Karate love

di firstlost_nowfound
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 capitolo ***
Capitolo 2: *** 2 capitolo ***
Capitolo 3: *** 3 capitolo ***
Capitolo 4: *** 4 capitolo ***
Capitolo 5: *** 5 capitolo ***
Capitolo 6: *** 6 capitolo ***
Capitolo 7: *** 7 capitolo ***
Capitolo 8: *** 8 capitolo ***



Capitolo 1
*** 1 capitolo ***


Lei lo amava ma lui no. Lei lo idolatrava ma lui no. Lei provava qualcosa d’inspiegabile che lui non avrebbe mai compreso. Ma alla fine cosa sarebbe importato?
Le sarebbe stato impossibile mantenere una relazione, un rapporto amoroso con dei genitori tanto all’antica.
Ogni giorno viveva per morire e veniva inspiegabile la causa che spingeva quei tiranni a tenerla quasi segregata in casa.
Ella non conosceva altro che le 4 porte di quella catapecchia e le 4 mura della sua scuola privata, aperta a sole donne.
Da poco aveva scoperto il linguaggio maschile, e così , come capita nelle favole, una molla aveva fatto scattare in lei un meccanismo che le aveva insegnato cosa fosse l’amore.
Sebbene si trattane di una strada a senso unico, ella , non avrebbe mai potuto dichiarare di non saper amare.
Forse, la completezza di un bacio non l’apparteneva ancora ma il dolore e la sofferenza da molto tempo l’accompagnavano lungo il suo cammino di adolescente disperata.
Di un cupo grigio si colorava il contorno dei suoi occhi cristallini, spesso, e mai si sarebbe potuto dire che non esistesse espressività nella persona che ella rappresentava.
Adorava sfogarsi attraverso un diarietto, il quale compito prestabilito non combaciava affatto con il lavoro svolto dallo stesso.
Tali parole erano impresse in esso, e chiarivano passo passo i dilemmi che una ragazzina della mia o vostra età avrebbe potuto avere nel preciso istante in cui si sarebbe chiesta chi Sara fosse:


‘Vi starete chiedendo di certo chi io sia e cosa ci faccia qui, seduta su questo letto, a scrivere di me.
Sia ben chiaro che non ho nessuna intenzione di svelarvelo fin da subito.
Sarebbe una battaglia persa alla fine, altrimenti. Non avrebbe senso raccontare se già dalla copertina scopriste quello che ho da dire.
Comunque mi si dichiara molto spesso che le cose che noi sperimentiamo debbano attraversare un tragitto particolare ma sono dell’opinione che non sia affatto così. A mio parere vi potrà sempre essere un qualcosa modificato o quantomeno eliso dalle nostre scelte. Come se venissero inseriti, in qualunque momento, due numeri opposti in un’equazione mantenendola inalterata.
Come non sapete sono sempre stata un tipo di ragazza peculiare. Una ragazza dai tratti molli e dal fare brusco.
Intendiamoci, questa peculiarità non è indubbiamente dipesa da me.
Il fattore, infatti, principale che ha forgiato un essere tanto spregevole è ciò che io definisco segregazione forzata in casa.
Un abuso da parte dei tuoi cari che soddisfa le loro esigenze derivanti da ansie e preoccupazioni.
Non curanti di certo del danno morale provocato verso l’altrui persona e del bisogno di liberta non concessa generatosi nel corpo di colui che è costretto a subire’.



Non doveva di certo trattarsi di una condizione piacevole, la sua.
Sta di fatto che ella cercasse, comunque, di trovare l’armonia in note distorte e prive di qualsiasi musicalità anche se non si sarebbe mai creduto.
Quella che definiremo come sua storia cominciò in una terribile giornata di pioggia. Terribile quanto silenziosa pioggia che si sarebbe mutata presto in diluvio universale. Ella pensava che tale trasformazione l’avrebbe portata ad affogare ed abbandonare così la sua inutile, quanto priva di divertimento, vita.


-Mamma, non se ne parla ! Perchè mai dovrei perdere tempo con un corso tanto futile ??!!Non credo di avene bisogno. Cioè, in caso di pericolo saprei cavarmela egregiamente. Inoltre il ‘ci sono tanti orchi smaniosi di ragazzine con cui spassarsela in giro ‘ non mi pare proprio una giustificazione accettabile.

-Tesoro mio ,ascolta! E’ottimo per te ,gioverà alla tua salute ed inoltre potrai considerarla una specie di scusa per uscire e svagarti dopo la scuola. Senti la mamma ogni tanto. Non te ne pentirai di certo.

-Mamma ha ragione, darling!

-Si si ,papà! So benissimo perché tu dica così. Mi domando: sei tanto sicuro che nessuno oserebbe avvicinarsi dopo aver saputo della mia fama di miglior karate al mondo? Tu sei davvero bizzarro. Fai le cose senza nemmeno valutarle. Dovresti metterci più impegno, sai Pà!

-Non ti permettere di rispondermi così, signorina.

-Altrimenti che mi fai??M metti in castigo??Non ve n’è necessità dato che lo sono ogni santo giorno.
Qui, messa in vetrina poichè gli altri mi potrebbero fare male. Per le vostre paranoie insopportabili ! Attraverso questi vostri progetti per una vita perfetta state rovinando la mia. Che poi, alla fine, chi può garantirmi che appena completato il corso io possa finalmente vagare libera ed acquistare una volta per tutte la mia indipendenza.

-Hai superato il limite Sara. Vai in camera tua!

-Sto chiedendomi perché dovrei farlo.

-Fa come ti ha detto tuo padre Sara, senza discutere. Ed una volta che sei lì, cerca di capire gli errori commessi oggi.


In quel momento la ragazza, altro non poteva fare che catapultarsi in camera sua. Non aveva intenzione di subire ancora quella umiliazione né di sentirli urlare come schizofrenici in preda ad una crisi isterica.
Per cui si alzò dal tavolo e con passo svelto si diresse verso la sua piccola camera a meditare su errori che di certo non le avrebbero mai visitato la testa.
Escludendo per prima cosa il tentare di arrendersi cominciò a pensare che alla fine a sbagliare non fosse lei ma i suoi genitori.
Stavano impossessandosi della sua vita ed ella non poteva farci nulla, era un giocattolo nelle mani del diavolo!
Una cosa terribile.
Prese il cuscino e cominciò a piangere. Inconsapevolmente però il sonno l’abbracciò a se ed ella smise.
Qualcuno andò a coprirla molto tempo dopo. Si trattava della madre che senza toglierle gli occhi pieni di compassione di dosso si rivolse ad un’ombra vicina alla porta dicendo:


-Nn saremo stati troppo duri con lei ?!Forse dovremmo rivalutare l’idea di non forzarla a frequentare quel corso.

-Tesoro è la decisione migliore! Vedrai ,un giorno ci ringrazierà.


Aveva terribilmente ragione. Un giorno l’avrebbe ringraziato. Ma per ben altro.

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Capitolo 2
*** 2 capitolo ***


-Room on the third floor, not what we asked for… Na na na na na   na na na na -

Come un rumore assordante, il suono della sveglia colpì i timpani della povera Sara che dovette bruscamente svegliarsi, alzarsi e spegnere quel stramaledetto aggeggio.

 -Caspita di sveglia!-disse.

Ancora intorpidita,andò subito a fare una bella doccia calda.
Mise, infine, addosso una delle asciugamani trovate nel bagno ed iniziò a sondare la stanza disordinata in cerca dell’uniforme invernale della sua scuola.
Odiava più di se stessa quel completino gonna e giacca grigia con cravatta rosa.
Ella credeva fosse colpa della sua psicologia malata poiché era dell’idea che non sopportando già la sua scuola come avrebbe potuto sopportare l’uniforme in dotazione (per la cronaca pagata 50 euro).
Inoltre nella sua vita nulla era rose e fiori per cui tendeva a non reggere neppure la sua presenza in questo, come amava chiamarlo, "dannato" mondo.
Indossata l’uniforme si pettinò velocemente ,tanto in un istituto femminile non avrebbe dovuto mostrarsi a nessuno;
e neppure  si proponeva lo scopo di andare alla ricerca della sua anima gemella.
Le pareva un tantino odioso.
Scese le scale, prese dal tostapane il pancarrè abbrustolito e lo riempì di marmellata. Ricoprendolo poi con la carta stagnola lo mise nello zaino in modo piuttosto scocciato.
Si sentiva uno straccio.
Non solo per il fatto di aver pianto un’intera serata ma anche perché quello, per lei, era il fatidico giorno. Si prospettava una lunga e terribile giornata.
Infatti pomeriggio dopo scuola sarebbe dovuta andare al corso di karate.

-‘Meglio non pensarci’ -ripetette fra se e se e preso il cappotto rosso chiuse la porta a chiave dato che i suoi non si trovavano in casa.

Con sua solita fortuna notò troppo tardi che piovesse per cui ,fregandosene di sana pianta, andò a scuola senza ombrello ;
era a soltanto dieci minuti da casa, a meno che non fosse scoppiato un acquazzone, non v’era da preoccuparsi.
Nemmeno a dirlo apposta che sul serio piovve da un secondo all’altro a dirotto.
Una cosa incredibile si direbbe.
A nemmeno un metro dalla scuola eccoti l’acquazzone.
Bagnata dalla testa ai piedi  si presento davanti l’ingresso.
Ad aspettarla, Mary, la sua migliore amica.


- Sara, ma come sei conciata?

- Mary, la colpa non è mia ma di questo stupido tempaccio !Ti rendi conto?La mia solita fortuna.

 - Non parlo del fatto che tu sia bagnata fradicia , ma dei tuoi occhi! Sono di un rossore tremendo! Che hai fatto stanotte, ah? Non sarai per caso scappata di casa per fare una capatina in discoteca?

-Quale discoteca, Mary! Più che altro oserei dire che la capatina l’ho fatta in camera mia dato che nel soggiorno ieri si è scatenata la terza guerra mondiale.

- Sara, quante  volte ti devo dire di comportarti in modo compito con i tuoi!  Se tu non fai la faccia lavata loro non ti permetteranno mai di fare qualcosa che a te piace!

-Se è per questo ,fare qualcosa che a me piace con loro sarebbe impossibile anche comportandomi da ipocrita! Indovina la ragione che mi ha spinto a fare kick boxing stavolta.

- Non ti lasciano venire al mio compleanno, domani?

-Peggio!

-  …  
Non mi viene in mente niente ,Sara !Dammi un aiutino!

-Vogliono iscrivermi a Karate, Mary!!Hai capito?
Già è tanto se arrivo alla sufficienza in ginnastica con le mie goffo-gambe figurati se adesso mi iscrivessero ad un corso di Karate cosa potrebbe succedere! Sta pur certa che nel momento in cui il mio piede mi permettesse di solcare la soglia inciamperei e rotolerei come un pallone da calcio in discesa.
Tutti comincerebbero a ridere come dei cretini ,io ucciderei qualcuno di sicuro ed alla fine verrei cacciata a calci nel sedere dal corso. E come se non bastasse non mi toccherebbe, ovviamente, solo sentirmi umiliata ma dovrei anche sorbirmi la predica di papà,  poiché  le critiche nel paese su di me sarebbero imbarazzanti! Già lo immagino: ‘Sara mi hai molto deluso! Ed io che ho fatto sacrifici per iscriverti a questo corso, bla bla bla bla bla!'.
Come se avesse espresso uno dei miei desideri più nascosti.

 -Mi dispiace tanto Sara! Ma quello che non riesco a spiegarmi è come mai ti vogliano iscrivere a questo Karate i tuoi genitori!

-In caso di ‘’malintenzionati’’!"Sai tesoro ,in giro c’è tanta gente scapestrata ,hai bisogno di essere pronta in caso di …beh si…aggressione!"
 Sono pazzi, Mary!Pazzi. Con che razza di gente sono capitata io ancora non lo so !Aiutami tu !

-Io non so proprio come potrei, Sara! Conosco ,come te, anch’io i tuoi ,non sono tipi che vanno a dare retta ad una sedicenne.

-Ma se tu non ci provi neppure, Mary! Te ne prego ,preparati un discorsino ,fa quello che vuoi.
L’importante è che tenti.

-Non so se sia il caso…

-Dai Mary, che ti costa?Poi tu sei anche brava nell’oratoria.

-Ti prometto che ci penserò su.

-Ecco ,lo sapevo! Sei la solita. Tanto tu hai dei genitori grandiosi, non ti tocca vivere ogni giorno l’inferno come me.  Scusa ma adesso entro in classe ;sta per suonare. Ciao.

-Sara! Sara! Dove vai??!Aspettami.


Non aveva proprio voglia di parlare con lei, la nostra giovane donna. Credeva che mai nessuno sarebbe riuscita a capirla e che sarebbe rimasta per sempre sola.

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Capitolo 3
*** 3 capitolo ***


Per sua fortuna la giornata fu meno lunga del previsto, tutto trascorse così in fretta che Sara dimenticò persino di essere arrabbiata con i suoi. Non rivolse a nessuno la parola, passando così l’ intervallo da sola.
Tornata a casa non toccò cibo sebbene la madre continuasse ad urlare ostinandosi, così, a non capire.
Sara pensava che dovesse fargliela pagare in qualche modo.


-Sara, devi mangiare. Non puoi andare digiuna al corso. Potresti improvvisamente sentirti male.


‘-ed è proprio ciò che voglio, una pretesto utile a non frequentarlo’- pensò Sara.


- Mamma, per piacere! Non ho fame per cui, davvero, non presentarmi nulla perché non lo mangio!

-Sara,non m’interessa che non hai fame! Devi mangiare. Stamattina non hai sicuramente fatto colazione ed io e tuo padre non vogliamo avere un altro problema a casa.

-Se alludi al fatto che potrei diventare anoressica ,ti sbagli di grosso dato che mangio quanto un maiale. Inoltre ti ricordo che fino a qualche anno fa ero quanto una sporta per cui non c’è pericolo che diventi  uno steccolino dato che la ciccia è in parte ancora qui.

-Ecco vedi? Ti vedi grassa, tesoro! Per questo non mangi.

-Mamma, te lo ripeto, ti sbagli di grosso! Io non mi vedo grassa. Il punto è che non sono d’accordo con le decisioni che tu e pà prendete per me.

-Lo sapevo mia cara! Ero certa che la tua fosse solo una presa di posizione. Non m’interessa. Che tu lo voglia o meno quel corso lo frequenti. Senza discutere!

-Ma mamma…

-Niente ma. Ti h detto che non voglio discussioni! Ora tu sali in camera a prepararti. Tra poco ci avviamo. E per quanto riguarda la tua ciccia ,non preoccuparti; tra pochi mesi sparirà. Il karate è adatto anche alla salute del corpo.

-  …


Era impossibile discutere con i genitori di Sara. Avresti sempre dovuto fare ciò che avevano deciso per te.
Tante volte a Sara passava la voglia di rispondere a quelle scuse apparentemente idiote che inventavano per convincerla a conseguire le loro mire.
Per cui ella cercava di accondiscendere, come le aveva consigliato di fare la Mary, auspicando che tra qualche mese l’avrebbero fatta smettere di andarci.
Sara cercò di prepararsi molto presto. Non aveva molta voglia di sospendere il volo del tempo più del necessario per cui senza troppi ripensamenti acciuffò dall’armadio la prima tuta a tiro e la indosso senza neanche specchiarsi. Scesa sotto la madre si complimentò per il record realizzato, sbalordita proprio quanto lei.

-Sara, pensavo ci mettessi di più! Di solito le teenagers amano farsi belle ed impiegano molto ma molto di più di 5 minuti! Stavo preparando persino la pred….

-Non credo sia il mio caso dato che son sicura di non essere una teenager come le altre. Ma tu, questo, dovresti saperlo meglio di me.


Sara fu molto fredda nel dire questo ,non volevo che sua madre s’illudesse su un suo cambiamento repentino d’idea.

-Hai ragione! Scusami cara.


Sara attonita guardava ora la madre pensando che non valeva la pena fidarsi di quelle smancerie e moine.
Doveva esservi per forza una scopo ad esse. Per cui preferiva non prestarvi molto attenzione, né accettarle ed esserne contenta.
Uscirono e la porta venne chiusa,come al solito, a doppia mandata poiché l’altro genitore era a lavoro.
Sara aspettò di fronte al cancello la madre che usciva dal garage con la loro piccola punto, e dopo esser salita su s’incamminarono verso la strada maledetta.

‘Poor me’- pensò.

Dopodiché cercò di rilassarsi appoggiandosi comodamente sul sedile
.

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Capitolo 4
*** 4 capitolo ***


Un solo passo e Sara avrebbe varcato l’ingresso infernale.
Di qualunque cosa si fosse trattata oramai Sara si trovava là, Benché l’idea di abbandonare sua madre al suo destino come una rimbecillita e scapparsene a gambe levate l’allettava il cielo non pareva essere dalla sua parte. Se non si fosse posseduta una certa sanità mentale sul serio si sarebbe potuto credere che il diluvio universale fosse alle porte.

Sara pensava che alla fin fine anche se tale disgrazia si fosse succeduta, per qualche subdolo motivo, non sarebbe affatto stato male per lei. L’ avrebbe salvata per lo meno da una sventura peggiore .

Infatti da rivalutare era l’idea che probabilmente la morte avrebbe comportato in un certo qual senso una miglioria nel suo stato di cose.
E per quanto la si sarebbe potuta definire pazza lei continuava a pensarla a quel modo.
Non v’era da preoccuparsi, comunque, dato che il suicidio non si trovava fra la sua lista di progetti futuri.
Prima di tutto perché se l’avesse fatto non avrebbe concluso moltissimo nella sua vita.

Comunque fosse, come detto prima mancava un solo passo, per cui ella si fece forza, spinse la porta d’entrata e finalmente poggiò i proprio piedini all’interno.
Lo spettacolo che le si mostrò di fronte la lasciò a dir poco basita.
Era un posto fantastico; così spazioso. Si sentiva a suo agio, come mai prima d’ora.
Cominciò a pensare che forse , inconsapevolmente, avesse trovato il luogo ideale: luogo dove rifugiarsi e sentirsi pienamente e finalmente libera dopo una stressante giornata di scuola.

Sapeva che non sarebbe stato facile imparare quella specie di fetenzia-sport ma perché non provare si domandava.
Il karate ed il suo carattere rozzo avrebbero sicuramente superato il limite di compatibilità.
Inoltre una nuova esperienza non l’avrebbe di certo portata alla rovina .

Sara pensava che la sua incoerenza fosse colpa di una mente contorta. Quasi certamente era vero ma era deciso, si era ufficialmente convinta!
L’istruttore fece accomodare sua madre; dopodiché cominciarono a parlare di affari.

Sara si guardò dapprima attorno, meditò su come passare il tempo ed alla fine raggiunse ad un compromesso con se stessa. Il luogo era di certo da esplorare per cui bisognava assolutamente visitarlo.
Chiese,quindi il permesso di poter gironzolare un pò intorno ,l’istruttore sfoggiando il suo sorriso migliore annuì, ella ricambiò il sorriso e cominciò a vagare per tutto l’edificio.

Aveva notato con stupore la bellezza di tale struttura appena solcatone la soglia ma mai si sarebbe immaginata di trovarlo tanto ampio e ben organizzato. Le camere erano divisi a livelli. Si andava dai dilettanti ai più esperti .
Sara credeva naturale tutto ciò. Con la miglioria il lavoro diveniva maggiore e più complicato.
Eppure ora a tormentarla il pensiero di lei che si esercitava con i bimbetti  dato la sua situazione attuale.

Non pensò ad altro finché qualcosa non colse la sua attenzione.
Davanti a lei si proiettava una stanza diversa da tutte le altre. Molto ma molto più piccola.
Non vi era nessuna incisione per cui Sara credette che si trattasse di certo di uno sgabuzzino. Ma poiché la curiosità era tanta, ella decise addentrarsi per vedere cosa potesse esserci là dentro.

Era sicuramente qualcosa di scorretto ma Sara non se ne curò più di tanto.
Aprì la porticina e non appena fu dentro rimasi sorpresa da quello che vide.

 
 

Angolo dell'autrice
Allur. Premetto di capirvi se vi fermate alla prima riga durante la lettura poichè la storia è sul serio un fallimento.
Ora, c'è da dire che è stata la prima mia fic. E' molto ma molto vecchia. Se pensate che facessi il 2 liceo quando l'ho iniziata
capite con che cosa possiate star trattando. Dunque, non ha niente a che vedere con le fics postate precedentemente nè con lo stile acquistato ultimamente.
Che poi, alla fine, io dico così ma non ho acquistato un bel nulla.
Comunque per me ha un valore davvero affettivo dal momento che mi ricorda i miei momenti bui per cui
ho deciso di pubblicarla ugualmente.
Se qualcuno avesse qualcosa da dire o volesse soltanto farmi notare orrori che ho dimenticato durante la rivisitazione che lo faccia pure
senza vergognarsi, provare timore o sentirsi in colpa.
Se qualcuno avesse idee innovative per la miglioria di questo scritto acerbo che me lo dica, accetterò con molto
entusiasmo qualsiasi cosa :).
Infine mmh non vi prometto capitoli migliori, perchè mi rendo conto che sia una schifezza unica.
Quindi sopportatela per un pò e riempitemi d'insulti. u.u me li merito. Adieu :DDD

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Capitolo 5
*** 5 capitolo ***


Un ragazzo che avrebbe dovuto avere all’incirca la sua età si stava allenando intensamente.
Era decisamente bravo ed il vederlo impegnarsi così tanto per conseguire migliorie alle sue già talentuose capacità invogliava Sara a fissarlo come una trota.
Improvvisamente, egli, notò la sua presenza e si girò verso di lei.
Sara non sapeva cosa dire. Si sentiva piuttosto a disagio.
Dal nulla però, parole le assalirono il cervello.


-‘Ehmm, scusa..  Sai, ho visto questa stanza priva di cartellini e così, ehm… spinta dalla curiosità ho deciso di visitarla, ecco !Non sapevo ti stessi allenando. Mi dispiace.- disse combattuta.


Egli la guardava sbalordito assumendo dapprima un’espressione che si sarebbe potuta definire disgustata ed infine piena di compassione.
Sara stavo andando nel panico più assoluto.
Cosa mai successa in vita sua.
Sprazzi di ricordi infantili in cui ella dava calci a tutto spiano ai bimbi dell’asilo le tartassarono la testa.
Era dunque da comprendere che nulla avesse neanche una volta spaventato la giovane come ora avendo sempre avuto un carattere piuttosto pessimo quanto scontroso

.
-‘Non ti preoccupare. Non mi dispiace affatto che qualcuno mi guardi mentre lavoro sulle mosse ,va bene per me. Quindi non c’è bisogno di essere agitati. L’unico mio dilemma è stato il fatto di non aver capito come mai fossi rimasta impietrita a fissarmi vedendomi esercitare.
Oh, scusa, che sbadato! Non mi sono nemmeno presentato! Piacere ,io sono Chris.
- disse il giovane porgendole la mano.

Ella l’afferrò , una scossa stranissima la percorse nel preciso istante in cui lo fece, e gliela strinse più forte che poté pur essendo pienamente cosciente del fatto che la sua forza non si sarebbe potuta paragonare di certo a quella di lui.


 -‘Piacere Sara! –disse di rimando lei.-
Comunque più che altro era adorazione la mia’-continuò

-Ma che cavolo sta blaterando questa boccaccia- pensò subito Sara, mordendosi la lingua a sangue.

-‘Adorazione?-chiese Chris assumendo un tono alquanto incredulo.

-‘Cioè mi ha colpito il fatto che fossi tanto bravo. Credimi ,persino Bruce Lee avrebbe fatto lo stesso vedendoti!’-cercò di sistemare le cose lei azzardando un sorrisino falso.

Era sicuramente uscita fuori di testa.

Stai dicendo sul serio?!...ehm, ti ringrazio! E’ davvero un bel complimento.Comunque sei nuova? Non ti ho mai visto in giro?-chiese lui.

-‘Si, nuova di zecca! Mi hanno spedito oggi! Per cui mi reputo ancora una novellina.Tu  è da tanto che pratichi karate ,vero?’

-‘Beh, diciamo da quando sono nato!’-rispose lui ridendo.

-‘E Si vede. Okaaaay, ora devo proprio scappare; mamma ed il sensei avranno finito  per cui me la squaglio! Ci si vede Chris, è stato 1 vero piacere conoscerti!'-

-‘Idem’- fu l’ultima parola che disse lui.

Frastornata uscì dalla stanza. Ancora credeva si trattasse di pura finzione e non della realtà.
Dopo tanti anni era riuscita ad interagire con un ragazzo in maniera tanto naturale.
Per di più Sara credeva fosse di una bellezza celestiale, mai vista in giro.
Alto, magro, moro e con gli occhi di 1 grigio-azzurro fantastico.

-Assolutamente perfetto.- mormorò Sara senza farsi sentire.

Arrivata a destinazione vide sua mamma ed il sensei ad aspettarla. Bene. Era ora per lei di mettersi sotto.

 

Angolo dell'autrice
Helloo miei friends! Avevo pensato di rivisitare i 4 capitoli rimanenti e pubblicarli tutti entro oggi.
Non sono sicura di farcela ma tenterò.
Sia chiaro che naturalmente la fic non può concludersi con solo 8 capitoli.
Prometto per cui di continuarla in caso dovesse piacervi più di quanto abbia immaginato.
Hasta la vista! :')

 

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Capitolo 6
*** 6 capitolo ***


Sara aveva concluso, a fine giornata, che il karate non fosse poi così male.

Stranamente stava cominciando a piacerle.

Non riusciva a spiegarsene il motivo però dato che, molto probabilmente, in tutto questo avrebbe potuto avere merito il ragazzo carino incontrato nella stanza-sgabuzzino.
Per cui continuava a ripetersi che di certo qualcosa e non qualcuno l’avesse convinta che sarebbe potuta andare benissimo d’accordo con la sua nuova disciplina sportiva.
Ovviamente avrebbe mantenuto la promessa fatta a se stessa di non fare parola con nessuno di tale pensiero; non voleva più che altro darla vinta ai suoi tanto facilemente
Credeva più che altro che se avessero scoperto del suo alza bandiera improvviso l’ avrebbero costretta a cimentarsi, per tutto il resta della sua vita, in cose inutili e prive di senso e ciò era una cosa che totalmente avrebbe preferito non accadesse mai.

A lezione terminata , lezione fortunatamente priva di episodi imbarazzanti, trovò sua mamma ad aspettala davanti all’ingresso di quella sottospecie di grande palestra.
Appariva orgogliosa della figlia come mai prima in quel momento.

Sara si era convinta del fatto che evidentemente, ella, avesse notato una nota di felicità insolita in lei che non era riuscita a controllare.

Di qualunque cosa si trattasse, a Sara venne naturale l’esser contenta di vederla in quello stato. Era la prima volta per lei il coglierla con quel sorriso sulle labbra.
Entrata in macchina  la madre fece la tartassò di domande a cui cercò di rispondere  nel modo più impassibile possibile in maniera tale da non rivelare le proprie emozioni tanto bruscamente ed improvvisamente .
A casa, stessa situazione si ripresentò col padre che durante la cena non fece altro che conversare con lei come si trattasse di una cara e vecchia amica. Era tanto allegro che decise di ritirare la punizione alla figlia dandole il permesso di chiamare, così, Mary.

Preso il telefono, Sara compose, eccitata di sentire l’amica e di raccontarle del meraviglioso accaduto, il numero velocemente  e dopo un solo squillo Mary rispose.


-‘Pronto,chi parla?’-chiese.

-‘Mary,sono io Sara!’

-‘Sara! Tesoro! Finalmente ti sei fatta viva, cattivona di un’amica. Dimmi, com’è andata la lezione di Karate?’-



In quel mentre, colpendosi la fronte con la mano destra, Sara si domandava cosa spingesse gli altri ad essere tanto fissati con quello sport che poco tempo prima, ella, trovava orribile.


 ‘Diciamo bene. A dire la verità è stato grandioso! Non credevo di potermi divertire così tanto ;in più nn sai cos’ è successo !Ho incontrato un ragazzo da urlo! Credimi’

Mancava solamente l’urletto e Sara sarebbe presto ritornata una 13enne in piena fase ormonale nella sua testa.
Infatti, questo, era ciò che avrebbe voluto dirle ma in realtà decise fosse meglio non rischiare con i suoi nei paraggi. Avrebbero potuto anche star origliando.
Inoltre, Sara era ancora arrabbiata con Mary poiché si era rifiutata di sostenerla.


-Beh, a dire la verità, non è stato poi così brutto come mi aspettavo. Rimango, comunque, dello stesso parere in testa.
Senti, domani riparliamo con calma di questo.
Ti ho chiamata, più che altro per sentirti e vedere come stavi .Quest’oggi mi sono comportata orribilmente con te e me ne dispiace molto, credimi.Hai ragione, non si può pretendere dagli altri che facciano l’impossibile per te.
Sorvoliamo ora però. Ho notato il tuo messaggio prima. Allora? Quali sono queste grandi novità?-

-Nessun problema. Tutti sperimentano momenti no e momenti si. E’ preferibile per cui in caso di attacchi d’ira di cercare di non coinvolgere meno persone possibili. Hai fatto bene a stare sulle tue ,ti comprendo molto, sebbene i miei siano più permissivi e rare volte capita che qualcosa mi sia negata.
 Comunque non crederai mai alle tue orecchie. Quando siamo usciti da scuola ,purtroppo tu eri già corsa via e non hai potuto assistere alla scena ,mi è venuto incontro un ragazzo! Non avevo mai avuto modo di  notarlo eppure, pensa un po’, frequentava la scuola maschile vicina. Era bellissimo.
Mi ha invitato ad uscire sabato! Non trovi sia fantastico?



Sarà non poté che essere felice di tale novità. Ne aveva passate tante poverina e l’avere un ragazzo sarebbe potuto giovarle parecchio.


 -Marryyyy! Ahhh! Che bella notizia.Ti ha detto il suo nome, vero?!!Dimmi , dimmi, dimmi come si Chiama???Che classe fa?

-Si chiama Christian Verdetti e frequenta quell’istituto maschile che si trova di fronte alla nostra scuola ,te l’h detto prima ,no ?E’ nostro coetaneo ed a quanto ho sentito pare frequenti karate nella tua stessa palestra, cara.



-Christian, Christian, Christian. Dove avrò potuto sentito questo nome? Christian/Chris. Chris/karatè.Chris/ragazzodaurlo.No. Un secondo! Non è possibile ,dai. Sarà sicuramente un altro.- Pensò di colpo Sara.

Non sarebbe mai riuscita ad accettare il fatto che il Chris conosciuto in palestra fosse il Christian Verdetti di Mary.




Angolo dell'autrice

Colpo di scena! Eh si. Non avrei potuto, sebbene molto più piccola quando cominciai a scrivere la storia, creare un qualcosa di tanto piatto. Infatti, i primi capitoli sono piuttosto monotoni e alquanto infantili.
Logicamente neanchè questo è granchè ma spero che da qui in poi riesca ad attirare almeno un pò della vostra attenzione.
Ah, giusto. Ecco se lasciaste vostri pareri in una piccolissima recensione sarebbe davvero ma davvero tanto gradito.
Vi ringrazio anticipatamente. SMACK

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Capitolo 7
*** 7 capitolo ***


-Pronto? Pronto? Sara? Sei ancora lì? Pronto? Possibile che se ne sia andata la linea? Sara?


Dall’altra parte del telefono Mary continuava a chiamarla, ma Sara si sentiva troppo scossa per rispondere all'appello.
Il punto è che non riusciva a comprendere il motivo per la quale la vita fosse tanto crudele con lei.
Osava, in qualunque circostanza, prendere i suoi sogni e portarli lontano da lei.

Ma perché a me?- Si chiedeva ogni volta.
Senza neppure comprendere che in realtà la vita avrebbe potuto interrogarsi sul perché non avrebbe dovuto essere tanto spietata con lei, invece.

Improvvisamente, Sara, si convinse che fosse meglio per lei accantonare quell’amore tanto naturale quanto il nascere di un bocciolo poiché sarebbe stato meglio perdere uno dei tanti amori che la sua migliore amica.
Non avrebbe voluta vederla soffrire. Soprattutto non avrebbe voluto vederla soffrire a causa sua.

Per tale ragione si sarebbe rassegnata provando a dimenticarlo.
Alla fine non si trattava affatto dell’amore della sua vita.
Era stato un piccolo colpo di fulmine. Davvero molto piccolo.
Sarebbe stato facile andare avanti.

Certo, il vederlo ogni giorno non sarebbe stata una cosa positiva, pensava Sara.
Ma, avrebbe benissimo potuto cercare di evitarlo.

Era, comunque, ora di farsi viva poiché aveva lasciato che il silenzio intrappolasse la sua voce per troppo tempo.


-Scusami Mary! Mia madre mi ha chiamato 5 secondi giù. Comunque, sono davvero contenta per te. Stavo pensando, anzi, di organizzare un appuntamento a 4 quando avrò l’onore di trovare un boyfriend anch’io.

Di certo mentalmente, sapeva Sara, che sebbene fosse la balla più grande e anomala che avesse mai inventato, sarebbe stata ben accetta dalla sua amica.
Infatti con calorosa enfasi Mary le aveva risposto:

-Sono sicura che succederà presto, tessò. Mi hai parlato di quel ragazzo in palestra ,magari sboccerà qualcosa fra voi. Anzi ,ne sono strasicura Sara mia. Vedrai !
Ma giusto, brutto ceffo che non sei altro, non mi hai detto come si chiama.


Sara si credeva, ora più che mai, ufficialmente morta.
Come si chiamava?
Che nome avrebbe potuto dare al finto ragazzo di cui era innamorata?

Inoltre, non poteva raccontare altre storielle alla sua migliore amica. Una bugia era già sufficiente.
Eppure, allo stesso tempo,non poteva di certo smontare il suo piano di fuga così.

-Nick! Si chiama Nick. Disse subito come colpita da una scarica elettrica.-Il cognome non lo so dato che non gliel’ho chiesto. M’informerò domani, magari .Comunque, Mary scusa ma ora ti lascio anche perché ancora devo fare la doccia e sono stanchissima, credimi. Ci vediamo in mattinata,Ciccia!1 bacionissimo. SMACK.
 
- Buonanotte tesoro mio! A domani. Ti voglio un casino di bene.



Click.

Chiusa la chiamata, Sara si gettò come un peso morto sul letto portandosi le mani al viso.

Cosa fare, ora?- si domandava.

Era un qualcosa impossibile da gestire. Sapeva di essersi cacciata in una marea di guai.
Le  scesero le lacrime al solo pensarci.
Non poteva, però, fare altrimenti. Non avrebbe dovuto, per nessuna ragione, far soffrire la Mary.
Ragion per cui, travolta da energia benefica si alzò di scatto togliendosi le lacrime dagli occhi e si catapultò nel bagno.

Decise fosse meglio per lei un buon bagno bollente in modo tale da rilassarsi, anzichè la doccia.
Riempì accuratamente, dunque, la vasca con acqua calda e ci si mise dentro.

Forse, questo, l’aiutò a schiarirsi le idee molto più di quanto avrebbe mai immaginato.
Ora, era sicura, che mai e poi mai avrebbe permesso a qualcuno di spezzare il suo cuore tanto facilmente.
Mai e poi mai avrebbe permesso a qualcuno, anzi, di riempire il suo cuore tanto facilmente.
D’altra parte era lei colei che fino a qualche anno fa asseriva con assoluta fermezza che l’amore adolescenziale fosse una noia.

Non avrebbe dovuto lasciarsi trasportare più dai sentimenti facendosi distruggere così rovinosamente le sue giornate buie.

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Capitolo 8
*** 8 capitolo ***


Pensieri malevoli tormentarono Sara per tutta la nottata. Non riuscì a chiudere occhio nemmeno una volta.
Il convincimento di star bene, di poter far a meno di quell’amore appena sbocciato non servì a nulla.

Tutto ciò che si era succeduto aveva percosso Sara ora dopo ora, istante dopo istante.
Il suo cervello non le permetteva di ragionare razionalmente ,tant’era fissata con quella persona a lei sconosciuta.
Benché fosse appartenuta ai suoi sogni per un solo giorno reputava tutto uno scherzo di cattivo gusto.
Non poteva, essersi ceduto a qualcun’ altra. E quel qualcun’ altra non poteva essere la sua migliore amica.

-Perché lei? Perché lei?- si chiedeva Sara.

Non poteva ancora credere ai suoi occhi.
Comprendeva quanto serio fosse, in realtà, il problema poiché oltre ad essere già destinata a soffrire per questo amore incessante e strano da sola ,non avrebbe potuto confidarsi con lei e da ciò ne sarebbe conseguito lo spudorato bisogno di mentirle.
Si appellò a Dio sperando con tutte le sue forze che le desse il coraggio necessario a cedere al cambiamento. Ciò le permise di sentirsi meglio, così dopo aver indossato la sua inutile divisa si fece accompagnare a scuola.

Mary l’aspettava, come d’usuale, vicino all’ingresso.
Vedendola si precipitò da lei piuttosto spaventata.
Chi non lo sarebbe stato osservandola. Aveva delle terribili occhiaie a segnarle il viso e le palpebre sembravano cadergli in qualsiasi occasione presentatagli.

-Wow ,sto proprio da zombie –si disse fra se e se –Spero vivamente che Mary non comprenda. Anzi che cerchi di non leggermi nel pensiero.

Neanche a dirlo appositamente.

-Sara, non dirmi che hai litigato nuovamente con i tuoi per via del karate.
-Qualcosa di simile si.
-Ma io dico, Sara. Te l’ho ripetuto una 50 di volte di assecondarli. Inoltr…
-Inoltre?

Non riusciva a capire il perché di quel blocco improvviso seguito da arrossamento di viso.
Non le ci volle tanto per arrivarci, però. Il belloccio stava avvicinandosi a noi in tutto il suo splendore.

Era per lui, intanto, che Sara da un giorno piangeva e scopriva, nel contempo, cosa comportasse l’insonnia.

Per non soffrire maggiormente fece finta di nulla, in un primo momento, sebbene, non sapendo bene come comportarsi, in cuor suo agognava ad una svolta della vicenda.

Un’indecisione totale l’attanaglio improvvisamente.
Che fare? Fuggire in classe o lasciare che il fato decidesse al suo posto?
Il tempo non le permise di scegliere poiché il ragazzo l’aveva raggiunte.

Con un bacio sulla guancia salutò Mary accorgendosi subito dopo della presenza di Sara.
Ciò lo fece rimanere di sasso.
Evidentemente si ricordava ancora di lei.
Dopotutto non era trascorso neppure un giorno.

Le domandò: -Ma tu non sei quella di ieri?-

Sara avrebbe preferito che egli si fosse completamente dimenticato di lei e della sua grandiosa figura eppure non era stato così.
Cercò, dunque, di trovare un escamotage per liberarsi dell’impiccio senza arrecare troppi danni.
Di colpo la sua mente fu inebriata da un’idea più che geniale.

-Scusa? –rispose, fingendosi alquanto scioccata e seccata.

-Si. Sei quella di Bruce Lee e dell’adorazione.- replicò lui.

Possibile che avesse una memoria pazzesca? Di solito i ragazzi dimenticano le cose poco interessanti.
Il fatto che ricordasse l’episodio meglio di lei l’aveva fatta rimanere folgorata.

-Uhh giusto! –Feci lei con non poca ipocrisia
Sei quello bravo in karate. Scusami, ma la mia memoria è inutile.

Come se si fosse trattato di pura e santa verità.

-Me ne sono accorto.- disse lui ridendo.

Poi si voltò verso l’ amica che pareva ancora nel mondo dei sogni. Fortunatamente la scusa riguardante l’ assenza mentale l’aveva risparmiata da un guaio insormontabile.

-Mary- la chiamò Sara.

-Mary?
Non vi fu risposta.

-Mary ci sta il tuo ragazzo qui. Sveglia! -

-Si scusa Sara. Eccomi presente.

Al che Sara e Chris scoppiarono a ridere come due idioti.
Poi Sara decise fosse meglio congedarsi, così da lasciare ai due l’opportunità di restare soli.
Alla fine lui era attratto da lei ed ella non avrebbe potuto far nulla per cambiare le cose. Si diresse così in classe e sedendosi al suobanco cominciai a vagare con lo sguardo fuori dalla finestra in cerca di quiete interna.

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