Ci sono tante cose che non ti ho detto, fratellino.

di amrty
(/viewuser.php?uid=176705)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** È per questo Sam che devo farlo, capisci? ***
Capitolo 2: *** Non ho ripensamenti Sam, non per questo almeno. ***
Capitolo 3: *** Strani sogni ***
Capitolo 4: *** Scoperte ***
Capitolo 5: *** Paradiso ***



Capitolo 1
*** È per questo Sam che devo farlo, capisci? ***


Sam, lo sai, niente sentimentalismi con me.

E infatti noi risolviamo sempre tutto con un: “Idiota”.

Me la cavo bene con le battute sarcastiche e l'atteggiamento da duro. Sono bravo in questo. Il campione.

Ma quando si tratta di discutere, parlare dei proprio sentimenti, allora sono un imbranato.

Per questo di solito evito.

Ma non questa volta. Sta volta no.

Ci sono tante, troppe, cose che non ti ho detto. Cose che non avrei, con il senno del poi, dovuto fare. Ma che ho fatto. E tante che avrei voluto fare, e non ho fatto.

 

E visto che siamo alla resa dei conti partiamo dall'inizio: da Stanford.

 

Quando te ne sei andato è stato terribile.

Si lo so, non ti ho mai detto niente, ti ho semplicemente lasciato andare.

Con papà che ti urlava contro di non tornare mai più. Mai più.

E l'unica cosa che volevo dirti io era: rimani.

Ma non l'ho fatto. Perché ho pensato, almeno tu, una vita normale, te la meritavi.

Non importava quanto male faceva a me, quanto mi sono sentito abbandonato e solo.

Perché senza di te, Sammy, nulla era più la stessa cosa.

E quando papà è scomparso non ho più retto. Potevo benissimo cavarmela da solo, l'avevo fatto per due anni. E allora perché venire da te?

Perché non ce la facevo più Sam, non riuscivo più a stare senza di te.

E la scomparsa di papà è stata un ottima scusa.

Forse non avrei dovuto, magari avresti avuto la tua vita normale, e Jessica non sarebbe morta.

Venire a Stanford è stata dura per me, convincermi che era giusto, che non ti stavo rovinando la vita, ancora di più.

Nascondere il tremore (anni e anni di caccia non ho mai tremato, ma all'idea di rivedere te, Sammy, tremavo come un pulcino)... La paura di un ulteriore rifiuto.

 

Tre giorni con te, Sammy, ed è stato fantastico. Mi sentivo di nuovo bene, di nuovo me, di nuovo noi.

 

Venire a prenderti a Stanford è una di quelle cose che forse non avrei dovuto fare, ma che sono felice di aver fatto.

 

Vedi, tante volte in quei due anni in cui tu sei stato al college sono passato nelle sue vicinanze. E ogni volta mi dicevo: facciamo una sorpresa a Sam.

E una volta l'ho fatto, ho finito il lavoro e invece che correre subito da papà ho fatto una piccola deviazione. Volevo rivederti. Capire se eri felice, se era il tuo posto. Se ti mancavo.

Così ti ho osservato, eri con i tuoi amici, da lontano mi sei sembrato così... integrato, felice, a tuo agio. Ed ho pensato che forse ti saresti un po' vergognato di me, di tuo fratello, quello strano. Non me la sono sentita di rovinarti quell'angolo di paradiso. Non quella volta almeno.

Vederti mi ha fatto solo ricordare quanto tu mi mancassi. Quanto mi sentissi solo senza di te.

E come sempre, anche allora come ora, ho pensato a quanto io ho bisogno di te, e a quanto poco io servo a te. Forse per questo che continuo a ripetermi che il mio compito è proteggerti. Per auto convincermi di esserti utile. Forse è per questo che quella volta mi sono voltato con la promessa di non tornare più, perché allora io rappresentavo un pericolo per la tua normale vita da college che tanto sembravi desiderare.

 

Mi dispiace se a un certo punto il mio egoismo ha vinto e sono tornato a reclamarti. Perché Sammy, anche se forse non te l'ho detto mai, io ho bisogno di te.

 

Non avrò avuto una vita normale, una casetta con il giardino, un cane e una bicicletta rossa. La mia infanzia è stata più un educazione militare che una sala giochi. E non ho studiato, non ho amici, ne una ragazza.

Ma ho te, e questo mi basta.

È strano da dire ora, ma se non ora quando? Ma è la verità Sammy, io ho avuto te e credo di non essermi perso chissà cosa per il resto.

Noi due siamo sempre stati una coppia formidabile a caccia. Siamo forti insieme.

E stare con te non mi fa sentire più solo. Anzi.

 

E le volte che abbiamo litigato? Infinite.

E quante volte tu hai preso e sei andato per la tua strada? Sembrava avessi sempre qualcosa da dimostrare. A papà. A me. A te stesso.

Ogni volta la stessa storia.

Litigio. Tu che vai via. Io che vorrei prima picchiarti, poi chiamarti e pregarti di non andar via. E io che non faccio mai quella benedetta telefonata.

Io ho sempre seguito gli ordini di papà, sempre. Il perfetto soldatino, mi chiamavi per prendermi in giro. Ma anche il perfetto soldatino sai può provare qualcosa. E i tuoi continui allontanamenti.. sono stati tante pugnalate nel mio cuore.

Perché ancora una volta tu mi ricordavi quanto poco contassi, quanto insignificante fosse la mia presenza per te.

E io come un cretino che ti ho messo al primo posto. Si, tu. Tu sei il mio primo posto nelle priorità. “Ti starò sempre accanto” e “ti proteggerò io da tutto” non erano solo parole per me. Era il senso stesso del mio esistere.

 

È per questo Sam che devo farlo, capisci?

 

È per questo che io, tuo fratello, lo sbruffone tutta azione e niente cervello- e non parliamo di sentimenti- sono qui come una femminuccia a raccontarti tutto questo.

Perché vedi, sto per fare un'altra cosa che, con assoluta probabilità, so essere una cosa che non dovrei fare. Ma che sono felice di fare. Quasi Obbligato.

 

Ci sono tante cose che non ti ho detto, fratellino.

Alcune delle quali, beh, forse è meglio che tu non conosca.

 

 

  • cavolo Sammy, idiota... -

 

Quanto vorrei sentirmi dare dell'Imbecille, ma tu rimani lì, disteso, ormai freddo..

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Non ho ripensamenti Sam, non per questo almeno. ***


Mi fermo a guardati un ultima volta.

Là disteso su quel materasso logoro, guardo il tuo corpo ormai senza vita.

Ma anche da morto Sam il tuo corpo mi appare bellissimo.

Questo è il mio segreto. Questo è ciò che tu non dovrai mai scoprire.

 

Tra poco andrò verso quell'incrocio per fare ciò che il mio cuore sa esser l'unica soluzione. Sono morto anch'io insieme a te capisci?

Non ha senso ora rimanere qui, tanto vale utilizzare questo cuore dolorante ma ancora battente per fare uno scambio.

 

Ma prima di andare ci sono altre cose che vorrei dirti, ce ne sono così tante....

 

Rimango seduto al tuo fianco per ore ad osservarti, ipnotizzato da questa vista.

Senza neppure rendermene conto mi avvicino per darti una carezza. E un bacio.

Lo so che è sbagliato, ma sei comunque sempre tu, fratellino. Non che questo lo renda meno sbagliato, anzi.

Ma forse questa è l'unica mia occasione per...per dimostrarti ciò che provo.

Lo faccio ora perché tu non puoi saperlo, non lo saprai mai, ma io avevo bisogno di dirtelo.

Un unico lieve bacio sulle labbra, così fredde che sento il cuore lacerarsi, un unico lieve bacio per dirti quanto ti amo e quanto sempre ti amerò. Lo faccio ora, così solo io e la luna ne saremo a conoscenza.

 

Perdonami fratellino, ma questa sarà una delle cose che non saprai mai.

Perdonami.

 

Perdonami soprattutto per questo incrocio e questo patto.

Ma non ho altra scelta. Tu ce la farai senza di me, ma io senza di te non sono niente. Non sono nessuno.

 

 

Seduto sull'Impala mi viene naturale girarmi verso il lato del passeggero e trovarlo vuoto fa più male del solito. Perché mi richiama subito alla vista il tuo corpo ormai senza vita. E questo è abbastanza per farmi alzare e andare a trattare con chi avevo giurato di non trattare mai.

Questo e altro per te, fratellino.

 

 

-Dean..

-Sammy...

-Cosa, cosa è successo Dean?

-Una brutta ferita, ma sembri star meglio ora..

 

e senza tanto pensarci ti abbraccio, perché, con un po' di fortuna non lo scoprirai, tu sei il mio miracolo ora. E credo che il prezzo che ho pagato per questo sia ragionevole. Un anno ancora con te è sicuramente meglio di altri mille senza di te.

 

Non ho ripensamenti Sam, non per questo almeno.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Strani sogni ***


Una carezza, e un lieve bacio. La faccia di Dean. Le lacrime. La bocca di Dean sulla mia.

 

 

-Sam svegliati ! Dobbiamo andare, Bobby ha chiamato.

 

Si alza di scatto e sparisce in bagno come una furia, …

 

-eh Sammy che succede? Qualche bel sogno hot ? Erano in due? Su dai fratellino racconta! I tuoi languidi lamenti si sentivano fin dalla strada !

 

-Idiota !

 

-Ah ma allora ci ho preso in pieno!

 

Mi passa accanto come un treno, non mi guarda in faccia, rosso come non mai! Caro il mio fratellino!

 

 

 

Ricordo la mamma sul soffitto che brucia. Brucia e io piango. Ma non posso farci niente.

Mi sveglio di soprassalto ancora sconvolto, il viso bagnato dalle mie lacrime e il fiato corto. Devo aver urlato perché Dean è accanto a me.

-Va tutto bene Sammy era solo un brutto sogno. Ora cerca di rilassarti e tornare a dormire.

-Dean! Non lasciarmi solo..

piagnucolo tanto da vergognarmi io stesso del mio tono, una supplica accorata, ma tutto pur di non restare solo. Non dopo quelle immagini fissate nei miei occhi.

Dean sbuffa, ma tentenna abbastanza da farmi capire di aver vinto. Si accoccola vicino a me e mi sento molto meglio. Mi addormento subito dopo con le braccia di mio fratello che mi circondano e mi fanno sentire al sicuro. Da tutto, anche dai brutti sogni.

 

Era un ricordo fissato indelebile nella mente di Sam, ogni volta che aveva paura o si sentiva solo gli tornava in mente questo episodio e ne era confortato. Dean forse neppure sapeva quanto era stato di conforto quella notte, ma quella sensazione di totale sicurezza provata tra le sue braccia lo rassicurava ancora oggi.

 

E poi il sogno di sta notte.

Non riusciva a capacitarsene.

Era così strano, così sbagliato... così.... sentì un brivido lungo la schiena e un involontaria eccitazione lo percorse... infastidito e seccato da quella reazione così sbagliata al ricordo del sogno cercò di pensare ad altro.

Impossibile. Quel sogno lo avrebbe tormento per sempre se non ci capiva qualcosa.

 

//

Ancora le immagini di sua madre nel soffitto. Che brucia. Lui che urla ma non riesce a far nulla. Il risveglio angosciante, la mancanza di fiato, le lacrime... e Dean al suo fianco. Ma ora non ha più quattro anni, ne ha sedici. Ed era parecchio che non faceva più quel sogno.

-Sam? Che succede? Qualche brutto sogno?

-Sto .. sto bene Dean, tranquillo.

Dean fa per andarsene togliendo la mano dalla spalla di Sam che subito ne sente la mancanza.

Senza pensare afferra il polso di suo fratello

-Resta Dean, ti prego.

È perplesso ora …

-Sam, non sei grande per queste cose?

Si, sono grande per queste cose, per questo non dico niente. Solo lo guardo, sperando che capisca. Che non posso dormire solo questa notte, che ho bisogno ancora una volta di lui. Di lui e delle sue braccia che mi fanno sentire al sicuro.

E lui capisce, o almeno credo, visto che mi fa segno di fargli posto e si mette lì accanto a me.

Come tanti anni prima mi abbraccia e mi sento di nuovo bene. Al sicuro. Come l'altra volta.

Eppure ce qualcosa di diverso. Il suo profumo. Il suo respiro su di me. Ho voglia di girarmi e guardare il suo viso. Così bello.

Mi giro e lo guardo. I nostri visi sono così vicini. Fisso le sue labbra carnose. Poi sposto lo sguardo su i suoi occhi: mi stanno fissando anche loro, verdi, due meravigliosi pozzi d'acqua cristallina che mi guardano. Mi rendo ora conto dello sguardo strano di Dean: perplesso, ma anche spaventato.

In quell'istante mi rendo conto che qualcosa laggiù è cambiato. Mi rendo anche conto che Dean deve aver sentito anche lui il cambiamento perché si scosta e fa per andarsene.

Preso da panico lo trattengo, finiamo per rovinare a terra entrambi in una specie di lotta. Alla fine Dean è bloccato a terra, è più forte di me, ma qualcosa gli impedisce di reagire realmente e magari rischiare di farmi male.

Rimango lì a fissarlo, l'erezione ormai vistosa e il panico sempre più ai limiti. Non so che fare,e lascio andare l'istinto: mi sporgo su Dean e lo bacio.

E Dean mi lascia fare, così riprovo e questa volta anche lui risponde.

Mi accorgo pian piano che la mia non è l'unica eccitazione presente .

//

 

Un sogno di pessimo, pessimo gusto non ce che dire !

Si era svegliato con un erezione enorme... avuta sognando Dean!

Gli veniva il vomito, la nausea a pensarci!

E come se non bastasse quelle immagini continuavano a tornargli in mente, ed ogni volta, nonostante la vergogna, eccola lì, presente sempre, l'erezione.

Doveva fare qualcosa, o Dean si sarebbe accorto di qualcosa. Insomma, lui ci viveva 24 ore su 24 con Dean non poteva avere un erezione ogni volta che lo guardava !!!

 

E quell'immagine che lo tormentava costantemente: Una carezza, e un lieve bacio. La faccia di Dean. Le lacrime. La bocca di Dean sulla mia.

 

  • Dean senti, ti dovrei parlare..

  • Del fatto che sono tre giorni che mi eviti, che non mi guardi, che stai sempre chiuso in camera e cerchi di parlarmi solo a monosillabe?

  • Riguarda questo si, ma devi promettermi di non ridere, ne di picchiarmi

 

Guardo Dean irrigidirsi, non era una buona premessa lo sapeva, ma doveva avere la sua parola che qualunque cosa gli avesse detto le cose non sarebbe cambiate tra loro.

 

  • Va bene Sam, dimmi, ti prometto che come sempre ne usciremo insieme.

 

È nervoso ora, ma mai quanto me... come le lo spiego ora senza sembrare un depravato?

 

-Senti... ti ricordi quella volta, quando ero molto piccolo, che avevo fatto quei strani incubi sulla mamma e tu sei rimasto con me tutta la notte?

 

Mi guarda confuso, immagino non si aspettasse un uscita del genere...

 

  • Uhm, si Sam, me lo ricordo, ma mi spieghi ora questo che c'entra?

 

  • Si beh ecco... l'altro giorno ho fatto un sogno..

  • Sulla mamma ?

 

Non riesco a guardarlo mentre gli racconto il sogno così mi alzo e fisso fuori dalla finestra, terrorizzato da ciò che Dean penserà di me. Che mi sono fritto il cervello sicuramente.

 

  • Beh, no, si... una specie. Senti Dean non c'è un bel modo per dirtelo. Ma noi viviamo 24 ore su 24 insieme e devo liberarmi di questa cosa se non voglio impazzire. Avevo circa sedici anni nel mio sogno. Sognavo di nuovo la mamma e tu accorrevi al mio letto. E come quando ero piccolo ti chiedevo di rimanere lì.... e... e ci siamo baciati.

 

Tiro un sospiro di sollievo. Ce l avevo fatta glielo avevo raccontato!

Ma quel silenzio non porta certo niente di buono. Nessuna battuta. Nessuna domanda. Ne parolaccia.

Mi costringo a girarmi e a guardarlo. Tutto mi aspettavo ma non ciò che vidi.

La faccia di Dean era una maschera di puro terrore. Panico, paura lo attraversavano ad ondate, lo percepisco da qui.

 

 

  • Dean? Era solo un sogno, solo che da allora ogni volta che ti guardavo... mi tornava in mente il sogno...

 

Mi avvicino, preoccupato dal mutismo dio Dean.

Ma appena faccio per toccarlo lui si alza e si allontana. Mi guarda terrorizzato e infine mi chiede

 

  • che altro?

 

Che altro? Cosa intende dire?

 

  • che altro hai sognato?

Specifica

 

  • niente, mi sono svegliato.

 

Ma sono sicuro che la mia faccia mi ha tradito perché sento il rossore pulsarmi sulle guance, e sento anche la famigliare sensazione di eccitazione che mi formicola nel basso ventre ripensando al sogno. Merda non ora!

È già un miracolo se Dean non mi ha scorticato vivo per quanto gli ho raccontato, ma se vede che mi sto eccitando probabilmente mi ucciderebbe senza pensarci neppure troppo!

 

Ma Dean non mi presta molta attenzione, si è accasciato su una sedia e trema. Mi rendo conto che piange. Piange???

Dean Winchester che piange? Questa mi è nuova, e mi sembra completamente fuori luogo.. non capisco.

 

  • Ora capisco perché continuavi ad evitarmi.

 

Mi dice all'improvviso.

  • Capisco il disgusto che devi aver provato dopo quel sogno. L'orrore.

 

Mi guarda con quei occhi verde smeraldo ancora luccicanti dalle lacrime versate, sospira e infine

 

  • se vuoi, se vuoi proseguire da solo penso che tu abbia tutte le ragioni di questo mondo.

  •  

È un sussurro, rotto da un singhiozzo.

 

Disgusto?

Ma certo, si, era quello che avrei dovuto provare a far quel sogno. Ecco perché Dean pensa che io sia disgustato da lui. Forse è meglio che pensi così, la verità, la mia eccitazione,. Probabilmente non sarebbe molto gradita.

 

  • Dean era solo un sogno, ora che ne abbiamo parlato mi sento molto meglio. Anzi sono contento che tu abbia reagito così. Pensavo di avresti picchiato.

 

Solleva lo sguardo. Sorpreso. Sconvolto. Stanco.

 

Rimaniamo in silenzio parecchi minuti. Infine si alza, mi fissa e..

 

  • è accaduto davvero

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Scoperte ***


 

  • è accaduto davvero

 

Lo guardo senza capire, che cavolo stava dicendo? Me lo sarei ricordato, no?

 

  • C-cosa?

 

Vedo la fatica di Dean nel dover essere più chiaro. Vedo che avrebbe preferito non dirlo.

 

  • Quello che hai sognato. È successo davvero.

  • Dean cosa stai dicendo? Avevo 16 anni me lo sarei ricordato non trovi?

 

  • Non te lo ricordavi? Tutta questa farsa sul sogno non era per dirmi quanto ti disgustassi ? Non serviva per dirmi che sono un enorme pervertito e che come è giusto che sia finalmente volevi liberati di me definitivamente?

  • No! Ho fatto questo strano sogno e non ci capivo più niente ! E ora tu mi dici che è successo davvero?come cavolo è possibile che me lo sia dimenticato eh? E perché ora l'ho sognato?

 

Dean non mi guarda più in faccia ora, sembra sul punto di vomitare. Io sono sull'orlo di una crisi di nervi.

 

  • Non lo so Sam. Pensavo che come me tu avessi semplicemente scelto di non ricordare. Come se non fosse mai successo. E fin ora era stato un accordo, tacito, ma esistente tra noi.

 

Prende le chiavi dell'auto e fa per uscire. Lo blocco prendendogli il polso. Lo sento tremare a quel contatto e anch'io sono sorpreso dal mio stesso gesto.

 

  • Tornerai? Promettimelo.

 

Mi fissa. Sorpreso per quella richiesta.

 

  • Sei sicuro di volerlo?

  • Si

  • Allora tornerò

 

Mentre sento l'Impala partire mi sento impazzire. La mia mente è in corto circuito e continuo a sentire la voce di Dean e il suo “è successo davvero”..

è successo davvero - è successo davvero - è successo davvero

davvero davvero davvero davvero davvero

 

Stanco e sconvolto dalla strana piega che quella conversazione aveva preso mi butto nel letto, ormai si era fatta sera, e forse era meglio se provavo a dar pace alla mia mente con un po' di sonno.

 

//

Dean è sdraiato nel pavimento. Lo tengo prigioniero sotto di me. So che lui è più forte, ma percepisco anche che non ha nessuna intenzione di andarsene da lì. Sento la sua erezione premere sulla mia. Ha le labbra rosse dopo il nostro bacio. Ho già baciato delle ragazze, ma niente di simile. Ogni parte del mio corpo freme di desiderio. Mi alzo e tendo la mano a Dean che come ipnotizzato esegue quanto implicitamente richiesto. Mi sdraio sul letto e gli faccio cenno di seguirmi. Mi guarda preoccupato. Poi si sdraia su di me. Il mio corpo è un fascio di tensione ora. L'eccitazione mi pervade e desidero solo di più.

-Sei sicuro Sammy?

Mi sussurra nell'orecchio..

-S..si..

gli rispondo con un piccolo gemito, e penso che la mia erezione dovrebbe bastagli come risposta .

//

 

Mi sveglio ricoperto di sudore. La solita erezione a farmi compagnia. Pulsa da far male.

Ora ricordo tutto.

Non ne sono disgustato come forse dovrei essere. Come Dean pensa che io sia.

Anzi.

Il primo pensiero che mi prende appena sveglio è la consapevolezza che Dean non è lì con me. E che se ci fosse, forse avrebbe potuto aiutarmi con questo problemino della mia eccitazione.

Ma che discorsi faccio? Sono un depravato ecco cosa sono.

Ma per quanto cerchi di convincermi di quanto sia sbagliato agli occhi di tutti, ai miei non riesce a sembrarlo tale.

 

E so anche perché me lo sono ricordato ora.

Ora ricordo tutto.

 

Una carezza, e un lieve bacio. La faccia di Dean. Le lacrime. La bocca di Dean sulla mia.

 

 

 

 

Tre giorni dopo sento bussa alla porta. Spalanco la porta e un imbarazzato Dean si fissa le scarpe.

 

-Sei tornato.

-Come promesso. Ma basta una tua parola e me ne vado.

 

Un pugno. Improvviso. Un pugno sulla faccia di Dean. Senza preavviso.

Cade a terra colto alla sprovvista dal mio pugno.

Poi mi guarda. I suoi occhi sono quelli di un animale ferito. Ferito mortalmente.

Con un labbro spaccato si alza e si gira. Non chiede spiegazioni. Non cerca di ricambiarmi il favore. Solo si alza e fa per tornarsene in macchina.

 

Lo blocco al polso, lo obbligo a girarsi verso di me. Non mi guarda in faccia, anche se vedo che è sconvolto e non capisce le mie intenzioni. Se anche teme un altro pugno so che non ha intenzione di difendersi.

 

  • Me lo merito Sam. Me lo merito.

  • Si cazzone, te lo meriti. Perché sei un idiota ! Uno stupido idiota!

 

E lo bacio. Lo vedo sorpreso, tanto che subito rimane paralizzato. Ma poi ricambia. Il bacio sa del sangue del labbro spaccato, ma non importa. Non ora... Prima dolcemente e poi sempre più avidamente. Solo quando ci manca il respiro ci fermiamo.

 

Entriamo e lui mi guarda aspettando una spiegazione.

 

  • Non so se voglio riempirti di pugni o di baci, Idiota.

  • Posso almeno capire?

  • Oh, certo, facciamo i finti tonti ora! Facciamo finta di non aver fatto un patto con un demone per riportarmi in vita ! Coglione come hai potuto? E non ci provare neppure a dirmi che non è vero! Ero morto e tu te ne sei andato a fare l'eroe senza pensare a come mi sarei sentito io quando l'avrei scoperto!

  • Come-come- come ?

  • Il sogno. Ho passato questi due giorni a cercare di capire perché questo ricordo mi fosse tornato ora in mente come forma di sogno. E così mi sono ricordato che non era la prima volta che lo facevo. Il sogno.

Sai che dicono che quando muori vedi tutta la tua vita davanti? Beh, per me non è stato così. Ho visto solo un unica scena. Una. Quella. E vuoi sapere una cosa? È stato bello morire con quell'immagine nei miei occhi. Cazzo Dean era il mio ricordo migliore! Ed io, tu... entrambi ci siamo costretti a rinnegarlo! Per anni! Ma è il mio ricordo migliore. Anche se vorrei tanto che .. che ce ne fossero altri di momenti come quello. Con te, intendo.

Anche se adesso vorrei riempirti di botte per aver scambiato la tua anima per me. E dieci miseri anni.

  • Sam... non potevo. Non potevo lasciarti così. Non ce l'avrei fatta senza di te. E per quanto successo quella volta: ho sempre sperato che non te ne ricordassi. O che lo considerassi come un incubo. Qualcosa del genere. Pensavo che mi avresti trovato disgustoso se avessi provato a dirti che... per me era stato meraviglioso.

….

Ho imparato a nascondere i miei veri sentimenti, a rinnegare i miei desideri. I miei sentimenti per te. Ho serbato solo il ricordo di quella notte. Sperando che tu non ricordassi mai.

  • Ma io ricordo Dean. Ricordo e sono felice di ricordare! Ti desidero non lo capisci? Non capisci che nelle ultime settimane non ti guardavo in faccia non perché provavo disgusto ma perché mi eccitavo ogni volta solo a vederti ??!!

 

Ci fissiamo entrambi senza fiato. Per quanto detto da entrambi.

 

 

Dean fa un passo timoroso verso di me. Poi mi guarda. Come a chiedere il permesso.

 

  • Niente pugni per oggi. Ma non finisce qui, Dean. Non avevi nessun diritto.

 

Mi butta nel letto e mi è addosso in pochi istanti. Inizia a baciarmi il collo e mi sembra di impazzire. Poi si ferma e vorrei non l'avesse fatto. Vorrei che non si fermasse mai.

 

  • Sono un egoista Sammy. L''ho fatto per te. Ma l'ho fatto anche per me. Perché senza di te non funziono. Perché volevo rivedere un ultima volta il tuo sorriso e i tuoi occhi guardarmi in profondità come nessun altro riesce a fare. Perché una parte di me ci sperava. In un altra volta noi due così, in un altro bacio. Perché non potevo lasciarti morire così,perché ho bisogno di te Sam. Non ti arrabbiare.

 

Poi mi bacia, con passione. Per mettere a tacere qualsiasi cosa volessi dire. E poi dimentico tutto quello che volevo dire. Perché Dean mi ha tolto la camicia e si è tolto la maglia. E rimango senza fiato da quanto bello è. E da i suoi mille baci che mi da sul patto. Sui capezzoli. Sembrano infuocati, ed ad ogni bacio sento la mia erezione farsi sempre più pulsante e dolorosa nei pantaloni. Quando poi sento le mani di Dean che, tremando, mi aprono i jeans penso seriamente di svenire.

 

L'ultima cosa a cui riesco a pensare è ad una carezza, e un lieve bacio. La faccia di Dean. Le lacrime. La bocca di Dean sulla mia. … sembra il ricordo di un sogno.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Paradiso ***


Si svegliò con ancora quelle immagini nella testa.

Una carezza, e un lieve bacio. La faccia di Dean. Le lacrime. La bocca di Dean sulla sua.

Inspiegabilmente fu trafitto da una forte malinconia. Dal sapore amaro di qualcosa di non vissuto.

Si chiese, come ogni volta, da dove venivano quelle immagini.

Venne distratto dai suoi pensieri da un braccio che si appoggiava sul suo petto. Un sorriso gli apparve in volto, Dean. Dean lì con lui nello stesso letto. Era rassicurante quel contatto, il suo respiro regolare, il calore emanato dal suo corpo.

E improvvise, inaspettate, le lacrime.

Di gioia, per quanto era successo quella notte; di rabbia, per quello che Dean aveva fatto; di dolore e paura, nel ricordarsi che l'avrebbe perso.

Dieci anni possono passare in un attimo. E lui non voleva perdere Dean, non ora che si erano ritrovati così..vicini.

 

  • A che pensi ?

 

Non si era neppure accorto che si era svegliato...

 

  • Sammy ( il tono ora era preoccupato), tutto bene?

 

Si era accorto delle lacrime, e cinse con più forza Sam in modo da abbracciarlo.

 

  • Si Dean, tutto bene. Sono... così felice di svegliarmi qui con te al mio fianco.

È solo che.... il patto..

 

Un pesante silenzio si frappose tra loro.

 

  • Sam, ne abbiamo già parlato. (sembrava così stanco) è stata una mia scelta, rispettala. E non fare cazzate, non te lo permetterò.

Abbiamo ancora del tempo da passare insieme.

  • Dieci anni, Dean, dieci anni non sono una vita ! Non puoi chiedermi di star qui con le mani in mano e aspettare che il demone venga a riscuotere!

  • E invece è proprio quello che farai Stupido Testone !

 

Non voleva litigare, non quella mattina. Così fece un bel respiro a fondo.

 

 

  • Sam ?

  • Cosa?

  • Quando, quando eri morto..

  • Vuoi sapere se ricordo qualcosa?

  • ...già...

  • No, non ricordo nessun inferno, nessun paradiso...

  • Meglio così Sam, meglio così...

 

Sembrava sollevato da questa cosa, e la rabbia di prima ora sembrava svanita. Addolcito, si avvicinò a Sam e lo accarezzò teneramente scompigliandoli tutti i capelli

 

  • Meglio così Sammy

 

gli bisbigliò, poco prima di posare un lieve bacio sulle labbra di Sam.

Non si aspettava tutta quella dolcezza da parte di Dean, ma ebbe l'effetto di farlo sentire bene.

Bene come non si sentiva da tempo. In pace con il mondo.

 

  • Dean ?

  • Si?

  • Secondo te il paradiso com'è?

  • Non lo so Sammy, tu come vorresti che fosse?

Perché io credo che non lo vedrò....

 

Merda come gli era uscito di fare una domanda tanto pessima ? Stupido stupido stupido !

 

  • S-scusa io... sono un idiota Dean..

  • No Sammy, lascia stare... non importa. io... te... noi , questa notte... il mio paradiso io lo sto vivendo qui, ed è molto più di quanto io meriti...

 

Si guardarono, persi l'uno negli occhi dell'altro. Sam sentì in quelle parole tutto l'affetto, tutta la sofferenza, tutto l'amore di Dean. Fu il suo turno quindi di avvicinare le labbra a quelle di Dean per un timido, dolce bacio... nel tentativo di fargli sentire quanto ci tenesse a lui, quanto fosse importante per lui, quanto lo amasse.

 

  • Una carezza, e un lieve bacio. La tua faccia, Dean. Le lacrime. La tua bocca sulla mia.

  • Scusa ?

 

Dean sembra spiazzato da quell'affermazione...

 

  • Queste immagini continuano a ronzarmi in testa, sembrano un ricordo ma non riesco a … non riesco a ricordare quando è successo. Dean, ho paura... e se fosse … e se fosse una premonizione ?

Il tuo sguardo in quelle immagini è così... triste, disperato... una maschera così alterata dal dolore...

 

Ormai era diventato un sussurro, ma sapeva che Dean stava ascoltando.

 

  • Sammy, non .. non .. come ?

 

Sembrava imbarazzato e allo stesso tempo preoccupato, i suoi occhi saettavano come se stessero seguendo mille pensieri impazziti.

 

  • Dean ?

  • Sammy... quando... quando.... quando sei morto.. io... sono come impazzito..

  • Questo lo so, sei andato a fare un patto con il demone dell'incrocio, più rincoglionito di così..

  • No Sam, c'è dell'altro. io.... è imbarazzante... non dovresti...Non dovresti ricordartene maledizione ! Eri morto, eri lì disteso su quel lurido materasso, ormai freddo...

 

Dean si era messo a sedere, tutto il suo corpo era scosso dai brividi e Sam intravide nel suo viso la stessa faccia che popolava le sue notti. Quella maschera di dolore. Il dolore di Dean lo investi come un pugno nello stomaco.

Si mise a sedere accanto a Dean e circondò la sua spalla con il suo braccio per tranquillizzarlo. Non capiva bene cosa stava succedendo, o forse iniziava ad intuirlo. Ma ascoltò lo sfogo di Dean in silenzio.

 

  • Eri lì Sam, la cosa più bella, più preziosa della mia vita.. più della mia vita .. era lì' davanti a me morto ! Come potevo stare fermo?

Mi è sembrato di impazzire. Ecco perché ho preso quella decisione Sam, e non me ne pento. Ne ora ne mai. Ecco perché non voglio che tu faccia qualcosa per rompere il patto.

Ma prima di andare all'incrocio io... ti ho salutato. Tra le lacrime e il dolore, ti ho dato un ultima carezza e un bacio.

  • Proprio come il mio ricordo..

  • Infatti..

 

 

Dean aveva smesso di piangere e lo guardava..

 

  • Perdonami Sammy

 

 

  • Dean.... io ti amo …

  • Anch'io Sammy, anch'io..

 

E in quel momento non sembrò più tanto strano che Sam ricordasse l'ultimo bacio di addio del fratello, anche se teoricamente in quel momento era morto. Forse l'amore poteva anche quello, creare un doppio filo tra due persone che neppure la morte poteva rompere. Ed era rassicurante saperlo. Perché in questo modo, forse, non si sarebbero mai persi. Mai.

 

E senza più parlare, scivolarono l'uno nelle braccia dell'altro, in un lungo abbraccio, ed entrambi pensarono : “ se esiste un paradiso, questo è il mio”

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1034588