Figli del peccato

di Urheber des Bosen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rimangano in silenzio. ***
Capitolo 2: *** La verità vi renderà liberi. ***
Capitolo 3: *** Ci sono abissi che l'amore non può superare, nonostante la forza delle sue ali. ***
Capitolo 4: *** La speranza è un seccatore indiscreto di cui non ci si può liberare. ***
Capitolo 5: *** Il girotondo. ***
Capitolo 6: *** L'azzurro spezzato ***
Capitolo 7: *** Il peccato più dolce del mondo ***
Capitolo 8: *** Che lo spettacolo abbia inizio. ***
Capitolo 9: *** Il sorriso del rimorso ***
Capitolo 10: *** Mi concede l'onore di questo ballo? ***



Capitolo 1
*** Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rimangano in silenzio. ***


Queste sono le mie povere memorie.
Volevo solo creare qualcosa di buono.
Ero solo uno scienziato.
Come ho potuto fare un torto alla società?
Come ho potuto fare un torto al miei figli?
Dopo tutto li amavo.
Non ero cieco, mi rifiutavo solo di vedere.
Ho rifiutato il loro sorriso, ho rifiutato il sorriso dell'umanità.
Spero che queste mie memorie siano donate al fuoco , come il resto di me.
Il fuoco purificherà le mie parole.
 Ma quando mi troverò dinanzi al giudice divino, e  verrò mandato nell'ultimo luogo, nel luogo dove giacciono i traditori dei benefattori.
Satana si vergognerà di me.
Ma consapevole di questo voglio lasciare a te fuoco, la mia triste storia, dedicata a nessuno.
 

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Capitolo 2
*** La verità vi renderà liberi. ***


Volevo solo dare un'altra speranza all'umanità.
Dovevo creare gli esseri perfetti.
Ed invece..
Erano solo i miei figli.
Prima avevano un nome.
Nessuno li voleva , erano stati abbandonati.
Li trovarono in un orfanotrofio russo.
Due gemelli.
Erano uguali.
Perfetti.
Li portarono da me il giorno stesso.
Non mi sentivo loro padre, ma solo uno scienziato.
Dovevo fare di loro dei mostri, per accorgermi che prima erano umani.
Quando me li affidarono, era un giorno piovoso, in Russia piove sempre..
Odiavo la Russia.
Feci degli esami su di loro.
Erano un maschio ed una femmina.
La piccola decisi di chiamarla Rin , mentre il maschio Len.
In orfanotrofio gli avevano dato dei nomi troppo lunghi.
La piccola,  , era timida, ma molto allegra e vispa.
Aveva come il fratello dei splendidi capelli biondi, occhi color del mare ed uno sguardo vuoto.
Il ragazzo   si rivelò freddo e scostante.
Non gli importava nulla di cosa facessimo al suo corpo, ma non sopportava l'idea che facessimo degli esami su sua sorella.
Lo definirono di indole violenta.
E per un certo periodo fu messo in isolamento.
A volte quando restavo a dormire in laboratorio, udivo le sue urla strazianti.
I responsabili ci impedivano di parlare con le cavie, potevamo solo fargli degli esami , e valutare dall'esterno.
Ma mentre   guardavo gli occhi supplichevoli di quella bambina.
Mi sentivo colpevole.
Decisi di portarle un orsetto.
 Da quel giorno  non se ne separò più.
 Da quel giorno iniziò a chiamarmi папа, che vuol dire papà.
Con il tempo provai quasi amore per quel piccolo esserino biondo.
Ma non c'era tempo per questo, la scienza gridava verità, e  progresso.
Era quello che avrei fatto.
Le forze dell'ordine non mi avevano concesso questi due esseri non per fare il padre, ma per fare lo scienziato.
Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.

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Capitolo 3
*** Ci sono abissi che l'amore non può superare, nonostante la forza delle sue ali. ***


Pietà all'uomo che ha cercato la luce, coprendosi gli occhi.
Onore all'uomo che si è fatto strada nel buio.
E a me..solo sangue su queste sporche mani.
Gli uomini buoni, sono quelli che nell'ignoranza scorgono la verità.
Volevo la verità, ma a che prezzo?
La stessa vita è la verità più inconfutabile.
Nel laboratorio i giorni passavano, continuavano a darmi farmaci, siringhe, da iniettare ai due gemelli.
Pian piano li vedevo trasformarsi.
E intanto vedevo che il loro rapporto mutava.
Il loro era il mio piccolo mondo.
Li osservavo , notavo ed annotavo ogni minimo comportamento.
Non che mi importasse.
Ero Dio, li avrei giudicati , vegliati.
Ma chi l'ha detto che avrei avuto pietà per loro?
Il loro era un peccato più grande di me.
Eppure facevano quasi tenerezza..
Come dargli torto, ormai non erano più bambini, e loro avevano solo l'un l'altro.
Li osservavo, non dissi nulla al principio.
Attraverso i loro occhi malati, riavevo il mio primo amore.
Non sapevano che sarebbero diventati dei mostri.
E chi poteva saperlo.
Solo Dio?
Crescevano incatenati all'uomo.
A me.
Non avrebbero più visto la luce.
Un giorno dalla vetrata  vidi Len baciarla.
 Era disgustoso.
Rin era la mia bambina.
Con violenza entrai nella stanza e  lo colpii.
Gli urlai contro, gli dissi che era un mostro, e che avrebbe fatto solo male a sua sorella.
Lui mi guardò con disgusto e mi disse , che non era stato lui a toglierle il sole.
La piccola Rin iniziò ad implorarmi di non mettere il fratello in isolamento.
Mi disse che non si sarebbe più rifiutata di sottoporsi alle iniezioni, o agli esami, anche se la facevano tanto male.
Per la prima volta vidi una lacrima uscire su quel volto di pietra.
Si abbracciarono.
Ero forse io il mostro?
Ero solo un uomo di scienza, mentre loro erano solo delle cavie corrotte.
 E allora perchè mi faceva male il cuore?
Da quel giorno non vidi più Len piangere, non avrebbe mia fatto un torto alla sua sorellina.
Lui non mi aveva mai chiamato papà, ma da quel giorno non mi guardò più con disgusto.
Erano relitti dimenticati da Dio, ma io li vedevo.
Era successo quello che non sarebbe mai dovuto accadere.
Era diventato uomo.

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Capitolo 4
*** La speranza è un seccatore indiscreto di cui non ci si può liberare. ***


L'uomo è nato libero, ma dovunque è in catene.
 Amavo quello che ero, amavo il mio lavoro , e quello che comportava.
Eppure perchè  questo dolore mi stava divorando.
Avevo  sbagliato.
 Avevo aperto gli occhi.
Dovevo continuare ad essere cieco.
Vedevo i loro occhi mutare.
Ormai l'azzurro era scomparso.
Era stato sostituito da un rosso cremisi.
Rin stava cambiando.
 I farmaci somministrati cominciavano a farle effetto, stava cambiando..
I capelli le crescevano ad un ritmo accelerato, i denti si appuntivano, ed iniziava ad avere strani segni sulle spalle.
Aveva momenti di amnesia, a volte non mi riconosceva , non riconosceva neanche il fratello.
Notai che i farmaci avevano un effetto tardivo sul ragazzo.
Lui aveva solo gli occhi rossi.
Un giorno Rin impazzì, ebbe un attacco di rabbia e mi morse.
Persi  un braccio.
I medici decisero di eliminarla.
Perchè tenere un esperimento mal riuscito?
Avevamo ancora il fratello.
Sentivo le urla disperate di Len.
 Svariate volte tentò di uccidersi, o di uccidere la sorella.
Stupido.
Lui non aveva il controllo sulla sua vita.
Io lo avevo.
Così decisi di salvarli.
A volte Dio è misericordioso.
La notte stessa, li condussi nella casa di quando ero bambino.
Una vecchia campagna in mezzo al nulla.
Li sistemai dentro un capannone.
Ci misi dei giocattoli.
Ormai Rin non era quasi più umana.
Non parlava più, e quando aveva le crisi solo il fratello riusciva a calmarla.
Lui mi odiava, avrebbe voluto uccidermi.
Ma non avrebbe fatto prevalere il suo lato bestiale.
Lui non era più un uomo.
Io si..

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Capitolo 5
*** Il girotondo. ***


Pace non trovo e non ho da far guerra
e temo, e spero; e ardo e sono un ghiaccio;
e volo sopra 'l cielo, e giaccio in terra;
e nulla stringo, e tutto il mondo abbraccio.

Tal m'ha in pregion, che non m'apre nè sera,
nè per suo mi riten nè scioglie il laccio;
e non m'ancide Amore, e non mi sferra,
nè mi vuol vivo, nè mi trae d'impaccio.

Veggio senz'occhi, e non ho lingua, e grido;
e bramo di perire, e chieggio aita;
e ho in odio me stesso, e amo altrui.

Pascomi di dolor, piangendo rido;
egualmente mi spiace morte e vita:
in questo stato son, donna, per voi.
Cosa ci rende veramente umani?
La nostra somiglianza con Dio?
 La nostra differenza?
I giorni passavano ed i due figli dell'uomo cambiavano.
Rin peggiorava, aveva spesso attacchi di ansia.
Len iniziava a trasformarsi.
La polizia ci stava cercando.
Non ci avrebbero mai trovati.
La mia famiglia l'avevo  persa molto tempo fa.
Mio figlio, era morto.
Il cancro non risparmia.
Mia moglie se ne era andata con lui.
Probabilmente la rivedrò all'inferno.
Troppo debole per sopravvivere al figlio, la ritrovai con le vene tagliate, sulla tomba di mio figlio il giorno dopo il  funerale.
Io troppo codardo per trovare un motivo per vivere.
 Troppo pigro per morire.
Ho tolto la libertà di vivere.
Perchè non potevo restituirla a mio figlio.
Parlo con te, si proprio con te che stai leggendo le mie memorie, hai mai provato a tornare indietro, hai  mai provato il rimorso di un saluto.
 Hai mai voluto vendicarti sul futuro?
Quante volte hai voluto essere Dio.
Ormai non vi era più nulla di umano nella piccola, Len cominciava a mostrare segni di isteria, ma non credo che erano dovuti ai farmaci ,ma solo al dolore della consapevolezza di aver perso Rin.
Troppo debole per la vendetta.
Troppo solo per continuare a vivere.
Troppo innamorato per morire.
Era un semplice girotondo, senza fine.
 
 

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Capitolo 6
*** L'azzurro spezzato ***


Li vedevo dei miei sogni ormai sbiaditi.
Li vedevo negli occhi di chi ancora viveva.
Ed ecco che il mondo continuava ad andare avanti.
Macchine veloci, treni, gente innamorata solo del proprio futuro.
Ma io ero qui.
Vivevo tramite le lacrime di quel piccolo ibrido.
Len ormai non voleva più vedere Rin , iniziava a trasformarsi.
Riuscivo a scorgere la sua presenza solo dalle urla.
Ma io notavo in Rin  ancora un briciolo di umanità.
Voleva scappare, voleva volare via da me, via da questa umanità ormai rimandata un ultima volta.
Un giorno la trovai in un angolo del capannone, le si vedeva una creatura tra le mani, credevo la stesse mangiando, ed invece la stava accarezzando.
Era forse più umana di me?
O semplicemente meno, e per questo migliore.
Nei suoi occhi ormai macchiati del rosso dell'uomo, a volte scorgevo il cielo.
L'azzurro di una libertà, racchiusa in un cuore solo.
Appena mi vide arrivare, mi ringhiò, credo che credesse che volessi fare del male al suo amico.
D'altronde io li definivo mostri , ma loro non avevano  mai fatto del male a nessuno.
Invece l'uomo, quello puro..
Si alzò di scatto, con un salto ruppe la finestra e andò sul tetto.
Dalle spalle ormai gonfie, le uscirono delle ali di pipistrello.
Ora poteva volare.
 Non avrei voluto fermarla, ma ad un tratto arrivò il fratello.
Stava soffrendo molto per il dolore, cercava disperatamente di aggrapparsi ancora alla sua parte umana.
Non riuscii a capire esattamente cosa gli disse.
Alla fine l'abbracciò.
Rimasero così.
 Ancora una volta i mostri erano stati migliori dell'uomo .
Migliori di me..
Rientrarono nel capanno.
Insieme..
 

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Capitolo 7
*** Il peccato più dolce del mondo ***


Nulla è più prezioso dell'attimo sperato.
Passiamo tutta la vita alla ricerca del nostro attimo, del nostro momento.
Dio ammira, il raggiungimento dell'attimo, perchè quando l'uomo lo raggiunge diviene simile ad un angelo.
Nulla di più perfetto ormai sarà radicato nella mente di quel degenerato, che ha sognato quell'attimo tutta la vita.
Quello era il loro attimo.
 Il loro ultimo saluto.
Credo che sapessero che stesse arrivando la fine.
Il loro sguardo era comprensivo, in loro la più grande bugia dell'umanità sembrava speranza.
Io ormai non ero più  il loro dottore, non ero più loro padre, ero solo un misero spettatore.
Dio ci guarda ed accoglie tutte le nostre scelte.
Il suo miglior dono è la libertà.
Per la prima volta sarei stato un Dio misericordioso..
Li lasciai in quel capanno, non li disturbai, non li giudicai.
Chi sono io per giudicare la cosa che più si avvicinava all'amore.
Erano solo creature dell'uomo.
Erano nate dal peccato, erano vissuti nel suo abbraccio, ed ora scoprivano l'amore in esso.
Sarebbe finito tutto molto presto..
Ma questo era solo il loro attimo.
Non pensai alle conseguenze, non pensai al futuro.
Era solo il loro attimo perfetto.
La perfezione esiste, è radicata in ogni creatura imperfetta.
Al suo raggiungimento la fine è vicina.

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Capitolo 8
*** Che lo spettacolo abbia inizio. ***


Come confessare al tuo peggior nemico la paura più grande?
Dovrei ritirarmi?
Non c'era mai stata via di scampo.
Non c'era mai stata un'altra strada.
Continua a camminare verso i tuoi sbagli.
Oppure arrenditi ad una verità, più giusta di te.
Passarono circa due settimane, e non c'era più niente di vagamente umano in quei due figli dell'uomo.
La loro danza verso l'inferno aveva inizio.
La luna era il testimone migliore.
Io mi godevo lo spettacolo.
I due attori erano pronti.
Le tende si alzarono.
Ed eccolo, lo spettacolo di sangue.
Umanità, ammira il tuo capolavoro.
Guarda come sei riuscita a trasformare i tuoi figli.
Già, sto guardando anch'io..
I due protagonisti, danzavano, volteggiavano.
Avevano splendidi vestiti rossi.
I loro occhi non erano più colmi di affetto, si era evoluto in odio.
Era quella la nostra umanità?
Eppure si amavano così tanto.
Non provai neanche a dividerli.
Mi avrebbero ucciso.
Ed ero troppo curioso di vedere lo spettacolo.
Il maschio, Len come era prevedibile, prevaricò ed uccise la mia bambina..
Si accasciò sul suo corpo.
Non capivo il senso di quell'azione..
Ad un tratto arrivò la polizia.
Come aveva fatto a scoprirci?
Colpirono Len e lo uccisero.
Il suo corpo cadde su quello della sorella.
Erano morti, com'erano nati.
Insieme.
Ed io lo spettatore del male, il protagonista di una storia creata dall'uomo.
Ero ancora vivo.
Era forse questa la mia punizione?
Ebbene ne sto pagando anche adesso il prezzo caro lettore.
 

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Capitolo 9
*** Il sorriso del rimorso ***


Stai sorridendo?
Stai provando almeno qualcosa che scalfisca il tuo cuore, troppo distante per cogliere il buio.
Il nostro buio è tinteggiato di rosso cremisi.
Il mio buio è costellato da varie sfumature.
Amo la notte, perchè è il canto dei dannati.
Nulla è più sincero e vero del nulla stesso, il buio, la morte.
La morte ama andare a ballare, ama vestirsi del suo colore preferito, il rosso.
Ormai è tardi per chiedere perdono.
Non ho saputo dare loro neanche un degno riposo.
Ancora una volta la paura è la mia ombra.
Ancora una volta l'accidia è l'ombra che oscura il mio cuore.
Vi ho bruciati.
Semplicemente mi vergognavo di voi.
Mi vergognavo di me.
Ho pianto.
Almeno qualcuno piange per i figli dell'uomo.
Cari figli, è ora che anch'io chieda alla morte di danzare.
E' ora che vada da Lucifero, a salutarlo.
Sono il peggiore dei peccatori.
Traditore dei benefattori.
Traditore dei miei figli.
Traditore di Dio.
« Canto XXXIII, ove tratta di quelli che tradirono coloro che in loro tutto si fidavano, e coloro da cui erano stati promossi a dignità e grande stato; e riprende qui i Pisani e i Genovesi. »

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Capitolo 10
*** Mi concede l'onore di questo ballo? ***


Maledetto che guardi il tuo errore crescere, e morire.
Urlo.
Urla.
                Sto morendo nessuno vuole guardarmi.
Non merito neanche una fine spettacolare?
No..
Morirò come sono vissuto, all'ombra del male
assaporo l'aria che sto perdendo.
Ammiro la luce che mi sta abbandonando
Il mio braccio si sta pentendo,
con l'anima mia sto andando.
Sento il cuore pulsare.
L'amare verità del dannato
imparare a camminare.
Non sperare mai nel sorriso del fato.
Lascio tutto a te.
Lasciami.
L'accidia mi sorride .
Morte mi concede l'onore di questo ballo?
Certo non rifiuto mai un pretendente, sopratutto se ha uno splendido vestito color cremisi, lasci che l'avvolga.
Vi saluterò Satana.
 

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