L'importanza di essere Tonks

di Nisi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La quiete prima della tempesta ***
Capitolo 2: *** Progetti di vita comune ***
Capitolo 3: *** Il matrimonio è una malattia contagiosa ***
Capitolo 4: *** Trappola per Tonks ***
Capitolo 5: *** Nei panni di Harry Potter ***
Capitolo 6: *** La cena delle beffe ***
Capitolo 7: *** Colpo gobbo alla francese ***
Capitolo 8: *** 1 + 1 ***
Capitolo 9: *** Una questione di stoffa ***
Capitolo 10: *** Fiori & Piante ***
Capitolo 11: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** La quiete prima della tempesta ***


Le punte dei capelli le erano diventate di un giallo chiassoso che, accostato al marroncino spento dei suoi capelli, risaltava ancora di più.

Lo aveva piantato in asso, li aveva piantati tutti in asso ed era uscita a schiarirsi le idee, nel parco.

A passo di carica aveva lasciato il castello alle sue spalle, non prima di essere inciampata maldestramente in un gradino di pietra. Ci era mancato poco che cadesse a faccia in giù.

Maledicendo per l’ennesima volta la sua impiastraggine, dopo pochi passi lunghi e veloci si ritrovò accanto al lago.

Quello era un luogo nel quale si trovava a suo agio, fin da quando era arrivata ad Hogwarts ed era stata smistata dal Cappello Parlante a Corvonero.

Accidenti a lei ed alla sua boccaccia: sembrava che non riuscisse mai a controllarla e da quando si era innamorata di Remus Lupin, la situazione sembrava essere drammaticamente peggiorata; anche la sua sbadataggine, tanto che sua madre, esasperata, le aveva comprato piatti e tazze fabbricate in plastica, un materiale babbano estremamente resistente.

Doveva ammettere che era stata una gran bella idea, riflettè Tonks, ma al momento si era sentita offesa; d’altra parte, non ne poteva più di spendere una gran parte dello stipendio per ricomprare le stoviglie e le suppellettili che finivano nella spazzatura solo dopo due giorni di permanenza nel suo stipetto.

Tutte le volte che entrava in un negozio di casalinghi, i commessi le rivolgevano dei gran sorrisi: l’arrivo di Tonks significava sempre e comunque un incremento di fatturato.

Stupido-lupo-mannaro di un Lupin.

Maledetto Grifondoro testardo.

Sempre così schifosamente nobile, pensò dentro di sé Tonks.

La sua nobiltà se la poteva mettere nel…

Se solo non fosse sempre così… controllato ed ansioso di fare la cosa giusta.

In effetti, non poteva biasimarlo se l’aveva scaricata: lui un uomo così serio e posato, mettersi con una Metamophomagus come lei. Non si considerava poi questo granchè come strega.

Però le ragioni che Remus aveva addotto non coincidevano esattamente con le sue.

Troppo vecchio;

troppo povero;

troppo pericoloso.

Ma che barba.

Sospirò rumorosamente.

Scemenze.

Lui era troppo affidabile, non si lasciava mai andare.

Beh, non sempre.

Tonks arrossì ripensando a quella notte di qualche settimana prima durante la quale Remus si era lasciato andare … o quasi.

Fino al momento in cui il nobile Grifondoro che era in lui aveva preso il sopravvento ed aveva tolto le mani che fino a qualche istante prima vagavano indisturbate sotto la sua maglietta delle Sorelle Stravagarie.

E le aveva pure chiesto scusa!!!

Secoli prima, comunque.

Prima che succedesse tutto quel putiferio di quei giorni.

Si era seduta per terra ed aveva cominciato a strappare i fili di quell’erba così verde, finendo così per tagliarsi.

Una goccia del suo sangue cadde sul terreno e venne assorbita immediatamente da quella morbida terra scura.

La goccia che fa traboccare il vaso, e le lacrime colmarono i suoi occhi.

Sbuffò esasperata.

Non voleva più piangere, almeno non per Remus Lupin.

Pensando a Silente, riflettè che c’erano ben altri motivi per lasciarsi andare ad un pianto disperato.

La morte del Preside era il peggiore.

Voldemort era un altro, tanto per dire.

Piton era un altro motivo ancora.

Ma Remus Lupin era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.

Incapace di stare ferma cominciò a mollare calci furiosi alla ghiaia, accompagnando ogni pedata con parolacce colorite quanto i suoi capelli.

Forse di più.

“Ahia!!!”

Una voce d’uomo che ben conosceva aveva mugolato dal dolore.

Quella voce apparteneva a Remus J. Lupin.

Il tirocinio da Auror almeno era servito a qualcosa.

E cioè a fornirle l’autocontrollo necessario per trattenersi dall’aggredire fisicamente il suddetto Remus J. Lupin, responsabile di tutte le sue giornatacce da almeno un annetto a quella parte.

Balle, Tonks, si disse la Metamorfomagus, in un rigurgito di sincerità: eri incerta se tirargli dietro la ghiaia oppure cacciargliela a viva forza in bocca e fargliela inghiottire.

“Nimphadora…”

“Ti ho detto che sono Tonks, LUPIN”, sibilò Tonks mentre pensava perplessa che non fosse il massimo della coerenza voler picchiare a sangue un uomo… un lupo mannaro… o quel cavolo che era, ed allo stesso tempo volergli saltare addosso per…

Tanto i suoi vestiti erano già tutti stracciati.

Remus, imperturbabile come sempre le si avvicinò.

Tonks si ficcò le mani nelle tasche dei jeans per impedirsi di aprirgli le braccia.

“Senti, Nimphadora. Io penso ancora di essere troppo vecchio, troppo pericoloso e troppo povero per te, ma…”

Tonks sentì che il cuore aveva cominciato a batterle così forte che lo sentiva anche nelle orecchie.

“Ma?????”

“Io penso che tu meriti di meglio, Dora… Tuttavia…”

Fammi morire, Remus Lupin!

“Tuttavia???”

“Ci ho pensato, a quello che ha detto la McGrannitt, e…”

“E???”

“Tonks, se tu mi vuoi ancora… Io sono tutto tuo!”

E finalmente, un sorriso gli illuminò quel volto spesso segnato dal dolore.

Ora che sapeva di poterlo avere, Tonks non ci voleva proprio credere.

Era troppo bello.

Cioè, era bello lui ed anche il fatto che ora fosse ufficialmente suo.

Tonks gli sorrise timidamente in tralice:”Ma allora è vero che sei tutto mio, Remus? Voglio dire… proprio tutto tutto?”

Il viso faceva pendant con i capelli che erano diventati di un bel rosso scarlatto.

Remus scoppiò a ridere e la prese tra le braccia, teneramente:”Ma certo, tesoro mio. Sono tutto tuo, anima e corpo”.

Anima e corpo?

WOWWWWWW!!!!!!!!

“Sono stato così stupido, così stupido e così perso nella mia autocommiserazione che non mi sono reso conto che avrei potuto perdere anche te, amore mio. Ti prometto che quando saremo sposati, sarà tutto diverso…”

SPOSATI? No, calma un attimo…

Ed ora, cari lettori, se questa fosse stata una fanfic normale e seria, Remus mi avrebbe dovuto baciare (con la lingua) e poi musica di violini e roselline dappertutto.

Ma invece, questo è stato solo l’inizio di un lungo incubo. Voglio dire, come si può pretendere che una Metamorfomagus impiastra come la sottoscritta organizzi il suo matrimonio?

Infatti non lo ha preteso nessuno…

e mi hanno affibbiato quella lagna francese per aiutarmi.

Ho il forte sospetto che in realtà Ginny volesse solo sbarazzarsi di lei...

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Capitolo 2
*** Progetti di vita comune ***


La maggior parte di voi penserà che mi stia dando di volta il cervello perché non gli salto addosso dopo quelle parole, dopo quel ”Se mi vuoi ancora, io sono tutto tuo”.

Ci ho provo, a dire la verità, ma inciampo in una radice che spunta dal terreno.

Sono talmente presa dal mio amore che non guardo dove metto i piedi.

Beh, a dirla tutta, io dove metto i piedi non guardo MAI.

Tanto è perfettamente inutile visto che inciampo lo stesso.

Per cui plano a volo d’angelo e con la grazia di un ippogrifo strafatto di burrobirra, tra le braccia di Remus.

Meglio: mi ingarbuglio tutta nella stoffa della sua veste.

Non rischio il soffocamento in quanto la stoffa è strappata in più punti.

Riemergo boccheggiando e, non trovando di meglio, scoppio a piangere.

Non per la commozione, ma per la rabbia, per il sollievo, per tutta la sofferenza che quella testa di mulo CI ha causato per tutti questi mesi.

Remus fa un’espressione buffa. E sì che dovrebbe essere abituato a vedersi gente frignare davanti: lui è il confidente di almeno tre quarti dell’Ordine della Fenice. Il quarto mancante, o è morto, o fuori sede o si chiama Severus Piton (che il diavolo se lo porti!). Ma riprende subito il controllo e, sorridendomi, mi passa un braccio attorno alle spalle e mi fa sedere sul primo masso disponibile. Un masso piatto, in modo che io non rischi di scivolare.

Caro Remus, pensi sempre a tutto.

E poi, poi mi prende tra le braccia e mi bacia la tempia.

Gli piace baciarmi lì, non ho mai capito perché; dopo prende a scendere piano piano.

“Mf pfcc d pf qufnd h cfpl rs..”

Lo sento bofonchiare mentre cerca di baciarmi lo zigomo.

“Eh???” mi sorprendo a chiedere interrompendo quel momento di romanticismo.

Lui si stacca da me ed affonda le dita tra i miei capelli.

Tira una ciocca pensoso, e poi mi guarda:”Ho detto che mi piaci di più quando hai i capelli rosa, Tonks”

Io guardo giù e vedo che i miei capelli sono tornati del mio solito colore.

Gli sorrido.

Lui mi sorride:”Sono belli così. Non sono molto naturali, ma è così che ti preferisco, Dora”

“Mi chiamo Tonks” sospiro debolmente mentre vedo che Remus si avvicina piano piano a me.

Lui ridacchia sornione (non lo avreste mai pensato che il serissimo Remus J. Lupin potesse ridacchiare così?) e continua ad avvicinarsi.

Troppo piano, per i miei gusti.

Ora sento il suo respiro sul viso e chiudo gli occhi.

Baciami Remus.

Il suo naso strofina delicatamente il mio, mentre sento che inala.

Vabbeh che sei un lupo mannaro e che devi fiutarmi, ma sbrigati, per Merlino: non puoi lasciarmi così, appesa ad un bacio che non arriva. Già ne hai da farti perdonare… Devo essere più trasparente di quello che penso: riesco a camuffare il mio aspetto ma non le mie emozioni, perché Remus mi sussurra ad un orecchio:”Tonks, sei troppo impaziente.”

Sto per mandargli una maledizione Cruciatus, per fargli capire meglio il concetto di pazienza, quando sento le sue labbra che cominciano ad accarezzarmi più dolcemente di quanto possa sopportare.

Incomincio a sciogliermi lentamente contro di lui.

L’amore è una maledizione Imperius estremamente potente sotto mentite spoglie, infatti in questo momento Remus potrebbe farmi fare tutto quello che vuole ed io acconsentirei a qualunque cosa mi proponesse.

Arrossisco mentre penso alla mia personale idea delle proposte che vorrei che Remus mi facesse, ma i miei ardori sono prontamente spenti dalla pioggia che ha preso a cadere insistente dal cielo.

Ora, qualcuno potrebbe fare una battutaccia sul fatto che stia piovendo e che questo coincida con il fatto che Remus si sia deciso a venire a patti con la sua testardaggine e con i suoi sentimenti.

Ma si da il caso che siamo in Scozia e qui piove sempre.

Mi piace pensare che sia di buon auspicio questa pioggia e che, cioè, io riesca a far ragionare il mio lupacchiotto (non sa che lo chiamo così ed è meglio che non lo sappia).

Remus si avvia tranquillo verso il castello ed io gli trotterello dietro, troppo felice per badare ad una cosa pedestre come la pioggia che adesso cade a catinelle dal cielo grigio.

Infatti, sto navigando sulla nuvoletta rosa come i miei capelli e non mi rendo conto che Remus mi afferra per un polso e mi tira verso di sé.

Oh! bello! Sembra quel film babbano… via con ventre… o qualcosa di simile…

Sento che mi avviluppa in una stretta convulsa e comincia a baciarmi tutta la pelle scoperta che riesce a raggiungere con le labbra, in un modo che mi fa venire voglia di essere in costume da bagno nonostante il freddo.

Sento i fili ispidi dei suoi baffi che si infilano nelle mie narici facendomi il solletico.

Io soffro mortalmente il solletico e comincio a ridere, ma smetto dopo due secondi netti, esattamente quando mi rendo conto di come Remus mi stia guardando e del fatto che sia praticamente spalmata contro di lui, come la marmellata di fragole sul pane tostato.

Con la pioggia, la mia maglietta mi si appiccica addosso e mi sento spogliare sotto quello sguardo. Però è una bella sensazione.

Dura solo un attimo e Remus riprende il suo ruolo di uomo tranquillo ed affidabile, ma io gli salto al collo e lo bacio a mia volta mentre infilo la mano sotto la sua camicia e gli accarezzo la pancia, facendolo trasalire.

“Tonks” biascica.

“Siiii?” domando con una faccia tosta incredibile.

Nel frattempo, lui mi prende le mani e me le ferma dietro la schiena.

“Sono stato un cretino.”

“Già, Remus”

“Ora sarà tutto diverso, amore mio…”

“Oh, sì…” gli alito in un orecchio mentre le mie mani prudono per toccare ancora la sua pelle.

Piove ancora che Merlino la manda e non so quanto tempo sia passato. Non me ne frega niente, a dirla tutta. A me basta avere Remus qui che cerca di recuperare il tempo perduto.

Ma c’è sempre qualcosa che deve andare storto, ed infatti una diplomatica tossettina interrompe il nostro caldo scambio di effusioni.

Mi giro e vedo Minerva McGranitt che ci guarda impassibile.

Tuttavia, gli occhi le brillano in uno strano modo dietro gli occhiali.

Ha le mani intrecciate in grembo e ci osserva con la massima tranquillità:”Ho detto che Silente sarebbe stato felice di sapere che c’è più amore in questo mondo, ma non pensavo mi avreste preso in parola così presto…”

Credo sia piuttosto imbarazzante farsi beccare dalla propria ex insegnante con le mani infilate nel retro dei pantaloni di un altro ex docente.

Tanto per parlare di trasfigurazione, gradirei trasformarmi in un mucchietto di terra e sparire dalla vista per qualche secolo.

Remus sorride a Minerva come se nulla fosse (ma come fa?):”Avevi bisogno di qualcosa, Minerva?”

Questa volta gli occhi della McGranitt risplendono di un lampo malizioso che mi ricorda, stranamente, quelli di Silente:”Io non ho bisogno di niente, Remus. Non più di quanto abbia bisogno di te la signorina Tonks. Volevo solo avvertirvi che Bill Weasley si è svegliato”

Non so se morire dall’imbarazzo oppure dal sollievo nell’apprendere che Bill si sia svegliato.

Mi giro verso Remus e vedo i suoi lineamenti tirati ed affaticati distendersi per un attimo.

“Veniamo subito, Minerva”

Ha già cominciato a parlare al plurale… dovrò abituarmici anche io.

Io e Remus entriamo nell’infermeria tenendoci per mano. Arthur e Molly sono troppo discreti per accennare alla cosa, ma vedo che Molly ha i lucciconi agli occhi ed Arthur sorride felice, per poi ricordarsi subito dopo che Bill è sdraiato a tre metri da lui con il suo bellissimo viso sfigurato per sempre. Annuisce verso di noi e riporta la sua attenzione verso il figlio.

Fleur sta spalmando l’unguento sulle ferite di Bill.

Non avrei mai detto che una come lei potesse essere così devota.

Bill è sempre stato un bel ragazzo; mi ricordo che ad Hogwarts aveva il suo bel codazzo di ammiratrici ed in questo capisco Fleur.

Non mi sarei mai aspettata che lei rimanesse al suo fianco pur con il volto così sfigurato.

Beh, felice di essermi sbagliata.

Ora gli sprimaccia il cuscino e lo aiuta a mettersi seduto.

Madama Chips chiede a Bill se ha fame, lui risponde di sì e che avrebbe voglia di una bella bistecca al sangue.

Mi giro verso Remus e vedo che è pallido.

Più pallido del solito, voglio dire, ed ha uno sguardo che proprio non mi piace.

“Remus” esclamo nervosamente. “Ho bisogno di prendere un po’ d’aria, accompagnami”.

Lui mi guarda con quei suoi occhi dolenti e devo distogliere lo sguardo perché non sopporto quando mi guarda così.

Ovviamente, è una balla.

Fa un freddo cane e non ho certo bisogno di prendere aria.

Usciamo nel corridoio e lo trascino in un angolino tranquillo.

Gli prendo una mano e gliela stringo fra le mie.

“Remus… che hai?” gli chiedo con la voce più dolce che posso modulare.

“Niente, io sto benissimo, Dora” mi risponde quasi scocciato, ma non posso fare a meno di notare che sta evitando il mio sguardo.

“Remus Lupin, piantala di raccontarmi balle e dimmi cosa ti prende”. E’ la volta buona che prendo una mazza da quidditch, gli spacco il cranio e vedo cosa ha dentro.

Cacca secca di doxy, probabilmente.

“Non ho niente, Dora, va tutto bene, non ti devi preoccupare!”

Quando fa così, mi ricorda troppo le tartarughe quando si ritirano nel loro guscio.

“Che Voldemort ti porti, Remus Lupin, ma che testa hai? Ma che marito del cavolo saresti che non dici niente a tua moglie! Non so proprio perché sto appresso a te e ti ascolto ancora mentre dici tutte le tue stronzate.”

Lo so benissimo perché gli sto appresso, ma volevo fare un’uscita drammatica e lui mi ha proprio fatto girare le cosiddette, infatti mi avvio a grandi passi per il corridoio, badando a fare più rumore possibile con i tacchi dei miei stivali di pelle di drago.

Nelle telenovelas che guardava nonna Tonks di pomeriggio, quando le protagoniste venivano offese dai loro uomini, uscivano dalla stanza facendo ben capire di essere infuriate.

Al 100% dei casi, gli uomini correvano dietro loro, facendo atto di contrizione.

Cercando di ignorare che Remus Lupin è sì un uomo, ma anche un mago ed un lupo mannaro, posso solo incrociare le dita e sperare che questo mezzuccio funzioni.

Sento una mano che si posa esitante sulla mia spalla e cerco di trattenere il sorriso che mi è salito alle labbra mentre mando un muto ringraziamento a Nonna Tonks ed alle sue eroine sudamericane.

Mi giro e vedo il mio amore con la faccia dei giorni peggiori.

Quell’uomo non piangerà mai neanche sotto tortura, anche se gli farebbe un gran bene, qualche volta.

Replay della scena precedente, ed infatti gli prendo la mano e ripeto:”Remus, che hai?”

Con voce più stridula del dovuto, Remus mi abbraccia piano e appoggia il mento sulla mia testa:”E’ che credo di non poterlo più sopportare, Tonks”.

Gli allaccio le braccia attorno alla vita ed appoggio la testa in quell’incavo tra spalla e collo che pare creato apposta per me:”Che cosa credi di non poter più sopportare, Remus.”

Remus fa una risatina triste:”Tutto questo dolore, Dora. E la responsabilità. Prima di andare via con Harry, Silente mi ha preso da parte e mi ha detto che se gli fosse successo qualcosa io sarei diventato il responsabile dell’Ordine della Fenice.”

Deglutisco rumorosamente:”Oh”

Mi passa scherzosamente il pollice e l’indice sulla punta del naso:”Proprio così, cara.”

prende un sospirone prima di continuare:”E poi, mi ha sconvolto quello che è successo a Bill”.

Comprensibilissimo, dico io. Non ci vuole l’intelligenza di Priscilla Corvonero per capire una cosa del genere.

Remus mi appoggia un braccio sulla spalla ed insieme ritorniamo verso l’infermeria, ma dopo pochi passi si ferma.

“Dora. Cercherò di essere un buon marito per te”

“QUOI???? Che cosa?”

Una voce dal forte accento francese ci fa sussultare entrambi.

Da dietro una colonna, esce una inviperita Fleur Delacour che per una volta si è dimenticata di spargere fascino attorno a sé.

“Tonks, non ti sci provare a sposaarti prima di me e di Bill. Non voglio distogliere l’atansione dal mio matrimonio, hein? Tu fai una cosa del scenere e ti ritrovi nel lago tra le brascia dela piovra scigonte!”

Evidentemente, Fleur non sa come si traduca in inglese la parola “tentacoli”.

Lì per lì, io e Remus rimaniamo impalati come se ci avesse lanciato un Petrificus Totalis ed io balbetto un qualcosa di intelligibile che somiglia più o meno ad un:”V-Va bene, non ti preoccupare!”.

Non è questo il finale che mi aspettavo.

Beh, se avessi conosciuto meglio Fleur, io Remus l’avrei sposato due giorni dopo e solo per farle un dispetto!

Ma l’avrei conosciuta meglio, quella. Oh, se l’avrei conosciuta…

* * *

Ciao a tutti, come state? Ecco il nuovo capitolo della storia che ha protagonisti Remus e Tonks. Questa capitolo è scritto utilizzando il tempo presente, diversamente dal primo che verrà rimesso a posto.

Mi sono divertita da matti a farli beccare dalla McGranitt.

Penso che dietro alla sua apparenza severa, la direttrice di Grifondoro nasconda un senso dell’umorismo molto spiccato.

Ringrazio di cuore Serintage per il suo aiuto come betareading, paziente e precisa.

Voglio fare pubblicità alla mia One Shot pubblicata nel fandom di Lady Oscar. Si intitola “Ho stretto la tua mano tra le mie”. E’ brevissima. Leggetela e fatemi sapere come la trovate.

Detto ciò passo a ringraziarvi per le gentilissime recensioni:

Tonkseremus4ever. Per la tua ff ho in programma di leggerla, ma per il momento non ho avuto molto tempo. Ecco, come desideravi, il bacino c’è stato. Spero solo che ti sia piaciuto.

AleLupin: Grazie, sei gentile. Anche io sarei stramazzata a terra dopo una frase così…

GaiaLoire: Hey, l’autrice di Simple and Clean, vero? Mi hanno parlato molto bene della tua ff. La leggerò presto (come per Tonkseremus4ever ti dico che il tempo è poco e tiranno). Se fosse una ff normale e seria. Chi mi conosce sa che NON sono una persona seria, soprattutto quando scrivo delle ff con il chiaro intento di far ridere. Ciauz!

DarkElectra: Ebbene sì, confesso la mia colpa: la Nisi che scrive con Gilraen sono proprio io e sono quella che scrive di Adamo. Felice che ti piaccia. Hai aggiornato anche la tua, per caso? Devo andarti a ripescare… Sono felice che la mia storia ti piaccia. Mi fa particolarmente ridere mettere queste due donne assieme. Sono talmente diverse…

Maho: Ciao, bellezza, come stai? Tutto a posto. Inutile dirlo: sono felice di trovarti anche qui. un abbraccio.

Yeran: Non posso fare altro che inchinarmi profusamente e ringraziarti, mia cara (perdona lo stile settecentesco, ma ieri mi sono fatta un’orgia di Lady Oscar e credo che mi abbia un po’ influenzato)

Ichigo Shirogane: Grazie grazie. Anche io adoro Tonks, se non altro per il fatto che anche io sono un impiastro. Mi identifico molto con lei. La francese chi è? Fleur è quella che nel calice di fuoco partecipava al torneo per Beauxbatons, la scuola francese. A bientot!

Dorothea: Grazie mille. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.

Thilwen: Ciao! Che piacere! Sono onorata: hai letto questa ff nonostante la coppia non ti piaccia. Grazie di cuore, allora!

L-Fy AMMMOORREEEEE! Scusa, ma quando ricevo le tue recensioni perdo la Trebisonda! Vero, Remus è un po’ troppo abbozzato, vedrò se riesco a migliorare. Leggi il principe mezzosangue e capirai. Comunque, in due parole, Ginny detesta Fleur per due ragioni: le è mortalmente antipatica e le porta via il suo fratello preferito. Anche io la detesterei…

Karmensita: Grazie per i complimenti e per le segnalazioni degli errori. Sono molto portata a fare strafalcioni in quanto sono molto distratta (e Serintage ne sa qualcosa). Ho corretto gli errori. Il nome di Ninfadora lo avevo scritto all’inglese, come è nell’edizione originale. Grazie e a presto.

Daphne: Ma certo che mi ricordo! Come stai? Si, ho letto il libro in inglese (ed ho ignorato mio marito per qualche giorno) parecchi mesi fa. La storia parte da dove la Rowling si è interrotta… quindi, vedi tu!

Scar: quello che hai scritto mi ha fatto un immenso piacere. Sapere che hai iniziato a scrivere dopo aver letto una mia storia è un grande onore. Grazie.

Grazie a tutti voi che leggete e recensite. A presto!

Nisi Corvonero

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Capitolo 3
*** Il matrimonio è una malattia contagiosa ***


Ed il gran giorno finalmente è arrivato.

Siamo tutti qui tirati a lucido per assistere al matrimonio tra Bill e Fleur.

Io indosso una veste color Borgogna ed ho mutato per l’occasione i miei capelli in una cascata di un bruno corvino.

Forse voglio differenziarmi dalla sposa che dovrebbe arrivare di qui a qualche minuto.

Per questioni di sicurezza, ma anche di denaro, gli sposi hanno deciso che sia la cerimonia che il ricevimento si sarebbero svolti qui alla Tana.

C’è tanto spazio, qui fuori, ed il giardino è piuttosto grande.

Per cui, ora mi trovo seduta accanto a Remus su una sedia pieghevole color grigio perla posta dietro, davanti ed a lato di altre sedie pieghevoli color grigio perla.

Da una parte ci sono gli amici ed i parenti dello sposo; dall’altra, i parenti e gli amici della sposa.

Non ho dubbi: io faccio parte degli amici e dei parenti dello sposo.

Per fortuna la giornata è limpida e fa caldo, anche se una parte di me avrebbe sperato in una tormenta, vista la simpatia della sposa. Ma poi ho pensato a Bill, che di problemi ne ha e ne avrà parecchi, vista anche la compagna che si è scelto, per cui ho preferito non infierire ulteriormente.

All’inizio ed alla fine di ogni fila di sedie, qualcuno ha sistemato dei piccoli bouquet di fiori d’arancio, che mandano un profumo dolce e quasi narcotico.

Mi piace, quel profumo ed i fiori bianchi mi mettono allegria.

Il testimone dello sposo è prevedibilmente Charlie, mentre le damigelle d’onore della sposa sono la sorellina Gabrielle e la futura cognata Ginny.

Ginny sarebbe molto più carina se non avesse quell’aria corrucciata.

Ecco, forse incazzata nera mi sembra un’espressione più calzante.

La capisco: lei adora letteralmente Bill e vederselo portare via da una ragazza che le sta pure antipatica non penso la faccia particolarmente felice. Credo che se potesse, le lancerebbe una bella fattura orcovolante, di quelle che lei sa fare così bene.

Adesso però Ginny sta facendo saltar via le forcine dai capelli di Gabrielle, una dopo l’altra, agitando la bacchetta che ha nascosto tra le pieghe del vestito.

Sembrano delle cavallette, che saltano di qua e di là, mentre i riccioli sapientemente acconciati si srotolano piano, piano sotto lo sguardo atterrito della francesina.

Ho, come dire, il fondato sospetto che neanche Gabrielle le stia molto simpatica.

O forse non le piacciono i francesi?

Devo dire che da quando Joanne ha deciso che Harry dovesse andarsene per la sua strada a cercare quei pezzi di anima che Voi-sapete-chi ha nascosto in giro per il mondo, è diventata piuttosto acidina. A dirla tutta, un pochino le sta bene: è bella, intelligente, ha un codazzo di uomini sbavanti dietro di lei, gioca a quidditch come un diavolo…

Joanne ha fatto anche bene a riequilibrare la situazione, altrimenti avrebbe cominciato a tirarsela a mille e sarebbe diventata la peggior Mary Sue in circolazione.

Io nel frattempo mi sono persa in contemplazione di Remus che oggi è ben sbarbato, si è tagliato di fresco i capelli ed è molto elegante nell’abito che ha preso a noleggio.

Me lo guardo e me lo riguardo con talmente tanto piacere che non mi accorgo che finalmente, con 35 minuti di ritardo, è arrivata Fleur.

Uno sguardo a Bill, anche lui molto elegante, che sembra appena tornato dal mondo dei vivi non appena ha visto arrivare Fleur. Credo avesse paura che lei lo piantasse all’altare.

Tutti gli sguardi degli uomini sono puntati su Fleur, che è vestita di un abito color grigio perla che la rende più sensazionale di quanto non sia di solito. E’ davvero bella.

I due sposi si guardano sorridendosi l’un l’altra e subito mi viene da pensare come mi sentirei se fossi io ad indossare quell’abito e ci fosse Remus al posto di Bill.

Credo di non essere mai diventata così rossa e credo che quegli stessi pensieri abbiano attraversato la mente di Remus. Infatti lui mi guarda con un sorriso dolce e mi stringe piano la mano.

Non piango mai ai matrimoni, ma in quel momento ho dovuto farmi forza per non mettermi a frignare come una bambina.

Seguo come in trance la cerimonia, ma mi accorgo che Molly sta piangendo silenziosamente tra le braccia di Arthur e non so se sia il pianto tipico della mamma dello sposo oppure qualcosa causato dalla sedia vuota destinata a Percy.

Quando Minerva McGranitt chiude il libro e pronuncia la formula di rito:”Puoi baciare la sposa”, Bill compie il suo dovere di novello sposo con entusiasmo, mentre qualcuno (ed ho una certa idea di chi sia), da fuoco ad una intera cassa di fuochi d’artificio.

Tutti si fanno intorno ai due sposi per fare le congratulazioni, ma anche per avere l’opportunità di sbaciucchiare la bella Fleur per una volta impuniti.

Fred, George e Lee Jordan nel frattempo hanno intonato una canzoncina da loro appositamente composta su quello che aspetta Fleur per quella notte e la capacità riproduttiva della famiglia Weasley. Parlano di metter su una squadra di quidditch o qualcosa di simile, non ho ben capito.

Ad occhio e croce, avendo più e più volte colto i due sposini a scambiarsi tenere effusioni, penso che Fleur abbia una idea ben precisa di quello che l’aspetta… e che abbia detto di sì anche a causa di questo.

Molly si frega già le mani pensando ai numerosi nipotini che le riempiranno i momenti liberi tra un Mangiamorte e l’altro ed Arthur sorride indulgente.

L’aria è dolce e profumata di fiori. E’ estate ed il giardino della Tana è tutta una macchia di colori accesi, sparsi qua e là.

Arthur da un veloce colpo di bacchetta e dei violini cominciano a suonare.

Gli archetti scorrono sulle corde producendo una dolce melodia che non conosco.

Tutti cominciano a ballare: Molly con Arthur, Bill con Fleur, Charlie con Hestia Jones. Ginny è seduta in un angolo con le braccia conserte, stranamente sola.

Non è da lei.

Lee l’ha invitata a ballare, ma lei gli ha risposto di no. Ha detto di no anche al figlio di Finnigan, Seamus, ad Hernie McMillan ed al fratello di Angelina Johnson.

La vedo che ha gli occhi ostinatamente puntati su qualcosa o su qualcuno, dall’altra parte del giardino.

Quel qualcuno è Harry. I loro sguardi sono incatenati, ma dopo un momento, il ragazzo che è sopravvissuto si gira dall’altra parte e Ginny ha lo sguardo di colui che è stato respinto che conosco fin troppo bene.

Remus mi invita a ballare ed io accetto con entusiasmo.

Comincio ad ondeggiare fuori tempo e dopo un quarto di secondo gli pesto un piede.

Con il tacco a spillo, mentre caracollo fra le sue braccia senza la minima grazia, ma tant’è.

Ormai Remus lo sa e mi fa un sorriso coraggioso mentre si riprende dal dolore.

Nella buona e nella cattiva sorte, giusto?

Non sento la musica e tutto quello che riesco a vedere è il mio Remus davanti a me.

Anzi, no!

Si vede che è l’atmosfera romantica che mi provoca questi sintomi, ma sembra che i miei occhi siano calamitati dalle espressioni di affetto ed amore che vedo attorno a me.

Voi-sapete-chi ed i Mangiamorte sembrano lontani anni luce da questo piccolo angolo del Surrey, soprattutto lontano da un Ron che dopo parecchi tentativi andati a vuoto, ha chiesto ad Hermione di ballare.

Finalmente! Ci sono voluti sei libri ed una caterva di fanfiction per convincerlo… I due stanno rigidi come se qualcuno li avesse inamidati. Ron ha le mani appena appoggiate alla vita di Hermione, quasi lei scottasse, mentre la secchiona in carica della casa di Grifondoro, le mani le ha appoggiate sulle spalle del ragazzo. Il problema è che tra loro due ci potrebbe passare l’espresso per Hogwarts e ci sarebbe ancora spazio.

Senza contare che lei ha lo sguardo fisso sulle foglie di quercia proprio davanti a lei e lui guarda con attenzione esagerata il nocciolo che gli sta davanti.

Si, lo so, è la solita battuta del cavolo. Però quei due sono teneri assieme.

Anche se potrebbero stare un pochino più vicini.

Credo che anche Fred Weasley condivida la mia linea di pensiero: sta ballando con Angelina travolgendo tutto quello che incontrano sul loro cammino e, casualmente, Fred affibbia uno spintone piuttosto energico al fratello, facendolo rovinare addosso ad Hermione, la quale per non cadere gli si avvinghia addosso a mo’ di edera.

E’ sempre stata una ragazza intelligente, infatti nonostante il pericolo sia passato, lei rimane dove è e Ron ne approfitta per nascondere il viso paonazzo nell’abbondante capigliatura della sua dama. Da quel groviglio, spuntano solo un paio di orecchie color cremisi.

Al lato della pista, George e Lee sghignazzano maliziosi e fanno ampi cenni a Ron che secondo loro dovrebbero essere consigli sconci su come procedere con Hermione.

Ron diventa ancora più rosso. Forse perché quelle cose le ha pensate già da tempo per conto suo.

Stringe un po’ di più la sua Hermione ed entrambi cominciano a respirare un po’ a fatica.

Distolgo lo sguardo.

Ho già visto troppo e queste sono cose molto private.

Non mi piacerebbe che qualcuno spiasse me e Remus mentre…

La danza è finita ed io non so come, mi ritrovo accanto ad una grossa distesa di fragole mature.

Buone! Magari se ne frego qualcuna, Molly non si arrabbia.

Ma forse non è il caso. Potrei macchiarmi la veste...

Accanto a me c’è Remus.

Mi prende la mano, delicatamente e mi bacia il palmo, mentre il cuore schizza più veloce di una Firebolt.

Sento qualcosa di freddo scivolarmi all’anulare, poi Remus mi lascia la mano.

Sono inebetita. Ho paura di aver bevuto troppo, ma poi ricordo che il succo di zucca che ho bevuto un quarto d’ora fa non è alcolico.

Allora, quel che vedo è vero: al mio anulare risplende un anellino d’oro bianco con un brillante. Faccio per avvicinarmi a Remus, ma inciampo malamente e mi ritrovo ad abbracciargli le ginocchia. Gesto commovente, non c’è che dire, ma non era quella la mia intenzione.

Lui mi aiuta a rialzarmi e mi guarda intenerito, poi si china a spolverarmi l’abito coperto di terra.

“Tonks, lo so che ne abbiamo già parlato, ma… “ Remus deglutisce ed il respiro gli si mozza in gola. Fa un sospirone, poi:”Mi faresti l’immenso onore di diventare mia moglie?”

Un secondo dopo, siamo tutti e due per terra. Forse ho esagerato con l’entusiasmo… Ovviamente la risposta che gli ho dato è Sì.

Già che siamo in quella posizione, meglio approfittarne, per cui me lo coccolo e sbaciucchio per bene.

La smetto quando Remus mi fa il ringhio lupesco che è mi segnala che se non è possibile proseguire, è meglio piantarla qui.

Un secondo dopo, Remus è in piedi che si sistema le vesti.

Sembra calmo, ma vedo che gli tremano le mani.

Mi offre il braccio:”Credo sia il caso di dare la bella notizia, vero?”

Io faccio sì con la testa, mentre mentalmente esploro le numerose varianti dei nostri nomi accoppiati:

Signor Remus J. Lupin e Signora;

Signora Ninfadora Tonks-Lupin;

Tonks Lupin;

Signora Ninfadora Lupin e consorte;

Signore e Signora Lupin;

Signora Remus J. Lupin;

Per il momento, non mi viene in mente niente altro e seguo Remus che mi conduce verso il buffet. Stanno tutti mangiando ed il mio futuro marito richiama l’attenzione dei partecipanti.

Incontro lo sguardo di Molly, che ha mangiato la foglia ed ha notato subito l’anello che mi ha dato Remus; mi fa un sorriso larghissimo ed ammicca con aria saputa. Arthur mi fa lo stesso sorriso, solo meno malizioso.

Sono in mezzo alla gente radunata attorno a noi due e, senza rendermene conto, afferro la mano di Remus e la stringo forte.

Forse un po’ troppo forte perché Remus trasale di dolore.

Scusami, gioia!

“Amici, volevo dirvi che ho chiesto a Tonks di diventare mia moglie….”

Se qualcuno stava ancora parlando, ora si è zittito di colpo.

“E lei mi ha detto di sì”

All’improvviso vengo travolta da baci ed abbracci e risate.

Cerco con gli occhi il mio futuro marito (devo fare allenamento!) e vedo che i due perversi gemelli Weasley gli assestano delle pacche sulle spalle talmente forti che ho quasi paura che me lo sfondino.

George gli offre un sigaro che Remus, saggiamente, rifiuta.

“Molto astuto, professore.” ride il gemello, rimettendolo nella scatola (l’Avana, non Remus!). “Tonks, ti va un sigaro per festeggiare?”

“Grazie, ma non fumo.” rido io mentre i due gemelli mi aggrediscono le guance con i loro baci storta mascella.

Di certo, Fred non bacia Angelina in questo modo. Occhieggio la ragazza e vedo che i suoi zigomi sono perfettamente a posto.

Sorrido, beata, mentre il diamante incastonato sul mio anello, brilla al sole del pomeriggio.

Smetto di sorridere quando incontro lo sguardo infuriato della sposa: mi accorgo che gli invitati sono raccolti attorno a me e Remus e Fleur al momento la stanno ignorando.

Qualcosa mi dice che non abbia gradito molto l’annuncio del nostro fidanzamento.

* * *

Notizia importante. A causa delle Madonne che mi state tirando, ho pensato di evitare i vostri accidenti comunicandovi per e-mail gli aggiornamenti alle mie storie. Se scrivete a nisi_corvonero@yahoo.it, verrete inseriti in rubrica, perciò tempestivamente avvisati che ho pubblicato qualche cosa di nuovo. Grazie e tanti baci.

Ciao. Tanti auguri a tutti. Eccovi la strenna natalizia da parte di Nisi Corvonero. Spero che questo capitolo vi aiuti a digerire sia un pranzo troppo copioso e parenti troppo pesanti.

Se volete leggere qualcosa di romantico, date uno sguardo alle mie ff su Lady Oscar. Dopo aver rivisto i DVD, ho scoperto che la cotta che avevo per Andrè a 12 anni non è mai veramente passata. 35 anni e non sentirli, eh?

Ed ora, passo a ringraziarvi uno per uno. Ho notato che l’exploit di Minerva McGranitt è stato parecchio apprezzato.

Daphne. Inaspettatamente, trovo in te un’anima gemella: anche io adoro Bill, non amo Fleur per non parlare dei francesi (esperienze negative..). Oh ti piace anche Assolutamente fantastica? A giorni inizierò a tradurre il capitolo nuovo.

Carillon: Mancava poco, eh? Però all’aperto, con quel freddo e con quella pioggia non è che potessero poi fare granchè, non ti pare?

The Lost Arch Angel. A parte che mi devi sempre spiegare l’origine del tuo Nick. Sono felice di riuscire a farti fare una sana risata: sono meglio degli antibiotici, a volte! Chi è Groucho? Devo assolutamente leggere qualcosa di suo!

Thilwen: Ciao e tanti auguri. Rimango stupita della tua perseveranza nel leggere questa storia che descrive un pairing che non ti piace. Ed infatti ci saranno fuoco e fiamme. Spero che questo capitolo, che credo sia dolce-amaro, ti sia piaciuto.

Yeran: Io sono fermamente convinta che la McGranitt da giovane fosse una gran casinara. Poi, si sa, il lavoro l’età… ma credo che il suo spirito non sia mai stato domato del tutto. E credo sia una strega provvista di una buona dose di senso degli humor. E queste due sue qualità, unite al fatto che sia scozzese, me la fanno apprezzare moltissimo. Il francoitalico di Fleur. Non è troppo difficile: ho studiato francese per otto anni e visto che lei non mi piaccia tanto, riesco a descriverla in maniera giustamente antipatica (sono già due ff nella quale ce la caccio dentro…)

Tonkseremus4ever. Prometto che leggerò la tua ff. Per ora, ti ringrazio dei complimenti.

Maho. Auguri, e grazie per avermi scritto per Natale. Beh, per cambiare un po’, ho fatto beccare i due piccioncini. Il fatto che siano due maghi adulti non rende la cosa meno imbarazzante, vero?

Dark-Elektra: ciao. Arrivato l’aggiornamento di Natale. Ora vado a cercarmi i TUOI… grazie, sei sempre molto gentile. Secondo me è Tonks che è buffa e tenera.

Iago: piacere di conoscerti e grazie per i complimenti. Non mi piacciono molto le scene smielate e poi non credo che i due in questione possano permettersi di esserlo, no? Dopotutto, hanno i loro bei problemucci e la possibilità di essere romantici non l’hanno molto spesso.

Scar. Ciao e tanti auguri. Mi spiace che tu abbia dovuto aspettare l’aggiornamento così a lungo, ma non ho scritto per due settimane. Io scrivo “a scatti”: magari pagine e pagine di diverse storie e poi… black out totale. Spero ne sia valsa la pena di attendere.

L-fy. Amor de mes amoresss!!! Fleur, come dici tu, è troppo gnocca per essere simpatica, ma devi ammettere, Elfie cara, che non è che si impegni allo spasimo. Ti sei già presa Johnnino e Bill me lo devi lasciare. Remus è tanto caro, ma troppo soggetto a seghe mentali (ora che c’è Tonks spero che si limiti a quelle). I capelli rosa di Tonks faranno miracoli! Auguroni, tesoro!

Armonia: trovo che Tonks sia una persona con un cuore grande e neanche troppo stupida. Il fatto che spacchi tutto quello che incontra sulla sua strada, è secondario… magari la faccia di Fleur…

Galadwen: giuro, il tuo ragazzo non lo conosco… ma se vuoi presentarmelo, posso prendere ispirazione da lui per tratteggiare meglio Remus. Certo che la continuo questa storia. Voi, per precauzione, continuate a riempirmi di complimenti carini e vedrete che la fine arriverà. Ah ah ah ah.

Karmensita: Mia cara collega di casa.. Grazie per la recensione. Io mi sento molto rappresentata da Tonks. In effetti, se devo descrivermi per mezzo di personaggio potteriani, sono un mix tra Hermione (amore per i libri) e Tonks (impiastraggine). Solo che invece di spaccare le cose, tendo ad inciampare (perché quando vado in giro guardo in aria e penso agli affari miei) e a battere la testa in ogni angolo appuntito nel raggio di tot kilometri. Vabbeh, nessuno è perfetto.

Suzako: ecco, ci hai preso: Tonks è tenera e Remus dovrebbe darsi una svegliata. Se la darà, se la darà

Ciao a tutti e spero vi abbiano fatto tanti bei regali.

Nisi Corvonero

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Capitolo 4
*** Trappola per Tonks ***


Avete mai sentito strillare Ginny Weasley?

Io sì. E vi assicuro che non è per niente piacevole, soprattutto verso le sette di mattina e dopo aver passato la sera precedente a brindare con Whiskey incendiario Mal di testa da sbronza. Io l’alcool non lo reggo proprio (in genere i Metamorfomagus non dovrebbero bere), per cui mi sono accasciata tra le braccia di Remus.

Bevo quella roba e guarda come mi sento… A quanto pare, Molly mi ha sistemata a dormire nella stanza che è stata di Percy.

Sembra un santuario.

Nessuno ha toccato più niente da quando Percy se n’è andato.

C’è ancora un maglione di lana rossa con un calderone ricamato sul davanti appoggiato a cavallo di una sedia.

Remus non c’è, credo sia tornato a Grimmauld Place. Avrei preferito che Molly lo avesse lasciato stare con me, ma nonostante abbia avuto sette figli, Molly per certe cose ha una mentalità abbastanza antiquata. Di conseguenza, immagino che il mio povero Remus sia tornato al quartier generale dell’Ordine della Fenice con le pive nel sacco, anche perché Kreacher non è la miglior compagnia possibile, considerando il fatto che Remus è un mago scrupolosamente pulito.

Dicevo, ho sentito un urlaccio provenire dal piano di sotto e solo dopo qualche istante ho capito che la banshee urlante era Ginny.

La testa! Che male, accidenti! Giuro che non toccherò mai più un goccio di quella robaccia.

Con addosso un pigiama maschile troppo lungo e troppo largo, faccio capolino dalla camera.

Ginny sta ancora strillando ed evidentemente sta sclerando di brutto.

“Hey! Cosa sta succedendo qui?”

Per tutta risposta, Ginny scoppia a piangere tra le braccia di sua madre.

Molly ha l’aria impotente di chi non ha nessunissima idea di cosa fare.

Poche volte mi è successo di vederla così. Provo un’immensa gratitudine nei suoi confronti, visto che è rimasta ad ascoltare tutte le mie paturnie su Remus per tante di quelle serate che non riesco neanche a contare ed a offrirmi il suo the caldo e forte e la sua spalla morbida sulla quale piangere.

Che cara… E’ l’unica che non mi abbia mai detto niente per i quattro cucchiaini di zucchero che metto nel the.

Glielo devo, un aiuto, per cui mi faccio tentare dal corrimano e lo uso come scivolo.

Atterro sul mio didietro pochi secondi dopo e mi rialzo goffamente.

Lo so di non essere un bello spettacolo, con quel pigiama troppo grande ed i capelli di non so che colore (stamattina non ho avuto tempo di controllare), ma credo che Molly e Ginny non ci baderanno troppo.

Ginny singhiozza sul petto della mamma.

Qualcosa non va: non mi sembra il classico pianterello che si fa quando ti va male qualcosa.

Non ho mai sentito Ginny singhiozzare in questa maniera. Ora che guardo bene, anche Molly sta piangendo e nasconde la faccia nei capelli di quella figlia che è quasi più alta di lei.

“E’ successo qualcosa?” azzardo, in un intervallo tra un singhiozzo e l’altro.

“Oh, cara Tonks… Harry, Ron ed Hermione sono spariti.”

Mi sento come se qualcuno mi avesse picchiato la famosa mazza da quidditch sui denti.

“Cosa vuol dire spariti?”

Ginny si divincola dall’abbraccio della madre ed agita le braccia in aria, come una forsennata:”Significa che se ne sono andati! Sono spariti senza dire niente a nessuno!”

Quello che Ginny non dice ma che si capisce benissimo, è che per l’ennesima volta è rimasta fuori.

Mollata dal ragazzo che ama di più, dal fratello e da una delle migliori amiche.

Non c’è che dire. Posso capirla. Tre botte in una volta sola sono un tantino troppe da sopportare.

E sì che Ginny con la magia se la cava bene.

Ma è stata lasciata da parte, penso mentre la ragazza riprende il suo posto tra le braccia materne.

Allungo una mano ad accarezzarle i capelli rossi. Sono goffa. Non mi capita spesso di fare gesti affettuosi e mi sento a disagio.

Ginny riprende a piangere, esprimendo tutto il suo scoramento.

Piano piano, si aprono le porte al piano di sopra ed i Weasley che sono in casa cominciano a fare capolino.

Fred e George.

Charlie.

Arthur.

Percy non c’è, Ron è sparito e Bill ormai è via con la sua Fleur.

Peccato. Forse lui l’avrebbe fatta stare meglio.

Sono tutti affacciati alla ringhiera e fissano Ginny, senza parlare.

Indossano il pigiama, ma non fanno ridere.

Fred e George mi fanno impressione: non li ho mai visti così seri.

Di solito ridono, o sghignazzano oppure tramano qualcosa ai danni di qualcuno.

Ma non ho mai visto quel lampo assassino nei loro occhi ed è una cosa che non mi piace.

Non mi piace neanche il silenzio che è calato sulla Tana.

Anche questo mi mette a disagio.

Alla Tana c’è baccano, casino infernale e non questo silenzio pesante, interrotto solo dai singhiozzi di Ginny.

Mi dispiace e non mi ricordo neanche più della mia mise piuttosto bizzarra.

Mi sento un’intrusa, in quel dolore, per cui mi allontano silenziosamente e rientro in camera, la testa che mi pulsa ed il cuore che mi fa male. Dopo pochi minuti, qualcuno bussa alla porta.

Sono seduta sul letto a gambe incrociate, con le mani sulle orecchie e non sento subito.

Un attimo dopo rispondo:”Avanti!”

E’ Charlie.

“Tonks, posso entrare?”

“Hey, Charlie! Vieni, vieni pure.”

Si siede sul letto accanto a me e comincia a crocchiarsi le dita.

“Come sta Ginny?” butto lì io tanto per colmare il silenzio.

Charlie storta la bocca in un ghigno che fa fatica ad emergere.

“Come vuoi che stia?”

Domanda idiota, Charlie ha ragione.

Malissimo, è ovvio.

“Siamo preoccupati.”

Ginny è l’ultima nata dei Weasley e tutti sono protettivi nei confronti della ‘piccolina’ della famiglia.

Non so come ci si senta ad avere un fratello più grande che si preoccupa per te: io sono figlia unica. Immagino che sia bello. Ma non sempre.

“Tonks, non potresti parlarle?” mi supplica quasi Charlie.

Lo fisso incredula, con gli occhi che sono diventati il doppio rispetto alla normale dimensione:”Io? E perché mai?”

Charlie è stranamente intimidito. Non è da lui.

“Beh, sei l’unica donna vicina alla sua età ed hai più esperienza in queste cose.”

“Esperienza in queste cose? Cosa intendi dire? Come strega oppure perché anche io sono stata mollata?” ringhio seccata.

Charlie ha almeno la buona grazia di mostrarsi un tantino imbarazzato mentre picchietta ripetutamente gli indici l’uno contro l’altro:”Tutt’e due le cose. Tonks, lo sai meglio di me che certe storie non si raccontano alla mamma, no?”

Io mi chiedo cosa non abbia detto TU alla mamma e Charlie fa una pausa mentre aspetta che la scenetta di me stessa che racconto ad Andromeda Tonks née Black della relazione con Remus faccia capolino nella mia mente.

Divento rossa senza appello e Charlie prosegue, pratico:”Tu sei la donna più vicina a Ginny come età, la puoi capire meglio di tanti altri.”

“Anche perché sono stata mollata anche io.” gli ricordo implacabile.

“Già, anche perché sei stata mollata anche tu.”

Che bello!

Il mio Remus non c’è ed io devo consolare una strega adolescente, irritata come un folletto della Cornovaglia al quale hanno rubato il berretto. Il bello è che non so neanche da che parte incominciare, ho già detto che non sono tanto pratica di queste cose ed al corso di Auror queste materie non vengono insegnate.

Accidenti a te, Charlie Weasley.

Non sono mai riuscita a rifiutarti un favore, neanche quando mi chiedevi di passarti i compiti di pozioni. E’ per questo che hanno mandato te, vero?

Grifondoro un accidente! Questo è un atteggiamento tipico di Serpeverde fatto e finito.

“E va bene, Charlie. Cosa vuoi che faccia?” sospiro rassegnata al mio crudele destino.

“Grazie, Tonks! Grazie tante!” mi da una pacca sulla spalla con una delle sue manone e me la sento anche nel polmone. “Devi starle vicino, parlarle… starla a sentire quando si sfoga. Queste cose che fate voi ragazze.”

Dell’arte di rifilare il calderone bollente alla strega più idiota.

“Va bene, ci proverò. Ma…” esclamo alzando l’indice. “Se mi lancia una fattura orcovolante, gliela spedisco indietro e le riduco la pelle come un ammasso di fiocchi d’avena, intesi?”

Charlie si alza dal letto e mi abbraccia. Sarebbe più giusto dire che mi stritola. Guarda che non sono uno dei tuoi draghi, Weasley!

Mi fa ancora pat pat sulla spalla poi mi lascia sola nella stanza di Percy.

Mi lascio cadere sul letto a peso morto e rischio di caracollare sul pavimento perché non ho calcolato bene le distanze. Mi sistemo sul lettuccio alla bell’e meglio, sollevo le gambe ed appoggio i piedi al muro ed incrocio le braccia sotto la testa.

Mi mordicchio un labbro perché un chewing gum in casa Weasley non si trova e rifletto su quanto è appena accaduto e su quello che mi ha chiesto di fare Charlie.

I ricatti peggiori sono quelli affettivi, non c’è che dire…

* * *

Ciao a tutti!

Ditemi che mi amate perdutamente, visto che non vi ho fatto aspettare tantissimo per aggiornare, questa volta!

Però ho la sensazione che mi tirerete dietro qualcosa, visto che il capitolo non è molto allegro.

Comunque, se non volete perdervi gli aggiornamenti delle mie storie, mandate una bella mail a nisi_corvonero@yahoo.it, così vi metto in rubrica ed ogni volta che posto qualcosa lo saprete.

Volevo dirvi anche che su Laura Little Corner è stato pubblicato un mio essai critico sui manga Lady Oscar – La Finestra di Orfeo.

Passo a ringraziarvi e a salutarvi:

Grazie, per prima cosa, a Serintage per il beta reading

Maho: questa volta sei stata la prima! A me David Thewlis non dispiaceva per niente; secondo me, Remus lo rendeva molto bene, ma de gustibus… Ewan McGregor è un grande. Io lo immagino sempre come uno dei personaggi di Rosamunde Pilcher. Edward – un simpatico scavezzacollo sexy che fa innamorare la protagonista… Io sono malata di Lady Oscar, ho propinato l’anime anche a mio marito e gli è molto piaciuto… che bello!

Iago: questo capitolo è un po’ meno divertente, ma prometto di rifarmi presto; purtroppo, era necessario ai fini della storia. Mi inchino e ti ringrazio per le cose carine.

Merope: piacere di conoscerti. Sono molto contenta di averti fatto piangere, cioè no… ecco, vedi in che cosa assomiglio a Tonks? Stessa impiastraggine! Mi manca solo Remus, e poi sono a posto! Ho capito che ti è piaciuta, spero continui a piacerti. Ciao!

Fire Angel: Ciao! Piacere di conoscerti. Lo hai letto il principe mezzosangue? Ora puoi fare i confronti… spero ti sia piaciuto questo nuovo capitolo.

Scar. Ehm. temo che con questo capitolo non ti capotterai dalle risate, ma farò il possibile per rimediare in seguito. Ciao, bella.

DarkElectra: Grazie, grazie, grazie. Beh, io un fondo di cattiveria ce l’ho, per cui ho messo quelle postille perfide. Perdoooonami! Un bacio.

Suzako: Ciao, bella. Come va? Certo che Tonks è intelligente: è di Corvonero! Scusa, ma il senso di appartenenza mi fa dire certe boiate. Grazie di tutto, e tu sai perché. Ho evitato la strillettera, per fortuna!

Briseide: Grazie per le parole gentili. Sono contenta che ti sia piaciuta. Io per i francesi provo un sentimento di odio/amore. I parigini però li detesto (visti gli elementi incontrati nel corso degli anni), spero di incontrare qualcuno che mi possa far cambiare idea.

The Lost Arch Angel: per essere un nick venuto da una giornata così triste, non mi sembra per niente male, anzi, è pieno di poesia. Quando deciderò di cambiare nick, mi rivolgerò a te. Ciao!

L-Fy. O stella del mattino, mia dolce fata, mia eterea creatura! Fred non è ancora sposato, per cui, tu affila gli artigli e cerca di strapparlo ad Angelina. In Inghilterra non credo mangino benissimo, per cui hai altre frecce al tuo arco. (o matterelli da far rullare) Anche nella versione cinematografica i gemelli rendono piuttosto bene. Non trovi, Elfie cara? Fleur… è Fleur e tutto questo basta per definire il personaggio. La quiche lorraine è pesantuccia, concordo, ma per riconciliarmi con la Francia, oltre a sbavare per il solito André, io penso alla tarte flambée, alle crepes, a quel croissant alla pasta di mandorle mangiato a diciassette anni vicino a Marsiglia… talmente buono che me ne ricordo ancora ed acquistato nella pasticceria dei miei sogni (dolci davvero dappertutto), ai calissons di Aix en Provence… oh, che viaggio della nostalgia… Sono ancora a dieta. Si sente? Ho scoperto una passione segreta per gli accecati: oltre André, c’è anche Capitan Harlock ed Onijima (quello di Mademoiselle Anne - che bel moraccione!). Anche tra le babbane, è pieno di femminucce ingrifate…

Neve272: Ciao, che piacere conoscerti. Sono felice che la mia storia ti piaccia. Ed i gemelli Weasley piacciono parecchio anche a me.

Thilwen: condivido assolutamente il tuo sentimento nei confronti di Ginny: una completa delusione. Adoro Tonks in quanto anche io tendo ad essere come lei: io più che cadere, inciampo nei miei stessi piedi ed ho la testa perennemente fra le nuvole. Mi fa oltremodo piacere scoprire di non essere l’unica… Ritornando a Ginny: non scriverò MAI PIU’ una storia su di lei. ciao.

Interlunium: Ma grazie, che gentile. Spero di non averti fatto attendere troppo. Ciao.

Carillon: grazie per tutti i complimenti. Ecco qua il nuovo capitolo.

Ciao a tutti, a presto

Nisi Corvonero

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Capitolo 5
*** Nei panni di Harry Potter ***


Sono una strega che ha tanti difetti, oltre alla mia più che proverbiale goffaggine; non mi limito a ridurre in briciole tutto ciò che è fragile e che ha la cattiva ventura di incrociare la mia strada, ma sono anche piuttosto maldestra nei miei rapporti umani.

Forse l’unica persona con la quale mi senta realmente a mio agio è Remus.

Non perché sia il mio fidanzato; anzi sì, ma non completamente.

Vedete? Mi sto ingarbugliando anche adesso.

Anche con i miei genitori non mi trovo sempre a mio agio.

No, non fraintendete sono delle persone adorabili e voglio loro tanto bene; però mio padre, Ted, è un babbano e non capisce cosa voglia dire essere maga. D’altra parte, mia madre, Andromeda, non ha la benché minima idea di cosa significhi essere babbana.

Ci ho pensato molte volte e forse il mio essere così goffa dipende dal miscuglio di sangue babbano e magico che fa a botte nelle mie vene.

Non ho idea del perché, però ci convivo.

Beh, quello che volevo dire è che comunque, nonostante i miei difetti, sono una strega che mantiene la parola data e che si fa punto d’onore nel mantenere gli impegni che prende.

Sono rimasta sola nella camera di Percy e sto pensando all’approccio che dovrei avere con Ginny: credo che la cosa migliore sia andare da lei ed offrirle il mio aiuto, oltre al mio sostegno morale. Dopo tutto, è passato solo un mese da quando Harry l’ha lasciata e credo che le ci vorrà ancora parecchio tempo per superare questo momentaccio. Questo lo so per esperienza personale: io ho continuato a piangere come un vitello sulla spalla di Molly per quasi un anno intero!

La mia memoria mi riporta indietro nel tempo, quando vedevo quegli interminabili film d’amore a casa di nonna Tonks.

In genere, quando qualcuno piangeva o si disperava, arrivava sempre l’amico, l’amante, la mamma, il papà, la zia a consolarlo.

Di solito, la scena si concludeva in uno stretto abbraccio. Il povero afflitto scoppiava a piangere mentre l’altro lo stringeva e garantiva che d’ora in poi sarebbe andato tutto bene.

Non posso però dire a Ginny Weasley che va tutto bene; non posso insultare così la sua intelligenza. Sarebbe una bugia.

Non possiedo la dote della divinazione e non sono in grado di prometterle che Harry tornerà tra le sue braccia sano e salvo dopo aver dato a Chi-Sapete-Voi quello che si merita.

Le starò vicino. L’abbraccerò.

In fondo, capisco quello che sta provando perché anche io ci sono passata; solo che per lei è ancora più difficile: il mio unico ostacolo era la testardaggine di Remus (dite poco!), ma contro la sua felicità c’è Chi-Sapete-Voi ed uno stuolo di Mangiamorte, nei quali milita la mia ben poco adorata zietta Bella. Zietta che l’ultima volta che ho incontrato ha fatto fuori mio cugino e spedito me al Saint Mungo.

Mi alzo, mi guardo allo specchio e noto che i miei capelli sono diventati di un viola cupo.

Sempre, quando sono preoccupata.

Chiudo la porta alle mie spalle e scendo in soggiorno dove mi accoglie una calma innaturale.

Tutti i Weasley presenti in casa sono seduti al tavolo e reggono tra le mani dei mugs di thè bollente.

Sorrido appena: il thè per noi inglesi è la panacea di tutti i nostri mali.

E qualche volta funziona. Con almeno quattro cucchiaini di zucchero, nel mio caso.

Mi correggo: tutti i Weasley sono lì tranne Ginny.

Nessuno sembra essersi accorto del mio arrivo, per cui mi schiarisco la voce.

“Ehm.”

Le cinque persone sedute al tavolo alzano gli occhi e mi guardano in attesa.

“Ehm” mi schiarisco ancora la voce. “Sapete dov’è Ginny?”

Molly sorride sollevata: “Cara Tonks, è in giardino.”

Io annuisco, cercando di sembrare certa di quello che devo fare: “Vado da lei.”

Il sole che brilla nel cielo azzurro di luglio mi sembra una presa in giro: una bella coltre di nebbia spessa sarebbe molto più adatta all’umore che regna quest’oggi alla Tana.

Un gruppo rock babbano cantava: “Non si può sempre avere quello che si vuole.”

Devo dire che avevano proprio ragione.

Potrebbe diventare lo slogan delle nostre vite.

Ginny è seduta ai piedi della quercia e precisamente su una grossa radice che sbuca dal terreno.

Mi avvicino, la guardo in faccia e vedo che non sta piangendo.

Meno male, è già qualcosa.

“Ciao, posso sedermi?” esordisco dopo essermi schiarita la voce per l’ennesima volta.

“Per me…” fa spallucce e risponde con indifferenza.

Mi siedo vicino a lei rischiando di inciampare nei miei piedi.

Non le chiedo come va perché tanto lo so.

La guardo ed aspetto che sia lei a dirmi qualcosa.

“Chi è stato?” mi domanda con voce tremante, ma decisa.

“Scusa? Chi è stato a far cosa?” faccio la finta tonta anche se credo di capire a cosa si stia riferendo.

“A mandarti qui da me.” risponde con lo sguardo fisso su una formica che si sta arrampicando sul suo polpaccio.

Non è più una bambina, per cui le rispondo sinceramente. Anche perché dirle una bugia sarebbe inutile.

“Charlie. E’ venuto lui a chiedermi di starti vicina.”

Lei fa cenno di sì con la testa. “Perché lo ha domandato proprio a te?” mi lancia uno sguardo interrogativo.

“Perché sono una strega come te. Perché non sono tua madre… e perché anche io sono stata scaricata.”

Ginny storce la bocca in una smorfia sarcastica. “Sempre diplomatico, mio fratello.” osserva quasi distrattamente mentre scaccia con l’indice la formica che sta per infilarlesi sotto la gonna.

“Lo so, lo conosco Charlie.” ridacchio io.

Ginny non sta bene, ma almeno è tranquilla. Goffamente, mi tiro in piedi: “Senti, Gin, mi hanno detto di starti vicina ed ho intenzione di farlo. Ecco, non mi piacciono i giri di parole. Se hai bisogno di me, se hai voglia di parlare… o di maledire qualcuno, vieni pure da me. Non sarò il massimo, ma questo Metamorfomagus è ai tuoi ordini.” concludo mentre mi inchino scherzosamente davanti a lei.

Mi rialzo e vedo che Ginny ha uno sguardo strano: “E’ vero, sei una Metamorfomagus…” mormora a mezza bocca mentre si alza e si avvicina a me.

Con una forza inaspettata, mi afferra di sorpresa i polsi.

“Sei al mio servizio, Tonks?” mormora con una voce strana.

Io la guardo perplessa: “Beh, se hai bisogno…”

Si sta mordendo forte il labbro ed i suoi occhi castani sono spalancati per lo sforzo di non piangere.

“Tonks… per favore…” mormora con voce rotta. “Trasformati in Harry!”

“Cosa? Gin! Cosa stai dicendo? Io non posso.”

“Per favore, Tonks, solo per un attimo… io voglio vederlo ancora una volta.”

“Gin, io…”

“Tonks, ti prego…”

Nei suoi occhi vedo le lacrime che rischiano di scorrere ancora a fiumi. Non sopporto le persone che piangono. Mi fanno sentire impotente.

“Io non mi sono mai trasformata in un ragazzo…”

“Provaci, Tonks!” ora le trema anche il labbro.

Chiudo gli occhi e mi concentro sulla fisionomia di Harry Potter.

Sento il mio petto che si appiattisce (non facciamo dell’ironia sulle mie misure, per favore!), sulla mia gola spunta un pomo d’Adamo e le mie membra cambiano forma. Le mie mani affusolate diventano quelle grandi di un giovane uomo.

Quando riapro gli occhi, guardo Ginny con un sorriso timido: “Mi spiace, gli occhiali non ce li ho.”

Non faccio a tempo a concludere la frase che Ginny mi butta le braccia al collo.

Al colmo dell’imbarazzo, la abbraccio a mia volta.

Sono a disagio: lei si è proprio appiccicata a me e sento il suo seno appiattirsi contro il mio petto.

Ha un buon profumo dolce, Ginny.

Un calore inaspettato parte dal mio ventre, facendomi sentire ancora più fuori posto.

Sento le sue labbra sul mio collo e lei che sussurra: “Harry, amore mio…”

Il mio corpo reagisce a quel contatto così intimo in maniera totalmente inaspettata e mi stacco da lei come se mi avesse scottato ed in un certo senso è proprio così.

Riprendo le mie solite sembianze in tutta fretta.

Ginny ha una mano sulla bocca e mi guarda sconvolta, le guance arrossate: “Tonks, scusami… io…”

Io agito le mani forsennatamente davanti a me: “N…no, Gin. Non ti preoccupare. Ora devo andare a Grimmauld Place. Remus mi sta aspettando. Ci vediamo!”

E scompaio dalla sua vista.

Atterro nel Quartier Generale dell’ordine, sfortunatamente davanti al ritratto della adorabile Signora Black, la quale comincia a strepitare, oltraggiata: “Feccia del mondo magico! Putrido risultato di un’orribile sozzura. Sangue di fango (in inglese mezzosangue si dice Mudblood. Sangue di fango, appunto. NdA), scherzo della natura!”

All’improvviso, le tendine si chiudono sul quel viso stravolto dall’ira.

Mi giro.

E’ Remus. Meno male, sia ringraziato Merlino.

Mi butto tra le sue braccia con più entusiasmo del solito.

E’ vergognoso quello che sto facendo: sto monitorando le sensazioni del mio corpo contro il suo. Mi struscio contro di lui e sospiro sollevata quando avverto la familiare tensione alla bocca dello stomaco che provo sempre quando ho voglia di lui.

Almeno in questo sono normale.

Mi guarda sorridendo: “Che bel saluto!” mi bacia teneramente sulla punta del naso. “Mi spiace, cara, ma oggi sono un po’ fuori forma…”

Già, fra un paio di giorni c’è la luna piena.

“Non importa, Remus…”

Lui mi guarda, interrogativo, poi senza parlare mi porta verso il divano del soggiorno che ha visto sicuramente tempi migliori. Si siede, mi fa sdraiare e mi costringe dolcemente ad appoggiare la mia testa sulle sue ginocchia.

Con una punta di rimorso penso di dover essere io a coccolare lui.

Comincia ad accarezzarmi i capelli. Io gli sorrido e lui continua fino a che mi rilasso a tal punto che mi addormento.

* * *

E’ passata una decina di giorni, da quel pomeriggio.

Io non sono più andata alla Tana perché non me la sono sentita. Molto probabilmente, Charlie e tutta la famiglia si saranno chiesti che cosa sia successo e perché non mi sono più fatta vedere.

Non ho dovuto fare molta fatica per imbastire una scusa da raccontare al momento opportuno: in questi giorni i turni di sorveglianza all’Ordine sono massacranti ed il Ministero ha dato l’allerta a tutti gli Auror, sottoponendoci a parecchio lavoro extra.

Vedo Remus solo perché lui sta a Grimmauld Place e credo che i Weasley si trasferiranno in blocco da qui a pochi giorni.

Inutile dire che la prospettiva non mi rende tanto felice, soprattutto dopo la scena con Ginny.

L’imbarazzo è scemato, ma non credo mi sentirei totalmente a mio agio tra di loro. Non sono brava a nascondere le cose e penso che si possa notare il mio imbarazzo nei confronti di Ginny. Non ce l’ho con lei, ma le reazioni che mi ha causato non mi sono piaciute.

Poveretta, però!

Entro in casa facendo caracollare il porta ombrelli. Mi fermo pazientemente a raccoglierlo, nonostante il mio desiderio feroce di un lungo bagno.

Tre turni di fila, poco tempo per mangiare, niente sonno, niente riposo né tanto meno tempo da passare con Remus.

Stasera tutto quello che voglio è stare un po’ con lui.

Entro in cucina e vedo che sta leggendo una lettera.

Io prendo la rincorsa e gli balzo in braccio: “Yuppyyyyy!”

Remus fa cadere la lettera e mi afferra: le mie gambe sono attorno alla sua vita e le sue mani sul mio didietro.

Tanto per cambiare, entra la McGranitt che non ci degna di uno sguardo; tuttavia commenta asciutta: “Vedo che siamo già a questioni di fondo.” mentre una tazza ed una teiera levitano nell’aria dirigendosi verso di lei.

Remus mi lascia andare con una espressione impassibile e raccoglie da terra la lettera, mentre per l’ennesima volta nella mia vita, vorrei sprofondare nelle viscere della terra.

Appollaiato allo schienale della sedia c’è il piccolo gufo degli Weasley.

“Tonks, stasera abbiamo un invito. Bill e Fleur sono tornati dal viaggio di nozze e Molly vuole dare una cena di bentornato.”

Accenno un sorrisino sbilenco. Proprio quello che ci voleva per mandare a monte il mio progetto di una serata romantica.

Vista la mia stanchezza e quella di Remus (è appena passato il plenilunio), molto probabilmente la nostra serata si sarebbe limitata a metterci a letto e a crollare secchi come ciocchi; comunque, mi costa rinunciarci, soprattutto per incontrare:

• La ragazza che ha cercato di sedurmi;

• La famiglia che si aspetta che consoli la ragazza di cui sopra;

• Una delle ragazze meno simpatiche e più diverse da me che io conosca (Fleur!)

Il gioco non vale la candela, si dice nel mondo babbano.

La prospettiva del bagno con i miei sali da bagno preferiti si allontana mentre opto per una doccia veloce.

Venti minuti dopo sono ancora a pianterreno, dove trovo Remus che mi aspetta.

“Sei pronta, Tonks?”

“Certo!” mento con una nonchalance che non sapevo di possedere.

Un momento dopo, io e Remus ci volatilizziamo in un turbine.

* * *

Dite la verità, non ve lo aspettavate uno scenario yuri?

Ho pensato di approfittare della Metamorfomagità di Tonks per creare un po’ di scompiglio.

Spero non sia stato eccessivo!

Vi ricordo della possibilità di contattarmi a questo indirizzo: nisi_corvonero@yahoo.it. Se lo farete, verrete inseriti in una mailing list e verrete informati di tutti gli aggiornamenti delle mie storie.

Comunque, grazie a tutti per aver letto e recensito e spero che questa storia continui a piacervi.

Miyu92: dicevi povera Ginny nello scorso capitolo, bella. Ed in questo? Che sadica che sono!

Merope: Ciao mammina di Tom. Ne sono assolutamente lusingata, spero di meritarmelo. Comunque mi ha fatto un sacco piacere che tu abbia messo questa storia tra i preferiti.

Suzako: Che bello sapere che tutti i giorni vieni a vedere se ho aggiornato. Mi correggo: Che pazienza. Questo capitolo è un pochino più lungo? C’è un po’ di Remus. Però ti prometto che si vedrà di più in seguito. Per Ginny, penso di aver soddisfatto un po’ la tua curiosità.

Thilwen: Ci credi che tutte le volte che vedo una tua recensione, vado in brodo di giuggiole? Evviva, grazie mille. Sinceramente, a livello personale penso che i Weasley non siano poi ‘sti santerelli del Paradiso: Ron è scemo, Fred e George due disgraziati, Ginny una Mary Sue, Bill (bello!) un tombeur de femmes, Percy è da dimenticare. Devo trovare qualcosa su Charlie! Che carino: In bocca al Lupin!

Varekai: tu adori la mia storia? Io adoro te perché mi fai tutti questi complimenti. ahahaha.

L-fy. Tesorino di una Elfie cara… Menzionare te, Fred, le scope ed uno stanzino imboscato nello stesso discorso fa tirare delle conclusioni fin troppo ovvie. Senti, spiegami un po’, ma perché tutte le volte che ci scambiamo le recensioni finiamo per parlare di cibo e di uomini stuprabili. Bah! L’ironia è completa se pensi che siamo entrambe della Vergine, ciccina cara. Un bacio e un abbraccio stritoloso, al solito. Per il sacco a pelo, mi sto attrezzando.

Lenne88: Grazie per la recensione… hai visto che ho parlato di Ginnina piccolina?

Chloe90: Che bello trovarti anche qui, Chloe! Anche a me piace creare scompiglio. Si vede, vero? Grazie per la doppia recensione!

Maho: io sono per la fuga dei tre da farsi durante la notte. Secondo te, Molly Weasley li lascia andare alla ricerca del cattivone? Prova un po’ a pensarci, Maho! Anche io spero che Ron ed Hermione si sbrighino, non le reggo più le scenate di gelosia di Ron. Anche se devo ammettere che Krum mi piaceva parecchio (ho il trip delle scene romantiche ai balli, non so se lo hai capito). Sono perdutamente innamorata di Andrè e Leonid (che è diventato lo sfondo del mio computer a casa). Che uomini!

Kurumi: Piacere di conoscerti! I personaggi OOC? Ti ringrazio per avermelo segnalato, vedrò di starci più attenta. Però sono contenta di averti fatto ridere.

Ciao a tutti, statemi bene!

Nisi

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Capitolo 6
*** La cena delle beffe ***


La mia solita fortuna: la prima persona sulla quale poso gli occhi è Ginny.

Meno male che lei non mi nota perché sta guardando con cipiglio minaccioso la neo cognata che sta amorosamente baciando il marito il quale, vi ricordo, è il fratello preferito della ragazza in questione.

Beh, si tratta di una descrizione superficiale, ma vi assicuro che i baci che si stanno scambiando i due neosposini sono ben lungi da esserlo.

Ginny li sta fissando con gli occhi ridotti ad una fessura ed un’espressione disgustata, come se avesse colto suo fratello nell’atto di baciare un doxy puzzolente piuttosto che la giovane francese che ha sposato solo una manciata di giorni prima.

Tutti i Weasley disponibili sono in sala da pranzo: Arthur siede sul divano nascondendo il suo sorriso soddisfatto dietro la Gazzetta del Profeta.

Molly è indaffarata a dirigere coltelli, forchette e posate da dolci che secondo le sue indicazioni si posano dolcemente accanto ai piatti tintinnando; Charlie ha salutato Remus con una pacca sulla spalla e lo ha tratto in disparte per dirgli non so cosa ed i gemelli, infine, hanno tutta l’aria di stare tramando qualcosa ed infatti sghignazzano, guardano in direzione degli sposi e si danno di gomito a vicenda. Quando Merlino ha voluto, Bill e Fleur si sono staccati; più che altro per mancanza d’aria, infatti entrambi stanno boccheggiando come un Avvincino fuori dall’acqua.

Remus, sempre compito ed educato (dite che dovrei imparare qualcosa da lui?), si avvicina loro per porgere il benvenuto.

Stringe la mano a Bill che lo abbraccia virilmente, poi si china a baciare Fleur su una guancia.

“Bentornati, spero che la Sicilia vi sia piaciuta.”

“Non credo siano andati molto in giro: sono pallidissimi tutti e due!” ulula George, mentre Fred gli da una pacca sulla spalla ed entrambi cominciano ad ululare dal ridere.

“Cons! (deficienti! NdA. Anzi, Defiscentì!) Bill non può prandere il sole sulle scicatrisci!”

Charlie ridacchia a sua volta: “Beh, Bill, allora spero solo che la stanza sia stata di vostro gradimento… ammesso che abbiate avuto il tempo per guardarla.”

Fleur arrossisce, ma non fa una piega anche se i suoi occhi mandano lampi.

Bill cinge con un braccio la vita di sua moglie e se la tira vicina: “Più che la stanza, era bello quello che c’era dentro…” e la scena si ripete: indovinate un po’ di che scena sto parlando.

Alle loro spalle, Ginny mima l’atto di mettersi due dita in gola e simula un disgustoso conato di vomito; i gemelli, da parte loro, emettono dei risucchi con la lingua e gorgoglii strani.

Stanno cominciando giusto ad ansimare, quando Molly richiama tutti all’ordine: “Fred! George! Piantatela di prendere in giro vostro fratello!”

il matterello si avvicina levitando ai due gemelli che si nascondono sotto al tavolo sghignazzando e Molly, rivolgendosi alla tribù allargata, annuncia tutta pimpante: “La cena è pronta!”

I gemelli e Charlie si precipitano ai loro posti, afferrando i piatti di portata e servendosi generosamente di tutte le pietanze, senza attendere che gli altri commensali si siano seduti.

Qualche secondo dopo, siamo tutti attorno al tavolo e gli uomini di casa Weasley, tranne Bill – che evidentemente ci tiene a far bella figura con la moglie – cominciano a mangiare a quattro palmenti.

Anche io seguo il loro esempio, visto che non mangio decentemente da giorni e che Molly è una delle migliori cuoche che io conosca.

Prima però rovescio una buona parte di stufato sulla tovaglia immacolata… fino a tre secondi prima. Senza fare una piega, Remus afferra la bacchetta soprappensiero e pulisce tutto quel disastro.

Grazie, amore mio.

Guardo Molly e quel ben di Merlino che c’è sulla tavola e penso che dovrei farmi dare qualche lezione da lei: in fondo, fra non molto sarò una strega sposata e l’idea di preparare un buon pranzetto al mio Remus mi piace particolarmente.

Per il momento, carbonizzo le uova con il bacon in maniera impeccabile e come punto di partenza non è tanto male.

Alzo gli occhi ed incrocio lo sguardo di Ginny, che è seduta proprio di fronte a me: entrambe arrossiamo violentemente e distogliamo lo sguardo in fretta.

Remus ha visto tutto, ma fa finta di niente, anche se mi guarda con una faccia un po’ perplessa.

Riprovo con il cibo e mi servo abbondantemente: cotoletta, salsicce, patate al forno, purè, bacon croccante, fagiolini, brown sauce, piselli saltati con cubetti di prosciutto e pane tostato di segale.

Remus è molto più parco di me: “Riuscirai a mangiare tutto, Tonks?” mi chiede ridendo.

“Affolutamente fì, Remuf” esclamo con la bocca piena, mentre mi accorgo che Fleur mi guarda inorridita.

Lo so che il decoro presupporrebbe che io non parlassi con la bocca piena, ma credo che colui che ha formulato le regole della buona educazione non si sia limitato ad ingurgitare al volo un paio di panini rinsecchiti negli ultimi tre giorni.

Mio malgrado, cerco di mangiare in maniera più composta ed inghiotto il boccone prima di parlare: “Lo sai che non ho mangiato quasi niente, in questi tre giorni.”

Lui mi accarezza teneramente i capelli e mi passa un dito magro sulla

guancia: “Lo so, cara… buon appetito allora.” e si china a darmi un bacio.

“La vogliamo finire, per favore?” la voce stridula di Ginny mi fa staccare da Remus e, mi accorgo, anche Bill e Fleur scollano le loro bocche, almeno momentaneamente. “Stiamo mangiando, se non vi dispiace!”

Un silenzio pesante cade in sala da pranzo e tutti guardano Ginny di sottecchi che infilza le patate al forno con una furia tale che se fossero esseri viventi morirebbero sul colpo.

I piselli cominciano a schizzare dal suo piatto, ma nessuno si azzarda a dire “Bah!”

Meno male che qualche minuto dopo, Fred e George cercano di far finire i suddetti legumi nelle loro bocche prima che cadano sul tavolo o per terra e, suo malgrado, Ginny sbotta in una risata riluttante ed esclama: “Siete sempre i soliti cretini!”

Fred ridacchia e le risponde a tono: “Dei cretini che hanno fermato la pioggia di piselli, Ginnina piccolina!”

L’atmosfera di distende un pochino e piano piano, la conversazione (diciamo brusio ininterrotto delle chiacchiere) riprende spedito.

Mi prendo mentalmente nota di evitare di esprimere il mio affetto a Remus davanti a lei.

Dopo tutto, non penso che per lei sia facile vedersi davanti agli occhi due-coppie-due di innamorati felici che si baciano beatamente.

Guardo nel piatto della nuova Signora Weasley e vedo che ha appena toccato cibo: la bistecchina ai ferri è stata accuratamente sezionata, ma è rimasta nel piatto ed i fagiolini hanno subito la stessa sorte.

Dopo che abbiamo finito di spazzolare tutto il cibo che Molly ha preparato (non è rimasta neanche una briciola!), Molly fa levitare piatti di portata, stoviglie e posate nell’enorme acquaio che ha già riempito di acqua bollente saponata. Magicamente, una spazzola per piatti comincia a rigovernare e Molly fa levitare una enorme torta verso il tavolo.

Spettacolo!

Panna, crema pasticciera, cioccolato, nocciole… e qualcosa d’altro che mi sfugge.

Non mi sfugge però il profumino che si sprigiona dal dolce, che plana velocemente su di un’alzatina che è comparsa sul tavolo.

Proprio al centro, ci sono due figurine in miniatura che riproducono Bill e Fleur.

Ad intervalli regolari, si abbracciano e si baciano.

Guardo Ginny in tralice e vedo che sbuffa e rotea gli occhi in segno di rassegnata sopportazione.

Ad un certo punto, il Billino in miniatura prende a togliere i vestitini alla Fleurina.

Molly guarda i due gemelli: “Fred, George! Piantatela!” ringhia minacciosa.

I due si contorcono dalle risate e si mollano a vicenda pacche sulle spalle.

Molly da un colpo di bacchetta e Billino provvede a rivestire la mogliettina.

Anche a me viene da ridere, ma credo sia meglio che mi trattenga.

Mamma Weasley taglia delle enormi fette di dolce, stillanti panna montata.

Essendo gli ospiti d’onore, Bill e Fleur sono i primi ad essere serviti.

“Oh, non merci, Madame Weasley!” si schernisce la francesina.

“Fleur, devi mangiare, altrimenti ti ammalerai!” chioccia la suocera.

Fred interviene con aria saputa: “Giusto! Fleur, con tutte le calorie che ti fa smaltire Bill…”

Non fa in tempo a finire la frase che, senza scomporsi minimamente, Molly agita ancora una volta la bacchetta ed una intera caraffa d’acqua si rovescia sulla testa di Fred.

“Credo tu abbia bisogno di raffreddarti un pochino, Fred caro…”

Charlie scoppia a ridere talmente forte che inizia a sbuffare, la panna vola via e si posa proprio sul nasetto lentigginoso di Ginny.

Charlie la raccoglie con l’indice e le strizza l’occhio, infilandosi il dito in bocca e succhiandolo con evidente piacere.

Evidentemente divertita, Ginny gli sorride e lui ricambia soffiandole un bacetto con lo schiocco.

Qualcosa mi dice che Charlie sta cercando di fare le veci di Bill, anche se non so se ci riuscirà.

E’ meglio che smetta di pensare e che mi dedichi ad altro.

Per esempio, ad assaggiare questa stupenda torta che trasuda bontà e che aspetta solamente di essere divorata.

Detto e fatto, infatti procedo a smaterializzare il dolce dal piatto ed a farlo rimaterializzare nel mio stomaco.

Mi accarezzo il ventre più che soddisfatta ed accetto la tazza di the caldo che Fred mi porge.

Remus si rivolge ai due sposini: “Allora, quando riprenderete a lavorare?”

Fleur risponde: “Bill ed io ricominsceremo à la Grengott settimana prossima. Io però lavorerò part time e siccome Bill non vuole che io rimanga sola, sarò qui tutti alla Tana i pomerisci.”

Il clangore di una forchetta che ricade nel piatto è l’unico rumore che si sente.

Ginny è sul punto di sputare fuoco come e più dell’Ungaro Spinato.

Tutto il resto della tribù è perplesso, tranne Bill che continua a levitare sulla nuvoletta del suo amore e ad ingurgitare quantità impressionanti di torta (con il dolce ha abbandonato ogni ritegno) .

Ginny scatta in piedi e sibila: “Mamma, ti aiuto a portare i piatti in cucina.”

Molly capisce l’antifona e la segue oltre la porta.

Fleur, da brava neo nuora, si alza, pronuncia un incantesimo a mezza bocca ed i piatti si impilano ordinatamente l’uno sull’altro. Cerca di dirigersi verso la cucina, ma Remus la blocca, usando l’argomento migliore: “Fleur, eri bellissima, al tuo matrimonio.”

Lei fa un sorriso che farebbe concorrenza allo Stregatto (quello di Alice nel Paese delle Meraviglie NdA) e torna a sedersi, per accettare graziosamente i complimenti che le spettano.

Getto uno sguardo verso la cucina, dalla quale nessun rumore sembra provenire.

A parer mio, Ginny sta dando di matto, imprecando contro tutti i maghi del calendario e di conseguenza Molly ha insonorizzato il locale.

Le uniche donne della famiglia Weasley ritornano al tavolo dopo un quarto d’ora.

Due chiazze più rosse dei suoi capelli sono comparse sulle gote bianche di Ginny.

Molly mi guarda con aria colpevole ed io ricambio il suo sguardo senza capire.

“Fleur, cara, che ne diresti di aiutare Tonks ad organizzare il suo matrimonio con Remus? Tu sei già esperta e sono sicura che la cara Tonks sarà felice del tuo aiuto.”

E’ arrivato il mio turno di far cadere la forchetta sul piatto.

Bell’affare, eh? E’ da lì che è cominciato tutto.

Naturalmente, ho sollevato di peso Molly (non fisicamente, però: sarebbe stato alquanto difficoltoso), ma ve lo racconto la prossima volta perché adesso è arrivato Remus e voglio farmi consolare da lui.

Per cui… smammate!

* * *

Si ringrazia Serintage per le bacchettate sulle manine.

Ahahahhahaha!

Obiettivamente, se fossi stata Tonks, mi sarebbe andato tutto per traverso, nonostante l’ottimo cibo.

Spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto e che vi abbia strappato almeno un sorriso.

Vi ringrazio tutti, siete sempre gentilissimi e le vostre recensioni mi fanno sempre un piacere immenso, anche quelle che mi avvertono che ho toppato da qualche parte.

Volevo dirti che qualche giorno fa ho pubblicato il nuovo capitolo della Rivolta delle Racchie e che io e Gil abbiamo aggiornato anche “I vantaggi di essere donna”, la nostra storia un pochino (ehm) femminista.

Vi ricordo che se mi scrivete alla mail nisi_corvonero@yahoo.it, verrete inseriti nella rubrica e verrete informati in caso di aggiornamenti.

Ed ora, i ringraziamenti.

L-fy: Mia dolcissima collega gastronomica. Hai fatto la torta di pane della quale ti ho postato la ricetta? Mi ero dimenticata di aggiungere anche un etto di cacao amaro. Allora ti piacciono i pel di carota, in un modo o nell’altro. Ricordami, un giorno, di dirti il proverbio milanese sui Malpeli. Personalmente, a me piacciono (mi sono appena fatta il riflessante proprio di quel colore.) Considerazione dotta, Elfie cara: perché Fred sembra sempre il più stuprabile di tutti e due i gemelli? Tanto sono uguali, proprio come rispondeva il piccolo Boris di anni sette, figlio di un’amica bulgara quando suo padre gli domandava quale delle due gemelline preferisse. Forse Fred ha un pizzico di vena sadica in più. E, come da manuale, sono i bastardi che piacciono di più alle donne. Ho capito, ti passo la vena dello sgabuzzino delle scope, ma credo che anche la stanza delle necessità possa fare al caso suo. Gilbert va sporcato, assolutamente. Come la neve appena caduta dal cielo.

Lu: Ciao, Cri. Spero che tu abbia ricevuto la mia mail. Eh, ti capisco. Anche io non ho ancora ben chiaro come si scriva il nome di Nin… Tonks. Confusione totale!

Suzako: No, non diventa yuri, non ti preoccupare. Era semplicemente un momentaneo delirio dell’autrice. Che, a quanto pare, è anche piaciuto. ahahahaha.

Moony91: chiedo scusa, ma non ho mai molto tempo per leggere e recensire (la Chloe di cui sopra ne sa qualcosa, povera!), ma verrò a dare un’occhiata. Io ho un debole ormai appurato per Remus Lupin, per cui scrivere una fanfiction su di lui è stata una scelta ovvia. Adoro creare scompiglio, adoro far fare figuracce ai miei personaggi e metterli in situazioni imbarazzanti. Nelle mie fanfiction c’è abbondanza di figure barbine. E dire che sono una personcina molto buona e tranquilla…

Faith Sun: Che bel nick! Grazie per i complimenti che mi fanno sempre piacere. Eccoti il nuovo capitolo. Ciao.

Eileen Prewett: In realtà, sto facendo fare a Ginny la figura dell’acidona petulante. Bah, sarà per una forma di contrappasso. Non mi piacciono le Mary Sue, le ho sempre guardate con sospetto. Anche perché l’unica perfezione della quale sono a conoscenza è quella del cibo ben cucinato. Per il resto… uhmmm nutro sacri dubbi. Aspetto eventuali segnalazioni di cose perfette.

Scar: ehhh? Non pensavo che fossi una serissima madre di famiglia… scusa, cancello serissima che è meglio. Non riesco a scrivere una fanfiction ridicola che non abbia una vena di malinconia e viceversa. Ogni tanto mi faccio prendere dall’una o dall’altra cosa. Anche a me piaceva capitan Harlock e da qui ho capito che mi piacevano gli accecati. Anche perché il fighissimo Onijima di Madamoiselle Anne era orbo pure lui. Ecco, orbi e moraccioni. Che mente malata. Passami il nome di quello bravo che andiamo assieme. Mi sono troppo divertita a scrivere la scenetta Yuri (anche se credo sarà la prima ed ultima volta).

Kurumi: Ho una teoria su Ginny: essere stata posseduta da quel disgraziato con gli occhi da serpente le avrà pur lasciato qualche strascico, no? Secondo me, nel settimo avremo qualche sorpresina in tal senso.

Carillon: grazie mille per i complimenti. Neanche io sapevo che i Metamorfomaghi potessero cambiare sesso (Casablanca, addio!), è un’ipotesi che mi è venuta in mente. Magari se potessimo scrivere a Tonks…

Chloe90: Sono pazza? Beh, mio marito me lo dice spesso, sai? Ed anche un po’ di altra gente. Strano, io mi considero normalissima (prima bisogna stabilire quello che viene considerato normale). bacetto!

Briseide: sincerità per sincerità, a me piacciono le TUE storie, infatti ti ho messa tra i miei preferiti. E sono molto contenta che questa fanfiction TI piaccia.

un bacione a tutti, ciao!

Nisi Corvonero

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Capitolo 7
*** Colpo gobbo alla francese ***


Parliamo un attimo del Cappello Parlante, e cioè di quell’entità magica che ha il potere di decidere in che casa finirà ogni singolo, piccolo mago che approda ad Hogwarts facendosela sotto dalla paura.

Il ricordo del mio incontro con suddetto Cappello è uno dei peggiori della mia infanzia, anche perché che mentre mi stavo dirigendo verso la professoressa McGranitt per farla finita una volta per tutte, ho fatto uno scivolone pazzesco che mi ha mandato a gambe all’aria mentre tutta Hogwarts se la ghignava alle mie spalle. Gazza, ho scoperto in seguito, aveva ecceduto con la cera per i pavimenti, rendendo il marmo assolutamente infido e pericoloso, soprattutto per una persona che tende ad incespicare nei suoi stessi piedi.

Dovete sapere che il Cappello è una creatura estremamente indecisa: so per certo che avrebbe voluto smistare Harry Potter a Serpeverde, Hermione Granger a Corvonero e, secondo me, avrebbe voluto spedire Ron Weasley a Tassorosso.

E forse, anche Ginny sarebbe dovuta finire a Serpeverde a far compagnia ad Harry, viste le sue frequentazioni malsane del primo anno.

A me è successa più o meno la stessa cosa, forse in maniera più pronunciata: il Cappello era indeciso se mandarmi a Corvonero oppure a Tassorosso. Aveva anche ventilato l’ipotesi di smistarmi a Grifondoro. Per cui sono rimasta seduta su quel terribile sgabello per dieci minuti buoni con tutti gli sguardi degli studenti puntati addosso, mentre Hagrid aveva cominciato a scaccolarsi, il Professor Silente aveva preso a masticare caramelle al limone conversando amabilmente con la Professoressa Sinistra, il Professor Piton (che il diavolo se lo porti) aveva aperto un testo di Pozioni e Vicious si era addormentato contro il fianco cicciotello della Professoressa Sprite.

Il tutto mentre Minerva McGranitt mi fissava arcigna. Ecco spiegata almeno in parte la soggezione che mi prende quando mi trovo in sua presenza.

Dopo che il Cappello aveva fatto la sparata di mandarmi a Serpeverde, mi ricordo di aver pensato qualcosa del tipo: “Allora, ti vuoi decidere una buona volta?”

Detto e fatto: ed il grido “CORVONERO”! era echeggiato in tutta la Sala Grande, svegliando Hagrid di soprassalto che nel frattempo si era addormentato e russava rumorosamente.

Dentro di me, ho sempre pensato di essere più Tassorosso che qualsiasi altra cosa; questo perché è talmente facile avere la meglio su di me, soprattutto se si fa leva sul mio senso del dovere.

Come per esempio quando dopo la splendida cena, decido di mettere alle strette Molly Weasley, la quale a sua volta mette alle strette la sottoscritta.

Ho scelto la tecnica di accerchiamento del nemico appresa durante il famigerato corso per diventare Auror: prenderlo alle spalle quando meno se lo aspetta, possibilmente in un ambiente a lui familiare. Come da manuale, blocco Molly in un angolo della cucina.

“E allora … come la mettiamo?” abbaio minacciosa (non per niente, mio cugino era Sirius Black, Animagus in forma di cane).

Sono assolutamente inviperita per quelle parole che ha detto pochi minuti prima in sala da pranzo e che mi hanno incastrata.

Ho le mani appoggiate sui fianchi e guardo quella… traditrice come se le volessi lanciare una maledizione senza perdono.

“Tonks, cara, ti posso offrire una tazza di the?” mi chiede con voce tremante ed evitando accuratamente di guardarmi negli occhi.

Afferra il bollitore per metterlo sul fuoco, ma io glielo prendo dalle mani e lo piazzo con malagrazia sul tavolo: la tazza di the te la puoi anche mettere…

“Non lo voglio il the, Molly! Voglio una spiegazione! Perché mi hai rifilato quella…”

Non so neanche come definire Fleur. E’ così lontana dalla mia idea di strega seria e capace che rimango con le parole nascoste in fondo alla gola.

“Mi spiace, mi spiace, Tonks, non immagini quanto! Ma ti prego, cara, per favore, portatela dietro.”

“Molly, non so se lo hai capito, ma io quella non la sopporto!” ora sto agitando le braccia in aria e sto urlando con tutto il fiato che ho in corpo.

“Ti prego, Tonks, te lo chiedo per favore…” mi implora, supplichevole.

“E lei non sopporta me! Mi guarda sempre storto, per una cosa o per l’altra… No, no, no, non è possibile.”

Visto che con le buone è impossibile convincermi, Molly usa una delle armi preferite delle streghe mamme: il ricatto morale.

“Tonks, però quando hai avuto bisogno…”

Colpo basso, anzi, bassissimo, infatti sento una botta allo stomaco che mi lascia senza fiato mentre davanti agli occhi mi scorrono immagini di me stessa mentre piango come una fontana sul suo seno, di lei che mi asciuga amorosamente gli occhi, che mi offre una tazza di the, che mi stringe la mano incoraggiante, che fa il tifo per me, che invita Remus J. Lupin a pranzo casualmente quando sono invitata anche io.

“Perché, qual è il problema, quello vero, intendo? A questo punto, vorrei saperlo.”

Molly si morde il labbro nello stesso gesto che sono abituata veder fare a Ginny. Prima di parlare, cerca di soppesare bene le parole che sta per pronunciare: “Vedi, Tonks, Fleur è una cara ragazza…”

Si interrompe quando mi vede fare una faccia incredula e mi guarda severamente.

“Fleur è una cara ragazza, ma… non ha un gran rapporto con Ginny…”

Ho capito tutto! E’ lei la vera ragione di tutto questo putiferio.

“Vediamo se ho capito, Molly: Ginny non regge Fleur. Perché ha sposato Bill, perché ha un po’ di puzzetta sotto al naso, perché continua a spupazzarsi il suo fratello preferito sotto ai suoi occhi quando lei è stata mollata da Harry…” Prendo un profondo respiro prima di pronunciare la frase che, forse, equivarrà ad essere internata ad Azkaban, nel cuore di Molly Weasley.

“E perché è più bella di lei.” concludo in fretta, velocissimamente, proprio come fanno gli annunciatori delle pubblicità babbane quando devono elencare gli effetti collaterali di una medicina.

Le orecchie di Molly diventano rosso fuoco: “Come ti permetti! La mia Ginny è bellissima, molto più bella di quella… Flebo!”

Cuore di mamma ha parlato. Nella sua lista di priorità prima di tutto vengono i figli, poi il marito ed infine il resto del mondo.

D’altra parte, anche mia madre è così: sarebbe capace di affermare che io sono molto più attraente della witch model della Repubblica Magica Polacca Karina Verygnok.

“Senti,” esordisco nel tono più ragionevole possibile. “Fleur sarà odiosa, antipatica, rompiballe e tutto quello che vuoi. Ma non puoi negare che sia una bellissima strega. E’ in parte Veela, dopotutto!”

“Fo… forse è come dici tu.” mi risponde mentre le sue labbra incominciano a tremare: “La mia cucina non le piace, non mangia mai niente di quello che preparo io e…”

“Oh, Molly!” ora tocca a me consolarla, per cui cerco di abbracciarla (e quasi quasi la faccio finire con il suo abbondante didietro per terra) e le do tanti colpetti leggeri sulla schiena. Non quelli per far fare il ruttino ai bambini! Quelli per consolare qualcuno che piange.

Diciamo che con Molly e Ginny ho già dato, ed entrambe hanno pianto tra le mie braccia. A quando il resto del clan?

“La tua cucina è buonissima… Lei ha ancora bisogno di ambientarsi, non è abituata al nostro cibo” invento così, sui due piedi. “ Dalle tempo.”

“Tonks, sei proprio una brava strega, sei sicura che Charlie…”

“No, Molly!” rispondo severa. “Charlie non mi è mai piaciuto ed io non piaccio a lui. Io amo Remus!”

“Peccato…” scuote il capo asciugandosi gli occhi ancora umidi. “Avreste fatto una così bella coppia!” Già, soprattutto se è una brava persona come tutti i Weasley che ho conosciuto fino ad ora. (Bill =Figone vanesio; Charlie = volgare approfittatore baciadraghi; Percy = leccapiedi – e qui Nisi mi ha censurato - asservito al potere; Fred e George = due bastardi che credono di essere simpatici; Ron = un frustrato mica tanto intelligente; Ginny = una Mary Sue.)

Roteo gli occhi esasperata e la Signora Prewett coniugata Weasley riparte all’attacco: “Allora, starai tu con Fleur?”

Uno splendido pensiero mi attraversa la mente: “Sempre che Fleur sia davvero disposta ad aiutarmi… e non è detto che sia così.”

Evviva, una scappatoia!

* * *

Confido nel fatto che Fleur mi disapprovi su tutta la linea.

Non le piace come mangio, e questo si è visto.

Non le piace che spacchi tutto quello che incontro sulla mia strada (e questo lo ha affermato la somma dea Joanne nel sesto libro).

Non credo le piaccia il mio look. A questo ci sono arrivata semplicemente facendo due più due e cioè confrontando cosa indossa lei con quello che mi metto io.

Non credo che ad una Veela come lei faccia piacere farsi vedere in giro con una come me.

Poi, una parola sulla differenza di età: lei non ha neanche vent’anni, io ne ho più di venticinque, per cui ci sarebbe un terribile gap generazionale.

Io sono inglese e lei è francese e questi due popoli non vanno notoriamente d’accordo.

Ci credete che mi dispiace? No? Fate benissimo. Un politico babbano diceva che a pensar male si fa peccato, ma si indovina.

Ora, analizzata la situazione, non mi resta altro da fare che andare a parlare con la mia presunta aiutante.

Incrociamo le scope… In bocca al troll!

* * *

La trovo seduta sul dondolo, mentre pigramente si da lo smalto sulle unghie ed ogni tanto, con il grazioso piedino dà una spinta per far oscillare l’altalena.

L’aria del pomeriggio è afosa, tutto sembra immobile e rallentato dalla calura che circonda l’ambiente.

La osservo per un attimo. Non c’è che dire, è davvero bella. Bill è stato fortunato, almeno sotto questo punto di vista.

“Fleur, posso sedermi?”

“Per me…” stessa risposta, stessa indifferenza di una situazione precedente, anche se si spera in un diverso epilogo.

Con tutta la cautela di questo mondo, cerco di sedermi accanto a lei con un minimo di grazia, ma il risultato che ottengo è quello di crollare sul dondolo come un sacco di patate.

“Senti, Fleur…” le chiedo quando riesco a raddrizzarmi per darmi un minimo di contegno e lei ha finito di guardarmi con un’aria a metà tra il compatimento e lo schifato.

“Ouiiii?” mi risponde pigramente mentre agita con vigore la boccetta dello smalto.

“Io ti devo ringraziare, ma… sei sicura di voler perdere tempo per aiutarmi nell’organizzazione del mio matrimonio con Remus?”

“Ah, oui, bien sur! Io ho toooonto tampo…”

“Ti stancherai tantissimo, io sono una persona difficile…”

“Je suis forte et patiente, Tonks!”

Andiamo bene. Non recepisce il messaggio. Qua bisogna passare alle maniere forti.

“Andiamo, Fleur, io non ti sto nemmeno simpatica… e tu non stai simpatica a me! Perché hai detto di sì?”

Mi lancia uno sguardo tagliente mentre mi immagino che le sue unghie si trasformino in artigli.

“Scerto che non mi sei sempatica, Tonks. A me nessuno è sempatico, qui, tranne Bill. Però non sei quella mosciosa ascida di Scinny e non sei quella cassepieds di Molly che vuol farmi engrassare a tutti i costi. Tu non mi vuoi far engrassare, vero?”

Io scuoto la testa: “Non sono capace di cuocere neanche un uovo…” mormoro mio malgrado, stupita dalla reazione di Fleur.

Batte le mani contenta: “Très, très bien!”, e poi: “Magnifique!” esclama soddisfatta.“Faremo qualcosa di enteressante. Qui alla Tana si può solo mansciare e basta e il scibo engleeese è troppo grasso, pesoooonte e unto. C’est terrible! A propos, da dove iniziamo? Dal vestito, immascino. Domani andremo a Diagon Alley per trovarti un bell’abito bianco.” Fleur sembra calarsi nel suo elemento.

”Bianco? Ma il bianco mi fa schifo!”

“Bien, allora panna…”

“No, che orrore! Io il mio vestito lo voglio rosa fucsia come i miei capelli.”

“Rosa fu…. fu… Oh, sacre merde!” sbotta impaziente, non riuscendo a pronunciare quella parola “Non puoi vestirti di fu… di quel colore indesciante!”

“ E chi ha detto che non posso?”

“Moi!”

“A me di moi non frega proprio un accidente! Chi sarebbe moi per dirmi quello che devo fare?”

Fleur sbuffa esasperata: “Moi sono io! Non ti puoi mettere un abito di quel colore… cosa dirà Remus?”

Al solo pensiero del mio amore, sorrido beata: “Dirà che sono bellissima…” mormoro sognante.

“Tu es folle! ça va. Domani andremo a Diagon Alley a cercare un vestito desciante per te. Un abito rosa fu… non lo troverai mai.” ridacchia sadica Fleur.

“Invece sì!”

Sono una Corvonero, sono un Auror ed anche un Metamorfomagus… ed ho più esperienza di lei in certe cose.

Lei non mi conosce... ancora.

* * *

Fleur è in cucina che fa finta di far qualcosa per aiutare la suocera a preparare la cena.

Precisamente, sta cercando di valutare la dose di sale che va nella salsa di pane e quanti chiodi di garofano.

Sono appena passate le sei quando un gufetto multicolore con una crestina rosa fluo plana in casa e si appollaia sullo schienale della sedia di legno.

“Oh, è SydGufus, il gufo di Tonks.” esclama Molly mentre gli si avvicina per prendere il minuscolo rotolino di pergamena che porta fissato ad una zampetta con una cordicella rosa fucsia.

SydGufus fa di no con la testolina e vola in direzione di Fleur; si posa sull’antina aperta più vicina alla neo signora Weasley e le porge il messaggio.

“Che cosa vorrà mai quella empiastra?” mormora con aria annoiata mentre Molly fa del suo meglio per non dirgliene quattro.

Cara Fleur,

ti scrivo perché vorrei dirti che, per le prossime otto settimane, sarò di turno tra il Quartier Generale dell’Ordine della Fenice ed Hogwarts tutti i pomeriggi e tutte le sere.

Mi spiace tantissimo non poter preparare il mio matrimonio assieme a te, ma come vedi proprio non mi è possibile.

Grazie lo stesso.

Tonks.

Fleur rilegge il messaggio, poi va in soggiorno a prendere pergamena e piuma.

Scarabocchia quattro righe, poi rientra in cucina e assicura il plico alla zampa tesa di SydGufus che la fissa con i suoi grandi occhi.

“Vai pure, merci.”

Ed il gufetto parte a razzo, lasciando qualche piuma rosa shocking dietro di sé.

* * *

Remus è un mago dalle mille risorse: oltre ad essere un uomo colto, intelligente, comprensivo e decisamente attraente (almeno per me), sa massaggiare i piedi in maniera fantastica, infatti dopo essere tornata dalla disastrosa visita alla Tana, ho cercato di accorpare tutti i turni di guardia come Auror e quelli che mi spettano a Grimmauld Place di pomeriggio e di sera. Tutta questa manovra per evitare Fleur, visto che i miei momenti liberi coincideranno specularmente con il suo orario di lavoro alla Gringott.

Ora sono comodamente spaparanzata sul morbido divano del mio appartamento: la mia testa è appoggiata al bracciolo imbottito, i miei piedi sono in grembo al mago del mio cuore. Le dita di Remus si muovono sapienti e delicate, ed io sospiro di soddisfazione.

“Come mai sei tornata tardi, questa sera?” mi domanda mentre i suoi pollici lavorano sul mio tallone.

“Mmmmhhhh… bellissimo… Ho spostato un po’ di turni di guardia.” gli rispondo quasi soprappensiero. “Da domani sarò di turno il pomeriggio e la sera per qualche settimana.”

“’Dora, tu odi i turni serali. C’entra Fleur in questa tua decisione?”

“Ho sempre pensato che tu fossi un mago troppo intelligente per il tuo stesso bene, Remus.” ammetto dopo aver esalato l’ennesimo sospiro.

Mi bacia un alluce: “Mi fa molto piacere che mi trovi intelligente, piccola. Però non è da te comportarti così: perché non hai detto a Fleur che non hai bisogno del suo aiuto?”

Mi raddrizzo sul divano e fisso negli occhi il mio fidanzato: “Remus, gliel’ho detto, ma lei non ha fatto una piega e Molly mi ha incastrato facendomi sentire in colpa.”

Remus annuisce piano con un mezzo sorriso: “Molly ha un certo talento nel far sentire in colpa la gente.” commenta riferendosi evidentemente alle occhiatacce e alle allusioni che si è beccato da parte della Signora Weasley Senior nel corso degli ultimi mesi. “E tu non sai dire di no.” conclude sorridendo. “Ti posso preparare una tazza di caffè?”

Prima che possa rispondere, vedo che SydGufus è tornato ed ha un messaggio per me.

“Bentornato, Syd.” Prendo un biscottino dalla scatola di latta sistemata sulla mensola della cucina e glielo porgo. Verso un po’ d’acqua in una ciotolina (di plastica, onde evitare disastri) e slego la pergamena legata alla sua zampina.

Ritorno in soggiorno e mi siedo sul divano accanto a Remus: “Chi ti scrive, Dora?”

“Oh, Merlino! Quella mi ha fregato un’altra volta!” esclamo al massimo dello scorno.

“Cosa è successo?”

Gli tendo il messaggio e Remus legge ad alta voce.

Cara Tonks,

non ci sono problèmes perquoi ho dirito ad altre due setimane de ferie e ci possiamo vedere la matina.

Ci vediamo domani alle nove a Diagon Alley, davanti al negossio di lingerie di Chez Sabine.

Fleur Delacour-Weasley

“Credo che questa volta Fleur sia stata più furba di te.” osserva meditabondo.

Faccio piano piano di sì con la testa mentre Remus mi fa un sorriso di comprensione.

* * *

Grazie mille a Serintage per il suo beta reading e la pazienza con i miei orrori di distrazione.

Ciao a tutti e buon 25 aprile.

Mentre voi leggete questo aggiornamento, io sto pulendo i vetri. Non so se la cosa vi interessi, ma comunque…

SydGufus è la trasposizione gufica di Syd Micius, il gatto che stava dove abitavo: l'avevo battezzato a quel modo per il suo pelo a cresta, decisamente punk.

Sto già scrivendo il prossimo capitolo, nel quale si vedrà una Fleur piuttosto misteriosa e Tonks si toglierà qualche sassolino dagli stivali in pelle di drago.

Ora, i ringraziamenti.

Evan88. Non ti preoccupare, come si dice meglio tardi che mai. Comunque, una recensione fa sempre molto piacere, specie se è positiva e piena di complimenti. Ciao!

Suzako. Mi spiace farti venir fame, ma uno dei miei hobby è cucinare e nei miei capitoli ci infilo sempre qualcosa di culinario. Ginny è volutamente odiosa, ma non tanto dissimile da quella che ci descrive la beneamata JKR.

Lu: Si tratta di una delle mie solite figuracce: ho sempre la testa fra le nuvole, ti prego di scusarmi. Grazie mille, per i complimenti e per la comprensione. Personalità multipla? Why not? Visto che Tonks ha gli aspetti fisici multipli…

Chloe: Siamo sorelle: mangerei torte, ma poi lievito pure io, per cui le passo a mio marito! La tua mamma ti vuole tanto bene, o sbaglio? Anche la mia: nomignoli come scimmia, gioconda, giulia e giola (entrambi in milanese significano sciocchina) scema sono all’ordine del giorno. Anche se avrei un’età che richiede rispetto. Da queste parti di gente normale non è che ce ne sia molta, sai?

Calime: che nick carino, grazie per i complimenti…

Faith Sun: i consigli della signora Weasley sono per la prossima volta, ma capisco che Remus sia una gran bella consolazione. Glielo invidio anche io.

Corvonero19. Oh,che bello un collega! Tra tutti ‘sti Grifondoro e Serpeverde, qui non ci si trova più. Spero che questo capitolo ti piaccia. E grazie per la doppia recensione!

Miyu92. Credo che Ginny stia già dando segni di squilibrio (come si fa a saltare addosso a Tonks?) Concordo su Remus. Carillon: il gufo è arrivato, sta bene… anche in questo capitolo!

Ciao a tutti, un bacione a voi e buone finestre a me.

Nisi Corvonero

Avete notate il nome del negozio di lingerie? Indovinate chi me lo ha prestato..

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Capitolo 8
*** 1 + 1 ***


Non avrei mai pensato che Fleur fosse una persona così puntuale: alle nove in punto, appaio con un sonoro “POP” in Diagon Alley. e la vedo proprio davanti alla vetrina di Chez Sabine, il negozio di biancheria intima super raffinata che, sospetto, annoveri la neo signora Weasley tra le sue migliori clienti. Se non altro per patriottismo, visto che la proprietaria pare sia francese come lei .

Fissa la vetrina, ma credo non la veda neanche. Infatti mi avvicino e non si sarebbe mai accorta del mio arrivo se non avessi inciampato in una buccia di banana che qualcuno aveva lasciato cadere lì per caso

”Ah, sei arrivata.” mi dice a mò di saluto guardandomi dall’alto in basso, come fa sempre. “Sei pronta?”

”Più o meno.” le rispondo, anche perché non ho la benché minima idea di quello che mi aspetti nelle prossime quattro ore.

”ça va. Allons-y!”

Chez Sabine apre solamente fra mezz’ora ed io mi ritrovo a camminare al fianco di Fleur. Nonostante l’ora mattutina, c’è già una grande folla che riempie la via. E’ quasi divertente: tutti si accorgono di lei, della sua bellezza e del fascino che sprigiona quasi senza rendersene conto; tutti si scostano per lasciarla passare e, di conseguenza, per lasciar passare anche me che le cammino a fianco.

Sembra indifferente a quegli sguardi che la scrutano minuziosamente dalla testa ai piedi. Si limita ad incedere graziosamente, un passo davanti all’altro. E’ bello potersi muovere liberamente tra questa folla, non mi è capitato così spesso.

Arriviamo davanti al negozio di Magic Wizard Music, il negozio di musica e butto un’occhio alla vetrina. Non ci credo: è uscito il nuovo magic Cdisk delle Sorelle Stravagarie. Forse lo avrete già capito che sono il mio gruppo preferito.

“Fleur, devo entrare un momento…”

“Oh, non! Qui io non sci antro! Ti aspetto al Ghirigoro.” fa fatica a pronunciare il nome della libreria: troppe erre da arrotare alla francese, probabilmente.

I due negozi si trovano proprio l’uno di fianco all’altro, per cui non rischiamo di perderci (peccato!).

“Va bene. Allora ti vengo a recuperare quando ho finito.”

Strano. Fleur non mi è mai sembrata una grande lettrice: non l’ho mai vista con in mano uno straccio di pergamena…Si vede che deve fare acquisti per Bill o per qualcun altro della sua famiglia acquisita. Entro a MWM ed un giovane mago con i capelli lunghi fino alla vita, dei grossi anelli d’argento alle dita ed una veste nera con piccoli scheletri stampati sulla stoffa, mi domanda se mi può essere utile. A MWM assumono solamente MetalWarlocks, visto che loro di musica se ne intendono parecchio. Finalmente, esco dal negozio con la mia preziosissima copia numerata del nuovo album delle Sorelle Stravagarie: “The Number of The Witch”, la sollevo in aria e poi la bacio amorosamente. Era ora! Lo aspettavo da tanto di quel tempo…Ora mi tocca: devo raggiungere Fleur. Il Ghirigoro è un posto che mi piace: si tratta di una libreria piena zeppa di libri con scaffali di legno massiccio che arrivano fino al soffitto. Ci ho trovato spesso degli ottimi testi: i libri del mio corso di Auror li ho comprati tutti qui.

Dove sarà Fleur? Facile! Basterà seguire la direzione degli sguardi imbambolati e la troverò subito. Il giovane commesso (mi ricordo che quando io frequentavo il settimo anno ad Hogwarts, lui era al primo) le sta lanciando occhiate trigliesche da lontano. Eccola! Sta sfogliando un grosso tomo che ha tutta l’aria di essere pesantissimo.

In tutti i sensi. Ha le sopracciglia aggrottate ed un’espressione concentrata che le ho visto poche volte: di solito sembra annoiata, schifata, innamorata od oltraggiata.

“Fleur!”

Sobbalza come se l’avessi beccata a fare qualcosa di illegale e chiude il libro di scatto, sollevando un gran polverone, tanto che non riesco a capire di che testo si tratti. Quando entrambe abbiamo finito di tossire, lei agita la bacchetta ed il libro ritorna levitando al suo posto, in uno degli scaffali più alti.

“Cosa stavi leggendo?” le chiedo incuriosita.

Fa spallucce e mi chiede: “Cos’hai comprato?”

“Il nuovo album delle Sorelle Stravagarie.”

“Ah, oui, quei maghi pelosi che hanno suonato a Ballo del Ceppo.”

“Non sono pelosi!” esclamo, negando l’evidenza.

Due cose non mi dovete toccare: una è il mio Remus, l’altra sono le Sorelle Stravagarie. In effetti, devo ammettere che sono talmente irsuti che in inverno potrebbero stare nella neve nudi senza paura di ammalarsi, però Fleur non me li può demolire così. Quello che conta è la loro musica.

Robusta, sanguigna, in una parola… magica!

“Mais oui, scerto che sono pelosi… e sono anche brutti!”

“A me interessa la loro musica: sono un complesso rock eccezionale.”

“Peut etre (forse NdA), ma io non ascolto musica fata da cantanti che sono brutti. Se ti accontanti…”

“Che musica ascolti, Fleur?” mi azzardo a chiederle, sapendo già che i suoi gusti musicali saranno atroci.

“Quel che capita. Speso Radio Strega Netwòrk, ma mi piasciono molto i Backstreet Ghosts”

Ti pareva: i Beautiful Ghosts sono cinque ragazzi carucci carucci che cantano canzoncine orecchiabili sull’amore. Niente a che vedere con il mio adorato rock.

“Ah.” le rispondo laconica, mentre penso al motivo per il quale mi trovo con una persona che con me non c’entra proprio niente.

“Andiamo da Chez Sabine” non mi chiede: impone.

La seguo e penso proprio che oggi non sceglieremo il mio abito da sposa.

Non sono mai entrata da in quel negozio. Più che altro, non sono tanto da biancheria sexy. E la biancheria che vende la fantomatica Sabine è MOLTO sexy.

“Oh bonjour, Fleur!” tuba la madama in questione quando vede entrare la mia compagna.

“Bounjour à tois, Sabine.”

Io vengo totalmente ignorata e le due si lanciano in un’animata discussione in francese. Inutile dire che non capisco una parola.

Sto in piedi accanto a Fleur per cinque minuti buoni apparentemente invisibile e ne approfitto per guardarmi attorno: la Sabine proprietaria di questo paradiso della lingerie è una strega di media altezza, piuttosto formosa. Mi sento rassicurata dal fatto che Sabine porti i capelli tinti in una bella sfumatura… lilla. Non so dirvi quanto questo mi tranquillizzi.

Il negozio è un’estensione della chioma sua padrona: muri dipinti di un lilla tenue molto carino, arredi di un tono appena più scuro, con profili panna. Mi sembra di ritrovarmi immersa in uno dei fantastici gelati di Fortebraccio. Tutto questo viola, mi fa pensare ai mirtilli affogati nella crema di latte. Ora che ci penso, non ho neanche fatto colazione…

Nella stanza aleggia un lieve profumo di talco. Starnutisco rumorosamente e questo attira l’attenzione delle due donne. Sabine mi scandaglia dalla testa ai piedi senza dire una parola, mentre Fleur mi guarda con disapprovazione. E che diamine, ho solo starnutito!

“E’ Chanel numéro scinque, encompetante! Come ti permetti di starnutire.” mi redarguisce Fleur. “Sarà quello che vuoi, Fleur, ma se mi viene da starnutire, io starnutisco.”

Silenzio imbarazzato di Sabine che ci osserva mentre ci scambiamo occhiate incendiarie. Alla fine, la proprietaria riporta lo sguardo su Fleur e la invita sorridendo: “Fais comme chez toi (fa come fossi a casa tua)”

Fleur obbedisce e comincia ad esaminare delle cosine di seta che non conosco.

“Très bien. Lei è la signorina Ninfadorà, n’est-ce pas?”

“Tonks, io mi chiamo Tonks!” le rispondo di getto senza neanche pensare. Ormai mi viene automatico.

Sabine mi guarda perplessa e si tira sulla fronte u

na ciocca più viola delle altre: “Marrant. Fleur mi ha detto che lei si appella Ninfadorà.”

Più che strega, quella è una befana! Fleur, non Sabine, intendo.

“E’ il mio nome, ma preferisco che mi si appelli Tonks.”

“Comme vous voulez.” acconsente facendo spallucce. “Alora, in che poso aiutarrrla, Tonks?”

“In niente, madame. Io sono venuta solo ad accompagnare Fleur. In realtà, sto cercando un abito da sposa, ma non credo che lei ne venda.”

“Je lo so, mais cosa entende endossare per la prima note?”

Sento il sangue, tutto quello che vagola nel mio corpo, confluire alle mie guance; Sabine non ci fa caso e non fa una piega.

“Una maglietta di cotone?” ipotizzo io. “Tanto dopo qualche minuto lui…”

“Ma è ben perrrr questo che bisogna endossare qualcosa di verrramante spesciale: lei è venuta nel posto sciusto, Tonks.”

A questo punto, Sabine si è impadronita della mia mano destra e mi dà tante pacchettine rassicuranti. Mi trascina verso alcune grucce ordinatamente disposte e mormora tra sé: “Sci vuole qualcosa de sexy, veramante sexy. Très éngrifant “ (questa è una parola che mi sono inventata io! NdA.)

Comincia a frugare e dopo qualche secondo mi porge una… cosa in pizzo nero.

“Cos’è questo?” domando dubbiosa.

“Guepière e reggicalze. Con perizoma coordinato. Quando gli uomini vedono queste cose, ululano.”

Non posso certo dire a Madame Sabine che, essendo un lupo mannaro, il mio fidanzato nei giorni di luna piena ulula già abbastanza di suo, per cui sto zitta e prendo la gruccia che sostiene quel pizzo impalpabile e lavorato. Ed ecco che arriva Fleur, che mi guarda dubbiosa e mi liquida sarcastica.

“Queste cose non sono per toi. Tu non hai abbastanza….” e con le mani descrive due globi all’altezza del petto.

“Ah sì? Ma davvero? Ora lo provo e ti faccio vedere!”

Mi richiudo in un camerino e mi spoglio in gran fretta. Indosso solamente i calzini di cotone bianco.

Mi guardo allo specchio a figura intera e mi rendo conto che non sono un gran bel vedere, combinata così. Ok, il perizoma è a posto, anche se mi causa prurito e mi tira dappertutto. La guepière è talmente piena di ganci e gancetti che comincio a sudare freddo. Il reggicalze è un ostacolo lontano nel tempo.

“Mademoiselle Tonks? Sci sono problemi?” Sabine è dall’altra parte della porta. Mi correggo: era dall’altra parte della porta, infatti, l’ha spalancata senza complimenti e ha fatto il suo ingresso nel camerino. Cerco di coprirmi i piani alti, ma Sabine mi scocca un’occhiata divertita: “Allez, siamo tute uguali, Mademoiselle, non si verrrrrgogni.” Senza perdere ulteriore tempo in chiacchiere, mi aiuta nella vestizione, poi si allontana di qualche passo, squadrandomi con aria critica. Ed eccola che arriva, Fleur e si mette accanto a Sabine.

“Tu avais raison: elle n’a pas de seins du tout” (avevi ragione: non ha per niente seno.)

“Je te l’avais dit, Sabine. Elle ne ressemble néamois à une femme” (te l’avevo detto, Sabine. Non assomiglia neanche una donna).

Non capisco niente di ciò che quelle due stanno blaterando. E la cosa non mi piace.

“Potreste per favore smetterla di parlare di me in francese, visto che non capisco quella lingua?”

“E tu potresti emparare il fronscese. Le lingue sono emportanti.” mi ammonisce Fleur.

“Sì, sono importanti, le lingue, soprattutto quando le si sanno tenere a posto.”

Fleur, stranamente, arrossisce e non dice altro.

Spero che continui a tacere.

Povera illusa che sono:

“ça va. Però quella guepière non va bene per te: non hai il seeno.”

Mi mordo le labbra per non scoppiarle a ridere in faccia.

La guardo dritta in faccia e quando sono sicura di non crollare, le dico: “Davvero, Fleur? Ne sei così sicura?”

Non sono mai stata così felice di essere una Metamorfomagus: i miei seni cominciano a gonfiarsi come palloncini sotto gli occhi allibiti di queste due francesi.

Si gonfiano, si gonfiano a tal punto che strabordano dal pizzo fino quasi a lacerarlo.

Sono oltremodo consapevole, a questo punto, di avere il corpo di una pornowitch e che se dov

essi venire silurata come Auror, potrei trovare un altro lavoro meno pericoloso e decisamente pagato meglio.

Mi avvicino a Fleur e le punto il dito sullo sterno: “Ti sei sbagliata. Io indosso una 38C (una bella quinta abbondante, qui in Italia). Per questioni pratiche, quando lavoro e sono di servizio, riduco le dimensioni.”

Ovviamente, è una balla, ma Fleur non lo può certo sapere.

Sabine mi si avvicina ridacchiando: “Très bien. Allora lo prande?”

“No. Il nero non mi piace. Ce l’ha per caso di colore rosa shocking?”

Fleur alza gli occhi al cielo in un gesto di esasperazione, ma tace.

Questa battaglia l’ho vinta io!

“Rosa shocking?” mi domanda Sabine perplessa.

“Certo!” esclamo esultante. “Per fare pendant con l’abito da sposa!”

Il campanellino della porta trilla dolcemente e due ragazze entrano nel negozio.

“Oh, baronessa Iljovich, signorina Malatesta, accomodatevi, je vous en prie!”

Sabine saluta le nuove entrate, invitando le due ragazze a mettersi a loro agio. Dopo avermi mostrato il completino nella tinta che preferisco.

“Le serve altro, Mademoiselle Tonks?”

“No, la ringrazio.”

“Très bien. Vi saluto, mesdames, a bientot.”

Sabine porge il MIO completino ad una commessa uguale a lei per farmi fare il conto. Poi si rivolge festante alle due ragazze. Quella con i capelli ricci sembra abbastanza arrabbiata ed ogni tre secondi e mezzo fulmina l’amica (o presunta tale) con uno sguardo assassino (tipo quelli che ci lanciamo io e Fleur).

“Costanza, che ne pensi di questo completino? Ti starebbe un amore” cinguetta la baronessina sventolandole uno strano insieme di seta nera sotto al naso.

La signorina Malatesta la incenerisce con un’occhiata degna dello sbuffo di un drago: “Un completo intimo per centodieci galeoni? Preferisco sfamare due nazioni del terzo mondo, se proprio devo spendere quei soldi. Facciamo tre, che è meglio.”

La Iljovic non batte ciglio: sembra quasi quelle occhiate siano parte integrante del rapporto con la sua amica.

“Credimi, cominci ad avere più bisogno tu di sembrare sexy che i popoli del terzo mondo di cibo. E Sasha sarebbe d’accordo con me.”

“Che bisogno c’è di spendere tutti quei soldi per un… coso che neanche dopo due minuti Sasha…” Rendendosi conto che ha pronunciato queste parole compromettenti in un negozio neanche tanto grande ed alla presenza di quattro estranee, la ragazza si morde la lingua.

Mi sta immediatamente simpatica: io e lei la pensiamo allo stesso modo, a riguardo di quegli strumenti di tortura fatti di pizzo.

Vorrei vedere come finisce la diatriba, ma Fleur mi trascina fuori e con me il pacchettino ben confezionato posto in una borsetta lilla con la scritta panna. Se non avessi già i capelli di cinquanta colori diversi, direi che il conto me li avrebbe colorati ben bene di suo.

Io e Fleur usciamo lasciamo Chez Sabine alle nostre spalle e mi rendo conto che Madame Weasley non ha acquistato niente. Strano.

“Perché non hai comprato niente?” le domando in tono casuale.

“Perché dobbiamo fare spese per toi, oggi.”

Risposta logica.

Il negozio di Chez Sabine si trova al numero settanta di Diagon Alley. Al trentotto, invece, ci sono i Tiri Vispi Weasley.

Visto che sono già le undici ed un quarto (forse ho passato in camerino più tempo di quanto me ne fossi resa conto…), credo che per questa volta, l’abito da sposa dovrà aspettare. Devo essere a Grimmauld Place alle dodici e mezza e non ho più voglia di sentire le battute sarcastiche di Fleur. Alla fine, mi sfiancano, per cui, propongo un’alternativa.

”Fleur, qui vicino c’è il negozio di Fred e George. Andiamo a trovarli?”

Magari poi possiamo pranzare assieme.” propongo speranzosa, sempre pensando all’affogato al mirtillo di Fortebraccio.

“TU ES FOLLE!”.

La voce, di almeno una decina di ottave più alta del normale mi perfora i timpani.

“Non ti sono simpatici i tuoi cognati?” le chiedo con una faccia tosta che non pensavo di possedere.

“Je les déteste! Non li soporrrrto!”

“Ho capito. Allora, non hai voglia di pranzare con loro.”

“Non! Absolument!”

“Io faccio un salto da loro. Tu vai o stai?”

“Torno alla Tana. E’ meglio!”

“Va bene.”

“Domani alle nove, sempre qui, Ninfadorà!”

E sparisce con un pof!

“Mi chiamo Tonks!” strillo rivolta all’etere, pestando un piede per terra per la rabbia.

Ragioniamo: Fleur dice che non le piace nessuno dei suoi parenti acquisiti. Se preferisce rimanere con Molly alla Tana, piuttosto che con i gemelli, ciò sta a significare che, correggetemi se sbaglio, i due gliene hanno combinata una di troppo. Vedrò di ricordarmene la prossima volta che Fleur diventa insopportabile.

Cioè domani a partire dalle nove.

Ho bisogno di riflettere, per cui, per oggi, pranzerò da sola.

Il gelato porta consiglio…

* * *

Ciao a tutti! finalmente riesco a postare questo aggiornamento dopo le peripezie del sito.

Grazie a tutti voi che avete letto e recensito, ma un grazie particolare va alla cara Elfie che mi ha generosamente prestato il negozio di Chez Sabine, la fisionomia della proprietaria del negozio e, direttamente dalla prova del drago, Costanza e Nadja. Se non avete letto questa ff, dateci un occhio perché ne vale davvero la pena. (autore L-fy) e grazie anche a Serintage per avermi betato.

E ora, i ringraziamenti ad personam.

Corvonero19: senti, se ti pago, vieni a dirmi cose carine tutti i giorni? La mia personale autostima ne sarebbe alquanto rinfrancata. Comunque grazie, grazie davvero.

Cucciola83: piacere di conoscerti, cara compagna di casa, ma se leggi la recensione precedente, puoi capire che siamo pochi ma buoni. Remus mi piace tanto ed ho un debole per i personaggi pasticcioni e casinisti, sai, per il fatto dell’autoidentificazione…

Varekai: mille grosie à toi! Je suis contant che l’histoire ti piascia tooonto. Anche moi si diverte a scriverlà!

Elenie Estel: Ma no, Molly non è che la dipingo male, è che secondo me, una mamma per difendere i suoi bambini farebbe questo ed altro… ed io la prendo in giro! uaz uaz uaz!

Evan88: Sacre merde, non ci crederai, ma l’ho letto in una fanfiction e mi sono ricordata di averlo sentito quando ero in Francia; in Inghilterra, si dice Holy Shit, ma non ha certo lo stesso pathos, sei d’accordo?

Briseide: i tuoi complimenti sono una vera spinta propulsiva per me, grazie di cuore! Elfie: cara la mia ex Lillina (o lillotta, come gli stampi per dolci di silicone), Fred ricomparirà ancora e glielo potrai chiedere di persona (dopo che lo avrai violentato, si capisce), e sarà tutto tuo. Grazie ancora per il prestito d’uso, Elfie cara, gentilissima, al solito. Grazie per il buono sconto, ma ce li avete i reggiseno con i ponteggi?

Lu: genio no, dai, altrimenti non sarei qui a far la segretaria, però devo dire che sul nome della modella della repubblica polacca, ci ho riso io stessa per un buon quarto d’ora, di nascosto dal capo: mi diverto tantissimo ad inventare questi personaggi dai nomi taaanto evocativi. Ciao e grazie.

Suzako: no, non sei pazza. Ricordati che è una Veela e che tutti si innamorano di lei. Quasi quasi comincia a star simpatica persino a me… o Merlino!

Chloe90: Il fatto di mangiare come un maiale dal trogolo e non mettere su neanche un misero etto, è una delle peggiori ingiustizie in assoluto. Ne so qualcosa: io preparo i dolci (perché mi diverte un sacco), mio marito li mangia, di solito funziona così. Amarcord, amarcord… hai visto il tuo spazio recensioni? Ciao ciao.

Carillon: A me Ginny piaceva parecchio prima del principe. Poi è andata in decadimento totale. Harry ed Hermione non mi fa impazzire come coppia: io ce lo vedrei con Luna, ma si tratta di gusti personali…

Maura85: piacere di conoscerti. Certo, hai indovinato. Anche in questo capitolo si parla di qualcuno che tu conosci bene.

Calime: mi inchino e ti ringrazio.

Faith Sun: qui c’è stato un piccolo incidente di percorso, come avrai notato… i fuochi d’artificio arriveranno.

Grazie a tutti, a presto (sono già a buon punto del prossimo capitolo).

Baci dalla Nisi

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Capitolo 9
*** Una questione di stoffa ***


Devo cercare un posto dove nascondere questo completino senza che Remus possa trovarlo.

A differenza di me, lui è un mago molto ordinato: per lui ogni cosa ha un posto ben preciso e determinato; io, invece, a volte passo metà giornata a cercare qualcosa che lui ha sistemato da qualche parte, oppure qualcosa che ho riordinato io stessa.

Dopo l’affogato al mirtillo del quale parlavo, sono tornata per un attimo nel mio appartamento per depositare il sacchetto contenente il prezioso indumento.

Non ho molto tempo, anzi, direi proprio che sono in ritardo e so che la McGranitt mi darà una lavata di capo mica da ridere.

Infilo il completino nella latta vuota dei biscotti (vuota da tempo immemore, visto che i dolcetti li lascio sempre nella loro confezione), chiudo il tappo ermetico e dopo trenta secondi…

No! Ritorno in cucina, riapro la scatola dei biscotti perché ho visto che c’erano dentro delle ragnatele; per la fretta, non ci avevo fatto caso.

Sette minuti di ritardo!

Pof!

* * *

I turni pomeridiani e serali sono massacranti, come ho già detto un sacco di volte, infatti mi sveglio l’indomani mattina con la testa rintronata. Anche quando ascolto le Sorelle Stravagarie a tutto volume sono rintronata, ma è diverso.

Mi preparo un buon (?) caffè per darmi una bella svegliata. Visto che ieri sera mi è toccata la solita sbobba a base di panini rinsecchiti ed uno zuccotto di zucca vecchio di una settimana che neanche un Doxy preso per disperazione lo avrebbe mangiato, ho una fame da lupo. Ancora mezza rincretinita dal sonno, afferro la latta dei biscotti e me la tiro vicino, abbracciandola come fosse un bambino piccolo.

La apro velocemente e ne intingo il contenuto nel caffè… mi accorgo troppo tardi che si tratta del completino sexy per la mia notte di nozze.

Quasi mi viene da piangere: un po’ per i soldi che mi è costato, un po’ perché sono anche stanca di queste situazioni paradossali nelle quali mi ritrovo sempre e comunque.

Con un paio di incantesimi, l’ uniforme per la mia prima notte ritorna come nuova e questa volta la piego per bene (per quanto possa farlo io…) e la ripongo nel cassetto della mia camera. Siccome domani vorrei fare colazione con decenza, comando alla piuma prendi appunti che ho fregato a Rita Skeeter di aggiungere i biscotti sulla lista della spesa.

Mi lavo i denti velocemente, mi do una pettinata e, per una volta, mi ricordo di prendere il foglio con me.

Lo scorro velocemente e leggo:

biscotti

biscotti

biscotti

biscotti

biscotti

biscotti

biscotti

biscotti

biscotti

Ok. Mi arrendo.

Ho deciso: vado a fare colazione da Molly, così prendo i proverbiali due gufi con un biscottino: me lo deve e volevo giusto farle un paio di domandine. Anche perché, francamente, il mio caffè fa schifo.

Sono le sette e un quarto e atterro proprio davanti all’orologio che segnala che, ormai, tutti i membri della Famiglia Weasley sono in pericolo mortale. Ora che guardo meglio, la lancetta che rappresenta Percy indica: “Ormai questo zuccone è andato, meglio lasciarlo perdere.” In questo, ci vedo lo zampino dei gemelli, ma non sono qui per parlare di orologi.

Di sicuro, a quest’ora Molly è già sveglia e infatti, dopo un attimo la porta della cucina si spalanca e la vedo con un enorme piatto di portata pieno di uova e pancetta.

Quando si dice l’occlumanzia: “Molly! Grazie! Ero giusto venuta per fare colazione!”

”Oh, cara Tonks, veramente queste sono per…”

”Me, giusto! Sei proprio gentile.”

Non mi interessa francamente a chi fossero destinate: visto che Molly mi ha rifilato un tale zuccotto bollente quale è Fleur, mi sembra anche giusto che paghi… va bene anche in natura.

Le prendo il piatto dalle mani, mi accomodo al tavolo e mangio voracemente.

“Non hai del caffè?”

Molly non dice niente, ma torna in cucina a prendere una brocca termica che poi posa accanto alla tazza.

“Delle focaccine, per caso?”

So perfettamente che per colazione Molly cucina uova e pancetta, salsicce, focaccine, pane tostato con la marmellata, pomodoro al forno e black pudding.

Quest’ultimo glielo lascio volentieri perché mi fa schifo.

Mi guarda in silenzio mentre spolvero tutto quel ben di Merlino annaffiandolo con lunghe sorsate di caffè caldo e aromatico… però manca qualcosa… della panna!

“Non avresti…” esordisco agitandole il mug sotto al naso.

Muove controvoglia la bacchetta ed il bricco arriva levitando.

“Perfetto, grazie.” e mi servo generosamente. Ora posso dire di star bevendo la panna al caffè.

Dopo un quarto d’ora poso la forchetta sul piatto e le sorrido mentre mi massaggio lo stomaco finalmente pieno e non più vuoto come la testa del nostro ex Ministro.

Soffoco un ruttino e sospiro beata.

“Sei piena?” mi domanda con un pizzico di acidità nella voce. “Era la colazione mia e di Arthur!”

“Ed io ho sacrificato parte del mio tempo per tenervi lontano Fleur.” rispondo con noncuranza, facendo spallucce.

“Immagino che sia così…” ammette. “A proposito, come è andata? Hai scelto l’abito da sposa?”

“No, non l’ho scelto.”

“Come, non l’hai scelto? E cosa avete fatto per tutta la mattinata?”

“Beh, diciamo che ho scelto cosa mettere sotto, non so se mi spiego. Mi ha portato in un negozio di biancheria a Diagon Alley, Chez Sabine.”

“Ti ha portato lì? Io non ci sono mai entrata… Non è che mi accompagneresti? Sai, vorrei comprarmi qualcosa per…” e fa un gesto con le mani che mi ostino a non voler interpretare.

NO! questo no! Non ce la vedo Molly che indossa della biancheria sexy davanti ad Arthur.

Come minimo, ci scapperebbe un altro bambino e di Weasley ne ho già fin sopra ai capelli. E poi per me sarebbe troppo imbarazzante: sono troppo nuova di questo campo per muovermici con disinvoltura.

“Molly, ho di meglio da fare in questo periodo.”

“Ah, già, scusami.”

“A proposito, posso usare la tua doccia? Fra un po’ devo incontrare Fleur e vorrei essere presentabile.”

Ho deciso di scroccarle tutto lo scroccabile e mi avvio a grandi passi verso il bagno.

Ne esco rigenerata, tutta pulita e profumata, anche se il magoschiuma di Ginny alla vaniglia è un po’ troppo dolce per i miei gusti.

“Ora mi piacerebbe un bel the.”

Con un sospiro, Molly mi accontenta, poi torna a sedersi accanto a me, portandosi dietro la sua tazza. “Avete solamente preso la biancheria? Ci avete messo tutta la mattina?”

Divento rossa e, per cercare di darmi un contegno, prendo una sorsata di the. A proposito, il Lapsang Souchong non è il mio preferito. Evito però di dirle che preferisco l’Earl Grey.

“Molly, c’erano centinaia di gancetti da allacciare e…”

“Ho capito. Me lo fai provare?”

“No! Cosa ti salta in mente?”

Accidenti, potrebbe essere mia mamma, senza contare che non credo riesca ad entrarci, anche se come misura di seno... Senza offesa! E poi, quel completino dovrebbe vederlo solo Remus.

“Fleur come si è comportata?”

Ecco la domanda che aspettavo!

”Noiosa come al solito.”

Non so perché, ma non mi va di raccontarle della mattinata che ho passato con lei. Anche perché l’argomento delle tette gonfiate è piuttosto imbarazzante e c’è anche da considerare il fatto che, per qualche motivo, Fleur non ami particolarmente Fred e George.

Al corso di Auror ci hanno insegnato ad essere discreti.

“Senti, Molly, adesso Fleur va d’accordo con voi?” le domando cercando non sembrare troppo interessata.

Molly scuote il capo sconsolata: “No, non tanto.”

Ora le do l’imbeccata: “Lei non è proprio il massimo della simpatia…”

Molly sospira e trangugia una bella sorsata di the: “Suppongo che non mi possa lamentare di lei: è molto innamorata di Bill e lui di lei e sembrano essere molto felici. Senza contare che lei gli sta vicino nonostante le…” la voce si incrina e fa un segno sulle guance con le dita per indicare le cicatrici di suo figlio. Nasconde per un attimo gli occhi con la mano, tira su col naso ed io distolgo lo sguardo imbarazzata e sentendomi un po’ in colpa.

Tira fuori un fazzolettone di cotone e si soffia rumorosamente il naso, poi riprende il discorso da dove lo aveva lasciato: “E’ solo che mi sarei aspettata una nuora… diversa, più casalinga, meno… splendida.”

Non so cosa risponderle, per cui taccio per un attimo, poi le domando: “Ma voi l’avete accolta bene, in casa? Non mi immagino proprio che Fred e George non le abbiano fatto qualche scherzone…”

Molly sospira ancora, stancamente: “George e Fred non si sono comportati bene con lei…”

Ecco, sto per risolvere l’arcano.

Un quarto d’ora dopo, quando lascio la Tana, sento un indefinito senso di pena nei confronti di Fleur, ma lo ricaccio da dove è venuto.

* * *

Sembra di aver già assistito a questa scena: io che arrivo e Fleur che mi sta aspettando mentre fissa soprappensiero una vetrina. Tutto uguale a ieri, tranne che invece di scivolare sulla buccia di banana, scivolo su del gelato al cioccolato. Almeno, spero che lo sia…

“Fleur.” la saluto laconica.

“Ah, Ninfadorà!”

“Piantala. Lo sai che mi chiamo Tonks. Dove andiamo?” chiedo, tra l’incuriosito ed il rassegnato.

“A pranderti il vestito da sposa, naturellement! Andiamo da Madama McClan.”

“Non ha abiti troppo classici?” mi irrigidisco subito io. “Qui dietro c’è giusto un “Second Wand (seconda bacchetta NdA)” che ha delle cosine dav…”

Fleur rotea gli occhi, esasperata per le mie continue obiezioni, per cui, per l’ennesima volta, mi trascina per un braccio: “Allez, allons-y!”

Il negozio di Madama McClan non è lontano, si trova a qualche centinaio di metri, per cui percorriamo quella distanza in un silenzio abbastanza ostile.

Proprio come ieri, gli sguardi dei passanti sono puntati su di lei e la temperatura dei loro corpi poco ha a che fare con il caldo di luglio.

Entriamo nel negozio, non prima che io abbia tirato un bel sospirone.

“Buongiorno, signora” Madama McClan ci viene incontro e saluta compitamente Fleur, mentre non mi degna di uno sguardo. Sarà a causa della mia maglietta delle Sorelle Stravagarie con qualche buco sparso qua e là, dei miei capelli che oggi, in onore di Sabine, sono lilla, dei miei stivali di pelle di drago (che mi ha portato Charlie dalla Romania tanti mesi fa)?

“In cosa posso aiutarla?”

Madama deve essere una maga servizievole: tiene la testa inclinata le mani giunte in una posa che denota disponibilità.

“Abiamo besoin di un… oh, comment s’appelle? Robe de… “ schiocca le dita in maniera mooolto francese e poi, ad un tratto si illumina. “Di un abito da sposa.” risponde Fleur con una certa competenza.

“Molto bene, abbiamo dei modelli nuovissimi arrivati qualche giorno fa: su di lei, staranno benissimo.”

Gli occhi di Fleur scintillano maliziosi mentre le rivolge un sorriso radioso che lascia la povera strega vestita di una tunica color malva un pochetto stordita.

“Oh, mais non, il vestito non è pour moi. C’est pour elle” e mi indica, quasi fossi un nuovo tipo di creatura magica.

La sarta si sistema meglio gli occhiali sul naso, perplessa, ma è talmente professionale che non lascia trapelare il suo stupore.

“Molto bene. Signorina, se mi vuole seguire, le mostro le ultime novità…”

Le vado dietro e Fleur altrettanto. Ci introduce in un salottino appartato e discreto. Ai lati delle pareti sono disposti innumerevoli abiti da cerimonia.

“Ma sono tutti bianchi!” sospiro al colmo della delusione e mezzo secondo dopo, mi arriva una gomitata: “Tais-toi! (stai zitta! NdA)

“Ha detto qualcosa, signorina?” Evidentemente, la proprietaria di tutto l’ambaradan è un po’ dura d’orecchio e non ha sentito (o ha fatto finta di non sentire) quello che io e Fleur non ci siamo tenute per noi.

“Aveva in mente qualcosa di particolare, signorina?” mi domanda poi con cortesia.

“Sì, un abito ros…”

“Qualcosa di samplisce.” mi interrompe Fleur. “Niente di tropo elaborato.”

Madama McClan mi lancia un’occhiata scrutatrice ed approva: “Certo, capisco…”

Si avvicina alla parete e fruga tra le grucce. “Ecco. Questo dovrebbe andarle bene. Per la taglia, glielo possiamo sistemare…”

“Non, non, per quello non sci sono problèmes.”

Mi ritrovo con in mano questo abito pesantissimo che ha un enorme fiocco sulla pancia ed una rosa di seta per ogni spalla.

“Io queste robe non le voglio!” il mio tono sembra quello di una bambina capricciosa, ma non posso proprio farne a meno: quegli ammennicoli non mi sono mai piaciuti.

La sarta rotea la bacchetta e quelle assurde decorazioni scompaiono.

“Molto meglio. E’ il colore che…”

“Ti sta très bien, Ninfadorà, vai a provarlo.”

Senza troppe cerimonie e con una forza che pensavo non avesse, Fleur mi sbatte nel camerino e chiude la porta.

“Fleur, questo colore mi fa schifo!” la avverto da oltre la porta.

“Ninfadorà, provati quel vestito.” Mi ignora.

”Mi chiamo Tonks!”

“Allons, vas-y!”. Il tono non è quello che ci si aspetterebbe da una strega così leggiadra.

Riesco ad infilare il vestito dopo parecchi tentativi, ma ce la faccio in un tempo dignitoso. almeno per me.

Mi guardo allo specchio e mi prende un colpo: non mi sarei mai immaginata vestita da sposa.

La porta del camerino si riapre all’improvviso e Fleur mi pianta in testa un cerchietto sul quale sono state cucite delle roselline: “Voilà!”

Scruto la mia immagine allo specchio e non riesco a parlare. Lo specchio invece sì: “Stai proprio bene, carina!”

Credo che facciano questi cosi in modo da far risultare bella chiunque. Mi viene un groppo alla gola, pensando a quando io e Remus ci sposeremo.

Fleur mi fissa con aria critica. Dopo un momento annuisce e sussurra. “Très bien, très très bien.” si interrompe, mi guarda ancora una volta ed aggiunge: “Plus ou moins, visto che sei tu. (più o meno NdA)”

Io prendo la mia bacchetta dalla tasca dei jeans ai miei piedi e sussurro un incantesimo:

“Colorus…”

In un battito di ciglio, l’abito diventa del mio adorato rosa shocking.

Fleur sbuffa, contrariata: “Finite incantatum”

Piano piano, la stoffa ritorna del color bianco slavato originale.

“Colorus!” sibila irritata.

“Finite incantatum!” sbotta Fleur di rimando. “Cette couleur est horrible! Tu ne peux pas te marier comme ça! (quel colore è orribile. Non ti puoi sposare così! NdA)”

“Cosa stai dicendo, lo sai che il francese non lo capisco! Colorus!” mi ostino, pestando un piede a terra.

“Finite incantatum!” il vestito è ancora bianco.

“Colorus!” e poi rosa shocking.

“Finite incantatum!” ed ancora bianco.

“Colorus!” ed ancora rosa.

“Finite incan…”

Fleur non fa in tempo a finire l’incantesimo perché un altro rumore ha coperto le sue parole.

E precisamente, quello della seta che si è strappata da parte a parte.

* * *

Bonjour! La francesite ha colto l’autrice… No, non è vero. Sono sempre a chiedervi perdono del ritardo, ma c’è stato un momento di incertezza su qualche pezzetto del capitolo e volevo sistemarlo prima di proporvelo; spero vi piaccia. Sono ancora in dubbio su quanto T. intinge la camicia sexy nel caffè, per favore fatemi sapere se ho scritto una connerie (una scemenza) o no. Allora, prima di tutto, grazie a Serintage per il beta reading.

E grazie a voi che avete letto e commentato.

In particolare a:

Rossanasmith: Presto, come si dice, è una parola grossa. Ma sono molto contenta che la mia storia ti strappi qualche sorriso.^^^

La cara collega Corvonero19. Ciao, come stai? L’argomento “seno” è molto sentito tra noi ragazze, per cui sono andata sul sicuro! Credo che la ragione per la quale Fleur detesta i gemelli la saprai nel prossimo capitolo.

L-fy: Oh cara sono assolutamente deliziata dal fatto che tu abbia amato lo scorso capitolo. Più che approfittare dei tuoi personaggi, gradirei approfittare di te^^^^. Ovviamente scherzo! Fammi un po’ capire: la tua biancheria ha un effetto da infarto? Avendolo saputo, avrei convolato, come la cara Anna Nicole Smith, a giuste nozze con un miliardario novantenne. Gli avrei procurato un colpo apoplettico e sarei fuggita col malloppo… Peccato che di Anna Nicole Smith io abbia solo il primo nome. E basta! Magari nella mia prossima vita!

Suzako: Sei sempre gentilissima. Grazie.

Briseide: Sono sempre molto, molto felice di ricevere tue recensioni e complimenti. Metterò una cura particolare nelle descrizioni di Fleur in tuo onore!

Calime: Non posso fare altro che ringraziarti per i complimenti!

Lu: Intelligente la tua osservazione sull’utilità pratica di essere Metamorfomagus: credo che parrucchieri ed estetisti andrebbero in fallimento, sai? Per esempio, se fossi come Tonks, farei sparire i cuscinetti di ciccia, la cellulite, i capelli bianchi e le doppie punte. Questo tanto per cominciare. L’idea della reazione di Remus al completino è ottima: se la sfrutterò, ti riconoscerò i crediti. Mi ritengo genio solamente se paragonata agli esseri che infestano il mio posto di lavoro (e che prendono più di me!). A presto!

Cucciola83: Felicissima ti sia piaciuto! Ciao ciao. Anzi, come dici tu: Tao tao!

Chloe90: La faccenda degli ululati, a quanto pare, è piaciuta parecchio e tu me lo confermi. Il capitolo di VM l’ho letto e commentato con piacere. Vero che non hai ancora aggiornato? Tottò sul culetto!

Zuzzu: ciao! Commento stringato, ma estremamente chiaro. Grazie mille.

Evenstar: Ciao, sono felice che il capitolo e la storia ti siano piaciuti. Sto riflettendo sugli appunti che mi hai fatto e ti ringrazio: vedrò di tenerne conto mentre scrivo. Ti posso anticipare che ci saranno presto un paio di cosette che non saranno molto felici…

Carillon: effettivamente, lo scorso capitolo è uno di quelli che mi ha divertito di più (se una cosa non mi diverte, straccio!)

Tonkseremus4ever: Non è che uno sia obbligato a recensire tutto quello che scrivo (ovvio che mi fa piacere, però^^^). A me basta sapere che le mie storie piacciono e che mi si lasci ogni tanto un commentino… grazie mille, comunque!

Eileen Prewett aka Eilìn bel puresin: Grazie per la tripla recensione. Anche io, come Remus, mi sono messa ad ululare. E grazie davvero per i complimenti. Il fatto che vengano da te li rende ancora più graditi^^^. Sbaso!

FaithSun continuo a pensare che il tuo nick sia davvero carino. E grazie mille per le cose carine che mi scrivi. Non ti scusare per il ritardo: i miei sono ben peggiori^^^^

Muriel: Breve, precisa, sintetica e molto esaustiva. Grazie mille!

Evan Cleis: Questo capitolo è un po’ di transizione. Ma spero che ti piaccia ugualmente. WARP!

Baci a tutti e buone vacanze dalla vostra Nisi. Mi raccomando, non fate i bravi (perché altrimenti non vi divertite).

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Capitolo 10
*** Fiori & Piante ***


Un silenzio di tomba invade il camerino.

Io e Fleur che ci guardiamo in faccia sgomente, le nostre voci che dicono nello stesso momento: “E adesso, che facciamo?”

Specifichiamo: Fleur ha detto qualcosa in francese (Et maintenant, que faisons-nous? NdA), ma il senso era chiaramente il medesimo.

Ci fissiamo ancora un po’ stordite, mentre Madama McClan, dall’altra parte della porta, mi domanda: “Signorina Tonks, come se lo sente, quell’abito?”

“È un po’ troppo scollato per i miei gusti…” rispondo con voce fioca. È proprio così, in effetti perché lo strappo va dal corpetto fino all’orlo. “Non so se il mio futuro marito… Sa, è un uomo piuttosto geloso.”

“Posso vedere? Mi può aprire?”

“NO!” rispondiamo all’unisono.

“La mia amica si gena!”

Un attimo di silenzio: “Prego?”

“Mon amie si vergogna” ripete in inglese Fleur, storcendo la bocca come se avesse inghiottito un limone particolarmente acido: mi ha definito “amica”, non so se mi spiego.

“Ha rascione, non si adatta alla sua personalità. Non potrebbe portarci qualcosa di più… adato? La taglia ça va…”

Sento i passi della sarta allontanarsi.

“Tu sei fuori! Mi è completamente passata la voglia di provare abiti da sposa!”

“Je le sais, ma puoi provare a rimetterlo a posto! Con tutte le cose che rompi, sarai in grado di asciustarle con l’encantesimo ‘Reparo’”.

“Vero. Ma per quelle che rompi tu, l’incantesimo non serve proprio a niente, sai? Reparo!”

In men che non si dica, quasi venisse chiusa da una cerniera babbana, la stoffa ritorna come nuova. Più o meno.

Prima che Fleur possa rispondere Madama McClan arriva provvidenzialmente: “Signorina Tonks? È presentabile?”

Fleur mi guarda male, a braccia conserte, poi prende a mordicchiarsi l’unghia di un pollice. Accidenti a lei, riesce a fare anche quello con classe!

“Sì, entri pure…”

“Ecco, mia cara…” mi porge un altro abito, ancora più semplice.

“Cosa è successo a questo vestito?”

Io e Fleur ci guardiamo in faccia, poi guardiamo l’abito… è ancora rosa shocking!

“In che senso, scusi?” domando ridacchiando nervosa; nel frattempo Fleur agita silenziosamente la bacchetta e la stoffa ridiventa color crema, ma senza strapparsi. Per fortuna.

Madama McClan si toglie gli occhiali e si strofina gli occhi con pollice ed indice: “Scusatemi, signore, devo aver lavorato troppo. Signorina, se vuole provare anche questo...”

“La ringrazio, signora” tubo imitando il tono di Fleur.

La porta si richiude: “Guai a te se lo fai divantare rosa!” mi intima la francese , sibilando per non farsi sentire.

“È il mio abito, barba di quel Merlino!”

“Infilalo! Depeche-toi! (sbrigati NdA)”

L’abito mi calza a pennello, ma… “Mi piace di più quello che ho provato prima.”

“D’accord. Provalo ancora.”

Senza troppi complimenti, Fleur mi aiuta ad indossare il precedente.

“Tu as raison.” concorda controvoglia. “Questo ti sta più bene.”

“Si dice meglio, Fleur.”

Fa un gesto come per scacciare un insetto fastidioso.

La bacchetta stretta nella mano, le mie labbra si muovono a pronunciare l’incantesimo… et voilà!, la stoffa è ridiventata rosa shocking.

“Ce n’est pas possible!”

“Invece è possibile. Non farlo ritornare bianco che poi si strappa di nuovo.”

“Finite Incantatum!” la scollatura si riapre di qualche centimetro.

“Hai visto? Cosa ti avevo detto? Reparo!” ed il danno scompare.

“Ormai si è descirata tropo e il vestito è rovinato.”

Non so cosa intenda Fleur con “descirata”, ma sono d’accordo con lei.

“Che si fa?”

“Si disce che vuoi pansarsci ancora un peu… È normale, per le spose, non descidere subito. Io, per esampio, ho provato trentascinque abiti prima di trovare quello sciusto.”

Trentacinque? Io ne ho avuto abbastanza di due! “Va bene, allora facciamo così.”

Usciamo dal camerino e Fleur ha la faccia tosta di affrontare subito Madama McClan.

“Allora, la signorina ha deciso?”

“Oh, vorebe pansarsci ancora, sa com’è.”

La sarta mi sorride intenerita: “Ma certo, capisco benissimo. Torni pure quando vuole.” Mi prende gentilmente dalle braccia i due vestiti, li appoggia sul bancone.

“Bon. Alors, merci beaucoup! Noi andiamo, abiamo un po’ di fretta.”

“Molto bene, allora.” Madama McClan sorride gentile e ci accompagna verso la porta.

“Buona giornata, allora. Spero di rivederla presto, signorina Tonks.”

“Ehm… Sì, certo. Anche io!”

Già, come no!

“Au revoir, madame.” sorride radiosa Fleur. Afferra la stoffa della mia maglietta e, dopo averle lanciato un’occhiata disgustata, mi trascina dietro di sé per qualche centinaio di metri. Ci fermiamo vicino alla deviazione per Knockturn Alley.

“Abbiamo fatto una cosa orribile, Fleur!”

“C’est n’est pas grave! E ti ricordo che sei stata tu a fare tuto questo can can!”

“Non è vero e tu…”

“Non so come fascia Remus a soportarti!”

“Ed io non so come faccia Bill a sopportare te!”

“Quoi?”

“Sarebbe a dire che non è giusto che tu voglia farmi prendere il MIO vestito da sposa di un colore che non mi piace. Ma cosa te ne frega, mi chiedo; cosa ti importa che sia rosa shocking?”

“C’est horrible, tout simplement. Hai dei gusti degeulasses (vomitevoli NdA).”

Sono stanca. Non ho voglia di discutere ancora con lei, anche perché non caverei un drago dal nido. In lontananza, però, scorgo un modo per farla stare zitta.

Due, per la precisione.

Con i capelli rossi.

“Guarda, ci sono Fred e George!” esclamò con allegria esagerata. “Andiamo a salutarli!”

Con la coda dell’occhio la vedo impallidire e stringere le labbra a cuoricino fino a farle sbiancare: “Non!” sibila.

“Ma dai, sono i tuoi cognati! E poi, sono così simpatici…”

Quel poco di indole Serpeverde che c’è in me, in questo momento lotta per venire allo scoperto.

“Non.” mormora a bassa voce mentre mi prende un braccio. “Je t’en prie. (ti prego NdA)”

“Ma cosa ti avranno mai fatto!”

Fleur si schiarisce la voce e si fissa le unghie: “L’altra notte siamo rimasti a dormire alla Tana. Bill aveva lansciato un incantesimo di Silansio perché io e lui… tu as compris? E quei due salopards lo hanno trasformato in un incantesimo Sonorus, così tutta la famiglia ha sentito quello che stavamo fascendo. Per parechio tampo.”

Io sbianco: non è precisamente quello che mi ha raccontato Molly.

“Ma non ti avevano fatto sparire i vestiti davanti a tutti…”

“Ah, oui, quello è il primo scherso che mi hano fato, ma ce n’est pas grave: noi franscesi siamo più a nostro ascio con il nostro corpo di voi Anglesi. Et le mien c’est pas mal du tout (il mio non è niente male NdA).” si rabbuia improvvisamente. “Ma quello è stato troppo, franchement.”

“Scusa, ma Bill cosa ha detto?”

“Si è messo a ridere, quel con!” ringhia. “Assieme tuta la sua famiglia di salauds.”

“Anche Molly e Ginny ridevano?”

“Scinny più di tuti, quelle conasse*! Molly si è vergognata un po’. Mais pas beaucoup. (Non tanto NdA)”

Un’altra dimostrazione che la mamma difende i pargoli ad oltranza. Anche se hanno avuto la mano troppo pesante.

“Mi dispiace” mormoro sentendomi in imbarazzo per tutta la famiglia Weasley. “Li saluterò un’altra volta. Ora vado a casa…”

”Ah non! Bisogna fare la lista degli envitati e scegliere il bouquet. Andiamo al Paiolo Mascico!”

Percorriamo, con cautela, i pochi passi che ci separano dal locale in modo da non farci scorgere dai gemelli.

Varchiamo l’ingresso, notiamo subito che i tavoli sono tutti occupati.

“Niente da fare, Fleur! Cerchiamo un altro posto.”

Mi sta venendo mal di testa…

La signora Weasley mi scocca un’occhiata di compatimento: “Sei una prinscipionte. Attends!”

Si avvicina ad un tavolo attorno al quale siedono quattro uomini che, apparentemente, hanno finito le loro consumazioni.

“Excusez-moi… è libero?” nel sussurrare quelle… vediamo, quattro parole con voce suadente, Fleur sbatte le ciglia all’indirizzo di quei malcapitati. Il suo fascino è quasi palpabile: persino io avverto un “qualcosa” che avvolge e coccola quelle persone.

“Ma certo… certo, signorina. Si accomodi, prego!” esclama uno dei maghi alzandosi in piedi e spostando la sedia per farla sedere.

Un altro le si accosta sollecito: “Sta comoda? Ha bisogno qualcosa? Di un cuscino?”

Il terzo la guarda con aria stralunata e la bocca aperta senza avere il coraggio di spiccicar parola e l’ultimo, più audace: “Le posso offrire qualcosa, signorina cara?”

Chissà perché nessuno si accorge mai che Fleur porta una fede al dito… “Non, merci. Siete stati très très gentils. Buona sciornata, Messieurs.”

I quattro si inchinano profusamente e profondamente: “È stato un piacere, signorina…”

Fleur fa graziosamente ciao ciao con la manina e spande fascino veelico a piene mani, mentre gli stregoni gentili camminano all’indietro per potersi beare fino all’ultimo della visione che si è parata loro davanti.

Prendiamo posto e consultiamo il menù corredato di foto magiche che esalano il profumo della cibaria offerta. Dopo aver deciso, Fleur posa la lista e trasfigura un pezzetto di stoffa trovato sul tavolo in una pergamena.

“Ora sci vorebe una piuma e dell’enchiostro.” osserva dubbiosa guardandosi in giro.

Nel frattempo, Tom, il proprietario del Paiolo Magico si avvicina. Ci saluta entrambe con un cenno del capo anche se, a dire la verità, i suoi occhi sono puntati su Fleur: “Cosa posso portarvi, signore?”

“Un bicchierino di pastis e piuma e calamaio, s’il vous plait.”

“Anche un’acqua viola, per piacere.”

Quando Tom si è allontanato, incuriosita chiedo a Fleur cosa sia questo pastì.

“Un liquore fronscese all’anice. Aiuta a discerire.” mi risponde flemmatica, facendo onore al suo soprannome.

“Cosa devi digerire? Non hai mangiato niente…”

“Te, Ninfadorà. Alors, chi vuoi envitare al matrimonio?” mi domanda; il calamaio e la piuma sono arrivati levitando e si sono posati sul tavolo accanto alla pergamena.

“Maman et papa, n’est-ce pas?” e comincia a scribacchiare qualcosa in un’elegante calligrafia tutta svolazzi e ricciolini.

“Beh, direi i Weasley… quelli dell’Ordine della Fenice … Hestia fa parte dell’ordine, per cui è già compresa… direi basta. Per cui: Arthur, Molly, Bill, Charlie, di Percy non se ne parla, Fred e George…”

Nell’udire quei due nomi, Fleur trasale vistosamente ed io faccio finta di niente.

“Ron, se torna in tempo, e Ginny anche se non ne sono particolarmente convinta. Poi, Silen…”

Mi blocco a metà di quel nome ed inghiotto il magone che mi ha attanagliato improvvisamente la gola.

Ci guardiamo in faccia e credo che la mia espressione non sia molto diversa dalla sua.

“La McGranitt, alors… Moody…”

Fleur annota doverosamente tutti i nomi, poi rilegge la lista e mi domanda a bruciapelo.

“Niente cuscini?”

“Mio cugino è morto l’anno scorso.” rispondo alludendo a Sirius.

“Avevi solo lui?”

Con un pizzico di acidità nella voce, ribatto: “Dovrei invitare Draco Malfoy?”

Fleur non si dà per vinta: “Zii e zie?”

“Una è la mamma di Malfoy, l’altra è quella che ha spedito oltre il velo mio cugino e che mi ha fatto passare un bel po’ di tempo al Saint Mungo.”

“Pessime parantele, Ninfadorà!” osserva. “Bon, se non altro il riscevimanto non costerà molto. Dis-moi: chi è la damiscella d’onore? Devi scegliere un vestito anche per lei.”

”Veramente, io pensavo di avere un testimone. Non ce lo vedo Malocchio Moody con un abito lungo” Il pensiero di Moody che indossa un abito femminile mi fa venir voglia di ridere.

Che Fleur mi fa passare subito con un’occhiata: “Mi fa venire i brividi, quel…”

“È un mio carissimo amico, per cui…”

“Ça va. Oh, hai scelto il bouquet?”

“Mi piacerebbero dei rametti di araucaria**.” Mi sembra perfetta per il mio bouquet da sposa. È così carina, con quegli spuntoncini verde scuro…

“Qu’est-ce que c’est cette araucaria?” Mi domanda insospettita: secondo me, non si aspetta niente di buono.

“Aspetta, ora ti faccio vedere.”

Non lontano, a Diagon Alley, ne ho visto un albero; impugno la bacchetta e scandisco: “Accioaraucaria.”

L’incantesimo sembra non aver funzionato, per cui faccio spallucce: “Mi spiace, si vede che la pianta era troppo lont...”

CRASH!

Un enorme ramo sfonda la porta di legno del Paiolo Magico e plana sul tavolo con un tonfo sordo.

“Quoi…”

“È l’araucaria, Fleur.” spiego un tantino imbarazzata.

“Oh mais parbleu, quelle idiote d’une femme que tu es! Qu’est-ce que tu as dans ton cerveau malade?” (che donna idiota che sei. Si può sapere cosa hai nel tuo cervello malato? NdA)

Non capisco niente, ma ne deduco che Fleur non abbia apprezzato la mia iniziativa.

“Ce n’est pas possibile… tu est folle… quelle connerie…” (non è possibile, tu sei pazza! Ma che idiozia!) e si copre gli occhi con le mani mentre fa cenno di no con la testa.

In quel momento arriva Tom con le consumazioni e, come tutti gli avventori, guarda quello che dovrebbe essere il mio bouquet da sposa con aria perplessa. Per peggiorare il tutto, il ramo ha rovesciato la boccetta dell’inchiostro che ha preso a colare, vischioso, sul pavimento di legno.

“Mi perdoni, la prego! Giuro rimetterò a posto tutto, giuro! Quella porta tornerà come nuova…” balbetto frenando l’impulso di nascondermi sotto al tavolo.

Osservandolo meglio, direi che è indeciso se ridere o piangere. Di certo non è in grado di emettere suono; poi posa il vassoio e mentre i bicchieri levitano verso di noi, Tom corre verso la porta ormai inutilizzabile. Io sono paralizzata dall’imbarazzo e la mia compagna si lancia in una tirata furiosa:

“Forse era meglio se mi portava tutta la bottiglia di pastis!” afferrando un bicchierino e vuotandolo tutto d’un fiato; poi, con un gesto elegante recupera la bacchetta: “A jamais plus te revoir!” (a mai più rivederci). “J’en ai eu assez!” (ne ho avuto abbastanza).

Dopo un attimo è sparita, lasciando al suo posto una nebbiolina profumata.

Come direbbe lei: Merde!

* * *

* Con, conasse, salaud, salopard sono tutti sinonimi dello stesso termine dal significato chiaro: STRONZO. Non ditelo alle vostre mamme che vi insegno le parolacce in francese, altrimenti mi fanno verde, grazie.

* * Araucaria: per vedere la foto di questa pianta in tutto il suo splendore, andate a questo link: http://ispb.univ-lyon1.fr/cours/botanique/photos_gymnosp/araucaria%20detail.jpg

* * *

Ciao a tutti, come state? Vi informo che questo è il penultimo capitolo di questa fanfiction. Ho già scritto l’epilogo (e stavo ridendo come una scema davanti al pc. Ma si può?).

Se proprio volete saperlo, l’araucaria è una delle piante che mi fanno più schifo in assoluto: vicino a casa mia ce n’è un albero enorme e di viene male tutte le volte che lo vedo. Da qui la scelta di inserirlo in questa storia.

Comunque, grazie a voi tutti che avete letto ed ancora di più a voi che avete commentato. Ora, andiamo sul personale:

Muriel: Eh sì! Tonks è molto divertente da descrivere, ma più complicata di Fleur che mi diverto a far apparire al suo peggio. E mi dà la possibilità di rispolverare il mio francese arrugginito!

Elfina: grazie, ma che gentile^^^. Che dire, se non che ti ringrazio tantissimo?

L-fy: Oh, amore! E’ sempre fantastico sentirti! Non ci avevo minimamente pensato alla similitudine con la Bella Addormentata. Si vede che ho la testa che si ricollega sempre alle fiabe visto che nella rivolta facevo il parallelo con Trevoren…Cenerentola. Senti, se lo trovo, il miliardario te lo presento ma tu, da cuoca consumata quale sei, dimmi perché il ragù mi viene sempre troppo asciutto… e dire che ci sto attenta… Baci ed abbracci anacondeschi. Un’altra cosa: ho notato che i lettori di questa fanfic si stanno dividendo in due fazioni: una che tifa per Tonks e l’altra per Fleur. Bizzarro, tu non credi, Elfie cara?

Chase: piacere di conoscerti. Anche io penso che il vestito rosa shocking non sia il massimo. A dire il vero, una mia amica si è sposata con un abito rosino confettino. Che però le stava da dio perché lei è proprio bella. Però siamo d’accordo: Tonks e Tonks e non c’è nulla da dire.

Evan88: grazie per esserci sempre, ne sono lusingata. Beh, non so se il mio modo di scrivere sia particolare, ma lo prendo come un complimento^^^

Carillon: vedo che siamo d’accordo ormai in parecchie: quel colore… oddio! Mi sa che ci toccherà rassegnarci… con buona pace di Fleur e di quella povera araucaria.

Calime: Grazie mille! Che ne dici di questo, di capitolo?

Faith Sun: La mia è una strategia, mia cara: io faccio i complimenti a te, tu li fai a me perché è carino ricambiare. Siccome tu hai SUN nel tuo nick, magari c’è caso che per una volta nella vita mi abbronzi invece che rimanere di questo color yogurt che non va più di moda da mo’. Ehm, temo di avere scritto una delle mie solite scemenze. Mi perdoni?

Lu: Ti dirò, scrivere questa storia tira su il morale pure a me: i colleghi decerebrati stanno infestando il mondo. Aiuuuuuto!

Anda: piacere di conoscere anche te, Non dovrai nemmeno aspettare tanto per l’epilogo, visto che è già pronto… Grazie per i complimenti: adesso divento IO tossicomane delle cose carine che mi scrivete^^^

Lemonade: Grazie. Saranno pur serviti a qualcosa otto anni di studio del francese, no? Certo, a scrivere i dialoghi di Fleur in lingua originale. Se solo lo avessi saputo, mi sarei impegnata di più! Mi diverto ad inventare nomi strampalati e a giocare con le parole. Però penso che la cosa migliore sia stata il regalo che i genitori fanno ad Hermione nella mia prima ff la profezia dell’unicorno: una fornitura della sua biancheria preferita: marca Dolce Babbana. uaz uaz uaz.

Elsie: Ed eccomi qua. Che ne pensi di questo capitolo? La reazione di Fleur all’assalto del ramo ti sembra buona?^^^

Elenie Estel: grazie! Io devo dire che vado da un estremo all’altro: scrivo storie comiche oppure profondamente deprimenti: le mie one shot di Lady Oscar sono francamente da suicidio… Chissà perché, sono secoli che me lo chiedo io stessa…

Redistherose: Beh, io credo di aver fatto più o meno la stessa faccia che ha fatto tuo marito quando ha “gustato” il black pudding. Ero giovane, ero inesperta, ma non scema, per cui non l’ho più mangiato. Il top di mio marito, invece, è il mezzo pomodoro al forno… E che dire dei baked beans cotti nel ketchup? La pianto: è quasi ora di pranzo altrimenti non digerisco. Grazie per i complimenti, Silvia^^^

Ci si rilegge a breve per l’epilogo!

Baci a tutti dalla Nisi

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Capitolo 11
*** Epilogo ***


E così è finita la collaborazione tra Ninfadora Tonks e Fleur Delacour-Weasley. Ci credete se vi dico che non mi dispiace nemmeno un po’? Siamo due streghe totalmente incompatibili e, a dirla tutta, lei mi sta piuttosto antipatica: sono abituata ad avere a che fare con maghi più alla mano, con meno pretese di raffinatezza… d’altronde lei non ama circondarsi di persone impiastre come la sottoscritta.

Non ci siamo viste per un certo periodo di tempo, diciamo per un mese, un mese e mezzo, durante i quali nessuna ha sentito la mancanza dell’altra.

Ci siamo incrociate per caso una mattina della scorsa settimana, a Diagon Alley, quando sono andata a ritirare il mio abito da sposa e quel giorno faceva un gran caldo.

Io più colorata del solito, lei più elegante del consueto. Ed anche coperta in modo eccessivo: camicia col collo alto e le maniche lunghe. Strano, con quell’afa…

Siamo rimaste a guardarci in faccia, mentre la folla passava accanto a noi.

“Ciao Fleur.”

“Bonjour, Ninfadorà.” ha risposto con un ghigno di scherno.

Ho fatto per riprendere il cammino quando un refolo di vento ha scostato i lembi della sua camicia ed ho notato qualcosa che mi ha atterrito: rapida, ho allungato la mano, ho scostato la stoffa ed ho visto chiaramente che sul collo c’erano dei profondi graffi. Graffi che, evidentemente, non è stato possibile guarire con l’aiuto della magia.

Mi ha guardato, quasi con aria di sfida, ed io mi sono ricordata di un giorno di qualche settimana prima, al Ghirigoro, quando l’ho sorpresa a sfogliare un tomo. A questo punto, non ci vuole un preside di Hogwarts per dedurre che lei stava consultando un libro sui lupi mannari: lo avevo fatto anche io, a suo tempo.

L’ho bloccata prendendola per il polso: “E’ successo anche a te, vedo…” le ho detto piano. “Ci mettono almeno tre settimane a guarire… Mettici del purvincolo.”

Non mi ha riposto, ma si è morsa il labbro, ha liberato il braccio con uno strattone ed ha continuato a passeggiare. Il suo fascino più presente che mai, la folla che la guardava con un misto di adorazione e di ammirazione.

Ma non siamo qui per deprimerci, anche perché ho appena finito di ballare con mio marito e mi fa sempre un certo effetto sentirlo così vicino. Molto vicino. Anche perché credo di avergli fatto uno sgambetto. Sapete, l’entusiasmo…

Sono così felice, così contenta che farei salti di gioia. Beh, meglio di no: persino oggi devo fare i conti con la mia proverbiale impiastraggine e queste scarpe strette mi fanno un male… Avrei voluto indossare i miei stivali di pelle di drago sotto al vestito (tanto non si sarebbero visti), ma almeno in questo caso l’ha avuta vinta Fleur.

Al momento, comunque, ho un altro problema da affrontare: ho cercato di resistere, ho tentato di far finta di niente, ma purtroppo certe cose non si possono ignorare: ho bisogno di fare pipì.

Niente di strano, ma quando hai addosso strati e strati di tessuto la cosa diventa un po’ complessa e non vorrei correre rischi.

Mi guardo in giro per trovare una donna disposta ad accompagnarmi in bagno: Molly sta parlando con Fleur; Hestia è riuscita ad isolarsi con Charlie e quanto a chiedere a Ginny, non mi pare proprio il caso.

Allora, la scelta è obbligata: “Remus? Amore, ho bisogno di una mano…”

Cinque minuti dopo, mi sento meglio. Senza invadere la mia privacy il mio caro fidanz… marito, (devo abituarmi a chiamarlo così!) ha lanciato un Wingardium Leviosa alle mie sottogonne, per cui sono riuscita a fare quello che dovevo fare senza combinare danni.

Mi avvicino per chiedergli sottovoce di annullare l’incantesimo mentre prendo la pluffa al balzo e ne approfitto per mordicchiargli il lobo dell’orecchio: non vedo l’ora che arrivi stasera …

Mio marito fa scivolare una mano sulla coscia e l’altra…

Se non che, una tossettina imbarazzata ci distoglie da quello che stavamo per fare: chi potrebbe mai essere se non la professoressa McGranitt?

Io mi nascondo dietro Remus, ma essendo lui così magro, non è che la cosa funzioni più di tanto.

Solo che questa volta la Preside sorride intenerita e chiede permesso per poter usufruire a sua volta della toilette.

Ritorniamo mano nella mano dagli ospiti e mi sento toccare una spalla: si tratta di Molly, la cara, vecchia ed intrigante Molly che almeno per oggi ha smesso di preoccuparsi per quei tre spariti chissà dove: “Sbrigati, cara, è ora di lanciare il bouquet.”

Almeno per oggi, non voglio inciampare, per cui raccolgo con una mano la stoffa rosa shocking del mio abito e mi lascio mettere in braccio il mio bellissimo (e pesantissimo!) bouquet di araucaria e denti di leone artisticamente combinati a formare un cuore di ragguardevoli dimensioni.

Ed ecco le Invitate Ancora Nubili disposte lungo una immaginaria linea retta: un’imbronciata Ginny; Gabrielle Delacour che continua a piantarle gomitate nello stomaco e che pare abbia una voglia pazza di sposarsi; una battagliera Angelina Johnson che spera di portarsi via Fred Weasley sul manico di scopa; Luna Lovegood che pare sempre capitata lì per caso; ancora la professoressa McGranitt, che ha celebrato il matrimonio e credo il centosettantesimo compleanno, e la mia cara amica Hestia Jones che pare stia puntando Charlie Weasley.

De gustibus…

Da una parte, tutti gli altri invitati; con mio grande disappunto, mi accorgo che Fleur sta bisbigliando maligna qualcosa a suo marito e lui la redarguisce tentando disperatamente di restare serio.

La ignoro e urlo alle “ragazze”: Allora! Siete pronte?!” mi metto di spalle e conto ad alta voce: “E uno! E due! E tre! WOOOOOOWWWWWW!”

Lancio il mazzo di fiori all’indietro con tutta la mia forza e, nell’avvertire un tonfo sordo ed il successivo silenzio di tomba, mi giro.

Il mio primo pensiero è che nessuna delle sei si sposerà tanto presto, ma poi focalizzo bene e vedo che il bouquet è planato sulla testa di Fleur che ora è sdraiata a terra e perde sangue. Bill è chinato su di lei ed il fatto che stia ridendo a crepapelle è un chiaro indice che la giovane signora Weasley non si è fatta molto male. Ora che guardo bene, anche Ginny sta sghignazzando sgangheratamente.

Faccio una fatica enorme a non scoppiare a ridere a mia volta ed un pensiero mi coglie, improvviso. Ecco, ora ho capito, ho compreso il perché di tante cose: è stato per godere di questo momento che sono nata impiastra, pasticciona e distratta. E’ questa l’Importanza di Essere Tonks.

* * *

Abbiamo finito di cenare da circa un’ora e fuori nevica e fa freddo: Remus e Bill sono andati a bere una burrobirra assieme ad Arthur e a Moody, mentre io e Fleur siamo sedute nel soggiorno di Molly ad aspettare che i nostri mariti facciano ritorno. La padrona di casa sferruzza seduta sulla sedia a dondolo.

L’orologio appeso sopra al caminetto indica che tutto è sotto controllo per i componenti della famiglia, tranne che per Percy, la cui lancetta sul punto di saltar via indica: “Perduto per sempre, fattene una ragione, mamma!” e per Ginny, per la quale la frase prescelta è “Se continua così, aspettati un altro nipotino”. Ospite d’onore sul quadrante, Harry Potter, ribattezzato per i posteri come il “Ragazzo Che E’ Ormai Spompato”.

Io ridacchio e nel frattempo controllo la situazione: il mio piccolo James Sirius Albus Cedric (meno male che non è morta altra gente dell’Ordine…) sembra pendere dalle labbra della piccola Fabianne Weasley, una streghetta bionda con il nasino all’insù spruzzato di lentiggini. Sospiro rassegnata: così piccola e già così manovratrice; tale madre, tale figlia, verrebbe da pensare. Sebbene ancora più diluito, il sangue veelico ha colpito ancora, e la cosa non mi rende particolarmente felice: già mi immagino consuocera di quella lagna francese e sussulto per il disappunto. Non ci amiamo nemmeno adesso, io e Fleur, ma siamo arrivate a tollerare reciprocamente l’una la presenza dell’altra: Remus è stato vicino a Bill, dopo che Greyback l’ha sfigurato, ed i nostri due mariti sono diventati ottimi amici.

Noi no. Complice l’araucaria, inutile dirlo.

Dal giorno del mio matrimonio con Remus, tante cose sono cambiate. In meglio, per fortuna: Harry Potter, con l’aiuto dei suoi amici Ron ed Hermione, è riuscito a trovare tutti i pezzi dell’anima di Voldemort e ad uccidere il potente mago che per decenni ha terrorizzato il mondo magico e, finalmente, la vita è ripresa serenamente e felicemente in tutta la comunità. Harry ora vive da solo nella casa che fu dei genitori a Godric Hollow e Ron è riuscito definitivamente a strappare Hermione dalle braccia di Viktor Krum. Quanto al mio Remus, lavora ad Hogwarts ed ha ripreso il posto che è aveva già occupato parecchi anni fa: quello di insegnante di Difesa dalle Arti Oscure. Non che al momento ci sia molto da difendere, ma è sempre una buona cosa saper reagire in caso di necessità. Istinto di Auror, non so se mi spiego… Ed il mio istinto mi dice anche che mio marito vorrebbe un altro piccolo Lupin al più presto.

Dal lancio del mio bouquet e dalla nascita della mia personale autostima sono passati cinque anni. Il tempo è volato come una Firebolt!

Stringo in mano un mug pieno fino all’orlo dell’eggnog bollente che è la specialità di casa Weasley. A proposito, la cara Molly ha comprato dei piatti e delle stoviglie appositamente per me: in plastica robusta, infrangibile e a prova di qualsiasi mio attentato, svista o distrazione. Buona idea, dato che staziono spesso da queste parti con la mia famiglia per scroccare il pranzo o la cena o entrambi. E no, non ho mai imparato a cucinare, mi spiace; nonostante questo, il mio matrimonio va a gonfie vele anche grazie ad un conto aperto da Chez Sabine e a tante sottovesti che sono arrivate dopo quella rosa shocking, di varie misure, visto che a volte essere un Metamorfomagus aiuta anche in frangenti un po’ più personali.

Fleur sta leggendo una rivista di moda mollemente abbandonata contro il divano mentre io faccio da baby sitter anche a sua figlia. Tra le altre cose, quelle due streghe hanno preso l’abitudine di parlottare tra loro in francese e di ridacchiare subito dopo, abitudine che mi irrita profondamente. Il flusso dei miei pensieri è interrotto da uno scalpiccio di passi ed improvvisamente la porta si spalanca e Ginny ed Harry fanno ingresso nella stanza, assieme ad una folata di vento gelido.

“Mamma! Mamma!”

“Cosa c’è cara? E’ successo qualcosa?” chiede Molly correndo incontro alla figlia nonostante la mole.

“Mamma! Io ed Harry ci sposiamo!”

“Oh, cara, cara! Sono così felice, così felice per voi. Harry caro!”

Provo quasi pietà per il povero Harry che viene stritolato dall’abbraccio della neosuocera, mentre io e Fleur ci avviciniamo un po’ di malavoglia per fare le congratulazioni di circostanza alla futura sposa.

“Mamma, ci saranno tante cose da fare, il matrimonio da organizzare…” sospira con voce sognante la quasi signora Potter.

Nello stesso momento, la mia mano e quella di Fleur planano con una certa rudezza sulle spalle di Ginny ed entrambe, all’unisono, esclamiamo: “Ti aiutiamo noi!”

Fine

* * *

ed ecco, ancora una volta, la parola fine^^^

Grazie a tutti per aver letto, seguito e sghignazzato leggendo quest’accozzaglia di frasi deliranti.

Giuro che non ero sotto l’effetto di sostanze psicotrope e neanche di alcool quando ho buttato su PC l’importanza di essere Tonks.

Spero solo che questa piccolissima storia vi sia piaciuta; quanto a me, mi sono parecchio divertita a scriverla.

Allora, i ringraziamenti doverosi vanno a Serintage che mi ha fatto da beta e che mi ha saggiamente consigliato di dire che non ci sarà un sequel. Preferisco dedicarmi a qualcosa di completamente nuovo, per non dover riscaldare la minestra.

A Reader, Dama Gilraen, Eileen Prewett e L-fy per l’amicizia, le dritte e l’incoraggiamento. Ad Elfie le scuse per aver accoppiato Fred ad Angelina ed un grazie speciale per avermi prestato Chez Sabine, Costanza Malatesta e Nadja Iljovic.

Natalie_S: Oh, sapessi come mi sono divertita io con quegli insulti. E poi ho rispolverato il mio francese arrugginito^^^

Carillon: Purtroppo non ho molto tempo per leggere, ma cercherò di trovarlo per leggere la tua. Da donna sposata quale sono, ti posso dire che ricordo il periodo di preparativi del matrimonio come un incubo… E’ per questo che ho scritto una ff che parla principalmente di questo: mia mamma era diventata insopportabile ed ho dovuto dare fondo alle mie riserve di pazienza. Ma il vestito da sposa sono andata a sceglierlo con le mie amiche. Che donna intelligente che sono, ahahahahah! E non ho scelto l’araucaria per bouquet.

Evan88: Tu ridi, ma io ho scoperto che ad un’amica, quella “cosa”, cioè l’araucaria, piace un sacco. Immagina la mia sorpresa. Non ho problemi per i ritardi, figurati, e grazie per le recensioni e le tue osservazioni sempre pertinenti.

Calime: … e grazie di cuore anche a te!

Anda: Ma sì, dai, scriverò ancora qualcosa d’altro di delirante! Beh, ci sono quelle persone che credono di sapere tutto loro, vero? Fleur è una di queste^^^

Uno e nessuno: il gufo chiamato Syd ti ha fatto ridere? Anche a me. Si può essere così deficienti da ridere alle proprie battute? Bah! Ma che personcina matura…

Redistherose, aka Silvia: Non sapevo che fossi una tipetta tanto colorata! Se vuoi, nell’edizione italiana dell’Ordine della Fenice, ti prendiamo per interpretare Tonks, che ne dici? Io credo che Molly debba recitare il suo ruolo di madre integerrima. Che poi ne abbia combinate parecchie (ed io penso che si sia sposata con il piccolo Bill già in arrivo), è un’altra cosa. Di certo, in casa Weasley non manca il senso dell’umorismo (forse con Ginny erano rimasti un po’ a corto, ma non si può avere tutto dalla vita). Oh, che coincidenza: anche io faccio morire tutte le piante. Sono una vera chiavica!

Evenstar: Silente dava sempre ottimi consigli conditi da un pizzico di senso dell’umorismo… Detto ciò, sono felice che la mia storia ti abbia divertito. Faith Sun: Questa la storia più bella che tu abbia mai letto? OOOOhhh, sono diventata tutta rossa. Anzi, Rosa… shocking!

Scar: Che piacere risentirti! Spero che il PC adesso abbia smesso di tirarti pazza! Sto pensicchiando ad una nuova storia… ho buttato giù qualche riga, ma vediamo cosa ne esce.

Lu: Evviva, un’altra che pensa che l’araucaria sia orrida! Fondiamo un club! Ed eccoti l’epilogo, servito su un piatto di plastica (se fosse di ceramica, Tonks lo romperebbe…)

Elenie Estel: anche tu ha un bel nick. Da quando ho cominciato a scrivere ff, mi sono scoperta un lato sadico che non pensavo di possedere… E questa non è la storia più cattiva che ho scritto, credimi! Di solito, sono una tranquilla signora innocente ed inoffensiva. Si vede che quando metto le dita su una tastiera, avviene una mutazione genetica… Boh!

Rue Meridien: ho sempre detto di non sopportare Fleur, ma questa è la seconda ff nella quale ce la ficco dentro… comincio a preoccuparmi…

Eileen Prewett: Che dire, Elena? Grazie davvero, di tutto…

Jesus_of_suburbia: Ed ecco anche a te l’epilogo caldo caldo ed appena sfornato. Ti piace?

Ma la menzione d’onore va alla pianta di araucaria che continua a crescere sprezzante in via Carlo Porta e che mi ha dato l’idea del bouquet.

Un bacione ed un abbraccio a tutti.

Yours Nisi Corvonero

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