Alyssa - La crescita

di Querthe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - L'allenamento ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Era meglio trovare la porta chiusa. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - La più debole delle tre. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Nuovi nemici. Che novità!!! ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - L'allenamento ***


- Io esco a prendere una boccata d'aria! Qui dentro si soffoca.
- Ma se sei uscita dieci minuti fa. Alexandra, datti una calmata.
- La fai facile tu. Io non riesco a stare ore in macchina ad aspettare. Chi poi? Una vampira.
- Ancora con questa storia? Non sei stanca di fare la parte della licantropa spocchiosa che odia i non morti?
- Ma io li odio!
- E allora perché hai accettato di unirti ad Alyssa? - ironizzò lei.
La bionda sgranò gli occhi come colta di sorpresa, quindi emise quello che poteva sembrare un ringhio gutturale.
- Ho i miei buoni motivi. Che ore sono? - tentò di cambiare argomento.
- Le cinque quasi. - la assecondò l'umana. - Dovrebbero aver finito. Alcuni clan odiano muoversi nelle ore antecedenti l'alba.
- Comunque io vado a fare un giro. - sbottò la gatta mannara aprendo la porta della Mercedes e sparendo nella notte.
- Come i bambini... - mormorò sorridendo Rose. - Ma almeno sta reagendo bene. Ormai non parla quasi più di Markus. E sembra aver accettato anche il suo ruolo ormai fondamentale nela politica dei licantropi di Milano e dintorni.
La ladra ricordò con veloci immagini quanto era successo nei due giorni successivi la notizia che Alyssa, lei e Misha avrebbero cercato di recuperare la Clavicola Caini, la Chiave di Caino. I clan di vampiri riunitisi le avevano poste sopra la legge, sia vampirica che umana, garantendo loro immunità e protezione. Si era quasi morsa le dita quando i Capobranco dei licantropi hanno stretto la mano ai Fondatori non morti. Non aveva nemmeno un videofonino per riprendere la scena. Una storica tregua che lentamente avrebbe coperto l'intera Europa e l'America del Nord. Aveva osservato soddisfatta come i Cani di Attila, gli Squarciagola, i Lupi montani, le Code fulve e tutti gli altri clan avevano sottoscritto una tregua interna, avevano gettato le basi per un'organizzazione che potesse contrastare la potente struttura politica dei vampiri. Una tregua firmata con il sangue del Ribelle Markus, come aveva commentato Alyssa. E in mezzo a tanto importanti quanto sconosciuti eventi, c'era la sua piccola storia di umana che aveva scoperto una verità orribile come il più riuscito dei film dell'orrore. La sua anima era già condannata, e doveva scendere negli Inferi per tentare di salvarsi. Le ricordava una vecchia storia della mitologia greca.
- Dov'è la palla di pelo? - sorrise Alyssa aprendo la portiera del lato passeggero.
Rose trasalì un istante, mentre le ombre nella macchina sembrarono vibrare.
- In giro. - rispose calmandosi. - Era stufa di aspettare.
- Impulsiva come sempre...
- Come è andata?
- Abbiamo chiuso. Da domani i vari delegati inizieranno a tornare nelle loro rispettive zone. Mentre noi inizieremo la caccia. Per sapere esattamente dove si trova il primo pezzo dovremo trovare Menegius, la storia di questa città.
- Non ti seguo.
- Vero. Scusa. Non possiamo a metterci a cercare qualcosa che non conosciamo in una città come Milano, considerando che non abbiamo certo tutto il tempo del mondo. Se qualcuno sa dove e cosa dobbiamo cercare, quello è Menegius. E' una specie di scrivano, un vampiro che ha dedicato la sua vita eterna alla conservazione delle informazioni della città dove risiede. Conosco di esseri simili a Londra, Madrid, New York e altre grandi città. Sono certa ne esistano anche negli altro continenti, ma come sai i non morti di quelle zone non hanno aderito alla Congrega. Sono nostri nemici, animati da scopi a noi sconosciuti. Anche se... - sorrise debolmente. - Anche se in parte li capisco. Ora sono parte della Congrega, ma solo formalmente. Non sono e non voglio diventare una cariatide fossilizzata come loro.
- Beh, vecchia sembri vecchia come una mummia. - la stuzzicò la voce della licantropa, comparendo dalle ombre che circondavano l'alone di luce del lampione vicino al quale avevano parcheggiato, poco lontano dal Cimitero Maggiore. - Allora, avete anche stasera deciso le sorti del mondo?
- Quasi. Intanto si è deciso che una certa gattina beve troppo latte e sta mettendo su pancia.
- Cosa stai insinuando? - mugugnò sospettosa lei.
- Io? - sospirò come offesa la vampira, portandosi le mani al petto. - Nulla... solo che a vederti viene da chiedersi se sei ancora una gatta mannara o se stai diventando un panda mannaro. Sai quegli animali tondetti, paciocconi che passano la loro vita a dormicchiare felici e a mangiare. Praticamente quelloc he fai tu.
- Non è vero. Rose, diglielo che non è vero.
- Ah, lasciami fuori. E' una storia tra voi due. - ridacchiò la ladra, sapendo come sarebbe andata a finire, non essendo quella la prima volta né sarebbe stata l'ultima in cui una delle due provocava l'altra.
- Codarda. - ridacchiò la vampira. - Ma prudente. Allora, trippa mannara, torniamo a casa? Tu però è meglio se la fai di corsa, ti può fare solo bene.
- Brutta... - sibilò Misha trasformandosi e riempiendo l'ampio abbigliamento informale che indossava.
Balzò in aria, tentando di coprire la decina di metri che la separavano dalla non morta, che all'opposto aveva optato per un elegante completo composto da una lunga gonna nera a pieghe in velluto cangiante e da una camicia coordinata di foggia vagamente retrò, decisamente poco adatti per un eventuale scontro in corpo a corpo.
- In un battito di ciglia, o Arcano del trasporto, sono dove mi aggrada. Ora. - esclamò mordendosi il labbro inferiore con un canino ipersviluppato.
- Istantaneamente scomparve, per riapparire dove Misha aveva saltato mentre la licantropa atterrava pesantemente sul terreno e si voltava ringhiando, le quattro zampe artigliate a lasciare leggeri segni nell'asfalto. Ripartì a velocità sovrumana, con la chiara idea di investire Alyssa.
- Sei monotona, gattina. Sono anni che mi attacchi così. - sorrise mentre il dito che si era incisa viaggiava veloce nell'aria a tracciare uno strano disegno simile ad una torre. - Tu che nulla può spostarti, proteggi la tua padrona. Fallo, Arcano delle mura.
Rose chiuse gli occhi, sicura che la vampira sarebbe stata travolta dalla massa lanciata a tutta forza di Alexandra, ma sentì solo un ululato di dolore e il respiro affannoso di Misha, che era stata fermata e spostata ad alcuni metri dal suo bersaglio.
- Ti odio. Te e la tua maledetta magia... - borbottò la bionda, rialzandosi e massaggiandosi il collo mentre tornava in forma umana. Si spazzolò gli abiti leggermente sporchi dalla polvere che aveva sollevato nella caduta e si stiracchiò - Un giorno o l'altro riuscirò a beccarti, e vedremo quanto sei brava a urlare. Per ora comunque mi sono stufata. Torniamo a casa.
La vampira scosse il capo sorridendo, mentre si avvicinava alla macchina salendo dietro. In qualche modo sapeva che quello che avevano fatto era solo una sorta di gioco, un qualcosa che Misha compiva per rimanere in esercizio, per testarsi.
- Non potremo utilizzare la casa di Martina per sempre... - borbottò, come se stesse pensando ad alta voce, la bionda, gli occhi chiusi e la testa appoggiata al comodo sedile. - E credo che i tuoi Rifugi siano perduti, sebbene ora tu non debba più temere il sole... - sfortunatamente.
- Sempre gentile, eh? Comunque hai ragione. Conto di non rimanere a Milano per molto, il tempo di parlare con Menegius, arraffare il pezzo della Chiave e andarcene.
- Dove?
- E chi lo sa? Magari il secondo pezzo è a Torino, ma potrebbe essere anche a Sidney.
- Insomma vagabonderemo un po' per il mondo?
- Esattamente, Misha. Dovremo temere due sole cose. La prima il demone che Talos ha evocato. La seconda gli stessi Magoi. Vogliono vendetta contro Ximumu, e noi siamo solo un ostacolo che eliminerebbero più che volentieri.
- Bella prospettiva. - mormorò Rose.
- Meglio che essere definitivamente morte, non credi? Su con il morale, sono certa che riusciremo a superare tutti i problemi e a raccontare la nostra avventura ai nostri nipotini.
- Da quando in qua i vampiri hanno nipotini? - chiese Misha.
- Beh, io sarò la zietta preferita... Sempre nipoti sono, no? - rise Alyssa, rilassandosi sul sedile posteriore.
- La stessa prontezza di spirito... - pensò la gatta mannara, rimanendo silenziosa fino all'appartamento, dove si gettò sul letto addormentandosi immediatamente.
Anche la ladra e Alyssa si coricarono dopo una veloce doccia, cercandosi le mani nel grande letto matrimoniale.
- Promettimelo.
- Certo, piccola. Torneremo dagli Inferi con la tua anima pulita e luminosa come te.
- Sei una grande bugiarda... Ma ti amo anche per questo... - sorrise Rose voltandosi e guardando nel buio della stanza il corpo nudo della non morta.
- Sai che l'ultimo che mi ha chiamato bugiarda non l'ha potuto ripetere?
- Ah, e cosa vorresti farmi? Mordermi il collo lasciandomi sognante ed esangue mentre voli via come un pipistrello? - mormorò sorridendo l'umana, allungando anche l'altro braccio cercando la fredda e vellutata pelle della compagna.
- No. Ti farei questo! - le rispose voltandosi di scatto sul fianco e incollando le sue labbra a quelle di Rose, che sgranò gli occhi per poi rispondere con tutta la passione di cui era capace, abbandonando ogni preoccupazione, ogni pensiero per dedicarsi solo a quel momento.
- Sei pazza... - ansimò quando si separarono, rimanendo una di fronte all'altra, i loro volti a pochi centimetri di distanza, gli occhi di una persi in quelli dell'altra. - E io più di te. Ti amo.
- Necrofila...
- Non scherzare, stupidina. E tu allora, che invece che fare la vampira da manuale preferisci sbaciucchiarmi? Cosa penserebbero i membri del Consiglio?
- Che pensino quello che vogliono, quei vecchiacci. - controbatté la vampira, avvicinando le labbra all'orecchio della compagna. - E allora... - le sussurrò, solleticandole la pelle con un alitò freddo ma a suo modo morbido e inebriante. - Allora vuoi che sia una vera vampira? Ti accontento subito. Sono giorni che non mi nutro, e settimane che non assaggio il tuo nettare. Soddisferò ogni mio appetito stasera.
- Alyssa! - emise un grido strozzato falsamente scandalizzata. - Tu mi stupisci.
- E non hai visto ancora nulla... - ridacchiò lei mostrando i denti acuminati, che affondò delicatamente nel collo, stando attenta a non ledere le fasce muscolari come normalmente faceva con le sue vittime. Assaporò solo una goccia del caldo e zuccheroso sangue della ladra, ma mise in circolo lo speciale mix prodotto dalle sue gengive, composto da ormoni, dopamina e altre sostanze che stimolarono il corpo dell'umana come un potente afrodisiaco, rilassandola allo stesso tempo.
- Mio... - sospirò la donna, stringendo il freddo e soffice corpo a sé con tutte le sue forze, premendo i suoi seni contro quelli della vampira, sentendone le dure asperità dei due capezzoli stuzzicarle la pelle lanciandole brividi che non seppe esattamente identificare, ma che la invogliarono a proseguire in quell'accenno di danza in cui stava già trasformandosi il loro abbraccio.
Una carezza, un baci, due lingue che giocarono per un tempo lunghissimo, che sembrò cristallizzarsi nel momento del massimo piacere, come un picco che permise ad entrambe di cadere a valle con un sorriso e un mugolio, ansimanti e sudate. Rose si addormentò poco dopo, il suo respiro leggero a cullare i pensieri della vampira, che la osservò con gli occhi semichiusi.
- Saprai cosa ci aspetta? No, non lo sai. E questo è la tua fortuna... - pensò, abbandonandosi nelle braccia di Morfeo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Era meglio trovare la porta chiusa. ***


Le tre ragazze si svegliarono nel tardo pomeriggio, riposate fisicamente, ma dagli occhi scuri e leggermente annebbiati di chi ha la mente occupata altrove. Rose si mosse sbadigliando verso la cucina, iniziando a controllare quello che era rimasto nel già vuoto frigorifero.
- Maledizione...
- Niente? Lascia stare, piccola. Andiamo a cena fuori. Tanto poi dovremo uscire comunque, quindi...
- Tu cosa ordini? - sbadigliò Misha con la mano di fronte alla bocca. - Bistecca al sangue?
- Può essere, gattaccia, può essere. Già acida appena sveglia? - le sorrise la vampira.
- Sarà tutto il latte che beve...
La mannara mostrò loro la lingua e si spostò sul divano, buttandosi a peso morto su di esso. Si stiracchiò vistosamente mentre si trasformava nella sua forma ibrida, quindi iniziò a leccarsi emettendo bassi toni simili a fusa, seguendo con gli occhi le due che si diressero nel bagno, dove pochi secondi dopo si udì il rumore dell'acqua fuoriuscire dalla doccia.
- Sono sicura che da dove sei mi stai guardando e stai ridendo, fratellone. - pensò Alexandra chiudendo gli occhi e visualizzando il volto di Markus, ripercorrendo in un lunghissimo attimo tutti i bei momenti che aveva passato con lui, gli strani ma a loro modo piacevoli trecento anni trascorsi dalla sua nascita. - Certo, starai pensando che sono proprio una pazza. Tu ti sei alleato con una vampira per il cuore di un'umana, io per la sua anima di non morta. Già, credi che non me ne fossi accorta? Ti conosco, certi sguardi, il tuo modo di agire lo conosco bene. - sorrise mentre il volto ei suoi occhi sembrava imbronciato. - Non ti preoccupare,il tuo segreto è al sicuro. E poi, forse, hai ottenuto ciò che desideravi, no? E ora, comunque, sono senza di te, senza le tue cattiverie a tenermi all'erta, senza le tue coccole quando ero depressa e la tua compagnia quando ero felice. Ora sono sola contro dei nemici che ci hanno rubato i genitori, sola contro una guerra che non vorrei combattere. Sono semplicemente sola...
La morbida e fredda pelle di Alyssa premette dietro il collo come le braccia attorno ad esso, facendole aprire gli occhi.
- Cosa? - disse ad alta voce, quasi spaventata.
- Shhh... Gattina, non urlare. Ti manca molto, vero?
- Tu cosa ne puoi sapere? - controbatté acida, ma non si liberò della debole stretta. Al profumo del bagnoschiuma era mischiato un buon odore che le ricordava qualcosa.
- Ho perso tutta la famiglia prima di diventare quello che ero, quello che forse ancora sono. Ho visto i miei genitori e i miei fratelli sparsi per casa. Forse posso capirti, no?
Misha non rispose, e lasciò che la vampira la coccolasse ancora, assaporando con il suo olfatto ipersviluppato quel tenue profumo che la stava rilassando, la stava calmando come quando, da piccola, poco dopo la scomparsa dei suoi genitori, era Markus che si occupava di lei, che la stringeva e la proteggeva nella notte in cui gli incubi la assalivano.
- Cosa hai in mente per stasera?
- Beh, dopocena potremmo fare un salto al cinema...
- Stupida! - mormorò con il sorriso sulle labbra la mannara. - seriamente?
Alyssa le baciò la testa, tra le due orecchie appuntite, e la liberò dalla sua tenera stretta. Misha emise delle fusa inconsciamente, stirando le braccia e le dita.
- Andiamo in centro, mangiamo qualcosa e poi facciamo un giro al Castello.
- Hai trovato Menegius? - Chiese Rose uscendo anche lei dal bagno, coperta, al contrario della vampira, con un accappatoio. - E con lui il primo pezzo della Chiave che cerchiamo?
- Sfortunatamente solo il primo. Ieri al Consiglio ho saputo che ha il suo Rifugio principale sotto il Castello Sforzesco, ma come ci si arrivi è sconosciuto a tutti.
- Un tipo riservato, eh? Immagino quindi che arrivare a lui sarà pericoloso.
- Cosa non lo è? Non credo che Menegius sia felice di avere dei disturbatori tra i piedi, visto che si è messo in testa di riportare oggettivamente quanto accade nella sua città. O ci svelerà il nascondiglio senza fare storie.
- Potremmo dover ricorrere alla forza?
- Non con lui, Alexandra. Non con lui. Ha decine di secoli, nessuno tocca un vampiro così senza scottarsi. O peggio.
- Bene. Insomma dovremo improvvisare.
Lei annuì, e si mosse verso la camera da letto per vestirsi, subito imitata dall'umana e dalla licantropa. Quando scesero dall'auto era ormai sera, le luci di Milano a illuminare le strade piene di persone.
- Umani... Sai, se sapessero che esistiamo ci ammazzerebbero, ma se lo fanno sarebbero già morti e il loro stupido mondo sarebbe in mano ai demoni o a chissà cosa altro. Certo che la realtà è proprio sballata...
- Forse lo siamo noi, non credi? In un mondo ormai che crede solo in ciò che vede, noi esseri siamo solo delle leggende, qualcosa che non dovrebbe nemmeno esistere.
- Forse hai ragione, ma mi da un po' fastidio lo stesso. - brontolò Misha entrando nel ristorante.
- Le signore desiderano?
- Avevamo prenotato circa una mezz'ora fa.
- A che nome? - chiese il cameriere vestito con un perfetto completo nero e bianco.
- Morville. Per tre.
- Un attimo. - disse controllando un libro rilegato su un leggio vicino a lui. - Ecco, Morville. Prego, tavolo sedici. Vi accompagno.
- Perché continuava guardarmi in quel modo? Ho forse la lebbra? - chiese la bionda a Rose una volta sedute al tavolo rotondo dell'elegante ristorante sotto la Galleria.
- Alexandra, diciamo che rispetto alla media qui, tu sei vestita un po' in maniera... casual. - ridacchiò la ladra.
- Senti, trasformati tu in un tailleur o con un tubino come il tuo. Poi vediamo se non scegli gli abiti in stile hip-hop. - le rispose Misha. - E diciamo che ancora mi va bene. Immagina quando un secolo e qualcosa fa noi femminucce dovevamo mettere su quelle cose che chiamano corsetti.
- Me li ricordo. Non erano poi così male. Facevano una figura eccezionale.
- La fai facile. Non hai mica bisogno di respirare! - concluse la licantropa, facendo sorridere le due. - A proposito, è solo una mia impressione, o stai perdendo il tuo puzzo di morte?
- Scusa? - alzò gli occhi dal menù Rose.
- Hai ragione. Mi sono accorta anche io che il mio corpo sta cambiando rispetto a quello che si potrebbe definire lo standard dei vampiri. Sebbene non ne abbia bisogno, in quanto posso controllare sia il respiro che il battito del cuore volontariamente, se non mi concentro i muscoli normalmente involontari o semivolontari hanno ripreso a funzionare. Da un certo punto di vista diciamo che sono tornata viva, anche se non ho sangue che mi scorre nelle vene e non ho una temperatura corporea normale.
- E quando lo hai scoperto? - borbottò Rose.
Alyssa sorrise maliziosa.
- Mentre eravamo a letto assieme. Mi sono accorta che ansimavo visibilmente e il cuore mi batteva all'impazzata. Mi è bastato un attimo per regolarizzare il tutto, ma la cosa mi ha comunque sorpreso. Ma evitiamo di parlare di certe cose, un po' mi imbarazzano, per così dire. Cosa prendete? Questa pasta alla gitana mi attira molto.
- Tanto poi non te la potrai gustare, succiasangue... - bisbigliò Misha. - Comunque, per me penne alla bottarga e spada ai ferri.
- Certo che non si direbbe che sei una gatta mannara. - rise sottovoce la ladra, osservando i piatti del giorno. - solo pesce.
- Serve al cervello. E' pieno di fosforo.
- Risotto alla milanese e una caprese. Certo non il meglio come abbinamento ma mi piacciono entrambi.
- Cervello? Se è questione di fosforo, ti conviene ordinare una balena direttamente. Nel tuo caso è il minimo per poter far funzionare il tuo cervellino.
- Zitta, vecchia mummia.
- Ha parlato la piccolina. Aspetta che controllo se ho portato con me il gomitolo di lana, così ti puoi distrarre mentre arriva la pappa. O preferisci rifarti le unghie con una sedia? - le mostrò gentile la lingua, sorridendole maligna.
- Brutta... - si trattenne. - Non casco nel tuo trucco. Non riuscirai a farmi arrabbiare...
- Già. Conserva le forze per dopo... - sospirò la vampira, mentre il cameriere tornava a prendere le ordinazioni e dopo una decina id minuti iniziava a servire i primi.
La cena scorse leggera e veloce, con chiacchiere tra amiche, ognuna facendo finta di non ricordare cosa sarebbe potuto succedere dopo per non rovinarsi l'appetito. Alyssa stava controllando l'orologio, sicura che la familiare sensazione che provava dopo poco tempo che ingeriva cibo si sarebbe fatta sentire, costringendola ad assentarsi, ma con sua grande sorpresa il caffé chiuse la cena in maniera perfetta senza darle disturbo. Rose era stupita quanto lei, ma si limitò a guardarla attentamente, avvicinandosi a lei solo dopo che furono uscite dal locale.
- Che trucco hai usato?
- Nessuno, se ti stai riferendo al cibo. Credo l'ennesima conferma che il mio corpo sia qualcosa di diverso da quello vampiresco conosciuto nei testi delle leggende, dei giochi di ruolo e negli annali del Consiglio. Ci penserò dopo. Al momento diciamo solo che mi toglie un problema sociale. Niente più scuse per fuggire e eliminare quanto mangiato. Certo questo apre altri problemi, ma ne parlerò con Victor, se ritorneremo vive...
- Allora ne parlerai con lui. E poi io devo presiede una riunione tra un paio di giorni. Dovrò almeno fare da presidentessa una volta. Non posso certo morire.
- insomma io sono l'unica che potrebbe...
- Finisci la frase e dovrai raccogliere i tuoi denti uno ad uno. - dissero all'unisono la mannara e la vampira, serie, passeggiando spedite lungo il viale che da Piazza Duomo le stava portando alla familiare ed inconfondibile sagoma del Castello, illuminato dai potenti fari installati anni prima dal Comune.
- Va bene, va bene... - sorrise l'umana. - Grazie.
Le tre arrivarono sotto le mura in mattoni, il grande cancello dell'entrata chiuso a mostrare l'interno illuminato a macchie, dando al tutto un aspetto allunato tetro, degno dei migliori castelli abbandonati scozzesi.
- Manca solo il fantasma di qualcuno con le catene che passa ululando?
- Se vuoi l'ululo te lo faccio io, Rose. Mi riesce bene. Se poi aspetti tra un po' che è luna piena...
- Mi fido sulla parola. Come entriamo.
- L'entrare non è un problema. Quello che mi da fastidio è che abbiamo poche speranze di trovarlo se non andiamo abbastanza sul sicuro. - sospirò la vampira. Possiamo escludere un mucchio di posti, grazie alla mappa dettagliata che mi hanno fornito, ma comunque rimangono i sotterranei, e quelli non sono stati disegnati, o i pochi dati che abbiamo sono confusi. Ci toccherà girare un bel po', nella migliore delle ipotesi.
- Qualcosa di facile mai, eh? - brontolò Alexandra, quindi si bloccò, alzando il naso come una animale a caccia di una preda. - cosa?
- Che succede?
- Mah, non lo so....
- Bella risposta. E' la bottarga?
- Non scherzare, Succhiasangue. Ho sentito qualche cosa, un odore che stranamente mi è sembrato famigliare, ma non riesco a capire cosa sia.
- Talos? - chiese spaventata la ladra.
- No. - rispose decisa la licantropa. - Un odore del genere lo avrei definito puzza. Qualcosa di diverso, ma è durato solo un attimo. Forse il vento. - Si guardò in giro ancora una volta, quindi abbassò il naso. - allora, tornando ai sotterranei, abbiamo almeno un'entrata o qualcosa di simile?
- Sì. Possiamo arrivarci dal fossato. C'è un cancello chiuso a chiave, ma credo che un lucchetto sia il minore dei problemi, no?
- Altrimenti le ladre le hanno inventate a fare. Un lucchetto del Comune te lo forzo senza nemmeno pensarci. - sorrise Rose. - Finalmente qualche cosa che posso gestire. Dove si trova il mio nemico?
- Laggiù, in agguato dietro quella curva. - indicò Alyssa. - Dammi un secondo, vediamo di sparire senza farci troppo notare. Spostiamoci in quel punto scuro, saremo molto meno in vista che qui sotto i riflettori.
Una volta raggiunta la zona di ombra, la vampira incise con un'unghia appuntita l'indice, e velocemente tracciò quello che poteva sembrare un cerchio contenente strane figure e simboli fatto di perle di sangue cristallizzate nell'aria fredda della notte milanese. La ferita si richiuse immediatamente dopo il completamento dell'Arcano, che svanì lentamente, come realizzato con inchiostro simpatico rosso cupo.
- Se chi mi vede, non mi vede, io non esisto per lui. Se chi mi vende io non vedo, il non esisto per lui. Ho pagato il pegno per la mia sparizione. Ho tessuto la coperta che mi serve con fili di magia e sapere. Arcano dell'invisibilità maggiore, obbediscimi per il tempo che mi è concesso. Ora! - mormorò, enfatizzando l'ultima parola. Per un istante un lenzuolo fatto di cristalli iridescenti si formò su di loro, per poi sparire nel nulla con le tre ragazze quando le toccò, avvolgendole.
- Perché mi prude il naso?
- Forse sei un po' restia alla mia magia. Comunque ora siamo invisibili, potremo rimanere tali finché non toccheremo qualcuno o non agiremo contro qualcuno. Scendiamo al cancello e vediamo di aprirlo prima che il mio incantesimo finisca.
Giunte di fronte alla grata metallica verniciata di grigio, a tratti arrugginita per l'incuria e l'esposizione alle intemperie, le tre si stupirono.
- Di nuovo quell'odore particolare, come di incenso. - ringhiò Misha, trasformandosi.
- Cazzo! - borbottò Alyssa, mentre un'ondata di nausea le stringeva lo stomaco alla vista delle croci dipinte con sangue fresco sul muro del corridoio che portava ai sotterranei.
- Il cancello è aperto! - esclamò Rose, osservando come l'acciaio ricurvo del lucchetto fosse stato tagliato di netto come burro, la massa di ottone e ferro per terra.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - La più debole delle tre. ***


- Qualcuno tolga quelle croci dall'entrata! - sibilò la vampira, gli occhi chiusi e dando la schiena al cancello aperto. - Chiunque le ha fatte sapeva come farle nel peggior modo possibile. Come minimo è un prete o qualcuno molto devoto...
- Ecco cosa era quell'odore! Siamo nei guai, ragazze.
- E quando mai non lo siamo? Cosa succede ancora? Perché nulla è facile da quando siamo assieme? - ridacchiò quasi isterica l'umana, oltrepassando l'entrata e dando un'occhiata nel corridoio illuminato solo da un paio di fari al neon. - Nessuno... Alyssa, vieni, ti accompagno io oltre le croci. Non ho nulla con me per cancellarle.
- Come vuoi. Santo cielo, che sensazione orribile. Mai provato una cosa del genere. E non è nemmeno sangue umano.
- No. E' qualcosa di più disgustoso. - confermò la bionda, che si era trasformata nella sua forma mannara. - Questo è sangue di demone.
- Come?
- Già, Rose. L'odore tenue di zolfo è inconfondibile, e poi vedi che non coagula. Appena verrà colpito dal sole inizierà a cuocere e svanire, ma rimarrà denso e liquido come adesso. Questi erano demoni minori, niente che non si possa far fuori con poche mosse ben fatte. Quello che mi spaventa è chi ha fatto le croci, e perché siano qui.
- Siano qui chi?
- Misha, non starai pensando che siamo state precedute da...
- Non lo sto pensando, Alyssa. Lo sto affermando.
- Precedute da chi?! - gridò vicina all'isteria Rose. - Volete spiegarmi qualcosa?
- Garuna. Credo sia Garupugnos che Garustregos, a giudicare dai segni lasciati. Una squadra al gran completo.
- Merda. - mugugnò la vampira, riaprendo gli occhi, quasi ormai libera dall'influsso negativo dei simboli sacri sul muro. - Ci mancavano solo loro all'appello...
- Chi sono questi Garucosi?
- Garuna. Hai presente l'Inquisizione spagnola e tutto il resto? Salem? Valpurga?
- Più o meno, Misha. E allora? L'inquisizione si è sciolta tempo fa. Molto tempo fa.
- O così ha detto la Chiesa. In realtà l'Inquisizione è stato solo un breve periodo in cui i Garuna, il braccio armato della Chiesa cristiana, si è mostrato, sebbene edulcorato nei metodi e negli scopi, al mondo. Sono sempre esistiti, e credo esisteranno fino alla scomparsa della cristianità.
- E cosa centrano loro con quello che abbiamo visto? E poi, quei due nomi strani che hai pronunciato...
- Come qualsiasi organizzazione, anche il Dito Furente di Dio, come a volte si fanno chiamare i Garuna, ha una struttura in cui si possono riconoscere delle classi, o caste nel loro caso. A parte i membri non operativi, che studiano i testi, le informazioni e le notizie che giungono a loro tramite tutti i canali immaginabili, i membri operativi si possono dividere in due grandi categorie. Ci sono i membri combattenti nel corpo a corpo, o Garupugnos, e gli esperti del combattimento mentale, i Garustregos. Al loro interno ho trovato a volte uomini che sono a tutti gli effetti Magoi, a volte guaritori o esperti di controllo mentale, usando gli altri uomini come burattini. Riconosco il loro odore, li ho dovuti affrontare con mio fratello tre o quattro volte. Sanno di incenso da chiesa, e sono crudeli solo come le bestie possono essere. Per loro esistono solo le Scritture, e tutto ciò che è intelligente ma non umano va distrutto, perché proviene dal Maligno. E noi tre siamo nella loro lista.
- Voi due, vorrai dire. Io sono umana...
- Ma hai in te i poteri degli inferi. Ci impiegherebbero un secondo a scoprirlo, e a quel punto credi che ti lascerebbero in vita? - le disse Alyssa. - Se loro sono qui, e ci sono anche dei demoni, visto che credo che quelli uccisi siano stati solo una piccola parte di quelli che sono stati mandati per precederci, Ximumu conosce certamente le stesse cose che noi conosciamo, e per le sue capacità analitiche e le sue spie, e soprattutto per quello che ha potuto apprendere dall'anima di Talos, che a sua volta avrà avuto informazioni anche da quel verme di Igor. Cosa centrino i Garuna ancora mi manca, ma credo che lo scopriremo tra poco. Adesso andiamo avanti finché possiamo, e ricordatevi, la mia invisibilità non dura in eterno. Silenzio e occhi aperti da adesso. Misha, a te il compito di stare davanti. Hai la vista migliore, oltre a un buon olfatto e alla forza fisica. Io starò in mezzo, pronta a coprire il gruppo con quanto posso evocare velocemente. Rose, se capitasse un guaio grave, fai quella che fugge e dimenticati di tutto.
- Lascia stare, tanto io non me ne vado.
- Rose!
- Zitte tutte e due, o presto farete le amanti uccise. Sento un odore poco avanti, e non mi piace per nulla. Puzza di incenso...
La mannara si mosse con circospezione, i suoi passi leggeri come una piuma, facendo segno alle altre due di non muoversi. Dopo una curva il corridoio si allargava in una stanza, l'ultima che poteva, poche volte all'anno e con una guida, essere visitata dai turisti. Era una sorta di pozzo, scuro e umido, che era crollato, impedendo di accedere a quello che vi era sotto. Nessuno mai si era preoccupato, immaginando che fosse solo una sorta di cantina o di ghiacciaia, per cui nessuno aveva mai rimosso le macerie. In quel punto, come a guardia del pozzo, una donna vestita di scuro stava in attesa, il volto girato verso le macerie, un sottile rumore di qualcosa di leggero come toccato continuamente, maneggiato con dita leggere. Il suo corpo era nascosto da un mantello, ma era chiaro che era magra, dal corpo proporzionato, e non poteva avere più di una trentina di anni. Una sottile spada vagamente ricurva le pendeva diagonale sul fianco sinistro, infilata solo per la parte più vicina all'elsa in una custodia che non si poteva distinguere nel buio. Misha fece segno con l'indice alle altre due, quindi se lo puntò contro e mimò con l'indice e il medio una sorta di passo veloce, per concludere con un eloquente segno alla gola. Le altre due annuirono. La mannara si mosse con un balzo lungo, quasi gettandosi ad artigli protesi contro la sua avversaria.
- Memento mori. - mormorò la sconosciuta voltandosi, lasciando cadere il rosario e gettandosi contro il muro, evitando così il pesante corpo della gatta, che riuscì comunque a girarsi in aria e ad atterrare sulle quattro zampe, già pronta ad un altro attacco. Si fermò vedendo il particolare luccichio della lama che la ragazza, dai capelli biondi e lisci, aveva estratto, illuminata dal fascio di luce proveniente da due piccole ma potenti lampadine a LED fissate sulle tempie della donna. - Hai riconosciuto il metallo, animale del Demonio?
- Non sono così stupida da non sapere che quello è argento, e anche con un mucchio di simboli sacri incisi sopra, anche se la cosa non mi da fastidio.
- Dovrebbe, bestia di Satana.
- Piano con i complimenti, Garupugnos. Se ti hanno lasciato indietro, direi che se l'ultima ruota del carro. O mi sbaglio?
- Gli ultimi saranno i primi. E infatti io ho la possibilità di uccidere un licantropo come te, mentre le altre stanno divertendosi con i lamia...
- Cosa facciamo Alyssa?
- Cosa faccio, vorrai dire... - mormorò la donna, storcendo la bocca, insoddisfatta della veloce piega presa dagli eventi. Tu stai tranquilla qui, e esci solo se tutto è finito bene.
- Ma...
Lei si voltò per fissarla negli occhi, qualcosa di rosso e pericoloso sul fondo dei suoi.
- Ti ho detto di stare qui. Non voglio più ripetertelo. - sibilò, facendo scorrere un brivido lungo la schiena della ladra, che annuì. La vampira fece due passi in avanti, mostrandosi alla nemica. - Credo che le tue compagne non saranno le uniche ad avere a che fare con i vampiri, o lamia come tu ci chiami.
- Sangue corrotto di Caino e bestie di Satana, oltre a demoni in questo luogo. Che i santi mi proteggano, cosa mai si può nascondere in questo posto?
- Credimi, preferisci non saperlo, piccola. E spero per te che tu abbia salutato le tue amiche, visto che di certo non torneranno, a meno che non correndo per la paura senza di certo voltarsi indietro...
- Non ti credo, vampira. La tua lingua è come quella del tuo padrone, biforcuta e menzognera.
- Credi quello che vuoi. Misha, la ammazzi tu o ci penso io? - chiese, ben sapendo che i vari simboli incisi e intessuti presenti sulla Garuna le stavano torcendo lo stomaco, e che le ferite provocate dall'argento della lama non era certo facile da guarire per l'amica.
- A te la scelta. Chi si fa questa evita le sue amiche. - disse spavalda la bionda, avendo fatto lo stesso ragionamento di Alyssa
- Tentateci, mostri. - le sfidò lei, mettendosi in posizione di difesa. Alla vita, sopra una apparente leggera cotta metallica a difesa delle braccia e del torso, due pugnali adatti per essere lanciati facevano bella mostra di sé.
- Ti lascio l'onore. - sospirò Alyssa, considerando che nello spazio ristretto in cui erano il tentare uno dei suoi incantesimi sarebbe stato totalmente inutile, sia per i simboli che ne diminuivano molto il potere, sia per la velocità della Garuna, sicuramente superiore a quella di una semplice umana, per poter sfuggire ad un attacco a sorpresa di Misha. - E' un pesce troppo piccolo.
- Grazie. Troppo gentile... - ringhiò la bionda, lanciandosi nuovamente contro di lei per saggiarne nuovamente le possibilità.
La guerriera si spostò lateralmente, facendo scendere la spada in un veloce arco per tagliare il collo o almeno uno degli arti della licantropa, che aspettandoselo si era già allontanata rotolando poco lontano. Gli artigli del piede destro trovarono il vuoto del pavimento crollato, rallentandole la contromossa quanto bastò all'avversaria per estrarre uno dei due coltelli e lanciarlo verso di lei.
- Troia! - gridò Alexandra per il dolore, la lama piantata nel dorso della zampa sinistra, che iniziò immediatamente a sanguinare copiosamente.
- Misha! - urlò spaventata la vampira, facendo un passo in avanti, ma subito si fermò, la potenza dei simboli presenti su tutti gli oggetti e i vestiti della ragazza a provocarle un conato di vomito. Sentì il sapore acido del suo pranzo tornarle in gola. - Misha...
- Viva, e molto, molto nervosa. E' mia. Me la deve pagare. Ci impiegherò almeno due giorni per ristabilirmi da questo taglio, e la cosa mi da molto fastidio. Dio, sono arrugginita, se mi faccio battere da una poppante alle prime armi. Ho litigato con gente che aveva più potere di te in un'unghia. Mi vergogno di me stessa...
- Dalla tua bocca escono solo menzogne, demone orrendo.
- Intanto sono una licantropa, non mischiarmi con quelle schifezze dell'inferno. - borbottò lei estraendo il pugnale che si era piantato nella carne e gettandolo nel foro alle sue spalle. - E secondo, non sono affatto brutta, tanto meno orrenda.
- Brava, lasciala parlare, mentre mi preparo qualcosa di forte per colpirla. Sarò anche infastidita molto dalle croci, ma non abbastanza da non poter trovare l'Arcano giusto per questa suora mancata. Devo solo caricarlo abbastanza, tentando di non farmi distrarre dal dolore dei simboli sacri... - pensò la vampira, iniziando a mormorare mentalmente una lunga formula che le avrebbe permesso di valicare le difese della Garupugnos e farla cadere quantomeno a terra addormentata, se non peggio. - Anche se in condizioni normali questo Arcano dovrebbe trasformarla praticamente in cubetti di carne in scatola direttamente. - La vampira si estraniò dal mondo esterno, conscia solo con una piccola parte, marginale, della sua mente del combattimento che le due stavano portando avanti, con esito incerto, in quanto si equivalevano in velocità e potenza, sebbene Misha fosse in crescente difficoltà. Non si rese conto di quanto tempo ci impiegò, ma una piccola esplosione nella sua testa le disse che l'Arcano di Morte era pronto. - Nera signora che vaghi per sempre con fame immensa, fermati un secondo e accetta la mia offerta. - Disse a voce alta, il bersaglio a darle le spalle, impegnata a parare i colpi della licantropa. - Arcano Della Morte violenta, io ti ho evocato nella mia mente, e ho pagato il tributo in sangue e potere. Ora sei legato a me, e io ti lego al mio nemico. Che la sua anima diventi di tua...
Il non morto non potè finire l'ultima parola, il secondo pugnale la colpì in pieno petto, trapassandole il polmone destro, le sillabe annegate nel sangue che le sgorgò nella gola e che si fece strada come un sottile filo dagli angoli della bocca.
- Alyssa! - urlò disperata Rose, vedendo anche Misha a terra, la lama a passarle da parte a parte lo stomaco.
- Un altro essere delle tenebre. Sparisci essere malvagio, io te lo ordino. Come ho ucciso loro, ucciderò te.
- Io? - ringhiò la ladra. - Io malvagia? No. Io non sono malvagia. Come non lo sono loro. Questo è malvagio.
Sparì, risucchiata nelle tenebre al limitare della luce della Garuna, e due mani nere e viscide comparvero vicino ai piedi della stessa, che si accorse della cosa solo quando le afferrarono le caviglie e la trascinarono fino alla vita nella roccia, che non poteva essere illuminata, in quanto il corpo della donna creava una sorta di polla nera ai suoi piedi.
- Dio, proteggimi, che dolore! - pianse disperata sentendo le sue gambe diventare tutt'uno con il pavimento.
Rose ricomparve dietro di lei, una luce violacea negli occhi, malsana e fredda.
- Ho io il rimedio. - mormorò.
- Rose, No! - gridò la voce di Alyssa.
La sottile lama di tenebra solida creatasi sopra la mano destra della ragazza non si fermò, tagliando il collo della Garuna con una facilità innaturale. La ladra vide la testa della sua avversaria iniziare a scivolare di lato, separata dal resto del corpo, quindi perse conoscenza, sentendo due forti braccia afferrarla da dietro, lo sguardo incredulo dell'amante che si era rialzata, ancora il pugnale nel petto.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - Nuovi nemici. Che novità!!! ***


Parole confuse, spezzoni e sillabe senza senso compiuto giunsero alle orecchie di Rose. Il rumore di un torrente in piena le ottundeva l’udito e il dolore alle palpebre le intimò di tenere gli occhi chiusi. Man mano che riprendeva conoscenza la ragazza capì che era il suo sangue a bombardarle le orecchie, le voci delle sue amiche stavano arrivandole in tono minore, come se stessero bisbigliando.
- Vista la situazione cosa proponi?
- Non la vedo bene, Alexandra… - sospirò la vampira. - Non sappiamo cosa aspettarci oltre quel buco. Le informazioni che potevo estrarre dalla mente della Garupugnos sono andate perdute quando… beh…
- Già. - sospirò l’altra. - E chi se lo aspettava?
Alyssa sembrò tentennare.
- Io, anche se speravo capitasse molto più tardi…
- Cosa intendi dire?. - Chiese, quindi le scappò un soffio tipicamente felino. - E stai attenta, mi fa male la mano e lo stomaco… - brontolò.
- Scusa. Sto tentando di fare adagio, ma se non stringo il sangue non si ferma.
- Lo so, lo so… E la tua ferita?
- Sta guarendo. Come immaginavo. - mentì la donna, sorpresa che dei simboli così potenti non le avessero lasciato la ferita aperta e sanguinante come quella della licantropa. - Nulla di eccezionale, cucciola… Comunque sapevo che Rose stava usando una frazione dei suoi poteri. La sua mente li bloccava inconsciamente. Ora una delle dighe è crollata.
- Meglio per noi, no?
Lei scosse la testa.
- Ogni suo uso del potere in qualche modo la asservì al demone da cui lei attinge la forza. Arriverà il giorno, se lei non riuscirà a sconfiggerlo prima, in cui sarà il potere ad asservire lei, rendendola poco più che una schiava. Una sorta di essere simile al Dorian.
- Tu pensi che...
- Non lo so… Come non so se attendere chi vince laggiù o buttarci nella mischia. Con Rose in questo stato io…
- Non sono la palla al piede di nessuno, Alyssa. Non lo ero, e adesso men che meno. - disse la ragazza rimanendo sdraiata.
- Rose! - esclamarono all’unisono le altre due. - Da quanto ti sei ripresa?
- Pochi secondi, ma sufficienti. - Aprì gli occhi, sebbene continuassero a farle male. Tutta la stanza sembrava illuminata a giorno. - Come mai tutta questa luce?
- Rose, siamo nel buio più totale. Starai usando il tuo potere, o è una conseguenza dell’uso precedente. Come ti senti?
- Una merda. Fisicamente e mentalmente.
- Succede sempre così la prima volta che si uccide qualcuno. Anche se effettivamente lei non era esattamente umana.
- Cosa intendi, Misha? - chiese la vampira aiutando l’amica ad alzarsi. Non le sfuggì il battito accelerato del cuore e un alone viola dentro la pupilla. - Non ho sentito nulla di sovrannaturale in lei…
- Sovrannaturale? No, a parte il puzzo della sua presunta santità. Ma hai notato la sua innaturale velocità e i riflessi? Non riuscivo quasi a seguirla.
- Pensavo ad incantesimi intessuti nell’uniforme…
- Qualcosa di peggio.
La licantropa si alzò, il suo corpo in forma ibrida coperto allo stomaco da delle bende di fortuna ottenute dalla maglietta che indossava, bende usate anche alla mano sinistra. Si avvicinò al busto fuso in parte nella pietra e afferrò la spada della Garuna. Con la punta iniziò ad incidere la pelle del braccio destro. Un taglio verticale di una ventina di centimetri per poi curvare orizzontalmente poco prima del gomito, continuando per un’altra decina di centimetri. Gettò la lama e sollevò l’epidermide, per poi infilare pollice e indice della sua mano destra nel taglio.
- E’… E? orribile! - chiuse gli occhi schifata. - Misha…
- Vieni a vedere.
Alyssa si avvicinò per osservare i fasci del bicipite che aveva estratto Alexandra.
- Per L’Inferno! Che diavolo sono queste…
- Innesti. Markus me ne aveva parlato. Parte dei muscoli e dei nervi sono stati sostituiti con fibre ottiche e polimetri miocompatibili ad alta elasticità. Forza, velocità e riflessi oltre le possibilità umane. E scommetto anche in innesti cibernetici nella scatola cranica. Un radar e dei sistemi di puntamento di derivazione militare. Non potrebbe avermi seguito o scoperto, altrimenti.
- Era… era in parte una macchina? - chiese Rose, senza comunque avvicinarsi al cadavere.
- Praticamente sì. Dove i Garuna non arrivano con la loro magia e gli allenamenti, arrivano con la tecnologia. Non mi stupisco che abbiano fatto fuori questi demoni all’ingresso in un attimo. E non vi nascondo che forse non ci impiegherebbero molto ad ucciderci se ci trovassero.
- Quindi vuoi aspettare?
- No Alyssa. Andiamo a cercarle noi.
La vampira sorrise malvagia.
- Agguati stile guerriglia?
L’altra annuì.
- Mordi e fuggi. Niente attacchi frontali, o faremmo tutte una brutta fine. Useremo i poteri di Rose e i tuoi per arrivare a tiro e poi fuggire.
- Ma ci scopriranno, se useremo le nostre capacità. Loro sanno individuarci perché sono… malvagi.
- Vero, Rose. Ma ora lo sappiamo e sfrutteremo la cosa a nostro vantaggio. Se senti o vedi qualcosa, spesso non ti guardi più in giro…
- Non ti seguo, Alyssa. - borbottò la ladra.
- E’ abbastanza semplice. Attaccheremo da due punti. Sentiranno uno di noi e non baderanno all’altro. Bene ora abbiamo un piano, anche se abbozzato. Tutte nel buco. - disse la vampira. - dobbiamo trovare Menegius alla svelta.
Le tre si calarono e scorsero immediatamente alcuni massi spostati per mostrare un passaggio quasi verticale, con piccoli pioli come scala. Terminava circa cinque metri dopo, dove, curvando in orizzontale, diventava un corridoio buio e umido.
- scendo prima io. - mormorò la licantropa, saltando direttamente.
L’impatto venne assorbito dai potenti muscoli delle gambe, ma le strappò comunque un guaito la ferita allo stomaco.
- Esibizionista… - borbottò, facendo sorridere la compagna, Alyssa, iniziando a scendere piolo dopo piolo, seguita da Rose.
Iniziarono a seguire il corridoio, che si mosse deciso verso il Duomo, scendendo sempre più in profondità. Cambiando la struttura da rettangolare con soffitto a botte ad una più grezza, con pareti scavate in maniera irregolare. Il passaggio presentò dopo alcuni minuti un bivio dove un corpo grigiastro di un demone minore giaceva incomposto nel suo stesso sangue.
- Bello. - disse schifata la ladra, storcendo la bocca. - No, non ditemelo. Sono state le Garuna,e s commetto che non sarà l’ultimo che vediamo.
- Sei stata forte fino ad adesso, amore mio.
- Non cedo, Alyssa, ma tutto questo, quello che è successo e che ho visto. Vampiri? Va bene, sono anche io una sonnambula. Licantropi? Beh, anche se non amo i cani, nessuno mi ha mai fatto del male della loro razza. Ma ora maghi, l’Inquisizione cyborg, i demoni che squartano la gente con gli uncini e muoiono nei corridoi… - iniziò a ridere, due calde lacrime a scendere insieme al mascara. - E’ troppo. E’ troppo. E’ troppo!
Le lacrime presero a cadere pressoché senza freno. Misha si mosse e la strinse a sé iniziando a dondolare lentamente. Alyssa le sorrise triste, quindi si irrigidì. Le orecchie della mannara si mossero, confermando gli impercettibili rumori che entrambe avevano udito. Veloce oltre i limiti umani la vampira prese a correre, nella diramazione di sinistra, diventando invisibile grazie ad un incantesimo borbottato a bassa voce. Alexandra continuò a stringere Rose come una madre, ricordandosi come Markus aveva fatto con lei quando lei uccise il primo cacciatore di mostri.
- Va tutto bene. Va tutto bene… - continuava a ripetere emettendo basse e cupe fusa, i suoi occhi fissi sul budello di pietra in chi si era inoltrata la sua amica. - Proteggila, fratello mio… - pensò sospirando.
Alyssa sentiva sempre più vicina la fonte dei rumori che le confermarono uno scontro. Dovette correre per varie centinaia di metri, escludendo diramazioni e altre vie che creavano una fitta ed intricata rete sotto Milano, finché vide che la fonte erano una donna che stava combattendo contro tre demoni minori e un’altra Garuna alle prese con un demone dell’Alto inferno, una creatura spaventosa alta quasi due metri e dotata di quattro arti terminanti con chele da granchio. La testa era in continuo mutamento, una bocca irta di denti sottili come spine che si muoveva lungo l’ovoide che era il capo del mostro, mentre due occhi da insetto apparivano e scomparivano. La vampira fu indecisa sul da farsi, vedendo i demoni minori essere in vantaggio,mentre la Garuna dalla lunga e pesante spada pareva tener testa al menome, tanto che riuscì a mozzargli una delle chele, facendolo gridare di rabbia e dolore.
- La volontà di Dio mi guida. Questa è la spada di San Michele. Essa non può mai fallire nel colpire i peccatori. - esultò la donna, vestita di nero dove l’armatura grigio cupo mostrava le articolazioni.
Il demone rise.
- Non sai nemmeno come era fatto San Michele, puttanella di Cristo! La tua lama taglia la mia carne, ma è l’uomo che l’ha costruita. Ho assaggiato Longinus e ho tremato si fronte ad Eminenze che mai sarebbero sopravvissute alla Mano di Dio. Voi non siete che fastidiose copie sbiadite. E sarete sempre meno. La tua amica sta per rendere l’anima a chi gliel’ha data, sembrerebbe…
- Bocca menzognera! Essere che anche l’Inferno ha rifiutato, non potrai distogliere la mia mente dal giusto… - si bloccò sentendo un urlo alle sue spalle.
L’altra Garuna, una esperta in arti mentali a giudicare dalla mancanza di armi se non due piccoli pugnali orami a terra, era in ginocchio, un braccio strappato all’altezza del gomito, il sinistro inerte e sanguinante. Uno dei tre esseri si era allontanato, avvicinandosi senza saperlo ad Alyssa, e stava mordendo il polso dell’arto strappato come se fosse stato una pannocchia bollita. La vampira storse il naso, tornando ad osservare gli altri due, che girarono attorno alla ferita per poi saltarle, come animali rabbiosi, uno al viso, l’altro allo stomaco, uccidendola e iniziando a contenersi le interiora.
- Ora toccherà a te, piccola troia…
- E’ morta da martire, suo è il Paradiso… - declamò impugnando la spada con due mani. - Che la luce celeste ti facciano soffrire!
La lama brillò per poi incendiarsi di fiamme azzurrastre.
- Mi ci curo le emorroidi con la tua spada! - urlò sferrando un attacco frontale alla guerriera, che parò col piatto dell’arma senza subire danni ma comunque arretrando sotto la spinta. Le carni del demone sfrigolarono staccandosi dall’armatura. - Protezioni benedette. Sei ben fornita. Sarà esaltante farti fuori.
Due chele tremolarono ritraendosi nel busto bubboso e deforme, per essere sostituite da tentacoli da cui colava una bava verdastra e acida.
- Cambia quanto vuoi. Il Male si presenta sotto mille facce, ma sarà comunque sconfitto.
- Bla, bla, bla. Ma teatrale, devo ammetterlo. Consono, inoltre, visto che abbiamo spettatori…
La vampira capì di essere stata scoperta, ma non si mosse. Oltre il combattimento vide una porta col simbolo della biscia attaccata al collo di un uomo. Era sulla strada giusta.

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