She is Jewish, he is Pakistan. Ya, and now?

di xdreamscometrue
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The beginning. ***
Capitolo 2: *** I had enough. ***
Capitolo 3: *** What the fuck are you doing, man? ***
Capitolo 4: *** A strange change. ***
Capitolo 5: *** Why am I doing this? ***
Capitolo 6: *** Hate? I do not think it is. ***
Capitolo 7: *** Will you be my girlfriend? ***



Capitolo 1
*** The beginning. ***



Lei, bionda, occhi verdi,fisico slanciato, ebrea.
Lui, moro, occhi neri, fisico da palestrato, pakistano. 
 
-Mamma, non ci voglio andare!- piagnucolai. 
Perchè? Perchè non ci voglio andare a quella fottuta festa. In somma, non che non voglia rivedere Josephine, sia chiaro, ma ci sono altre persone che non vorrei rivedere. Josephine è la sorella del nuovo compagno di mia madre,James, e stupida com'è, per di più ebrea, si è fatta mettere incinta da un coglione pakistano che quella sera era ubriaco fradicio in un pub squallido. Cosa ci facesse lei, lì? Non mi interessa. 
Chi non voglio rivedere? Zayn Malik. Quello stronzo sempre pronto a farci saltare in aria da un momento all'altro. 
Josephine avrà pure fatto uno sbaglio, ma poteva almeno educarlo il figlio, sapendo che si trovano ebrei e musulmani nella stessa famiglia. 
Ma è scema?
Mentre lei lì, si scopava bellamente quel pazzo, magari lui intanto aveva una bomba a mano, nel suo coso. 
Non ho mai dato pregiudizi in vita mia, mai. L'ho sopportato a lungo, ho cercato di capire cosa mancasse in quel cervellino, anzi scusatemi, il cervello non c'è l'ha, ma niente, non capisco. 
Mi perseguita a scuola e fuori da quell'istituto, alza le mani su di me con la sua bella compagnia e la cosa peggiore? Che non ha palle di farlo davanti ai nostri genitori, ovviamente. Siamo nella stessa scuola io e lui, per mia sfortuna, e si diverte a sfottermi ed offendermi ancora, con la sua banda di coglioni. Non che mi offenda, no, ma sta iniziando a diventare veramente snervante. 
-Dai tesoro, in fondo siamo della stessa famiglia, quante volte te lo devo dire?- Ecco cosa dice ogni volta. Quella frase, l'ho sentita ormai così tante volte, nonostante lei stessa abbia spesso confessato, che non li sopporta. Ma ogni volta quando glie lo rinfacciavo, che l'aveva confessato pure lei, rinegava tutto e diceva che avevo capito male.
Si, certo, capito male.
 
 
 
Indossavo dei pantaloni aderenti, forse un pò troppo visto che non sentivo più il sangue circolare nelle gambe, un cardigan a righe bianche e nere e sopra avevo indossato una giacca da college americano. In somma, per una giornata di metà maggio, sarei dovuta stare bene, ma lo ammetto, avevo un pò di freddo. 
Eravamo in macchina da mezz'oretta circa. Esatto, come sempre, stavamo andando a quella cazzo di festa, dove si trovava quel terrorista con una spazzola in testa.
Perchè la spazzola in testa? Oh bè, credo che voglia farsi ancora più alto , facendosi quel ciuffo alla Elvis. Perchè non bastava che gli arrivassi sotto le spalle, no no. Non che io fossi bassa, per niente, ma è lui il gigante anomalo. 
Sentii il motore spegnersi e capii che eravamo arrivati.
Dio. 
Uscì svogliatamente dalla macchina, avviandomi con i miei genitori dinanzi a me e con un passo da bradipo addormentato, verso l'entrata all'inferno.
Ecco, sentivo già le lamentele e gli urli di dolore degli, inferi. 
Eleanor, stai già sparando cazzate.
E stai zitto cervello di merda.
Ecco, ormai ho pure iniziato a parlare con il mio cervello, magnifico.
Salii gli ultimi due scalini, quando il compagno di mia madre suonò al campanello e ad aprire la porta, venne il diavolo in persona, anzi peggio, Zayn Malik, in persona. 
Sorrise forzatamente a mia mamma ed a James, per poi saettare velocemente con lo sguardo e soffermarsi su di me, squadrarmi dalla testa a piedi con un sorriso beffardo misto con una certa malizia, che per sicuro, non era quel genere di malizia.
La serata iniziava bene, no?
Benissimo, direi. 


 
SPAZIO GENTE!
Bene, sono tipo con 9876545678 Fan Fiction e fanno tutte cagare, ma bo, il mio cevrellino sta fornando idee a GOGO'. (?)
Un'avvertimento: COPIATE, RUBATE L'IDEA O QUALSIASI ALTRA COSA, E VI SBATTO UNA PADELLA SUI DENTI E POI VI FUCILO.
Ho notato che con questa idea, non c'è neanche una e ripeto: NEANCHE UNA. 
SONO PRATICAMENTE ESPERIENZE PERSONALI. 
Come primo 'capitolo' probabilmente è veramente un tappo di nano, di buco, di scricciolo, di minuscolo e insignificante (?)
ma è solo l'inizio.
Mi dite cosa ne pensate? :c
VIPREGOVIPREGOVIPREGO (?)
Ok, mi svolatizzo che mamma non  deve sapere che ero al computer èé
AHAHAHHAHA.
Ah, un'ultima cosa, se ci sono errori, scusate, ma non ho neanche riletto, sono di fretta e sono una tipa diversamente abile, capitemi. lol
ccccccciao c:

#p
 

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Capitolo 2
*** I had enough. ***




-No mamma, non lo voglio il polpettone di pollo!- 
Probabilmente quella era la trecentotrentatreesima volta che glie lo dicevo e dubito che sarebbe stata l'ultima. Non avevo fame. E' così difficile capirlo? Poi, il colmo dei colmi. Indovinate chi mi era capitato a tavola, vicino? Esatto, Zayn, ma chi altro! Dio, e' tutta la vita che sogno di esplodere a tavola, con un terrorista che sta mangiando polpettone, il mio sogno nel cassetto ,insomma. 
 
In ogni caso ammettiamolo: si era creato un silenzio piuttosto inquietante a tavola, così, notanto che per di più avevano tutti finito di mangiare, compresa me che avevo finito di mangiare la mia adorata insalata, mi alzai e sempre in silenzio cominciai a sparecchiare.
Portai gli ultimi piatti di mia madre nel lavandino e feci per risedermi quando quel Binladen in mignatura mi 'rivolse' la parola.
-Ed io non esisto?!- scocciato Malik? Meglio così.
Teneva il piatto in mano e continuava a fissarmi con quei occhi color...cacca. 
Stava cercando di amazzarmi con lo sguardo al posto che con una bomba? originale
Sbuffai e con un colpo secco glie lo presi di mano, poggianolo delicatamente nella lavastoviglie.
-Ragazzi, andate in camera, dobbiamo parlare.-  disse Josephine, mentre mia madre annuiva come a rafforzare la sua parola.
Ripetilo se hai il coraggio.
Io, con un terrorista, nella stessa stanza? Manco sotto tortura del solletico ai piedi con una piuma
-Cosa?!- esclamai. Non potevano costringermi, giusto?
-Non fare storie e non fare sopratutto la maleducata, Eleanor!- manco detto.
Grazie mamma, anche io ti voglio bene.
Sbuffai il più forte possibile ed ovviamente Binladen fece la stessa cosa, per poi alzarsi e dirigersi verso le scale e salire due a due.
Che hai, paura Malik? 
Arrivai in cima alle scale e mi bloccai di colpo notando che avevo l'entrata alla tortura, proprio davanti a me. 
Eleanor, respira, profondamente, respira, non ti farà saltare in aria, respira, tranquilla, respira.
Eleanor respira, cazzo!
Entrai lentamente, ignorando l'esistenza di quel essere e mi avvicinai alla finestra, appoggiandomi al parapetto. Guardavo fissa fuori dalla finestra e cominciai a riflettere su tutto quello che stava succedendo nella mia misera vita ed alcuni flash back invasero la mia mente.
 
''-Eleanor, scendi un'attimo? Dobbiamo parlare..- 
-Certo, scendo subito!- scesi di fretta le scale ma quando arrivai in salotto, non capii bene cosa stesse succedendo. Due persone mai viste prima in vita mia, sedevano sul nostro divano. Carnagione scura, capelli scuri, occhi marroni ed uno sguardo capace di trafiggerti. Tutti i presenti nella stanza posarono su di me gli occhi, compresa mia madre che si alzò e con sguardo cupo, anche se cercava di nasconderlo e si vedeva, si avvicinò a me, cingendomi le spalle. 
-Tesoro, questi sono Yaser Malik, il compagno di Josephine e suo figlio, Zayn Malik.- mi sorrise debolmente e continuò. -Sono di origine pakistane- rafforzò la stretta alle spalle, probabilmente cercando di farmi capire in che situazione eravamo finiti e non ci misi molto a capirlo. E in effetti, fu quel moccioso a rafforzare la mia ipotesi.
-Voi siete ebrei, vero? Che schifo!- parlò quello con uno scopino in testa. 
Vuoi la guerra Malik? Guerra avrai. ''
 
Perchè è stata così incosciente, Josephine? Ovviamente sapeva quali sarebbero state le conseguenze, ma evidentemente, non ci aveva dato tanta importanza a quello che stava facendo. Da quanto mio padre è morto, nulla è lo stesso. Tre anni dopo il lutto, mamma ha incontrato James. Un uomo per bene, gentile, premuruoso, responsabile, non alza mai di un ottava la voce su mia madre, in somma, l'uomo perfetto: ma non è la stessa cosa. Per quanto li voglia bene, non posso chiamarlo 'papà', non ci riesco. Qualche mese dopo il loro incontro, James ci ha presentato tutta la famiglia. I genitori, sono di una dolcezza infinita, il fratello, Jason, è uno spasso mentre Josephine è diciamo la più 'immatura' della casa, ma pure la più piccola. Ha un'anima d'oro, ma è stata veramente un incosciente, ripeto. Una sera, andò in un club con le amiche. Sapete, no? Per divertirsi un pò, poi si erano appena laureate. Perchè, no? Bè, sarebbe stato meglio se fosse rimasta segretata a casa quella sera.
Una sera.
Troppo alcool.
Caos totale.
E ne rimani incinta.
 Non si sa da chi, quando è successo e se ne eri cosciente. E' successo e basta. Almeno una cosa che ha fatto, che ammiro molto di Josephine, è che non ha voluto fare l'aborto, si è rifiutata. 
Perchè togliere la vita ad un'esserino innocente? Esatto, non ha senso
 
''-Hei, guarda chi c'è Zayn, la tua amichetta ebrea! - disse Write: giocatore di baseball, un armadio di due metri per due, senza cervello, nonchè servetto di Malik. 
Esatto, mi era capitato in famiglia il bulletto della scuola, che ormai, aveva preso l'abitudine di farmi prendere a pugni dai suoi amichetti. 
Che ci potevo fare? Prendermi a cazzotti con uno che è alto due volte più di me? Ah no, scusate, sono in tre. 
Non sono mai stata zitta, ho sempre risposto, ma di certo questo non migliorava la situazione, anzi. Così, inspirai lentamente l'aria, feci finta di niente e continuai a camminare per i corridoi, dirigendomi al mio armadietto.
Sì, come se ci arrivo intera. 
I due omo-armadio si dirigevano verso di me, con Malik che ridacchiava contento, mentre io, cercavo per l'ennesima volta di mantenere la calma, allungare il passo e non mettermi ad urlare per tutta la scuola: se l'avessi fatto, la preside ci avrebbe tutti convocati lì, avrebbe visto i lividi e poi avrebbe convocato i nostri genitori e tutti l'avrebbero scoperto. 
Di certo, non avevo intenzione di causare altri problemi a Josephine e di aumentare le preoccupazioni di mia madre. In questi ultimi tempi, non dorme di notte, mentre lavora tutto il giorno a causa di problemi economici. 
Aumentai il passo ancora di più, ma che dire: dieci passi miei, equivalevano a due passi loro.
Bello. 
-Hei hei, dove credi di andare?!-  in polarettolandia. Dove vuoi che vada, cretino?!
Mi stanno per prendere a botte ed io ironizzo tutto? Sono un'idiota. 
Pochi minuti dopo, mi ritrovai a terra, con il labbro inferiore sanguinante, la maglietta strappata ed un grosso livido dolorante all'altezza dell'anca. Emanai un lamento strozzato cercando di alzarmi e reggendomi contro gli armadietti, mi diressi verso il bagno delle ragazze.''
Rabbrividì soltanto al pensiero di tutte quelle botte e istintivamente mi accarezzai la cicatrice che avevo sul braccio sinistro, sempre opera di Malik.
Un giorno il ragazzo si era divertito a spegnersi la cicca sul mio braccio. 
Un bravo ragazzo,no? 
-Male, eh?-  si rivolse a me, con un ghigno soddisfatto su quella faccia di merda, riferendosi alla cicatrice. 
-Vaffanculo.- e me ne andai sbattendo violentemente la porta.
Ne avevo abbastanza. 
 
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COME ON BABY!
No, non vi siete liberate di me xdcfgvbnh MUAHMUAH (?)
Lo so, aggiorno ogni morte di papa D:
Sono innocente, giuro! E' che sono indaffarata fino al collo (?)
Tre giorni su sette faccio atletica dalle 3 alle 6, tutti i giorni sono piena di compiti, mentre di sabato se ne trovo le forze esco con delle amiche e di sera crollo çç
E anche la fantasia va a farsi fottere (?) infatti l'ho scritto a fatica questo capitolo. 
Ho ricevuto molte proteste (?) che nel prologo non si era capito un emerita cipolla, allora ho deciso di chiarire un pò di cose, sperando che abbiate capito almeno un pochino pocuccio (?)
Allooondra, è un capitolo di passaggio, però si comincia a capire il rapporto che c'è tra Eleanor e Malik. dfvgbhnmcv
Non pensate che io odia Malik e che lo consideri un terrorista come certe bimbeminchia, perchè è l'esatto contrario è uno dei miei idoli come gli altri quattro, non so, ma praticamente quando scrivo non ci vedo la personalità di Zayn, ovviamente. Mi sono spiegata? .-.
Ma quanto cazzo scrivo?! D:
Ok, mi ritiro, mi sotterro, mi disintegro! (?)
ccccccccccccccccciao bube c: 
Se volete, su twittah sono: @paatriziia 

#p




 

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Capitolo 3
*** What the fuck are you doing, man? ***



I raggi di sole filtravano attraverso le persiane, ricordandomi che era ora di affrontare l'inizio delle giornate più merdose di tutta la mia vita.
Oh no, Eleanor, non rovinare questi momenti così filosofici, su, continua!
E chi cazzo sono, Pascoli?!
Ah giusto, sto parlando ancora con il mio cervello, magnifique
Quindi in poche parole, quella cazzo di luce stava interrompendo il mio sonno, impedendomi di restare a casa ed evitare di vedere tutte quelle facce da schiaffi.
Ormai, non riuscendo più a riprendere sonno dai troppi pensieri, alquanto stupidi, mi alzai e mi diressi verso il bagno, praticamente strisciando a terra. 
Muovi quel culo Eleanor, oggi devi essere più forte che mai. 
 
 
-Ciao mamma!- gridai correndo giù dalle scale in fretta e furia, rischiando di rompermi l'osso del collo. Afferrai lo zaino, mancava poco che afferrassi l'aria, ed uscì senza neanche aspettare la risposta. Alzai le maniche della felpa e con passo svelto, mi diressi verso quello che doveva essere la mia scuola. 
Sentivo ormai le gambe cedermi, dallo sforzo che stavo facendo, pur di evitare di dover correre con lo zaino. 
O cammini o corri come un pinguino. Non c'è molta scelta, sbaglio?
Qualche metro e sarei arrivata, anche se avrei preferito che un criceto mi tagliasse la strada, mi facesse cadere e così potevo svenire il tranquilla pace, dopo aver sbattuto la testa per terra.
Così non dovevo andarci a scuola, no? 
Senza neanche accorgermene per colpa di questi pensieri senza senso, ero già entrata nel cortile della scuola, ormai le mie gambe ci andavano automaticamente. Feci una piccola corsetta fino al portone ed entrai. I corridoi erano letteralmente vuoti e questo mi preoccupava e non poco, odiavo entrare nelle classi quando ormai la lezione era iniziata.
Odiavo essere fissata.
Odiavo essere al centro dell'attenzione.
Odiavo essere notata.
Odiavo essere giudicata, anzi, pregiudicata.
Insomma, odiavo tutto ciò che riguardava la scuola. Mi hanno rovinato l'adolescenza, fino 14 anni. Solo perchè ero ancora 'piccola' ed indifesa. Ero inesperta e non conoscevo ancora per bene, il mondo al di fuori della Play. 
Bè, sì Play Station, perchè per quanto io mi ricorda non ho mai giocato con le bambole e se me ne capitava una in mano, di certo non passava i più bei momenti della sua esistenza. 
Ora ovviamente le uniche teste di cazzo che mi cercano ancora, sono Malik e compagnia bella. Gli unici, gli altri, bè gli altri non si comportano ne male ne bene. Cioè mi salutano, sorridono un 'Come va?' e 'Bene, tu?' qualche volta, ma niente di più. Questi ovviamente in tanti, ma la maggior parte ha semplicemente smesso di aprire bocca contro di me, sennò le occhiatine di disprezzo non mancano mai.
Perchè? Posso ovviamente dire che la società di oggi, conta molto sull'aspetto fisico. Nonostante ero una ragazzina di quattordici anni e sinceramente di trucchi, smalto e gonnelline me ne fregava ben poco, ero giudicata e presa in giro. Meglio nominata come 'maschiaccio'. Non che ora non lo fossi. I miei comportamenti e modi di fare sono tutt'altro che fini, delicati e femminili, ma di aspetto..Bè, sono cambiata un bel pò. Forse in tanti hanno anche pensato che il 'maschiaccio' si sia trasferito mentre questa Eleanor, sia una nuova arrivata semplicemente associale. Non che io lo sia veramente eh, semplicemente tutti i miei amici, la mia migliore amica e tutti gli altri, sono in un altra scuola. 
Ebbene si, non m'hanno preso in quella, perchè le classi erano tutte piene.
Sì, come no.
Così li sento solo di pomeriggio mentre con la mia migliore amica, Madeline, usciamo qualsiasi volta entrambe siamo libere da compiti scolastici ed impegni familiari. Di solito di sabato sera andiamo in qualche bar o in discoteca, e spesso vengono anche gli altri, tanto per distrarci un pò. Ma ormai da quando era successa quella rissa con Daniel, non ci siamo più andati, per evitare che si ripeta e magari per far si che le acque si calmino un pochino. 
Di conseguenza, è da un bel pò che non uso i trucchi
Se ve lo starete chiedendo: No, non mi trucco a scuola. Perchè vorei farlo? Per sembare anche io una di quelle oche che se si tingessero i capelli di verde potrebbero vantarsi di essere delle carote, da quanto fondotinta si mettono. 
Comunque, ero arrivata a scuola, no? Esatto. 
Corsi fino alla classe e quando mi ci ritrovai difronte, un brivido insopportabile mi percorse la schiena.
Paura?
Ansia?
Imbarazzo?
Vergogna? 
Ma smettila, coscienza di merda!
Inspirari profondamente, come una completa cogliona visto che stava passando il bidello, ed abbassai la maniglia entrando cautamente.
-Signorina Calder, per lei arrivare in orario è un optional?!- ma stai zitta.
Inizia la guerra, baby. 
 
 
 
Sbuffai sonoramente, alzandomi di scatto non appena sentii la campanella suonare, afferrando poco delicatamente il mio libro di storia ed uscendo a grandi passi da quel buco di topi, affrettandomi ad arrivare al mio armadietto, prendere la borsa ed andarmene. 
Odiavo i corridoi pieni di gente, ovviamente lo so che è una cosa normale, ma comunque non li sopporto. L'unico modo per riuscire a passare è tirare spallate a destra e a manca. Così richiede? Così farò, fregandomene di ciò che quelle galline mi urleranno contro, lamentandosi che le ho fatto cadere la borsetta di D&G o che cazzo ne so. 
Arrivai finalmente davanti al mio armadietto e quando tentai di aprirlo, non ci riuscì, stranamente. Alzai lentamente gli occhi dalla serratura e vidi una mano che bloccava l'armadietto.
Grande,dita affusolate, lunghe, magre..oh cazzo. 
Oh no, non ci tenevo neanche a girarmi, mi irrigidì immediatamente e sentì il sangue bloccarsi nelle vene, mentre il respiro diventare sempre più corto e faticoso. 
Non so quanto rimasi lì, immobile, ma di sicuro loro erano ancora la ed i corridoi si erano completamente svuotati. 
-Girati.- una voce dura, piena di cattiveria e sicurezza. Non mi girai, anzi, mi strinsi di più nelle braccia e chiusi gli occhi. 
-Ti ho detto di girarti e che cazzo.- no. Non ci riuscivo, avevo paura. Tanta paura. Non mi andava di sentire di nuovo quei dolori insopportabili, non volevo soffire, di nuovo. 
-Girati porca troia!- mi sentii tirare bruscamente per la spalla destra e per un momento temetti che me l'avesse letteralmente staccata. 
Aprii di scatto gli occhi, ritrovandomi davanti un'armadio che mi guardava furioso, con le mani serrate in due pugni e Malik alle spalle, con il solito ghigno compiaciuto. 
Le gambe cominciarono a tremarmi mentre mi si era improvvisamente formato un groppo in gola. Non mi era mai successo prima d'ora. Mai. 
L'armadio mi afferrò bruscamente per il braccio, stringendomelo un pò troppo e mi trascinò verso quello che doveva essere il bagno, mentre io cercavo di dimenarmi e peggioravo solamente la situazione. Mi spinse dentro talmente forte che finii per sbattere leggermente al muro, parandomi con le mani, mentre loro entravano tranquillamente e si chiudevano la porta alle spalle, con Malik che si preparava allo spettacolo. Vidi gli amichetti del pakistano avvicinarsi lentamente a me ed instintivamente, chiusi gli occhi e mi strinsi nelle braccia pronta ormai a soffire
Sentii un dolore improvviso all'altezza dello stomaco e da quanto il colpo fu forte, mi piegai in due, cercando di ignorarlo.
Si certo, ignorarlo. 
Sentii un'altro dolore al ginocchio, poi alla schiena, alla testa ed una serie di colpi che a me, parvero non finire più. Sentii le mie guancie piano piano sempre più umide, ipotizzai che fosse sangue, ma quando vidi una goccia scivolare sul pavimento, constatai che fossero lacrime, lacrime di dolore. Non ho mai pianto quando mi hanno picchiato. Questo significa, che questa volta ci avevano dato dentro. Mi accasciai a terra reggendomi la pancia con le mani ed il viso nascosto fra le ginocchie. Piangevo, come non ho mai fatto prima, singhiozzavo. Forse questa è stata l'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso ormai pieno. 
Molto probabilmente si. 
Sentii i colpi arrestarsi di colpo, diversi suoni muti che provocarono dell'aria' e la porta chiudersi con un colpo secco, ma intuivo che non ero rimasta sola. Infatti, come alzai lentamente lo sguardo, vidi la rovina della mia vita, seduta a poco meno di un metro, da me. Mi allontanai bruscamente, aumentando a piangere ed a singhiozzare, più rumorosamente. Sembravo una piccola bambina capricciosa alla quale avevano rotto la bambola, ma niente era confrontabile al dolore che stavo provando in quel momento. Malik alzò, gli occhi verso di me, notando la mia agitazione ed alzò la mano verso di me. Mi allontanai ancora di più ipotizzando il peggio, ma l'unica cosa che fecem fu sussusare 'dolcemente' un 'sssshhhh' avvicinandosi a me. Rimasi completamente scioccata, da quel suo comportamento da stronzo. Prima mi fa picchiare dagli amichetti e poi mi calma? Ma in ogni caso, non riuscì a fare niente, rimasi immobile ad osservare qualsiasi azione o movimento che avrebbe fatto.
Si avvicinò completamente a me, sfiorando i nostri gomiti provocandomi un brivido e sospirò grattandosi la nuca per poi girarsi ed inchiodarmi con quegli così scuri.
-Che facciamo con te, ah?- chiese con un tono mai sentito prima.
Sono l'unica a non capirlo?




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ODDIO NO, E' UN MIRACOLO!

Qualsiasi storia io abbia mai pubblicato, non sono mai riuscita a pubblicare il terzo.
wow. AHAHHHAHHAA.
Bè, sono ancora qui a rompervi le palle, ma sono di fretta.
Quindi; Non ho riletto, non ho avuto tempo di mettere tutte le parole necessarie in corsivo.
Spero che vi piaccia sdfghnj
Fa cagare i piccioni stitici lo so. c:
scappooooooooooooooooo!
ccccccciao C:

#p

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Capitolo 4
*** A strange change. ***




Quello, sarebbe stato decisamente il giorno più noioso e più monotono della mia vita, ne ero certa..o quasi
Insomma, quello era ciò che ne avevo dedotto io fin da come era iniziata la giornata: mi alzai puntualmente alle sette e mezza, andai in bagno, mi lavai, mi vestii, mi sistemai i capelli ed uscii di casa senza salutare. Come sempre, no? Bè, no. A scuola, successe quello che meno mi aspettavo, ma arriviciamoci con calma
Arrivai a scuola cinque minuti prima dell'entrata, così ne approfittai e salii in biblioteca per prendere un libro di Shakespeare, necessario per il compito di letteratura della settimana prossima. Il silenzio regnava per i corridoi e l'unico rumore che risuonava nella biblioteca, era il tichettio dell'orologio a pendolo. Salutai con un cenno della testa la bibliotecaria e mi diressi verso il reparto 'letteratura'. Non ho mai amato i libri e le biblioteche, ma non so, ci trovo un non so che di affascinante. Scivolai con le dita sul dorso dei libri fino ad arrivare a quello necessario, lo estrassi delicatamente, lo sfogliai un'attimo per controllare se fosse quello e mi diressi verso l'uscita. 
 
-E così si aggiunge la desinenza alla radice per formare il..- e stai zitta, vecchia cogliona. Insomma, io non riesco a capire a cosa accidenti serve il latino. Diciamocelo, non credo che quando andrò a fare la spesa dirò:' Tre ettus de prosciuttorum' no? Esatto! Così, come i precedenti cinquanta minuti, appoggiai pesanemente la testa sulla mano e cominciai ad esaminare Mrs. Dinosaurus. Bè, già a prescindere dal suo nome, si può dedurre che genere di persona è. L'unica cosa che la differenzia da un dinosauro è l'altezza, addirittura un velociraptor sarebbe più alto di lei. Scarpe con tacchetto quadrato, ben lucidate, gonna color marron fin sotto il ginocchio, polo verde indossato sopra una camicietta biancha. 
Insomma, che schifo
La mia esaminazione fu interrotta dal 'piacevole' suono di quella stridula campana, e senza pensarci nemmeno un minuto di più, corsi fuori fregandomene delle spallate che stavo dando agli altri studenti.
Tanto me l'hanno fatto così tante volte, quindi. 
Ovviamente i corridoi sono sempre pieni ed impossibili da attraversare, ma a quell'ora, è un massacro. Quale ora? Oh bè, ovviamente l'ora pranzo. Tutti quei bufali devono cibarsi, al costo di schiacciare qualche povera ragazza, come me. Così, mi appiccicai letteralmente ad un armadietto qualsiasi per evitare di diventare una frittella, ed aspettai che i corridoi si sgombrassero, sperando che questo accadesse il più veloce possibile. Quando ormai i corridoi diventarono 'percorribili' e mi potei staccare dagli armadietti, mi diressi verso l'uscita per poter prendere un pò d'aria. 
A scuola mia, sono pochi quelli che di mattina si fanno la doccia, eh già. 
Avvistai una pachina libera ed aumentai il passo verso quella, per evitare che qualche emerito idiota o emerita, mi prendessero il posto. Mi sedetti e cominciai ad osservare tutto ciò che mi circondava. Un prato accuratamente tagliato, alberi, uccellini che cinguettano, qualche bottiglie di birra quà e la e qualche coppietta troppo impegnata a pomiciare dietro un albero.
No aspetta..Qualche coppietta? Mi soffermai un'attimo di più su quella 'coppietta' ed intravidi uno scopino nero ed una massa di capelli biondi. 
No, un momento. 
Scopino
Scopino nero?
Quel scopino nero? 
Assotigliai gli occhi cercando di mettere a fuoco meglio il soggetto, ed in quel momento, intravidi quella faccia da cazzo. Quella faccia da cazzo che ogni giorno mi fa passare le pene d'inferno, ed ora, sta a limonare con quella, tutto contento. 
Senza pensare, cominciai ad alzarmi, ma subito dopo, mi risedetti. Perchè? Bè, perchè dovrei andarmene? Soltanto perchè c'è Malik? Oh, sai quanto me ne importa. 
Così, mi risedetti, incrociai le gambe ed alzai lo sguardo verso il cielo, cominciando ad osservare quella massa bianca che si sposta in cielo, meglio chiamata nuvola
Mi piacerebbe essere una nuvola, anche per un solo giorno. Essere per un solo giorno, qualcosa di così leggero, spensierato, senza problemi. Qualcosa che non debba preoccuparsi delle conseguenze, tutto qui. 
Dopo del tempo, sentii la campanella suonare, ma per un motivo a me sconosciuto, rimasi lì seduta ad osservare le nuvole e l'unico pensiero che mi passò per la mente in quel momento, fu quello che dovrei osservare le nuvole un pò più spesso.
Rilassa
Qualche minuto dopo, una voce che non posso chiamare 'gradita' si fece spazio tra i miei pensieri. 
-Calder.- Oh Malik, che saluto così, emh, non mi viene neanche l'aggettivo giusto. 
Così..caloroso
-Pomiciato bene, Malik?- non ricevetti risposta, mi senti solamente tirare violentemente per i capelli, e per un momento, temetti che me li avesse staccati, e trattenni un urlo di dolore che mi sarebbe uscito a breve. Stranamente venni immediatamente lasciata, e massaggiai con la mano destra la parte ancora dolorante. Mi alzai di scatto senza neanche girarmi, ma venni trattenuta per il polso con uno scatto e finì per risedermi ,praticamente attaccata a lui, di peso
Che cazzo fai, coglione? 
Cercai dinuovo di rialzarmi strattonando il polso, ma niente, afferrò anche l'altro continuando a fissarmi ,e posso dire che non è una sensazione gradevole dopo tutto l'odio che ho visto, in quegli occhi. 
Avevo paura di muovermi
Avevo paura della sua reazione.
Avevo paura di guardarlo negli occhi.
Avevo paura di lui
Rimasi immobile, con le mani strette a pugno, osservando dinanzi a me, senza battere ciglio. Cominciai a sentire gli occhi inumidirsi e la vista farsi appannata. 
Perchè piangevo? Insomma, non mi aveva ancora picchiata. Giusto? Bè, no. Piangevo perchè la sua presenza mi turbava, mi trasmetteva ansia e una sensazione di continua pressione. Chiusi gli occhi, non sapendo più che fare. Dopo pochi secondi, sentì il sangue nuovamente circolare nelle vene e dei passi farsi sempre più lontani.
Se n'era andato?
Se n'era veramente andato senza picchiarmi a morte?
O mio dio.
Riaprì gli occhi di scatto e mi guardai immediatamente intorno.
Sì, se n'era andato. 
Mi alzai lentamente e come in stato di trans, mi diressi a scuola.
La professoressa di francese non sarà contenta di questo ritardo e di sicuro, non  me la farà passare liscia.

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I'M BACK BITCHES!
Ragazze, scusate immensamente l'ENORME ritardo, ma avendo l'esame
quest'anno e per precisare, lunedì, non ho tempo neanche di sedermi al computer
e scrivere questi miei ubrobi. Infatti è veramente corto questo capitolo, è stato
un PARTO. çç AAAAAAAANYWAY, spero sia piaciuto nonostante faccia schifo. o: 
E tanto per dire, pubblico ste merdine solo perchè amo scrivere.
#ma chi se ne frega. 
LOL 
recensiiiite, please çç
Anyway, pregate per me, ed iniziate ad ordinare la tomba ed i fiori.
scappo a ripassare la RIVOLUZIONE RUSSA.
Quel cazzo de Stalin m'ha rotto oh. 

ccccccccciao c:

#p
 
 

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Capitolo 5
*** Why am I doing this? ***




Era ormai notte profonda, ed io continuavo ad osservare il soffitto di camera mia. Oramai, conoscevo a memoria ogni benedetta crepa, ma niente, continuavo a guardarlo. In verità, non che ci dessi veramente importanza al soffitto, in verità non ci pensavo neanche, pensavo a lui.  Ma ci rendiamo conto? Ormai passo giornate intere a pensare a quel coglione, simile ad una donna incinta, con sbalzi d'umore improvvisi. Prima mi fa picchiare, poi, scappa e chissà cosa succederà adesso, magari mi butterà una bomba sulla casa, chi lo sa. 
Quando ero tornata in classe, ovviamente in ritardo, quella puttana della Jhonson, m'ha mandato dalla preside perchè secondo lei 'sono ben lontana dal capire cosa sia il rispetto' testuali parole di quell'esaurita. Così, ero salita in presidenza, il preside mi aveva liquidato con un 'fa più attenzione' sapendo che ho il massimo dei voti e mi ero ritrovata a gironzolare come un'idiota per i corridoi, per di più era l'ultima ora. Non avevo più visto da allora, quell'uomo incinto. Dovrei proporli di presentarsi al Guinnes World Record, come 'secondo uomo al mondo incinto', sperando che non mi stacchi la testa con una mazza da baseball. 
El, ma che cazzate spari?
Sta zitto cervello, è notte e tu mi impedisci di dormire. 
Oh giusto, io parlo con il mio cervello.
Per fortuna il giorno dopo, ormai giorno attuale vista l'ora,  sarebbe stato il week end, ovvero, niente scuola. Potrei passare anche la notte in bianco, no? Già che ci sono. Ma dopo essermi rigirata un'altro paio di volte e finalmente, riuscì a prendere sonno. Dormì quelle poche ore che mi erano rimaste e mi svegliai infastidita dal caldo, probabilmente avevo dimenticato di accendere il condizionatore. Così, mi alzai a fatica e strisciando con i piedi per terra, arrivai al bagno, dove mi preparai per il corso delle due di canto. 
 
Mi dirigevo con passo spedito verso l'Adams, la più grande scuola di canto presente in questa benedetta città, che poi tanto benedetta non è. E' l'unico posto in qui mi sento me stessa, dove mi sfogo, dove mi sento libera. Per me il canto, è una cosa fondamentale nella vita. Mi rende felice, per quei pochi minuti della durata della canzone. Mi aiuta ad andare avanti nelle difficoltà che incontro nella vita. Quando sono giù di morale, canto. Mi aiuta a non pensare ai momenti difficili e brutti. Certamente non che io scappi dalla realtà dietro questa piccola barriera, certo che no, ma in qualche modo, affievolisce la tristezza che a volte, penetra nella mia vita. 
Girai l'ultimo angolo per poi subito dopo attraversare la strada che mi congiungeva con la scuola. Alzai distrattamente lo sguardo dalle mie scarpe e passai velocemente con gli occhi all'entrata non dandoci troppo peso ma me ne pentì. Rialzai immediatamente gli occhi, ritornando a guardare quei visi tanto familiari, anche troppo. Mi si gelò immediatamente il sangue nelle vene e i muscoli di tutto il corpo si irrigidirono quando vidi che Write e compagnia bella mi avevano notato.
Ma anche lì devo esserci? Merda. 
Rallentai improvvisamente il passo, decidendo che fare, ma in quel momento, non riuscivo a pensare niente di sensato.
Scappare? Mi avrebbero raggiunto in men che non si dica.
Nascondersi dentro un cassonetto della spazzatura! 
No, Eleanor, no. 
Non feci in tempo a prendere una decisione, che ero arrivata già davanti all'entrata e pian piano mi avvicinavo a Write, che si era posizionato giusto davanti alle scale, istruendomi il passaggio. Camminavo con sguardo basso, evitando di incontrare i suoi occhi e cercai di sorpassalo, ma inutile dirlo che con una spintarella alla spalla tornai davanti a lui. Allora alzai gli occhi puntandoli nei suoi ed aprì bocca.
-Fammi passare, ho lezione.- dove l'avevo presa tutta questa grinta?
-Calder, mangiato pane e coraggio a colazione?- sghignazzò probabilmente molto divertito. 
Touché.
Non risposi e cercai di oltrepassarlo nuovamente, ma senza successo. Mi ritirò di nuovo per la spalla, più bruscamente e l'espressione su quella sua faccia da cazzo era cambiata radicalmente. Era cattiva, esprimeva irritazione e non buone intenzioni. Schioccò le dita diretto verso il resto del gruppo e cominciarono ad avanzare verso di me, mentre io indietreggiavo istintivamente. 
-Vaffanculo.- sputai sapendo ovviamente le conseguenze, ma non ci pensai. Dovevo iniziare a smettere di temerli, dovevo mostrarmi forte, dovevano lasciarmi in pace. Un pieno schiaffo in faccia non tardò ad arrivare.
Caddi, sbattei la testa per terra e poi il buio totale. L'ultima cosa che sentii, fu una voce distante ed il susseguirsi di diverse grida. 
 
Zayn
 
Vidi in lontananza Eleanor cadere a terra e non rialzarsi più, mentre Write continuava a scagliarle calci contro nonostante fosse chiaramente svenuta. Corsi con furia verso quel coglione, e non conoscendone veramente il motivo, gli scagliai un pugno dritto in faccia. Cominciai a sbraitare contro indirizzandoli ad andarsene immediatamete e così fecero. Mi piegai immediatamente accanto a quella ragazza, ormai piena di evidenti lividi e ferite varie. Senza pensarci troppo, l'alzai delicatamente da terra e prendendola in braccio mi diressi verso l'unico posto 'sicuro' che conoscevo. 
 
Era stesa lì, sul mio letto, completamente immobile. Il petto le si alzava regolarmente ad ogni respiro, i boccoli biondi giacevano sparsi sul cuscino e le folte ciglie si notavano più del solito. 
Malik, ma che cazzate spari? Lei, è Eleanor Caler, tu la odi, è ebrea!
Era da tempo che ci rimurginavo ormai sopra. Perchè la odio? Solo perchè nel sangue ha un'origine diversa dalla mia?
Improvvisamente mi sentì stupido ed esageratamente ignorate. Come poter odiare una ragazza solo per le origini? Come, dopo tutto quello che io stesso ho passato nella mia infanzia? 
Uno stupido, uno stronzo, un bastardo. Ecco cosa ero. 
Mi presi la testa fra le mani ed infilai le dita fra i capelli, passandci sopra più volte. Sentii un leggero rumore ed immediatamente alzai lo sguardo speranzoso verso Eleanor.
Speranzoso?
Eleanor aveva aperto leggermente gli occhi ed aveva mugugnato qualcosa di incomprensibile, muovendo leggermente la mano. Spostò lo sguardo su di me e sgranò leggermente gli occhi e tentò di rialzarsi ma con una smorfia improvvisa sul viso si risdraiò. Mi avvicinai bruscamente a lei.
-Ma che sei scema?! Non ti puoi muovere!- esclamai risistemandole le bende che le avevo messo sulla vita. 
Come mai ero così protettivo?

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SPAZIO ALLE CASTAGNE GENTE! (?)
Allora, non aggiorno da secoli, lo so, ma l'ispirazione è andata a scopare con i One Direction (?)
Pensavate che Malik è uno stronzo, eh? eh? eh?
NO! JIMMY PROTESTED. 
Ha del tenero in fondo, come i sofficini di Carlino che urla 'PIZZAAAAAAAAAAAA' (?)
Ok, me ne vado, scusate per eventuali errori, sono fusa ero a mare e sono stanca come una pera cotta (?)
HAHAHAHAHHA ciao c':

#p

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Capitolo 6
*** Hate? I do not think it is. ***




Ripresi lentamente coscienza e ugualmente lentamente riaprii gli occhi e la prima cosa che vidi, fu la prima cosa che non avrei mai voluto vedere. Abbassai lo sguardo sul mio corpo e la mia mente cominciò improvvisamente a porsi delle domande.
Perchè c'era Malik? Perchè ero bendata? E dove cazzo ero? 
Cercavo di capire dove mi trovavo e capii che quella, era la camera di quel coglione.
E perchè cazzo ero sul suo letto?
-Che cazzo è successo?- espressi i miei pensieri ad alta voce. Cercai di rialzare il busto aiutandomi con i gomiti, ma una fitta alla vita mi costrinse a bloccarmi e risdraiarmi. Chiudendo gli occhi emanai un verso strozzato di dolore e immediatamente sentii una mano grande e calda sulla mia schiena.
-Ma che sei scema?! Non ti puoi muovere!- esclamò quel babbuino senza cervello, cominciando a risistemarmi le bende che si erano slegate dalla vita. Osservavo ogni suo movimento con gli occhi spalancati ed ero certa che se fosse possibile, mi sarebbe arrivata la mascella a terra. Analizzavo qualsiasi sua espressione in viso. Aveva le sopracciglia corrugate, si mordeva il labbro inferiore e aveva un'espressione molto concentrata in quella cazzo di faccia, che per una volta non sembrava tale. Fece un fiocchetto alla benda, all'altezza dell'anca destra e lentamente cominciò ad alzare lo sguardo. Prima di arrivare ad incrociare i miei occhi, risalì con lo sgaurdo su tutto il mio corpo e si fermò sulle mie labbra, fino a quandò incrociai i suoi occhi. Occhi che mi avevano sempre trasmesso odio. Occhi che mi avevano sempre trasmesso paura, pericolo e che ora, non trasmettevano niente di tutto ciò. Mi erano sempre sembrati neri, come due pozzi senza fondo. Neri, senza sfumature, non tralasciavano nessuna emozione, freddi e impassibili. Ora, erano diventati più chiari. Avevano una sfumatura di un marrone molto chiaro, come il cioccolato al latte. Erano profondi, belli e sembravano sinceri. Non trasmettevano più paura, ne odio, ne pericolo. Potevo vedere della leggera preoccupazione nei suoi occhi e del dubbio. Non sapeva cosa fare e questo si vedeva, ma di sicuro, io non ero più organizzata. Ero immobile, con gli occhi puntati sui suoi, la mia mano che sfiorava ancora il suo braccio e la sua mano, ancora sul mio bacino. Riuscì ad interrompere quel contatto visivo e spostai lo sguardo sulla sua mano, che aveva iniziato a muoversi con movimenti circolari sul mio bacino. Poco dopo lui seguì la linea dei miei occhi e non appena si capacitò di ciò che stava facendo, ritirò subito la mano e con uno movimento fulmineo andò a risedersi sulla sedia posizionata accanto al letto. Si passò più volte la mano sui capelli con sguardo basso e sembrava..impacciato. Girovagai con lo sguardo per la stanza, passandomi più volte la mano dietro il collo fino a quando il silenzio creatosi tra quelle quattro mura venne spezzato.
-Ti fa male? Quello..- e saettando con gli occhi indicò insicuro con la mano, quello che doveva essere il mio fianco. Mi schiarì la voce e con voce flebile sussurrai un misero 'un pò' torturandomi le mani. 
Ma che sta succedendo? 
Mi chiesi, ed improvvisamente un flash-back invase la mia mente.
 
''-Malik, ridammi il cellulare!-gridai ormai sfiatata continuando a correrli dietro. Era ormai da circa mezz'ora che continuavo a rincorrerlo per tutto il parco, cercando di riprendermi quel mio fottuto cellulare. Ma no, ovviamente lui doveva essere di poco più veloce! 
-Ti ho detto di ridarmelo, idiota!- Allungai la mano verso di lui, cercando in qualche di fermarlo per la maglietta e non appena ci riuscì, Malik si fermò di colpo. Io andai a sbattere contro la sua schiena e dal forte impatto finì a terra, essendomi sbilanciata un pò troppo. Emanai un lamento di dolore, percependo una piccola fitta alla schiena. Lo guardai in cagnesco e lui con un ghigno soddisfatto su quella faccia di merda, mi gettò il cellulare accanto, provocando la sua immediata frattura.
-Tieni.- ghignò ancora divertito e se ne andò. ''
 
Immediatamente cominciarono a passarmi per la testa, tutti gli avvenimenti. Tuttò ciò che avevo passato per colpa sua. Tutte le sofferenze causate per colpa sua. Tutti i dolori passati per colpa sua. Parte della mia vita, rovinata da lui. Altri flash-back si raffiorirono nella mia memoria.
 
''-Cinquantasei, cinquantasette, cinquantotto, cinquantanove..Sesanta! Eccolo!- sorrisi soddisfatta ad Abigail, una mia amica che frequentava il mio stesso corso di biologia. Una ragazza per bene. Capelli di color amaranto, due bei occhi grandi e azzurri, un fisico slanciato con delle curve giuste e di una statura media. Una bella ragazza, proprio bella. Ci siamo conosciute il primo giorno di scuola, del terzo anno, durante l'ora di biologia. Scarabocchiavo distrattamente sul mio quaderno prima dell'inizio delle lezioni. Come sempre al mio ultimo banco, in fondo alla classe fino a quando senti un tonfo leggero provenire dalla mia destra. Girai svogliatamente la testa ed incontrai un paio di occhi azzurri ed immediatamente capii, che saremmo diventate grandi amiche dal modo in cui mi sorrise. Un sorriso così radioso, capace di trasmetterti felicità. Lo aprì e ci infilai i libri, pronta a doverlo utilizzare per tutto il seguente anno. Lo richiusi e con un sorriso stampato in faccia ci dirigemmo verso il suo, il numero ottantacinque. Un pò lontano dal mio, ma fa niente. Mancavano pochi numeri al suo, quando all'improvviso sentì un bruciore lacerarmi il braccio sinistro. Portai immediatamente la mano sul braccio ed istintivamente guardai cos'era successo. Vi era una bruciatura che ormai aveva iniziato anche a sanguinare interrotamente. Bruciava. Mai avevo provato un bruciore tale. Con gli occhi colmi di lacrime agli occhi, mi guardai in giro tentanto di capire chi fosse stato e a pochi metri di distanza intravidi Malik e compagnia bella ridere sguaiatamente. Il pakistano mi indicò una sua mano, dove reggeva una sigaretta fumante. 
Bastardo.
Intanto Abigail si era coperta la bocca e delicatamente mi aveva portata per mano, in infermeria per farmi medicare e pulire il sangue che ormai aveva macchiato tutto il braccio.''
 
Ah, Abigail. Adoravo quella ragazza ma per mia sfortuna, l'estate seguente si dovette trasferire in Francia. Ci tenevamo in contatto, ma piano  piano, qualsiasi modo per comunicare svanì e da allora, non ho più avuto sue notizie. Mi manca quella ragazza. Mi manca la sua risata. Mi manca il suo sorriso. Mi mancano i suoi occhi. Mi mancano i nostri pomeriggi passati insieme cercando di studiare biologia, ma purtroppo, ogni volta finivamo per fare una battaglia di pop corn. Mi manca tutto di lei, era un'amica fantastica, ma a quanto pare, qualcuno lassù vuole che io rimanga sola in questa benedetta scuola. 
Fissavo con occhi vitrei un punto impreciso e lentamente ritornai alla realtà, lasciando per un'attimo il passato alle mie spalle. Le lacrime continuavano a rigare le mie guancie, senza smettere. Scattai all'indietro, raggomitolandomi su me stessa. Portai le gambe al petto, allacciai le braccia alle gambe ed appoggiai la fronte sulle ginocchia. Nella mia testa vi era il caos completo. Non capivo niente. Non pensavo niente. Non provavo niente. Ero semplicemente stanca di tutto, la mia autodifesa aveva semplicemente scollegato il cervello. Percepì qualcosa sulla mia schiena. Lentamente rincominciai a riacquisire i sensi. Improvvisamente quel qualcosa diventò più caldo e più pesante. Come in lontananza cominciai a sentire dei sussurri, ben distinti.
-Hei..- chi era?
-Hei El..- è lui?
-Eleanor, va tutto bene..- si, era lui. 
Alzai la testa ed incrociai quegli occhi. Era a pochi centimetri dal mio viso e potevo sentire il suo respiro confondersi con il mio. Guardai le sue labbra. Erano belle, carnose e sembravano morbide. 
Non sapevo più che pensare. 
Improvvisamente sentì delle braccia possenti circondarmi il corpo. All'inizio non reagì, ma a distanza di pochi secondi, ricambiai l'abbraccio. Mi alzai  ed allacciai le braccia al suo collo. Mi strinsi forte a lui, come più potevo e sentivo che lui, faceva lo stesso. Ne avevo bisogno. Avevo bisogno di un'abbraccio. Avevo bisogno di sentirmi protetta. Diedi sfogo alle mie lacrime, ormai uscite troppo spesso dai miei occhi. Piansi per tutto il tempo necessario, sempre stretta fra le sue braccia, con la sua mano che continuava ad accarezzarmi la schiena ed i capelli. Non capivo il suo comportamento. Non capivo il mio di comportamento. Non capivo perchè lo stava facendo e perchè aveva fatto tutto quello in precedenza. 
Perchè?
Perchè lo stavo abbracciando, dopo tutto quello che mi ha fatto passare? Insomma, io lo odiavo e dovrei odiarlo ancora, ma su questo improvvisamente non ne fui più sicura.
E' possibile dimenticare tutto l'odio provato verso una persona dopo averla semplicemente abbracciata?
No, è impossibile. L'odio è un sentimento profondo. L'odio non si dimentica o per lo meno non così facilmente
Mi staccai lentamente da lui, nonostante non lo volessi, allontanai le sue mani dal mio corpo e lo guardai dritta negli occhi. 
-Perchè?- ero seria. Mai stata più seria di così. Esigevo una risposta, una spiegazione. Ero sicura che avesse capito cosa intendevo e infatti non mi sbagliavo. Era preoccupato. Era terorizzato. Sembrava confuso. Credo che in quel momento, stesse provando la stessa confusione che avevo provato io pochi attimi prima. Ne ero sicura. 
-Perchè?- ripetei. Gli occhi rincominciarono a riempirsi di lacrime e la vista cominciò ad essere appannata. 
-Perchè?- ripetei ancora, alzando di un'ottava la voce. La mia voce esprimeva disperazione e i suoi occhi lo stesso. Una lacrima rigò la mia guancia destra e immediatamente portò la sua mano su di essa e la asciugò con i pollici. Appoggiò entrambe le mani sulle mie guancie e si avvicinò di poco, cominciò a bocheggiare qualcosa di incomprensibile tra il 'io' ed il 'oh'. Altre lacrime scivolavano come d'abitudine sulle mie gote ormai arrossate e lui prontamente le toglieva delicatamente con le dita. Scrutai i suoi occhi color caramello diventare lucidi. La pupilla si era dilatata a causa dell'occhio inumidito dalle presunte lacrime e la mascella serrata si era 'rilassata', in un'espressione sofferente. Una lacrima solitaria solcò sulla sua guancia sinistra e nella frazione di pochi secondi, mi aveva accarezzato delicatamente le guancie e se ne era andato, lasciandomi sola in quella stanza, con i miei dubbi


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SPAZIO AI POMODORI GENTE!
No vabbè, amatemi, non ho mai fatto un capitolo così lungo AHHAHAHAHA.
wow o:
'LO SAI CHE SE VAI DAVANTI ALLO SPECCHIO ALLE TRE DI NOTTE ED URLI TRE VOLTE 'BLOODY MERY' COMPARE TUA MAMMA DICENDOTI ''CHE CAZZO TI URLI?''
AHHAHAHAHAHAHAHAAHHAHAHAAHAHHAHAHA.
Ok, la smetto.
Ma era mitica:'D
Allora. Malik è sdfgfgvdcx uhuhuhuhuh (?) 
BASTA, IO NON CONTINUO SE NON RECENSITE.
Non so neanche se vi piace. Magari io sto continuando e invece voi pensate 'ma quando cazzo se ne va questa?' çç
Ho bisogno di opinioni, anche critiche per sapere che cambiare ):
Ok, vado a mangiarmi uno yogurt al caffè.

ccccccccciao c:

#p

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Capitolo 7
*** Will you be my girlfriend? ***


*munitevi di pop corn e coca cola. E' un papiro, a mio parere lol* 

Sei e ventiquattro.
Non ho dormito tutta la notte e sono rimasta sveglia a pensare come un'emerita cretina.
Un'emerita cretina stanca della sua stupida e inutile vita.
Io sono inutile. 
Stanca di stare sdraiata sul letto, mi alzai e mi diressi verso il bagno, trascinando i piedi per terra. Non appena mi chiusi dentro e mi guardai allo specchio, rischiai un'infarto alla vista del mio aspetto. Capelli arruffati, occhiaie profonde, occhi stanchi, viso pallido e stanco. 
Come ho fatto a ridurmi in questo stato? Dov'è finita Eleanor, la vera Eleanor? 
Distolsi lo sguardo da quella figura orribile riflessa nello specchio e cominciai a lavarmi viso e denti. Entrai nella doccia e dopo di che, cercai di coprire le occhiaie con un pò di correttore ma niente da fare. Uscì dal bagno irritata e mi chiusi in camera sbattendo la porta ma me ne pentì immediatamente dopo aver visto il quadro di camera mia cadere e frantumarsi in mille pezzi. 
La giornata non poteva iniziare meglio, ovviamente.
Fanculo.
 
 
 
Ero in tremendo anticipo e questo poteva sembrare strano a qualsiasi persona mi conoscesse. Sembrava strano anche a me, ma poco m'importava. Arrivai agli scalini della scuola e cominciai ad osservare il cortile deserto del liceo. Un leggero vento continuava a scompigliarmi i capelli facendomi finire alcune ciocche di capelli ripetutamente sul viso, che io prontamente ricacciavo dietro l'orecchio, fino a quando non mi stufai e le lasciai com'erano. Il freddo d'autunno mi gelò le dita delle mani e sentì il freddo farsi spazio nelle ossa. 
Forse dovevo mettere una giacca più coprente, si si.
Mi strinsi su me stessa, incrociando le braccia e stringendole all'altezza della pancia. Solo in quel momento mi resi conto che i primi alunni si erano fatti vivi nel cortile e che le potre dietro di me erano aperte. Senza pensarci due volte, mi alzai, salì gli ultimi scalini ed entrai a scuola, dirigendomi immediatamente in biblioteca per ridare un vecchio libro e prenderne uno nuovo. I corridoi per fortuna erano ancora vuoti e quel silenzio mi provocava perennemente brividi per tutto il corpo. 
Che soffrissi del silenzio? Cazzate. 
Salì due rampe di scale, salendole due a due ed aumentando il passo raggiunsi la porta della biblioteca. L'aprii lentamente e notai che al bancone non c'era nessuno. Mi guardai un'attimo intorno e constatai che ero completamente sola o per lo meno così sembrava. Mi diressi silenziosamente mettendo attentamente un piede dopo l'altro, verso il reparto 'Fantasia', il mio preferito, ecco. Ho sempre vissuto di piccole fantasie. Fantasie innocenti che non fanno altro che trasportarti dolcemente in un mondo parallelo. Un mondo dove le persone chiamate comunemente 'gente di merda', si incarnano nei mostri. Mostri insignificanti, che potranno pure ferirti, fisicamente, ma resta tutto comunque frutto della tua mente. Mostri incapaci di ferirti l'anima e i sentimenti. Incapaci di ferirti il cuore, ovvero ciò che le persone del mondo reale, ne sono capaci. Capaci di distruggerti dentro e fuori. La conseguenza di tutto ciò è alquanto ovvia. Le persone sviluppano un'autodifesa, che automaticamente comporta al chiudersi, ovvero non potersi aprire con nessuno. Una barriera che impedisce alle persone di avvicinarsi. Come un'enorne bolla di vetro. Il problema? Ogni volta qualcuno riesce ad abbattere la barriera che mi costruisco intorno. 
 
 
 
Giuro che fra un pò quelle palline di carta glie le faccio salire su per il culo.
E' ormai da tutta l'ora, che sopporto questo ritardato mentale che ad ogni lezione, tira palline di carta e oggi ha deciso di tirarle a me. Oggi, sono la sua vittima.
Ma vittima un'accidenti, adesso quelle palline glie le faccio masticare e uscire dal naso. 
Respirai profondamente, togliendomi l'ennesima pallina di carta dal banco e pregai in turco che la campanella suonasse a momenti. Dopo qualche minuti, accadde e alzandomi di scatto senza neanche aspettare che l'insegnante finisse di spiegare quelle sue cazzo di equazioni, mi diressi verso l'uscita a grandi passi ringraziando ad alta voce qualsiasi dio turco m'abbia ascoltato. 
Appena misi piede fuori dall'aula, con le urla del professore rivolte oramai alla mia schiena, guardai prima destra poi sinistra come d'abitudine e mi diressi verso il mio armadietto, per recuperare i libri dell'ultima ora di questa stancante giornata. In mezzo alla folla, cercai distrattamente con gli occhi una cresta nera, ma niente. Per tutta la mattinata non l'avevo visto. Probabilmente non si era neanche presentato a scuola. 
Sospirai di sollievo, almeno quella giornata non avrei dovuto incontrarlo e di conseguenza almeno oggi non avrei avuto nessun problema. Speravo soltanto di non incontrare gli amici di Malik, visto che di certo anche loro non mi lascierebbero uscire da quell'istituto senza qualche livido quà e là. 
Aprì velocemente l'armadietto, ne estrassi il libro ed il quaderno di storia e guardandomi intorno furtivamente, lo richiusi velocemente e mi diressi con grandi passi verso l'aula di storia, l'ultima del corridoio di questa accidenti di scuola. 
Scuola che non ha fatto altro che causarmi problemi. 
 
 
 
Tv accesa, coperta e ovviamente, vaschetta di gelato in mano. 
Cercai di sistemarmi meglio sul divano, continuando a fare zapping con il telecomando in mano, ma una fitta alla vita mi fece arrestare immediatamente. Sul mio corpo c'erano molti lividi ancora ben evidenti e i dolori sembrava non volessero sparire. Tutto il busto e il polpaccio destro erano ricoperti da macchie violacee, mentre avevo un piccolo spacco al lato del labbro inferiore. Insomma. M'hanno conciata male. 
Cacciai via quei pensieri dalla mente, concentrandomi su ciò che trasmettevano alla tv. 
Violetta? No.
Mondo di Patty? No.
Beautiful? Passo.
Continuai a fare zapping, fino a quando mi soffermai sul canale musicale di MTV e proprio in quel momento, trasmettevano una delle mie canzoni preferite: una delle tante canzoni che amavo, di Chris Brown. Credo che sia uno degli unici cantanti, degni di avere una vita del genere. Degni di fare i cantanti. Gli altri? Soltanto ricchi sfondati ai quali escono i soldi dal culo, tutto qui. Mentre Chris Brown, se lo merita. Ha una voce veramente bella e per prima cosa, ci mette le emozioni. Quando si canta, bisogna provare delle emozioni. Quando si canta, bisogna metterci le emozioni, in ciò che si canta. Bisogna provarlo, ciò che si canta e non cantare delle parole con un significato profondo e farle sembrare delle parole vuote, prive di significato. 
Cominciai a canticchiare la canzone, evitando di alzare troppo la voce, nonostante fossi sola a casa. Non si sa mai i vicini abbiano un'orecchio talmente acuto da sentirmi lo stesso. 
Continuai a canticchiaire fino alla fine della canzone, dopo di chè ne partì un'altra, con un ritmo orecchiabile. Tutte le canzoni seguenti furono una noia totale ed io personalmente, mi stavo annoiando. La vaschetta di gelato era finita, in tv non c'era un cazzo da guardare e i miei genitori non sarebbero tornati prima delle dieci, quindi niente da mangiare. Non che non fossi capace di cucinare, certo che no, ma era meglio evitare. Se mandassi la casa a fuoco? Mia madre mi fucilerebbe. Quindi, meglio evitare. 
Sbuffai per l'ennesima volta, cercando di sistemarli meglio sul divano, Poggiai la testa al bracciolo e pian piano cominciai a sbadigliare ed a sentire i suoni provenienti dalla tv, sempre più ovattati, segno che stavo per addormentarmi. E senza accorgermene, caddi in un sonno profondo, finendo in un mondo parallelo più affidabile di questo. 
 
 
 
Stavo per baciare Francisco Lachowski quando improvvisamente un suono al quanto conosciuto, ma che non riuscì ancora a distinguere, mi svegliò. Aprì gli occhi lentamente, ancora mezza rincoglionita. Spostai gli occhi ancora mezzi socchiusi sull'orologio appeso al muro e notai con stupore che segnava le nove e mezza. Avevo veramente dormito per quattro ore? Accipignia. Oh bè, almeno fra una mezz'ora sarebbero arrivati i miei genitori. Perfetto. Anche perchè sentivo un certo brontolio alla pancia. 
Improvvisamente sentì dinuovo il suono di prima e capì che si trattava del campanello. 
Chi poteva essere, a quest'ora? Ma un pò di privacy no, eh? 
Mi alzai scocciata, ancora traballante, mi stiracchiai e buttando la coperta sul divano, mi passai una mano nei capelli, dirigendomi verso il portone dell'entrata. Mi guardai distrattamente allo specchio di passaggio, tirandomi su il ciuffo con la mano. Senza pensare troppo e senza controllare nel porticino, aprì, non curandomi che potrei ritrovarmi davanti anche un maniaco sessuale. Aprì completamente la porta, ritrovandomi davanti la persona che mai in vita mia, avrei pensato di trovare e in più, mai avrei voluto trovare. Essendo ancora assonnata rimasi impalata cercando di capire che accidenti volesse, al posto di chiudere la porta e tornarmene a dormire e me ne pentì immediatamente. Nella frazione di un secondo, mi ritrovai le sue labbra attaccate alle mie, mentre mi stringeva a se togliendomi il respiro. Fermi tutti.
Zayn mi stava baciando?
Zayn Malik mi stava baciando?
Quella testa di cazzo mi stava baciando? 
Oddio.
Non appena mi capacitai di ciò che stava realmente accadendo, cercai di dimenarmi, appoggiando le mani sul suo petto e spingendolo con tutte le forze che avevo in corpo, ma non appena ci riuscì, si riattaccò con ancora più forza. Avanzò verso di me, chiudendo la porta con un calcio e continuando ad andare avanti, fino a quando mi ritrovai con la schiena contro la parete. Cercò di approfondire il bacio, intrufolando la sua lingua nella mia bocca, provocandomi una scia di brividi alquanto sgradevoli. Continuava a giocare con la mia lingua, fino a quando si soffermò sul mio labbro inferiore, cominciando a succhiarlo avidamente. Una mano sul mio fianco e l'altra che continuava a fare movimenti circolari sulla schiena, le sue labbra, il suo profumo, tutto. Tutto questo, mi faceva solo stare ancora più male. Male perchè prima, mi ha sempre trattato come se fossi una che non merita di vivere. Male perchè le ferite non guariscono mai, ma rimarranno sempre delle cicatrici e le mie, sono molto profonde. Ripensando a ciò, sentì gli occhi inumidirsi nonostante fossero chiusi e ritrovando le forza, mi staccai, allontanandolo di poco e coprendomi il viso con le mani, mi diressi velocemente verso le scale. Sentivo le lacrime bruciarmi le guance, come troppe volte era successo. La vista appannata alla quale ormai ci ero abituata e il labbro infieriore tremante, tutte cose oramai quasi abituali o per lo meno lo erano, prima di questo momento. Sentii dei passi dietro di me, farsi sempre più vicini, ma non me ne curai. Sarei entrata nella mia camera e avrei chiuso la porta a chiave, poi mi sarei buttata sul letto ed avrei soffocato le lacrime nel cuscino, come ho sempre fatto. Entrai nella stanza, chiusi di scatto la porta e con la mano cercai la chiave, che teoricamente doveva essere già inserita, ma quando non la trovai, salì il panico. Con la vista appannata e le lacrime che continuavano a scendere, cercai di guardare dove fossero ma niente, sembravano sparite, così non sapendo che fare, presi la sedia e la posizionai vicino alla porta, sperando che questo lo bloccasse. Subito dopo mi buttai sul letto a pancia in giù, iniziando a soffocare i primi singhiozzi in quel cuscino che ne aveva passate tante, insieme a me e alle mie stupide lacrime. 
Perchè piangevo? Perchè? Forse perchè quel bacio, nonostante mi fosse piaciuto, era sbagliato. Forse perchè il gusto di tabacco e vaniglia delle sue labbra, mi era piaciuto ed anche questo era sbagliato. Forse perchè il suo profumo che mi aveva inebriato le narici, mi era sembrato fottutamente gradevole. Forse perchè non avrei mai voluto staccarmi da quelle labbra. 
Eleanor, sei una testa di cazzo.
Sentii una mano appoggiarsi delicatamente sulla mia schiena, cominciando a fare dei movimenti circolari. Quei movimenti circolari. Lo lasciai fare, come lo lasciai fare anche quando mi prese per i fianchi e mi sollevò dal letto, mettendomi in piedi, con la schiena che sfiorava il suo petto ed il suo respiro caldo sul mio coldo. Lo feci perchè non avevo più le forse di lottare. Di lottare per qualcosa di astratto, qualcosa di inesistente. Percepivo brividi per tutto il corpo, misti alle scosse provocate dai forti singhiozzi. Sembravo piccola e indifesa, quindi ero totalmente ridicola. Da questo fatto mi venne da piangere ancora di più e non capii come facessi ad avere tutte quelle lacrime, dopo tutte quelle che avevo già versato in precedenza. Mi girò verso di lui, avvicinandomi al suo petto e con la mano, appoggiò la mia testa su di esso, cominciando ad accarezzarmi i capelli. 
Ero debole.
Continuava ad accarezzarmi i capelli, mentre il silenzio regnava per la stanza, interrotto soltanto dai miei singhiozzi. 
Ero ingenua.
Delicatamente mi fece allontanare il viso dal suo petto, appoggiò entrambe le mani sulle mie guance arrossate e puntò i suoi occhi nei miei, così diversi dai suoi. Occhi che sembrano abbiano un colore misto al d'orato. Occhi che sembrano due pozzi profondi, in cui ti ci perdi dentro. Occhi che sembrano due calamite. 
Ero fragile.
Mi ci persi dentro, non accorgendomi completamente delle sue dita che continuavano a togliermi delicatamente le lacrime dal viso. Abbassò lo sguardo sulle mie labbra e cominciò ad avvicinarsi lentamente al mio viso, azzerando completamente, nella frazione di un secondo, le distanze che ci separavano. Sentii di nuovo le sue soffici labbra sulle mie. Percepì di nuovo il gusto di tabacco e vaniglia, che tanto mi aveva fatto impazzire. Questo, non era altro che un bacio casto. Ben diverso da quello precedente. Un bacio che non fece altro che provocarmi la voglia di baciarlo ancora, fino allo sfinimento. Cominciò a lasciarmi piccoli baci sulle labbra, poi si spostò sulle guance, sulla fronte e sul naso. Lasciava su tutto il viso piccoli tocchi infuocati. Ad ogni tocco delle sue labbra con la mia pelle, partiva una scarica di brividi, mai sentiti prima in vita mia. Tornò di nuovo sulle mie labbra e lentamente di staccò incrociando i miei occhi. Puntò gli occhi sulle mie labbra e mordendosi l'interno del suo labbro inferiore, sussurrò poche parole che bastarono per mandarmi il cuore a puttane.
-Eleanor, vuoi essere la mia ragazza?

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SPAZIO AI CETRIOLI GENTE!
Oddio, non ci credo, ho aggiornato. 
OH MADONNA, HO AGGIORNATO.
SONO FINALMENTE RIUSCITA AD AGGIORNARE QUESTA MERDINA QUI E IN PIU', HO FATTO BACIARE QUEI DE CAZZONI.
ODDIO, SONO UN GENIO. xdcfvgbvf
SCUUUUUUUUUUUUUUUUUUSATE TANTISSIMO IL RITARDO E SPERO CHE CI SIA ANCORA QUALCUNO A SEGUIRE QUESTA PUPU' DI GATTO. ):
BENE. LI HO FATTI BACIARE, MLMLML.
E NON DITEMI CHE NON LO VOLEVATE, OH. SU', PRETENDO CHE MI DITE COSA NE PENSATE, CEH, LI HO FATTI BACIARE!
OK, MI CALMO. AHHAHAHAHAHA.
BENE DONZELLE, CERCHERO' DI AGGIORNARE PIU' SPESSO, MA SONO ENTRATA ALLE SUPERIORI (JAJA B|) 
E TIPO SONO PIU' INDAFFARATA OVVIAMENTE. POI LO SPORT, MUSICA E TUTTO. 
QUINDI ORA CHE MI STO, DICIAMO ORGANIZZANDO, RINIZIERO' AD AGGIORNARE PIU' SPESSO.
ORA ME NE VADO, CHE VI STARO' ROMPENDO LE PALLE. 
CCCCCCCCCCCCCCCIAO. c: 

#p





 

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