Aiden

di Vampire98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vita nuova ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Vita nuova ***


 

Aiden.

 

 

 

Mattina, ora di alzarsi. Era il primo giorno di scuola, nella nuova scuola e di certo non volevo fare tardi. Ero agitata e non avevo dormito molto, avevo la testa piena di pensieri.

Sentivo mia madre che andava in giro per la casa, era tesa anche lei. Fino a qualche mese prima abitavamo in Italia io, lei mia sorella e mio fratello, fino a quando mia madre si è risposata con un imprenditore americano.

Dopo il matrimonio (quest'estate) ci siamo trasferite da March, il mio patrigno, e da suo figlio Justin. Mio fratello e mia sorella invece sono rimasti in Italia, vivono da soli, ma comunque abitano vicino a nostro padre.

Mi è dispiaciuto lasciarlo, visto che dal divorzio ero io quella che gli era rimasta più “attaccata”, ma dopotutto non potevo lasciare mia madre con due uomini che non conoscevo, e mi ero affezionata al mio fratellastro. In fondo ero contenta di trasferirmi.

Justin era un ragazzo simpatico, solare e molto aperto; Era alto, magro e biondo, il tipico ragazzo da spiaggia.

Suo padre era venuto in Italia per lavoro e qui aveva incontrato mia madre; da allora io e Juss siamo sempre insieme.

Nei mesi dopo il trasferimento e prima dell'inizio della scuola andavamo spesso in giro per la città e lui mi faceva vedere i suoi posti preferiti. Capitava che incontrassimo qualche suo amico che puntualmente mi scambiava per la sua ragazza.

Infatti eravamo molto diversi: Anche io ero alta, sul metro e 65, ma lui era sul metro e 90; Lui aveva la pelle scura, molto abbronzata, io invece, ero bianca e se provavo a prendere il sole diventavo rossa come un pomodoro; Ero magra, capelli castani, occhi marroni con riflessi verdi (ah, i suoi occhi erano di un bel azzurro), labbra carnose. Ero carina e tenevo all'aspetto, ma non ero troppo fissata con le diete e i vestiti di marca.

Mi avevano iscritto nella sua scuola e avevano chiesto che seguissi alcune lezioni (quelle delle materie che avevamo in comune) insieme.

Mi sedetti sul letto e mi costrinsi ad alzarmi: sono una gran dormigliona. Mi vestii, mi preparai e scesi in cucina. Trovai già tutti in piedi, svegli (“svegli” si fa per dire visto che Juss era ancora in pigiama e non ero del tutto sicura che fosse nelle sue piene facoltà mentali o fosse ancora addormentato) mi salutarono e gli risposi con un sorriso.

-Ciao tesoro!! Dormito bene?- mi chiese mia madre – si, si, sta' tranquilla- le risposi.

Infondo se le avessi detto di no mi avrebbe fatto il terzo grado per sapere cosa mi preoccupava e con un po' di fortuna a scuola ci sarei arrivata solo con un ora di ritardo.

-Juss, hai finito il latte?- gli chiesi quando, aprendo il frigo notai che non c'era il cartone. - Ops, mi perdoni?- sorrisi – Si sta tranquillo, prenderò qualcos'altro – Anche mio fratello, quello vero, aveva il vizio di finire il latte, cosa che mi faceva saltare i nervi quasi quanto quando beveva a canna.

Appena anche Justin finì di prepararsi presi la mia cartella a tracolla e mi avviai verso la porta; speravo solo che non ci fossero troppi problemi, almeno non oggi.

Sentì mia madre che mi chiamò – Aiden ascolta: oggi pomeriggio lavoro ci vediamo questa sera, va bene?- -si va bene, Juss ci sei?- iniziavo a chiedermi se si fosse perso nei meandri della casa visto che ci stava mettendo veramente tantissimo. Per fortuna che ero io la ragazza.

-Si, si eccomi!- uscimmo di casa e ci avviammo alla macchina, una Land Rover Evoque, una delle mie macchine preferite.

-Pronta per il primo giorno?- mi chiese Justin mentre partivamo. Gli risposi solo alla fine della strada perché, la risposta, non la sapevo nemmeno io.

Si ero pronta, però avevo paura. Paura di non trovarmi bene, paura che gli altri non mi avrebbero accettata. Infondo non ero solo in una nuova scuola, ero anche in un nuovo stato e per di più anche in un nuovo continente! La lingua la sapevo ma non così bene.. Feci un gran sospiro: basta con questi pensieri. Ero estroversa e solare e con me cera Justin, sarebbe andato tutto bene. Allora gli risposi - se tu sei con me... Si – Questa volta fu lui a sorridermi – Io sarò sempre con te- allora capii che non avevo niente da temere.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Arrivammo davanti a scuola; era una struttura a tre piani, una parte molto vecchia, l'altra costruita da poco. La parte vecchia sembrava una di quelle fabbriche che avevano costruito agli inizi del novecento: fatta di mattoni rossi e riadattata per uso scolastico, quella più recente era piuttosto diversa, aveva grandi finestre e una struttura in acciaio.

Senza un aiuto mi ci sarei sicuramente persa!! Però dovevo ammettere che era veramente bella e particolare, con quel richiamo al passato e al futuro al tempo stesso. Su alcune pareti c'erano dei graffiti; erano molto belli e per niente volgari – Ti piacciono? - mi chiese Juss in quel momento – Cosa? - ero talmente immersa nei miei pensieri che in quel momento non capì di cosa stava parlando – I graffiti, ti piacciono? - allora mi risvegliai completamente – si sono bellissimi li avete fatti voi? - effettivamente erano proprio belli, ed era strano, pensare che la preside avesse dato loro il permesso di farlo sulle mura della scuola – Si, beh non proprio tutti, solo alcuni ragazzi che hanno problemi a comunicare e sono violenti, per loro il comitato studentesco ha trovato questa soluzione, per farli sfogare e la preside ha dato loro il permesso di.. esprimersi così – cosa estremamente intelligente – Credo di dover andare in segreteria, puoi accompagnarmi? - mentre parlavamo eravamo scesi e ci eravamo avvicinati all'entrata, un gran portone in legno massiccio e, all'interno si vedevano delle scalinate e un corridoio da cui dipartivano altri corridoi più piccoli – Si certo, però mancano ancora dieci minuti, prima vorrei presentarti ad aluni amici, visto che quest'estate non ne ho avuto l'occasione -

Ecco questo era precisamente quello che volevo rimandare a più tardi possibile. Cioè non vedevo l'ora di conoscere i miei nuovi compagni, però avevo comunque una fifa tremenda.-Veramente credo sia meglio occuparmi della scuola, sai capire quali corsi frequento, i professori, le aule, insomma per non rischiare di arrivare in ritardo a lezione e di sbagliare aula – mentre dicevo questo mi avvicinavo alle porte interne della scuola – Aspetta... non è che stai scappando per evitare i miei amici vero? - fregata – Ehm, no perché dovrei?? - non avevo speranze che mi credesse - Aidan, tanto se non adesso, ti costringo dopo!! - all'improvviso una ragazza gridò e chiamo Justin. Ci girammo e una ragazza stava correndo verso di noi con un gran sorriso stampato in faccia – Justin!!! Che bello rivederti! Come mi sei mancato! - e con queste parole si gettò al collo di lui. Questo mi diede il tempo di scappare e andare a cercare la segreteria. Entrai nella scuola. L'ingresso era ampio e aveva un soffitto alto. Sulla parete sinistra c'era una grossa bacheca con qualche volantino e alcune informazioni varie. Su un foglio lessi: “HAI BISOGNO DI RIPETIZIONI? Se si contatta questo numero” c'era anche una data, ed era dello scorso anno scolastico. Molto probabilmente si erano dimenticati di toglierlo. Per fortuna tra quelli rimasti c'era uno che diceva come raggiungere la segreteria, l' infermeria, le aule e la palestra.

Per la segreteria diceva: “scendete le scale difronte a voi, girate a destra e alla prima stanza che trovate sarete arrivati”. Comodo!!

Difronte a me c'erano, sulla destra, delle scale che salivano e sulla sinistra quelle che scendevano. Mi ci diressi piano guardando in giro; i corridoi erano addirittura più di quanti avessi pensato, si diramavano dal corridoio principale e formavano un vero e proprio labirinto. Ero arrivata nel corridoio della segreteria e c'erano davvero molte stanze: Segreteria, Presidenza, Infermeria, sala fotocopie... Entrai nella prima porta sulla destra e vi trovai due lunghi banconi, uno difronte all'altro con dietro due segretarie intente a smistare fogli. Non si erano accorte della mia presenza. Per attirare la loro attenzione mi schiarii la voce – Salve – Tirarono su la testa mi sorrisero e una delle due mi disse – Ciao cara, la scuola non è ancora aperta, lo sai? - arrossii – si lo so, è solo che sono nuova mancavano pochi minuti e ho pensato di venire così potevo fare le cose con calma senza rischiare di arrivare in ritardo – dissi, ma credo che mi presero comunque per pazza – capisco. Beh dovremmo comunque farlo, presto o tardi. Ora, compila questi fogli, scrivi tutti i tuoi dati e poi riconsegnamelo.- Per compilare tutti i fogli impiegai una decina di minuti. - Grazie. La tua prima ora è quella di musica, l'aula è la C10, con il professor Tambara Mauritio e per raggiungerla... - in quel momento la porta della segreteria si aprì e si sentì un gran fracasso; evidentemente i ragazzi stavano iniziando ad entrare. Sulla soglia c'era Juss con alcuni ragazzi dal fisico aitante al seguito lui si girò e disse loro – Sentite ci vediamo dopo, Okay? - qualcuno annuì altri fecero un cenno con la mano e se ne andarono.- Era la squadra di basketball. Signora sono suo fratello la accompagno io – la segretaria ci guardò con aria stralunata ( vi ricordo che io sono castana e lui è biondo) ma non disse niente. Salutammo e ci avviammo all'aula di musica – Sai sei proprio una codarda – mi disse dopo la prima rampa di scale – No è solo una forma alternativa di coraggio – gli risposi. Facevo molto spesso umorismo, cosa che a molti non andava a genio. - Coraggio o no dopo conoscerai almeno metà squadra e alcune ragazze – pensai a cosa rispondere e poi gli dissi – sai qualche amicizia posso anche farmela da sola!! - si certo ma così è più veloce – mi rispose. Inutile discutere. Ci dirigemmo verso l'aula, che trovai ampia e tecnologica con computer, LIM (lavagna interattiva multimediale) e alcuni stereo. A quanto pareva il professore di musica era anche quello di informatica. Ci sedemmo in fondo e iniziò la lezione. Alle dodici finirono le lezioni mattutine e Juss mi portò nel cortile che era collegato ad un parco il che lo rendeva un ottimo posto dove ritrovarsi dopo la scuola. Ci avvicinammo a un gruppetto formato da quattro ragazzi e tre ragazze, alcuni giocatori della squadra di basketball e due cheerleader; La terza frequentava il mio corso di arte, ed era la stessa che quella mattina era saltata in braccio a Juss. Uno dei ragazzi ci salutò e mi chiese – tu devi essere la nuova sorella Js, giusto? - sorrisi, imbarazzata – Si sono io – mi sorrisero – Piacere di conoscerti – tutti i ragazzi mi salutarono e si presentarono. Anche se a fatica avrei imparato i loro nomi. Arrivò anche il turno delle ragazze – Ciao io sono Zoe – si presentò l'unica senza la divisa da cheerleader - è un vero piacere conoscerti Js ci ha parlato molto di te!! - o ma che bello – noi sami il capitano Alexis – e indicò se stessa – e la mia vice Mia – e indicò l'altra ragazza – ero davvero curiosa di conoscerti... sai ci servirebbe un' altra ragazza in squadra, se ti interessa c'è un posto libero – o mamma. Ma anche no – Grazie anche per me è un vero piacere conoscervi, ma temo di dover rifiutare la vostra offerta, io non sono proprio una cheerleader... - il capitano mi guardò storto – come vuoi l'offerta è sempre valida. - guardandola mi accorsi che era proprio una bellissima ragazza: alta, magra, sportiva, bionda... forse era la più bella ragazza che avessi mai visto. Aveva quel genere di bellezza che si racconta nei libri, forse come Rosalie in Twilight. L'unica differenza era che non era un vampiro, almeno non lei. Comunque, mentre parlavamo arrivarono altri ragazzi della squadra, che comportarono altri sorrisi e altre presentazioni. A un certo punto Juss chiese – dov'è Ethan? - un ragazzo con i capelli rossicci rispose – è col coach. Poi mi spiegò – Ethan è il mio migliore amico, volevo presentartelo... sarà per la prossima volta. - wow non avevo ancora conosciuto tutti – certo va bene – un ragazzo richiamò la nostra attenzione – stasera venite? - lo guardai dubbiosa e gli chiesi – venire dove? - Un sorrisetto beffardo si dipinse sul suo volto, il quale mi fece capire che la risposta non mi sarebbe piaciuta – ogni anno, quando inizia la scuola noi facciamo una specie di censimento, per vedere chi c'è e chi non c'è e lo facciamo anche come buon augurio per l'anno che inizia – decisamente non mi piaceva. - verrete vero? - chiese speranzosa Zoe – Certo - la rassicurò Juss – a stasera.

***

 

Erano le sette e mancavano due ore alla “Festa”. - Ti prego non ho per niente voglia di andarci – dissi nell'ultimo, disperato tentativo di esonerarmi dal “censimento” di quella sera – non se ne parla tu ci vieni hai promesso – disse con aria da saputello – No mi dispiace però tu hai promesso non io!! - fa niente la mia parola vale anche per la tua-. Mi arresi. Era inutile, mi ci avrebbe trascinato con forza, tanto valeva andarci. Via il dente, via il dolore. - D'accordo, mi preparo -

Scelsi un vestitino nero e anonimo, anche se molto carino. Ero solare, facevo molto umorismo e non sempre ero seria però il mio modo di vestire non rispecchiava per niente il mio carattere: vestivo quasi sempre con colori scuri, grigio, nero, blu. Presi uno scalda cuore grigio da abbinare alle scarpe col tacco (12) e lo indossai; aveva anche due taschine perfette per infilarci il cellulare.

In quel momento quel farabutto del mio fratellastro mi chiamò – sei pronta?? - sospirai e scesi le scale – certo, come no – sussurrai – va che ti sento – detto questo entrammo in macchina e andammo alla festa.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


 

La prima cosa che vidi fu un mucchio di gente. C'erano un sacco di ragazzi (e ragazze) che ballavano a ritmo della musica sparata a tutto volume. Volevo proprio vedere come avrebbero fatto un censimento in mezzo a tutto quel casino. In pratica era solo una scusa per fare un po' di baldoria fino a tardi. Justin mi trascinò fino a una stanza in cui c'erano la squadra e alcune ragazze che parlavano, ridevano, bevevano... ma questo era solo un particolare. Vedendoci arrivare ci salutarono e ci offrirono due bicchieri di quella che pensai essere birra o comunque un alcolico. - no, grazie – rifiutai io e li liquidai dicendo – Qualcuno dovrà pur guidare per il ritorno – e sorridendo – immagino che nessuno di voi si offrirà, così... - Qualcuno annuì, qualcun' altro alzò le spalle e passammo un paio d' ore a parlare; il discorso principale eravamo io e Juss, ma parlammo anche di sport, ragazze, ragazzi e scoprì che durante queste “feste” l'argomento scuola era tabù. Cosa che mi andava perfettamente a genio. A un certo punto un ragazzo grosso, muscoloso e dall'aria poco raccomandabile chiese a Justin – dov'è Eth? - e prima che potesse rispondergli un altro ragazzo, piuttosto smilzo e basso disse – è uscito poco fa, non so dove sia andato – Js scosse la testa e si rivolse a me – sembra proprio che il destino non voglia farvi conoscere!! - si sbagliava e di grosso e l'avrebbe capito presto, comunque lo rassicurai – Prima o poi lo conoscerò, non disperare – gli feci il sorriso più convincente che mi riuscì e ci riallacciammo alla conversazione. Dopo un' altra mezzora di chiacchiere una delle cheerleader si alzò in piedi e disse – Andiamo a ballare?? Adoro questa canzone!! - le ragazze la seguirono, mentre la maggior parte dei ragazzi venne trascinato sulla pista a forza. Justin cercò di portarmi con se, ma di ballare non avevo proprio voglia, così gli dissi di andare e divertirsi. Rimasta sola, in una casa che non conoscevo mi sedetti e pensai a cosa avrei potuto fare. Non riuscivo a pensare, visto che c'era una puzza di fumo terribile. Decisi di uscire sulla terrazza per prendere una boccata d'aria e, una volta fuori mi accorsi che qualcuno aveva avuto la mia stessa idea. Sul dondolo sedeva un ragazzo con i capelli castano scuro, muscoloso e per quanto potevo capire anche alto. Mi avvicinai piano e schiarendomi la voce gli dissi – posso sedermi? - quando si voltò accadde una cosa incredibile: i suoi occhi incrociarono i miei e mi colpì una bellezza inconcepibile; Non era una bellezza sovrannaturale anzi, era semplice, ma bellissimo ed il fatto di essere una bellezza così umana lo rendeva ancora più mozzafiato.

I suoi occhi erano profondi, mi sembrava di caderci dentro e vi leggevo un profondo dolore, qualcosa che lo aveva segnato per sempre. Erano di un marrone scurissimo, quasi nero. Riemersi da quei ragionamenti quando lui mi rispose – certo – anche lui per un momento era rimasto a fissarmi e arrossendo mi sedetti vicino a lui. Aveva in mano una bottiglia di birra. Sembrava pensieroso, mi sentivo in dovere di dire qualcosa, anche se non sapevo cosa. Fortunatamente fu lui a rompere il ghiaccio – Tu che scusa hai per essere qui fuori tutta sola? - l'aveva detto con un filo di ironia – Nessuna valida effettivamente... non ho voglia di ballare – Mi guardò con quei suoi occhi rapitori – Per questa volta credo che possa andar bene come motivazione – chissà se era u briaco, speravo di no – e la tua scusa? - ci pensò su – problemi in.. famiglia – pronunciò la parola 'famiglia' in modo strano – d' accordo la tua è meglio della mia – Com'era possibile che tutte le persone con problemi le trovavo io? Pensai che, forse, era perché io prima di tutti ero problematica e di certo di grattacapi ne ho sempre avuti tanti. - sei nuova vero? - mi chiese dopo qualche secondo di silenzio – si, si capisce tanto? - fece un sorrisetto mal camuffato – No, non così tanto... okay solo un pochino forse - era sincero, bello – Io sono Ethan, piacere – si presentò, era anche simpatico – Piacere mio, io sono Aiden – poi mi venne un flash – Ethan? Conosci Justin Moore? - Ethan era il nome del ragazzo che Js voleva farmi conoscere – Si. Justin è il mio migliore amico, perché?- pausa – Beh sarà contento – è da quando sono arrivata che vuole farci conoscere – gli si illuminò il volto come se avesse appena capito qualcosa di fondamentale – tu sei la sorellastra di Juss, vero? - wow che bello, aveva mi conosceva... era strano l'effetto che mi faceva parlare con lui. Era come se sapevo di potergli dire tutto anche se non lo conoscevo. Forse era perché ero ancora convinta che fosse ubriaco... o forse no. - si sono io – mi mancava il fiato... no ti prego no!! non volevo prendermi una cotta, non ero mai stata fortunata in amore. - Beh, immagino che ci vedremo spesso allora... - ci pensai un' attimo poi gli chiesi – ed è un problema? - mi guardò in modo strano poi mi sorprese – In realtà ci speravo – perfetto adesso era certo: mi piaceva. - Anche se devo ammettere che ti avevo immaginata diversa – pensai che un po' di sarcasmo potesse andare in quell'occasione - Mi avevi immaginata come una cheerleader, bionda, agile, e festaiola? - sorrise – di certo non pensavo che facessi dell'umorismo, comunque pensavo che fossi solo un po' più... “stronzetta” - è così che immagini le ragazze italiane? - mi rispose subito senza pensarci sopra due volte – è così che le conosco. - sospirai – hai conosciuto quelle sbagliate... comunque hai ragione, sappiamo essere piuttosto “stronzette” - lo stavo sfidando anche se sapevo che aveva ragione. Alcune ragazze sapevano essere davvero cattive. - Sai credo che tu non sia una di quelle - gli risposi – No, è vero, ma solo con chi non si mette contro di me – mi guardò e rispose – Allora credo di aver scelto da che parte stare – andavamo d'accordo, ero al settimo cielo... diciamo anche all'ottavo!! - sai mi chiedevo cosa posso fare per guadagnarmi la tua simpatia? - pensai a cosa rispondere poi dissi – sorprendimi... -

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