Everything can change..

di 8giusy8
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Afraid of losing you ***
Capitolo 2: *** I'm there ***
Capitolo 3: *** Always with me.. ***
Capitolo 4: *** You make me feel good ***
Capitolo 5: *** The first date ***
Capitolo 6: *** Moment of passion.. ***
Capitolo 7: *** Stay with me.. ***
Capitolo 8: *** Back to love... ***
Capitolo 9: *** The wolf is back ***
Capitolo 10: *** I will always be with you.. ***
Capitolo 11: *** The best team.. ***
Capitolo 12: *** The games begin ***
Capitolo 13: *** A message for you.. ***
Capitolo 14: *** I can not lose ***
Capitolo 15: *** Wolf Strikes Again.. ***
Capitolo 16: *** Next to you.. ***
Capitolo 17: *** Together again ***
Capitolo 18: *** We are a team... ***
Capitolo 19: *** 24 hours ..... (parte 1) ***
Capitolo 20: *** 24 Ore... (parte 2) ***
Capitolo 21: *** Wolf's nightmare is over ***
Capitolo 22: *** Start Over... ***
Capitolo 23: *** back to life... ***
Capitolo 24: *** All almost perfect... ***
Capitolo 25: *** A New life.. ***
Capitolo 26: *** Everything is perfect ***



Capitolo 1
*** Afraid of losing you ***


Eccomi di nuovo, questa doveva essere una one-shot, ma è risultata troppo lunga, così la dividerò in alcuni capitoli..
Che dirvi, spero vi piaccia!
Buona lettura:)


CAPITOLO 1 - AFRAID OF LOSING YOU 

Uno. Due. Tre colpi.
Era tutto quello che aveva sentito e il suo cuore per un secondo aveva smesso di battere.
Tre colpi seguiti da un assurdo silenzio, solo il rumore dei suoi tacchi mentre correva verso il vicolo, dove un attimo prima era sparito Daniele.
Quell’uomo era lì, con la pistola in mano e una mano nella bocca, a guardare sconvolto Daniele steso a terra.
Ancora silenzio, ancora paura.
L: Butta la pistola e inginocchiati. – urlò Lucia mentre una lacrima iniziava a rigarle il  suo viso pallido.
Quell’uomo si voltò, trovandosi davanti la pistola di Lucia ben tesa, alzò il braccio puntando anch’egli la sua pistola al Capitano.
Un altro sparo.
L’uomo cadde a terra, mentre Bart, appena arrivato sul posto si apprestò a disarmarlo e ad ammanettalo mentre col cellulare richiedeva due ambulanze.
Lucia ripose la sua pistola e si buttò sopra Daniele.
Era a terra, pallido, coperto di sangue e respirava appena.
L: Dani, sono io… sono qui… per favore stai con me. – ripeteva balbettando, mentre teneva il suo migliore amico tra le sue braccia stringendoli una mano.
L: Non lasciarmi, Dani non lasciarmi. – continuava a ripetere quasi incosciente mentre le lacrime continuavano a scivolarle lungo il viso.
Lucia continuava a stringerlo tra le sue braccia, cercando di bloccare l’emorragia, mentre con l’altra mano gli accarezzava il viso tenendolo stretto contro il suo petto.
Bart continuava a fare avanti e indietro coprendosi il viso con le mani, guardava Lucia, guardava Daniele e si sentiva tremendamente impotente.
L’ambulanza era arrivata.
L: Bart, chiama gli altri,  io vado in ambulanza con lui. – dice singhiozzando mentre saliva sull’autoambulanza.
Lucia era sconvolta, i suoi vestiti erano pieni del sangue del suo migliore amico, dei giovani medici cercavano di aiutarlo e quel viaggio verso il Policlinico Gemelli sembrava non finisse mai.
Erano passate due ore da quel momento e ancora nessuna notizia.
Lucia era a pezzi, visibilmente pallida e con lo sguardo assente e il volto segnato da tante lacrime.
Era seduta a terra in quell’andito, continuava a fissare le porte del reparto, aspettando da un momento all’altro che un medico uscisse.
Assorta com’era nei suoi pensieri non sentì i passi avvicinarsi a lei.
Una mano calda le si posò sulla spalla.
Non si voltò, non c’era bisogno, sapeva già chi era.
Al solo tocco si era sentita meglio, era lui, era Orlando.
Si voltò appena, cercando di cacciare con forza quelle lacrime, sperando che lui non si accorgesse.
I loro sguardi si incrociarono, non c’era bisogno di alcuna parola in quel momento, Orlando si abbassò per sedersi accanto a lei, le prese una mano stringendola dentro la sua, mentre con l’altra le sfiorò il viso per asciugare quelle lacrime con continuavano ad uscire prepotenti.
 
 
Flash Back 1: Quella mattina al R.I.S di Roma… 

Lucia arriva di corsa al Ris, salutato velocemente la sua squadra e si  dirige concentrata verso il suo ufficio.
La sua attenzione però ricade sul suo collega nonché migliore amico, il capitano Ghirelli. Era appoggiato alla porta dello studio di Lucia con il caffè in mano e con un’aria spensierata ed allegra.
L: Sei di buon umore Capitano? – chiede portando via dalle mani di Daniele la tazzina di caffè.
D: Si Capitano… diciamo di si….. Costanza torna tra tre giorni dagli States e diciamo che passerà a trovarmi…. – sorride facendo l’occhiolino a Lucia.
L: Ah….. l’amore... – dice sollevando gli occhi al cielo.
D: Guarda che questa volta faccio sul serio eh… fidati… e poi a proposito d’amore…...- dice, indicando con lo sguardo Orlando che passava nell’andito.
L: Cosa…..?  Non capisco! – risponde scuotendo la testa con aria vaga.
D: Non capisci eh…… oh andiamo capitano, accetta questo invito a cena, stai bene con lui, lui ti adora…..che hai da perdere? – dice, tutto d’un fiato.
L: Tu più di chiunque altro dovresti saperlo… - risponde rattristandosi appena.
Daniele stava per rispondere ma entrambi vengono interrotti dall’arrivo di Emiliano.
E: Capitani…. Abbiamo un volto. Questo è l’identikit dell’assassino della studentessa. – afferma, mostrando dei fogli.
L: Benissimo…. Non ci resta che trovarlo. – sorride, prendendo i documenti.
Emiliano esce dall’ufficio lasciando i due capitani da soli.
D: Da a me….ci penso io all’identikit, lo trasmetto ai colleghi della territoriale… - le dice prendendo il fascicolo dalle mani di Lucia.
L: D’accordo… io preparo tutto per la riunione allora.. – risponde andando verso la scrivania.
D: Ehy…… - la blocca per un braccio per farla voltare- non precluderti la possibilità di essere felice, te lo meriti Capitano…..
L: Hai ragione Dani….grazie… - risponde facendogli un tenero sorriso.
D: Basta smancerie, ti lascio lavorare…- sorride, facendo sorridere anche Lucia.
Così dicendo esce dalla stanza del Capitano, per andare ad occuparsi dell’identikit, quell’uomo andava fermato a tutti i costi, aveva ucciso una studentessa universitaria di 21 anni a pochi passi dall' Università la Sapienza.

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Capitolo 2
*** I'm there ***


CAPITOLO 2 - I'M THERE

Era tarda sera quando quelle famose porte del reparto si aprirono.
Lucia e Orlando avevano passato ore seduti a terra l’uno accanto all’altra ad aspettare un medico per avere notizie di Daniele, finalmente qualcuno si avvicinò a loro.
Lucia si alzò di scatto, seguita da Orlando, non riuscirono a pronunciare una sola parola, guardavano impazienti il medico di fronte a loro, quasi senza riuscire ad emettere alcun respiro.
D: E’ stato un intervento molto lungo e complesso, il proiettile ha perforato un polmone e si è spinto fin sopra il rivestimento del cuore, lo abbiamo estratto, è andato tutto bene, ma il vostro amico ha perso molto sangue, ed è entrato in coma. Mi dispiace, possiamo solo aspettare.
Quelle parole rimbombarono nell’andito ormai deserto.
Lucia rimase immobile, non riusciva a parlare o a muoversi, scuoteva la testa mentre le lacrime le ricomparvero in volto.
Orlando non sapeva cosa fare.. Ghiro, il suo migliore amico che lotta tra la vita e la morte e Lucia, la donna di cui è innamorato devastata dal dolore.
Senza pensarci, una volta andato via il medico, prese Lucia per le spalle avvicinandola delicatamente al suo petto, per poi abbassarle dolcemente la testa per farla poggiare.
Lucia era ancora immobile, ma appena si trovò stretta nell’abbraccio di Orlando scoppiò in lacrime stringendosi ancora di più a lui.
O: E’ forte, lo sai….. ce la farà…- le sussurrò mentre continuava a stringerla a sé.
L: Io….. ho paura di perderlo. – rispose debolmente tra un singhiozzo e l’altro.
O: Non lo perderai, e poi…..quante cose ci ha promesso di fare? La festa da lui, il famoso week and… lo sai com’è, tiene sempre le promesse. Ma tu devi credere in lui Lucia…devi credere per prima che riaprirà gli occhi. – le disse, accarezzandole il viso.
Lucia non rispose, sorrise lievemente, appoggiandosi di nuovo al petto di Orlando.
Il rumore di passi alle loro spalle, li fece separare, un’infermiera li pregava di lasciare il reparto che stava per chiudere, e che avrebbe riaperto soltanto l’indomani mattina dopo le otto.
Orlando gentilmente annuì, per poi spostare la sua attenzione su Lucia.
O: Andiamo a riposarci… ti fai una doccia calda, mangi qualcosa e domattina alle otto ti riporto qui.. – le sussurra mentre inizia a camminare verso l’uscita.
L: Non mi piace saperlo da solo qui… - risponde guardandolo dolcemente.
O: Ma non è solo, ci sono tanti di quei medici e infermieri… stai tranquilla è in ottime mani, e poi lui avrà bisogno di noi a pieno delle nostre energie..
Lucia annuisce convinta, Orlando era riuscito a tranquillizzarla e a convincerla.
Andarono entrambi verso i parcheggi, per prendere la macchina di Orlando.
Lucia era molto stanca, a stento rimaneva in piedi e nel tragitto verso casa aveva buttato la testa all’indietro e guardava triste fuori dal finestrino.
Quando la macchina si fermò sotto casa di Lucia, lei guardò Orlando facendogli un tenero sorriso, che lui ricambiò all’istante, per poi bloccarla per un braccio mentre stava per aprire la portiera dell’auto.
O: Lucia, se vuoi posso stare da te stanotte… se non vuoi stare da sola. – disse timoroso, in realtà non voleva proprio lasciarla da sola, sapeva che stava male e voleva assicurarsi solo che riuscisse a mangiare qualcosa e a riposarsi.
O: Domattina, passiamo da casa mia, mi cambio e ti riporto in ospedale. – continuò tutto d’un fiato.
L: Rimarresti? – chiese altrettanto timorosa.
O: Certo che si… - rispose aprendosi in un sorriso.
L: Grazie…- sussurrò, per poi rispondere al sorriso.
Scesero dalla macchina e insieme andarono verso l’appartamento di Lucia.
Non appena entrarono nell’appartamento, Lucia si voltò verso lo specchio all’ingresso, fu in quel momento che realizzò che la sua camicia era piena di sangue, e che era in un stato penoso.
Orlando, accortosi dello stato d’animo di Lucia si avvicinò alle sue spalle, posandole una mano sul braccio. A quel tocco lieve, Lucia si voltò, trovandosi davanti gli occhi attenti e allo stesso tempo dolci di Orlando.
O: Andrà tutto bene… - le disse, continuando a guardarla negli occhi.
Lucia non rispose, i suoi occhi si riempirono nuovamente di lacrime, si sentiva soffocare, aveva una tale paura di perdere daniele che non riusciva nemmeno a restare lucida e affrontare quella situazione.
O: Lucia, guardami…… andrà tutto bene. – le ripeté, tenendola per le spalle e guardandola ancora negli occhi.
Lei si liberò dalla presa decisa di Orlando, buttandosi istintivamente  tra le sue braccia mentre le lacrime iniziarono ad uscire con forza.
O: Ci sono io…. – le sussurrava.
L: Lo so… ci sei sempre. – rispose singhiozzando.
La tenne tra le sue braccia finché Lucia non smise di piangere, la teneva stretta al suo petto, avvolgendola nel suo abbraccio mentre le accarezzava teneramente i capelli.
 
 
Flash Back n 2…. Quel pomeriggio al Ris di Roma..


Lucia era intenta ad analizzare un reperto in laboratorio quando il Capitano Ghirelli entrò di corsa facendola sobbalzare.
D: Fausto Rivolta,!! – esclamò.
L: Come?? – chiese perplessa.
D: La territoriale ha passato l’identikit a tutte le caserme… il nostro uomo si chiama Fausto Rivolta, un  pregiudicato, è uscito di prigione 5 mesi fa… - rispose, porgendo dei documenti a Lucia.
L: Bene….allora, andiamo a prenderlo! – sorride.
D: Certo che si Capitano. – rispose al sorriso.
L: Chiamo Rambaudi, tu avvisa Bart, tra mezz’ora tutti giù ai parcheggi. – dice, iniziando a prendere il cellulare per avvisare il maggiore.
Passati dieci minuti, Daniele e Bart erano sull’andito ripassare il fascicolo del sospettato, mentre Lucia stava prendendo le ultime cose dal suo ufficio, quando il tenente Serra bussa alla porta del suo ufficio.
Lucia lo fa accomodare con un cenno della mano, mentre prendeva la sua pistola dal cassetto.
O: Allora è tutto pronto? –le chiese sorridendola.
L: Si… tutto pronto, tra un quarto d’ora andiamo.. – rispose, rispondendo al sorriso.
Prese la pistola, e la mise nella fondina dietro l’impermeabile e si apprestava ad uscire dal suo ufficio per raggiungere Daniele a Bart, quando il braccio di Orlando la trattenne.
Lucia si voltò verso di lui con viso interrogativo ma dolce.
O: State attenti eh.. – disse abbozzando un sorriso.
L: Di solito le raccomandazioni le faccio io…. – sorrise- …però certo, staremo attenti..
O: Lucia, quell’uomo è piuttosto pericoloso, torna tutta intera… - le disse con sguardo serio e molto protettivo.
L: Lo farò…… - rispose poggiando la sua mano sul braccio di lui, che intanto sfoderava uno dei suoi sorrisi più belli.
Lucia lo guardò per l’ultima volta ed uscì dal suo ufficio, per dirigersi nei parcheggi, il Maggiore era arrivato con i suoi uomini e Bart e Ghiro erano pronti.
Salirono nelle macchine e si diressero verso l’abitazione del sospettato.
 
 

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Capitolo 3
*** Always with me.. ***


CAPITOLO 3... ALWAYS WHIT ME
 
Appena si disticcarono dall’abbraccio, Lucia diresse verso la sua stanza, per tornarne appena pochi minuti dopo con dei vestiti maschili in mano.
Si era avvicinata ad Orlando, che stava in salotto a guardare fuori dalla finestra, non appena la vide arrivare dal riflesso sul vetro si voltò, per trovare il suo sguardo.
L: Tieni, questi vestiti ti dovrebbero stare, sono di mio fratello…. Almeno puoi rinfrescarti.. – sorride, porgendole i vestiti.
O: Grazie… non dovevi disturbarti.. – rispose, sorridendo.
L: Nessun disturbo, ci mancherebbe…. – rispose, per poi voltarsi e dirigersi verso il bagno.
Non appena fu da sola, si liberò dei vestiti lasciandoli cadere delicatamente a terra e infilandosi sotto il forte getto d’acqua calda della doccia. Si massaggiava i capelli quasi per cancellare i pensieri, rimase a lungo sotto l’acqua, fin quando assuefatta dal vapore decise di uscire.
Si asciugò i capelli, lasciandoli cadere sbarazzini sulle spalle, indossò la vestaglia color avorio e il kimono dello stesso colore che le arrivava a metà coscia.
Uscì dal bagno, dopo aver sistemato i vestiti e andò con delle coperte verso il soggiorno.
Orlando era in cucina, stava cucinando qualcosa.
L: Il bagno è libero…. Se vuoi puoi andare… - gli urlò dal salotto.
Orlando si sporse verso di lei per risponderle, e lì la vide di spalle, china a preparare il divano letto per lui. Rimase ammaliato per qualche secondo, era scalza, con un kimono corto che la rendeva ancora più sensuale del solito, lasciandole scoperta buona parte della sua pelle così perfetta a chiara.
Si voltò verso la cucina, trovandosi davanti lo sguardo un po’ imbambolato di Orlando.
L: Tutto apposto? – chiese, notando lo sguardo di lui.
O: Si….. – rispose molto imbarazzato- adesso vado a fare la doccia, la cena è quasi pronta. – le disse sorridendo.
L: La cena? – chiese stupita. – non c’era bisogno che ti disturbassi…
O: Non è un disturbo per me capitano.. – così dicendo, le fece un lieve sorriso e si voltò per andare a fare la doccia.
Lucia sorrise imbarazzata, poi continuò a preparare il divano letto per Orlando, per poi dirigersi in cucina e preparare il tavolo.
Orlando uscì dieci minuti dopo e andò in cucina da Lucia.
Appena lo vide rimase a guardarlo immobile, le fece uno strano effetto vederlo con gli abiti di Guido… non lo vedeva da un po’ di tempo, e sentiva nostalgia.
Orlando, intuendo i suoi pensieri, si avvicinò a lei.
O: Ti manca tuo fratello…? – le chiese sussurrando.
L: Scusa, è che non lo vedo da un po’, lo sento tutti i giorni… ma mi manca… e vederti con i suoi vestiti mi ha fatto pensare. – rispose, abbassando la testa dopo averlo guardato.
O: Capisco… se vuoi posso cambiarmi.. – disse sorridendo.
Lucia sorrise scuotendo testa.
L: No… figurati, non c’è bisogno. – rispose.
Si sedettero a tavola, Lucia non mangiò molto, era molto stanca e molto provata per la giornata orribile appena trascorsa.
Non appena ebbero finito di mangiare, sistemarono insieme la cucina e poi andarono verso il salotto.
L: Io ti lascio riposare.. sarà meglio andare a dormire. – disse, un po’ imbarazzata.
O: Lucia aspetta… - le disse, fermandola per un braccio.
Lei si voltò, guardandolo dritto negli occhi.
O: Lo so che hai paura, che sei preoccupata per Ghiro, però….. lui è forte, lui sa quanto gli vuoi bene, e riaprirà gli occhi, ne sono certo… perciò, stai tranquilla……andrà tutto bene. – disse, non smettendo di guardarla negli occhi e continuando a tenerle il braccio.
Lei non rispose, quelle parole erano tanto belle quanto forti e quell’uomo riusciva sempre a capire cosa provasse, in ogni istante lui sapeva cosa dire e cosa fare per farla star meglio.
In quel momento non aveva parole per rispondere, non sapeva cosa dire, posò la sua mano nel braccio di Orlando e si avvicinò a lui, abbracciandolo.
Orlando sorrise, aveva capito che quelle parole le avevano dato forza, la strinse a se appoggiandole la testa nelle sue spalle.
Poco dopo Lucia si spostò, guardandolo dolcemente negli occhi.
L: Grazie… - sussurrò.
O: Non devi ringraziarmi.. – rispose delicatamente,
L: Buona notte. – rispose sorridendo debolmente.
O: Buona notte.. – le disse, facendogli un dolce sorriso.
Entrambi esausti andarono a letto… ma non riuscirono a dormire immediatamente.
Lucia continuava a pensare a Daniele, al fatto che si trovava in ospedale da solo, e poi ricordava le parole di Orlando. Già…. Orlando, quell’uomo riusciva sempre a farla stare bene, in un modo o nell’altro e in qualsiasi circostanza.
Orlando guardava il soffitto pensando al suo amico, sperando che presto avrebbe riaperto gli occhi.. e pensava a Lucia, la donna di cui è innamorato, quella donna che è tanto forte ma tanto fragile allo stesso tempo. Farebbe qualsiasi cosa per farla star bene.
 
 
Flash- back n.3 …. Faccia a faccia..

Erano appena arrivati sul posto, un casolare nei pressi della stazione Termini.
Aveva circondato di pattuglie la zona, e a piedi si erano diretti tutti verso quel casolare che a prima vista, fatiscente com’era, sembrava abbandonato.
Gli uomini della territoriale sorvegliavano l’ingresso mentre Lucia e Bart si diressero verso il retro, mentre Daniele sorvegliava il perimetro esterno.
Mentre gli uomini della territoriale sfondavano la porta, Daniele vide quell’uomo incappucciato scivolare nella scala antincendio sul retro della casa.
D: Lucia, la scala antincendio. – urlò sollevando il dito in sua direzione.
Lucia si voltò immediatamente, correndo con Bart verso il retro.
L’uomo si lanciò dalla scala, cadendo su un cassonetto dei rifiuti, e scappando immediatamente verso un vicolo.
D: Vado io, passato dal retro. – urlò, in direzione di Lucia e Bart.
Rambaudi e i suoi uomini correvano appresso a Lucia e Bart, dividendosi nella zona per bloccare le uscite.
L: Bart vai di là… - le disse Lucia, indicando il vicolo parallelo, mentre lei correva seguendo Daniele.
E fu lì… in quel momento, mentre percorreva di corsa quella strada, che sentì i colpi di pistola.
Vedendo poco dopo il suo migliore amico steso a terra.

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Capitolo 4
*** You make me feel good ***


 CAPITOLO 4- YOU MAKE ME FEEL GOOD

Quella notte era stata molto movimentata per entrambi.
Lucia riuscì ad addormentarsi solo sul tardi, dopo ore passate a pensare a Daniele preoccupata.
Si era addormentata esausta, aggrappata al cuscino, erano circa le tre di notte quando il suo sonno venne disturbato.
Era agitata, si muoveva e rimuoveva sul letto, stava rivivendo nel sogno quello che era successo realmente il giorno prima. Continuava a voltarsi, a parlare nel sonno fino a quando si alzò di scatto urlando e respirando con affanno rimanendo seduta nel letto agitata.
Orlando si svegliò di colpo, andando verso la camera da letto di Lucia allarmato dalle urla.
Si precipitò nella sua stanza aprendo la porta di scatto e rimanendo immobile a guardarla, senza pensarci si avvicinò a lei, sedendosi a suo fianco.
Lucia era rannicchiata, si teneva le gambe e guardava in basso, con le lacrime che iniziavano a rigarle silenziose il viso. Non appena Orlando fu lì affianco a lei, le posò una mano sulla sua, lei si voltò appena e si aggrappò a lui, per scaricare quel pianto devastante che cercava di trattenere.
O: Stai tranquilla….. era solo un sogno.. – le disse, accarezzandole dolcemente i capelli.
Lucia non rispose, si strinse ancora di più a lui, cercando le sue spalle.
Quando si tranquillizzò un po’ si spostò dalle sue spalle, asciugandosi il volto.
O: Ti preparo qualcosa di caldo..? – le chiese gentilmente..
L: No…. Grazie… non mi va niente, solo…. – disse, continuando ad asciugarsi le lacrime.
O: Solo….? – le chiese, notando la sua pausa..
L: Rimarresti a dormire qui…. non mi sento tranquilla da sola.. – disse tutto d’un fiato, non pensandoci troppo..
O: Ma certo che rimango….. – le disse, spostando le coperte e avvicinandosi a lei.
Lucia si spostò per fargli spazio, si rimise sdraiata e Orlando si coricò affianco a lei, spegnendo la luce. Non appena la luce fu spenta, Orlando prese la mano di Lucia stringendola nella sua, voleva sentirla vicina, e soprattutto voleva darle forza e farle capire che lui era lì. A quel tocco Lucia ebbe un sussulto, sentiva la mano di Orlando avvolgere completamente la sua, era un tocco dolce e delicato, si sentiva protetta in quel momento, così senza esitazioni si avvicinò a lui, poggiando la testa sulla sua spalla e una mano sul suo petto, Orlando di risposta, l’avvolse delicatamente nel suo abbraccio stringendola a se.
Poco dopo Lucia si addormentò, si sentiva serena tra le sue braccia, si sentiva protetta e si, si sentiva amata.
Riaprì gli occhi alle sei del mattina, trovandosi ancora tra le braccia di Orlando, rimase un momento a pensare a quel momento e a quella situazione, lo guardò con occhi molto dolci mentre lui ancora dormiva. Per la prima volta, in quel momento capì quanto speciale fosse quell’uomo, non le aveva mai fatto pressioni, l’aveva sempre rispettata e aspettata, era sempre rimasto al suo fianco nel bene e nel male e soprattutto  la rendeva felice….si, la rendeva davvero felice, come forse mai prima.
I suoi interminabile pensieri furono interrotti proprio da Orlando, aveva aperto gli occhi e guardava silenzioso Lucia.
O: Buongiorno.. – le sussurrò..
L: Ciao… -rispose, spostandosi verso il bordo del letto… - scusami per stanotte, non ti ho fatto riposare granché…
O: Lucia…. Non mi devi ringraziare, lo faccio con piacere… - rispose, guardandola dolcemente negli occhi.
Lucia abbassò appena lo sguardo imbarazzata, indossò il kimono ed uscì dal letto per andare a prepararsi, anche Orlando si alzò dal letto e andò a vestirsi.
Quando uscì dal bagno, trovò Lucia con due tazzine di caffè in mano e sul tavolo alcuni cornetti.
L: Direi che almeno la colazione te la devo… - sorrise.
O: Direi di si, con quell’urlo di stanotte ho perso vent’anni di vita… - rispose sorridendo.
L: Scusami… - disse, guardandolo negl’occhi.
O: Non voglio sentire più scuse e ringraziamenti capitano…- le rispose.
Lucia sorrise, mangiarono di corsa un cornetto e uscirono di casa, sarebbero passati alla casa sulla spiaggia per prendere dei vestiti per Orlando e poi Lucia sarebbe andata in ospedale di Ghiro.
 
Policlinico Gemelli di Roma….. ore 11.00

Lucia era appena arrivata, Orlando l’aveva lasciata in ospedale e lui era andato al Ris a lavorare.
Non appena arrivò al reparto, un infermiera la condusse verso la camera di Daniele, le fece indossare il camice sterile per poi farla entrare.
Rimase immobile, era sdraiato e sembrava dormisse sereno, aveva garze e fasce lungo il torace, macchinari che si collegavano ovunque e una mascherina sul viso.
Vederlo così le fece terribilmente male.
Si avvicinò a lui, prendendo una sedia e posandola al suo fianco.
Si sedette, respirò profondamente e prese la sua mano.
“ Sai, non so se è vero ma dicono che a volte serva parlare, serva sentire una voce familiare per risvegliarsi, bè…. Io sono la tua miglior amica, nonché tuo capitano perciò ti chiedo da amica di svegliarti e da capitano te lo ordino. Dani, io ho bisogno di te…. ora più che mai vorrei sentire i tuoi consigli, vorrei sentire la tua voce e le tue battute.
Visto che non ti decidi ad aprire gli occhi, ti parlerò lo stesso…
Mi sono innamorata, non lo credevo più possibile dopo la morte di Alex, eppure è successo.
Orlando è…….è speciale.
Mi piace stare con lui, mi piace sentire la sua voce e il suo sguardo dolce e sincero su di me.
Mi piacciono le sue mille attenzioni discrete, mi piace stare tra le sue braccia e mi piace il modo in cui mi tranquillizza….ti prego Dani, svegliati e dimmi che devo fare…ho paura di rovinare tutto, ho paura di sbagliare, di fargli del male e di soffrire io stessa, di nuovo.

So che tu mi diresti di seguire le mie emozioni, ma ho bisogno di sentirtelo dire di nuovo Dani….per favore….. fallo per me” – una lacrima silenziosa le scivolò lungo il pallido viso, la asciugò con la mano e strinse ancora di più quella di Daniele accarezzandogli dolcemente il viso.
Si alzò dalla sedia, doveva tornare al Ris, guardò di nuovo il suo amico e gli posò un bacio sulla fronte, stava per lasciare la stanza quando sentì quelle sorde parole:
Segui le tue emozioni” – si voltò quasi terrorizzata, guardò Daniele, aveva gli occhi semi aperti e una mano sulla mascherina che gli impediva di parlare. Corse verso di lui, prendendogli la mano mentre le lacrime ripresero a scivolare lungo il viso.
L: Dani….ti sei svegliato – singhiozzava, accarezzandogli la mano….
D: Ho detto segui le tue emozioni. – ripetè debolmente..
L: Grazie…… - sussurrò tra una lacrima e l’altra.
Lo abbracciò, posando la sua fronte su quella di lui, mentre con in campanello chiamava il medico.
Venne visitato immediatamente, era molto debole e sarebbe dovuto rimanere ancora in ospedale per diversi giorni… ma era finalmente fuori pericolo.
Lucia non poté rientrare a salutarlo, Daniele doveva solo riposare e fare ulteriori accertamenti, così, molto più serena decise di tornare al Ris. Mentre rientrava, prese il cellulare dalla tasca e scrisse un messaggio ad Orlando “Daniele si è svegliato, è fuori pericolo…. Grazie per aver mantenuto la tua promessa”.
Pochi secondi dopo arrivò la sua risposta “Questa si che è una notizia meravigliosa, sono contento…. Ed io capitano, tengo sempre le mie promesse…. Niente ringraziamenti, ricordi?”
Lucia sorrise leggendo il messaggio, non voleva più andare al Ris, in quel momento avrebbe solo voluto abbracciare Orlando…. Prese il cellulare, mentre guidava senza meta, e rispose al messaggio di Orlando. “Vieni a cena con me?” – non credeva neanche lei di averlo fatto davvero, ma ne era felice, in quel momento voleva solo stare con la persona che più di tutte la faceva star bene.
Quando Orlando prese il cellulare in mano, quasi non poteva crederci… rimase senza parole, così poco dopo aver letto e riletto il messaggio rispose “ No Capitano…… sei tu che vieni a cena con me…. “.
Lucia, ricevendo il messaggio si accostò vicino ad un parco per leggerlo e rispondere… sorrise scuotendo la testa, pensando a quanto fosse testardo Orlando, dopo tutte le volte che aveva rifiutato i suoi inviti a cena alla fine aveva accettato…. Rispose al messaggio con ancora il sorriso sul volto “Non ti arrendi mai eh…. Ci vediamo alle 9 “  ….la risposta arrivo pochi secondi dopo “Alle 9 sarò da lei Capitano”.
Lucia guardò l’orologio… erano già le sei, non sapeva cosa vestirsi e non voleva certo essere in disordine, così decise di rientrare a casa a prepararsi… 

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Capitolo 5
*** The first date ***


 
CAPITOLO 5  THE FIRST DATE
 

Erano le otto e trenta in punto, Orlando era pronto e si apprestava ad uscire di casa, non prima di aver dato gli ultimi ritocchi ai preparativi per la cena.
Lucia era una donna speciale, non si meritava un classico primo appuntamento, voleva stupirla e farle capire quanto importante fosse per lui.
Era stato un po’ complicato preparare tutto in così poco tempo, ma per lei avrebbe fatto questo ed altro, ciò non ostante era tutto pronto, tutto perfetto.
Uscì di casa, dando un ultima occhiata… soddisfatto del lavoro si apprestò ad andare a prendere Lucia.
Alle nove era sotto casa sua, scese dall’auto e suonò il campanello.
L: Si…? – rispose dopo pochi secondi.
O: Sono Orlando… sei pronta? – le chiese dolcemente.
L: Tra dieci minuti si…. Sali un secondo… - disse mentre apriva il portone esterno.
Orlando salì le scale scuotendo la testa, queste donne pensava….. ci mettono un secolo per prepararsi.
Il portone di casa di Lucia era aperto, e dei passi di tacchi provenivano dalla camera da letto.
L: Ci metto un attimo eh… - urlò dalla sua camera.
O: Ah le donne…. – rispose lui sorridendo..
L: Non è mia la colpa del ritardo, ma del tuo coinquilino che mi ha tenuta al telefono per mezz’ora..- rispose, sempre dalla sua stanza.
O: Ah se è così allora…..fai con calma.. – sorrise e si appoggiò sul divano per aspettarla.
Dieci minuti dopo, una visione celestiale gli si presentò davanti. Rimase letteralmente a bocca aperta, Lucia era sempre molto bella, ma quella sera era davvero un incanto.
Indossava un abito corto a metà coscia nero che le lasciava le spalle scoperte, fasciato sul seno da tanti punti luce, aveva raccolto morbidamente i capelli e aveva scelto un paio di sandali alti argentati e una pochette dello stesso colore.
I mille pensieri di Orlando furono interrotti dalla voce di Lucia.
L: Eccomi… - disse leggermente imbarazzata.
Orlando si era alzato, ma non aveva emesso alcun suono.
L: C’è qualcosa che non va? – chiese, stupita  dallo strano silenzio di Orlando.
O: No…. Scusami… è che, sono rimasto senza parole…. sei bellissima. – disse guardandola dolcemente.
Lucia imbarazzata abbassò lo sguardo sorridendo lievemente e Orlando per smorzare il momento continuò a parlare..
O: Andiamo? Ho una fame…. – disse, dirigendosi verso la porta.
L: Si si…. muoio di fame anch’io.. – rispose seguendolo.
Salirono in macchina e partirono.
Dopo circa venti minuti di macchina arrivarono alla casa sulla spiaggia, Lucia rimase un po’ perplessa, non capiva come mai si trovassero lì.
Orlando scese dall’auto aprendo la portiera per far uscire Lucia.
O: Prego…. – le disse.
L: grazie…. ma, che ci facciamo qui? – chiese ancora più perplessa.
O: Vedrai…… - le rispose.
Entrarono in casa, e Lucia si guardava intorno ma sembrava tutto normale..
O: Allora vieni? – le disse mentre apriva la porta scorrevole che dava sulla spiaggia.
L: Si arrivo… - rispose iniziando a seguirlo.
Lo spettacolo che si presentò ai suoi occhi fu favoloso.
Sulla spiaggia tantissime piccole candele adagiate a terra formavano un cerchio, al centro del quale c’era posizionato un gazebo bianco con il tulle che scendeva fino alla sabbia… e sotto il gazebo un tavolino apparecchiato con due candele e una rosa rossa al centro.
Lucia era senza parole, si era immobilizzata nella passerella in legno e continuava a guardare la spiaggia.
Quella sera poi non c’era un filo di vento, il mare era calmo e il cielo era pieno di stelle, era davvero tutto perfetto.
O: Spero che ti piaccia…. – le disse porgendole la mano per farla camminare sulla passerella.
L: Io….. – balbettò- …è stupendo… - rispose afferrando la mano di Orlando e seguendolo fino al gazebo.
L: Come hai fatto a fare tutto questo? – le chiese mentre lo seguiva..
O: Ho mille risorse capitano…. Diciamo che son scappato dal Ris, ma non dirlo al mio capo.. – sorrise.
L: Il segreto è al sicuro con me… - rispose sorridendo, mentre Orlando la faceva accomodare al tavolo.
O: Come hai potuto notare tu stessa, io non sono proprio bravo a cucinare, perciò ho fatto preparare a qualcuno più competente..
L: Menomale….. allora non volevi avvelenarmi.. – rispose ridendo.
In quel momento arrivò un giovane cameriere che iniziò a servire la cena.
L: Ma scherzi? Addirittura un cameriere? – chiese stupita.
O: Non potevo portarti in un ristorante…. – le disse sussurrando..
L: Perché no? – chiese non capendo l’affermazione.
O: Perché avrei dovuto affrontare tutti gli uomini che ti avrebbero posato gli occhi addosso, so gi che sarebbero stati tanti e stasera non volevo fare il carabiniere….. – le disse prendendole la mano.
Lucia lo guardò stupita, e con sguardo molto dolce.
L: Mi sorprendi sempre… - disse bisbigliando.
Orlando sorrise, poi si alzò dalla sedia.
O: Aspettami un attimo..
Si spostò dal gazebo andando verso casa, e ritornò poco dopo con in mano una bottiglia di champagne e due calici.
Lucia intanto si era alzata dal tavolo e si era andata a sedere sulla spiaggia, sempre circondata da quelle mille candele.
Orlando la raggiunse sedendosi accanto a lei stappando la bottiglia.
O: Pensavo fossi scappata…. – le disse, porgendole il bicchiere.
L: Ci avevo pensato, ma sono senza macchina, volevo scappare via mare ma penso che l ‘acqua sia fredda… - rispose sorridendo.
O: Vuoi veramente scappare? – chiese un po’ spaventato.
L: Orlando, se avessi voluto…..sarei già scappata, come ho fatto fin ora.. – disse, sorprendendosi da sola subito dopo aver pronunciato quelle parole.
O: Non sei scappata fin ora…… forse, non eri pronta ad accettare le mie attenzioni… - rispose guardandola negli occhi.
L: Forse….. o forse, ho sofferto talmente tanto che ho paura di soffrire di nuovo. – disse rattristandosi e abbassando la testa.
Orlando le sfilò il calice dalle mani, poggiandolo a terra per poi prenderle una mano.
O: Lucia…. io non ho alcuna intenzione di farti soffrire, voglio solo starti accanto… - bisbigliò dolcemente.
L: Tu fai molto di più: mi tranquillizzi, mi stai accanto sempre e comunque, mi dai forza, mi fai sorridere e soprattutto…… mi fai stare bene… eh si, è vero, ho paura…. ma non per me…. la mia più grande paura è che possa succederti qualcosa a causa mia. – rispose per la prima volta senza pensare alle conseguenze, rispose con estrema sincerità e serenità, anche se una lacrima silenziosa le scivolò lungo il viso.
O: Non succederà niente Lucia…. tutto quello che voglio è continuare a farti sorridere, a proteggerti a starti accanto ed amarti…. – fece una piccola pausa, durante la quale la guardò dritta negli occhi asciugandole dolcemente le lacrime.
O: Fidati di me…… - le sussurrò, tenendo il suo viso tra le mani.
Lucia lo guardò in modo diverso, in modo profondo, in quel momento aveva tutto ciò che desiderava, quell’uomo la rendeva davvero felice, in ogni suo gesto e ogni sua parola…
Era a pochi centimetri dalle sue labbra, e le desiderava, come non mai.
Lo guardò, gli sorriso lievemente per poi avvicinarsi di più alle sue labbra.
Orlando naturalmente la strinse a lui, avvicinandosi a quelle labbra calde e morbide.
In un attimo quelle labbra si sfiorarono delicatamente, per poi cercarsi con più passione e desiderio.
Quel bacio tanto atteso era un turbinio di emozioni, entrambi potevano sentire i loro pensieri e i loro respiri, le loro mani e i loro corpi che si avvicinavano sempre di più…..

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Capitolo 6
*** Moment of passion.. ***


CAPITOLO  - MOMENT OF PASSION
 
Le loro labbra si cercavano desiderose, non staccandosi l’una dal’altro, mentre le mani di lui scivolavano morbide lungo il viso e il collo di lei.
In un attimo le mani di Lucia erano sul petto di lui, scivolando leggere lungo le sue spalle..
Orlando l’avvicinò di più a se, la guardò negli occhi staccandosi appena dalle sue labbra e le sfiorò il viso con una carezza delicata. Lucia lo guardò, ricambiando il sorriso, stringendo la mano che le aveva posato sul viso.. Non vi era più alcun dubbio, si desideravano ed entrambi volevano solo appartenersi, amarsi e trovarsi liberamente.
La prese in braccio, riprendendo a baciarla, e conducendola all’interno della casa.
Quando arrivarono in camera da letto, Orlando poggiò Lucia a terra che intanto aveva già lanciato le sue scarpe all’ingresso. L’abbracciò da dietro, tenendola per la vita e accarezzando dolcemente il suo corpo perfetto… riprese a baciarle il collo, restando sempre dietro di lei, spostandosi dal collo al viso, mentre con una mano la stringeva a lui e con l’altra accarezzava il corpo.
Delicatamente iniziò a slacciarle l’abito, facendolo scivolare ai suoi piedi.
Lei si voltò, voleva le sue labbra più di ogni altra cosa, voleva le sue mani, il suo respiro, voleva lui.
Prese a baciarlo con più passione di prima, mentre sbottonava lentamente la sua camicia, accarezzando il suo petto ormai nudo.
Orlando non capiva più nulla, ad ogni tocco di Lucia fremeva, ad ogni sua carezza ansimava.
Lucia si abbandonò completamente a quel desiderio tanto forte e tanto puro, baciando il suo collo e il suo viso.
La prese in braccio, mentre lei accingeva le sue gambe alla sua vita.
La adagiò sul letto, non separandosi dalle sue labbra.
Dolcemente le sfilò il reggiseno, accarezzando la sua pelle così chiara, così liscia e così morbida e iniziando a baciarle il petto mentre lei tormentata da quell’estremo piacere afferrava le sue spalle.
Poco dopo, si liberarono del resto dei vestiti, e si abbandonarono a quel totale desiderio e passione che in quel momento non aveva più fine.
Lucia si mise a cavalcioni sopra di lui, regalandogli un piacere estremo, muovendosi in perfetta sintonia l’  uno sull’altra… Orlando la strinse a lui, portandola spalle al letto e continuando a muoversi e a baciarla ovunque.
Rimasero a fare l’amore per ore, fino a quando esausti si distesero l’uno accanto all’altra, rimanendo abbracciati in silenzio.
Orlando l’accarezzava dolcemente baciandole la fronte e il viso e Lucia sfiorava con estrema delicatezza il suo petto stringendosi sempre di più a lui.
O: Ehy… - le bisbigliò poco dopo…
Lei sollevò la testa, incrociando il suo sguardo e regalandogli il più bel sorriso mai visto.
O: Mi fai stare bene…. come non sono mai stato in tutta la mia vita… - le disse spostandole una ciocca di capelli.
L: Mi fai stare bene anche tu tenente…..- rispose, prima di dargli un tenero bacio a fior di labbra.
Orlando sorrise, e la avvicinò di più a se, voleva risentire le sue labbra, il suo sapore, il suo corpo.
Ripresero a fare l’amore con estrema dolcezza e passione, come se fosse di nuovo la prima volta.
Si amarono a lungo quella notte, volevano sentire entrambi quell’amore sincero ed unico che cresceva sempre di più…finché non si addormentarono ormai all’alba.
 
La luce tenue del sole filtrava dalla finestra, illuminando il volto di Lucia che ancora dormiva serena nel grande letto.
I suoi capelli erano sparsi sul cuscino, le sue mani erano distese lungo in letto e le sue gambe semi nude erano appena coperta da un delicato lenzuolo.
Orlando si era già svegliato, aveva guardato Lucia per un tempo infinito, non voleva svegliarla però… i giorni precedenti erano stati piuttosto pesanti e vederla così serena gli riempiva il cuore di gioia.
Si alzò dal letto senza fare rumore e andò in cucina per preparare la colazione. Torno poco dopo con un vassoio, con la colazione e una rosa rossa.
Si rimise sul letto e si avvicinò a Lucia che ancora riposava. Iniziò ad accarezzarle il viso e il petto con la rosa, fino a quando con estrema fatica aprì gli occhi.
Orlando rimase senza parole da quell’estrema bellezza, la sua pelle chiara, i suoi grandi occhi verdi e quei capelli biondi sparsi lungo il cuscino.
O: Buongiorno principessa… - le sussurrò prima di darle un tenero bacio.
L: Buongiorno a te… - rispose sorridendo, guardando la rosa che aveva in mano.
O: Sei meravigliosa… - le disse, prima di baciarla di nuovo.
Lucia sorrise, rispondendo a quel bacio così delicato.
L: Mi hai preparato la colazione? – chiese, vedendo il vassoio al centro del letto.
O: Ma certo capitano… - le rispose facendola sedere e avvicinando il vassoio.
L: Tu sei tutto pazzo…. – disse scuotendo la testa.
O: E’ vero…. Ma di te! – rispose dandole un bacio sulla spalla scoperta.
Lucia rise di gusto, poi lo guardò e sorrise di nuovo.
L: Sai una cosa…..non ho fame..! – disse spostando il vassoio sul comodino.
O: Come non hai fame? – le chiese stupito.
Lei non rispose, si voltò.. si avvicinò al suo viso e lo baciò con estrema passione, mettendosi a cavalcioni sopra di lui continuando a baciarlo.
O: Mi fai morire Capitano… - le sussurra all’orecchio mentre la bacia.
Lucia sorrise continuando a baciarlo e a muoversi sopra di lui.
Il desiderio si riaccese immediatamente, più forte che mai riprendendo a fare l’amore.
Quando entrambi raggiunsero il massimo del desiderio si abbandonarono l’una tra le braccia dell’altro.
Lucia indossò una maglietta di Orlando che le arrivava a metà coscia, era molto bella e sensuale, poi si sedette sul letto riprendendo il vassoio.
L: Credo che il caffè si sia raffreddato…. – disse toccando le tazzine.
O: Credo anch’io... dai, andiamo in cucina così lo prepariamo… - disse alzandosi dal letto.
Andarono entrambi in cucina, Orlando iniziò a preparare il caffè mentre Lucia andò verso la spiaggia, con indosso solo la maglia di Orlando, e andò a sedersi sulla spiaggia sopra un asciugamano a guardare il mare, immersa nei suoi pensieri.

O: Stai ancora valutando l’ipotesi di scappare a nuoto…? – chiese vedendola assorta nei suoi pensieri.
L: No…. Niente fuga tenente… stavo valutando l’ipotesi che potrebbe piacermi troppo stare qui con te… - gli rispose sorridendo.
O
 Capitano…. Credo ci sia solo un piccolo problema- le disse, accarezzandole i capelli.
L: Che problema? – rispose un po’ perplessa.
O: Mi sono innamorato del mio capitano… - disse guardandola negli occhi.

Lei sorrise e un po’ imbarazzata e abbassò la testa.
L: Nessun problema tenente, credo che anche il tuo capitano sia innamorata di te.. – rispose, ancora un po’ imbarazzata.
O: Non credevo di poter sentire mai queste parole… sono felice, come non mai.. – la strinse a se.
L: Non credevo di poter sentire di nuovo certe emozioni, così come non credevo di potermi abbandonare di nuovo totalmente ad un uomo, ma sei arrivato tu….. e hai riportato la vera me. – gli disse abbracciandolo.
O: Sono qui solo per te…. sempre.. – le disse prima di voltarla e guardarla negli occhi e riprendere le sue labbra.
Rimasero sotto il sole abbracciati entrambi a godersi quel momento così bello e così unico, assaporando ogni istante di quei meravigliosi momenti.

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Capitolo 7
*** Stay with me.. ***


CAPITOLO 7 STAY WITH ME

Quel pomeriggio, Lucia stava organizzando una sorpresa per Daniele.
Aveva sentito Costanza, sarebbe arrivata a Roma nel pomeriggio, le aveva spiegato che Daniele era in ospedale e le aveva detto che sarebbe andata lei a prenderla a Fiumicino.
Erano le cinque del pomeriggio, e Lucia era già agli arrivi a Fiumicino.
Dopo dieci minuti d’attesa, Costanza uscì dalla porta scorrevole guardandosi intorno, trovando immediatamente il grande sorriso di Lucia, che corse ad abbracciarla.
L: Costanza!! – Urlò, abbracciandola.
C: Capitano…. Come sono contenta di vederti e di essere qui!! – rispose abbracciandola.
Salirono in macchina e partirono, dirigendosi verso l’ospedale.
C: Ma Daniele sta bene adesso? – chiese preoccupata.
L: Si… è ancora un po’ debole, però sta bene… l’ho visto anche stamattina, e naturalmente non sa che ti porto da lui… - le disse sorridendo.
C: Ma…. credi sarà contento di vedermi? – le chiese un po’ perplessa.
L: Ma scherzi?? Non vedeva l’ora di vederti…. mi aveva detto che saresti tornata a Roma, ed era parecchio felice… - rispose, facendole l’occhiolino.
C: Sai… non pensavo potesse mancarmi così tanto… - bisbigliò.
L: Ah….. come sono felice…. voglio proprio vedere cosa combinate questa volta, altrimenti vi ammazzo a mani mie… - rispose sorridendo!
C: Grazie Lucia… - disse sorridendole.
Lucia sorrise continuando a guidare verso l’ospedale.
Dopo un’ora di macchina, arrivarono al Policlinico Gemelli.
L: Terzo piano…. Stanza 382…. Io vi lascio soli… - le disse prima di farla scendere.
C: Non vedo l’ora di vederlo…. – sospirò, per poi salutare Lucia.
 
Piano Terzo... stanza 382 Policlinico Gemelli.

Daniele era semi sdraiato sul letto con in mano il Pc quando sentì la porta bussare.
Guardò in direzione della porta e rimase a bocca aperta: Costanza.
C: Ciao Ghiro…. – le disse debolmente entrando piano nella stanza.
D: Costanza….. – balbettò lui.
C: Lucia mi ha detto tutto…. Come stai? – gli chiese avvicinandosi a lui.
D: Meglio…. Ora molto meglio… - le rispose prendendole la mano.
C: Ghiro….. – bisbigliò..
D: Shhh…. – la zittì lui-  lo so, non c’è bisogno…. l’importante è che tu sia qui… - le disse, tenendole la mano.
Costanza si avvicinò a lui, sfiorandole il viso delicatamente e avvicinandosi alle sue labbra.
Daniele la tirò a sé, baciandola con passione.
Non c’era bisogno di dire niente, i loro sguardi solo incrociandosi avevano già detto tutto.
Basta scappare, basta avere dubbi. Si appartenevano, era ormai chiaro ad entrambi.
 
Lucia intanto era rientrata al Ris ed era sommersa di documenti.
Era mancata negli ultimi due giorni e il lavoro nella sua scrivania si era accatastato.
La sua concentrazione viene interrotta dall’arrivo di un messaggio sul cellulare.
Grazie per quello che hai fatto…… sei unica. Daniele” – sorrise leggendo il messaggio, felice per come erano andate le cose con Costanza.
Siamo pari adesso, grazie ai tuoi consigli sono di nuovo felice anch’io.”
Quando il messaggio arrivò, Daniele non poté fare a meno di sorridere e sentirsi sollevato, era felice per la sua amica, e anche per Orlando che per mesi l’aveva tormentato parlando solo di Lucia.
Un altro messaggio fece sobbalzare Lucia, pensava fosse la risposta di Daniele, e invece era un messaggio di Orlando. “ Dimmi che stasera sei mia capitano… è un vero tormento saperti a pochi passi e non poterti stringere a me” Lucia sorrise, scuotendo la testa, non era abituata a tutto questo, le attenzioni di Orlando erano uniche e particolari, e dopo la notte appena passata non voleva più rinunciarci. Prese il cellulare e iniziò a scrivere “ Sono tua…. Ma non solo stasera”.
Quando Orlando ricevette il messaggio quasi non poteva a crederci, Lucia riusciva a riempirgli il cuore di gioia, era al settimo cielo, voleva solo stringerla, voleva solo sentirla sua.
Spero per sempre” – fu questa la risposta di Orlando, e quando Lucia la vide non riuscì a trattenere la commozione, gli occhi le brillavano e non vedeva l’ora di stare con lui, cercò di non pensarci e si ributtò a capo fitto sul lavoro.
Le sette di sera arrivarono presto, prese le sue cose e iniziò ad uscire dal Ris per tornare verso casa, non prima di aver salutato tutti e aver cercato con lo sguardo Orlando, ma era già uscito.
Guidò fino a casa, salendo di corsa le scale, ma si bloccò sul pianerottolo…. Lui era li, con un sorriso meraviglioso che l’aspettava.
L: E tu che fai qui? – gli chiese, cercando le chiavi di casa nella borsa.
O: Volevo vederti… - bisbigliò lui sorridendo..
Intanto Lucia aveva le chiavi in mano e si apprestava ad aprire la porta, mentre lo faceva Orlando l’abbraccia da dietro posando il viso lungo il collo di lei.
Non appena la porta fu aperta, Lucia si voltò, gettandogli le braccia al collo lasciando cadere la borsa e le cartelle a terra, avvicinandosi alle sue labbra.
O: Non sai quanto ti desidero… - le bisbiglia all’orecchio.
Lucia sorride, riprendendo le sue labbra con più passione di prima.
Orlando la tiene stretta tra le sue braccia e non smettendo di baciarla l’appoggia al muro, cercando con le mani il suo corpo, scivolando lungo la sua schiena, il suo petto e i suoi fianchi.
Ad ogni contatto con quelle mani così calde e così forti Lucia aveva un sussulto, iniziò ad accarezzargli il petto, facendo scorrere le sue mani sulle pelle, liberandolo dalla maglia.
Orlando la prese in braccio, mentre lei si stringeva a lui attorcigliando le sue gambe lungo i fianchi, con dolcezza le sbottonò la camicia facendola cadere a terra mentre la portava sul divano, la sdraiò iniziando a baciarle quella pelle così chiara e delicata, lungo il collo, il petto e il ventre.
Le sbottonò i pantaloni sfilandoli e gettandoli a terra mentre continuava ad assaporare la sua pelle e ad accarezzare le sue gambe.
Lucia si spostò appena, per poi salire sopra di lui, riprendere le sue labbra e scendere lungo il petto, mentre con le mani lo liberava degli ultimi indumenti.
Orlando non resisteva più, quel dolce tormento lo faceva impazzire, la prese in braccio ribaltando la situazione, cercando il corpo sotto di lui della donna che amava.
Quando ormai erano una cosa sola, si abbandonarono a quei movimenti perfetti e sinuosi accompagnando quel piacere che cresceva sempre di più.
Si amarono a lungo, con passione e con dolcezza, desiderandosi e cercandosi come se non ci fosse una fine.
Rimasero sul divano l’una tra le braccia dell’altro, continuando ad accarezzarsi..
O: Rimarrei qui con te per sempre…- le sussurrò accarezzandole la schiena.
L: Per me va bene… - sorride, appoggiandosi al suo petto.
L: Orlando…. – bisbigliò..
O: Si…? – rispose, stringendola a sé..
L: Rimani con me stanotte? – gli chiede, sollevando lo sguardo..
O: Non me ne vado per niente al mondo… - sorride, per poi avvicinarsi alle sue labbra.
Rimasero ancora un po’ insieme sul divano poi Lucia si alzò, indossando la maglietta di Orlando e andò a farsi una doccia, lasciando Orlando sul divano ad ordinare la cena.. la serata non era ancora finita..!
   

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Capitolo 8
*** Back to love... ***


CAPITOLO 8- BACK TO LOVE.... 

Era sotto la doccia ad assaporare quel forte getto d’acqua calda, rilassandosi e accarezzando la sua pelle con la spugna quando il box della doccia si aprì.
Era lui…. era Orlando.
Si voltò di scatto disturbata dal rumore e lo trovò a guardarla ammirato.
L: …che fai? Mi spii? – gli chiese voltandosi nuovamente di spalle.
O: No…. Mica ti spio, ti ammiro capitano… - sorride iniziando a spogliarsi per entrare nella doccia.
Una volta eliminati i suoi vestiti lentamente entra nella doccia, raggiungendo Lucia e abbracciandola da dietro.
L: Ti mancavo di già tenente…. – gli sussurra morsicandogli appena l’orecchio.
O: Mi manchi in qualsiasi momento mio bel capitano… - le risponde affondando le sue labbra lungo il collo di lei, per poi prenderla e voltarla e cercare avidamente le sue labbra.
Si baciarono a lungo, con passione sotto quel getto d’acqua calda, mentre Orlando faceva indietreggiare Lucia fino alla parete della doccia, poggiandola ad essa.
Lucia era spalle alla fredda parete della doccia, stretta tra le mattonelle e il corpo di Orlando, che la teneva stretta tra le sue braccia, continuando a baciarla lungo il corpo e il petto, per tornare poi alle sue labbra calde.
La sollevò appena per prenderla in braccio e permetterle di avvinghiarlo in vita attorcigliando le sue gambe e dare spazio al desiderio. Iniziarono a muoversi in sincronia, permettendo ai loro corpi di aderire, di cercarsi e desiderarsi, abbandonandosi a quella passione e a quel desiderio che ogni volta, come la prima, li travolgeva.
Uscirono dalla doccia dopo molto tempo, completamente avvolti dal vapore della doccia, Orlando passò un asciugamano a Lucia che lo avvolse lungo il seno coprendosi, ma non troppo mentre Orlando indossò un accappatoio e iniziò ad asciugarsi.
O: Sei troppo sensuale così….. potrei non resisterti… - le sussurra, avvolgendola nel suo abbraccio.
L: Sei insaziabile tenente… - rispose, alzandosi in punta di piedi per baciarlo.
O: Lo sono di te Capitano… - sorrise, prima di riprendere a baciarla.
Quando uscirono dalla doccia, Lucia indossò una vestaglia corta nera, coprendosi con un kimono dello stesso colore che le lasciava le gambe scoperte, mentre Orlando indossò una t.shirt a maniche corte e dai pantaloni leggeri del pigiama.
Entrambi si sedettero sul divano, aspettando la pizza a domicilio che avevano ordinato.
O: Senti un po’…. perché non ci prendiamo un week.and tutto per noi e andiamo da qualche parte? –le chiede mentre le accarezza i capelli.
L: Per esempio dove? – risponde lei, sollevando la testa dalle ginocchia di lui.
O: Per esempio a Geneva…. Così potresti vedere tuo fratello, visto che non lo vedi da un po’! le risponde sorridendole.
L: Vuoi portarmi da Guido? – chiede stupita..
O: Se non vuoi portarmi con te da lui, posso restare in albergo, non è un problema…. Però so che ti manca, sia lui che le bambine… perciò, mi farebbe piacere ecco… - risponde sereno, sa quanto Lucia tiene a suo fratello, e sa anche che ne sente parecchio la mancanza.
L: …mi sono dimenticata di dirti una cosa! – afferma, sollevandosi e sedendosi accanto a lui,
O: Cosa?? – le chiede, un po’ perplesso.
L: Che sei……sei unico tenente…. Grazie per tutto quello che fai per me….e grazie per come sono io quando sto insieme a te……. – risponde, guardandolo negli occhi con sguardo brillante.
O: No…. Lucia, sono io che ringrazio te…. grazie di esistere… - le sussurra, avvicinando la sua fronte a quella di lei.
Lucia lo guarda, accarezzandogli il viso con dolcezza a posandogli un tenero bacio sulle labbra.
Quel momento tanto romantico viene interrotto dal suono del campanello…. La pizza era arrivata.!
Nel giro di pochi minuti riuscirono a divorare le pizze, comodamente seduti nel divano di fronte alla Tv… fino a quando, esausta Lucia si addormenta tra le braccia di Orlando.
 
Erano le 6.15 del mattino, il rumore della pioggia che batteva sulla finestra fece svegliare Lucia, allungò il braccio per cercare Orlando e lo trovò ancora beatamente addormentato.
Si avvicinò a lui delicatamente, cominciando a baciargli il viso.
L: Sveglia tenente…. – sussurra con dolcezza..
O: Ma come sveglia…… è già ora? – chiede strofinandosi gli occhi…
Lucia sorride, Orlando era propri tenero a volte, sembrava un bambino che non voleva alzarsi dal letto.
Mentre cercava di liberarsi dalle coperte per scendere dal letto, Orlando l’abbraccia dolcemente, impedendogli di uscire….. non prima almeno di averla baciata con passione per augurale il buongiorno.
 
 Policlinico Gemelli.... ore 9.00
Quella mattina, prima di andare al Ris, Lucia sarebbe passata in ospedale a portare dei vestiti a Daniele, sarebbe stato dimesso nel pomeriggio e aveva bisogno di alcune cose.
Una volta arrivata in ospedale, corre spedita verso la stanza di Daniele, er bloccarsi immediatamente davanti alla porta… Daniele era in ottima compagnia, c’era Costanza e non voleva disturbare.
Così, prima di entrare manda un messaggio a Daniele “Capitano, sono in ospedale… arrivo”
…Daniele sorride, per poi rispondere “Capitano, sicuramente sei dietro la porta, perciò entra… “
Lucia sorride, capendo quanto bene Daniele la conosca, bussa ed apre la porta.
L: Eccomi… - sorride, guardando entrambi.
D: Ciao tesoro…. – risponde Daniele.
C: Lucia, ciao… - anche Costanza le sorride.
L: Allora, ti ho portato dei vestiti, però devo scappare… mi aspettano al Ris…- dice, tirando fuori una scusa..
C: Devo scappare anch’io…ma torno tra un oretta… - sorride.
Lucia intanto si era spostata per rispondere al cellulare e dall’esterno vede Costanza avvicinarsi a Daniele a dargli un tenero bacio sulle labbra, per poi uscire e fare un cenno con la mano a Lucia per salutarla.
L: Scusami… era Abrami… - dice, rientrando in stanza…
D: Allora Capitano….. che mi racconti di bello…. – le dice, sorridendo e facendole l’occhiolino.
L: Prima tu capitano… - gli risponde prontamente.
D: Va bene….. sono d’accordo… - sorride- bhè… che devo dirti Lucia, è lei, è quella giusta… appena l’ho rivista ho sentito un tuffo al cuore…. Mi mancava davvero tanto… - risponde tutto d’un fiato, guardando l’amica..
L: Sono veramente felice per voi, lo sai sei il mio migliore amico e vederti così felice mi riempie di gioia… - le dice, prendendogli la mano.
D: E invece tu……..- le chiede, facendogli un cenno col capo..
L: Io…… avevi ragione, ho seguito le mie emozioni e non potevo prendere decisione migliore.
Orlando è meraviglioso, mi fa ridere, mi riempie d’attenzioni e mi ha ricordato cosa vuol dire amare…. – risponde, guardando daniele che l’ascolta con attenzione.
D: Sapevo che Orlando sarebbe riuscito a dimostrarti quanto tiene a te…e credimi, tiene veramente tanto a te, non ha fatto altro che rompermi le scatole negli ultimi mesi…
Sono davvero contento, ti meriti di essere felice….  e so che lui ti renderà felice.. – le dice, afferrando ancora di più la sua mano.
L: Lo sta già facendo Dani… credimi… - sorride…
D: Lo vedo, sei radiosa… - risponde sorridendo anche lui…
L: Grazie… anche per i tuoi consigli…
D: Di niente Capitano,  chiamami pure Cupido…
L: Quanto sei scemo…. Finalmente esci da qui oggi, stai oziando un po’ troppo!
D: Guarda che sono malato, sono ancora convalescente…. – dice facendole gli occhi dolci…
L: Non attacca con me Capitano, adesso devo andare…. Abrami mi aspetta!! – risponde, alzandosi dalla sedia.
D: Non ti invidio….
L: Passo stasera a trovarti a casa… - dice, dandogli un bacio sulla fronte.
D: Grazie Capitano, salutami Serra… - urla, mentre Lucia esce dalla stanza salutandolo con la mano.
 
Mentre scende di corsa le scale del Policlinico si imbattè su Costanza che saliva da Daniele.
L: Ehy… torni da Daniele? – le chiede vedendola salire di fretta.
C: Si... non preoccuparti, lo porto io a casa più tardi.. – le risponde, fermandosi per le scale.
L: Ah grazie… ho un bel po’ di cose da fare al Ris…
C: Immagino… questi giorni saranno interminabili.. – sorride.
L: Senti… lo sai che se vuoi tornare nella mia squadra, in qualsiasi momento c’è sempre un posto per te..? – le chiede, diretta, guardandola negli occhi.
C: Grazie Lucia…. lo so, ricordo le tue parole quando ho chiesto il trasferimento, non le scorderò mai…. Non scorderò mai tutto quello che hai fatto per me, al Ris, nella tua squadra, e con Daniele… per ora vorrei pensare a lui, a noi….. ma so che la tua squadra c’è sempre.. – sorride..
L: Brava… non scordarlo mai… - le dice, accarezzandole il viso- e ora vai dal mio amico… e rimettilo in sesto…
C: Comandi Capitano…. – le risponde sorridendo.
Lucia sorride, riprendendo a camminare… tra meno di un ora sarebbe dovuta essere in procura dal Generale, e quel pomeriggio aveva parecchi fascicoli che l’aspettavano accatastati nella sua scrivani al Ris.

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Capitolo 9
*** The wolf is back ***


Perdonate la mia assenza, ho avuto molto da fare negli ultimi giorni.... non vi obbandonate:)
Sono tornata con un nuovo capitolo.... spero di vostro gradimento!!
Ne approffitto per ringraziare tutte voi per le vostre recensioni...
Grazie infinite....e..... buona lettura!

 
CAPITOLO 9 - THE WOLF IS BACK

Casarma dei Ris.... ore 9.00

Una nuova mattinata all’apparenza tranquilla era appena cominciata.
Lucia era nel suo ufficio con il generale Abrami e il Maggiore Rambaudi, Orlando e Bart erano in sala ispezioni ad analizzare alcuni reperti, Bianca finiva di scrivere un verbale ed Emiliano era intento a provare un nuovo software aiutato dal Capitano Ghirelli, che aveva ripreso servizio.
Il briefing quotidiano sarebbe iniziato tra mezz’ora, Lucia voleva aggiornamenti sui vari casi che la squadra stava seguendo.
Congedato il generale Lucia si diresse verso la macchinetta del caffè, seguita immediatamente da Orlando, non perdeva occasione per stare da solo con lei.
O: Pausa caffè bel capitano? – disse, affacciandosi alla saletta.
L: Tenente ma mi spia per caso? – risponde sorridendo.
O: Ci mancherebbe…. È una pura coincidenza, volevo proprio un caffè… - disse raggiungendola.
L: Si certo…. Ecco a lei il suo caffè… - risponde porgendogli la tazzina.
O: Stamattina sei ancora più bella, sai… - bisbiglia avvicinandosi all’orecchio di Lucia.
L: Grazie tenente…. Ma stai lontano di qualche passo…. – risponde, spingendolo all’indietro.
Orlando sorride, scuotendo la testa, divertito dall’espressione di Lucia.
L: Pausa finita…. Il breafing ci aspetta… - disse, accarezzando il braccio di Orlando.
O: Comandi Capitano… - risponde lui, mettendosi sull’attenti.
L: Scemo…. – risponde sorridendo.
Lucia si dirige nel suo ufficio, trovando già il resto della squadra seduta sul grande tavolo a vetri della sua stanza sistemando gli ultimi documenti.
L: Allora… possiamo cominciare? – chiese guardando i suoi collaboratori.
D: Veramente manca Serra..- risponde Daniele guardandosi intorno.
Ed eccolo arrivare, visibilmente scosso, apre la porta dell’ufficio di Lucia.
L: Che succede? – chiede, notando lo sguardo preoccupato di Orlando.
O: Hanno chiamato dall’ospedale….. Mario Pugliese è scappato…- dice, tutto d’un fiato, guardando Lucia.
D: Che vuol dire scappato? – chiede Daniele nervoso.
B: Ma quando? – domanda Bart.
O: Questa mattina.. – risponde secco.
Gli occhi dei presenti si riempiono di delusione, amarezza e paura.
L’incubo Pugliese sembrava archiviato da circa un mese, erano tornati tutti alle loro vite quotidiane, fieri di aver reso giustizia alle sue vittime, e soprattutto a Flavia.
Si, la loro Flavia… avevano promesso che l’avrebbero fermato… e adesso tutto ricominciava.
I pensieri di tutti vennero interrotti dallo squillo del cellulare del Capitano.
L: Si? – risponde Lucia.
M: Capitano Brancato? – una voce fredda e gelida dall’altra parte del telefono.
L: Sono io.. – rispose lei.
M: Sono il Lupo, presto verrò a prenderti.
Solo poche parole e la partita era di nuovo aperta.
Lucia rimase immobile a fissare il telefono, mentre una marea di pensieri iniziarono a rimbombarle in testa.
Si voltò, trovando gli sguardi preoccupati di tutti su di lei.
L: Il Lupo è tornato. – disse, guardandoli uno per uno, mentre i presenti la guardavano tristi, abbattuti e preoccupati.
Alla luce di quanto era appena successo, Lucia sciolse la riunione, doveva raccogliere tutte le informazioni possibili sulla fuga di Pugliese, non c’era da tempo da perdere.
 
Rimasta sola nel suo ufficio, si sedette alla scrivania e iniziò a pensare.
Mario voleva lei, la riteneva responsabile del suo arresto, dell’arresto di Gerry, e di avergli portato via Erica, la sua bambina. Non si sarebbe fermato finchè non avrebbe avuto la sua vendetta.
Cercò di scacciare via quei pensieri, doveva restare lucida e trovare qualche traccia, solo così sarebbe riuscita a fermarlo.
D: Lucia… - disse Daniele, entrando nel suo ufficio.
L: Si… - rispose lei, cercando di non far trasparire la sua preoccupazione.
D: Che ti ha detto esattamente? – le chiese, sedendosi accanto a lei.
L: Presto verrò a prenderti… solo questo… - rispose, abbassando appena lo sguardo.
D: Non c’è tempo da perdere Lucia, dobbiamo pensare innanzi tutto alla tua sicurezza. – disse con tono fermo, guardando Lucia.
L: Non allarmiamoci Daniele, è stata una telefonata, non c’è bisogno di farne un affare di stato. – rispose, con tono pacato.
D: Stai scherzando spero? Ti ha chiaramente minacciata, è un pazzo Lucia… non si fermerà finchè non otterrò quel che vuole, e ciò che vuole sei tu. – disse, alzandosi dalla sedia agitato.
L: Lo so… e non sto sottovalutando il problema, solo cerchiamo di rimanere lucidi se vogliamo trovarlo… mettiamoci a lavoro.. – risponde alzandosi anche lei dalla sedia.
D: Come vuoi… - rispose, uscendo dalla sua stanza.
Lucia aveva capito che Daniele era nervoso, era preoccupato per lei, e probabilmente quella reazione l’ha avuta per paura, ma non può permettersi di farsi vedere debole e preoccupata dalla sua squadra, sono già abbastanza abbattuti per la fuga di Pugliese.
Esce a passo spedito dal suo ufficio, dirigendosi nella stanza di Daniele, mentre camminava a passo svelto nel corridoio non poté non notare Orlando, guardava fuori dalla finestra del laboratorio con lo sguardo perso nel vuoto, avrebbe prima parlato con daniele e poi con Orlando.
Entra nella stanza di Ghirelli, lui era a testa china che analizzava il video della sorveglianza dell’ospedale.
L: Lo so che sei preoccupato per me, che quello che mi dici lo dici per il mio bene, ma per ora non perdiamo la testa, restiamo lucidi e cerchiamo di rimandarlo dentro. Io starò attenta, prenderò tutte le precauzioni possibili, ma non allarmiamoci Dani… - disse guardandolo negli occhi.
D: Va bene Lucia, ma la tua sicurezza prima di tutto…. – rispose, andandole incontro.
L: Comandi Capitano… - rispose, sorridendogli facendo sorridere anche lui.
D: Forse dovresti parlare con Orlando…. – disse, a bassa voce.
L: Si, adesso vado da lui… fammi sapere se c’è qualcosa nel video..
D: Certo… a dopo.. – rispose.
Daniele era più sollevato, Lucia aveva ragione, era fondamentale restare lucidi e ragionare per fermarlo, anche se la preoccupazione per la vita della sua amica rimaneva, ma sapeva anche che con lei c’era Orlando, e non avrebbe permesso che le succedesse qualcosa.
Lucia intanto cercava Orlando, ma non lo trova né il laboratorio né nella sua stanza.
“Orlando è sul tetto, vai da lui” – il messaggio di Daniele la fece sorridere, sapeva sempre di cosa aveva bisogno.
“Grazie… vado subito” – gli rispose, sorridendogli dall’andito.
Sale le scale esterne del Ris, e infatti Orlando era lì… seduto sul terrazzo a guardare verso la strada.
Silenziosa, si avvicina a lui, posandogli delicatamente una mano sulla spalla.
O: Non permetterò che ti accada qualcosa… - disse, continuando a stare di spalle.
Lucia afferrò con più stretta le sue braccia, costringendolo a voltarsi e incontrare il suo sguardo.
L: Lo so…. so che tu ci sei… ed è l’unica cosa che mi dà forza. – risponde, guardandolo negli occhi.
Senza dire una parola, Orlando l’abbraccia tenendola stretta, accarezzandogli i capelli.
In quel momento qualsiasi altra parola era superflua, Lucia aveva bisogno di sentire il suo calore, il suo amore e la sua forza.
Nelle sue braccia stava bene non ostante i mille pensieri  che le rimbombavano in testa, si sentiva protetta e amata come non mai anche se in lei cresceva sempre di più la paura........ la paura che potesse perderlo.

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Capitolo 10
*** I will always be with you.. ***



CAPITOLO 10: I will always be with you..

Ris di Roma... ore 20.30

Quella giornata era stata molto pesante per tutti..
Daniele era chiuso nella sua stanza con Orlando ad analizzare passo per passo il video delle telecamere dell’ospedale, ma non avevano trovato nulla di rilevante.
Mario aveva indossato un camice da infermiere, una mascherina ed era uscito indisturbato dalle scale di servizio.
Erano le nove di sera, quando Orlando bussò all’ufficio di Lucia.
O: Lucia… per il momento nessuna novità, abbiamo ispezionato il video, ma niente di rilevante purtroppo…. Mi dispiace… - le disse, con tono triste.
L: Va bene così per il momento…è stata una giornata dura, meglio andare a riposare… - rispose, mentre iniziava ad alzarsi dalla scrivania.
O: D’accordo… domattina comunque lo riguardiamo.. ceniamo insieme? – le chiese avvicinandosi a lei.
L: Veramente sarei un po’ stanca, preferirei andare a riposare se non ti dispiace… - rispose, poggiando la sua mano su quella di lui.
O: ….non mi va che stai da sola Lucia… - le disse prendendole la mano.
L: Stai tranquillo… va tutto bene… ho solo bisogno di stare un po’ da sola.. – rispose accarezzandogli il viso.
O:Va bene…. come vuoi… però chiamami più tardi… - le disse.
L: Certo…. Buona notte..- sorrise, per poi dirigersi verso la porta.
O: Lucia aspetta…. – la bloccò per un braccio, guardandosi intorno, la abbracciò per la vita, e le diede un tenero bacio sulle labbra.
O: Buona notte… - le disse poi, accarezzandogli il viso.
Lucia gli sorrise, gli diede un altro leggero bacio a fior di labbra e poi uscì dalla sua stanza.
 
Orlando era rimasto solo, avrebbe voluto stare con Lucia quella sera, era stata una giornata emotivamente pesante per lei e voleva starle accanto, darle forza e farle sentire che lui era lì per lei… ma probabilmente aveva bisogno di stare da sola con i suoi pensieri.
Le riflessioni di Orlando vennero interrotte dall’arrivo di Ghiro.
D: Ehy… che succede? – gli chiese vedendolo pensieroso.
O: Ma niente… Lucia è andata via, vuole stare da sola… - rispose, con tono triste.
D: dai su… dalle un po’ di tempo, lo sai com’è fatta…. È abituata a risolvere tutto da sola.. – disse, cercando di consolarlo.
O: Lo so, ma io voglio starle accanto… non mi piace sapere che starà da sola…
D: Bè allora corri da lei no….? – gli disse, dandogli una pacca sulla spalla.
O: Non posso Ghiro, mi ha detto chiaramente che vuole stare sola..
D: Ma certo, un conto è dirlo e uno è pensarlo… dai, Lucia è testarda, orgogliosa non ammetterebbe mai di aver bisogno di aiuto..
O: Questo è vero…. Non sarò un po’ opprimente?
D: No….. fidati… corri però….- disse sorridendogli…
O: Hai ragione…. Corro! Grazie Capitano… - urlò dall’andito mentre correva a prendere la macchina.
D: ...sono geniale! – si disse sorridente, mentre guardava Orlando andare via.
 
CASA DEL CAPITANO BRANCATO – ORE 21.40
Lucia era appena uscita dalla doccia, aveva indossato la vestaglia e il kimono beige ed era andata a sedersi in salotto con una tazza di the in mano mentre sfogliava dei documenti.
Poco dopo essersi seduta sentì bussare alla porta, scese dal divano scalza e andò alla porta, scrutando dallo spioncino. Orlando era lì… dall’altra parte della porta.
L: Ciao… - disse, appena aprì la porta.
O: Ciao Capitano.. – rispose lui, guardandola negli occhi.
L: E’ successo qualcosa? – chiese un po’ perplessa, mentre lo faceva accomodare in casa.
O: Mi mancavi… - rispose lui, non appena arrivò in salotto.
L: Ti mancavo? – ripeté Lucia, avvicinandosi a lui.
O: Lucia… senti…. – disse quasi bisbigliando e prendendole la mano- io so che tu sai badare a te stessa, che sai cavartela da sola e che lo hai sempre fatto, ma ti prego….. non allontanarmi da te, io voglio solo starti accanto, voglio trovarti al mio fianco la mattina, voglio vedere il tuo bellissimo viso la sera quando ti addormenti. Lo so che hai paura….ma non isolarti, non da me….. – disse quelle parole con estrema sincerità, guardandola negli occhi per tutto il tempo.
L: Mi dispiace….. io… non sono abituata a dividere le miei gioie e le mie paure con qualcuno, non voglio farti carico dei miei pensieri e delle mie ansie…. Ma non voglio allontanarti da me…- rispose, mentre i suoi occhi diventarono lucidi.
O: Ehy…. Io sono qui solo per te…. qualsiasi sia il tuo stato d’animo, le tue emozioni e le tue paure, io sono affianco a te, e lo sarò sempre…. – le rispose, sfiorandole il viso delicatamente.
L: Io non ho paura che Mario mi faccia del male…. Io ho paura per te, ho paura che possa succederti qualcosa…come successe ad Alex, io non posso affrontare di nuovo un simile dolore…. Non potrei farcela…. – disse, abbassando lo sguardo mentre le lacrime iniziavano a rigarle il viso silenziose.
O: Non mi succederà niente Lucia… e non accadrà niente neanche a te… lo fermeremo, insieme, non dovrai rivivere niente… te lo prometto… sono qui…. – bisbigliò, sollevando il suo viso.
L: Sei qui…. – sussurrò solamente.
O: Si……sempre…
La guardò negli occhi per trasmetterle tutta la sua sicurezza, le prese il viso tra le mani e l’avvicinò a se…posando le sue labbra su quella di lei.
Lucia si sentiva di nuovo protetta, le bastava essere tra le braccia di Orlando per tornare a respirare, per sentire il suo cuore battere di nuovo.
A quello sfiorarsi di labbra, entrambi sussultarono, era tutto ciò che desideravano entrambi, sentire il calore reciproco. In poco tempo il desiderio e la passione si accesero.
Orlando la desiderava profondamente, cercava e sfiorava il suo corpo con curiosità, come se fosse le prima volta. La prese in braccio, avvolgendola nelle sue braccia forti, stringendola a sé, la portò in camera da letto poggiandola delicatamente sul letto, non staccandosi un attimo dalle sue labbra.
Lucia gli sfilò la maglia, stringendo il suo petto. Si spostò dalle sue labbra per baciare il suo collo e il suo petto e provocargli brividi di piacere.
la strinse per la vita iniziando a sfilarle la vestaglia, non spostando le sue labbra dal suo corpo caldo e dalla sua pelle liscia e profumata.
O: Ti voglio Lucia…. ti voglio in ogni momento… - le sussurrò, mentre le sue labbra gli sfioravano il collo.
Lucia sorrise, per poi spingerlo dall’altra parte del letto e adagiarsi sopra di lui, facendolo letteralmente impazzire ad ogni bacio, ad ogni carezza e ad ogni movimento.
Fecero l’amore per ore… con desiderio, coscienti del fatto che ogni volta era unica come la prima. Si appartenevano…
Si completavano….
 
Il forte rumore della pioggia che batteva sui vetri fece svegliare Orlando, erano le quattro del mattino, Lucia dormiva serena tre le sue braccia.
Orlando si alzò per controllare fuori dalla finestra la forte pioggia che cadeva.
L: Orlando… - bisbigliò ancora assonnata.
O: Ehy… ti sei svegliata, guardavo la pioggia, mi ha svegliato da quant’è forte… - rispose, rimettendosi a letto.
L: Credevo stessi andando via… - gli disse, stringendosi a lui.
O: Non potrei mai amore.. – rispose, stringendola.
Lucia rimase colpita da quelle parole, l’aveva chiamata amore, non era mai successo prima e si sentiva felice… probabilmente come non lo era mai stata.
Non rispose, non voleva far notare niente ad Orlando, si strinse ancora di più a lui, poggiandosi al suo petto per poi richiudere gli occhi. Si sentiva protetta e al sicuro tra quelle braccia forti, solo Orlando riusciva a farla stare così bene, tanto che si addormentò serena poco dopo.
 
Il suono della sveglia puntuale alle 6.15 fece svegliare entrambi.
Orlando si coprì il viso con il cuscino mentre Lucia, come una molla, balzò dal letto e indossò il kimono.
L: Sveglia tenente…. Buongiorno…!! – gli disse, strappando il cuscino che aveva in viso.
O: Buongiorno splendore… ma perché la tua sveglia suona sempre così presto?! – chiese, ancora lamentoso.
L: perché sono il Capitano e arrivo prima di tutti….
Si avvicinò a dargli un bacio e poi scappò a prepararsi, una nuova giornata stava per iniziare.
Doveva spronare la sua squadra, era troppo abbattuta per la storia di Pugliese, doveva tirarli su e lei per prima doveva dare il buon esempio.
Aveva la squadra migliore che si potesse desiderare, erano bravi professionalmente e persone meravigliose sul privato, non poteva permettere che si abbattessero, dovevano combattere…. Per la loro divisa, per ciò che rappresentava, per tutte le persone che contavano su di loro, e per lei……per Flavia.

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Capitolo 11
*** The best team.. ***


Perdonatemi..... ho un ritardo assurdo, ma ultimamente non ho mai un attimo di tempo:)
Spero mi perdonerete.......corro a recensire le vostre storie, spero di riuscire a fare tutto:)
Buona lettura!!  


CAPITOLO 11: THE BEST TEAM.
Caserma dei Ris- 


Quella mattina Lucia aveva convocato un breafing molto presto.
Voleva parlare alla sua squadra del caso Pugliese, voleva parlare con loro ma non da capitano, da amica.
L: Ragazzi… questo non sarà un vero breafing, ho voluto convocarvi qui per parlare.
La squadra iniziò a guardarla attentamente mentre lei prendeva un bel respiro e iniziava a parlare, guardandoli uno per uno negli occhi.
L: La telefonata e la fuga di Mario hanno riaperto una ferita che non si era rimarginata del tutto, hanno tolto a tutti noi la speranza e la fiducia, lo so…. abbiamo combattuto per rendere giustizia alle vittime della Banda del Lupo e abbiamo gioito ponendo fine alla loro pazzia e rinchiudendoli dentro le sbarre, ma la fuga di Mario ha riaperto la battaglia.
Ne abbiamo già vinto una, abbiamo reso giustizia alla nostra Flavia… e ora per lei, e per tutte quelle persone strappate alla vita dobbiamo riprendere a combattere…… la guerra è appena cominciata e io lo so, noi siamo una squadra, non ci fermeremo finché non l’avremo vinta.
Perciò…… ora vi chiedo….. siete con me?
Mentre pronunciava quelle parole guardava con coraggio e fierezza i suoi uomini, mentre un velo di commozione le riempiva gli occhi parlando di Flavia.
D: …noi siamo una squadra, e come tale combatteremo Lucia.. certo che siamo con te. – rispose per primo Daniele, alzandosi dalla sedia.
O: Sempre e comunque…. – rispose anche Orlando, alzandosi in piedi.
B: Certo che si Capitano.. – risposero Bart ed Emiliano, seguendo i colleghi.
Bianca sorrise, guardando Lucia e si alzò anche lei.
L: Bene… ora vi riconosco, questa è la mia squadra forte e determinata… la squadra che ho scelto e gli amici che ho trovato…e adesso prima di metterci a lavoro, vorrei far entrare una persona, che ci darà una mano con il caso…. – così dicendo, si alza dalla sedia e si dirige verso la porta per entra due minuti dopo abbracciata a Costanza.
Rimangono tutti a bocca aperta, nessuna sapeva del ritorno di Costanza, e Daniele non sapeva che Costanza sarebbe tornata al Ris.
L: Ecco il nuovo membro…. Ora la squadra è al completo… - sorride.
C: Ragazzi… sono cos’ felice di vedervi.. – così dicendo corre ad abbracciare Bart ed Emiliano, saluta Orlando che aveva già conosciuto in ospedale e si presenta a Bianca, facendo l’occhiolino a Daniele che era rimasto ad osservarla come un ebete.
L: Daniele, ci pensi tu ad informare Costanza..? – chiede Lucia, facendo un sorriso malizioso all’amico.
D: Certo Lucia.. ci penso io. – risponde, sorridendole a sua volta.
L: Bene…. e adesso a lavoro!
Escono tutti dall’ufficio di Lucia, dirigendosi ognuno alla propria postazione.
Escono tutti tranne Orlando, che osserva Lucia sistemare alcuni fascicoli alla sua scrivania.
L: Che c’è tenente…? – chiede, sentendosi osservata.
O: Niente… solo… hai detto delle bellissime parole, e sono davvero onorato di essere al tuo fianco.. – le dice, continuando a guardarla.
L: Il tuo discorso di ieri sera mi ha fatto molto riflettere… voglio cercare di affrontare il problema senza isolarmi, da te….e dalla squadra…. - risponde, abbassando appena lo sguardo.
O: Sono contento… troveremo una soluzione, insieme… - le dice, accarezzandole la mano.
Lucia sorride, stringendo la mano di Orlando, in quel momento avrebbe voluto stringersi a lui, ma erano al Ris e non poteva peccare di professionalità.
 
Un ora dopo, Lucia chiama Daniele chiedendo di raggiungerla sul tetto del Ris.
Lucia intanto era già seduta sul muretto ad aspettarlo, quando sente la porta dietro di lei aprirsi.
D: Ehy…. Che succede? – le chiede, raggiungendola e sedendosi accanto a lei.
L: Niente… volevo parlarti di una mezza idea che mi è venuta… - risponde con fare vago.
D: Mi spaventano sempre le tue mezze idee….. dimmi su… - dice, guardandola con attenzione.
L: Pensavo… Mario ha fatto la sua mossa, mi ha telefonata e mi ha minacciata, adesso forse dovremmo stuzzicarlo noi….
D: ….stuzzicarlo? e come? – chiede, sempre più perplesso-
L: Un video…. O un intervista… potrei farmi fare un intervista da Terracciano, costringendolo a farmi determinate domande, oppure un video aperto… e stuzzicarlo, portarlo alla prossima mossa…
D: Facendo tu da esca ? .. non lo so….. nono sono troppo convinto.. –
L: Non possiamo rimanere inermi ad aspettare una sua mossa, dobbiamo portarlo ad agire Dani…
D: Non sarà pericoloso per te? – chiede preoccupato..
L: No…. Nessun pericolo… ha voi no? – sorride, guardando l’amico..
D: Va bene… facciamolo… anche se ho qualche riserva ancora, non vorrei innescassi un gioco troppo pericoloso… - risponde, guardandola preoccupato.
L: Fidati di me Capitano…
D: Mi fido Capitano…
Si sorrisero entrambi per poi scendere dai colleghi di sotto, avrebbero avvisato il Gen. Abrami della folle idea per poi convocare Terracciano al Ris, e mettere in atto il piano.
Erano decisi a reagire: Lucia non aveva più un senso di angoscia e paura addosso, era subentrata la rabbia e la voglia di sbattere nuovamente quel criminale dietro le sbarre…. Tutto quello che voleva era sapere che Mario avrebbe marcito in prigione e avrebbe pagato per tutto il male che aveva fatto.
 
Era sommersa di autorizzazioni da firmare per mettere in atto l’operazione “Blog” che sarebbe iniziata la mattina seguente, quando il suono del messaggio sul cellulare le fece distogliere lo sguardo dalle carte.
Per stasera il Capitano sarò io…. vestiti casual e raggiungimi al molo. Un bacio” – il messaggio di Orlando la fece sorridere, a dire il vero riusciva a farla sorridere sempre.
Riprese il cellulare e rispose al messaggio “ Tra mezz’ora sono da te.....mi manchi”.
Ritornò di corsa a casa per obbedire agli ordini, ne usci poco dopo in abbigliamento sportivo e di corsa si diresse al molo.
 
Orlando l’aspettava ai parcheggi, non appena la vide arrivare sorrise, andandole incontro.
O: Ciao bellezza… - le disse aprendo la portiera dell’auto e avvicinandosi a lei.
L: Capitano, eccomi! – rispose sorridendo.
Orlando sorrise nel vederla mettersi sull’attenti, era bellissima sempre anche in abbigliamento sportivo e struccata.. era elegante e sensuale in ogni situazione, ma la cosa più bella, la cosa che lo lasciava sempre senza fiato era il suo sorriso.
La strinse a sé in un dolce abbraccio, dandole un tenero bacio sulle labbra.
O: Andiamo…. – le disse, prendendola per mano e conducendola verso il posteggio delle barche.
Arrivarono ai piedi di una delle barche, e Orlando iniziò a togliersi le scarpe.
O: Le scarpe capitano…- disse indicando le sue scarpe.
L: Ma stiamo salendo? – chiese un pò perplessa.
O: Si bellezza… un bel giro in barca al tramonto… - rispose, sorridendogli.
L: Questa è proprio una bellissima sorpresa - dice, portando le sue braccia al collo.
O: Sono contento che ti piaccia… a bordo su…
Salirono entrambi a bordo della barca, e iniziarono a prendere il largo, a breve il sole avrebbe iniziato a tramontare, e volevano allontanarsi un po’ dalla terra ferma.
Lucia era andata in perlustrazione della barca, non sembrava grande ma aveva qualche stanza di sotto, ed era molto carina, completamente rivestita in legno scuro e cuscini bianchi.
Orlando intanto aveva gettato l’ancora e stappato una bottiglia di spumante versandolo su due calici, e andava di sotto cercando Lucia, per trovarla poco dopo assorta a guardare un quadro nella camera da letto.
Era talmente sovra pensiero che non si era accorta che Orlando era dietro di lei… si avvicina abbracciandola da dietro, porgendo uno dei due calici.
A quell’abbraccio Lucia sussulta, poggiando la sua testa all’indietro, sulle spalle di lui, stringendosi a lui e prendendo il calice.
Dopo aver bevuto un sorso di spumante si volta verso di lui, incrociando i suoi occhi così dolci e così sinceri, mentre le sue braccia continuavano a tenerla stretta.
O: Ci stiamo perdendo il tramonto…. – le sussurra a fior di labbra.
L: Io non mi sto perdendo niente…. Ho tutto quello che desidero qui… - gli risponde avvicinandosi alle sue labbra.
O: Te la sei cercata capitano… - così dicendo la prende in braccio, portandole via il calice dalle mani, mentre Lucia rideva di gusto.
La adagia delicatamente sul letto, cominciando dapprima a baciarla lentamente sul viso per poi cedere a quel desiderio che cresceva sempre di più. Andò a prendere con foga le sue labbra, mentre con le mani le sfiorava la pelle calda del suo corpo, cominciando a sfilarle la maglietta e ad accarezzarle la schiena, baciandole il petto rimasto ormai semi scoperto..
In breve tempo erano entrambi completamente abbandonati a quell’amore così dolce e passionale diventando una cosa sola,  sentire le mani di Orlando sul suo corpo la faceva impazzire, mentre Orlando andava letteralmente in estasi ogni volta che Lucia poggiava le sue labbra sul petto di lui.
Fecero l’amore per ore… accarezzandosi e cercandosi a vicenda, senza essere mai sazi l’uno dell’altra.

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Capitolo 12
*** The games begin ***



CAPITOLO 12 - THE GAMES BEGIN

Quella mattina il Capitano Brancato arrivò al Ris più tardi del solito, Orlando non la faceva andar via, e a dirla tutta non le dispiaceva per niente.
Non era da lei arrivare in ritardo, tanto che il fatto non passò inosservato, soprattutto per il Cap. Ghirelli che non la smise un attimo di lanciare occhiatacce e battutine, mettendo Lucia in imbarazzo e provocandole qualche sorriso.
Finita la pausa caffè, entrambi i capitani si diressero nell’ufficio di Lucia, avevano poco tempo, Terracciano sarebbe arrivato a momenti e tutto doveva essere pronto.
Pochi minuti dopo, come previsto Terracciano varcò la porta dell’ufficio di Lucia, accomodandosi nella sedia di fronte a lei, pronto a cominciare l’intervista video, non prima di aver letto le domande che Daniele aveva preparato, domande mirate, nate per suscitare la reazione di Mario Pugliese.
 
La video intervista iniziò:
T: Oggi amici, abbiamo con noi il famoso Capitano Brancato, Capitano dei Ris di Roma.
    Buon giorno Capitano…
L: Buongiorno a lei, Terracciano.
T: Capitano… parliamo dell’argomento saliente che accumuna ultimamente l’opinione pubblica: la fuga di Mario Pugliese. Le chiedo Capitano, com’è potuto accadere?
L: Non ero presente Terracciano, posso solo dirle che i colleghi della Territoriale hanno sottovalutato la situazione, e che non ostante i problemi di salute di Pugliese, lui è comunque riuscito ad evadere i controlli di guardia.
T: Capitano… girano voci che Mario Pugliese l’abbia contattata… conferma?
L: Non smentisco e non confermo, sa che non posso rivelare nessun tipo di informazione.
T: Certo capisco… posso almeno chiederle se la situazione è da ritenersi preoccupante?
L: Sicuramente è preoccupante, un pazzo criminale gira indisturbato per Roma, è un folle pericoloso e frustato latitante… è nostra maggiore priorità fermarlo quanto prima.
T: Ci riuscirà capitano?
L: Fosse l’ultima cosa che faccio… Mario Pugliese non è altro che la vergogna del genere umano, non ostante nei numerosi video trasmessi si definisca un paladino dei poveri, non è altro che un assassino, è solo ed è un perdente… l’ho preso una volta, farà la stessa fine di suo fratello, marcirà dietro le sbarre. Questa è una promessa ai familiari delle vittime, ed una promessa alla nostra collega che ora non c’è più. Se permette adesso avrei un breafing importante.
T: Certo Capitano.. la ringraziamo per la sua disponibilità.
 

Sarebbero servite alcune ore per assemblare il montaggio del video, inserire i sottotitoli e postarlo,
ma questo era compito del genio informatico… dopo di che il video sarebbe stato in rete.
Dovevano solo aspettare.
 
Orlando intento guardava la scena dal corridoio, piuttosto perplesso.
Si fidava di Lucia, ma Mario Pugliese era un pazzo, probabilmente avrebbe fatto una mossa, ma aveva paura per Lucia, d’altronde Mario voleva lei, era stato molto chiaro.
G: Orlà…. Che hai? – Ghirelli  che passava da lì, non poté non notare l’espressione di Orlando.
O: Ma niente… sono solo un po’ preoccupato, non vorrei che Lucia avesse appena iniziato un gioco piuttosto pericoloso.. – sospira, mentre pronuncia quelle parole.
G: Senti… capisco che tu sia preoccupato per lei, ma non possiamo vivere aspettando inermi una mossa di quel pazzo… vediamo che succede…. – dice, cercando di tranquillizzarlo.
O: Speriamo bene… ho provato a parlarle ma sai com’è fatta…. non c’è stato verso di farle cambiare idea…
G: Lo so, è impossibile se si mette qualcosa in testa.. dai, andiamo su…
O: Ti raggiungo tra un attimo, vado da lei…
G: Ok! Ti aspetto di là..
 
Orlando rassegnato, si dirige verso l’ufficio del Capitano, che intanto avevo ripreso a lavorare.
O: Posso? – le chiese bussando.
L: Si.. vieni.. – rispose distogliendo lo sguardo dalla carte.
O: Allora… hai fatto il video?
L: Si… lo stanno assemblando, poi lo posteremo in diversi blog…
O: Bene.. – risponde, con sguardo un po’ triste.
L: Senti, lo so che non sei d’accordo… ma ti prego stai tranquillo e fidati di me… so quello che faccio..
O: Ma io mi fido di te… è che quello è un pazzo, vuole vendicarsi… ho solo paura per te..
L: lo so, ma io sono un capitano del Ris… non devi preoccuparti..
O: Ma io non ti vedo come capitano del Ris, principalmente ti vedo come la mia donna.
Lucia sorrise leggermente imbarazzata alla frase appena detta da Orlando, le aveva fatto molto piacere ma ancora doveva abituarsi a sentirsi dire determinate frasi..
L: La tua donna ti chiede di non preoccuparti… mentre il tuo capitano ti ordina di dare una mano a Ghiro….- risponde, sorridendo ancora.
O: Va bene…. comandi Capitano! – sorride, facendole il saluto militare per poi voltarsi e dirigersi verso la stanza di Ghiro.
 
Per le 18.00 intanto Lucia aveva convocato un breafing, i suoi collaboratori per primi avrebbero visto il video e successivamente Daniele lo avrebbe postato.
Erano tutti riuniti attorno al grande tavolo in vetro, di fronte al mega schermo, tutti con le teste all’insù pronti a vedere l’intervista.
Rimangono tutti colpiti dalle parole di Lucia, è un video molto forte, che sicuramente colpisce..
Quel che colpisce di più tutti, è vedere gli occhi di Lucia diventare lucidi appena nomina la loro Flavia.. si, per Lucia e per tutti è una ferita ancora aperta, troppo dolorosa.
Come promesso, appena visto il video e scambiate poche parole Daniele lo posta in diversi blog…
Non restava che aspettare, e controllare i vari commenti lasciati sul video.
Si era fatto tardi, era inutile restare ancora al Ris, Lucia mandò i suoi uomini a casa a riposare e anche lei era piuttosto stanca.
Si salutarono, dirigendosi ognuno verso la propria macchina.
 
Casa del Capitano Brancato – ore 20.00
Lucia e Orlando erano appena rientrati a casa.
Lucia come di consueto si era levata la giacca, buttandola sulla poltrona per poi lasciarsi cadere sul divano, seguita da Orlando.
L: Sei ancora preoccupato per il tuo capitano?
O: No….. certo che no, non sono preoccupato per il mio Capitano, sono preoccupato per la mia donna… - sorrise, mentre lo diceva.
L: La tua donna…. – ripete, sorridendo..
O: Si la mia donna….. perché…. Non vuoi che ti chiami così?
L: Non smettere tenente…
Sussurra quelle dolci parole prima di andare e prendere con passione le sue labbra calde, per non staccarsi da loro per quasi tutta la notte…
Un'altra notte di passione…
Un’altra notte d’amore…
 

……in un appartamento fuori Roma..
Due grandi occhi verdi scrutavano con attenzione da ore il video che ritraeva il Cap. Brancato.
Occhi attenti, pugni chiusi e sorriso di soddisfazione.
Questo compariva nel volto del lupo mentre guardava e riguardava il video.
“Hai commesso un grave errore Capitano…. Non ti permetterò di continuare a rovinarmi la vita, ricordati:
un lupo non si arrende mai.
E presto te ne accorgerai tu stessa……sulla tua pelle…..
Presto verrò  a prenderti.....questa è una promessa..."

 
 
 

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Capitolo 13
*** A message for you.. ***


 

CAPITOLO 13: A MESSAGE FOR YOU

La risposta di Mario Pugliese non tardò ad arrivare.
Quella mattina Orlando era uscito molto presto da casa di Lucia, non aveva più vestiti di ricambio, e prima di andare al Ris doveva passare a casa di Ghirelli per farsi una doccia e prepararsi.
Fece il più piano possibile per non svegliare Lucia che dormiva ancora serena tra le sue braccia, le diede un bacio e le scrisse un post.it lasciandolo sul cuscino: “Buongiorno principessa… sono uscito molto presto, non ho vestiti di ricambio…. Dormivi così bene che non mi son sentito di svegliarti.. ci vediamo dopo al Ris. Un bacio….. uno te l’ho già dato mentre dormivi”.
Scritto il biglietto, uscì di casa e si diresse alla casa sulla spiaggia.
Puntualissima, la sveglia di Lucia iniziò a suonare alle 6.00.
Senza aprire gli occhi distese il braccio per zittire quel rumore fastidioso… iniziò a stiracchiarsi per poi cercare con la mano Orlando, ma il letto era vuoto, così aprì gli occhi trovandosi davanti il suo biglietto.
Lo prese delicatamente in mano e iniziò a leggere, subito un sorriso le comparve in volto… Orlando la riempie di attenzioni sempre facendola sorridere in continuazione, facendole iniziare bene la mattina anche se lui non era lì…!
Si alzò dal letto andando velocemente a farsi una doccia, per poi vestirsi e truccarsi… in quaranta minuti era pronta, decise così di fare comodamente colazione prima di andare al Ris.
Mentre si dirigeva in cucina però, la sua attenzione si posò su una busta posta a terra sotto la porta di ingresso. Si avvicinò a passo svelto e la prese in mano. Nessun mittente e nessun destinatario.
La aprì… Una sua foto, un primo piano di Lucia.
Voltò la foto per cercare qualche indizio, e l’indizio non tardò ad arrivare.
“Capitano… ti sono mancato? E così vuoi giocare…. Non vedo l’ora, sappi che i giochi sono appena cominciati…e sai qual’ è il premio finale? Tu Capitano!! …anche se mi dispiace dover rovinare il tuo bel viso… ma c’è chi vince e c’è chi perde… e questa volta perderai tu!
A presto….. mio bel Capitano”

Poche righe, scritte a mano e firmate… ma non c’era dubbio sul mittente, poteva solo trattarsi di Mario Pugliese. Raccolse la busta e corse al Ris, voleva analizzarla per trovare una qualsiasi traccia che le facesse capire dove poteva nascondersi Mario.
 
Ris di Roma Ore 8.00
Aveva analizzato la busta e la foto, ma non aveva trovato nessuna traccia.
Mille impronte digitali di Mario ma nessun altro elemento che riuscisse a farle capire la provenienza. Un po’ amareggiata convocò da li a poco una riunione con la squadra, voleva informarli delle ultime novità.
Prima di parlare con la squadra però, voleva informare Daniele e Orlando che in quel momento si trovavano entrambi al distributore del caffè.
D/O: Capitano….- dissero entrambi vedendola entrare.
L: Ciao…. – rispose sedendosi nella poltroncina in pelle.
O: Che succede? – le chiese notando il suo sguardo preoccupato.
L: Stamattina sotto la porta ho trovato una busta, con una mia foto con tanto di dedica allegata… di Mario Pugliese.. – disse, abbassando lo sguardo.
D: Cosa? e che ti ha scritto?
L: Ecco… guardate voi stessi..- rispose, porgendo loro la foto.
O: Volevi una reazione…. Questa è decisamente una reazione.. – dissi con tono un po’ secco.
L: Avverto un leggero sarcasmo nella tua frase…
O: L’hai stuzzicato Lucia, è normale che lui in qualche modo rispondesse…
D: Non vorrei mettermi in mezzo, ma…. forse bisogna pensare alla tua sicurezza, è chiaro che è piuttosto deciso..
O: Sono d’accordo con Daniele… forse servirebbe una scorta..
L: Nessuna scorta, non ho bisogno di essere sorvegliata e difesa, sono un capitano, non un civile.
O: E che dobbiamo fare… aspettare che ti accada qualcosa?? – disse, alzando un po’ il tono della voce.
L: Non sto dicendo questo…. Sto solo dicendo che non dobbiamo allarmarci, per il momento.. – rispose, cercando di restare tranquilla.
O: Mi dispiace, ma non resterò qui a vederti uccidere da un criminale, ti avevo detto che l’idea del video era pericolosa, ma hai voluto fare di testa tua… e ora neghi la scorta… mi dispiace, ma non è un lavoro di squadra questo, neanche di coppia…. Scusatemi… - Orlando buttò fuori quelle parole di getto, senza pensare, ma la testardaggine di Lucia lo preoccupava molto.
Aveva paura, paura di perderla, non avrebbe voluto parlarle così ma non è riuscito a trattenersi, era uscito di corsa dalla saletta per buttarsi sul lavoro, era l’unica cosa che poteva fare per distrarsi.
Lucia rimase colpita dalle sue parole, l’avevano ferita soprattutto quando Orlando ha usato la parola coppia…
Daniele, aveva assistito alla discussione, conosceva Lucia e sapeva benissimo che in quel momento era ferita.
D: Ehy… è solo preoccupato per te, gli passerà vedrai… - le disse, posandole una mano sulla spalla.
L: Non credo Dani… non si tratta solo di Mario, ha parlato di noi, non siamo una squadra solo perché io continuo a fare il capitano… non posso ignorare la mia divisa…
D: Non ti sta chiedendo di smettere di fare il capitano, ma di fare attenzione, di accettare una scorta… di andargli incontro Lucia.
L: Non posso Dani… lo sai… - disse, abbassando lo sguardo.
D: Senti, io ti voglio bene, e qualsiasi cosa farai sarò al tuo fianco, ma continuerò a dirti quando secondo me stai sbagliando e ora stai sbagliando… non sei più da sola Lucia, dal momento che hai accettato Orlando nella tua vita, non puoi comportarti come prima, prendendo le decisioni da sola.. pensaci… - le diede un bacio sulla guancia ed uscì anche lui dalla saletta lasciandola da sola con i suoi pensieri.
 
 Mezz’ora dopo tutti aspettavano il Capitano attorno al tavolo in vetro del suo ufficio per il consueto breafing, quando Lucia arrivò con una cartellina in mano.
C’erano tutti, anche Orlando, era seduto al suo posto con lo sguardo fisso sul tavolo.
L: Buongiorno ragazzi…
Risposero tutti salutandola, per poi prestarle l’attenzione non appena lei si accomodò con loro.
L: Il video postato ieri ha prodotto i suoi frutti, Mario Pugliese mi ha lasciato una busta sotto la porta stamattina… ecco… - in quel momento avvio la clip che ritraeva la foto e il messaggio.
B: E ora? Cosa facciamo? – chiese Bart.
L: E adesso aspettiamo… e cerchiamo di capire se ha lasciato qualche altra traccia nella foto.
D: Si, vediamo se c’è traccia di tossicologico sulla busta per prima cosa..
L: Ad ogni modo abbiamo altre segnalazioni prima, Daniele tu andrai con Orlando in Via Verdi, duplice omicidio… mentre Milo, Bianca e Bart andranno  al parco in Via Giulia, hanno trovato il cadavere di un uomo… Costanza, tu invece rimarrai con me a fare il controllo tossicologico..
C: Certo Lucia. – rispose.
Tutti si alzarono, dirigendosi ognun’uno al proprio lavoro.
Orlando aveva guardato Lucia con occhi tristi, mentre lei a testa bassa evitava il suo sguardo.
 
Pochi minuti dopo Lucia era a testa china a lavorare sulla foto che Mario le aveva mandato, quando la sua attenzione si posò sul file che il computer aveva rilevato.
Mario aveva nascosto un altro messaggio nella fotografia, nascosto da una password.
Dopo diversi tentativi riuscì ad aprire il file, e rimase impietrita nel leggere quelle poche righe.

“L'amore fisico mi piace.... Ma il motivo per cui mi piace non sta nel brivido con cui ci inebria e ci consegna all'oblio. Sta nella compagnia che ci regala e con la quale ci rincuora, nel conforto che proviamo a possedere un corpo da cui si è attratti: unire il nostro corpo a quel corpo, sentircelo dentro e addosso. E' un mezzo per parlare, comunicare , farsi compagnia. E' un discorso fatto con la pelle anzichè con le parole.”
Questa è una delle mie frasi preferite capitano…
E’ terribile il modo in cui l’odio possa diventare passione…
C’è un detto… “non si può avere tutto nella vita” un detto assurdo per quanto mi riguarda..
Io voglio te…..e ti avrò!
Non mi fermo davanti a niente, davanti a nessuno, non mi fermerò davanti al tuo temerario tenente.
Pensaci capitano…..
E ricordati: è un discorso fatto con la pelle anziché con le parole.
M.P.
 
Lucia rabbrividì… Mario sapeva di Orlando, e questo cambiava molte cose.
E forse l’obbiettivo del lupo non era più ucciderla, ma averla…
Ma non poteva metterlo in pericolo, doveva fare qualcosa, prima di tutto per proteggere lui.
Con le lacrime agli’occhi iniziò a pensare al tempo passato insieme a lui…
Era entrato nella sua vita, riuscendo con tanta fatica ad abbattere quel muro che aveva costruito attorno a lei per non soffrire più… era riuscito a starle accanto non ostante tutti i suoi tentativi di allontanarlo da lei, e alla fine era riuscito ad entrare nel suo cuore come nessuno prima.
In quel mese con lui era tornata la vera Lucia: riusciva a farla sorridere sempre, le dava mille attenzioni facendola sentire amata, protetta e rispettata.
E lei era tornata ad amare, si…. non gliel’aveva mai detto, ma è così.
Nel suo cuore sa quanto Orlando sia importante per lei, quanto ha bisogno di lui, e quanto sia felice solo a stargli accanto.
E’ vero lo amava, ma in quel lungo ragionamento, in quel rimbombo di pensieri, iniziava a convincersi che proprio perché lo amava doveva stare lontano da lui…
Aveva già perso Alex, e l’avevo perso a causa sua, del suo lavoro… non poteva permettersi di perdere Orlando, stando lontani l’avrebbe perso come uomo, ma lui sarebbe stato bene e iniziava a pensare che fosse questa la decisione da prendere, anche se sapeva che avrebbe sofferto terribilmente.
Si avrebbe sofferto, ma preferiva rinunciare alla sua felicità e saperlo al sicuro, piuttosto che rischiare di perderlo.

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Capitolo 14
*** I can not lose ***



CAPITOLO 14: I CAN NOT LOSE

Quella sera Lucia uscì dal Ris prima del solito, subito dopo il consueto breafing era uscita di corsa.
Voleva stare da sola, voleva pensare e di sicuro l’ultima cosa che voleva era incontrare Orlando o ancor peggio litigare di nuovo con lui.
Durante la riunione non si erano detti nulla, solo qualche sguardo triste e imbarazzato.
Mentre rientrava a casa assorta nei suoi pensieri passò davanti ad un parco giochi, certo era quasi buio però decise di scendere ugualmente a fare due passi. Mentre camminava il suo cellulare iniziò a squillare….era Daniele.
L: Ciao Dani…
D: Capitano dove sei?
L: Sto facendo due passi…. Perché?
D: Perché sei uscita di corsa e perché un pazzo vuole ucciderti e tu stai facendo due passi….da sola!
L: Grazie per ricordarmelo ogni cinque minuti..
D: Sono solo preoccupato per te… hai parlato con Orlando?
L: No… e non è il momento di farlo… non mi va di litigare con lui e poi forse è meglio che restiamo lontani per un po’…
D: Che vai a dire…?? Senti lo sai che io ti voglio bene, ma sento che stai per fare una cazzata…
L: Ho solo bisogno di pensare… e di stare da sola… non preoccuparti per me, sto rientrando a casa..
D: va bene… domani ne parliamo però… e mandami un messaggio quando sei a casa ok?
L: Ok Capitano…ai suoi ordini!
D: Brava Capitano… a domani.
Chiusa la conversazione Lucia sorrise, pensando a quanto Daniele era premuroso con lei, a come ogni volta c’era, nel bene e nel male.
Rientrò a casa, buttando la giacca e la borsa sul divano e andando in bagno per farsi una doccia rilassante, quella era stata una giornata dura e voleva solo riposarsi un po’.
Dopo dieci minuti, mentre ancora usciva dalla doccia sentì il campanello suonare.
Si avvolse in un asciugamano e andò ancora scalza e bagnata ad aprire la porta.
Era Orlando. Era lì.
Apri la porta, ed entrambi si guardarono negli occhi per un lungo istante, fino a quando Orlando non si avvicinò a lei, posandole delicatamente la mano sul viso.
Gli occhi di Lucia si fecero lucidi, quel contatto le scioglieva il cuore e la faceva sentire immediatamente bene.
Continuava ad accarezzarle il viso, mentre le sollevava il mento per incrociare i suoi occhi.
Si avvicinò al suo viso, mentre l’accingeva a lui avvolgendola con le braccia.
L: Orlando…. Io non….
Non riuscì a finire quella frase, che Orlando le posò delicatamente le sue labbra sulle sue, baciandola delicatamente. Inizialmente Lucia cercò di trattenersi, contro la sua volontà, non voleva separarsi da lui per niente al mondo ma aveva paura per lui, e questo non la faceva sentire serena.
Non riuscì a combattere contro i suoi pensieri cedendo completamente a quel contatto dolce e delicato. Iniziò a baciarlo anche lei, con sempre più intensità, portando le sue mani lungo il petto di lui. Erano ancora all’ingresso dell’appartamento, con la porta aperta, Orlando la spinse verso il salotto chiudendosi la porta alle spalle e facendola indietreggiare fino ad arrivare al divano.
Le sfilò l’asciugamano che la copriva, senza mai staccarsi dalle sue labbra, accarezzandole il corpo rimasto ormai scoperto. In un attimo erono un corpo solo, distesi sul divano ad amarsi come non mai, con tale dolcezza e passione che si dimenticarono del resto del mondo.
Si addormentarono entrambi sul divano, distesi e abbracciati.
Dopo qualche ora però, il sonno di Lucia fu interrotto del rumore dei suoi pensieri, troppi pensieri le rimbombavano in testa, era tra le braccia dell’uomo che amava, stretta a lui e l’unica cosa che continuava a pensare e che doveva proteggerlo, doveva sapere che Orlando era al sicuro anche se questo significava una cosa sola: stare lontano da lui.
Si alzò dal divano, prese carta e penna e iniziò a scrivere con gli occhi colmi di lacrime.
Per poi posare il biglietto che aveva scritto sul tavolino davanti al divano. Prima di uscire, diede un bacio ad Orlando e restò a guardarlo, poi di corsa uscì dal suo appartamento.
 
Erano le cinque del mattino quando Lucia arrivò al Ris, era presto, troppo presto…
Rimasta sola con quei pensieri iniziò a dare sfogo al suo dolore, una lacrima dietro l’altra le solcavano il viso. Non sa per quanto tempo è rimasta chiusa nel suo ufficio a piangere, solo che ad un certo punto il suo pianto venne interrotto dal bussare alla porta.
Era Daniele, si asciugò le lacrime per poi fargli cenno di entrare.
Daniele entrando si accorse che Lucia non stava bene, aveva pianto era palese.. e vederla così lo fece star male. Andò verso di lei con passo deciso, andando a voltare la sedie girevole verso di lui.
D: Lucia…. sono qui…. che succede…
L: Ma niente… adesso passa…
D: Stai parlando con me… lo sai che non me ne vado finchè non mi avrai detto che succede…
La guardava dritta negli occhi, con occhi pieni di tristezza. Era la sua migliore amica, e vederla star male faceva star male anche lui.
D: Si tratta di Orlando? – continuò lui, e vedendo gli occhi di Lucia diventare nuovamente lucidi, capì che non si era sbagliato.
L: Non posso perderlo… non posso permettere che qualcuno soffra a causa mia, Mario colpirà lui per ferire me e io non ce la faccio così…
D: Lucia non succederà nulla ad Orlando, vedrai…. Ci siamo noi e ci sei tu…
L: Appunto ci sono io…. Mario mi ha lasciato un messaggio nascosto nella foto, non te l’ho detto perché riguarda oltre me anche Orlando, io voglio che lui stia bene….a me imposta solo di questo, e l’unico modo è starmi lontano…
D: Lo so che quello che è successo ad Alex è una ferita ancora aperta, ma Orlando non è Alex… adesso cerchiamo di ragionare, mettiamo una scorta ad entrambi… non puoi rinunciare alla tua felicità..
L: L’ho già fatto…. Rinuncio alla mia felicità e all’uomo che amo sapendo che non sarà più in pericolo.
D: Ma come….. Lucia…. non lo capisci che tutto quel che vuole è starti accanto?
L: Lo so Dani… ed è ciò che voglio io, ma il prezzo da pagare è troppo alto…
La discussione dei due capitani viene interrotta da Bart, che entra nell’ufficio di Lucia per avvisarla di una segnalazione.
D: Ne parliamo dopo eh… - dice uscendo dall’ufficio di Lucia.
Lei sospira soltanto, sta male… sa che sta facendo la scelta giusta per non far correre pericoli ad Orlando, ma sa anche che soffrirà…
Soffrirà per non avere le sue attenzioni, i suoi sorrisi e le sue carezze…
Soffrirà per i suoi abbracci, il suo modo unico di starle accanto..
Soffrirà per non trovarlo a suo fianco la mattina appena sveglia…
E soffrirà per non sentire il suo amore in ogni sguardo..
 
Erano le sette del mattino quando Orlando aprì lentamente gli occhi.
Si voltò appena, cercando col braccio Lucia, ma il divano accanto a lui era vuoto, poi la sua attenzione si posò sul biglietto sul tavolino. Si alzò per prenderlo per poi risedersi sul divano.

“ Vorrei dirti talmente tante cose che non so da dove cominciare…
Da quando sei entrato nella mia vita è cambiato tutto, tu….. solamente tu sei riuscito a buttare già quel muro che con tanta fatica aveva costruito attorno a me.
Tu…. sei riuscito a farmi sorridere di nuovo….dopo tanto tempo…
Sei riuscito ad entrare nel mio cuore e a starmi accanto non ostante tutto.
Non so come tu abbia fatto, ma mi hai ridato il respiro dopo tanta apnea.
Non credevo di potermi innamorare di nuovo, e invece è successo… mi sono innamorata di te giorno per giorno, mi sono innamorata dei tuoi sguardi, dei tuoi sorrisi, delle tue attenzioni…
Ti amo Orlando…. Non te l’ho mai detto prima, ma volevo lo sapessi..
Ti amo come non ho mai amato, in modo sincero, completo ed unico.
Ed è proprio perché ti amo, che non posso perderti…
Per essere felice mi basta saperti al sicuro, mi basta sapere che tu stai bene…e questo significa solo una cosa, stare lontano da me..
Pagherai tu per me, e io non posso sopportare altro dolore…
Credimi… non è stata una decisione facile, ti scrivo con le lacrime agli occhi sperando che tu capisca i miei motivi…
Ti amo troppo per perderti….
Spero tu possa capire.
Lucia”

 
Quando posò il biglietto sul tavolino era distrutto. Le lacrime scivolavano silenziose lungo il suo viso, mentre stringeva i pugni dalla rabbia e dal dolore.
Non poteva perdere Lucia, l’amava troppo…
Non sapeva cosa fare però, voleva la sua donna, voleva starle accanto e proteggerla, ma non voleva opprimerla. Sapeva che Lucia lo amava, e che si è allontanata da lui per proteggerlo e per non soffrire, ma sa anche che per lui è impossibile starle lontano.
Non può pensare di vederla ogni giorno al Ris e non potersi avvicinare a lei, non poter sfiorare la sua pelle e le sue labbra. Doveva starle accanto, in un modo o nell’altro. Doveva farle capire che insieme poteva superare tutto, anche l’incubo Pugliese. 

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Capitolo 15
*** Wolf Strikes Again.. ***


Capitolo 15 - Wolf Strikes Again

Erano passate due settimane da quel giorno.
Entrambi cercavano di andare avanti, di reagire ma nessuno dei due stava bene, soprattutto perché vedersi tutti i giorni per questioni lavorative rievocava solo ricordi e sensazioni.
Il clima al Ris non era certo dei migliori:
Lucia e Orlando parlavano solo per questioni lavorative, Ghiro cercava di stare vicino ad entrambi ma per lui non era facile vederli star male, e gli altri….. bhè… non potevano non notare che Lucia non era serena e che Orlando non era il solito rompipalle di sempre.
Mentre Lucia lavorava, assorta dai documenti, spesso Orlando la guardava… cercando di capire i suoi pensieri ma era sempre più chiusa e sempre più sulle sue.

Ricorda ancora perfettamente le sue parole durante la discussione due settimane prima.
 O: Vuoi dire quindi che preferisci cedere alle tue paure che stare con me?
L: Ma non lo capisci? Succederà di nuovo….. perderò di nuovo la persona che amo..
O: La persona che ami? Se veramente mi amassi non ti comporteresti così..
L: Pensi questo di me? …bhè allora mi dispiace ma non mi conosci affatto…
O: Lo credo anch’io Lucia… pensavo di avere un’altra persona al mio fianco..
L: Tranquillo… non c’è più quella persona al tuo fianco. - disse con tono duro.


Era uscita dalla sua stanza e l’aveva lasciato solo senza dargli il tempo di risponderle e spiegarle.
Orlando si rese conto solo dopo di quello che le aveva detto, non voleva parlarle in quel modo e sapeva anche che l’aveva ferita profondamente, e forse persa davvero.
 Da quel giorno tra loro c’erano solo sguardi.
Tristi da parte di Orlando, e duri da parte di Lucia.
Tra i due poli c’era l’amico di entrambi: Daniele, passava molto tempo con Lucia, facendola uscire e facendola anche sorridere ma non si doveva parlare di orlando… l’argomento era piuttosto doloroso per lei, e preferiva non parlarne più.
 
Caserma dei  Ris...ufficio del Capitano Brancato

La settimana lavorativa non era iniziata nel migliore dei modi.
Lucia era in ufficio già dalle 6.00, arrivava sempre presto, prima di tutti ma da quando non stava più con Orlando arrivava all’alba.
Stava rispondendo ad alcune e.mail quando il suo cellulare iniziò a squillare, era il maggiore Rambaudi che la informava di una rapina in villa con omicidio e di una sparatoria in pieno centro a Roma.
Lucia, dopo aver chiuso la conversazione, con passo spedito andò verso l’ufficio di Daniele.
L: Dani… abbiamo due segnalazioni, rapina in villa con omicidio e sparatoria al centro di Roma..
D: Ma che bel buon giorno che mi stai dando capitano.. – le rispose sorridendo.
L: Già… che bell’inizio di settimana, vai tu in centro assieme a Serra? – gli chiese.
D: Serra? ….gli darai di nuovo del lei ora? – le chiese notando che lo aveva chiamato per cognome.
L: Simpatico capitano…. – rispose, prima di uscire dalla stanza.
Ghiro scosse la testa, guardandola andar via e alzando gli occhi al cielo.
Dopo aver lasciato la stanza di Daniele, Lucia andò a passo spedito in laboratorio dove Orlando e Bart stavano analizzando alcuni reperti.
L: Ciao… come va qui? – chiese entrando, cercando di non guardare Orlando.
B: Abbastanza bene… dobbiamo solo preparare il Bpa… - rispose, mostrandole in computer.
L: Bene, allora il BPA dovrà aspettare… abbiamo due segnalazioni: Bart, tu Milo e Bianca andrete a repertare questa villa in via Dante, c’è stato un omicidio. – disse passandogli un foglio.
B: Vado subito a chiamare gli altri capitano..- disse, prendendo il foglio e uscendo dal laboratorio.
L: Orlando tu andrai con Daniele al centro, c’è stata una sparatoria e ci sono tre vittime… - gli disse, cercando di non guardarlo negl’occhi.
O: Va bene.. – rispose lui, debolmente.
Lucia fece per uscire dal laboratorio ma Orlando le bloccò un braccio, costringendola a girarsi.
Lei si voltò, guardandolo negli occhi. C’era tristezza nello sguardo di lui, ma la stessa sincerità nel suo sguardo che ogni volta le facevano battere il cuore.
O: Io…. volevo dirti che…
La frase di Orlando venne interrotta dall’arrivo del Generale Abrami, entrambi sobbalzarono e Orlando lasciò a malincuore il braccio di Lucia.
L/O: Generale.. – dissero entrambi.
G: Lucia, sono passato per lasciarle il fascicolo, se ha due minuti gliene parlo. – disse il Generale, guardando entrambi.
L: Certo… andiamo nel mio ufficio.
Mentre usciva dal laboratorio accompagnata dal Generale, buttò un’ultima occhiata ad Orlando, era chino sul tavolo delle ispezioni con i pugni chiusi e lo sguardo assente.
Le si strinse il cuore a vederlo così, avrebbe voluto fare qualcosa ma forse era meglio lasciare le cose com’erano.
Si chiuse nel suo ufficio col Generale mentre vide i suoi uomini uscire per i sopralluoghi.
I pochi minuti del Generale equivalevano a circa due ore di riunione ininterrotta con lui, il generale voleva introdurre nella squadra un criminologo per affiancarli al caso Pugliese, e aveva lasciato a Lucia il fascicolo per studiarlo.
 
Erano appena passate le due, quando un appuntato bussò al suo ufficio.
L: Si? – disse, distogliendo lo sguardo dal fascicolo.
A: Capitano… è arrivato questo pacco per lei dalla Procura Generale. – disse l’appuntato, porgendo il pacco a Lucia.
L: Ah… grazie.. poggi pure lì.. – facendogli cenno con la mano.
A: Buona giornata capitano.. – disse uscendo.
Lucia si alzò dalla scrivania per prendere il pacco quando il suo cellulare iniziò a squillare, era il Maggiore Rambaudi.
R: Capitano, le ho mandato una e.mail con i documenti da firmare.. l’ha vista?
L: No Maggiore, il mio computer sta scansionando dei file, mi sposto al Pc di Ghirelli..
R: Sto in linea capitano, così le spiego..
L: Solo un attimo Maggiore.
Lucia aprì la porta del suo ufficio per uscire e andare nella stanza di Ghiro, quando una forte esplosione la buttò a terra trascinandola per alcuni metri.
In un attimo l’intero piano era invaso dal fumo, persone che correvano verso l’uscita e le sirene dell’allarme che avevano iniziato a suonare insistentemente.
Lucia era stesa a terra priva di sensi.
 
Intanto la squadra stava facendo rientro al Ris, dopo aver effettuato il sopralluogo.
G: Gli altri ci raggiungono per pranzo, mangiamo un panino da Ned? – chiese ad Orlando mentre rispondeva al messaggio di Bianca.
O: Si si… per me va bene. – rispose lui.
Dieci minuti dopo, erano tutti al parcheggio del Bar, poco distante dalla caserma.
G: Com’è andato il sopralluogo? – chiese il Capitano Ghirelli.
B: Bene… è stato un lavoraccio… - rispose Bart.
Improvvisamente, i cellulari di tutti iniziarono a squillare.
Sbiancarono in volto, guardandosi tutti negli occhi.
G: Capitano Ghirelli. – rispose, al cellulare.
R: Capitano, sono il Maggiore Rambaudi, senta….c’è stata un’esplosione al Ris, Lucia è stata portata in ospedale.. – disse a stento con tono preoccupato.
G: Come un esplosione.? Ma come sta? In quale ospedale?
R: Capitano, non so niente… so solo che l’hanno portata al Gemelli.. – rispose.
G: Vado immediatamente lì. – disse, per poi chiudere la conversazione.
O: Ghiro, cos’è successo? – gli chiese Orlando, capendo dalla sua faccia allarmata che sicuramente era successo qualcosa.
G: ragazzi.. c’è stata un’esplosione al Ris, Lucia è rimasta coinvolta e l’hanno portata al Gemelli. – disse mentre con una mano si accarezzava la testa quasi per cancellare quello che aveva appena detto.
O: Come coinvolta? Ma cos’ha? Come sta? – chiese tremendamente preoccupato.
G: Non lo so, il Maggiore non sapeva niente di più… io vado al Gemelli, voi al Ris a repertare.. dobbiamo sapere cos’è successo. – disse, aprendo la portiera dell’auto.
O: Ghiro… io vengo con te…
G: Non so se sia una buona idea… - disse, guardandolo negli occhi.
O: Ghiro per favore…- rispose, con tono  fermo e supplichevole.
G: andiamo forza.
Salirono in auto e partirono a sirene spianate.
O: Non posso perderla… - bisbigliò.
G: Ma che dici… non la perderai… non posso nemmeno pensarci, Lucia è forte, non devi pensare a queste cose.. – disse, cercando di spronare l’amico e anche se stesso.
Si richiusero nel silenzio, proseguendo verso il Policlinico Gemelli, entrambi presi dai propri pensieri.
 
O:“Non posso perderla… non ora che l’ho trovata…ti prego Lucia… io ti amo, non posso perderti”
G: “Cazzo, non dovevo lasciarla sola… non dovevo… Lucia per favore… stai con me”

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Capitolo 16
*** Next to you.. ***


Eccomi qui con un nuovo capitolo...
Perdonate il ritardo, ma ero sommersa di impegni... spero che ne sia valsa la pena aspettare!!
Buona lettura.... e grazie a tutte voi per essere sepre presenti:) 


CAPITOLO 16: NEXT TO YOU...


 - Policlinico Gemelli - ore 17.00
Al Policlinico Gemelli regnava il più assoluto silenzio.
Orlando andava avanti e in dietro nell’andito, mentre Daniele era seduto a terra con le gambe incrociate, ogni tanto telefonava alla squadra e a Costanza poi riprendeva a guardare il vuoto.
Dopo circa tre ore di attesa, una dottoressa uscì dalla porta scorrevole dell’andito.
D: Siete i colleghi del capitano Brancato? – chiese, guardandoli.
G: Si dottoressa… allora come sta Lucia? – chiese Daniele alzandosi di scatto e raggiungendo la dottoressa seguito da Orlando.
D: Sta bene… certo è piuttosto provata, ma considerando che è stata coinvolta in un esplosione sta bene. Tuttavia, ha tre costole fratturate, dei punti sul braccio e alcuni sulla gamba, l’impatto non è stato leggero, e ha perso i sensi per un bel po’ inalando fumo, senza contare le fasciature per le ustioni per fortuna lievi, che ha riportato. Deve stare almeno 4 o 5 giorni totalmente a riposo, e per stanotte rimarrà qui in osservazione, potrebbe perdere nuovamente i sensi-
- spiegò ai due in maniera semplice ma decisa come stava Lucia e cosa avrebbe dovuto fare nei prossimi giorni per tornare in sesto.
O: Quindi sta bene, non è in pericolo di vita? – domandò Orlando con il cuore in gola.
D: No nessun pericolo, però ripeto… massimo riposo.
G: Certo dottoressa, ci pensiamo noi… ma adesso possiamo vederla?
D: Uno per volta però… è piuttosto debole e provata.. – rispose la dottoressa.
Orlando guardò Daniele, avrebbe voluto entrare da lei e starle accanto ma non sapeva se era il caso, se Lucia gliel’avrebbe permesso.
Daniele aveva capito il timore di Orlando, glielo leggeva negli occhi, e sapeva purtroppo cosa stesse passando l’amico, anche lui del resto era rimasto molto tempo separato dalla sua Costanza e non era stato per niente bene.
G: Stai pensando se entrare?  -gli chiese, avvicinandosi a lui.
O: Credo che non entrerò… deve stare serena e riposarsi, non la aiuterà la mia presenza.. non è il momento.. .- mentre pronunciava quelle parole i suoi occhi si fecero lucidi per un istante, e dovette abbassare lo sguardo per nasconderlo a Daniele.
G: Certo… lo capisco, stai tranquillo… ci penso io a Lucia.. – rispose dandogli una pacca sulla spalla.
O: fammi sapere come sta, io vado a casa… ci vediamo dopo o vai da Costanza?
G: Si vado da lei, era piuttosto preoccupata per Lucia… ti chiamo appena esco dall’ospedale comunque.. – rispose.
O: Va bene a dopo allora.
Orlando si diresse a malincuore verso l’uscita del reparto, per poi dirigersi verso il parcheggio e rientrare a casa.
Daniele invece seguì la dottoressa verso la stanza di Lucia.
Lei era distesa a letto, appena Daniele entrò, posò lo sguardo sulle fasce che Lucia aveva nelle braccia e nella mano destra, poi guardò il suo viso, aveva gli occhi chiusi, un cerotto sulla fronte, una lieve ferita sul labbro e la mascherina dell’ossigeno.
Gli si strinse il cuore nel vederla così… prese coraggio e si avvicinò a lei, afferrandole delicatamente la mano.
A quel leggero tocco lei aprì lentamente gli occhi.
D: Ehy…. Ciao, come ti senti? – le chiese sussurrando Daniele.
L: Mi sento come se mi fosse passato sopra un treno… - sussurrò lei.
D: Ci hai fatto prendere un colpo Capitano…
L: Direi che il colpo l’ho preso anch’io…credimi..- rispose, facendo un debole sorriso.
D: Già… direi proprio di si.. Senti, stanotte resterai qui… poi da domani qualche giorno di riposo a casa, e un’altra cosa….. visto che ora sei debole, stanca e dolorante… immagino non potrai urlare o litigare, perciò ti informo che da domani avrai una scorta.. – disse tutto d’un fiato.
L: Non c’è bisogno Dani… - disse, cercando di togliere la mascherina.
D: Stai ferma…- le disse bloccandole la mano – adesso sevo andare, la dottoressa mi ha dato dieci minuti di tempo, e devo avvisare gli altri che stai bene…. soprattutto Orlando… - disse, abbassando lo sguardo appena..
L: L’hai visto? – gli chiese.
D: Si…. era qui con me tutto il tempo… l’ho mandato a casa a riposarsi e a calmarsi… - le disse.
L: Gli stai vicino tu…vero? – gli chiese, con le lacrime agli occhi.
D: certo…. Anche se non vorrebbe di certo me vicino..
L: Non ora…. Per favore… - chiese con un filo di voce.
D: Volevo solo lo sapessi… adesso ti lascio riposare ok? Ti chiamo più tardi.. – le disse, dandole un bacio sulla fronte.
L: Grazie…. per tutto. – rispose, stringendogli la mano.
Daniele uscì dalla stanza, precipitandosi ad avvisare la squadra che il loro capitano stava bene, risollevando gli animi di tutti che aspettavano ansiosi una telefonata.
Intanto Lucia era rimasta sola con i suoi pensieri...
Avrebbe tanto voluto vedere Orlando, aveva bisogno dei suoi occhi sinceri, della sua vicinanza e del suo calore…
Si addormentò così… esausta e dolorante col pensiero di orlando sempre vivo nella sua mente.
 
- Casa sulla spiaggia... ore 22.00
Orlando faceva avanti e indietro nel salotto della casa al mare, non riusciva a darsi pace…era nervoso, era triste e preoccupato...
Daniele lo aveva chiamato dicendogli che Lucia stava bene, ma lui non si rassegnava… voleva solo vederla… voleva solo poter stare accanto alla donna che amava.
Senza pensarci troppo afferrò le chiavi della macchina sul tavolino e corse verso lì ospedale..
Era tardi, erano le 11 di sera, e probabilmente non l’avrebbero fatto entrare anche perché sicuramente Lucia riposava, ma doveva tentare per lo meno.
Andò di corsa al reparto di Lucia, incontrando un infermiera che terminava il giro delle visite.
O: Mi scusi… carabinieri… dovrei entrare dal Capitano Brancato… per motivi di sicurezza.. – stava mentendo… ma in quel momento non poteva fare altro.
I: Si prego… l’accompagno.. – rispose la donna, facendogli strada.
O: Lucia sta già dormendo? – chiese, cambiando tono.
I: Si… sta riposando, le abbiamo dato dei calmanti per farla dormire aveva un po’ di  dolore.. – rispose, continuando a camminare.
O: E adesso sta meglio?
I: Si si…. diciamo che riposando non avverte dolore… prego entri pure… e non c’era bisogno di inscenare la storia della guardia del corpo… - sorrise, guardando Orlando e facendolo accomodare.
Anche lui sorrise, quell’infermiera ormai non tanto giovane aveva capito che la sua era solo una scusa per poter stare con lei.
Entrò delicatamente nella sua stanza… Lucia dormiva serena, le avevano levato la mascherina dell’ossigeno, era molto pallida e nel vedere le medicazioni sul viso e sulle braccia lo fecero star male.
Una lacrima silenziosa iniziò a rigarle il viso, provò a trattenerla, senza successo.
Prese la sedia posta poco distante e si avvicinò al suo letto, prendendole la mano. Non voleva svegliarla, perciò senza dire una parola rimase a guardarla per un tempo infinito fin quando non si addormentò… con la sua mano stretta dentro la sua.
Il suono di un carrello lo fece quasi sobbalzare… l’infermiera era arrivata e gli sorrideva divertita.
O: Accidenti… mi sono addormentato.. – esclamò confuso, strofinandosi il viso.
I: Non si preoccupi… sta ancora dormendo… ma adesso dovrò svegliarla per la medicazione.. – rispose, l’infermiera.
O: Io devo andare signora… la ringrazio per stanotte…. È stata molto gentile. – le disse, porgendole la mano.
I: Non c’è bisogno… davvero… - rispose lei.
Orlando uscì dalla stanza… non voleva che Lucia lo trovasse lì… era stata piuttosto chiara con lui, e non voleva si agitasse, doveva pensare a riprendersi e a star bene… tutto il resto, per ora passava in secondo piano.
 
L’infermiera intanto aveva iniziato a fare un prelievo a Lucia, quando lei, disturbata aprì gli occhi.
Nonostante fosse ancora assonnata, avvertì la sensazione di non essere stata sola, non riusciva a spiegarsi se fosse un sogno… o uno strano ricordo.
I: Allora bella addormentata… come sta oggi? – chiese dolcemente la donna.
L: Sto meglio grazie… ho riposato molto bene.. – rispose Lucia.
I: Si ho visto…. Ora deve solo riposare..
Lucia avvertiva ancora quella strana sensazione, come una presenza, le sembrava addirittura di sentire il profumo di Orlando nella stanza, così prese coraggio e chiese all’infermiera.
L: Signora…. Ho ricevuto visite per caso? – chiese, timidamente.
I: Bè…. Forse, non dovrei dirglielo... ma…. ecco, è venuto un giovane… un carabiniere ed è rimasto tutta la notte in questa sedia…. – spiegò l’infermiera.
L: Quel carabiniere che è venuto ieri sera? – domandò Lucia.
I: No no…. Un altro… molto cordiale e molto gentile, si è seduto accanto a lei e le ha tenuto la mano per tutta la notte…
Lucia sorrise, pensando che quell’uomo poteva essere solo Orlando… e che la sua sensazione non era frutto della sua immaginazione… i suoi occhi divennero lucidi, Orlando le mancava… questo ormai era palese, ogni cellula del suo corpo desiderava averlo accanto e ora più che mai non sapeva cosa fare...

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Capitolo 17
*** Together again ***


CAPITOLO 17: TOGETHER AGAIN
 
Erano ormai passati due giorni dall’esplosione e al Ris l’atmosfera era piuttosto calda.
Bart, l’esperto di esplosivi, lavorava senza sosta per trovare qualsiasi traccia utile, e infatti i risultati ottenuti in due giorni erano piuttosto soddisfacenti.
L’ordigno esploso nella stanza del Capitano era nascosto all’interno del pacco recapitato a Lucia poco prima, è riuscito a passare ai controlli a causa di una speciale patina che lo ricopriva in grado di isolarlo e renderlo dunque “innocuo”, era controllato a distanza da un telecomando con copertura di circa trecento metri, di sicuro non un ordigno rudimentale ma piuttosto sofisticato.
All’interno del pacchetto sono stati rinvenuti pezzi di cartoncino rosso, che uniti formavano una frase….
Una frase per Lucia naturalmente:
E sai chi vince alla fine?... Quello che non si è arreso..
 Che ha lasciato scorrere il tempo.. e non ha forzato le cose.. Quello che magari ha sofferto.. e si è rialzato più forte di prima, quello che sa che la vendetta…… è un piatto che va servito freddo…. Sei mia Capitano! L.
 

 
Quando Bart ricompose quella frase rimase immobile a leggerla e rileggerla, era rimasto impietrito da quelle parole, dal modo tanto crudo e sofisticato del lupo.
Era corso verso l’ufficio di Daniele per informarlo, senza rendersi conto che nella stanza c’era anche Orlando, aveva cercato di mantenere la calma ma questa volta non era riuscito a trattenersi.
O: Ma ti rendi conto del pericolo che corre? Una scorta non è sufficiente Ghiro.. – andava avanti e indietro nella stanza cercando a fatica di controllarsi.
D: Lo so che è in pericolo, ma sai com’è fatta… non accetterebbe nient’altro, già per la scorta è stata dura.. – ribatté daniele.
Bart intanto era uscito dalla stanza, aveva visto Orlando piuttosto preoccupato e voleva lasciarli soli per dargli modo di sfogarsi, d'altronde Daniele era il suo migliore amico.
O: Non posso perderla… - rispose, con un filo di voce.
D: Senti… l’unica persona che può farle cambiare idea sei tu… parlare Orlando, falle capire che sta sbagliando e che non può far vincere la paura..
O: Ho provato a farle cambiare idea, lei mi ha allontanato, non vuole che io le stia accanto… cosa posso fare? – rispose, quasi con tono disperato.
D: Ma da quando ascolti cosa ti dicono le persone?? Lucia ti è sempre andata contro, fin da quando sei arrivato… e che hai fatto? Ti sei arreso? No… e se non fosse stato per te, la tua testardaggine e ostinatezza non ci sarebbe mai stato niente tra di voi… devi farle capire che non è sola…. Sei l’unico che può riuscirci.
Daniele uscì dalla stanza, dando una leggera pacca sulla spalla ad Orlando lasciandolo da solo con i suoi pensieri.
Mentre pensava alle parole di Daniele, aveva in mente solo lo sguardo così limpido e chiaro di Lucia, quei suoi occhi verdi così luminosi che ogni volta lo lasciavano senza fiato.
Senza pensarci troppo andò a passo svelto a cercare Daniele, per trovarlo poco dopo in laboratorio.
O: Capitano… scusa, avrei bisogno del pomeriggio libero… -disse, tutto d’un fiato.
D: Vedi di riportarmi la mia amica…. – rispose sorridendo.
O: Grazie Ghiro… - disse bisbigliando.
D: Corri tenente… - rispose, mentre lo vedeva correre verso l’uscita.
 
Un’ora dopo, Orlando era davanti alla porta di casa di Lucia. Prese coraggio e bussò alla porta.
Lucia era semisdraiata sul divano a riposare, come le avevano ordinato i medici, quando sentì bussare alla porta andò lentamente ad aprire.
Guardò dallo spioncino e il suo cuore si fermò, così come il suo respiro. Ora più che mai non sapeva che fare.
O: Lucia…… voglio solo parlarti… - le disse.
Quando Lucia aprì la porta, si trovò due occhi castani sinceri e profondi che la fissavano… gli occhi più belli che avesse mai visto pensò.
L: Ciao.. – bisbigliò nel vederlo, abbassando lo sguardo.
O: Ciao… posso entrare un attimo? – le chiese un po’ titubante.
Lucia non rispose, aprì ancora di più la porta facendolo entrare e incamminandosi verso il salotto.
Fece pochi passi, quando la mano di Orlando la bloccò per un braccio costringendola a voltarsi.
O: Vieni con me... – le disse, guardandola dritta negl’occhi.
L: Cosa..? ma dove? – rispose…confusa.
O: Fidati di me….- continuò lui, guardandola ancora più a fondo.
L: Orlando… - provò a dire…
O: Per favore… - la supplicò lui..
Lucia scosse la testa, facendo un mezzo sorriso.
L: Dammi due minuti… mi cambio e arrivo..
Orlando le sorrise, guardandola andare verso la sua stanza.
Quando Lucia tornò indossava dei jeans con una maglia larga che le lasciava la spalla scoperta, un foulard al collo per nascondere le bende e le hogan ai piedi.
L: Possiamo andare… - disse raggiungendolo verso l’atrio.
O: Certo andiamo.. – rispose Orlando.
Mentre scendevano le scale del palazzo per raggiungere la macchina, Lucia avvertiva un po’ di dolore, e scendeva lentamente per non strappare i punti.
Orlando nel vederla così la sorresse, tenendola per la vita aiutandola a scendere.
A quel contatto Lucia ebbe un sussulto, era così emozionante ogni volta sentirlo vicino, si sentiva protetta e serena in un attimo.
L:  Grazie… - gli sussurro, mentre continuavano a scendere le scale.
Orlando non rispose, la strinse un po’ di più a se sorridendo.
Salirono in macchina e partirono.
 
Venti minuti dopo, si trovavano nei parcheggi del Pala Ghiaccio, lo stesso pala ghiaccio in cui Lucia amava pattinare con suo fratello Guido e Orlando questo lo sapeva bene.
L: Come mai siamo qui… - chiese.
O: Adesso lo vedrai Capitano.. le rispose.
Entrarono nella struttura, non c’era nessuno, era chiusa ma Orlando aveva chiesto di tenerla aperta per ragioni di sicurezza…
Lucia era un po’ spaesata, si guardava intorno e poi guardava Orlando, che con molta sicurezza andava a prendere i pattini per porgerne un paio a Lucia.
O: Ora seguimi.. – le disse.
L: Io non posso pattinare… ho i punti… - gli rispose..
O: Lo so… ma tu non devi pattinare, dammi la mano… - disse, porgendole la sua mano.
L: Dimmi che ci facciamo qui…. io ti ho seguito ma inizio a non capire…
O: Ti ho chiesto di fidarti di me…. – le rispose, continuando a tenderle la mano..
Lucia decise di fidarsi di lui, si aggrappò alla sua mano mentre Orlando lentamente iniziava a trascinarla in modo un po’ impacciato al centro della pista.
L: Non sai pettinare vero? – chiese, non riuscendo a trattenere il sorriso.
O: Sono una frana lo so… credo di essere negato.. – ammise, rispondendo al sorriso.
L: Ma allora perché mi hai portato proprio qui? – chiese lei, continuando a farsi trainare fino al centro della pista.
Una volta arrivati, Orlando si fermò, tenendo ancora ben strette le mani di Lucia, e avvicinandosi a lei per farla appoggiare, era ancora convalescente e doveva stare molto attenta.
O: Perché ti ho portato qui? – ripetè lui, guardandola dritta negli occhi e tenendo ancora le sue mani.
L: Si… - rispose Lucia.
O: Perché qui, per la prima volta dopo tanto tempo, siamo solo io e te… siamo lontani da tutto e da tutti, dai problemi di ogni giorno e dalle nostre paure….
Ti ho portata qui, perché so che per te è un posto speciale, so che vieni qui solo con tuo fratello e so che da quando lui non è qui vicino a te ti senti sola… so che non potrò mai sostituirmi a lui, so che quando parli di lui ti brillano gli occhi e so che daresti la tua vita per lui…
So tutto questo Lucia…. ma so anche che da quando mi hai permesso di starti accanto la mia vita è cambiata, sono tornato a vivere, a respirare… sono tornato ad amare. Non pensavo di poterlo fare ancora, non pensavo di poter provare un emozione così grande e unica solo ad aver una persona accanto, non credevo di poter mai più svegliarmi la mattina e ringraziare il cielo di darmi la possibilità di avere al mio fianco una creatura così bella, così perfetta…
Se tu mi allontani da te mi uccidi, non posso pensare più alla mia vita senza di te, non posso pensare di non vederti accanto a me la mattina di svegliarmi la notte e non sentire il tuo respiro..
L: Orlando… io… - provò a  dire, mentre le lacrime le rigavano il viso.
O: No Lucia…. non io…. noi.
Non posso andare avanti così, non possiamo rinunciare alla nostra felicità per una stupida paura.
Io ho paura di perderti ogni istante, ma questo mi lega ancora di più a te… non mi fa scappare… non mi fa star solo, non mi fa rinunciare a vivere…
L: Ma non lo capisci che non posso sopportare che succeda di nuovo?? Se ti dovesse succedere qualcosa a causa mia io non lo sopporterei… non ce la farei… non mi alzerei più. – pronunciò quelle parole quasi urlando, con una tale tristezza e disperazione che le lacrime cominciarono a scendere con più prepotenza.
O: Non succederà… non se stiamo insieme Lucia… non esiste più un “Io” o un “Tu”,  io ti amo… e non puoi chiedermi di starti lontano perché non lo farei comunque…
L: Tu non lo sai…. I messaggi di Pugliese, le fotografie… tutto parla di te…. e io non posso perderti… - scoppiò in lacrime, sotto lo sguardo triste e commosso di Orlando.
O: Non mi perderai….. guardami… - le sussurrò, tirandole su il viso dolcemente per incrociare il suo sguardo.
O: Non mi perderai…. Te lo prometto… affronteremo anche questa insieme… - le disse, continuando a guardarla e a tenerle il viso tra le mani.
L: Non lasciarmi…. Ti prego.. – rispose lei, posando una sua mano su quella di lui.
O: Non ti lascio Lucia…. non ti lascerò mai.. – le disse prima di stringerla in un abbraccio.
Per la prima volta dopo tempo Lucia si sentì più sollevata, voleva fidarsi dell’uomo che amava… non voleva rinunciare più a lui… con lui si sentiva protetta e amata, ed era l’ unica cosa che contava.
Orlando tornò se stesso non appena la strinse tra la braccia, quella donna, quel calore, quell’amore gli era mancato in un modo indescrivibile, e ora che lei era li tra le sue braccia non avrebbe permessi che scappasse ancora…avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei.
O: Ehy…. Andiamo a casa? – le sussurrò, staccandosi appena da quell’abbraccio.
L: Si…. un ultima cosa però… - gli disse, guardandolo negli occhi.
Si avvicinò a lui, tenendosi ancora stretta al suo petto andando a raggiungere le sue labbra che tanto le erano mancate… abbandonandosi così ad un bacio dolce e passionale.
Rimasero stretti per un momento interminabile… finché Lucia non si spostò da quella labbra, per riprendere a parlare..
L: Io ho bisogno di te… - ammise, guardandolo negli occhi.
Orlando non si aspettava una frase così importante da Lucia, non era solita dichiarare i suoi sentimenti e le sue emozioni, non sapeva cosa dire, le accarezzò delicatamente il viso stringendola a lui.
O: Io sono qui per te amore… - le sussurrò all’orecchio dopo averla stretta di nuovo a se lasciando Lucia teneramente sorpresa ed emozionata ancora avvolto nel suo abbraccio.
Rientrarono a casa di Lucia insieme, lungo il tragitto verso casa non parlarono molto, ognuno era assorto nei propri pensieri.
Finalmente una di quelle giornate a lieto fine, in cui l’amore prevale su tutto…
Quell’amore che non ha bisogno di parole o di fatti…
Quell’amore pure fatto di sguardi…
Quell’amore fatto di difficoltà che rendono più forti..
Quell’amore unico… che a volte, solo a volte, riesce a trionfare.

 

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Capitolo 18
*** We are a team... ***



 CAPITOLO 18: WE ARE A TEAM
 
La luce del sole che filtrava dalla finestra fece svegliare Lucia, che ancora un po’ assonnata iniziò a girarsi nel letto.
Con la mano cercava Orlando nel altra estremità, mentre con la mente ripercorreva ogni singolo istante della notte passata insieme a lui.
 
Flash Back n.1

Erano appena rientrati a casa, non avevano parlato molto, non c’era bisogno….
I loro occhi e i loro sorrisi parlavano da soli.
Lucia aveva tolto a fatica la giacca che aveva addosso, lasciandola come di consueto, sulla panca dell’ingresso e subito aveva avvertito le sue mani calde che la stringevano a lui.
O: Non sai quanto mi sei mancata… quante volte ho desiderato le tue labbra, il tuo corpo, il tuo respiro su di me… - le sussurrò, mentre la voltava verso di lui.
Lucia non rispose, posò le sua mani sul petto di Orlando che la guardava quasi estasiato e andò a prendersi le sue labbra… quelle labbra le erano mancate, quel sapore e quella dolcezza era l’unica cosa che desiderava in quel momento.
L: Ti voglio… - gli bisbigliò lentamente all’orecchio.
Un brivido di piacere gli percorse la schiena, costringendolo a stringere ancora di più a sé la sua donna mentre il desiderio e la passione crescevano sempre di più.
Con una mano, senza staccare le labbra da quelle di Lucia, iniziò ad accarezzarle le schiena, il collo e il petto… sfilandole delicatamente la maglia che aveva in dosso, per poi bloccarsi non appena sentì le bende sul suo fianco.
L: va tutto bene…. non preoccuparti.. sto bene… - gli disse notando la sua esitazione nel continuare ad accarezzarla per paura di provocarle dolore.
O: Sei sicura..? Non vorrei ti facesse male la ferita… - le rispose guardandola negli occhi e stringendole le mano..
L: Sono sicura che ti voglio…. – rispose, prima di prendere la sua mano e posarla sul suo fianco fasciato.
Orlando a quelle parole e quel gesto così delicato si abbandonò completamente a quel sentimento e a quella passione ormai impossibile da arrestare..
La prese delicatamente in braccio, continuando ad accarezzare la sua pelle così chiara e delicata per poi poggiarla sul letto e distenderla sotto di lui..
Lentamente le labbra di Lucia si spostarono dalle sue labbra per percorrere il viso e il collo, provocando ad Orlando brividi di piacere e sussulti. In un attimo i loro vestiti erano sul pavimento e loro si abbandonarono alla danza dell’amore che li accompagnò per ore… finchè stanchi si abbandonarono abbracciati tra le braccia di Morfeo!
 
 
Quando Orlando si svegliò quella mattina, vide Lucia con gli occhi semi aperti distratta dei suoi pensieri… senza far rumore si avvicinò a lei, baciandole dolcemente il braccio.
O: Buongiorno tesoro… - le bisbigliò.
L: Ehy…. Ti sei svegliato… - rispose, avvicinandosi al suo petto.
O: Sei pensierosa stamattina? – le chiese, stringendola.
L: Stavo solo pensando ….a stanotte..  e a quanto mi piace svegliarmi e trovarti affianco a me!
O: Non sai quanto è stato bello per me svegliarmi e poterti abbracciare!
L:…anche se ci sono tante cose da risolvere e purtroppo non possiamo vivere come vorremmo.. – disse, rattristandosi un po’.
O: Ehy… risolveremo tutto insieme,  vedrai che anche questo brutto momento passerà… affronteremo anche questa…. Te lo prometto. – le disse, stringendola forte a lui.
L: Lo so…. ci sei tu con me… - rispose, stringendosi a lui e andando a prendersi le sue labbra.
L: E adesso Tenente… il Ris ci aspetta… - disse, alzandosi dal letto.
O: Dove credi di andare eh…. – rispose, prendendola e tirandola di nuovo verso di lui.
Rimasero un altro po’ sul letto, a baciarsi e a scambiarsi tenere carezze per poi alzarsi entrambi e prepararsi per andare al Ris.
 
 
Ris- Ore 9.00 – Ufficio del capitano Brancato.

 
“Dani… sto venendo al Ris… vi aspetto nel mio ufficio alle 9.00, avvisa gli altri.
A dopo… Lucia”
Appena ricevuto quel messaggio il Capitano Ghirelli che a stento stava in piedi dal sonno quella mattina, si era diretto ad avvisare i colleghi del ritorno di Lucia, e dell’imminente breafing.
Lucia e Orlando erano appena arrivati, e insieme salivano le scale del Ris quando si imbatterono nell’assonnato Capitano Ghirelli che usciva dalla saletta con un caffè in mano.
L: Grazie…. questo lo prendo io… - disse, prendendogli la tazzina dalle mani
D: ehy… ma che fai Capitano? La convalescenza ti ha fatto peggio? – le chiese, sorridendo notando anche la presenza di Orlando e il volto dei due più disteso e rilassato.
L: aaaaaaa…. Ma quanto zucchero ha?? – urlò, porgendo di nuovo la tazzina al proprietario.
D: Hai visto? …. Questo è perfetto per me…
L: Andiamo và… - disse, guardando i due.
 
Non appena entrarono nell’ufficio di Lucia trovarono i colleghi già accomodati attorno al tavolo.
L: Buongiorno ragazzi… - disse Lucia entrando.
B: Capitano… come stai? – chiese Bart premuroso.
L: Benino…. Certo le ferite mi fanno un po’ male, ma tutto sommato sto bene… - rispose, per poi sedersi al suo posto e prendere alcuni documenti in mano.
L: Allora ragazzi…. Ho convocato questa riunione non per parlare degli ultimi casi, mi fido di voi e dell’operato di Daniele, e sono certa che come sempre avrete fatto un ottimo lavoro.
Vi ho convocati innanzi tutto per ringraziarvi… questi ultimi giorni avete lavorato giorno e notte per avere informazioni sull’esplosione e su Pugliese, inoltre…. Mi siete stati vicino in questo periodo che non è certo facile per me, come sapete non sono abituata a farmi aiutare, cerco di far tutto da sola finchè mi è possibile… sia nel lavoro che nella vita privata…. Ma a volte non ci riesco… e mi rendo conto di non darvi proprio un bell’esempio, vi ripeto spesso che siamo una squadra, e io per prima me ne dimentico, e per questo vi chiedo scusa.
Avrete notato che nelle ultime settimane il mio umore non era dei migliori, cerco di nasconderlo ma a volte mi è difficile…. Il caso Pugliese non mi ha toccata solo a livello lavorativo e personale, è andato a toccare anche quella sfera della mia vita privata che tengo più nascosta, ma non perché voglia nasconderla, solo perché voglio viverla serena. Ero così nervosa e preoccupata per via di alcuni messaggi che Mario mi ha mandato, messaggi che parlavano di Orlando, non vi ho mai apertamente detto cosa c’è tra noi, ma credo che tutti vi siate accorti… quando ho ricevuto quei messaggi e quelle fotografie sono tornata indietro con la mente ad Alex, ho rivissuto quel  tremendo dolore e la paura mi ha sopraffatta, allontanando da me voi….e Orlando.
Ora le cose sono cambiate…. Soprattutto grazie a lui, ho deciso di parlarvi apertamente non solo perché siamo una squadra, ma perché vi reputo una famiglia… perciò….rimbocchiamoci le maniche, cerchiamo qualsiasi cosa, proviamo qualsiasi strada…. Ma dobbiamo farcela, dobbiamo fermarlo… insieme. – mentre diceva quelle parole con convinzione e soddisfazione li guardava uno per uno negli occhi, mentre Daniele aveva gli occhi lucidi per la parole che Lucia pronunciava.
D: Bentornata capitano…. Ora ti riconosciamo.! – le disse, posando una mano su quella di lei.
Annuirono tutti…entusiasti della ritrovata grinta di Lucia, e carichi per il discorso ricco di aspettative che aveva appena fatto.
L: E adesso…..a lavoro!! – disse, per sciogliere la riunione.

  • Comandi!! – risposero sorridendo in coro, facendo sorridere anche Lucia.
 
Uscirono tutti dall’ufficio, dirigendosi ognuno alla propria postazione per continuare il lavoro.
Un nuovo capitolo “Pugliese” stava iniziando…
La squadra era unita e combattiva più che mai…
E il loro Capitano era decisa a fermarlo a qualsiasi costo.
 
“ Non cantare vittoria Mario….. sono tornata”
 

 
Intanto in un appartamento abbandonato fuori Roma,
duo occhi verdi erano intenti a sfogliare delle fotografia,
fotografia che ritraevano il Capitano Brancato alla pista di pattinaggio e a casa  abbracciata ad Orlando, nei loro momenti di intimità.
“E così… hai deciso di soffrire Capitano… se è questo che vuoi non ti farò aspettare oltre, pessima idea quella di sfidarmi”  ...........

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Capitolo 19
*** 24 hours ..... (parte 1) ***


Eccomi qui…. in tremendo ritardo!
Inizio col chiedere scusa, non sto riuscendo ad aggiornare spesso come vorrei purtroppo….
Cercherò di farlo il prima possibile promesso!
Mi scuso per le mille recensioni che non son riuscita a lasciare, sempre per mancanza di tempo…
Spero di rimediare con tutti in pochi giorni…
Ora…. Vi lascio al capitolo, spero naturalmente che vi piaccia…. Buona lettura!

 
 
CAPITOLO 19:  24 HOURS  (parte 1)

Era passata una settimana da quel giorno, e Mario Pugliese aveva dato via al suo piano.
Non aveva fatto altro che seguire Lucia durante tutto il giorno per giorni, aveva segnato orari e spostamenti per agire nella più totale sicurezza….non poteva permettersi di fallire, il piano doveva essere assolutamente perfetto.
Il mercoledì mattina era arrivato e come tutti i mercoledì Orlando usciva prima di casa per andare a medicina legale e firmare con Carnacina alcuni moduli.
Il suono persistente della sveglia lo fece sobbalzare, la zittì con un colpo di mano e poi si svoltò a guardare la sua donna che ancora dormiva serena.
Lucia era distesa al suo fianco, con i capelli sparsi sul cuscino coperta da un sottile lenzuolo.
O: Sveglia principessa… - le sussurrò dandole tanti baci sul viso e sul collo.
Lucia sorrise cercando di aprire gli occhi stringendosi al petto di Orlando che la accolse tra le sue braccia forti.
L: Buongiorno tenente… - gli disse avvicinandosi al suo viso.
O: Ti guardo dormire tutte le mattine…e tutte le mattine rimango estasiato da quanto sei bella… - le sussurrò accarezzandola dolcemente.
Lucia non rispose, si avvicinò alle sue labbra per poggiarsi sopra delicatamente.
L: Tenente, vorrei tanto trattenerti qui con me….. ma devi proprio alzarti, chi lo sente Carnacina se no? – disse ridendo, pensando al burbero dottore.
O: Hai ragione…. Anche se vorrei tanto rimanere qui con te.. – le rispose, dandole un ultimo bacio.
Mezz’ora dopo Orlando usciva di casa, dopo aver salutato Lucia, per dirigersi a medicina legale.
Rimasta sola Lucia, si alzò lentamente dal letto indossando il kimono e andando verso la finestra per far entrare la luce del sole.
Aprì le tende, e appena si voltò, lui era lì…. davanti a lei.
M: Finalmente Capitano! – disse sereno, con lo sguardo glaciale puntandole la pistola contro.
L: Come sei riuscito ad entrare? – chiese Lucia stando immobile.
M: Pensavi davvero che quella scorta sarebbe riuscita a fermarmi? Mi sottovaluti davvero… - le rispose ridendo di gusto.
L: Che cosa diavolo hai fatto??   Vuoi uccidermi? Fallo avanti!
M: No…. Non voglio solo ucciderti, voglio divertirmi. Voglio farti soffrire almeno la metà di quanto tu hai fatto soffrire me, e fi.nalmente avrò la mia vendetta. Perciò non pensare di fregarmi, ora tu vieni con me…
L: Dove? – chiese Lucia, indietreggiando.
M: Basta domande, non sei nella posizione. Forza andiamo.!
Mario la prese di spalle, stringendole violentemente i polsi, costringendola a camminare, le fece indossare il soprabito e poi la spinse verso le scale, facendola entrare con forza nel bagagliaio dell’auto parcheggiata sul retro della casa di Lucia.
Il viaggio era appena cominciato….
 
 
Ris di Roma Ore 9.00
Al Ris intanto erano già arrivati tutti, e ognuno era intento ad iniziare il proprio lavoro.
Il capitano Ghirelli, come di consueto era arrivato in ritardo e si trascinava lungo il corridoio.
E: Ghirè… hai nà faccia! – esclamò con sfacciato entusiasmo.
G: Sottotenente Cecchi sparisci! A lavorareeeee!! – urlò ridendo, mentre andava verso l’ufficio di Lucia.
Rimase stupito però nel vedere l’ufficio vuoto e ancora in ordine.
G: Dossena…. Lucia non è arrivata? – chiese a Bart.
B: No… strano, non è arrivata.. magari è passata in procura.. – rispose lui.
G: Per una volta sono arrivato prima di lei…. E Orlando è arrivato?
O: Chi osa parlare di me?? – chiese orlando entrando nella porta a vetri.
G: Tenente… il capitano Brancato?? – chiese facendogli un’occhiata maliziosa.
O: Come non è arrivata? L’ho lasciata a letto…. Pensavo fosse già qui a dire il vero, magari si è addormentata… - disse prendendo il cellulare dalla tasca.
G: Chiama la principessa và! – disse sorridendo e dirigendosi verso il suo ufficio.
 
Orlando provò a chiamare Lucia ma il telefono era staccato, provò a casa ma il telefono squillava a vuoto.
O: Ghiro…. Non mi risponde, il telefono è staccato e a casa non risponde! – disse entrando nella stanza di Daniele.
G: Ma non è che doveva passare da qualche parte?
O: No… non mi ha detto niente… vado a casa a dare un’occhiata…
G: Aspetta Orlando! Chiamiamo la scorta no?
O: Si… hai ragione…
Ghiro prese il telefono e compose il numero dei ragazzi scelti come scorta per Lucia, ma il cellulare squillava a vuoto.
G: C’è qualcosa che non và Orlando, non rispondono…
O: Andiamo Ghiro…!
G: Bart…. Vieni con noi presto! – urlò percorrendo di corsa il corridoio.
Bart si levò il camice di corsa, gettandolo sulla scrivania correndo verso l’uscita.
Durante il tragitto in macchina cadde il silenzio, in quel momento rimbombava solo il rumore della sirena accesa e dei mille pensieri che li tormentavano.
Arrivarono a casa di Lucia in poco tempo, l’auto della scorta era parcheggiata al solito posto, scesero di corsa per dirigersi verso l’auto.
I lori timori più profondi erano fondati, entrambi gli uomini della scorta erano morti, sparati all’interno dell’auto.
O: Cazzo Luciaaa…- Orlando gridò con tutto il fiato che aveva in gola, dirigendosi assieme a Daniele verso l’appartamento di Lucia, lasciando Bart di sotto ad aspettare i soccorsi.
La porta dell’appartamento era aperta, sembrava tutto in ordine, entrarono cautamente con le pistole tese, ma l’appartamento era vuoto.

Al centro del letto un bigliettino rosso:
Lei è mia…..Avete 24ore... non arriverete mai in tempo.
Un messaggio di Pugliese, lì davanti ai loro occhi.
Sembrava un incubo… Lucia poteva essere ovunque, e il tempo passava.
Negli occhi dei presenti si leggava paura e torrere... Lucia era nella mani di quel pazzo.

O: Non è possibile… è colpa mia, l’ ho lasciata sola.. – Orlando si portò la mano nei capelli in preda alla disperazione.
B: Non è colpa tua Orlando… non potevi evitarlo… - rispose Bart, appena arrivato all’appartamento.
G: E’ inutile che stiamo a colpevolizzarci…. Non è colpa nostra, era solo questione di tempo, non poteva vivere per sempre con la scorta… dobbiamo solo trovarla…. Ce la facciamo forza.. – rispose, per dare forza ai suoi uomini, in quel momento doveva essere forte per tutti.
O: Dobbiamo farcela Ghiro… dobbiamo… - disse, quasi bisbigliando, fissando quel bigliettino.
G: Al Ris forza…. Riportiamo a casa Lucia!
Ghiro uscì dall’appartamento, mentre Bianca ed Emiliano arrivavano, avvisati da Bart per repertare.
Orlando e Daniele si diressero al Ris per studiare qualsiasi ipotesi, e analizzare il biglietto lasciato da Pugliese….
Il conto alla rovescia era appena cominciato.
 
 
 
……ci tengo a ringraziarvi tutti per le vostre recensioni, chi più chi meno…. E  gli affezionati di sempre….mi fa davvero tanto piacere!!
Giusy

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Capitolo 20
*** 24 Ore... (parte 2) ***


Eccomi con il seguito del capitolo... che non è ancora finito:)..... ho fatto il prima possibile per postarlo....
spero di non deludere le vostre aspettative......
E come sempre, grazie a tutti voi che seguite la mia storia e la recensite....
e ora.....Buona lettura:)


CAPITOLO 24 : 24 ORE...... (Parte 2)

Mancavano esattamente 16 ore al conto alla rovescia.
Orlando e Daniele erano chini in laboratorio ad analizzare il biglietto lasciato da Mario,
a prima vista non c’erano tracce rilevanti sul pezzo di carta, solo dopo averlo sottoposto allo spettrometro di massa si resero conto che nel biglietto c’era della polvere di marmo sottilissima.
D: Una cava forse! – esclamò Daniele leggendo i risultati.
O: Si forse, ma è troppo vago. E poi a Roma non ci sono cave astrattive di marmo… - rispose, semi abbattuto Orlando… non riusciva a non pensare a Lucia e all’assurda paura che aveva di perderla.
D: Non ci sono cave astrattive, ma ci sono laboratori… è una pista almeno! – rispose, sollevando il tono per animare Orlando.
O: Si.. hai ragione… facciamo una verifica. – disse, andando verso il suo studio per mettersi al computer.
Intanto, mentre Orlando e Daniele verificavano i laboratori di marmo, Bianca Bart ed emiliano facevano rientro al Ris, e le loro facce non promettevano niente di buono.
D: Allora….avete trovato qualcosa? – chiese, notando il volto preoccupato di Bart.
B: Abbiamo trovato questo.. – rispose, porgendo un Cd-rom a Daniele.
Senza aspettare oltre, lo inserì sul lettore per proiettarlo, non prima di aver guardato Orlando per dargli sicurezza.
Il video si avviò… e con lui la voce di Mario Pugliese.

“Signori…. Diamo pure il via ai giochi, tra meno di due ore avrò ospite qui con me il dolce Capitano Brancato, e finalmente potrò avere la mia vendetta.
Ma sarebbe troppo semplice ucciderla, perciò vi propongo un bel gioco…. Avete esattamente 24 ore di tempo, che partiranno alle 8.00 di stamattina per trovarla…..e forse per salvarla.
Ce la farete…..?
Un ultima cosa…. tenente Serra, il suo capitano è proprio una donna affascinante, uomo fortunato direi…….
Ricordate: Tic Tac!”


Un agghiacciante registrazione finita con una profonda risata di Mario.
Al solo sentire quelle parole Orlando strinse i pugni, sbattendoli violentemente sulla scrivania con tanta rabbia. Prontamente Bart gli afferra le braccia, cercando di calmarlo.
D: Abbiamo 16 ore…. Ce la facciamo!! Ma dobbiamo restare lucidi… Orlando guardami… ce la facciamo. – ripeté guardando l’amico ormai in preda allo sconforto.
B: Si…. insomma, abbiamo il video… analizziamo ogni singolo fotogramma, qualcosa salterà fuori. – Esclamò Bart, dando una pacca sulla spalla ad Orlando.
O: Si… avete ragione, andiamo…. Non c’è tempo da perdere. – rispose, convincendo più se stesso che i presenti.
 
Trascorsero le ultime 4 ore chini sul computer ad analizzare ogni singolo fotogramma, finché l’attenzione di Bart non si posò su un riflesso della finestra semi coperta che si intravvedeva alle spalle di Mario.
B: Ghiro… guarda qua… c’è qualcosa ma non si capisce granché… possiamo ingrandirlo? – chiese, mentre anche Orlando e Bianca li raggiunsero.
D: Si…. posso sia ingrandirlo che digitalizzarlo, in modo da ottenere un’immagine più chiara…- rispose, facendo alzare Bart dalla postazione e sedendosi alla scrivania.
O: Dai Ghiro….  – gli disse incoraggiandolo.
D: Ecco ci siamo…..
Appena Daniele terminò con il suo software, apparve un immagine più nitida: una scritta blu piuttosto usurata che compariva dall’esterno del covo di mario:
The Blue Star.
O: The blue star…. Che cos’è?? – chiese Orlando impaziente.
D: Non lo so… Bart, Emiliano cercate qualsiasi cosa abbia questo nome. – disse rivolgendosi ai due.
B: Subito! – rispose coinciso, mentre si dirigeva alla sua scrivania.
 
Era passata un’ora…. Un'altra ora.
Bart aveva stampato tutto quello che era riuscito a trovare su The Blue star a Roma e correva in sala riunione per mostrare alla squadra la documentazione.
B: Allora… ci sono cinque posti a Roma col nome The Blue Star..
E’ una catena di locali, diciamo dei disco Pub… le insegne sono tutte uguali…. Dobbiamo solo scoprire quali di questi 6 locali è il covo di Mario. – disse bart, mandando a video le immagini dei locali.
D: Dove sono questi locali? – chiese Daniele, tracciando un percorso.
B: Escluderei a priori P.zza Repubblica, Trastevere, Valle Aurelia e Ottaviano. Sono troppo centrali e soprattutto a differenza degli ultimi due sono ancora aperti.
Ne abbiamo due che ormai sono bloccati a causa di problemi col fisco, uno si trova nella zona Villa Borghese ma è troppo esposto anche questo… penso che quello più probabile sia questo, si trova al Laurentino, è piuttosto isolato, ha diversi ingressi e a meno di centro metri c’è un cantiere aperto, la polvere di marmo potrebbe derivare da lì. – disse Bart tutto d’un fiato mentre mostrava agli altri le immagini.
O: Che aspettiamo…. Andiamo!! – disse, facendo per alzarsi dalla sedia.
D: Orlando aspetta… non possiamo andare così, dobbiamo prepararci a tutto… - rispose, bloccandolo per un braccio.
O: Ghiro…. Là fuori c’è Lucia con quel pazzo che rischia di morire! – gridò, guardando l’amico, senza pensare che anche i suoi colleghi avevano assistito alla sua disperazione.
D: Lo so…. e non pensare che qua dentro sei l’unico ad aver paura di perdere Lucia, lei è la mia migliore amica….darei la vita per lei, come credi che mi senta? E come credi che si sentano loro? Ma non vado in un edificio e a far rischiare la vita a tutta la squadra senza nemmeno studiare la planimetria…. Dobbiamo essere preparati se vogliamo salvarla. – urlò con quanto fiato aveva in gola, lasciando di stucco tutti i presenti. Daniele non aveva solo perso la calma, voleva far tornare la lucidità ad Orlando, solo così avrebbero potuto salvare Lucia.
O: Hai ragione… scusatemi, ho perso la lucidità…. – disse, abbassando la testa.
B: Abbiamo tutti i nervi a fior di pelle, ma dobbiamo studiare un piano d’azione stando uniti..
D: Bart ha ragione, forza… studiamo la planimetria e andiamoci a riprendere il nostro super Capitano.!!
Mancavano solo 10 ore…. Potevano ancora salvarla.
 

Nel capannone del Blu Star… quartiere Laurentino...
Quelle ore per Lucia erano state orribili...
Appena arrivata in quel locale deserto, Mario l’aveva legata mani e piedi all’estremità di un letto, l’aveva imbavagliata e sedata per farla stare buona.
Aveva dormito per ore, ed era piuttosto stordita al suo risveglio.
Non appena aprì gli occhi, una visione sfuocata le apparve davanti, era Mario, era seduto accanto a lei e la osservava con sguardo pesante.
M: Ben svegliata Capitano… non vedevo l’ora che aprissi gli occhi.. – le sussurrò avvicinandosi al collo di Lucia.
Cercò di spostarsi, ma la presa di Mario era troppo forte, le immobilizzava le mani con violenza e con altrettanta violenza le aveva strappato il bavaglio e l’aveva baciata.
Cercava di liberarsi, ma più cercava di farlo più la stretta di Mario aumentava, con prepotenza le strappò il kimono di dosso, lasciandola in intimo e iniziò a far scorrere le sue labbra lungo il corpo di lei, per poi andare a prendersi ciò che desiderava…. Il suo corpo.
Abusò di lei diverse volte in quelle ore, mentre Lucia stordita e debole si lasciava scivolare solo qualche lacrima silenziosa, pregando di morire piuttosto di provare ancora quell’assurdo dolore.

CONTINUA......

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Capitolo 21
*** Wolf's nightmare is over ***


Eccomi.... come sempre in ritardo...
Naturalmente vi auguro una buona lettura, sperando che il capitolo non vi deluda!!


CAPITOLO 21: WOLF'S NIGHTMARE IS OVER


Erano appena le quatto del mattino quando le auto dei carabinieri lasciarono il piazzale della caserma del Ris.
Avevano passato ore a programmare ogni minima azione, a studiare le planimetrie del palazzo e a prepararsi all’azione al meglio con l’unico obbiettivo di salvare il Capitano.
 

Capannone The Blue Star.
Lucia era sdraiata e legata a quel lurido materasso, guardando fisso il soffitto… Mario si era allontanato da poco e dopo averla sedata era uscito sorridente dalla stanza.
Il suo unico pensiero in quelle ore andava ad Orlando, era certa che i suoi uomini avrebbero capito in qualche modo dove lei si trovava ma era altrettanto certa che quella situazione lo stava straziando, e questo l’addolorava maggiormente.
Il corso dei suoi pensieri venne interrotto dal ritorno di Mario, che si avvicinò a lei sedendosi al suo fianco mentre Lucia cercava di tenere gli occhi aperti combattendo contro il pesante sedativo che Mario le aveva iniettato.
M: E’ ora Capitano…. Dobbiamo mettere in atto il piano, i tuoi uomini stanno per arrivare e non vogliamo di certo accoglierli in modo inospitale no? – disse con tono di supremazia.
L: Come fai a sapere che stanno arrivando? – chiese in un filo di voce Lucia.
M: Ho posizionato delle telecamere in direzione del piazzale della caserma, non volevo avere sorprese, perciò abbiamo circa 45 minuti per prepararci, soprattutto per preparare te… - le sussurrò all’orecchio.
Quelle parole rimbombarono nella testa di Lucia come un eco, era ormai caduta al sonno più profondo nonostante i mille tentativi di resistere.
Appena i suoi occhi si chiusero, Mario la slegò iniziando ad attuare il suo piano.
 

 
La squadra avanzava con rapidità a sirene spianate per poi spegnere pochi isolati prima per cogliere il Lupo di sorpresa, parcheggiando a circa 300 metri dal capannone e dirigendosi a piedi verso la meta, separati a gruppi.
Daniele era avanti assieme ad Orlando, Bart ed Emiliano passarono dal retro mentre Rambaudi e i suoi uomini circondavano l’intero perimetro del capannone.
 
 
Senza perdere altro tempo, Mario aveva dato il via ai giochi.
Aveva studiato il piano nei minimi dettagli ed era infallibile.
Al centro del capannone aveva disposto una vasca verticale trasparente di vetro antisfondamento, alta circa 2 metri e larga uno e aveva messo Lucia dentro la vasca legata mani e piedi ancora incosciente.
Si era legato una fascia al petto con un dispositivo ed infine aveva premuto il pulsante del piccolo telecomando che teneva stretto nella mano.
A quel tocco la vasca iniziò a riempirsi di acqua gelida, andando a lentamente a salire.
Il piano era infallibile, non potevano sparare a lui perché il meccanismo di bloccaggio del tubo dell’acqua era legato al suo petto con estrema cura, e se gli avessero sparato non avrebbero avuto comunque il tempo di premere il pulsante, e se avessero cercato di sparare al vetro per liberare Lucia avrebbero ottenuto solo il rimbalzo dei proiettili.
In quel momento, fiero del lavoro svolto, si sedette poco distante dalla vasca e aspettò l’arrivo dei suoi ospiti col sorriso sulle labbra.
 
Daniele ed Orlando avanzavano con cautela, arrivando di fronte alla porta grigia che separava loro da Mario.
D: “Bart, abbiamo una porta, adesso apriamo, voi andate alle sue spalle…e state attenti. – disse sottovoce, tenendosi l’auricolare.
B: Stiamo procedendo verso di voi Ghiro. – rispose, Bart.
Daniele fece un cenno del capo ad Orlando e lui rispose annuendo.
Con un calcio secco aprirono la porta e si trovarono davanti uno spettacolo che faceva rabbrividire.
Lucia aveva l’acqua all’altezza del petto e lentamente stava riprendendo conoscenza, mentre Mario si alzò dalla sedia guardandoli dritto negli occhi.
O: Luciaaa… - gridò Orlando sentendo una fitta di dolore vedendola, fece qualche passo verso di lei, tenendo la pistola su Mario, ma lui lo bloccò.
M: Onestamente non lo farei tenente, vede…. Se lei si avvicina a Lucia io premo un pulsante e la vasca si riempirà di colpo impedendole di respirare, se lei spara a me non avrà il tempo di bloccare il timer della vasca, e se lei spara al vetro… bhe… è antiproiettile perciò non risolverebbe nulla. – pronunciò quella frase con un cinismo fuori misura.
D: Mario, sei ancora in tempo… lasciala… - gridò Daniele.
M: Si certo Capitano….. sto per gustarmi la mia vendetta e dovrei lasciare perdere? Perché mai…. Il capitano non ha avuto alcun rimorso a distruggermi la vita. ! – urlò guardando Lucia con rabbia.
Intanto Bart ed Emiliano erano appena arrivati alle spalle di Mario, senza far rumore si erano posizionati dietro di lui, ma non potevano non guardare la vasca con Lucia con l’acqua ormai alla gola, entrambi con una stretta al cuore.
Bart cercando di non perdere la lucidità e la concentrazione, fece un leggero cenno a Daniele, avvicinandosi di qualche passo a Mario che di spalle continuava a urlare con Orlando.
Arrivando alle sue spalle cercò con lo sguardo la complicità di Emiliano per  buttarsi entrambi sopra di lui, levandogli il telecomando dalle mani, immobilizzandolo e poi bloccare il meccanismo che innescava il flusso dell’acqua.
Orlando cercava ancora di distrarlo, facendo leva su Erika, la sua bambina, per Mario era un argomento toccante e questo orlando lo sapeva.
In preda com’era alla collera non si rese conto che Bart ed Emiliano erano praticamente sopra di lui, mentre Daniele correva versa di loro per aiutarli Orlando si precipitava a cercare un modo per liberare Lucia.
La colluttazione era appena iniziata facendo partire dalla pistola di Mario un colpo che colpì di striscio il braccio di Bart che riuscì comunque a disarmarlo mentre emiliano lo immobilizzava, o almeno ci provava, perché con una rapida mossa Mario si liberò, cercando di disarmare Bart, ma fu colto dai colpi di pistola di Daniele che lo fecero accasciare a terra definitivamente.
Nel capannone avevano fatto ingresso anche Rambaudi e i suoi uomini, attirati dai colpi d’arma da fuoco, che nel vedere Lucia sommersa ormai d’acqua aveva richiesto un ambulanza con la massima urgenza, mentre per il Lupo non c’era ormai niente da fare.
O: Bart….devi disattivare il congegno, Lucia è sommersa d’acqua… - gridò Orlando mentre provava a liberarla inutilmente.
B: Ghiro dammi una mano, leva l’adesivo non posso farcela col braccio così..
D: Ok.. dimmi cosa devo fare.. – rispose Daniele in preda alla disperazione, Lucia aveva preso conoscenza di nuovo, e la vasca era quasi totalmente piena d’acqua.
B: Stacca quel filo verde dal fusibile con cautela senza danneggiarlo, dopo di che premi il pulsante del telecomando e riattacca il filo al suo posto, dovrebbe provocare il meccanismo contrario.
O: Dai però…. – continuò ad urlare Orlando.
B: Vai Ghiro… ce la fai… - lo incitò Bart, continuando a tenersi il braccio.
Col cuore in gola, Daniele stacco il filo premendo il pulsante e poi lo riattaccò come aveva detto Bart. L’attenzione di tutti si rivolse a quella vasca… dopo pochi interminabili secondi l’acqua iniziò a diminuire, e la parte superiore si aprì… ma Lucia si muoveva appena, era molto pallida e livida.
Orlando aiutato da Daniele ed Emiliano riuscì a salire nella parte superiore, immergendosi anche lui per slegarla per non perdere ulteriore tempo… quell’acqua era gelide e Lucia tremava soltanto.
Riuscirono a tirarla fuori dalla vasca, adagiandola a terra, era coperta solo dal Kimono che le copriva l’intimo ma era fradicia, si levarono tutti le giacche e i giubbotti poggiandoli su di lei, era in piena ipotermia ma dopo aver tossito e buttato fuori l’acqua aveva ripreso a respirare, e a tremare più che mai.
Mentre aspettavano l’arrivo dell’ambulanza dovevano cercare di aumentare la sua temperatura di qualche grado per questo motivo dopo averla coperta Orlando e daniele passavano le loro mani lungo braccia e gambe per riscaldarla.
Le sirene dell’ambulanza iniziavano a sentirsi..
Rambaudi aveva accompagnato Bart a farsi medicare, mentre Emiliano aveva iniziato a repertare, seguito da Bianca e da Costanza che sarebbero arrivate a breve.
O: Amore… sta arrivando l’ambulanza.. ci sono io con te… - le sussurrò tenendola stretta nel suo abbraccio.
L: Orlando…… - sussurrò debolmente.
O: Si Lucia… sono qui… - le rispose, accarezzandole il viso.
L: Mi…… mi dispiace…. Tanto.
Bisbigliò quelle poche parole prima che i paramedici arrivarono coprendola con una coperta termica e adagiandola sulla barella nell’ ambulanza che l’avrebbe portata al Policlinico Gemelli ,
mentre Orlando li seguì con la macchina, dopo aver avvisato Daniele e gli altri che restarono a repertare nel capannone.
L’incubo Pugliese doveva essere finito finalmente, lei stava bene, almeno fisicamente, avrebbe recuperato in fretta.
Il dolore più grande però lo portava dentro…
Si sentiva in qualche modo colpevole, privata di un qualcosa…
Sentiva il dolore crescere dentro di lei… e un enorme vuoto prendeva il sopravvento.

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Capitolo 22
*** Start Over... ***


Sono tornata…. Lo so, con enorme ritardo…
Spero che il capitolo vi piaccia..
Vi chiedo scusa, sono indietro con le recensioni, prometto che domani mi metterò al pari…:)
E ora vi auguro solo una buona lettura….

 
CAPITOLO 22: START OVER...

 
Lucia era distesa sul letto d’ospedale e guardava inerme il soffitto.
Stava bene… a parte qualche costola rotta e un senso di debolezza che le impedivano di muoversi, ma quel che più la distruggeva era il vuoto assurdo che provava dentro.
Orlando aspettava di vederla, percorrendo nervosamente il corridoio, andando avanti e indietro.
Ancora non sapeva cos’aveva passato Lucia, in quel momento aspettava soltanto di poterla vedere.
Una mano si poggiò sulla sua spalla con presa decisa.
Era Daniele, era appena arrivato.
O: Ehy… - disse, voltandosi.
D: Ci sono novità? – chiese.
O: La dottoressa mi ha detto che sta benino.. ha un paio di costole rotte, vari ematomi ed è molto debole.. dovrei poterla vedere a momenti..- rispose.
D: Senti… c’è una cosa che devo dirti.. – il tono di Daniele si fece piuttosto serio.
O: Che c’è? – chiese preoccupato.
D: Nel capannone, abbiamo trovato molte tracce, tracce organiche di Mario e anche di Lucia, insomma non so come fare a dirtelo in modo da..
O: No ti prego… non dirmelo… - lo bloccò Orlando.
Daniele non rispose, abbassò la tasta portandosi una mano negli occhi.
Orlando si voltò, rimase per un attimo a guardare il vuoto poi si voltò con rabbia colpendo con un pugno il muro.
D: Orlando… non è così che sistemerai la situazione..- urlò bloccando per le spalle.
O: Lucia…. capisci… io non posso pensare… - provò a dire balbettando.
D: Lei ha bisogno di te, ora ti sei sfogato, ma devi reagire, devi avere la forza per lei…
O: Lo so, lo so… - disse rassegnato.
D: Andiamo, devi medicarti la mano… - disse, portandolo verso l’infermeria.
Mezz’ora dopo, Orlando aveva il pugno fasciato, per fortuna a parte un graffio profondo non aveva niente di rotto, si dirigeva a passo svelto verso la stanza di Lucia; finalmente poteva vederla.
Entrò lentamente nella stanza, Lucia era di spalle, rivolta verso la finestra che guardava nel vuoto.
O: Ehy… - disse piano, mentre si avvicinava a lei.
L: Ciao… - rispose, debolmente continuando a guardare di fuori.
Quando Orlando le andò di fronte, notò che i suoi occhi erano lucidi, e il suo viso piuttosto tirato, non le disse niente, si avvicinò e le prese la mano, stringendola nella sua…
A quel contatto così delicato Lucia non riuscì a trattenere le lacrime, notando anche la fasciatura che Orlando aveva alla mano.
O: Lucia… sono qui… ci sono io… - le bisbigliò avvicinandosi al suo orecchio.
L: Non so se ce la faccio…. È stato orribile.. – rispose lei, mentre le lacrime continuavano a scivolarle.
O: Certo che ce la farai… ci sono io con te…. fidati di me.. – le disse, trattenendo a stento le lacrime.
L: Stai con me… - bisbiglia..
O: Starò sempre con te… non mi muovo di qui.
Si addormentò così stretta tra le mani di Orlando, con ancora qualche lacrima ma sicura di avere vicino la sola persona capace di aiutarla.
Dopo circa un’ora, un infermiera si avvicinò da Orlando pregandolo di uscire, l’orario delle visite era finito e Orlando doveva lasciare l’ospedale.
Prima di andarsene però prese un biglietto per scrivere qualche riga, per farla trovare a Lucia al suo risveglio.
 
“L’AMORE NON SI CERCA, SI ASPETTA… ARRIVA QUANDO MENO TE LO ASPETTI.-.ARRIVA E BASTA. E LO PUO' FARE NEL GIORNO PIU' TRISTE, NEL PERIODO PIU' BUIO, O ADDIRITTURA QUANDO HAI PERSO LE SPERANZE E NON LO DESIDERI PIU'....LUI E' COSI' NON AVVISA…
QUANDO SEI ENTRATA NEL MIO CUORE, HO CAPITO CHE ERI TU…. SI, ERI TU LA DONNA CHE SEMPRE HO VOLUTO, LA DONNA CHE HA RAPITO IL MIO CUORE, LA DONNA SENZA LA QUALE MI E’ IMPOSSIBILE VIVERE. HAI SOFFERTO TANTO… TROPPO.. E L’UNICA COSA CHE VOGLIO ADESSO E POTER CONTINUARE AD AMARTI….POTER CONTINUARE A VEDERE I TUOI OCCHI CHIARI E CRISTALLINI, E IL TUO SORRISO MERAVIGLIOSO…PER TUTTO IL RESTO DELLA MIA VITA.
INSIEME CE LA FAREMO… QUESTA E’ UNA PROMESSA…
TI AMO PRINCIPESSA.”
 
 
Quella notte Orlando non chiuse occhio, rimase sulla veranda della casa sulla spiaggia a guardare il mare continuando a pensare a Lucia per tutto il tempo, fino a quando Daniele non lo raggiunse, anche lui non riusciva a dormire.
O: Anche tu sveglio? – chiese, sentendo i passi di Daniele.
D: Già… non riesco a chiudere occhio… - rispose, porgendo una birra ad Orlando.
O: Senti… posso chiederti di non occuparmi del verbale? Non ce la farei….
D: Il verbale lo stiamo stilando io e Bart… non ti preoccupare… devi solo pensare a Lucia, anzi…. Avevi una settimana di ferie da recuperare, le faccio partire da domani… così potrai stare accanto a Lucia…
O: Grazie Ghiro… l’unica cosa che voglio adesso è starle accanto... spero di riuscire a farla stare di nuovo bene…
D: Senti… non possiamo cancellare quello che è stato, possiamo solo cercare di starle accanto… e tu più di chiunque altro puoi riuscire a riportarci la Lucia di sempre..
O: non sarà facile Ghiro…
D: E questo ti spaventa?
O: Farò di tutto per lei… - rispose, guardando l’amico.
D: Ne ero certo… dai adesso cerchiamo di riposarci…
O: Si… hai ragione..
Si diressero entrambi verso la propria stanza… ancora qualche ora e Orlando sarebbe andato da Lucia..
Non riuscì a dormire granché, controllava continuamente l’orologio sperando che l’alba arrivasse presto.
 
Intanto alle sei del mattino l’infermiera aveva svegliato Lucia per un prelievo del sangue.
I: Ben svegliata… come sta oggi? – le chiese, dolcemente.
L: Benino grazie… solo un po’ stanca… - rispose.
I: E’ normale… adesso vediamo un po’ gli esami, se è tutto apposto potrà tornare a casa oggi stesso..
Dopo che il medico l’avrà visitata..
L: Speriamo, vorrei proprio tornare a casa…
L’infermiera le sorrise, lasciando la stanza.
Non appena si voltò verso la finestra, notò il bigliettino sul comodino, lo prese tra le mani, mettendosi seduta nel letto… e iniziò a leggere.
Delle lacrime di commozione iniziarono a rigarle il viso ancora pallido…
Strinse al petto quel biglietto e un leggero sorriso le comparve in volto, mentre pensava ad Orlando…
Forse aveva ragione, doveva solo fidarsi di lui…
Forse ce l’avrebbero fatta…. insieme.
 
 

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Capitolo 23
*** back to life... ***


Rieccomi con un nuovo capitolo... non vi ho fatte aspettare troppo questa volta...
spero come sempre, che vi piaccia e non deluda le vostre aspettative...
Prima di lasciarvi, volevo ringraziarvi per essere sempre presenti e per le vostre recensione...
e adesso......Buona lettura:)

 
CAPITOLO 23: BACK TO LIFE...
 
Era passato un mese da quando Lucia venne dimessa dall’ospedale, un mese per niente facile per lei.
Era tornata a casa con Orlando che faceva di tutto per non farla stancare e non farle mancare mai le attenzioni ma nonostante questo Lucia sembrava spenta, inattiva e un velo di tristezza le copriva perennemente gli occhi.
Era tornata al Ris dopo una settimana, ma non era il super capitano di sempre.
Neppure Daniele con le sue mille battute riusciva a farla star bene, sorrideva sì… ma non si illuminava come sempre, Orlando cercava in ogni modo di starle accanto comunque ma spesso non ci riusciva, Lucia si isolava e si chiudeva sempre più in se stessa.
 
Orlando era sempre più preoccupato, sapeva che la stava perdendo e non sapeva più che armi utilizzare, era seduto in sala relax con un caffè in mano, perso a guardare il vuoto, quando Daniele lo vide e decise di andare a parlargli.
D: Non mollare amico.. – bisbigliò sedendosi accanto a lui.
O: Non mollerò… mai, ma è che lei che sta mollando Ghiro….e io non so più che fare… - rispose, con un  velo di tristezza.
D: Io vorrei parlarle, ma questi giorni non fa altro che scappare… ha paura di affrontare i suoi sentimenti e le sue sensazioni, e lo capisco…. Dopo quello che ha passato è normale, ma tu devi riuscire a farla capire che non è sola, che ci sei tu e tutti noi… - disse, con estrema convinzione.
O: Io lo so… so che ci siete, e so che può farcela, ma spesso la notte si sveglia urlando e piangendo, il ricordo e troppo nitido… devo riuscire a farlo allontanare, a farle riaffiorare solo quelli più belli…
D: Esatto… vedi, puoi farcela…. Falle rivivere dei momenti particolari, delle emozioni piacevoli…
O: Grande Ghiro… ho avuto un idea… ma ho bisogno del fine settimana, posso assentarmi?
D: Certo che puoi..!! Vai….e riportami la mia amica. – disse, sorridendo mentre Orlando usciva di corsa dal Ris.
Lucia se ne stava nell’andito con dei documenti in mano, quando lo vide sfrecciare di corsa verso le scale, non capendo il perché di tanta fretta.
Tornò alla sua scrivania, aprendo il suo portatile per mettersi a lavoro, ma non appena vide la foto sul monitor si perse tra i ricordi. Quella foto ritraeva lei e Orlando in un bellissimo ristorante di Ostia, erano entrambi molto belli e si scambiavano un tenero bacio..
Si sentiva terribilmente in colpa per come si stava comportando con lui, si sentiva ingiusta ad averlo a suo fianco e si sentiva vuota Pensava di non meritarlo, di non essere all’altezza di un uomo così buono, così presente e attento come orlando, soprattutto ora che si sentiva denudata, sporca e terribilmente in colpa, non riusciva a farsi sfiorare, non riusciva più a farsi amare e ad amarlo a sua volta.
I suoi pensieri furono interrotti dal suono di ricezione di un messaggio:
“Passo a prenderti al Ris alle 18.00…c’è una sorpresa per te… un bacio.”
Lucia sorrise, non sapeva come mai fosse uscito di corsa, ma sapeva che tramava qualcosa per lei…quel pensiero la portò con la mente a tutte le bellissime sorprese che Orlando le aveva fatto, l’aveva portata a pattinare solo per vederla sorridere come una bambina nonostante la sua assoluta incapacità di pattinare… quante cadute aveva fatto, una più buffa dell’altra… ma nonostante questo aveva continuato a pattinarle affianco.
Prese il cellulare e rispose ad Orlando.
“Non riuscirò a tenere a bada la curiosità fino a quell’ora… nessun’indizio? “
La risposta arrivò poco dopo.
“Una sorpresa è una sorpresa…. Non ti dirò niente di più”
Lucia scosse la testa per poi mettere a posto il cellulare, e continuare a lavorare.
Erano le sei in punto, e Lucia era in laboratorio con Bart ad analizzare dei campioni, quando il suo cellulare iniziò a squillare..era Orlando, era nei parcheggi e l’aspettava.
L: Pronto…
O: Ti sei dimenticata di me? – chiese.
L: No… cioè quasi, sono in laboratorio, ne ho per una mezz’ora, sto esaminando dei campioni con Bart… Sali?
Orlando non fece in tempo a rispondere, che Lucia lo bloccò, Bart le faceva cenno di andare, avrebbe finito lui con i campioni.
L: Arrivo subito….aspettami nel parcheggio.. – disse soltanto prima di chiudere la conversazione.
L: Sei sicuro di poterlo fare tu? – chiese, a Bart.
B: Certo… vai tranquilla, tanto non ci metterò molto! – rispose, sorridendole.
L: Grazie… allora, ci vediamo Lunedì.- disse, rispondendo al sorriso.
B: Buon week-and! – rispose, Bart.
 
Scese di corsa le scale, dopo aver salutato la squadra e avere augurato a tutti un buon fine settimana, per poi dirigersi di corsa verso il parcheggio.
Orlando era in piedi fuori dalla macchina che guardava Lucia arrivare, nel frattempo, aprì lo sportello dell’auto per farla entrare e le sorrise dolcemente, mentre lei forse per la prima volta dopo tempo, rimase incantata nel vedere il suo sorriso così vero.
Salirono i macchina e partirono.
Dopo circa un’ora di auto, Lucia iniziò a capire dove stavano andando, riconosceva i viali, i profumi e perfino i colori…. Orlando la stava portando alla casa sulla spiaggia dove viveva la nonna materna di Lucia, una delle persone più importanti della sua vita… da quando era morta, cinque anni prima, Lucia non era più riuscita a tornare in quella casa, troppi ricordi, troppe emozioni….. tutto parlava della nonna Rosa.
Appena Orlando parcheggiò di fronte al vialetto di casa, guardò Lucia, aveva uno sguardo radioso, ed era visibilmente emozionata. Le poggiò delicatamente una mano sulla sua, per poi guardarla nuovamente.
O: Te la senti? – le chiese dolcemente.
L: Si…. credo di si…- rispose, asciugando una lacrima.
Arrivarono alla porta di ingresso, Lucia stava qualche passo indietro e guardava quel giardino, quel vecchio dondolo e quel gazebo bianco che si affacciava sul mare… Orlando la guardò prima di aprire la porta ottenendo uno sguardo di approvazione da Lucia.
Una volta entranti in casa, Orlando posò la valigia che aveva preparato per passare quei due giorni lì con Lucia, e andò verso di lei.
O: Va tutto bene? – le chiese, vedendola un po’ spaesata.
L: Si… va tutto bene… è passato un po’ di tempo… ma è tutto come lo ricordavo. – rispose.
O: vado a portare la valigia di sopra.. – disse, voltandosi.
L: Aspetta…. – Lucia lo bloccò per un braccio, costringendolo a voltarsi.. – grazie….hai fatto un gesto molto bello…. sono contenta di essere qui…. con te… - bisbigliò, afferrandogli la mano.
O: Ne sono felice… e sono felice di vedere questa luce meravigliosa nei tuoi occhi… - disse prima di darle un bacio sulla fronte.
Lucia si strinse a lui, per la prima a volta dopo tanto sentì le sue braccia forti avvolgerla e stringerla a lui con dolcezza e fermezza, potendo assaporare a pieno in suo profumo e il suo calore.
Quel momento era perfetto per lasciarsi andare, per tornare a vivere per ricominciare ad amare, ma non era pronta…. Senza sembrare indelicata posò la sua mano sul viso di lui per poi allontanarsi, Orlando le sorrise,
riconoscendo per un attimo la sua donna… quell’abbraccio, quel contatto, valevano più di mille parole.
Quando Orlando tornò dalla camera da letto, trovò Lucia seduta sul dondolo a guardare il mare.
Quant’è bella pensava… mentre il vento le scompigliava leggermente i capelli..
O: Ehy…. – bisbigliò, distraendola dai suoi pensieri.
Lei gli sorrise, spostandosi i capelli dal viso.
O: vado al supermercato qua all’angolo… altrimenti non avremo niente da mangiare… - disse, guardandola.
L: Vengo a darti una mano? Chiese..
O: No… non preoccuparti.. stai pure qui a riposare… ci penso io. – le rispose.
L: va bene… ti aspetto qui. – sorrise.
 
Era passata un’ora, il supermercato era vicino ma era pieno di gente e non fu molto facile fare la spesa.
Lucia continuava a guardare l’orologio aspettando il rientro di orlando, mentre preparava la cucina e la tavola al centro della veranda sul mare.
Aveva disposto tante piccole candele nella veranda e aveva apparecchiato il tavolo in maniera molto semplice ma carina.. e si era andata a preparare indossando un abitino color smeraldo corto al ginocchio.
Quando sentì la chiave nella serratura si voltò per vederlo entrare..
O: Ho fatto tardi lo so…. c’era gente…. E con queste buste ci ho messo un eternità…
Non riuscì a terminare la frase, che vide la veranda completamente illuminata da tutte quelle candele e rimase a bocca aperta a guardarla..
L: Volevo invitarti a cena…. Ho preparato tutto tranne la cena, qui non c’era niente di commestibile… - disse, scendendo le scale.
O: Sei bellissima…. – riuscì a dire, vedendola scendere elegante le scale- non preoccuparti per la cena, cuciniamo qualcosa assieme… ok?
L: Si…. va bene...
 
Iniziarono a cucinare insieme, ogni tanto lo sguardo di Lucia si posava su alcune foto sparse su tutta la casa, e non poteva fare a meno di sorridere. Orlando invece non poteva che rimanere affascinato da lei, finalmente accennava dei sorrisi sinceri, uno sguardo diverso e brillante le illuminava il viso.
Quando finirono di cenare… entrambi si trasferirono sul dondolo ad ammirare il mare, i suoi movimenti, la sua brezza e il rumore delle onde sugli scogli.
Lucia sembrava guardare ipnotizzata quei movimenti… ignara di tutto e di tutti…. Quando iniziò a parlare, a bisbigliare….stringendo con forza la mano di Orlando……
“Questo posto parla di libertà… di luce… di forza…. Parla di mia nonna…. Era una donna così forte, non l’ho mai vista piangere, non l’ho mai vista abbattersi…. Mai, nemmeno quando mio nonno è morto, mentre mi asciugava le lacrime mi ripeteva che il nonno non c’era più sulla terra soltanto perché Gesù preferiva averlo al suo fianco, e che comunque avrebbe continuato a guardarmi e a guidarmi dall’alto.
Quando se n’è andata mi ha detto una frase che non ho mai capito fino in fondo, se non adesso… mi disse “anche il dolore più grande può essere superato se hai qualcuno al tuo fianco, io ho superato la morte di tuo nonno solo perché sapevo che lui era lì con me….e lo sarà sempre…… non rimpiangere niente nella tua vita Lucia, ricordati….la vita è una sola, devi viverla a pieno bambina mia… ”
Queste furono le sue ultime parole…e solo oggi ne capisco il vero significato…
Quel che è successo con Pugliese mi ha lasciato un vuoto dentro che spesso mi impedisce di aprire gli occhi, di combattere, di fare il mio lavoro… ma poi, vedo te….e capisco quanto la vita, seppur breve e spesso crudele ci riservi dei momenti speciali, momenti come questo….
Momenti in cui riesco a vedere la mia vita per quello che è: ho un lavoro che mi piace, una bella carriera, una squadra meravigliosa che è la mia famiglia….e soprattutto ho te…. spesso mi rendo conto di non dimostrarti quanto tu sia importante per me, quanto contino i tuoi sorrisi e le tue carezze al mattino, e quanto conti questo week and qui….. non era mai riuscita ad entrare da allora, mi ero sempre fermata sul vialetto senza riuscire a fare un passo avanti…. Ma oggi grazie a te, ho superato questo dolore, e so che li supererò tutti…. Se starai al mio fianco”
Mentre Lucia pronunciava quelle parole delle lacrime silenziose le rigavano il viso, mentre Orlando le stringeva la mano, cerando di trattenere il più possibile la commozione che Lucia in quel momento gli regalava.
Si avvicinò a lei con delicatezza… posando la sua fronte a quella di lei, andando con estrema dolcezza, ad assaporare quelle labbra che tanto gli erano mancate….
Ogni paura era svanita…e ogni senso di colpa era andato svanito….l’unica cosa che voleva era solo abbandonarsi all’amore di quell’uomo.....

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Capitolo 24
*** All almost perfect... ***


Ragazze perdanatemi... sono in ritardo assurdo..... 
Posto questo capitlo, sperando che vi piaccia, e vi prometto che domani lascierò le recensioni che meritate....
Premetto, ho letto tutte le vostre storie, dal cellulare però, domani recensisco, che bello trovare storie nuove poi:))
Sono molto contenta....... mi scuso ancora per l'assenza....
Ora....vi lascio al capitolo:)


CAPITOLO 24: ALL ALMOST PERFECT
 

Quella notte era stata magica… per entrambi.
Era stato come riscoprirsi una seconda volta con molta più passione e consapevolezza della prima..
Passarono ore ad accarezzarsi a baciarsi e a guardarsi negli occhi, sotto quel manto di stelle che facevano da contorno… fino a quando la passione e il desiderio presero il soppravvento.
Lucia prese per mano Orlando, conducendolo dolcemente verso una piccola casetta sull’albero posta sul retro della casa… una scaletta in legno li portò in cima alla casetta…
Era piccola, ma molto carina… l’aveva costruita il nonno di Lucia, per lei e suo fratello Guido, adoravano quel posto, era un posto tutto loro… dove si confidavano e fino a notte fonda guardavano il mare.
Orlando seguiva Lucia un po’ perplesso, non sapeva dove stavano andando, ma quando Lucia lo condusse in cima rimase affascinato.
L: Questo è un posto segreto… - sussurra facendolo entrare.
O: Carino… e che ci devi nascondere qui? – chiese sorridendo.
L: Bè dipende…. Da piccola nascondevo le caramelle che prendevo di nascosto dalla cucina, poi ho iniziato a nascondere qualche fidanzato del liceo…. E ora ci nascondo te…. chissà chi ci nasconderò poi….- risponde ridendo.
O: Ma che dici…. Questi scherzi non si fanno..!! – risponde, fingendosi offeso.
L: Dai…. Stavo scherzando… non ho saputo resistere… spero di continuare a nasconderti qui…. chissà, magari per sempre! – risponde, avvicinandosi dolcemente alle sue labbra.
O: E’ l’unica cosa che voglio……
L’afferra per le braccia avvicinandola a lui per poi baciarla con estrema passione.
O: Lo sai che ti aspetterei una vita… non ho fretta Lucia… non con te, se non ti senti pronta posso aspettare…. – le disse, spostandosi appena dalle sue labbra.
L: Avvolte parli davvero troppo tenente…. Ma sei davvero dolce, ti voglio… - risponde, sussurrando all’orecchio.
In un attimo Orlando andò a riprendersi le sue labbra con estrema dolcezza e passione, sfiorando la sua pelle chiara e liscia, facendo scorrere le sue mani lungo la schiena di lei, provocandole i brividi.
Lucia con estrema sensualità sfilò la camicia di Orlando facendola cadere a terra, mettendosi a cavalcioni sopra di lui sfiorandolo con le sue labbra calda.
A quel tocco e a quei movimenti così sensuali Orlando non riuscì a trattenersi, spinse Lucia sotto di lui, liberandola del vestito e cominciando a far scorrere le sue labbra lungo il suo corpo.
Erano completamente abbandonati a quell’amore e a quella passione che in quel momento li univa più che mai… Lucia riusciva finalmente a farsi amare di nuovo, senza timori e senza sentirsi in colpa… Orlando si sentiva di nuovo felice, con la donna che amava tra le sue braccia.
Si allontanarono l’uno dall’altra dopo ore… ore passate ad amarsi ininterrottamente…
Rimasero distesi, fino a quando le prime luci dell’alba illuminarono la pelle chiara di Lucia, che si era addormentata sul petto di Orlando.
O: Lucia…. amore, svegliati… - le sussurrò, cercando di svegliarla.
L: Che succede? – chiese, aprendo lentamente gli occhi.
O: Guarda… - disse indicando il mare.
Lucia rimase a guardare quello spettacolo, era estremamente bello e romantico, il sole faceva capolino dal mare, iniziando ad illuminare e a riscaldare quel bellissimo paesaggio.
O: C’è solo una cosa che mi piace più dell’alba… - le sussurrò all’orecchio, stringendola.
L: Cosa? – rispose lei, appoggiandosi alle sue spalle.
O: vedere te la mattina addormentata al mio fianco… serena come lo eri stamattina… non ho mai visto niente di più bello….
Lucia sorrise un po’ imbarazzata… Orlando riusciva a colpirla ogni volta, lasciandola senza parole.
Poi un sorriso amaro le comparve in volto, facendola rattristare appena.
O: Ehy… che succede? – le chiese voltandola.
L: Questo week-end è volato…. Sono stata benissimo, e questa casa mi da talmente tante emozioni, e continuerà a darmene grazie a te…..
O: E’vero… è volato, ma possiamo tornarci quando vuoi tu…. anche sabato prossimo se vorrai…. A me importa di poter stare con te… - rispose, prendendole il viso tra le mani.
Un sorriso le comparve in volto, illuminandola e rendendola ancora più bella.
Passarono la mattinata nella casetta, fino a quando non arrivò il momento di ripartire per Roma.
Quel week-end era stato magico, li aveva riavvicinati come non mai, rendendoli una cosa sola…
Lucia sorrideva di nuovo, si sentiva completa affianco ad Orlando e capace di nuovo di dargli il suo amore… e lui non smetteva di guardarla, sapeva che Lucia era tornata da lui, sapeva che nei suoi occhi era tornata la luce di sempre….era più bella che mai.
 
 
Il lunedì mattina arrivò presto…
Ripresero tutti il proprio lavoro, Daniele come sempre si trascinava faticosamente per le scale, faticando per arrivare in cima…
Bianca ed Emiliano bevevano un caffè insieme in sala riunioni, mentre Bart faceva il suo ingresso assieme ad Orlando…
Lucia non era ancora arrivata, Orlando l’aveva lasciata riposare un po’ di più…. Era bellissima, e soprattutto riposava serena, con i capelli sparsi sul cuscino, prima di uscire di casa le aveva scritto un bigliettino e le aveva dato un leggero bacio sulle labbra.
Erano da poco passate le 9, quando il Capitano Brancato fece il suo ingresso al Ris.
Daniele le sorrise, era tornata la sua Lucia di sempre, sembrava riposata e serena.
Anche Bart notò che Lucia era diversa, aveva una nuova luce, una luce combattiva e uno sguardo nuovo… tutti quella mattina notarono il buon umore del capitano, tutti erano felici, ma nessuno quanto orlando.
Pensava e ripensava che la sua vita era finalmente completa..….
non voleva più passare un solo giorno lontano da lei…era tutto perfetto….. o quasi….
Erano giorni che non faceva altro che pensarci…. Sarebbe diventato tutto perfetto se Lucia avrebbe accettato di passare il resto della sua vita con lui…. si, voleva sposarla…. Voleva, più di ogni altra cosa che Lucia diventasse sua moglie.


......Con la promessa di non metterci troppo tempo col prossimo capitolo..._)
Grazie per essere sempre presenti e per le vostre recensioni...
A presto.....
Giusy!!!

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Capitolo 25
*** A New life.. ***


Eccomi ragazze... scusate il mio solito ritardo, sono in ferie e ne aproffito per godermi un pò di mare...
il mio mare della Sardegna:)
Mi scuso perchè sono indietro con le recensioni, faccio il possibile per recuperare in tempi brevi!!
adesso...... vi lascio con il capitolo, ne manca ancora uno, e la mia storia finisce...
Buona lettura!

CAPITOLO 25. A NEW LIFE...

Era passato un mese da quel week and.
Era passato un mese e Orlando continuava ad organizzare la serata perfetta, voleva fosse così… una serata unica in cui chiedere a Lucia di sposarlo.
Aveva coinvolto anche Ghiro nel piano, già, il piano, era questo il nome in codice che  Daniele aveva inventato per poter parlare liberamente anche al Ris.
Avevano pensato a tutto… fiori, musica, una spiaggia, tante candele e naturalmente un anello degno di una proposta.
Intanto mentre Daniele e Orlando sistemavano tutto, una Lucia agitata andava avanti e indietro nel corridoio dei bagni del Ris. Aveva un ritardo, non aveva detto niente ad Orlando per non allarmarlo, così aveva comprato un test di gravidanza e lo aveva fatto al Ris per non destare sospetti a casa, e adesso andava nervosamente avanti e indietro aspettando quei 5 minuti che non finivano mai.
In quel momento mille dubbi e mille paure la stavano assalendo, continuava a camminare e a guardare l’orologio, fino a quando non arrivò il momento di prendere il test in mano.
Chiuse gli occhi, in quel momento era confusa, afferrò il test per poi tirare un respiro: Positivo.
L: Positivo! – ripetè, stupita e ancora confusa continuando a stringere il test fra le mani.
Indietreggiò fino a poggiarsi alla parete del corridoio, continuava a strofinarsi il viso con le mani, quasi per cercare di realizzare la notizia.
Un rumore di tacchi la riportò alla realtà, si sciacquò il viso per poi uscire asciugarsi.
C: Ah Lucia…sei qui… siamo pronti per il breafing..- disse Costanza.
L: Si…. si certo arrivo. – rispose, ancora confusa.
C: Lucia… stai bene? sei pallida! – esclamò la ragazza, andandole in contro.
L: Si si… ho solo un po’ di mal di testa. – rispose, andando verso l’uscita.
C: aspetta…. Sei sicura? – disse, bloccandola per un braccio.
L: No…. No non sto bene… sono letteralmente sotto shock, ho un attacco d’ansia e un peso sullo stomaco…. Scusami…..- urlò prima di correre verso il bagno per vomitare.
C: Luciaaa!! – replicò Costanza per poi seguirla in bagno.
Lucia era seduta a terra, con la schiena poggiata al muro e la testa rivolta verso l’alto.
C: Lucia… che succede? Non hai una bella cera! Ti porto dal medico…
L. Non c’è bisogno… so perché mi sento così… - disse in filo di voce.
C: E perché?
L: Sono….. sono incinta. – rispose, debolmente.
C: Incinta? Oh mio Dio…. Ma è una cosa bellissima… - gridò prima di abbracciarla.
L: dici? Io non so…. sono un po’ confusa…ho paura - rispose.
C: Perché mai…. Di cosa hai paura?  
L: Di tutto… insomma, io mamma…. non ho orari, non ho regole, sono sempre di corsa… e poi.. Orlando, non abbiamo mai parlato di avere figli, stiamo insieme da pochi mesi, non so come potrà prenderla…io… io non lo so.. – disse tutto d’un fiato tenendosi il viso fra le mani.
C: Lucia macché dici…. Orlando ti ama, e sono più che sicura che potrebbe solo essere felice di una notizia come questa, inoltre è vero tu non hai orari e sei super occupata ma cambierai, ti verrà naturale cambiare… ma pensaci, è bellissimo… e ora prima di tutto, direi che dovresti fare un ecografia no? – disse, prendendole le mani.
L: Si…. hai ragione…una cosa alla volta, chiamo la mia dottoressa, poi penserò al resto… grazie Costanza…. Mi sento molto meglio… - le disse, guardandola negli occhi.
C: Forza Capitano… fai quella telefonata… ti aspetto con gli altri… - rispose, sorridendole e uscendo dal bagno per lasciarla un po’ da sola.
 
Intanto nell’ufficio del Capitano Ghirelli regnava il caos più totale, Daniele e Orlando ultimavano il loro piano ripercorrendo tutte le tappe delle serata..
D: sembra perfetto…. !! – esclama Daniele.
O: Non deve solo sembrare perfetto… dev’essere così!!
D: calmati amico…. Mi fai venire l’ansia! Hai organizzato tutto a meraviglia, vedrai che andrà benissimo…solo non essere così nervoso, Lucia se ne accorge lo sai…. –
O: hai ragione… andrà tutto bene!
Entrambi uscirono dall’ufficio di Daniele per dirigersi nell’ufficio di Lucia, li aspettava il consueto breafing della giornata.
Appena finita la riunione , Lucia scappa di corsa verso i parcheggi, doveva raggiungere la sua ginecologa per la visita, poi solo dopo aver avuto la conferma avrebbe pensato a come dirlo ad Orlando.
 
Erano le sei del pomeriggio, e Lucia stava uscendo dallo studio della dottoressa con una ecografia in mano e continuava a guardarla con occhi sognanti.
L: Piccolino… andrà tutto bene…. – sussurrò poggiandosi una mano al ventre.
Non voleva andare al Ris, e nemmeno andare a casa… voleva fare due passi e prendere un po’ d’aria, aveva appena parcheggiato in Via Condotti quando ricevette un messaggio sul cellulare.
“Amore… alle 9 passo a prenderti…. Stasera voglio rapirti” – sorrise leggendo quel messaggio, e poi pensò che forse quella serata sarebbe stata perfetta per dire a Orlando del bambino… così riprese il telefono per rispondere “Pronta a farmi rapire tenente…. A più tardi. Un bacio”.
Mentre passeggiava la sua attenzione stranamente si posò su un negozio di neonati…. La vetrina era bellissima, era piena di piccoli vestitini e minuscole scarpette… sorrise guardandola e decise di entrare per dare un occhiata.
Uscì dal negozio con un sacchettino in mano… per poi correre a prendere la macchina, si era fatto tardi e doveva ancora farsi bella per la serata.
Salì di corsa le scale di casa, Orlando non c’era, ma al suo posto sul letto c’era una scatola bianca con sopra un biglietto “ Un piccolo pensiero per te…. spero che ti piaccia….”
Un abito…. Un bellissimo abito corto color smeraldo in seta, fasciava il seno e poi cadeva morbido lungo i fianchi…impreziosito da tanti piccoli punti luce.. era davvero molto bello.
Dopo aver fatto una doccia indossò quell’abito, era davvero perfetto metteva in risalto il colore dei suoi occhi e il colore delicato della sua pelle, raccolse i capelli fermandoli con delle perline, lasciando cadere qualche ciocca per poi indossare dei sandali argento e una pochette dello stesso colore.
Alle 9 in punto il campanello suonò…
Era Orlando, elegantissimo nel suo completo scuro, con un sorriso meraviglioso e gli occhi luccicanti.
L: Sono pronta… - disse, raggiungendo il salotto.
Appena la vide rimase immobile a guardarla.
Era spettacolare… non l’aveva mai vista così bella… non solo per il vestito, ma aveva una luce diversa.
O: Sei….sei meravigliosa. – le sussurrò avvicinandosi.
L: Grazie… - rispose imbarazzata..- e grazie per questo bellissimo vestito.
O: E una sciocchezza… ora… andiamo capitano? – le chiese porgendole la mano.
L: Direi di si… - rispose stringendosi a lui.
 
Intanto alla casa sulla spiaggia Daniele e Costanza cenavano sulla terrazza, ma Daniele continuava a guardare l’orologio e il cellulare, in attesa di un messaggio di Orlando, lui sapeva che quella sera Orlando avrebbe chiesto la mano di Lucia, ed era talmente curioso che non riusciva a stare ad aspettare.
C: Ghiro, ma che c’hai sta sera?
D: Niente che c’ho!! – risponde facendo il vago..
C: E’ tutta la sera che non stai ferma un attimo, continui a guardare il telefono e l’ora..
D: Ok senti… è un segreto… quindi io ora te lo dico, ma tu acqua in bocca ok?
C: Eh.. dimmi…- risponde curiosa.
D: Stasera Orlando chiederà a Lucia di sposarlo, gli ho dato un mano ad organizzare la serata… - sussurra pieno di entusiasmo.
C: Oddio è bellissimo… allora è per questo che sei in ansia…. Anche Lucia stasera ha un annuncio per Orlando, direi che è la serata delle emozioni questa…
D: Di che parli? – chiede perplesso..
C: No caro mio… non ti dirò niente… - dice, alzandosi dalla sedia… quasi per scappare.
D: Dai giuro, non dirò nulla….
C: Promesso?
D: Promesso! – esclama facendo segno di giuramento.
C: Lucia…… è incinta! – risponde, tutto d’un fiato!
D: Lucia… Lucia è….incinta?! – esclama sorpreso..
C: Cos’è quella faccia? Non sei felice che la tua migliore amica aspetti un bambino?
D: Sono  sorpreso, ma veramente felice…. wow, che notizia! Si… allora stasera avranno parecchio da festeggiare… - ride, pensando ai suoi amici.
 
 
 
Intanto, Lucia e Orlando erano usciti di casa, e opo circa venti minuti di macchina arrivarono in un viale deserto… illuminato dalle luci dei lampioni.
L: Ma dove siamo? – chiese curiosa, guardandosi intorno.
O: E’una sorpresa… andiamo dai. – le disse, sorridendole.
Lucia lo seguì senza replicare… camminarono in una passerella in legno e più camminavano più iniziavano a vedersi tante piccole luci, finché non realizzò.
La passerella li conduceva ad un gazebo bianco al centro della spiaggia, circondato da tantissime candele, un tavolo al centro e rose ovunque.
Lucia era senza parole, si era fermata al centro della passerella e guardava emozionata tutto quello che Orlando aveva preparato.
O: Ehi.. che fai… non vieni più? – le chiese, andando verso di lei.
L: Hai fatto tutto questo…. Ma quando? Come? – chiese lei ancora stupita.
O: Quante domande capitano… ho fatto tutto questo per te… ti meriti questo e altro… vieni…
Si sedettero a tavola, l’uno di fronte all’altra e iniziarono a cenare.
Entrambi avevano qualcosa da dire, Lucia cercava il momento perfetto per dire ad Orlando del bambino e lui non aspettava altro che chiederle di sposarlo.
Trascorsero la cena a chiacchierare e guardarsi teneramente, fino a quando, a cena finita Orlando non chiese a Lucia di passeggiare… fecero qualche passo verso il mare, poi la trattenne per un braccio, costringendola a voltarsi.
O: Lucia…. aspetta… - le disse, in un filo di voce.
Lei lo guarda con occhi brillanti.
O: “Sai quante ho desiderato tutto questo? Svegliarmi la mattina accanto alla donna che amo, aspettarla per andare a dormire insieme, girarmi la notte e rendermi conto di quanto sei bella e di quanto io sia fortunato. Tutto quello che voglio ora è qui….. sei tu… sei tu col tuo sorriso, con i tuoi occhi cristallini, con la tua dolcezza e anche con la tua testardaggine… amo tutto di te Lucia, amo il modo in cui ti sposti i capelli, il modo in cui sorridi quando sei in imbarazzo, e il modo in cui cerchi in tutti i modi di proteggere le persone che ti stanno accanto…
So che abbiamo superato tante cose brutte, so che hai sofferto molto e so anche che insieme, sento che possiamo superare tutto insieme, come abbiamo fatto fin ora.
Di dico tutto questo perché c’è solo un'altra cosa che vorrei….
E sono qui, di fronte a te adesso per chiedertela con tutto il cuore….”
In quel momento gli occhi di Lucia erano visibilmente commossi, Orlando le porge la mano per farla voltare e tantissime candele accese dietro di loco componevano una frase….
LUCIA…. VUOI SPOSARMI? – Lucia guarda le candele e si porta una mano sulla bocca, si volta verso Orlando e lui è inginocchio che la guarda:
O: Lucia…. vuoi sposarmi? – ripete con un filo di voce, tenendo in mano un anello.
Una lacrima silenziosa mista a gioia e commozione scivola sul viso di Lucia, lei si inginocchia di fronte a lui, asciugandosi le lacrime.
L: C’è una cosa che devo dirti prima……. – sussurra guardandolo negli occhi e prendendo una scatolina dalla sua borsa.
Sono l’uno di fronte all’altro, inginocchiati davanti a quelle candele che illuminano la spiaggia, Orlando prende la scatolina dalla mani di Lucia e la apre.
Un piccolo ciuccio per neonato, bianco, con un sottile nastrino all’estremità.
Orlando guarda quell’oggetto così puro per poi guardare Lucia, che intanto a stento trattiene le lacrime.
O: Cosa…. cosa significa..? – chiede bisbigliando.
L: Sono…. Sono incinta…- risponde, commossa.
Orlando non risponde, riguarda la scatoletta e si perde guardando quel bellissimo oggetto tra le sue mani.
L: Orlando… dimmi qualcosa… - sussurra.
Lui non risponde, solleva lo sguardo e posa delicatamente una mano sulla guancia di Lucia, non riuscendo a trattenere le lacrime e incapace di parlare per l’emozione, l’abbraccia forte, stringendola forte.
O: Io….. non potevi rendermi più felice di così… - le sussurra all’orecchio, mentre la tiene ancora stretta.
L: Quindi…. Sei felice? – domanda dolcemente.
O: Amore… tutto quello che voglio è stare con te,  avere una famiglia con la donna che amo, un nostro piccolo per casa, il frutto del nostro amore…
L: Non hai paura? Insomma…. – Lucia non finisce la frase, che lui posa un dito sulle sue labbra.
O: …Lucia, certo…. è normale avere paura, nessuno è nato genitore, ma insieme ce la faremo… e poi sono sicura che tu sarai una mamma meravigliosa…
L: Tu sarai sicuramente un padre meraviglioso…
O: Mamma… non hai risposto alla mia domanda però… - le chiede, stringendole la mano.
L: Chiedimelo di nuovo…
O: Lucia Brancato…. Vuoi sposarmi?
L: Si…. si che voglio sposarti..!!
Erano ancora inginocchio, Orlando sorride in modo meraviglioso, prende la mano di Lucia e infila l’anello al suo dito, per poi tirarla verso di se e baciarla.
O: Futura signora Serra mi hai reso l’uomo più felice del mondo… - le dice, staccandosi appena dalle sue labbra.
L: No Orlando… sei tu che mi rendi felice… ora ho tutto quello che ho sempre voluto… riesci sempre a sorprendermi, e questa serata è stata la più bella della mia vita…
O: Era tutto ciò che desideravo… volevo che fosse speciale… e tu, sei riuscita a renderla ancora più speciale….e tu piccolino sappi che sei davvero fortunato, hai la mamma più bella del mondo…- le dice, accarezzandole la pancia.
Quella serata era stata davvero perfetta, trascorsero la notte su quella spiaggia circondati da candele e cuscini, ad amarsi in un modo completo, totale e nuovo…
Non erano più soli… non c’erano più Lucia e Orlando… c’era una famiglia… una piccola creatura che cresceva dentro di lei…e che già amavano più di ogni altra cosa al mondo.
 
 

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Capitolo 26
*** Everything is perfect ***


Eccomi girls... perdonate l'attesa, ma ero veramente molto occupata...
Sono giunta a postare l'ultimo capitolo della mia storia, che vi avverto è un pò un azzardo... :)
Spero che vi piaccia.....non mi resta che augurarvi buona lettura!!

 


“Dall’alto le cose si vedono da una prospettiva migliore…

Vedo tutti i giorni compiersi le vie del destino che spesso, dalla terra appaiono incomprensibili.
Eh si…. dall’alto si capisce che il destino non è cieco come sembra,  a volte siamo noi a portarlo per mano proprio dove speravamo.”

 

In quest’ultimo anno ho osservato tanto le persone a cui voglio bene… le ho viste cadere a volte, combattere e rialzarsi, le ho viste sperare, sognare e tornare ad amare..
Osservandoli da qua su, ho saputo apprezzarli ancora di più e probabilmente capirli…
Non conoscevo molto bene la giovane Bianca, ma l’ho ammirata tanto,  è dolce, sognatrice e si affeziona in modo straordinario alle persone… E’ una ragazza estremamente sensibile, e se anche si pensa che nella scienza non ci sia bisogno di sensibilità…. Bhè spesso la sua ottica così umana è indispensabile.
L’ho vista crescere molto in questi mesi… quando è arrivata era un po’ spaesata forse, un po’ impacciata, tanto che probabilmente Lucia si sarà chiesta più di una volta se ha fatto bene a farla entrare nella sua squadra… ma penso che adesso, il Capitano, non ha più alcun dubbio.
L’ho vista innamorarsi.... e soffrire nel suo amore.
Eh si…. Emiliano… il giovane Milo.
Chissà forse ha perso la strada, forse le troppe responsabilità l’hanno destabilizzato spingendolo tra le braccia di Bianca… ma Milo non lascerebbe mai la piccola Marika, anche se Bianca indubbiamente lo fa stare bene… mi è dispiaciuto tanto vederlo in difficoltà…vederlo triste e confuso, sono sicura che col tempo capirà e saprà scegliere la via che lo rende felice, anche se forse….. inizia già a capire.
Ho visto un giovane uomo riscoprire l’amore, o forse…. Incontrarlo per la prima volta..
Bart….. il mio Bart. Abbiamo avuto un rapporto un po’ tormentato, ma è raro credetemi, vedere un giovane con valori così saldi, un giovane così dedito al suo lavoro da metterlo sopra ogni cosa.
L’ho visto cambiare tante ragazze da quando lo conosco e poi, da qui, l’ho visto innamorarsi…
Eleonora, sua moglie, l’ha cambiato.
Gli ha fatto capire cosa vuol dire amare… amare davvero…
Dare qualsiasi cosa per la persona che si ama pur di averla accanto… e finalmente lo vedo felice, felice come non mai.
Ma la persona che scendo a visitare più spesso  è Ghiro… lui avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. Mi piace osservarlo mentre mi pensa, o mentre guarda una nostra foto…
Mi fa estrema tenerezza, vorrei poterlo abbracciare o almeno sussurragli che tutto andrà bene… ma non posso… posso solo stargli accanto silenziosamente.
Per fortuna c’è Costanza con lui, riesce a strappargli un sorriso quando è giù, riesce a farlo star bene sempre semplicemente standogli accanto.
Il mio Ghiro, non cambierà mai… ancora ricordo il nostro primo incontro, quante risate ci siamo fatti insieme, e quanto rassicurate era sempre il suo sorriso… non potrei mai dimenticarlo, mai.
Inutile dirvi quanto è meraviglioso scendere a trovare Lucia,  e vederla credere di nuovo nell’amore..
Orlando l’ha riportata alla vita, ha riportato la vera Lucia, quella che tutti noi conoscevamo, quella che dopo una ferita tanto grande sembrava sparita.
L’ho vista piegata dal dolore, combattere e rialzarsi.
L’ho vista dura e ostile nei confronti di un uomo che cercava soltanto di aiutarla, e che intanto si innamorava di lei…e poi l’ho vista crollare, abbattere quel muro di difesa e tornare finalmente ad amare…
Ma la cosa più bella… è stata veder nascere da quell’amore quella creatura così bella… così dolce ed indifesa.
Flavia.
Si… l’hanno chiamata come me.. e ancora adesso raccontandolo, non posso che emozionarmi.
Ricordo ancora il giorno in cui è nata…
Lucia era al Ris quando sono iniziati i dolori ma da buon Capitano com’è ha tenuto la calma, a differenza di Orlando e Ghiro… erano uno più agitato dell’altro.
Quanto finalmente è venuta al mondo la piccolina, Lucia e Orlando la teneva stretta tra le loro braccia, e poco dopo, l’hanno presentata agli altri che giravano nervosi in sala d’attesa.
Ho visto lacrime di gioia e commozione sui volti di tutti, soprattutto quando Lucia ha annunciato a tutti il nome della piccolina… Ghiro ha stretto Lucia in un abbraccio infinito, mentre lei sfinita ed emozionata, si abbandonava ad un pianto liberatorio.
Orlando ancora oggi guarda la piccola Flavia, che adesso ha tre mesi, e non riesce a trattenere la commozione, è la sua piccola donna, e sta ore e ore la sera davanti alla sua culla a guardarla, fino a quando Lucia non lo trascina a letto.
 
Oggi, in una calda giornata di primavera, li osservo tutti insieme.
Sono sulla spiaggia, da Daniele, ci sono proprio tutti… e tutti sorridono felici.
La piccola Flavia passa da un braccio all’altro, è sicuramente sempre al centro dell’attenzione, Lucia la porta al Ris durante il giorno, e appena può scappa a casa con lei…
Sono bellissime insieme, Lucia gioca tantissimo con la piccola, infatti la sera spesso crolla sfinita nel divano, con ancora la piccola in braccio…
Flavia ha preso tanto dalla mamma…
Ha gli occhi verdi cristallini e la pelle chiarissima come Lucia, per il resto… è tutta suo papà!!
Guardo quant’è crescita Marika e quanto si somigli al papà… è davvero un tesoro.
Guardo Eleonora e Bart scambiarsi tenere carezze, e Costanza e Daniele scherzare felici con Lucia e la piccola Flavia. Sono tutti qui… insieme, tutte le persone a cui tengo di più…e in un certo senso ci sono anch’io, non fisicamente certo, ma posso stare accanto ad ognuno di loro.
Non ho rimpianti… ho cercato sempre di far capire a tutti loro quanto erano importanti per me, ognuno a modo suo e  quanto siano speciali.
Credo che in ognuno di loro ho lasciato un segno, vengono spesso a trovarmi, depositano un fiore e mi parlano, alcuni di loro ancora si commuovono guardando la mia foto, altri cercano di far un sorriso, seppur forzato.
Sono felice nonostante tutto… felice che durante la mia seppur breve vita, abbia conosciuto persone speciali come loro…
 
Ecco, Se il mondo potesse fermarsi nel momento migliore, in cui tutto sembra essere perfetto..
Io lo fermerei in quest’istante..
È davvero tutto perfetto.
 
 
 
 
P.S Ringrazio chi dedicato il suo tempo a leggere la storia, a chi a recensito.. i commenti son sempre ben accetti, sia positivi che negativi, mi piace potermi correggere sempre...
Perciò... non esitate:) Chissà.... forse a presto con un'altra storia:)

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