Una ragazza fragile e debole come tutte le altre

di rossina_22
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Is there anybody shouting what no one can hear ***
Capitolo 2: *** Makes you feel better to watch me bleed ***
Capitolo 3: *** It couln't happening another time ***
Capitolo 4: *** I didn't it for you, I did it for her ***
Capitolo 5: *** It is your faut! you killed her! ***
Capitolo 6: *** You are good at keeping promises ***
Capitolo 7: *** That beautiful smile ***
Capitolo 8: *** I hated the cause of that smile ***
Capitolo 9: *** I want this moment to ever end ***
Capitolo 10: *** _ Is all terribly confusing _ ***
Capitolo 11: *** You do not know what it means ***



Capitolo 1
*** Is there anybody shouting what no one can hear ***


 

 

Una ragazza fragile e debole come tutte le altre



"Ricordo che mi hai lasciato in un letto,
hai fatto in modo che non potessi respingerti
i secondi sembravano ore
e tul'hai chiamato divertimento"



 < vieni da Daisy! Ti prego ho bisogno di te! >
a svegliarla era stato un messaggio della sua migliore amica. Selena rispose  con un semplice  “arrivo”, si alzò dal letto , buttò per terra il pigiama e indossò velocemente un paio di Jeans, una camicetta e una felpa per poi uscire di casa.
Daisy era una di quelle ragazze super fighette, capo delle cheerleaders che dava feste  ogni volta che beccava i suoi genitori fare sesso e a quanto pare capitava spesso. Selena si incamminò a passo veloce verso la casa della ragazza. Lei e Ashley non andava a quelle feste perché odiavano i loro compagni di scuola. La banda era formata  da 5 ragazzi, tutti pompati e arroganti ovviamente giocatori di football che insieme alle Cheerleaders si divertivano a rendere la vita un inferno al resto della scuola. Selena percorse il vialetto e entrò nella casa invasa da adolescenti ubriachi che si strusciavano ballando. Tutti la guardavano sorpresi e confusi per vederla in quella festa in cui non era stata invitata , ma a lei fregava ben poco dato che era  lì solo per la sua amica. Girò per tutta la casa alla ricerca dell’amica che sembra essere sparita. Si diresse verso la porta che portava  in giardino quando si senti prendere per un braccio. – ho bisogno di parlare con te!- disse una voce  da gallina. –eh?che vuoi?-  rispose infastidita e confusa. –in privato! Vieni…- disse la ragazza bionda davanti a lei per poi trascinarla sul per le scale. Non aveva avuto il tempo di opporsi che si senti prendere per l’altro braccio e si girò di scatto. Un ragazzo dai capelli ricci e dagli occhi verdi, alto 10 cm più di lei la guardava divertito  e cattivo. –tutta tua!- esclamò  la bionda prima di mollare la presa e sparire giù per le scale. Il ragazzo la trascinò facendola entrare in una stanza. –ma che cazzo fai?!devo andare da Ashley!- esclamò la ragazza avvicinandosi alla porta che il riccio stava chiudendo a chiave che poi mise in tasca. - i miei amici si stanno divertendo con la tua amica! – rispose il ragazzo con un sorriso stronzo sul volto.

 


Pov. Harry
 
 
Era lì in piedi davanti a me che cercava ostinatamente di fare la dura, ma sapevo  che nonostante apparisse forte e sicura di fronte a tutti in fondo era una ragazza come la altre: fragile e debole come le altre. Con dei sentimenti come tutte le altre. Era quello il mio obbiettivo, fargli vedere  che era esattamente come le altre. Nonostante me ne fregassi delle ragazze che passavano per il mio letto non avevo mai messo le mani su una di loro. Ma c’è sempre una prima volta.
 
Si dimenava cercando di arrivare alla porta urlando come una bambina spaventata.
Non bastava.
 
La buttai per terra e li diedi un calcio facendola spostare, poi un altro e un altro ancora.

Mentre cercava di alzarsi la presi per i capelli e la sbattei contro il muro per poi baciarla con violenza.
 
La stronza mi morse facendomi uscire sangue dal labbro. Urlò quando la copi con un pugno all’occhio.
 
Mi piaceva vederla debole, indifesa.
 
La buttai sul letto per poi mettermi sopra di lei iniziando a  toccare il suo corpo. La odiavo,  ma in fondo era una bella ragazza.
 
- HARRY!LASCIAMI! TI PREGO LASCIAMI! HARRYYY!! -  mi pregava piangendo, la cosa quasi mi divertiva.
Cercavo di tenerla ferma per  le braccia, ma la ragazza era difficile da tenere.  Presi cosi  una corda che mi aveva dato Zayn poco prima e prendendole i polsi li legai il più stretti possibile alla ringhiera del letto.
Adesso non poteva fare molto.
 
Iniziava il divertimento.
 
Le mie mani scivolavano  sul suo corpo con foga e violenza. I fianchi, le gambe, il petto. Strappai la camicia facendo saltare tutti bottoni. Iniziai a baciarle ogni centimetro di pelle scendendo sempre più in giù.
Non smetteva di piangere e urlare ma con la musica a tutto volume nessuno poteva sentirla.
Le slacciai i jeans  li abbassai poi tornado a baciarle il collo slacciai anche i miei.
Entrai in lei con ben poca delicatezza tanto da farla urlare di dolore e di disperazione perché non poteva opporsi a quello che stavo facendo. Le tappai la bocca con una mano e iniziai e muovermi sopra di lei spingendo sempre con più foga. Le mie mani  premevano sulle sue braccia con forza tanto da lasciare il segno delle dita sulla pelle.
Si opponeva a quello che il suo corpo sentiva, lo vedevo nei suoi occhi che fissavo.
Continuai cosi finche non venni poi uscì, mi alzai e l’osservai: piangeva convulsamente mentre si girava su un fianco  come per coprirsi il corpo. Mi allacciai i jeans e avvicinandomi al bordo del letto sciolsi il nodo della corda  in cui erano legati i polsi, notando che la circolazione si era bloccata e che su tutta la circonferenza dei polsi si era formato un livido rosso e viola. Presi la chiave e uscì dalla stanza, lasciandola là ancora sul letto.
 

Questa e la mia seconda fanfiction spero che vi piaccia nonostantante l'argomento! La storia mi è nata durante una noiosissima ora di storia dell'arte e a me ha subito preso perchè sono attratta da questo tipo di storie.....commentate se volete, mi fa sempre piacere!ciao Rox :)

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Capitolo 2
*** Makes you feel better to watch me bleed ***



 

Ti fa sentire meglio guardarmi mentre sanguino?



" Chiudo gli occhi e sento di nuovo
quelle emozioni sprigionarsi dentro di me
l'acqua scende fredda sulla mia palle 
e le grida risuonano nella mia testa
mi fai sentire come se
non rimanesse più niente di me "




 

Appena la porta si chiuse Selena si liberò del tutto dalla corda e si alzò dal letto con fatica.Riallacciò i jeans e prese la felpa dal pavimento e la mise, cosi da copri i capelli arruffati e il viso.


Asciugò le lacrime che continuavano a scendere senza neanche se ne accorgesse e uscì da quella stanza. Scese  le scale  e uscì il più velocemente possibile da quella casa.

Appena fuori dal vialetto iniziò a correre.

Il pensiero di Ashley le passò per la mente ma non poteva tornare indietro. Non poteva aiutarla se non sapeva neanche aiutare sé stessa.

Continuò a correre anche se il suo corpo le urlasse di fermarsi.

Arrivò a casa e andò direttamente in bagno, tolse i vestiti e si mise sotto il getto d’acqua fredda.
L’acqua fredda la distraeva dal dolore che provava.

Non dormì neanche per un secondo, rimase tutta la notte in un angolo della stanza, per terra, con la testa tra le ginocchia a fare l’unica cosa che poteva fare: piangere. Ogni volta che chiudeva gli occhi sentiva ancora le sua mani prepotenti sul suo corpo e le urla risuonavano nella sua testa. Passò l’intera domenica chiusa in camera. Provò a chiamare più volte Ashley ma lei rifiutò tutte le sue chiamate.

Il pensiero di doverlo vedere o essere semplicemente nello stesso edificio la terrorizzava  a morte.

 
 

Pov. Selena
 

La sveglia suonò ma io ero già sveglia, quella notte ero riuscita a dormire per neanche due ore.

Indossai dei jeans e una maglietta a maniche lunghe per coprire i segni sui polsi. Misi il fondotinta per coprire il livido sull’occhio. E usci di casa sperando che succedesse qualcosa che mi impedisse di andare a scuola ma non successe niente.

Cercavo disperatamente con lo sguardo Ashley che però non trovai, rassegnata  andai in contro a  Ryan, il mio migliore amico gay che mi baciò sulla guancia appena lo raggiunsi.

Mi senti male a quel contatto.

Passai le prime tre ore a scarabocchiare sul quaderno mentre i professori spiegavano chi sa quale argomento, finché non suonò la campanella e mi fiondai fuori dalla classe dirigendomi verso il mio armadietto.

- ciao puttanella! - il suo respiro sul collo mi fece congelare il sangue. Mi girai ritrovandomi il suo viso, con un sorrisino stampato sulle labbra, di fronte a me. – non ti premettere! – risposi cercando di essere la dura di sempre, ma la mia voce tremava. – mhm certo…ci si vede alle tre! – disse avvicinandosi ancora di più. Feci un passo indietro andando a sbattere contro l’armadietto. Rise e se ne andò.

Il mondo mi crollo addosso.

Mi ricordai che ero stata costretta dalla preside, come punizione, a dare ripetizioni di storia a Styles.
Oggi pomeriggio dopo la scuola.

Saltai le due ore di ginnastica e uscì da scuola. Mi dirissi a casa di Ashley.

La madre mi aprì la porta e mi fece entrare anche se Ashley a quanto pare stava male. Salì le scale e bussai alla porta della sua camera, entrai senza aspettare il suo permesso.

-che ci fai qui?! VAI VIA!!!non ti voglio vedere! – disse appena mi vide. Il suo aspetto solare, allegro e un po’ isterico di sempre non c’era più, davanti a me c’era una ragazza triste, spaventata e vuota che mi fissava con odio e rabbia.
- che ti hanno fatta? – fu l’unica cosa che riuscì a dire, osservai l’occhio destro colorato di viola scuro. – adesso ti  preoccupi?!VATTENE! -  urlò arrabbiata.

Avrei voluto dirgli tutto quello che era successo ma non so perché  dalla mia bocca non usciva niente. – mi dispiace…io…- cercai di spiegare.
– oh certo però non ti è dispiaciuto quando non hai cagato il mio messaggio, lasciandomi nello loro mani! TI ODIO!! No ti voglio più vedere!!! VATTENE!!! -  urlò iniziando a piangere, una lacrima mi scese sulla guancia. – NON PIANGERE! Non sei tu quella che è stata stuprata!!! – continuò, questa volta dandomi uno schiaffo.

La capivo. Capivo la sua rabbia perché avrei voluto anch’io che ci fosse stato qualcuno ad aiutarmi.

Al terzo “ vattene” usci dalla stanza e dalla casa. 

Capii che quella sera la Selena sicura di sé, sfacciata e forte era morta, lasciando solo la ragazza con dei sentimenti che da sempre cercavo di proteggere dalle persone.

 

Avevo perso me stessa e la mia mia migliore amica. Harry Styles aveva ottenuto quello che voleva.                                                                                                                                                                  

Pranzai insieme a mia mamma. – tesoro hai pianto per caso?! – mi chiese vedendo i miei occhi rossi. – si… ho litigato con Ashley! – risposi spostando i piselli da una parte all’altra del piatto.  – oh mi dispiace! Vedrai che risolverete come sempre! –  annui anche se sapevo che quelle volta non era stata come le altre.

Salii le scale per prendere in camera il libro e il quaderno di storia, quando il campanello della porta suonò. Senti il mio cuore fermarsi per un secondo sapendo chi era.

-Buongiorno signora! Io sono Harry! – la sua voce sembrava perfino allegra. -ciao Harry! Piacere Anne…Selena sta arrivando! Accomandati pure – disse mia mamma gentilmente.

Mi feci coraggio e scesi le scale, convincendo me stessa che non mi poteva fare niente con mia madre in casa.
-ciao! -  disse sorridendomi. Un sorriso che ai gli occhi degli altri poteva sembrare sincero, ma che invece nascondeva divertimento e crudeltà.

Non risposi e lo superai andando a sedermi al tavolo in cucina. Mi raggiunse sedendosi accanto a me anzi che di fronte. Lo fece apposta.

Stava giocando.

Iniziai a spiegare con voce monotona e senza emozione la rivoluzione francese e Napoleone. Era un vero idiota, non riusciva a collegare gli avvenimenti, ma sembrava veramente concentrato sullo studio.

- tesoro ti lascio la crema per l’occhio ok?! – disse mia madre entrando in cucina, appoggiò  la scatolina blu sul bancone. – hai visto Harry che figlia ho?! Fa danza da 13 anni e si da una ginocchiata nell’occhio! – disse sorridendogli. Guardai fisso il libro. Era quella la scusa che avevo usato per giustificare il livido sull’occhio.

Sentivo il suo sguardo su di me.

- tesoro devo andare in ospedale! – continuò mia madre. – cosa?! NO! cioè…oggi non è il tuo girono libero?! – dissi cercando di sembrare normale.
Non poteva  andare via, non poteva lasciarmi da sola con lui. 
- lo so tesoro, ma la paziente sta male e devo proprio andare! Ti lascio i soldi per la pizza ok? ti voglio bene! Ciao Harry-  disse mettendosi la giacca e uscendo di casa.

Non poteva andare via.








Ciao a tutte....ecco il secondo capitolo che è un pò di transizione quindi forse può risultare noioso....spero di no!!! vi lascio qui due foto per darvi l'idea del aspetto di Selena e Ashley....di Harry no perchè ovviamente sepete che gran figone sia! :D bene che altro dire?! lasciate una recensione!!!! grazie alla prossima! baci Rox :)

Selena (i capelli sono marroni scuro)




Ashley


 

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Capitolo 3
*** It couln't happening another time ***


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Non poteva succedere un altra volta

 

" Se fosse successo un altra volta
non sarei sopravvissuta
una parte di me sperava
che mi uscidesse alla fine
cosi non avrei dovuto farlo io "





Pov.Harry


Sentii la macchina uscire dal vialetto e allontanarsi. Selena fissava immobile la porta d’entrata  come aspettando che arrivasse qualcuno a salvarla. Allungai il braccio sul suo libro. – ecco questo quand’è successo? – dissi, appena il mio braccio sfiorò il suo, scatto indietro con la sedia. Aveva la faccia leggermente sudata. Mi guardò per un secondo, si alzò e uscì dalla cucina togliendosi la felpa.
 
La seguii.
 
- Non posso! Io non posso! Vattene! – esclamò iniziando a piangere convulsamente. – non doveva andarsene! - urlò, il suo respiro si faceva più affannato e irregolare. Si accasciò  contro il muro sul primo scalino delle scale. – che hai? – chiesi avvicinandomi. Stranamente mi stavo preoccupando. – non avvicinarti! - urlò. Mi fermai. – un attacco di panico, ecco cos’ho! – rispose ansimando e piangendo. Rimasi ad osservarla: il trucco si era sbavato sulle guancie, notai i lividi evidenti sulle braccia e sul collo. Quella notte avevo intravisto solo i segni sul polsi che adesso erano rossastri.

Vedevo il terrore nei suoi occhi, paura pura. Di me.
 
Continuava a respirare male e a piangere. Volevo aiutarla.

- vattene! Vai via!! -  disse con poco respiro. – non ti lascio cosi!- dissi facendo qualche passo verso di lei.
– mi hai lasciato in condizioni peggiori! - rispose. Aveva ragione. – vattene! Ti prego! Vattene!!! – mi stava supplicando.

Presi le mie cose e uscì dalla casa. Mi incamminai verso casa mia.

Ero andato da lei con delle intenzioni precise e non erano quella di studiare Napoleone. Volevo divertirmi, giocare con lei. Non so perché non lo feci, potevo fregarmene di come stava e trascinarla in camera e farci quello per cui ero andato.
Vederla in quelle condizioni mi trattenne dal compiere i miei propositi anche se non so il perché.

Arrivai a casa, salutai mia madre e mia sorella, mio padre chi sa dov’era e  mi feci una doccia. Uscì con i ragazzi.

Tornai a casa alle due di notte, ubriaco con una certa Karly o charly, non mi ricordo.







Pov. Selena


Mia madre tornò a casa quando io mi svegliai per andare a scuola.

I lividi piano piano si facevano meno evidenti.

Feci una colazione veloce, facendo finta che ieri fosse andato tutto bene quando mia madre me lo chiedeva.

Incontrai Rayn sulle scalinate della scuola. Vidi Ashley seduta su un muretto. Stavo per andare da lei quando suonò la campanella e lei entrò dentro senza degnarmi di uno sguardo. Rayn mi raggiunse e entrammo anche noi.
 
- signorina! non accetto che usi questo tono con me! - esclamò la professoressa di francese dopo che l’accusai di  essere negligente per averci dato degli esercizi  su un argomento che non aveva spiegato. Feci un cenno con la testa e tornai al disegno che stavo facendo sul quaderno. Si trattenne dallo esplodere in una noiosa e isterica predica sul rispetto e tornò alla sua spiegazione con un fintissimo accento francese.

Passai il rerto delle ore a finire quel disegno senza senso.

- andiamo a mangiare! – disse Rayn venendomi in contro tutto raggiante.  – no, non vengo!non ho fame! ci vediamo dopo! – dissi salutandolo con la mano e andando via. In realtà non ce la facevo a incontralo e non volevo sentirmi ignorata da Ashley.

Uscii nel grande giardino della scuola, dietro agli spogliatoi. Mi sedetti sulla panchina contro la parete e mi misi ad ascoltare musica per un po’.

Tolsi le cuffie e mi alzai per tornare dentro.

Zayn camminava verso di me.

Se Harry era uno stronzo Zayn Malik era peggio. Era stato espulso dalla vecchia scuola per aver picchiato quasi a morte il fidanzato della ragazza che gli piaceva.

Gli passai accanto andando a sbattere contro la sua spalla.

- scusa! - dissi tenendo lo sguardo basso. Feci per continuare a camminare ma si mise davanti.
 
- che vuoi Zayn?- dissi infastidita. Aveva lo stesso sorriso stronzo di Harry. – voglio te! – rispose prendendomi per un braccio e spingendomi contro il muro. – Harry mi raccontato quanto è stato bello scoparti! – mi sussurrò all’orecchio, una mano mi accarezzò, sotto la maglietta.  – non mi toccare Zayn! Lasciami! -  esclamai cercando di liberarmi, senza riuscirci. Iniziò a baciarmi il collo e le mani mi toccavano con foga.
 
Non poteva succedere un'altra volta.
 
Le lacrime scendevano insieme al trucco, sul viso. Ero stanca di appormi a tutto quello. Sapevo come sarebbe finita. Speravo solo che mi uccidesse alla fine.
 
- toglile le mani d’addosso Zayn! –  quelle parole arrivarono da una voce che conoscevo. Zayn si fermò e si girò. – ma che stai dicendo amico?! Mi sto divertendo! – rispsose senza togliere le mani da me. – lasciala stare! – continuò Harry. – che c’è?! te la vuoi tenere tutta per te?! – disse scherzando. – sono serio Zayn!lasciala! – il suo tono era serio, non c’era niente di amichevole. – sei strano amico! –disse Zayn mollando la presa su di me. – tienitela questa sfigata! – commentò appena gli passò accanto.
 
Rimasi immobile guardando nella loro direzione. Mi aveva rovinato la vita e mi aveva salvato.
 
Mi venne in contro.
 
Volevo scappare.
 
Feci un passo in avanti. Piangevo disperata, probabilmente sotto shock.
 
L’abbracciai, non so perché lo feci, forse perché avevo bisogno di qualcuno su cui piangere.
 
Mi ritrovai a piangere come una bambina, stretta fra le braccia della ragione del mio dolore.
 
E per un secondo mi senti al sicuro e protetta.
 
Per un secondo.







Ciao ragazze! oggi ero proprio ispirata cosi ho fatto un altro capitolo! spero che vi arrabbiate perchè Harry non ha fatto quello che doveva! be niente....spero nei vostri commenti! ciao! baci Rox


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Capitolo 4
*** I didn't it for you, I did it for her ***



Non l'ho fatto per te






" Si dice che gli occhi siano lo specchio dell'anima
i miei pieni di paura, i tuoi pieni di cattiveria
e io suoi puri e innocenti
avrei voluto che tuoi occhi fossero come i suoi "







Pov. Selena


Decisi di raccontare tutto a Ryan.

Un po’ perché avevo bisogno di dirlo a qualcuno un po’ perché iniziava a preoccuparsi vedendomi così strana. Andai a trovarlo di pomeriggio appena dopo la scuola e gli raccontai tutto. Adesso sapeva di Harry, di Ashley, delle ripetizioni e di Zayn.

In qualche modo mi sentivo meno sola.

Nonostante avessi pregato la Presidi di togliermi la punizione, fui obbligata a continuare a dargli ripetizioni, cosi per le quattro mi diressi verso la scuola dove dovevo incontrami con Harry.

Quando arrivai in classe non c’era ancora nessuno, cosi mi sedetti nell’ultimo banco e iniziai a leggere un libro che avevo iniziato da poco.
Dieci minuti dopo, Harry comparve dalla porta e mi venne in contro .

Un brivido mi attraversò la schiena.

Il suo sguardo era quasi sincero, diverso dalle altre volte.

- ciao! - mi salutò prendendo una sedia e sedendosi davanti a me. Chiusi il libro e tirai fuori il libro, senza alzare lo sguardo sul suo viso.
Gli feci fare un ripasso e poi iniziai a spiegare un nuovo argomento.

La sua concentrazione svanì quando il cellulare suonò. Lo prese e iniziò a smanettare rapidamente sullo schermo. Smettendo definitivamente di ascoltarmi.

- devo andare! – disse chiudendo il libro e alzandosi. –come?devo ancora finire… guarda che non sono a tua disposizione! - dissi infastidita che mi stesse dando buca. Mi guardò dritto negli occhi e per un momento pensai che mi stesse per prendere per i capelli. Tratenni il respiro. – ah no?! – rispose arrogante e maligno. - devo andare da mia sorella!- disse poi secco, prese le sue cose.

Nei suoi occhi si leggevano preoccupazione e agitazione.

Si incamminò verso la porta per poi fermarsi. – cazzo! non ho la macchina! – Esclamò arrabbiato, toccandosi i capelli.

Non so perché lo feci.

- andiamo! guido io! – dissi mettendo via le cose in borsa. Presi la giacca e mi incamminai verso l’uscita. – sul serio?! – disse incredulo. Non risposi perché non sapevo neanche io cosa stavo facendo. Appena lo superai mi seguii.

In macchina nessuno parlo tranne che per dirmi dove abitava.

Era teso e agitato.

- posso chiederti un favore? – disse  appena mi fermai davanti a casa sua. Non dissi niente e continuai a tenere lo sguardo puntato davanti a me.
- prendi mia sorella e portala fuori subito! - continuò togliendosi la cintura e uscendo.

Uscii anchio e lo seguii in casa. Pensando alla sua strana richiesta, non sapevo neanche che avesse una sorella.

- è al piano di sopra! - aggiunse prima di aprire la porta d’entrata.

Appena individuai le scale, sali al piano di sopra. Attraversai il corridoio, cercando di capire in che camera potesse essere. Mi fermai di fronte a una porta con una ballerina di ceramica appesa. Bussai ricevendo il permesso dall’altra parte.

Apri la porta, trovandomi  davanti una bambina seduta sul letto che singhiozzava.

Doveva avere circa sei o sette anni. Aveva i capelli lunghi e lisci e gli occhi verdi chiari, uguali a quelli del fratello, solo che nei suoi c’era innocenza, non come in quelli di Harry.

Mi guardava come se fossI un supereroe venuto a salvarla. i suoi occhi erano trasparenti e riuscivo a leggere la tristezza e la sopresa della mia presenza lì.

- ciao, io sono Selena! - dissi dolcemente avvicinandomi. – io sono Lara! - rispose asciugandosi le lacrime. – Lara ti va di andare a prendere un frappé? – chiesi vedendo che al collo portava una collanina con  un ciondolo a forma di frappé. Mi inginocchiai davanti a lei. – si alla fragola! – rispose sorridendo. – adesso non piangere! Ti porterò in un posto dove fanno i frappé più buoni di tutto il mondo! – dissi asciugandole le lacrime. – vieni andiamo! – dissi prendendola per mano.

Uscimmo dalla stanza e scendemmo le scale. Teneva la mia mano stretta.

Si sentiva discutere animatamente.

Aprì la porta e la portai in macchina. Aspettando che Harry uscisse.

Mentre Lara mi raccontava del perché gli piacesse il Frappé notai uscire fuori da casa un uomo, con in mano una borsone, salire nella macchina parcheggiata di fronte al garage e partire.

Notai anche Harry uscire e osservarlo andare via, accanto alla porta prima di dirigersi verso di noi.

Lara  girata verso di me, non vide niente.

Harry salì in macchina regalando alla sorella un bellissimo sorriso. – dove vuoi andare? – disse poi guardando prima me, poi la sorella. – frappé! – esclamò indicandomi. Avevano lo stesso sorriso.

Le sorrisi e partii.

Il bar non era molto lontano cosi ci mettemmo solo pochi minuti. Io e Lara ci accomodammo mentre il fratello ordinava alla cassa.

Stavamo tutti in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri a bere i frappé.

- Papa verrà a vedermi lo stesso al saggio di danza, vero? – chiese la bambina puntando gli occhi verdi sul fratello.

Quella domanda lo aveva preso alla sprovvista, stava pensando a cosa rispondere.

- fai danza? – dissi curiosa, cercando di distrarla dalla mancata risposta. I suoi occhi si spostarono su di me. E con un sorriso rispose di si. – sai anchio faccio danza! – risposi. – sul serio?!da quanto? - chiese lei curiosa. – da 13 anni! E tu? – continuai. – da due anni! Devi essere molto brava… – continuò con la bocca piena di frappé. – mi vendrai a vedere al mio saggio? – chiese poi. – ohhh certo!ci sarò di sicuro! – risposi pulendole il baffo di crema dalla bocca.
– tu sei la ragazza di Harry? – chiese all’ improvviso. – no… sono una sua amica di scuola! – risposi in fretta. Sentivo Lo sguardo di Harry su di me.

Io e Harry Styles non eravamo amici. Non si ha paura degli amici.

 - adesso torniamo a casa! La mamma ha detto  che ha preparato i nostri biscotti preferiti! – disse Harry con un tono che non avevo mai sentito in lui. Dolce e felice.

Uscimmo dal locale  e tornammo a casa Styles.

Appena uscì dalla macchina, Lara mi prese la mano trascinandomi per il vialetto.

- Lara vai da mamma, ha bisogno di un abbraccio!.... e non ti mangiare tutti i biscotti! Arrivo! – disse. La bambina annuì e mollando la mia mano corse dentro casa.

Mi girai per tornare in macchina.

- Ehi…. Grazie per avermi aiutato – disse obbligandomi a girarmi.  Questa volta alzai lo sguardo sui suoi occhi. – non l’ho fatto per te, l’ho fatto per lei! so cosa significa crescere senza un padre! – riposi secca. Non disse niente, rimase solo a guardarmi. – ok ciao! – dissi sentendomi a disagio.

Salì in macchina e partii.

Prima di tornare a casa, passai per la casa di Ashley, ma questa volta a rifiutarmi fu direttamente sua madre, dicendomi che Ash non voleva parlare con me.

Sapevo che sarei stata cacciata via, ma quella bambina mi aveva fatto ricordare me da piccola,  quando io e Ashley giocavamo alle principesse in camera inventandoci storie pazzesche.

Mi mancava e non ci potevo fare niente se non continuare a provare a scusarmi.

Tornai a casa, cenai con mia madre. Presi il borsone della Nike e andai alla mia lezione di danza.
 
Avevo un disperato bisogno di non pensare a niente e la danza era l’unico modo Per fuggire dalla realtà.







ciao a tutte! eccovi un altro capitolo! Ho notato con tanto piacere che siete state almeno un centinai a leggere ogni mio capitoli, ma ho avuto pochissime recensioni o commenti quindi vi prego di commentare, rubando solo 2 minuti del vostro tempo! bene niente... spero che vi sia piacciuto! baci Rox :)

ecco com'è la nostra dolce Lara :






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Capitolo 5
*** It is your faut! you killed her! ***



La mia mano era intrecciata alla sua





" Non dovevi saltare
dovevi ricordarti di me e di te
non dovevi lasciarmi
dovevi combattere al mio fianco
adesso sono sola e alla deriva
salvata dalla persona che ti ha uccisa "





Pov. Selena

 
Quella mattina non mi sentivo bene cosi non andai a scuola e rimasi a casa. Mia madre mi portò una tazza di Thè prima di andare al lavoro.

Infilai le cuffie e iniziai a scrivere un messaggio a Ashley, gli scrissi che mi dispiaceva per non esserci stata per quella sera e che avrei voluto dirgli tantissime cose. Non era una messaggio lungo  ma conteneva tutto. Pensavo o meglio ero quasi sicura che non avrebbe risposto. Rimasi sorpresa quando mi arrivò un suo messaggio  < ti voglio bene! Mi dispiace per quello che ho fatto! > la sua risposta mi lasciò perplessa.

Non capivo il senso di quelle parole e mi addormentai cercando di darmi una spiegazione.

Mi svegliai più male di prima, sentendo  la porta d’entrata sbattere violentemente. – mammaaaaaa!? – gridai spaventata. – si sono io tesoro! – rispose. Mi sentì sollevata. Stava piangendo?!

La sentii salire le scale.

Mi alzai dal letto, la febbre era sicuramente peggiorata. Mi tolsi il pigiama e indossai dei jeans scuri e una maglietta nera a maniche lunghe.

Mia madre entrò nella camera disperata, come l’avevo visto solo quando mio padre se ne’era andato. – tesoro, vieni siediti! – disse cercando di riprendersi. Mi stava preoccupando, ma feci quello che mi disse.

Quello che successe dopo sembrava un brutta scena di un film drammatico fatto male.
Probabilmente era la febbre a fare questo effetto.

Non riuscivo a credere a quelle parole.

Non potevo crede che Ashley si fosse suicidata.

- NO!NON è VERO!!!PERCHE’ MI STAI DICENDO QUESTE COSE!?! – urlai alzandomi dal letto. Non volevo crederci. – tesoro, ti prego! Calmati! – disse mia mamma poco convincente dato che anche lei era sconvolta. – NO! LEI NON L’HA FATTO! – continuai urlando, misi le scarpe e presi la borsa. 
Scesi le scale  correndo e usci di casa  fregandomene dei richiami di mia madre.

Salì in macchina e partiì senza neanche mettere la cintura.

Arrivai davanti alla casa di Ashley. Desideravo con tutta me stessa di trovarla in camera sua, sdraiata sul letto ad  ascoltare free fallin. La sua canzone preferita.

Presi le chiavi nascoste dietro ad un vaso accanto alla porta e entrai. Corsi su per le scale e spalancai la porta della sua camera.

Era vuota

Lei non c’era.

Ogni cosa era ferma, immobile e niente era cambiato dall’ultima volta che  ci ero stata.vGirai su me stessa osservando la stanza, notai sul letto un foglio piegato in quattro. Mi avvicinai al letto e lo presi in mano. Su un lato “ for Selena “ era chiara la sua calligrafia. Lo infilai in borsa. Usci di casa rimettendo la chiave al suo posto. 

Il messaggio di quella mattina aveva assunto tutto d’un tratto un senso.

Iniziai a correre lasciando la macchina parcheggiata davanti al marciapiedi. Non ero lucida per guidare.

 



Pov. Harry



 
Stavo passeggiando per il parco, immerso nella musica. C’era poca gente, alcune mamme che parlavano mentre i propri figli giocavano tra di loro. Iniziai a passeggiare nella parte che sembrava più un bosco che un parco. Nonostante la musica, sentivo del pianto e delle grida che mi fecero quasi congelare il sangue. Non so perché ma mi sembrava di averle già sentite.

Usci dal sentiero e camminai verso la direzione da cui provenivano i gemiti.

Una ragazza dai capelli marroni scuri colpiva con violenza un albero, urlando a piangendo.

Era Selena.

Corsi e la fermai da dietro, prendendogli i polsi.

- NON MI TOCCARE!LASCIAMI!!! – urlava cercando  di tornare a prendersela di nuovo con l’albero. – sono Harry! Calmati! Non ti voglio fare del male! – dissi cercando di rassicurarla. Sembrò calmarsi anche se continuava a piangere. Si girò e inizio a darmi pugni sul petto. – è TUTTA COLPA TUA!! L’HAI UCCISA! TI ODIO! è TUTTA COLPA TUA!!!!!  - urlava tra le lacrime. Sapevo che si stava sfogando su di me, ma sapevo anche che ogni parola che pronunciava era  la dannata verità e che ogni pugno era meritato.

Capii che quello che si diceva a scuola quella mattina non era una voce ma la realtà.

Si sfogo del tutto su di me, lasciando macchie di sangue su tutta la maglietta bianca. Le sua mani erano graffiate e ferite per i pugni dati contro l’albero.

– devi medicarti! – dissi appena smise di darmi pugni. –no! Non voglio niente da te! Sto bene! – disse  staccandosi da me. – no non stai bene!sei ferita e  sconvolta! Andiamo a casa mia! – dissi con tono autoritario. – NO! Non vengo da nessuna parte con te! – rispose  quasi urlando. – allora andiamo da te! Non ti lascio cosi e non mi interessa che hai da dire! –dissi con un tono che non ammetteva opposizioni.  Mi guardò negli occhi e si incammino maldestramente, tornando al sentiero.

La seguii.

Per fortuna ero venuto in macchina.

Dieci minuti dopo arrivammo a casa dove non c’era nessuno. Entrò e si diressi direttamente al piano di sopra, io mi limitavo solo a seguirla. Lei entrò in camera sua mentre i svoltai ed entrai in bagno dove presi la casetta di pronto soccorso.

Quando entrai nella stanza Selena era in piedi che guardava fuori dalla finestra. – siediti sul letto! -  dissi richiamando la sua attenzione. Fece quello che gli dissi. I capelli erano arruffati, gli occhi rossi per il pianto e teneva la testa verso il basso. Presi la sedia della scrivania e mi sedetti di fronte a lei. Immersi il cotone con un po’ di disinfettante e le presi la mano iniziando a tamponare.

- che vuoi farmi? – disse piano guardandomi dritto negli occhi. I suoi occhi cioccolato esprimevano paura e potrei giurare anche un po’ di malizia. Ma non riuscivo a capire che cosa intendesse. – adesso che l’hai uccisa sono rimasta solo io da torturare! Che vuoi farmi? – disse  senza spostare lo sguardo.

Sembrava una psicopatica.

Capii che probabilmente pensava che le avrei fatto qualcosa. – non voglio farti niente! - risposi semplicemente. Vidi la sua testa andare per un secondo indietro e i suoi occhi diventare bianchi. – che hai?! – esclamai preoccupato. Posai una mano sulla sua fronte. – stai bollendo! Hai la febbre! – esclamai più a me stesso che a lei. Non riuscì a rispondere che perse i sensi.

Entrai in panico senza sapere che fare.

La presi in braccio e la portai in bagno. La sdraiai per terra. Mi tolsi la maglietta e la immersi nell’acqua fredda per poi appoggiarla sulla sua fronte.

Un minuto dopo riprese i sensi.

– che mi hai fatto?! – esclamò osservandomi spaventata.  – che mi hai fatto?! – ripetè urlando a piangendo. – non ti ho fatto niente, lo giuro! Ecco la mia maglietta te l’ho messa nella fronte! – dissi scandendo bene la parole. Presi la maglia da terra e gliela mostrai.

Sembrò calmarsi.

Era inginocchia per terra che piangeva, non riusciva a tenere il proprio peso e sembra che stesse per cadere da un momento all’altro, cosi l’abbracciai per tenerla. – giurami che non mi toccherai più! Ti prego! – disse quasi in un sussurro. Parlava sotto l’effetto dalla febbre ma sembrava sincera e impaurita come quando qualche giorno prima li venne l’attacco di panico. – lo giuro! – le sussurrai all’orecchio.  – graz…. –

Perse di nuovo i sensi lasciandosi cadere su di me.

La presi in braccio, tornai in camera e l’a sdraiai sul letto. Chiamai sua madre al numero dello ospedale, spiegandole che era svenuta che aveva la febbre molto alta. Mi disse di metterle sulla testa un asciugamano bagnato e che lei arrivava subito. Feci come mi disse e rimasi seduto accanto a lei sul letto.

Non so perché la mia mano era intrecciata alla sua.

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Capitolo 6
*** You are good at keeping promises ***



Sei bravo a mantenere le promesse





“Mi hai portato via tutto
Solo per dimostrarti più forte di me
Se credi che prenderti cura di me
Ti  farà tornare la coscienza pulita
sei solo uno sciocco
e ti sbagli “
 




 
Pov. Selena

Mi svegliai confusa e spaesata. Stavo ancora cercando di ricordare cosa era successo ieri e come fossi finita nel letto quando notai Harry seduto nella poltrona, accanto alla finestra,  che mi guardava serio.

– che ci fai qui? – chiesi mettendomi a sedere, scoprendo di essere solo in reggiseno, mi coprì con la lenzuola. – tua madre è dovuta tornare al lavoro e mi ha chiesto di rimanere con te – rispose  sistemandosi il cuscino dietro la schiena. – quindi devi farmi da balia?! – chiesi  acida. 
– più o meno! – rispose tranquillo. – hai dormito qui? – chiesi di nuovo. – si! era tardi e Anne mi ha fatto rimanere – disse alzandosi  e stiracchiandosi sul posto.  

Anne?!  L’aveva chiamata sul serio per nome.

Tornai sdraiata con la coperta ben stretta tra le braccia. – ieri sera stavi sudando e cosi tua madre ti ha spogliato – disse come leggendomi nel pensiero. – come stai? – continuò avvicinandosi al letto.

Rabbrividì visibilmente, detti la colpa alla febbre e non alla paura per sua vicinanza.

Si sedette sul lato del letto, accanto a me. – sto meglio! – risposi  prendendo  la maglietta che  avevo indossato la sera prima e indossandola , mi alzai svelta dal letto  e mi diressi verso la porta.
Alzarmi cosi di fretta mi fece girare la testa, ma cercai di non farlo vedere.

Entrai in bagno e mi guardai allo specchio. Avevo ritrovato un colorito più sano. Mi  sciolsi i capelli che tenevo legati in una coda. Riguardandomi allo specchio mi accarezzai il bordo del occhio. Non rimaneva più niente del livido. L’unica cosa nel mio corpo che mi ricordava quello che era successo, erano delle leggere linee rossastre attorno ai polsi. Chiusi la porta e chiave e mi misi sotto la doccia.

La mia testa era un caos di pensieri.

Non riuscivo a capire il ragazzo dietro la porta.Prima mi violentava poi mi salvava e si preoccupava per me.

Spensi l’acqua, mi asciugai rapidamente  e mi rivesti.  Appena finito di asciugare i capelli scesi al piano di sotto, in cucina, dove trovai Harry intento a cucinare chi sa cosa. – so fare solo questo! – disse girandosi, lasciando vedere un omelette nella padella. Non dissi niente e  presi dal frigo  una bottiglia d’acqua e due bicchieri e mi servì. Mi porse sul tavolo il piatto con  l’omelette. – grazie – dissi  senza emozione. Mi alzai, presi  le posate e tornai e sedere.

Mangiammo  in  assoluto silenzio.

Appena finì misi il piatto dentro il lavandino e mi diressi fuori dalla stanza quando notai sul bancone  un biglietto.  Era di mia mamma che mi diceva di riposare  e prender l’aspirina se avevo ancora la febbre e infine che mi voleva bene.

La scena di me che urlavo in lacrime contro mia mamma mi passò come un flash in mente.

All’improvviso la consapevolezza della sua scomparsa  mi aveva  fermato il respiro.

 – devo andare dai Linton – dissi in un sussurro  - non puoi uscire… sei ammalata! – replicò Harry che si era alzato. – e poi  probabilmente non saranno a casa, c’è stato appena l funerale – aggiunse. 

Mi sembrava di essere caduta dalle nuvole.

 – cosa? Il funerale?! Quando? -  chiesi girandomi verso di lui e guardandolo per la prima volta negli occhi. – sta mattina al cimitero – rispose come niente fosse. – e TU quando pensavi di dirmelo?! – esclamai arrabbiata. Non disse niente. – devo andare! – continuai  convinta. – tua a madre ha detto di non uscire! – controbatté  bloccandomi l’uscita. 

Questo era troppo, chi si credeva di essere.

 – me ne frego di cosa dice mia madre e me ne frego di quello che dici TU! IO VADO! – sputai con disprezzo. – io vado…. Puoi accompagnarmi o rimanere a qui…. In qualunque caso io esco! – dissi sicura uscendo dalla stanza.

Mi vesti, presi la borsa e usci di casa, sotto lo sguardo indecifrabile di Harry.

Quando arrivai al cimitero era  desolato e umido. La funzione era finita da poco e attorno alla tomba della mia migliore amica c’erano una miriade di fiori bianchi e una sola rosa rossa sulla lapide.

Era il suo fiore preferito.

Mi sedetti sul il bordo della lastra di marmo grigia. Non avevo più lacrime da piangere. Era tanta la mia tristezza che sarebbe stato troppo poco versarle. Mi ricordai del foglio che avevo preso in camera sua il giorno prima. Lo presi dal borsa e l’aprì. Era una lettera  che iniziava con

 “Cara Sel…
 
Se stai leggendo questa lettere probabilmente  sono già morta, ma per quanto possa sembrarti fredda sei l’unica che può capire fino in fondo la mia sofferenza e il perché del mio gesto. Ryan mi ha detto quello che è successo quella sera e quello che Harry ti ha fatto. Sono stata egoista e non sono riuscita a capire che stavi soffrendo quanto me e mi dispiace  tanto per questo.
Non ho più la forza di continuare a vivere, stanca  di dover aprire gli occhi la mattina sapendo che sarà un inferno. Tu invece hai una forza che invidio e sono sicura che riuscirai a sopravvivere e  a ricominciare da dove  ti sei fermata,  più forte di prima. Mi odio sai, sento che è tutta colpa mia e della mia stupida voglia di andare  a quella festa.  Non sarebbe successo niente se ti avessi ascoltato.
Sei la persona più importate della mia vita, non sei solo la mia migliore amica, ma una sorella, una parte di me. Reagisci e vai avanti, non voltarti indietro e se mai lo farai voglio che ti ricordi di me, non come l’amica depressa che si è buttata giù da un tetto, ma della Ashley allegra e pazza, che a volte faceva la bambina, con la quale hai fatto la prima ceretta all’inguine, con quella che hai fatto il bagno nuda a Barcellona e con quella che ti sei ubriacata a capodanno finendo per dormire in una panchina. Non scordarti mai di quanto sei speciale e di quanta felicità tu ti meriti. Tonerò dall’inferno se quello schifosissimo essere prova a torcerti un solo capello.

Ti voglio un infinità di bene e spero che riuscirai a perdonarmi.

Ashley “

 
Non  mi resi neanche conto che intanto si era messo a piovere. Ero bagnata, ma non sentivo freddo.

Alzai lo sguardo dal foglio che tenevo in mano per asciugarmi  una lacrima o una goccia dalla guancia.

 A qualche metro di  distanza  una ragazzo riccio mi guardava serio.  Si avvicinò fino a fermarsi davanti a me. – perché – dissi spostando lo sguardo sugli alberi. – perché cosa? – chiese non capendo. – perché fai cosi? Fingere di preoccuparti di me – risposi tornando e fissare il verde dei suoi occhi. – non faccio finta….. e non so perché – rispose dopo una pausa.

Riusciva a infastidirmi che si preoccupasse per me.

Preferivo   che mi ignorasse e se ne fregasse di come stavo e di cosa mi succedeva

Invece era sempre lì  di fronte a me nei miei momenti peggiori.

- cos’è? Uno gioco psicologico per farmi impazzire e poi sferrare il colpo finale?! – una parte di me credevae temeva che stesse  soltanto giocando con me.  – non sto giocando. Non voglio farti niente te l’ho promesso ricordi? - disse sedendosi sull’erba difronte a me. 

Aveva smesso di piovere e le goccie della pioggia appena caduta cadevano dai rami secchi degli alberi.

 – mi sono reso conto di quello che ho fatto  dopo che sono venuto da te per le ripetizioni….Era per divertimento per darti una lezione, non pensavo che fosse cosi grave. – disse tutto d’un fiato, lo diceva  a se stesso e a me. 

Si stava pentendo, forse?! Sembrava sincero.

 – ti sei divertito sul mio dolore -  dissi prendendo un filo d’erba dal prato. – si  è vero. Volevo toglierti la sicurezza  che avevi e umiliarti –  disse  con aria colpevole. Non dissi niente continuando a giocare l’erba.  – ma non avrei mai pensato di causare tutto questo - continuò incantato ad osservare un punto indefinito.

 - sei tu che hai avuto l’idea? – chiesi in punto in bianco. Mi guardo di scatto, il suo sguardo mi trapassava l’anima. 

Una parte di me, anche se non so che valore poteva avere, urlava che la sua risposta fosse un no.

 – si – rispose serio. – sono stato io a scriverti quel messaggio  quella sera….. sapevo che saresti venuta  per lei! -  rispose.

mi alzai.

Non volevo più ascoltare quelle parole.

 Era  stato tutto un suo piano per darmi una lezione,  perché ero fottutamente diversa dalle altre galline della scuola.

 – sei un verme! Mi fai schifo! Mi hai portato via tutto solo per dimostrarmi che sono debole come tutte le altre ragazze!  Spero  che tutti vengano a sapere quello che hai fatto! Spero che tua sorella ti odi quando saprà che ha un mostro come fratello! –  Urlai mentre le lacrime scendevano lente sul viso.

Avrei continuato a sputare tutto il mio dolore se il contatto delle sua mano sulla mia guancia non mi avesse tolto il respiro.

Di stinto mi toccai la guancia colpita e lo guardai.

Si  era alzato e stava in piedi davanti a me. Le braccia lungo il corpo con la mani chiuse in pugni.  La sua espressione era passata da rabbia impulsiva e vergogna. 
La paura che avevo  di lui  mi fece tremare.

-sei bravo a mantenere le promesse – dissi per poi correre  lontano da lui.
 




Pov. Harry

Cosa avevo fatto.


Il suo sguardo ferito e spaventato   mi stava uccidendo.

Guardai la mia mano.

Avevo promesso a lei e a me stesso che non l’avrei mai più toccata.

Stavo per andarmene quando notai la sua borsa sul bordo del marmo e un foglio stropicciato sull’erba.

Lo presi e me lo misi in tasca.



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Capitolo 7
*** That beautiful smile ***





 
 
  
 
 
 
Mi scappò un sorriso ripensando a quel ragazzo


 
 
 
“ Quando avevo raggiunto il fondo  dell’inferno
Una luce si fa spazio nell’ oscurità
Forse avevo anch’io
un eroe che mi salvasse
prima di cadere”
 




Pov. Selena

 
Gli occhi degli studenti mi seguivano mentre attraversavo il cortile della scuola andando in contro a Ryan che mi aspettava appoggiato alla ringhiera delle scalinate.

Commenti come “oh poverina! “ “è l’amica di quella che si è uccisa” arrivavano alle mie orecchie come sussurri. Cercavo ti mantenere il viso rilassato in un’espressione impassibile, anche se quelle parole ipocrite m’irritavano.

Appena raggiusi Ryan, mi strinse in forte abbraccio. –  lasciali che si fottano! – mi sussurrò all’orecchio dolcemente. Sorrisi perché non era da lui usare quel tipo di parole. –dai andiamo – mi disse prendendo la sua tracolla per poi entrare nell’edificio.

Le prime tre ore passarono  stranamente veloci fino alla campanella della ricreazione.

M’incamminai per i corridoi cercando di  non incontrare Harry. Era l’ultima cosa che volevo dopo quello che era successo.

Mi fermai davanti al mio armadietto, sul quale c’era  disegnata con lo spray  “ slut” (sgualdrina), sotto, una foto attaccata con lo scotch.
Strappai il foglio dall’armadietto e l’osservai : era una foto di Ashley,  di cui s’intravedeva sul il viso contorto in una smorfia di dolore, il resto era coperto dalla schiena di un ragazzo di cui si vedevano i capelli scuri corti.

Cercai di ricacciare le lacrime sentendomi osservata da tutti.

Sopra la foto c’era scritto “ like she “

Era uno scherzo di pessimo gusto oltre che cattivo.

Mi asciugai una lacrima con violenza dalla guancia.

Feci del foglio una palla accartocciata e mi diressi verso l’uscita. Sbattei contro la spalla di Harry che aveva assistito a tutta la scena.

Sapevo  chi era stato.

Usci nel cortile a passo veloce.

Era appoggiato ad un albero con la sigaretta in bocca.

–sei un bastardo! – come hai potuto?! – urlai spigrendolo. Alzò lo sguardo sul mio viso. – sei uno stronzo! Non hai rispetto! È morta per colpa tua! –continuai urlando, lanciai la mano  in direzione del suo viso, ma riuscì a bloccarmi prendendomi per il polso, mettendoci più forza di quanto  servisse.
 
Con una mossa mi spostò, spingendomi contro l’albero.

Avvicinò il suo viso al mio cosi tanto che riuscivo a sentire il suo respiro di fumo.

- non me ne frega niente né di lei né di te! se si è buttata da un tetto non è colpa mia, è solo una stupida! Harry è stato troppo buono con te! E non ci provare con me, le tue accuse non funzionano e te lo ripeto non me ne frega niente di te! Ti consiglio di non provare mai più a fare quello che hai fatto adesso perché non mi faccio problemi a fartela pagare come si deve! Chiaro?! – disse con tono serio.

Il suo discorso fu fermato da una voce.

-ehi amico! Il mister vuole che lo raggiungiamo in palestra adesso! – disse un ragazzo dai capelli castani sistemati in un ciuffo di lato che era qualche metro da noi.

Zayn mollò la presa sul mio polso. – ci si vede SLUT! –  mi sussurrò ancora più vicino. Spostai la testa di lato per la troppa vicinanza. Si staccò e si allontanò raggiungendo l’ amico.

Feci un respiro profondo per calmarmi e asciugai le lacrime.

Presi la borsa da terra e rientrai nell’edificio.

Non capivo come riuscisse a essere così freddo e cattivo dopo quello che aveva fatto.

Scesi le scale al piano terra. Mi presi una bottiglietta d’acqua e m’incamminai verso l’aula di filosofia.

-Selena! –mi sentì chiamare dall’ultima persona  che volevo sentire pronunciare il mio nome.

Mi fermai sul posto senza girarmi.

Mi raggiunse e si fermò di fronte a me.

 – hai lasciato questa ieri al cimitero – disse serio. Teneva in mano la mia borsa nera. La presi osservandola. – il foglio? – chiesi senza emozione.
–si è dentro – rispose passandosi una mano tra i ricci. – l’hai letta? –chiesi vendendolo impacciato. – no -  rispose insicuro.

Non avevo tempo per le sue stupide bugie. Gli passai accanto per poi entrare in  classe.

Appena presi posto  in fondo Harry entrò in aula prendendosi una ramanzina dal professore bisbetico di filosofia per il suo ritardo, rispose in modo arrogante e il prof furioso gli assegno un pomeriggio di detenzione.

Il suo atteggiamento era stato completamente diverso da quello di pochi minuti prima  in corridoi. Riconoscevo l’Harry Styles di sempre.

Dato che Styles lo aveva messo di buon umore decise di interrogare a sorpresa e ovviamente capitai io.






Pov. Harry


Selena si alzò dalla sedia sospirando, mi passò accanto mentre si dirigeva verso la cattedra.

Quel bastardo  si appoggio alla cattedra e fece la prima domanda. Lei era tranquilla, anche se giocava nervosamente con le dita intrecciandole una sull’altra. Rispose alla domanda sicura, poi anche la seconda e la terza, lasciando il prof colpito.

Osservai il movimento dei suoi capelli che passavano da una spalla all’altra, i suoi occhi  che si muovevano osservando il professore e la finestra dietro di lui.

Avevo letto la lettera e lei era riuscita a capirlo.

Qualcosa in lei era cambiato: aveva una freddezza che non aveva prima quando faceva le dura e la stronza. L’avevo notato solo poco prima quando avevo assistito allo scherzo crudele di Zayn.

-bene signorina! Si vede che ha studiato! 8! –disse il prof riportandomi alla realtà.

Fece un cenno con la testa e tornò al suo banco.

 



Pov. Selena


La campanella suonò appena tornai al mio posto.

Rimisi le cose dentro la borsa e uscì dalla classe. Finalmente la giornata di scuola era finita.

Prima che uscissi della porta centrale qualcuno mi fermò per un braccio.

– ciao! – mi girai liberandomi infastidita dalla sua presa. – che vuoi? – chiesi già sapendo chi era. – volevo…. Chiederti scusa per…. – iniziò a dire.
– scuse non accettate! – risposi  aspra, interrompendo il suo patetico tentativo di scusarsi.

Mi girai e uscì.
 



Per il pomeriggio avevo appuntamento con Rayn per uscire, ma mi diede buca con un messaggio appena uscii di casa. Decisi di uscire lo stesso tanto sarebbe stato meglio che rimanere a casa a deprimermi.

Passeggiai per le vie del centro, guardando i vestiti nelle vetrine dei negozi.

Mi diressi verso la mia gelateria preferita. Salutai  la ragazza dietro al bancone e ordinai  un gelato doppio cioccolato.

Andai a sedermi su un muretto di pietra all’entrata.
 

 
Flashback
 

Selena e Ashley erano sedute sul muretto fuori dalla loro gelateria preferita mentre si gustavano un gelato.

-oh guarda quello! – esclamò a bassa voce Ashley  guardando un ragazzo dai capelli scuri e dagli occhi  chiari. – dio,  se è bello! – confermò Selena ridendo. - buono il gelato? – chiese cambiando argomento. – si, ma vorrei assaggiare il suo di gelato! – rispose l’amica maliziosa. – oh che pervertita!  - esclamò Selena ridendo.

 Il ragazzo passò accanto alle  due  ragazze  dirigendosi alla cassa.

– aww ha anche un bel culo! – commentò Selena girando la testa di lato fissando il lato B del ragazzo. – e io sarei la pervertita?! – chiese ironica Ashley. – ma sta zitta! – rispose l’amica spingendolo con la spalla  tra le risate.


fine Flashback 



 
 - Ciao! – girai la testa di lato, il ragazzo dai capelli a ciuffetto, che avevo visto a scuola, si sedette accanto a me sul muretto. – ciao – lo salutai guardandolo: aveva gli occhi di un azzurro mare che ti ci potevi perdere dentro. – ti chiami Selena, giusto?! – chiese mangiando il suo gelato.
– si – risposi. – io sono Louis!piacere! – disse sorridendomi.

Era uno di quei sorrisi  così belli che  non puoi fare a meno di  ricambiare con un sorriso.

– tutto bene? – ti ho visto con Zayn oggi a scuola! – disse tornando serio. – si tutto bene! –risposi facendo un mezzo sorriso finto, come le parole che avevo appena pronunciato.

Finì il mio gelato.

- io vado… ciao! – dissi alzandomi. –ciao! ci vediamo a scuola! – rispose regalandomi un sorriso sincero.

Mi incamminai verso casa.

Mi scappò un sorriso ripensando a quello strano ragazzo.


Louis, mi sembrava.

 








Ciao a tutte scusate tantissimo per il colossale ritardo dell'episodio ma sono stato impagnata con la scuola e altro.... comunque.... ECCO A VOI TA TANNN !!1 spero che vi piaccia e mi farebbe un immenso paicere se recensiste!! bene vi lascio....non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate! ciao ciao Rox :)


 

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Capitolo 8
*** I hated the cause of that smile ***


Odiavo la causa di quel sorriso

 


Cosa sono diventato? e dove ho sbagliato?
Non intendevo ferirti cosi nel profondo
Stai mettendo in dubbio chi pensavo di essere
Sono confuso e ancora non capisco
Cosa vorrei dirti e cosa vorrei essere io per te



( questa canzone è la colonna sonora di questa storia: http://www.youtube.com/watch?v=RiFh_aHHpa4)




Pov. Harry
 

Arrivato al  cortile della scuola, salutai i miei amici che parlavano animatamente del torneo di Football.

- ehi ragazzi! I primi con cui giochiamo sono i Tigersilver! – disse  Josh raggiungendoci. – oh bene! Sarà una vittoria allora! – rispose Zayn togliendosi la sigaretta dalla bocca.

Vidi  Selena attraversare il cortile, il suo viso era  sereno. Passò a qualche metro da noi senza però degnarci di uno sguardo.

- ehi ciao! – urlò Louis  appena la notò. Alzò la mano in un saluto e le sorrise.

Selena si girò verso di noi sorpresa. – ciao! – lo salutò   accennando un sorriso.

Da quando Louis conosceva Selena? E la salutava? E lei ricambiava?!

Passò oltre e raggiunse il suo amico che l’aspettava sulle scalinate dell’entrata.

- oh il nostro Louis si è fatto una nuova amichetta! – commentò sprezzante Zayn pestando la sigaretta a terra.
– si dai…entriamo! –rispose Louis finendo lì la discussione.
 
L’insegnante di matematica era assente così ci fecero rimanere in classe e fare un bel niente.

- da quando saluti Selena? –chiesi a Louis  seduto accanto a me. – da oggi, l’ho conosciuta ieri –rispose togliendosi un una cuffietta dall’orecchio. – ah e avete parlato? – chiesi cercando di non sembrare insistente. – non proprio, ci siamo solo presentati, perché ti interessa?! – chiese puntando i suoi occhi azzurri sui  miei. – ehm niente, cosi per sapere! – risposi vagamente. – ok comunque mi sembra simpatica aggiunse infilandosi di nuovo la cuffietta.
– si – sussurrai appena.

Non so perché mi importasse che Louis e Selena si conoscessero o perché mi desse fastidio che si salutassero. 

Non riuscì a concentrarmi sulle lezioni successive. Continuavo a pensare e questa cosa.

Suonata la campanella mi incamminai per i corridoi alla ricerca di Selena.

La trovai al suo armadietto mentre  prendeva i libri.
 
- ciao! – dissi appoggiandomi  sul armadietto accanto a lei. Mi  guardò di sfuggita continuando a  trafficare con i libri. - stasera c’è il saggio di mia sorella di danza, mi ha chiesto di dirtelo! Alle otto al teatro nazionale!ok…ciao! – dissi tutto d’un fiato e me ne andai per raggiungere i ragazzi.
 




Pov. Selena

 
Harry sparì dietro all’angolo.

Mi appoggiai con la schiena all’armadietto e sospirai.

Qualche giorno prima avevo promesso a sua sorella che sarei andata e vederla al suo saggio, ma adesso non ne ero più sicura.

Presi i libri e tornai in classe.


...


Decisi di andare allo spettacolo di Lara.

Dopo cena iniziai a prepararmi. Mi misi dei Jeans neri, una camicia  blu senza maniche  e degli stivali con il tacco.

Alle otto meno cinque ero dentro  il teatro alla ricerca di un posto. Lo spettacolo iniziò poco dopo.

Vidi Lara  al centro del palco in un bellissimo tutù rosa,  i capelli marroni erano raccolti in un perfetto chignon.
I suoi occhi  verdi si illuminarono quando mi vide tra il pubblico. Mi sorrise contenta e io ricambiai. Con la coda dell’occhio notai Harry dall’altra parte della fila, guardarmi.

Smisi di sorridere.

Lo spettacolo durò quasi due ore e fu  una bellissima esibizione per delle bambine di sei anni.
Misi il cappotto e presi la borsa e mi diressi verso l’uscita quando Lara, seguita dalla madre, mi corse in contro per poi abbracciarmi.

- Sei venuta! Che bello!ti è piaciuto? – chiese contenta. – te l’ho detto che non me lo sarei perso per niente! Certo che mi è piaciuto! E tu sei stata bravissima! –risposi entusiasta.
Sua madre ci raggiunge. – ciao ! io sono Miranda! – si presentò porgendomi la mano. - piacere Selena – dissi stringendole la mano. – bene, tesoro adesso dobbiamo andare che sta piovendo – disse  chinandosi per metterle la giacca. – è stato un piacere signora!arrivederci! – dissi. Lara mi fece abbassare  e mi baciò sulla guancia.

Sorrisi e mi incamminai verso l’entrata.

Stava piovendo e io ero senza ombrello. Maledetta città.

Uscì e mi fermai  appena fuori dalla porta ad osservare la quantità industriale di acqua che cadeva senza sosta.

-ti accompagno a casa! –la voce di Harry  ruppe il silenzio.

-non c’è bisogno! – risposi seria. – non hai molta scelta se non ti vuoi bagnare! –continuò facendo un passo accanto a me.
In effetti aveva ragione, mi sarei bagnata e ammalata se fossi uscita sotto quella pioggia.
-va bene! – dissi rassegnata, mi girai e rientrai  in teatro.
 





Pov. Harry


Sorrisi soddisfatto e la segui mentre si dirigeva verso il parcheggio sotterraneo. La macchina era parcheggiata vicino all’entrata.

Quella sera era meravigliosa.

Selena aprì la portiera davanti e prese posto mentre io  andavo al volante.

Misi la cintura e partii.

Il silenzio regnava e l’unicirumori che si sentivano erano quello del motore e della pioggia. Accesi la radio e partì  best of me dei Sum 41.

Selena guardava la pioggia  dal finestrino.

- Louis mi ha detto che vi siete conosciuti… - dissi ad un tratto.

Speravo che mi dicesse qualcosa di più di quanto  mi avesse detto Louis quella mattina.

Mi guardò in modo strano.

- si ieri, mi ha visto mentre parlavo con Zayn – disse  distaccata.

Parlava con Zayn?!

- parlavo… non proprio – aggiunse ripensandoci. - mi ha detto solo il suo nome, ma sembra simpatico – continuò  guardando la strada davanti.

- Ha un bel sorriso –disse infine.

La scappò un sorriso. Premetti le dita sul volante.

Era la prima volta che mi la vedevo sorridere, ma  odiavo la causa di quel sorriso.

Mi fermai davanti al vialetto di casa sua.

Si tolse la cintura.

- grazie per il passaggio – disse aprendo la portiera. - di nulla, buona notte! – risposi sorridendole.

Sembrava come se non sapesse cosa dire.  – si notte! – rispose alla fine.

Mi decisi ad andare solo quando la vidi chiudere la porta dietro di sé.



Che cazzo stavo facendo.








Ciao ragazze! C'ho messo un'eternità a pubblicare questo episodio ma ecco ce l'ho fatta, meglio tardi che mai come si dice! forse può essere un pò noiso come capitolo, ma qui si inizia a capire la confusa testa di Harry Styles. Spero che vi piaccia  e se è cosi mi farebbe felice sapere che ne pensate, quindi recensite se volete! a proposito della canzone.... IO AMO QUELLA CANZONE! mi emoziona ogni singola volta che l'ascolto e sinceramente la trovo più che perfetta per questa storia.... bene adesso la finisco di blaterare e vi saluto! ciao ciao Rox..

ops...un ultimissima cosa: questo qua sotto è il look di Selena a teatro!


http://www.polyvore.com/cgi/set?id=50732857&.locale=it

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Capitolo 9
*** I want this moment to ever end ***




Voglio che questo moemnto non finisca mai




 

Voglio che questo momento non finisca mai
Vedo per le strade quello che potevamo essere
Dicono che le cose brutte accadono per un motivo
ma siamo ancora dentro a questo limbo
Come puoi essere diventata la parte migliore di me

 

 




 
Pov. Selena



Era sabato.

Era appena passata una settimana dalla festa e tutto sembrava incasinarsi ogni giorno di più.

Ieri sera Harry mi aveva accompagnata a casa dopo lo spettacolo. Era stato gentile e l’odiavo perché non poteva fare cosi dopo
tutto quello che aveva fatto.
 
 
La mia giornata l’avevo trascorsa sul divano davanti alla Tv. Ryan mi costrinse con una lunga telefonata ad accompagnarlo a un concerto  in periferia.

Arrivata la sera mi feci una doccia e mi vestì.

Puntuale come un orologio svizzero, Rayn arrivò a prendermi in macchina.

-ciao! – lo salutai  sedendomi accanto al mio amico che si era accuratamente acconciato per la serata.

Il concerto si svolgeva in un enorme parcheggio appena fuori città.


 
Parcheggiamo all’entrata  e ci aggregammo alla folla davanti al palco.
 
La musica non era male e la band  era brava. C’era gente che saltava e ballava, gente  per terra mezzi fumati e gente che faceva tutt’altro.

-vado a prendere una boccata d’aria! – urlai all’orecchio di Rayn che saltava accanto a Louis.

 Mi fece  di si con la testa senza smettere di ballare.

Mi feci strada tra la folla fino ad arrivare alla fine del parcheggio. Passeggiai  per il piccolo parco accanto.

Camminavo immersa in chi sa quali pensieri quando sentì delle voci.

Istintivamente mi avvicinai al posto da cui provenivano  le voci.

Mi fermai dietro ad un albero,  sorpresa della scena che mi si presentò davanti.

Cinque tizi stavano picchiando un ragazzo  già a terra.

Appena riuscì a vederlo in viso, riconobbi subito il viso di Zayn.

Nonostante la mia voglia inconscia di scappare,  uscì fuori da dietro l’albero.

–che sta succedendo?! –esclamai. Improvvidamente tutti gli occhi, compresi quelli si Zayn, erano puntati su di me.

-niente bellezza! Stiamo risolvendo una questione in sospeso! – rispose un ragazzo alto. –certo…vedo!sai, è da codardi fare cinque contro uno! – dissi seria avvicinandomi di qualche passo.

Il ragazzo sorrise sfacciato. 

- Comunque ho chiamato la polizia che sta arrivando! Forse è meglio che andate - continuai cercando di farli andare via senza che nessun  altro si facesse male, compresa io.

Il ragazzo  lanciò un’occhiata ai suoi amici poi guardò me cercando di capire se stavo dicendo la verità.

Guardò con disprezzo Zayn che intanto si stava rialzando, si avvicinò e gli diede un calcio in pancia farcendolo ricadere in
ginocchio a terra.

Sussultai per il gesto ma non mi scomposi.

Il ragazzo richiamò i suoi amici e se ne andò passandomi accanto.

Appena sparirono tra gli alberi, mi avvicinai a Zayn.

-che cosa hai combinato perché ti menassero cosi – dissi afferrandolo per un braccio, aiutando ad alzarsi.

Si fece aiutare fissandomi.

Aveva un labbro rotto, un taglio sulla tempia e un livido nero che copriva l’occhio e  parte della guancia.

-tutto bene? –chiesi spostando la sua attenzione su qualcosa che non fossi io. - si più o meno – rispose toccandosi  la fronte insanguinata.

-dai vieni! – dissi dirigendomi verso un muretto. –siediti – gli dissi appoggiando la borsa.

Fece come gli dissi.

Tirai fuori dalla borsa una piccola cassettina bianca del pronto soccorso,  presi una garza  imbevuta di disinfestante e iniziai a
pulire le ferite.

Zayn si limitava a guardarmi facendo qualche smorfia per il dolore.

-sul serio… perché ti hanno picchiato?! –chiesi. Ero convinta che Zayn fosse il tipo che picchiava e non quello che veniva
picchiato.

- dice che mi sono scopato la sua ragazza – rispose dopo qualche secondo.- ed è vero? – chiesi prendendo un ‘altra garza.       – si più di una volta anche, ma è stata lei a cercare me – rispose. Vidi puntare un mezzo sorriso beffardo.


-perché l’hai fatto? –chiese all’improvviso, tornando a guardarmi negli occhi. Era una domanda che non mi aspettavo e a cui
non sapevo rispondere.

Non avevo mai notato quel particolare marrone dei suoi occhi.

-non lo so… tutti hanno il diritto di essere aiutati - risposi infine spostando lo sguardo sulla garza sporca. Finì di disinfettare, 
sfiorando con le dita il contorno del livido.

Un’azione che non riuscì a controllare.

Rimisi le cose nella borsa mentre lui si accendeva una sigaretta.

-ne vale la pena? –chiesi.

 –che cosa?! -Mi guardo confuso per la mia domanda. 

–quella ragazza. –

-non lo so… - rispose buttando fuori il fumo lentamente.
 



-Che sta succedendo?! – una voce che non era né la mia né di Zayn richiamo la nostra attenzione.
 






Pov. Harry


 

I miei occhi passavano da Zayn a Selena e da Selena a Zayn.

Lei stava bene: non gridava e non piangeva, era sola seria.

Zayn era messo male. Non so cosa gli fosse successo, ma  ho subito cancellato la possibilità che lei lo avesse picchiato.

 
-non succede niente –rispose Selena.  –ok io vado…..ehm ciao! – disse indeciso Zayn alzandosi e andandosene dopo avermi stretto la spalla come saluto.

- cosa ci fai con Zayn?! –chiesi avvicinandomi a Selena. –niente, l’ho solo aiutato….e poi a te cosa interessa?! –rispose seria. –
niente, ma Zayn è pericoloso, non è da frequentare - dissi mentendo perché in realtà m’interessava.

-tu l’ho frequenti! Questo dice parecchie cose… comunque non ho voglia di discutere con te –disse prendendo la borsa.

Già, Zayn in fondo era un mio amico.

–vado da Rayn per andare a casa – continuò passandomi accanto. – il tuo amico è andato via con Louis! – dissi girando verso di
lei.

Avevo visto Louis e il suo amico salire in macchina e partire, era strano ma non ci avevo dato importanza.

 –che cosa?! Ha lui la macchina! – disse passandosi una mano tra i capelli.

– ti accompagno io a casa, ma prima vieni con me in posto – dissi prendendo le chiavi dalla tasca. –io non vado da nessun parte
con te, voglio andare a casa! – rispose seria prendendo il cellulare. –ok! Dai… - mi arresi dirigendomi verso la macchina
parcheggiata lì vicino.

Salì in macchina  seguito da Selena e partii.
 



 
Il silenzio regnava assoluto.

-casa mia non è da questa parte! – parlò per la prima volta. 

Lo sapevo che da quella non si andava a casa sua perché non ci stavo andando, infatti.

Non dissi niente e continuai a guidare.

-Harry non voglio  andare da nessuna parte! – disse iniziando ad essere agitata.

 –portami a casa Harry !!! – esclamò quasi spaventata. – calmati…. Siamo arrivati! – dissi finalmente, guardandola.

Sbuffò infastidita.

Parcheggiai e uscì dalla macchina. Selena rimase a suo posto per un pò per poi decidersi a scendere anche lei.


-dove siamo si può sapere?! – disse raggiungendomi. – vedrai! - risposi solo, scatenando un altro sbuffo da parte sua.

– dobbiamo salire! –continuai arrivando a una scala di ferro. –non si vede niente! E ti ricordo che sono con i tacchi – esclamò.

Presi il cellulare e  illuminai gli scalini iniziammo a salire.

– è legale quello che stiamo facendo?! –chiese ormai quasi in cima. –come immaginavo! –disse interpretando giustamente il
mio silenzio.

Salimmo tra piani di scale fino ad arrivare in cima.


-Eccoci! – dissi. Il tetto era piatto poi in mezzo era v. – vuoi buttarmi giù – disse guardando in basso. –avrebbe più senso che
fossi tu a buttare me! –risposi cercando di sdrammatizzare la situazione.

–dai vieni! –dissi avvicinandomi  alle tegole che ricoprivano.  

Salimmo sul tetto.

Mi sdraiai  appoggiando la testa sui gomiti.

Selena rimase seduta accanto a me.

-wow è bellissimo! –esclamò guardando davanti a sé il panorama.

Si vedevano le luci di una Londra  piena di movimento e quelle delle stelle nel cielo. Già!  - confermai osservandola, i suoi
occhi stavano sognando.

–ho scoperto questo posto  quasi un mese fa per caso, mi ci sono subito innamorato! –continuai . Si girò a guardarmi e per la prima volta mi sorrise per poi sdraiarsi accanto a me. –stando qua su sembra che tutto sparisca! – dissi rilassato.

 -Già è vero! Non le avevo mai viste in città…le stelle – disse mettendosi un braccio dietro la testa. – mio padre sapeva tutte le
costellazioni a memoria quando ero piccolo – dissi inconsapevolmente.

–come va con tuo padre?! –mi chiese girandosi per guardarmi.

Ricambiai lo sguardo.


–è andato via finalmente! –risposi tornando a guardare il cielo.

–mi dispiace!- mi fece sentire meglio. - mio padre mi portava a ogni compleanno in montagna a vedere le stelle cadenti, mi
raccontava storie e leggende sulle stelle... – continuò.

–e tuo padre?! –chiesi questa volta girandomi io. – è in prigione per droga e abusi domestici, picchiava mia madre  e anche me
qualche volta! –rispose.

Non me l’aspettavo questo.

- avevo  dieci anni quando la polizia è venuta a casa a prenderlo, ma nonostante tutto era il mio eroe -  disse infine triste.
–mi dispiace –dissi sincero. –grazie –rispose.

Chiuse gli occhi e inspirò profondamente.

 –il mio mi portava  alle partite di football  a ogni compleanno, era una nostra cosa – aggiunsi chiudendo gli occhi. – adesso si capisce la tua passione per quel gioco –disse  con un pizzico di ironia. – già…tu la danza?! – chiesi curioso. – è qualcosa che ho dentro, un bisogno…come mangiare o bere… -rispose con un filo di voce. 



–Harry! –mi senti chiamare.

 –si? –

-grazie per avermi portata qui –

-quando vuoi! -



Niente era andato perso, era tutto in gioco.









 

Eccomi qui con un nuovo capitolo!!!
non ho molto da dire in realtà. come vi sembra?!
voglio veramente sapere cosa ne pensate! quindi commentate....
volevo ringraziarvi per tutte le visite che ha avuto questa storia
e anche di chi è stata carina e ha recensito!

vi lascio con le foto  del nostro amico gay Rayn e del  ragazzo sconosciuto che pesta per bene Zayn! :D


godeteveli..


 (Rayn)



 

 

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Capitolo 10
*** _ Is all terribly confusing _ ***



Ero un uragano di pensieri che non capivo





Il tempo passa
Lo so che è troppo presto
Sei il centro di ogni mio pensiero
Sono confuso ho perso il controllo dei sentimenti
Farò tutto quello che serve
affronterò ogni dolore per farti mia







Pov. Selena


 
Sentivo i raggi del sole colpirmi il viso. Mi girai di fianco cercando una posizione comoda in cui mettermi quando qualcosa  mi fece male alla schiena. Il fastidio mi obbligò ad aprire gli occhi, rendendomi conto di non essere in camera mia nel mio letto e che quella cosa che mi dava fastidio era un tegola.

Mi stiracchiai mettendomi a sedere.

Harry dormiva ancora in una posizione che non sembra molto comoda.

- Styles sveglia!- dissi ad alta voce, quasi urlando.

Harry aprì gli occhi e rimase ad osservami mentre scendevo dal piccolo tetto. –ci siamo addormentati ieri! – disse con voce assonnata. - già! – mi limai ad annuire. Presi il cellulare: cinque chiamate perse, quattro di mia mamma e una di Rayn.

 Ed erano appena le nove.

- devo tornare a casa! – dissi seguendo con lo sguardo Harry che scendeva a sua volta . –ok andiamo! –rispose prendendo la giacca.

Iniziammo a scendere le scale.

- EHI VOI! Che state facendo lì?! È vietato salire sul tetto! – una guardia di sicurezza spuntò fuori urlando.

– CORRI! – mi urlò Harry correndo verso il cancello d’uscita. Iniziai a correre mentre il tipo ci veniva in contro anche lui correndo.

Scalvammo il cancello dirigendoci verso la macchina e partimmo.
 
 

Harry si fermò davanti al vialetto di casa mia.

-ok…ehm…grazie! ciao! – mi slacciai la cintura e uscì- - ciao!ci vediamo! – rispose lui mentre chiudevo la portiera.
 
Tranquillizzai  mia mamma dicendole che avevo passato la notte da Ryan e che avevo il cellulare scarico. 
Non ero sicura che se la fosse bevuta ma era in ritardo per il lavoro cosi non gli diede importanza.
 

Passai una noiosissima domenica a studiare  per  il test di storia. Il problema era che delle rivoluzione industriale non me ne importata niente.
 




Pov. Harry


 
Parcheggiai la macchina e mi diressi verso l’entrata della scuola.

- ehi ciao amico! Come ve? –mi salutò Liam. – ehi come stai tu?! Guarito?!ti sei preso una bella vacanza eh! – Risposi scompigliandogli i capelli biondo scuro. – ha ha ha! Si guarito! sai, non vedevo l’ora di tornare in questo schifo di posto! – rispose sarcastico.
 
– ehi Zayn! Ma cosa ti è successo?! – continuo Liam  spostando lo sguardo  dietro di me.

- Ah niente! Una piccola discussione, sai com’è! – rispose fermandosi accanto a me.

- oh per fortuna! E io che pensavo che eri andato a sbattere la faccia contro un palo  una decina di volte! – rispose  biondo. -ahh mi mancava  il tuo sarcasmo! – disse ridendo Zayn.

Una voce dietro le nostre spalle richiamò la  mia attenzione.

A pochi metri Louis parlava con  l’amico di Selena.

-da quando Lou parla con quel frocio? – commentò Zayn accendendosi una sigaretta. – non lo so… ieri sono successe tante cose strane – risposi io osservando Selena che raggiungeva i due ragazzi. 

Zayn mi guardò mentre buttava fuori il fumo.
 
La campanella suonò e tutti iniziarono ad entrare.
 



Prima ora , filosofia. La giornata non poteva iniziare meglio di cosi.

Entrai in classe e presi posto al ultimo banco. Pronto per passare quell’ora a  scarabocchiare sul quaderno.
 

-Harry Styles interrogato! – le parole del prof mi risvegliarono dal momento di trance in cui ero caduto sentendo la sua spiegazione su Aristotele.

–ehm…prof posso essere interrogato una altra volta ieri ho perso la voce! –  dissi facendo la voce più bassa che potevo.

Mi fulminò con lo sguardo. –questa volta va bene, ma almeno stia attento! – rispose  tornado alla lavagna.

Tirai un sospiro di sollievo e ritornai ai disegni.

Appena un secondo dopo una pallina di carta mi colpi la testa. La raccolsi e l’aprì: “ottimo attore! Ti aspettiamo alle 15 all’auditorium se vuoi entrare nel corso!”, mi girai in cerca di chi lo aveva scritto.
Una ragazza dai capelli biondi mi guardò sorridendomi.

Perché sarei dovuto entrare in un gruppo di recitazione?!
 
Bah.
 

Finalmente c’era la pausa  pranzo.

Girai per i corridoi alla ricerca dei miei amici che probabilmente  si erano già catapultati in mensa.
 
- Cavolo Ryan non puoi fare cosi! –


La voce di Selena mi fece fermare di colpo appena dietro all’angolo.

- scusa lo so! Mi dispiace! Ero mezzo ubriaco e tutto preso da Lou! – questa era la voce del suo amico.

– ho capito! Ma cazzo mi hai lasciato da sola in quel posto! Come facevo a tornare a casa dopo eh?! Non puoi fare cosi cavolo! Ero da sola capisci?! e tu non rispondevi al telefono cazzo! – la voce di Selena era visibilmente arrabbiata.

–  mi dispiace ok?! Ma per una volta che ho trovato una persona che mi piace e poi tu sei sparita! – rispose.

– ok allora la prossima volta prenderò la mia macchina cosi tu te ne poi andare dove vuoi con Lou!ciao! ci vediamo! – rispose lei prendendo la borsa e lasciando il povero Ryan in piedi in mezzo al corridoio.

Appena mi vide prese anche lui prese lo zaino e se ne andò come aveva fatto Selena poco prima.

Raggiunsi i ragazzi in mensa e mi sedetti a mangiare.
 
 

Notai che Zayn fissava Selena mentre lei parlava con la ragazza che mi aveva mandato il bigliettino alla prima ora.
– ti sei incantato amico? –dissi spingendolo con il braccio. Mi guardò e mise un boccone in bocca.
 



Pov. Selena
 


Stavo ancora male per la litigata con Ryan.

Per fortuna la mia giornata scolastica era finita.

Usci dalla scuola e mi diressi verso il parcheggio.
 
-ehi Selena! – era  la prima volta che lo sentivo pronunciare il mio nome.

Mi girai mentre Zayn mi veniva incontro.

-Ehi volevo ringraziarti per avermi aiutato l’altra sera! – disse passandosi le dita tra i capelli. – ehm..di niente! – dissi confusa dalle sue parole.

Feci per andarmene.

-aspetta! Cioè io…volevo dirti che ecco so di essere stato un vero stronzo con te ed ecco…mi dispiace! Sul serio! – disse insicuro.

Era la prima volta che lo vedo cosi sincero.

Non sapevo cosa rispondere.

Mi stava facendo le sue scuse.

- ehm..io.. devo andare scusa! – fu l’unica cosa che mi uscì dalla bocca.  

Non me lo aspettavo.

Sali in macchina e parti.
 
 





La mia testa era un uragano di pensieri e sensazioni che non capivo.
 
Come poteva essere che in una sola settimana fosse cambiato tutto?











 

CIAO A TUTTE! LO SO! sono terribilmente in ritardo ma ho avuto molto da fare in questi ultimi mesi e avevo poca ispirazione, ma l'importante e che sono tornata! è stato un pò difficile tornare a
scrivere seguendo lo stesso stile me spero di esserci riuscita!!!!! spero che vi piaccia anche se questo e solo l'introduzione ad altre milioni di cose!!!! lasciate quelche recensione cosi posso sapere cosa ne
pensate!!! bene allora vi saluto! alla prossima! baci Rox

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Capitolo 11
*** You do not know what it means ***


Non sai cosa significa




sono ferma qui, ora
Sono debole e sto implorando pietà
portiamo il peso di non  riuscire a capire
dove avevamo sbagliato
E’ tutto ciò che posso fare per andare avanti
Per salvarmi dal cadere

 






Pov.Selena




Non parlavo con Rayn  da due giorni.
 

Arrivai in classe in ritardo.
Dopo una breve ramanzina da parte del prof di matematica presi posto in fondo,  accanto a Megan, una ragazza dai capelli rossi.

Una pallina di carta colpì il braccio. Aprì il biglietto, riconoscendo la calligrafia.

“mi manchi!”. Viaggiai con gli occhi  per la classe fino a posare lo sguardo sulla figura di Rayn che mi guardava. “anche tu!ho esagerato”. Rifeci la pallina a la lanciai nella sua direzione. Lo osservai sorridere mentre leggeva la risposta.

Trascorsi la lezione a “parlare” via bigliettini con Rayn finchè non suonò la campanella.

Uscì per prima e mi appoggiai al muro accanto alla porta in attesa del mio amico. Appena uscì mi abbracciò.

Quel contatto fu l’unico che non mi fece venire voglia di ritrarmi o urlare.

- devi raccontarmi tutto! – dissi sciogliendo l’abbraccio. – oohh non sai!! – esclamò con un sorriso che nascondeva sicuramente qualcosa.

Mi prese per braccio e ci dirigemmo verso il giardino fuori.


- Ehi Selena!- la voce di Zayn interruppe il racconto contorto di Rayn. – posso parlarti un attimo? – chiese in piedi a qualche mentre da noi. – ehm…si va bene! – risposi confusa. Rayn mi guardò preoccupato. Con gli occhi gli feci capire che andava tutto bene. – ti raggiungo fuori! – gli dissi.

Mi guardò e poi rassegnato si allontanò.
 

- che succede? – chiesi rivolgendomi al ragazzo davanti a me. - senti, ieri te ne sei andata e… - disse tranquillo.

Stavo cercando di evitare quel discorso  da due giorni. Non volevo neanche iniziarlo, ma Zayn ormai non mi stava lasciando scampo.

- si lo so! Mi hai preso alla sprovvista e non sapevo cosa risponderti. – iniziai prendendo un respiro.

 – capisco! Non è facile neanche per me, so che non andavamo d’accordo neanche prima di……. Ma mi ha colpito il fatto che mi hai aiutato al concerto – disse guardandomi negli occhi. – eri in difficoltà e ti ho aiutato, niente di più! Potrei anche dirti che di perdono per come mi hai trattato però non posso proprio perdonarti per quello che hai fatto a Ashley! - Dissi seria, più fredda di quello che volevo essere.

 – volevo solo essere sincero! Non ho mai toccato una ragazza… e se io fossi stato te avrei lasciato che mi picchiassero! Solo questo! – rispose perdendo la tranquillità che aveva prima.

– bè c’è sempre una prima volta no?! Fidati che una parte di me avrebbe voluto lasciarti lì! Cmq…. grazie anche se non credo che la tua sincerità serva a qualcosa ormai –  dissi acida. 

-oh certo adesso si che ti riconosco ! è per questo che è successo tutto quello che successo alla festa! per il tuo stupido atteggiamento, cazzo! – rispose  dando un leggero pugno agli armadietti.

 – ovviamente è colpa mia e magari me lo sono anche meritata! La mia  unica colpa è quella di non essere una stupida cheerleader senza cervello che  la dà a tutta lla scuola e questo non vi da il diritto di fare quello che avete fatto!! – il volume della mia voce era decisamente degenerato.

Ero arrabbiata.

- sei impossibile!! Ti arrabbi con me e poi sei amica di Harry che ti ha picchiata e stuprata! Forse ti è piaciuto come te lo ha messo dentro!! – disse l’ultima frase con  cattiveria e disprezzo.

Il suono del mio schiaffo  sulla sua guancia sovrastò quello delle nostre voci.

 - non ho perdonato…  e non perdonerò mai Styles per quello che mi ha fatto! non ti permettere mai più Zayn! Tu non sai cosa significa! – dissi decisi e seria.

Mi guardò colpito e arrabbiato. Lo vedevo nei suoi occhi.

Presi la borsa che avevo appoggiato a terra e me ne andai.
 
 



La campanella segno la fine della pausa. 

Rayn rimase in giardino per l’ora di ginnastica io invece  mi incamminai verso l’aula di letteratura inglese.

Mi fermai al mio armadietto per prendere il libro quando all’improvviso mi sentì sollevare da terra, stretta in un abbraccio forte.

– ottime notizie!!!ho passato l’esame!! E tutto grazie a te!!! – la voce di Harry risuonò nelle mie orecchie.

Sentivo il suo respiro sul collo.

Ero paralizzata e in panico.

Appena i miei piedi toccarono il pavimento  spinsi via le sue braccia da me e istintivamente mi allontanai dal suo corpo.

Harry mi guardò sorpreso per la mia reazione e alzò le mani in aria.

-non lo fare mai più! – dissi per poi andarmene via a passo veloce.
 
 


Le lezioni finirono e con loro anche la mia schifosa giornata scolastica.

 Appena oltrepassai la porta della uscita posteriore notai Rayn e Louis che si baciavano teneramente mentre si tenevano per mano.

Ero sinceramente felice per loro.

 Mi avvicinai e appena mi videro si staccarono imbarazzati come due 15enni beccati a pomiciare.

-ehm…ciao Selena! – mi saluto timido Louis.

Sorrisi divertita da quella situazione.

- Ciao Louis! Possiamo andare?! – chiesi guardandoli. – si certo! – rispose Rayn  intrecciando la sua mano in quella del ragazzo dagli occhi azzurri.











Ciao a tutte!! vi chiedo scusa se ci metto tanto ad aggiornare ma ho avuto tanti impegni ultimamente  e avevo poca ispirazione comunque sia ecco il vostro capitolo! spero che vi piaccia e commentate per voglio sapere le vostre impressioni e opinioni!! buone feste!!!! ciao ciao Rox

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