Amore in Codice 5 (REVISIONED!) - L'Accademia. Il Sogno di un bacio mancato.

di JackPortiero
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** FORZA E VOLONTÀ - EMPATIA DI UN SENTIMENTO ***
Capitolo 2: *** LE IPOCRITE VALUTAZIONI DI CHI TI ABBANDONA ***
Capitolo 3: *** LA PROMESSA!! ***
Capitolo 4: *** GENIN, E POI?!? ***
Capitolo 5: *** FRATELLO E SORELLA?!?!? ***
Capitolo 6: *** IO SARO' L'EROE DEL TUO LIBRO (...lo finirò per te!) ***
Capitolo 7: *** IL BACIO MANCATO ***
Capitolo 8: *** UNA AMARA DECISIONE ***
Capitolo 9: *** OBLIO DEI SENTIMENTI (Naruto lascia Hinata) ***
Capitolo 10: *** TERRORE D'ODIO ***



Capitolo 1
*** FORZA E VOLONTÀ - EMPATIA DI UN SENTIMENTO ***


FORZA E VOLONTÀ - EMPATIA DI UN SENTIMENTO
 


Non è giusto mangiare sudore e rabbia soltanto. Se non avevo fortuna, il mio cuore era destinato ad ardere e morire? A consumarsi in cenere sottile?
Se non c’eri tu, Hinata, prima o poi avrei odiato il mondo intero, che mi ha lasciato solo a perire in un bruciante deserto di Rancore...
.

Non è giusto bere solo lacrime e disperazione. Se non avevo fortuna, il mio cuore era destinato a ghiacciare e morire? A frantumarsi in mille pezzi?
Se non c’eri tu, Naruto-kun, prima o poi mi sarei arresa al mondo, che mi ha lasciato sola ad affogare in un gelante mare di Commiserazione...



*****



Durante il loro primo anno di accademia shinobi, due bambini evitati da tutti avevano ormai intuito bene i loro sforzi, e come entrambi fossero simili. Soli. 
Bisognosi di incoraggiamento, e di affetto sincero e gratuito. Di essere riconosciuti da qualcuno, e di esistere per qualcosa.
Empatizzando l'uno per l'altra, si osservavano spesso incuriositi, cercando di capire se fosse davvero così, ma voltandosi sempre dall’altra parte prima che l’altro se ne accorgesse.

Questo... perchè pur avendone già passate tante e credendosi ormai amici, NARUTO e HINATA avevano il preciso obbligo di non parlarsi mai, che rispettavano forse solo per non rischiare di mettere in pericolo o in cattiva luce l'altro, come era troppo spesso successo in passato. Passò così qualche mese. E i due aspiranti ninja iniziarono a nutrire, giocoforza, parecchi dubbi sul loro legame, soffrendo molto per l'eventualità di essersi sbagliati.




(.....)



Naruto Uzumaki, passeggiando solitario e malvisto per le vie di Konoha, o ciondolando tristemente sull'altalena di fronte all'ingresso principale dell'Accademia, pensava spesso, con segreta nostalgia:

"Hinata... non ride mai di me. Anzi... ogni tanto addirittura mi saluta e mi dice una parola gentile. Ma poi, scappa via subito, e non mi guarda mai negli occhi come vorrei.
E' così carina con tutti, ma in realtà ha timore di me? Mi sta tenendo a bada? Pensavo fossimo amici... ma non lo so... Ancora non capisco se gli sto simpatico, o anche per lei sono un mostro.
No... la verità è che mi piace e sono io che le parlo poco, e senza convinzione. Vorrei, ma non posso. L'ho promesso al Vecchio.
In verità... ho solo paura a dirglielo. Ho troppa paura che rida di me e mi tratti con acidità anche lei... lei che non mi ha mai trattato con disprezzo."

 

Ma io... ti ho notato fin da subito, sai?... Eri come me, ti capivo, e nessuno mi capiva meglio di te. Pensare ci fosse qualcuno simile a me... mi faceva sentire meno solo.
Anche se per lo più ti limitavi a guardarmi a distanza, pur senza saperlo, con i tuoi OCCHI mi stavi aiutando moltissimo proprio per quello.


 
(.....)


Hinata Hyuga, dopo un doloroso e perderte scontro con la sorella minore, o dopo l'ennesima invettiva del padre, privata della sua bicicletta, e sola nelle sue stanze, pensava spesso, con segreta nostalgia:

"Naruto-kun... non sparla mai di me... Anzi... ogni tanto addirittura mi guarda e mi sorride con allegria... Ma dura solo per un attimo, e non mi parla mai come vorrei.
E' così solare con tutti, ma in realtà gli sto indifferente? Lo sa che esisto? Pensavo fossimo amici... ma non lo so... Ancora non capisco se si è accorto di me, o anche per lui sono un fantasma.
No... la verità è che mi piace e sono io che non lo guardo mai bene in faccia. Vorrei, ma non posso. Me l'ha ordinato mio padre.
In verità... ho solo paura a dirglielo. Ho troppa paura che sparli di me e mi tratti con freddezza anche lui... lui che non mi ha mai trattato con indifferenza."


 
Ma io... ti sentivo comunque vicino, sai?... Come nessun altro, dopo la morte di mamma. Pensare ci fosse qualcuno sul mio stesso percorso... mi faceva sentire meno sola.
Anche se per lo più ti limitavi a sorridermi da lontano, pur senza saperlo, con il tuo SORRISO mi stavi aiutando moltissimo proprio per quello.



(.....)




"Hinata, in ogni caso... solo tu mi chiami gentilmente per nome... Hai idea, di cosa vuol dire per me? E' proprio quello di cui ho bisogno!
Vuol dire che non ispiro odio proprio a tutti.
Tu... non mi detesti, ne sono quasi certo. Però, vorrei tanto saperlo...
Hinata... quando sarà la prossima volta che pronuncierai il mio nome e ti rivolgerai a me con tanta gentilezza? Come non fa nessuno?"

 

La mia, è una maledetta finzione. Faccio il buffone, posso fare solo quello, ma a volte avrei voglia di uccidere tutti!
Perché?... Perché tutti, al Villaggio, han deciso fin dall'inizio, che avrei ucciso tutti...


Nessuno, mi fa sentire utile a qualcosa...

Perché nessuno ha bisogno di me, anche solo per un minuto? E mi tiene vicino a sé, anche solo una volta?
Perché nessuno mi sveglia da questo Incubo?

Tutti mi guardano come fossi un mostro. La gente ha già decido che sono un caso perso. Ma sono proprio loro... che mi conducono verso la sconfitta!

Non sono poi così allegro, tranne che con TE. Perché almeno TU... mi tratti come una persona. Sei TU, che mi rendi veramente allegro.

Senza saperlo, mi dai la FORZA per continuare. Per essere riconosciuto e dimostrare a questo maledetto mondo ninja, quanto ci sottovaluta.


(.....)


"Naruto-kun, in ogni caso... solo tu mi sorridi con allegria... Hai idea, di cosa vuol dire per me? E' proprio quello di cui ho bisogno!
Vuol dire che non ispiro tristezza proprio a tutti.
Tu... non mi compatisci, ne sono quasi certa. Però, vorrei tanto saperlo...
Naruto... quando sarà la prossima volta che mi sorriderai così luminoso e mi guarderai con tanta allegria? Come non fa nessuno?"

 

La mia, è una maledetta forzatura. Faccio la brava, posso fare solo questo, ma volte avrei voglia di mandare tutto a rotoli!
Perché?... Perché tutti, nel mio Clan, han deciso fin dall'inizio, che avrei mandato tutto a rotoli...

Nessuno, mi fa sentire degna di esistere...

Perché nessuno mi fa sentire preziosa, anche solo per un istante? E mi incoraggia un po', anche solo una volta?
Perché nessuno mi regala un piccolo Sogno?

Tutti si voltano come fossi un fantasma. Il clan ha già deciso che sono senza speranze. Ma sono proprio loro... che mi portano verso la resa!
Non sono poi così gentile, tranne che con TE. Perché almeno TU... mi tratti come una persona. Sei TU, che mi rendi veramente gentile.

Senza saperlo, mi dai la VOLONTA' di cambiare. Per essere accettata e dimostrare a questo maledetto mondo ninja, quanto si sbaglia su di noi.
 

 

 

*****

 

 

 

Avrebbero potuto farsi riconoscere per qualcos'altro, ma sono costretti a essere dei ninja per farlo. I jinchuuriki sono solo degli strumenti al servizio del paese.
Ma uno strumento, non deve avere sentimenti. E i Bijuu, e il Kyuubi dentro di loro, è solo un mezzo di una pace non sua.

Tu, Volontà del Fuoco, sei la peggiore delle MENZOGNE. Sei solo una dannata continuità che sacrifica bambini, e si arrende al presente...
Tu, Volontà di Fuoco, che getta nel Fuoco, vuoi solo sopravvivere ignobilmente nelle tue insensate regole!

E LORO, i Bijuu e i Jinchuuriki, per te sono solo il Sacrificio per alimentare la tua fiamma corrotta.

Ma questa volta, qualcosa cambierà.
Perché Naruto e Hinata, in realtà, sono dei rivoluzionari che non si arrenderanno mai. Insieme... sono FORZA e VOLONTA'!

YIN... E YANG. LA FORZA DI VOLONTA' CHE CAMBIA IL DESTINO.

Loro, sono così speciali. Sono il tuo peggior nemico. Tu, Volontà del Fuoco che ti arrendi al Sacrificio... li temi a morte! Temi il loro Nindo di non arrendersi mai!

E' per questo, che li perseguiti e stai cercando di uccidergli l'anima, Volontà del Fuoco?







******************************



 

Naruto, tu sei forte. Hai una grande forza d'animo. Sei istinto puro, Yang. Stimolo. Energia vitale. Il giusto e buon esempio da seguire.
Ma nessuno ti dava un mai un buon motivo, una ragione vera per continuare.
Puoi avere tutta la FORZA che vuoi, ma se ti portano bendato in mezzo al deserto, senza che nessuno che ti dia un'indicazione, girerai a vuoto fino a perire.


Ma lei, Hinata Hyuga, è la tua Forza. La persona che sa come orientarsi e che ti porgerà una bussola in mezzo a un torrido deserto di Rancore.
Tu, avrai presto la Forza di Volontà di non arrenderti mai. Lei, Hinata, è così vicina. Non ha paura di inoltrarsi in un torrido deserto per te. Intravedo già un'oasi.

La Volontà del Fuoco che ha tradito se stessa e si è arresa QUEL GIORNO con voi... dovrà presto tremare. E tramare.




Hinata, tu puoi. Hai una grande volontà interiore. Sei ragione pura, Yin. Ispirazione. Immaginazione. Una sensata e bella voce da ascoltare.
Ma nessuno ti dava mai il giusto esempio, l'istinto giusto per iniziare.
E puoi avere tutta la VOLONTA' che riesci, ma se ti gettano in mezzo al mare legata, senza che nessuno ti abbia mai insegnato a nuotare, annasperai fino ad annegare.

Ma lui, Naruto Uzumaki, è la tua Volontà. La persona che sa stare a galla e che ti porterà un salvagente in mezzo a un gelato mare di Commiserazione.
Tu, avrai presto la Forza di Volontà di non arrenderti mai. Lui, Naruto, è così vicino. Non ha paura di gettarsi in un gelato mare per te. Intravedo già un'isola.

La Volontà del Fuoco che per preservare se stessa in un orrido futuro... HA SACRIFICATO L'INNOCENZA... dovrà rendere conto di tutto. E spegnersi.

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Capitolo 2
*** LE IPOCRITE VALUTAZIONI DI CHI TI ABBANDONA ***


LE IPOCRITE VALUTAZIONI DI CHI TI ABBANDONA
 


Sono stato etichettato come fallito e uno che litiga con tutti. Ma la verità è che con me avete sempre fatto lo stretto necessario.
Pur sforzandomi di essere riconosciuto, ero trattato come legno marcio dal Villaggio. Era ovvia la mia sofferenza. Ero solo.
Ma mi avete odiato lo stesso... non volevate comunque avere a che fare con me, e mi avete trattato come un mostro quando avevo più bisogno.

Sono stata etichettata come fallita e una che si isola da tutti. Ma la verità è che con me avete finito col fare lo stretto necessario.
Pur volendo essere accettata, ero trattata come carta straccia dal mio Clan. Era ovvia la mia sofferenza. Ero sola.
Ma ve ne siete lavati le mani... non volevate avere a che fare con mio padre, e mi avete trattato come un fantasma quando avevo più bisogno.


 

*****



((.....coetanei e compagni di classe.....e cosa pensavano di noi.....))

In un modo o nell’altro, nessuno in classe aveva dato loro troppa confidenza. Perché oltre a risultare del tutto imbranati, pesci fuor d’acqua inadatti al ruolo di ninja,
avere a che fare con loro portava solo grane. Con Naruto Uzumaki, proprio non conveniva starci: era lo zimbello del Villaggio, odiato e preso in giro da tutti.
Affiancarsi a lui, voleva dire essere dei perfetti idioti e diventare giustamente oggetto di derisione a propria volta.

Il caso di Hinata Hyuga, era invece più particolare. Se un maschio le ronzava troppo attorno, finiva senza motivo ripreso e sgridato, mentre chiunque veniva sorpreso
a canzonarla, era severamente punito. E ci sarebbe anche stato di che burlarsi di lei, se non fosse stato per il suo nobile nome e il protezionismo dei professori;
perché oltre a esser debole e dalla scarsa resistenza, e non riuscire in molte tecniche, nelle prove pratiche e sotto gli occhi di tutti aveva dei ridicoli blocchi psicologici.

A uno sguardo superficiale, quello infantile dei compagni, Naruto e Hinata fallivano miseramente, senza alcuna dignità, privi di alcuna forza e volontà di cambiare.



((.....adulti e professori.....e cosa avevano concluso.....))

Hinata Hyuga, un caso a ben guardare mai perso: un problema mai iniziato. Un fiore mai sbocciato, un'introversa senza stimoli che non aveva nulla da dire.
Una depressa, che non aveva un briciolo di amor proprio e si isolava in silenzio da tutti.
Era l'erede di un grande clan. Aveva il sangue giusto. Ma non lo spirito. Il suo fallimento all'Accademia era scritto, non era più in grado di imparare oltre le arti ninja,
senza colpa alcuna del corpo decenti. La bambina era proprio così, con dei limiti o problemi che risalivano a prima, ma nessuno aveva voglia di farlo notare al padre.

E alla fine, a conti fatti, era senza speranza come lui: ossia il rompi-scatole, il ragazzo-volpe, l'idiota del Villaggio; uno che come lei aveva seri problemi caratteriali.

Naruto Uzumaki, il caso perso. Una palla al piede, il ragazzo-sciagura, un egocentrico senza talento che ripeteva sempre, fino alla nausea: "Diventerò Hokage".
Un arrogante, che aveva troppa considerazione di sé e non aveva mai una parola gentile per nessuno.
Era il Kyuubi, dopotutto. Aveva  i bollenti spiriti. La sua espulsione dall'Accademia era ormai in preventivo, non era sicuramente il caso di insegnargli oltre le arti ninja,
perché quel pestifero prima o poi le avrebbe di certo usate per delinquere, per generare il caos liberando il demone Novecode, secondo le valutazioni di tutti.



((.....noi in realtà.....la futura generazione da proteggere.....))

La piccola Hinata in verità, a inizio anno, aveva mostrato una certa loquacità e disposizione al dialogo. Ma deludendo sempre più le aspettative dell'intransigente padre,
nel secondo semestre finì per essere davvero troppo introversa e chiusa in se stessa. Nessuno... aveva provato a farsela amica o perché non ci si accorgeva di lei, o
perché era difficile, o perché sarebbe stato sgridato dagli adulti e preso in giro dai compagni.

La ragazzina, peggiorava emotivamente, di giorno in giorno, troppo, fino praticamente a non parlare. Un mutismo resosi totale da qualche giorno, e dal quale non usciva
se non a monosillabi, di rado, e solo per rispondere alle semplici e didattiche richieste del professor Iruka, l'unico tra i professori che si preoccupava, ma che oramai
sentiva di aver fallito con lei, non sapendo più come recuperarla.

Ma la realtà... era che la bambina aveva una gran voglia di sfogarsi, la sua era una difesa per non scoppiare a piangere da un momento all'altro davanti a tutti; e anche
un modo di attirare l'attenzione, nella inconscia speranza che alla fine qualcuno si preoccupasse per lei e le chiedesse di confidarsi. Ma questo, non succedeva, e portando
all'estremo quel silenzio, aveva verificato che in effetti era vero: era sola.

La Commiserazione, iniziava ad affossarla. Bastava poco... ma così poco.. .per farla reagire. Due parole... "Tu puoi!", per non farla sentire un fantasma.
Eppure... nessuno ci provava mai sul serio, avendo paura di sbagliare tutto con l'erede della casata principale degli Hyuga. Tenuta a distanza, proprio come Naruto.

Al reietto del Villaggio invece, all'Uzumaki, serviva un miracolo. In apparenza, in quel periodo, si stava confermando ancora più impiastro e debole del solito.
Questo, in verità, perché peggio del solito... mangiava. Poco, e male. Teuchi, il proprietario del chiosco Ichiraku dove andava spesso gratis, era infatti via dal Villaggio.

Naruto, comunque, si arrangiava bene, senza chiedere niente a nessuno, e rifiutando il cibo di chi la sera era costretto a portargli la cena, ma lo trattava con disprezzo.
Resisteva, ma in fondo non era ancora in condizioni disastrose e allarmanti. Semplicemente... si addormentava in classe affamato, aveva i crampi allo stomaco, ed appariva
(per ora) appena un po' più smagrito. Ma qualcuno, aveva forse voglia di notarlo?...  Anzi, per le ultime disastrose performance, era stato ancora più bistrattato. Umiliato
fino all'estremo, anche quando non ce la faceva e stava male; preso in giro per... essere orfano.

L'Odio, iniziava a divorarlo. Bastava così poco... Un gesto... "Un abbraccio", per non farlo sentire un mostro... Ma un minimo importante, interessante, utile a qualcosa.
Eppure... nessun adulto si sforzava di capirlo, tranne forse l'Hokage, e a breve il maestro Iruka. Ma Naruto non lo sapeva, quello che vedeva con chiarezza è che nessuno
voleva stargli vicino. E l'Uzumaki mascherava il suo cuore ferito meglio che poteva, con il suo esuberante orgoglio. Mentre la Hyuga, con un indecifrabile silenzio.



Certo che qualcuno poteva anche accorgersi, che l'Uzumaki in quel periodo non era in salute, fisicamente a posto.
E qualcuno doveva assolutamente aiutare quella bambina, la Hyuga non supportata a sufficienza, incompresa e lentamente abbandonata a se stessa.

Chi sarebbe stato, a fare ciò? Bastava così poco, per entrambi ...




*****





          (...entrambi...)

Ce la mettevi tutta, e nessuno lo riconosceva... Non volevi rimanere solo/a, e nessuno lo capiva.
Soltanto io, volevo davvero fare qualcosa per te, ma non sapevo ancora bene cosa... Come.
O forse, è meglio dire che avevo troppa paura di sbagliarmi... e di restare da solo/a a morire.
Ma così facendo... mi confondevo sempre più tra la folla che ti ha abbandonato.

Perdonami, Hinata.
Perdonami, Naruto-kun.






 

Volontà del Fuoco, chi sono quei due in realtà?
Un mostro e un fantasma?
Un rifiuto della società e il fallimento del suo più nobile clan?
Il legno marcio dalla prima, e la carta straccia del secondo?

NO, sono un cagnolino randagio e uno abbandonato.

Naruto Uzumaki, e Hinata Hyuga. Due bambini che non servivano, già bollati come perdenti e lasciati al loro destino.
Ma due bambini, innanzitutto, che rischiano di perdere la propria anima. Da proteggere. Dal cuore ferito. Soli.

Volontà del Fuoco, cosa stai facendo? Chi sei TU in realtà?
Stai per intervenire a protezione, vero? O sei una IPOCRITA MENZOGNA, e dovranno salvarsi da soli?

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Capitolo 3
*** LA PROMESSA!! ***


LA PROMESSA!!

 

QUANDO FORZA E VOLONTA' SI ABBRACCIANO... OGNI SOGNO E' POSSIBILE!!

Quando un caso perso riconosce gli sforzi di un bocciolo... Si può trovare la Volontà per fiorire, e rialzarsi sempre.
Quando un fiore sbocciato si vede curato... Il suo profumo può restituirti Forza, il motivo per cambiare il mondo intero.

Il loro Amore sarà così grande da essere la risposta all'Odio di questo mondo ninja!
 

Ora che ci sei tu, Hinata... voglio davvero diventare Hokage. Tu sarai accettata dal tuo Clan, sarai sempre al mio fianco e tutti ci riconosceranno.
Ora che ci sei tu, Naruto-kun... voglio davvero essere accettata dal mio Clan. Tu diventerai l'Hokage, sarai sempre al mio fianco e tutti ci riconosceranno.


Perché il nostro vero Sogno... è che tutti riconoscano il nostro Legame.
Non siamo due falliti che trovandosi si piangeranno addosso per il resto della vita.
Noi, siamo la squadra più forte. Lottiamo per la vera Pace. Quella dell'anima.
Avemmo potuto farci apprezzare per qualcos'altro. Ma se per voi è l'unico modo, allora noi due saremo i ninja più forti.
.

Lotteremo anche per la pace del mondo. Non fuggiremo. Non ci arrenderemo mai. E' il nostro Nindo.



*****



Una mattina di lezione d’aula come le altre, dopo un test singolo di ognuno degli studenti di fronte agli altri, un'alunna dopo la sua inconcludente prova aveva chiesto di andare in bagno.
Dopo essere uscita velocemente, tutti si misero a schiamazzare sottovoce.

"A momenti si metteva a piangere. Certo che ti somiglia proprio!" - sibilò serpentino a Naruto, un anonimo vicino di banco, costretto controvoglia a stargli vicino nell'unico posto trovato libero la mattina.

Chi era, costui!? COME si permetteva!??... Stava insultando Hinata!

Scoppiò l'ennesimo putiferio in cui c'entrava qualcosa Naruto... prontamente sedato dal maestro Iruka.



(.....)



L'Uzumaki era stato messo per l'ennesima volta in punizione, per giunta senza avere potuto eseguire il suo test, e dunque con una insufficienza grave d'ufficio.
Questo, per aver senza alcun motivo attaccato briga col suo vicino di banco, e venendo cacciato fuori fino a nuovo ordine.
Ma a Naruto, non importava. Gli interessava solo sapere come stesse Hinata. Questa volta, avrebbe trasgredito l'assurdo divieto di non dover mai interagire con lei.

Così, uscito dalla classe, l'alunno decise di farla in barba al maestro, e di non starsene lì impalato in corridoio da bravo fesso, chissà poi per quanto, fino a che non fosse stato richiamato. E si diresse verso il campo d’addestramento. Lì, sorprese una bambina corvina nascosta dietro a una delle tre grosse e cilindriche sagome di legno, adibite al tiro al bersaglio. A singhiozzare e a piangere, tristissima. Teneva tra l'altro saldamente un pugnale in mano, quasi vicino alla gola, e alla fine si scostò dal tronco, risoluta ormai all'agire nell'utilizzo dell'appuntita arma.

Naruto... osservava tutto questo amareggiato, volendo far qualcosa per questa ragazza, ma non sapendo bene cosa. Come. E se fosse il caso di, o preferisse restare sola.
Quando però all'ultimo la fanciulla si accorse di lui, fece per scappare, ma inciampò e cadde malamente. Il kunai che teneva in mano convinta, le sfuggì e piombò fragorosamente ad un paio di metri.

“Hinata!!” - accorse subito Naruto accovacciandosi al suo fianco - “Tutto bene!?”

La corvina... non si era fatta niente, ma sollevandosi sulle ginocchia, umiliata per l’ennesima “caduta”, scoppiò in un pianto dirotto affondando il suo viso al petto del biondino, e aggrappandosi saldamente con le mani alla sua schiena. Chiamava il suo nome, "Naruto", affranta e rivolgendosi a lui in maniera così diretta e informale per la prima volta, sperando di non apparire del tutto ridicola, ed essere respinta.

L’Uzumaki, si sentì strano, un po' spiazzato, nessun coetaneo infatti lo chiamava mai per nome. Ma "coso""idiota""rompiscatole" etc... (il meglio che si poteva aspettare era un:"Ehi tu!")
Però... non era per niente infastidito, dalla situazione, e in modo del tutto naturale ricambiava il gesto dell'amica, per quanto improvviso, e la teneva stretta a sé in un abbraccio che esprimeva tutta la comprensione e il calore possibile di cui un essere umano della loro giovane età ha bisogno. Hinata, nonostante le piccole mani, percependosi corrisposta da lui lo stringeva ancor di più, come in una morsa, versando tutte le sue lacrime. Lacrime che dicevano: "Aiutami". Mani che chiedevano: "Non abbandonarmi".


Lo so, cosa stai passando. Lo so. Ma ci sono qui io adesso.” - fu l'unica cosa utile che a Naruto venne in mente di dire, mentre le accarezzò per un attimo, senza esagerare, i capelli.

Passarono un paio di minuti, la Hyuga si era un po’ calmata ma teneva ancora poggiata la spaziosa fronte al corpo del biondino. A certo punto, iniziò a dire qualcosa:

“Na-Naruto… t-ti prego, n-non pensare male.” - esordì.
“Eh!? Su cosa…” - disse il ragazzino, arrossendo un po’.
“Q-quel kunai… i-io… volevo solo allenarmi al tiro come fai tu.” - assicurò l'aspirante kunoichi, di non aver mai pensato a un gesto lesivo.
“Aaaaahh….. quellooo… Beh certo, mi pareva ovvio! L'ho capito subito! Non ho mica pensato volessi ucciderMI!”

Hinata si scostò un attimo, per guardarlo nelle palle dei suoi due occhi straconvinti. Chiunque altro, vedendola a quel modo, in lacrime e con una lama in mano, avrebbe pensato che stesse per compiere su di sé un qualche gesto sconsiderato. Ma lui, Naruto, no, non aveva minimamente pensato questo, di lei. Tant'è che le assicurava di non essersi sentito minacciato, era abbastanza più probabile che fosse lui, il bersaglio di quel kunai! Quella di Naruto non era una battuta per sdrammatizzare. Era serissimo. Un baka, insomma! La corvina, dopo un attimo di serissimo stupore, faticò a trattenere una fanciullesca risata portando la mano sinistra alla bocca.

“Cavolo, certo che sei strana! Fino a poco fa piangevi, adesso ridi divertita.” - osservò l'amico alquanto perplesso. Ma a queste parole, però, tornò nell'aria un velo di tristezza.

“Ho detto... qualcosa che non va?” - s'affrettò a dire Naruto.
“N-no… niente. E' che...” - ma la bambina, si interruppe; in qualunque modo lo stesse per dire, confessare che era da tempo, che non rideva... le sembrava proprio una brutta frase da concludere.
Cambiò discorso: “S-sai… i-io… m-mi sento… invisibile. P-perché tutti mi evitano? E mi trattano come... se non esisto?...  I-io… ce la metto tutta… veramente… ma..... h-hai visto che figura ho fatto p-prima, in classe? Parlavano piano… S-sono sicura che riderebbero forte… s-se potessero. Ma temono mio padre. Ormai lo sanno tutti che è vietato prendermi in giro... e dire... che una Hyuga verrà bocciata.”


"Cavolo, allora è vero!. E’ davvero uguale a me!... Anche lei aveva l'obbligo di non parlarmi. E' sicuro..." - rifletté sveglio il ragazzino, che non sapeva ancora cosa dire per rincuorarla.

“F-finisce sempre così. N-non ce la faccio... P-perché? I-io… sono così… inutile?” - domandò amaramente e sottotono la piccola Hinata, voltando lateralmente lo sguardo, e ritornando quasi a piangere.

“NON è vero! Non dirlo nemmeno per scherzo!” - rispose velocemente l’Uzumaki, cercando i suoi occhi -
Non sei inutile... sei sola... Come me. Ma ora ci sono io! Vedrai d’ora in poi non piangerai più senza motivo. Te lo prometto! E se qualcuno oserà prenderti in giro o farti qualcosa di male, gli fracasso la mascella. Se la dovrà vedere con me. Ok?”

"Naruto!... Allora è vero! Non è... un'illusione. E' proprio vero che anche tu volevi essere mio amico..." - sì sentì rincuorata, consolata per la prima volta come una principessa.

“Da-davvero… n-non sono più… sola? M-ma… ma perché tu… i-io non so se...” - balbettò un po' Hinata, ancora incerta. Naruto le diede subito la certezza che cercava.

Noi due, siamo amici. Fin dall'inizio, no? Gli amici si proteggono sempre fra loro! Adesso lo sappiamo, non siamo più soli... abbiamo un motivo, per diventare più forti... giusto? Vedrai che succederà: tutti alla fine ci rispetteranno e saranno costretti a riconoscere il nostro cambiamento.”

“M-ma io… n-non so se ne sono capace… A-anche a casa mi trattano... c-come... una fallita. F-forse... hanno ragione.” - fece notare a malincuore la piccola, con lenta sofferenza.
“Ascoltami bene!” - disse serio Naruto tenendole le spalle e sorridendole dritto negli occhi - “Intanto passeremo al secondo anno, l’ho sentito con le mie orecchie! E poi... diventeremo grandi ninja, sai? Gliela faremo vedere. Io ce la farò, diventerò Hokage! Puoi starne certa! E se ce la faccio io figuriamoci se non puoi farcela anche tu!... TU PUOI!  Te lo dico io! Assieme ce la faremo. Credimi! Ti fidi di me?”

Hinata... lo ammirava come un sole, tra il felice e l’esterrefatta. Nessuno l’aveva mai riscaldata e incoraggiata a quel modo. Dato fiducia. Gli rispose con una certa convinzione:
“Sì. Hai ragione. A-anch’io posso. Anch’io... te lo prometto!

Naruto, le sorrise contento. Era un sorriso meraviglioso. Il sorriso che può salvare un'anima dalla perdizione, un miracolo che valeva più di tutte le parole dette in precedenza.
Poi il bambino, riflettendo un attimo, si alzò in piedi con finta e allegra preoccupazione, e scompigliandosi i capelli osservò: “Cavolo, sarà il caso di tornare in classe! Staranno già a cercarci! Non voglio che ti sgridino o che qualche idiota ti veda con me finché non sarò più forte, o sarai presa in giro per colpa mia.

Hinata lo guardò perplessa e poco convinta, stava per obiettare qualcosa riguardo a questa strana piega degli eventi, quando il biondino si girò di profilo e proseguì:
“Non voglio più vederti piangere o stare male. Se fosse per colpa mia, non me lo perdonerei. Non ti sto lasciando già sola.” - concluse, rassicurandola.
“L-lo so…" - confermò a sua volta malinconica la Hyuga -"...stavo solo pensando che… manca così poco alla fine l’anno scolastico. Poi…”


"Ci sorveglieranno e ci terranno abilmente a distanza per tre lunghi mesi, fino alla ripresa delle lezioni..." - intuirono entrambi.

“.....” - Naruto, era diventato pensieroso. La ragazza aveva ragione, che importanza aveva che due amici fossero visti insieme e presi in giro per questo? manco fossero due piccioncini falliti che si sono alla fine trovati. Tra poco, con la fine delle lezioni, non ci sarebbe stato più un pretesto, un modo per avvicinarsi, figuriamoci poter parlare. Non si sarebbero potuti vedere per molto tempo.

“Hinata… ecco… qui… non ci viene nessuno, quando non serve. Neanche i professori. Lo so perché spesso a pranzo non mangio, e vengo qui a bere, alla fontanella. E perché quando dopo la scuola ho voglia di allenarmi o starmene per conto mio… vengo spesso qui. Quindi… ecco… Ci vediamo dopo qui a pranzo, se vuoi! Ognuno per conto suo, ok?” - concluse il biondino imbarazzatissimo, che ora si era completamente voltato per non mostrarsi tutto rosso in viso.

Era... un appuntamento!?... Sul serio?... L'invitata era divenuta addirittura viola paonazza, e non rispose niente per la timidezza, ma l’Uzumaki capì che l’avrebbe vista più tardi. E non appena il romantico silenzio fu interrotto bruscamente dallo stomaco brontolante del ragazzino, egli fece per andare via di corsa, quasi fosse questione di vita o di morte nell'apparire uno sfigatello anziché un figo da paura, e salutando di spalle una bambina al suo primo idilliaco amore, la quale, dopo essere entrata più in confidenza, e avendolo toccato e guardato così da vicino, smagrito, si chiedeva preoccupata se il principe azzurro che le piaceva, stesse davvero bene e mangiasse abbastanza.

Più tardi il biondino, affamato, avrebbe trovato l’amica del cuore come sperava, e avrebbe finalmente mangiato a sazietà a quell’ora del giorno… il delizioso pranzo fin troppo abbondante di lei, che la ragazzina toccava appena perché in eccesso, e perché di appetito non ne aveva per davvero. Lei invece, in compagnia di lui, sarebbe tornata a sorridere prima del previsto, sorseggiando contenta un po’ d’acqua alla fontanella, anziché bere amaramente le proprie lacrime, nascosta e sola da qualche parte come spesso capitava.



*****






Hai idea dell'odio che comporta dover dimostrare qualcosa solo a se stessi? Senza nessuno che ti creda forte e abbia bisogno di te?
E' impossibile una simile Forza e sei destinato alla sconfitta. MA TU, tu sei la mia Forza, Hinata. Il mio Sogno d'Hokage è riposto in te, prima era un bluff.

 
Hinata... tu avevi bisogno di me. E anche io... Cercavi proprio me. Hai creduto... in me.
Servivo a qualcosa, non ero un mostro, e con questo mi hai salvato la vita. I tuoi occhi, mi han salvato la vita.
Ti voglio bene. Cercandolo e abbracciandolo, hai accettato e curato le ferite del mio corpo. E non sentendo più gli insulti della gente, hai curato anche il mio cuore.
E ora che lo so, fino alla fine, qualunque cosa succeda... Anche non dovessi mai dirtelo... 
IL MIO CORPO E' ORA SOLO UN TUO STRUMENTO.

Il mio cuore, se necessario, patirà. Imparerò a recitare. Mi serve fin d'ora una gabbia? Altrimenti le mie parole mi tradiranno.
Quando potrò aprirla e tornare a te? Non lo so... Ma credo in te. Ho piena fiducia. Mi aspetterai e mi capirai. E non mi odierai.

 

Hai idea della sofferenza che comporta dover agire e vivere solo per se stessi? Senza nessuno che creda tu possa cambiare e ti sia di esempio?
E' impossibile una simile Volontà e sei destinato alla resa. MA TU, tu sei la mia Volontà, Naruto. Il mio Sogno di Hokage è prestato a te, prima era cosa vuota.

 
Naruto... tu eri in pena per me. E anche io... Cercavi proprio me. Hai creduto... in me.
Non ero invisibile, non ero un fantasma, e con questo mi hai salvato la vita. Il tuo sorriso, mi ha salvato la vita.
Ho bisogno di te. Sorridendogli e parlandogli, hai rapito il mio cuore e curato le sue ferite. E non sentendo più il bastone di mio padre, hai curato anche il corpo.
E ora che lo so, fino alla fine, qualunque cosa accada... Anche non dovessi mai dirtelo... IL MIO CUORE ORA APPARTIENE SOLO A TE.


Il mio corpo, se necessario, patirà. Imparerò a recitare. Mi serve fin d'ora una maschera? Altrimenti il mio volto mi tradirà!
Quando potrò toglierla e tornare a te? Non lo so... Ma credo in te. Ho piena fiducia. Mi troverai e mi capirai. E non mi odierai.

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Capitolo 4
*** GENIN, E POI?!? ***


GENIN, E POI?!?



La mia promessa si batte contro il Destino.
Non voglio che tu sia costretta a scegliere quale vita d'Inferno passare.
Se con me, ma marchiata in fronte, e rifiutata dal mondo intero...
...o se accettata da tutti, libera da sigilli, ma senza di me.

E io so... cosa sceglieresti. Sceglieresti il SIGILLO CROCIATO.

E' questo, che mi fa più rabbia!!

Il solo pensiero che tu ti debba sacrificare per me, mi manda in bestia.
La sola idea che tu venga marchiata come una bestia, mi terrorizza.

C'è un'unica soluzione: "Io sarò Hokage. E allora cambierò le regole del Clan Hyuga!"

E' questo, il mio Sogno: poter stare con te senza sacrificarti, e realizzare ogni tuo sogno.




*****




Dall’inizio del secondo anno accademico, Naruto Hinata sarebbero
 finiti in modo apparentementcasualper essercompagni di banco.

Ma in realtà... era stata una pensata arbitraria del professor Iruka, approvata un po’ a sorpresa dall’Hokage.

Infatti il ma
estro, l'unico del corpo docenti che si dava dei grattacapi a fin di bene, conosceva ormai a fondo l’indoldei suoi allievi,aveva pensato chmettendo come vicini di banco i due ragazzini più problematici, la cosa avrebbpotuto aiutarentrambi a uscirdal loro guscio, dalla loro emarginazione.
Tuttavia... non pot
eva certo farsolo di testa sua e avvicinare tra loro ldumetà di Kyuubi, lo Yin e lo Yang, e perciò aveva chiesto l’autorizzazione del Terzo Hokage, chuna volta esposte nel dettaglio lragioni di un tale azzardo, pur di provare a recuperare i due bambini, si mostrò stranamentfavorevole, a patto che (come al solito) l'assegnazione dei banchi fosse fatta passarcomuna casualità, chi due alunni fossero subito separati e cambiati di posto, sNaruto Uzumaki avesscreato dei problemi alla ragazza.

"Ma Hiashi-sama!?... Non credo proprio sarà favorevole..." - fu però il tremendo dubbio posto a un certo punto da Iruka, alla vigilia di questa strana decisione.
Ma il Terzo gli svelò (mentendo, era una falsa rivelazione questa) che il capoclan degli Hyuga, a seguito dei disastrosi risultati accademici della figlia, dichiarava di non riporre in lei più alcuna speranza, ritenendola irrecuperabile. Addirittura... si vociferava in giro che il padre non volesse saperne più nulla, della primogenita, reputandola un disonore, uno scarto genetico inferiore alla sorellina più piccola di quasi cinque anni.

"Ha detto che essendo già tutto scritto, non vuole essere informato di nulla..." - confabulò vago Hiruzen, che poi rese noto: "Mi ha dato carta bianca con sua figlia, e detto di farne quello che ci pare..."

Il maestro Iruka... ribollì sdegnato, ora era tutto chiaro! Hinata non riusciva nel tentativo di migliorare, perché il padre e tutto il suo clan la annichilivano, anticipando spietatamente che non sarebbe mai riuscita, ma sarebbe stata, anzi, la rovina del Clan... La piccola, lottava da sempre con questa sofferenza, era così! Ma come poteva essere!?... COME poteva, un genitore, non avere alcuna fiducia e marchiare a fuoco, con un sigillo indelebile, l'anima di un figlio, maledicendolo per sempre a priori nonostante la tenera età?

"CHE RAZZA DI... ma è terribile, tiene conto esclusivamente... del suo onore! Dunque ha già deciso... di rinnegarla col Sigillo Crociato?" - imprecò a voce alta il ragazzo, l'unico tra tutti i professori a cui gliene importasse qualcosa. Ma dopo qualche secondo, l'Hokage socchiuse gli occhi e scartò l'ipotesi, dopo un lento cenno di diniego con la testa.

"Se fosse davvero così... sarebbe già successo. L'avrebbe marchiata come Bunke. Non l'avrebbe nemmeno iscritta in Accademia." - osservò seriamente l'anziano uomo. Allorché il ragazzo sgranò gli occhi, poiché necessitava di ulteriori, migliori spiegazioni.

"Vedi, Iruka... quasi sempre siamo portati a farci idee conclusive solo sulla base dei nostri presupposti. Ma la verità... è che anche in questo caso non abbiamo il quadro completo, il comportamento di Hiashi-sama infatti non ha alcun senso, se veramente volesse diseredare la figlia, e il suo scopo fosse solo tenere alto il nome del clan Hyuga."

L'insegnante, iniziò a prestare ancora più attenzione, ma era comunque alquanto scettico. Dove voleva andare a parare il Sandaime?

Lo specificò subito meglio: "La casata principale... basa la sua successione sul diritto di nascita e su matrimoni di buon partito. Non è importante la forza della ragazza, ma la purezza della sua innata e la sua capacità di garantire una discendenza, requisiti che non dipendono certo da una superiorità fisica o dalla capacità di praticare ninjutsu di élite. E come ben sai... LA REGOLA del grado minimo prevede che se Hinata si diplomerà genin, si vedrà confermato il ruolo che le è di diritto, a prescindere dal divario di forza con la sorella minore. La casata cadetta, potrà anche continuare ad odiarla, ma se noi ufficializziamo che ragazza è una sicurezza come Hyuga (e come Jinchuuriki), il popolo di fronte a ciò impererà lentamente ad apprezzarla come la persona che, seppur gracile, sa tenere a bada la Volpe. E sarebbe solo un onore, per Hiashi-sama e la casata principale..."

Il Terzo prese un bel respiro, mentre Iruka esprimeva le sue perplessità.
"Hokage-sama... quello che dite è sicuramente vero. La ragazza... è la sola artefice del suo destino. E il traguardo di genin, relativamente facile. Nessuno negherebbe a priori a un bambino la possibilità di auto-determinarsi in base a delle regole prestabilite. Per questo esistono. Un conto... è nascere secondogeniti e già destinati alla casata cadetta, un conto è far parte della casata principale, e finire nella secondaria in quanto Jinchuuriki. La gente, penserebbe che Hinata sia stata marchiata in fronte per questo, in quanto Novecode, e questa idea diverrebbe presto unanime, un timore e un sospetto diffuso tra la popolazione, e per la ragazza sarebbe la fine, socialmente, la negazione di un'esistenza. Questa... è la differenza che passa tra il marchiare il corpo perché sei nata dopo, e il crocifiggere per sempre un'anima perché sei nata Kyuubi."

Hiruzen... mosse affermativamente il capo, come a dire che era tutto corretto, e aggiungendo che se fosse successo ciò, la gente avrebbe realizzato il binomio, e visto per sempre Hinata come la Volpe. Anzi, quel segno indelebile sulla fronte sarebbe propriamente significato che lei era il Demone, la Bestia Codata. Ne sarebbe stata la prova. Dunque gli abitanti, non temendo più Hiashi-sama che marchiandola a fuoco l'avrebbe confermato, avrebbe iniziato a odiarla e disprezzarla... esattamente come Naruto Uzumaki.

Perché la verità, era questa: che anche Hinata fosse il Novecode, lo Yin, era un segreto militare, e dunque lo sapevano solo
i militari, vale i dire gli shinobi graduati della Foglia. Mentre per i civili, gli abitanti del Villaggio, era solo una diceria da bettola di periferia trapelata in qualche modo, ma stroncata sul nascere da Hiruzen Sarutobi. Per questo, nessuno ne parlava mai. Davvero mai, a differenza di Naruto. Per rispetto nei confronti del Terzo, e un certo timore riverenziale del Clan Hyuga.

Era così: il popolino, la orribile gente, aveva certezze solo su Naruto, e dunque si permetteva con lui, del tutto orfano e improtetto, ciò che non ardiva con l'erede alla nascita di un grande clan!

Ma in questo spietato mondo ninja, se Hinata fosse stata marchiata con il Sigillo Crociato, sarebbe stata la prova madre, le voci su di lei sarebbero riemerse, sarebbe stata riconosciuta come la Volpe, maledetta e inadatta al ruolo di casata principale. E, in tal modo, la sua vita sarebbe stata irrimediabilmente compromessa. Disonorata e ostracizzata senza rimedio, sarebbe divenuta una reietta. Sarebbe stata NESSUNO.


"Però, se tutto questo è vero..." - questionò quindi il professor Iruka, sempre contrariato, a braccia leggermente aperte - "...come può Hiashi-sama anche solo permettere che la figlia rischi un destino simile, lasciandola in balia degli eventi e al giudizio di noi docenti, anziché spronarla a venire promossa ed essere l'onore della casata principale?"

A questa domanda, l'Hokage rispose che poteva solo provare a fare delle supposizioni. E tirò fuori un nome: Hanabi.

Cosa sarebbe successo infatti ad Hanabi, se fosse stato evidente oltre ogni ragionevole dubbio che Hinata sarebbe riuscita nel suo percorso?
Il fatto... è che Hanabi, la secondogenita, avrebbe dovuto sacrificarsi fin dal principio in quanto tale, ricevendo il Sigillo Crociato all'età di tre anni, ma il padre di entrambe, Hiashi Hyuga, aveva rinviato sempre e inspiegabilmente la questione su quale, tra le due figlie, marchiare indelebilmente. La morte del fratello Hizashi... che aveva sacrificato la vita come Bunke, aveva fatto scattare in lui qualcosa. Questo destino di continuo odio tra fratelli, e di sacrificio coatto in seno al clan Hyuga... doveva in qualche modo avere fine. E così il capo-clan degli Hyuga, lasciando Hinata al giudizio dell'Accademia, stava rimandando l'annosa questione del Sigillo Crociato. Stava... guadagnando prezioso tempo. Questo perché, nel segreto, Hiashi Hyuga non intendeva disfarsi di Hinata, ma proteggere ENTRAMBE le figlie. Non marchiando nessuna delle due. Questo era il piano, semplicemente.

Ma questa scelta, questo celato proponimento... era un precedente che non poteva essere in alcun modo accettato dalle vigenti regole, né tollerato a lungo da una casata cadetta che si è sempre vista imposto, e ricevuto senza possibilità di appello, un tale destino senza troppi fronzoli. Questa riforma, quindi... non poteva essere di certo essere avanzata pubblicamente, sbandierata e giustificata come un fatto personale, frutto del rimorso per la perdita del fratello gemello, o un ben celato sentimento paterno. Questa eccezione, semmai, doveva avere un decorso burocratico e valide argomentazioni pratiche e politiche, di fronte all'intero clan e il Villaggio tutto.

E la motivazione di partenza... ERA nientemeno che una ben congeniata scusa, ossia il fatto che il capo-clan degli Hyuga non poteva dirsi sicuro che Hinata fosse all'altezza, necessitando sempre di rinviare la decisione. In altre parole... Hinata portava su di sé il peso della salvezza della sorella minore, ma per farlo doveva necessariamente risultare debole, partire da zero, e passare come un'incognita, il possibile fallimento del clan Hyuga.

"Mi sta dicendo..." - si arrovellò dubbioso Iruka - "...che Hiashi-sama la sta soltanto tirando per le lunghe? Che ama sua figlia Hinata, ma la disonora pubblicamente per salvare Hanabi dal Sigillo Crociato?... Credendo, poi, che Hinata-sama sia in grado di farcela, sopportare e reggere tutto questo?"
"Non di reggere, ma di cambiare... tutto questo. Ma che Hiashi Hyuga stia scommettendo tutto su sua figlia Hinata per cambiare le regole del clan Hyuga, è solo una mia azzardata supposizione, che preferirei tenessi per te." - rispose vagamente il Terzo.

"Ma non ha senso... Anche posto che tutto questo sia vero, come farà Hiashi-sama a rimandare ulteriormente la questione del Sigillo, una volta che Hinata sarà diventata genin?" - protestò vivamente Iruka.

Era evidente, che il chunin non poteva credere alle proprie orecchie... Hiashi Hyuga era un bravo padre che si fingeva il peggiore?

"Non ne ho idea, del dopo, Iruka..." - esaurì le esaustive risposte, il kage - "...ma sicuramente deve avere un qualche genere di piano in mente. O forse, semplicemente... bisognerà vedere come reagirà Hinata. In fondo... anche confermarsi l'erede donna della casata principale, è un destino crudele. Forse molto... molto più crudele..."




*****










Come sarebbe... che ora che sono genin sono ufficialmente la Casata Principale, e devo stare a casa ed evitare le missioni?

COME sarebbe... Che dovrò sposare il futuro Hokage perché sono un Jinchuuriki femmina!?
COME sarebbe... Che dovrò sposare il futuro Hokage per tramandare il Byakugan!?
Ma poi... COME sarebbe... Che dovrò essere io a marchiare Hanabi!?


E così... io avrei vinto?... Che genere di vittoria è mai questa!?... No, padre...

IO... non rimarrò un semplice genin per tutta la vita. Non sposerò il Quinto Hokage, un uomo che non amo.

Ma soprattutto... IO NON ACCETTERO' MAI... il Sigillo Crociato sulla fronte di mia sorella!!

Non voglio più stare ad ascoltarti, padre!... Non farò più come dici tu!... NON SONO LA TUA MARIONETTA!!

D'ora in poi, deciderò io!... Hanabi è lei, la Casata Principale. Che tu lo voglia o no, papà... io andrò all'Esame di Selezione per Chunin!!









-------------------------









C'è un destino ancora peggiore che vivere senza la stima di nessuno. Ed é... trascorrere un'esistenza senza alcun Amore.

Anche seguendo il destino di successione del clan Hyuga, e anzi proprio per seguirlo, poiché sei donna il tuo sarà necessariamente... UN MATRIMONIO COMBINATO.

E' già tutto prestabilito. E' LA REGOLA. Appena divenuta genin, saprai CHI dovrai sposare: Il QUINTO HOKAGE.

Tutti i tuoi sforzi... non miravano a diventare più forte, ma soltanto a questo: ossia controllare il mostro dentro di te, e mostrarti mansueta, adatta al ruolo di genitrice.


Tu, per la Volontà del Fuoco, sei solo un passa-testimone, lo strumento del prossimo Hokage, il Jinchuuriki-femmina, un contenitore per figli maschi che deve solo obbedire.

Tu, Hinata, non sarai nessuno comunque. Poiché non hai libertà. Tu devi, semplicemente... aspettare. Aspettare in silenzio. Pregare il cielo che il prossimo Hokage, il Quinto, sia una donna...

Già... perché dopo aver sputato l'anima per diventare un ninja e compiacere tuo padre... per te non ci sarà mai ALCUNA MISSIONE. Non metterai mai piede, fuori dal Villaggio.

Perché tu sei una femmina di Kyuubi col Byakugan, che deve stare al sicuro e tramandare l'innata del clan Hyuga.

Cosa farai, Hinata-chan? Sottostarai alle regole e agli ordini, raggiunto il comodo traguardo di genin?... o ti ribellerai a tuo padre, e manterrai la Promessa fatta a Naruto, a costo di diventare feccia?








--------------------------------




































"Dannazione... Sul serio il Consiglio degli Anziani ha cercato di farmi diventare Hokage e farmi sposare una tredicenne..." - pensava ancora incredulo, il grande Jiraiya dei rospi.


"Dove stiamo andando, Ero-Sennin!?" - era ancora disinformato sulla prossima destinazione, Naruto Uzumaki.


"Meno male che mi è venuto in mente di proporre Tsunade... Sono un genio!" - si fece i complimenti da solo il vecchio eremita, scuotendo su e giù il capo.


"Andiamo a cercare un Hokage donna per la tua Hinata, stupido Naruto. Così non dovrà sposare ancora nessuno. E tu avrai il tempo di allenarti!"


...




















Perché il Sannin dei Rospi, era a un passo dal diventare il Quinto Hokage, colui che avrebbe sposato e controllato la femmina di Kyuubi, Hinata Hyuga.

Avrebbe potuto anche farlo... Per la gloria e per la pace, per proteggere il Villaggio della Foglia come egli desiderava. Perché mai, rifiutare di diventare un Hokage?

Semplice... perché, in realtà, il Grande Jiraiya non è un vecchio pervertito che sposa una tredicenne.

E perché, poi, il Maestro non avrebbe più potuto guardare in faccia l'Allievo che aveva deciso di prender con sé: il fallimento secondo tutti, Naruto Uzumaki.

Quel ragazzo che fingeva di amare un'altra e voler diventare Hokage per essere accettato, ma che in realtà sognava di diventare Hokage per poter sposare la sua principessa.

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Capitolo 5
*** FRATELLO E SORELLA?!?!? ***


FRATELLO E SORELLA?!?!?



Mi trema la mano... Che cos'è questa sensazione? Da dove deriva?
Cosa è? E' forse... il tuo sentimento per me?
Ma che sta succendendo? Il cuore mi batte forte, quando pensavo avesse smesso per sempre!...

Cosa è realmente Naruto per me? Un esempio? Un amico? Un fratello?
O forse tutto questo, e anche di più...

In verità... io ancora non lo so... ed è la cosa che più mi interessa sapere...

.....

"NO!... non mi importa NULLA, di CHI è veramente Naruto Uzumaki!

Egli è solo un passatemento... lo strumento adatto per stimolare Sasuke." - (cit. tratta dal Manga)



( l'altra Hinata, Tobi, i sentimenti di Hinata nelle profondità di Obito )





*****




Dall’inizio del secondo anno accademico, Naruto e Hinata si erano ritrovati in maniera apparentementcasualpeessercompagni di banco.

Ma nulla è lasciato al caso, nel mondo degli shinobi. Dal punto di vista dell'ordine didattico e pratico, qualcuno sarebbe pur dovuto finire stabilmente vicino al biondino, che l'anno prima fu continuamente spostato tra i posti a sedere alla stregua di una mela marcia, poiché finiva con litigare e avere problemi con tutti. Questo, in realtà, fino all'essere piazzato di fianco a Sasuke Uchiha, il quale sembrava impassibile e indifferente a qualsiasi cosa, persino a Naruto. Quindi, in teoria, continuare a tenere vicini l'Uzumaki e l'Uchiha sarebbe potuta anche essere una soluzione di comodo per non avere più grane, senonché l'obiettivo principale era quello di vedere dei miglioramente psicologici nella piccola Hinata, e forse anche caratteriali nel biondo. La cosa più apprezzabile, nella fattispecie, fu che il maestro Iruka voleva anche capire in via definitiva se la colpa di tutti i litigi di Naruto con i suoi compagni fossero da attribuire proprio ai bollenti spiriti dell'Uzumaki, oppure al fatto che ormai era trattato come uno zimbello e capro espiatorio da tutti. Persino i coetanei.

E dunque... se il ragazzo della volpe avesscreato dei problemi o dei turbamenti ancha una ragazzina così pacata e tranquilla come la Hyuga, sarebbvoluto dirchera Naruto il problema, e sarebbstato quasi di sicuro espulso dall’Accademia. Mentre d'altro canto, sHinata non fossun pochino uscita dal suo guscio avendo di fianco un bambino così estroverso e attivo comil biondino, sarebbvoluto dirchin effetti la fanciulla era ormai emotivamentirrecuperabile.

Fu così organizzata, al primo giorno del secondo anno scolastico, una finta estrazionper i posti di banco da parte dei docenti. E anchl’assegnazione a sedere di tutti gli altri allievi ninja era stata fatta passarper casuale, ma non lo era affatto! Amici o leali rivali in competiziontra loro si credettero finiti pepuro caso come vicini di banco. potevano esserci parecchi altri motivi ancora più complicati, per mettervicini o distanti quei ragazzini. Complicati comnel caso di Naruto Hinata.

I professori, ma in generale i superiori in grado, nei Villaggi shinobi avevano sempre tra i loro compiti quello di stimolare e mettere volutamente alla prova le emozioni e le reazioni dei loro sottoposti, fin da tenera età, e di trarne delle situazioni o informazioni utili alla loro crescita, sia come persone, ma soprattutto come futuri shinobi. Perché alla fine si sarebbero dovuti formare dei TEAM, di soggetti compatibili, idonei e ben affiatati, che sanno lavorare bene di squadra. E se questo era l'obiettivo, era normale che le relazioni affettive tra i ragazzi dovessero essere attentamente studiate, ricercate e messe persino alla prova.



(( Senonché... allattentvalutazioni di tutti era sfuggito qualcosa. E cioè che Naruto e Hinata si erano già avvicinati per i fatti loro verso la findell’anno precedente!! ))




(…..)




Naruto Hinata furono contentissimi di essere stati casualmente estratti come compagni di banco.

Pur parlandosi relativamentpoco in maniera non eccessivamentconfidenzialper non destarsospetti, alla finsi stavano aiutando tantissimo in silenzio. Lei, non sbagliava più spesso comprima, ma a volte capitava, e quando accedeva era malamentin maniera alquanto grottesca. Tuttavia nessuno osava criticarla o riderdi lei, perché era l’ereddegli Hyuga. Ma il buonismo degli adultii bisbigli la timorosa carità forzata dei compagni, la ragazza li comprendeva bene, e non facevano chferirla; più di quanto avrebbfatto un’aperta critica o una presa in giro a vocalta.

Lui però faceva una cosa diversa: le sorrideva sempre. Ed era tantissimo.

AnchNaruto sbagliava, in maniera ancor più ridicola tanto quanto prima, non capiva il perché. Il motivo... è chaveva seri problemi a controllarrisparmiaril proprio chakra, per via del demonchaveva dentro. Non era certo mancanza sua, ma un fatto oggettivo che gravava e lo costringeva indietro, e quasi tutti ignari ridevano di gusto, perché chiunqusapeva chcon lui si poteva farimpunemente.

Lei però faceva una cosa diversa: lo guardava con occhi diversi. Eera tantissimo anchquello.

In questo modo, senza dirniente, i duragazzini si davano assistenza, volontà e forza senza rendersenconto. Quel minimo indispensabilper non perirnella solitudine. Lui, quando era stanca dagli esercizi, era l’unico chle chiedesssavesssete. Lei invece, continuava a portargli da casa un pranzo chdi suo toccava appena.

A conti fatti, il maestro Iruka ci aveva azzeccato: aveva notato un netto miglioramento psicologico nei duragazzi, e anchnelle performance.
Ma erano pur sempre... le due metà di Kyuubi, che rischiavano di ritrovarsi. Persino il professore, l'unico docente che si era interessato di cuore e con solerzia al loro caso, era turbato, ipotizzava altro genere di conseguenze, teneva la guardia alta temendo che il Novecode potesse approfittarsene, generando in loro sentimenti falsi per tornare ad essere completo.

In generale, la linea guida dell'Hokage prevedeva che l’attaccamento tra Naruto e Hinata non dovesse divenireclusivo o morboso; in quel caso Iruka sarebbintervenuto. Ma non gli pareva di aver notato nientdi tutto questo. Anzi, i duragazzi stavano lentamentmigliorando i rapporti anchverso gli altri compagni di classe, quei pochi chgli davano confidenza. In pratica, i due adolescenti si erano sbloccati verso il mondo, nonostante il mondo fosscosì ostilverso di loro.

Il professor Iruka... sapeva purchla Hyuga portava sempril pranzo da casa all'Uzumaki, chentrambi andavano a mangiaral campo di allenamento nascosti e lontano da tutti (mica può sfuggiralla fin finuna roba comquesta!). La cosa, in principio, lo aveva decisamentpreoccupato. Ma spiandoli spesso, con più attenzione, aveva reputato il loro un comportamento nella norma, tanto più chil biondino non si avvicinava neppure troppo a lei, né osava sfiorarla nemmeno con un dito. Lo stesso dicasi per la corvina.
La realtà... 
è chNaruto covava in sé il terrordi esserscoperti, di far soffrirHinata facendola diventaril co-zimbello del villaggio. Hinata, invece, stava vivendo semprpiù
il suo primo amor
e, ma teneva per sé questcosavendo maturato un’incredibilpaura chil biondo la considerassormai, dopo tutto questo tempo, solo come la sorellina più piccola da proteggere. Aveva il terribiltimorchi suoi veri sentimenti sarebbero stati trattati con freddezza, di essere trattata con freddezza persino dalla persona che mai le aveva gelato il cuore.

Pensieri simili erano sicuramentpresenti anchper l’Uzumaki, cha comportarsi da fratello maggiorsi domandava sormai per lei non fosschquesto; a chiederldopo diversi mesi svolessdiventare la sua fidanzatina, aveva paura di farla scoppiara rideredi far ridere di sé persino la persona che non gli aveva mai inaridito il cuore.

Per assurdo, il contatto fisico di gran lunga più degno di nota chi due ragazzi (ormai innamorati?) ebbero, fu proprio quello al campo di allenamento la prima volta, quando Hinata gli era scoppiata a piangere affosso, e Naruto fu per la prima volta stretto e abbracciato da qualcuno.

Da lì, entrambi maturarono sì molta confidenza, ma anchun’incredibiltimidezza nel rischiare di startroppo vicini fisicamente. Giacché l'uno e l'altra, avevano solo il loro Legame, e si accontentavano di quello che finalmente gli concedeva il destino. Entrambi, temevano di eccedere, o di farqualcosa di sbagliato. Avevano paura. Paurta di rompere quella magia. Paura di non essercorrisposti nei loro veri sentimenti, e che niente sarebbe stato più come prima. Ormai avevano quasi dodici anni, ma in un mondo dove tenere 12 anni è come portarn15 altrove. E stavano in effetti vivendo un vero sentimento, corrisposto, un legamprofondo e complesso, che di acerbo aveva poco. E avevano il timore di perdere tutto questo. Il terrordi perdere la propria ancora di salvezza e di ripiombarnella solitudine.
 


*****








Risprofondare in un vasto mare di lacrime senza salvagente, dopo essere finalmente emersa a galla e credendo a torto di aver imparato a nuotare, sarebbe significato annegare.

Riabitare in un vasto deserto di rancore senza una bussola, avendo iniziato a gustare la vita e avendo troppo più appetito di prima, sarebbe significato di certo morire di fame.

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Capitolo 6
*** IO SARO' L'EROE DEL TUO LIBRO (...lo finirò per te!) ***


IO SARO' L'EROE DEL TUO LIBRO (...lo finirò per te!)



"Ahah... finalmente sono riuscito a prendertelo!"
 
"Restituiscimelo subito, Naruto!"
 
"Ma si può sapere di cosa parla? E' così interessante?"




*****




"La leggenda dei ninja coraggiosi." - di Jiraiya-sannin, lesse piano e lentamente Naruto, che da allegro era diventato improvvisamente triste. Infatti, dopo qualche secondo, aveva riconosciuto quel libro. Era quello che aveva con sé Hinata in quell'orribile giorno di tre anni prima, quello in cui la folla, inferocita, si stava per scagliare senza alcun motivo contro di loro, con l'evidente scopo di eliminarli.

Ma non era questo, ad abbattere maggiormente l'Uzumaki; c'era ben altro, di cui si vergognava moltissimo, e per cui sentiva il bisogno di chiedere immediatamente perdono.
Tuttavia... i secondi passavano. Il ragazzo, seduto come al solito all'ora di pranzo sul prato del campo dall'allenamento, aveva lo sguardo completamente perso.

"Che hai... Naruto?" - rimembrava lugubra, anche la corvina - "Ti ricordi tutto, vero?... I-io... Ecco perché non volevo fartelo vedere... Quando stiamo insieme... non deve esserci più alcuna Tristezza..."

"Hinata..." - si destò finalmente il biondino, rivolgendosi mestamente verso di lei - "...perchè, quella volta, mi hai salvato?" - le domandò incerto, senza guardarla bene negli occhi.
La corvina fu leggermente depistata, si sentì dire: "...perché mi hai protetto dicendo che sarei diventato Hokage?"
L'Uzumaki era serissimo, e facendo un angoscioso sforzo su sé stesso, ricordò: "Io quel giorno... volevo uccidere qualcuno. La prima persona che avrei incontrato. E così... ho minacciato di cavarti gli occhi. Dunque perché tu mi hai salv..."
Ma il ragazzo non poté finire nuovamente la frase, poiché Hinata gli sorrideva troppo dolcemente.

"Mmh, davvero?" - chiese lei con allegra e serena perplessità - "E quando sarebbe successo?"

Naruto trasalì; era esterrefatto. Ma chi era questa strana ragazza che lo guardava con fiducia a quel modo? Senza averlo mai visto come un mostro? Da che mondo veniva? Era reale?

"Hinata, io... mi fido di te. Ma anche tu... ti fidi ciecamente di me. Quella volta... non hai temuto nemmeno per istante..." - pensò lentamente Naruto, tra sé e sé, riuscendo a stento a trattenere le lacrime.

"I-io, di quel brutto giorno, ricordo..." - formulò pacatamente la corvina scavando nella memoria, mentre scartava il pacchettino del pranzo - "...io ricordo te che volevi restituirmi subito questo libro. Ricordo che poi l'hai tenuto t-tutto il tempo stretto, per riuscire a restituirmelo alla fine. E ricordo q-quanto ti dispiaceva quando l'hai perduto dalle mani, mentre ci portavano v-via..."
La corvina si fermò un attimo, era imbarazzatissima. Ma prima di diventare completamente rossa, riuscì a terminare il discorso: "I-io, anche quella volta... h-ho avuto c-come l'impressione che tu v-volessi proteggermi tutto il tempo. Io questo ricordo."

"Anche quella volta, come sempre... E' proprio vero, Hinata. E questo perché, ora ne sono certo, i-io..."

"Senti, Hinata, i-io... c'è una cosa troppo importante che vorrei dirti..." - accennò Naruto provando ad avvicinarsi goffamente, e sfiorandole in maniera del tutto accidentale, non pianificata, la mano. Ma la corvina la scostò subito di riflesso, e si ritrasse da quel contatto senza troppe storie, in maniera apparentemente brusca.

"Ma... perché!?... ma allora anche tu..." - valutò in un attimo di angoscia l'Uzumaki, di fronte all'apparente rifiuto.

"Naruto-kun..." - sibilò però piano pianissimo lei, in modo che potessero sentire solo loro - "...il professor Iruka, oggi ci sta controllando."

L'Uzumaki allora le sorrise, perché mentre lei si spiegò lo guardò di sfuggita, ma in maniera meravigliosa. La sua Hinata era di nuovo tutta rossa come un peperone, perché era stata appena sfiorata.


(.....)



Più tardi, i due ragazzi iniziarono a mangiare e restarono per un po' in silenzio senza dirsi molto. Naruto masticava tra voli pindarici, senza gustare troppo i sapori, e, contrariamente al solito, pareva alquanto spento e grigio. Gli venne in mente, in particolare, quanto invece fosse allegra e solare Hinata una volta, in compagnia della madre. Lui, invece, era il vero frustrato e introverso da sempre, che si spacciava duro e allegro per mera sopravvivenza. Forse... l'Uzumaki si chiedeva cosa ci facesse ora un SOLE, una ragazza così speciale e di nobile famiglia, lì di fianco a lui. Proprio lui, la feccia, il terribile ragazzo-sciagura di rango inferiore e senza alcuna qualità. E mentre rifletteva su tutto questo, e su come cambiare questo stato di cose del tipo "La Bella e la Bestia", strinse leggermente il libro di Hinata, che ancora teneva in affido e con cura in mano.

"Hokage... assolutamente... io..." - si ripromise nel profondo l'Uzumaki, mentre ingurgitava nervosamente cibo - 
"Così potrò dirtelo..." - si convinse che era l'unico modo per dichiararsi.

"Questo racconto, me lo leggeva sempre mia mamma... è molto importante per me..." - rivelò di sfuggita la Hyuga per distrarlo un po', credendo a ragione che il biondino stesse rimuginando.
"Di cosa parla? Chi è Jiraiya? Uno scrittore famoso? Dai dimmelo." - le domandò l'Uzumaki un po' a raffica, con vivo e ritrovato interesse.
"Eeh!?... chi è Jiraiya!? È uno dei tre sannin, sei proprio ignorante sai?" - scherzò la corvina, sfruttando una distrazione per sfilare di mano e recuperare gelosamente il romanzo - "I-io... E-ecco, vedi... n-non l'ho ancora finito... N-narra di un Eroe che grazie alla sua c-capacità di non arrendersi mai, porterà p-per sempre la pace nel m-mondo." - si dilungò coinvolta nella sua passione, e nel suo piccolo segreto su chi fosse il suo idolo, il suo autore di libri preferito. Il Grande Jiraiya.

Naruto era davvero incredulo, la sua Hinata era proprio una sognatrice, un po' stramba... Ma questo, a lui piaceva. Ora ad esempio, a raccontare dell'Eroe del Libro, la ragazzina tergiversava sui dettagli, balbettava ed era diventata di nuovo tutta scarlatta e timida senza alcun motivo desumibile.
"Ma come si chiama lui? Il protagonista? Come fai a sapere che porterà la pace, se non l'hai ancora finito?" - questionò in maniera arguta il biondino.
La Hyuga, si ammutolì. Imbarazzo d'amore totale. Il ragazzo la guardava, sempre più stranito. Non aveva idea, che il protagonista del Libro si chiamasse Naruto, e che dunque il libro parlasse di lui, che fosse proprio lui il suo Eroe, anche se la fanciulla stava cercando il modo per condividerlo, e di esprimere una sua certezza ben precisa.

"Beh, i-io..." - spiegò paonazza l'innamorata - "...è v-vero, non lo so. Ma proprio perchè lui non si arrende mai... ne sono certa. Porterà la Pace nel mondo ninja! Sono pronta a scommetterci tutto." - assicurò e si mise le manine in faccia Hinata, iniziando a fumare e ad evaporare bollente. Era come... se a suo modo si stesse confessando, ma nascondendolo, celando a tutti i costi il caso di omonimia. Infatti Naruto, l'Eroe amato, non capiva.

Eh sì... Hinata era decisamente strana, rifletté l'Uzumaki; però era davvero carina ed emozionata nel suo fantasticare, nel raccontare e stimare molto il personaggio del racconto, come se esistesse davvero.

Ma l'idillio della fabula, e della fresca ed emozionata recensione, sfumò all'improvviso come rugiada, a fronte di una sfortunata domanda di Naruto.

"Come mai non l'hai mai finito il libro, se è tanto bello?" - chiese il biondino, senza aver ponderato bene la domanda. E la Hyuga, cambiò colore. Tornò introversa. Pallida luna. Ci mise un bel po', a rispondere.
"I-io, n-non ci riesco... lo leggo s-sempre fin dove era riuscita ad arrivare la mamma, prima che..." - articolò con calma forzata la Hyuga. E Naruto, si sentì terribilmente in colpa, pessimo e idiota, perché sapeva bene che Hinata aveva perso la madre. Doveva immaginarlo, che era per quello!... Che stupido! E così, l'aveva ferita con la peggiore delle gaffe, ed era profondamente addolorato per lei.

"Hinata m-mi dispiace, i-io non..." - provò a dire l'Uzumaki. Ma la corvina lo tranquillizzò che era tutto a posto, in fondo era stata lei a tirare fuori il discorso in maniera voluta. Di certo, aveva proprio bisogno di sfogarsi con lui, con l'unica persona a cui sentiva di poter dire qualunque cosa gettando via la maschera della finzione.
"Lo so che è, s-sciocco..." - razionalizzò quindi la corvina - "...ma credo non riuscirò mai a finirlo. Se andassi avanti senza di lei... mi sembrerebbe di averla dimenticata, e di darle un dolore."

Calò per un po' il silenzio. Naruto guardava di tanto in tanto Hinata, che era sicuramente molto triste, anche se cercava in tutti i modi di non darlo a vedere.
"In fondo, è solo un libro..." - se ne uscì disilluso il ragazzo - "E' ovvio che andrà tutto bene, non c'è alcun bisogno che tu soffra tanto a finirlo." - commentò in maniera apparentemente idiota poi.

"Non c'è... alcun bisogno di soffrire. Già, che sciocca sono... certe cose succedono solo nei libri..." - rimuginò tristemente Hinata, fra sé e sé.

"Ed è per questo che te lo dimostrerò!" - dichiarò quindi l'Uzumaki, dopo essersi alzato improvvisamente di scatto. E rivolgendosi con entusiasmo verso la sua principessa, le promise:
"Non mi accontento affatto, del titolo Hokage! Io supererò il titolo di Hokage a qualunque costo! Ti dimostrerò che gli Eroi esistono per davvero! In questo modo... finirai il tuo libro senza doverlo leggere!!" 

La ragazza spalancò gli occhi sbigottita, dunque era questo che intendeva! Avrebbe finito lui il libro. Ne avrebbe scritto l'eroico finale.
Naruto... riusciva sempre a sorprenderla. Lei era sicuramente strana, ne era consapevole, ma anche lui tanto normale non era.

"Anzi, insieme..." - si corresse il biondino, sorridendo come il sole alla luna - "Se la vera pace esiste, noi saremo in grado di conquistarla. Non sono disposto ad arrendermi! Sei con me?" - proclamò infine, tendendole le mano per alzarsi e incamminarsi verso l'obiettivo, seriamente.

Hinata... lo ammirava come non mai. Ora ne era sicura: era lui, l'Eroe di quel libro; altrimenti non si spiegava proprio... come facesse a citarne i passaggi fondamentali!




*****







La vera pace è quella dell'anima. Staremo sempre insieme, non accetteremo mai di restare divisi.

Perché solo combattendo per stare insieme, possiamo mostrare qual è la vera Pace.
Solo combattendo per Amore, possiamo sconfiggere l'Odio che pervade questo mondo ninja.

Perché il mondo degli shinobi... E' un'infinita Spirale d'ODIO. E solo l'AMORE, può essere la risposta.

Non sacrificheremo l'Amore, per portare la Pace. Né ingnoreremo la Pace, per poter vivere un Amore.

Stare insieme e portare la Pace nel mondo, sono una cosa sola. Non ci arrenderemo mai. E' il nostro Nindo.











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Capitolo 7
*** IL BACIO MANCATO ***


IL BACIO MANCATO



Io lo sto ancora aspettando. Lo aspetterò per tutta la vita. Non mi darò pace finché non potrò viverlo.




*****




Era quasi al termine il secondo anno di Accademia, per le due giovani metà di Kurama, e gli ultimi giorni di scuola, vissuti con molta tristezza, sarebbero risultati ancora una volta decisivi.
Naruto e Hinata, avevano finito col parlare meno del solito. Ed entrambi non sapevano cosa pensare: aleggiava forse nell’aria il dispiacere di non vedersi a lungo, se non per puro caso per strada?... oppure eran infine diventati noiosi uno agli occhi dell’altro? A dirla tutta, stavano rifuggendo la paura di questa seconda ipotesi, nel timore che prima o poi sarebbe saltato fuori un discorso spiacevole da parte dell’altro.

Ma il penultimo giorno di lezione, seduti all
'ora di pranzo sul prato del vasto campo d'addestramento, di punto in bianco fu finalmente Hinata a tirare fuori un po’ di coraggio.

"Naruto... c-cosa ne pensi?" - si fece avanti lentamente la fanciulletta.
"Su cosa, Hinata?" - rispose subito scosso l’Uzumaki, che ormai, conoscendola, dal suo tono sommesso aveva compreso che il discorso verteva su qualcosa di molto importante.
"Del fatto... e-ecco... insomma... c-che... non ci vedremo per tanto tempo." -  balbettò tutta rossa la corvina, senza riuscire a guardarlo un minimo negli occhi.
"Eh!?... i-io... non... non saprei... Ma... perché me lo chiedi?" - vociferò cautamente il biondino, rigirando la domanda sulla difensiva.

La Hyuga, tenendo lo sguardo fisso per terra, proseguì: "Io... p-penso che... starò molto... m-male. Perché e-ecco... i-io... vedi... t-ti penso s-sempre... anche quando non ci sei... e se non ci sei, io... i-io... sto male... n-non vedo l’ora di rivederti... ca-capisci?" - concluse speranzosa l’innamorata, sempre con la testa leggermente china.

Naruto sorrise leggermente, provava lo stesso identico sentimento.


Ehi Hinata, lo vuoi sapere un segreto? - confidò Naruto avvicinandosi e cogliendo l'attenzione della ragazza, che rialzò gli occhi su di lui - "Sai... io avevo sempre pensato di diventare Hokage per restituirti questo sogno, e perché tutti alla fine ci accettassero uno alla volta. Ma ora che mi hai detto queste cose ho cambiato idea… voglio diventare Hokage per te, perché tutti accettino noi."

"N-noi due... assieme!?" - si chiese mentalmente la Hyuga, guardando in preda all’estasi l’Uzumaki. Intendeva questo!?


Se sarò l’Hokage tuo padre non potrà rifiutare, tutti dovranno accettarlo no? - codificò con amore Naruto. Rebus semplice. Hokage = Matrimonio impossibile che diventa possibile.

"A-accettare cosa?..." - Hinata ammutolì del tutto. Persino papà costretto ad accettare... loro due sposati? La corvina, sulle spine, non poteva dirsi ancora certa, ma il senso del romantico non detto, era quello al 99%.

"Ma lo sai... che nascondi proprio una bella fronte?" - fece notare dolcemente Naruto alla corvina, alzandole piano piano la frangetta con la mano - "Mi pensa sempre... Mi vien voglia di baciarla!"
E stupendo la paralizzata ragazza sull'orlo di uno svenimento, si avvicinò per farlo. Ma... non poté. Quell’1% di imprecisione si materializzò crudele, a sovvertire tutto.


"Ehi Ehi!! Guardate quei due che roba!!" - gridò a voce alta il primo di 3 rompi-uova nel paniere, terrorizzando a morte i due tranquilli e pacifici ragazzi.

"Ma... non sono mica la Hyuga e il rompicoglioni?" - osservò senza eccessivo stupore il secondo dei tre, incominciando a insultare e a importunarli.

"E che ti aspettavi!? Lo sanno tutti che quei due son fatti della stessa pasta! C’era solo da beccarli!" - sentenziò l'ultimo dei tre bulli dell'altra volta.

"Sì infatti!!" - si sfregò le mani il diabolico capo, divertito - "Adesso c
è solo da confermare le voci che già circolavano! Immagina come la prenderà il padre!!"


Hinata... era PIETRIFICATA. Erano proprio quei tre bulli di strada che per un fottuto gelato, l
avevano sottomessa nella dignità e nello spirito, facendola quasi sprofondare in un baratro senza ritorno.

Naruto, era furibondo. ANCORA LORO?!? Ma che cazzo volevano anche stavolta!? Che intenzioni avevano??
Hinata aveva il volto sconvolto e perso. Ma non la toccava tanto quello che stava subendo adesso, né quello che aveva patito in passato. Presagiva piuttosto il futuro, le sue conseguenze... l’idea del padre, e dell’ennesima umiliazione che avrebbe subito dalla casata cadetta. E lo scontato divieto di vedere l’Uzumaki, con la concreta possibilità di essere tenuta per sempre sotto controllo da Ko, e spostata in un’altra classe.

"E come la dovrà prendere il papi? La figlia è tale e quale a lui, mica poteva trovarsi tanto di meglio!" - osservarono i ragazzacci tra di loro, ridacchiando perfidi.

Naruto, si alzò nero da terra. Stavano iniziando a insulare Hinata esattamente come lui. Solo perché... stava con lui. Solo per quello. E così... la stava infettando della sua stessa reputazione?

"GIA'! UNA FALLITA NON PUO' CHE TROVARSI UN FALLITO!!" - fu la conferma, la sentenza, l'insulto a Hinata. A entrambi. La sintesi del loro legame secondo la gente, la maggioranza e il pensiero medio.


"TU!... RITIRA subito quello che hai detto!!" - minacciò di colpo Naruto piombando velocemente e a pochi centimetri dal tappetto che aveva dato della fallita a Hinata.

"Altrimenti cosa fai, futuro Hokage?" - questionò il presunto boss del branco - "Un Bushin no Jutsu dei tuoi come l'altra volta!?"

"Ahahahahahahahahahahahah!!" (gli altri due, ridendo di gusto)


“Ahiaaaaaaa!! Mi ha rotto i denti fratello!!” - gridò il piccoletto afferrato da Naruto, dopo aver ricevuto immediatamente una testata.

“Ammazziamolo!!” - grido il più grosso dei tre bulli gettandosi addosso all’Uzumaki, insieme all’altro che non aveva subito la capocciata. E in men che non si dica, il biondino ebbe la peggio in inferiorità numerica, e si ritrovò a terra riempito di colpi, a coprirsi passivamente, quantomeno il volto. Durò un bel pezzo... ma Naruto era ancora cosciente, a differenza dell'altra volta, e per tutto il tempo poté sentire con chiarezza Hinata urlare il suo nome in preda al panico. Soltanto alla fine, la ragazza smise di gridare, quando i tre violenti decisero di smettere. Giacché stanchi di caricare l'avversario. Unicamente per quello.


"Direi che ne ha prese abbastanza... non possiamo mica ammazzarlo sul serio.” - concluse dopo un po’, chi dei tre non aveva legami di parentela con gli altri due. Nel mentre, la Hyuga cercò di muoversi in direzione di Naruto, nonostante quei ragazzacci lo tenessero ancora in cerchio, decidendo sul da farsi.
.
"Hinata... non provare ad avvicinarti! Non ho ancora... finito." - dichiarò con un fil di voce Naruto, rialzandosi malamente in qualche modo. Ma alla fine era in piedi, anche se tutto livido e sanguinante, e due dei tre mascalzoni che lo avevano pestato furono parecchio sbigottiti, da questa sua tenacia. Forse... addirittura era affiorato in loro un minimo di senso di colpa. Ma il terzo, quello che aveva perso un paio di incisivi senza essere uscito indenne dalla rissa neanche stavolta, sentiva invece la rabbiosa necessità di vendicarsi, perché allora come ora, con quel debole e insulso biondino, in 1 contro 1 aveva avuto la peggio.

"E questa... che roba è!?" - interrogò lo sdentato dopo aver preso possesso del libro di Hinata, che la corvina aveva lasciato distante e del tutto incustodito per la concitazione.
"Lascialo subito... hai capito!?" - cercò di ordinare con ansia Naruto, nonostante non fosse certo nelle condizioni ideali per intimare qualcosa a qualcuno.
"E
' della tua cocca, vero?" - intuì astutamente l'altro. Ma d'altra parte la faccia dellUzumaki la diceva lunga; e a giudicare dalla sua immediata preoccupazione, doveva essere proprio un oggetto prezioso.
Il bullo, iniziò dunque a strapparne con foga e godimento le pagine. Iniziando dalla fine. Da quel finale mai letto. Per la Hyuga fu un silenzioso strazio, ma riuscì in qualche modo a mantenersi perfettamente calma per non peggiorare ulteriormente la situazione.

"Bastardo!!" - ringhiò però Naruto, riuscendo a rialzare la voce e scagliandosi in maniera scomposta verso l
'avversario. Hinata provò a urlare di fermarsi; era troppo, troppo malridotto... Non aveva alcuna possibilità di rifarsi per l'angheria subita, poiché quei ragazzi erano aspiranti ninja proprio come loro, più grandi di un anno e quasi genin, per giunta.
Naruto fu difatti atterrato di nuovo, celermente e dopo aver ricevuto un violento colpo allo stomaco. Dopodichè il senza-denti si avvicinò e gli strappò davanti il libro di Hinata, in troppe parti per poter essere più ricomposto, e glielo gettò in faccia.

"Una kunoichi non dovrebbe leggere..." - commentò con gran compiacimento - "...le vengono in testa strane idee, e comincia a pensare."


Ci fu un istante di quiete. Il ragazzo-sciagura, il biondastro che la sparava sul diventare Hokage, era stato gonfiato e umiliato a dovere, per cui gli altri due teppisti proposero allo sdentato di andare via, prima che fossero beccati da qualche professore.
"No aspetta!... Io non sono ancora soddisfatto...” - sbraitò però il piccoletto ritrovatosi con un paio di incisivi in meno - "...voglio cavare un occhio alla ragazza!"

Naruto... a quest’ultima frase spalancò i suoi, di occhi. Sentiva montare una furia mai provata prima, un potere indecifrabile. Le forze, gli stavano tornando, la Volpe fu quasi costretta a prestargli il suo chakra.

"F-fai pure quello che ti pare, dei miei occhi... m-ma ti prego... lascia in pace la persona che amo..." - supplicò a sorpresa Hinata con voce tombale, quasi d
'oltremondo, riuscendo a zittire tutti, persino il peggiore, per un attimo. Naruto... si sentì devastato. Hinata gli aveva dichiarato i suoi sentimenti nella peggiore delle situazioni, disposta persino a sacrificarsi.


"Ragazzi... che ci ha fatto lei? Stavolta abbiamo... esagerato..." - osservò lo spilungone del gruppo, l'unigenito, provando a far ragionare gli altri due in parentela. Ma lo sdentato di ragioni non voleva sentirne, e si mosse lentamente verso la Hyuga.
"Ora basta. Piantala con le stronzate! Lo sai che non puoi rovinarle il suo bel faccino!" - lo ammonì seccato il robusto fratello maggiore, afferrandolo per un braccio. Ma il minore si fece talmente vendicativo, oggi, che mutò ancora idea e volse lo sguardo verso Naruto, cambiando target. Tornando di nuovo sull
Uzumaki.
"Hai ragione, è una Hyuga, non posso..." - confermò rognoso, divincolandosi dalla presa - "...e poi devo cavarli a lui!" - proseguì - "Non gli occhi... un paio di denti soltanto! Giusto per essere alla pari, e rovinargli quel suo sorrisino mongoloide. Tanto è ORFANO e se ne starà di certo zitto, a nessuno importerà!" - concluse fuori di testa lo sciagurato, rivolgendosi verso il biondino, e avvicinandosi senza minimamente immaginare come questi gli stesse per saltare addosso, e che fine avrebbe fatto se Naruto avesse chiamato in causa Kurama, il cercoterio guardiano non solo suo, ma anche (soprattutto?) di Hinata.


"ORA DACCI UN TAGLIO, sei la peggior feccia mai vista!" - esclamò però, improvvisamente, da sopra il ramo di un albero e con decisione, un ragazzo fico e moro anche lui orfano, appena entrato in scena.

"E tu... che cazzo vuoi!? Altrimenti cosa fai mezza checca?? Scendi da lì invece di spiare, che ti faccio il culo!!" - rispose istigato il bamboccio bisognoso di protesi dentaria.

Il moro, semplicemente scese, saltando giù con eleganza, e aspettando la prima mossa. Il bullo, quella feccia per giunta ignorante, si scagliò subito senza riflettere contro il nuovo bersaglio.

"NO, aspetta fratello!! Ritiriamoci subito!! Quello è.....!!"


(.....)







"NON c’era bisogno che intervenissi!! Mi hai sentito Sasuke?!? Potevo farcela benissimo da solo!!" - sentenziò Naruto dopo essersi rimesso più o meno in piedi, squadrando con profonda irritazione colui che era intervenuto a dare una lezione, celerissima e in grande stile, a quei tre bulletti, che in meno di un minuto scarso si erano in fretta e furia dileguati, doloranti e con la coda fra le gambe.

"A me non pare proprio fossi messo granché bene, ultimo della classe." - rispose ironico il compagno di corso. Senza insultare, ma evidenziando un mero dato oggettivo.
"Quando la smetterai di fare il figo?!? Finché menavano me dovevi farti i cazzi tuoi!!" - urlò l
Uzumaki, muovendo istericamente le braccia, contrariato.
"INFATTI è andata così, idiota! Sono intervenuto solo alla fine quando han deciso di cavarle un occhio! Ma se vuoi coi tuoi denti rimedio... perdente!" - concluse Sasuke Uchiha.

"Per me?... può darsi anche..." - fotografò con pensiero istantaneo, la Hyuga - "Anche se a me pareva fossi sceso per Naruto, quando han detto... tanto è un orfano..."

"E’ questo che pensi di noi, stronzo? Che siamo dei falliti? Specie se stiamo insieme?... Di la verità, una volta tanto che parli!" - pretese a gran voce l'Uzumaki. La verità da lui, secondo Sasuke.

"B-basta... Naruto... p-per favore... anche t-tu, Sasuke-kun..." - implorò una voce sofferente, che aveva paura che il suo amore si ricacciasse subito in una nuova lite. Per giunta con un compagno di classe, un loro simile, una persona sola che aveva moltissimo a che spartire con loro. Un orfano. I due ragazzi soltanto così si calmarono, al supplichevole richiamo di Hinata, le diedero in qualche modo ascolto.


"Volevi farti bello ai suoi occhi, di la verità!" - sussurrò comunque Naruto all
Uchiha, tenendolo per una spalla e parlando all'orecchio in modo che potesse sentire solo il potenziale rivale.

L
Uchiha sibilò piano lo scambio strettamente personale di battute: "Ti sbagli di grosso. Sei proprio fuori in questo momento!" - rispose flebile ma piccato, constatando una certa irriconoscenza - "Ma anche fosse?... Vuoi sapere cosa penso? Lei è sola e disperata, e a differenza tua ha solo bisogno di qualcuno che le sia di esempio, per cambiare. E con me... anzi no... con chiunque altro... sarebbe più forte e al sicuro. Perdente. E ora mollami!”
E dicendo questo si liberò della stretta del biondo, e fece per andarsene.

"Sasuke, ascolta... Se puoi, di quello che è successo..." - provò a chiedere un'ultima volta l'Uzumaki, con tono spento e più umile di prima, quasi a scusarsi, prima che il ragazzo moro fosse troppo lontano.

"Io... non ho visto niente." - rassicurò l'Uchiha - "Non mi interessa nè confermare nè smentire, le chiacchiere che ci sono da qualche giorno su di voi. Non me ne frega niente. E secondo me anche quei tre si guarderanno bene dal raccontare come sono stati battuti da me, da uno solo più giovane. In ogni caso, se questa rissa salta fuori, non dipende da me." - e terminando così il discorso, si distanziò definitivamente da loro.

Piombò un terribile e lungo silenzio tra i due rimasti. Hinata guardava Naruto volto di spalle, che stringeva in mano alcune pagine del libro. Egli, fissandole, tremò come una foglia dalla rabbia.

"Q-quindi il protagonista... si chiama... Naruto?..." - lesse incredulo Naruto Uzumaki, non capacitandosi. Hinata chinò il capo scura, strinse amareggiata il pugno della mano destra, e strappò con tetra afflizione un paio di fili d
erba del loro prato sognante. Non era questo, il modo in cui Naruto doveva scoprirlo. Non così!

 
(( Dunque io... sarei l'Eroe del tuo libro!? Però... che cosa è cambiato da quella volta? Erano gli STESSI di quella volta. Che cazzo ho fatto finora!? ))


"Naruto... non importa del libro... i-io..." - provò a dire qualcosa Hinata.
"Figo quel Sasuke, piace a tutti vero?... da quand'è poi che siete così in confidenza?" - se ne saltò però fuori senza alcun nesso apparente l'altro. In frustrata gelosia.

"Ma... Naruto..." - la Hyuga non sapeva cosa rispondere di logico, perché a prima vista non v'era alcuna logica nel comportamento attuale dell'Uzumaki, né in quello che aveva avuto nei confronti di Sasuke, che non aveva nemmeno ringraziato. Era chiaro... che stava semplicemente male, e che non ce l'aveva con nessuno
, e dunque Hinata provò ad avvicinarsi al malconcio biondino per abbracciarlo, e fargli sentire la sua vicinanza.

Ma Naruto... ebbe come un maldestro scatto nervoso quando fu troppo vicina, e si distanziò di qualche passo da lei dandole sempre la schiena.

"Hinata... dammi retta, p-per favore. E' quasi ora di rientrare. Va' in classe, tu. I-io non posso seguirti così r-ridotto, o salterà fuori quello che è s-successo, e non è il caso." - formulò egli con voce rotta, cercando vanamente di mantenere un certo stoicismo. "N-non voglio, che tuo padre o il tuo Clan ti sgridino o peggio, a causa mia." - spiegò la motivazione di tutto il suo malessere.

La ragazza, iniziò a singhiozzare; si stavano veramente salutando a quel modo, il penultimo giorno di Accademia? Sapendo bene che non avrebbero avuto alcun modo di vedersi, fino alla ripresa delle lezioni?

Hinata... cercava a fatica anche lei di mantenere un certo auto-controllo, ma solo per non rompere la promessa di Naruto, che le aveva giurato non avrebbe mai più pianto senza motivo.

"Ci si vede in giro... se capita. Non vengo neanche domani." - stabilì l'Uzumaki, dando un profondissimo dolore a Hinata, ma spiegandole: "Non sarò certo a posto, sarebbe troppo rischioso... Facciamo finta sia l'ultimo giorno di scuola. Facciamo finta così. Fa dire a qualcuno che mi sono sentito molto male di stomaco. Ci crederanno, non ho mai fatto assenze quest'anno."

E si allontanò senza scapicollarsi, ma a grandi passi, facendo ben intuire che non voleva essere consolato, né tantomeno seguito nella maniera più assoluta.

Ma una volta che fu lontano e la corvina e non potè più vederlo, Naruto incominciò a correre disperatamente per le vie di Konoha, tra mille angoscianti dubbi, e un'unica certezza...





"Io... SONO DEBOLE. Perché non posso essere forte come lui!?... Io ti detesto... Sasuke. Ti detesto..."




*****








Per darti un bacio proprio lì in fronte io lotto. Con che coraggio potrò se fallisco?
Io... non avrei più la forza di sorriderti. Sarebbe la fine per noi.

Non voglio... che il nostro Amore venga crocifisso così...
Non voglio... renderti una reietta a causa mia.
Non voglio... che tu subisca il SIGILLO CROCIATO in mezzo alla fronte, appena sopra i tuoi Occhi.

Io... per darti senza alcun timore un bacio... per baciare la tua fronte spaziosa, io lotto.










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Capitolo 8
*** UNA AMARA DECISIONE ***


UNA AMARA DECISIONE



Essere Hokage per te. Superare qualsiasi ostacolo.

Non poterti tenere per mano... Ricominciare tutto da capo... Risprofondare nella paura e nella solitudine.
Fare ciò che credo giusto, senza degnarti di uno sguardo... Mentirti... Ferirti... Far passare anche a te tutto questo...

Fingendo che nella mia vita non esisti.




*****




Cos’era cambiato in quasi due anni? Nulla.

Al primo atto in cui aveva cercato di proteggerla sul serio, era stato un fallimento. Si trattò, tempo fa, in quello che fu come un inizio per loro, di difenderla proprio dagli stessi bulletti di questa volta.
E anche allora, le aveva prese di santa ragione di fronte a lei, perdendo conoscenza, ed era dovuto accorrere il suo protettore Ko, un adulto, a salvarla.
Quando si svegliò, era stato dopo un bel pezzo, senza neanche sapere cosa fosse accaduto nel mentre, e se Hinata fosse riuscita a fuggire e stesse bene, oppure no.
La rivide pochi giorni dopo alla cerimonia di apertura dell’Accademia, e pareva non le fosse capitato nulla.

Ma stavolta, a questo giro, era infinitamente peggio!... Perché non solo quei tre erano gli stessi, e quindi non era cambiato nulla da allora e non aveva fatto alcun progresso, ma addirittura non era neppure servito l'intervento di qualcuno più grande, bensì di un loro compagno di classe, un coetaneo. Proprio lui poi, Sasuke Uchiha, l'idolo delle ragazze. La persona che aveva marcato come rivale. In quattro e quattr'otto.

Era in debito con lui, adesso, e come se non bastasse l'aveva additato come un perdente davanti a lei. Se già non poteva vederlo, ora lo odiava. Si sentiva così inferiore...
Sasuke, invece, era il migliore, per questo doveva assolutamente superarlo. Perché l
'Hokage è il ninja più forte del villaggio, non può essere battuto!

Ma in realtà... che cosa aveva combinato in tutto questo tempo? Nulla.

Si era seduto, appagato, crogiolandosi nello star vicino alla persona che amava, senza badare al migliorarsi.
Come poteva, un giorno, essere in grado di proteggerla dai veri pericoli, se rimaneva sempre l'ultimo di tutti, un inetto che viene sempre rimandato e alla fine promosso per il rotto della cuffia?

E quel che è peggio, è che la cosa poteva valere pure per la sua Hinata. Come poteva migliorarsi ed essere un giorno rispettata dal suo Clan, se faceva troppo affidamento su di lui o chiunque altro?
Aveva sbagliato tutto, dicendo che l'avrebbe sempre protetta lui. Era stato un errore madornale.

Si era creata una situazione sbagliata, in cui entrambi si accontentavano dello stare insieme e di ciò che erano. Questo era bello, ma poteva andare bene altrove, in una realtà scevra da pericoli; non certo in un mondo ninja dove presto sarebbero stati fatti a pezzi per la loro debolezza. UCCISI. Questo sarebbe successo.
Un giorno... si sarebbero pentiti nel risultare così inermi essendo rimasti fin troppo uniti; uno dei due, avrebbe finito col piangere pieno di rimorsi la morte dell’altro.

Tali, e altri pensieri, eran sempre più presenti nella mente di Naruto nel corso delle vacanze, specie dopo la bella ramanzina di mezza estate del professor Iruka.
Già... perché alla fine la rissa era saltata fuori, anche se rimasta di dominio unicamente tra qualche professore, l’Hokage, e i protagonisti della vicenda.

Ma i combattimenti tra compagni non approvati dai superiori, NON sono in alcun modo consentiti in Accademia. Nella maniera più assoluta.

Trasgredire questa regola è cosa gravissima. Da FECCIA e teste calde.

Le due famiglie dei tre bulletti avevano richiesto formalmente che Naruto fosse cacciato dall’Accademia, in qualità di fomentatore della rissa. Come prevede il codice una volte accertate le responsabilità dell'accaduto. E l'Uzumaki sarebbe davvero stato espulso come colpevole della vicenda, se non fosse stato per la testimonianza di Sasuke Uchiha, che gettava una luce diversa sui fatti.
Rinfacciata quindi questa possibile versione alle due famiglie, alla fine tutte le parti in causa avevano trovato un accordo, quello di insabbiare la cosa senza alcun provvedimento, per non creare un caso che aveva del ridicolo e avrebbe suscitato seri dubbi sulla serietà e l'autorità dell’Accademia.

C’erano di mezzo molte grane. Da quella di Hiashi Hyuga che sarebbe venuto a conoscenza del rischio corso dalla figlia a causa di Naruto Uzumaki, a quella di tre ragazzacci che appena promossi genin e reputati idonei mentalmente e per le loro capacità, si erano comportati ignobilmente venendo poi battuti in breve e in superiorità numerica da una recluta sola e più giovane. Per finire, in ultimo, con le bizzarre trovate di un Hokage che, anche se sicuramente in buona fede, agisce un po’ di testa sua su come indirizzare le compagnie e le amicizie/rivalità dei giovani allievi shinobi, senza neppure chiedere l'approvazione delle rispettive famiglie. Tra l'altro il Sandaime sarebbe parso ancora una volta fin troppo benevolo, riguardo le sorti di quel mostruoso Kyuubi, e di questo in particolare avrebbe dovuto senz
'altro dare spiegazioni.

Perché... tutelare Naruto, un jinchuuriki? un pedone sacrificabile?... Quest’ultima cosa era senz’altro vera e gravosa, anche se tutto tranne che una colpa.

Insomma, non c’era tanto da scherzare. C’erano di mezzo l’onore di famiglie importanti e la reputazione dell’Hokage e dell’Accademia.
Da quella che superficialmente poteva sembrare una divertente barzelletta di poco conto, sarebbe potuto sul serio nascere un caso, qualcosa di molto vicino a uno scandalo.

Se tali manfrine fossero alla fin fine giunte all’orecchio del Daimyo, questi si sarebbe sicuramente chiesto come cazzo vengono spesi i suoi soldi al villaggio nascosto.....




(…..)




Il maestro Iruka, assieme ad altri, aveva avuto nel corso degli anni il compito di assistere Naruto Uzumaki presso il suo domicilio. A turnazione. Ma tutti, chi prima chi dopo, riuscirono a declinare una simile responsabilità.
Ormai era rimasto davvero soltanto lui, disposto ad occuparsi del caso-Volpe, ed ora era anche il suo professore, e forse l’unico, assieme all
Hokage, a cui il biondino dava un po’ retta.

Durante l’estate, ingannevolmente, seppur con buoni propositi, Iruka era riuscito, esagerando un po’, a fare un certo lavaggio del cervello a Naruto, convincendolo che se i recenti avvenimenti fossero saltati fuori, a farne le spese sarebbe stata più di tutti Hinata.
Anche lei, così come lui, sarebbe stata espulsa dall’Accademia, in quanto “causa” indiretta, volente o nolente, dell'accaduto. Ma soprattutto... sarebbe stata silurata per inettitudine, non riuscendo a far altro che restare ogni volta inerme anziché reagire, dove per 
reagire, in questo caso, si intendeva il cercare di avvisare immediatamente i professori.
E di conseguenza, non potendo mai più diventare un ninja, Hinata sarebbe stata ripudiata per sempre dal ruolo di legittima erede del clan Hyuga.

Quindi... non solo non era stato in grado di proteggerla, ma era stato proprio lui, a metterla maggiormente in pericolo!

Iruka, l'aveva infine ben circuito, e avvertito di non far parola di questi discorsi con nessuno, cosa che comunque il depresso Uzumaki aveva già stabilito.
Ma soprattutto... aveva convinto il ragazzino che dal terzo anno, tornare a starle troppo vicino, fosse deleterio per la crescita di entrambi, soprattutto quello della Hyuga, che a fare sempre troppo affidamento su di lui, non sarebbe mai stata riconosciuta, né sarebbe mai diventata un buon shinobi autonomo.

Il rischio... era quello di tenerla nell'ombra, di disonorarla, di iper-proteggerla, di non credere in lei. Quello che tutti gli altri han sempre fatto.

Ammettendo di averli spiati spesso, il maestro Iruka aveva detto a Naruto di capire bene quanto tenesse a quella ragazza, in che modo, e che avrebbe sempre mantenuto il segreto. Ma per il bene di Hinata, d'ora in poi, sarebbe stato il caso, secondo lui, di starle lontano. Quanto, starle lontano, non l'avrebbe deciso lui. Sarebbe stato a matura discrezione del biondino.

Si può dire che il sensei aveva messo giù la cosa come una “prova di maturità” per l’Uzumaki; un test che era convinto il suo allievo avrebbe ben superato.
Gli aveva fatto capire, in pratica, che si fidava di lui. Ma che se avesse fallito quella che di fatto era una “missione” a tempo indeterminato, o ben più grave avesse tentato di eludere o disertare, innanzitutto la Hyuga sarebbe stata spostata di classe, e nel peggiore dei casi altri provvedimenti di più pesante e irrimediabile entità sarebbero stati adottati per entrambi.


Un ninja... deve saper reprimere i propri sentimenti per il bene della missione e dell’intero Villaggio.
Un ninja non si deve chiedere, cosa sia giusto e cosa sia sbagliato.
Hinata doveva maturare e migliorarsi, aveva abilità potenzialmente utili alla Foglia per il bene di tutti, sempre che alla fine si fosse rivelata uno shinobi rispettabile che non fa esclusivo affidamento sugli altri.

Ora stava a Naruto, scegliere. Scegliere se voleva talmente bene a quella ragazza da volere il suo bene, ossia riuscire a badare a se stessa ed essere un giorno accettata dal suo Clan.
E decidere se lui, a sua volta, voleva davvero confermarsi un ninja e sperare mai di diventare Hokage. Hokage per lei.

Questa era la missione. Se davvero sognava il suo compimento, se non era un vile e un egoista, c’era una sola cosa da fare.




*****






Metto insieme le parole dette finora
e tutto quello che ho voluto fare è stato
semplicemente contemplare le mie sensazioni.

( Questo vento familiare
stava soffiando anche "quel giorno",
posso scavarlo nelle rovine di ieri. )

Ed ora, sorridendo, io ho potuto di nuovo vivere con te. YEAH!
Ma questa situazione... potrebbe infine crocifiggerti.
Ecco perché noi dobbiamo dirci Addio.

Da adesso, dobbiamo provare a conoscerci
di nuovo l'un l'altro fino in fondo;
e un giorno... ci renderemo conto di ciò che è stato.

La Tristezza fluirà via dalle nostre guance, diventerà
un fiume di lacrime. Una sensazione che si trasformerà
in un vortice, e ci fonderà in una cosa sola.


(Naruto Anime Opening no.5, "Seishun Kyousoukyoku")

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Capitolo 9
*** OBLIO DEI SENTIMENTI (Naruto lascia Hinata) ***


OBLIO DEI SENTIMENTI



Devo dimenticarti, e chiudere a chiave i miei veri sentimenti in un angolo remoto del mio cuore. Perché sicuramente, lontano da me, dimostrerai quanto vali.
E quando sarò Hokage, perché io diventerò Hokage, solo allora potrò ricordarmi di te, dei felici momenti passati insieme, e di quanto ti amo.
E ti dirò che tutto quello che ho fatto, faccio, e farò, è solo per te.


Avrò la forza di guardarti in faccia? Mi perdonerai? Mi amerai ancora?

Non lo so, probabilmente no. Sto male, è chiederti troppo. Ma so una cosa: che sono un debole. Che stando al mio fianco, ora come ora, rischi solo la vita.
E che d’ora in poi, per arrivare all’obiettivo, devo assolutamente far finta che nel mio cuore non esisti, che sei solo una delle tante persone che mi passano a fianco.


Non devo più pensare a te come la persona che amo, neanche per un momento, ma solo alla fine. Altrimenti non riuscirò più ad andare avanti. Se no sarà quella, la fine.

E quel giorno, il giorno che sarò Hokage per te, il giorno che potrò ricordami di te… mi getterò ai tuoi piedi disperato. Mi umilierò, ti darò soddisfazione, per questo giorno.
E anche se mi rifiuterai, anche se ormai avrai un altro al tuo fianco… se tu sei felice, io sarò comunque felice.


Perché diventerai forte e forse troverai qualcuno che ti merita e ti avrebbe protetto fin dall’inizio. E perché tutti, in ogni caso, sapranno che persino l’Hokage ha chiesto
in sposa Hinata Hyuga. E tutti ti rispetteranno, e ti riconosceranno ancor di più come la degna erede del tuo clan. E si limiteranno a burlarsi solo di me… come al solito.


Non posso morire prima di esser diventato Hokage, perché un Hokage accettato da tutti tranne dalla donna che ama, è proprio una bella barzelletta.

Amarmi… tornare ad amarmi, è chiederti troppo. Sperò solo che almeno, un giorno, mi crederai e mi capirai.  Capirai... l'incredibile ERRORE che sto per fare.




*****




"Come s-sarebbe, che per te non sono una ragazza?..." - chiese pian piano una fanciulla di quasi 12 anni, a colui che la stava rifiutando di netto la mattina del primo giorno di scuola.

Il terzo, nonché ultimo anno di Accademia ninja era appena cominciato, e i due aspiranti shinobi si erano varie volte intravisti per le vie di Konoha, durante le vacanze. Tuttavia... non avevano mai avuto modo di avvicinarsi e chiarirsi a seguito di quella rissa, perché Ko il protettore di lei si era reso conto di qualcosa, e assicurava sempre tra loro una certa distanza.
Per cui, a conti fatti, i due ragazzini non si erano alla fine mai dichiarati fidanzati, anche se lei, a ragione, si reputava indubbiamente la sua anima gemella, visto che praticamente si erano confessati, e dato che c'era mancato davvero poco, quel giorno, al campo d'allenamento, per quel bacio, quando furono interrotti brutalmente da quei tre guastafeste.

Hinata Hyuga... non si aspettava proprio quello che di così assurdo e doloroso stava uscendo dalla bocca di Naruto Uzumaki. Proprio qui poi, per beffarda ironia della sorte, al campo d'allenamento.
Sembrava tutto un terribile incubo. Abbandonata da lui nel luogo in cui si eran finalmente trovati, disillusa quindi sul loro Legame, ferita a morte ove pensava di aver curato le ferite del suo cuore.

Ma lui... non la stava piantando in asso al campo d'allenamento per prendersi infine gioco di lei. Lì era davvero l'unico luogo dove poteva parlarle liberamente.
E lui, per non essere nemmeno in grado di proteggerla e starle vicino, e per essere anzi lui il suo maggior pericolo ed ostacolo, la doveva lasciare andare...


"P-perché... p-perché non ti piaccio?... N-non sono più abbastanza, p-per te?..." - ebbe il coraggio di dire alquanto banalmente la corvina, dopo un bel po' di silenzio. Ma Naruto non rispondeva nulla. D'altronde aveva parlato solo lui fino a quel momento, elencandole con calma, ma abilmente e con fermezza, una sequela di piccole e gigantesche menzogne, non tutte propriamente piacevoli.

 
 
(( Naruto... non stare in silenzio così, t-ti prego. Se iniziassi a t-trattarmi con indifferenza anche tu, non potrei sopportarlo... ))


L'innamorata avrebbe guardato immobile il suolo in eterno, in attesa di una spiegazione convincente. Anzi, di una qualsivoglia risposta.
Ma tale delucidazione, nella mente dell'Uzumaki, non doveva ammettere più repliche, doveva allontanarla definitivamente da lui. Gli sfuggì quindi, terribilmente, di bocca:

"Tu... come ragazza... ecco... non fai per me... Come dire... sei troppo tristeinsicura, e anche un po' strana."


Hinata... si sentì crollare il mondo addosso. Fidandosi ciecamente del giudizio di chi aveva di fronte, assegnò la peggior sfumatura possibile agli aggettivi utilizzati dall'Uzumaki.

 

"Sono triste, una noiosa, una depressa che sa solo piangere..."

"...un'insicura, un'introversa, una remissiva che sa solo arrendersi..."

"...io sono una stramba, una stralunata, un'anormale che vive nel suo mondo di sogni."

"Io... non piacerò mai a nessuno... Ho tentato in tutti i modi di nasconderlo, ma... Anche Naruto alla fine si è accorto di come sono...
Non sono più nulla per lui, forse non lo sono mai stata, e mi da il ben servito con queste TRE PAROLE."


La Hyuga era in lacrime ormai da un minuto. Gemeva e teneva fissa le mani al volto, disperata. Non aveva nemmeno la forza di scappar via, ma avrebbe voluto scomparire.
 

(( Cazzo!! Ti ho fatto piangere... Merda!! Non doveva succedere questo!... Io non voglio mai, vederti piangere. Per questo io...
    Dannazione!!... non puoi... Se stai con me... Ti tratteranno da reietta come me, se stai con me... ))
 


"Na...Naruto-kun... ma s-se cambio... p-possiamo tornare insieme?" - aggiunse a un certo punto inaspettatamente la ragazzina, chiamandolo per la prima volta rispettosamente col suffisso.
Il biondo sembrò titubante, indeciso sul da farsi. Dapprima ammutolì del tutto, ci mise un bel po' a rispondere. Poi però, nel farlo, trovò il coraggio per essere cattivo.

"Hinata... ecco vedi... io non credo che... siamo mai stati insieme."

“..…” (dead silence)

"Io ti voglio un gran bene, ma come una sorella. Dico davvero. Per questo ti stavo per baciare in fronte, quel giorno. Mi hai frainteso, e anch’io ho frainteso te. Devi esserti illusa... tutto il tempo.
Scusami... non abbiamo più avuto modo di parlare... Forse è tutta colpa mia, ma ora è ovvio che... non proviamo le stesse cose... Io l'ho intuito fin dall'inizio, che ti piacevo, che volevi aiutarmi, ed anch'io volevo fare qualcosa per te. Volevo contraccambiare queste tue attenzioni. Eppure... alla fine non ho fatto nulla, anzi è come se ti avessi usato come una consolazione per non rimanere solo. Ma tu, non sei una consolazione, tu sei importante... tu sei... mia sorella. Per questo è meglio se non ci vediamo per un po', finché non avrai capito che per te sono un fratello... Io non voglio più, che tu soffra inutilmente..."

Hinata lo ascoltò in silenzio parola per parola, rifugiandosi in quel fin dall'inizio, e dando molto peso a quel alla fine non ho fatto nulla. C'era qualcosa che non quadrava, in tutto questo; il loro Legame non era qualcosa che poteva perdersi, l'Uzumaki di bene gliene voleva davvero. Poteva sentirlo chiaramente. Però era anche l'unica verità estrapolabile tra i veli della maledetta menzogna.

"Ma Naruto... c-che sciocchezze stai dicendo? Tua sorella?" - articolò la corvina, abbozzando una specie di triste e amaro sorriso, che aveva appena intuito ogni cosa.
"S-sei... un bugiardo. N-non credi a una parola, di quello che stai dicendo. E' una bugia." - affermò la ragazzina, guardandolo per un attimo dritto negli occhi, cosa che invece il biondo non aveva mai fatto.

"Invece... è la verità. Ti prego accettala... o non potremo essere amici." - replicò con assoluta decisione lui, volgendo finalmente la vista su di lei.

Lo sguardo di Naruto era impassibile, ma nelle sue parole la corvina intravedeva decisamente uno spiraglio di incertezza. Era troppo irreale il modo in cui la stava lasciando, si mostrava comunque amorevole e sinceramente preoccupato per lei. Fin troppo. Anche un bambino avrebbe capito che era tutta una farsa.


"Non ci credo... non voglio crederci... non può essere vero! Forse stai facendo... quello che ho dovuto fare io con mia sorella Hanabi..."
 

"Naruto-kun... ma cosa... è successo? Chi è stato?" - domandò la corvina, dopo essersi avvicinata piano piano a lui.
"Tu lo fai... p-per proteggermi. Ci vogliono separare un'altra volta, vero?" - indovinò quindi, abbracciandolo forte forte, come la prima volta. La disperazione della ragazza in questo caso vinse senza dubbio la sua timidezza, e nell'affermare la verità dei fatti Hinata poté sentire chiaramente come un brivido da parte di Naruto, che confermava i reali intenti del biondo. E sebbene l'Uzumaki non ricambiasse l'abbraccio di Hinata, non riuscì da principio a respingere con immediatezza l'unica persona che osava toccarlo a quel modo.

"Io non lo so, perché voglion sempre dividerci... Ma ti p-prego... non lasciarmi, p-per proteggermi." - sussurrò quindi dolcemente la corvina, appoggiando lateralmente la testa alla sua spalla, e aggiungendo:
"A me... non importa n-nulla, di cosa d-dicono di te. Non mi importa nulla, di c-cosa dicono di me. A me interessa s-solo... stare con te... essere apprezzata s-solo da te."

(( Essere appezzata... solo da me? Apprezzarci a vicenda!?... Ma come può accadere ciò, se restiamo deboli e verremo uccisi proprio per questo? ))


"Naruto, io non ce la f-faccio proprio, da sola..." - ammise la corvina, sfiorando la mano dell'Uzumaki con la sua.
"Ti prego... n-non dire più nulla, e andiamocene via. Fuggiamo insieme..." - lo tentò infine Hinata, implorandolo disperatamente. Naruto fu sul punto di sciogliersi.

(( Fuggire!? E dove?? Ci prenderebbero subito... Non sono nemmeno abbastanza veloce da poterti portare lontano da tutto questo... E poi, io... ))

 

"DACCI UN TAGLIO, HINATA!..." - esclamò bruscamente lui, dopo averla afferrata per le spalle ed essersi distaccato completamente da quella morsa.
 
(( ...io non voglio fuggire per averti nell'ombra, non voglio che fuggiamo!... Io voglio poterti amare alla luce del sole. ))
 

"Hinata, ma perché ti umili così!?..." - alzò quindi la voce Naruto, gesticolando il suo disappunto - "Davvero vorresti arrenderti, scappare, ed essere la mia ombra?... E' proprio questo, che non mi piace di te! Smettila... di fuggire la realtà!... E finiscila, di illuderti sui miei sentimenti. Ma perché cavolo non vuoi capire!? Io non ti ho mai visto come una ragazza da corteggiare. Neanche un momento."

La Hyuga... si incupì terribilmente. Naruto non s'era smosso di un millimetro. Forse era solo lei che gli stava rendendo la cosa più difficile.
Dunque... il Legame che credeva di aver trovato, stava tutto unicamente nella sua testa? Provò a balbettare, a rinfacciare qualcosa...

"M-ma tu, però... t-tu avevi detto... c-che volevi diventare Hokage... p-per me. Perché t-tutti accettassero noi. Ricordi? I-io pensavo v-volessi dire che mi vuoi sposa..."

"Non... ricordo." - la interruppe impietosamente l'Uzumaki.

“..…” (dead silence again)

"Cosa c'entra diventare Hokage, col sposarsi?... Davvero, non mi pare proprio. Se l’ho detto, perdon..." - ma il biondo non poté finire la frase che gli arrivò un sonoro ceffone.

"IO TI ODIO, Naruto-kun! P-perché... perché fai così?! E io che volevo dirlo e difenderlo davanti a tutti.- chiese e puntualizzò la piccola Hinata, che però si era subitissimamente pentita dello schiaffo e di quelle tre parole, ritrovandosi di nuovo in lacrime. E anche Naruto, a vederla ancora amaramente piangere, aveva perso stavolta ogni dote recitativa, e si stava intristendo notevolmente, fino a voltarsi per non far cadere in mille pezzi la finzione, e rendere così insensati gli sforzi fatti e la sofferenza arrecata a Hinata. Per cui, alla fine, riprese forzatamente.

"Dirlo!? SEI PAZZA! e... debole. Sei innamorata cotta di me e hai perso ogni controllo! Riesci a parlare solo con me, non provi mai a difendere te stessa! Mi chiedi aiuto-aiuto, e fai affidamento su di me come fossi una mia sottoposta... Io davvero non ti riconosco più!! Scommetto che troverai subito qualcun altro, con cui piangere... Ma ti sei dimenticata che chi fa il nostro mestiere deve tenere a bada i sentimenti e riuscire da solo? La mia fidanzata non può comportarsi in questo modo!!" - concluse Naruto, spezzando il cuore ad entrambi.


"Allora è vero! Non gli piaccio per nulla!... Sono sono un'illusa... Una sorellina piagnucolona, un fallimento anche come ragazza..."
 

"Dimmi... E' questo... c-che pensi di me? Che sono carta straccia... Che s-sono senza speranze, v-vero?”
"Io... non lo penso affatto, questo... non l'ho mai pensato." - precisò subito l’Uzumaki, ma senza trasporto.

"Sai cosa... forse io, per te..." - provò a dire Hinata - "...forse per te ero solo una spalla su cui piangere...un fazzoletto di carta che non serve più... Ma t-tu invece, per me... tu... non eri carta straccia su cui piangere. Non mi eri semplicemente di consolazione. T-tu... tu per me e-eri... l'Esempio da seguire." - gli confessò infine in pianto dirotto, sorprendendolo.

Dopo qualche secondo Naruto rispose a questa rivelazione di traverso: "Ah... dici che sono il tuo esempio? Allora... dimostralo sul serio, e fai come me. Non sei stanca di piangere? Di sembrare la protagonista di una tragedia? Cambia, un po'... conta sulle tue forze e fatti accettare da sola, e forse... un giorno ti vedrò come una ragazza magnifica, e non come la sorellina strana da difendere. Ti do una possibilità, per tornare insieme. Quando vuoi. Ma è l'ultima. Devi convincermi. Cambia e non mi cercare più finché non sei normale.”

"Ma p-perché... tu sei... n-normale?... t-tu sei cambiato, s-sei accettato?... t-tu... sì che sei forte eh??" - chiese tristemente la Hyuga, sempre più ferita, con una specie di ironia pungente che non aveva mai azzardato in vita sua.

"No. Appunto. Il mio sogno è essere Hokage ed essere accettato da tutti. E stando con te ho perso fin troppo tempo e son rimasto al punto di prima. Non essermi... più... d'intralcio."

"D'intralcio!? Dunque io per te sarei un intralcio??" - pretese conferma Hinata. L'Uzumaki non rispose nulla.
"...accettato da tutti... Da tutti sì, tranne che da me! Tu avevi detto... che non sarei più rimasta sola!... IO TI ODIO, Naruto-kun!... la tua parola non vale nulla! E c-chi la v-vuole, la tua possibilità!? Pensi forse... che ti verrò dietro per tutta la vita? Ma chi ti credi di essere?!? I-io... io cambio. Sarò forte. Ma per me. Chi ti cerca più!?"

"Lo spero... per te. Dico davvero, Hinata..." - rispose con voce leggermente affossata Naruto - "Comunque non è male come inizio, sai?" - si complimentò, toccandosi la guancia rossa schiaffeggiata - "E se questo ti rende forte, odiami. Fatti dei buoni amici e... abbi cura ti te. Ci si vede in classe. Cerchiamo di far finta di niente e di essere almeno buoni compagni e colleghi. Ciao, ci vediamo."


E il biondo si allontanò verso la classe, sentendo di non poter concludere meglio di così la sua messinscena. O forse, semplicemente, non sarebbe proprio riuscito a durare un minuto di più.




*****










"Hinata, sai una cosa?
Tu... all'inizio mi davi l'impressione di una persona strana, sempre timida e insicura..."




(...ma Naruto... queste sono le parole con cui mi hai lasciata...)
 

"Però alla fine ho scoperto... che sono queste le persone che mi piacciono. Quelle come te!"



(...no... sono le parole con cui hai ammesso che ti piacevo...)

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Capitolo 10
*** TERRORE D'ODIO ***


TERRORE D'ODIO



Da quando ti ho lasciata sola ho vissuto nel dubbio che non mi amassi più, nel terrore che anche tu mi odiassi.
Me l'hai detto in faccia, ne avevi il diritto.
Ma era davvero così? Qual era la prova?

Tutti ridevano di me, il "segno" da cogliere era semplice:
il giorno che ti avessi visto RIDERE DI ME, avrei realizzato che mi disprezzavi davvero.
 
Il giorno in cui avessi creduto che anche tu MI ODIASSI, si sarebbe spezzato in me qualcosa. La mia Forza sarebbe venuta meno.
E se restando debole avessi FALLITO, se non fossi più potuto diventare Hokage ed esserti di aiuto, avrei preso infine la mia ragione di vita.
 
Credendo di averti persa sul serio, SAREI ESPLOSO.

Da allora ho cercato di dimenticare tutto di noi, per non esplodere. Per non affrontare un simile dolore.
Ma in realtà, io pensavo sempre a te. A come proteggerti.
Io volevo solo... essere il tuo Esempio.



*****






ODIO.

L'unica cosa che rimbombava nella testa di Naruto, quella sera, nell'alienante buco di casa sua, erano tali testuali parole: "TI ODIO".

Quelle sei lettere, Hinata gliele aveva ripetute per ben due volte. L'aveva forse persa per sempre, e doveva dimenticarla.
Ma questa era un'eventualità che l'Uzumaki aveva messo in preventivo, un risvolto che aveva preso seriamente in considerazione.

Ora non gli rimaneva altro che essere il suo silenzioso strumento, e portare a termine la sua 
missione.


Essere Hokage per lei. Qualunque cosa questo sarebbe significato.






*****




 
Io non ti odio, ho capito tutto cosa credi?... Non sai recitare; hai veramente deciso di diventare Hokage per me.
Di proteggermi dal mio clan, che mi avrebbe ripudiata definitivamente. Di diventare talmente forte da proteggermi da ogni pericolo.
Non sai recitare... Allora sarò io a recitare per te, a sopportare il peso di questa finzione, e far finta di esserci cascata. 

Perché tu hai deciso di dimenticarmi per tornare un giorno da me, vero? Sono disperata... in realtà non ci sto capendo nulla, sai?
Io NON lo so, se stavi recitando o facevi sul serio. E forse mi illuderò tutta la vita che mi hai lasciato per finta, e non per davvero.

Ma la cosa che mi fa più orrore, è che mi sto rendendo conto solo ora di quanto ho esagerato. Mi sono lasciata prendere la mano.
La cosa più falsa e orribile, alla fine, te l'ho detta io.
 
Anche se ce l'ho con te per davvero, perché delle due... o mi hai abbandonata, o in buona fede ti sei fatto circuire e hai deciso per me.
In ogni caso... non ti sei fidato totalmente di me.
Però è anche vero che ci avrebbero derisi e ostacolato in ogni modo. Ci avrebbero forse costretti a fuggire, e ci avrebbero di certo trovati e separati.
E io so bene, che tu non vuoi fuggire. Forse... hai pensato che lo stare assieme, ora come ora, fosse la fuga?
 
Ma il fatto, è che per una volta siamo in disaccordo: se la fuga per te è stare insieme ora come ora, per me è l'essere indotti a stare lontani anche un solo momento.
Ed io davvero non so più cosa pensare, non so più cosa fare... non so più cos'è la cosa giusta. Se la fuga è stare insieme o stare lontani.
So solo che sto veramente iniziando a odiare questo mondo ninja, che distrugge l'amore e i sentimenti. Che ci fa ripiombare di nuovo nella solitudine.
 
E ho paura. Che tu abbia preso sul serio le mie parole e mi dimentichi per davvero. Anche come compagna ed amica.
Ho terrore che tu fossi sincero, che mi volevi veramente bene come una sorella. E tu la meriti davvero tanto, una sorella.
Forse... con le mie parole ho perso anche questo, e mi sto solo illudendo? Forse ora mi odi?
 
Tu mi vuoi bene, lo sento, e io ho proprio esagerato... Se già facevo fatica prima, ora... come farò a guardarti in faccia senza diventare rossa di vergogna?
Come farò a essere gentile con te? Senza farti pensare che sia tutta una finta, per poi fartela pagare quando meno te l'aspetti?

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