Another chance to change us;

di the ghost of Bonnie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** - Una vita sbagliata. ***
Capitolo 2: *** Un nuovo mondo. ***



Capitolo 1
*** - Una vita sbagliata. ***


PROLOGO

Harriet si era appena svegliata, i suoi occhi non rispondevano ai suoi inutili tentativi di vedere senza occhiali. Tese il braccio verso il comodino accanto al suo letto, cercando, senza guardare, quelle lenti che le permettevano di vedere il resto del mondo.
Quando li ebbe trovati e messi, si alzò dal letto senza neanche sistemarlo. 
Nella strada verso la cucina, passò accanto alla camera dei suoi figli. Sulla superficie di legno della porta, vi era attaccato un biglietto con scritto 'NON DISTURBARE'. Sbuffò e pensò che i suoi figli si sarebbero potuti svegliare anche da soli, avendo quattordici e diciotto anni. 
L'età che aveva lei quando... scosse la testa e si diresse verso la cucina. Lì, si versò del succo d'arancia in un bicchiere di vetro. Pochi istanti dopo, Andrew e William erano seduti al tavolo. William, capelli color caramello e occhi verdi, come il padre, curati in un lungo ciuffo sul viso. Andrew, capelli neri e occhi color ghiaccio.
- Ciao, mamma.
Salutò William, prima di alzarsi da tavola e uscire dalla porta, seguito da Andrew. 
Si erano vestiti in pochi minuti. A scuola andavano entrambi abbastanza bene, ma l'unico problema nella sua vita era lei. 

***
Martyn era seduto sulla sua poltrona, il computer sulle ginocchia, in attesa dell'ispirazione per scrivere qualcosa. La moglie non era ancora arrivata, nonostante fossero le 7:23 del mattino. 
L'aveva sposata per una cotta giovanile, ma quella donna non era come se l'aspettava: era diventata rigida, così fredda che non gli aveva neanche donato l'amore di un figlio. Si sentiva terribilmente solo. 
Quella non era la vita adatta a lui.
***
Non era la vita adatta a loro.



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Capitolo 2
*** Un nuovo mondo. ***


Martyn aprì gli occhi. A prima vista, fu tutto sfocato. Aveva passato troppe serate a scrivere servendosi solo della sua debole abat-jour grigia.
Ci vollero pochi secondi e si costrinse a sbattere più volte le palpebre, incredulo.
Non era nella sua stanza e nonostante questo la camera dove si trovava aveva un ricordo dolorosamente familiare. Alzò la schiena e si mise seduto sul letto, si tolse la coperta e si trascinò verso lo specchio: nessuna ruga, nessun capello grigio, la barba accuratamente tagliata. Il cuore iniziò martellargli contro il petto e fu preso da un’agitazione tale da non sapere neanche più chi fosse. Corse fuori dalla stanza, quasi scivolò al primo gradino delle scale che conducevano in cucina, ma questo non lo turbò. Spalancò la porta della sala da pranzo e si precipitò sul calendario, che segnava essere il settembre dell’anno 2011, quando lui aveva diciotto anni. Si portò le mani al viso, come a volerlo strappare, chiuse gli occhi immaginando di trovarsi di nuovo sulla sua poltrona, quarantottenne, aspettando la moglie che sarebbe rincasata solo al mattino.
« Ciao… » sbadigliò qualcuno alle sue spalle. Si voltò di scatto e sgranò gli occhi: era sua sorella Lisa, di soli tredici anni. Sentiva che il calore dello scorrere del sangue nelle sue vene stava man mano svanendo: l’immagine del cadavere di sua sorella continuava a contrapporsi a quella bambina che si era appena svegliata e lo guardava con aria perplessa.
« Lisa! Ciao! » esclamò lui e la abbracciò. Lisa lo respinse, con una smorfia schifata.
« Vai via, potresti essere infetto. »
Martyn rise, sentendo gli occhi inumidirsi. Era tornato all’ultimo anno di liceo. L’unica domanda che balenava nella sua testa era: perché?
Si vestì velocemente e si rese conto che il giorno dopo sarebbe iniziata la scuola. Il cellulare vibrò dalla tasca dei suoi jeans: era Melanie, sua moglie. Ebbe un colpo al cuore, era tornata giovane anche lei?
« P – pronto? » balbettò lui.
« Ciao, Martyn! » squittì la ragazza dai capelli neri.
Lui strinse così tanto i pugni che le nocche divennero bianche.
« Ciao. » rispose, secco.
« Allora stasera ci vediamo? Ho chiamato per confermare. »
Martyn rabbrividì e si voltò: Lisa lo stava guardando dalla cucina.
« No, scusa. Oggi è il compleanno di mia sorella e lo festeggio con lei. »
Detto questo, riattaccò il telefono in faccia a Melanie.
Lisa si avvicinò al fratello.
« Ma oggi non è il mio compleanno » obiettò la ragazzina.
« Lo so. »
Martyn sorrise. Non sapeva per quanto sarebbe durato questo ‘ritorno alla gioventù’, perciò decise che voleva goderselo al meglio.
Uscì di casa, sapendo che la madre e il fratello Marc, di sedici anni, stavano ancora dormendo, mentre il padre era al lavoro.
Non sapeva dove andare, da tanti anni non visitava la sua città.
Melanie, sposata quando entrambi avevano solo vent’anni, lo tratteneva e lui non era mai stato capace di ribellarsi. Ora era libero di nuovo, era tornato giovane e senza saperne esattamente la ragione.
Solo il tempo gli avrebbe dato la risposta.
Raggiunse il ponte che attraversava il fiume, inspirò a fondo. Tirò fuori dalla tasca del giubbotto nero il suo vecchio mp3 e sorrise come un idiota. Chi gli passava accanto probabilmente non riusciva a capire perché un ragazzo della sua età fosse così contento l’ultimo giorno di vacanze estive, ma Martyn nascondeva un segreto e lo avrebbe custodito gelosamente.
Non si accorse neanche che il tempo passava, le canzoni trascorrevano con diversi ritmi e lui, con quei ritmi, colorava il suo nuovo mondo.
Senza accorgersene, fece una piroetta e arrossì quando notò che delle ragazze, alla fermata degli autobus, lo stavano osservando stranite.
Lui sorrise ancora di più e le ignorò. Nessuno avrebbe rovinato il suo momento.
Assaporava la sua libertà come se a momenti gliela avrebbero portata via.

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