Polissena

di Cimotea
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Appena la vidi... ***
Capitolo 2: *** Decisioni ***
Capitolo 3: *** E allora aspettiamo... ***
Capitolo 4: *** Guastafeste! ***
Capitolo 5: *** Limbo ***



Capitolo 1
*** Appena la vidi... ***


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Una donna. Ah lei non era come le altre, no! Lei era la fanciulla più bella che avessi mai visto, sembrava una dea. Appena la vidi me ne innamorai.

Era snella e alta, e pareva fragile come se qualunque cosa potesse farle del male. Aveva la pelle candida come il latte, dolcemente avvolta in un peplo di seta azzurro cielo che risaltava tutta la sua figura. I capelli neri come la pece che le ricadevano lunghi sulle spalle.

Mi bastò uno sguardo per amarla. Se non l'avessi fatto probabilmente avrei avuto salva la vita, ma sapete com'è quando ci si mette l'Amore...

Da quel momento cambiò tutto. La notte non riuscivo a dormire sognando quella ragazza stupenda e irraggiungibile, passavo ore pensando a lei ed era impossibile per me scendere sul campo di guerra se solo pensavo che combattere contro chi mi stava davanti era come uccidere lei.

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Ok, so che come storia lascia un po' a desiderare ma proverò a migliorarla un po' nel prossimo capitolo.
Fatemi sapere solo se vale la pena continuarla, baci. -Cimote


PS. Ho aggiunto i disegni che avevo preparato per i capitoli, spero vi siano di gradimento ahahah

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Capitolo 2
*** Decisioni ***


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Quella giovane era la mia ossessione. Passavo giornate intere sotto le mura di Troia, nascosto dove mi era permesso per spiarla. Ogni volta che la vedevo era come morire, ma nel senso buono eh!
Non sapevo davvero che pesci prendere quindi feci la cosa che mi sembrò più semplice: lo dissi a Patroclo. Pensavo che tanto non potevo mentirgli e che l'avrebbe capito comunque. Gli dissi che mi ero innamorato di quella ragazza, della principessina e che ero completamente andato, non capivo più niente confuso come ero. Immaginai che si sarebbe arrabbiato, che mi avrebbe dato dello stupido, o che mi avrebbe capito e sostenuto, o che mi avrebbe aiutato. E sapete lui che fece?

Rise.

Io misi su il broncio davanti a lui, perché speravo nella sua comprensione o in qualunque altra cosa che non fosse derisione.

"Scusami piccolino, non volevo offenderti, ma sai.. è così buffo che il più grande degli eroi si senta così debole dinnanzi all'Amore" spiegò.

Allora chiesi ancora cosa avrei dovuto fare. Lui ancora una volta ridacchiò vedendomi nel pallone, ma poi mi rispose con parole che non dimenticai mai “Achille, ascoltami bene -mi disse- Non è importante che io approvi quello che senti. Non conta quello che diranno gli altri, perchè l'amore che stai provando è solo tuo e nessuno all'infuori di te potrà mai capirlo. I sentimenti sono una cosa del tutto umana e che ti piaccia o no, anche tu sei umano. Se ami davvero quella donna non devi nasconderlo, capito? Non metterti in condizione di dover poi rimpiangere la tua scelta. E poi sei in grande Achille, no? Di che hai paura? Fatti avanti e parlale domani... anzi oggi stesso!"
Allora anch'io feci una cosa strana: piansi. Perchè Patroclo era davvero tutto per me, padre, madre, fratello e amico, sempre dalla mia parte, ma 
proprio sempre! Anche quando evidentemente sbagliavo e tutti mi davano contro lui è sempre stato con me, pronto a ripetermi che bastava che credessi in quello che facevo perché non sbagliassi mai.
 

Quando incontrai Polissena quella sera avevo paura, e lui fu con me anche in quel momento.

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Nuovo capitolo. Non succede praticamente niente tra Achille e Polissena, e ho aggiunto Patroclo perchè è un personaggio a cui sono molto affezionata e credo sia fondamentale nella vita dell'eroe greco. Achille è chiamato "piccolino" perchè lui è davvero più piccolo di Patroclo!
Spero che la storia vi sia piaciuta... n
on ho niente da dire quindi baci -Cimote


PS. Ho aggiunto i disegni che avevo preparato per i capitoli, spero vi siano di gradimento ahahah

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Capitolo 3
*** E allora aspettiamo... ***


Dieci minuti. Erano passati dieci minuti da che Patroclo era andato da Polissena.

Voi vi chiedete perchè non ci fossi andato io, e io vi dico che è perché se mi fossi trovato solo con lei sareri morto dall'imbarazzo. Per dieci minuti avevo guardato quello stupido paesaggio della Troade... va bene, chiamarlo stupido non mi sembra corretto: c'era la luna, piena e candidamente luminosa nel cielo denso e scuro come l'oblio e il mare era uno specchio d'argento nella quale giocavano i riflessi splendenti delle stelle, ma io ero nervoso e pensai che tutto fosse semplicemente stupido.
Ero immerso nella contemplezione di una pietra pensando che forse mandare Patroclo da solo in città nemica non era stata esattamente una scelta saggia, quando dei passi mi riportarono alla realtà. Era un servo che mi stava "gentilmente invitando" a seguirlo lungo un passaggio stretto e lungo. Non sapevo che fare quindi mi limitai a eseguire quanto mi chiedeva....
Alla fine del corridoio mi trovai in un giardino che lì per lì reputai davvero stupido. 

Guardai intorno senza avere la più pallida idea di che guaio avessi combinato... solo, in città nemica anch'io, senza armi e senza Patroclo. Più tardi scoprii che non era successo davvero niente di male, e con infinita gioia ritrovai il mio Patroclo seduto ai piedi di un oleandro in fiore, proprio di fronte al principe e la più piccola delle sue sorelle. Avrei dovuto capire che qualcosa non andava dall'espressione tesa del mio migliore amico e se non fosse stato per l'intromissione di Ettore avrei prestato più attenzione a quanto Patroclo cercava di comunicarmi.
Comunque... accadde che il gran condottiero dell'esercito si alzò appena mi vide e mi venne incontro con un gran sorriso e porgendomi la mano "Salve Achille!"
Due parole per accendere l'odio. Si stava beffando di me, tutto lo diceva in lui: il suo sorriso, il tono in cui mi aveva parlato, il suo sguardo... Ma decisi che per amore avrei sopportato questo e altro (povero me!)
Ricambiai il saluto deciso a chiudere la conversazione e per fortuna anche il più grade tra i Troiani sembrava voler mettere fine al più presto a quella situazione, prese Patroclo per il braccio e si allontanò con lui sorridendo. Patroclo era nervoso. Polissena era bellissima. Io ero solo con lei...


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Terzo capitolo scritto durante una lezione di matematica, quindi se fa schifo è tutta colpa del professore che mi distraeva mentre scrivevo u.u
Spero che vi piaccia, baci -Cimote

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Capitolo 4
*** Guastafeste! ***


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In un istante i suoi occhi mi catturarono, verdi come smeraldi. Mi sentii sperduto.
Lei mi sorrise, lei che era la donna più bella che avessi mai visto al mondo e ve lo dice che di donne ne ha viste tante tante ma proprio tante!
"Salve figlio di Peleo" disse ad un tratto. OH DEI! Che voce aveva! Più dolce del canto degli usignoli, più melodiosa del suono della cetra dorata d'Apollo! Quanto a me... diventai rosso porpora tanto ero emozionato, praticamente ero in apnea e cercai a mia volta di sorriderle. Il risultato? Una faccia da stupido che la fece scoppiare a ridere 
COME SONO STUPIDO! 
pensai Che qualcuno mi seppellisca in questo istante! 
"Sapete Achille -continuò lei guardandomi divertita- non siete affatto come vi immaginavo"
"Chesignifica?" mi limitai a chiederle tutto d'un fiato. Tremavo per la miseria! Ma soprattutto avevo smesso di respirare ed in quelle condizioni mi era davvero difficile ricordare che dovevo inspirare ed espirare ogni tanto. Quindi non mi accorsi nemmeno che ero leggermente avvampato. Io no, ma Polissena si e infatti si affrettò a dirmi sempre sorridendo
"Oh no, non preoccupatevi! Intendevo dire che siete meglio di quel che immaginassi. La principessa Elena ci racconta spesso di voi Greci e una volta ci ha parlato persino di voi. Ma credevo che l'elogio a tanta bellezza fosse solo un'esagerazione..."
 
Se non fosse stato per la mia educazione principesca e per il fatto che ci tenessi davvero tanto a fare buona impressione su Polissena sarei sicuramente saltato per la gioia iniziando a dare di matto come succede ogni volta che... che... beh ogni volta.

"Vi ringrazio principessa. E' per me un'immensa gioia sentire queste parole, e lo è ancor di più se siete voi a rivolgermele. Se mi è concesso anche voi siete stupenda, la donna che ogni uomo sogna di avere al suo fianco. Con tutto rispetto vi trovo persino più avvenente della dea Afrodite."
"Paragonarmi alla nostra amata dea mi pare eccessivo!"
 rise e mi sentii ancora una volta stupido "Tuttavia siete il primo a dirmelo... grazie...."
Quel che accade dopo fu un sogno ad occhi aperti. Quando le sue labbra si posarono come petali di rosa sulle mie pensai che mi sarebbe piaciuto morire in quell'istante perennemente perso in quel bacio proibito....

"POLISSENA! RIENTRA DAI! NOSTRO PADRE CI ATTENDE!"
Ettore maledetto cane! Non sapeva davvero fare altro che distruggere la mia vita... beh io gli feci di peggio ma è solo un dettaglio. Nel frattempo Patroclo era spuntato da non so dove e chiedeva terrorizzato di tornare al campo.
"Scusami Achille, non volevo lasciarti a questo modo. Tornerai?"
 Non aspettavo altro!


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Ettore deve rovinare sempre tutto, ormai è deciso così. Tornando a noi, spero che vi sia piaciuto questo nuovo capitolo. Un grazie enorme a sophie97 per tutto quello che fa e un grazie a chi segue questa mia storia.
Che poi se non piace a nessuno... non so nemmeno perchè la scrivo

PS. Ho aggiunto i disegni che avevo preparato per i capitoli, spero vi siano di gradimento ahahah

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Capitolo 5
*** Limbo ***


Vivevo tranquillamente in un limbo piacevole. Tra la guerra e la morte ero l'unico che aveva trovato la pace, e mi sentivo bene. Avevo smesso di combattere da un po' di tempo, voi posteri lo sapete bene. Non ero pentito, non ero infelice. Ero tranquillo.

Passavo le mie giornate in spiaggia, in tenda o nel bosco con Patroclo che non mi abbandonava mai, se non la sera quando sgattaiolavo via dal campo per correre da lei. Non so bene perché, ma appunto Patroclo si era rifiutato di accompagnarmi a Troia dopo il mio secondo incontro con Ettore. Io avevo tremendamente bisogno della sua presenza accanto a me.. io lo amavo e forse è proprio per quest'amore che accettai la sua decisione.

Tornando a noi... dunque si, andavo ogni sera da Polissena. Ci incontravamo sempre nello stesso giardino e parlavamo per tutto il tempo di tutto e di niente. Io le raccontai tutto di me, ogni singolo particolare perché capisse che mi fidavo ciecamente di lei. E lei mi ascoltava assorta, ogni tanto mi parlava dei suoi fratelli ormai poco più che cenere... per colpa mia, già. Ero io il loro assassino, il SUO assassino, l'uomo che le aveva rubato l'anima portando quella dei suoi familiari nel Tartaro. Non erano momenti allegri quelli, cercavamo entrambi di evitarli.

Quando però anche quei ricordi tornavano, lei me li raccontava, apriva il suo dolore a me e iniziava a piangere. E io che ero causa di quel dolore la abbracciavo teneramente perché non si sentisse mai sola. Forse speravo di sostituire le vittime per sentirmi in pace con la mia coscienza...

Dopo un paio di ore dovevo prender congedo e abbandonare l'oleandro che mi stava accanto durante quei magici minuti da sogno. Lei mi salutava sempre con un bacio. Dolci e caldi baci che mi toglievano il fiato e mi lasciavano confuso. Di donne ne avevo avute a bizzeffe nella vita, ma allora sembrava le avessi dimenticate tutte: Polissena era l'unico e solo battito del mio cuore. Ahahah ero messo molto male!


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Scusatemi per il capitolo un po' idiota, ma in questo periodo tra compiti e interrogazioni sto avendo pochissimo tempo. Il prossimo andrà meglio, promesso!
Ringrazio Sophie97 e Sick per le recensioni e un grazie a chiunque legga le mie storie.

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