La luce dell'alba

di wherearemywings
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** intro. ***
Capitolo 2: *** Postumi ***



Capitolo 1
*** intro. ***


«Dee?» chiese, eccitata, ma preoccupata per l'istintività con cui stava compiendo quell'azione; forse avrebbe dovuto far passare un po' di tempo valutando quell'idea, prima di dare subito tanto peso ad un'artificio così folle.
«Jenny?» la voce era ancora impastata dal sonno. «perché chiami a quest'ora? qualcosa non va?»
«Oh... scusa, ti ho svegliata» per la prima volta da quando aveva aperto gli occhi, Jenny guardò la sveglia sul suo comodino. Segnava le 03:14.
«Sì, ma non importa. Che succede?» Dee, dopo soli 5 minuti dall'inizio della chiamata, era già sveglissima, faceva parte del suo modo di fare, l'essere sempre iperattiva. Era passato solo qualche anno dalla fine del gioco, e nessuno di loro aveva superato lo shock. Conoscendo la situazione di Jenny, poi, era normale che fosse già in stato d'allerta. Difatti, lei era quella più turbata dalla fine del gioco. Era la morte dell'uomo ombra, Dee lo sapeva, che l'aveva angosciata così tanto...
L'aveva capito, come avrebbe potuto non farlo? Dal giorno in cui il nome di Julian era stato cancellato da quella pietra, Jenny era sempre malinconica. Capitava talvolta che fosse comunque felice, o che almeno mostrasse di esserlo; la felicità, infatti, dipende sempre da qualcuno: riusciva ad essere felice per Tom, che amava tanto, o per Zach, che lentamente diventava sempre più aperto, per Summer, che era tornata tra loro, per Audrey, che aveva imparato ad essere meno superficiale, per Michael, che aveva superato la paura, o per Dee, la sua migliore amica. Ma le mancava la gioia. Si sa, la gioia è una cosa che ti porti dentro, indipendentemente da fattori esterni. E Jenny l'aveva persa.
Per mesi aveva aspettato il ritorno di Julian, aveva sperato ardentemente di sognarlo, almeno. Ma niente. Il bagaglio di esperienze del genere te lo trascini dietro per sempre, dopotutto, pensò Dee.
«Chiama Audrey e Summer, di' loro di raggiungerci fuori casa tua. E' importante» sussurrò Jenny, infilandosi silenziosamente i jeans, per non svegliare il fratello o i genitori.
«Ci vediamo tra 15 minuti», rispose; subito dopo, attaccò il telefono.

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Capitolo 2
*** Postumi ***


Scusate se ci ho messo così tanto per il nuovo capitolo, ma preferisco scrivere quando mi sento ispirata, almeno viene su qualcosa di più decente :’D Spero vi piaccia! E scusate di nuovo se è eccessivamente breve!



«Jenny!» Summer le corse incontro sulle piastrelle che la pioggia notturna e silenziosa aveva reso umide e brillanti sotto la luce giallognola dei lampioni. Lei ricambiò affettuosamente l’abbraccio.
«Ragazze, scusatemi, davvero… Non so cosa mi sia passato per la testa a farvi venire qui a quest’ora»
Guardò le sue tre amiche una alla volta, si erano cambiate in fretta ed avevano tutte, tranne Dee, che già sentiva odore di novità, gli occhi rossi intrisi di sonno, ma non avevano esitato un istante per venire da lei. «Allora? Cosa succede?» Audrey, con la sua solita compostezza, cercava di essere razionale, per quanto si potesse, dopo quello che avevano passato.
«Io… ho fatto un sogno» prese fiato velocemente, e in quel frangente di tempo venne interrotta da Aud. «Ascoltami, Jenny. Dopo la morte di Julian, nessuno, nessuno è stato più lo stesso. Anche a me, e stiamo parlando di me!, è successo di sognare Julian, o di fare sogni strani. Ma, Jenny, è passato parecchio tempo, e non puoi dimenticare quello che ci ha fatto passare. Qui» e fece un ampio movimento con il braccio per indicare l’ambiente circostante «ci credono ancora tutti pazzi. E di certo incontrarci qui fuori a notte inoltrata non ci aiuta». Quando si parlava del Gioco, o di Julian, Audrey si irrigidiva, e parlava con particolare freddezza. E poi per lei, così altolocata e abituata alla vita sociale, quello che pensavano del loro gruppetto era un tasto dolente.
«Audrey, non mi sembra il caso…» mormorò Summer. Nei suoi occhi azzurri si intravedeva la preoccupazione per il comportamento di Jenny, era incerta sul come comportarsi. Dee, che intanto si stava alterando, intervenne: «Per favore, le date la possibilità di parlare? Non credo che ci avrebbe fatto venire qui per un semplice sogno.» Jenny ringraziò silenziosamente l’amica.
«Credo di… d’aver trovato il modo per far tornare Julian».
La fissarono tutte, in silenzio. Non si sentiva nessun rumore, neanche il fruscio del vento.
«E… sono abbastanza sicura che possa funzionare. Ma ho bisogno del vostro aiuto.»
«E Tom? Tom… lo sa?» disse Summer, sconcertata, nella sua ingenuità.
«No… Però avremo bisogno anche di lui. Devo solo… trovare il momento e il modo giusto per dirglielo.»
Continuavano a guardarsi confuse. Non solo non sapevano cosa fare, non riuscivano a trovare neanche niente da dire riguardo a quella proposta assurda.
Una sola voce ruppe il silenzio.
«Io chiamo Zach!» disse Summer, con un’ espressione terrorizzata.

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