What do you think i'm stupid?

di giulia971
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** London here i'm..!!! ***
Capitolo 3: *** Well..well..well!! ***
Capitolo 4: *** Fuck you..! Whit love. :D ***
Capitolo 5: *** An unexpected meeting..! ***
Capitolo 6: *** AC\DC ***
Capitolo 7: *** Breakfast.. ***
Capitolo 8: *** A fucking diner ***
Capitolo 9: *** London in the night ***
Capitolo 10: *** The Red Dress ***
Capitolo 11: *** A fantastic day.. ***
Capitolo 12: *** PIZZAAAAA.... ***
Capitolo 13: *** Ilness ***
Capitolo 14: *** Dream ***
Capitolo 15: *** Disco.. ***
Capitolo 16: *** Love & Regrets ***
Capitolo 17: *** Flowers ***
Capitolo 18: *** Cars... ***
Capitolo 19: *** Daniel ***
Capitolo 20: *** I Love You ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Ehy ragazze questa e' la mia prima fan fiction.. L'inizio puo' sembrare palloso pero' dopo e' MOLTO più' interessante soprattutto dopo il 2 buona lettura.. ;D
Era già tardi e io non ero ancora pronta il pulman passava tra meno di 5 minuti, mia sorella era già uscita da un pezzo e io dovevo ancora vestirmi.
 
Corsi in camera mia, mi misi dei jeans neri una maglia blu e le mie all-stars grige e scesi correndo le scale. 
 
Mia madre aveva già iniziato a sbraitare e a urlarmi contro " sei sempre la solita Giulia sempre in bagno per ore", l'ignorai, presi la borsa le cuffie il telefono e mi catapultai fuori dalla porta, ero in ritardo, fin troppo in ritardo e se anche oggi avessi perso il pulman mia madre, molto probabilmente, mi avrebbe cacciato di casa, così incominciai a camminare un tantino più veloce del solito(avrei fatto un baffo a Alex Schwazer con la mia lunga falcata).
 
Per fortuna il pulman non era ancora arrivato, ed ebbi il tempo per accendere il mio ipod e ascoltare la musica, ma aspetta, l'ipod era a riposare sulla scrivania di camera mia, cacchio l'avevo dimenticato a casa. Ok calma c'è sempre il fedele cellulare che contiene più musica dell'ipod. 
 
Neanche il tempo di infilare le cuffie nel telefono che eccolo li, sbuccare dietro l'angolo, il pulman, quel bellissimo pulman che tutti i giorni mi portava nella galera personale di tutti gli adolescenti, la scuola.
Finalmente il tragitto che distanziava casa mia dalla scuola era breve ma comunque snervante, i miei MITICi Queen mi avevano accompagnato per il tragitto e anche caricato per sopportare 5 ore di disgrazia mattutina.
 
Mi diressi verso le scale principali della mia scuola e intravidi 3 figure, parlavano animatamente di qualcosa o meglio dire qualcuno e continuavano a sbraitare e a controllare l'orologio digitale del telefono. Erano così concentrate a parlare dei One Direction, un gruppo di ragazzi più o meno della nostra età che da ormai 2 anni si dilettava nel canto, che non si accorsero di me. Io, sinceramente, non avevo neanche provato ad ascoltarli un po' per ribrezzo e un po' per paura che nel caso mi fossero piaciuti, anche solo un decimo in base alla media, le ragazze mi avrebbero assillato.
 Appena si accorsero di me tirarono un sospiro di solievo e mi sorrisero, non tutte però, Rosa era lì che mi fissava con aria da rimprovero e mi disse " Beh, la solita ritardataria ma che novità.
 La prossima volta non ti aspettiamo". 
La guardai e gli dissi " E va bene scusate se madre natura mi ha fatto bella e la mattina mi incanto davanti allo specchio!" 
Rosa mi guardo attese un secondo prima di scoppiarmi a ridere in faccia, seguita da Penny e da Sofia (loro tre erano le mie migliori amiche) e me. Sofia la prima a riprendersi dall'euforia generale ci intimo a entrare con una finissima esclamazione " Forza ragazze dai facili costumi portate quel magnifico culetto dentro la porta della classe". Stupite da quell'esclamazione mai sentita uscire dalla sua bocca la rimproverai " Ehy, mi hai rubato la battuta".
 
 Ci avviammo in classe, ci sedemmo e neanche il tempo di chiedere l'ora che la professoressa era già entrata e subito pronta a fare lezione.
 
1° Latino: prima ora di torture cinesi
 
2° Greco: seconda ora di calci nel sedere
Ricreazione 
 
3° Italiano: presa per il culo da parte del professore che ti crede una piccola ignorantella (anche se sei all'ultimo anno di liceo)
 
4° Epica : una delle mie materie preferite 
 
5° INGLESE: paradiso in cielo. Amavo questa materia più di me stessa.
 
Uscita, informai le ragazze che il mio pulman oggi non sarebbe passato con una eclatante esclamazione " e che cazzo anche oggi NO!!". 
 
Mi sarei dovuta fare 5 km a piedi per tornare a casa, cavolo una cavolo di bici me la potevo anche comprare eh!! Ero l'unica, infatti, Rosa Sofia e Penny erano dotate di bici con cestini e tanto di porta pacchi posteriore.
Allora siccome il loro amore per me(?) era immenso Sofia disse "Da tesoro caro salta nel porta pacchi che ti do uno strappo a casa". Con un sorriso a 32 denti gli stampai una bacio sulla guancia e mi sedetti dietro, e con un "grazie mille tesoro caro" ci avviammo, con tanto di scorta (Rosa e Penny), verso casa mia.
 
Arrivati a destinazione notai una macchina sconosciuta fuori di casa mia, anche le ragazze se ne accorsero e mi domandarono " Ehy Giù, ma di chi è quella macchina..!??"
 "A boh vorrei saperlo anche io". 
 
Sofia che aveva appena letto un messaggio improvvisamente era euforica e aveva fretta ci salutò di fretta e se ne andò pedalando a tutta velocità. 
Non mi preocupai più di tanto insomma era sempre stata un pò troppo imprevedibile ed era anche per quello che le volevo così bene
ma per il momento mi preoccupava di più la macchina familiare parcheggiata nel vialetto. 
Salutai Rosa che mi disse" mi raccomando fammi sapere se non riesci a capire qualcosa di matematica" 
io con una piccola risatina di rimprovero gli risposi "Ehy bellezza, stai forse dubitando delle mie capacità intellettuali??" 
Rosa che trateneva una risata mi rispose "Mai mon amour" e la salutai. 
Mi avviai verso la porta quando sentì delle chiacchiere e dei gridolini di felicità provenire dal salotto.
 Era mia madre, ne ero certa, e stava discutendo con qualcuno ma con chi!?

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Capitolo 2
*** London here i'm..!!! ***


Girai la maniglia della porta di casa e davanti a me apparse una figura distinta che mi pareva di conoscere. Pensandoci meglio la conoscevo eccome, era la mia preside. La MIA  preside. A casa MIA. Cosa diamine ci faceva?? Mi avvicinai per salutare mia madre e la nuova ospite.
“ciao ma… buona sera signora del fiore, come mai ci delizia con la sua presenza?”
Il di mia madre sparì e mi fulminò con  lo sguardo, in segno di disapprovazione, ma io continuai a sorridere e ad attendere una risposta esaustiva.
La preside mi guardo si stampò un orripilante ghigno nella bocca e mi rispose:
 “ Beh Giulia, sono venuta qui per informarti della possibilità di una borsa di studio per poter andare all’università a Londra, dato che tu e le tue amiche siete delle brave ragazze sia a scuola che nella vita, o almeno suppongo, sarei molto contenta se tu accettassi questa borsa di studio”.
La mia mascella cadde a terra, seguita subito dalle mie gambe e le mie braccia… mi stavo sciogliendo…!!
O MIO DIO
Io, le mie amiche, avremmo avuto la possibilità di andare a Londra assieme, per studiare, ma chissenè ci sarei andata correndo anche se avessi dovuto raccogliere spazzatura per i quartieri malfamati di Londra.
La preside sorrise e continuò:
 “ Naturalmente dovrai condividere l’appartamento con le tue amiche, nel caso tu accettassi la proposta” e si rimise a ridere.
Io la guardai confusa, e gli risposi:
“ E secondo lei se ho la possibilità di andare a Londra me ne frega qualcosa delle mie coinquiline?”
Mia madre trattenne a stento un risolino isterico, e io mi misi a saltare per tutta la casa saltando dalla felicità, e mia madre si metteva d’accordo con la mia preside per eventuali ritorni per le spese ecc…
Quando a un certo punto mi squillo il cellulare, mi trattenni 2 secondi dal saltare e urlare come un’assatanata e risposi: “ pronto?” “ O mio dio Giù andremmo all’università assieme, tutte assieme, ci puoi credere??. O MIO DIO!!!!” .
A quel punto non trattenni più le lacrime che mi solcarono il viso, e ricominciai a saltare a urlare insieme a Sofia. A un certo punto sentì suonare il telefono di casa, e saltellando come una bambina di 2 anni andai a rispondere: “pronto..?” ed ecco l’ennesimo attacco di isteria, erano Rosa e Penny ch mi chiamavano da casa di Rosa dove avevano pranzato assieme. Mi sfondarono il timpano con le loro urla: “ O MIO DIO Giù ma tu ci credi noi  4 a Londra all’università..!! O mio dio non ci credo”.
Dopo un’ora arrivarono a casa mia e rincominciammo a saltare, urlare, ad abbracciarci, a cantare e mangiare niente dopo quella notizia poteva scombussolarci.
Beh naturalmente niente, tranne il fatto che dovevamo ancora diplomarci. :D
 
Il tempo passava, e la notizia si sparse per tutta la scuola, le persone che ci incontravano o si congratulavano con noi della grande opportunità oppure ci passavano affianco gelosi marci per appunto la nostra GRANDE opportunità.
 
Guardammo le varie case in affitto a Londra per cogliere le varie “occasioni d’oro”, come le chiamavano le agenzie, e dopo un mese riuscimmo a trovare una casa perfetta per noi. Era a pochi km dal centro,era ben servita, carina confortevole e soprattutto grande o almeno abbastanza grande per viverci in 4.
 
Il 12 luglio ci diplomammo e incominciammo a preparare le valige per la nostra partenza.
L’imminente partenza, che si faceva sentire giorno dopo giorno, ora dopo ora e minuto dopo minuto era finalmente arrivata
Non c’era un momento, dopo quell’inattesa notizia, in cui mi dimenticai di sorridere all’idea che tra meno di 2 giorno avrei cambiato casa, abitazione e soprattutto VITA.

 
Beh ragazze cosa ne pensate..!?? vi sta piacendo..?? Spero di si anche perché è la mia primissima Fan Fiction e vorrei seriamente sentire i vostri pareri.
Un bacio alla prossima..!! :*
P.s nel caso non vi piacesse qualcosa ditemelo..!! :D

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Capitolo 3
*** Well..well..well!! ***


Eravamo così contente, entusiaste, felici, eccitate e impazienti, che mi dimenticai completamente il beauty-case a casa, e noi eravamo ormai nella pista per salire nell’aereo.
Non me ne accorsi e salì troppo felicemente sull’aereo e proseguì il mio viaggio in aereo senza una valigia.
Le ragazze e io eravamo così contente che il viaggio passò così in fretta che non mi accorsi di niente.
Scese dall’aereo, rimanemmo incantate davanti al nulla ma per noi il tutto.
 
Era tutto quello che avevamo sognato fin dagli inizi, dall’inizio della nostra conoscenza, della nostra amicizia e della nostra vita.
Non ci sono parole per descrivere quello che io provavo e quello che le altre provavano.
 
Era un misto di felicità, ansia, felicità, angoscia, felicità, eccitazione ecc…
Quando ci accorgemmo di essere rimasti li in piedi come delle deficienti, ci spostammo verso il gate quando io mi fermai mi inginocchiai e baciai il pavimento.
 Si lo so può fare schiffo però per me era un simbolo di ringraziamento per chiunque mi avesse dato quella possibilità.
Penny scioccata e vergognosa, mi intimò ad alzarmi:
“ Giù ma che fai, dai alzati che sennò perdiamo l’autobus”.
 
E tra le risate imbarazzate delle altre ci avviamo verso l’uscita, o meglio entrata dell’aeroporto.
 
Eravamo così contente che come vedemmo un cartellone pubblicitario scritto in inglese
(naturalmente) che conteneva un autobus rosso a 2 piani, che rimanemmo imbambolate a fissare quel cartellone apparentemente insignificante ma che, per noi, rappresentava l’inizio della nostra nuova vita.
Manco a farlo apposta, uscendo dall’aeroporto dirette verso il pulman, lo vedemmo passare danti a noi spedito verso Londra centro.
“Aspetti ci siamo anche noi” esclamammo contemporaneamente contro il pulman, che invece di fermarsi continuo ad andar dritto.
Lo seguimmo con lo sguardo fino a quando non girò l’angolo e scomparve.
“Cazzo” esclamai seguita a ruota dalle ragazze deluse quanto me.
 
Ci guardammo così cariche di tensione accumulate che scoppiamo a ridere come delle deficienti, sia per le nostre face ma anche per la situazione.
Quando ci riprendemmo cercammo un taxi per tutto l’edificio ma niente neanche l’ombra di un fottuttissimo taxi che ci potesse portare a Londra.
“bene la sfiga ci perseguita, prima perdiamo l’autobus e adesso non riusciamo neanche a trovare un taxi ecchècavolo” esclamò Sofia.
 Rosa spazientita riuscì a intravedere un taxi che si stava avvicinando verso l’uscita del gate, anche se era un taxi piuttosto strano un po’ troppo grande per essere un taxi ma troppo piccolo per essere un furgoncino. A quel punto vidimo tutti quel taxi-furgone che si avvicinava sempre di più allora alzai la mano presi la mia valigia e incominciai a correre verso questo urlando parole senza senso in inglese “please.. stop.. we.. are..” non riuscivo più a dire niente ero troppo stanca. Le altre che si trovavano dietro di me erano stanche altrettanto.
Quando il taxi-furgone si vermo sospirai e mi diressi in quella direzione, quando le porti scorrevoli dell’uscita si aprirono e uscirono 5 persone con tanto di scorta.
A quel punto mi accorsi della direzione che stavano prendendo, cioè verso il NOSTRO taxi, e mi affrettai a raggiungerlo con uno scatto alla Bolt.
Uno dei ragazzi, il primo rispetto agli altri, stava parlando animatamente al cellulare, ma parlava un inglese talmente stretto che non riuscii a capire una parola di quello che stava dicendo ma dal tono di voce non sembrava niente di promettente.
 
Me ne fregai altamente e andai con molta non-chalance verso il MIO taxi e appena si accorse di me si bloccò mi guardo, come se sia aspettasse qualcosa, e mi disse molto gentilmente *passo alla modalità Inglese-Italiano*
“ehm cosa stai facendo scusa!? Quello è riservato per noi” e riprese a parlare al telefono.
 
Ahahahah ma non aveva capito che si stava mettendo contro un osso duro come me allora gli risposi anche io molto gentilmente
 “ beh non vedo il tuo nome scritto sopra il taxi quindi dato che è un servizio pubblico ho il tuo stesso diritto di salire, quindi molto gentilmente..”
 
Ma lui mi fece un ghigno e snobbandomi completamente salì sul MIO taxi e attese che anche gli altri quattro entrassero, e il taxi parti a tutta velocità verso Londra.
Io rimasi a bocca aperta, le ragazze mi raggiunsero qualche secondo dopo con il fiatone per la corsa, e mi dissero:
“ Giù ma perché cavolo ti sei lasciata sfuggire l’unico taxi libero in tutto l’aeroporto!??”
 
Con l’amaro in bocca risposi: “proprio per quello, non era libero. Era stato prenotato da 5 persone con l’ego più grande al mondo e spero proprio che il loro super ego occupi tutto lo spazio a disponibile nel taxi”.
 
Sofia allora si accorse che sopra le nostre teste c’era un cartellone con un taxi che intimava le persone a chiamare nel caso di un eventuale chiamata di taxi.
 
Composi il numero e feci arrivare un taxi da noi, così finalmente dopo 5 minuti arrivo e dopo aver indicato,gentilmente, la via della nostra abitazione ci avviamo per Londra città.
 
Arrivati sulla soglia della nostra nuova casa, rimanemmo a bocca aperta. Era proprio come nella foto.
Presi le chiavi, che ormai da quanto stavo tenendo strette mi avevano fatto il segno nella mano,e avanzai verso la porta. Infilai la chiave attesi lo scatto della serratura e api la porta.
 
Ed ecco lì, proprio davanti ai nostri occhi, la casa che ci avrebbe accompagnato nei nostri prossimi giorni, e che ne avrebbe visto di cotte e di crude.
 
 
 
 
 
Ehy ragazze, cosa ne pensate..!?? :D A me questo capitolo piace molto… mi sono immaginata per ore intere il modo in cui potevano incontrarsi e mi è sembrato il migliore anche perché non volevo una cosa banale.
Comunqueee se vi è piaciuto recensite e mi raccomando suggerite eventuali accorgimenti!!
Lotof love .Giulia. xx.

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Capitolo 4
*** Fuck you..! Whit love. :D ***


Entrammo estasiate nella nostra nuova casa .
Mi guardai in giro e molto lentamente per non dare nell’occhi mi avviai verso le scale che, di sicuro, portavano alle stanze.
Continuai a salire le scale e arrivata in cima notai 4 camere da letto e 2 bagni  mi guardi intorno e decisi a occhi quale fosse la camera più grande e mi ci catapultai dentro ridendo.
Le ragazze corsero su, ma ormai era già tardi gli avevo fregato la stanza più grande e soprattutto quella con la vista migliore.
La finestra dava su il giardinetto posteriore, dove, il proprietario precedente, aveva piantato una pianta di rose rosse. Il profumo saliva fino alla finestra della mia camera, così avrei potuto tenere la finestra aperta per inondare la stanza di quella magnifica fragranza.
Basta fare le sdolcinate torniamo al sodo.
Le ragazze si stavano litigando le stanze, e io gli passai affianco con un sorrisetto da ebete ma loro non erano tanto contente “ vaffanculo Giù sempre la solita stronza” io gli sorrisi e per farla soffrire ancora di più gli dissi: “ la mia camera oltre a essere la più bella e grande, affaccia sul giardinetto del retro ed emana un sottilissima fragranza di rose rosse..!! HAHAH” .
Incominciai a correre, perché le ragazze in quel momento mi stavano rincorrendo con un sorrisetto assassino stampato in faccia e urlando “ noi ti uccidiamo”.
Le ignorai e uscii dalla porta di ingresso urlando, ma loro non  mi seguirono e però mi chiusero fuori.
Quando mi fui accorta di essere fuori, mi girai di scatto e incominciai a bussare alla porta a suonare il campanello ma niente. Non mi rispondevano, anche se le sentivo sghignazzare da dietro la porta.
Bastarde.
“ Beh dato che siete così stronze e non mi fate entrare, io vado a farmi un giro. Così magari quando torno vi togliete quella simpatia dalla faccia.” E me ne andai in giro per il quartiere.
Mentre passeggiavo tutta contenta del mio nuovo quartiere vidi una donna con un cane e un bambino in bici.
Mi soffermai a guardare in generale il quartiere. Era una zona residenziale di Londra molto tranquilla. Meglio così.
Qualcosa, però, mi venne addosso.
Era il bambino di prima con la bici. Un bambino piccolo, ma che mi aveva atterrato con la sua stupida bici a rotelle.
Alzai lo sguardo e notai il bambino che rideva. Io gli sorrisi e gli dissi “ Ehy bellezza, stai più attento la prossima volta, mi hai fatto male” il bambino mi fece la linguaccia e se ne andò pedalando velocemente.
Mi rialzai, mi tolsi la polvere dai pantaloni neri e dalla maglietta bianca mi aggiustai la cintura  alla vita e continuai a percorrere il marciapiede.
Mi resi conto di essere andata un po’ troppo lontano da casa e quindi decisi di tornare indietro, ma al ritorno mi fermai in una pasticceria e mi comprai un cornetto al cioccolato.
Mentre mi gustavo il mio cornetto, oltretutto molto buono, mi accorsi di avere nella parte inferiore dei jeans uno strappo molto probabilmente causato dal quel terremoto di bambino.
Inchinandomi per controllare il danno che aveva fatto quella peste.
Più che bambino sembrava un terrorista con la sua bici omicida di pantaloni.
Ma qualcosa mi diede un altro colpo e io caddi a terra come un salame con il cornetto spiaccicato nella maglietta nuova, comprata appositamente per la partenza a Londra, e oltretutto bianca.
Mi levai il cornetto, ormai informe, dalla maglietta e mi girai pronta a fulminare con lo sguardo quel bambino che, di sicuro, mi era di nuovo venuto addosso per farmi un dispetto.
Ma quando mi girai trovai una sorpresa davanti a me.
Un ragazzo a terra, con gli occhiali da sole storti sul viso, che lasciavano intravedere i suo bellissimi occhi azzurri.
I capelli marroncino chiaro erano scompigliati davanti a quei luminosissimi occhi azzurri.
Era vestito in modo piuttosto strano, indossava una maglietta a righe a maniche corte e un paio di pantaloncini da corsa.
Era piuttosto carino, ma ciò non nascondeva il fatto che aveva rovinato la mia maglietta nuova e buttato a terra.
Quando mi vide gli si dipinse un sorriso in faccia e mi disse “Non ti avevo vista, ma anche tu puoi stare un po’ più attenta la prossima volta che ti metti in mezzo alla mia strada per ammirare le tue scarpe” mi guardò i piedi e mi sorrise.
Io ero allibita. prima che io potessi ribattere si allontano, senza un se o un ma.
Io mi misi ad applaudire e a urlargli “ beh ti mando il conto dell’assicurazione e della lavanderia”
Lui si girò e mi sorrise per l’ennesima volta, continuando a correre per non perdere il passo.
Lo continuai a guardare con la bocca aperta per la cafonaggine di quel ragazzo e mi tolsi la maglietta.
Per fortuna quella mattina avevo avuto la premura di mettermi una canottiera sottile sotto la mia adorata maglia ormai segnata dal cioccolato.
Arrabbiata mi avvia verso casa.
Arrivata alla porta di casa bussai tanto forte che mi feci male alla mano, ma non importava.
Ero così arrabbiata con me stessa per non aver preso a calci quel ragazzetto con gli occhi azzurri, e con lui per non avermi neanche chiesto scusa e oltretutto aver dato la colpa a me.
Rosa mi sorrise e quando si accorse della mega macchia sulla maglietta si acciglio.
Mi stava per chiedere spiegazioni ma io feci più in fretta; la scansai dalla porta di ingresso e gli urlai contro “ non chiedere potrei azzannarti il collo in questo momento”
Lei mi guardò e scoppio a ridermi in faccia, indicando la macchia che avevo sulla maglietta e sghignazzando.
Le altre si avvicinarono alla porta d’ingresso, un grande punto interrogativo apparve sulle loro facce, mentre nella mia stava comparendo un grandissimo punto interrogativo.
Mi avviai verso camera mia snobbando le ragazze. Entrai e mi misi alla ricerca del mio beauty-case, per buttarmi in doccia e rilassarmi un po’.
Cercai ovunque, non poteva essere andato molto lontano, eravamo arrivate in quella casa da un giorno solo.
Scesi le scale e chiesi alle ragazze
 “ Ragazze per caso avete preso il mio beauty-case?”
“No, non te l’ho visto neanche in mano, ora che ci penso” mi rispose Penny
“NO No no ragazze, non  ditemi che ho dimenticato il beauty-case a casa”
E le ragazze in coro: “Hai dimenticato il beauty-case a casa!”
“ma grazie ora si che vi siete rese più utili!”
Le ragazze si girarono verso di me e mi fecero contemporaneamente la linguaccia, per poi tornare a guardare la tv.
Salì in camera mia per chiamare mia madre. Presi il telefono e composi il numero, dopo 2 squilli rispose
“ Ehy Giù, come mai mi ahi chiamato così presto.. strano!!”
“Ma ho dimenticato a casa il beauty-case, non e che puoi inviarmelo tramite poste, sai mi servirebbe la maggior parte della roba che c’è li dentro.”
“ Ok, però nel mentre, comprati il minimo indispensabile come il sapone la spugna lo shampoo ecc..”
“Certo ma”
“Bene allora domani te lo invio, mi raccomando non fare scemenze. Lo sai che la mamma si preoccupa sennò”.
Alzai gli occhi al cielo e gli risposi:
“ certo mamma figurati, ciao ma salutami tutti un bacione.” Chiusi il telefono, presi la borsa le cuffie e mi diressi verso la porta di ingresso
“ragazze sto andando a comprare qualcosa al supermercato, volete qualcosa..!??”
Sapevo già la risposta; Penny avrebbe voluto caramelle, Rosa invece era più fine e avrebbe voluto il cioccolato e in fine Sofy, il maiale di casa dopo di me, avrebbe chiesto patatine coca-cola e le caramelle.
Neanche il tempo di pensarlo che dissero a turno. “ un pacchetto di caramelle grazie” “ una barretta di cioccolato” “ e in fine patatine coca-cola e caramelle” e io esclamai “ Ragazze non cambiate mai” e loro risposero a tono “OVVIAMENTE”.
Chiusi la porta e mi diressi in giro a caso, non conoscendo la zona andai a tentoni. Mi era parso di intravedere un supermarket quando eravamo sul taxi, ma non ricordando andai in giro.
Ormai era più di 20 minuti che giravo senza sosta per le “viuzze” di Londra senza ricavarne niente di buono.
Decisi quindi di continuare per la via principale, prima o poi ci avrei trovato un negozio.
Niente. Il niente più totale. Solo casette a schiera. Avevo percorso più di 10km a forza di girare a tondo.
Decisi di controllare con il GPS del cellulare, dove mi trovassi, ma niente il mio Blackberry non riusciva a capire dove cavolo ero, quindi decisi di continuare a camminare, quando superata un viuzza mi ritrovai davanti questo complesso di case estremamente enormi con tanto di giardino sulla facciata.
Rimasi a bocca aperta davanti a quel capolavoro dell’architettonica moderna.
Quando mi senti toccare una spalla mi voltai e…..
 
 
 
 
 
Beh ragazzi, cosa ne dite!?? Questo è un capitolo più lungo degli altri ma ero in vena e quindi, ecco il risultato.
 Spero vi piaccia.
P.s ringrazierò chiunque legga la storia e recensisca…. :D
Lot of love .                                
                                                                                                                                Giulia. xx

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Capitolo 5
*** An unexpected meeting..! ***


Ehy ragazze, spero che questa vi piacia è un bel po' lunga ma spero che vi piaccia, vi prego recensite sennò potrei anche smettere di scrivere..!! 
Lot of love                   
                                                                                           .Giulia. xx





 Mi girai, e vidi davanti a me un uomo della polizia.
Più che stupita lo fissai. Presi coraggio e gli dissi: “ agente qualche problema?” le avevo sentite nei film queste parole, e funzionavano sempre.
Lui mi guardo e con aria sospetta  mi disse: “signorina e da più di 20 minuti che gira intorno a questo quartiere, qualcosa non va..!??”.
Sollevata e imbarazzata risposi “ in realtà si, stavo cercando un negozio, per poter fare la spesa. Purtroppo però mi sono persa e ora non so dove mi trovo. Potrebbe indicarmi il supermarket più vicino?”
 Sorrisi a32 denti, ma l’agente aveva sempre l’aria accigliata come se avessi la puzza sotto il naso.
Mi guardò di nuovo e alzando il braccio mi indicò la curva ch conduceva alla via principale e mi disse:
“Guardi la prima a sinistra, poi gira di nuovo e sulla destra trova un grosso supermarket” e continuò “ma stia attenta la osservo”.
COSA?? Inquietante. Lo guardai male. Lo ringraziai e mi diressi verso il supermarket.
Finalmente avevo trovato quel santissimo supermercato e mi avviai verso l’entrata.
Una volta dentro, presi un carrello e mi immersi negli alti scafali pieni zeppi di viveri e cosa per la casa.
Una volta arrivata alle schifezze (scafale dei dolciumi e patatine) presi le varie ordinazioni delle ragazze e mi avviai verso la cassa.
Mentre aspettavo ordinatamente il mio turno per pagare, un ragazzo incappucciato mi superò, prendendo il mio turno, e uscendo.
“ Beh oggi tutti i caffoni devono capitare a me” dissi a voce un po’ troppo alta tant’è che mi sentì, si girò, e mi sorrise.
“Se trovi divertente scavalcare le persone alla cassa ,buon per te ti accontenti di poco” gli dissi altamente irritata da quel sorriso, mi pareva di aver già visto quel sorriso da ebete.
E infatti si tolse gli occhiali da sole e intravidi quei stupendi occhi azzurri che mi avevano buttato a terra poco prima. Rimasi incantata da quella vista più che perfetta.
 Quando mi ripresi, stavo per urlargli contro delle parolacce in italiano in modo che non le capisse ( non c’è niente di meglio che vedere le facce degli inglesi che, non capisco una mazza di quello che stai dicendo) ma lui come sempre si allontanò.
Pagai velocemente e mi diressi nel parcheggio, sperando di trovarlo, giusto per dirgliene quattro, ma niente neanche l’ombra di quel ragazzo che ultimamente aveva ridotto i miei nervi allo stremo in un solo giorno.
Camminai per tornare a casa, le mie ragazze stavano aspettando il cibo.
Ripassai davanti a quel complesso di case veramente stupende, quando nella strada passo l’auto della polizia (si sempre quella di prima) e l’agente mi fissò, io alzai la mano per salutarlo e lui mi boccheggiò un –ti tengo d’occhio- ancora altamente inquietante.
Arrivata a casa apri la porta e le ragazze mi saltarono, letteralmente addosso.
“calma ragazze ho del cibo per tutte” dissi allontanandole dalla busta della spesa.
“ bene ti conviene, siamo molto affamate e anche irascibili” mi disse Penny.
“mmhh bene bene cosa ci ha comprato la mammina oggi” Canticchiò Sofy.
“come se non lo sapessi già” le dissi.
“beh dov’è il mio cioccolato? EH EH EH sto per andare in crisi” Disse Rosa.
“tranquille è tutto qui” le tranquillizzai.
Non avevo avuto il tempo di appoggiare la busta sul tavolo della cucina che le ragazze si erano avventate sulla busta aggredendola in malo modo.
“ehy ehy calma ragazze” le esortai io.
Penny si girò “ dov’è la mia coca-cola!??”
“e li dentro tranquilla” la rassicurai io.
“NO Jimmy protested” mi urlo lei.
La guardai confusa e Rosa intervenne “ è una cosa che dice sempre Louis”
“chi!?” chiesi ulteriormente confusa.
“Louis, Louis Tomlinson, uno dei cantanti dei One Direction!!” mi rispose sconvolta.
“Ahhhh uno di quei cosi” le dissi io, adesso era chiaramente tutto più chiaro (?).
“comunque torniamo a cose serie, dov’è la mia coca??”
“ti dico che è li sono sicura di averla pres… Porca vacca l’ho dimenticata alla cassa. Tutta colpa di quel ragazzo…” pensai ad alta voce.
Penny si girò verso di me,ormai non più preoccupata per la sua coca e incomincio ad alzare le sopraciglia e a darmi colpetti con il gomito nei fianchi.
“ Caspita Giù siamo arrivate stamattina, e tu hai già cuccato..!!” disse divertita esortando anche le altre a stuzzicarmi ulteriormente.
“No ragazze in realtà è tutto il contrario, QUEL ragazzo è lo stesso che mi ha spiaccicato il cornetto nella maglietta oggi, e che mi ha superato alla cassa.”conclusi io.
Un boato generale si levò dalle bocche delle mie amiche che scoppiarono a ridere.
Presi le mie cose per la doccia e mi diressi verso le scale.
“e dai non offenderti e solo che ahahhahaha hai incontrato questo ragazzo 2 volte nello stesso giorno e per 2 volte ti ha fregato alla grande” “ Puahauahuahauh!!” scoppiarono di nuovo a ridere le ragazze.
“ si si ridete io intanto non ci vado più a fare la spesa”le minacciai io.
“EH no questo è un colpo basso Giù” si lamentarono le ragazze.
“ e adesso chi ride?? IO.. YEAH..!” :D
Le abbandonai in soggiorno, e salì in camera mia.
Apri la porta del bagno e mi diressi alla vasca contenta.
Lasciai scorrere l’acqua calda, misi il sapone,  (per fare le bollicine :3) e quando ebbe riempito tutta la vasca, mi spogliai,e infine mi lasciai cadere in quella che per me era l’unica cosa rilassante, un bel bagno caldo.
                                                                                   
                                                                        ***
I giorni passavano e la casa si stava riempiendo di moduli d’università, di accettazione, di rinviò ecc..
Noi ci eravamo ambientate benissimo, amavamo la vita di Londra, e Londra ci sembrava ogni giorno più bella.
Avevamo finalmente deciso in che università andare, ma quel Sabato sera avremmo festeggiato (un po’ in ritardo) il nostro arrivo a Londra. Saremmo andate nel locale più IN della città.
                                                                        ***
“Giù ti vuoi muovere sennò non ci faranno mai entrare” Mi urlò Rosa dal soggiorno.
“arrivo un attimo finisco di mettermi il mascara le scarpe e sono da voi” gli urlai io dal bagno.
“Buona notte allora…” Sbuffò Penny.
“ grazie per il sostegno morale” le ringraziai.
“di  niente quando vuoi” mi risposero loro.
Corsi in camera mia per mettermi le scarpe e prendere la borsetta.
Scesi correndo le scale, e quasi non inciampai con quei trampoli che mi avevano fatto mettere le ragazze, loro dicevano che –avrebbero slanciato la mia figura-. Si certo mi avrebbero slanciato di sicuro ma in paradiso nient’altro.
“alleluia” esclamarono le ragazze appena mi videro scendere e inciampare sulle scale.
“Bene ora che sono pronta possiamo andare” le dissi io sorridente.
“Ehm no, prima dovresti toglierti il rossetto rosso dai denti” Mi disse Sofy.
“o cavolo questa è tutta colpa tua che me lo hai fatto mettere Sofy!” la sgridai io.
“ei valorizza la tua carnagione piuttosto abbronzata.” Cercò di addolcire la pillola.
“si si certo tutte scuse, allora ragazze stiamo qui a parlare o andiamo a divertirci” dissi alzando le braccia al cielo. Come risposta ricevetti un urlo d’eccitazione generale.
 
Arrivate nel centro della movida londinese individuammo il locale ci dirigemmo verso l’entrata, dove un bodyguard faceva passare scrupolosamente poche anzi no pochissime persone. Arrivato il nostro turno lui ci squadrò, ci sorrise e ci fece entrare.
Contentissime oltrepassammo il cordone rosso e ci addentrammo nel locale. Già da fuori si sentiva la musica che rimbombava nell’aria.
Una volta entrate Penny mi spinse verso il bancone del barista.
“ragazze cosa volete?” ci disse il barista sorridendo.
“io un Margarita, lei un Mojito. GRAZIE” disse Penny urlando per farsi sentire sopra quella musica.
“ok 2 minuti e arrivano” ci rassicurò il barista che incominciava a mettersi all’opera con bottiglie di vario genere.
Mi girai dalla parte della pista da ballo per rendermi conto della situazione.
La pista era occupata da un miliardo di persone che si dimenavano a ritmo di musica, cercai di intravedere le ragazze ma niente di quelle due non si vedeva neanche un capello.
“Ecco ragazze i vostri coktail” ci indicò i bicchieri davanti a noi e ci sorrise.
“grazie mille” e ricambiai il sorriso. Niente male il barista.
“Ehy chica, io vado a ballare questa canzone mi piace troppo, tu goditi il tuo drink e tra 5 minuti raggiungimi in pista, mi raccomando” e sorridendomi si allontanò.
Rimasi sola nei seggiolini del bancone a gustarmi, come mi aveva suggerito penny, il mio drink. L’odore della manta mi invase il naso e mi senti subito meglio, anche perché il rum stava facendo il suo effetto.
Infatti avevo cominciato a ondeggiare la testa a ritmo di musica.
Un ragazzo riccioluto, molto carino, si avvicinò al Barman e ordinò qualcosa di incomprensibile.
Aveva visto che lo stavo guardando parlare con il Barman, e allora si avvicinò a me e mi disse: “ Cosa ci fa una ragazza così carina sola e seduta in una discoteca?”e mi sorrise. WOW che sorriso, le sue fossette si accentuarono quando notò che gli stavo fissando la bocca. Mi ripresi e gli risposi: “ questa l’ho già sentita” e gli sorrisi anche io, solo che io non avevo le fossette.
Il suo sorriso si allargo ulteriormente e continuo: “ eh già devo imparare altre frasi per abbordare le ragazze” ammise “e già” gli risposi io bevendo un altro sorso di mojito che ormai era finito. “
Beh mi piacerebbe molto continuare a parlare con te ma penso di seguire il tuo consiglio e andare a ballare” sorrisi scesi dallo sgabello, e quando lui vide la lunghezza del mio vestitino e l’altezza dei tacchi fischiò e mi disse “ beh non posso lasciar andar via una ragazza così” gli sorrisi e il barista si mise in mezzo sussurrandogli all’orecchio “ e no amico” sfortunatamente lo aveva detto un po’ troppo a voce alta e lo avevo sentito.

Continuai a sorridere e a scuotere la testa “ fai come vuoi io vado”, e detto così mi avvicinai alla pista da ballo.
Andai al centro della pista e incominciai a muovermi a ritmo di “you’ve got the love” di Florence + the Machine.
Quando mi girai mi ritrovai davanti quel ragazzo del bar davanti a me che ballava con me. Contenta continuai a ballare sorridendogli, lui si avvicino al mio orecchio e mi disse: “ ma davvero non mi hai riconosciuto!? O stai facendo finta?” e continuò a sorridere aspettando una risposta che arrivo 2 secondi dopo
“ No perché ci conosciamo.!??” Chiesi io confusa. “ beh dai io sono Harry Styles, quel Harry.” Mi sorrise lui. “ Ahhhhhhh ora è tutto più chiaro..” gli dissi all’orecchio ridendo lui mi guardo e mi disse
 “ davvero?” e io gli risposi “ NO”.

Lui rise ancora e mi disse: “ e tu invece!? Come ti chiami?” mi chiese lui curioso. “ io mi chiamo Giulia, piacere”  “ il piacere è TUUUTTO mio” mi disse lui. Continuammo a ballare per altre due o tre canzoni.
Poi ci spostammo verso dei divanetti che costeggiavano la pista.
Quando un ragazzo biondo ci passò affianco e Harry lo chiamò “Ehy Niall da questa parte” e agitò la mano.
Il ragazzo si girò e il suo sorriso illuminò tutta la stanza, mamma mia ma a Londra sono tutti così!??
“ Beh Harry vedo che sei in buona compagnia, non vorrei disturbare” disse il ragazzo molto educatamente, ma Harry gli rispose subito “ ma quale disturbo dai siediti con noi”. Niall si presentò “ piacere Niall Horan” e mi porse la mano, io l’afferrai e mi presentai anche io “ il piacere è tutto mio, mi chiamo Giulia” e gli sorrisi continuando “ mi pare di aver già sentito il tuo nome”.
Harry si girò e sbuffando disse “ come conosci il suo nome e non il mio!? Questa è un’ingiustizia” e mise il broncio, io e Niall ridemmo e io gli dissi “ mi dispiace caro” e continuai a ridere.

Continuammo a parlare e a conoscerci meglio tutti e tre, quando Niall si mise a urlare contro un ragazzo che ci dava le spalle, mi sembrava di riconoscere quella figura, aveva una giacca nera dei pantaloni color panna e delle tom’s. Si muoveva a ritmo di musica.
Il ragazzo come senti Niall urlargli si girò sorridendogli.
Quando vidi chi era, la mia bocca formo una :O per la sorpresa. Il ragazzo appena vide la compagnia dei 2 sorrise ancora di più e si avvicinò e si presentò.
“ Piacere, mi chiamo Louis Tomlinson” e continuò “finalmente ci presentiamo” e mi sorrise.
Io ero ancora sconvolta, ma quando mi fui ripresa mi alzai e gli diedi la mano
“ piacere sono la ragazza a cui hai rovinato una maglietta, quella che hai atterrato e sempre la stessa che hai superato alla fila del supermercato”. Continuai a sorridergli acida come il limone e lui rise ancora di più.
Harry ancora più sconvolto continuò
“ eh no questo è troppo, voi 2 vi conoscete già!?” io gli risposi secca
“se si può definire così, allora si”. Fulminai Louis con lo sguardo, ma lui continuava a sorridere.
Louis Tomlinson, LOUIS TOMLINSON, dove avevo già sentito quel nome!? Pensa Giù PENSA.
ECCO, mi ricordo era un membro dei cosi!!

Louis continuò a parlare e mi disse
“ beh non essere maleducata presentati” allora io mi stampai un sorriso in faccia e gli dissi
“ io mi chiamo Giulia e anche se sei un membro dei COSI, sei un gran caffone” presi il cocktail di Niall, che giaceva solo soletto nel tavolo, e glielo svuotai sulla testa.
Nella sua faccia il sorriso sparì e io continuai “ questo è per la maglietta, per non esserti scusato e anche per avermi superato alla cassa.” Mi girai e mi diressi verso la porta.
Sentivo Harry e Niall ridere. Tutta soddisfatta mi avviai verso il centro della pista da ballo, il modo più veloce per attraversare la sala.
Sentì Harry gridare a Louis di non seguirmi. Quando mi voltai e vidi che mi stava raggiungendo accelerai il passo e incominciai a ridere come una cretina.
 
Ero quasi arrivata alla fine della pista quando qualcosa mi prese il braccio e mi fecce voltare di scatto.

Era Louis che mi aveva raggiunta e adesso mi bloccava la via d’uscita, e mi teneva il braccio un po’ troppo forte, mi stava facendo male.
Mi guardava negli occhi, e io ero ipnotizzata da i suoi. Il tempo passava e lui continuava a stringermi il polso troppo forte, mi stava bloccando la circolazione.
Quando riuscì a riprendere il controllo della lingua, che fino a 2 minuti fa era sciolta, gli dissi:
 “mi stai bloccando la circolazione del braccio, togliti” ma non riuscì a non mordermi il labbro inferiore.
 
Lui continuava fissarmi, e moolto lentamente smise di stringermi il braccio.

Allora ne approfittai e gli sfiorai la spalla, ma con uno scatto forte lo spinsi all’indietro e continuai a correre verso l’uscita.

Adesso più che una fuga sembrava acchiaparello. Correvo e mi guardavo alle spalle ridendo, ma quando mi accorsi che lui non era dietro di me mi fermai per guardarmi intorno e quando ripresi a correre distrattamente me lo ritrovai davanti, aveva un ghigno disegnato in faccia.
Mi avvicinai di più fino a sfiorargli l’orecchio con le labbra e gli dissi “non ti vergogni ad andare in giro con i capelli pieni di Margarita!?” e nel mentre alzai una mano per toccarglieli, mentre giocavo lui molto lentamente mi prese la mano e se la porto al petto, e poi…..

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Capitolo 6
*** AC\DC ***


E poi, mentre eravamo tanto vicini da sentire i nostri respiri sulla faccia, un colpo alla spalla mi spinse nella folla.
Ero persa, ancora scioccata e non molto lucida per quello che era, o meglio dire stava per succedere.
Non lo vidi più.
I suoi capelli, i suoi occhi i suoi vestiti e la sua inconfondibile maglietta a righe non si vedeva più.
 
Ero profondamente delusa. Arrabbiata. Perché?
 
Non mi interessava neanche minimamente quel ragazzo, era solo un gioco, ma allora perché?
Mi levai quel pensiero dalla testa e continuai a cercarlo per altri 10 minuti buoni, ma niente neanche un minimo segno, niente il vuoto totale.
 
Mi scocciai e me ne andai a casa, uscendo cercai di orientarmi ma siccome non volevo tornare subito a casa, mi diressi per le vie del centro, giusto per ammirare la vita notturna di Londra.
In questi giorni, non avevo ancora avuto l’occasione di vivere Londra, da un punto di vista notturno.
Ero sempre impegnata, una volta dovevamo finire di sistemare alcune cose nuove nella casa altre eravamo troppo stanche oppure mia madre chiamava a ore improponibili tenendomi al telefono per ore.
 
Così facendo, non ero ancora riuscita a godermi quella splendida città, nella quale avevo sempre desiderato abitare.
Mi fermai in una via, ad ammirare un’artista di strada, che suonava il violino.
Dovete sapere che il violino è il mio strumento preferito, io sinceramente penso che il violino renda tutto migliore. È uno strumento a mio parere malinconico ma che mi sa mettere allegria e passione.
 
Le note di “Adagio For Strings”-la versione delle Escala (vi consiglio di ascoltarla) risuonava per tutta la via, io chiusi gli occhi e me la godetti, e alla fine di quella meravigliosa melodia una lacrima mi solcò il viso.
Non era mio solito piangere ma, quella canzone mi ricordava tutto, il mio passato, le gioie, i dolori, le vittorie e le sconfitte. Soprattutto quelle.
 
Avevo faticato così tanto per arrivare fin li, e avevo perso così tanto per essere motivata nello studio e nella vita.
Quella vita mi ricordava tutti i giorni la perdita di mio padre.
Ormai erano passati molti anni, avevo superato la cosa ma perdere un caro è sempre doloroso, e quella cicatrice ti rimane impressa nel cuore per sempre.
 
Ora basta con i sentimentalismi, passiamo alle cose serie…
 
Quando ebbi finito di commuovermi davanti a quel violinista, aprì la borsetta e lasciai 50 pounds nella custodia, il ragazzo mi guardò con gli occhi sgranati e mi ringrazio in tutte le lingue, io gli sorrisi e gli dissi
“ tu ragazzo mio mi sai trasmettere gioia e passione, quelli servono più a te che a me. Tu un giorno farai successo, te lo assicuro” gli sorrisi ancora.
 
Mi girai e me ne andai, continuando la mia passeggiata a quell’ora indecente.
I ragazzi erano tutti in strada che si divertivano, io passeggiavo e sorridevo alla vista dei pub pieni e delle urla indecenti che uscivano dai locali.
 
 Mi fermai alla vetrina di un negozio, un vestito stupendo era esposto in vetrina, era rosso (il mio colore preferito) lungo e con uno spacco vertiginoso che partiva da metà coscia fino al piede.
-WOW- pensai. Poi mi immaginai con quel vestito mentre danzavo con un ragazzo, che come girò la testa, scopri che era Louis. –Ok basta con i viaggi mentali, gli alcolici stanno facendo effetto, troppo direi-.
 
Mi tolsi quel pensiero e proseguii per la strada di casa, -bene- pensai –oggi ho proprio voglia di camminare- ma continuai- no non è vero i tacchi mi stanno uccidendo e i piedi mi stanno dicendo “ ti prego abbandonaci qua”- quindi dopo essermi allontanata dalle strade principali decisi di fare l’alternativa e di togliermi le scarpe proseguendo i 2km che mi separavano dalla mia casetta adorata, a piedi nudi.
Ero contenta tanto che decisi di tornare a casa saltellando.
-ahahahahah- pensai proprio come Heidi e incominciai a far ondeggiare i tacchi.
Incominciai a ridere come una forsennata stavo morendo dal ridere, da sola, (cosa che capita molto spesso) tante che mi fermai per prendere fiato e anche perché non ce la facevo più dal ridere.
 
Una macchina mi passò affianco, si fermò davanti al cancello della villa super enorme, aspettò che il cancello si aprisse e poi ci si fiondò dentro manco fosse Batman (?).
Subito dopo però un’orda di giornalisti invase la strada, cercando quella Range Rover nera che era scomparsa dietro quel cancello.
-Bah- pensai –ahahhah chissà chi c’era dentro, poverini, essere seguiti anche a casa deve essere palloso- continuai per la mia strada che ormai era impossibile percorrere per l’accanimento dei paparazzi, e con fare diffidente spostai tutti i giornali che erano in mezzo alle palle, e ripresi a saltellare verso casa mia ormai non molto lontana.
Arrivata a casa; aprì la porta, accesi le luci, buttai le chiavi nello svuota tasche profumato( lo avevo preso io all’Ikea per 3 euro, un vero affare) e poi feci lo stesso con le scarpe scaraventandole nel pavimento.
Saltellai verso la cucina per cercare qualcosa di commestibile, e trovando solo residui di biscotti, mi accontentai di quelli e mi diressi tutta contenta verso il divano-penisola enorme di pelle bianca.
Agguantai un cuscino, abbinato alla coperta (scelti ovviamente da me e indovinate un po’ che colore?? ROSSO.!! :3) comunque dicevo, presi la coperta  mi copri le gambe nude e abbracciai il cuscino con i biscotti e cercai il telecomando per accendere la tv.
Ma quel simpaticone era sopra la tv tutto contento, cercai di attirarlo a me con la forza del pensiero, ma niente, tentai anche di teletrasportarmi alla mo di Goku, ma niente avrei fato schiffo in Dragon Ball.
-Io sono più forte del telecomando- pensai molto convinta- riuscirai a prendere il telecomanda Giulia credi in te stessa- quando mi accorsi di parlare con me stessa mi accertai che non ci fosse nessuno in casa e con un balzo felino scattai attaccando il televisore e prendendo il telecomando.
“ Fanculo telecomando, chi è il vincitore eh? Uuhhh non fare così hai solo perso telecomando mi dispiace, No non è assolutamente vero auhauahauhauh!!” inveii contro il telecomando.
O MIO DIO stavo impazzendo.
Mi adagia sul divano, piuttosto dovrei dire mi spaparanzai sul divano, e accesi la tv.
Ahahah avevo trovato Jakeass, e guardare quei coglioni che si sfracellavano era troppo divertente, ero pisciata dalle risate, quando le ragazze entrarono.
Mi girai per guardarle entrare in casa, erano distrutte, chi aveva le scarpe in mano, chi aveva bevuto un po’ troppo e chi invece era molto felice.
Abbassai il volume della tv, e mi avvicinai alla porta d’ingresso.
Le squadrai per controllare in che condizioni si trovassero e incominciai a ridere.
Rosa aveva i capelli completamente incasinati, forse e dico forse, per una pomiciata selvaggia, Penny aveva stampato in faccia un sorriso da ebete e Sofy invece aveva le scarpe in mano e ringraziava Dio di essere riuscita a trovare la porta di casa, o più semplicemente casa.
Quando smisi di ridere, le feci l’interrogatorio “ Beh ragazze, intendete dirmi cosa avete fatto per essere così sconvolte oppure ve lo devo tirare fuori con le cattive?” gli feci un sorriso malizioso.
“Beh, oggi c’erano i One Direction al locale sai?” mi disse Penny.
 
Il mio sangue si gelo, la mia faccia assunse un sorriso finto e forzato e l’agitazione prese il sopravento.
“ummhh on dirmi, davvero?” buttai li con molta non-chalance
“Si, e indovina con chi sono riuscita a Flirtare!??” mi chiese tutta eccitata.
“Bah non saprei chi!?” feci finta di stare al gioco.
“Z-A-Y-N   M-A-L-I-K in persona ci credi!?” mi urlo contro saltellando come una bambina a cui hanno detto che andrà a Disneyland per le vacanze di Pasqua.
“O MIO DIO non dirne, stai scherzando?” continuai a fare il suo gioco pur non sapendo neanche quale fosse del gruppo.
“Si, e mi ha anche dato il suo numero” sorrise a 34mila denti, continuando a saltare.
“WOW che ragazze fortunata” e per sviare il tasto dolente della serata chiesi alle altre
“anche voi ragazze siete state così “fortunate” a conoscere un membro dei così!?”chiesi un po’ curiosa e un po’ preoccupata che qualcuna di loro non l’avesse vista con uno di quelli la.
“ No” mi rispose Rosa ridacchiando
 “ si chiamano O-n-e D-i-r-e-c-t-i-o-n quando ti entrerà in testa!?
Comunque mi sono divertita lo stesso anche se avrei preferito stare con i 1D!!” continuò complimentandosi con l’amica “ sei stata molto fortunata Penny la prossima volta porti anche a noi Mss. Malik” scherzò Ro.
“Ahhhahahahah magari” ridacchiò Penny tutta eccitata all’idea di avere il numero di telefono del suo idolo.
 
Chissà cosa ci trovavano in quei cosi i juan Deiractione o come si chiamano.
“ beh Sofy e tu non hai fatto niente in tutta la sera..!?? EH EH EH??” la incoraggiai a parlare.
“ io non mi ricordo niente ero troppo ubriaca, mi sono ritrovata questo numero di telefono nella borsetta, e non so neanche di chi sia, mi sa che abbiamo anche pomiciato, aveva un bel culo”ammise la ragazza sorridendo e annuendo energicamete. E si era proprio partita.
“AHAHAHHAHA” le risate scoppiarono in cucina.
 
Attaccai lo stereo e infilai un cd degli AC\DC. Alzai il volume e le ragazze incominciarono a urlare per l’azzeccato cd…
Incominciamo a urlare e a far finta di suonare strumenti saltellando.
La musica era altissima, ma gli AC\DC o si ascoltano bene oppure bisogna lasciare perdere.
 
Andammo di sopra saltellando e scendemmo ridendo e correndo, insomma ci facemmo il giro della casa urlando e cantando le canzoni a squarcia gola, imitando gli assoli di chitarra.
 
Sembravamo delle drogate, eravamo in condizioni pietose, i vestitini che avevamo a furia di saltare si erano alzati di 5 cm e ci arrivavano sotto il sedere, i capelli erano tutti arruffati e i nostri visi erano rossi delle risate e il corpo ormai aveva un velo di sudore che ci ricopriva dalla testa ai piedi.
 
Le disposizioni erano queste Penny aveva messo una sedia sopra il tavolo della cucina, ci si era seduta, aveva preso 2 mestoli e li stava usando come bacchette, Rosa aveva preso un bracciolo del divano a mo di chitarra e Sofy aveva l’altro a mo di basso, io invece avevo la scopa e la usavo come microfono, avevamo appena iniziato una nuova canzone, quando il campanello suonò.
 
Le ragazze non lo sentirono e quindi continuarono a ballare e a cantare, io invece mi avviai verso la porta saltellando, non mi ero accorta dell’orario.
Quando aprì la porta, vidi davanti a me un gruppetto di ragazzi e un’agente della polizia (si ragazze se ve lo state chiedendo e sempre il mio adorato amico di 1 settimana fa) l’agente della polizia aveva incominciato a parlare per primo
 “ Signorine, sono qui per avvisarvi che avete superato il limite di suono previsto dalla legge,” mostrandomi una sottospecie di contatore di onde sonore, alzai un sopraciglio ma lui continuò “ ecco perché ci sono state delle lamentele da parte dei vicini di casa e di isolato” continuò alzando sempre di più la voce, per sovrastare quella dello stereo ma continuo sgolandosi “ e per questo che vi devo invitare ad abbassare totalmente la musica e di fare meno casino” concluse riprendendo fiato.
 
Guardai prima lui poi quei ragazzi con le braccia conserte che guardavano la mia testa che sbuccava dallo spazio che lasciava la catenella, quando la tolsi ai ragazzi improvvisamente cadde la mascella.
 
Quando videro la lunghezza del mio vestito e quella delle ragazze che si era rimpicciolito pericolosamente per i movimenti bruschi dei balletti, incominciarono a sbavare, e quando mi girai verso le ragazze per informarle della situazione, i ragazzi si tolsero anche gli inutili occhiali da sole per ammirare meglio il vestito che non lasciava molto all’immaginazione.
 
Quando mi accorsi degli sguardi poco casti dei ragazzi allora, mi abbassai un po’ il vestito, e i loro sguardi si alzarono miracolosamente.
 
Gli sorrisi cercando di fare la più lecchina possibile nei confronti del poliziotto, allora uscì dalla porta e mi avvicinai al poliziotto sempre di più, incominciava a sudare, e gli appoggiai una mano nel braccio e incominciai a far scorrere un dito su e giù nel braccio, le ragazze che avevano capito cosa stavo facendo incominciarono a ridere i ragazzi invece, dato che erano ragazzi, incominciarono a sgranare gli occhi desiderosi di essere al posto del poliziotto.
Io continuai incominciando a mordermi il labbro inferiore e facendo lo sguardo da cucciolo smarrito, quando tirai fuori la vocina maliziosa allora incominciarono i primi segni di cedimento evidente, e allora dissi
“ mi dispiace agente, non pensavamo di fare tutto questo chiasso” e mi morsi il labbro per colpo di grazie, lui incomincio a balbettare
“ be be si-signori-na na n-no-non posso l-l-lasci-a-a-r passare  que-s-sto fa-t-t-t-to” allora mi girai verso le ragazze che mi vennero in soccorso, lo accerchiarono e incominciarono a chiede scusa.
 
Il poliziotto a quella tentazione non seppe resistere e a quel punto cedette e ci lasciò passare la cosa, era tutto rosso in viso e stava sudando. Feci un risolino di vittoria e ci girammo verso la porta pronte a tornare in casa quando un ricciolino ci disse “ Aspettate noi non siamo del tutto convinti” e incomincio a sorridere maliziosamente. Mi girai e come lo vidi mi si blocco il cuore nel petto.
O MIO DIO era Harry il ragazzo che avevo conosciuto al locale oggi, quindi vuol dire che con lui c’era anche Louis, -CAZZO- e adesso!??
 
 
 
 
 
 
Beh ragazzuole, cosa ne pensate!? Questo capitolo mi è venuto in mente ascoltando gli AC\DC si vede!?
AHHAHAh comunque spero che vi piaccia e al prossimo stelline care
Lot of love                
                                                                                                                                            Giulia xx

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Capitolo 7
*** Breakfast.. ***


 
Pov. Louis
 
Quando la vidi uscire da quella porta il mio cuore perse un battito.
Era lei. ‘trovata’ pensai, e un sorriso mi avvolse.
Lei era proprio davanti a quella porta, inconsapevole di chi aveva davanti, non si era accorta di noi, anche perché avevamo gli occhiali da sole (di notte) e  le felpe con il cappuccio alzato, praticamente irriconoscibili.
Lei parlava tranquilla, io la fissavo. Il suo vestitino che , era già abbastanza corto di suo, si era alzato, e i capelli arruffati le donavano un’aria molto aggressiva.
Le coinquiline si erano avvicinate alla porta per vedere cosa succedeva, e piano piano si erano avvicinate al poliziotto, cercando di addolcirlo, e ci erano riuscite alla grande, erano riuscite a convincere anche noi, soprattutto Harry che era visibilmente felice di essere presente a quella scena.
Quando il mio flusso di pensi si interrupe Harry parlò “noi non siamo del tutto convinti” azzardò con un sorriso malizioso.
Ma quando Giulia si girò per vedere chi aveva parlato, la sua faccia si ghiaccio.
Era rimasta paralizzata, non sapeva che fare o dire, si era accorda o meglio, ricordata chi era quel ragazzo.
Vedendo la sua faccia scoppiai a ridere, e tutti si girarono verso di me.
‘ O cazzo e adesso cosa faccio!??’ pensai confuso, ‘pensa Lou pensa’ cercai di pensare invano, e delle parole stupide mi uscirono dalla bocca “ Polpo” urlai.
Tutti mi guardarono confusi, io rimasi li in silenzio finché Niall non scoppio a ridere, la mia salvezza.
Tutti incominciarono a ridere.
Tutti tranne le coinquiline che si erano accorte dei 1D fuori dalla loro porta di casa.
Erano a bocca aperta, beh tutte tranne Giulia che era ancora scioccata.
Una ragazza era tranquilla e fissava Zayn con un sorriso a 32 denti, e Zayn ricambiava tranquillamente.
Le altre invece erano pietrificate.
La situazione era così imbarazzante che decisi di porre fine a questo strazio, e presi parola
“allora, visto che è tardi e siamo tutti molto stanchi” Harry mi diede un calcio alla caviglia e nel dolore continua
 “ ummhh.. dicevo, dato che siamo tutti molto stanchi e il caso che noi” e indicai i ragazzi che mi guardavo male
 “ torniamo a casa, vero ragazzi?” non ebbi risposta ma continuai
 “bene allora ci si vede” e salutai le ragazze ancora impietrite davanti alla porta di casa, guardai un attimo Giulia che stava per avere una paralisi facciale da quanto teneva la bocca aperta, e trascinai i ragazzi, compreso il poliziotto, che tra un po’ sbavava, fuori dal giardino della casa.
Ci avviamo verso casa e incominciai a calmarmi.
 
 
 
Pov . Giulia
 
Erano appena andati via ma noi non riuscivamo a muoverci, ogni muscolo del nostro corpo non rispondeva alle nostre azione.
Fui la prima a muoversi e a svegliare le altre ragazze ancora in trauma.
“dai ragazze e tardi andiamo a letto” cercai di incoraggiarle ma niente nessuna riusciva a muovere un solo muscolo. Bisognava motivarle decisi di tentare “ ho nascosto del cioccolato nella mensola sopra il frigo e penso di mangiarmelo tutto adesso” continuai dirigendomi verso la cucina.
Ma come misi il piede per terra le ragazze si catapultarono in cucina ‘Bingo’ pensai tutta contenta.
“ Bugiarda non c’è nessun cioccolato qui dentro” mi urlarono le ragazze
“ ahahahah beh dovevo pur sempre trovare una scusa per farvi muovere” gli sorrisi io e apri lo sportello sopra il lavandino tirando fuori 4 Mar, uno per ciascuna.
Le ragazze mi sorrisero e mi strapparono i Mars dalle mani e come delle scimmie in cachiate (?) si divorarono il cioccolato.
Dopo quello spuntino eravamo troppo stanche per continuare la nottata così ci avviamo a letto con un sorriso a 32 denti, ripensando alla giornata.
 
‘Era mai possibile che Louis era venuto a bussare proprio a casa mia quella notte.!??
Mah, fatto sta che non lo rivedrò più’
A quel pensiero il sorriso scomparve dalla mia bocca.
Mi buttai sul letto, l’intenzione era di spogliarmi, struccarmi, e spazzolarmi i capelli, giusto per non sembrare un panda, un tenerissimo panda, la mattina dopo. Ma la stanchezza accumulata prese il sopravento e io crollai in un sonno profondo.
 
 
La mattina dopo mi svegliò il cinguettio degli uccelli, strano, e i raggi di sole che mi colpivano agli occhi.
Non volevo svegliarmi, ma quando aprì gli occhi e la testa incominciò a girarmi, mi ricordai di avere ancora i vestiti del giorno prima addosso e il trucco che essendo colato aveva macchiato tutto il mio cuscino.
“Bene” esclamai “ mi tocca anche comprare delle federe nuove. Fanculo.” Mi arresi al mio destino e , traumatizzata, mi alzai.
Mi avvicinai alla porta del bagno, la aprì e mi diressi verso lo specchio.
Ancora assonnata mi spaventai del riflesso, cioè me.
Avevo i capelli che facevano un baffo a una palla di fieno. Il trucco era talmente colato che i panda mi avrebbero confusa per la loro generatrice, e il vestito era ormai in condizioni pietose.
Decisi di spogliarmi e di entrare in doccia.
La doccia mi scrollo di dosso il trucco, il sonno, e anche (purtroppo) il profumo di Louis, che la notte precedente si era attaccato al mio corpo.
Quando uscì dalla doccia, guardai il mio aspetto soddisfatta, finalmente sembravo un essere umano nella media e non una generatrice di piccoli panda, i miei capelli erano tornati lisci e il profumo del mio bagnoschiuma si era diffuso per il bagno, lasciando un leggero profumo di lavanda.
 
Andai in camera mia, mi asciugai i capelli e scesi giù a fare colazione, o meglio dire a pranzare.
Non avevo neanche controllato l’ora, infatti era ora di pranzo e le ragazze erano ancora a letto.
Decisi di non svegliarle, poverine.
Nelle mensole, non trovai niente da mangiare, tanto meno in frigo così decisi di andare al bar di fronte casa per prendere un caffè con un bel paio di paste al cioccolato *_*
 
Presi cellulare borsa e lasciai un messaggio alle ragazze, dove le informavo della mia decisione.
Uscì di casa e mi avviai verso il bar.
Entrata mi sedetti in un tavolino il più nascosto possibile, il rumore, la luce,che filtrava comunque nonostante gli occhiali da sole, mi infastidivano parecchio dati i sintomi post-sbornia.
Il cameriere si avvicinò e io ordinai.
“salve” mi disse lui “vuole ordinare?”
“si allora vorrei un cappuccino, 1 pasta al cioccolato da mangiare adesso e altre 4 da portare via. Se è possibile” risposi piano piano, anche il suono della mia stessa voce mi urtava altamente.
“certo signorina, il suo ordine arriva subito” rispose urlando il cameriere, o almeno e quello che mi sembrò di sentire.
“a aspetti” fermai il cameriere che si era già girato “ mi porti anche 1 bicchiere d’acqua, Grazie”
Il cameriere scrisse l’aggiunta e si diresse verso il bancone.
Io nel mentre cercavo le aspirine che avevo sempre in borsa.
‘Eccole qua’ trovate. Ne presi un paio e le appoggiai sul tavolino.
Nel mentre che aspettavo il mio ordine, una schiera di ragazzi incappucciati con tanto di occhiali da sole, entrò e adotto la mia stessa tecnica, posto appartato lontano da luce e suono.
Quelle figure mi erano troppo familiari, e quando capì chi fossero mi appiattì nel mio divanetto e cercai di nascondere la faccia dietro gli occhiali.
La mia ordinazione arrivò e io molto discretamente mangiai il mio cornetto, bevetti il mio cappuccino, presi l’aspirina e con passo felino mi avviai verso l’uscita, ma quando ormai avevo la mano sulla maniglia della porta, Harry mi vide e mi fece la mano io lo guardai sospirai
“ Cazzo mi hanno beccato!”
Rossa di vergogna ricambiai il gesto e mi rigirai verso la porta ma Harry fu più veloce
“Ehy perché non ti siedi con noi” mi disse entusiasta della sua proposta, io ormai arresa al mio destino mi stampai un sorriso finto e mi avvicinai
“in realtà io ho appena finito, e stavo andando a casa dalle ragazze, di sicuro si sono appena svegliate e avranno fame” mentii mostrando il sacchetto che conteneva 4 cornetti al cioccolato.
“Oh, va bene.” Si rattristò “ allora vai ma ricordati che ci devi una colazione” mi rispose subito Harry.
Il mio sorriso si allargò per il pericolo scampato e gli risposi “ certo certo, alla prossima allora…” mi avviai verso la porta salutandoli con la mano e me ne tornai a casa.
 
Quando aprì la porta le ragazze mi salutarono e io feci altrettanto però porgendogli i cornetti.
“Grazie tesoro, sei il nostro angelo. Come sempre ci salvi dalla morte” mi ringraziò Rosa mentre frugava nel sacchettino per cercare il cornetto più grande.
“Di niente figuratevi!” gli sorrisi e mi sedetti anche io per fargli compagnia.
Mentre le ragazze mangiavano io gli raccontai del bar…
Gli andò di traverso il cornetto, e mi urlarono contro “ ma sei pazza?? E tu non ti sei seduta con loro!??” Mi urlò Sofy “ io mi sarei seduta con loro anche se non me lo avessero chiesto” continuò Penny rosa invece era rimasta scioccata dal mio comportamento.
Ma allora io continuai
 “però ragazze Harry mi ha detto che gli devo una colazione, ergo NOI e sottolineo il NOI avremmo l’onore di fare colazione con i Juan Dieriction..” dissi tutta soddisfatta.
“ONE DIRECTION non Juan Dieriction deficiente, e comunque ti perdono per la pronuncia dato che ci hai fatto guadagnare una colazione con i 1D..:” mi abbracciò tutta contenta Rosa.
Nel mentre Penny aveva un sorriso a 34567899 mila denti in faccia e quando gli arrivava un messaggio arrossiva violentemente.
“ Ehy bellezza chi è il ragazzo che trasforma la tua faccia in un peperone ogni 2 minuti!??” mi avvicinai a lei.
“Beh ragazze a proposito dei 1D vi ricordate che Zayn mi aveva dato il suo numero di telefono?? Ecco…”
E non riuscì a terminare la frase perché quelle 2 svampite di Rosa e Sofy avevano incominciato a urlare e a saltare come delle deficienti.
“UHUHUH la nostra piccola e innocente Penny ha trovato un ragazzo..” la punzecchiai io dandole gomitate.
La sua faccia avvampò e un sorriso ancora più grande gli comparì nella faccia.
AHAHAH allora anche io incominciai a saltellare e a canticchiare “Penny ama Zayn, Penny Ama Il suo Zaynuccio.. la la la la” Penny incominciò a ridere e il campanello suonò.
Io andai alla porta ridendo come un’assatanata e aprì la porta.
Quando mi ritrovai davanti 5 ragazzi belli come il sole che ridevano.
 
In quell’istante stavo prendendo in considerazione la fuga, date le urla che di sicuro avevano sentito, faccendoni fare una figura di merda.
Ma feci finta di niente schiarendomi la gola li salutai “ Buongiorno, cosa vi porta in questa dimora!?” gli dissi scoppiando a ridere.
I ragazzi risero e Harry, ormai il portavoce, mi disse “ Beh ci hai promesso una colazione e noi siamo venuti per ampliare l’invito a tutte voi e poi per invitarvi a cena sabato prossimo” mi sorrise Harry, il meno imbarazzato dato che gli altri si stavano per sotterrare.
 
Non feci in tempo ad aprire bocca che le ragazze risposero prima di me in coro
“Non mancheremmo!” risero e guardarono i ragazzi come se fossero pezzi di torta al cioccolato da mordere.
“Beh come hanno detto loro quindi” gli sorrisi anche io.
“Bene allora vi faremmo sapere l’ora e il posto in cui vederci” si girò verso Zayn e continuò “tanto il numero di una di voi ce l’abbiamo. Giusto Zayn?” detto questo Zayn arrossi violentemente e Penny lo imitò a ruota.
I ragazzi stavano ridacchiando e gli davano gomitate, facendolo arrossire ulteriormente.
Che dolce, AWWW. *-*
“Mhhh..” mi schiarì la voce e continuai “ quindi a sabato prossimo” gli sorrisi e in coro li salutammo con un “CIAO” in italiano, loro divertiti si allontanarono lasciandoci nello scompiglio totale.
 
Eravamo invitate a cena il sabato prossimo, non ci posso credere.
 
 
Beh ciccine care cosa ne pensate?? Questo è un capitolo che  mi serviva per introdurre il prossimo, che pubblicherò più in la perché in questa settimana sono piena di verifiche.
Anyway alla prossima, e recensite ;)
Lot of love
      
                                                                      Giulia xx

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Capitolo 8
*** A fucking diner ***


O mio Dio O mio Dio PANICO.
I cosi ci avevano invitato a cena.
E adesso!??
Rosa urlava correndo in giro per la casa e le ragazze erano traumatizzate sul divano.
Afferrai Rosa per un braccio fermandola, lei però continuò a urlarmi in faccia.
“Mi hai costretto tu tesoro” conclusa la frase gli scagliai in faccia uno schiaffo che riecheggiò per tutta la casa.
Rosa si tocco la guancia e mi guardò con un punto interrogativo in faccia.
Feci spallucce e mi discolpai “ Ne avevi bisogno tesoro”
“Hai ragione” confermò Rosa che si massaggiava ancora la faccia.
“Bene ragazze calma e sangue freddo, come diceva quel cantante” le ragazze si girarono a guardarmi e io feci di nuovo spallucce “ non mi guardate così mi è venuto in mente” continuai trattenendo una risata e rimanendo seria, pff ma chi voglio prendere in giro, anyway, “ allora ragazze qui ci vuole organizzazione, abbiamo una settimana intera per pensare a trucco parrucco e vestiti” diventai ancora più seria “ Quindi calma. Giovedì andremmo in centro a cercare qualcosa” le ragazze annuirono e il caos totale continuò a riecheggiare nella casa.
Sorrisi e mentre le ragazze urlavano e ridevano e piuttosto mi fracassavano i timpani, io salì in camera mia.
                                                                               ***
 
La settimana era passata e con essa era incominciata anche l’università.
I miei corsi di università mi appassionavano sempre di più, i corsi di stuntman erano una figata, beh il tutto era rovinato dalla teoria che a mala voglia bisognava studiare.
Il nostro professore di corso ci aveva già confermato per il prossimo mese la visita alla pista più famosa di Inghilterra che si trovava proprio a Londra.
Ero contentissima.
Il fatto era che quello era il giorno tanto atteso da noi ragazze finalmente saremmo andate a cena a casa dei Juans diraectyon, mi sa che non chiamano così, porca vacca un giorno dovrò impararlo il loro nome.
Continuai a camminare, stavo tornando a casa dall’università, e passai di nuovo davanti a quella casa che era straordinariamente bella, chissà chi ci abitava li, gente famosa di sicuro dati i paparazzi che l’altra settimana si erano appostati fuori dalla palizzata di legno.
Sospirai e proseguì per casa.
Quando entrai le ragazze mi assalirono, la scelta ardua che si stava ponendo Penny era quella delle scarpe, tacchi abbastanza eleganti o dei semplici saldali a schiava?
“Boh, io opterei per i sandali sai, non e che li conosciamo da chissà quanto tempo e poi i vestiti sono già abbastanza corti se ti metti i tacchi li farai svenire Penny!!” gli feci notare sorridendo e appoggiando la borsa nel tavolino multi funzione all’entrata.
“Giusto, vada per i sandali, i tacchi li metterò un altro giorno, sempre che ce ne sia l’occasione” continuò Penny tutta soddisfatta della sua scelta.
Rosa corse giù dalle scale “ Giù cosa ci fai ancora lì e tardi e tu non sei ancora pronta. Devi ancora farti la doccia, truccarti, scegliere i vestiti, abbinare accessori e metterti le scarpe e poi..” “Calmati  Ro, riuscirò a fare tutto quello che devo fare tranquilla” la calmai, ma che dico  nessuno riesce a calmare Rosa e infatti continuò
“ Ma sei scema fila di sopra a prepararti!” e mi indicò le scale
“Si mamma” le dissi con la vocina dolce, ma lei continuò a indicarmi le scale.
Quando le passai affianco gli diedi un colpetto al sedere e corsi in bagno, ma lei si indispetti e mi urlo
“Ragazzina se ti becco ti faccio vedere” dopo questo Penny e Sofy scoppiarono a ridere e io più di loro.
 
Quando ebbi concluso la mia seduta con la doccia mi asciugai, e come quella della pubblicità mi misi un velo di crema un BOTTO di trucco e poi uscì dal bagno che ormai era richiesto da Sofy che si doveva truccare.
“ALLELUJA” Disse Sofy alzando gli occhi al cielo, gli sorrisi e filai in camera mia.
Era tardissimo e se non fossi stata in tempo Rosa mi avrebbe sgozzato, cavallina rabbiosa (?)
Anyway, misi il vestito che avevo deciso di mettermi, cioè un vestito rosa antico stretto in vita e che si allargava alla fine, una figata, a mio parere poi non so.
Misi anche io un paio di sandali color oro impreziositi da pietre preziose che arrivavano direttamente dalla corona della regina d’Inghilterra (?) O.o!?
Mi agghindai con una collana lunga sempre oro e degli orecchini che riprendevano un fiore però fatto di stoffa, abbastanza piccoli.
Corsi giù e tutte mi stavano aspettando impazienti.
Mi guardavano torve e io feci spallucce e le incitai. “beh cosa facciamo restiamo qui a zappare o andiamo!?” gli sorrisi ma loro accennarono un debole sorriso e a quella risposta mi avviai verso la porta prendendo le chiavi della macchina.
“Ma dove vuoi andare se non sai neanche dove abitano?” Mi disse Penny.
“Giusto” feci dietrofront.
“Dai guido io oggi” disse Penny sorridendomi.
AHH finalmente si erano tolte il paletto dal culo.
Sorrisi a tutte e mi sedetti nei posti di dietro.
 
Bene siccome eravamo appena arrivate a Londra, non conoscevamo le strade quindi usammo il gps del cellulare che ci fece fare 2km per portarci nella via parallela alla nostra. FANCULO.
Il GPS ci avvisò che eravamo arrivate, ma dai!!.
Comunque quando alzai lo sguardo vidi che eravamo proprio davanti a quelle case che tanto mi affascinavano.
Ero rimasta a bocca aperte le altre, le altre avevano si la bocca aperta ma non erano stupite tutt’altro stavano urlando come delle cretine. Qualcuno doveva portarle all’ordine e quella ero io. Superman is here!!
“Ragazze BASTA” gli urlai, le ragazze si aggiustarono trucco e parrucco e ci avviamo verso il cancello della casa.
Bene ora il momento panico si stava avvicinando.
Cosa gli avremmo detto? Cosa avremmo fatto? Come ci saremmo comportate!?? OMIODIO.
 
I ragazzi risposerò al citofono e ci aprirono i cancelli del paradiso (?).
Infatti la casa era circondata da un prato verde tagliato perfettamente, con tanto di fontanella e barbecue.
Mi scappo un risolino isterico.
Quando i ragazzi ci vennero ad aprire la porta rimasi pietrificata.
Cosa ci facevo li!?
Il panico prese il sopravento, mi diedi uno schiaffo mentale , ci voleva.
Bene ora che ero cazzutta e pronta ad entrare salutai i ragazzi tanto entusiasti, e mi avviai all’interno della casa.
Si si vedeva che era abitata da dei ragazzi, la casa per carità era stupenda, l’arredamento moderno, sofisticato, ma mancava quel tocco di stile e i particolari che solo una ragazza può concepire (?).
Un sorriso mi sfuggi, cosa che però non sfuggi a Louis che subito ne approfitto per attaccare discorso.
“Beh che c’è di divertente!? Non ti piace la casa?” mi sorrise Louis
“No no per carità la casa è stupenda niente da ridire” ammisi io sorridendogli a mia volta.
“Strano” mi punzecchiò lui
Gli altri si misero a ridere di gusto io invece accennai un sorriso. Colpita e Affondata.
Penny parlò “ Beh cosa ci hanno preparato da mangiare gli Chef?” chiese Penny.
Mmhhhh strano Penny sembrava a suo agio in loro presenza.
“Beh abbiamo cucinato io e Niall dato che gli altri non sanno fare neanche un uovo fritto senza dare fuoco alla cucina” sorrise Harry rispondendo alla domanda.
“Non è vero, e solo che non volevamo avvelenarle” si difese Zayn
“Beh niente da commentare anche io faccio schiffo in cucina” Continuò Rosa sciogliendosi un po’.
I ragazzi ci stavano facendo sentire a nostro agio, dopo gli inconvenienti dei saluti e i complimenti per il nostro raffinatissimo senso della moda (GRAZIE GRAZIE) ci avviamo verso una sala da pranzo collegata alla cucina ENORME. Mi chiedevo cosa se ne facessero di una cucina così se non sapevano neanche cucinare!! Bah..!!
Ci accomodammo a tavola, Harry era a capotavola, poi lo seguivo io, Zayn, Penny, Liam, Sofy, Niall, Rosa e per chiudere il cerchio Louis, davanti a me.
I posti a sedere erano stati assegnati accuratamente, ne ero sicura al 99.9%.
Harry uscì dalla cucina con il grembiule, con tanto di nome e presine coordinate.
Il che fece scoppiare le risa generali. Quando ci fummo ripresi, Harry portò a tavola una teglia di lasagne.
A quella vista noi ragazze ci mettemmo a ridere.
Avevano propinato lasagne a delle Italiane. AUHUHAUhAUAHuAH!!
I ragazzi si guardavano come se aspettassero di capire qualche barzelletta che non era mai stata detta.
Allora quando finimmo di ridere gli spiegammo la situazione.
“Beh ragazzi..” non riuscivo a smettere, ero piegata in due dalle risate, “dovete capire che noi siamo Italiane e non potete propinarci lasagne a cena” AHHHAA!!
I ragazzi in evidente imbarazzo si fecero una risata, e quando ebbero finito di ridere Harry servi la lasagna.
Quando tutti avevano la propria porzione di lasagna nel piatto, iniziammo a mangiare.
Ma nessuno andò oltre la prima forchettata, la lasagna era così salata che non si riusciva neanche a metterla in bocca.
Qualcuno si schiarì la voce “ beh passiamo al secondo” disse Liam, alzandosi per ritirare i piatti, seguito a ruota da Rosa.
“non ti preoccupare faccio io” gli disse Liam sorridente.
“ma ti pare? Lascia li porto io i piatti tu dai una mano a Harry” e gli sorrise.
Harry portò il secondo.
Arrosto. Sembrava buono. Appunto SEMBRAVA.
Una volta tagliato e disposto nei piatti, tutti ne assaggiarono una fettina ma Louis fù il più veloce a sputarlo nel piatto seguito a ruota da Zayn, Harry, Liam.
Niall invece continuava a mangiare contento. Contento lui.
“Beh ragazze, alzatevi vi portiamo  a mangiare” e alzandoci Louis ci esortò ad alzarsi, ma qualcuno oso obbiettare. Niall, per lui era tutto buono.
“certo Niall tu ti mangeresti anche la carta pesta” lo rimproverò Liam che però scoppio a ridere, con tutti noi.
“Beh allora vi portiamo nel nostro ristorante preferito pronte…”  
 
 
 
 
 
 
Ciao ragazzuole scusate per il ritardo nel pubblicare i capitoli ma sono molto incasinata con la scuola SORRY.
Anyway spero vi piacia perché nel prossimo ho delle sorprese ;D
Lot of love          
 
 
 
                                                                                                                                     Giulia.xx

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Capitolo 9
*** London in the night ***


Bene, ora voi penserete che i ragazzi, essendo ricchi sfondati, ci avessero portato in un grande ristorante dove la cosa che costa di meno arriva alle 30£.
Beh quando svoltammo l’angolo, e ci ritrovammo davanti a un chioschetto  di hot dog e Fish & Chips, rimanemmo scioccate.
Più che scioccate eravamo in un certo senso felici e sollevate, sinceramente non avevamo voglia di stare attente a quello che prendevamo e soprattutto quello che ordinavamo.
Quando con un “ Ta-Tan” Niall ci indico il chioschetto noi ci complimentammo per l’ottima scelta, quella sera di sicuro non l’avremmo dimenticata.
Era tutto perfetto, nei sbagli si trova l’imperfezione No?
Ero così contenta, ero partita con la luna storta, più che storta, e adesso mi stavo divertendo con le mie amiche e con dei nuovi amici, o magari qualcosa di più… Ma che dico, basta Giulia non fantasticare troppo.
La mia pancia emise una sottospecie di boato, come un orso affamato.
Tutti si girarono e incominciarono a ridere, screanzati.
Io accennai un sorriso, e le mie guance si colorarono, che vergogna!
“ Beh Giù, non ha tutti i torti anche io ho fame” ammise Louis, stava cercando di togliere l’attenzione che stavano rivolgendo a me. Gli inviai un Grazie mentale con un’occhiata, che lui di sicuro percepì perché mi guardò dritto negli occhi e mi sorrise.
Ok sto per svenire, e sciogliermi contemporaneamente, qualcuno prenda uno straccio per raccogliermi dal pavimento.
I suoi occhi, di quel BLU così profondo come il mare, potevo nuotarci volendo.
Oltremodo, prendemmo tutti Fish & Chips, mmhhh che buono..!!! :Q______
Stavamo parlando, ridendo scherzando, e cosa fondamentale ci stavamo conoscendo.
Ogni minuto che passava, scoprivo che infondo i ragazzi, non erano così male anzi, avevo incominciato a riconoscere i loro tratti caratteriali;
  1. Niall era dolce, simpatico ma sottosotto era un vecchio marpione ;D,
  2. Harry era il ragazzo che ci provava con tutte, e questo lo avevo già capito dall’incontro al locale
  3. Liam, o Liam il ragazzo più educato dolce e gentlemen che potesse mai esistere nella faccia della terra.
  4. Zayn lui era strano, molto timido e stava molto sulle sue, ma in compagnia dei ragazzi, sembrava un bambino con i suoi compagnetti  dell’asilo.
  5. Louis, beh che c’è da dire, per descriverlo forse io non ero la persona più adatta, ero un po’ di parte, ma era simpatico (un buffone), premuroso, pieno di sorprese, e con lui di sicuro non ti annoiavi.
 
Questi erano i ragazzi che stavo imparando a conoscere, e di cui mi stavo affezionando troppo velocemente.
Lì vicino c’era un parchetto, dove delle papere scorrazzavano felici e tranquille nel loro laghetto, e noi che passeggiavamo mangiando la nostra cena.
Due ragazzine, in lontananza stavano saltando la corda doppia, cantando ballando.
“Andiamo andiamo andiamo andiamo, ti prego..!!” Niall ci stava facendo gli occhioni dolci e la faccia da cucciolo, cercando di convincerci.
Niall non sapeva che sarebbe riuscito a convincermi anche senza avere quell’aria tenera.
“Tieni un attimo questo” Dissi a Louis che stava passeggiando al mio fianco, porgendogli la mia cena.
“Si certo ma…” cerco delle spiegazioni Louis, ma io non gli feci finire la frase, che afferrai Niall per il braccio, e correndo ci dirigemmo verso quelle ragazzine che giocavano.
Nella corsa stavamo più ridendo che correndo, sovraeccitati per l’idea che mi era venuta.
I ragazzi erano rimasti indietro, perché non avevano voglia di correre, e ci stavano urlando.
“Scusate ragazze” tentai io “ possiamo fare 2 salti anche noi?” e io e Niall gli sorridemmo.
“Certo, prego entrate nel cerchio, giriamo noi” ci concessero le ragazze molto gentilmente, contente della nuova conoscenza.
Le ragazze incominciarono a muovere le corde, e io e Niall a saltare, ridendo come due bambini al luna parck. Per mantenere il ritmo, i ragazzi stavano battendo le mani, e ridevano di gusto vedendo le nostre face.
Niall ed io mentre saltavamo, ci facevamo le smorfie, sempre continuando a saltare come due canguri.
“Beh Horan, sei piuttosto bravo, ma accetta questa sfida, chi cede per primo, paga il gelato a tutti.”
“Ci sto Giù, affare fatto.” E con un sorriso continuammo a saltare.
Dopo 5 minuti i primi segnali di stanchezza incominciarono a farsi vedere.
I sandali che avevo indossato per la serata, erano nelle mani di Louis, che da perfetto gentlemen li aveva raccolti da terra, dove erano stati abbandonati dalla padrona.
8 minuti erano ormai passati e io non c’è la facevo più, quindi mi tolsi dalle corde, con un invidiabile salto, degno di un trapezista del circo.
Niall mi sorrise e anche lui saltò fuori dal giro delle corde.
“Beh il gelato allora lo offro io!” dissi ai ragazzi, che erano disposti in semicerchio davanti allo spettacolo appena finito.
“Mhh no, lo deve invitare Louis il gelato, e anche gli extra” Mi disse Zayn, con un sorrisino stampato in faccia.
“Cosa?” chiesi io rivolta verso quest’ultimo.
“Eh già, avevamo piazzato una scommessa, se vincevi tu io avrei dovuto pagare il resto della serata, e se invece vinceva Niall, Louis avrebbe dovuto pagare tutto il resto.” E con un sorrisino Zayn concluse.
L’unica cosa che uscì dalla mia bocca fu un “OH” imbarazzato.
Mi ripresi le scarpe dalle mani di Louis, e me le infilai, pulendomi i piedi alla bene e meglio con le mani.
“Bene, quindi io vorrei 2 palline amarena e pistacchio” ci diede l’ordinazione Liam.
“anche io due palline, però fragola e mirtilli” ci sorrise Rosa.
“io 1 al cioccolato” ammicco Penny
“io 2 nocciola e panna” sorrise Zayn
“io 2 crema e bacio” urlo Sofy
“io uguale a quella di Sofy” ci ordinò Harry, facendo avvampare le guance di Sofy, che fra un po’ sarebbe sprofondata nel terreno dalla vergogna.
“io ne vorrei 3 limone, puffo e cioccolato fondente grazie.” Ci fece l’occhiolino Niall.
“WOW Niall addirittura 3??” rimasi scioccata.
“Oh non farci caso è Irlandese, mangia sempre come un maiale.” Buttò li la scusa Liam, scompigliando i capelli del biondo.
Io sorrisi a quelle effusioni di affetto.
“Bene allora vado, tu Giù non vuoi niente” mi chiese Louis.
“Ehy, ho perso anche io quindi devo scontare la mia pena, vengo anche io, così ti aiuto a portare i gelati, e ordino il mio.” Gli risposi io.
Mentre ci avviamo alla ricerca di una gelateria vicina, mi senti urlare da dietro “ Ehy voi due, tornate presto, abbiamo fame” indovinate chi poteva essere??
Ma quel simpaticone del biondo.
Noi gli sorridemmo e gli urlammo che ci avremmo messo il tempo debito.
Camminavamo, cercando una gelateria. In realtà, io seguivo Louis che senza dubbi conosceva Londra meglio di me. Un silenzio imbarazzante ci avvolgeva, così decisi di romperlo.
“Beh scusa se ti ho fatto perdere la scommessa” buttai giù le mie scuse.
“Ma figurati, intanto avrebbero fatto pagare tutto a me comunque quindi non ti preoccupare” mi sorrise Louis, lanciando un’occhiata obliqua, mi stava squadrando.
Io arrossì violentemente e per poco non rischiavo di svenire all’istante, porca vacca quanto era bello, i suoi occhi, i suoi capelli, la sua bocca, oohhhh la sua bocca. Lo stavo fissando e lui lo sapeva, però per non farmi fare una figuraccia continuava a camminare e a guardare dritto davanti a sé, cercando una gelateria, anche se  era visibile il suo sorriso.
Appena mi accorsi di quello che stavo facendo, arrossì ancora di più, se poteva essere possibile, e abbassai lo sguardo guardandomi le scarpe.
“ Oh eccola la” mi fece notare Louis. Nella via parallela alla nostra un insegna luminosa ci indicava una gelateria aperta tutta la notte.
“ quella è una delle più buone di tutta Londra, e sempre piena di gente” mi fece notare Louis.
Attraversammo la strada, e Louis si mise gli occhiali da sole, anche se era notte.
“ ma che fai, sei così delicato che le luci al neon ti danno fastidio agli occhi?” gli chiesi scherzosamente io dandogli piccole gomitate al braccio. Ma quanto ero stupida.
Lui si mise a ridere “ no in realtà, potrebbero riconoscermi, e dovrei stare qui a firmare autografi tutta la notte.” E indicando la fila che si era formata per le ordinazioni continuò “ beh ci sarà da aspettare.”
“Eh già, avevi ragione è pieno qui dentro, deve essere molto buono il gelato se c’è tutta questa fila” affermai io.
La fila era, appunto, lunga, molto lunga, e dopo 5 minuti in piedi passati a guardarci intorno, Louis proferì parola.
“ Beh dato che dobbiamo aspettare, parlami un po’ di te, non so neanche da dove vieni, beh oltra al fatto che sei italiana” mi sorrise lui.
“Allora vediamo un po’, siamo venute a Londra con una “borsa di studio” finanziata dalla nostra scuola, e frequentiamo tutte e 4 l’università. Io frequento dei corsi per stuntman, ma in realtà la mia università è medicina” gli sorrisi.
“WOW ho un futuro dottore al mio fianco” scherzò Louis.
“Eh già” Louis si accigliò “ ma come fai a studiare medicina e oltretutto frequentare corsi per stuntman, e poi non ci azzeccano l’uno con l’altro.” Rise di gusto Louis.
Io gli fecci cenno con la mano di abbassarsi, e gli sussurrai all’orecchio “ sono una cervellona, non dirlo a nessuno.” E risi anche io. Scoppiamo a ridere, facendo voltare le persone che ci stavano al fianco.
Louis si coprì la faccia, cercando di trattenere le risate e io invece gli ridevo spudoratamente in faccia.
“Shhh” mi fece segno Louis.
Mi ricomposi e continuai il mio racconto, “ Penny invece sarà un’astrologa, e Rosa invece con il suo fare precisino sarà un futuro avocato.” Continuai il mio racconto.
Louis era stupito “Wow abbiamo conosciuto delle ragazze molto intelligenti allora” scherzò.
“Eh già dovete stare attenti o potremmo rovinarvi” scherzai io.
Mi schiarì la voce e un po’ imbarazzata gli chiesi “ Beh tu e i ragazzi quindi siete una band molto famosa, e scusa l’ignoranza, ma io non ne so niente, non mi sono mai interessata a i One Direction” ammisi imbarazzata.
SI SI SI 1000 punti per Giulia grazie, sono riuscita a ricordarmi i  nomi per una buona volta, evitando una grande figuraccia. GRAZIE GRAZIE GRAZIE.
A quei pensieri mi scappò un risolino, che contagiò anche Louis che mi rispose
“ OH questo è un colpo basso” mi prese in giro, e io arrossì violentemente.
“ Scusa, ma le ragazze mi hanno ossessionato così tanto, che ero arrivata al punto di odiarvi” ammisi.
“Ma figurati, non possiamo piacere a tutti, e per fortuna, immagina un mondo in cui a tutti piace la stessa musica e tutti hanno la stessa opinione. Il mondo è bello perché è vario no?” mi chiese retoricamente lui sorridendomi.
“ Eh già” fu la mia risposta sospirata. Magari tutto il mondo fosse uguale a quei cinque ragazzi, di quello non mi sarei lamentata molto. ;D
Anyway torniamo al racconto.
 
Era arrivato il nostro turno e neanche me ne resi conto, solo quando la voce di Louis che ordinava ruppe il mio flusso di pensieri mi ritrovai davanti alla commessa pronta per prendere le ordinazioni dei nostri gelati.
Louis parlava con la cassiera in un inglese talmente stretto che in 10 parole io ne capivo solo 8.
Quando mi chiese che gusto volevo, la mia mente prese una boccata d’aria e allora risposi
“ io vorrei 2 palline, tiramisù e limone” sorrisi alla commessa.
“ Idem” disse Louis sorridendomi.
Pagò il conto e ci avviamo verso il parco, con una scatola contenente le coppette di gelato, gli unici con il cono eravamo io e lui, ma per farci perdonare avevamo fatto aggiungere sopra il loro gelato una spolverata di nocciole.
Ci avviammo a passo svelto nel luogo dove avevamo lasciato i ragazzi, i gelati, pur essendo a fine settembre, incominciavano a sciogliersi e quindi non avevamo molto tempo.
Quando li raggiungemmo un Alleluja ci accolse.
Distribuimmo le coppette e ci sedemmo anche noi nei gradini di quella sottospecie di anfiteatro.
Mangiammo tranquillamente il gelato nel mentre che ridevamo scherzavamo e ci conoscevamo.
Verso mezzanotte, ai ragazzi venne in mente un idea. Avevano tanto insistito per farci vedere Londra di notte.
E così ci avviammo verso il centro.
Una volta arrivati, noi ragazze rimanemmo a bocca aperta.
Londra era stupenda, le luci del London Eye  illuminavano il Tamigi, Tower  Bridge era stupendo, il Big Ben tutto era stupendo, le nostre bocche formavano un °O° .
I ragazzi ridacchiarono per la nostra espressione, ma noi eravamo imbambolate, solo la voce di Harry ci riportò alla realtà.
“ anche a me ha fatto questo effetto la prima volta” ammise.
“eh già” furono le uniche due parole che uscirono dalla bocca di Louis.
Eravamo appoggiati a un muro, e guardavamo tutti quello spettacolo notturno.
Louis si girò verso di me, mi sorrise e per minuti interminabili ci fissammo negli occhi.
Ricambiai il sorriso. Lui si avvicinava sempre si più, e il mio battito accelerava, eravamo sempre più vicini, così vicini che riuscivo a sentire il suo respiro in faccia, sempre più vicino e……..
 
 
 
 
 
 
Ciao bei ragazzi. Come state?? Spero bene. Scusate per il ritardo ma con la fine della scuola le interrogazioni sono sempre più fitte, e bisogna studiare a mala voglia.
Spero che il capitolo vi piaccia, cercherò di pubblicare al più presto il prossimo. Bacioni.
   Lot of love
 
                                                                                                                     Giulia xx 

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Capitolo 10
*** The Red Dress ***


….e mi scostò una ciocca di capelli che mi era andata a finire in faccia, e poi accadde l’inimmaginabile, mi tolse una nocciolina dai capelli.
-.-“ che figura di merda.
Ci ero cascata come una cretina, perché mai un ragazzo bellissimo, favoloso e oltretutto famoso poteva mai volere una ragazza come me. Lui poteva avere modelle, cantanti, tutto quello che desiderava, non avrebbe mai voluto una ragazza come me, imperfetta con i suoi difetti.
“grazie”gli dissi delusa.
Mi girai di nuovo verso il panorama che si sviluppava davanti a me.
I ragazzi avevano incominciato a camminare, e io non me ne ero neanche accorta, tanto ero assorta nei miei pensieri. Li raggiunsi.
“scusate mi ero incantata a guardare il panorama” mentì spudoratamente. Cazzatissima.
Comunque,  continuammo a passeggiare, io stavo zitta mentre gli altri discutevano animatamente su questioni fondamentalmente importanti per la sopravivenza, i gusti di caramelle. Eh già si scagliavano diverse opinioni, chi preferiva quelle alla fragola, chi quelle alla coca-cola, e chi invece preferiva le Haribo.
“Ehy Giù, che hai!? È già da 10 minuti che non parli, cosa è successo..!??” scherzò Sofy.
“Oh.. non me ne ero accorta” gli sorrisi e incominciai anche io a discutere sui gusti delle caramelle.
La conversazione mutò varie volte nel corso della serata, ma quando ormai si era fatto troppo tardi, era arrivato il momento si salutarci.
“Beh ragazzi, si è fatto tardi, noi vorremmo veramente restare qui tutta la notte a parlare di stronzate ma purtroppo, dobbiamo tornare a casa” annunciò Rosa, la “responsabile” del gruppo. Ahahahah NO.
“Eh già, si è fatto tardi” acconsentì io, ormai i miei occhi non reggevano più, a stento riuscivo a mettere un piede davanti all’altro.
“ allora vi accompagniamo a casa, intanto siamo di passaggio” ci fece l’occhiolino Harry.
“anche perché non so fra quanto possiamo staccare i due piccioncini” Scherzò Liam riferendosi a Penny e Zayn che nel corso della serata, si erano “appartati” facendosi i cavoli loro, e prendendo parte nelle discussioni solo quando erano interessati.
Come avevo già detto quei due non me la raccontavano giusta, infatti dopo la serata sono venuta a sapere che si sentivano già dal giorno in cui si erano scambiati i numeri in quel locale.
Comunque torniamo a noi, eravamo ormai in prossimità della nostra casa, e ormai non c’è la facevo più, fra un po’ mi accasciavo nel marciapiede a dormire, i miei piedi mi supplicavano di abbandonarli sul ciglio della strada e il mio cervello mandava frecce luminose per indicarmi la morbida asfalto, dove potevo dormire tranquillamente, non molto.
“io non c’è la faccio più, non riesco a mettere un piede davanti all’altro” mi lamentai.
“ ti prendo in spalla se vuoi” mi disse Louis sorridendo.
“MAGARI” gli risposi io con un sospiro, manco a dirlo mi fermò le ginocchia e mi prese come si potrebbe prendere un sacco di patate.
“ecco qua principessa” mi disse Louis ridendo come un ossesso, mentre io mi dimenavo per scendere.
“ e no l’hai voluto tu” continuò Louis ridendo
“daiiiii fammi scendere” canzonai io
“ e rovinarmi questo panorama?” rise di gusto Louis (per chi non l’avesse capito aveva il mio sedere in faccia).
Arrossì di nuovo.
Mi mise a terra solo quando fummo arrivati sulla soglia di casa.
“Grazie mille” ironizzai io.
“Di niente, quando vuoi” mi sorrise lui.
Quel ragazzo aveva sempre il sorriso in faccia.
I ragazzi arrivarono e incominciarono i saluti. Baciai tutti sulla guancia, e anche le altre fecero lo stesso, tutte tranne Penny che si bacio con Zayn, e i ragazzi incominciarono a fischiare e noi ragazze a ridere.
Loro imbarazzati arrossirono e si staccarono ridendo.
Era arrivato il momento di salutare Louis, ma dopo il fatto di prima non osai fare nient’altro che baciarlo sulla guancia.
Il contato delle sue labbra con la mia guancia, fu epico, quel pezzettino toccato dalle sue labbra stava prendendo fuoco.
Mi staccai dal suo bacio, sulla guancia, e lo vidi sorridere.
“Buonanotte ragazzi” gli dissi sorridendo e aprendo la porta di casa, entrate tutte stavo per chiudere la porta quando una voce mi chiamò.
“ Giù, dimenticavo” era Harry che mi stava parlando.
Aprì la porta.
“alla prossima, mi raccomando” e mi fece l’occhiolino.
Gli sorrisi e gli ripetei “ Buonanotte Harry” ridendo “ alla prossima allora”
“Ci conto” mi rispose.
Chiusi la porta e vidi le ragazze che saltavano come delle dementi.
“Cosa succede?” chiesi alle ragazze
“ Oggi siamo andate a cena, e poi uscite con i One Direction” e cominciò a saltare “ ci puoi credere?” continuarono Rosa e Sofy, saltando ora sul divano ora colpendosi con i cuscini.
“AHHAAHAH si non ci posso credere neanche io, che strano” e anche io mi unì a loro.
Penny era tranquilla, sorridente, ma tranquilla.
Giusto lei era quella che ci doveva dare delle spiegazioni.
Un’occhiata d’intesa con le altre e ci avvicinammo a lei con i cuscini in mano.
“Allora.. cos’èra quel bacio” chiesi io serissima, pronta a far fuoco nel caso non volesse spifferare le notizie.
“MMhhh…. Behhh..” cercò una scusa, ma con noi npn funzionava infatti incominciammo a prenderla a cuscinate, e lei si arrese.
“E va bene, va bene spiffererò tutto, lasciatemi parlare.” Ci urlò lei di tutta risposta.
“Racconta, al più presto oppure incominceremmo a torturarti con il solletico” la esortò a continuare Rosa.
“Beh sapete che il giorno in cui siamo andate in quel locale Zayn mi aveva dato il suo numero no? Ecco da quel giorno ci siamo sentiti praticamente tutti i giorni, e siamo usciti insieme 2 volte, infatti oggi non è la prima volta che esco con Zayn” ci spiegò Penny, un po’ imbarazzata ma felice come una pasqua.
“ E perché non ci hai detto nulle?? EH? Traditrice” la accusò Sofy.
“Ehy volevo essere sicura che la cosa fosse “seria” tra virgolette” si scusò Penny “ mi dispiace ragazze avrei voluto dirvelo ma sapete… non volevo essere la solita” continuò a scusarsi.
“ Va beh, non fa niente per questa volta passi, ma se risuccede, dovremmo torturarti con il solletico, mi dispiace l’hai voluto tu, per punizioni ti beccherai una cuscinata in faccia.!!” Non fece neanche in tempo ad aprire bocca che Rosa, Sofy ed io gli lanciamo delle cuscinate che la fecero accapponare nel divano.
Ridendo, Rosa ci riportò all’ordine e ci fece notare l’ora.
Era tardissimo, si erano fatte le 4.00 del mattino, e la mattina dopo sarebbe stato un trauma nel caso non fossimo andate a letto subito.
Ci avviamo verso le nostre camere, e ci demmo il bacio della buona notte, chiusi la porta, mi tolsi le scarpe, il vestito, restai in mutande e reggiseno, e mi buttai nel letto traumatizzata, neanche il tempo di appoggiare la testa nel cuscino, che ero già caduta in un sonno profondo.
                                                                                         ***
 
La mattina, quando il sole mi accecò, cosa strana in Inghilterra, mi svegliai.
Mi stiracchiai e guardai la sveglia che lampeggiava, segnava le 13.30.
Cazzo avevo dormito fino all’ora di pranzo, beh ma ci voleva.
Decisi di alzarmi, scelta molto ardua da intraprendere. Infatti appena mi alzai, barcollai e ricaddi nel letto.
Non avevo proprio voglia di alzarmi, che palle!!.
Il mio stomaco, incomincio a emettere strani boati, e allora decisi di raccogliere tutte le mie forze e di alzarmi.
Ma non feci neanche a mettere un piedi nel pavimento, che qualcuno, molto inopportuno, bussò alla porta, insistentemente.
Siccome ero ancora in biancheria, mi misi la prima cosa che trovai sulla mia sedia-armadio.
Una canottiera bianca, e dei pantaloncini a cazzo, dato che non potevo rispondere alla porta semi-nuda. Peccato, avrei preferito. Mi infilai le ciabatte, e mi avviai alla porta, passai davanti allo specchio, e mi spaventai del riflesso. Avevo i capelli a palla di fieno, e il trucco colato. La mia mise si prendeva a pugni da sola, per l’accostamento di colori, e la mia faccia sembrava avesse subito un incontro di pugilato.
Decisi di raccogliere i capelli in una coda alta e mi avviai da i suonatori mattinieri di campanelli.
Maledetti.
Le ragazze si erano svegliate dal casino dei suonatori.
Scesi le scale con il passo da ippopotamo, e trascinando i piedi per terra andai a rispondere alla porta.
Aprì sbadigliando, e davanti a me apparsero 5 figure sorridenti, con in mano sacchetti di carta e bicchieroni di Starbucks.
I miei occhi si spalancarono per la sorpresa, e loro incominciarono a ridere.
“Chi cazzo è a quest’ora?” Urlò Penny dalle scale mentre scendeva. A quanto pare non ero l’unica ad essere conciata in quel modo.
Appena Penny sbuccò dalle scale che finivano nel salone dell’ingresso, anche lei ebbe la mia stessa reazione.
“OH..” fu l’unica parola che uscì dalla sua bocca.
I ragazzi risero ancora di più.
Sofy e Rosa stavano scendendo, e io per non farmi capire dai ragazzi le informai della loro presenza in Italiano, ma loro mi assicurarono che erano presentabili.
I sorrisi dalle facce dei ragazzi si spensero, confusi, non riuscivano a capire quello che stavamo dicendo.
Le ragazze arrivarono in soggiorno.
“Buongiorno” salutarono tutti noi.
I sorrisi dei ragazzi si riaccesero e io li feci entrare.
Chiusi la porta e li seguì in cucina.
Si erano già accomodati intorno al tavolo da cucina.
“No ma fate con comodo eh!!” dissi scherzando.
“Eh dai, non fare l’acida ti abbiamo anche portato la colazione-pranzo” mi sorrise Harry.
“Ok ok se mi tenti” gli sorrisi, e gli stampai un bacio sulla guancia, sussurandogli un “grazie”.
“E comunque se ci rispondete così alla porta tutte le volte che vi portiamo la colazione, verremmo più spesso” sorrise maliziosamente Harry. Oh Harry, il solito Harry.
“Ehy, adesso siamo gelosi, lo vogliamo anche un noi un bacino di ringraziamento, e anche merito nostro se questo ben di Dio è su questa tavola” si lamentò Niall.
“E va bene” alzai gli occhi al cielo ridendo.
Feci il giro del tavolo e diedi un bacio sulla guancia a tutti, anche le ragazze già che c’ero.
“Allora si mangia o no?” chiesi io.
“Subito” risposero tutti n coro.
Mi sedetti anche io al tavolo e addentai il Muffin al cioccolato che mi avevano portato, sorseggiando un po’ del mio frappuccino.
“Beh a cosa dobbiamo questo regalo” chiesi ai ragazzi, mettendo in evidenza la mia bibita e il dolce.
“ Abbiamo pensato che potevate avere fame, e così abbiamo pensato di portarvi da mangiare” ci informò Liam.
“ Awwww che dolci grazie mille” disse Penny dando un bacino a Zayn, tutto felice lui.
“OH grazie allora” disse Sofy, sorridendo a 32 denti a Harry.
 
Dopo aver finito di mangiare, i ragazzi avevano un appuntamento con il loro manager, per un’intervista, così andarono via.
Noi ragazze allora decidemmo di darci una sistemata e soprattutto una lavata.
Andai in camera mia e aprì la finestra lasciando entrare l’aria fresca, al profumo di rose.
Presi le mie cose per il bagno, un asciugamano e mi diressi verso il bagno dove una vasca piena d’acqua calda e il nuovo sapone al limone e menta mi stava aspettando.
Accesi lo stereo e lasciai la radio. Amavo farmi la doccia con la musica.
Mi spogliai e mi infilai dentro la vasca, cantando a squarcia gola.
Le ragazze al piano di sotto stavano cantando le canzoni che la mia radio diffondeva in tutta la casa, si era formato un concerto, in casa stavamo tutte cantando a squarcia gola le canzoni che passava la radio.
Smisi di cantare lasciando l’assolo alle ragazze e mi tuffai nei miei pensieri, l’unico posto dove mi concedevo di pensare decentemente era la vasca con l’acqua calda.
Mi venne in mente la serata al locale, quando era stata sul punto di un bacio con Louis, il fatto che lui mi stesse cercando.
Magari era ubriaco e non si ricorda più niente, oppure.. oppure…oppure non lo so. Qualunque cosa sia successa adesso non vale più niente.
Quando alla radio senti delle voci familiari, prestai più attenzione alla canzone.
La radio stava trasmettendo i One Direction, più precisamente One Thing.
Appena senti la canzone mi venne da ridere. Ahahahahah!!
Sentire quei cretini alla radio era strano.
Le ragazze di sotto stavano cantando come delle deficienti, e stavano pure saltando, dati i rumori che si sentivano.
Incominciai a cantare anche io, presa com’ero dalla canzone.
Finita la canzone, uscì dalla vasca, e mi asciugai accuratamente.
Mi avvolsi in un asciugamano verde, e andai in camera mia, dando un occhiata giù dalle scale, per vedere dove erano le ragazze, ma non riuscivo a vederle. BAH.!
Non ci feci caso e aprì la porta di camera mia, e le ragazze sbucarono da sotto il mio letto urlando.
Mi spaventai a morte tant’e che urlai come una pazza.
Le ragazze scoppiarono a ridere nel vedere la mia faccia visibilmente turbata.
STRONZE.
“molto mature, devo dire che i bambini di 2 anni sono più seri di voi” le rimproverai seria.
Ma loro a quella frase risero ancora più forte.
“ Va beh, quando avete finito avvisate” gli dissi con sguardi di sufficienza dirigendomi verso il mio armadio per mettermi qualcosa addosso.
Non sapevo decidere, anche perché non sapevo cosa dovevamo fare, stare a casa oppure uscire, così decisi di chiedere alle ragazze.
“ragazze, cosa dobbiamo fare questo pomeriggio? Restiamo a casa oppure andiamo a farci un giretto, magari in centro, un po’ di shopping.” Alzai le sopraciglia felice cercando di convincerle.
“MMhh a me sembra un’ottima idea, non siamo ancora andate a fare shopping insieme da quando siamo arrivate a Londra, quindi ne abbiamo tutto il diritto.” Sentenziò Rosa, con il mio consenso e anche quello di Sofy e Penny che annuivano energicamente, evidentemente erano d’accordo.
Scelsi di mettermi una maglietta a righe un paio di pantaloncini panna, e i sandali con le borchie, (YEAH!!) mi infilai un paio di braccialetti sul marroncino e una collana lunga.
Le ragazze nel mentre che io mi vestivo erano andate a prepararsi, e dopo il trucco scesi giù in soggiorno, dove le aspettai per andare in centro.
Decidemmo di andare a piedi, e di farci una bella passeggiata, godendoci il sole che quella Domenica Londra ci stava regalando.
Mentre passeggiavamo discutendo sempre su tematiche fondamentali, quali il colore dell’estate o quale smalto Penny si sarebbe voluta comprare, passammo davanti alla casa dei ragazzi.
Ci voltammo tutte a guardare quella casa, e sorridemmo al pensiero che meno di 12 ore fa noi stavammo cenando con i proprietari.
Sorridemmo a quell’idea e proseguimmo per il centro.
Si erano fatte ormai le 5 quando noi arrivammo nelle vie IN di Londra.
Eravamo tutte eccitate, sapete quell’agitazione che vi prende quando state per iniziare a far shopping? Ecco quella.
Istintivamente sorridemmo, e ci avviamo nel paradiso femminile. L’intimo.
Entrammo da Victoria’s  Secret , il paradiso sceso in terra. Ci divertimmo ad abinare i colori più improponibili, fino ad arrivare ai completi sexy, con tanto di giarrettiere, calze autoreggenti e pizzi di tutti i colori.
Siccome io e Penny adoravamo queste cose,  decidemmo di comprare un completino molto osé, composto da appunto come già elencati giarrettiera, autoreggente e reggiseno in pizzo. Invece Rosa e Sofy, molto più classiche decisero di prender dei completi semplici ma molto particolari, d’altronde cosa ci si poteva aspettare da Victoria’s secret??
Comunque, uscimmo dal negozio, e continuammo con la nostra sessione di shopping, passammo davanti a un negozio molto speciale, vi ricordate quando sono andata a farmi un giro per le vie di Londra e avevo visto quel vestito bellissimo rosso, ecco, noi eravamo capitate proprio davanti alla vetrina, dove c’era esposto ancora il vestito. Rimasi incantata a guardarlo, era stupendo. Così decisi di trascinare le ragazze dentro quel negozio.
La commessa ci venne subito in contro, e  io gli spiegai che desideravo provare il vestito rosso in vetrina. Lei annui e mi porto il vestito in camerino. Me lo provai. Era un incanto, per fortuna potevo permettermelo, era bellissimo.
Anche Rosa e le altre si stavano provando dei vestiti, e si erano radunate fuori dal camerino per sentire i diversi pareri, su come cadeva il vestito ecc.. allora decisi di unirmi a loro.
Quando uscì dal camerino però la visione che mi aspettavo di vedere era diversa, nel piccolo salottino non c’erano solo Penny Rosa e Sofy, ma anche cinque ragazzi, seduti nelle poltroncine, che commentavano i vestiti, per quanto possa capirne un ragazzo.
Oh mio dio e adesso cosa faccio esco?? Che vergogna. FANCULO.
Mi allacciai le scarpe al tacco che mi aveva portato la commessa e avanzai nel salottino.
Le reazioni erano diverse ma a qualcuno era caduta la mascella, e aveva incominciato a sbavare….. 





Hola girls, come va? spero tutto bene. 
questo capitolo è un po' più lungo degli altri ma ero in vena e quindi.. niente.
spero che vi piacia e buona lettura ;D 
P.s ho saputo di Zayn e Perrie, mmmhhh a me sinceramente non piace ;D 
Lot of Love 

                                                                                                                                               Giulia xx

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Capitolo 11
*** A fantastic day.. ***


Sorrisi, i ragazzi erano in trance, e le ragazze invece, stavano sorridendo.
“WOW Giù” mi disse Rosa, “avevi ragione, il vestito è bellissimo” si complimentò Rosa sorridendomi.
“EH già, sapevo che eri gnocca, ma così..” mi fece l’occhiolino Sofy.
Penny non mi disse nulla, ma il suo sorriso valeva più di mille parole, Penny era un amica sincera, se non gli piaceva qualcosa te lo diceva e basta, senza troppi giri di parole.
I suoi sorrisi erano i migliori al mando, sinceri, niente di più.
“Si il vestito è davvero bello” acconsenti io, guardandomi allo specchio, per vedere come mi stava.
“Eh già, proprio il vestito..” senti sussurrare a Louis, che aveva sgranato gli occhi.
“mmhh..mmhhh” si schiarì la voce Harry, tornando in se.
“è proprio bello il vestito e ti sta bene” mi sorrise Liam, in modo gentile.
“Grazie Liam” gli sorrisi io.
“beh, vado a cambiarmi, così usciamo di qui” dissi ai ragazzi.
“Ok” mi disse Penny.
Tornai nel camerino, sentendo gli sguardi fissi sulla scollatura molto profonda, che arrivava a sfiorare il limite dell’adeguato, lasciando tutta la schiena scoperta.
Feci un leggero sorriso di soddisfazione, era lecito, qualunque ragazza si sentirebbe onorata, nel far rimane a bocca aperta i One Direction. ;D
Comunque tornai in camerino, e prima di togliermelo, guardai il cartellino con il prezzo. CAZZAROLA, costava più di 2000£, era troppo espansivo, non me lo sarei mai potuto permettere.
Mi lasciai sfuggire un sospiro di tristezza, e mi sfilai il vestito.
Peccato.
Mi rivestì, e uscì dal camerino con il vestito e le scarpe in mano, anche le scarpe erano da favola, delle Louboutin originali, io adoravo quell’uomo.
Trovai le ragazze e i ragazzi ad aspettarmi.
“per me sei bella anche così” mi disse Niall con aria da cucciolo.
“Awwwww tesoro, grazie” e gli stampai un bacino sulla guancia, che cucciolo. *__*
Con un sorriso stampato in faccia, raggiungemmo i ragazzi alla casa, Sofy stava comprando un vestito.
Uscimmo dal negozio, e Harry notò un piccolo particolare.
“Ohhhh ragazze, buste di Victoria’s secret, CI piace” disse agitando la testa, ma beccandosi uno scappellotto da Sofy.
Sorridendo ci battemmo il cinque.
“ehy che ho detto di male” protestò Harry, che non riusciva veramente a capire cosa aveva detto di tanto sbagliato.
“niente Harry lascia stare” lo tranquillizzo Louis ridendo sotto i baffi.
Louis, invece, si becco una gomitata nelle costola da parte mia.
Gli sorrisi, e gli dissi “ tranquilli, voi non lo vedrete mai quello che abbiamo comprato” facendogli capire che non mi avrebbe mai visto in biancheria intima, anche se io avrei tanto voluto. EHM.. Emh, basta, smettiamo la di farci strane idee.
Anyway,Louis mi sorrise malizioso, si avvicinò al mio orecchio, e abbassando la voce di 2 ottave mi disse con voce altamente sexy “ Ah si, dici?” scostandomi un ciocca di capelli, così facendo il suo respiro arrivava al mio collo, stavo per saltargli su in quell’istante davanti a tutti, ma una piccola parte di me riuscì a controllarsi, e a giocare al suo stesso gioco.
Quindi mi girai, feci lo stesso, gli misi una mano dietro la testa avvicinai la mia testa al suo orecchio, e con voce suadente, gli dissi “ MMhhh proprio così, non riuscirai neanche a vedere l’ombra della giarrettiera” e sorridendo, mi allontanai,  continuando a camminare, lo lasciai li a immaginarsi le giarrettiere.
Quant’era bello prendere per il culo i ragazzi. Anche perché bastava poc, solo il nome di giarrettiere, reggiseni, e perizoma, li mandava in estasi.
Quando riuscì a scrollarsi il pensiero della mia giarrettiera, ci raggiunse con un piccola corsetta, nel mentre noi eravamo diretti verso una gelateria, Niall aveva fame. STRANO.
“ragazze, dopo il gelato dobbiamo filare a casa, domani ci aspetta l’università” dissi con finto entusiasmo.
Le ragazze mi guardarono tristi e annuirono con poca convinzione.
“Mi dispiace, ma è la realtà” mi scusai io per averle riportate alla realtà.
“purtroppo” sospirò Rosa, che passeggiava al fianco di Liam, che come ogni galantuomo, portava le sue buste. In realtà io sapevo che stava cercando di sbirciare dentro le buste di Victoria’s secret.
Sorrisi a quel pensiero stupido e continuai a camminare.
Penny e Zayn si tenevano per mano, passeggiando tranquilli e felici come una pasqua.
La scena era buffa, Zayn portava le buste di Penny, e Harry quelle di Sofy, mentre io portavo le mie.
Ero contenta di questo fatto, mi piaceva troppo portare le buste dello shopping, era così soddisfacente.
Niall e Louis camminavano assieme, il braccio di Louis era appoggiato sulle spalle di Niall e camminavano assieme. Sembravano fratelli. Ero così colpita dall’istinto di fratellanza che i ragazzi avevano gli uni verso gli altri. Era una cosa molto dolce.
Quando Louis si accorse che ero rimasta dietro il gruppo, mi fece segno di raggiungerli, e mi aggiunse a quel quadretto, posando un braccio nelle mie spalle.
Continuammo così fino alla gelateria, e poi i ragazzi come era di consuetudine, si misero gli occhiali da sole, ed entrammo nel negozio.
Prendemmo le nostre ordinazioni, e poi uscimmo dal negozio dirigendoci in un parco li vicino.
Zayn e Penny, presero la loro strada, e noi ci dividemmo a gruppetti, potete immaginare come erano le disposizioni. Niall, era andato nel bordo del laghetto a dare da mangiare alle paperelle con una vecchietta (tranquille non era la Flack, ahahahahh), e io e Louis passeggiavamo in quella giornata perfetta, tranquillamente, godendoci la natura, in piena Londra.
“Beh cosa mi racocnti” mi chiese Louis, leccando il suo cono gelato.
“mmhh niente, tutto come sempre, ahahhaha” scoppiai a ridere per il ricordo che affiorava nella mia mente.
“Mhh cosa c’è di divertente” mi chiese Louis curioso guardandosi intorno.
“AHAHAHA niente, mi sono ricordata una cosa” gli spiegai
“Adesso lo voglio sapere” mi incitò a raccontargliela.
“Oh non è niente di che tranquillo, mi sono solo ricordata che oggi mentre ero nella vasca hanno trasmesso una vostra canzone e noi ragazze ci siamo messe a cantare a squarcia gola” gli spiegai sorridendo a quel pensiero.
“aahhahaha “ si mise a ridere.
“è strano sentirvi alla radio” gli spiegai io.
“ Si, anche io non mi sono ancora abituato” disse.
“ deve essere strano immagino” continuai io.
“mmhh quello non è niente, la parte più difficile sono le fans, urlano, piangono, ti saltano addosso, sono pazzesche eppure, voglio bene ad tutte loro, alcune esagerano però è bello sapere che c’è qualcuno che non ti conosce ma che ti vuole bene” disse Louis sorridendo al pensiero delle sue fans.
“è una cosa dolcissima Lou lo sai?” gli dissi io intenerita
“si?” mi chiese lui
“eh già” ammisi io e per alleggerire l’atmosfera che si era creata scherzai un po’
“sei proprio un tenerone” gli dissi con la vocina che si usa con i bambini, e prendendogli le guancie gli fece fare cippi cioppi.
“ Ah si? Un tenerone dici?” disse ridendo minacciosamente “ allora il tenerone, ti prenderà e quando ti prenderà, ti farà morire del solletico” disse minacciandomi con le mani.
“non ti azzardare” lo intimai io ridendo sotto i baffi.
“Ti conviene correre, il tenerone sta per attaccare tra 3….2 corri..1…via..” e incomincio a correre per prendermi, ma io incomincia a correre, e l’inseguimento ebbe inizio.
Io urlavo come una bambina sovraeccitata, mentre lui mi rincorreva, cercando di prendermi, ma quando era vicino dall’afferrarmi per la maglietta io correvo ancora più veloce.
Ridevamo come 2 bambini, anzi no i bambini sarebbero stati meno infantili, ogni volta che scappavo dalle sue prese, mi giravo e gli facevo la linguaccia.
Quando continuai a correre, e mi accorsi che lui non c’era più dietro di me, mi fermai e mi guardai intorno, cercandolo.
Continuai a camminare, quando a un punto da dietro l’alberò uscì Louis, che mi afferro con tanta forza, che non riuscì a mantenere l’equilibrio, e cademmo a terra, come salami.
Stavamo morendo dal ridere, non ci eravamo accorti della posizione che avevamo assunto quando eravamo caduti, era un tantino ambigua.
Io avevo le gambe aperte e lui era sdraiato sopra di me, e si reggeva con le braccia che passavano sopra la mia testa. Nel mentre continuammo a ridere e quando l’eccitazione della caduta, si affievolì rimanemmo a guardarci negli occhi, sorridendo.
Quando la situazione si fece imbarazzante, e ci rendemmo conto della posizione, Loius si avvicinò sempre di più sempre di più ancora di più, io chiusi gli occhi, andandogli incontro, quando qualcuno urlò.
Io aprì gli occhi innervosita, e vidi Loius alzarsi, dare un occhiata in giro e pormi la mano per aiutarmi ad alzarmi. Io l’afferrai, e lui mi disse “ Corri” e incominciammo a correre mano nella mano, inseguiti dalle fan.
Come diamine avevano fatto a riconoscerlo non si capisce, Ahhh lo sguardo acuto delle fan..!!
Corremmo per non so quanto tempo, girammo l’angolo prendendo un vicoletto, eravamo morti. Il fiatone era indomabile, ci appoggiamo alle ginocchia tutti e due, per riprendere fiato.
“Come diamine hanno fatto a vedermi?” si chiese Louis
“è quello che mi chiedo anche io”ammisi
Scoppiamo a ridere, che cosa buffa, era il mio primo depistaggio.
“Beh ora che si fa!?” gli chiesi.
“mmhh se usciamo ci vedranno, e ci toccherà correre di nuovo, io direi..” e mentre lui continuava a parlare io mi sentii strana, vuota..
“Lou..” gli dissi con aria disperata
“dimmi” mi disse lui sorridendo.
“Abbiamo dimenticato le buste al parco..”
“O CAZZO…”
“Mi dispiace..” mi scusai io
“Nooo non è colpa tua, è colpa mia.”si diede un colpo alla fronte con la mano e si illuminò.
“Ok ho un piano, scambiamoci gli occhiali da sole, e dammi il foulard che hai in borsa” mi disse, Louis
“Ma tu come fai a sapere che io ho un fou..” non mi fece neanche finire la frase
“Non è importante sapere come lo so tu dammelo e basta, meno tempo ci mettiamo più possibilità di sopravivenza abbiamo” mi incitò lui.
“ehhh che tragico che sei” scherzai io, ma lui si fece serissimo invece.
“Ohh- OHH tu non sai quanto sono forti le directioner” amise lui.
“le che!?” chiesi io confusa
“Le directioner, le nostre fans.” Mi spiegò lui, come se la cosa fosse più che logica.
“ ohhhh” dissi io
“ora sbrigati dammi il tuo foulard” mi incitò lui, allungando la mano.
Presi il foulard dalla borsa e glielo diedi, lui lo afferrò e se lo mise in testa a mo di bourqua,( non so se si scriva così, penso proprio di no) comunque, scoppiai a ridere, era buffissimo.
“ehy cosa ti ridi, non sono sexy nella mia versione da donna?” mi chiese, atteggiandosi.
“oHHH si ti salterei sopra in questo istante” dissi col tono più convincete che potevo sopprimendo i risolini.
“Bene, ora passami i tuoi occhiali da sole, e tu mettiti i miei, legati i capelli, così saremmo meno riconoscibili, MUOVITI” mi disse lui, con voce da checca isterica. Io scoppiai a ridere di nuovo.
“Si sergente” e mi misi sull’attenti.
“ora” mi disse “ passeggeremmo tranquillamente verso il parco, tu evita di parlare e ridere, io farò lo stesso, ogni tanto controlla dietro di noi, io non potrò girarmi sennò ci riconosceranno. Pronta!?” mi chiese dedicandomi uno dei suoi sorrisi più belli. Devo dire che ero particolarmente eccitata per il nostro piano, e poi Louis come generale non era niente male. Me lo stavo immaginando in divisa. Senza neanche accorgermene stavo sognando a occhi aperti, e mi morsi un labbro, ma mi risvegliai dal mio BELLISSIMO sogno e gli risposi.
“Sono nata pronta” e facendogli l’occhiolino, lui mi prese per mano e ci avviamo per il parco.
Aveva una presa salda, e il contato con Louis mi faceva sentire le farfalle allo stomaco, e lui faceva ridere con il mio foulard in testa, e gli occhiali da donna.
Riuscivo a stento a trattenere le risate, lui ogni tanto mi mandava occhiate di rimprovero, ma anche lui stava per scoppiare a ridere.
Eravamo quasi arrivati, mancavano meno di 50m dal parco, il tanto di attraversare la strada.
Louis mi strinse la mano ancora di più, e io mi girai verso di lui, rivolgendogli un sorriso. Che dolce era agitato. Mi avvicinai a lui e gli stampai un bacio sulla guancia, se lo meritava, stava facendo tutto questo solo per me.
Mi sorrise, e mi trascinò nelle strisce pedonali, fino ad arrivare nel parco, io non mi ricordavo dove eravamo caduti, ma lui evidentemente si dato che mi tirava da una parte e l’altra del parco.
Lungo un viale, vidi le buste di Victoria’s Secret, e mollai la sua mano per correre a prenderle, così finalmente saremmo potuti tornare a casa.
Le afferrai per i lacci e tornai di corsa verso Lou che mi stava aspettando fermo nel viale, sorridente. Io a mia volta gli sorrisi, e camminai decisa verso di lui, che nel mentre si era tolto il mio foulard dalla testa, che lo faceva sembrare solo ridicolo. Si era appuntato i miei occhiali da sole nel giro collo della maglietta, e i suoi occhi al sole erano mozzafiato, e a quel pensiero mi arrivò un pugno allo stomaco.
Mi mancò il respiro. Ignorai quella sensazione ridicola, e continuai a camminare diretta verso il mio oceano.
“Beh, le tanto preziose buste furono portate in salvo, giusto?” mi domandò.
“Si tutto grazie a te, a proposito, grazie di tutto” gli dissi.
“Grazie di cosa, è il mio dovere salvare le buste in pericolo” mi disse scherzando.
Io gli diedi un leggero pugno al braccio, e lui come era suo solito, fece il cretino massaggiandosi il punto in cui l’avevo toccato.
“cretino” gli dissi io ridendo.
Lui mi sorrise e cercò qualcosa nella tasca dei pantaloncini.
Ne tirò fuori il cellulare, e controllo, evidentemente, un messaggio.
“Oh, i ragazzi ci stanno cercando” mi annunciò.
“Beh, digli la verità che siamo scappati dalle fan ma avevamo lasciato le buste qui e siamo tornati indietro a prenderle” gli dettai quello che doveva scrivere.
“ è questa la verità?” mi disse tutto serio “ sei sicura che tu non mi abbia attirato qui per qualche oscuro motivo?” mi chiese, recitando la parte della ragazzina spaventata in un film horror.
In un primo momento non riuscì a capire se stesse scherzando o meno, poi quando ebbe finito la frase, uno faccia alla “are you fucking kidding me?” mi si spiaccicò in faccia.
Lui continuò con la faccia spaventata “ sei sicura che non mi vuoi torturare!? Sai non mi stupirei una con la tua faccia..” e mi sorrise.
“A si una con la mia faccia?” gli sorrisi con aria di sfida e mi avvicinai sempre di più a lui e alla sua faccia, finche non fummo abbastanza vicini da sentire i nostri respiri in faccia.
“Una con la mia faccia cosa? Cosa ha la mia faccia?” gli chiesi alzando un sopraciglio.
“Oh niente di sbagliato e solo che l’aria da pervertita che ti porti dietro, è un tantino inquietante!” mi disse ridendo lui.
“ Ah si l’aria da pervertita è inquietante?” e così dicendo mi avvicinai al suo orecchio, e in un sospiro malefico gli sussurrai
“Corri bambino, perché se ti prende, potrei aggredirti” e a quella frase incominciai a contare alzando la voce
“1….2…. corri bambino 3…” non feci in tempo a dire 4 che lui stava correndo e io lo inseguivo con le buste a trago.
Canticchiavo come una bambina, in effetti era un po’ inquietante, ma continuai a saltellare, e a cercarlo.
Quando alla fine mi arresi, mi fermai davanti a un albero all’ombra per riprendere fiato. Ero stanca morta.
Mi stavo rilassando, quando una mano mi tappo gli occhi e la bocca e mi spinse all’indietro.
Io cercavo di divincolarmi, ma delle labbra si appoggiarono al mio orecchio, e pronunciarono un “SHHH”, e allora mi stetti zitta.
“brava bambina” mi disse la voce al mio orecchio, e si mise a ridere.
Non aveva ancora tolto la sua mano da i miei occhi, ma non ci voleva molto a riconoscere la voce altamente sexy di Lou.
“mmhhh fammi pensare, chi sarà mai” feci finta di pensarci mettendomi un dito sulla bocca.
“mmhh prova a indovinare” mi disse all’orecchio.
Tutte le volte che mi parlava all’orecchio, scatenava in me emozioni impensabili.
“Allora, potrebbe essere… un assassino molto malvagio”
“mmhhh potrebbe essere, ma no ritenta”
“Ehmmm un ragazzo, con una maglia a righe, un paio di pantaloncini, e delle Tom’s??” chiesi io.
“mmhh fammi pensare, può darsi” mi disse lui liberandomi dalle sue mani negli occhi.
Fui accecata dalla luce del sole, e quando i miei occhi si abituarono alla luce, lo trovai il sopra di me, che mi scrutava, silenzioso. Sembrava un cucciolo. Che carino.
Era tardi, il sole stava tramontando, ed era ormai ora di andare, anche se io sarei potuta rimaner così insieme a lui tutta la vita.
“Lou” gli dissi io
“mmhh” mi rispose lui che si era sdraiato al mio fianco e si stava godendo gli ultimi raggi di sole di quella giornata “tranquilla”.
“è tardi, io devo tornare a casa, le ragazze mi stanno aspettando, e domani devo andare a lezione.” Lo informai io. Lui ormai si era girato verso di me, e ora ci stavamo guardando negli occhi.
“devi proprio andare!?? Si sta così bene qui..” e sospirando brontolò.
“Neanche io vorrei alzarmi, e godermi questo sole,- con te- (pensai), ma purtroppo il dovere chiama”.
E così dicendo, mi alzai, mi pulì i pantaloni, e porsi una mano a Lou per aiutarlo ad alzarsi.
Lui l’afferrò, e fece i miei stessi movimenti, si pulì i pantaloni e si mise gli occhiali da sole.
“ok allora ti accompagno a casa, non si lascia andar una donzella a quest’ora…” canticchiò lui, con tono solenne.
Io scoppiai in una risata, e cominciammo a camminare.
Camminammo per 10 minuti buoni in silenzio, eravamo ormai quasi arrivati a casa, mancavano solo pochi isolati, e poi, questa magnifica giornata sarebbe finita, e io mi sarei chiesta per tutta la settimana se avrei avuto la fortuna di passare un’altra giornata così.
“ beh oggi mi sono proprio divertito” si rivolse a ma Louis con un sorriso.
“anche io, era la prima volta che mi divertivo così tanto da quando sono arrivata a Londra”concordai.
“sono contento, dovremmo rifarlo.”
“Oh si con molto piacere” concordai io annuendo.
“beh, allora quando lo rifacciamo!??” mi chiese lui impazzente.
“mmhh non so decidi tu” gli diedi carta bianca.
“potremmo rifarlo sabato sera a cena” mi invitò lui “ però questa volta usciamo fuori a mangiare, perché io faccio schifo in cucina” ammise.
“oh bene sai, non vorrei morire avvelenata” scherzai  io.
“Ehy!!” mi disse lui dandomi una piccola spinta scherzosa.
Noi parlavamo, ma eravamo arrivati a casa mia ormai.
“beh io sono arrivata” gli feci notare “ ciao allora”tentennai io…
Lui mi prese per un braccio, mi fece voltare, mi afferrò una spalla avvicinando sempre di più la sua faccia alla mia. Io gli andai incontro, di certo non mi ritiravo.
Eravamo a 5 mm di distanza, ormai sentivo il suo respiro sulla pelle, e il momento del bacio tanto desiderato stava per arrivare.
Mi stava per baciare, quando le ragazze aprirono la porta, e io istintivamente, girai la faccia, e le sue labbra finirono sulla mia guancia.
Un “OH” da parte loro, ci mise in imbarazzo, e così io e Louis finimmo per salutarci con un banalissimo bacio sulla guancia e un “Ciao” imbarazzato.
Io entrai a casa visibilmente delusa per la seconda volta.
Bastarde, ero a passo dal bacio, e loro proprio in quell’istante dovevano aprire la porta!??
Fanculo. D'altronde, non era colpa loro, non potevano sapere che io e Louis ci stavamo per baciare.
Ero entrata in casa e un profumino, aleggiava per casa.
“MhHhhhh che buon profumino, cosa avete cucinato!?” chiesi io dirigendomi verso la cucina.
Trovai Rosa ai fornelli, che cucinava del pollo con i peperoni, e Sofy che preparava l’insalata.
“Pollo con i peperoni, il tuo preferito” annunciò Penny, spuntando dalle scale.
“ummhhh che buono, ma a cosa devo quest’onore?” chiesi io sorridendo alle mie migliori amiche.
“ abbiamo una buona notizia, una sorpresa” canticchiò Penny, che si adoperava per apparecchiare con cura la tavola.
“ e quale sarebbe la sorpresa?” chiesi, insospettita.
Te lo avremmo detto prima, ma tu non hai risposto al cellulare, eri con il tuo Louis..” mi fece gli occhioni dolci Sofy.
Non feci neanche in tempo a controbattere, che il campanello trillò 2 volte.
Mi alzai e andai ad aprire.
Quando aprì la porta un urlo mi travolse, e a mia volta, urlai come una matta, quella figura era più che inaspettata.
Incominciai a saltare dalla felicità
“ e tu cosa ci fai qui……”
 
 
 
Holaaaaa … qui è la scrittrice che parla (uhuhuhauhauah che buffo dire scrittrice).
*si schiarisce la voce* allora cosa ne pensate, una grande sorpresa nel prossimo, e tanta azione.
Chi pensate che sia l’inaspettato ospite!??* risata malefica*
Anyway, fatemi sapere se vi piace.
Lot of love 


                                                                                                                   Giulia xx

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Capitolo 12
*** PIZZAAAAA.... ***


“Ciao anche a te sorellina cara..!!” mi abbracciò la mia adorata sorellona.
“ripeto la domanda… tu cosa ci fai qua!??” gli dissi staccandola dall’abbraccio, per vedere se era cambiata un quest’ultimo mesetto. Infatti quando io ero partita per Londra, lei non c’era, era a lavorare in un ristorante dato che lei era la cuoca di casa.
“ Behhhh volevo vedere la mia sorellina, che è partita, e poi c’è la possibilità di un nuovo lavoro qui a Londra, sai com’è Londra cerca nuove tendenze culinarie, e si dia il caso, che io sono una Chef.” Mi disse scherzosamente.
“oohhh ma è bellissimo” disse Penny alle nostre spalle.
“Si è davvero fantastico” concordarono Sofy e Rosa, che annuivano energicamente.
“Aspettate, ma voi sapevate già tutto?” chiesi a quelle 3 screanzate.
“Sorpresa” mi disse Sofy agitando le dita, ridendo.
“Eh che sorpresa” dissi indicando Elisabetta (mia sorella).
Lei si mise a ridere, e sospirando disse “ Allora, mi fate entrare o devo rimanere sulla porta”
“Oh, scusa, entra pure, questa è la nostra umile dimora” e con un ampio gesto della mano gli mostrai il piccolo soggiorno che divideva l’ingresso dalle scale e dalla cucina.
“ohhh ma che carina..” disse mia sorella sorridendoci.
“L’avete arredata proprio bene” disse annuendo
“e scommetto che i cuscini li ha scelti Giù” si mise a ridere indicando i cuscini e il plaid.
“ahahhaa SI” confermai io.
“ahahahah sempre la solita” disse lei scuotendo la testa.
“ovviamente.. bene ora madame, se mi vuole seguire le mostro le sue camere” Disse Penny con tono solenne, incitandola a proseguire.
Salimmo le scale, e trovai una brandina in camera mia, ovviamente avevano pensato a tutto.
“questo sarà il suo letto per un po’ di tempo” le dissi io, ma lei mi corresse
“No ti sbagli, questo sarà il mio letto finché non trovero una casetta tutta mia” e sorridendo appoggiò la valigia affianco al lettino, si girò da noi, e sorridendoci ci intimò a scendere le scale per farsi raccontare quello che stavamo combinando in queste settimane a Londra.
“beh, si abbiamo già fatto amicizia, le persone sono tutte carine qui, o almeno la maggior parte lo è” si corresse Rosa, e continuò
“te li faremmo conoscere molto presto, anche perché qualcuno sta già frequentando uno di loro, senza fare nomi Penny” disse facendo la vaga, ma facendo arrossire violentemente Penny, che stava sprofondando nel divano, dove c’eravamo sedute.
“Ohhhh e brava la mia piccola e innocente Penny” gli disse dandogli delle pacche sulle spalle, ma ridendo.
“ quindi queste amicizie, sono prevalentemente maschili!?” chiese lei.
 Io la corressi “ Queste amicizie sono SOLO maschili, e infatti ora che ci penso, non abbiamo ancora amiche ragazze” dissi io sorridendo.
“mmhh bene bene, ditemi un po’ dei vostri studi voglio sapere tutto” chiese curiosa Betta (Elisabetta).
E così rimanemmo fino a tardi a raccontare delle nostre vita a Londra, e lei ad aggiornarci sulla sua esperienza sul lavoro e delle sue conquiste ;).
A una certa ora però, fummo costrette dalla stessa Betta ad andare a letto, lei era la mamma del gruppo, e per le ragazze era come una sorella. Non gli dava peso averla in casa, perché erano abituate, dato che abitavano a casa mia praticamente.
Andammo a letto, e quando le luci furono tutte spente, nella casa calò il silenzio.
                                                                         ******
La mattina dopo la mia radio-sveglia suonò presto, era arrivato il momento di abbandonare il mio amante. Il letto.
Era dura lasciarlo li solo soletto, ma se volevo arrivare puntuale a lezione, dovevo, a mala voglia, abbandonarlo. Mi alzai, mi misi le pantofole, e mi infilai nel bagno pronta per una doccia fresca, dovevo in qualche modo svegliarmi.
Accesi la radio, e mi infilai sotto la doccia, e ballando a ritmo, mi insaponai.
Sentì, nonostante la musica, mia sorella che si alzava e scendeva giù a preparare la colazione.
Mi sciacquai, bella profumata, e mi misi un asciugamano nel corpo, ed andai in camera a scegliere i vestiti.
Optai per qualcosa di comodo, un paio di jeans, una maglietta dei Queen, e i miei adorati sandali borchiati.
Mi infilai i vestiti, mi feci una coda, tirai su il ciuffo, e scesi in cucina a fare colazione, molto in fretta, dato il mio ritardo.
“scusate, ma sono in ritardo perso” chiesi scusa alle ragazze che stavano sorseggiando il loro caffè, con i pancakes che aveva fatto Betta.
Ne afferrai uno, bevetti un sorso di caffè, e poi gli urlai mentre cercavo le mie chiavi di casa.
“ecco perché amo quando ci sei tu a casa, la colazione è buonissima.” Diedi un bacio a tutte loro, e uscì correndo dalla porta.
Era inutile prendere la macchina, mi sarei solo imbottigliata nel traffico del Lunedì.
Così, incominciai a camminare correndo.
Arrivai alla sede della mia università, e presi posto affianco di una ragazza che avevo già visto nel corso di queste 2 settimane. La lezione era già cominciata da un po’, ma non sapevo da quanto così decisi di chiederlo alla ragazza, che come avevo appurato da un’osservazione più appurata, era veramente carina.
“ciao, scusa potresti dirmi se è iniziata da molto?” le chiesi timidamente sorridendo.
Le mi sorrise e a sua volta, mi rispose, tenendo la voce bassa per non disturbare la lezione.
“No tranquilla, è appena entrato” mi tranquillizzò lei.
“grazie mille, mi chiamo Giulia, piacere.” e porgendogli la mano lei l’afferrò.
“io mi chiamo Helen, il piacere è tutto mio.” E sorridendomi, riprese a seguire la lezione, e io la imitai.
Dopo la mattinata trascorsa tra varie lezioni, era arrivata finalmente l’ora di pranzo.
Mi si affiancò Helen e sorridendomi mi chiese “ ti va di pranzare assieme?” ma che gentile..
“certo, mettiamoci sotto quell’albero” e indicandole un albero più in là, ci avviamo.
“ beh Helen, non ci conosciamo molto, parlami di te. Da dove vieni?” le chiesi iniziando a conversare.
“Io sono scozzese, ma Londra è sempre stato il mio sogno, e ha soprattutto la migliore università di medicina. E tu invece, non sei inglese vero?”
“mhh si sente?” e scoppiamo a ridere “ no infatti, io vengo dall’Italia, e sono qui grazie a una borsa di studio, che grazie a i miei precedenti buoni voti, mi permette di studiare qua” e sorridendo incominciai a mangiare la mia insalata, e Helen, invece, addentò il suo panino.
“ WOW, Italia, non ci sono mai stata, ma mi piacerebbe andarci, deve essere stupenda.”e con sguardo sognante riprese a mangiare il suo bel panino.
“non per vantarmi ma si l’Italia è davvero stupenda, potrà avere tutti i difetti del mondo, ma in arte e bellezza, non solo del posto, ma anche delle persone, in pochi possono competere” e con aria solenne e fiera della mia madre patria continuai a mangiare la mia insalata.
“ ohh di certo, come ho già detto mi piacerebbe moltissimo andarci”.
Continuando il nostro colloquio per la conoscenza, parlammo del più e del meno, e quando fù l’ora di tornare alle lezioni, ci avviamo in aula insieme.
Quella ragazza era stupenda sia fuori che dentro, era perfetta, aveva una carnagione molto chiara, sembrava quasi albina, gli occhi verdi, e i capelli rosso, rosso fiamma, e come aveva tenuto precisare, erano suoi e NON tinti. Era più o meno alta, meno di me, ma non bassissima, ed era molto simpatica, e femminile. La sua risata era contagiosa.
Dopo altre 4 ore di tortura cinese, le lezioni erano finite, e io potevo tornare a casa, e rilassarmi, e magari farmi una passeggiata, magari, se ne avevo voglia, o forse no.
Comunque, ci scambiammo i numeri di telefono, e ci dirigemmo per due strade differenti.
Mentre camminavo sulla retta via di casa, una macchina, per poco, non mi schiacciava.
Coglione.
L’ignorai e proseguì.
Una volta arrivata a casa, trovai mia sorella al telefono con mia madre, e le ragazze anche loro visibilmente distrutte dall’università, accasciate sul divano con in mano una fetta di torta al cioccolato, preparata amabilmente da mia sorella, ma non solo, sul tavolino c’erano anche spremute d’arancia, e altri dolciumi.
Bene, evidentemente ci stava mettendo all’ingrasso. Aveva cucinato per una squadra di football.
Anzi una squadra di football non sarebbe riuscita a finire tutta quella roba, che proseguiva anche in cucina. Infatti il nostro tavolo era ricoperto da dolci di ogni genere, dalle torte ai muffin.
Mia sorella, appena mi vide mi fece la mano, e mi fece capire che al telefono c’era la mamma, e le ragazze invece mi salutarono con strani versi, tra il “ho la bocca piena e non posso palare” e il Oh MIO DIO quanto cazzo è buono”. BENE.
Il forno aveva ancora una torta dentro,  un barattolo di Nutella, era sopra il balcone. E non ci sarebbe rimasto per molto.
“a cosa devo tutto questo ben di Dio!??” chiesi io ridendo.
Nel mentre mia sorella aveva concluso la chiamata con mia madre, e si era avvicinata alla cucina per controllare l’altra torta.
“aaahhhh niente…..” mia sorella e le ragazze si erano tutte girate verso di me e mi fissavano.
“che c’è sono sporca?” e mi controllai i vestiti.
“mmhh no… però abbiamo degli ospiti, che stanno per arrivare.” Butto li con molta Non-chalance Betta.
“Aspetta cosa? Ospiti? E chi sarebbero?” e dopo che le ragazze mi sorrisero capì che erano i ragazzi.
“Ehy non ditemi che li avet…” non feci in tempo a terminare la frase che il campanello trillò, e Penny corse ad aprire la porta.
E io che volevo rilassarmi. Certo come no.
“ok mentre voi fate le presentazioni io vado a cambiarmi.” E così salì di corsa le scale.
Dovevo rendermi presentabile e carina il più fretta possibile. Noooo aspetta, cosa hai detto? Renderti carina? E perché, chi era la persona per cui… o dai ma a chi vogliamo fregare, era Louis la persona per cui mi dovevo are carina. Lo sanno tutti Giulia, è inutile che continui a negarlo a te stessa.
Sospirai, mi sciolsi i capelli, che erano mossi, e mi misi un filo di matita e una quantità industriale di mascara, e fard.
Ok mi misi un rossetto color pesca, che non desse nell’occhio, mi lavai i denti 2 volte, e poi mi decisi a scendere.
Li trovai tutti contenti, a quanto pare erano già avvenute le presentazioni della nuova arrivata in famiglia.
Salutai tutti con un “ ciao” (in italiano) e Liam mi disse “Ci-a-o- Pri-n-c-i-pe-s-s-a”.
Scoppiamo tutti a ridere.
“bravo Liam stai migliorando ancora un po’ di pratica, e riuscirai a dire le tue prime due parole in Italiano.” E ridendo mi sedetti anche io nel divano, vicino a Louis che mi aveva tenuto uno posto, e afferrai anche io una fetta di torta al cioccolato. Mhhhh che buona era la fine del mondo.
“Brava Betta, sei migliorata molto.” E lei sorridendomi, si versò un bicchiere di Limonata.
Tutti stavano mangiando e alcuni invece si stavano abbuffando senza fare nomi (Niall).
“ahahah Niall ti piace?” gli chiese Betta, divertendosi da matti mentre stava decidendo quale torta mangiare per prima.
Niall aveva alzato gli occhi che gli brillavano e gli rispose
“TU. Sei. Una.donna.da.sposare.” e guardandola gli sorrise.
Betta, arrossì all’istante, e sorseggiò la sua limonata.
“se tutte le volte che veniamo ci accogliete così, verremmo più spesso.” Disse Harry, che guardando Sofy gli stampò un bacio sulla guancia, contento lui. Sofy ridacchio, e si butto sul suo dolce per nascondere il visibilissimo imbarazzo.
“EH già concordo con Harry, anche se potrei morire di diabete per tutti i dolci che ci sono.” disse Louis E sorridendomi mi soffio addosso un po’ di zucchero a velo della torta.
“Stronzo” gli dissi ridendo e soffiandogli a mia volta il mio zucchero a velo.
Quando la nuvola di zucchero svanì, mi prese per i polsi e mi fece girare su me stessa, ritrovandomi appoggiata di schiena al suo petto.
Mi sussurrò all’orecchio “ dopo tu ed io ci andiamo a fare una passeggiata lontano da questo casino” mi girai verso la sua faccia, e gli sussurrai un “grazie”.
Mollò la presa e ci risedemmo, continuando a mangiare.
Mi alzai, e andai in bagno, mi lavai i denti, mi sistemai i capelli, il trucco e poi feci alzare Louis, pronta per andare a fare una passeggiata.
“Noi andiamo a fare una passeggiata per smaltire questa roba” disse sorridente Louis indicando tutti i resti dei vari dolci.
“ok” ci risposero in coro, non prestandoci attenzione, e continuando ad abbuffarsi.
Uscimmo di casa, e incominciammo a camminare.
“ohh per fortuna che siamo soli, altri 2 minuti la dentro, con Niall che fa battute, e tutto quel chiasso e sarei scoppiata.” Lo ringraziai. Lui di sua volta mi prese per mano.
Io incominciai a sudare. Mi aveva presa per manooooooooooooooooooo. Ok calma, calma.
“di niente cara” e mi sorrise, era visibilmente contento.
Continuammo a camminare ancora un po’ in silenzio. Poi fu lui a interromperlo.
“Giù?” mi chiese incerto
“dimmi” gli dissi io girandomi verso di lui sorridendo.
“senti… ioo…” mi disse visibilmente in difficoltà
“tu?” lo esortai a continuare.
“io volevo…”
“tu volevi”
“beh se mi lasci finire” mi sgridò lui ridacchiando, era visibilmente nervoso, che dolce.
“allora.. quindi… io.. vole-vo… chiederti… sevolessiuscireconme..” disse tutto d’un fiato. (se volessi uscire con me, per chi non l’avesse capito).
Io mi fermai, visibilmente sconvolta. Mi-aveva-chiesto-di-uscire.. A ME!!?? Siamo pazzi.
Ero in tilt
“Ma ne sei sicuro, vuoi uscire con me?” gli chiesi io sconvolta. O mio Dio che cosa avevo detto, era ovvio che voleva uscire con me, c’ero solo io lì.
Infatti, lui si mise a ridere. Più per la mia faccia che per la domanda.
“certo che voglio uscire con TE, e con chi altro sennò.!??” E mi mise una mano sulla guancia.
“i-i-i-i-o-o-o  v-o-le-v-v-v-o dire..” incominciai a balbettare.
“si voglio uscire con te Giulia.”
Gli sorrisi, e lui tolse la sua mano dalla mia faccia, e la rimise al posto di prima, nella mia di mano.
Ero felice come una pasqua…!!
“ potremmo andare in un posticino carino..” mi disse lui.
“ummhh per e va bene qualsiasi posto.” Gli sorrisi io.
“anzi no sarà una sorpresa, ti vengo a prendere sabato sera io,” e sorridendomi tolse la sua mano dalla mia, per posarmi il braccio sul fianco.
Stavo per svenire.
Girammo l’angolo, e tornammo a casa, dove trovammo i ragazzi che apparecchiavano.
“ehy ragazzi cosa state facendo” chiese Louis, turbato da quella scena, avevano ancora fame!??
“stiamo apparecchiando, Betta ci sta facendo la pizza, e non si può mai rifiutare una pizza, soprattutto se cucinata da un italiana” disse Liam sorridendo.
“mmhhh bene” disse Louis, aiutandolo.
Io nel mentre appoggiai la borsa nel tavolino multiuso, e mi avviai in cucina, dove trovai le ragazze, che preparavano l’impasto per la pizza e i condimenti.
Avevamo una vasta gamme di ingredienti: Mozzarella (ovviamente), pomodoro, verdure, tonno, rucola e grana,  prosciutto cotto e crudo ecc….!!
I ruoli erano Betta si occupava dell’impasto, Sofy e Harry dei condimenti, Rosa, con l’aiuto di Niall, esagerava nel condimento delle pizze.
Penny invece, spartiva ordini dalla sua sedia dietro il balcone.
“comoda così Penny..” gli dissi dandogli una pacca nel sedere.
“ahahahah! Si molto” mi disse lei, che era abbracciata a Zayn, seduto sulla sedia affianco alla sua.
“anche tu Zayn non scherzi..” gli dissi io scherzosamente sorridendo.
Lui mi guardo prima tutto serio, e poi si spalancò un sorriso a 34 denti, non l’avevo visto mai così a suo agio, infatti era un ragazzo molto solitario, secondo me un po’ timido, ma molto simpatico, stavano bene lui e Penny (non PERRY ahahahahha –basta- ok.).
Continuai a sorridere, e senti una mano che mi toccava un fianco, e dolcemente mi spostava.
Era Louis, che cercava di prendere i piatti dallo scolapiatti, e non ci arrivava, se io non fossi spostata.
Gli sorrisi e fece un passo a destra per farlo passare.
“Grazie” mi disse lui guardandomi negli occhi. Ok ero ufficialmente finita in paradiso. Scusate se sono ripetitiva, ma i suoi occhi tutte le volte che incontravano i miei, mi facevano ribaltare lo stomaco.
“di niente” risposi io timidamente abbassando lo sguardo, che non sarei riuscita a sostenere senza squagliarmi o saltargli addosso.
Il suo sorriso si aprì di più, prese i piatti e li portò in tavola, disponendoli.
Era quasi tutto pronto, le pizze erano nel forno che, poveretto, aveva sfornato dolci tutta la sera.
Mi chiesi come diamine facesse a cucinare tutto il giorno mia sorella senza stancarsi un attimo.
Ohh beh, lo faceva di professione. Ahhh beata lei.
Dato che ero altamente inutile in cucina, mi spostai in soggiorno, dove i ragazzi che stavano apparecchiando, stavano sorseggiando birra. Ohhh la birra, buona. Presi una lattina, e incominciai anche io a sorseggiarla.
Non era l’Ichnusa, ma andava bene lo stesso.
Cercai di capire la conversazione dei ragazzi, anche se sinceramente ci capivo poco, dato che avevano incominciato a usare termini tutti loro, e a parlare inglese stretto.
Fanculo, e allora incominciai a parlare loro in Italiano, facendo finta di niente.
Inizialmente i ragazzi non se ne accorsero, ma quando incominciai a fargli delle domande, mi guardarono come un’aliena.
Io sorrisi loro e insistetti a chiedere loro “ Quanto gli puzzassero i piedi, dopo aver passeggiato per 3 km”.
A stento riuscivo a trattenere le risa che mi uscivano dalle labbra, e le ragazze che avevano ascoltato tutto, dato il silenzio che si era creato, perché avevano smesso tutti di fare quello che stavano facendo, gli uni perché le ragazze mi capivano naturalmente) e non riuscivano a spiegarsi perché gli stessi parlando in italiano, e per la domanda bizzarra che mi ero inventata, gli altri perché non capivano una mazza di quello che stessi dicendo.
Però io, insistetti, volevo una risposta. Ma niente, e allora guardai le ragazze, e scoppiammo a ridere.
I ragazzi avevano una faccia alla –What the fuck?- e noi vedendo le loro espressioni scoppiamo a ridere ancora di più.
Quando ci fummo riprese, allora ci calmammo ma non gli spiegammo niente, semplicemente li ignorammo.
Io continuai a sorseggiare la mia birra, e le altre a preparare la pizza, mentre Penny continuo ad abbracciare Zayn, che era ancora confuso.
I ragazzi, si sentivano impotenti, e io continuavo a sorridere maligna, e a finire la mia birra.
Betta annunciò che le pizze erano pronte, e noi ci alzammo per riempire quel piccolo pezzo vuoto che era rimasto nel nostro stomaco.
La serata trascorse tranquilla, era una cena tra amici, con una new-entry, ma che aveva socializzato dal primo momento.
Era arrivato il momento di salutarci, e io sinceramente, non volevo lasciarli andare, sarei rimasta con loro tutta la notte, mi stavo davvero affezionando a loro. E poi mia sorella era arrivata da poco in città e per fortuna, ci sarebbe rimasta per un po’.
 
 
Como estas?? Todo bien..?? ( non so neanche se l’ho scritto correttamente).
Spero che vi piaccia il capitolo, la storia sta incominciando a metter su radici.
Tante sorprese nel prossimo, e chi lo sa, magari anche un NUOVO personaggio.
Voglio rendere questa FF molto più movimentata.
Lot of love
 
                                                                                              Giulia xx

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Capitolo 13
*** Ilness ***


Non volevo lasciarli andare, ma sapevo che il giorno dopo sarei dovuta andare a lezione, ed ero molto stanca, quindi dovevamo salutarli.
Zayn si alzò da tavola e “ Ragazzi, le ragazze domani devono andare a lezione e noi abbiamo un meet and greet, quindi salutate, e andiamo” e così dicendo si abbassò a baciare Penny, che lo accompagnò alla porta.
Io e le altre salutammo i ragazzi con un bacio sulla guancia, e Harry si complimentò con me, per la mia splendida maglietta. Lo so lo so, anche a me Freddy fa questo effetto.
I ragazzi uscirono, e ci lasciarono sole a casa.
Sparecchiammo e mettemmo i piatti nella lavastoviglie. E solo dopo salimmo in camera per andare a dormire.
Mi struccai, mi lavai i denti, e mi infilai sotto le lenzuola. MORTA.
                                                                    
                                                                          ************
 
I giorni passarono, ed era già arrivato venerdì, tra un giorno sarei uscita con Louis.
L’ansia, l’agitazione ma anche l’estasi, si faceva sentire ogni giorno di più.
Stavo andando all’università, quando mi ritrovai a sorridere come un ebete, al solo pensiero che domani sarei finalmente uscita con Louis.
Sorrisi ancora di più per la reazione che mi aveva causato.
Continuai a camminare, e quando fui finalmente arrivata, in orario, strano ma vero, mi accomodai affianco a Helen, che era anche lei appena arrivata.
Tirai fuori il mio squadernino, una penna, e poi mi girai a parlottare con Helen.
Un ragazzo, entrò in aula, e Helen gli fece la mano, lui appena se ne accorse, gli sorrise e si avvicinò a noi.
Salì le scale fino alla nostra “postazione” e saluto Helen.
“oh scusate, che maleducata, Luke Giulia, Giulia Luke” ci presentò lei.
“piacere” mi disse Luke con una voce intensa e molto bassa, altamente sexy.
“il piacere e tutto mio” dissi stringendogli la mano che mi aveva teso, sorridendogli.
“siediti Lu” lo intimò Hel.
E lui si sedette al mio fianco.
“Lui, è Irlandese, e si vede.” Scherzò Hel, sul fatto che fosse biondino, e avesse gli occhi azzurri, ma mai più belli di quelli del Mio Louis.
Beh, oltre gli scherzi, era un bel ragazzo alto, muscoloso, e ben dotato di intelletto.
Gli sorrisi, e io gli dissi:
 “ io sono italiana, e si sente, quindi non ti preoccupare” gli sorrisi, per alleviare la tensione.
“oohh adesso sono più tranquillo allora. E sorridendo, prese anche lui squadernino e penna per prendere appunti. Continuammo a chiacchierare del più e del meno, ma quando entrò il docente, ci zittimmo all’istante.
Seguimmo, e poi alla fine delle lezioni, pranzammo assieme.
Scoprì molte cose di lui, era irlandese, ed era venuto qui solo per la scuola.
Anche lui era qui con una borsa di studio, proprio come me, e aveva lasciato tutto a casa, per seguire il suo sogno, proprio come me.
Insomma vivevamo le stesse situazioni.
Nel corso del pranzo, ci conoscemmo meglio, e scoprì anche come facevano a conoscersi lui e Hel.
Praticamente, era dovuto mancare una settimana dalle lezioni, perché sua zia stava molto male, e lui è dovuto tornare in Irlanda, per accudirla, e quando era tornato, aveva chiesto Hel se gli poteva passare i suoi appunti, e Hel, dato che è la persona più gentile del mondo, aveva accettato, e da lì in poi erano diventati amici.
E brava Helen, se li sceglie proprio bene gli amici.
Era ormai arrivata l’ora delle lezioni serali, e dovevamo rientrare in aula.
Ci avviamo, entrammo, e seguimmo la lezione.
Al termine della lezione, uscimmo dall’aula assieme, e Helen ebbe una magnifica idea.
“Ragazzi, perché non usciamo assieme sabato sera, ci facciamo un aperitivo, e poi andiamo a ballare, eh!? Che ne dite” ci disse tutta entusiasta della sua magnifica idea.
“oh Hel, non posso, sono già occupata..” gli dissi io mortificata, mi sarebbe piaciuto molto, ma dovevo uscire con il mio Louis.
“oh, va bene.” Il suo sorriso si spense per un istante, ma si riaccese subito “ beh tu Luke, sei occupato?” chiese lei ancora sorridente.
“ io no verrò molto volentieri” disse lui acconsentendo all’uscita.
“bene, ti farò sapere dove ci incontreremmo.” Disse tutta eccitata.
“va bene” disse Luke sorridendo “ scusate ragazze ma ora devo scappare, il lavoro mi aspetta” e così dicendo svanì dietro l’angolo.
Ero confusa, non aveva detto di essere qui grazie a una borsa di studio!?? Decisi di chiedere a Helen.
“scusa Hel, ma non aveva detto di essere qui  con una borsa di studio!? Cosa se ne fa del lavoro?” chiesi confusa.
“oh beh vedi la borsa di studio ricopre le sue spese qui a Londra, ma la famiglia, non riesce a sbarcare il lunario, e quindi lavora in un bar, per spedire i soldi ai genitori. Non sono esattamente ricchi, ecco.” Disse lei molto dispiaciuta della situazione.
Mi rattristai anche io, si vedeva che era una persona umile, e non un pomposo. Anche se lui con il corpo che si ritrovava poteva permetterselo.
“oh mi dispiace per lui.:” ne fui veramente rattristata.
“va beh, Giu allora ci vediamo il prossimo Lunedì, o prima..” e facendomi l’occhiolino mi saluto con la mano e si diresse per la sua strada.
Io tornai a casa.
Aprì la porta, e trovai davanti a me la valigia di Betta.
Confusa la chiamai “ Bettaaa… Bettaaa!!” ma nessuno mi rispondeva, guardai l’orologio, e notai che era presto, le ragazze erano ancora all’università, e Betta non rispondeva.
Era una bella giornata, un po’ nuvolosa, ma piacevole.
Decisi di uscire in quel piccolo giardino che avevamo in casa.
Feci scorrere la porta, e misi un piede nell’erba fresca.
Era piacevole, mi distesi nell’amaca che avevamo comprato assieme allo svuota tasche dall’Ikea, e mi rilassai.
Era davvero bello distendersi 2 minuti, e rilassarsi, senza qualcuno in casa che urla.
Mi rilassai, forse un po’ troppo, e mi addormentai.
Passarono delle ore, e io ero ancora addormentata, avevo il sonno un tantino pesante, infatti non mi accorsi delle prime gocce di pioggia che mi arrivavano addosso.
Niente, dormivo beatamente, e a poco a poco mi stavo bagnando tutta.
Non mi svegliai finché la pioggia non si fece più fitta e un tuono squarciò il cielo, allora caddi dall’amaca per lo spavento, e atterrai su terreno molto fangoso.
Cazzo, adesso ero sporca di fango fino al collo.
Decisi di entrare in casa per darmi una sciacquata, e per ripararmi dalla pioggia.
Andai ad aprire la porta, ed era chiusa a chiave.
No NO NO !! non era possibile.
Cercai di forzarla, ma niente, la porta non sia apriva.
Cazzo. Ok rimaneva solo una cosa da fare, chiamarle.
Cercai il cellulare nella tasca dei pantaloni, ma niente, l’avevo lasciato in borsa.
Decisi di andare a cercare aiuto a casa dei ragazzi, gli unici che conoscessi così vicini a casa mia.
Scavalcai la staccionata, e uscì nel marciapiede, correndo arrivai davanti a quella casa, citofonai, ma nessuno rispose. Ero alla frutta, incominciavo a sentire freddo, ero sporca di fango nel culo, e si stava facendo buio.
Mi ero arresa.
Mi sedetti nel marciapiede.
Aspettai dei minuti poi sentì un cancello aprirsi.
Mi girai di scatto e notai che qualcuno con un ombrello, che camminava verso di me.
Mi alzai, e gli corsi incontro.
Era Liam. Dio grazie.
“Giu, ma che ci fai qui sotto la pioggia?? E sei tutta sporca.!!” Forza vieni sotto l’ombrello!” mi intimò Liam.
Non ci pensai due volte e mi misi sotto l’ombrello, e ci avviamo verso l’interno della casa.
“ adesso ti asciughi, bevi qualcosa di caldo, e poi mi spieghi cosa è successo” mi disse Liam, preoccupato.
Entrammo in casa, e mi sentì subito meglio, era calda, ma continuavo a tremare.
La casa era deserta.
“allora, io vado a riempirti la vasca di acqua calda, e adesso ti porto degli asciugamani, così ti puoi asciugare” disse Liam correndo da una parte all’altra della casa per raccattare tutto l’occorrente.
“ Grazie Liam” gli dissi io, con voce flebile.
“figurati Pulcino” gli sorrisi e lui fece altrettanto, sempre correndo da una parte all’altra della casa.”
“Ok principessa, eccoti gli asciugamani, l’acqua è calda nella vasca, e vatti a fare una doccia, o ti ammalerai.
Io ti procuro dei vestiti per cambiarti e la biancheria ti dovrei accontentare dei boxer di qualcuno, mi dispiace” disse Liam in tono di scuse.
“grazie mille Liam, di tutto” e di risposta starnutì.
“corri” mi disse lui sorridendo.
“vado” e afferrai gli asciugamani che mi stava porgendo.
Salì le scale, e mi ritrovai in un corridoio, aprì la porta da dove usciva il suono familiare dell’acqua corrente.
Appoggiai gli asciugamani, incominciai a spogliarmi, e mi infilai nella vasca.
Il calore invase il mio corpo, e mi rilassai. Smisi di tremare, e mi godetti quel calore.
Mi insaponai, e poi mi sciacquai.
Erano passati 10 minuti ormai, e allora decisi di asciugarmi, vestirmi e scendere.
Infatti mi asciugai, e Liam, mi aveva lasciato i vestiti su uno sgabello fuori dalla porta.
Mi feci una coda di cavallo, e guardai i vestiti che mi aveva portato.
C’erano un pio di boxer larghi, che però mi sarebbero stati grazie all’elastico stretto, una maglietta a righe  e da quel dettaglio avevo capito che erano di Louis) e un paio di pantaloni a mezza gamba.
Mi misi i boxer, che per fortuna reggevano, ma mi stavano enormi, la maglietta, e poi passai ai pantaloni, che pur essendo elasticizzati, non mi stavano. Optai per mollare i pantaloni e rimanere in boxer.
Mi misi delle ciabattine di Louis, e scesi, sembravo un fenomeno da baraccone.
I boxer, erano di un blu scuro a fantasia, e la maglietta era l’unica cosa di decente, perché le scarpe mi stavano grandi.
“Liammmmm” lo chiamai, e lui apparse dal piano di sotto.
Quando mi vide scoppio a ridere, e io con lui.
“scendi” riuscì a dire a stento, stava soffocando le risate.
“eh dai, sono così male, non mi dona lo stile carota!??” dissi io scherzando assumendo una posizione da modella.
“oh si non sai quanto” mi disse lui scoppiando in una nuova risata.
Scesi al piano di giù e stavo per inciampare, se non fosse stato per Liam che mi afferrò per un braccio.
“Grazie ancora di tutto Liam, sei il miglior papà del mondo” e gli stampai un bacio sulla guancia, lui arrossì, e mi porse la cioccolata calda che mi aveva preparato.
“Wow, che gentile” e gli sorrisi afferrando la tazza di cioccolata calda fumante “ non dirmi che hai anche i Marshmallow” dissi io scherzando, ma lui diventò tutto serio e mi disse
“Oh no quelli sono di Niall” me lo disse con tono grave.
“Oh ok” gli dissi io ridendo.
“bene pulcino, se ti vuoi accomodare nel divano, i ragazzi arriveranno tra poco, erano andati a prendere le pizze per stasera” mi informò.
“Oh, allora tolgo il disturbo, provo a vedere se ci sono le ragazze a casa” lo informai io alzandomi dal divano, ma lui mi prese per un braccio, e mi fece risedere.
“dove vuoi andare, ho già chiamato Rosa, e ha detto che loro non ci sono a casa, e stanno tornando, e tra 10 minuti saranno qui” mi sorrise, e io lo ringraziai per l’ennesima volta.
“Beh papà, come mai hai chiamato rosa?” gli domandai io centrando il punto. Lui arrossì, prese fiato e mi rispose.
“Ho solo il suo numero” mi disse lui cercando una scusa.
“non è vero, hai anche quello delle altre, compreso il mio” dissi io con aria grave “dai, a me puoi dirlo, prometto che non dico niente a nessuno” gli dissi facendo finta di chiudermi la bocca con la chiave.
“Promesso.?”
“Promesso..”
“ok allora te lo dico, ma giuro che se glielo dici ti stacco la testa a morsi” mi disse, minacciandomi.
“si si convincitene..” dissi io scherzando
“beh si Rosa, potrebbe piacermi…” e diventò rosso come un peperone, e di sicura non era per la cioccolata calda.
“Potrebbe??” gli dissi io incredula “ ma se ogni volta che si avvicina a te, diventi paonazzo?” gli dissi io prendendolo in giro.
“non è vero……. Forse è vero ma..” era esitante
“ma Liam??” lo incoraggiai io
“ ma ho paura di chiedergli di uscire, e se poi mi dice di no?” ammise Liam.
“dicesse di no? Stai scherzando spero. Rosa ha una cotta per te ancora prima di conoscerti, e tu hai paura di chiedergli di uscire??” ohhh Ragazzi, tutti uguali.
“Davvero?” mi chiese lui sgranando gli  occhi.
“davvero, non ti sei accorto che ogni volta che vi scambiate due parole fra un po’ non sbava?”
“ehm, se devo essere sincero no..” disse in imbarazzo.
“Oh dio..!” esclamai e mi portai una mano sulla faccia.
“ok, non fa niente, tu chiedile di uscire e basta. Il successo è assicurato!!” dissi con molto entusiasmo, alzandomi dal divano.
La porta si aprì, e mi venne un capogiro, e ricaddi sul divano.
Woh, che sballata. Mi era scomparso il pavimento da sotto i piedi.
“Bene, vedo che non stai molto bene” mi disse Louis, entrando con uno dei cartoni della pizza che avevano comprato per la cena.
“No, no no no, sto benissimo, e solo che..” cercai una scusa “ e solo che… che..che ero in piedi, e ho sentito aprire la porta, e mi sono giarata, e ho perso l’equilibrio” dissi di fretta.
“Si si certo come no” intervenne Niall dalla porta, e detto questo si avvicinò a me dandomi un bacino sulla fronte, per controllarmi la febbre.
“Mhh Giù, tu hai la febbre” mi disse Niall, mettendomi una mano sempre sulla fronte.
“Ehy, sono io quella ce studia medicina QUI.” Dissi io un po’ arrabbiata.
“ e io dico che non ho niente, e che posso tornare a casa” e così dicendo mi alzai, ma un altro capogiro mi colse all’improvviso, e crollai sul divano.
“Ok, ok, magari ho giusto due linee di febbre, ma abito dietro l’angolo ( non proprio), e c’è la faccio a tornare a casa” e per l’ennesima volta tentai di alzarmi, questa volta più lentamente.
Ok ero in piedi, e non ero ancora crollata.
“visto, riesco a reggermi in piedi” dissi a loro, che ormai avevano lasciato le pizze in cucina, ed erano venuti a vedere come stavo.
“ ma se sei bianca con un fantasma!” mi disse Zayn, che aveva appena mandato un messaggio a Penny per chiedergli  il perché di tutto quel ritardo.
“no, e Londra che è piovosa, e quindi niente sole niente abbronzatura.” Dissi io, ma una strana sensazione mi colpì lo stomaco. Come un pugno si riverso, sempre più su.
“ oh mio dio no…” dissi tra me e me, incominciando a correre verso il bagno.
Appena entrai in bagno chiusi la porta, mi misi davanti al water, e poi vomitai tutto.
(scusate per la visione cruda della situazione).
Mi facevo schifo da sola, avevo sempre odiato avere quella sensazione.
Mi alzai con le poche forze che mi erano rimaste nel corpo, e andai al lavandino.
 Non riuscivo a reggermi in piedi, e così mi appoggiai al lavandino, e a fatica, mi lavai i denti, alla moda rudimentale, cioè con un dito e un po’ di dentifricio, e mi sciacquai la faccia.
Ero davvero bianca come un lenzuolo. E io che studiavo medicina sapevo benissimo che avevo la febbre, e il freddo mi aveva congelato lo stomaco. Una bella congestione, EVIVA!!
Scesi di sotto, e nel mentre erano arrivate anche le ragazze.
Come mi videro, si spaventarono, sembravo davvero un fantasma.
 E poi oltre che la mia faccia ci si mettevano anche i vestiti. Sembravo una deficiente.
“ohh giù..” mi disse Rosa venendomi incontro, e toccandomi la fronte come aveva fatto Niall.
Mi stavano cedendo le gambe e mi aggrappai al braccio di Rosa.
Dopo un po’ sentì un braccio che mi cingeva per la vita, e mi sorreggeva.
Era Louis, che era accorso in mio aiuto.
Un “grazie” flebile uscì dalla mia bocca. E lui si limitò a sorridermi.
Avanzammo verso il divano, e mi fece sdraiare.
“Non avete un termometro ragazzi?” chiese Sofy.
“ si certo vado a prenderlo” disse Liam.
“aspetta” dissi io a Liam fermandolo.
“di sicuro ho una congestione, e mi servirebbe una borsa di acqua calda, e una tisana” dissi io finendo le energie e abbandonandomi al divano.
Ma cosa mi prendeva, per un semplice raffreddore-congestione? Bah.
“si signor medico” mi disse Liam scherzando sorridendo, e pronto per partire alla ricerca delle cose elencate.
“Aspetta” lo blocco Rosa prendendolo per un braccio e sorridendogli “ ti aiuto anche io” e così si avviarono.
Nel mentre gli altri, erano tutti disposti intorno al divano, con aria preoccupata.
“Ehy, sono io qui il medico, e se il medico vi dice di non preoccuparvi, voi non vi preoccupate OK?” dissi a loro sorridendo.
“ok” mi risposero in coro, un po’ sollevati, ma ancora preoccupati.
Dopo quella rassicurazione, i ragazzi e le ragazze si avviarono verso il tavolo a pochi metri da me, e aprirono i cartoni della pizza.
L’odore della pizza arrivò anche a me, e la nausea mi pervase, scattai in piedi pronta per andare in bagno, e Louis, che era rimasto al mio fianco mi aiutò ad alzarmi e mi accompagnò correndo al bagno.
Ma per fortuna non ce ne fu bisogno, la nausea era passata non appena quell’odore era svanito.
“wow, potremmo superare la velocità della luce con questi scatti” mi disse scherzando Louis.
“Deficiente” gli dissi scoppiando a ridere “ non farmi ridere che mi fa male la pancia”
“AHAHAH ok come vuoi tu mi padrona” e facendo la voce stupida, scoppiai a ridere ancora di più.
Mi cedettero le gambe, ma Louis fu più veloce e mi afferrò.
“ per fortuna che sei leggera, sennò a quest’ora staresti a terra” e così dicendo mi prese in braccio, e mi portò in una camera, passando per molte porte.
“dove stiamo andando?” gli chiesi io.
“In quest’istante stiamo oltrepassando casa di Niall” mi disse lui aprendo e chiudendo porte.
“come casa di Niall?” ero confusa, non eravamo a casa di Liam?
“Beh si, e vero che abitiamo in un complesso di case, ma siccome sono tutte attaccate, abbiamo fatto mettere delle porte per collegarle, così possiamo stare insieme, senza dover uscire fuori per entrare a casa degli altri.” Mi spiegò lui tutto soddisfatto.
“ohhh che idea…” dissi io più che sorpresa.
“Ed ecco questa e Larry home.” Mi disse lui continuando a camminare, e aprendo l’ultima porta, finalmente.
Davanti a noi apparse un lettone matrimoniale ENORME.
La camera era arredata con gusto, era sul tono del bianco-beige, era grande e luminosa, una grande finestra si estendeva per la parete, e dava sul retro della casa, così da passare inosservata, e un caminetto in pietra, posto davanti al letto, regalava alla stanza un’aria calda e accogliente alla stanche, che senza quel particolare sarebbe stata fredda.
Era proprio bella, e soprattutto ordinata, cosa stranissima per un ragazzo.
“ecco questa e camera mia” mi disse un po’ in imbarazzo e abbassando lo sguardo.
“ma è bellissima” dissi io sorridendogli.
“davvero?” alzò lo sguardo e gli si illuminarono gli occhi.
 Mi adagiò sul suo letto, -che detto tra noi, era morbidissimo- e si girò verso il caminetto, evidentemente teso, cercava di prendere parola.
“Beh giù ti devo ammettere una cosa” disse incerto, sembra dandomi le spalle “ senti io…” era nervoso “ io..” “ io.. volevo dirti che.. mi sto innamorando di te”.
Ma prima di sentire le ultime parole, il sonno aveva preso il sopravento, e non ero riuscita a sentire.
Lui se ne accorse, perché dopo esser riuscito a dire quelle parole tanto attese, si girò per vedere la mia faccia, ma naturalmente trovò una ragazza crollata dalla stanchezza.
Sorrise tra se e se, si diede dello stupido, e con dolcezza spostò le coperte, e coprì delicatamente quella fatina –secondo lui- che dormiva nel suo letto.
Così facendo, si tolse le scarpe, e gli fece compagnia ponendosi al suo fianco, addormentandosi in un sonno profondo.


Scusate signore, ma ero così presa dalla fine della scuola, che mi sono completamente dimenticata dei capitoli.
mi faccio perdonare mettendo un capitolo, extra lungo, e promettendovi di pubblicare il prossimo al più presto.
Piccolo spoiler, nel prossimo troveremmo più scene Rosa-Liam, e anche Harry-Sofy. 
Scopriremo anche delle cose che qualcuno ha tenuto in sospeso. ;D Bah, chi sarà?? 
fatemi sapere chi, per voi, potrebbe essere, ne sarei molto più che contenta.

Un grazie speciale, va alle ragazze che mi seguono, e un grazie va anche a jamilaStyles,  neige13,  Angel17 che hanno recensito la storia.

Lot of love 
              
                                                                                                                  Giulia xx 

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Capitolo 14
*** Dream ***


Sentì un leggero profumo di caffè, che aleggiava nell’aria, e che arrivava dritto alle mie narici.
Quel profumo mi aveva svegliata e purtroppo non solo quello, la testa mi pulsava, e avevo la bocca secca.
Tenevo ancora gli occhi chiusi godendo del calduccio e della morbidezza del letto, che per tutta la notte mi avevano accompagnato sino a questo “dolce” risveglio, se così si può chiamare.
Non volevo aprire gli occhi perché sapevo benissimo che se aprivo gli occhi, il sogno che avevo fatto quella notte, sarebbe svanito, e non avrei potuto continuare a viverlo.
Ripensai al sogno. Avevo sognato che Louis mi avesse portato in camera da letto in braccio, e che ridendo mi aveva dato un bacio, appassionato, poi si era spostato dalle mie labbra, e si era dichiarato. E poi avevamo ripreso a baciarci.
-eh già, infatti è proprio un sogno- pensai, delusa. Il bello dei sogni è appunto il fatto di poter sognare quello che vorresti accadesse realmente, ma poi quando ti svegli e scopri che è tutto falso, la delusione ti spezza l’anima. Però i sogni sono i sogni e per fortuna esistono.
Dopo questa riflessione spicciola alla Paris Hilton, decisi di godere un attimino del mio sogno, e poi di aprire gli occhi e di catapultarmi nella realtà che mi attendeva.
Con un sospiro e di malavoglia, aprì lentamente gli occhi. La luce mi invase, e il profumo di caffè si protrasse sempre più vicino.
Quando i miei occhi si abituarono al sole, riuscì a ricordare dove mi trovavo, e a familiarizzare con l’ambiente circostante. Non mi ricordavo molto della sera prima. Mi ricordavo solo che Louis mi aveva portato in camera sua, l’avevo catalogata come una bellissima e immensa camera da letto, e poi quando mi aveva appoggiata nel letto, ero crollata.
Nient’altro. Tutto qua.
Ok, allora prima di tutto, mi girai, e notai Louis al mio fianco.
Che cazzo ci faceva lui li? Oh aspetta, questo è il suo letto giusto. Che cogliona che sono.
Ok punto 2 perché la maniglia della porta stava girando lentamente?
Oh mio dio, non ci sono ladri vero? Anche perché è mattina, e mi sembra sconsigliato derubare qualcuno di mattina.
Comunque, non sapendo chi fosse, mi avvicinai di più a Lou, che dormiva beatamente.
Ohhhhh ma cheee carinooooo!!! Veniva voglia di abbracciarselo e sbacciucchiarselo tutto (MMhh quello anche da sveglio, ma non aveva importanza).
Nel mentre che io sparavo stronzate mentali, la maniglia continuava a girare lentamente, quasi qualcuno non volesse far troppo rumore.
Quando ormai la maniglia aveva fatto il suo giro, la porta si socchiuse, e intravidi dallo spiraglio una sagoma riccioluta, che entrava con un vassoio in mano contenente caffè e cornetti.
Cazzo Harry mi aveva fatto prendere un colpo. Infatti tirai un sospiro di solievo, e mi rilassai al fianco di Lou.
“Ehy Harry, che ci fai qui?” gli dissi io tranquilla e serana.
“Buongiorno anche a te paziente” mi disse sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi “ Sai com’è io qui ci vivo” mi disse lui, come se fosse ovvio, il che lo era.
“Oh” mi lasciai sfuggire “ giusto, me ne ero dimenticata” sbadigliai e la mia pancia brontolò. In realtà, la mia pancia sembrava più un grizzly imbestialito che un leggero brontolio.
Sorrisi imbarazzata e indicai il vassoio che Harry aveva in mano.
“sono per me” gli chiesi io.
“certo” mi disse appoggiando il vassoio nel comodino, e sedendosi in un pezzettino vuoto del letto.
“allora oggi come si sente la nostra paziente” mi disse tastandomi la fronte, come faceva mia madre, per controllare se avessi la febbre.
“Mmhh” disse accennando un sorriso “ non sembra tu abbia la febbre” mi disse contento.
“Si per fortuna non ne ho, ma mi pulsa la testa, ed è molto probabile che abbia preso un’influenza. Non riesco a capire come abbia fatto, cioè certo che lo so, studio medicina, ma non capisco come ho fatto a prendermela così velocemente. Di solito io non mi ammalo mai.” E così dicendo presi un cornetto al cioccolato che si trovava nel vassoio, e portandomelo alla bocca, lo divorai voracemente.
“WOW” esclamò Harry guardandomi “ sei un mostro” continuò con gli occhi spalancati “ hai divorato un cornetto al cioccolato in mono di 1 minuto, WoW” cotinuò ridendo.
Louis si girò dall’altro lato ignorando i rumori.
“MMhh adesso missa che lo sveglio” disse ridendo tra se e se.
“ Nooo lascialo dormire, poverino è distrutto ieri ha badato a me e poverino a bisogno di riposarsi, ci penso io a svegliarlo quando sarà il momento giusto” gli dissi io bonariamente.
“OOhhhh certo signora infermierina-paziente, dopo gli farà anche un controllo alle tonsille magari” mi disse Harry dandomi colpetti con il gomito, alzando le sopraciglia maliziosamente.
“AH-AH-AH..NO!” gli dissi io indecisa se ridere o arrabbiarmi.
“Ok ok, stamattina qualcuno è acido, Ok” disse alzandosi dal letto “ se ti serva qualcos’altro, fai un fischio” mi disse facendomi l’occhiolino, e uscendo dalla porta.
-Cretino- pensai, sorridendo della sua faccia.
Mi girai dall’altra parte del letto, e guardai Louis che dormiva come un bambino, rannicchiato su se stesso, e abbracciato al piumone. Che dolce.
Ero incantata a fissarlo quando lui si girò bruscamente, e si svegliò di soprassalto, scattando in avanti.
“Noooooooooooooo” urlò, spalancando gli occhi, e ansimando.
Wow che cambiamento repentino, due secondi prima era li beato che dormiva, e poi improvvisamente era balzato in aventi.
“Ehy LOU” gli dissi afferrandogli la mano, e accarezzandogli le spalle con l’altra “ va tutto bene tranquillo, ci sono io qui” gli dissi a bassa voce, mentre lui cercava di riprendersi.
“O mio dio..” mi disse, aveva incominciato a tremare, e aveva lo sguardo terrorizzato.
“Raccontami..” Era visibilmente sconvolto.
                                                             
 
                                                                 ********************
 
ROSA’s  POV.
 
Era mattina, e io mi svegliai nel mio bellissimo lettino. Oggi a Londra faceva freddo, c’era il sole, ma il vento gelido tirava forte, e io, sinceramente, non avevo voglia di alzarmi.
La sera prima avevamo deciso tutte quante che la mattina dopo, non saremo andate a lezione, perché con Giù in quello stato non ci sentivamo di abbandonarla alle cure di Louis, che per carità di Dio era un bravissimo “infermiere”, però volevamo che avesse qualcuno di familiare al suo fianco.
Decisi di alzarmi, e di prepararmi, dovevo andare a casa di quei disgraziati. Al solo pensiero, delle farfalle sciamarono nel mio stomaco.
Il solo pensiero di poter rivedere Liam, mi faceva sorridere e brillare gli occhi.
Mi precipitai in bagno prima di Sofy, e mi feci una doccia.
Quando uscì Sofy sbuffo, e mi diede una pacca al sedere.
“Ahia stronza” gli dissi ricambiando la pacca, sorridendole.
Entrai in camera mia, aprì l’armadio, e scelsi una mise comoda, abbastanza calma, ma non coprente. Dovevo pur sempre fare colpo su Liam no?.
Sorrisi a quel pensiero, e afferrai dei jeans attillati, una maglietta a maniche lunghe, con una scollatura, e un pull-over da mettere sopra nel caso di freddo.
-anche se nel caso di freddo potrebbe scaldarmi Liam- pensai.
Oh cazzo, devo smetterla di farmi viaggi mentali.
“Sei pronta Sofy?” gli chiedo urlandogli.
“Si un attimo e scendo” e sentì i passi pesanti di Sofy che scendeva le scale, mentre si stava facendo una cosa alta.
Io avevo optato invece per capelli sciolti, dato che li avevo mossi-ricci, dipende dal tempo.
“ok pronta!” disse sorridendomi afferrando la borsetta dal tavolo mille usi.
“Ok andiamo” dissi io prendendo la mia borsetta e aprendo la porta.
Una ventata di aria fredda, ci fece sobbalzare. Ci affrettammo a raggiungere la casa dei ragazzi.
Vi starete chiedendo dov’è finita Penny. In realtà, Penny, essendo una gran dormigliona (o mio dio sembro tonio cartonio), non voleva svegliarsi, e quindi aveva deciso di andare più tardi a casa del ragazzo, anche perché anche lui avrebbe dormito fino a tardi. Si erano trovati. Betta invece era già uscita da un pezzo di casa. Chissà dov’era andata. Bah.
Anyway, suonammo, e ci venne ad aprire il portone Liam, che tutto contento ci fece accomodare.
“Buongiorno ragazze” disse lui tutto felice.
“Buongiorno anche a te” dicemmo noi in coro, sorridendo.
“Harry?” chiese Sofy, che si guardava intorno.
“Oh Harry sta arrivando, mi ha mandato un messaggio prima, molto utile dato che abitiamo a 500 m di distanza, lui è pigro, comunque mi ha detto che Giù sta bene, e che lui stava arrivando.”
“ok” disse Sofy scuotendo la testa “ anzi no aspetta gli vado incontro!” e dicendo così si avviò verso casa di Larry.
Eravamo rimasti soli io e Liam. Non sapevo dove appoggiare lo sguardo, così incominciai a dare un’occhiata accurata in giro, come se non ci fossi stata tutto il giorno ieri in quella casa.
“allora..” buttai io li, non sapevo cosa dire.
“Allora..” continuò lui “ mmhh.. hai fatto colazione?” mi chiese lui accennandomi un ampio sorriso.
“In realtà, non ancora” e gli sorrisi imbarazzata.
“Oh beh, allora devi seguirmi in cucina. Oggi mi sono svegliato decisamente presto, e dopo una corsetta mi sono fermato in un bar a prendere le paste più buone di tutta Londra, e fidati ne ho assaggiato, con Niall, conosco ormai tutti i negozi, bar, alimentari, che possano esistere in tutta Londra.” E continuando a sorridere mi intimò a seguirlo con un gesto.
“Ok, se proprio insisti” dissi io incominciando a ridere, trascinandomi anche le risa di Liam.
“Abbiamo un vasto assortimento, cioccolato, marmellata, crema, frutti di bosco, NUTELLA” disse quest’ultima parola con molta enfasi.
“Mmmhh opterò per i frutti di bosco, non li ho mai assaggiati nella pasta” ammisi io.
“COSA?” disse Liam con finto stupore.
“Eh già, sono un mostro” dissi io scherzando.
“AHAHAH beh, non mi era mai capitato di incontrare una ragazza che non avesse mai assaggiato i frutti di bosco nel cornetto” e così dicendo, abbassò la voce di 2 ottave, e mi disse cauto:
“ Non dirlo a Niall, potrebbe svenire all’istante” e annuendo con sguardo serio, lo guardai.
Scoppiamo a ridere, e mi sedetti in una sedia del tavolo della cucina, e Liam mi seguì a ruota.
Avevo incominciato ormai a mordere con voracità la mia colazione, e Liam, aveva assunto un’aria nervosa, e tesa.
“tutto bene Liam?” gli chiesi io corrugando la fronte. Non mi sarei stupita se da un momento all’altro avesse incominciato a sudare.
“Si si tutto ok” mi rassicurò io, così riuscendo a rilassarmi.
“In realta Ro” mi disse lui incerto sul dire “ io volevo chiederti se un giorno, noi due, potremo, andare a prenderci una birra insieme, o magari andare al cinema” disse lui, arrossendo come un peperone.
Non ci posso crede, Liam James Payne mi HA a ME, appena chiesto di uscire.
Ero decisamente scioccata.
“b-beh certo, mi passi a prendere tu…”
“emmhh si certo, facciamo domani notte?” mi chiese lui sorridendo.
“certo” dissi io. Ok adesso potevo morire felicemente.
“Bene, andiamo a vedere come sta Giù allora” mi disse offrendomi una mano per alzarmi.
“certo” risposi io per l’ennesima volta.
Così facendo ci avviammo nei corridoi delle case.
 
                                                                            *****
 
Sofy’s Pov
 
Stavo vagando per i corridoi, senza una meta precisa. Sinceramente non mi ricordavo quale porta conduceva a casa di Harry. Ero una frana con il senso dell’orientamento.
Ok allora, ricordati, dopo la pianta grassa, dovevi entrare nella porta…. Di destra o di sinistra!?
O cavolo, adesso cosa faccio. Va beh tentiamo quella di sinistra.
Avevo afferrato la maniglia, e stavo per girarla quando, la porta si aprì di scatto e un Harry appena uscito dalla doccia, non sbuccò dalla porta.
“O mio Dio, scusami tante” dissi io girandomi di scatto, per evitare di vedere Harry nudo.
“Oh, non sapevo che foste già arrivate” disse Harry sorridendo.
“Eh, già a quanto pare… senti non potresti coprirti, così mi faciliteresti le cose, e non dovrei parlarti di spalle” gli dissi io livida in faccia. Ero diventata rossa, peggio di un peperone.
“Ehhmm, certo adesso mi metto un asciugamano” disse Harry, sbattendo vari casseti.
“Ecco fatto, ti puoi girare” mi disse ghignando.
La visione non facilitava la parola, era nudo, come prima, solo che adesso aveva un asciugamano in vita, molto bassa, non lasciava niente all’immaginazione.
-ok calma, respira, non svenire e cerca di essere il più naturale possibile- mi ripetei nella mia testa.
“Beh cosa ci fai qui?” mi chiese lui continuando a ridere, e appoggiandosi allo stipite della porta.
Ok mi voleva decisamente morta.
“i-i-io ero, cioè sono, venuta a cercare Giù, volevo vedere come stà.” Dissi, cercando di non fissare il suo, magnifico, strabiliante, sexy, saltamiaddosso corpo. In più era tutto bagnato, il che non facilitava le cose, eggià!
“mmhh  e allora perché sei dalla parte opposta della casa?” mi chiese, cercando di mettermi a disagio, e riuscendo a farmi avvampare di nuovo.
“Ecco, in realtà…” non riuscivo a spiccicare parola, non riuscivo a concentrarmi.
“In realtà volevi solo vedermi nudo, ammettilo” mi disse lui, lanciandomi uno sguardo malizioso, e ghignando di nuovo.
“NO!” dissi urlando. Quando mi accorsi di quello che avevo fatto cercai di rimediare.
“in realtà sono una frana con il senso dell’orientamento, e quindi non mi ricordavo dove andare” dissi io cercando di guardarlo negli occhi.
CERCANDO appunto, perché lo sguardo mi andò a cadere nei suo addominali, e lui scoppio in una grossa risata. Mi stava prendendo per il culo che stronzo. Non è colpa mia se è nudo.
“ok bene, io vado a cercare Giù” dissi, girandomi e prendendo un corridoio che non avevo la più pallida idea di dove andasse a finire.
“stai sbagliando corridoio..” mi informò Harry, che aveva smesso di ridere, ma che aveva sempre il suo sorriso da strafottente in faccia.
Io un po’ umiliata, mi girai e mi imboccai l’altro, quello affianco, cazzo quella casa era peggio di un labirinto. E con passo deciso rincominciai a camminare.
“Acqua…” mi disse lui ghignando di nuovo.
Sospirai, e mi girai.
“Ok, allora dimmi qual è quello giusto” gli dissi alzando le mani a mo di resa.
“E perché dovrei dirtelo?” mi chiese, con aria da strafottente \ provocatore.
 In tutto questo era ancora appoggiato allo stipite della porta, non si era mosso di un centimetro, tranne per il fatto che ora aveva le braccia conserte, e i bicipiti erano contratti, facendolo sembrare ancora più terribilmente sexy di prima. Ma la mia rabbia stava crescendo, quindi gli diedi poco conto.
“Perché sennò ti strappo i tuoi carissimi ricci, uno a uno..” gli dissi io intimandolo. Non ero mai stata una persona violenta, ma quel ragazzo mi faceva ribollire il sangue nelle vene, era così lunatico, prima è normale poi un minuto dopo, ti ignora e fa come ho già detto e ripetuto lo strafottente.
“Caspita, non sapevo fossi così forte..” mi disse lui stampandosi uno stramaledettissimo ghigno in faccia.
“Vogliamo fare una prova..” gli dissi io avvicinandomi, sostenendo il suo sguardo di sfida.
Piano piano mi avvicinai a lui, e non feci in tempo neanche a mettere un altro piede in avanti, che lui mi afferrò i polsi, e mi strinse in una morsa micidiale, infatti cercai di divincolarmi, ma era troppo palestrato, e quindi riuscì a tenermi.
-cazzo, prendi nota adesso, ricordati di andare a un corso di boxe, e di fare sollevamento pesi.-
“Lasciami..” gli dissi ringhiando, più che parlando.
“Ma come, non volevi strapparmi i miei adorati riccioli..” mi disse, sussurrandomi a un orecchio, e facendomi venire i brividi, ok per fortuna mi stava tenendo, perché sennò con quella voce così vicina al mio orecchio gli sarei saltata addosso all’istante.
Piccolo problema, il mio corpo aderiva PERFETAMENTE al suo, peccato che lui era praticamente NUDO  e bagnato, e aveva un buonissimo profumo.
“l’intenzione c’era, tranquillo.. fosse per me non ti avrei strappato solo quelli..” gli dissi, avevo il fiatone.
Le sue braccia erano intono al mio corpo, e la sua faccia troppo vicina alla mia, e stavo per andare in iperventilazione.
Il sorriso malizioso che aveva stampato in faccia, si ampliò.
“mmhhh molto volentieri” mi disse spostandomi una ciocca di capelli dal viso, con la mano che aveva tolto da un mio polso che aveva subito afferrato con l’altra senza lasciarmi neanche il tempo di svignarmela all’istante.
“ Eeheheh NO!” gli dissi gelida. In realtà dentro stavo per sciogliermi. I suoi occhi verdi erano puntati sui miei, e non sarei riuscita ancora per molto a rispondere delle mie azioni, e quindi dare ascolto al mio auto controllo.
“Sicura? È la tua buna occasione” tirò fuori queste parole abbassando la sua magnifica voce di 2 ottave, e vi giuro che stavo per saltargli addosso, e avere qualche ripensamento, ma il mio autocontrollo stava per andare a puttane, ma mi ripresi.
“Ti piacerebbe” gli dissi, strattonandolo, e riuscendo a togliere le sue mani dal mio corpo.
-Anche se a me non dispiacerebbe per niente avere le sue mani su di me.., No, calma ragiona-
Schiaffo mentale, e imboccando finalmente il corridoio giusto, lo lasciai spiazzato davanti alla porta del bagno senza parole, e io con il mio ghigno soddisfatto, continuai a camminare.
 
 
 
 
 
 
 
Ciao belle ragazze :* come state io tutto ok!! :D oggi sono molto felice, e quindi o deciso di pubblicare questo capitolo, a me piace, soprattutto il pezzo di Harry e Sofy, l’ho trovato molto cazzuto.
Comunque, nel prossimo riprenderemmo la questione del sogno di Louis, vediamo cosa ha sognato ;D
Spero con il tutto il cuore che vi piaccia il capitolo cucciolette mie (?) :D
Io muoio di caldo, ci sono 40° qui, e il mio computer sta bollendo, povero. Put your hands up..!! (Sorry scranio)
Traggo conclusione quindi Girls, salutando tutte e ringraziando di cuore a chi recensisce, chi legge, ma un saluto anche ai lettori fantasma. Voglio bene a tutte tranquille.
Lot of love
                                                                                     Giuliaxx

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Capitolo 15
*** Disco.. ***


POV’s GIU
 
“Ehy Lou calmati ci sono io qui con te” gli dissi cercando di calmarlo.
“oh mio dio è stato terribile, nel sogno c’eravamo tu ed io, qui e a un certo punto tu mi hai sorriso, e hai tirato fuori un coltello, e mi hai tagliato i piedi, e poi cercavo di urlare ma ero muto, non riuscivo a parlare, e tu ridevi, ridevi con una matta..” spiegò lui gesticolando.
“Ok Lou ora tu bevi un po’ di thè, e ti calmi..” gli dissi rassicurandolo, e prendendo dal vassoio che mi aveva portato Harry, la teiera e versando un po’ di thè nella tazza.
“Tieni bevi un po’” e porgendogli la tazza , lui tremante la afferrò.
“OH grazie, scusami ma ti giuro sembrava così realistico..” disse bevendo un sorso del suo thè.
“Oh tranquillo” gli dissi cercando di trattenere una risata.
“Ehy cosa ti ridi?” mi disse lui sorridendo.
“Niente niente..” dissi cercando di trattenere le risa, che dopo 2 secondi scoppiarono.
“Che stronza.. io ti racconto i miei incubi, e tu ridi brava brava, continua così.” Mi disse incrociando le braccia e mettendo il broncio.
“Scusa scusa” mi scappò un’altra risata, non riuscivo proprio a domare le risa “ e solo che hai una faccia. Ahahahahaha!” ma lui niente si era davvero offeso.
Continuando a sorridere, gli saltai addosso.
“Daaaaiiiiii perdonami, ti prego” gli dissi con fare implorante con tanto di labbro dolcioso.
“Mhhh no” mi disse cercando di rimanere il più serio possibile, ma si vedeva che stava cercando di trattenere un sorriso.
“Tiiii preegooo!” lo implorai attaccandomi al suo braccio e strattonandolo.
“mMhh se proprio me lo chiesi così” mi disse sorridendomi, e saltandomi addosso.
“Aiutooooo” mi misi a urlare ridendo, lui mi era saltato addosso, e stava cercando di farmi il solletico.
“EHEHEHEh te la sei cercata, tagliatrice di piedi” mi disse ridendo e continuando a farmi il solletico.
“Noooo ti prego ti imploro, smettila” non riuscivo a smettere di ridere e cercare di proteggermi da Lou che mi faceva il solletico.
“Giàmmai..!!! mi disse urlando come un pazzo.
A quel punto lanciai un urletto divertito.
Eravamo nel bel mezzo del solletico, e Lou era ormai a cavalcioni su di me, e io sotto, che cercavo di spostarlo, quando la porta si aprì, e davanti a noi comparvero Liam e Rosa con Sofy e Harry.
Erano visibilmente scioccati, i loro occhi erano strabuzzati.
“oOhh qualcuna sta facendo ginnastica sul letto di prima mattina” disse Harry ridendo sotto i baffi.
“Eh già” affermò Sofy, ridendo, però spostandosi da Harry.
Noi imbarazzatissimi, quando ci accorgemmo che ci avevano visto, con uno scatto repentino, ci spostammo l’uno dall’altro, e li guardammo.
“Mhh noto che Giù si senta bene” disse Liam, facendomi l’occhiolino.
“Ehm” mi schiarì la gola “ si mi è passato anche il mal  di testa..” dissi diventando rossa e sistemandomi i vestiti di Lou (si avevo ancora i suoi boxer, e la sua maglietta).
“mhh bene allora noi ti, anzi vi aspettiamo in soggiorno”disse Rosa sorridendomi, e trascinando gli altri fuori dalla porta.
Io e Lou ci guardammo per un istante e scoppiamo a ridere.
“Aahaaha che situazione” dissi io ridendo
“Eh già” mi disse Lou, sistemandosi i capelli che nel trambusto si erano tutti scompigliati.
Dio mio era così figo, sarebbe stato bene anche con del fango nei capelli.
Ok ritorniamo al mio schiaffo mentale.
Mi alzai dal letto, e mi guardai allo specchio dell’armadio, ero messa malissimo.
I Boxer mi erano praticamente scesi, e per fortuna la maglia copriva, i miei capelli, come al solito la mattina, sembravano paglia. Sospirai.
“Io vado in bagno torno subito” informai quel cretino.
“ok” mi rispose lui distratto.
Uscì dalla stanza scalza, e mi avviai alla ricerca di un bagno.
Aprì la prima porta che mi trovai davanti, e ci avevo azzeccato alla grande.
Bueno, bagno trovato, adesso devo solo sistemarmi i capelli, lavarmi i denti con il dito, e magari lavarmi anche la faccia, dato che non ho miei vestiti e non mi posso fare una doccia.
Compiuta la lista delle cose da fare, tornai in camera.
Louis nel mentre si stava cambiando la maglietta.
Ok adesso muoio.
Mi schiarì la voce, e Lou si mise velocemente la maglietta.
“Scusa pensavo che fossi in bagno” mi disse tranquillo.
“Emh—i-i-io e-ero in b-b-agno però sai com’è.. sono tornata.” Gli dissi con la bava alla bocca.
“Ok, scendiamo!??” mi disse sorridendomi.
“certo” così dicendo mi girai uscendo dalla stanza lo aspetta in modo da farmi strada dato che non sapevo dove andare.
“Da questa parte” mi condusse lui.
Dopo un paio di corridoi, arrivammo in soggiorno, dove i ragazzi stavano, stranamente, mangiando.
“Buongiorno!” dissi entusiasta sedendomi affianco a Harry, che stava sbranando un cornetto.
“Buongiorno anche a te.. per la seconda volta cara mia” mi disse Harry, dandomi un bacio sulla guancia con le labbra sporche di cioccolato.
“Nooo! Deficiente” lo sgridai prendendolo scherzosamente a colpi.
“Allora cosa si fa oggi dato che Giù sta piuttosto bene ed è sabato?” chiese Sofy entusiasta
“Andiamo a ballare?” continuò sempre lei “ Daiiii…” ormai aveva già iniziato a saltellare sulla sedia.
“E va bene, l’importante e che smetti di saltare sulla mia bellissima sedia, si potrebbe rompere” disse Liam sorridendo.
Tutti lo guardammo come se fosse un’alieno, papà Liam che acconsentiva a una serata discoteca!?? E cosa era successo, avevano scoperto un’altra forma di vita!??
“O mio Dio, questo è un sogno” gridò Harry, alzandosi e andando a sbaciucchiare Liam, sporcandolo di cioccolato.
“Ehy Ehy Ehy smettila di sporcarmi o revoco il permesso!” disse Liam ridendo.
“OK allora la smetto” disse Harry smettendola di fare il cretino e tornando a divorare il suo cornetto.
“Ok allora stasera si va a ballare!!” dissi io più che entusiasta, avevo sempre adorato andare a ballare.
Eravamo tutti entusiasti, e per la prima volta non dovevamo trascinare anche Liam, perché sarebbe venuto di sua spontanea volontà. GOOD.
“Ok io avviso gli altri…” di Lou prendendo il cellulare e facendo un paio di chiamate, compreso Zayn, anche se si trovava a meno di 50m.
 
                                                                                 ***
 
 Era arrivata sera e noi ragazze ci eravamo rintanate a casa per prepararci.
Sinceramente non sapevo cosa mettermi, non avevo molti vestiti nel mio armadio.
“ Pennyyyyy!!” urlai da camera mia aspettando che penny venisse in mio soccorso.
“Dimmi!” mi disse penny che stava cercando di infilarsi i tacchi saltellando qua e la per la casa.
“Penny abbiamo un problema, no ho vestiti!” gli dissi fingendomi disperata.
“Oh, giù quante volte ti devo dire di comprare più vestiti, invece finisci sempre per comprarti shorts e magliette” disse sgridandomi e sbuffando.
“Ok per oggi ti presto un mio vestito, ma solo per questa volta” acconsentì facendo l’occhiolino e tirandomi per un braccio verso l’armadio in camera sua.
“Ok allora abbiamo questo.. questo.. o si anche questo.. oohh questo ci piace” commentava da sola i vestiti che tirava fuori da quel povero armadio che avrebbe fatto invidia a quello di una modella dell’Armani.
“Ok allora scegli” mi disse indicando i vestiti che aveva appoggiato sul letto accuratamente.
“Emhhh non saprei..” dissi indecisa guardando tutti quei vestiti stupendi.
“MMhh vediamo, per fortuna abbiamo la stessa taglia, anzi tu sei più alta di me quindi.. ecco trovato quello la” mi disse indicando un vestito più che bello.
Era un vestito corto, molto corto, non che il suo sfigurasse in confronto, aveva una sola spallina, era dorato, e sbrilluccicava, perfetto per la discoteca..!!
“ok, aggiudicato” dissi io prendendolo in mano.
“Beh ora ci vogliono gli accessori” mi disse Penny trascinandomi dall’altra parte dell’armadio, dove teneva borsette e scarpe.
“Ok tieni queste e questa, e poi questi” mi disse tirando fuori un paio di scarpe vertiginose aperte in punta, e una pochette sempre molto sbrilluccicosa.
“bene accessori come orecchini bracciali e resto te li puoi ricavare anche da sola, sei piena, più di me” e dandomi una pacca nel sedere mi mandò via da camera sua perché doveva finire di vestirsi e prepararsi.
Arrivata in camera mia mi prese il panico, non ce l’avrei mai fatta a prepararmi in così poco tempo, oohh che disastro.
Acchiappai degli accessori dal mio comodino, che ne era cosparso, e decisi di farmi i capelli mossi, e poi di raccoglierli di lato. Bene fase capelli fatta, ora manca il trucco.
Decisi di fare uno smooki eyes ( non so se si scriva così) nero e dorato, e un rossetto rosato. Bene trucco completato, ora manca solo infilarsi il vestito, i trampoli, e poi sono pronta.
 
“MA COME CAVOLO FAI A USARE QUESTI COSI PENNY!?” gli chiesi urlando da camera mia.
Mi ero appena infilata le “scarpe” se così si possono chiamare, e stavo cercando di trovare l’equilibrio che era andato a farsi fottere alla grande.
“L’ABITUDINE” mi urlò Penny dalla sua di camera.
-bene- pensai tra me e me –oggi farò grandi figure di merda-.
Riempì la mia pochette con quello riuscivo a farci entrare, e mi avviai verso il corridoio per poi imboccare le scale, che avrei fatto attaccata al muro cercando di non cadere.
Infatti le ragazze, come al solito mi stavano aspettando giù, e appena mi videro scendere le scale attaccata, letteralmente, al muro, scoppiarono a ridere.
“Cosa vi ridete cretine, non si prende in giro una persona impedita con questi trampoli!” le sgridai io che ormai ero arrivata alla fine delle scale tirando un sospiro di sollievo.
“AHAHAH si si certo muoviti, Zayn  mi ha già mandato un messaggio, e ci stanno aspettando” mi disse lei tra le risa e il rimprovero.
“ok sono pronta possiamo andare”.
Io non ero l’unica con un vestito sotto il culo sofy, aveva un vestito color smeraldo, che ricadeva sul suo corpo perfetto, rosa invece che era molto più “romantica” aveva un vestito rosa antico drappeggiato, e Sofy invece molto più briosa, aveva un vestito blu elettrico, mooooltoooo scollato sia avanti che sulla schiena, mia sorella invece non si era vista ne sentita tranne per un messaggio che ci aveva mandato per assicurarci che sarebbe uscita con noi.
Bah.
 
 
Raggiungemmo il locale in pochissimo tempo, e ci accingemmo a fare la fila come tutti.
Eravamo lì da più di 15 minuti, e i miei piedi stavano dando già il primo allarme.
Penny si stava spazientendo, e così mandò un messaggio a Zayn di venirci a prendere fuori dal locale.
Infatti neanche il tempo di chiedere cosa aveva detto Zayn che vidimo una testa mora che usciva dalla porta, e si avvicinava.
“Ehy ragazze, da quanto tempo state aspettando?” ci chiese sorridente
“Da più di 15 minuti..” dissi io spazientita.
“ahaha, bastava fare un fischio e vi avrei fatto passare senza dover fare la fila. Dai uscite dalle transenne e venite da questa parte con me” ci disse Zayn.
Ok superate le transenne, Zayn ci fece entrare subito, beh infondo cosa ci aspettavamo, era un membro dei One Direction, e piuttosto famoso quindi..
La musica si sentiva da fuori, e le persone fremevano per entrare. Era tutto fantastico.
“ok ragazze seguitemi, vi porto al nostro tavolo” e prendendo per mano Penny, ci guidò.
Costeggiamo la pista da ballo, e arrivammo al privè erano tutti lì che bevevano il loro drink, compresa mia sorella che stava li tranquilla e sorridente a scherzare con Niall.
Bene.
“Ehy ragazze, alleluia.” Disse Harry.
“Beh sai com’è noi non siamo celebrità, abbiamo fatto la fila come le persone normali” lo punzecchiò Sofy, sorridendogli maligna.
“Ciao ragazze” ci salutarono sorridenti Louis e Liam, facendoci uno spazio per sederci.
“Wow siete veramente stupende” ci dissero in coro i ragazzi.
Come se non l’avevamo notato anche da sole, avevano sgranato gli occhi appena ci avevano visto entrare.
“Grazie” dicemmo tutte in coro involontariamente, scoppiando a ridere e sedendoci.
“Prendete qualcosa?” ci chiese una cameriera che si era avvicinata.
“Io prendo un mojito” gli dissi sorridendo.
“Mhhh Mojito, mi ricorda qualcosa..” disse Harry sorridendomi maliziosamente.
“Si Harry, esatto avevo ordinato un Mojito anche il giorno che mi hai abbordato nell’altro locale” gli dissi sorridendogli come una deficiente.
“Oh si il magnifico mojito che poi mi hai lanciato addosso, ora ricordo, mi sono serviti 2 giorni per togliermelo di dosso” mi disse Louis sorridendo.
“Eh già, te l’eri meritato tutto” lo informai.
 
Dopo che anche le altre ragazze avevano ordinato ed era arrivato l’ordine ci fermammo a chiacchierare per un po’ scolando il nostro drink.
Bene ora mi sentivo meglio e più sciolta.
Mi alzai di scatto al suono della canzone che avevano messo, era Ain’t No Other Man di Christina Aguilera  (consiglio, ascoltatela quando leggete questo pezzo).
“Ehy Louis andiamo a ballare?” gli chiesi tutta contenta, ma lui non era tanto contento quanto me.
“EHM, adesso salto, magari alla prossima” mi disse guardando il cellulare senza neanche degnarmi di uno sguardo. Sinceramente ci rimasi male, ma per non darlo a vedere sorrisi e mentalmente lo mandai a fan******.
“Ok vorrà dire che ci andrò da sola” lo informai andando verso il palco.
Arrivata al centro della pista di ballo, vidi che si stavano scatenando sulla pista Rosa e Liam, Sofy era con Harry (avevano instaurato una piccola tregua), e Niall e Betta stavano ballando tranquilli.
Io ero li sola che però ballavo con i ragazzi che c’erano attorno, che di sicuro non osavano spostarsi da me.
Mi stavo godendo la musica, quando mi sentì toccare un braccio, e allora mi girai di scatto per vedere chi era, e la sorpresa si stampò sul mio viso..
 
 
 
 
Hola cucciolette mie :3  come state?? Io tutto bene!!
Dopo la grande vittoria dell’Italia, oggi Niall si starà mangiando il fegato. :D ahahaha Povero.
Anyway, cosa ne pensate.?? Mi state facendo diventare triste perché nessuno mi dice se gli piacciono o meno le mie storielle :( io triste.. :(
Comunque mi farebbe piacere che voi commentaste e volevo sapere se qualcuno riesce a capire chi incontra nella pista da ballo la nostra Giù, vi do 2 indizi, non è Louis, e il secondo è che l’ho già citato nella storia.
Lot of love
 
                                                                                  GIULIA XX

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Capitolo 16
*** Love & Regrets ***


Mi girai, e davanti a me apparve la figura distinta di Luke, si dai vi ricordate di Luke il ragazzo del mio corso di medicina, che mi sorrideva tutto contento.
“Ehy Luke, che ci fai qui?” gli chiesi sorpresa di vederlo
“ti ricordi che ti avevamo chiesto di uscire con noi questo sabato e tu ci hai mollato il bidone? Eccoci qua, Hellen è andata a prendere da bere” mi spiegò Luke, che mentre parlava si muoveva a ritmo, e io facevo lo stesso.
“Ohhh che bello, visto alla fine ci siamo incontrati lo stesso” gli dissi sorridendo
“mi concedi questo ballo” mi chiese Luke
“Certo, io amo questa canzone” e detto questo, ci scatenammo nelle mosse più bizzarre del mondo divertendoci un mondo.
 
 
LOUIS POV
 
Eleanor continuava a mandargli messaggi, e lui non ce la faceva più, era stanco di dover stare attaccato al cellulare perché lei non era con lui.
Erano passati ormai 20 minuti, e per fortuna Eleanor era andata a letto, così lui poteva divertirsi.
Finalmente riusciva ad alzare gli occhi da quel fottuto cellulare per dare una sbirciata sulla pista, e magari andare a ballare.
Ero contento finalmente, e dando un’occhiata veloce alla pista, notai subito Giù, che quel giorno era davvero bellissima, con quel vestitino, era perfetta, con tutti quei brillantini nel vestito, non era difficile distinguerla nella folla, e infatti la vide subito.
Poi guardando meglio notò che però non era sola, e neanche con gli altri ragazzi. Era con un ragazzo molto alto, biondo, e muscoloso.
Qualcosa invase Lou, una sensazione strana, come un pugno nello stomaco.
No non poteva capitare a lui, lui non era geloso, o forse si.??
Fatto sta che mi alzai, e andai in pista, affiancando Giù che nel mentre parlava e scherzava con Mister Muscolo.
Ero arrivato abbastanza vicino, e appoggiai il braccio intorno alla vita di Giù, LEI era MIA.
“Ehy Lou, vieni ti presento Luke, lui è un mio compagno di corso” mi spiegò Giù.
-mmmhh bene oltre che a essere muscoloso e anche intelligente, cazzo- pensai tra me e me continuando a sorridere comunque.
“piacere Luke” mi disse porgendomi la mano. –ok aveva anche la voce profonda, chissene io sono un cantante- mi incoraggiai da solo.
“piacere Louis, Louis Tomlinson” gli dissi afferrando la sua mano.
Continuai a sorridere maligno, e mi avvicinai all’orecchio di Giù.
“Ehy vieni, ti voglio far vedere una cosa” gli dissi abbassando la voce di 2 ottave.
Giù sorrise, lei aveva il più bel sorriso del mondo, e acconsentì.
“Ehy Luke scusami ma devo proprio andare, salutami tanto Helen, alla prossima uscita, mi unirò anche io a voi tranquillo” gli disse sorridendogli e scusandosi.
Io la strinsi ancora di più a me, e cominciammo a farci largo tra la gente che ballava.
“Lou..” mi disse.
“Dimmi” gli dissi sfoggiando uno dei miei sorrisi migliori, cosa che non mi veniva molto difficile quando ero con lei.
“Dove mi stai portando?” mi disse ridendo.
“In un posto segreto” gli dissi continuando a trascinarla attraverso la folla.
                                       
                                                                         *****
 
 
Giù PoV
 
Ero contenta, avevo incontrato Luke, e Louis si era deciso ad alzarsi e a staccarsi dal quel cellulare.
Stavamo salendo una rampa di scale che non finiva più, e la musica si attenuava.
Sentì due mani che mi coprivano gli occhi, e due braccia muscolose che mi guidavano nella scala.
“Dai Lou dimmi dove stiamo andando” lo pregai.
“non ci penso proprio” disse lui ridendo.
“Cattivo ragazzo” lo rimproverai.
“MMhh non penso proprio” mi disse respirandomi nell’orecchio, ok adesso crollavo.
Eravamo arrivati, l’avevo intuito dal cigolio di una porta, e un venticello freddo che entrava.
Oltrepassammo la porta e Lou mi giudò per altri 50 m, poi si fermò.
“Pronta?” mi chiese
“Sono nata pronta” gli risposi ridendo della mia battuta.
“Questa l’ho già sentita” mi disse ridendo anche lui.
Quando Louis mi tolse le mani dagli occhi, rimasi paralizzata, la vista era stupenda.
Davanti a me si affacciava Londra di notte, e vista da questo punto di vista era bellissima.
Il locale trovandosi in centro aveva una vista bellissima, si vedeva il Tamigi, il London-eye, e poi le luci, la musica, era uno spettacolo a cielo aperto, sembrava di vedere una cartolina, era così romantico.
“ Ti piace?” mi chiese Lou, anche lui rapito dalla bellezza del panorama.
“Se mi piace?” gli chiesi incredula
“questo posto è la cosa più bella che abbia mai visto in vita mia” gli dissi incredula, avrei voluto anche aggiungere –dopo di te naturalmente-, ma era meglio evitare.
“Il panorama è strabiliante, potrei viverci qua” continuai io senza distogliere gli occhi, incominciavo a distinguere le vie i monumenti più importanti, dovevamo essere davvero in alto, riuscivo a vedere gran parte di Londra.
“Anche a me fa quest’effetto, ogni volta” mi disse Lou, anche lui senza staccare gli occhi dalle luci di Londra.
“Come l’hai trovato questo posto?” gli chiesi togliendo lo sguardo per la prima volta, e guardando gli occhi di Lou, che nelle luci soffuse risplendevano ancora di più.
“Un giorno ero un po’ ubriaco, e ho preso questa rampa di scale,e quando sono arrivato in cima sono rimasto di stucco, non penso che ci sia un posto in cui si vede Londra ,dall’alto,così bene” mi disse sorridendomi e avvicinandosi.
“però anche questa vista non mi dispiace” mi disse guardandomi negli occhi.
Ok aveva appena detto che non gli dispiaceva la mia vista, oohhhh sto per mettermi a piangere.
Sorrisi imbarazzata, ma non staccai i miei occhi da i suoi, anche perché non trovavo la forza per farlo.
Erano come due calamite che mi attiravano verso loro, erano così belli, limpidi, sinceri, che mi sarei volentieri persa nel loro riflesso.
Ormai eravamo vicinissimi, sentivo il suo respiro sul mio collo, e le nostre fronti si toccavano, ma nessuno dei due riusciva a interrompere il contatto che ormai i nostri occhi avevano creato, sarei potuta rimanere anche tutto il giorno a guardarlo.
Ormai l’attrazione era tale, che nessuno dei due riusciva più a resistere, chiudemmo gli occhi e coprimmo la distanza che ci staccava.
Ma la porta si aprì di scatto, e qualcuno ci urlò contro. –e che palle- pensai scocciata.
Noi spaventati, ci spostammo l’uno dall’altra, interrompendo quello che si era creato, e imbarazzati, ci avvicinammo alla figura che ci stava venendo contro.
No non ci posso credere, è sempre lui, quel cretino di poliziotto che mi aveva fermato il primo giorno che ero a Londra.
Ma come diamine aveva fatto, quando si dice destino.
“Signorini” ci urlò puntandoci una luce in faccia “ cosa state facendo qua!” continuò a urlare e continuando a puntarci quella stramaledettissima luce in faccia.
“non si può salire sul tetto, è proibito, e poi , cosa ancora più importante, è pericoloso” ci disse facendo segno con il braccio di avvicinarci a lui.
Noi non osammo obbiettare, infatti  come cuccioli indifesi, ci avvicinammo alla porta, e quando mister rompi palle \ inopportuno, si accorse di me, diventò tutto rosso, e mi disse:
“Glielo avevo detto che l’avrei tenuta d’occhi signorina” mi disse tutto serio con tono autoritario.
“Lei è uno stolcker” gli dissi sottovoce, lui non capì una mazza e infatti
“scusi cosa ha detto signorina?” mi disse infastidito.
“Niente, solo che la capisco lei sta facendo il suo dovere agente” gli dissi dimostrandomi il più comprensiva possibile.
“Beh si signorina, ho delle responsabilità alle spalle, non posso lasciare che due giovani facciano pazzie come questa.” Continuò a dire tutto orgoglioso.
“Certo certo capiamo agente” gli disse Louis, cercando di coprirsi la faccia per evitare che lo riconoscesse.
“Beh ragazzi, questa è la prima e l’ultima volta che vi voglio vedere qui sopra, ci siamo capiti?” ci disse con tono autoritario.
“Si signore, ora se ci da il permesso, noi vogliamo tornare a casa” disse Louis.
“Si Si certo, mi raccomando guidate piano, e se avete bevuto andate a piedi” ci disse.
“arrivederci” dicemmo in coro Lou ed io. –o meglio a mai più rivederci- pensai io ghignando.
Scendemmo le scale di fretta, e ci avviammo al tavolo di prima, giusto per cercare i ragazzi.
Controllai l’orario, era l’una e mezzo, e la serata era ancora giovane (vive la fiesta, party all day, all night, Dj Malik Dj Malik) (ok scusate piccolo scranio).
Anyway, era ancora presto per andare a casa, e di questo se ne accorse anche Lou.
“Ehy bellezza che ne dici di uscire di qui, e magari farci un giro?” mi disse sorridendo.
Oh Mio Dio, mi aveva chiamato bellezza!! Ahhhhhhh!!!
“Emmhh ok!” gli dissi sorridendogli a mia volta.
Quando ci alzammo, Lou mi prese la mano.
Ero così contenta.
Ci avviamo silenziosamente verso l’uscita del locale.
Una volta fuori Lou mi trascinò per alcune vie di Londra che non conoscevo.
Mi stavo un tantino preoccupando, ma mi fidavo.
Quando i vicoli si interruppero e noi finimmo su un parco, mi venne da sorridere.
Era lo stesso parco dove lo scorso sabato ci avevano beccato delle fans.
“ Ti sei forse dimenticata che oggi avevamo un appuntamento qui?” mi disse sorridendo come era suo solito.
“Emh no certo che me ne sono ricordata, come potevo dimenticarmene!” mentì spudoratamente, assumendo un tono inspiegabilmente fasullo.
Lui scoppio a ridere, e riprese a camminare, così facendo passeggiammo mano nella mano all’una e mezzo della mattina, soli.
“Si si certo, non se la beve nessuno” mi disse dandomi un colpetto al fianco col braccio.
“AHAH, faccio così tanto schifo nel mentire!?” gli chiesi sapendo già la risposta.
“Emh, SI” mi disse annuendo e ridendo.
“oh, e io che pensavo di intraprendere la carriera dell’attrice” dissi facendo la finta delusa.
“forse è meglio che molli il tuo sogno” mi disse ridendo.
“caspita, pensavo di avere le caratteristiche giuste” continuai stando al gioco.
“ Mmhh non saprei fammi la faccia triste, ora contenta adesso delusa, adesso piangi, adesso baciami” mi disse e in due secondi mi afferrò il volto e mi baciò, cogliendomi di sorpresa.
All’inizio, non avevo capito cosa stava succedendo poi, quando mi accorsi del cambiamento repentino della situazione, mi lasciai andare.
Quello che all’inizio era un bacio timido, si trasformò in bacio appassionato e carico di sentimento.
Non potevo crederci stavo veramente baciando Louis Tomlinson, il ragazzo più bello del mondo?
Mi avvinghiai a lui ancora più forte, non volevo lasciarlo andare, non volevo che questo istante finisse.
Lui si staccò, e mi guardò negli occhi sorridendo.
“cosa fai? Vieni qua” gli dissi afferrandolo per la maglietta e ricominciando a baciarlo.
Ok, ora potevo veramente morire felice.
Quando ci staccammo, il che accadde dopo un po’ molto tempo, ci sorridemmo come due ebeti.
“Beh, se questa è la tua reazione ogni volta che ti bacio, lo dovrei fare più spesso” mi disse ridacchiando.
“Oh, tranquillo non mi tirerò indietro” gli dissi ridacchiando a mia volta.
Mi riprese per mano, e ricominciammo a camminare.
“Questo, è il più bel appuntamento di sempre” gli dissi sorridente.
Lui mi guadò e mi sorrise a sua volta, continuando a camminare.
                             
                                                                    ****************
 
 
SOFY POV
 
Stavamo ballando, io e Harry, e stranamente le cose stavano andando bene.
Mi stavo divertendo e cosa più importante, Harry era al mio fianco anche se ogni tanto fissava il culo di qualche ragazza, ma non ci si poteva aspettare molto da Harry Styles, lo sapevo benissimo si prima che dopo la sua conoscenza.
Mi sorrise e si avvicinò al mio orecchio.
“Ti stai divertendo piccola?” mi disse sorridendo.
“Piccola? E da dove ne sei uscito tu?” gli dissi ridendo e scuotendo la testa.
“dai tuoi sogni” mi disse convinto
“Mmhhh forse Styles ti stai confondendo, invece che dai miei dai tuoi, continua a sognare” gli dissi io continuando a ballare.
Lui mi sorrise e scosse la testa.
“sei bellissima stasera” mi disse. No non ci cascavo, questa era una delle sue tecniche:
-sei bellissima stasera
-ohhh grazie
-ehy ti va di prenderci un drink assieme
-certo perché no.
E poi ci trovavamo a pomiciare in uno squallido bagno. Col cazzo, non gliela avrei resa facile.
Chiusa questa parentesi, gli risposi.
“Grazie, questo lo sapevo già, non sei il primo che me lo dice stasera, ti hanno anticipato quel gruppetto di ragazzi laggiù” gli dissi alzando la mano e salutando il gruppetto di ragazzi, molto gnocchi, che prima mi aveva fatto i complimenti, e loro naturalmente ricambiarono.
AHAH lui ci rimase malissimo. Ben gli stava.
“Beh comunque stavi dicendo?” gli chiesi riprendendo il discorso, con molta naturalezza.
“Emmhh, io..” non sapeva cosa dire.
“ohhh mi dispiace, sei rimasto senza parole, wow è un record per Mr. Sonotuttoio” gli dissi continuando a sfotterlo.
Eh si c’era rimasto proprio male.
“Va beh, i miei piedi mi implorano pietà, e mentre tu cerchi di formulare una domanda con un senso io andrò a sedermi, e a bare, BYE” gli dissi mollandolo in pista confuso.
Ohhh quant’era bello prenderlo per il culo.
Mi sedetti al tavolo di prima, e ordinai un drink a caso alla cameriera, e poi mi tolsi le scarpe.
Ahhhh che bello i miei piedi stavano ballando la conga.
Styles, nel mentre, stava andando al bancone.
Era tutto mogio mogio, non se la sarà presa davvero!.
Ohh, adesso mi sentivo anche in colpa per quel deficiente.
La cameriera arrivò e mi portò il mio drink.
Uffa, pezzente ora mi dovevo sentire anche in colpa perché lui era un egocentrico del cazzo.
Mi rinfilai le scarpe, presi il mio drink, e mi avvicinai al bancone sedendomi sulla seggiola accanto alla sua.
“Ehy Harry, non te la sarai presa davvero?” gli chiesi ridacchiando.
Lui mi guardò con quest’aria da cane bastonato, si alzò e se ne andò.
Cosa?
Mi alzai anche io, mollai il mio drink, che oltretutto non avevo neanche toccato, nel bancone e lo insegui.
Lui svoltò dietro l’angolo e uscì da una porta secondaria, e io lo imitai.
Quando uscì dalla porta lo vidi fermo appoggiato a un muro, visibilmente nervoso.
“Harry, stai bene?” gli chiesi preoccupata.
“Oh adesso ti interessa sapere come sto” mi disse arrabbiato.
Aveva lo sguardo fisso sul pavimento, le mani in tasca, e cercava di tenere a freno i nervi.
Mi avvicinai a lui, e gli misi una mano sulla spalla.
“Harry..”
Ma lui si mosse di scatto lasciando cadere la mia mano dalla sua spalla.
“LASCIAMI STARE” mi ringhiò contro.
Ero sconvolta, cosa gli avevo fatto?
“Smettila!” gli urlai.
“Di fare cosa? Mi urlò lui.
Ok , che incominci lo spettacolo.
“Smettila di fare il coglione, smettila di irritarmi, smettila di fare qualunque cosa tu mi stia facendo, non sei nessuno per comportarti così, smettila di fare il divo, perché non lo rispecchi neanche. Sei solo un ragazzino viziato che si crede chissà chi!” gli urlai contro senza neanche pensarci. Subito dopo mi pentì.
Ora aveva alzato lo sguardo e mi stava guardando in cagnesco, era sconvolto dal fiume di parole che gli avevo scagliato addosso senza neanche pensarci, e io ero più sconvolta di lui.
Come ero riuscita a dire quelle parole! –sono una cazzona- pensai.
“vattene” mi disse con voce flebile
“Harry..io..non so come mi sia venuto in mente… scusami.. io” ero mortificata.
“VATTENE!” mi urlò contro. Ero sconvolta, e lui lo stesso.
 
Indietreggiai, e mormorai un ultimo “Scusa” e aprì la porta, andandomene.
Ero veramente amareggiata con me stessa, come mi era venuto in mente di giudicare una persona.
Io, proprio io, la persona che aveva meno da giudicare al mondo.
Ero vuota dentro, non avevo voglia di tornare lì dentro come se non fosse successo niente, tanto meno andare a ballare, quindi decisi di tornare a casa. Morsa dal rimpianto.
-Cogliona- era l’ultima cosa che mi concessi di pensare.
 
 
 
 
 
 
 
 
Ciao genteeee!!! :D come state? Io potrei fare concorrenza a un’aragosta, ieri sono andata al mare e mi sono bruciata!! YEAH!!
Anyway, vi è piaciuto il capitolo!? A me molto. Comunque vorrei dire un grazie a tutte voi che commentate, e che seguite la storia, vi voglio bene ragazze :’D
Vorrei ringraziare JustCris che ha recensito la storia e che mi ha fatto tornare in mente il poliziotto! ahahah!! e volevo anche augurarle buona fortuna per il suo esame orale di ieri!!
Un bacione a tutte voi e ancora infinite grazie. :D
Lot of love
 
 
                                                                                    Giulia xx

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Capitolo 17
*** Flowers ***


POV ROSA
 
Noi mentre gli altri stavano ballando, eravamo andati a farci una passeggiata.
A nessuno dei due piaceva molto il clima che si creava nelle discoteche.
Stavamo passeggiando tranquilli, al fresco, ammirando il parchetto.
(Ok, ok lo ammetto ho la fissa dei parchetti, ma sono così carini e romantici :3).
Anyway, camminavamo, e nessuno dei due sapeva cosa fare o cosa dire, io ero troppo timida, e Liam sembrava una statua di cera, che muoveva le gambe.
Mi girai a guardarlo, aprendomi in un sorriso a 2143 denti.
Quando lo guardavo mi scioglievo, quei suoi occhi così sinceri, erano quelli che mi avevano rapito.
Lui mi sorrise a sua volta, e il clima sembrò sciogliersi un po’.
“Beh, allora, vi piace Londra? Non vi siete mai espresse più di tanto..” mi disse continuando a sorridermi.
“Oh, Londra è bellissima, anche le persone non sono male, sono tutti così gentili qui, e la cosa che più mi ha stupito sai qual è?” gli chiesi ridendo come una fessa al solo pensiero di confessargli quella cosa così stupida.
“No quale?”
“gli automobilisti. In Italia se attraversi la strada mentre le macchine si stanno avvicinando, rischi di rimanerci sotto, qui invece se vedono che hai anche solo intenzione di attraversare, inchiodano. È una cosa stranissima” dissi ridacchiando .
Anche lui stava ridacchiando. Che bellino quando ridacchiava. –OK BASTA, smettila-
“sono molto civili qui, quindi sei avvertito, stai attendo quando attraversi la strada in Italia” gli dissi diventando seria.
“Certo, tranquilla la prossima volta che sarò in Italia, starò molto attento” mi disse ridendo.
Continuammo a camminare, sorridendo, quando un gruppo di ragazzine con delle strane trecce e fiori si avvicinarono a noi.
“Salve buonasera” ci disse la prima bambina bionda.
“Salve” gli dissi io sorridendole.
“Stiamo cercando delle donazioni per un canile” disse l’altra bambina con dei bellissimi capelli rossi, che erano stati raccolti in una treccia a corona con dei fiori.
“il nostro stand e più avanti, venite” ci disse l’ultima bambina, forse la più grandicella tra le altre, anche lei aveva dei fiori in testa.
Così dicendo, ci presero per mano e ci tirarono.
“Ma voi non siete un piccoline per stare in giro a quest’ora di notte?” gli chiese Liam, che ormai era diventato impotente, dato che si lasciava trascinare dalla bambina dai capelli rossi.
“No, ci sono le nostre mamme più avanti, e noi siamo grandi” ci disse la bambina bionda.
“Ok” dissi io scoppiando a ridere con Liam.
Ci trascinarono per un ponticello, e poi per un prato dove c’era, appunto, uno stand con dei palloncini floreali, luci e tanti fiori. Lo stand era circondato da persone e bambine che trascinavano altre persone, hai capito le bambine.
“Eccoci arrivati, con una donazione le regaliamo una coroncina di fiori, per la sua ragazza” disse la bambina con i capelli rossi, che adesso aveva mollato la mano di Liam, ma Liam non aveva mollato la mia.
“in realtà io..” cercai di farfugliare qualcosa ma Liam mi strinse più forte la mano, e io lo fissai.
Lui ricambiò lo sguardo, e sorrise, prendendo il portafoglio con l’altra mano.
Estrasse una banconota, anzi no due banconote da 50 sterline, e le porse a una mamma che si trovava dietro al bancone, e sorridendo prese la coroncina di fiori che la bambina bionda gli stava porgendo.
Le bambine ci abbracciarono le gambe, e si misero a correre in cerca di altri benefattori.
Ero impressionata, era poco. Aveva donato 100 sterline per un canile di cui non conosceva neanche il nome.
Riprendemmo a camminare, e lui non mi mollò la mano neanche per un istante.
“WOW Liam è stato un gesto più che generoso” gli dissi fermandomi e girandomi verso di lui.
“Poveri cani, chissà qual’era la loro causa. E poi i soldi di sicuro non mi mancano. Fosse per me farei molta più beneficenza” mi disse lui sorridendo.
“Anche io, purtroppo ho il problema inverso” gli dissi sorridendo.
“E comunque” mi disse prendendo la coroncina di fiori che ci avevano regalato le bambine
“questa” mi disse indicando la coroncina e posandomela in testa
“Ti sta molto bene” mi disse sorridendo.
Ok, ok, ooookkkk, sto per svenire e\o saltargli addosso. Maledetti ormoni.
“Grazie” gli dissi abbassando lo sguardo per l’imbarazzo, e soprattutto, per nascondere l’avvampata.
Mi stavo guardando le scarpe, quando una mano mi fece alzare il mento e due labbra si appoggiarono sulle mie.
Ok stavo baciando Liam James Payne, e non era per niente male, e bravo Payne. -Basta Rosa hai finito?-
Mentre pensavo queste stronzate, mi stavo lasciando andare in questo bacio prima delicato, poi più passionale. Ok se non mi avesse fermato adesso giuro che avremmo avuto bisogno di un luogo riparato.
Infatti per fortuna Liam ebbe la pietà di terminare quel bacio, distaccandosi e guardandomi negli occhi.
Era così bello.
“dovremmo fare beneficenza più spesso” gli dissi sorridente.
Mi prese il viso tra le mani e rincominciammo a baciarci.
 
 
 
POV SOFY
 
Era domenica e io ero a casa ancora traumatizzata da quello che era successo. Forse me la stavo prendendo troppo con me stessa, ma non riuscivo a perdonarmi quello che gli avevo detto.
Io la persona più viziata e permalosa del mondo che va a giudicare qualcun altro. Non mi riconoscevo.
La scena era questa: io sul divano, una coda alta il pigiama, il plaid, e una coppetta di gelato al tiramisù, che però non mi aveva sollevato per niente anzi mi stava solo facendo ingrassare.
-Come cazzo mi sono ridotta- pensai tra me e me guardandomi per vedere in che condizioni ero.
-Ok cogliona, adesso ti alzai, ti fai una doccia, e vai a scusarti per l’ennesima volta con Harry, anche se non ti risponde al cellulare, puoi benissimo fare una camminata-. Ok avevo seri problemi, parlavo da sola.
Feci un respiro profondo, e mi alzai. Portai il gelato in cucina, e mi avviai verso il bagno pronta per il mio bel bagnetto rilassante.
Ok di rilassante non ci fu niente, continuavo a pesare a una formula per scusarmi. Sinceramente non sapevo cosa dire un banale “Scusa” o un discorso serio e diretto. O Dio.
L’unica cosa che mi fece calmare fu il mio bagnoschiuma alla vaniglia, e il mio shampoo al cocco.
Mi asciugai, misi l’unica biancheria che trovai pulita, cioè il completino che avevo comprato in Italia con Giù, era di pizzo bianco.
Forse un po’ inadeguato, ma quella settimana mi ero dimenticata, no diciamocela tutta, non avevo voglia, di mettere la lavatrice.
Mi infilai un paio di pantaloncino neri, e una canottiera bianca, e ballerine bianche.
Avevo i capelli mossi che mi ricadevano nelle spalle, non avevo neanche voglia di sistemarli.
Mi avviai verso la porta, avvisando le ragazze che sarei uscita.
Mi avviai con passo deciso a casa dei ragazzi, in cui potevi trovare, quasi sempre, qualche fan curiosa.
Me ne fregai, e suonai a casa di Liam, anche perché se avessi suonato a casa sua non mi avrebbe aperto.
Eh sono furba!! :D
“Si chi è?” mi disse Liam dall’altro capo del citofono.
“Sono Sofy, apri”
E in men che non si dica il cancello si spalanco, lasciandomi passare.
Venne ad aprirmi la porta di casa, in mutande. Ok questi ragazzi erano tutti incredibilmente dotati di muscoli e bellezza.
“Ehy, che ci fai qui? A quest’ora?” mi disse rimanendo nella porta senza farmi entrare.
“Devo parlare con Harry” gli dissi sorridendo, sembrava avessi un paletto nel culo.
“Oh, emmhh” mi disse Liam grattandosi la testa.
“Non puoi suonare a casa loro?” mi chiese Liam a disagio. –Cosa?-
“Emh no, non mi aprirebbe.” Gli dissi “ Lasciami entrare” gli dissi spingendolo da una parte e aprendo la porta.
“In realtà Sof..” non fece neanche tempo a rispondere che una Rosa addormentata mi apparve nel divano.
“Ehy Ehy non mi interessa cosa fate, a me serve Harry” gli dissi salendo le scale e sperando di ricordarmi la strada per casa di Harry, anche perché dovevo attraversare le case di tutti gli altri.
Aprì una porta, e mi ritrovai in casa di Zayn che stava uscendo da camera sua, anche lui in mutande.
“Ehy cosa ci fai qui?” mi chiese Sorpreso.
“Storia lunga torna, a dormire” gli dissi senza degnarlo di uno sguardo, e continuando a camminare decisa verso casa di Niall per poi passare a quella di Larry.
Aprì un’altra porta e mi ritrovai a casa di Niall che per fortuna non c’era.
Ne mancava ancora una, solo una porta, e poi sarei riuscita a scusarmi.
Aprì l’ultima porta e proseguii per il corridoio che portava alla sua camera.
Ero spedita e stavo quasi correndo, quando non mi accorsi di qualcuno che usciva distrattamente dal bagno e che mi travolgeva.
Ero per terra, con il sedere dolorante per la botta.
Mi girai e vidi Harry a terra, che si grattava la testa.
Era calmo e tranquillo.
Si girò verso di me e si accigliò.
“Cosa ci fai tu qui?” mi disse indicandomi.
Mi alzai di scatto con un balzo, che mi fece girar la testa, ma riuscì a calmare quel piccolo giramento.
“E proprio te che cercavo” gli dissi con tono grintoso, quindi mi calmai.
“Ho deciso di venire qui, dato che non rispondi ai miei messaggi e alle mie chiamate.”gli dissi un po’ arrabbiata.
“Ok che sei arrabbiato, ma almeno lascia che io mi scusi..”
 
 
POV HARRY.
 
“Lascia che io mi scusi, che ti implori perdono, che mi inginocchi a te, ti prego permettermi di farmi perdonare, ci sto uno schifo.” Mi disse inizialmente grintosa, e più docilmente verso la fine.
Io nel mentre me ne stavo appoggiato, come l’altra volta, allo stipite della porta, appena uscito dalla doccia, solo che questa volta avevo l’asciugamano.
Ora che si era calmata, aveva notato che ero praticamente nudo. Era diventata rossa come un peperone.
Che carina che diventava quando arrossiva. Era li, in attesa di una risposta, ma io non ne avevo.
Avevo passato tutta la notte a ripensare alle sue parole, che erano vere. Ero un ricco viziato impertinente.
C’era voluta tutta la pazienza dell’acqua calda e del bagnoschiuma ai frutti rossi per calmarmi e farmi smettere di pensare a lei.
Era li disposta a tutto per farsi perdonare.
Decisi.
Mi avvicinai a lei lentamente gli presi la faccia tra le mie mani e la baciai appassionatamente.
Ohhh mi ero tolto questo desiderio che mi stava rincitrullendo da un bel paio di giorni.
A primo impatto era stato bello ma nel secondo invece sembrava molto meglio.
Lei sembrava ricambiare.
Gli appoggiai le mani nei fianchi e la strinsi a me con molta più forza del dovuto, e lei si lasciò sfuggire un gemito.
Si era avvinghiata ai miei capelli, e mi stringeva a se.
Ok stavo andando alla deriva.
 
 
 
POV SOFY
 
 
Mi aveva baciato così all’improvviso, e io ero scoppiata di gioia.
Prima mi era perfino scappato un gemito.
Sentivo il suo corpo ancora bagnato aderire completamente al mio.
Non sarei riuscita a fermarmi, e infatti quando le sue mani scivolarono magicamente sul mio sedere, e mi spinse contro un tavolino che si trovava li nel momento giusto, mi misi a sedere, e lui incominciò a baciarmi il collo, facendomi impazzire.
Allacciai le mie gambe alla sua vita, attirandolo verso di me.
Si stacco un attimo dalla mia bocca mi guardò un attimo, come per cercare il consenso, e il mio sguardo che stava per infuocarsi gli diede più che via libera.
Mi prese e mi portò in camera sua buttando a terra con una mano tutto quello che occupava la scrivania.
Ok la passione aveva preso il sopravento.
Io cercavo di togliermi gli indumenti che ormai erano di troppo, mi tolsi i pantaloncini, la canotta, e Harry si fermò.
Ok avevo scelto il giorno giusto per indossare la biancheria buona.
Infatti alzò un sopraciglio, sorrise ancora di più e poi quello che successe dopo lo sapete.
 
 
 
 
 
Buongiorno ragazze.
Come va? Spero bene, spero anche che il capitolo vi piaccia e soprattutto di non essermi lasciata trasportata nel raccontare l’avventura di Harry e Sofy.
Comunque scusate per il ritardo ma non sapevo come continuarlo.
Bacioni a tutte
Lotof love
 
                                                                                           GIULIA xx

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Capitolo 18
*** Cars... ***


  GIU POV

 

Era passata una settimana ormai dal mio “primo” appuntamento con Louis.

Ero felicissima, l'università stava andando bene, il mio corso da stuntman, che stavo frequentando più per sfizio, che per un futuro, andava ancora meglio, e con il mio “uscente” se così si può definire stava andando anche meglio.

Era Giovedì, e il venerdì avevo la tanto attesa visita al circuito. Ero così eccitata all'idea di mettere in pratica la teoria, e quello che ci avevano fatto provare con delle Smart. (si esatto all'inizio ti fanno provare le varie cose con delle Smart.)

Stavo tornando a casa dopo una lunga mattinata passata al distretto, e avrei dovuto passare anche tutta la sera, a studiare medicina e a ripassare un po' di pratica, domani non si potevano commettere errori in pista, il minimo errore e saresti finita a terra spiacciccata sull'asfalto.

Ero tutta contenta, e passeggiavo nel marciapiede tranquilla, e passando davanti a casa dei ragazzi, decisi di suonare, giusto per salutare Lou e tornare allo studio.

Suonai il citofono della Larry's home, e mi rispose Harry.

“Chi è?” mi chiese l'interlocutore dall'altra parte del citofono

“Sono Giù apri” gli dissi sorridente

“Ok” mi disse un Harry un po' assonnato alle 5 e mezzo di pomeriggio, va beh.

I cancelli del paradiso si aprirono e io come d'abitudine attraversai il giardino, che eraattraversato da un sentierino a zig-zag, ma che io ignorai, e tagliai per il prato e i fiori.

Ero arrivata alla porta, e Harry mi aprì in boxer e sbadigliandomi in faccia.

“Ciao anche a te tesoruccio” gli dissi facendo cippi cioppi con il suo bel visino assonnato.

“Ehm, ciaooo” mi disse sbadigliando di nuovo.

“Siamo proprio freschi e scattanti stamattina eh!!” gli dissi sorridendo e appoggiando la borsa sul divano, che padroneggiava nel soggiorno.

“Mh Mh” mi disse Harry accennando una risatina e tornandosene a spaparanzarsi nel divano.

“Louis?” gli chiesi, ero così contenta che non riuscivo a stare ferma.

“Lo sai benissimo dov'è” mi disse ignorandomi e continuando a guardare il mega schermo e ad abbracciare la ciotola di ceramica piena di pop corn.

“Ok grazie Harry il tuo aiuto e stato fondamentale” gli dissi sorridente, salendo le scale per raggiungere la camera di Lou.

Bussai, ma non mi rispose nessuno. Strano.

La porta era accostata. La aprì, e trovai lo spettacolo più dolce del mondo.

Louis era addormentato e occupava tutto il letto. Si era abbracciato le coperte, e aveva un aria angelica.

Decisi di non svegliarlo, ma di sdraiarmi affianco, o almeno ricavarmi un pezzettino di letto.

Mi sdraiai, e lo fissai. Era così dolce che mi stava venendo voglia di ridergli in faccia. Cercai di trattenere le risa, ma non ci riuscì, scoppiai a ridere, e lui apri un occhio poi l'altro, e urlò.

“Ehy tu cosa ci fai qui” mi disse mezzo addormentato mezzo spaventato.

“Ehy ok ok se sono indesiderata me ne vado” dissi alzando le mani a mo di resa e alzandomi dal letto.

“NO! Cioè, no non te ne andare, mi hai solo spaventato” mi disse afferrandomi per i fianchi e facendomi sdraiare nel letto.

“Non sapevo di fare così paura” dissi borbottando, un pochino mi ero offesa. E io che speravo di fargli una sorpresa.

“Infatti, mi sono spaventato perché ho visto tutta questa bellezza insieme” mi disse baciandomi dolcemente.

“Ruffiano” gli dissi riprendendo a baciarlo.

“Ahhh” sospirò alzandosi e stiracchiandosi.

“Come mai ancora a letto, sono le 5 e mezzo del pomeriggio!” gli dissi sgridandolo.

“Liam oggi ci ha fatto alzare alle 5 e mezzo per andare a correre, e poi abbiamo affrontato un'intervista, un servizio fotografico, e quindi ero distrutto.”

Giusto mi ero dimenticata di dirvi che non vedevo Lou da martedì perchè erano sempre da una parte all'altra per interviste varie, foto, o incontri con le fans.

“oh, povera stellina che ha dovuto sopportare tutto questo daffare, e io invece che mi consideravo sfortunata a dover studiare medicina” gli dissi facendo cipi cioppi anche a lui.

“Eh già, ritieniti fortunata, tu devi studiare tutte le malattie dl mondo io invece devo sopportare Harry e altri 3 ragazzi impazziti, più un orda di fans urlanti” mi disse sdraiandosi al mio fianco, poggiando la sua testa sulla mia pancia.

“Ok ok mi arrendo hai vinto tu” dissi alzando le braccia, e alzandomi, sistemandomi i vestiti.

“Oh com'è stressante la vita da star” dissi imitando una stella di Hollywood.

“AHAHA, saresti perfetta come star spocchiosa” i disse alzandsi a sua volta, e prendendomi per i fianchi.

“Resti?” mi disse con occhi cucciolosi, i suoi splendidi occhi azzurri.

“MAGARI, ma non posso tra poco devo dare un esame e domani devo andare al circuito, e voglio prepararmi per bene” gli dissi dolorante, volevo VERAMENTE rimanere li con lui, ma non potevo.

“uffi che palle l'università” mi disse sbuffando e diventando triste.

“Ehy, guarda che potrei dire lo stesso” gli dissi sorridendogli e baciandolo, mordicchiandogli il labbro.

“Se fai così non ti faccio andar via.” mi disse baciandomi con pù foga e facendomi fare un caschè.

“WOW” gli dissi con il fiatone.

“cambiato idea?” mi disse speranzoso con gli occhi che brillavano.

“NO, le mie malattie mi aspettano” gli dissi scoccandogli u bacio a fior di labbra.

“Però domani usciamo!” mi gli dissi uscendo dalle scale, seguita da lui.

“Ovviamente!” mi disse seguendomi.

Ero ormai arrivata alla porta d'ingresso, che Harry si svegliò e alzò dal divano.

“Già vai via?” mi disse quasi quasi dispiaciuto.

“Si, devo andare a studiare, Yeah!” dissi fingendo entusiasmo.

Presi la borsetta dal divano, e mi avvicinai a Lou.

“Ehy, ci vedimao domani ok?” gli dissi dandogli un bacino.

“Ok” mi disse sorridendomi.

“A domani allora.” dissi alprendo la porta e incaminandomi nel viale.

“Buon studio” mi urlò Lou dalla porta di casa.

Risi come una deficente.

Ero arrivata a casa e il mio triste destino mi aspettava.

Aprì la porta di casa, e il soggiorno era vuoto.

Provaia chiamare le ragazze, ma nessuna rispose.

Salì le scale per controllare se stessero studiando.

Aprì la camera di Rosa, e la trovai sdraiata sul letto a gambe conserte, mente si tormentava un ricciolo ribelle, e studiava.

Come aprì la porta alzò lo sguardo mi sorrise e poi mi fece la manina a mo di ciao, io ricambiai, chiusi la pota per non disturbarla e prosegui il mio giro tra le camere.

Aprì la porta di camera di Sofy, e anche lei studiava, però alla scrivania, seduta in una strana posizione.

“Su con quella schiena o tra 10 anni ti ritroverai gobba” le dissi sgridandola.

Le sobbalzò per lo spavento e si mise dritta.

“Brava bambina, ora studia” gli dissi sorridendo, e lei ricambiò, buttandosi sul suo libro.

Chiusi la porta e aprì quella di Sofy, anche lei intenta a studiare, tutta concentrata.

Anche lei alzò la testa sentendo la porta aprirsi, e come Ro mi sorrise e mi fece la mano, io ricambiai, e chiusi la porta.

Bene stavano tutte studiando, mancavo solo io.

Andai in camera mia, appoggiai la borsa, e mi tolsi le scarpe, presi una candela profumata, e l'accesi, il profumo di rose mi concentrava. Inspirai profondamente, e presi il libro e mi buttai anche io nello studio.

 

 

La mia sveglia segnava le nove e mezzo di sera, e il mio stomaco aveva iniziato a brontolare.

Decisi di chiudere i libri, e scendere in cucina per sgranocchiare qualcosa.

Mentre mi alzavo, il mio cellulare vibrò sul comodino.

Mi alzai e mentre scendevo le scale aprii il messaggio, e il mittente era Lou.

Sorrisi al solo pensiero.

Nel messaggio c'era scritto:

Ehy dolcezza, come va lo studio? Scusa se ti disturbo o ti distraggo, ma volevo sapere come stava andando li, qui Harry sta impazendo.

Volevo solo dirti che mi manchi, e darti un bacione.

A domani tesoro, buon studio xx.”

Ok dopo quelle “parole”, ero pronta a sposarlo.

Mi aveva chiamato dolcezza e tesoro, e soprattutto aveva detto che gli mancavo.. :3

Ahhhhhhhwwww!! sorrisi come una deficente dopo la lettura di quel splenddo messaggio.

Decisi di rispondergli:

Ehy- oddio adesso io come lo chiamo?- tesoro, grazie per il buon augurio, ma soprattuto tranquillo tu non mi distrai mai.

Dai uno schiaffo a Harry, vedrai come si calma, comunque ho appena chiuso i libri per dedicarmi al cibo, la mia mente non assorbiva più informazioni.

Un bacione caro, a domani xx

P.s mi manchi anche tu :*”

 

Inviai il messaggio, e entrai in soggiorno trovando le ragazze spaparanzate sul divano a guardare X-Factor mangiando come maiali.

grazie per avermi chiamato per la cena” gli dissi sarcasticamente.

Oh, scusa , ma ti conosciamo troppo bene, e se qualcuno ti disturba mentre studi, tu ti arrabbi perciò..” si discolò Sofy, mentre azzannava una coscia di pollo al curry.

Beh in effetti non aveva tutti i torti, una volta che mi distraevo non riuscivo più a studiare.

Sinceramente non avevo voglia di mangiare roba sostanziosa, ma qualcosa di più leggero, optai per un insalata.

Andai al frigo, presi un sacchetto di insalata già tagliata, la misi in un recipiente abbastaza grande, e la condii, dopo di che, mi sedetti al fianco di Rosa, che guardava la tv e messaggiava.

Allungai il collo per vedere il destinatario di tutti quei messaggi, e non fui per niente sorpresa di leggere: Liam.

Un sorriso spontaneo mi scappò, e un pensiero mi balenò in testa; se non avessi incoraggiato Liam a chiederle di uscire a quest'ora, sarebbero ancora imbarazzati nel parlarsi.

Continuai a mangiare la mia insalata, guardando la tv.

Nooo!! ma dai, quello fa pena, dovete lasciar passare White invece!” disse Sofy incavolandosi contro i giudici di X-factor. Ridacchiai.

Imbecilli” sospirò Penny sempre contro i giudici.

Continuai a guardare la scena divertita; c'erano le ragazze tutte intente a mangiare, e a segire attentamente lo show, che decretava, secondo loro, le persone sbagliate. La cosa che faceva più ridere e che se la prendevano davvero contro la tv.

Continua a ridere e le ragazze si girarono verso di me perplesse.

Alzai le mani a mo di resa e mi spiegai

fate ridere tutto qua” dissi ridendo ancora.

Loro continuarono a seguire il programma come se non esistessi.

E pensare che non pochi anni fa i ragazzi si trovavano là, su quel palco.

Un'altro sorriso mi si stampò in faccia.

Sofy balzò in piedi e di fretta si sistemò i capelli.

Emh, ragazze io vado a fare un giro, giusto per cambiare aria” disse tutta di fretta salendo le scale per andare in bagno, per poi scendere e fiondarsi fuori dalla porta alla velocità della luce.

Ma cosa diamine..?

Bah, solo lei lo sa, fissammo la porta per 1 minuto e poi ci concentrammo dinuovo sulla tv, mentre eravamo intente a mangiare.

Verso le 11 e mezzo salimmo tutte in camera per andare a letto, chiedendoci quando sarebbe tornata Sofy, anche perchè domani avremmo avuto lezione.

 

 

 

SOFY POV

 

 

Harry mi aveva manato un messaggio, e aveva richiesto espressamente di me.

Ormai era diventata un'abitudine, tutti e due avevamo bisogno di “sfogo fisico”, io più di lui, e tutti e due non volevamo imbarcarci in una relazione seria, quindi quando uno ei due aveva bisogno, bisognava mollare tutto e correre dall'altro, naturalmente fatta eccezione per lavoro e studio.

Ero uscita di freta e furia da casa, e non mi ero neanche cambiata, ma vabbè, indossavo un paio di pantaloncini e una connottiera, si doveva accontentare.

O mio dio, si congelava la fuori. Per fortuna non abitavano molto distanti.

Citofonai, e il cancello si aprì, io entrai, e Harry mi aprì la porta.

Mi affrettai ad entrare in casa, perchè fuori poco ma sicuro c'erano 10 gradi e io ero praticamente nuda.

Appena la porta si chiuse Harry mi prese per un braccio e incominciò a baciarmi appassionatamente, palandomi il sedere.

Io mi avvinghiai a lui, e sfacendo un piccolo balzò mi avvinghiai ai suoi fianchi, arrivando così all'altezza del uo viso senza nessun sforzo. Intanto Harry, ci stava condcendo in camera sua.

Quando chiuse la porta, cercai di togliergli la cannotiera bianca, e con successo riuscì anche a slacciargli i pantaloni. Lui fece altrettanto.

Finimmo sul letto, e lui incomincio a lasciare una scia di baci bollenti su mio collo fino alla mia spalla per poi risalire.

Nel mentre mi slacciava con mani abili il reggiseno, per poi stuzzicarmi. Ok stavo impazzeno decisi di togliergli i boxer che ormai erano diventati inutili, e così rimanemmo nudi, a consumare la nostra passione.

 

 

GIU POV

 

Mi svegliai come tutte le mattine, solo che questa era la mattina più eccitante di tutta la mia esistenza, oggi finalmente avrei finalmente messo in pratica la teoria che avevo accumulato.

Yeah, il mio sogno si stava averando.

Mi alzai, per la prima volta carica di energia.

Andai in bagno, mi feci una doccia e poi mi vestii.

Scesi in cucina sorridente e trovai le ragazze ancora traumatizzate mentre mangiavano.

Mi sedetti nella sedia come una bambina di 6 anni nel suo primo giorno di scuola, non riuscivo a stare ferma sulla sedia.

“Ehy ehy calmati” mi disse Betta anche lei traumatizzata.

“Non posso stare ferma, oggi andrò al circuito!” dissi entusiasta.

“Yeah” disse sarcasticamente Sofy alzando svogliatamente le braccia.

Le lanciai un'occhiataccia e afferrai il muffin che mi stava porgendo Betta.

Lo mordicchiai felice e sorrisi alle ragazze che sembravano zombie.

“Wow quanta vitalità in questa casa” dissi scoppiando in una piccola risata isterica.

Le ragazze mi lanciarono l'ennesima occhiata assassina e io decisi di ritirarmi.

“ok, io incomincio ad andare, ci vediamo stasera” gli dissi scoccando un bacio volante e fiondandomi fuori dalla porta.

La strada vicino a casa la feci saltellando, mentre il resto decisi di farla camminando, anche perchè prima di andare al circuito, dovevo andare al distretto per le lezioni di medicina.

 

Dopo l'ultima ora di lezione, salutai Luke e Helen, che come al solito restavano con me durante le ore di lezione, e eccitata, andai a piedi nello stabilimento dei corsi per stuntman.

Arrivata, salutai alcune persone del corso, e poi, dopo essermi sistemata al mio posto in aula, ascoltai l'ingegnere che ci stava spiegando varie cose che ci sarebbero tornate utili.

Dopo le brevi raccomandazioni, salimmo in un sottospecie di van, che ci avrebbe portato direttamente al circuito.

Non stavo più nella pelle.

Una volta arrivati, ci diedero le tute e i caschi, e una volta infilati, filammo in pista.

Ad ogniuno assegnarono una macchina con il rispettivo igegnere, per la valutazione.

A me era toccata una mercedes, e di qesto ero molto contenta, anche perchè gli altri dovevano accontentarsi di macchine un tantino più vecchie.

Prima di salire in macchina, raggrupai i capelli per infilare il caso, e mi aggiustai la tuta che mi stava un tantino attillata.

Erano le 4 ormai e noi saremmo dovuti scendere in pista alle 4 e un quarto. Quindi portai l'auto nel luogo di partenza, e lasciai il motore acceso per farlo riscaldare.

Erano e dieci e il tempo scorreva, quindi l'istruttore mi spiegò che esercizi dovevo effettuare.

1- dovevo fare un testa coda, portando la macchina al masimo della velocità per poi ruotare la macchina dopo i coni posti dall'alta parte della pista, e naturalmente non dovevo farne cadere neanche uno.

2- dovevo salire con due ruote sulla rampa, per poi percorrere il resto della pista, sempre su due ruote( questo era più complicato.

3- terzo e ultimo esercizio dovevo fare una serie di acrobazie o testa coda a mia scelta.

Ok ero pronta, dovevo fare questi esercizi e passare l'esame.

Ok erano e un quarto e l'istruttore mi diede il viai, schiacciai il piede sull'accelleratore e il motore ringhiò. Sorrisi, e mi lanciai a tutta velocità, stavo raggiungendo i coni, e sapevo che tra poco avrei dovuto frenare, ma il minimo errore e avrei fatto accappotare la macchina, oppure peggio, avrei toccato i coni e non avrei potuto passare l'esame.

Era ora, schiacciai il pide nel freno e sterzai, calcolando bene lo spazio che mi rimaneva. Riuscì a non far accappotare la macchina, e anche a non toccare i coni.

La prima era fatta ora mi aspettavano le altre 2

 

Il tempo era passato e le prove pure, erano tutte riuscite con successo, ed ero più che contenta.

L'ingegnere si complimentò, e mi esortò a tornare ai box, dove il resto del team mi aspettava.

Mentre scendevo, non mi ero accorta del pubblico che si era formato ai box, mentre mi toglievo il casco, degli applausi incominciarono, e appena alzai la testa per vedere da chi provenissero, rimasi scioccata...

 

 

 

Scusate scusate scusate scusate!! :) ho avuto dei problemi con il computer, e ora stò scrivendo da quello di mia zia, perciò se trovate errori nel testo scusatemi ma mia zia non ha il correttore e la sua tastiera è dura.

Comunque come sempre spero che vi piacia il capitolo e Bla Bla Bla.

Nel prossimo capitolo ci sarà più movimento promesso. ;) scoprirete il perchè!!

ragazze belle vi chiederei un favore, ommentate perchè sennò non saprò mai se la storia vi piace o meno, vi chiedo solo 5 secondi per recensire. :*

Lot of love

 

Giulia xx  

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Capitolo 19
*** Daniel ***


Ehy ma cosa ci fate voi qui?? Gli dissi io
“siamo venuti a vedere cosa combinavi cara” mi disse Harry sorridente.
Sorrisi ai ragazzi che mi stavano ancora applaudendo.
“Smettetela, o mi farete arrossire” gli dissi arrossendo veramente.
“awww che carina” mi disse Lou, prendendomi per i fianchi e dandomi un lungo e appassionato bacio.
Mentre ci staccavamo, le mie compagne di corso, mi passarono affianco, e mi fecero l’occhiolino indicando Lou.
Io gli sorrisi, e Melanie, una mia fidata compagna, mi sillabo “ bel lavoro” e poi diede un’occhiata eloquente verso Lou, strizzandomi l’occhio.
Harry, vedendo passare tutte quelle belle ragazze in tuta, drizzò le antenne, e cercò di captare la più bella per provarci.
Quando notai quello che stava facendo sorrisi e alzai gli occhi al cielo.
“Harry…” gli dissi a mo di rimprovero
Lui cadendo dalle stelle mi disse alzando le spalle. “che c’è”
“devo proprio dirtelo?” gli dissi ridendo e afferrando Lou da un fianco e incominciando a camminare.
“ehy non è colpa mia. Come si chiama questo corso? Mi sa che mi iscrivo anche io..” disse puntando di nuovo il sedere di una delle mie compagne di corso.
Scossi la testa e ci avviamo alle macchine.
“chi ha fame?? Offro io” disse Niall, avviandosi verso la macchina di Harry.
 
 
                                                                   ****
 
 
Era sabato mattina, e io il sabato mattina non avevo niente da fare, se non dedicarmi alla cura del mio corpo e del mio “ragazzo”.
La mattina me la presi comoda, e ignorai la sveglia che suonava sul mio comodino.
Purtroppo, non potevo ignorare le urla di mia sorella, che si trovava di sotto.
-Ma cosa avrà da urlare quella pazza..- mi chiesi, alzandomi per vedere cosa diamine stava facendo.
Aprì la porta, e scesi le scale con molta tranquillità, ma non riuscivo ancora a capire contro chi stesse inveendo mia sorella, che continuava a urlare come una matta.
“Ti ho detto mille volte che non devi toccare i miei pancakes. Come fai a non capirlo?”  disse mia sorella.
Ma che cavolo..
Appena girai l’angolo, vidi Niall seduto sulla sedia della penisola, mentre ritraeva la mano dalla pila di pancakes che Betta aveva appena fatto.
Incominciai a ridere, e salutai tutti e due.
“Buongiorno” dissi sbadigliando e avvicinandomi a Niall per stampargli un bacio sulla guancia.
“Buongiorno anche a te” disse Niall, riacquistando all’istante il suo bellissimo e luminosissimo sorriso.
Mi sedetti al suo fianco e attesi che mia sorella servisse la colazione.
Da quando era arrivata avevamo sempre qualcosa da mangiare ed eravamo servite e riverite.
Che pacchia.
“Beh, io non posso avere un bacio?” mi disse seria Betta, addolcendosi verso la fine.
Sorrisi e mi alzai di tutta fretta per scoccare un bacio sonoro sulla sua guancia.
“Contenta?” gli chiesi tornando a sedermi affianco al biondino.
“Così va meglio” annui sorridendo.
“Allora, oggi cosa ci ha cucinato la cuoca?” dissi sorridendo.
“Oggi Antonellina ha cucinato i pancakes!” mi disse Bettina.
Scoppiammo a ridere come delle deficienti, e Niall ci guardò male.
“Cosa?” disse Niall “mi sono perso qualcosa?” chiese confuso.
“No Niall, tranquillo, humor italiano.” Dissi io continuando a ridere.
“Amh, Ok” disse riprendendo a sorridere.
Mentre noi cercavamo di piantarla, Betta cercava di servirci i Pancake.
“MMHH, gnami” disse Niall, incominciando a divorare quelli dentro il suo piattino.
“Il solito” esclamò Betta, tra l’esasperazione, e la felicità.
Mia sorella era troppo bonacciona, per noi era una big mamy, e per i ragazzi lo stava diventando.
Ormai lei aveva i suoi anni, diciamo 25 e si occupava di noi come figli.
Gli sorrisi e incominciai anche io a mangiare.
“Ehy Niall, spiegami una cosa.. Ma tu cosa ci fai qui??” gli dissi smettendo di mangiare.
“Emh…ifl nodfndsnql” disse Niall mentre stava ancora masticando.
“prima mastica poi parla” lo intimai.
“fiufto” certo Niall continua così.
Prese un bicchiere di latte, lo scolò, e una volta liberato dei pancakes dalla bocca, incominciò a parlare.
“semplice, i ragazzi stanno ancora dormendo, io avevo fame e non c’era niente a casa, e allora sono venuto qui. Tanto Betta sta sempre cucinando quindi..” disse sorridendo.
“Oh beh, mi sembra più che logico!” dissi dandogli una pacca alla schiena.
Lui continuò a sorridere e con un’alzata di spalle rincominciò a mangiare gli altri pancake che Betta gli aveva messo nel piatto.
Io ormai non avevo più fame, così mi alzai e mi andai a sedere nel divano, accendendo la tv.
Non c’era niente di interessante, così decisi di andare a svegliare le ragazze.
“Ehy Niall, ti va di venire con me a svegliare le ragazze?” gli chiesi urlando.
“Certo, sempre disponibile per questo tipo di attività” mi disse battendomi il cinque.
Corremmo per le scale, e assalimmo la prima porta; Rosa.
Incominciammo a saltarle nel letto, cantando a squarcia gola, mentre lei cercava di capire cosa stesse succedendo.
“Ma cosa cavolo..” disse cercando la luce, per vedere chi erano i rompiballe.
“SVEGLIA!!” gli urlammo nelle orecchie.
“Deficienti, mi avete fatto prendere un colpo.” Ci disse rosa sorridendo.
“Bene, era questo lo scopo!!  noi andiamo a fare il giro delle camere, divertiti” gli dissi scoccandogli un bacio sulla guancia.
Io e Niall scendemmo dal letto, e tornando in corridoio, aprimmo la porta che veniva dopo; Sofy.
In camera sua era tutto buio, e faticammo un po’ a trovare il letto, ma una volta trovato, ripetemmo la scena di prima.
Incominciammo a saltare nel letto e a urlare. Lei al contrario di Rosa, non fu gentile, prese un cuscino e cercò di picchiarci con quello.
Noi incominciammo a ridere e a urlare più forte.
“ANDATEVENE ADESSO!” ci urlò Sofy.
Io feci lo stesso con lei, gli presi il fiso e gli diedi un bacio sulla guancia, e gli sussurrai all’orecchio “ ti voglio bene cicciona”.
Ridendo uscimmo dalla camera, e ci dirigemmo nell’ultima rimasta; quella di Penny.
In camera sua batteva il sole e fu più facile trovare il letto.
Salimmo sul letto come le 2 volte precedenti incominciammo a saltare, ma niente Penny non si svegliò anzi, si tirò le coperte più su e ci ignorò apertamente.
Io e Niall ci guardammo e scoppiamo a ridere, ma questa volta non mi avvicinai a darle un bacino, non se lo era meritato.
Uscimmo dalla stanza e scendemmo giù ridendo come deficienti, ci accasciammo sul pavimento morti dalle risate.
“Cretini” ci dissero Rosa e Sofy mentre scendevano le scale, ancora assonnate.
Noi ridemmo ancora di più.
Mentre cercavamo a stento di contenerci, riuscimmo ad alzarci, aiutandoci l’un l’altro.
Soffocando i risolini, riuscimmo a sederci  sul divano.
“beh ragazzi io vado a rompere le palle a qualcun altro, se permettete” dissi alzandomi e dirigendomi verso camera mia per farmi una doccia e fare una visita a una personcina.
“Ehy giu, se vuoi la porta di casa mia e aperta passa da li per non svegliarli” mi disse Niall mentre mangiava ancora pancake.
“grazie Niall sei il migliore” gli dissi dandogli l’ennesimo bacio sulla guancia.
 
 
Decisi di prendermi un’oretta per me, e dedicarmi al mio corpo.
Mi depilai, per prima cosa, poi passai a una doccia fresca, con tanto di maschera rigenerante per capelli, mi impiastricciai la faccia con vari scrub e per finire mi riempii il corpo di creme e cremine.
Dopo aver finito i trattamenti, andai in camera per decidere cosa mette.
Optai per un paio di jeans stretti neri, un paio di ballerine rosa antico, e una camicetta sempre rosa antico, con un bellissimo scollo a V.
Presi la mia borsa nera, e mentre passavo davanti alla porta mi spruzzai un po’ di “Loverdose”, il profumo che mi aveva regalato Betta lo scorso Natale.
I capelli sciolti mi ricadevano sulle spalle, in morbidi boccoli, dei quali, le due estremità vicino alla faccia, gli avevo intrecciati  e poi portati alla Hippy dietro.
Presi la giacca dall’appendi abiti, e salutai le ragazze, sfrecciando fuori dalla porta.
Camminai tranquilla verso casa dei ragazzi.
Una volta arrivata, aprì il cancello delle case dei ragazzi e mi avviai in quella di Niall.
Trovai la porta aperta, e non indugiai a entrare, mi richiusi la porta alle spalle, e confidando nel mio senso dell’orientamento, mi diressi vero l’ultima casa a destra, cioè la tanto nominata “Larry Stylinson” House.
Una volta aperta la porta di casa loro, mi fiondai in camera di Lou, che come il giorno precedente, dormiva beatamente.
Ma invece che svegliarlo come avevo fatto con le altre, decisi di procedere in modo diverso.
Mi inginocchiai vicino al suo viso e incominciai a dargli piccoli bacini sul collo per poi spostarmi sulla guancia per poi tornare nel collo.
“Smettila Harry, quante volte ti devo dire che devi smetterla di entrare in camera mia di soppiatto??” mi disse con la voce impastata e alterata, mentre si tirava su le coperte e si girava dall’altra.
Cercai di trattenere una risata.
“E Harry ti farebbe questo?” gli bisbigliai all’orecchio, mettendomi a cavalcioni su di lui, per poi baciargli il petto.
“mmhh no decisamente NO!” mi rispose Lou, finalmente svegliatosi, e accorto della situazione.
“AH per fortuna, stavo per diventare gelosa” gli dissi scherzosamente.
“No no cara, vieni qua” mi disse attirandomi a se, in una morsa che non permetteva movimenti.
Incominciammo a baciarci con foga, e io mi tolsi la giacca, perché incominciava a scaldarsi la stanza.
“oggi non devi andare via vero?” mi disse Lou affannosamente, mentre si staccava dal nostro bacio appassionato.
“Emh, No…! Tranquillo.” Gli dissi riprendendo a baciarlo.
Incominciai a baciargli il collo, ma lui mi interrupe.
“Tesoro, forse e meglio se vado a farmi una doccia, e a lavarmi i denti.”
E dandomi un piccolo bacino si avviò verso la porta del bagno. Ok era diventato iperattivo tutto d’un tratto.
-okay- pensai- cosa ho fatto di male?- .
“ehy tesoro, ti senti bene, perché sennò posso tornare più tardi oppure ci vediamo direttamente stasera.”gli dissi, attendendo una risposta che tardava ad arrivare.
“SI! Ecco, forse è meglio che ci vediamo stasera, sai ho delle cose da fare, quindi..” mi disse sotto il rumore dell’acqua della doccia che scorreva.
“ok” risposi, sì, ci sono rimasta male. Io che mi ero tutta fatta bella per lui, e che gli avevo anche fatto una sorpresa, venivo rifiutata spudoratamente.
Uffi, presi le mie cose e di mala voglia mi avviai verso la porta.
Mentre aprivo quest’ultima, il cellulare di Lou, che si trovava sul comodino, squillò.
Un tantino curiosa, tornai indietro e andai a vedere chi fosse il mittente.
Mentre mi avvicinavo al cellulare vidi la scritta “Eleanor”  e un nuovo messaggio.
Ok, i miei nervi avevano incominciato a ballare la conga, e so che non dovevo impicciarmi nei suoi affari, ma la scritta “Eleanor” mi aveva fatto alterare.
Sbloccai la tastiera e aprì il messaggio, che citava:
“Ehy caro mio, tutto ok per dopo.
Ci vediamo dopo,bacioni . :*”
 
Sommando quel messaggio, allo strano comportamento di questa mattina, qualcosa non mi quadrava.
Uscì dalla camera ancora più incazzata di prima, e infatti sbattei la porta di casa Stylinson, e me ne andai in centro, non ne avevo voglia di tornare a casa.
Presi la metro per il centro, dato che non avevo voglia di attraversare strade o di infilarmi nel traffico del fine settimana.
Una volta arrivata alla fermata “Oxford Street” mi mimetizzai nella folla Londinese.
Ero nella via dello shopping, quindi di regola dovevo fare shopping, anche perché era l’unica cosa che mi andava di fare, oltre che prendermi un caffè bollente.
Decisi di entrare in un paio di negozi, giusto per guardare.
Ne uscì con 5 buste di scarpe e vestiti.
Avevo trovato il giorno giusto, sia per i saldi, sia per il vestiario molto carino.
Avevo trovato una stupenda maglietta in pizzo, con tanto di scollatura, un paio di pantaloncini blu che si sposavano perfettamente con la maglia, e poi un paio di scarpe al tacco che erano la morte sua.
E poi i vestiti in quel negozio erano stupendi, e avevo approfittato dell’occasione. ;)
Mentre passeggiavo tranquillamente per le strade, vidi un’orda di ragazzine che si affannavano per guardare qualcuno dentro il negozio di scarpe da cui ero uscita io 20 minuti prima.
Dato che ero di strada, decisi di dare un occhiata, giusto per vedere cosa stava succedendo, magari una svendita di grandi marche all’ultimo minuto.
Feci largo tra le ragazzine urlanti, e vidi dalla vetrina Lou che aveva preso a braccetto Eleanor, mentre lei chiedeva un parere sulle scarpe che aveva in mano.
Le mie scarpe!!! Proprio quelle scarpe che avevo comprato io e che mi erano costate una fortuna.
Appena vidi la scenetta, mi infilai gli occhiali da sole, e scansai un fan che mi urlava nell’orecchio, ma che aveva una visuale migliore della mia.
Presi il suo posto e osservai la scena.
C’erano Lou e “la tizia” che si stavano avvicinando alla commessa, indicandogli le MIE scarpe.
La commessa annuì sorridente, e buttò li un “buona scelta” e prese la scatola portandola alla cassa.
A questo punto Louis, si chinò su di lei e gli diede un bacio sulla guancia.
A quel punto non riuscì più a vederci niente, presi le mie buste e me ne andai, più colpita allo stomaco che arrabbiata.
Come aveva potuto fare questo?? Scansarmi da se quella mattina, e poi andare in giro con la sua recente Ex ragazza, e sbattermelo così in faccia.??
Non ci potevo credere.
Gli occhi avevano aperto i rubinetti, e le lacrime attraversavano il mio viso come piccole gocce di fuoco. Avevo la gola secca e improvvisamente un freddo mi congelo dentro.
Mentre cercavo di asciugare le lacrime, e tirare su col naso, entrai nello Sturbucks più vicino.
Mi sedetti in un angolino della sala, onde evitare che qualcuno mi vedesse con gli occhi rossi, anche se indossavo gli occhiali da sole.
Una cameriera molto gentile si avvicinò e prese la mia ordinazione.
Mentre bevevo tranquillamente il mio caffè bollente, la porta si aprì, e le urla delle ragazze si fecero più vicine.
-No dimmi che non è vero, dimmi di no, dai no.- mentre speravo che non fossero loro, due figure sorridenti e prese a braccetto
-ok, andiamocene- mi dissi. Presi la borsetta la giacca, e gli occhiali sa sole.
 Cercai di andare alla cassa senza farmi vedere, infatti mi infiltrai nella mischia di ragazzine urlanti, e arrancando verso la cassa cercai di pagare.
“Salve, dovrei pagare un caffè” dissi alla cassiera.
“come scusi?” mi disse lei, avvicinandosi per sentire meglio.
“Dovrei pagare un caffè!” dissi alzando la voce.
“mi scusi ma non la sento, queste ragazzine non la smettono di urlare”.
“HO DETTO CHE DEVO PAGRE UN CAFFE’!!!” dissi urlando un tantino più del necessario.
Infatti tutto il bar si girò verso me, compresi i due piccioncini.
Quando me ne accorsi, pagai in fretta e me ne uscì quasi correndo dal negozio, timorosa che questi ultimi mi avessero sentito.
 
 
Louis Pov.
 
Eravamo entrati da Sturbucks perché Eleanor voleva un frappuccino, e io anche.
Mentre entravamo le ragazze urlanti che ci avevano visto al negozio di scarpe ci avevano seguito anche lì.
Io adoravo le mie Fans però erano petulanti, non potevi mettere un piede fuori casa che loro erano pronte con macchine fotografiche e urla rompi timpani.
Comunque, mentre ci stavamo per sedere e ordinare, una ragazza alla cassa aveva urlato:
“HO DETTO CHE DEVO PAGARE UN CAFFE’”.
-ok, quella voce mi suona familiare, un po’ troppo. Ma no non puo’ essere qui, figuriamoci- cercai di convincermi, eppure quella ragazza era proprio uguale, era anche vestita come lei.
Mentre mi scervellavo per capire se era lei o meno Eleanor mi riportò sulla terra.
“Quindi, tu e Harry avete organizzato tutto?? Nei minimi particolari??” si informò El, mentre sorseggiava la sua bevanda calda.
“Si, Harry mi ha convinto a portarla nel ristorante più chic di Londra. Beh lei si merita questo e altro.” Gli dissi.
“Bene, sono così contenta per te Lou, non ti vedevo così felice da molto tempo. Vedo che ti sei ripreso da quando… Beh da quando.. da quando ci siamo lasciati.”
“Ehy El, tranquilla come hai detto tu sono felice, perché ho trovato una ragazza stupenda, e tu hai il ragazzo, e quindi basta storia chiusa ok??” gli chiesi sorridente.
“Certo Lou, non sai quanto sono contenta, grazie per avermi ingaggiato per il regalo di Giù, se avessi chiesto a Harry sarebbe stato uno scempio.” Mi disse lei sorridente.
“ok forza, andiamo, ti devi preparare” mi esortò ad alzarmi El.
Pagammo e uscimmo dal negozio, avviandoci verso la macchina.
 
 
                                                                            ***
 
Giu Pov
 
Ero tornata a casa di fretta e furia, prendendo il primo taxi che avevo trovato.
Ero ormai arrivata a casa, quando mentre passavamo, ovviamente, davanti a casa dei ragazzi la mia rabbia aumentò.
Era come una persecuzione, me li trovavo ovunque, proprio come i funghi.
E ora che stavo tornando a casa per rilassarmi, dove li trovavo?? Davanti a me mentre scendevano felici dalla macchina, come se fosse niente.
Un altro pugno in pancia mi arrivò diretto, senza alcun preavviso.
Cercai di scacciare il dolore e di guardare da un’altra parte.
Dato che la casa dei ragazzi e la nostra (come ho amato ripetervi) era molto vicina, pagai e scesi con i miei acquisti sotto braccio.
Cercai prendere le chiavi di casa dalla borsetta, ma non ci riuscivo, avevo le mani occupate da
I-Phone, bicchiere di Strurbucks che non ero riuscita ancora a finire, poi il portafoglio che non avevo ancora messo a posto da quando avevo pagato il taxista, e nell’altra cercavo di tenere le buste dello shopping che mi sfuggivano dalla mano.
Decisi di appoggiare a terra le buste, ma una mi scappò di mano, e il contenuto andò tutto a terra.
Cercai di capire che busta fosse caduta, e ritrovai la soia di casa ricoperta di biancheria intima nuova.
“Cazzo!” mi lasciai sfuggire, ero triste,e arrabbiata con le buste e il telefono che stava squillando.
Cercai di mettere dentro la borsetta cellulare, evitando di rispondere, e anche il portafoglio.
Il telefono continuava insistente a trillare, impaziente.
“Dio!” stavo impazzendo.
“Ti serve una mano?” mi disse un ragazzo in strada.
Mi girai di scatto diventando paonazza.
“Emh..” riuscì a dire.
“Ok, lo prendo come un sì” disse sorridendomi e aprendo il cancelletto e venendomi incontro.
“Grazie” borbottai. Se avessi mai avuto l’occasione di utilizzare una pala, quella era la volta buona.
Quando mi accorsi che stava raccogliendo la mia biancheria da terra lanciai un urlo, e lui si girò verso di me, ghignando.
“emh, scusa, non è che potresti aiutarmi con le buste?” gli dissi.
“Oh, certo…” disse lui mettendo un reggiseno dentro la busta e afferrando le buste che gli stavo porgendo.
Mentre afferrava le buste, io mi affrettai a rimettere tutto il contenuto intimo dentro la sua busta.
“Ok, grazie mille, se vuoi puoi anche appoggiare le buste per terra, poi porto io tutto dentro” gli dissi mentre raddrizzavo la schiena sollevando la busta.
“no, dai ti aiuto almeno a portarle dentro poi ti prometto che me ne vado!” mi disse concludendo con un sorriso a 34 denti.
Ora che mi soffermavo a guardarlo, era un ragazzo davvero carino.
Aveva i capelli biondo ramato, molto lucenti, di sicuro li curava, e poi due occhioni verdi che scintillavano, e poi era alto e muscoloso. Un folata di vento portò il suo profumo al mio naso, e se il mio intuito non erra, lui sapeva di Lacoste, uno dei miei profumi maschili preferiti.
Dopo averlo squadrato da capo a piedi, sorrisi e aprì, finalmente, la porta.
“prego” dissi entrando e appoggiando la borsetta nel ormai famosissimo tavolino.
“quelle le puoi appoggiare anche lì” gli dissi indicandogli il divano.
Stranamente a casa non c’era nessuno, eppure era ora di pranzo.
“Ok” mi disse appoggiando le buste nel divano.
“Emh grazie mille, davvero” gli dissi sorridendogli.
“Di niente figurati, si deve sempre aiutare una donzella in pericolo” mi disse sorridendo.
“Io sono Daniel, Daniel Wood, piacere” mi disse porgendomi la mano.
“Giulia,Giulia Ferrari il piacere e tutto mio” gli dissi ricambiando la stretta di mano e continuando a sorridere.
“Vivi da sola Giulia Ferrari?”
“Emhh, no vivo con 3 mie amiche, che in questo momento sono sparite e mi hanno lasciato sola e senza pranzo.” Dissi io cercandole con lo sguardo.
“Oh, bene. Allora dato che io stavo andando a pranzo, e tu sei sola qui senza viveri, ti posso invitare a pranzo in una paninoteca qui vicino?” mi disse continuando a sorridere e togliendosi gli occhiali da sole, lasciando che i suoi bellissimi occhi verdi mi scrutassero.
“E chi mi ha detto che non si uno stupratore?” gli dissi scherzosamente dandogli un colpetto alla spalla.
“Ti giuro che non ho buone intenzioni” disse mettendosi una mano sul cuore e facendomi ridere.
“Ahahah, ok. Accetto.” Dissi sorridendo e prendendo la borsa per poi seguirlo.
 
 
Louis pov.
Era da 5 minuti che cercavo di chiamare Giù ma non mi rispondeva.
E adesso partiva la segreteria telefonica.
Mi stavo preoccupando.
Decisi di andare a casa sua per avvisarla che stanotte saremo usciti assieme.
El era tornata a casa, e mi aveva raccomandato di vestirmi bene e di trattarla come una principessa.
Avevo appena svoltato l’angolo per casa sua, quando vidi la porta aprirsi e uscire un ragazzo, seguito subito da Giù che sorrideva.
Qualcosa mi colpì allo stomaco, e un’improvvisa voglia di picchiarlo mi assalì.
Mi trattenni a stento.
Non riuscivo a sentire quello che si dicevano, ma tutti e due sorridevano beati e la cosa mi irritava.
Lei non mi rispondeva al telefono per parlare con quel ragazzotto sonofigoèloso.
Qualcosa mi spinse ad avvicinarmi.
Ma mi fermai.
La guardai sorridere annuire e poi prendere la borsetta e andarsene con “Mr.universo”.
E adesso chi cavolo era questo ragazzo???.
 

Ciao ragazze!! lo so scusate, ci ho messo molto a pubblicare il capitolo, ma è molto più lungo dei soliti.
quindi enjoy.
P.s scusatemi se per caso avevo già messo il cognome a Giù ma non mi ricordavo e quindi in questo capitolo le ho messo un'altro cognome che sarà quello ufficiale ;)
Spero, come sempre, che vi piaccia e che dire fatemi sapere se vi piace. :D
Lot of love 

                                                   Giulia

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Capitolo 20
*** I Love You ***


“Quindi sei londinese” gli dissi addentando il mio hot dog.
“Si, nato e vissuto qui” mi disse addentando a sua volta il suo hot dog.
“che fortuna, e così bella Londra” dissi contemplando il Tamigi.
“Sì, è veramente bella, non mi ricordo un giorno in cui ho odiato questo posto.”mi disse sporcandosi con un po’ di ketchup.
“emh, ti sei sporcato” gli dissi indicandogli l’angolo della bocca.
“ qui?” mi chiese sporcandosi dall’altra parte.
“No” dissi ridendo “smettila, ho finirai per sporcarti la camicia”.
“Ok, ok” mi disse sorridendo e pulendosi con un fazzolettino.
“allora, sono le 2 di pomeriggio, siamo seduti da più di un ora su un argine del Tamigi a mangiare hot dog, qual è la nostra prossima tappa?” mi chiese finendo il secondo hot dog.
“Allora, fammi pensare, potremmo….”
“potremmo…”
“potremmo, andare a passeggiare a Hide Park, cosa ne dici?” gli proposi.
“mi sembra un idea più che perfetta!!” disse balzando giù dal muretto.
“bene, andiamo” dissi imitandolo, e balzando giù.
“ok, ricominciamo con il giro di domande, fratelli o sorelle?” mi chiese mentre aspettavamo che il semaforo diventasse verde.
“una sorella, più grande di me” gli dissi “Tu?”
“Io ho 2 fratelli, uno più grande, e uno più piccolo” mi disse sorridendo.
Il sole quella giornata batteva forte, e io ero vestita fin troppo pesante, dato che uscita di mattina “presto”. Decisi di mettermi gli occhiali da sole e di sfilarmi la giacca.
Solo dopo quando vidi che Daniel mi fissava, ricordai di avere la camicetta più scollata di tutto il mio guardaroba.
Arrossì, e gli sorrisi.
Distolse lo sguardo, e attraversammo, finalmente.
“bene, domanda più importante di tutte, che abbiamo tralasciato, quanti anni hai?” mi chiese.
“Emhm, ne ho 19, tu?” dissi distogliendo lo sguardo imbarazzata.
Per me era sempre stata una fatica rivelare la mia età, a tutti sembravo sempre più grande di quello che ero e ci rimanevano tutti male quando rivelavo la mia età.
“Io ne ho 23, li compio a Novembre.”
“anch’io!” dissi eccitata “Quando?”
“L’11” mi disse sorridendo.
Oh, che carino, aveva una fossetta quando rideva. Ok basta, tu “Hai” un “fidanzato”.
“oohh che peccato io il 23” dissi sorridendo un po’ meno.
“bene, ora che sappiamo le cose basilari” disse mentre stavamo entrando nel parco “ possiamo sdraiarci nell’erba, e rilassarci. Mi viene un inspiegabile sonno dopo pranzo” mi disse sorridendo e avviandosi in un prato davanti a un laghetto con delle stupende paperelle.
Ci sdraiammo, ma quel posto, quel laghetto, mi riportava alla prima volta che Louis mi aveva baciato.
Cercai di arginare quel pensiero, e cercare di godermi quel momento, infondo anche Louis quella mattina si era divertito con Eleanor.
Mi sdraiai al suo fianco, e ammirai i riflessi verdi che assumevano le foglie con il sole.
Mi girai per dare un occhiata a Daniel, che era sdraiato sornione, con le mani sotto la testa, e gli occhi chiusi, mentre si godeva i piccoli raggi di luce che riuscivano a filtrare dalle foglie dell’albero sotto la quale eravamo seduti.
Guardando bene, aveva della barbetta dorata, ch egli dava quest’aria, trasandato sexy, molto sexy (vi assicuro), e questa fossetta sul lato destro che gli dava un aria molto carina.
Sorrisi debolmente mentre ammiravo i suoi lati migliori.
Rigirai la testa, e ricominciai ad ammirare le foglie, e di nuovo il pensiero di Louis mi riempì la testa. A quei pensieri, sospirai, rassegnata alla verità, e chiusi gli occhi.
Dopo 2 minuti, mi sentì osservata, e così aprì gli occhi, e mi girai verso Daniel, e lo trovai lì, senza occhiali da sole, mentre mi fissava con un sorriso rilassato sul volto.
Mi venne spontaneo sorridergli a mia volta.
Quei occhi verdi, mi fissavano, e mi venne in mente Harry, la fossetta, gli occhioni verdi, e un groppo in gola si formò.
Ero turbata dovevo risolvere la cosa, e al più presto.
Gli sorrisi ancora e poi mi misi a sedere, mi presi la testa tra le mani e sospirai di nuovo. Mi alzai e mi scrollai l’erba dai pantaloni, e sorrisi a Daniel che si era alzato a sedere e mi guardava strano.
Oh mio dio, sembrava un dio greco, aveva gli occhiali da sole tra i capelli bronzo che risplendevano con i riflessi del sole, e mi guardava preoccupato, accigliato.
Ok, i sensi di colpa incominciarono a divorarmi.
Distolsi lo sguardo.
Daniel si alzò in piedi e mi imitò, scrollandosi l’erba dai pantaloni e aggiustandosi i capelli e rimettendosi gli occhiali da sole.
Ok il colpo di grazia era arrivato.
Mi rimisi gli occhiali anch’io.
“Tutto ok?” mi chiese.
“Sì” dissi sorridendo e cercando di essere il più convincente possibile.
“E solo che si è fatto tardi, e le mie coinquiline si staranno preoccupando, sai e da stamattina che non mi vedono” dissi incominciando a camminare.
“certo” disse lui accigliato più di prima, ma sereno.
Percorremmo il tragitto per casa mia, e mi arrivò un messaggio da Rosa:
 
Ehy tesoro, ma dove sei andata a finire? Ti ho chiamato almeno 10 volte.
Rispondi ti prego, noi siamo a casa dei ragazzi a pranzo, raggiungici lì.
Baci. Xx
 
Deglutii, perché tra poco avrei dovuto affrontare Louis.
Eravamo quasi arrivati, stavamo svoltando l’angolo dove ci ritrovammo davanti a casa dei ragazzi. Ero arrivata.
“Ehy, io sono arrivata.” Gli dissi sorridendo.
“ma tu non abiti una via dopo questa?” mi chiese accigliandosi ancora di più.
“Sì, vero, ma le ragazze mi hanno detto di venire qui, quindi..”
“beh, quindi..”
“Quindi grazie di tutto, per la compagnia, per il pranzo e soprattutto per avermi aiutato con le buste e il resto” gli dissi arrossendo.
Lui mi sorrise, e alzò un mano all’altezza del mio viso, sembrava volesse toccarmi, ma poi la ritrasse e con un “Ciao” mi salutò e se ne andò, lasciandomi sola. Feci un profondo respirò e suonai il citofono.
“Chi è?” chiese l’altra voce
“Giulia”
“Oh entra” mi disse Niall da l’altra parte.
Sentì il ‘click’ del cancelletto e lo aprì.
Mi avviai verso la porta e prima di aprirla mi concessi un altro respiro, poi aprì la porta.
 
 
Rosa Pov.
 
Quella mattina ero stata svegliata da Niall e Giù che mi saltavano nel letto mentre urlavano.
Non me la presi naturalmente, erano divertenti.
Dopo essermi svegliata, ho fatto tutto quello che faccio ogni mattina, sono scesa giù, ho fatto colazione, e poi sono salita su in bagno per farmi una doccia.
Mentre tornavo in camera dal bagno, ho trovato un messaggio nel cellulare, da parte di Liam.
 
cara, ti aspetto a casa mia tra 10 minuti, con una bellissima sorpresa.
 
Sorrisi mentre leggevo il messaggio, e mi preparai di fretta e furia, scegliendo accuratamente la biancheria. ;)
Corsi da una parte all’altra della casa per trovare i vestiti le scarpe e resto, e dieci minuti dopo fui pronta per uscire da casa. Mi spruzzai un po’ di profumo di Giù, colpa sua che lo lasciava nel tavolino del corridoio, e mi fiondai fuori dalla porta.
Faci il tragitto che divideva le nostre case, con un sorriso a 34 denti.
Trovai il cancello aperto, e non esitai a entrai, le luci erano soffuse e le tapparelle tutte abbassate, per creare “il clima”.
A un certo punto, dopo che abbi chiuso la porta, della musica parti dalle casse dello stereo.
Era “Good Feelings” degli Avicii.
Dopo 2 secondi un faretto illumino Liam, con un capello in testa, a petto nudo, con solo dei pantaloni lunghi neri, oh e c’era pure il dettaglio del bastone.
Scoppiai a ridere, mentre lui invece veniva verso di me con dei passi di danza. Non so se fossi più sorpresa per lui o per il balletto.
La musica mi stava trascinando e andai verso di lui muovendomi a ritmo di musica, cercando di rimanere seria, ma ogni tanto scoppiavo a ridere, o per i passetti di danza che faceva Liam, o per i miei passettini.
Quando arrivammo uno davanti all’altro gli presi sia capello sia bastone, e incominciai a ballare intorno a lui a ritmo di musica.
Quello che scoppio a ridere ora fu Liam, che mi prese il bastone dalle mani e mi afferrò per i fianchi, stringendomi a se.
Mi mancò il fiato per qualche istante.
Era così bello, e il mio amore per lui mi usciva da tutti i pori.
Appoggiò la sua fronte sulla mia e aspetto che i nostri respiri si calmassero, ci guardammo per un tempo incalcolabile e poi mi disse quelle 3 paroline magiche.
“I Love You” mi disse incominciando a baciarmi.
Ok ero fusa.
Mi staccai dalla sua bocca.
“I Love You Too” gli dissi, e ricominciammo a baciarci, salendo le scale.
Il resto potete immaginarlo, vi dico solo che avevo fatto la scelta giusta di biancheria.
 
                                                                     ****

Scusate, scusate e ancora scusate.
So di non aver pubblicato capitoli per molto tempo ma mi sono presa una vacanza ( un po'  troppo lunga) per questa estate, solo che tra scuola e studio si è distesa.
Fatto sta che sono tornata con un nuovo capitolo.
Spero come sempre che vi piaccia e che me lo facciate sapere con una piccola recensione, se volete naturalmente.
Lot of love 
                                Giulia xx

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