro, piano, e si affacciò nell’
ufficio, chiedendo il permesso di
entrare.
Ryan
era seduto sulla sua poltroncina, impegnato a scrivere qualcosa su dei
fogli
sparsi sul bancone.
Era
tutto perfetto.
Era
ormai passato quasi un mese dall’ ultima richiesta che gli
aveva fatto, quindi
probabilmente Ryan neanche se ne ricordava, il che dava mille punti di
vantaggio a Kurt, che partiva a parlare con un produttore non prevenuto
nei
riguardi delle sue fantastiche idee.
“Ryan!”
iniziò salutandolo, sfoderando l’espressione
più innocente del suo repertorio.
“No,
no, NO! Io conosco quel ghigno! Christopher Paul Colfer, dimmi che non
è un’
altra di quelle tue ide-“
Ok,
forse doveva rivedere la sua espressione
“innocente”.
“NO,
ma è ovvio che no, insomma Ryan ma per chi mi hai
preso!” ridacchio
nervosamente il ragazzo, cercando disperatamente una scusa sensata.
“Il
fatto è-“ iniziò cercando di
dimostrarsi sicuro “Che ho avuto una- come la si
può chiamare, illuminazione?”
Ryan
lo guardò scettico, ma annuì per lasciarlo
continuare.
“Si
ehm, sai che il mio genio guarda anche indietro, no?”
iniziò deglutendo “E mi
chiedevo se quella volta- sì quella in cui ti ho proposto
che
KurttenesseilmicrofonoaBlaineperchènonavevapiùlemani
magari tu non mi avessi
negato il permesso senza, eh, pensarci, ecco.”
“EH?”
fu tutto quello che uscì dalla bocca del produttore
“Chris, non è che
parleresti un po’ più lentamente?”
“Oh”
iniziò Chris torturandosi le mani “Credo che sia
giusto che
Blaineperdal’usodellemani.”
“Cosa?”
“Che
Blainenonabbiapiùlemani!”
“Chris,
più piano, per l’amor del cielo!”
“Che
Blainesifacciamaleeperdal’usodellemani”
“Chris,
santo-“
“CHE
BLAINE PERDA L’USO DELLE MANI, CAVOLO!”
Urlò Chris esasperato, poi, quando vide
l’espressione di Ryan cambiare e mutarsi in quella che aveva
visto nei suoi
tentativi precedenti, falliti
tentativi precedenti, sentì la speranza abbandonarlo.
Perché
Darren doveva avere delle mani così perfette? Non era
possibile che ogni volta,
si veda la notte precendente, che aveva a che fare con lui e le sue
mani, non
riusciva ad avere l’autocontrollo sufficiente per rifiutare
un massaggio, il
solletico o un abbraccio.
Dio,
avrebbe potuto anche uccidere qualcuno, se fossero state quelle mani a
chiederglielo!
E
Ryan, l’infame, non voleva lasciargli neanche quello.
La sua
vita era da buttare, a quel punto.
“Porca
put- Chris, ma quante volte te lo devo dire? NO! Esci dal mio ufficio,
su-bi-to!”
Chris,
quindi, abbassò le spalle in segno di resa, e si diresse
fuori dalla porta,
preparandosi ad un'altra giornata estenuante nelle mani, Dio no!,
di quell’ irresistibile di un suo collega.
Pensa,
Chris, pensa!
Come
si fa a far amputare casualmente le mani ad una persona e farlo
sembrare
totalmente casuale?
Chris
si sedette in sala coreografia e provò a fare qualche mossa
di ballo, per
cercare più concentrazione.
Stava
giusto per fare una piroetta, quando gli venne
l’illuminazione, e, stupidamente
cadde a terra per essersi distratto mentre ci pensava.
Perfetto,
ora sapeva cosa fare.
La
scena Klaine di quella puntata era qualcosa di molto leggero.
Si
trattava di un appuntamento al “Bell Grissino”
senza dopocena
focoso, come
l’aveva più volte definito Mark,
e di un sacco di battute sdolcinate tra i due fidanzatini.
Niente
si meglio per realizzare il suo piano.
In
quel momento i due erano seduti l’uno di fronte
all’ altro. Darren che non
aveva detto molto a Chris, dopo il suo arrivo, e Chris che non aveva
tirato
fuori quello che era successo quella mattina, avendo paura di farlo
scoppiare,
vista l’espressione distante che sfoggiava.
Tuttavia,
ora si trovavano a dover recitare la parte dei due piccioncini
innamorati, ed i
problemi personali dovevano restare fuori.
Ovviamente
per Chris il voler amputare le mani di un suo collega solo
perché lo
distraevano troppo non era classificabile come “problema
personale”.
Ovvio.
Che
poi non voleva davvero amputargliele, voleva solo che, mentre giravano
la scena,
si vedesse che si faceva male, così avrebbero tenuto la
scena, perché Chris
avrebbe recitato talmente male nel tentare di rifarla, che alla fine
sarebbero
stati costretti a tenere quella in cui assaliva Darren.
Nella
realtà quello che sarebbe successo al ricciolo era
riassumibile in qualche
graffietto.
E
magari anche qualche botta.
E
forse un po’ si perdite di sangue, sì.
E
magari anche delle unghie nere, ecco..
E
magari, ma solo nel peggiore dei casi, qualche osso rotto, niente di
che.
Comunque,
ritornando ai Chris e Darren, i due attori erano seduti e
chiacchieravano
amabilmente dell’ ultimo numero di Vogue.
Kurt
esaltava la bellezza di tutti i vestiti che vedeva, e Blaine annuiva
entusiasticamente ad ogni cosa che diceva il suo ragazzo.
Poi la
cameriera arrivò col dolce, e Chris, sorridendo
furbescamente, decise di
iniziare il piano A.
Prese
la forchetta da dolce e se la rigirò fra le dita, fingendo
di ascoltare quello
che Darren stava recitando.
“Ed
hai visto l’ultimo capo della collezione autunno-inverno di
Marc Jacobs?”
diceva con gli occhi brillanti “E’ semplicemente-
AH CHRIS MA SEI IMPAZZITO?”
Darren
si raddrizzò sul sedile, gli occhi spalancati per lo stupore
e la mano sinistra
dolorante.
Chris
sogghignò felice, aveva appena dato una forchettata sulla
mano del suo collega,
ed era sicuro di aver recitato decisamente bene, quindi la scena non
avrebbe
potuto rifarla meglio neanche volendo.
Certo,
non gli aveva amputato le mani ma meglio che niente, no?
“Ehm”
disse cercando di scusarsi nel modo più genuino possibile
“Scusa, ho mancato il
dolce. Devo aver calcolato male le distanze.”
Darren
mugugnò qualcosa sotto voce, che sembrava tanto un vorrei
sapere che
ti prende, e si
alzò dal tavolo scusandosi per andare un
attimo in bagno a bagnarsi, suscitando diverse risatine da parte della
troupe
che stava filmando.
Chris
sorrise soddisfatto.
Tuttavia,
poco dopo, sentì i cameramen che parlavano di tagliare la
parte in cui Chris
infilzava Darren, perché tanto non era tanto importante, ed
il soprano sbuffò
infastidito che il suo piano A fosse fallito così
miseramente.
Era
ora di ricorrere al piano B.
Finirono
quindi di girare le scene al ristorante senza intoppi, e poi uscirono
sul retro
per filmare il momento in cui Blaine accompagnava a casa Kurt e gli
dava la
buona notte.
Chris
e Darren continuarono a recitare perfettamente, non sbagliando una
battuta,
fino a che non arrivarono fuori dalla casa di Kurt.
Darren
fece il giro per primo ed aprì la portiera a Chris, che
sfoderò uno dei suoi
Kurt-sorrisi più disarmanti ed accettò la mano
che gli veniva porta per uscire
dalla macchina.
Una
volta fuori, Blaine si doveva avvicinare a Kurt e dargli un bacio sulla
guancia, facendolo appoggiare contro il lato del veicolo.
E
qui inizia il piano B.
Pensò Chris soddisfatto, preparandosi già a
pregustare il momento in cui Blaine si sarebbe schiacciato la mano nella portiera,
appositamente aperta da
Chris.
Era un
piano perfetto.
Nel
frattempo Darren si era avvicinato al collega e, guardandolo negli
occhi, stava
recitando le battute, Chris rispondeva meccanicamente e, proprio mentre
stava
per aprire la portiera ed attuare il suo piano, Darren
avvicinò le labbra alla
guancia di Chris ma, invece di schioccare un sonoro bacio ed auguragli
la
buonanotte, andò più in là e gli morse
forte il lobo dell’ orecchio.
Chris
saltò in piedi dallo spavento, e si ritrovò
Darren a due centimetri dal suo
viso, con un ghigno proocate.
“Vuoi
la guerra, e guerra sia, Chris. Ora vedi chi gioca sporco.” e
detto questo si
girò, chiedendo ai tecnici di finire per quel pomeriggio.
Agente
ILA al suo comando, signora. Mi voleva per caso?
-J
ILA,
e cosa cavolo vuol dire? Comunque qui è Agente Hot-Dog,
abbiamo un problema,
agente ILA! -A
Scoprirai
cosa vuol dire col tempo, mia cara. Ma parliamo del tuo: Hot-Dog?
Seriamente
Ashley? E comunque, qual’ è il problema, agente? -J
Avevo
fame. Comunque, i due soggetti si sono allontanati, ripeto, i due
soggetti si
sono allontanati -A
Stiamo
parlando di Pink-omane e
I-Love-Diet-Coke? Questo
è un male, molto
male -J
Sì,
di loro due esatto. Li ho visti distanti oggi a pranzo. I progressi
fatti sono
andati persi, ripeto, dobbiamo intervenire sul campo.
–A
Sarò
lì domani mattina, puoi giurarci. Non possiamo mandare
all’ aria un così duro
lavoro -J
Porta
un Hot-Dog -A
Per
te tutto, amore -J
Grazie
Joey, potrei anche smetterla di prendere in giro le tue amate Red
Vines, allora
:) -A
Puoi
dirlo forte. Allora, stasera da me?
-J
Ovunque,
purchè ci sia tu. -A
Perfetto,
preparati ad una serata selvaggia, Baby!
-J
BlueCinnamon
Ohilalà!
Ehm,
mi scuso moooolto per questo ritardo, sono stata
presa dallo scrivere Old McDonald e mi sono
scordata di quanto mi divertisse scrivere questa storia.
Allora,
io devo RINGRAZIARVI tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto
tanto
tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto
tanto
tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto
tanto
tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto tanto
tanto
tanto tanto tanto.
Cioè,
Parte di me Parte di te è entrata nelle storie
più popolari!
E’ qualcosa che non mi sono neanche mai permessa di sognare,
ed invece eccoci
qua!
Non so da dove partire per descrivere le mie emozioni, e lo giuro che
questa
scoperta mi ha quasi fatto prendere un infarto.
Sono
commossa e prometto che mi impegnerò di più nello
scrivere e nel mantenere gli
aggiornamenti meno saltuari.
Mando
un abbraccione grande a tutti, quelle che hanno messo questa storia
nelle
seguite, nelle ricordate, nelle preferite (<3) e che hanno
recensito.
Non
sarei qui senza di voi.
Spero
che il capitolo vi piaccia
A
presto
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