Labor of love

di Illunis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Felicità, Eroe ***
Capitolo 2: *** Occhi, Sussurro, Mani ***
Capitolo 3: *** Graffi, Cambiare, Caffè ***
Capitolo 4: *** L'insieme (im)perfetto della somma del nostro volume ***
Capitolo 5: *** Dannazione Jim, sono un pappagallo non un dottore! ***



Capitolo 1
*** Felicità, Eroe ***


Beta: Skadi
Rating: Pg
Genere: Uhm fluff? con una vena di sadismo? Commedia?
Avvertimenti: Nessuno, in caso slash se si vuole e oh, ma andiamo lo sapete no che lo slash è nato con Sherlock e ritornato in auge con Star Trek! (cit. wikipedia)
Personaggi: Spock, Jim Kirk, Leonard Mccoy
Prompt: 010. Felicità, 055. Eroe della tabella di 100per100 (livejournal)
Disclaimer: No, non sono miei *sigh*
Note: Devo imparare a decidere prima su quale prompt scrivere e poi scrivere. Così non passo più mezz’ora a cervellarmi su quale prompt vada bene @.@

 

N.a: Sì ho claimato la tabella di 100per100 con tutti e due i fandom dato che li adoro entrambi (anche se la serie devo ancora finirla) e mi avrebbe distrutto dover scegliere °A°. Uhm, “Felicità” la vedo meglio nella serie, l’altra nel film (credo). Perdonatemi ma vado sempre in palla quando scrivo su un nuovo fandom, avvenimento che accade solamente una volta al secolo proprio perché non sopporto snaturare i personaggi e il non conoscerli alla perfezione mi manda al creatore al manicomio.

Ps: *ride* il titolo l’ho preso a casaccio dalla colonna sonora di Michael Giacchino

 

 

 

010. Felicità

« La sua affermazione è priva di una qualsiasi logica. » controbatté Spock prima che Jim potesse fermarlo dall'insultare l’ambasciatore, involontariamente, dato il diverso modo di percepire una critica. Se solo l’ambasciatore avesse avuto qualche nozione sui vulcaniani non si sarebbe scomposto, non si sarebbe inviperito, non avrebbe iniziato a strepitare fastidiosamente, ma avrebbe concesso a Jim di recuperare in extremis, salvando la missione.
Si voltò verso il fautore di quella discordia e al vedere il suo sopracciglio arcuato in un non riesco a comprendere il motivo di questa sua reazione Jim dovette mordersi le labbra per evitiate di sorridere.
Ah, Spock

 

 

055. Eroe

Se si stava divertendo gli aveva chiesto Jim, era ovvio che si stava divertendo a staccare le spine che ricoprivano quell'idiota che si era buttato giù per un dirupo alla cieca pur di salvare una ragazza.
Ed era oltremodo inutile che Jim continuasse a spiegargli che quella era stato l'unico modo per salvarla - Mccoy l’aveva compreso per conto suo - rimaneva il fatto che la sua mania di fare l’eroe prima o poi avrebbe provocato un infarto al dottore. E giusto per sottolineare il concetto gli strappò a tradimento un'altra spina (con il muto assenso di Spock al suo fianco).

 

 

 

N.a: Sì, la prima persona che mi è venuta in mente “da salvare” è Sulu, sì sono monotona u.u (e ho visto troppe volte il film).

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Capitolo 2
*** Occhi, Sussurro, Mani ***


Beta: Skadi
Rating: Pg 13
Fandom: Star Trek TOS
Genere: Romantico per quanto associare tale parola ad un vulcaniano mi pare un po’ troppo dato che poi non hanno nemmeno una luna u.u
Avvertimenti: Slash
Personaggi: Spock/Jim Kirk
Prompt: 017. Occhi, 068. Sussurro, 019. Mani della tabella di 100per100 (livejournal)
Disclaimer: Eh, no non sono miei ç__ç
Note: Mi sono innamorata del bacio vulcaniano. Probabilmente è colpa del sangue vulcaniano che mi scorre nelle vene - mia madre è sicuramente imparentata con Spock, non può essere davvero umana - ma è da quando ho conosciuto il loro diverso modo di baciarsi che aspiro a scriverci su qualcosa. Praticamente è diventato il mio nuovo kink *_*

Ps. Sono tutte e tre collegate

 

 

017. Occhi

Lasci le sue labbra con il cuore in gola e affoghi i tuoi occhi nei suoi, neri come il manto del mare che la tua amata Enterprise solca, e ti chiedi se sei tu che stai immaginando quel languido bagliore nelle sue iridi. Ti allontani leggermente, terrorizzato d’aver rovinato anni d’amicizia per il stupido impulso di un momento. Flemmaticamente le tue mani scivolano dalle sue spalle per abbandonarsi lungo i tuoi fianchi.
Socchiudi la tua rosea bocca ma prima che venga raggiunta da delle parole la pece dei suoi occhi annichiliscono le tue parole reclamando a sé ogni tuo pensiero.

 

068. Sussurro

Poi le sue sottili e logiche labbra si piegano nelle lettere del tuo nome, in un morbido sussurro che ti avvolge il cuore in una tiepida coltre di certezze - lui ci sarà sempre per te, non ti lascerà mai, mai - e ti rassicura come una dolce melodia.
Una sua mano si frappone fra di voi ed incerta, con due dita, si posa sulla tua bocca. Lasci che un tuo sospiro gli accarezzi la mano, prima che la memoria sul valore vulcaniano di quel tocco ti faccia portare un palmo a racchiudergli dolcemente il dorso, e ad accarezzargli le sottili dita.

 

019. Mani

Lentamente ti perdi nel tepore del legame delle vostre mani e ti chiedi se è il sapere cosa significhi per Spock o il fatto che sia lui a toccarti, a donarti un inusuale appagamento per quel contatto così abituale per un umano.
Porti le iridi a venerare la carne di scienza e logica che sono le sue mani raccogliendo fra le tue anche l’altra che era rimasta inerte, le vezzeggi con piccoli baci sulle nocche - così spigolose contro la tua carnosa bocca -, le culli con le tue dita e con le sillabe del nome dell’amico che hai capito di amare.

 

 

N.a: Sì, insomma, non è proprio un bacio vulcaniano ma si avvicina, no? *si arrampica sugli specchi*

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Capitolo 3
*** Graffi, Cambiare, Caffè ***


Beta: Skadi
Rating: Pg
Fandom: Star Trek XI (2009)
Genere: IDK... comico? (non secondo Jim)
Avvertimenti: pazzia, artigli e pelo e uhm, Au? Esiste una cosa del genere almeno nella serie? (sì, devo ancora finire la serie #sigh #uff e il 2013 è ancora lontano ç_ç) Uhm, e un tocco di slash - mi è sfuggito non è colpa mia! Giuro u.u - se proprio si vuole, eh
Personaggi: il magico trio Jim Kirk, Leonard McCoy e Spock (nominati vari membri qua e là, con una piccola aggiunta dalla serie)
Prompt: 086 Graffi, 083 Cambiare e 067 Caffè della tabella di 100per100 (due doppie drabble e una drabble)
Disclaimer: Niente è mio, tutto è di chi è. #vogliadicitaregliautorisaltamiaddosso
Note: Le scusanti per questa pazzia sono due diamo la colpa ad altri mode: on.
1) L’ho pensata mentre supplicavo il mio gatto di smetterla di tentare di rubarmi la pancetta per la pasta (parole al vento) e l’ho scritta alle tre di notte dopo aver saltellato per mezz’ora per la stanza ululando frasi tipo insonnia vattene via.
2) Le fan-art sono pericolose. Sono come mine inesplose e vaganti. Sono molto, molto pericolose, state attenti! \o/

Ps. Sono tutte e tre collegate

 

 

086. Graffi


Lo guardi - è da quando McCoy l’ha ricondotto sull’Enterprise che lo stai facendo - cercando di convincerti, di nuovo, che tutto quello che è accaduto nelle ultime tre ore sia la realtà e non il frutto delle irrisorie ore di sonno a cui sei costretto da giorni. Ti avvicini al letto dell’infermeria su cui dottor-io-credo-a-tutto-basta-che-ci-sia-un-fondamento-scientifico l’ha fatto accomodare e ti abbassi al livello degli occhi del gatto in cui Spock è stato trasformato.
In un gatto. L’avevano mutato - per errore - in un piccolo, miagolante e peloso gatto nero, estremamente isterico. E no, la scusante del trauma psicologico messa su da Bones non valeva, il ritrovarsi improvvisamente intrappolato in un corpo non proprio non scusava il vulcaniano per averlo graffiato, nemmeno un po’, soprattutto perché trovi molto ingiusto che abbia artigliato te e non Uhura, anche se entrambi avete cercato di fare la medesima cosa. Prendere in braccio Spock sarà l’ultima cosa che farai, la prossima volta.
Sospiri e guardi i solchi rossi che ti ha lasciato, cercando di non pensare al fastidioso dolore che ti provocano e al fatto che forse il tuo quasi-amico non ritornerà mai più com’era.


083. Cambiare


« Jim, non fare quella faccia. » quale faccia? gli vorresti dire, ma al momento l’unica faccia di cui vuoi parlare è quella dell’idiota che ha erroneamente fatto partire quella diavoleria che il dottor Sting insiste a chiamare “idea geniale”, e di certo non sarebbe per riempirlo di elogi.
Cosa c’è di geniale nel trasformare la gente in gatti, poi, solo quel pazzo lo sa.
« Riusciremo a invertire il processo. Non preoccuparti. »
« Certo » sbuffi, iniziando a spazientirti per il fatto che sembri l’unico sanamente preoccupato. Ti eri chiesto se erano tutti impazziti quando pure Chekov aveva espresso interesse su come era successo - solo Sulu gli era sembrato l’unico vagamente preoccupato -, poi ti eri ricordato della inopportuna capacità innata di Spock di portare le menti scientifiche di metà equipaggio a ragionare solo attraverso la logica, quindi avevi dovuto abbandonare l’ipotesi della follia collettiva e abbracciare la teoria d’un epidemia di logicarrite acuta. Il punto dolente è che a volte pure Leonard ne è affetto.
Ti convinci che sia ora che ti impegni sul serio a trovarne una cura nel momento in cui Bones inizia a decantare tutti i possibili rimedi al disastro, ma vieni strappato ai tuoi ragionamenti dai morbidi miagolii di Spock.

 

067. Caffè

Ti blocchi come se stessi vivendo la più importate epifania della tua vita.
Sei sicuro che qualcosa non vada nel tuo cervello per la naturalezza con cui le tue sinapsi hanno collegato la parola adorabile a Spock. Il problema è che continui a pensarlo anche dopo essertene accorto e ti è davvero difficile ingoiare il commento e il sorriso che ti sta nascendo. Eppure non hai mai avuto una particolare predilezione per i gatti - a dire la verità non hai mai avuto un animale da compagnia, per cui non sapresti nemmeno se ti sarebbero piaciuti o meno - per cui t’inquieta la possibile risposta sul perché trovi Spock-il-gatto adorabile.
L’esame dei tuoi scombussolati neuroni però dovrà aspettare perché vedere Bones che muta i propri ragionamenti a seconda dei mormorii del gatto-che-è-Spock-ma-non-lo-è rientra a pieni voti nei momenti più spassosi della tua vita. Il cercare di non ridere e spezzare la linea logica di una possibile soluzione ti è davvero difficile.
Solo nell’istante in cui arrivi a domandarti da quando Leonard abbia imparato a parlare il miagolese capisci quanto in realtà hai bisogno del caffè che l’infermiera Chapel ti aveva premurosamente offerto.

 

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Capitolo 4
*** L'insieme (im)perfetto della somma del nostro volume ***


Titolo: L’insieme (im)perfetto della somma del nostro volume
Raccolta: Labor Of Love
Beta: nessuno ç_ç a quanto pare questo è un periodo orrendo per le bete del mondo quindi se qualcuno ha voglia di sistemarla ben venga \o/
Rating: PG 13
Fandom: Star Trek TOS
Genere: LOL, comico, Au, ma soprattutto LOL (davvero quando l’avrete letto lo capirete) e, credo, forse non so, romantico in qualche modo rettagolarmente storto *ride*
Avvertimenti: ehm, Lego!Au. Oh, e slash.
Personaggi: Spock e Jim, qualcun altro accennato qua e là.
Prompt: 095 Incerto, 054 Treno, 009 Paura, 085 Sollievo, 071 Mente e 032 Stringere per (tutte drabble - che compongono un unica storia - per cui sono morta nel sistemarle @.@)
Disclaimer: Mi dispiace, Gene Roddenberry, per aver scritto questa cosa. Davvero. Forse non quanto dovrei, ehm, ma perdonami! A te Ole Kirk Christiansen invece non chiedo scusa, è tutta colpa dei tuoi Lego e di d1av e della sua fanart, ecco (anche se in fondo li ho immaginati completamente diversi).
Note: Credo d’essere affetta da una specie di mania per i Lego dato che non è la prima volta che tento di scrivere qualcosa basata su di loro e il fandom del momento (adesso sarebbe Sherlock della BBC, ma si sa che con Star Trek non si deve mai abbassare la guardia altrimenti ti vengono fuori cose del genere), avevo tentato con Supernatural - fic poi finita nelle bozze mal riuscite - e ritrovandomi per caso a gironzolare fra le fic del suddetto fandom mi è ritornata in mente la mia vecchia creatura. Poi è arrivato Spock che si lamentava dell’imperfezione dell’incastro fra lui e Jim e da lì in poi non ho capito più niente. #chevitasarebbesenzavolipindarici? (#unavitamoltopiùsemplice)


Ps. Sono Lego - pezzi di plastica - quindi in un mondo che ragiona come Lego il loro calore corporeo è freddo, quindi il freddo è piacevole u.u #credeteciebastaplease




095 Incerto
« Credo che non dovremmo farlo, Jim. » osservò attentamente la mano del capitano stringersi alla sua, meravigliosamente liscia e fredda, così diversa dai suoi mattoncini perfettamente geometrici, ruvidi. Jim era così arrotondato, dolce. « proveniamo da due scatole diverse. » soffiò, imponendo ai propri mattoncini di non avvicinarsi al morbido gelo del capitano.
« Suvvia, Spock, non credo che ci sia nulla di male. » gli sorrise, simile al gatto di Gene - un essere fragile che dopo aver ingoiato Chekov aveva perso quasi immediatamente le sue funzionalità, solo l’altruismo del dottore l’aveva salvato - e gli prese l’altra mano, dando nuovo impulso all’incertezza che logorava Spock.

054 Treno
« Ci incastreremo con un angolatura errata con il rischio di smussarci gli angoli, Jim. » i suoi perfetti angoli a novanta gradi non potevano collimare con gli addolciti spigoli di Jim.
Il suo capitano era così gelido e morbido... come poteva solo immaginare d’avvicinarsi con i suoi mattoncini acuti? Lui che non era dissimile dai duri cubi componenti il treno che aveva scomposto i mattoncini del suo capitano, l’orribile giorno in cui Gene aveva deciso di dover sperimentare quanta accelerazione doveva accumulare quell’arcaico mezzo di locomozione per poter disunire i loro corpi.
L’avrebbe ferito e questa era l’ultima cosa che voleva.

009 Paura
« E non è eccitante? »
Quante volte aveva sentito pronunciare questa frase? Troppe giacché nel 68 percento dei casi poi Jim si era ritrovato con diversi solchi sulla delicata morbidezza dei suoi mattoncini. Nel contarli Spock perdeva ogni volta un pezzettino del proprio controllo vulcaniano, e l’aggiungeva al muscolo cardiaco ormai colmo del timore di perderlo.
« Credo che mi sfugga la sua definizione di eccitante. » ribatté, certo al 97,5 percento che qualsiasi risposta gli avrebbe dato sarebbe stata contraria alla sua idea di ‘eccitante’. Al ricordo delle conseguenze nate da quella parola l’unico termine sinonimico trovato da Spock era un ‘angosciante’.

085 Sollievo
« La mia definizione di eccitante..? » sillabò Jim, con la rosea linea delle labbra a comporre un sorriso che accarezzavano il duro spigolo della mandibola di Spock, con la sua mente piena unicamente del suo nome. « Deve essere qualcosa di pericoloso » gli mordicchiò piano, delicato, l’orecchio e Spock si perse nell’eco della sua voce, risvegliandosi solo quando s’accorse di essere finito fra le sue braccia e, oh, il 78 percento dei loro mattoncini combaciavano, ma non si erano incastrati o scalfiti. « pericoloso e delizioso. »
« E incastrarsi con me lo considera pericoloso e delizioso? » sussurrò stordito dai piacevoli brividi donatogli da Jim.

071 Mente
Un inappropriato desiderio si stava facendo strada nelle diagonali della sua mente: come avrebbe reagito la geometria dei suoi rettangoli e quadrati se si fosse legato a Jim nella totalità della sua superficie? Si sarebbe perso nei suoi raggi e diametri; nei suoi angoli perfettamente smussati, nei suoi inconsiderati atti di coraggio, nella bellezza della sua mente così tonda e geometricamente diversa dalla sua?
E cosa sarebbero diventati? Due parti d’altrettante confezioni maldestramente allacciati, una composizione così irregolare e antitetica da risultare palesemente errata.
Eppure la sua mente, nel piacevole gelo di quel abbraccio, faticava a negargli l’impulso di ricambiarlo.

032 Stringere
Ritornò al presente con il sì alla sua domanda sussurrato sulla guancia, con le braccia di Jim che lo strinsero a sé portando ad 80,7 la percentuale di mattoncini a contatto. Nulla poté contro il brivido che squassò i rigidi legami fra i suoi mattoncini, a nulla servirono l’enunciare il teorema di Pitagora o ricordarsi la sequela di numeri del pi greco per riportare la logica alla sua mente, perché ormai l’amore per l’infinita perfezione della geometria era niente al confronto con l’imperfetto, fievole, fragile e illogico brivido che si insinuava nei quadrati della sua mente quando Jim, semplicemente, l’abbracciava.



Na: perché, ovviamente, non c’è niente di più logico - per un Lego - della geometria XD
E sì, il Gene che fa dubbi e malvagi esperimenti su Jim è QUEL Gene e sì, è praticamente il bambino stile Toys Story che possiede i Lego di Star Trek non so nemmeno se esistono, ma li voglio +__+, e mi è stato impossibile non inserirlo, praticamente si è auto invitato mentre scrivevo e vabbè, ci sta, credo, spero. Per il gatto è colpa della mia gatta-Sylar che gioca con qualsiasi cosa, ma questa è un altra storia ù.ù

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Capitolo 5
*** Dannazione Jim, sono un pappagallo non un dottore! ***


Titolo: Dannazione Jim, sono un pappagallo non un dottore!
Beta: Evaney_Thyla
Rating: PG 13
Fandom: Star Trek AOS
Genere: Commedia
Avvertimenti: Au
Personaggi: Bones!Pappagallo, Jim!Cane, Spock!Gatto e Scotty!Furetto
Prompt: 47 Appuntamento, 56 vittima (doppiadrabble), 26 esoso, 80 prato, 30 Vano, 52 Radio, 43 barile e 58 divano (doppiadrabble) per 100per100 (tabella)
Disclaimer: il loro padrone è il tutto appartiene a Gene Roddenberry.
Note: No, non è Bones che ha problemi di doppia personalità e sì, avete letto bene questa è l'allegra fattoria di zio Gene Bones è davvero un pappagallo ma drovrà subirsi comunque quel spericolato di Jim e sì, sono impazzita del tutto (tutta colpa del mio cane che continua a provarci con il gatto).

 Ps. Momento di autopubblicità: da queste parti troverete - sempre dalla stessa tabella - le drabble dedicate a Khan di STXII #perchéBenedictètroppo #ilfandommistauccidendo

 

47 Appuntamento
Pallida e cerea come un osso – Jim adorava quando Gene gliene dava – la luna gli schiariva l’ampio giardino, il settore a cui era stato assegnato per quel turno. Era una sua responsabilità, come alfa del branco – l’unico sopra di lui era Pike -, controllare il perimetro e vegliare sul sonno degli altri, non si sarebbe lamentato e mai l’avrebbe fatto, ma il tedio rimaneva, pressante, e faticava a scacciarlo. Almeno di giorno poteva riempirsi l’olfatto del delizioso odore di tante belle cagne, e rimanere incantato davanti al cancello a guardarle passare, un appuntamento col piacere che si donava appena poteva.


30 Vano e 52 Radio
« Scotty! » chiamò ansiosamente, la coda ritta e attenta « smettila di tervigisare e vieni fuori da lì. » incastrò il muso nel pertugio in cui si era intrufolato il furetto, cercandone l’odore: era ben lungi dal ritornare indietro.
« Non posso venire » come aveva immaginato. Le parole gli erano arrivate distanti e biascicate. Probabilmente aveva trovato qualche cavo da rosicchiare, la cantina ne era piena, e se Scotty metteva le zampe su un qualsiasi filo poteva anche dirgli che la sua coperta preferita era andata a fuoco e lui non si sarebbe spostato da lì.

« Dannazione, Scotty! Ho bisogno d’aiuto per la missione, non vorrai che i klingon c’invadano il territorio! »
Dovevano stare molto attenti, quella colonia di gatti – loro vicini – della vecchia signora Klingon erano delle scaltre, terrificanti e odiose bestie. Da molto tentavano d’espandere il loro terreno di caccia e finché lui fosse rimasto a capo del gruppo d’esplorazione non l’avrebbe permesso.
« Cosa? Non potevi dirmelo prima? » sbucò dal passaggio, veloce e sinuoso come un anguilla, così rapidamente da far sobbalzare Jim e farlo sbattere contro una vecchia radio « nessuno può permettersi di toccare i miei cavi. »

 

56 Vittima
« Potesti essere più delicato? » guaì Jim cercando nuovamente di grattarsi la parte lesa con le zampe posteriori.
« Stai fermo! » Gli piantò il becco nel fluente pelo ed in un unico movimento gli strappò il groviglio di secchi ramoscelli incastratosi nella pelliccia. « si può sapere » iniziò il volatile a cui Jim aveva dato il simpatico (secondo lui) soprannome di Bones « per quale motivo continui a seguire quel fastidioso orecchie a punta? »
« Ha un buon odore. » si irrigidì al percepire le lunghe unghie di Bones aggrapparsi sulla sua pelliccia per poter esplorarne il corpo.
« Un buon odore? » gracchiò, incredulo, direttamente nelle orecchie così da essere certo che quell’idiota del suo amico sentisse bene. « Come fa un gatto ad avere un buon odore? Che razza di cane sei? »
« Beh, Bones » gli abbaiò « credevo che fossi tu il medico fra di noi e se non sai nemmeno di che razza sono... »
Il volatile non gli rispose neppure, si limitò a staccare, non esattamente con dolcezza, un altro rametto dal lungo e delicato pelo del grandissimo idiota che in un infausto e assurdo giorno aveva scelto come amico.

 

26 Esoso
« Dovresti smetterla di scodinzolare » Leonard sapeva che era come chiedere al sole di non brillare, ma di pazienza ne aveva molta (d’altronde ne doveva spendere un bel po’ solo per lui) «quante volte devo dirti che per i gatti è segno di nervosismo? »
Quell'ammasso di pulci del suo amico non lo stava neppure ascoltando. Trottolava attorno alla casa, gli occhi a scrutarne il perimetro.
Il pappagallo, appoggiato sul dorso dell'idiota - il dondolare ritmico gli ricordava il moto del mare - zampettò più vicino alla testa, allungò il becco e strepitò.
Adorava il fine udito dei cani.

 

80 Prato, 43 Barile e 58 Divano
Doveva prestare attenzione a molti fattori – la zona, il tasso d’umidità, la morbidezza – analizzarli e solo allora procedere. Spock glielo aveva detto e ripetuto – questa è la ventesima aveva precisato l’ultima volta – e lui sistematicamente gli aveva scodinzolato – come poteva essere quello un segno di contentezza Spock non lo capiva, i cani era eccessivamente frenetici e espressivi – per poi darsi allo scavare nel primo spiazzo libero.
« Non sai divertirti, Spock. » gli abbaiò, una volta finito il nascondiglio per l’osso, col muso e manto sporchi di terra (troppo umido, pessimo posto) « stai sempre appollaiato in alto a sonnecchiare»

« I gatti non si possono appollaiare; è una parola prettamente indicativa di un modo di porsi dei volatili » alzò il muso, elegantemente seduto su un barile, la coda scossa da un lieve tremito a denotare il fastidio « vorrei precisare che non sonnecchio » Jim frullò freneticamente la coda (ed era fastidioso, Spock non era del tutto abituato al linguaggio canino), divertito « ma rimango immobile per poter passare inosservato e assolvere ai miei compiti. »
« Conosco perfettamente i tuoi doveri Spock » s’avvicinò, le zampe ora sul legno « però adesso non sei di turno. »

« I klingon non conoscono turni. »
« I klingon non li hanno nemmeno. » si tese verso il gatto, una zampa a grattare sul legno « dai scendi giù, potremmo andare in soffitta ad osservare il cielo o in salotto a guardare l’aquario. » Nominare quel strano rettangolo d’acqua fu un colpo basso, lo sapeva. Vide la coda dell’altro muoversi un poco, indecisa e quasi abbaiò dalla felicità quando Spock scese e s’inoltrò in casa.
Lo raggiunse, trovandolo già sdraiato sul sofà, lo sguardo fisso sui riflessi azzurrognoli e sui sgargianti colori della normale cena di un normale gatto. Ma Spock non era il solito gatto e Jim ringraziava Natura tutti i giorni per questo.
Si accoccolò, il chiarore del suo pelo in risalto con la pece del felino, e non resistette al leccargli un orecchio, velocemente, il ricordo della zampata che ricevette la prima volta che lo fece ben impressa nella memoria.
Spock si voltò, neppure un miagolio o un soffio gli fece, l’osservò coll’affilate pupille dilatate come quando cercava di scrutare le incognite della notte, riportandole poi all’acquario.
Un costante e basso vibrare si espanse dal suo petto fino a giungere al cane più felice del mondo.

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