The New Family

di leli sister
(/viewuser.php?uid=156191)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11 ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 12 ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 13 ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 14 ***
Capitolo 15: *** CAPITOLO 15 ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO 16 ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO 17 ***
Capitolo 18: *** CAPITOLO 18 ***
Capitolo 19: *** CAPITOLO 19 ***
Capitolo 20: *** CAPITOLO 20 ***
Capitolo 21: *** CAPITOLO 21 ***
Capitolo 22: *** CAPITOLO 22 ***
Capitolo 23: *** CAPITOLO 23 ***
Capitolo 24: *** CAPITOLO 24 ***
Capitolo 25: *** CAPITOLO 25 ***
Capitolo 26: *** CAPITOLO 26 ***
Capitolo 27: *** CAPITOLO 27 ***
Capitolo 28: *** CAPITOLO 28 ***
Capitolo 29: *** CAPITOLO 29 ***
Capitolo 30: *** CAPITOLO 30 ***
Capitolo 31: *** CAPITOLO 31 ***
Capitolo 32: *** CAPITOLO 32 ***
Capitolo 33: *** CAPITOLO 33 ***
Capitolo 34: *** CAPITOLO 34 ***
Capitolo 35: *** CAPITOLO 35 ***
Capitolo 36: *** CAPITOLO 36 ***
Capitolo 37: *** CAPITOLO 37 ***
Capitolo 38: *** CAPITOLO 38 ***
Capitolo 39: *** CAPITOLO 39 ***
Capitolo 40: *** CAPITOLO 40 ***
Capitolo 41: *** CAPITOLO 41 ***
Capitolo 42: *** CAPITOLO 42 ***
Capitolo 43: *** CAPITOLO 43 ***
Capitolo 44: *** CAPITOLO 44 ***
Capitolo 45: *** CAPITOLO 45 ***
Capitolo 46: *** CAPITOLO 46 ***
Capitolo 47: *** CAPITOLO 47 ***
Capitolo 48: *** CAPITOLO 48 ***
Capitolo 49: *** CAPITOLO 49 ***
Capitolo 50: *** CAPITOLO 50 ***
Capitolo 51: *** CAPITOLO 51 ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


Angolino della scrittrice

 

Ciao a tutti, come vedete non sono morta. Volevo dire che mi dispiace molto avervi fatto aspettare. Ma eccomi qui. Spero che il capitolo non vi deluda. E spero che ci saranno molte recensioni per capire cosa ne pensate. Detto questo buona lettura.

...leli...

 

 

Il giorno dopo del matrimonio Damon si era alzato presto e andò di sotto in cucina. Non si era ancora reso conto che poche ore prima si era sposato. Dall'emozione lasciò cadere un bicchiere per terra. Così Stefan corse subito di sotto.

S: Cos'è successo?

D: Niente fratellino. Mi è solo caduto un bicchiere. Niente di che. – poi arrivò anche la madre.

M: Cosa sta succedendo?

D: Niente mamma mi è scivolato un bicchiere.

M: Ok ma stai bene?

D: Si si. Non mi ero reso conto che ieri mi sono sposato. Poi però ho visto la fede al dito e mi è scivolato il bicchiere. Non mi sembra vero. Tu invece come stai? È da un paio di giorni che ti vedo strana.

S: Damon ha ragione mamma. Non è che ci nascondi qualcosa?

M: Beh, in verità una cosina ci sarebbe. Però è meglio che vi sediate, per evitare mancamenti.

S: Mamma ora. Sai come siamo noi.

M: Vi preoccupate sempre troppo. Lo capisco.

D: Se c'entra Elijah, se avete litigato giuro che prendo il pugnale e lo impalo.

M: Cosa c'entra Elijah. Beh, però un po' c'entra.

D e S: Mamma!

M: Non sapete dire nessun altro nome che mamma. Comunque … sono incinta. Beh, ora lo sapete. Io vado.

D e S: Cosa? – e si fiondarono davanti alla madre.

M: Si da due mesi quasi.

S: E perché non ce lo hai detto subito? È uno scherzo vero?

M: No, nessuno scherzo. Tra sette mesi avrete delle responsabilità come fratelli maggiori. – disse facendo loro l'occhiolino – Io adesso vado a fare una doccia. Ci vediamo dopo. Ah il pugnale l'ho nascosto perché se no fate i bambini piccolini e capricciosi.

D: Un secondo. Di chi è? Com'è successo?

M: Con chi sono stata gli ultimi mesi secondo voi? Alla vostra età dovreste sapere come si fanno e nascono i bambini visto che è una cosa che piace anche a voi.

D: Chi è stato?

M: Ci siete o ci fate?

D e S: O mio Dio.

S: Presumo Elijah.

M: Ce ne avete messo di tempo per capire.

D: E' fantastico. Congratulazioni mamma. – e si abbracciarono tutti e tre, poi Mer andò a fare la doccia.

D: Ho bisogno di bere.

S: Concordo. – presero due bicchieri e una bottiglia di bourbon. In pochi minuti arrivarono le mogli.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


L: Cosa state facendo?

D e S: Beviamo.

E: Questo lo vediamo. Ma perché?

S: Siamo ultra, super, iper, mega sconvolti... mamma è incinta!

L: Finalmente ve lo ha detto! Che bello! – disse accomodandosi in braccio al marito che le diede un bacio.

D: Voi lo sapevate?

E: Si maritino mio.

D: E perché non ce l'avete detto prima mia cara mogliettina?

E: Semplicemente non era nostro compito dirvelo. E poi lo avevamo promesso.

D: Beh, avete ragione. Ci possiamo provare anche noi?

E: No ragazzo mio.

S: Perché? Io voglio diventare zio.

D: Se per questo anche io voglio diventare zio.

L: Ragazzi STOP! Nessuno diventa zio di nessuno. Imparate a cambiare i pannolini e tutte le altre cose e poi se ne riparlerà. Per adesso voi sarete i fratelli maggiori e noi cognate. Fine del discorso.

E: Non potevi dire parole più sagge.

L: Grazie Elena.

E: Prego Lexi.

D: Ciao Elijah. Congratulazioni.

EJ: Ciao. Ve lo ha detto?

S: Perché noi veniamo a sapere le cose sempre per ultimi? Comunque come è successo?

EJ: Penso che ve lo abbiamo spiegato come nascono i bambini.

D: Ho capito ma tu sei un VAMPIRO.

EJ: Si ma sono un Originale. Magari per noi è diverso. E poi se non ricordo male è successo con la luna piena. Non lo so. Ragazzi anche io sono terrorizzato dall'idea di diventare padre. Ma lo voglio perché fin da quando ero giovane volevo una famiglia. So che non mi chiamerete mai “papà” ma io farò di tutto per rendervi orgogliosi di stare in questa nuova famiglia. E poi non sono neanche degno di essere chiamato papà da voi. Voi siete grandiosi.

D: Elijah. Noi siamo già orgogliosi di te per l'amore che dai a nostra madre. Ci hai salvato la vita e questo mostra onore. Non penso che Giuseppe l'avrebbe fatto. Anzi no. Non l'avrebbe fatto proprio. Ci avrebbe lasciato morire. Ma tu no. Sarai un bravo padre per nostra sorella o nostro fratello. Tu sei un po' come un padre per me.

S: Sono d'accordo con Damon.

EJ: Grazie ragazzi. Io posso considerarvi miei figli?

D e S: Certo. – e si abbracciarono.

E e L: E' questo che amo di voi.

M: Grazie ragazzi. – disse visto che dalle scale aveva sentito tutto. E li abbracciò.

Poi prepararono il pranzo. Dopo un po' arrivarono John e Isobel per passare la giornata con la figlia.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


 

Un paio di giorni dopo Meredith aveva l'ecografia.

M: Amore dobbiamo andare.

EJ: Ok.

D: Aspettate. Dove andate?

M: A fare l'ecografia Damon.

D: Me ne ero scordato.

M: Lo avevo immaginato.

D: Fatemi sapere qualcosa.

E: Amore allora io vado.

D: Si si. Stai tranquilla ma vai piano. – poi Elena scese di sotto.

 

M: Damon noi dobbiamo andare.

D: Ok. Elijah vai piano.

EJ: Tranquillo Damon.

 

Salirono in macchina e dopo un po' arrivarono allo studio del medico. Salirono e videro che non c'era nessuno. Uscì il medico e li fece accomodare. Dopo che si presentarono il Dottor James chiese:

Dott: E' il vostro primo figlio?

EJ e M: Si.

Dott: Bene. Signora si sdrai sul lettino e facciamo l'ecografia. – spalmò il gel e iniziarono l'esame.

Dott: Volete sapere il sesso del bimbo/bimba.

M: No. Vogliamo aspettare. – disse decisa.

Dott: Ok è finita. Passate in accettazione a prendere l'esame e poi prenotare per il prossimo mese. Se ci sono problemi chiamate. – uscirono e passarono allo sportello. Presero l'ecografia e uscirono emozionati. Durante il tragitto Meredith non aveva alzato gli occhi dall'ecografia.

 

Arrivarono al Pensionato e scesero dalla macchina con gli occhi lucidi. Intanto Damon si era appena alzato dal divano ed andò ad aprire la porta.

Quando l'aprì vide sua madre che aveva gli occhi lucidi e gli saltò addosso.

D: Mamma cosa è successo? – ma non rispose. Mamma? Stai bene? Lui/lei sta bene? Elijah ha fatto o detto qualcosa?

EJ: Perché devi sempre mettermi in mezzo. E da quando siamo usciti dall'ospedale che ha gli occhi lucidi.

D: Scusa. Mamma ti prego rispondimi.

M: Ho paura. – e si mise a piangere mentre si sedevano sul divano

D: E per cosa? Sei al sicuro con noi.

M: Non capisci. Non ho paura della mia incolumità perché sono super protetta. Ho paura di non potercela fare ad affrontare questa cosa. Ho paura di non essere una brava madre. Ho paura di commettere gli stessi errori. Ho paura di perderlo o perderla come ho perso voi e ho paura di non vedere la sua crescita come non ho visto la vostra. Ho paura Damon.

D: Ci siamo qui noi. Non è colpa tua mamma.

M: Ma io non ho saputo proteggervi da vostro padre.

D: Mamma tranquilla vieni qui. – e andò in braccio a lui

M: Vedi io dovrei prendermi cura di voi.

D: Stai tranquilla perché ti proteggerò sempre. Però adesso basta piangere ok? Come sta?

M: Sta bene. Però non vogliamo sapere il sesso.

D: Fino all'ultimo? Volete rendermi questi 7 mesi d'inferno?

M: Spiritoso.

EJ: Amore io domani dovrei partire. Posso stare tranquillo adesso?

M: Si amore.

EJ: Se non stai bene chiamami subito. Intesi?

D: Tranquillo Elijah mamma è al sicuro.

EJ: Io mi fido di te Damon. – poi salì di sopra.

M: Damon posso stare ancora un po' qui?

D: Certo mamma.

M: Sei comodo.

D: Si lo so. Elena me lo dice sempre.

M: Damon!

D: Cosa ho detto di sbagliato. Guarda che è vero.

M: Damon! Non voglio sapere tutto. Soprattutto i dettagli.

D: Ti tengo informata.

M: Damon!

D: Mamma guarda che so come mi chiamo. A proposito perché mi avete chiamato così?

M: Perché o era Limerick o era Desmond rivisitato da me in Damon. Io ho optato per Damon perché era speciale come lo sarebbe stato il mio bimbo.

D: E perché Stefan lo avete chiamato così?

M: Era il nome di mio padre. Se eravate due femminine vi sareste chiamate tu Mary e Stefan Anne. Mary era il nome di mia madre. Mentre Anne era il nome di mia sorella.

 

Poi arrivò a casa Stefan mentre Lexi era andata a fare compere.

S: Cos'è successo? Perché mamma sei in braccio a Damon?

D: Mancanza d'affetto da parte mia.

EJ: Amore io vado. Ciao ragazzi sarò di ritorno tra due settimane.

M: Ok amore fai solo piano. Premettilo.

EJ: Non potrebbe succedermi niente lo sai.

M: Si ma tu promettimelo lo stesso. Ti amo e non voglio che succeda niente alla mia famiglia. – e si alzò da in braccio a Damon per andare da Elijah e baciarlo

EJ: Te lo prometto e ti amo anche io.

D: Mi raccomando fai piano.

EJ: Ti preoccupi per me Damon?

D: Beh se poi dovrò chiamarti papà non voglio che ti succeda niente e poi il mio fratellino o la mia sorellina non avrebbe un padre straordinario.

EJ: Grazie Damon e tranquillo non mi succederà niente. – e si abbracciarono

Poi andò verso la porta e salutò anche Stefan.

EJ: Proteggeteli entrambi.

S: Tranquillo con noi saranno al sicuro da ogni pericolo.

EJ: Per ogni problema chiamate. Ci vediamo tra due settimane. Ciao amore. Ti amo.

M: Ti amo anche io. – poi uscì di casa.

S: Potrei avere anche io un po' di coccole.

M: Certo piccolino.

Cenarono e poi Meredith andò a dormire presto.

M: Notte ragazzi.

S: Allora?

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


D: Allora cosa?

S: Perché la mamma era in braccio a te?

D: Ha paura per quello che è successo e di quello che potrà succedere.

S: Sarà al sicuro con noi.

D: Dobbiamo proteggerla.

S: Sempre.

D: Lo sai che dovrà essere trasformata?

S: Si ma non possiamo farlo. Non nei suoi primi mesi di vita, se si trasforma quando è piccolo non potrebbe resistere al richiamo del sangue.

D: Potrebbe succederle di tutto se resta umana.

S: Potremo darle un po' di sangue in piccole quantità.

D: Se ne accorgerebbe e comunque non vorrebbe.

M: Damon ha ragione. Niente sangue.

S: Sarebbe più sicuro per tutti.

M: No, non se ne parla. Non voglio diventare una vampira ora. Succederà ma quando il bambino sarà più grande. Voglio rimediare, essere una madre presente nell'infanzia almeno di 1 su 3. E poi vorrei almeno arrivare ai 30-35 anni come Elijah. In modo da non sembrare vostra sorella.

S: Mamma noi non possiamo perderti.

M: State tranquilli, lo avete detto voi: fin quando sarò con voi non succederà niente.

 

Passarono 2 settimane e Elijah tornò a casa.

M: Amore! Sei tornato.

EJ: Si però mi fermo per poco. Mi hanno detto che devo stare due mesi in Italia.

D: Un po' più lontano no?

EJ: Ciao Damon. Dovevo scegliere tra l'Italia e la Russia. Ho preferito l'Italia e poi Rebekah vorrà sapere come va con vostra madre.

D: E tu cosa dirai?

EJ: Che la amo e che diventerò padre e i miei fratelli diventeranno zii e i miei genitori nonni e anche vostri prima o poi. Ciao Stefan.

D: Ehi! Io ho detto che noi potremmo chiamarti “papà” ma non chiameremo mai loro nonni o zii, sia ben chiaro.

S: Non ci devi neanche pensare Elijah.

M: Anche voi avevate detto che non avreste mai chiamato Elijah “papà”, eppure gli volete bene.

D e S: Mamma!

S: Questo non c'entra e quando lo hai sentito?

M: La scorsa notte. Me lo avete detto voi.

D e S: Mamma!

M: Siete troppo orgogliosi per ammettere la verità. E voi quando siete arrabbiati e mettete il broncio siete ancora più belli. Dio quanto sono buoni questi biscotti.

D: Mamma. Credo che gli ormoni abbiano preso il sopravvento.

S: Elijah ti prego salvaci. In questo momento lei non è nostra madre.

EJ: In bocca al lupo. Non credo che mi darebbe retta. Ma quanto cavolo mangia. Mer potresti non abbuffarti con tutti quei biscotti se no domani Damon cosa mangia con il sangue.

D: Ti ci metti di nuovo.

EJ: Scusa. Eri in un momento di crisi. Perdona un vecchietto di mille anni.

D: Ma se ne dimostri 35. Comunque ti perdono.

EJ: Grazie.

M: Amore mercoledì dobbiamo andare dal medico a fare l'ecografia.

EJ: A che ora?

M: Per le 9.

EJ: Va bene. Questa è la mia ultima visita.

M: Mi mancherai amore tanto.

EJ: Mi mancherai anche tu. Ma appena lui/lei sarà nata ti farò incontrare la mia famiglia.

M: Ti amo.

EJ: Ti amo anche io.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 ***


M: Ieri abbiamo parlato. Hanno detto che dovrò essere trasformata ma non voglio. Prima deve crescere. Io voglio esserci mentre cresce. Non voglio vivere con il terrore di poterla/poterlo uccidere.

D: Ma noi dovremo vivere con il terrore di poterti perdere di nuovo?

M: Non succederà.

S: Se dovesse succederti qualcosa tu potresti morire e noi non potremmo sopportarlo.

M: Ragazzi è la mia vita.

D: La tua vita è troppo importante per noi.

EJ: Mer hanno ragione loro.

D e S: Grazie Elijah.

EJ: Ma deve essere lei a decidere della sua vita. E se chiediamo a Bonnie di fare un incantesimo di protezione? Saresti al sicuro.

M: Per me va bene. E poi se devo uscire posso portarmi dietro la scorta. Insomma ho una nuora vampira, l'amica dell'altra mia nuora strega, altri 5 vampiri, due bellissimi figli, uno splendido fidanzato vampiro, un cacciatore di vampiri e un lupo. Sono super protetta. E poi Bonnie è immortale.

D: Da quando?

M: Da due mesi circa. È riuscita a ristabilire l'equilibrio e l'hanno premiata con l'immortalità.

S: Fantastico. Ah comunque avete avuto due grandi idee.

 

Il giorno dopo Mer si alzò presto e con Elijah andarono dal medico. Arrivati li passarono subito. Quando ebbero finito andarono a casa.

EJ: Amore. Io vado a preparare le valigie.

M: Devi già partire?

EJ: Purtroppo si. Ma ti prometto che quando nascerà staremo molto di più insieme.

M: Me lo prometti?

EJ: Si, te lo prometto. Però adesso devo andare. Ti chiamerò tutte le sere. – poi andò di sopra a preparare le valigie. Scese e si avvicinò alla porta. Dopo pochi minuti arrivò anche Elena.

E: Ehi Elijah, come stai?

EJ: Tutto bene, tu? Le tue vacanze come sono andate?

E: Tutto bene. Il lago era bellissimo. Magari ti lascio la casa quando volete passare una vacanza voi due.

EJ: Magari quando tornerò.

E: Parti? Dove vai?

EJ: Devo andare in Italia per due mesi. Io voglio stare con voi tutti ma non mi lasciano. E se non lavoro niente soldi. E in questo periodo devo mantenere due nuore, una ragazza stupenda e due figli e mezzo a cui voglio un bene dell'anima.

E: Grazie. Ti voglio bene anche io. – e si abbracciarono

D: Posso avere mia moglie o devo essere geloso di mio “padre”? – Elena e Elijah stavano ridendo.

M: Mi devo ingelosire pure io?

EJ: E' meglio che andiamo se no ci staccano la testa.

D: Ti ho sentito.

Poi Elena andò di là con Elijah.

D: Ciao amore.

E: Amore. Mi sei mancato da morire.

D: Anche tu. Questi giorni sembravano un inferno senza te.

E: Ti prometto che non me ne andrò più senza te. Maritino mio.

D: Quanto mi mancava questa parola. Mogliettina mia.

Poi scattò un bacio appassionale che non si erano dati per giorni.

EJ: Amore devo. Ti amo. Ti chiamerò tutte le sere.

M: Ti amo.

D: Ciao papà.

EJ: Ciao Damon. Abbiate cura di voi. – e si abbracciarono.

S: Anche tu. – e si unì all'abbraccio

EJ: Non fare arrabbiare la mamma e i tuoi fratelli. Intesi? – disse accarezzando il ventre

L: Ciao Elijah, sei di partenza?

EJ: Ciao Lexi. Si devo stare via due mesi. Proteggeteli.

L, S e D: Certo.

Poi uscì e se ne andò.

 

Più tardi...

M: Tesori io vado a coricarmi.

S: Se hai bisogno chiama.

L: Amore sto io con lei.

S: Va bene. Ti amo lo sai?

L: Si credo di si. – e si baciarono

E: Stasera mio marito è libero?

D: Provi a chiedere comunque penso di si.

E: Gli dica che sua moglie lo aspetta nella loro camera da letto.

D: Glielo dirò sicuramente.

E: Ti amo Damon Salvatore.

D: Ti amo Elena Salvatore.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** CAPITOLO 6 ***


Il giorno dopo, dopo aver fatto colazione.

D: Ok Stef, mettiamoci all'opera.

S: Andiamo.

Andarono in cantina e cominciarono a mettere a posto. Buttarono via un sacco di roba. Poi Stefan trovò una vecchia scatola. L'aprì e vide che c'erano delle foto.

S: Guarda cosa ho trovato?

D: Credevo si fossero perse.

S: Sapevi dell'esistenza di queste foto?

D: Si.

S: Ma credevo che ci fosse un' altra scatola più vecchia?

D: L'ho cambiata perché era rotta.

S: Portiamola su così le vede anche mamma.

D: Che ne diresti di mettere poi a posto la soffitta. Sai in caso che i suoi nonni venissero qui.

S: Si hai ragione.

Finito di sistemare si recarono i salotto si sedettero sul divano e poi arrivarono le signore Salvatore.

 

D: Come stai mamma?

M: Bene... Ehi!

S: Che succede?

M: Non so ma penso che abbia scalciato.

S: Non è possibile. Non è ancora piccolo?

M: Ahi. Si invece. Venite qui. – e prese la mano di Stefan e poi di Damon.

S: Ehi ciao. Io sono il tuo fratellone.

D: Non sentire quel bugiardo di tuo fratello Stefan. Sono io il tuo fratellone. Non fare del male alla mamma. Capito pulce?

M: Penso che abbia capito, Damon.

D: Meno male. Non vedo l'ora di conoscerti. Mamma vieni dobbiamo farti vedere una cosa.

M: Cosa?

S: Delle foto di quando eravamo piccoli.

M: Sono curiosa. – si sedette in mezzo ai figli e le nuore in braccio a loro.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** CAPITOLO 7 ***


Ciaooo a tutti!
Voglio ringraziare coloro che hanno inserito questa storia tra le preferite/ricordate e seguite.
In particolare ringrazio tutti i lettori silenziosi.
Mi farebbe un immenso piacere ricevere un vostro parere sulla storia.
Ora vi lascio al capitolo...
A presto... :)

D: Guarda questa qui Stefan aveva tre anni e stava piangendo ma non ricordo il perché.

Poi mostrarono altre foto.

S: Te la ricordi Damon?

D: Certo. Quando sono rientrato dalla guerra per prendere la medaglia.

E e M: Quale medaglia?

D: Questa.

S: Perché il fenomeno si era preso una pallottola.

D: Già sul fianco che male. Per proteggere un superiore.

E: Questa mi è nuova. Tu Lexi lo sapevi? Comunque eri molto sexy in divisa.

L: Si lo sapevo. E posso assicurati che non era poi così sexy.

E: Ehi non insultare mio marito.

D: No Lexi ha ragione, non ero sexy come adesso. Cioè guardami.

S: Non ti vantare. E comunque eravamo i più ricercati di tutta Mystic Falls.

M: Cosa? Davvero? Anzi pensandoci non mi stupisco neanche. Guardatevi adesso siete anche meglio. – disse mentre guardava con attenzione alcune foto che ritraeva loro ancora umani

E: Hai ragione.

L: Concordo in pieno e lo confermo.

M: Cosa c'è in quella scatola, perché ha il lucchetto?

S: Aspetta, guardiamo. – disse rompendolo.

D: E queste da dove arrivano?

S: Non saprei.

Meredith rimase colpita da quelle foto su cui vi erano impresse le immagini dei figli neonati e un paio che raffigurarono un perfetto quadretto famigliare: lei e Giuseppe, loro due con il piccolo Damon, loro due con il piccolo Stefan e infine tutti e quattro insieme. Senza accorgersene le lacrime scesero dai suoi occhi azzurri. A riportarla alla realtà furono le voci dei figli e il movimento del piccolo.

D e S: Mamma?

E e L: Tutto bene Mer?

M: Si tutto a posto tranquilli.

E: Sicura?

M: Si Ele tranquilla.

S: Ok posso metterle via?

M: Si si certo, grazie. – Lexi si alzò seguita da Stefan

D: Grazie per cosa?

M: Per avermele fatte vedere e per averle conservate.

S: Noi di queste non ne sapevamo neanche l'esistenza, vero?

D: Si si.

M: Tesoro dove le metterai adesso?

S: Nello studio.

M: Ok grazie per non averle buttate. Ora vado su. Ciao.

D: Ok ciao. Noi usciamo vero Stef?

S: Va bene.

D: Potete tenerla d'occhio.

E: Certo sono curiosa di sentire... come hai detto prima …

L: La pulce.

E: Esatto la pulce.

S: Dove andiamo?

D: Non so ma credo che mamma abbia bisogno di fare qualcosa tra donne.

S: Hai ragione. Che ne dici di andare a vedere qualcosa per la pulce?

D: Ottima idea, proviamo. Ciao amore. – e la baciò. Lo stesso accadde anche agli altri due e poi uscirono.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** CAPITOLO 8 ***


Uscirono e si diressero in auto. Dopo venti minuti arrivarono al centro commerciale.

D: Da dove partiamo?

S: Dalla culla o dal passeggino?

D: Dalla culla direi.

 

S: Mi scusi signorina!

Commessa: Si avete bisogno?

D: Si in realtà si, avremo bisogno di una culla, per un regalo.

Commessa: Si prego da questa parte. Ne abbiamo di tutti i tipi. Ma ve la consiglierei di noce.

S: Grazie e i passeggini?

Commessa: Seguitemi.

 

Dopo averlo scelto pagarono e andarono a mangiare poi andarono in macchina e tornarono a casa.

M: I miei due bimbi come stanno? – disse vedendoli entrare con gli scatoloni

D: In realtà stiamo in tre. Comunque stiamo bene. Comprare queste cose è stancante. Io vado a coricarmi. La vecchiaia comincia a farsi sentire.

S: Ma smettila.

D: Vado.

M: Perché tutto questo.

S: Tranquilla mamma questo ed altro. – e salirono di sopra.

 

E: Ciao amore... Damon... Damon!!! – urlò

D: Ehi non sono sordo.

E: Io dico di si invece. Ti ho chiamato tre volte.

D: Devo farmi controllare l'udito.

E: Oppure dormire di più. Ti sento alla sera che ti agiti. Non riesci a dormire. Cosa ti preoccupa?

D: Tutto. Elijah è lontano e mamma è incinta. Sono stressato.

E: Sai cosa ti farebbe bene? Una vacanza.

D: E lasciare mamma in queste condizioni? No niente vacanze. Ma mi andrebbero un po' di coccole da mia moglie.

E: Tutte le coccole che vuoi.

D: Ti amo lo sai?

E: Ti amo anche io.

 

Il giorno dopo andarono a fare l'ecografia.

M: Se l' infermiera vi chiede chi siete voi, dite che siete i miei fratelli.

D: Si mamma.

Poi arrivarono e passarono subito.

Infermiera: Voi siete?

S: I suoi fratelli.

Dopo aver fatto l'ecografia e ritirato l'appuntamento uscirono.

Meredith prese sotto braccetto i figli.

M: I miei fratellini cosa dicono?

S: Non vediamo l'ora che nasca.

Poi andarono al Grill a mangiare e incontrarono Jeremy e Rose. Successivamente andarono a casa. Poi Mer uscì con le nuore ed andarono al centro commerciale per comprare dei vestiti per bambini color neutri. Arrivarono a casa. Dopo cena Damon e Stefan andarono a dormire.

L: Secondo me c'è qualcosa che non va.

E: Andiamo anche noi, magari hanno bisogno di qualcosa.

 

E: Damon scotti.

L: Elena, Stefan scotta.

E: Anche Damon.

L: Meredith chiama Elijah. Dirgli di venire subito qui.

M: Cosa succede?

L: Hanno la febbre.

M: Come la febbre? I vampiri non si ammalano mai. Lo chiamo subito.

EJ: Pronto?

M: Amore ciao.

EJ: Ciao amore cosa è successo? Voi state bene? Damon e Stefan?

M: Noi stiamo bene ma Elena e Lexi credono che Damon e Stefan abbiano la febbre.

EJ: Fargli fare degli impacchi con acqua fredda. Non voglio che ti ammali. Domani sarò li.

M: Tranquillo ti amo.

EJ: Ti amo anche io.

M: Hai sentito tutto?

L: Si.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** CAPITOLO 9 ***


 

Il giorno dopo arrivò Elijah.

M: Ciao amore. Vieni su di sopra.

Salì ed entrò nella stanza.

E: Puoi curarli?

EJ: Si. – si morse e gli diede il sangue

M, E e L: Grazie.

L: Quanto tempo ci vuole prima che si svegliano?

EJ: Non saprei. Da quanto tempo stanno così?

E: Da un paio di giorni.

L: Anche Stefan.

EJ: Devono stare più calmi. Ho chiesto il fine settimana per stare con voi.

M: Meno male. Al piccolo piace la tua voce.

EJ: Cosa, scalcia già?

M: Si. Senti.

EJ: Si, sento anche il suo cuoricino. – disse commosso

 

EJ: Andate giù rimango io qui.

M: Va bene.

 

EJ: Volete proprio stare male voi due? È la seconda volta che vi salvo la vita.

D: Non c'è due senza il tre.

EJ: Ciao ragazzi.

S: Cosa ci fai qui?

EJ: Indovinate.

D e S: Grazie.

EJ: Dovete stare più tranquilli, se fossi stato umano mi sarebbe venuto un infarto.

S: Scusa.

EJ: Non fatelo mai più. Intesi?

D: Si.

Poi Stefan cercò di alzarsi.

EJ: Dove pensi di andare?

S: Ho fame, penso anche Damon.

D: Si in effetti.

EJ: Fermi, voi non muovetevi. – e andò a prendere due sacche

D: Ci tiene proprio a noi.

S: Si.

EJ: Ecco a voi. Certo che ci tengo, siete come figli per me, vi voglio bene.

D: Anche noi te ne vogliamo.

EJ: Adesso mangiate io rimango qui con voi.

D: Grazie.

S: Immagino che partirai subito.

EJ: Ti sbagli, mi avrete tra i piedi fino a lunedì.

D: Sul serio? Come hai convinto i capi?

EJ: Ho detto che I MIEI FIGLI stavano male e hanno detto che non c'erano problemi.

S: Ti trasferiscono?

EJ: No mi trasferisco io, non voglio più stare lontano da voi.

S: Cosa facciamo oggi?

EJ: Oggi niente, vi riposate e basta.

D: Si papà.

EJ: Volete qualcuno?

S: Mamma?

EJ: Fatemi sentire se siete caldi... Si siete ancora un po' caldi è meglio di no.

D: Allora almeno le nostre mogli?

EJ: Loro si.

Allora Lexi, che aveva sentito tutto si diresse con Elena nella stanza.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** CAPITOLO 10 ***


E: Ehi vi siete svegliati.

D: Ciao amore.

S: Splendore.

L: Amore.

EJ: Vi lascio soli.

E: Come state?

D e S: Bene.

 

Elijah scese di sotto e vicino alle scale trovò Meredith.

M: Come stanno?

EJ: Meglio, se vuoi dopo potrai andare su. Voi come state?

M: Bene al piccolo manca suo padre.

EJ: Anche voi a me.

 

Elijah fu costretto a viaggiare molto e man mano che il tempo passava non vedevano l'ora dell'arrivo del piccolo.

 

 

 

Era da poco iniziato il settimo mese di gravidanza.

D: Tutto bene mamma?

M: A dire la verità no.

S: Cos'hai?

M: Uno strano dolore al ventre.

D: Ti portiamo all'ospedale.

M: No.

S: Da quando?

M: Ieri sera, ma adesso è più forte.

S: Cosa? Allora andiamo subito!

M: No tranquilli che passa.

D: Dai andiamo.

M: Se non passa andiamo. Ok?

S: Sicura? – e prese il cellulare

M: Che fai?

S: Dico a Lexi di non passare a prendermi.

M: Perchè?

S: Mi chiedi il perchè?

M: Figurati vai con tua moglie tranquillo stiamo bene.

D: Vai pure. Ci sono io a casa.

M: Davvero tesoro vai anche tu.

D: Non ci penso proprio e poi mia moglie è con i suoi, quindi sto con voi.

M: Come volete.

 

Dopo un po' Stefan uscì.

D: Dove vai mamma?

M: Vado su, sono stanca.

D: Sicura solo quello?

M: Si.

 

Dopo un paio d'ore Damon andò a controllarla e la trovò in lacrime.

D: Mamma che succede?

M: Fa male Damon. Ho paura.

D: Shh. Vieni ti porto all'ospedale. – e Mer annuì.

 

Dopo un quarto d'ora arrivarono e ad aspettare c'era già il medico che era stato avvertito poco prima.

Dott: Controlliamo subito cosa succede. – e iniziò l'ecografia.

Dopo svariati minuti ad osservare il monitor Meredith, in preda all'ansia teneva stretta la mano di Damon e poi il medico parlò.

Dott: Sembra che ci sia un lieve distacco della placenta.

D: Quindi?

Dott: Adesso monitoreremo il battito del bambino. Questa notte la terremo sotto controllo. Ha fatto degli sforzi oppure è sotto stress?

M: Sono un po' stressata. Ma il piccolo sta bene?

Dott: Controlliamo ma dovrebbe essere tutto a posto. Vado a far preparare un letto in reparto, aspettate qui.

D: Certo grazie.

Appena uscì Mer scoppiò a piangere.

D: Ehi mamma calmati non ti fa bene agitarti. Ascolta sta bene, il suo cuore batte come sempre. Ti tengono qui per vedere ma io lo sento ok? È sempre uguale.

M: Sei sicuro tesoro?

D: Si sicurissimo. – e l'abbracciò

M: Ok, vai a casa.

D: Scordatelo resto qui. Appena sei nella stanza chiamo Stefan.

M: No.

D: Si invece, si preoccuperà se sta sera arriva a casa e non ci trova.

M: Come vuoi.

Poi entrò il medico con il lettino e gli infermieri.

Dott: Con molta attenzione riesce a spostarsi?

M: Certo.

D: Lascia ci penso io.

Poi uscirono e si diressero in reparto. Entrarono nella stanza e l'infermiera parlò.

Infermiera: Ok, adesso mettiamo il camice e poi attacco il monitor. Quindi – disse guardando Damon

D: Si si esco. Vado a chiamare Stefan, quando esce e sei a posto entro. Ok?

M: Grazie.

Uscì, prese il cellulare e chiamò.

 

S: Ciao che succede?

D: Ciao siamo in ospedale che ma... Mer stava male.

S: Cosa? Perchè non mi hai chiamato subito?

D: Senti ero impegnato e non avevo la testa per lasciarla e chiamare te. Scusami.

S: Scusami tu. Adesso?

D: La vogliono tenere qui stanotte.

S: Ma come sta?

D: Benino, non posso parlare.

S: Ok allora appena torniamo veniamo li.

D: Certo fate con calma.

S: Si ok, Elijah l'hai chiamato?

D: No. È meglio sapere qualcosa di preciso prima di far preoccupare anche lui.

S: Hai ragione, a dopo.

D: Ok a dopo. La stanza è la numero 6. Ciao.

S: Grazie. Ciao.

Riattaccò e chiamò Elena.

 

E: Ciao amore.

D: Ciao.

E: Che c'è? Ti sento strano.

D: Sono all'ospedale con Mer.

E: Cos'è successo?

D: Aveva male e l'ho portata.

E: Il bambino?

D: Credo sia tutto a posto. Vogliono tenerla qui non posso aggiungere altro.

E: Ok parto subito, vengo li.

D: Stai tranquilla.

E: No no, che stanza è? Mezz'ora sono li. Ti amo.

D: Anche io è la numero 6 a dopo. – e riagganciò

 

Nel frattempo l'infermiera aveva aiutato Mer a prepararsi e attaccò la strumentazione per il tracciato, e attaccò una flebo per calmare il dolore.

Inf: E' il primo figlio?

M: Si, è il primo.

Inf: Maschio o femmina?

M: Non so, vogliamo una sorpresa.

Inf: E' il padre? – chiese indicando la porta

M: No no. Lui è mio fratello.

Inf: A si?

M: Si mio fratello minore. Già sposato.

Inf: Ah. Comunque adesso cerca di rilassarti. Torno tra un po' a controllare. Se ci sono problemi chiama ok?

M: Si grazie.

L'infermiera uscì chiudendosi la porta alle spalle e dopo pochi secondi venne varcata da Damon.

D: Come stai mamma?

M: Ho tanta paura anche se mi hai detto che il suo cuore è sempre normale.

D: Si te lo assicuro. Ho chiamato Stefan e Elena. Dovevo chiamare anche Elijah?

M: No no. Non voglio far preoccupare anche lui.

D: Come vuoi. Adesso rilassati come ha detto la tipa.

M: Hai sentito cosa ha detto a parte questo?

D: No cosa?

M: Pensava che eri il padre, poi gli ho detto che eri il mio fratellino sposato e si è rattristita subito.

D: Bene mi fa piacere sorellona. Comunque se fosse un maschio anche lui farà una strage di cuori.

M: E' troppo presto per pensare a queste cose. Ma devo ammettere di averlo pensato anche io. D: Vedi. Ho ragione.

M: Si.

Poi arrivò Elena che bussò.

D: Si.

E: Ciao Mer.

M: Ciao cara. Non dovevi venire. Sarai stanca.

E: Stai tranquilla. Cosa è successo?

D: Mentre sei qui vado fino a casa. Torno tra poco.

E: Ok. Ti fermi con lei sta notte vero?

D: Si.

M: Non è necessario.

E: Si invece.

D: Allora vado.

M: Fate come credete sia giusto. Ciao tesoro.

D: Ciao mamma... Ele. – e la baciò

E: Cosa è successo?

E Mer le raccontò tutto

 

Damon a casa si fece una doccia, bevve una sacca di sangue e si preparò a tornare. Appena entrò in reparto notò che stavano distribuendo la cena e andò dalla madre.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** CAPITOLO 11 ***


Angolo della scrittrice

 

Ciao a tutti!!! Innanzitutto volevo scusarmi per il ritardo nel postare il capitolo. Sono contenta delle visite che ogni capitolo riceve ma vorrei qualche opinione in proposito.

Vi lascio una piccola anticipazione: tra un paio di capitoli scopriremo il nascituro. Spero che il capitolo vi piaccia.

 

A presto

...leli...

 

D: Ciao.

E: Ciao.

D: Come stai?

M: Il dolore è passato.

D: Bene. Il medico?

M: Non è venuto perché c'è stato un problema.

D: Cioè?

E: C'è stato un cesareo.

D: A ok.

M: Damon lo senti sempre uguale?

D: Assolutamente si.

M: Bene.

Entrò l'infermiera con la cena.

M: Grazie.

Inf: Cerca di mangiare. L'orario delle visite finisce alle 9 e si può fermare solo una persona.

D: Si grazie.

E l'infermiera uscì.

 

Dopo aver mangiato...

E: Cos'hai?

M: Sono stanca.

D: Allora riposati un po'.

M: Ok.

 

Dopo un po' arrivarono Stefan e Lexi.

S: Ehi.

D: Ciao.

L: Come sta? Non siamo riusciti a venire prima.

E: Tranquilli.

S: Cos'è successo?

D: Dopo che siete andati via è salita a sdraiarsi. Poi sono andato a controllare e piangeva. Allora l'ho portata qui e il medico ha detto che potrebbe avere un lieve distacco della placenta e che vuole anche controllare il battito del bambino per vedere se ci sono dei problemi.

S: A me sembra sempre uguale.

L: Infatti.

D: Si infatti è così.

Entrò il medico.

Dott: Scusate ma c'è stata un emergenza. Sembra che non ci siano problemi. Continuiamo così e domani facciamo un' altra ecografia. Se ci sono problemi fatemi avvertire. Arrivederci. – annuirono tutti.

S: Da cosa potrebbe essere stato provocato?

D: Oggi ha detto dello stress.

L: Ehi ciao.

M: Ciao Lexi. Stefan.

S: Ciao mamma come ti senti? – si avvicinò e le baciò la fronte

M: Meglio.

E: E' passato il dottore.

M: E cosa ha detto?

E: Quello che dicono loro.

M: Per fortuna.

S: Dubitavi di noi mamma?

M: No no. Certo che no.

L: Meno male.

M: Che ore sono?

D: Le 8.

M: Grazie Damon davvero, vai a casa, sto meglio.

D: No te l'ho già detto. Resto qui.

M: Va bene come vuoi.

S: A che ora si può venire domani?

D: Ho visto fuori. Alle 9.

S: Ok allora vengo a darti il cambio.

M: Ecco vedete!

S: Cosa?

M: Dovrebbe esserci suo padre.- disse accarezzandosi la pancia – Non i suoi fratelli e le sue cognate.

D: Vuoi che chiamiamo Elijah?

M: No.

S: E allora perchè?

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** CAPITOLO 12 ***


M: Perchè Stefan? Perchè dovrebbe esserci lui punto. Ho paura che quando nascerà non ci sarà mai, come adesso.

E: Ma non ha detto che non andrà via?

L: Perchè tu ci credi Ele?

E: E tu no?

L: Sinceramente no. Scusa Mer.

M: Lo penso anche io. Per voi c'era vostro padre comunque. E le balie che quando ero esausta vi guardavano loro per un paio d'ore di notte.

D: Che problema c'è? Ci siamo noi, tre vampiri che non siamo obbligati a dormire e poi Elena ti può aiutare di giorno oltre a noi.

S: Preferiresti le balie?

M: No, ma avete la vostra vita e non dovete essere responsabili del vostro fratellastro o sorellastra.

D: Non mi piace che dici queste cose. Solo perchè non è figlio di Giuseppe e non ha il nostro cognome io e Stefan non potremo essere dei bravi fratelli? Poi se mi sono preso cura di lui che eravamo piccoli, adesso dopo 150 anni che le cose sono cambiate, credo di esserne ancora capace non credi?

S: Ha ragione e io posso imparare.

M: Damon non dico questo, so tutto quello che hai fatto e sono sicura che sarete dei bravi fratelli.

D: Vedi allora non ci sono problemi, non cambierò i pannolini ma per il resto...

E: A si? Certo che cambierai i pannolini. Mi immagino già voi due mentre li cambiate.

D e S: Ma...

L: Niente ma, fa parte dell'essere buoni fratelli.

M: Ci sono tante cose che devo imparare anche io. – disse sorridendo

D: Si donne.

S: Va bene.

 

E si fecero le 9 e arrivò l'infermiera per sgomberare la stanza.

S: Allora andiamo, ci vediamo domani, riposati. – e si avvicinò e diede un bacio sulla fronte

M: Ciao tesoro grazie.

L: Ciao Mer buona notte.

E: Ciao Mer, notte. Ciao amore.

D: Ciao quando arrivi a casa chiama.

E: Si si ciao.

L: Ciao Damon.

S: Se ci sono problemi chiama. – disse sussurrando

D: Certo. Ciao a tutti.

Ed uscirono.

 

D: Cosa ti preoccupa? – e si sedette vicino al letto

M: Posso farti una domanda?

D: Tutte le domande che vuoi.

M: Il cesareo è quello che penso?

D: Cioè?

M: Che ti tagliano e muori non sapendo se il bambino sopravviverà?

D: Mamma adesso non è più così, una volta si, ma adesso non succede quali mai.

M: Io ho avuto molta paura con voi due. Con te sono stata un giorno in travaglio perché eri il primo e per Stefan quasi un giorno. L'ho evitato davvero per poco con entrambi. Quindi come funziona adesso?

D: Il concetto è sempre quello di tagliare per togliere il bambino, però poi suturano e se si perde molto sangue viene trasfuso.

M: Ma fa male?

D: C'è l'anestesia che toglie il dolore e ti fa dormire.

M: Tutto qui?

D: Che sappia io si.

M: Grazie.

D: Adesso basta ringraziare. Sono qui, siamo quasi tutti qui.

M: Senti come si muove! – gli prese la mano e la mise sul pancione

D: Ehi ciao. Ti piacciono le capriole? Goditele perché tra poco non potrai più farle ma non fare male a mamma. Lasciala riposare che è stanca. – e smise di muoversi

M: Ti ha ascoltato.

D: Il fratellone si ascolta sempre.

M: Hai ragione. Il cuore è sempre uguale?

D: Si si. Adesso però riposati davvero.

M: Va bene. Notte tesori miei. Dormi un po' anche tu.

D: Si ciao mamma. – e la baciò sulla fronte

Mer si addormentò. Poi Damon provò a chiamare Elena che non rispose, così chiamò Stefan.

S: Che succede?

D: Niente, mamma dorme. Elena?

S: Si è spento il cellulare e non trova il cordless. Vuoi parlarci?

D: No va bene così. A domani. Buonanotte.

S: Anche a te.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** CAPITOLO 13 ***


La notte passò tranquillamente, ogni ora entravano le infermiere a controllare e verso le 6 Damon si addormentò. Mer si svegliò alle 7 e accarezzò dolcemente i capelli del figlio che si svegliò.

D: Buongiorno mamma. Come stai?

M: Io bene. Tu? Lui?

D: Sta bene.

M: E tu?

D: Anche.

Arrivò l'infermiera a staccare il monitoraggio.

M: Tutto a posto?

Inf: Si adesso lo stacco perché più tardi farai l'ecografia e poi il medico deciderà cosa fare.

M: Ok certo.

Inf: Se vuoi alzarti fai pure ma non fare sforzi. Tra poco passeremo con la colazione.

D: Va bene grazie.

 

Si fecero le 8 e mezza e a casa Salvatore, Stefan salutò la moglie e la cognata ed uscì.

Arrivato nel reparto entrò nella stanza.

S: Ciao mamma, Damon come va?

M: Ciao tesoro vieni qui! – e l'abbracciò

D: Tutto bene. Tu?

S: Anche. Hanno detto qualcosa?

M: Solo che più tardi faranno un' altra ecografia.

S: Ok.

D: Sei venuto in macchina?

S: Si perché?

D: Per sapere. Anche se credo che sia impossibile che la fanno andare a casa sta mattina.

S: Dici?

D: Penso di si. Stanotte c'è stato molto movimento.

S: Capito.

D: Vado a casa, tanto c'è Stefan adesso.

M: Si tesoro vai a casa e riposati.

D: Si. Appena sapete qualcosa chiama.

S: Si tranquillo.

D: Ciao mamma. – e l'abbracciò – Ciao anche a te piccolo. – e il bambino scalciò.

S: E io! Non mi saluti? – e fece il broncio

D: Dai tempo un attimo. Ciao caro fratellino, fai il bravo e guarda mamma.

S: Si grande capo. Eseguo gli ordini.

D: Ciao Stef.

S: Ciao Dam.

 

Intanto appena Stefan uscì di casa il telefono squillò.

E: Pronto?

EJ: Ciao Elena.

E: Elijah, come va? – si avvicinò Lexi

EJ: Vorrei saperlo da voi.

E: Che intendi dire?

EJ: Allora, è da ieri che il cellulare di Meredith non è raggiungibile, sta mattina anche e quindi ho chiamato a casa. Me la passi?

E: Sta dormendo.

EJ: Alle 9, non ci credo.

L: Si si, ciao Elijah è vero.

EJ: E adesso mi direte che anche Damon e Stefan hanno il cellulare scarico.

E e L: Esatto!

EJ: Ditemi cosa sta succedendo, perché c'è sotto qualcosa di sicuro.

L: Non ti arrabbiare e non perdere la testa. Ok?

EJ: Lexi, Elena sputate il rospo subito!

L: Ok, prometti?

EJ: Si, allora?

L: Allora ieri Mer aveva dei dolori e Damon è rimasto a casa con lei. Poi il dolore è aumentato e sono andati all'ospedale.

EJ: Che cosa? Perchè non mi avete chiamato. Torno il prima possibile. Come stanno?

E: Calmo, non è successo niente. Stanno bene e solo stress. Non tornare, Damon è stato li sta notte e adesso c'è Stefan.

EJ: Appena li sentite fatemi chiamare vi prego.

L: Certo ma tu non tornare.

EJ: Voi fatemi chiamare.

E: Si tranquillo ci sentiamo dopo ciao.

EJ: Grazie.

L: Ciao Elijah.

EJ: Ciao a tutte e due. – e riagganciò

 

Appena Damon arrivò si sdraiò sul divano e Lexi avvertendolo scese di sotto con Elena.

E: Ciao amore.

D: Ciao. Lexi.

L: Ciao, Mer?

D: Stanno bene.

L: Puzzi di ospedale, lo sai?

D: Si lo so, grazie.

Elena stava versando amorevolmente un bicchiere di sangue per il marito.

E: Tieni.

D: Grazie Ele. – disse alzandosi, ne bevve un sorso

E: Ha chiamato Elijah.

D: Cosa?

L: Si, ha detto di chiamarlo.

D: Va bene. – e compose il numero

 

EJ: Damon ciao ti prego dimmi qualcosa.

D: Ciao, ti hanno già detto tutto loro, causato dallo stress e io aggiungo dagli ormoni impazziti perchè straparlava. Comunque niente, sta bene fanno un' ecografia più tardi e la mandano a casa.

EJ: Vengo a casa il prima possibile.

D: Non credo che mamma sia d'accordo. Ti chiamiamo appena ci sono novità.

EJ: Grazie, ciao.

D: Ciao. – riagganciò e chiamò Stefan

S: Ciao.

D: Ciao fai chiamare Elijah da mamma, sa tutto.

S: Va bene, ciao.

M: Chi era?

S: Damon, tieni chiama Elijah.

M: Sa tutto?

S: Si.

 

EJ: Stefan ciao.

M: Ciao amore.

EJ: Tesoro cos'è successo?

M: Tutto quello che ti hanno già detto loro, stiamo bene.

EJ: Appena posso vengo a casa.

M: No resta, finisci questa cosa e basta, stiamo bene, non siamo soli.

EJ: Ti amo, lo sai vero?

M: Credo di si, anche io.

EJ: Ciao a tutti e tre.

S: Si ciao.

M: Ciao.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** CAPITOLO 14 ***


Dopo pranzo il medico mandò Meredith a fare l'ecografia seguita da Stefan e concluso l'esame parlò:

Dott: La situazione è stabile deve cercare assolutamente di rilassarsi per non peggiorare il lieve distacco della placenta. Può tornare a casa ma se ci sono problemi non esitate.

M: Grazie.

Dott: Si figuri ci vediamo tra 15 giorni.

S: Grazie.

M: Andiamo a casa. – disse accarezzandosi la pancia

 

Mentre Mer si preparava, Stefan chiamò il fratello.

D: Che succede? – disse con la voce impastata dal sonno

S: Dormivi?

D: Si dormivo.

S: Scusa.

D: Allora?

S: La mandano a casa.

D: Tra quanto arrivate.

S: Non so. Mezz'ora?

D: A dopo.

S: Ok a dopo.

 

Appena furono davanti a casa, Damon si precipitò alla macchina.

M: Ciao.

D: Ciao mamma.

Meredith fece per scendere quando Damon la prese in braccio.

M: Che fai?

D: Non devi sforzarti, giusto?

M: Sono capace a camminare.

D: Non importa.

Appena entrarono in casa delicatamente l'adagiò sul divano.

M: Adesso pensate di fare così fino a quando non nasce?

S: Assolutamente si.

M: Ma...

L: Niente ma.

M: Vi ci mettete anche voi?

E: Certo. Tutto per te. E per il cognatino.

L: O la cognatina.

M: Ma siete tutti e 4 tremendi.

L: Tremendi il secondo nome di tutti. – e scoppiarono a ridere

 

 

Si avvicinava sempre di più il termine della gravidanza. In casa non stavano più nella pelle per abbracciare il piccolo e la cameretta era pronta.

Una mattina suonò il telefono per avvertire Elijah che dove partire immediatamente per un problema improvviso in Francia e dopo essersi consultati decise di partire.

EJ: Mi raccomando amori miei.

M: Si cerca di sbrigarti perché qui siamo pronti. – disse accarezzandosi la pancia

EJ: Certo aspettatemi però.

M: Si si.

EJ: Ragazzi.

D e S: Ciao Elijah.

 

Invece quattro giorni dopo...

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** CAPITOLO 15 ***


La mattina del 16 febbraio

 

M: Damon! Stefan!

D: Si?

M: Credo che stiate per diventare fratelli maggiori.

S: Cosa? No, non ancora. Elijah non c'è.

M: No infatti. Ma il bambino non aspetta di certo padre.

D: Ok, che facciamo?

S: Non so.

M: Allora respirate. Mi servite lucidi. Ci siete?

D: Si mamma. Scusa. Allora Stefan vai a prendere la borsa e io vado a prendere la macchina e chiamo le ragazze per andare all'ospedale.

 

In cinque minuti erano in macchina.

S: Mamma?

M: Si tesoro.

S: Come stai?

M: Per adesso ancora bene.

 

Entrarono in ospedale ed aspettarono un paio d'ore ma il bambino non dava alcun segno di voler uscire e il dottore decise di effettuare un cesareo anche se Meredith non era molto d'accordo, poi acconsentì e iniziarono a prepararla.

M: Ci vediamo tra poco.

D: Si stai tranquilla. – le baciò la fronte

S: Noi siamo qui ad aspettarvi.

M: Lo so, vi adoro ricordatevelo sempre.

S: Lo sappiamo.

Entrarono in stanza e la portarono in sala operatoria mentre Damon, Stefan, Elena e Lexi aspettavano nella saletta.

 

Dopo un' oretta e uscì l'infermiera con un fagottino rosa tra le braccia.

Inf: Chi di voi vuole prendere per primo la vostra nipotina in braccio?

Damon e Stefan fecero fatica a deglutire, allora Elena e Lexi si avvicinarono e la prese prima Lexi e così l'infermiera se ne andò.

L: Ma ciao splendore, i tuoi fratelli sono un po' fifoni ma non ti preoccupare.

E: Sono sotto shock ma passerà, sei bellissima.

I fratelli se ne stavano seduti in trans, poi Lexi passò la piccola a Elena. Poi ritornò l'infermiera a prenderla e avvisò che a breve la madre sarebbe stata portata in camera.

E: Ehi.

D: Si?

L: Perché non l'avete presa?

S: Perché...

L: Si?

D: Non lo so è così piccola.

E: E cosa c'entra?

S: Abbiamo paura di farle del male.

L: La vostra paura è inutile.

D: E perché mai?

L: Io l'ho presa.

S: Si ma...

E: Nessun ma, adesso andate da vostra madre.

 

Appena entrarono nella stanza si fiondarono verso la madre, si sedettero al suo fianco e dopo mezz'ora iniziò a svegliarsi.

M: Ciao.

D, S, L, E: Ciao.

M: Perché quelle facce. Sta bene vero?

L: Si sta bene. Hai due figli un po' fifoni.

M: Perché?

E: Dovevi vederli appena è arrivata l'infermiera.

M: Dov'è?

E: Lexi andiamo a vedere se ci danno...

L: Si andiamo.

D: Non sei curiosa di sapere cos'è?

M: Ho resistito nove mesi, posso resistere un paio di minuti.

S: In effetti hai ragione.

M: Avete chiamato Elijah?

D: No tieni.

 

EJ: Damon.

M: Ciao Elijah. Mi dispiace ma non ti ha voluto aspettare.

EJ: Cosa? È uno scherzo vero?

M: Assolutamente no.

EJ: Come stai?

M: Bene. Un po' stanca ma bene.

EJ: Cos'è?

M: Non so ancora Elena e Lexi sono andate al nido.

EJ: Vado a fare il biglietto.

M: Ok amore ti amo.

EJ: Anche io ti amo. Ti chiamo più tardi.

M: Va bene. Ciao.

S: Pronta mamma.

M: Per cosa?

D: Stanno arrivando.

M: Certo.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** CAPITOLO 16 ***


Entrarono tutte e tre.

Appena si accorse della copertina rosa scoppiò a piangere dall'emozione. Desiderava molto una femmina ma anche se fosse stato un maschio non ci sarebbe stata differenza.

E: Tienila Mer.

M: Ciao piccola. Sei bellissima e io che pensavo eri un altro maschio. Sei perfetta.

L: I tuoi figli non l'hanno presa in braccio.

D: Lexi!

L: Che c'è? È vero.

M: Perché?

S: Abbiamo paura.

M: Cosa? Avete paura di questo angioletto?

D: Di farle male.

M: Oh ma non dovete.

Poi suonò il cellulare.

D: Ciao.

EJ: Ciao. Ho cambiato il biglietto ma prima di domani non sarò li.

D: Tranquillo.

EJ: Allora cos'è?

D: Non sono ancora arrivate.

EJ: Va bene. Richiamo dopo.

S: Allora?

D: Fino a domani non è qua.

M: Non importa.

S: Sta notte mi fermo io.

D: Ok. Allora adesso ci sto io, arrivi tu e torno domani.

S: Perfetto.

E: E come farete con lei.

S: Ci sono le infermiere.

M: Siete tremendi.

Entrò l'infermiera con dei fogli in mano.

Inf: Scusate il disturbo. Ho portato il foglio per il riconoscimento.

M: Di niente. Il padre però non c'è.

Inf: Non importa. Ve li lascio qui. Torno dopo.

Damon si avvicinò ai fogli e li lesse.

D: Ma come fai con il nome?

M: Perché?

S: Avete già scelto?

M: Si l'abbiamo scelto insieme

D: Ok.

M: Chi la prende?

E si avvicinò Lexi.

L: Ciao piccola.

D: Devi solo mettere il nome e la tua firma. Perché è già tutto compilato.

M: Grazie. Allora... Marianne Salvatore Smith.

D: Cosa?

S: Cosa cosa?

D: Marianne è l'unione dei nostri nomi se eravamo femmine.

S: E come fai a saperlo?

D: Me l'ha detto mamma.

S: Ah, io non so mai niente invece. Perchè anche Salvatore?

M: Giusto Damon. Salvatore perchè in fondo è il vostro e il mio cognome, così siete davanti alla legge ancora più fratelli.

D: Grazie.

S: Si grazie.

 

Dopo un po' l'infermiera ritirò i fogli.

S: Mamma io vado a casa, torno sta sera. Lexi vieni con me o ti fermi?

L: Vengo a casa. Tieni.

M: Grazie, va bene tesoro.

S: Ciao mamma, ciao Marianne. – e salutarono tutti.

 

Damon prese il cellulare e si avvicinò.

M: Che fai?

D: Credo che a Elijah piacerebbe vedere sua figlia.

E: Hai ragione.

Così scatto una fotografia e scrisse “Ciao caro PAPINO questa meraviglia è MARIANNE SALVATORE SMITH e a quanto vedo credo abbia il tuo naso. Ciao ciao.”

Dopo un po' arrivò la risposta “Grazie Damon è meravigliosa. Vi voglio bene. Ciao.”

 

M: Damon?

D: Si.

M: Tesoro mi fai un favore?

D: Certo.

M: Mi fai vedere come stai con lei in braccio?

D: Ma...

M e E: Ti prego.

D: E va bene posso provarci.

M: Bene, vieni a prenderla.

D: No no. Ele puoi darmela tu?

E: Certo. – e la prese.

M: Grazie tesoro.

E: Ok tienile bene la testa.

D: No no aspetta se mi cade?

M: Damon!

E: E tu non pensarci, sei un vampiro dai.

D: Ok. Calma Damon, cosa vuoi che sia è una bambina, tua sorella quindi.

E: Allora?

D: Si si, ok dammela.

E: Ecco qui, tieni.

D: Ciao piccola, io sono Damon il tuo fratellone rammollito. Quanto sei bella, assomigli tanto alla nostra meravigliosa mamma. – e gli diede un bacio sulla fronte e in quel momento aprì gli occhi. – O mio Dio.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** CAPITOLO 17 ***


M: Che c'è? – disse asciugandosi le lacrime dopo aver assistito a quella scena così dolce e amorevole.

D: Guarda Ele.

E: Cosa? Vieni qui. – disse essendo vicino a Mer.

D: I suoi occhi!

M: Sono come i nostri, non sei contento?

D: Si certo, di Elijah sembra avere solo il naso.

E: Ma è piccola ancora.

D: Cosa c'entra?

M: Centra, per esempio tu appena nato avevi i capelli chiari.

D: A si allora cambia tutto quello che vuoi, ma non gli occhi, capito?

In quel momento la piccola fece una smorfia e iniziò a piangere.

D: E adesso che succede? Cos'ho fatto? – disse preoccupato.

M: Tranquillo, prova a cullarla.

D: Non va. Ehi piccola che c'è, vuoi la mamma?

M: Ele puoi chiedere all'infermiera se per caso potrebbe aver fame.

E: Certo vado.

D: Io che faccio?

M: Niente tienila.

D: Non la vuoi tu? Magari si calma. – e smise di piangere.

M: A quanto pare basti tu.

D: Grazie piccola.

 

E: Ha detto che se vuoi provare ad allattarla va bene. Se no vado a prendere un biberon.

M: Va bene. Adesso si è calmata.

E: Vedi tu. – e ricominciò a piangere.

M: Damon me la passi che proviamo.

D: Certo tieni. Io esco.

E: E perché?

D: Come perché. Me lo chiedi?

M: Non dirmi che ti vergogni.

D: Si mamma. Siete contente di farmi ammettere queste cose?

M: Tesoro guarda che se vuole il latte e assomiglia a voi andremo avanti per molto.

D: Si però...

M: Fai come credi sia meglio per te.

D: Va bene. – e si riaccomodò.

M: Dai piccola. Proviamo a mangiare.

Dopo alcuni tentativi riuscì ad attaccarsi. Poi l'infermiera entrò a controllare se era tutto a posto e uscì.

E: Tutto ok?

D: Si.

E: Davvero?

D: Ma non ti fa male mamma?

E: Guarda che non morde.

D: Lo credo bene.

M: Voi uomini. – disse sorridendo al figlio.

E la piccola si addormentò.

E: Tutto bene?

M: Sono un po' stanca.

E: Allora riposati. La vuoi tenete in stanza o no?

M: Visto che ci siete voi la terrei qui.

E: Ok vado a dirlo.

 

Dopo un po' rientrò con la culla e dei pannolini e il necessario per il cambio.

D: E tutto questo?

E: Per cambiarla.

M: Alla faccia. La prendete?

D: Prego. – fece cenno a Elena.

E: Ecco ok riposati.

M: Grazie ancora.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** CAPITOLO 18 ***


Infermiera: E' riuscita ad attaccarla?

Elena: Si si.

Infermiera: Bene se avete bisogno chiamate.

Elena: Certo grazie.

 

Damon nel frattempo aveva sistemato una sedia vicino alla culla per osservare la piccola.

Elena: Ehi, sembri mangiarla con gli occhi.

Damon: No. Non è vero. La osservo solo.

Elena: No la fissi. Sai quanto sei bello con lei in braccio?

Damon: No quanto? Io sono bellissimo così.

Elena: Quanto sei modesto, comunque tanto. – e lo baciò.

 

Dopo un paio d'ore la piccola si mise a piangere.

Damon: E adesso cos'hai?

Elena: Magari bisogna cambiarla.

Damon: Cosa?

Elena: Vieni proviamo, shh piccola cerchiamo di non svegliare la mamma.

Aveva proprio ragione era da cambiare e appena finito Damon parlò.

Damon: Posso prenderla?

Elena: Certo tieni.

Damon: Grazie. Amore secondo te a chi assomiglia?

Elena: Fammi pensare... Gli occhi mi sembra di averli già visti a qualcuno ma non saprei, forse da mio marito che gli ha presi da sua madre. Poi vediamo... I capelli sembrano anche quelli della madre e di mio cognato. Infine il naso è quello di suo padre. Però è ancora piccola.

 

Meredith: Ciao.

Elena: Ciao ti abbiamo svegliato?

Meredith: No certo che no.

Elena: Le ho cambiato il pannolino da poco.

Meredith: E adesso dorme in braccio al suo fratellone.

Damon: Si direi di si. La vuoi?

Meredith: No tienila tu, siete bellissimi.

Damon: Mamma dopo obblighi anche Stefan vero?

Meredith: Obbligare è una parola grossa, certo che deve prenderla.

 

Poi entrò l'infermiera con la cena.

Infermiera: Ecco qui, mangia qualcosa. Tutto a posto la bambina?

Damon: Si, un angioletto.

 

Dopo cena.

Damon: Ele non hai fame?

Elena: No, adesso no, mangio poi a casa.

Damon: Ok tanto tra poco arriveranno.

 

Infatti dopo mezz'ora arrivarono.

Stefan: Ehi Damon... Ciao mamma.

Meredith: Ciao piccolo, ciao Lexi.

Lexi: Ciao Mer. Vedo con piacere che hai preso la piccola e non ti ha mangiato. Posso?

Damon: Spiritosa, prendila.

Stefan: Come ti senti?

Meredith: Bene ma stanca.

Lexi: Sai Mer che è bellissima, molto più bella di loro.

Stefan: Ma grazie.

Lexi: E' la verità. Devo dire che anche voi due non siete proprio da scartare visto che vi abbiamo sposate. Vero Ele?

Elena: Si direi di si. Sai che ha già mangiato e abbiamo anche cambiato il pannolino?

Lexi: Brava.

Meredith: Si si. Si è subito attaccata, strano che non abbia di nuovo fame. Vero Damon?

Lexi: Damon cosa c'entra?

Elena: Aveva paura che la mordesse.

Lexi: Guarda che non è un vampiro. Voi uomini...

Damon: Ma vi siete messe d'accordo?

Stefan: Sei rimasto qui?

Damon: Si dopo una bella ramanzina, tocca anche a te. Pure il pannolino.

Stefan: O no no.

Damon: Si caro mio.

Meredith: Stefan.

Stefan: Si?

Meredith: Mi fai un piacere?

Stefan: Certo.

Meredith: Bene, prendi anche tu, tua sorella in braccio.

Stefan: Cosa?

Damon: Ci sono cascato anche io. Prego ti lascio il posto, questa poltroncina è molto comoda sai. Lexi prego. Ah Ste, risparmiati le domande per temporeggiare, tanto ti tocca. Ti ho avvertito così ti risparmi una figuraccia perchè ti voglio bene.

Stefan: Grazie caro, anche io.

Damon: Di niente fratellino.

Lexi: Pronto?

Stefan: Credo di si.

Lexi: Bene tienile bene la testa.

Stefan: Ok... Ciao bellissima. – e gli posò un bacio sulla fronte.

Damon: Tra un po' ti tocca la sorpresa.

Stefan: Cosa? – e in quel momento aprì gli occhi.

Damon: Eccola!

Stefan: Gli occhi della mamma... – e Marianne iniziò a piangere – Che ho fatto?

Lexi: Oh vieni, niente Ste è solo bagnata.

Damon: Di nuovo.

Meredith: Evidentemente vedere i suoi fratelli fa questo effetto.

Stefan: Grazie.

Damon: Vai a vedere come si fa.

Elena: Perchè non provi?

Damon: E' meglio che ne vede uno cambiato bene.

Terminato il cambio ricominciò a piangere.

Meredith: Magari ha fame.

Stefan: O no.

Elena: e Lexi: Stefan!

Damon: Ah ah.

Elena: Damon!

Damon: Che c'è?

Elena: Niente, lascialo in pace.

Meredith: Vieni piccola.

 

Appena finito di mangiare si addormentò e Lexi la mise nella culla.

Infermiera: L'orario di visita è finito.

Damon: Si andiamo.

Elena e Lexi: Ciao. – ed entrambe l'abbracciarono.

Damon: Ciao mamma ci vediamo domani mattina.

Meredith: Si tesoro riposati. Ciao.

Damon: Ciao Ste.

Stefan: Ciao Dam.

Lexi: Mi portate a casa vero?

Damon: No certo che no. – e mise il broncio. – Dai andiamo. – e gli sorrise.

Lexi: Grazie caro. Ciao amore.

Stefan: Ciao.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** CAPITOLO 19 ***


Arrivarono a casa e dopo aver cenato andarono in camera.

Elena: Damon?

Damon: Si.

Elena: Eri davvero così in imbarazzo?

Damon: Si, perché vedere la mamma, beh... Hai capito.

Elena: Si. E la faccenda del pannolino?

Damon: E' piccola. E io sono imbranato.

Elena: No, non è vero. Comunque ora dormi che sei stanco.

Damon: Anche tu. Ti amo.

Elena: Anche io. – e si adagiò sul suo petto.

 

Marianne si era svegliata un paio di volte sia per mangiare che per essere cambiata e in questo caso sorgeva il problema.

Meredith: Ste, stai calmo che riesci.

Il mattino seguente Mer si alzò dal letto aiutata da Stefan e fece colazione.

 

Damon: Io vado. Elijah ha detto che arriverà oggi pomeriggio e poi vengo a casa.

Elena: Ok. Buona giornata fratellone.

Damon: Grazie amore.

 

Damon arrivò in ospedale mentre Marianne stava mangiando.

Damon: Ciao.

Stefan: Ciao.

Meredith: Ciao tesoro. – e baciò il figlio.

Damon: Com'è andata?

Stefan: Bene a parte i pannolini. Sono rognosi da matti.

Damon: Grazie per avvertimento.

Stefan: Io andrei.

Meredith: Certo. Grazie per tutto.

Stefan: Ma va mamma. Ciao. Damon.

Damon: Ciao.

Meredith: Come stai?

Damon: Io bene. Tu?

Meredith: Bene.

Damon: Mangia tanto?

Meredith: Abbastanza. Si addormenta facilmente.

Damon: Meno male.

Meredith: Avresti voglia di cambiarla?

Damon: Certo. – e la cambiò facilmente.

Meredith: Complimenti tesoro.

Damon: Grazie modestamente.

 

Verso le 16 arrivò un messaggio da Elijah.

Elijah: “Ciao. Mezz'ora sono li. Che stanza è?”

Damon: “Ciao. È la stanza numero 2.”

Elijah: “Grazie. A dopo.”

Damon: “Ciao”

 

Damon: Elijah tra poco sarà qui.

Meredith: Bene, sono felice.

Damon: Posso tenerla?

Meredith: Certo che puoi.

Damon: Grazie.

Meredith: Mi ricordo che quando nacque Stefan lo volevi prendere. Tuo padre te lo proibì ma ti concesse di stare nella stanza con noi e allora appena si allontanò tu salisti sul letto e io te lo misi in braccio. Poi quando tornò, ti vide e si mise a piangere.

Damon: Non ci credo e perchè?

Meredith: Perchè vedervi insieme lo commosse.

Damon: Mah.

Meredith: Non mi credi?

Damon: No no certo, mi sembra strano per lui.

Meredith: Ti può sembrare strano ma tuo padre era buono e gentile.

Damon: Si si ti credo.

 

Poi la porta si aprì.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** CAPITOLO 20 ***


 

Elijah: Amore!

Meredith: Ciao che bello vederti!

Elijah: Come stai?

Meredith: Bene. – e si baciarono a lungo.Ehi, ti amo lo sai? Ma non vuoi conoscere tua figlia?

Elijah: Certo che lo so. Io ti amo ancora di più. Dov'è?

Meredith: Come dov'è?

Elijah: Si dov'è la piccola?

Meredith: Mah...

Damon: Certo piccola che oltre a due fratelli strani ti tocca anche un padre non messo tanto meglio.

Elijah: Ma Damon dov'eri?

Meredith: Era qui. E' arrivato stamattina e non si è allontanato neanche un secondo.

Elijah: Davvero? Scusa non ti… Non vi ho né visti né sentiti.

Damon: Noi eravamo sulla poltroncina molto carina e comoda.

Elijah: Scusa davvero. Dorme?

Damon: Come sempre.

Meredith: Tesoro ha un giorno di vita.

Damon: Si ma sta sveglia più o meno per mangiare e per essere cambiata.

Meredith: Abbi pazienza. Tra un paio di settimane le tue orecchie non si ricorderanno questo silenzio.

Damon: Dici?

Meredith: Certo, ci sono già passata. Ricordi?

Damon: Capito. – e si alzò avvicinandosi a Elijah.

Elijah: Che fai?

Damon: Ti do tua figlia e alzo i tacchi.

Elijah: No no tienila tu che sei bravo.

Damon: Mamma tocca a te.

Meredith: Elijah ci sono passata due volte ieri ma sembri peggio di loro. E' tua figlia prendila in braccio. Ieri ho dovuto pregarli, lui parlava da solo e adesso guardalo sembra che siano così da una vita. L'altro perchè era stato avvertito si è risparmiato, si sono fatti ridere dietro dalle loro mogli. Lei è un amore. Ah, poi non dirmi che anche tu uscirai mentre mangia e durante il cambio pannolini perché hanno fatto così anche loro e sono sopravvissuti benissimo. Vero?

Damon: Si si.

Meredith: Quindi?

Elijah: Quindi...

Meredith: Ti comporti come loro, ma va bene. Damon ti spiace rimanere ancora un po'?

Damon: Certo che no. La vuoi mamma o posso tenerla ancora?

Meredith: Tienila pure. Non per opprimerti però dovresti prenderla prima che Damon vada via.

Elijah: Perchè?

Meredith: Perchè io non posso alzarmi, per prenderla, cullarla e cambiarla. Non ti fermi stanotte?

Elijah: Certo che mi fermo, non pensavo che restava in stanza.

Damon: Si si invece.

Elijah: Stanotte chi c'era?

Meredith: Stefan, è stato molto bravo.

Damon: Io?

Meredith: Anche tu bravissimo.Elijah si alzò e si avvicinò a Damon.

Damon: La vuoi?

Elijah: No voglio vederla bene.

Damon: Aspetta la metto nella culla così puoi fissarla meglio.

Elijah: Ma non voglio fissarla, solo guardarla.

Meredith: Anche loro hanno detto così.Damon le posò un bacio sulla fronte e la mise giù.

Elijah: Sei proprio bella Marianne, come la mamma. Di che colore ha gli occhi?

Meredith: Vedrai, tra poco dovrebbe mangiare.

Elijah: A si piccola, bene. – e dolcemente le sfiorò una manina e in quel momento aprì gli occhi. – I vostri occhi!

Meredith: Ti dispiace?

Elijah: No no certo che no. – e la piccola si mise a piangere.

Damon: Eccola. Vieni su... Shh calma... Vuoi mamma? Certo che si... Tieni ma.

Meredith: Grazie caro. Ciao piccola hai fame, mangia tranquilla. – appena finito ricominciò a piangere.

Elijah: Adesso cos'ha?

Damon: Indovino?

Meredith: Si hai proprio indovinato.

Damon: Vieni.

Terminato il cambio, incominciò a fissare intensamente il fratello che la teneva amorevolmente in braccio.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** CAPITOLO 21 ***


Damon: Che c'è piccola? Lo so che sono bello, anzi bellissimo però se mi guardi così con quegli occhioni io mi sciolgo e poi Elena cosa dirà?

Elijah: Che fine ha fatto il Damon che conosco?

Damon: Boh. Io l'ho detto che era già rammollito e adesso...

Meredith: Adesso è dolce.

Damon: No è super rammollito.

Meredith: No sei dolce, premuroso e...

Damon: E rammollito.

Meredith: No! Ma se sentirti dire che ti sei rammollito ancora di più per lei ti far stare meglio, allora te lo dico. Damon Salvatore la nascita di tua sorella ti ha fatto rammollire. Contento?

Damon: Contentissimo. Grazie mamma.

Meredith: Prego. – disse ridendo.

La piccola si addormentò fra le sue braccia stringendo l'indice della mano destra del maggiore.

 

Dopo cena Elijah si decise.

Elijah: Ok.

Meredith: Cosa?

Elijah: Proverei a prenderla.

Damon: Bene siediti.

Elijah: Si capo.

Meredith: Elijah!

Elijah: Scusa.

Damon: Niente, dai. – e delicatamente la posò tra le braccia del padre.

 

Elijah: Ciao tesoro, ma quanto sei bella? Tanto si si.entrarono Stefan, Lexi ed Elena.

Stefan, Lexi, e Elena: Ciao.

Stefan: Mamma come stai? Damon pensavamo ti eri perso.

Meredith: Ciao a tutti, sono un po' stanca.

Damon: Spiritoso.

Meredith: Abbiamo avuto gli stessi problemi di ieri. – disse guardando Elijah.

Lexi: Non ci credo!

Elena: Davvero?

Meredith: Si.

Stefan: Cioè?

Lexi: Stefan cosa avete fatto voi due ieri?

Stefan: Ah, davvero Elijah?

Damon: Si. L'ha presa in braccio solo adesso.

Elena: Non ci credo e tu amore tutto bene?

Meredith: E' stato bravissimo.

Elena: Bene sono contenta.

Lexi: Forse è meglio andare, Meredith è stanca.

Meredith: Ma no.

Stefan: Si mamma è vero, andiamo. – e salutarono tutti.

Meredith: Grazie Damon.

Damon: Di niente mamma ciao.

Elena: Ah Elijah domani mattina vengo io se non ti vuoi fermare.

Elijah: Grazie.

Meredith: Ele ma...

Lexi: Alla sera ci vengo io.

Meredith: Va bene a domani.

 

Il giorno dopo il medico avvertì che l'indomani potevano andare a casa.

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** CAPITOLO 22 ***


Dopo colazione.

Elena: Contenti che vengono a casa?

Damon: Si direi di si.

Stefan: Infatti.

Elena: Elijah per quanto sei in ferie adesso?

Elijah: Due settimane.

Damon: Solo?

Elijah: Si.

Elena: E poi?

Elijah: Poi metterò le cose in chiaro. Basta viaggi e voglio il trasferimento il più vicino possibile.

Stefan: Bene. – poi suonò il suo cellulare.

Lexi: Ciao Stefan. Dalle 10 potete venire.

Stefan: Bene a dopo tesoro.

Lexi: Ti amo.

Stefan: Ti amo anche io.

Elijah: Potrei andare io?

Elena: Certo. Noi aspetteremo.

Damon: Vai piano in macchina. Hai già montato il seggiolino?

Elijah: No.

Stefan: Allora andiamo.

 

Si fecero le 10 e partì. Arrivato all'ospedale parcheggiò vicino all'entrata e si diresse dentro. Vide che c'era molto movimento e si affrettò ad andare nella stanza di Meredith.

Elijah: Ciao amore.

Meredith: Amore. Sei venuto tu a prenderci.

Elijah: Si. Voglio stare solo con le miei due donne.

Lexi: Ci sono anche io.

Elijah: Lo so.

Infermiera: Ciao Meredith. Ti ho portato le dimissioni.

Meredith: Grazie. – le firmò e gliele porse.Devo proprio uscire con quella.

Infermiera: Si. È la prassi.

Scese dal letto piano e si adagiò sulla sedia a rotelle. Dopo che ebbero ringraziato sia i dottori che le infermiere uscirono dall'ospedale e si diressero a casa.

Elijah: Amore stai bene?

Meredith: Si si. È che sono un po' stanca.

Elijah: Dopo ti riposerai.

 

Dopo mezz'ora di macchina arrivarono a casa.

Meredith: Che male.

Elijah: Aspetta, vieni qui.

Meredith: No amore ce la faccio. Tranquillo. Ho bisogno di camminare.

Elijah: Allora aspetta che ti aiuto. Lexi potresti prenderla?

Lexi: Certo. Vieni qui cognatina.

Meredith: Grazie.

Davanti a casa c'era Elena pronta per aprire la porta.

Elijah: Vieni siediti.

Damon: Cosa succede?

Meredith: I punti.

Stefan: Oh, allora non muoverti.

Subito dietro di loro entrò Lexi.

Elena: Ciao Lexi. Ciao anche a te piccola. – disse visto che era sveglia.

Damon: Come mai è sveglia?

Lexi: E' a casa e poi fuori fa freddo.

Stefan: La mia sorellina. Ciao Lexi. – e la baciò. – Sarai stanca.

Lexi: Ho un po' fame.

Stefan: La tenete voi?

Elena: Si certo. Vai pure Lexi.

Lexi: Grazie. Scusate.

Meredith: Grazie a te.

Damon: Hai fame?

Meredith: Per adesso no. Sono solo un po' stanca.

Elijah: Ti devo portare su?

Meredith: Non so magari dopo che ha mangiato.

Elijah: Vuoi provare adesso? Così almeno dopo dormi un po'.

Meredith: Ok, proviamo. Ele potresti...

Elena: Certo.

Meredith: Grazie. Amore mangiamo? – e l'attaccò al seno.

Damon: Una cosa mamma. Il lettino lo volete in camera vostra o nella sua.

Meredith: E' un problema se lo metti nella nostra. Così se si sveglia è più controllata.

Damon: Certo che no. Era solo per spostare il lettino. Vado subito.

Elijah: Amore ti porto su?

Meredith: Si ma lei.

Elijah: La guarderesti?

Elena: Certo. – così salirono e scese di sotto Damon. – Tienila.

Damon: Grazie.

Più tardi suonò il campanello di casa. Elena andò ad aprire la porta e c'erano Bonnie, Jeremy, Caroline e Rose.

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** CAPITOLO 23 ***


Elena: Ehi ciao.

Caroline: Dov'è? Non resisto più.

Elena: E' di la con Damon.

Bonnie: Ciao Ele.

Elena: Bon. – e si abbracciarono.

Rose: Ciao.

Elena: Ciao Rose. – e poi si diressero in salotto.

Caroline: Ciao posso avvicinarmi?

Damon: Ciao Caroline. Io sto bene grazie e tu con il lupacchiotto? Tutto ok?

Caroline: Scusa. Ciao Damon. Si tutto bene.

Damon: Perdonata. Vieni. È ancora sveglia.

Caroline: Grazie.

Jeremy: Damon Salvatore che fa il baby sitter.

Damon: Spiritoso. Ma in teoria faccio il fratello-sitter.

Elena: Jer.

Damon: Ele secondo te se la metto giù succede qualcosa?

Elena: Non lo so. Al massimo si mette a piangere.

Damon: Ok. Prego. Avvicinatevi per vedere questo splendore.

Caroline: Hai ragione. È proprio un splendore.

Bonnie: Si è un amore.

Rose: Mer come sta?

Damon: E' stanca. Ma sta bene. Se vuoi andare su a salutarla.

Rose: No, lasciala riposare. Le ho portato questo. Spero che vada bene. E soprattutto che gli piaccia. Perché appena l’ho visto me ne sono innamorata.

Damon: Grazie ma non dovevi.

Rose: Figurati.

Jeremy: Stefan e Lexi?

Elena: E' stata tutta la notte in ospedale e adesso sono su. Tu Jer non la vuoi prendere?

Jeremy: Prima le signore.

Caroline: Posso prenderla?

Damon: Solo se fai piano.

E poi anche le altre la presero in braccio. Poi Caroline vide che Damon se la mangiava con gli occhi.

Caroline: Sei... Sei...

Damon: Rammollito?

Caroline: No! Sei tenero.

Damon: Sarà... Mi stupisco solo che sia ancora sveglia.

Elena: Tranquillo.

Rose: Jer la vuoi prendere?

Elena: Dai.

Jeremy: Ok.

 

Dopo poco la riprese Ele perché si era messa a piangere.

Jeremy: La zia ha detto che passerà dopo.

Elena: Va bene. Mamma e papà?

Jeremy: Anche loro.

Bonnie: Meglio che andiamo. Magari si addormenta.

Damon: Grazie della visita.

Caroline: Questo vestitino è per lei. E questa è da parte di Carol. Ha detto che sono molto utili.

Damon: Cosa sono?

Caroline: Bavaglini.

Damon: A ok grazie.

Caroline: Ora però andiamo. Ciao ciao.

Elena: Ciao.

 

Damon: Proveresti ad addormentarla tu. Magari sentendo il tuo cuore si addormenta.

Elena: Certo. – infatti dopo poco si addormentò.

Stefan: Dorme?

Damon: No Ste, non vedi che è super sveglia.

Stefan: Sei simpatico lo sai?

Damon: Si lo so.

Stefan: Tieni va. – e gli diede un bicchiere di bourbon.

Damon: Grazie.

 

Poi scese la madre ed Elijah.

Elijah: Sempre a bere voi due?

Damon: Certo. È da un po' che ci conosci. Ne vuoi uno?

Elijah: No grazie. Preferisco tenermi il fegato sano. – e tutti scoppiarono a ridere.

 

Dopo cena arrivarono Rick, Jenna, Isobel e John. Passarono un'oretta a chiacchierare.

Isobel: Questi sono per la piccola. – e gli porse un pacchetto.

Meredith: Isobel non dovevi.

Isobel: Figurati.

Dopo aver fatto il giro fra le braccia di tutti era ora per Marianne di provare il suo lettino.

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** CAPITOLO 24 ***


Alle 3 iniziò a piangere come una forsennata.

Elijah: Perché fai così? Hai mangiato e sei pulita. Su dai. – disse cullandola.

Meredith: Prova a darmela. – ma niente.

Così bussarono alla porta.

Elijah: Si?

Damon: Posso?

Meredith: Certo.

Damon: Che succede?

Elijah: Non lo so. Vuoi provare?

Damon: Si tanto sveglio qua o in camera è uguale.

Meredith: Scusa.

Damon: Figurati. Vieni cucciola. La porto via. Non hai una bella cera papino. – notando che era solo in boxer e portava un t-shirt al contrario.

Elijah: Si ti prego.

Meredith: Elijah!

Elijah: Scusami. Sono stanco, anzi esausto.

Damon: Dai noi andiamo. Quando si riaddormenta la riporto.

Elijah: Grazie sei il mio salvatore.

Damon: Ah ah. Ma che bella battuta.

Elijah: Scusa sto andando di matto.

Damon: Noi andiamo. Ciao ciao.

Elijah: Perché con lui ha smesso subito?

Meredith: Perché tu sei nervoso. Lui invece è più tranquillo. Buona notte amore. – e si mise vicino a lui.

Elijah: Buona notte anche a te amore mio.

 

Dopo un'oretta Damon la riportò in camera.

Elijah: Grazie.

Damon: Di niente. Buonanotte.

Elijah: Buonanotte anche a te Damon. – e tornò da Elena.

Elena: Ehi.

Damon: Scusa. Ti ho svegliata?

Elena: No tranquillo. Che succede?

Damon: Sos Originale in crisi.

Elena: Capito. Vieni qui vicino a me.

Damon: Si. Però dormi.

 

Verso le 5 Marianne si svegliò. Questa volta si alzò Elijah la prese e la portò di sotto e si sedettero sul divano.

Elijah: Piccola lo sai che sei bellissima. Si si sei proprio bella come tua madre. Ho paura di farti male prendendoti in braccio. Damon e Stefan sono dei fratelli bravissimi. Sei fortunata sai? Non tutti hanno dei fratelli così. Anche io sono fortunato a poterli considerare figli. Sei perfetta, piccola mia. Staremo molto insieme questi giorni. – e Marianne si mise a piangere.

Elijah: No, ti prego non fare così. Ti porto dalla mamma.salirono e svegliò Meredith.Amore. È possibile che la cucciola abbia fame?

Meredith: Può darsi, vieni qui piccola.

Elijah: E' così bella. Proprio come la madre.

Meredith: Anche il padre è molto bello sai?

Elijah: A si?

Meredith: Si si.Marianne finì di mangiare e poi Elijah la riprese in braccio.Hai paura che te la rubi? Non volevi toccarla e adesso non la molli più. Sembra che siate pappa e ciccia. Non so se mi sono spiegata.

Elijah: Scusa, ma quando io dovrò partire e non potrò vederla fino a fine settimana io... Io... – disse mentre le lacrime stavano per scendere.

Meredith: Ehi amore, calmati.

Elijah: Ho paura di non vederla crescere. Ho paura che quando sarà grande mi odi e mi rinfacci che non sono mai stato con lei. Penserà che non le avrò voluto bene e che l'abbia trascurata. Non posso perderla.

Meredith: Mi sentivo anche io così. Ma poi Damon mi ha rassicurato.

Elijah: E’ questo il punto. Io a parte te non ho nessuno.

Meredith: Ti sbagli. Hai tutti noi. I ragazzi ti vogliono bene, anche Elena e Lexi. Siamo una famiglia.

Damon: Mamma ha ragione, non sei solo.

Stefan: Infatti.

Elijah: Vi voglio bene ragazzi. – e si abbracciarono.

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** CAPITOLO 25 ***


 

Meredith: Damon credo che tua sorella abbia bisogno di essere cambiata.

Damon: Dammi la pulce. – la cambiò e poi tornarono in camera. – Eccoci qui. Fresca e pulita. Chi la vuole?

Elijah: Damon, Stefan devo parlarvi.

Meredith: Fate pure, però lei resta con me.

Elijah: Va bene. – e scesero. – Devo dirvi una cosa … Vi voglio bene.

Stefan: Lo sappiamo e te ne vogliamo anche noi. – e si abbracciarono.

 

Il mattino dopo Elijah chiamò i suoi genitori.

Mikael: Pronto?

Elijah: Ciao papà.

Mikael: Ciao Elijah. Tutto bene?

Elijah: Si si. Voi state bene?

Mikael: Si si. Stiamo tutti bene. Non sei al lavoro oggi?

Elijah: E’ nata mia figlia.

Mikael: Sul serio? La mia nipotina è nata?

Elijah: Si. Una settimana fa.

Mikael: Quando possiamo venire?

Elijah: Quando volete.

Mikael: Il prima possibile.

Elijah: Ok.

Mikael: Ciao. Ti faremo sapere.

Elijah: Ciao papà. – e riattaccò.

 

Salì poi su di sopra.

Meredith: Amore chi hai chiamato?

Elijah: I miei genitori.

Meredith: Wow. Così noi due li conosceremo.

Elijah: Non ti dispiace, vero?

Meredith: No, certo che no. Dovrò vestirmi bene. Devo fare una bella figura.

Elijah: Sarai bellissima anche con la camicia da notte.

Meredith: Grazie amore mio.

Elijah: E la cucciola come si veste?

Meredith: Mette la tutina che le ha comprato Rose.

Elijah: L’ho già vista io?

Meredith: No. Sorpresa anche per te.

Poi squillò il telefono.

Elijah: Damon puoi rispondere.

Damon: Si. – e rispose.

Mikael: Ciao Elijah.

Damon: Pronto. Chi è?

Mikael: Mi scusi. Sono Mikael Smith. Il padre di Elijah.

Damon: Mi scusi lei.

Mikael: Ho fatto il numero giusto vero?

Damon: Si si. Sono Damon Salvatore.

Mikael: Damon Salvatore? Il figlio della ragazza di mio figlio?

Damon: Si, sono io. Aspetti, glielo chiamo.

Mikael: Grazie.

Damon: Elijah c’è tuo padre al telefono.

Elijah: Arrivo.

Damon: Ok.

Elijah: Ciao papà. Dimmi.

Mikael: Ciao Elijah. C’è un aereo domani.

Elijah: Perfetto. Chiedo a due miei amici se posso venire con me a prendervi.

Mikael: Grazie. Ci vediamo. – e riattaccò.

Elijah: Damon puoi chiedere a John e a Rick se possono venire con me all'aeroporto?

Damon: Va bene. Però noi ce ne andiamo.

Elijah: Perché? Non li volete conoscere?

Stefan: No. I “nonni e gli zii” li vedremo poi.

Elijah: Ma? Vi prego.

Damon: Sai che non ci piacciono i posti affollati. E poi avete bisogno un po’ di privacy.

Elijah: Ma devono essere invitati.

Damon: La casa è di Elena.

Elijah: Questa me la pagate.

Stefan: Scusaci.

Damon: Cosa possiamo fare per farci perdonare?

Elijah: Per prima cosa un abbraccio e farete dormire i miei qui.

Stefan: Solo questo?

Elijah: Aspettate. Questa sera cucini tu Damon.

Damon: Va bene, papà.

Elijah: Prego ricompense. – e si abbracciarono tutti e tre. – Ah Damon sappi che se non cucini domani cucinerai il giorno dopo. Per tutti.

Damon: Ci tieni proprio a farmi fare una figuraccia!

Elijah: Smettila. Perché ti preoccupi. Tanto cucini bene.

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** CAPITOLO 26 ***


Angolo della scrittrice...

Buona sera a tutti!

Innanzitutto volevo ringraziare coloro che hanno messo la storia nelle seguite/preferite/ricordate, a cui recensisce in particolare LA RAGAZZA DEI VAMPIRI e ROSE OF BLOOND e hai lettori silenziosi.

Passiamo al capitolo. Come avrete letto nel capitolo precedente ci sarà l'arrivo degli Originals. Per non copiare pari pari da The Vampire Diaries abbiamo modificato i nomi dei fratelli Originali tenendo come rifermento Esther, Mikael e Rebekah. Inoltre, per non lasciare Rebekah l'unica figlia femmina, abbiamo deciso di aggiungere un'altra sorella.

Detto questo vi lascio alla lettura.

A presto...

...leli...

 

Il giorno dopo …

Verso le 14 Elijah prese la macchina e andò all’aeroporto a prendere i suoi genitori con John e Rick.

Dopo 30 minuti arrivarono.

Elijah: Io vado dentro ad aspettarli.

Rick: Perché sono dovuto venire anche io?

Elijah: Perché dove mettiamo i bagagli?

John: Sono in sette e poi ci sono tre donne. Senza offesa.

Elijah: Tranquillo. Ma Ally e mia madre non piace aver tanta roba. Mentre a Rebekah si.

Rick: Dove dormono?

Elijah: I miei genitori dormono al Pensionato. I miei fratelli nel mio vecchio appartamento.

Rick: Ok.

Elijah: Adesso vado a prenderli. – ed entrò in aeroporto.

 

Aspettò 20 minuti e il loro aereo atterrò.

Ally: Ciao Elijah.

Elijah: Ally. Ciao sorellona. – e si abbracciarono.

Tom: Elijah.

Elijah: Tom. – e si abbracciarono.

Tom: Come stai fratello?

Elijah: Tutto bene. Tu?

Tom: Benissimo.

Clay e Lio: Ciao fratellino.

Elijah: Ciao ragazzi. – e si abbracciarono.

Rebekah: Ciao fratellone.

Elijah: Beccky.

Mikael: Bello quest'aeroporto. Ciao figliolo.

Elijah: Ciao papà. – e si abbracciarono.

Ester: Ciao Elijah.

Elijah: Ciao mamma. Possiamo andare? Le valige?

Ally: Le abbiamo prese.

Elijah: Bene, andiamo.

 

Uscirono e incontrarono John e Rick.

John e Rick: Salve.

Mikael: Salve. – disse parlando a nome di tutti.

Elijah: Loro sono i miei fratelli Ally, Clay, Lio, Tom e Rebekah.

John e Rick: Piacere.

Ally, Clay, Lio, Tom e Rebekah: Piacere nostro.

Mikael: Io sono Mikael. Piacere.

Rick: Io sono Alarick Saltzman.

John: Io sono John Gilbert.

Mikael: Lei è mia moglie, Esther.

John e Rick: Piacere signora.

Ester: Piacere.

Elijah: Andiamo. Papà, mamma, Beccky. Voi venite con me. Ally, Clay, Tom e Lio voi andrete con John.

Rick: Le valige le prendo io.

Mikael: La ringrazio.

Rick: Si figuri. – e salirono in macchina.

Elijah: Quando arriveremo a casa vedrete una ragazza che assomiglia moltissimo a Charlotte Petrova. Ma non è lei. Si chiama Elena Gilbert ed è l'ultima doppleganger Petrova.

Rebekah: Esistono ancora?

Elijah: Si. Credo però che sia l'ultimissima doppleganger.

Ester: Credo che ci sia anche quella Meredith?

Mikael: Non essere scortese Esther.

Elijah: Quella Meredith è la mia compagna mamma.

Dopo 20 minuti di conversazione arrivarono a casa.

Elijah: Aspettate qui.

Nel frattempo arrivò anche la seconda macchina. E poi arrivò Rick con le valige.

 

In casa...

 

Elijah: Ele potresti...

Elena: Certo.andò ad aprire.Prego entrate.

Mikael, Ester, Ally, Clay, Lio, Tom e Rebekah: Grazie.

Tom: Wow che reggia.

Elijah: Non è una reggia. È una casa normale.

Ally: Non tanto normale. Chi ci abita qui? Dei principi?

Elijah: E' la casa dei ragazzi. si accomodarono in salotto.Io vado da Meredith.

Elena: Ok. La piccola è su.

Clay: Assomigli molto a Charlotte. Solo che tu sei più carina.

Elena: La ringrazio.

Elijah: Clay, Elena è sposata.

Clay: A si? Comunque a nome di tutti i miei numerosi fratelli dacci del tu. Ci fai sentire vecchi.

Elena: Va bene. Signora Smith credo che questa sia sua. – e gli consegnò una scatolina.

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** CAPITOLO 27 ***


Esther l'aprì e rimase senza parole.

Ester: Ma è la mia collana. La ringrazio Elena.

Elena: Si figuri.

Elijah: Scusatemi. Scendono subito.

Mikael: Grazie Elijah.

Dopo 10 minuti scesero.

Meredith: Salve. Scusate il ritardo ma la piccola aveva fame.

Elijah: Tranquilla. Lei è Meredith, la mia ragazza.

Mikael: Piacere io sono Mikael, il padre di Elijah.

Meredith: E' un piacere conoscerla Mikael.

Mikael: La prego mi dia del tu.

Meredith: Solo se lo fa anche lei.

Mikael: Lei è mia moglie Ester.

Meredith: Piacere. – disse sporgendo la mano ma Ester non la guardò anche.

Elijah: Loro sono Ally, Clay, Lio, Tom e Rebekah.

 

Dopo 5 minuti arrivò Lexi con la piccola Marianne.

Lexi: Salve a tutti.

Ally, Clay, Lio, Tom e Rebekah: Salve.

Elijah: Lei è Lexi. La moglie di Stefan e lei è la mia bellissima Marianne.

E tutti andarono a vedere la piccola.

Mikael: Ma quanto è bella la mia nipotina. Assomigli molto a tua madre. Lo sai vero?

Meredith: Grazie.

Ester: Basta. Io non ce la faccio più a stare in questa casa!

Mikael: Ester calmati.

Ester: No, non voglio calmarmi. Ok? Elijah ha ucciso Niklaus e tu ti comporti come se non fosse successo niente e ti comporti come se facessi parte da sempre di questa famiglia.

Meredith: Io vado di la con la piccola.

Andò da Lexi, prese la piccola in braccio e la portò in cucina.

Elijah: Non devi dire così mamma!

Ester: Hai ucciso tuo fratello!

Elijah: Lui ha ucciso la mia famiglia!

Ester: Non ne avevi comunque il diritto.

Elijah: Neanche lui.

Rebekah: Se non ci fosse stato Elijah saremo ancora in quelle bare mamma.

Ester: Ha commesso un errore.

Elijah: Uccidere Charlotte non era sbagliato mamma?

Ester: Ho dovuto farlo. Vi ho salvato.

Elijah: No mamma. Ci hai condannato tutti quanti facendoci diventare vampiri.

Ester: E tu che stai con quell'umana poi?

Elijah: Meredith adesso non c'entra. Non l'ho soggiogata. Me ne sono innamorato e basta.

Ester: Certo come no. Ringrazia che non l'abbia detto a qualcuno.

Elijah: Se tu non ci avessi trasformato nessuno l'avrebbe saputo e quindi nessuno l'avrebbe detto a nessuno. Klaus vi ha portato via. Ha ucciso Elena, Damon. Credevo di potermi fidare di lui.

Ester: Non ne avevi comunque il diritto!

Elijah: Neanche lui!

Ester: Parli come se quel Damon fosse tuo figlio!

Elijah: Adesso non mettere in mezzo nessuno di loro! Tu non li conosci! Né Damon né Stefan e né Elena e neanche Lexi. Elena è umana e indovina ed è sposata con un vampiro e per di più vive con quattro vampiri in casa. Lui è come un figlio per me. Entrambi lo sono.

Ally: Basta mamma. Elijah ha ragione non ci doveva uccidere.

Meredith: Scusate noi andiamo.

Elijah: Dove andate?

Meredith: La porto su.

Rebekah: Ti posso accompagnare?

Meredith: Si certo. – e salirono.

Ester: Non ti merita.

Elijah: Tu non... Tu non sai niente di lei! Non la conosci.

Ester: E' umana!

Elijah: E cosa vuol dire? Anche noi eravamo umani.

Ester: L'ho fatto per la nostra famiglia perché non volevo perdere nessun altro figlio. Tu non puoi capire. L' ho fatto per proteggervi.

Elijah: Se tu non ci avessi trasformato, Klaus non avrebbe ucciso nessuno e non sarebbe diventato un licantropo, niente lupo niente maledizione; niente maledizione, niente sacrificio; niente sacrificio. Adesso sarebbe ancora qui vivo a vedere sua nipote. Oppure niente trasformazione saremo morti 1000 anni fa. Nessun rimorso, nessun rimpianto. Invece 1000 anni per cercare di spezzare una maledizione che tu hai creato. Se Klaus è morto è anche colpa tua. – disse e se andò arrabbiato.

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** CAPITOLO 28 ***



Mikael: Hai proprio esagerato Esther. Nessuno conosce Meredith e gli altri. Siamo qui per vedere nostra nipote, è un piccolo e meraviglioso miracolo e tu metti in mezzo Niklaus. – e andò in cucina a calmare il figlio.

Ester: E voi cosa ne pensate?

Rebekah: Che hai esagerato.

Ally: Aspetta papà vengo anche io.

Clay: Hanno ragione loro. Con tutto il rispetto e sai che a Nick volevo molto bene ma non c'è nessun motivo di mettere in mezzo Meredith ne tanto meno la piccola. Siamo qui per lei. E poi guarda Elijah, non l’ho mai visto così felice.

 

In cucina...

Elijah: Lei non sa niente di Mer! – disse con un bicchiere di bourbon in mano.

Mikael: Ehi calmati ti prego!

Elijah: Perché?

Mikael: Non ti arrabbiare. Cerca di restare lucido.

Elijah: Che senso ha? Tutto questo non ha senso.

Ally: Fallo per Meredith. Fallo per Marianne. – poi arrivò Mer.

Meredith: Amore. Dai vieni qui. – e l'abbracciò e lo baciò.

Elijah: Non l'hai sentita vero?

Meredith: No... Figurati. Urlavate solo. Anche la bambina piangeva ma Rebekah è riuscita a calmarla e a farla addormentare.

Ally: Posso vedere la piccola?

Meredith: Certo che si.

Mikael: Vengo anche io. – poi squillò il telefono.

Elijah: Pronto?

Bonnie: Ciao.

Elijah: Ciao Bonnie. Come va?

Bonnie: Tutto bene. Tu non tanto. Lexi mi ha detto della discussione con tua madre e voglio aiutarti. Venite alla Casa delle Streghe.

Elijah: Grazie. Arriviamo subito. Ciao.

Bonnie: Ciao.

Elijah: Clay puoi dire alla mamma che la vuole vedere Bonnie Bennett che è una strega, la nostra strega di famiglia.

Ester: Potresti benissimo parlare tu.

Elijah: Non voglio parlare con te adesso.

Mikael: Vengo anche io.

Meredith: Posso venire anche io, ho voglia di vedere Bonnie.

Elijah: Ti senti bene?

Meredith: Si sto bene. Non preoccuparti.

Elijah: Lexi, Elena potreste guardare Marianne?

Lexi: Certo.

Rebekah: Aspettatemi. – presero le giacche e andarono in macchina.

 

Casa delle Streghe...

Dopo le presentazioni Bonnie spiegò che voleva creare una visione che mostrava gli avvenimenti inerenti al sacrificio. Videro un cerchio formato di candele poi iniziò a pronunciare la formula e si innalzò la proiezione.

Klaus: Tra poche ore la doppleganger sarà morta e finalmente nessuno mi potrà fermare!

– – –

Bree: Sei pronto mio caro? Ti ricordi cosa fare?

Klaus: Alla perfezione.

Greta: La luna ha raggiunto il suo apice.

– – –

Klaus: Bene bene ragazze siamo pronte?

Jules: Ho solo cercato di proteggere Tyler. Volevo solo questo mi dispiace.

Klaus: Shh... – e le strappò il cuore dal petto.

– – –

Damon: Voglio proporti uno scambio: io voglio prendere il posto di Jenna.

Klaus: Beh farò scegliere a Elena. Chi vuoi salvare?

Elena: Jenna. – rispose tra le lacrime. – Lasciami salutare Damon.

Klaus: E sia.

Elena: Perché lo fai?

Damon: Ti amo, tornerai in vita grazie a tuo padre e Bonnie, non voglio che perdi altre persone a cui tieni. Tu e Jeremy avete bisogno di Jenna, non di me.

Elena: Ti amo Damon.

Damon: Non sai com’è bello sentirtelo dire. Bonnie mi ha fatto un incantesimo se funzionasse ci rivedremo, se no prenditi cura di Stefan.

– – –

Klaus: Questo caro Damon farà male. – e gli trafisse il cuore.

Elena: No!!! No Damon non lasciarmi ti prego.

– – –

Klaus: Grazie mia cara Elena.

Elena: Vai all'inferno. – venne morsa e morì.

– – –

Klaus: Tu eri morta! – e Bonnie lo portò in punto di morte ed Elijah si avvicinò. – Fratello perdonami. Voglio solo essere invincibile.

Elijah: Troppo tardi Klaus. Hai sempre voluto essere al centro dell'attenzione.

Klaus: Posso ridarti ciò che vuoi. Posso ridarti la nostra famiglia se ci tieni tanto.

Elijah: Sai, dopo tutti questi decenni li ho ritrovati grazie ad un incantesimo di Bonnie e tu non oserai mai più portarmeli via. – e gli strappò il cuore.”

 

Elijah: Calmati Meredith, non piangere, Damon ed Elena stanno bene. È tutto passato.

Meredith: Il mio povero Damon. – disse singhiozzando e si strinse a lui.

Ester: Non doveva succedere. Elijah ha ragione è colpa mia. È solo colpa mia. Non ho visto il mostro che è diventato. Il mostro che l'ho fatto diventare. – disse in lacrime.

Meredith: Non dire così hai solo protetto le persone che ami senza pensare alle possibili conseguenze. L'avrei fatto anche io. – disse abbracciandola.

Ester: Non dovevo comportarmi da stupida con te, mi dispiace.

Meredith: Tranquilla ti perdono, ormai il passato è passato.

Ester: Mi dispiace tanto. Appena arriveremo a casa mi faresti vedere la bambina?

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** CAPITOLO 29 ***


 

Meredith: Certo.

Ester: Scusami Elijah non dovevo comportarmi così da stupida.

Elijah: Scusa mamma non dovevo essere così duro con te.

Ester: Non pensavo che tuo fratello arrivasse a questo punto. Hai ragione vi ho rovinato la vita.

Elijah: Mamma se non fosse stato per te a quest'ora non avrei incontrato Meredith e Marianne non sarebbe nata. Grazie Bonnie.

Bonnie: E’ stato un piacere.

Ester: Almeno qualcosa di buono l'ho fatto.squillò il cellulare di Meredith.

Meredith: Damon?

Damon: Ciao mamma.

Meredith: Tesoro dove siete?

Damon: Siamo al grill con Jeremy. Come state? Sono ancora tutti li?

Meredith: Noi stiamo bene. E si, sono ancora tutti qui.

Damon: Credo che arriveremo tardi.

Meredith: Non crederete di fare i furbi con me? Hai sentito Stefan?

Damon: Ma...

Meredith: Niente ma. Verrete a casa, ceneremo tutti insieme come una grande famiglia normale e poi porterete i fratelli di Elijah all'appartamento. Vi prego.

Damon: Ok mamma a dopo. Ti voglio bene ciao.

Meredith: Anche io tesoro. Ciao. – e agganciò.Scusate.

Elijah: Cos'hanno?

Meredith: Sai come sono.

Elijah: Si lo so. Solo quello?

Meredith: Si si.

Ester: Come sono i tuoi figli?

Meredith: Damon, il maggiore, è premuroso, sensibile, dolce, amorevole, gentile, orgoglioso, ma anche impulsivo come me. Lui sostiene che è solo un rammollito perché non è spietato e cattivo come dovrebbe essere un vampiro e come lui stesso era fino ad un paio di anni fa. Ne è ancora più convinto da come guarda Marianne. Però è l’unico che riesce a calmarla quando è molto agitata.

Ester: E Stefan?

Elijah: Signore possiamo andare a casa che fa freddo? – disse mentre continuava a stingere Rebekah che era rimasta scioccata dalla visione della morte del fratello.

Meredith: Si signore. – e diressero verso la macchina. – Stavamo dicendo?

Ester: Prima che il mio splendido figlio ci interrompesse ti avevo chiesto com’è Stefan?

Meredith: Stefan è dolce, sensibile, comprensivo e amorevole. Tutti e due sono protettivi da matti e si preoccupano molto facilmente. Lui ha qualche problemino con la piccola, tutti è tre hanno avuto dei problemi. Vero Elijah?

Rebekah: Hai avuto problemi con quell’amore?

Meredith: Già.

Elijah: Grazie cara.

Meredith: Di niente mio caro.

Mikael: Tranquillo Elijah anche io avevo paura con tutti voi.

Ester: Com’erano da piccoli? Loro erano dei tipini.

Meredith: Io questo non lo so. Un vampiro mi ha ucciso quando Damon aveva 7 anni e Stefan ne aveva 2.

Ester: Mi dispiace tanto. Scusa.

Meredith: Tranquilla non sei stata mica tu. Sono ritornata dal regno dei morti circa un anno fa.

Ester: Deve essere stato piuttosto duro rivederli.

Meredith: Si lo è stato, in pratica dovevo conoscerli, in particolare Stefan. Di lui l’ultima cosa che ricordavo erano i suoi discorsetti e i passi buffi. Damon invece era già sveglio, intelligente e Giuseppe, il mio primo marito, diceva sempre che mi assomigliava troppo caratterialmente perché ero troppo sensibile e non esternavo i miei sentimenti. Quindi non oso pensare che infanzia ha vissuto e questo mi dispiace molto. Inoltre non ho potuto difenderli dal loro stesso padre. Comunque mi hanno raccontato tutte le cose che ritenevano più importanti perché raccontare 145 anni non credo sia facile. Posso dire di essere orgogliosa ed è un onore essere la madre di due ragazzi straordinari come loro.

 

Arrivarono a casa per cena.

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** CAPITOLO 30 ***


Elena: Ciao. Hai visto che la mamma è tornata per darti la pappa.

Meredith:
Tesoro, è stata brava?

Lexi: Come sempre. Solo che adesso ha fame.

Elena: Elijah, Signora, Mikael, Rebekah volete qualcosa di sostanzioso e va bene solo il sangue?

Elijah: Per stasera basta il sangue. Grazie.

Mikael: Anche per noi.

Elijah: E gli altri?

Elena: Sono a posto. Ho aspettato solo voi per vedere.

Elijah: Grazie Ele. Mangiate pure voi due.

Elena: Aspetto Mer.

Lexi: Damon e Stefan?

Damon: Eccoci! Buona sera a tutti.

Mikael: Lei deve essere Damon Salvatore?

Damon: Si sono io. Mi scusi per la mia figuraccia al telefono.

Mikael: Mi scusi lei. Io sono Mikael.

Elijah: Stefan?

Stefan: Eccomi. Salve a tutti.

Elena: Amore ecco a te.

Damon: Grazie.

Lexi: Stefan. – e gli porse una sacca.

Rebekah: Io sono Rebekah, la più piccola.

Lio: Io sono Lio e lui è Clay.

Ally: Io sono Ally.

Tom: Io sono Tom.

Ester: Io sono Ester, la madre di Elijah.

Damon: Piacere io sono Damon Salvatore, mentre lui invece è mio fratello Stefan.

Meredith: Ragazzi potete cambiarla?

Stefan: Damon vai tu.

Damon: Io ci sono già andato prima.

Stefan: Ma io l'ho cambiata ieri mentre tu dormivi.

Damon: Ha parlato lui che ne ha già saltati due.

Elijah: Ragazzi basta, vado io.

Damon: No papà vado io. Ma toccava a Stefan.

Stefan: E ieri toccava a te.

Elijah: Ragazzi.

Stefan: Scusa papà.

Damon: Ciao mamma. – e la baciò sulla fronte. – Ciao bellissima vieni qui. – così andò a cambiarla.

Elijah: Scusateli.

Mikael: Tranquillo Elijah. Da quando ti chiamano papà?

Elijah: Da prima del loro matrimonio e prima di sapere di Marianne. Ma non lo fanno sempre. Adesso devono farsi vedere.

Stefan: Non è vero!

Elijah: E' vero invece.

Damon: Però ti vogliamo bene. – disse dalle scale.

Elijah: E ve ne voglio anche io.

Ally: Sembri davvero un padre con loro.

Tom: Vi siete già picchiati qualche volta? – disse riferendosi a Stefan.

Stefan: Molte volte.

Clay: Anche a sangue?

Stefan: Si. Mi ricordo che l’ultima volta che ci picchiammo fu quando lui diede del sangue a Elena per farla rimanere viva dopo il rituale.

Tom: Colpa di Klaus.

Stefan: Più meno. L'amava e non voleva perderla. C'è sempre stata la rivalità tra noi due per l'amore di una ragazza. Anche con Katherine.

Elijah: Adesso Katerina dove si trova?

Damon: Con Matt Donovan, in giro per il mondo. – disse scendendo dalle scale con la piccola.

Elijah: Il fratello di Vicky Donovan?

Damon: Esatto. Proprio lui.

Ester: E' nel sangue delle Petrova innamorarsi di due fratelli creando litigi. Successe anche con Charlotte Petrova.

Meredith: Ma chi è questa Charlotte Petrova?

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** CAPITOLO 31 ***


Mikael: Era la prima doppleganger della Petrova. Fu la figlia di Daiana Petrova. La leggenda dice che ogni 500 anni nasce una doppleganger. Daiana ebbe una sola figlia, Charlotte appunto. Sia Klaus che Elijah si erano innamorati di lei.

Elijah: Alt. Io me ne innamorai per primo.

Mikael: Il punto è che lei scelse Klaus. Ma poi Ayana e Ester crearono la nostra stirpe. Serviva il sacrificio di un lupo e la pietra di luna, un vampiro e la doppleganger della Petrova originale.

Elena: Quindi la maledizione è la stessa, com’è stata creata si è potuta distruggere?

Mikael: Esatto, però prima di morire ebbe una figlia illegittima e poi un’ altra, fin che poi nacque Katerina che voi conoscete.

Elijah: Quando Katerina arrivò nel 1422, Klaus riconobbe subito che era la doppleganger di Charlotte così la corteggiò. Una sera mi disse che bastava trovare il luogo di nascita e la maledizione si poteva spezzare. Incaricai Trevor per sorvegliarla. Ma se ne innamorò. E se posso dirla con tutte franchezza me ne innamorai anche io. Però non volli commettere lo stesso errore del passato.

Meredith: Mi devo ritenere ufficialmente gelosa?

Elijah: Sai che io amo e amerò solo te. Mio fratello diceva sempre che il punto debole di ogni vampiro era l'amore. Beh si sbagliava. L'amore è un punto di forza. Senza amore non si può vivere. Quando lei lo scoprì rubò la pietra di luna e scappò fin quando non divenne vampiro. Così non riuscì a spezzare la maledizione. Decisi di abbandonare gli ideali di onnipotenza di Klaus.

Elena: Wow. Sapevo solo una parte della tua storia, non credevo fosse così travagliata.

Stefan: Posso prendere la mia sorellina Damon?

Damon: Certo. – e gliela porse.

Rebekah: Potrei fermarmi anche io a dormire, Meredith?

Meredith: Certo. Con molto piacere. Lexi potresti preparare una camera per Rebekah.

Lexi: Certo.

Ally: Noi dove alloggeremo?

Elijah: In un appartamento non lontano da qui.

Damon: Ma no Elijah, falli dormire qui.

Elijah: Sul serio?

Damon: Si perché no. Così ci conosceremo meglio.

Stefan: Damon ha ragione. Per me non ci sono problemi.

Ally: Non vorremo recarvi disturbo.

Damon: Nessun disturbo. Solo che ci sono solo letti matrimoniali.

Clay: Non importa possiamo anche dormire per terra.

Damon: Sul serio?

Lio: Si.

Elijah: Scusate, Ste mi daresti mia figlia?

Stefan: Certo.

Elijah: Ma ciao piccola mia.

Ester: Posso prenderla?

Elijah: Certo mamma.

Ester: Ma ciao piccola Marianne.

Dopo un po' la piccola si mise a piangere.

Elijah: Mamma scusa ma è stanca.

Mikael: Tanto adesso andiamo a dormire anche noi.

 

Verso le 3 la piccola si svegliò.

Elijah: Vado io.

Passò mezz’ora e non dava alcun segno di voler smettere.

Elijah: Ehi piccola calmati. – si svegliò anche Rebekah.

Rebekah: Ehi, che succede?

Elijah: Non la riesco a calmare.

Rebekah: Vieni dalla zia. continuò a piangere svegliando Ally, Tom, Lio, Clay e infine anche Ester e Mikael.

Mikael: Cosa succede?

Tom: Non si calma. – disse con la piccola in braccio.

Mikael: Prova a darmela.

Tom: Tieni.

Mikael: Vieni dal nonno. Ehi piccola calmati. – invece Marianne piangeva sempre di più.

Meredith: Vieni piccola. – e la prese in braccio. – Shh proviamo a mangiare.Andò in camera ma la piccola non ne volle sapere. Così tornò in corridoio.

Meredith: Niente.

Ester: Damon.

Meredith: Come scusa?

Ester: Oggi pomeriggio mi hai detto che Damon è l'unico che la riesce a calmare.

Meredith: Già. Elijah vai a svegliare Damon per piacere?

Elijah: Vado e torno.

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** CAPITOLO 32 ***


Angolo dell'autrice!
Chiedo umilmente scusa nell'avere postato di nuovo il capitolo 31. E' stata una svista e prometto che non succederà più.
Questo è quello giusto.


Andò in camera di Damon ed Elena e cominciò a chiamare Damon.

Elijah: Damon... Damon...

Elena: Cosa succede? – disse mezza addormentata.

Elijah: Sto cercando di svegliare tuo marito.

Elena: Aspetta. Amore, svegliati.

Elijah: Damon!!!

Lexi e Stefan: Cosa succede?

Elijah: Bene. Adesso avete cambiato nome, fantastico. Damon ti prego ti puoi svegliare?

Stefan: Aspetta. Ci provo io. I miei metodi funzionano sempre.... Damon. – disse strattonandolo.

Elijah: Così ero capace anche io.

Stefan: Beh. Con Damon devi sempre fare così per svegliarlo se no non sente.

Elijah: Ma dai? Sul serio?

Damon: Oh che c'è? Cosa volete? Sono stanco.

Elijah: Anche noi. Ma non la senti tua sorella che strilla come una sirena?

Damon: Allora non stavo sognando.

Stefan: Anche noi abbiamo sentito piangere, però pensavo che era un sogno.

Damon: E perché mi hai svegliato?

Elijah: Per chiederti come stai? La potresti spegnere?

Damon: Spegnere cosa?

Elijah: Tua sorella.

Damon: Avrà fame, sarà sporca.

Elijah: Controllato. Siamo in nove per cercare di calmarla. Sei la nostra unica speranza.

Damon: E' tua figlia.

Elijah: E' tua sorella.

Damon: Chiedi a Stefan.

Elijah: Veramente ho chiamato te e si sono alzati loro.

Stefan: E poi con me non si calma.

Damon: Ma io sono stanco.

Elijah: Perchè noi no? Ti prego.

Damon: Ok vado. Vado.

Elena: Bravo amore. – e lo baciò.

Damon: Mi lasceresti vestire?

Elijah: Certo. Ti aspetto fuori.

Damon: Si capo. – e si mise i pantaloni della tuta.

 

Damon: Scusate il ritardo.

Mikael: Tranquillo. – disse con la piccola in braccio.

Tom: Non importa. Basta che la spegni.

Damon: Ma è un antifurto!

Elijah: Ecco perché sono preoccupato del tuo udito.

Meredith: Elijah!

Damon: Tranquilla mamma. Il mio udito è a posto.

Elijah: Un controllo? Te lo pago io se vuoi.

Damon: Molto simpatico. Anche spiritoso.

Elijah: Grazie. Comunque la piccola piange ancora.

Damon: La porto via. Posso Mikael?

Mikael: Certo. – e gliela porse.

Damon: Noi andiamo. Ciao ciao.

 

In salotto…

Damon: Ciao piccolina. Shh calmati. Dai basta piangere, questi occhietti hanno bisogno di chiudersi e tu devi fare tanta nanna. E anche io. Ecco brava così. Chissà perché con me ti calmi subito? Non importa è meglio così. – Marianne prese il dito della mano destra di Damon e lo teneva stretto. – Guarda che non scappo. Stai tranquilla. – e le diede un bacio sulla fronte. – Dormi da brava. – e iniziò a cullarla.

 

Dopo mezz'ora la piccola era nelle braccia di Morfeo. Così Damon si diresse verso la stanza.

Rebekah: Grazie, grazie, grazie.

Damon: Prego.

Meredith: Come fai tesoro?

Elijah: Ti prego dimmelo.

Damon: No, no. È il nostro segreto.

Elijah: Non gli dai da bere vero?

Damon: Ma che stai dicendo?

Meredith: Elijah ma cosa vai a pensare?

Elijah: Non lo so. Sarà la stanchezza. Mi chiedo come fa a calmarla. È un mago.

Damon: Lo so. Ora se non vi servo più andrei.

Meredith: Certo tesoro, grazie.

Damon: Di niente. – la mise nel lettino e tornò in camera.

 

Elena: Eccoti finalmente!

Damon: Scusa. Ti ho svegliata?

Elena: No vieni a dormire ancora un paio di ore.

Damon: Me lo dai un bacio?

Elena: Certo che si. – e si baciarono.

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** CAPITOLO 33 ***


Angolo dell'autrice!!!
Salve a tutti!
Per farmi perdonare il tremendo sbaglio che ho fatto sabato postando due volte lo stesso capitolo ho deciso che questa settimana posterò due capitoli.
Buona lettura a tutti e fatemi sapere cosa ne pensate.
...leli...

La mattina dopo Elena si svegliò alle 8 e lasciò dormire Damon ancora un po'. Poi verso le 9 e 30 lo svegliò.

Elena: Ciao amore.

Damon: Ciao.

Elena: Tutto bene?

Damon: Si tutto bene. Tu?

Elena: Tutto bene. Vieni giù a fare colazione.

Damon: Ok. Tu?

Elena: Ho già mangiato.

Si vestì e scesero e trovarono tutti.

Damon: Buon giorno a tutti.

Tutti: Ciao.

Damon: Elijah?

Elijah: Sono in cantina. Sono finite le scorte di sangue.

Damon: Grosso problema.

Elijah: Già, Stefan verresti con me all'emoteca?

Stefan: Certo vengo subito.

Damon: Vengo anche io.

Elijah: Ma no figurati. Mangia con comodo.

Damon: Ma no, vengo a darvi una mano.

Elijah: Fai come credi.

Clay: Se vuoi Damon vado io?

Damon: No Clay. Vado io.

 

Damon e Clay, oltre ad essere entrambi i fratelli maggiori, avevano un carattere molto simile e avevano una bella intesa.

Elijah: Allora Clay, vieni anche tu?

Clay: Si non ti dispiace vero?

Elijah: No, certo che no.

 

Arrivarono, parcheggiarono e scesero e videro che c'era un nuovo guardiano sul retro dell’emoteca.

Clay: E adesso come facciamo?

Elijah: Damon distrarrà il guardiano. Tu, io e Stefan entriamo e usciamo.

Damon: Io ho un' idea migliore. Vi fidate di me?

Clay, Elijah e Stefan: Si.

Elijah: Basta che non lo uccidi.

Damon: Tranquillo. Non morirà nessuno. – e tirò fuori un tesserino.

Elijah: E quello da dove sbuca?

Damon: Tutti quelli del Consiglio ne hanno uno.

Guardiano: Che ci fate qui?

Damon: Tranquillo amico. Devo solo entrare.

Guardiano: Beh quello è il tesserino del Consiglio. Chi mi dice che non volete rubare?

Elijah: Ragazzi scusate ma se no non andiamo più a casa.

Damon: Che vuoi fare?

Elijah: Fidati di me... – e lo soggiogò. – Farai quello che ti dirò.

Guardiano: Farò quello che mi dirai.

Elijah: Ci farai entrare e non dirai niente a nessuno. Loro prenderanno del sangue e ce ne andremo. Tutto chiaro?

Guardiano: Tutto chiaro.

Elijah: Entrate e fate veloce.

 

Dopo poco uscirono con tre contenitori e li portarono in macchina.

Elijah: Tu non ci hai mai visto.

Guardiano: Io non vi ho mai visto. – e tornarono alla macchina.

Damon: Wow. Bella mossa Elijah. Alla Damon Salvatore.

Elijah: Vedi. Vivendo con te divento come te.

Damon: Spiritoso.

Elijah: Guarda che era un complimento.

Damon: Allora grazie.

Clay: Ti vedo proprio bene fratellino.

Elijah: Io ho già tutto quello che potevo desiderare. Una splendida fidanzata con due splendidi semi-figli, un angioletto, due nuore stupende e un'immensa famiglia.

Stefan: Perché semi scusa?

Elijah: Beh, perché siete i miei figlia...

Damon: Non dirlo.

Elijah: Non dire cosa?

Damon: Figliastri. Perché per noi sei come un padre, ci hai salvato svariate volte. Ci vuoi bene e ci proteggi e ci proteggerai sempre e noi ti vogliamo bene. Poi siamo intoccabili perché abbiamo un originale dalla nostra parte.

Elijah: Vi voglio bene anche io.

Clay: Ti voglio bene fratellino.

Elijah: Te ne voglio anche io.

Stefan: Io che pensavo fossi il più grande.

Elijah: No. Io sono il quinto. Poi c'era Klaus e infine Rebekah.

Stefan: E tu Clay quanti anni avevi?

Clay: Io 39, Lio 38, Tom 36, Ally 35, Elijah 33, Nicklaus 27 e Rebekah 25.E poi ci sarebbe stato Henrik che aveva 10 anni.

Damon: E i tuoi genitori?

Elijah: 57. Volevano molti figli.

Stefan: Non ne dimostrano.

Elijah: Lo so.

 

Poi arrivarono a casa e portarono tutto il sangue nel congelatore in cantina.

Elijah: Damon, tieni.

Damon: Grazie.

Elijah: Vedi che io ci penso a voi.

Damon: Lo so.

Clay: Andiamo su?

Elijah: Si.

E salirono.

 

Elijah: Ciao a tutti.

Meredith: Amore meno male che sei arrivato.

Elijah: State bene?

Meredith: Si si, solo che mi mancavi. E mancavi anche alla piccola.

Elijah: Sul serio angelo mio? Vieni da papà. Posso?

Rebekah: Dovrei dirvi una cosina.

Mikael: Parla cara.

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** CAPITOLO 34 ***


Rebekah: Vorrei restare qui a Mystic Falls. Sempre se per i ragazzi va bene. Appena possibile troverò un appartamento.

Damon: Per me non ci sono problemi.

Stefan: Neanche per me. Qua posto ce n'è, come vedi.

Mikael: Così te ne vai anche tu piccola mia.

Rebekah: Lo so e mi dispiace. Ma voglio restare qui perché almeno così potrei dare una mano con la piccola, conoscere nuove persone, farmi nuove amicizie. Voglio essere una ragazza normale e farmi una famiglia.

Mikael: Tu sei una figlia straordinaria e so già che ci mancherai ma hai ragione. Devi costruirti la tua vita. Sappi che se avrai bisogno di qualcosa noi ci saremo sempre per te.

Rebekah: Grazie papà.

Elijah: Beh, però dovrai andare a prendere tutto il guardaroba. Io consiglierei di portarti direttamente il mobile.

Meredith: Elijah!

Rebekah: Stare con Damon non ti fa bene.

Damon: Ehi io cos’ho fatto adesso!

Rebekah: Sei quasi peggio di Clay.

Damon: Dal migliore.

Elijah: Vanitoso.

Damon: Io almeno ha un naso normale.

Elijah: Come scusa?

Damon: Controllati l'udito. La vecchiaia. Ti conviene andare in pensione.

Stefan: Mi sento offeso.

Elijah: Perché?

Lexi: Amore sembri un bambino piccolo.

Stefan: Bambino a chi?

Lexi: A te. – e si allontanò.

Stefan: Alexia Branson. Se ti prendo ti bacio.

Lexi: Salvatore, Alexia Branson Salvatore. Vuoi provare?

Stefan: O si. – ovviamente vinse Lexi.

Lexi: Voi giovani, credete di essere superiori. – e lo baciò.

Elijah: Ben detto Lexi.

Lexi: Grazie.

 

Alla sera...

Ally: A che ora possiamo mangiare?

Damon: Che ore sono?

Ally: Le 19.

Damon: Vado subito.

 

In cucina…

Stefan: Posso rendermi utile in qualche modo?

Damon: Si grazie fratellino. Aiutami con le stoviglie. Elijah potresti andare a prendere del sangue in cantina?

Elijah: Certamente.

Mangiarono e tutti furono soddisfatti della ottima cucina di Damon e dopo aver cenato andarono a dormire.

 

In camera da letto di Damon…

Elena: Amore dovrei dirti una cosa.

Damon: Dimmi amore.

Elena: Oggi sono andata a parlare con mio fratello e con il capo del Grill e mi hanno preso come barista.

Damon: E quando hai fatto la domanda? Perché non ne sapevo niente?

Elena: Un paio di mesi fa, ma mi hanno risposto solo adesso. Era una sorpresa anche per me, oggi mi ha chiamato Jeremy dicendomi che il suo capo voleva parlarmi riguardo la domanda di lavoro. E io ho semplicemente accettato.

Damon: E' magnifico. Ma non è che poi ti stancherai? Perché vorresti lavorare?

Elena: No, no tranquillo. Perché è una cosa da umani. Visto che sono ancora umana ho pensato di lavorare. Tanto adesso Marianne è piccola quindi non mi trasformerai e poi non ho neanche 19 anni. Ti dispiace?

Damon: No certo che no.

Elena: E poi ci sarà anche mia cognata.

Damon: Chi?

Elena: Lexi, la moglie di tuo fratello Stefan. La conosci?

Damon: Forse. Comunque perché anche lei?

Elena: Per lo stesso motivo. Noi lavoreremo e voi farete i fratelli-sitter. – e lo baciò.

 

In camera di Stefan...

Lexi: Amore ti devo dire una cosina.

Stefan: Non mi devo preoccupare vero?

Lexi: No no. Stai tranquillo. Un mese fa Jeremy mi ha detto che cercavano un posto come barista. Oggi il capo di Jeremy ci ha chiamato e abbiamo ottenuto il posto.

Stefan: Come ci? Tu e chi?

Lexi: Elena.

Stefan: Wow. E perché vorresti lavorare?

Lexi: Per assaporare qualcosa di umano, perché mi manca l'essere umana.

Stefan: Quando iniziate?

Lexi: Quando inizierà anche Elijah.

Stefan: Capito.

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** CAPITOLO 35 ***



Passò una settimana durante la quale la piccola venne coccolata dai nonni e dagli zii oltre che dagli altri. Una mattina Mikael chiese a Rebekah le sue intenzioni.

Mikael: Rebekah, dopo domani partiremo, tu cosa farai?

Rebekah: Tornerò a casa con voi, poi il tempo di preparare le mie cose tornerò. Voglio essere indipendente. Qui è tutta un'altra cosa rispetto all'Italia magari tornerò oppure voi verrete qui. Penso che anche gli altri vorranno farsi una vita. Sono convinta che sia la cosa giusta per me e poi qui ci sei tu Elijah. – disse sentendolo arrivare.

Elijah: Si sorellina ma devi obbedire.

Rebekah: Spiritoso. Comunque volevo dire che non sono sola.

Mikael: Lo so figlia mia tu sei la mia bambina. Ti voglio bene.

Rebekah: Anche io papà. – e l'abbracciò.

Elijah: Sai già quando torni?

Rebekah: Non saprei, devo preparare le mie cose e poi torno.

Elijah: Tipo?

Rebekah: Come sei, non lo so. Un paio di settimane. Perché?

Elijah: Perché io la prossima settimana torno a lavoro.

Mikael: Ah.

Elijah: Si.

Rebekah: Perché me lo chiedi?

Elijah: Tua nipote.

Rebekah: Cosa c'entra?

Elijah: Ci serve un vampiro in più.

Rebekah: Non ti seguo.

Elijah: Allora noti come fa la bambina. Piange, mangia, dorme, ecc. Loro la guardano sempre quindi tocca anche a te.

Rebekah: E che problema c'è? Non sono mica come te. La guardo se devo. Loro fanno dei turni?

Elijah: Si ma devi chiedere a loro perché io non so niente su come si sono organizzati.

Rebekah: Infatti hanno ragione, devi stare tranquillo. Che orari fai?

Elijah: Penso di partire al lunedì mattina per le 4 e tornare il venerdì sera.

Rebekah: Ma non ti possono trasferire più vicino?

Elijah: Già fatto, questo è il più vicino possibile per il momento.

Rebekah: Se lo dici tu.

 

Poi scesero e Rebekah e Mikael uscirono mentre Stefan aveva la piccola in braccio che dormiva tenendogli l'indice della mano sinistra tra le manine paffute.

Elijah: Tua madre?

Stefan: E' andata con Lexi ed Elena fino da Jenna e ci ha lasciato soli e soletti.

Elijah: Si è addormentata bene?

Stefan: Si si la vuoi?

Elijah: No figurati, non svegliamola. Vuoi il passeggino vicino a te per metterla giù?

Stefan: La tengo ancora un po'.

Elijah: Damon?

Stefan: Ha chiamato il Sindaco per il Consiglio gli ho detto di andare da solo perché io avevo lei.

Elijah: Mi dispiace, potevi chiamare.

Stefan: Ma figurati. – vibrò il cellulare. – Ciao mamma.

Meredith: Ciao, ti dispiace se mi fermo a pranzo anche io?

Stefan: Ma no figurati, tanto il latte è nel frigo giusto?

Meredith: Si si. Grazie tesoro per il pranzo come fate?

Stefan: Non ti preoccupare. Rebekah, Ally ed Esther vanno a fare shopping, gli altri vanno in giro, Elijah è qui e Damon forse si ferma a mangiare con gli altri del Consiglio.

Meredith: Non ti dispiace allora?

Stefan: No stai tranquilla. A dopo.

 

Dopo pranzo Marianne cominciò a piangere senza dare segno di calmarsi. Per fortuna dopo 20 minuti arrivò Damon.

Elijah: Dove ti eri cacciato?

Damon: Pensavo che Stefan te l'avesse detto.

Stefan: Si si lo sa. Solo che non riesce a calmarla e non capisce più niente.

Damon: E tu non ci hai provato?

Stefan: Mi ha detto testuali parole: “hai dovuto guardarla per tutta la mattina, le hai dato anche da mangiare. Devo farlo io.”

Damon: Ah... Da quanto va avanti così? – si tolse la giacca.

Stefan: Da più di mezz'ora.

Damon: Elijah posso?

Elijah: Si certo, tanto con me non si calma.

Damon: Ok.

Elijah: Grazie.

Damon: Ciao cucciola. – la prese e iniziò a cullarla.

Stefan: Hai fame?

Damon: No no. Ho mangiato. Grazie.

Stefan: Ok.

Damon: Dove sono tutti?

Stefan: Allora mamma, Lexi e Elena sono da Jenna, Rebekah, Ally ed Esther sono a fare shopping, gli altri non so credo a caccia.

Damon: Perché non vai anche tu?

Elijah: Perchè c'è il mio angioletto qui.

Stefan: Guarda che puoi andare se vuoi, ci siamo qui noi e poi dovresti passare un po' di tempo con i tuoi visto che tra un po' partono.

Damon: Appunto e poi non piange mica più.

Elijah: Continuo a non capire perché fa così.

Damon: Chissà. Allora vai o no?

Elijah: Posso davvero? Non vi dispiace?

Stefan: Vai.

Elijah: Grazie. – così uscì.

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** CAPITOLO 36 ***


Capitolo dedicato a LadyVerbena che continua a darmi sostegno e opinioni riguardo la storia.

A presto

...leli...

 

Stefan: Tieni. – gli porse un bicchiere.

Damon: Grazie, cos'hai?

Stefan: Niente.

Damon: Ti conosco fratellino, da tanto tempo. Lo sai che capisco se qualcosa non va.

Stefan: Pensieri.

Damon: Di che tipo?

Stefan: Riguardo lei. Mi chiedo se c'è qualcosa che possiamo fare quando sarà grande per proteggerla.

Damon: Ci ho pensato anche io tante volte.

Stefan: Davvero?

Damon: Si, ma abbiamo ancora tempo. Per fortuna.

Stefan: Infatti... Comunque chissà come mai con te si calma quasi subito?

Damon: Non lo so, meglio così. Ascolta… Che silenzio. Da quanto tempo non c'era più?

Stefan: Da un bel po'.

Damon: Da quando eravamo solo noi due.

Stefan: Si ma adesso con mamma, Elena e Lexi è più pulita, ordinata, moderna e per non parlare di questa topina. – disse sfiorandole la guancia. – Che l'ha fatta diventare rumorosa e...

Stefan e Damon: Viva. – e sospirarono.

Damon: Vero cucciola? – la piccola durante tutto il discorso era rimasta attenta e attratta dalla voce dei fratelli come per essere partecipe della conversazione.

Stefan: Vero? – Marianne fece un sorrisone.

Damon: Ma quanto sei bella!

Stefan: Tanto, tanto bella. – le grattò il pancino. – Novità?

Damon: Hanno detto che è tutto normale, nessuna situazione strana.

Stefan: Bene.

Damon: Ehi ma che fai? – disse visto che si era portata un dito di Damon verso la boccuccia.

Stefan: Avrà fame, vado a scaldare del latte.

Damon: Ok. Vuoi fare la pappa, ma non mangiarmi il dito. Andiamo a vedere Ste cosa fa. – si alzò per andare in cucina.

Stefan: Ecco qua. Fai tu?

Damon: Si si, mettiamo il bavaglino e mangiamo. – così iniziò a mangiare e tornarono a casa Meredith, Lexi e Elena.

Meredith: Ciao!

Lexi: Sono in cucina tutti e tre.

Meredith: Ciao tesori miei.

Damon e Stefan: Ciao.

Elena: Sei arrivato presto.

Damon: Si, non sei contenta?

Elena: Certo che si. – lo baciò.

Meredith: E' stata brava?

Stefan: Bravissima. Ha dormito e mangiato. Poi ha iniziato a piangere, Elijah ha provato a calmarla poi è arrivato lui e come sempre ha smesso e poi l'abbiamo convinto ad uscire. E noi abbiamo parlato.

Lexi: Di cosa?

Damon: Sapessi... E poi lei voleva mangiarmi un dito.

Meredith: Oh che bravi fratelli che hai bambina mia. – gli accarezzò la fronte.

Lexi: Mi dici di cosa avete parlato?

Stefan: Ok curiosa, vieni qui. Abbiamo parlato di... Segreto. – concluse sussurrando.

Lexi: Dai!

Damon: O mamma mia Lexi!

Lexi: Ele non dici niente?

Elena: Tanto dopo me lo dirà.

Damon: Non contarci.

Elena: Si si certo.

Stefan: Abbiamo parlato di voi. Non vi diremo altro.

Lexi: Bene o male?

Elena: Allora?

Stefan: Metà e metà.

Elena e Lexi: Che cattivi!

Damon: Non fate i capricci. Piccola non diventare così da grande. Mi raccomando.

Meredith: Me la daresti, così dopo il ruttino la faccio addormentare.

Damon: Certo. Tieni mamma.

Meredith: Grazie caro. Hai proprio dei bravi fratelli piccola mia.

 

Tornarono tutti e dopo cena si fermarono in salotto visto che l'indomani pomeriggio gli Originali sarebbero partiti.

Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** CAPITOLO 37 ***


Il mattino dopo terminarono i preparativi per la partenza. Dopo abbracci e baci Elijah, Stefan e Damon si diressero all'aeroporto.

Mikael: Grazie di tutto e a presto.

Damon: Quando volete.

Ester: Grazie.

Elijah: A presto sorellina.

Rebekah: Ti farò sapere.

Stefan: Ciao a tutti.

 

Dopo che il volo partì tornarono a casa.

Elijah: Siamo tornati!

Elena: Shh. Si è addormentata adesso. – disse visto che era in braccio a lei.

Elijah: Mer?

Lexi: E' su. È andata a mettere a posto.

Elijah: Vado da lei.

 

Meredith: Ciao. Siete già arrivati?

Elijah: Si.

Meredith: Cos'hai?

Elijah: Niente.

Meredith: Credo di conoscerti.

Elijah: Non posso nasconderti niente, vero?

Meredith: Verissimo. Quindi?

Elijah: Sono partiti tutti per andare dall'altra parte del mondo. Lunedì dovrò tornare a lavoro, tra soli tre giorni. Sono già due settimane che c'è la bambina e non sarò con voi.

Meredith: Vieni qui. – l'abbracciò. – Ti amo ricordatelo sempre. Siamo qui. I tuoi sono vivi e sai dove sono. Puoi chiamarli quando vuoi.

Elijah: Lo so. Se solo fosse più vicino. Se noi abitassimo a Jacksonville.

Meredith: No Elijah non puoi!

Elijah: Cosa?

Meredith: Se abitassimo là. Non puoi dirlo. Sai che i miei figli sono tutto.

Elijah: Scusa. Non volevo dirlo. Lo so, lo so. Perdonami. Ma davvero non volevo dire quello che ho detto.

Meredith: Va bene ok.

Elijah: La sareste sempre sole. Qui ci sono loro. Davvero perdonami.

Meredith: Si basta. Me lo dai un bacio?

Elijah: Certo.

 

Si spostarono in camera e si baciarono a lungo.

Meredith: Mm ok, ok devo respirare.

Elijah: Sicura?

Meredith: Credo di si.

Elijah: Va bene. – allora le baciò il collo.

Meredith: E se portano su la piccola?

Elijah: Non la portano, hanno sentito qualcosa e adesso dorme nel passeggino.

Meredith: Che figura.

Elijah: Perchè?

Meredith: Se ci sentono?

Elijah: Noi almeno ci nascondiamo, loro no. Non faremo niente tanto, non potrebbero sconvolgersi.

Meredith: E' un buon motivo che devono guardare nostra figlia mentre noi siamo qui a... – e la baciò di nuovo interrompendola. – Ok.

Elijah: Ok.

 

Elena: Dove vai?

Damon: A scaldare la cena.

Lexi: Andiamo noi. Voi autisti siete stanchi. State con lei.

Stefan: Come volete.

 

Quando fu pronto...

Stefan: Elijah!

Damon: Elijah!

Meredith: Cosa c'è?

Elijah: Ci chiamano. Arriviamo! È pronta la cena.

Meredith: Ok, andiamo.

 

Dopo aver cenato e riordinato tutto, verso le 22.

Stefan: Volete che la teniamo noi?

Lexi: Ste!

Stefan: Cosa?

Elena: Dai.

Damon: Cosa?

Elijah: Certo che no, la porto su. Poi dovrà mangiare, grazie del pensiero.

Meredith: Non possiamo ancora fare niente. Andiamo?

Elijah: Certo, buona notte.

Damon: Notte.

 

Verso le 23.

Damon: Sei stanca?

Elena: Un po', vado su.

Damon: Ok. 10 minuti e arrivo. Ti dispiace?

Elena: Certo che no. Notte ragazzi.

Stefan e Lexi: Buonanotte.

Damon: Volete del sangue?

Lexi: Io no grazie.

Stefan: Io si, volentieri. – Damon versò metà sacca a testa e dopo averla bevuta salutò ed andò su.

 

Damon: Scusa, avevo voglia di sangue.

Elena: Non ti scusare. Vieni.

Damon: Vado e torno faccio prestissimo. – andò in bagno, si lavò i denti e si infilò i pantaloni della tuta per la notte. – Eccomi, vieni.

Elena: Grazie. – e si adagiò con la testa sul suo petto.

Damon: Ti amo lo sai?

Elena: Credo di si. Ti amo tantissimo. Buona notte amore mio.

Damon: Anche a te. – e si baciarono.

Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** CAPITOLO 38 ***


Era il momento che Elijah tornasse al lavoro. La sera prima salutò i ragazzi e le ragazze, perché almeno che non fossero svegli non gli avrebbe svegliati. Poi con Meredith e Marianne andò in camera, la cullò fino a farla addormentare, l'adagiò nel lettino posandogli un bacio sulla fronte e la coprì per poi si recò dalla compagna che era già a letto. Si coricò al suo fianco e l'abbracciò.

Meredith: Come stai?

Elijah: Non chiedermelo. – e la baciò sui capelli.

Meredith: Mi fai stare male.

Elijah: No dai basto io, solo pensare che sarò via cinque giorni sto male.

Meredith: Dai su, passano in fretta.

Elijah: Si e poi gli altri due ancora di più.

Meredith: Dai riposati che devi guidare. Ti amo.

Elijah: Anche io.

Meredith: Mi chiami prima di partire vero?

Elijah: Certo se vuoi?

Meredith: Assolutamente... Notte.

Elijah: Notte amore.

 

Appena Elijah fu pronto chiamò Meredith.

Elijah: Ehi amore.

Meredith: Mm… Ciao sei già pronto?

Elijah: Si. – la baciò. – La piccola è sveglia ma non ha neanche pianto.

Meredith: Vuole salutare il suo papà.

Elijah: Già... Ciao ragazzi.

Damon e Stefan: Ciao!

Stefan: Sei pronto?

Elijah: Purtroppo si. Sarà meglio andare. – così baciò Meredith, la piccola e abbracciò i ragazzi e sussurrò qualcosa. – Grazie per quello che fate e farete.

Damon: Figurati.

Meredith: Cosa state combinando voi tre?

Stefan: Niente mamma figurati. – Meredith si alzò, si avvicinò alla culla e prese la piccola.

Meredith: Tesoro i tre uomini più importanti della nostra vita tramano qualcosa.

Elijah: Ci sentiamo.

Meredith: Fai piano.

Elijah: Certo. – scese e partì.

 

Marianne iniziò a piangere.

Meredith: Shh... Tesoro papà torna presto molto presto. – visto che si teneva stretta alla maglia, intuì che aveva fame. – Facciamo la pappa e poi nanna. Andate pure a dormire tesori miei.

Stefan: Sicura che non ti serva aiuto?

Meredith: Sicurissima.

Damon: Ok se hai bisogno chiama.

Meredith: Certo grazie.

 

Tornarono a dormire. La piccola mangiò e si addormentò facilmente seguita dalla madre.

Il mattino seguente verso le 6, Damon si alzò e andò a prendere la piccola visto che era sveglia, in modo da permettere alla madre di riposare e scesero di sotto.

 

Stefan: Ciao già sveglio?

Damon: Ciao anche tu?

Stefan: Ho sentito dei rumori.

Damon: Scusa, mi sono svegliato e sono andato a vederla e guardava la giostra delle farfalle. Allora l'ho presa così mamma dorme ancora un po'.

Stefan: Hai fatto bene. Damon sa sempre cosa fare vero cucciola?

Damon: Ah ah ah si. Io so sempre tutto. Ma dai.

Stefan: Si caro.

Damon: Grazie caro. Visto che so tutto, credo che sarà dura con lei.

Stefan: Perché?

Damon: Dobbiamo parlare con mamma per decidere cosa fare con lei, nel senso di notte come possiamo aiutarla.

Stefan: Sicuramente di giorno possiamo fare come sempre una volta a testa, poi dobbiamo comprare il monitor per la notte.

Damon: I cosa?

Stefan: Quegli affari che fanno sentire cosa succede da averne uno a testa. Perché tanto di giorno la sentiamo il problema è per la notte.

Damon: Si hai ragione. Dobbiamo andare a comprarli.

Stefan: Si dopo magari.

Damon: Se mamma ha voglia di stare sola andiamo così passiamo a vedere anche il dondolo se è restaurato.

Stefan: Si facciamo così.

Damon: Vai da Ste piccola.

Stefan: Dove vai?

Damon: Accendo il camino.

Stefan: Potevo farlo io.

Damon: Ma si, stai tranquillo.

 

Così lo accese e poi si rimise accanto ai fratelli. La piccola si riaddormentò.

Alle 7.30 Meredith si alzò e non trovando la piccola controllò le stanze dei figli e poi scese.

Meredith: Mi avete fatto spaventare voi due.

Stefan: Noi?

Meredith: Si voi 2.

Damon: Perché?

Meredith: Non vi ho trovati nei vostri letti.

Stefan: Devi preoccuparti solo per lei. A noi non può succederci niente e lo sai.

Meredith: No no, siete i miei figli e mi preoccupo di tutti e tre.

Damon: Dormono ancora le signore?

Meredith: Si.

Stefan: Ok.

Damon: Dopo hai voglia di stare un paio d'ore da sola?

Meredith: Certo perché?

Stefan: Dobbiamo fare una cosa.

Meredith: Siete troppo misteriosi.

Damon: Noi? Ma da quando? Non lo siamo mai stati.

Meredith: Si si. Non me la contate giusta.

 

Alle 8 scesero le mogli.

Elena: Ciao.

Damon: Buon giorno.

Stefan: Andiamo a fare colazione.

Lexi: Si si.

Damon: Pronte per il primo giorno di lavoro?

Elena: Direi di si.

Lexi: Certo. Voi cosa farete?

Meredith: Mistero. Hanno da fare.

Elena: Ah ok.

Stefan: Vi accompagniamo noi.

Lexi: Come volete.

Stefan: Certo.

 

Dopo colazione partirono.

Damon: Mi raccomando mamma se hai bisogno chiama.

Meredith: Tranquilli, fate quello che dovete. Buon lavoro ragazze.

Lexi e Elena: Grazie, buona giornata.

 

In macchina…

Lexi: Cosa combinate?

Stefan: Sai del dondolo.

Lexi: Si.

Damon: Ecco mamma non lo sa. Andiamo a prenderlo dopo.

Elena: Ecco tutti i misteri. Come siete teneri.

Lexi: Si, veramente dolcissimi.

 

Arrivarono al Grill.

Elena: Grazie del passaggio.

Damon: A che ora finite?

Lexi: Dobbiamo ancora iniziare.

Stefan: Non c’entra.

Lexi: Vi chiameremo. Ciao ciao. – poi baciarono i mariti.

Stefan: Andiamo?

Damon: Si.

Andarono al negozio dei bambini e comprarono due baby monitor e mentre erano li anche un orsetto di peluche e due tutine, pagarono e risalirono in auto. Andarono a prendere la sedia dondolo e tornarono a casa. Entrarono e visto che la madre era su, scaricarono il regalo e lo posizionarono in salotto per poi salire con le buste.

Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** CAPITOLO 39 ***


Damon: Ciao.

Meredith: Ciao siete già a casa? Avete fatto presto.

Stefan: Già, guarda un po' cosa abbiamo preso. – e tirò fuori le scatole.

Meredith: Sono bellissime.

Damon: Io ho scelto quella color crema.

Stefan: Questa color confetto è carina.

Meredith: Sono meravigliose, grazie. Li cosa c'è?

Stefan: I baby monitor per noi.

Meredith: Cosa?

Damon: Accendi questi affari e si sente cosa fa la piccola. Li teniamo noi per la notte.

Meredith: Non dovete disturbarvi.

Damon: Ma no scherzare, guarda qua.

Meredith: Ma che bello questo orsetto.

Stefan: L'abbiamo preso insieme.

Meredith: Siete degli amori, venite qui. – li abbracciò.

Damon: C'è anche una cosa per te. – e mise il pupazzo vicino alla piccola.

Meredith: Cosa?

Stefan: Andiamo giù.

Meredith: Certo. – così scesero.

Damon: Chiudi gli occhi. – e la guidarono loro.

Meredith: Ok.

Stefan: Ferma qui.

Damon: Aprili.

Meredith: O mio Dio. Ma… Ma è proprio il vostro dondolo!

Damon: Si come nuovo.

Meredith: Sono senza parole.

Stefan: Sei contenta?

Meredith: Moltissimo, quante volte vi ho fatto addormentare su questa sedia. – disse con gli occhi lucidi.

Damon: Ehi, non fare così.

Meredith: Grazie, grazie, grazie. – e li abbracciò nuovamente.

Stefan: Per così poco.

Meredith: Non sapete quanto vi amo tesori miei! – li baciò, si sedette e iniziò a dondolarsi. – Era questo che tramavate con Elijah?

Damon: No, lui non c'entra. Con lui un'altra cosa. – la piccola iniziò a piangere.

Stefan: Funzionano bene questi cosi.

Damon: Direi di si.

Meredith: Vado.

Damon: Portiamo su questa?

Stefan: Certo andiamo.

Meredith: Grazie.

Damon: Cos'ha?

Meredith: E' bagnata.

Stefan: Faccio io.

Meredith: Ok tieni.

Stefan: Ciao cucciola.

Meredith: Era messo tanto male?

Damon: Un po'. 170 anni sono tanti.

Meredith: E si, voi ne sapete qualcosa.

Stefan: Grazie del complimento mamma, ma noi siamo messi meglio di questa sedia.

Meredith: Direi proprio di si.

Damon: Che storia ha?

Meredith: Me la regalò vostro padre quando scoprii di essere incinta di te.

Stefan: Come l'avevi scoperto?

Damon: Che ficcanaso!

Stefan: Dai non posso sapere?

Damon: No! Sono affari di mamma.

Meredith: Anche vostri, se volete vi racconto.

Stefan: Si.

Damon: Ok, scopriamo la storia del dondolo. – disse sbuffando e andarono in salotto.

 

Meredith: Allora era un giorno d'estate e da alcuni giorni mi sentivo sempre stanca. Un pomeriggio svenni e Giuseppe chiamò il medico e dopo la visita ci disse che ero incinta. Lui era felicissimo perché aveva paura che non restassi incinta visto che dopo sei mesi dal matrimonio non era ancora successo, così la settimana dopo arrivò a casa con questo. – e accarezzò in bracciolo. – Quando entrò nella stanza dopo il parto, visto che ero esausta ti prese e si sedette su questa e ti addormentasti tra le sue braccia. …Invece per Stefan... Volevi a tutti i costi un fratellino da giocare. Erano giorni che avevo fame, tanta fame e voglia di more, così un giorno parlando con mia sorella ipotizzammo la gravidanza e poi il medico la confermò. Dopo la tua nascita ti prese in braccio. Al pomeriggio quando si allontanò ti misi in braccio a tuo fratello. La sera ti addormentasti cullato da Giuseppe sulla sedia poi ti mise accanto a me, Damon dall’altra parte e lui ci guardava seduto su questa. Vi amava da morire, non so, non riesco a capire perché vi abbia fatto tutto quello che vi ha fatto. – concluse in lacrime.

Damon: Ehi dai non fare così è acqua passata. – disse accucciandosi vicino a lei.

Meredith: Lo so però fa male. – disse accarezzando i capelli del maggiore.

Stefan: Siamo qui, importa solo questo.

Meredith: Si avete ragione.

Damon: Grazie per la storia.

Meredith: Di niente, si è addormentata.

Stefan: Si crollata.

Damon: Vado a preparare il pranzo.

Meredith: Ok caro.

 

Dopo pranzo Damon si infilò la giacca.

Meredith: Dove vai?

Damon: Mi è venuta voglia di un bel caffè.

Meredith: Non è come penso vero?

Stefan: Sai pensandoci bene è venuta anche a me.

Meredith: Siete tremendi!

Damon: Non vuoi niente mamma?

Meredith: No grazie. Andate solo a prendere il caffè?

Stefan: E importunare le cameriere perchè siamo cattivi.

Meredith: Va bene “cattivi” a dopo ciao.

Damon e Stefan: Ciao.

 

Detto ciò uscirono e si diressero al Grill. Entrarono e si sedettero al bancone.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 40
*** CAPITOLO 40 ***


Damon: Salve!

Elena: Buon giorno.

Stefan: Due birre, grazie.

Lexi: No, le birre dopo pranzo non vanno bene.

Damon: Mio fratello ha detto due birre belle signore.

Elena: Ecco qua.

Damon: Grazie. Credo che suo marito sia molto fortunato ad averla come moglie.

Elena: A si? Pensandoci credo di si ed è un bellissimo uomo.

Stefan: E lei signora?

Lexi: Anche mio marito è un bellissimo uomo.

Stefan: Si si, grazie. – scoppiarono a ridere.

Elena: Comunque cosa ci fate qui?

Stefan: Siamo venuti ad importunare le nuove bariste e per far arrabbiare le nostre donne, ma non ditelo a nessuno.

Lexi: Che mariti maleducati. Dai?

Damon: Siamo venuti a prendere due birre dopo pranzo. Come state?

Elena: Bene e voi baby sitter?

Damon: Abbiamo fatto piangere mamma.

Lexi: Cosa? Perché?

Stefan: Per il regalo e poi ci ha raccontato la storia del dondolo.

E raccontarono brevemente la storia.

Damon: A che ora staccate?

Elena: Alle 15.

Stefan: Poi?

Lexi: Poi andiamo a casa da nostra suocera e cognata e poi...

Stefan: Poi?

Elena: Magari stasera staremo con i nostri mariti.

Damon: Allora e meglio che non vi stanchiate troppo, noi andiamo. Il resto e mancia.

Stefan: Ah dimenticavo, non importunate i clienti.

Lexi: Sarà fatto!

 

Tornarono a casa.

Meredith: Ma guarda un po' i tuoi fratelli che espressioni soddisfatte che hanno.

Damon: Si vede?

Meredith: Leggermente.

Stefan: Bene.

Meredith: Su raccontatemi.

Stefan: Non volevano servirci, che due maleducate, non ho mai trovato bariste così. Alle 15 staccano e vanno a casa dalla suocera e dalla cognata.

Meredith: E alla sera con i mariti?

Stefan: Forse, chissà che fortunati.

Damon: Tieni. – porse la tazza con il caffè.

Meredith: Ma non l'avete preso?

Stefan: No due birre.

Meredith: Ok.

Damon: Cucciola dormi già?

Meredith: Si si. Ha chiamato Elijah.

Stefan: Cosa dice?

Meredith: Che non vede l'ora di tornare a casa.

Si alzò e la posò nel passeggino e si riposizionò tra i figli al centro del divano.

 

Damon: Ci hanno trattato male sai?

Meredith: Chi?

Stefan: Le tue nuore.

Meredith: Che bambini che siete. Siete tanto offesi vero?

Damon: Si si tanto.

Meredith: Volete i vizi dalla vostra mamma?

Stefan: Si.

Damon: Stefan voleva dire “si volentieri madre grazie”. Ste le buone maniere da gentil uomo non te le ricordi?

Stefan: Certo che si, “scusate signora madre”.

Meredith: Piantatela. Dai venite vicino. – e si misero a ridere.

Abbracciò entrambi che posarono le loro teste sulle spalle, Damon a sinistra e Stefan a destra e posò ad entrambi un bacio sui capelli.

Damon e Stefan: Grazie.

Meredith: Per così poco. Mi dispiace di non averlo fatto durante la vostra infanzia.

Damon: No mamma, niente storia perchè poi finisci per piangere.

Meredith: Lo so. Scusate però mi piace ripensare a quando eravate piccoli e indifesi. Da proteggere.

Stefan: Allora raccontaci qualcosa.

Meredith: Ok. – misero entrambi il capo sulle gambe della madre.

Damon: Ti diamo fastidio?

Meredith: Certo che no, allora… Vi piaceva addormentarvi con la testa sul mio cuore e dormivate di più facendolo.

Damon: Per forza.

Meredith: Cosa?

Stefan: Il tuo cuore ha un battito così dolce.

Meredith: E' un complimento?

Damon: Assolutamente si!

 

Dopo vari discorsi...

Stefan: Posso chiederti una cosa?

Meredith: Certo qualsiasi cosa.

Stefan: Ti ricordi come e quando sei stata uccisa?

Ritorna all'indice


Capitolo 41
*** CAPITOLO 41 ***


Angolino!!
Eccoci qua! Ci stiamo avvicinando lentamente alla fine. volevo ringraziare tutti coloro che la leggono, soprattutto a LadyVerbena per il suo supporto.
Dopo questo capitolo inizieranno i problemi per la family, ma non voglio dirvi troppo.
A voi il capitolo e buona lettura.

 

Meredith: No, mi dispiace. Vorrei tanto saperlo. Mi ricordo l'ultima sera con voi e la giornata dopo, fino al pomeriggio. Mi ricordo che alla sera ti misi a dormire nella culla, poi mi sdraiai accanto a te per farti addormentare e vostro padre che mi aspettava a letto e...

Damon: Basta con la serata. – Meredith sorrise e continuò.

Meredith: Ok. Il mattino dopo partii con la carrozza per andare da Lise Lockwood e al pomeriggio risalii per tornare a casa. Ma non ci tornai mai. A voi cosa disse?

Stefan: Non so, credo niente.

Damon: Disse che eri partita e non saresti più tornata, ci amavi e la scelta di andare via non dipendeva da te ma ti era stata imposta. Disse che la scatola in cui eri ti avrebbe permesso di salire su un treno molto lontano per permetterti di vegliarci sempre. Come ultima cosa ci permise di darti un bacio a condizione di non svegliarti. Nel pomeriggio arrivarono delle persone che ti portarono alla stazione del treno così credevamo. La sera ci fece dormire nel lettone, ma il vero motivo della tua morte non me lo disse mai e quando lo incontrai mi disse che eri stata uccisa da un vampiro. Tutto il resto lo sapete. – concluse in lacrime e si accorse che non era l'unico così si alzò e abbracciò la madre stringendosela al petto.

Meredith: Mi dispiace tanto Damon. – disse singhiozzando.

Stefan: Scusa Dam, non lo sapevo. Non avevo idea di tutto questo.

Damon: Non dovevi saperlo, non te l'ho mai voluto dire, nonostante le tue richieste perché volevo e dovevo proteggerti. Se non l'avessi chiesto a mamma non l'avresti saputo. – così si alzò e abbracciò il fratello.

Stefan: Grazie. Ti voglio bene.

Damon: Anche io.

Stefan: Lo so.

Damon: Tutto a posto mamma?

Meredith: Credo di si. – disse rimanendo tra le braccia del figlio mentre Stefan prendeva Marianne che agitava le braccia dal passeggino. – Grazie Stefan. Grazie Damon per tutto quello che hai fatto per tuo fratello. Sei fantastico.

Damon: Non dire così.

Meredith: Si invece e grazie per quello che fate con lei.

Stefan: E' nostra sorella, abbiamo delle responsabilità.

Damon: Si si.

 

Dopo un po’ arrivarono Lexi e Elena.

Elena: Ciao che succede? Mer non ti senti bene?

Meredith: No no tranquille.

Lexi: Perché queste facce?

Meredith: Non è successo niente di grave, ho solo scoperto la copertura della mia morte.

Elena e Lexi: Cosa?

Meredith: Il mio ultimo giorno di vita lo ricordo e ho scoperto cosa gli disse Giuseppe per coprire la mia scomparsa.

Elena: State bene però?

Damon, Stefan e Meredith: Si.

 

Il giorno dopo Elena e Lexi si svegliarono presto e scesero di sotto in cucina.

Elena: Altro giorno di lavoro. Però mi piace.

Lexi: Anche a me. Ci conviene andare se no ci licenziano.

Elena: Sono solo le 7.40. O mio dio andiamo. Mangiamo qualcosa la.

E si precipitarono in macchina.

 

Pensionato…

Meredith: Ragazzi dobbiamo andare dal medico con la piccola.

Damon: Guidi tu Ste?

Stefan: Si Dam. – squillò il cellulare di Damon.

Damon: Pronto?

Liz: Ciao Damon. Carol ha indotto un incontro straordinario del Consiglio. Dovresti venire.

Damon: Riguarda i membri del Consiglio o le Famiglie Fondatrici?

Liz: Le Famiglie Fondatrici.

Damon: Ti mando Stefan. Io devo portare mia madre e la piccola dal medico.

Liz: Ok. – chiuse la chiamata.

Damon: Ti dispiace?

Stefan: Ma va figurati. Ci vado volentieri. A dopo.

Meredith: Ciao tesoro.

Damon: Ciao.

Stefan: Ciao. – partirono.

 

Quando arrivarono Damon parcheggiò e scese cercando di aprire il passeggino.

Damon: Sta roba la odio.

Meredith: Cosa succede?

Damon: Non si apre... Fatto!

Meredith: Sei arrabbiato?

Damon: Si con questo.

Meredith: Sicuro? Non perchè sei dovuto venire a portarci?

Damon: Ma figurati. Dai andiamo che prendete freddo.

Così stacco il seggiolino e l'agganciò al passeggino. Salirono e dovettero aspettare più di un’ora per via di un’emergenza. Le altre signore in sala d'attesa rimasero stupite della bravura di Marianne.

Signora: Quanto ha?

Meredith: Tre settimane.

Signora: Ma è bravissima!

Meredith: Si abbastanza. – in quel momento i suoi occhietti si riempirono di lacrime. – Ehi... Non fare questo faccino.

Damon: Magari perchè è bloccata da questa tuta. Vieni dallo zio che togliamo questa cosa brutta.

Infatti appena tolta sorrise allo zio. Arrivò il medico nello studio.

Dottore: Signora Salvatore, prego.

Meredith: Arrivo. La tieni tu?

Damon: Certo.

Dopo la visita uscì e visto che era ora di andare dal pediatra si recarono nell'altra sala d'attesa. Dopo 5 minuti entrarono tutti e tre visto che la piccola era in braccio allo zio. Terminata anche questa, la vestirono e andarono alla macchina.

Damon: Tutto bene mamma?

Meredith: Si si. Ha detto di aspettare a...

Damon: Si si, intesi. Ho capito. Tanto non è a casa.

Meredith: Che vergognoso che sei. Sei grande abbastanza.

Damon: Si ma sei la mamma.

Meredith: Ma sono cose che fai anche tu.

Damon: Mamma! D'accordo e mi piace anche, ma tu sei la mia mamma non una donna qualsiasi e credimi che non è altro perchè io di donne ne ho avute tante. Quindi è questo sei la mia mamma e immaginarti con Giuseppe e Elijah in atteggiamenti non consoni... No no.

Meredith: Ok tesoro. Capito il messaggio. Guida tranquillo.

 

Dopo la visita andarono al Grill e Meredith si recò al bancone.

Elena: Ciao Mer.

Meredith: Ciao Ele, Lexi.

Lexi: Ciao tutto bene?

Meredith: Si si tutto a posto. – sopraggiunse Damon con la piccola.

Damon: Salve.

Elena: Bel signore, presumo il solito. Ma ciao topina.

Damon: Esatto signora.

Lexi: Arriva subito. Tu Mer cosa prendi?

Meredith: Un caffè macchiato grazie. Cosa fanno questi due?

Elena: Vengono ogni tanto a controllarci.

 



Ritorna all'indice


Capitolo 42
*** CAPITOLO 42 ***


TRE MESI DOPO …

 

Meredith: Io vado al Grill insieme a Jenna.

Damon: Ok. Fate solo piano.

Meredith: Si stai tranquillo.

Jenna: Ciao. – uscirono e si diressero in macchina.

Appena arrivarono sulla soglia della porta Meredith vide Elijah e una ragazza che si baciavano.

Meredith: Andiamo a casa. Per favore. – e scoppiò a piangere.

Jenna: Certo. – salirono in macchina.

 

Dopo 10 minuti arrivarono. Meredith entrò sbattendo la porta piangendo.

Damon: Mamma! Mamma cos’è successo?

Jenna: Abbiamo visto Elijah che si baciava con una ragazza.

Damon: Vieni qui. – l’abbracciò. – Si sistemerà tutto vedrai. Shh calmati. Adesso lo chiamo e gli dico di venire a casa ok? – Meredith annuii così Damon chiamò Elijah.

Damon: Vieni a casa. Subito. Tanto so che non sei a lavoro.

 

In pochi minuti Elijah si trovò davanti alla porta di Casa Salvatore.

Elijah: Cos’è successo?

Damon: Vorrei che me lo dicessi tu. Mamma è arrivata a casa piangendo.

Elijah: Dov’è adesso?

Damon: In cucina. Aspetta passo prima io.

Elijah: Ok. – si spostarono nella stanza.

Damon: Mamma è qui.

Meredith: Porta via tua sorella. Ti prego.

Damon: Va bene. – così Damon andò di sopra, prese la piccola, le mise il giubbottino, il cappellino e poi prese la borsa per il cambio per poi scendere di sotto. – Andiamo da Rick. Mi raccomando.

Meredith: Ok, stai tranquillo. – uscì.

Elijah: Mer cos’è successo? – si avvicinò.

Meredith: Stammi lontano! Hai anche il coraggio di chiedermelo?

Elijah: Amore non capisco.

Meredith: Dopo quello che mi hai fatto, hai il coraggio di chiamarmi amore? Ti ho visto mentre ti baciavi con quella. Da quanto tempo mi tradisci?

Elijah: Lasciami spiegare. Non è come sembra.

Meredith: Io ero li.

Elijah: Meredith io ti amo. Non potrei mai tradirti. Tu sei tutto per me.

Meredith: Basta! È da un anno e mezzo che mi riempi di bugie! Il mio amore per te non conta niente? Io per te non conto niente? Mi hai riempito di menzogne! Pensavo che mi amassi, come io amo te. Ma mi sbagliavo. Non pensi a tua figlia? Baciando quella ragazza hai tradito anche lei.

Elijah: Mer io…

Meredith: Fuori da casa mia!

Elijah: Mer.

Meredith: Fuori!

Così Elijah se ne andò e Meredith scoppiò a piangere.

 

Casa Gilbert...

Damon scese dall'auto, staccò il seggiolino con la piccola e andò a bussare.

Rick: Ehi Damon ciao, vieni Jenna mi ha detto tutto.

Damon: Grazie. – entrò e tolse il giubbottino alla piccola.

 

Dopo una decina di minuti iniziò a piangere così la riprese in braccio.

Damon: Cucciola non fare così dai... Shh da brava. – iniziò a cullarla passeggiando nel salotto.

Jeremy: Damon Salvatore che fine ha fatto?

Rick: Jer!

Damon: Al momento come vedi è occupato. Tieni prendila un attimo.

Jeremy: No no devo andare, mi dispiace. Ciao piccoletta, ciao.

Damon e Rick: Ciao.

Damon: Puoi prenderla un attimo che chiamo Stefan?

Rick: Si, provo.

Damon: Tienila grazie. – compose il numero di Stefan e attese. – Ste vieni a casa da Rick subito.

Stefan: Cos'è successo?

Damon: Vieni e ti spiego tutto.

 

Dopo un quarto d'ora arrivò. Trovò la piccola che si era addormenta in braccio al fratello.

Stefan: Ciao allora?

Così Damon raccontò tutto e mise la piccola su una poltrona e Stefan si sedette sul pavimento vicino a lei e con Rick parlarono fino quando non entrò Elijah. Inizialmente rimasero in silenzio poi Marianne si svegliò.

Elijah: Me la lasciate prendere?

Stefan: Certo. – così si spostò per far passare Elijah.

Elijah: Ciao piccola mia. – la baciò sulla fronte.

Rick: Vuoi qualcosa da bere?

Elijah: No grazie.

Damon: Chi era quella donna?

Elijah: Una mia vecchia amica.

Damon: Perchè hai tradito mamma? Perchè hai tradito lei?

Elijah: Non è come pensate.

Stefan: La mamma non si inventa le cose.

Elijah: E' lei che mi ha baciato. Io l'ho respinta, evidentemente non hanno visto. Io amo vostra madre più di qualsiasi altra cosa.

Damon: Perchè eri con lei?

Elijah: Dovevamo parlare.

Stefan: Di cosa?

Elijah: Di lei. Perchè è una strega. Volevo capire perchè un'umana può rimanere incinta di un vampiro in un modo diverso da quello che sapevamo. Volevo capire com'è possibile. Ma tanto non mi ha dato risposte anzi mi a detto che me l’avrebbe fatta pagare per il rifiuto.

Stefan: Non potevi chiedere a Bonnie o tua madre?

Elijah: Non volevo metterle in mezzo. Non mi credete? Fate quello che volete, uccidetemi pure. Perchè non posso sopportare l'idea che mi odierà per sempre.

Damon: Ma che cavolo dici!

Elijah: Come?

Stefan: Ti crediamo. Lo sappiamo che ami nostra madre e che non potresti mai tradirla.

Damon: Sia io che lei abbiamo il carattere comune, siamo impulsivi.

Rick: Se non vuoi andare a casa potresti andare a stare nel mio vecchio appartamento. Almeno fino a quando le cose non si calmeranno.

Elijah: Grazie mille, Rick. Davvero. Adesso vado a prendere le mie cose.

Stefan: Ti accompagno?

Elijah: No grazie Ste. Vado da solo.

 

Pensionato...

Entrò in casa e la trovò seduta a terra davanti al camino.

Meredith: Ti avevo detto di andartene o sbaglio?

Elijah: Sono venuto a prendere il cambio. Poi tolgo il disturbo.

Meredith: Fai veloce e vattene. – così Elijah salì di sopra.

Damon: Mamma ti ho portato la piccola.

Meredith: Grazie. – si alzò per prenderla.

 

Intanto Elijah prese alcuni abiti e poi scese avvicinandosi a Marianne.

Elijah: Ciao piccola mia, fai la brava mentre sono via intesi?

Meredith: Stai lontano da mia figlia.

Elijah: Ciao ragazzi.

Damon e Stefan: Ciao.

 

A quelle parole Elijah si sentì cadere il mondo addosso. Marianne era anche sua figlia, dopotutto. Si sentì come se una lama gli avesse trafitto il cuore. Quel cuore che aveva ripreso a battere dopo mille anni. Aveva voglia di scappare lontano spegnendo tutte l'emozioni con quel pulsante mai esistito. Voleva lasciare che la sua parte, quella vampiresca, si impossessasse del suo corpo. Voleva essere il predatore che sua madre aveva creato. Essere il vampiro. Essere il mostro.

Ma poi che senso avrebbe avuto. Lui non era così. Non lo era mai stato. Lui non uccideva per divertimento. Aveva di nuovo la sua famiglia e la famiglia, si sa che viene prima di tutto. Aveva fatto di tutto per proteggerla. Eppure pensando a tutte queste cose la voglia di uccidere era sempre li che lo spingeva a lasciarsi andare. Così uscì dalla porta e si recò al vecchio appartamento di Alarick.

Dopo 20 minuti in macchina arrivò li, dove depose le sue cose e poi uscì. Si diresse nel bosco per schiarirsi le idee e per cacciare.

 

Pensionato, mezz'ora dopo...

Damon: Mamma adesso non voglio mettermi contro di te e proteggere Elijah, ma non credi di aver esagerato un pochino?

Meredith: Ha baciato un'altra ragazza Damon. No, non ho esagerato.

Damon: Ma non dovevi mettere in mezzo la piccola però. È anche sua figlia, l'avete concepita in due e poi porta anche il suo cognome.

Meredith: Su questo ho esagerato è anche suo padre. Ma non mi doveva tradire.

Stefan: Però mamma non l'hai neanche lasciato spiegare.

Meredith: Non voglio discutere con voi.

Damon: Come vuoi. Posso abbracciare mia mamma senza rischiare la pelle?

Meredith: Ma sei proprio schiocco. Dai vieni qui.

 

Bosco…

Elijah si era sfogato e quella voglia di sangue finalmente era sparita.

 

Dopo un'ora squillò il telefono di Casa Salvatore.

Damon: Pronto?

Rebekah: Ciao Damon. Ascolta ripensandoci ho cambiato idea. Resto qui in Italia ancora per un po’.

Damon: A ok. Beh mi dispiace.

Rebekah: Stai tranquillo. Tornerò.

Damon: Sarai sempre la benvenuta.

Rebekah: Grazie Damon. Adesso ti saluto.

Damon: Ciao Rebekah. – e riattaccò.

 

Dopo che ebbe riagganciato suonò il suo cellulare.

Liz: Ciao Damon.

Damon: Ciao Liz. State bene?

Liz: Si si. Tutto ok. Voi?

Damon: Si, tutto ok. Come mai hai chiamato? Qualche problema?

Liz: In verità si. C'è stato un omicidio.

Damon: Cosa? Quando?

Liz: Una donna è morta con un paletto nel cuore.

Damon: Arrivo subito.

Meredith: Chi era Damon?

Damon: Liz. Devo andare subito. – si avvicinò all’ingresso.

Stefan: Credi che sia stato lui?

Damon: Era instabile. Non so cosa pensare, ti faccio poi sapere.

Stefan: Ok.

 

Bosco...

Damon: Eccomi.

Liz: Grazie per essere venuto. È stata uccisa nel pomeriggio, c'erano anche dei resti animali. Questa è la ragazza. – gli porse la foto.

Damon: No, non può essere stato lui.

Liz: Di chi stai parlando Damon?

Damon: Niente, parlavo da solo. Devo andare. – corse verso la macchina e si recò ad alta velocità all'appartamento di Rick.

 

Damon: Elijah fammi entrare. Elijah! – continuò a bussare.

Elijah: Ehi, calmati.

Damon: Sei stato tu?

Elijah: Non capisco Damon. Se si tratta degli animali li ho nascosti.

Damon: No, non li hai nascosti. Erano vicino al corpo di questa ragazza. – gli mostrò la fotografia.

Elijah: Ma è... E’ Tamara.

Damon: La conosci?

Elijah: Si è la mia amica.

Damon: La strega? Da quanto tempo la conosci?

Elijah: Siamo praticamente cresciuti insieme. Era nel nostro villaggio. Eravamo inseparabili.

Damon: Mi dispiace Elijah. Non sei stato tu vero?

Elijah: Non lo farei mai Damon. Dovresti conoscermi, magari l’ha fatto per incolparmi.

Damon: Lo so Elijah. Scusami.

Elijah: Potrei restare da solo Damon. Scusami ma sono troppo scosso per tutto.

Damon: Si certo. Se vuoi parlare o sfogarti, chiamami. Appena possiamo ti portiamo la piccola.

Elijah: Grazie Damon. Per tutto quello che fai e che fate.

Damon: Tranquillo Elijah.

 

Poi tornò a casa.

Stefan: Allora?

Damon: La ragazza che è stata uccisa si chiama Tamara Tonkson. Era l'amica di Elijah.

Stefan: Lui come sta?

Damon: Non se la passa bene. Prima quello che è successo con mamma, poi questo l'ha distrutto.

Stefan: Vado a trovarlo dopo.

Damon: No, lasciamolo solo. Ha detto che voleva rimanere da solo. Domani la porti tu da lui?

Stefan: Si si. Certo.

 

In cucina...

Damon: Ciao mamma. Domani Stefan porta la piccola da Elijah.

Meredith: Va bene. Ma magari potrebbe dormire sul divano.

Damon: Ok.

Meredith: Vai a dirglielo tu?

Stefan: No mamma, vai tu.

Meredith: Ma...

Damon: Niente ma. Ci vai tu.

Meredith: Ok, Ste mi accompagni?

Stefan: Si mamma.

 

Appartamento Rick...

Dopo 20 minuti arrivarono, Meredith scese e poi suonò il campanello.

Meredith: Ciao.

Elijah: Meredith, ciao. Prego entra pure.

Meredith: Grazie.

Elijah: Vieni siediti.

Meredith: No grazie sono solo passata per dirti che se domani volevi tornare a casa per Marianne, visto che non sei al lavoro.

Elijah: Me lo concedi?

Meredith: Si. La piccola è anche figlia tua. Ora vado. Stefan mi aspetta. Ciao.

Elijah: Ciao Meredith.

Ritorna all'indice


Capitolo 43
*** CAPITOLO 43 ***


Dopo un mese...

Elijah: Devo dirvi una cosa. È tanto che ci penso ma ieri sera ho deciso che fino a quando le cose con Meredith non si saranno sistemate torno in Italia.

Meredith: Stai rinunciando a Marianne?

Elijah: Sai che non è vero. Sai che a lei ci tengo. E sai, anche se non vuoi ammetterlo, che ti amo. Me ne vado anche perchè non riesco più a sopportare questa situazione con te. Riconosco che ho sbagliato a non dirti niente. So che non è facile perdonarmi.

Meredith: Ho solo bisogno di tempo Elijah.

Elijah: Prenditi tutto il tempo che vuoi Meredith, ma la mia decisione non cambia. Tra un’ora tolgo il disturbo. Vado a preparare la valigia. Per Marianne sarà come se fossi al lavoro e poi è piccola.

Stefan: Vengo su con te.

Elijah: Come vuoi.

 

Camera Meredith…

Stefan: Quando vorrai tornare sappi che questa casa è sempre aperta per te.

Elijah: Grazie. Io l'amo ancora. E mi fa male prendere questa decisione, non sai quanto Stefan.

Stefan: Lo so. Ma anche lei ti ama ancora. Ha solo bisogno di tempo per riflettere. Ma tu promettimi di non fare cavolate, capito?

Elijah: Si Ste stai tranquillo. Ti voglio bene.

Stefan: Te ne voglio anche io. – l'abbracciò con gli occhi lucidi.

Damon: Fatti sentire ogni tanto. – disse dallo stipite dalla porta.

Elijah: Si Dam. Anche voi. – l'abbracciò. – Però dovete farmi una promessa.

Damon: Tutto quello che vuoi.

Elijah: Dovete proteggerle sempre. So che lo fate meglio di me.

Damon e Stefan: Saranno protette.

Elijah: Voglio che consegni questa lettera a tua madre. E dirgli che l'amo. – e porse una busta a Damon.

Damon: Certo.

Elijah: Adesso vado dalla piccola. – si diresse verso la camera di Marianne.

 

Camera Marianne...

Elijah: Ehi piccola mia. Fai la brava con Damon e Stefan, ma soprattutto con la mamma. Come sempre del resto. Ritornerò da te e da voi. Ti voglio bene cucciola. – gli diede un bacino sulla fronte. Dopo di ché la piccola si mise a piangere. – No piccola non fare così. Papà non ti abbandona sarà sempre qui, nel tuo cuoricino. Tornerò presto. Te lo prometto. E poi staremo insieme per sempre. Basta piangere, ok? Ciao angioletto. Ste, Dam abbiate cura di voi.

Damon e Stefan: Anche tu. – si abbracciarono.

Marianne intanto non voleva staccarsi dalla stoffa della maglia di Elijah come per dire “No papà non lasciarmi, ti prego” mentre non smetteva di piangere.

Elijah: Amore ti prego. Non fare così. Mi fai stare ancora peggio se piangi. Shh basta piangere. Ti prego. Calmati, calmati. – ma niente.

Damon: Provo a prenderla?

Elijah: No, non serve a niente. Non si stacca. – poi si rivolse alla piccola. – Ascolta cucciola. Papà deve andare via ma tornerò te l'ho prometto. Non ti abbandono perchè ti amo piccola mia. – smise di piangere ma non si volle staccare di Elijah. – Ascolta amore. Papà ti porta giù e poi parte perchè se no i suoi capi lo licenziano. Ok? – la piccola fece un sorrisino di approvazione per via del tono di voce impiegato dal padre.

 

Dopo alcuni minuti scesero.

Elijah: Eccoci qua piccola. Vai in braccio alla mamma.

Meredith: Grazie.

Elijah: Io vado. Ci sentiamo. Ciao angioletto. – così uscì e si diresse al taxi che lo attendeva.

 

Più tardi.

Damon: Mamma Elijah ha detto di darti questa. – gli porse la lettera così Meredith l'aprì e la lesse:

 

Meredith, amore mio,

quando tu leggerai questa lettera io sarò già sull'aereo. Ci ho messo poco per innamorarmi di me e in attimo è tutto svanito. Prenditi tutto il tempo che hai bisogno.

Ti amo Meredith, ti ho amato dalla prima volta che ti ho vista e ti amerò per l'eternità. Ho bisogno che tu sappia che non ti ho tradita e spero che questa volta mi crederai. Non potrei mai tradirti. So che ormai è tardi vorrei che le cosa tra noi due si sistemano in fretta. Non posso sopportare l'idea di perderti per sempre e perdere la nostra famiglia. Ora ti lascio. Elijah”

 

Appena finito di leggerla, Meredith si mise a piangere.

Damon: Dai mamma. – l'abbracciò.

Meredith: Cos'ho fatto! Come ho potuto lasciarlo andare senza dire niente? Come ho potuto?

Damon: Shh mamma andrà tutto bene.

 

Meredith sia a pranzo che a cena aveva mangiato poco.

Meredith: Ragazzi potete stare con la piccola?

Damon: Certo. Stai bene?

Meredith: Si. – disse con gli occhi lucidi. – Ciao.

Stefan, Elena e Lexi: Ciao.

 

Due ore dopo...

Stefan: Stai andando a controllare la mamma?

Damon: Si.

 

Camera Meredith…

Salito, Damon bussò alla porta.

Meredith: Si. – disse asciugandosi le lacrime.

Damon: Posso entrare?

Meredith: Si Damon. Vieni pure.

Damon: Mamma stai... – non ebbe tempo di finire di parlare che Meredith si mise a piangere. – Mamma vieni qui. Andrà tutto bene ok? Andrà tutto bene.

Meredith: E' colpa mia. È tutta colpa mia.

Damon: No non è vero, basta piangere ok?

Meredith: Ok.

Damon: Mi fermo a dormire con te, ora cerca di riposare.

Ritorna all'indice


Capitolo 44
*** CAPITOLO 44 ***


POV ELIJAH

 

Uscii da quella casa lasciandomi dietro un sacco di ricordi. Per le strade di Mystic Falls c'era più traffico del solito. Percorsi quelle strade come se fosse l'ultima volta. So però che non è così. O almeno lo spero. La prima volta che arrivai qui era per uccidere Niklaus. Ma poi tutto è cambiato da quando Meredith è entrata nella mia vita. Con lei mi sento umano.

Immerso nei miei pensieri pagai il taxista ed entrai nell’aeroporto. Feci il check-in e mi imbarcai.

Sull'aereo varie hostess mi chiesero se volevo qualcosa e la mia risposta era sempre la stessa: “No grazie. Sono a posto così”. Non è vero che sono a posto. Rivoglio lei. Rivoglio la mia famiglia. Ma fino a quando non mi avrà perdonato tra noi è finita. Dopo 10 ore di viaggio arrivai all'aeroporto di Firenze. Fortunatamente la casa dei mie genitori era vicina.

Grazie alla mia velocità vampiresca in pochi minuti arrivai a casa e suonai il campanello. Ad aprirmi fu mia madre.

Elijah: Ciao mamma.

Ester: Elijah? Caro che ci fai qui?

Elijah: Lunga storia. Posso entrare?

Ester: Certo, entra pure. – così entrai.

Elijah: Ciao a tutti.

Mikael: Elijah?

Elijah: Dovrei raccontarvi una cosa. Il motivo per cui sono qui.

Mikael: Meredith e la piccola stanno bene?

Elijah: Si stanno bene ma io e Meredith ci siamo lasciati.

Ally: Come? Cosa?

Elijah: Vi ricordate Tamara Tonkson?

Rebekah: La strega del villaggio?

Elijah: Esatto. Un mese fa è ritornata a Mystic Falls. Mi aveva chiamato che aveva fatto delle ricerche ed era venuta a darmi i risultati. Gli avevo chiesto come era possibile che un vampiro potesse procreare. Solo che la situazione è degenerata nel momento in cui mi ha baciato. Ma io l'ho respinta dicendole che avevo una famiglia e una fidanzata splendida che amo più di qualsiasi altra cosa. Lei ha visto che mi baciava e poi Damon mi ha chiamato quando ormai era a casa. Così visto che non riuscivo più a vedere il disprezzo che prova per me ho deciso di andare via. Mi chiedo se ho fatto la cosa giusta lasciandole li da sole perchè non lo so neanche io. – dissi con le lacrime agli occhi.

Lio: Si sistemerà tutto fratellino, vedrai.

Elijah: Io vado a coricarmi. Ci vediamo per cena.

Rebekah: Ok.

Così andai su e mi diressi nella stanza riservata per me. Entrai, chiusi la porta a chiave e mi coricai.

Non avevo voglia di mangiare così mi misi a pensare e poi a dormire svegliandomi poi all'alba del giorno dopo per vedere sorgere il sole. Però prima aprii la porta della stanza. Infine aprii le tende ed andai vicino alla finestra. Mi misi a guardare l'anello che mia madre aveva creato per proteggerci dal sole.

 

Venti minuti dopo qualcuno bussò alla porta.

Elijah: Si avanti.

Mikael: Ti ho portato la colazione, figliolo.

Elijah: Grazie papà, ma non ho fame adesso. Magari più tardi.

Mikael: Te la lascio qui. Ti aspettavamo ieri per cena.

Elijah: Già scusami. Ma ero stanco per il volo.

Mikael: Immagino. Ci vediamo per pranzo.

Elijah: Non credo di venire.

Mikael: Elijah...

Elijah: Lo so papà. Potresti lasciarmi solo, per favore?

Mikael: Certo. Se cambi idea siamo sotto. Ciao.

Elijah: Ciao. – appena mio padre uscì chiamai Elena.

Elena: Pronto?

Elijah: Ciao Ele.

Elena: Elijah? Stai bene?

Elijah: Direi di no. Meredith? Voi state bene?

Elena: Si stiamo bene. Meredith sta come stai tu. Manchi a tutti soprattutto a lei e alla piccola.

Elijah: Mancata tantissimo anche a me. Ora ti lascio Elena. Ci sentiamo.

Elena: Ok. Ciao Elijah.

Finita la chiamata mi misi a piangere.

Ritorna all'indice


Capitolo 45
*** CAPITOLO 45 ***


POV MEREDITH
 

Per tutto questo mese lontano da Elijah, i miei due splendidi figli si sono presi cura di me facendomi passare un po' per volta la depressione. Ma ogni volta che entravo nella nostra camera volevo solo piangere, come poteva un uomo farmi star male? Semplice ero follemente innamorata di lui. E anche se mi aveva tradito l'avrei perdonato comunque. Mi chiedo solo perchè non l'ho fatto subito. Sono stata una stupida ad averlo trattato così. Mi manca, questo è vero, ma so che è sempre vicino a me nel mio cuore. Anche se è spezzato e un pezzo di esso se ne è andato dal momento in cui ha varcato quella porta. Ma devo andare avanti per me e per Marianne. Ho provato a chiamarlo molte volte ma in ognuna di esse c'è sempre quel disco metallico che dice “il numero da la lei chiamato è al momento irraggiungibile. La preghiamo di richiamare più tardi. Grazie.” Dannata segreteria telefonica.
I miei ragazzi si preoccupano tanto, troppo per me. Non mi lasciano sola neanche un secondo. Fanno i turni per dormire con me. D'un tratto la voce di Damon mi riporta alla realtà.
Damon: Mamma sta sera esci un po’ così ti distrai.
Meredith:No Damon. Non ne ho voglia. Resto a casa con le mie nuore e con i miei figli.
Stefan: Elena e Lexi sono al Grill per il serale.
Damon: E poi non ti fa bene restare sempre rinchiusa in casa.
Meredith:Lo so ragazzi ma non ne ho voglia stasera.
Damon:Fai come credi.
Meredith: Io andrei a coricarmi.
Stefan: Ok ci vediamo domani mamma.
 
Appena salii andai in camera del mio angioletto, mi avvicinai alla culla e la presi in braccio. Appena la presi si mise a piangere.
Meredith:Shh piccola. Papà tornerà, ok? Ti prometto che papà tornerà e poi staremo di nuovo insieme. So che ti manca e manca tanto anche a me. Ora basta piangere. Se no fai piangere anche la mamma. – dissi con le lacrime agli occhi e poi l'adagiai nella culla e andai a dormire.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 46
*** CAPITOLO 46 ***


POV MIKAEL

 

Erano passate quattro settimane da quando mio figlio era arrivato qui a Firenze. Non toccava cibo e questo mi faceva preoccupare. Era sempre rinchiuso nella sua camera e non voleva parlare con nessuno. Voleva essere semplicemente essere lasciato solo. Fui felice quando decise di chiamare Elena, due settimane fa. E poi nessun altro contatto.

Così decisi di chiamare Damon.

Damon: Pronto?

Mikael: Ciao Damon.

Damon: Ciao Mikael. Stai bene?

Mikael: Tutto ok. Tu?

Damon: Me la cavicchio.

Mikael: Tua madre come sta?

Damon: Sinceramente non so. Elijah?

Mikael: E' sempre in camera sua, non parla con nessuno. Non mangia. Ho chiesto a Esther di fare un incantesimo per vedere cosa fa.

Damon: Me lo puoi chiamare?

Mikael: Ci provo. Elijah vieni un attimo, per favore. – dopo due minuti arrivò mio figlio. – Damon ti vuole parlare.

Elijah: Ok. – così prese la cornetta.

Damon: Ciao Elijah.

Elijah: Ciao Damon.

Damon: Stai bene?

Elijah: Non tanto, tua madre?

Damon: Va avanti per Marianne. Però manchi a tutti.

Elijah: Mancate tanto anche a me.

Damon: Dovresti rispettare la promessa che ci hai fatto.

Elijah: Lo sto facendo. Niente cavolate.

Damon: So che non mangi. E questa è decisamente una cavolata.

Elijah: Scusa.

Damon: Tranquillo. Ah tieni il cellulare acceso. Mamma ti vorrebbe chiamare.

Elijah: Ok. Dopo lo accendo. Salutami Mer, Ste, la mia cucciola, Elena e Lexi.

Damon: Va bene. Ciao adesso vado. E mangia.

Elijah: Ok. Ciao Damon. – poi chiuse la chiamata.

 

Vidi che mio figlio aveva un'espressione diversa, più sollevata. Penso che forse parlare con Damon lo ha fatto tornare quello di prima. Perchè è molto legato a loro. Non lo so. Di una cosa però sono certo: Damon è proprio un salvatore di nome e di fatto.

Ritorna all'indice


Capitolo 47
*** CAPITOLO 47 ***


assò una settimana dalla chiamata di Damon. Ally, Elijah, Esther e Rebekah andarono a comprare un pupazzo per la piccola. Dopo varie indecisioni comprarono un gattino.

 

Casa Smith...

Ad un certo punto suonò il cellulare di Elijah che ovviamente aveva lasciato a casa. Così rispose Mikael.

Meredith: Elijah finalmente.

Mikael: Ciao Meredith.

Meredith: Mikael? Cosa... Come mai hai risposto tu? Elijah sta bene?

Mikael: Si sta bene. Ha dimenticato come sempre il cellulare a casa. A volte mi chiedo dove abbia la testa. Tu stai bene?

Meredith: Si, grazie. Appena arriva mi potresti far chiamare?

Mikael: Sono arrivati. Te lo passo. Ciao. – così diede il cellulare ad Elijah.

Meredith: Ciao Elijah.

Elijah: Ciao Meredith. State bene? La piccola?

Meredith: Si stiamo tutti bene. Torneresti da noi?

Elijah: Si, appena posso sono li da voi.

Meredith: Ti aspetto.

Elijah: Vado a prendere il biglietto.

Meredith: Allora penso che ci vedremo domani.

Elijah: Già.

Meredith: Ciao.

Elijah: Ciao. – chiuse la chiamata.

Mikael: Quindi?

Elijah: Avanti so che avete sentito tutto. Comunque torno a casa, torno alla mia vita e dalla mia famiglia. Devo andare a prendere il biglietto e poi a fare le valigie.

Ester: E poi mangi e dormi.

Elijah: Beh quello era sottinteso mamma.

 

La sera, dopo cena a Casa Salvatore...

Elijah: Ciao, sono arrivato il prima possibile. State bene?

Damon e Stefan: Si. – si abbracciarono.

Elijah: Mi siete mancati ragazzi, vostra madre?

Damon: Anche tu. È su con la piccola.

Elijah: Vado da loro.

 

Camera Marianne…

 

Ora ti voglio più che mai
Ora ti voglio qui per sempre
Se solo tu mi sfiorerai
Ci stringeremo eternamente
Ce la faremo se tu vorrai
Non sbaglieremo mai
Insieme cambieremo questa nostra realtà
Il tuo Amore è come un’ombra che non mi lascia mai
E’ come dici tu
Qui nell’oscurità
La luce si confonde con la felicità
Ti voglio qui più che mai
Per sempre tu mi stringerai

Elijah: Ciao Mer.

Meredith: Elijah. – lo abbracciò con le lacrime agli occhi.

Elijah: Non piangere. Sono qui adesso. Sarò qui con te per sempre. Te lo prometto. – disse ricambiando l’abbraccio anche lui con gli occhi lucidi.

Meredith: In questo mese ho riflettuto molto. Ho sbagliato a trattarti in quel modo. Sono stata una stupida a non crederti. Scusami. Ti amo Elijah.

Elijah: Anche io ho le mie colpe. Dovevo parlarne con te. Non l’ho fatto e sono stato uno stupido. Volevo proteggere la nostra famiglia.

Meredith: Quindi tutto risolto?

Elijah: Si. Mi potresti mai perdonare?

Meredith: Certo che si. Tu?

Elijah: Come potrei avercela con te. Ti amo da impazzire.

Meredith: Ti amo anche io. – e si baciarono.

Elijah: Dio quanto mi sono mancate queste labbra e questi baci. Quanto mi mancavi tu.

Meredith: Mi sei mancato tantissimo amore mio.

Elijah: Posso prendere in braccio la mia cucciolotta e poi ritorno dal mio amore?

Meredith: Si ma poi stai con me.

Elijah: Certo. – così si diressero insieme vicino alla culla della piccola. Appena la piccola lo vide gli fece un sorrisone e agitò le braccine verso di lui. – Ciao angioletto. Ti sono mancato vero? Ma d’ora in poi staremo per sempre insieme. Ti ho comprato un gattino da farti compagnia mentre dormi. Volevo comprarti un coniglietto ma poi avevo paura che tuo fratello te lo mangiasse, quindi sono andato sul sicuro. – disse mentre Meredith rideva e la piccola gli fece un sorrisone.

Stefan: Perché mi prendi in giro? – disse facendo il broncio.

Elijah: Lo sai che scherzo. – si avvicinò alla piccola.

Stefan: Non ascoltare papà. È cattivo. – e gli grattò il pancino.

Elijah: Ehi! Non è vero. Lo sai che ti voglio bene Ste.

Stefan: Lo so. – si abbracciarono.

Damon: Ci sono anche io. – e andò ad abbracciare la madre. – Stai bene?

Meredith: Adesso che c’è Elijah qui molto meglio. Grazie tesoro.

Damon: Sta sera la piccola la rubo io così potete stare un po' da soli.

Elijah: Grazie Dam.

Damon: Figurati. La rubo adesso o più tardi?

Meredith: Ancora un po'. Elena?

Damon: Tornano tardi sta sera.

 

Dopo un quarto d’ora...

Meredith: Damon la rubi?

Damon: Certo. Stefan cambiala e poi la prendo.

Stefan: Ma potresti guardarla anche tu tua sorella.

Damon: Io la tengo così mamma e Elijah stanno soli.

Stefan: Che fatica.

Elijah: Ragazzi!

Damon e Stefan: Si padre Smith?

Elijah: Cos’era quell’affermazione?

Damon: Niente padre.

Stefan: Avanti dammela.

Elijah: Tienila.

Così Stefan la prese in braccio e la portò in bagno per cambiarla. Poi tornarono in camera.

Stefan: Tieni, fratello scansa fatiche.

Damon: A parlato lui. Ex mangiatore di conigli.

Elijah: Quanto mi siete mancati! Cosa avete mangiato in questo periodo?

Damon: Noi almeno abbiamo mangiato. – disse facendogli l’occhiolino.

Meredith: Cos’è sta storia amore?

Damon: Il tuo caro ragazzo non mangiava.

Elijah: Lo sai il perché Damon.

Damon: Si lo so. Scusa.

Elijah: Ti perdono solo se mi abbracci.

Damon: Ok. – così lo abbracciò. – Vi lasciamo soli. Andiamo Ste.

Stefan: Buonanotte a tutti e due.

 

Il mattino dopo Meredith e Elijah si svegliarono tardi.

Meredith: Ciao amore. – disse appoggiata al suo petto.

Elijah: Ciao splendore. Stai bene?

Meredith: Mai stata meglio. Tu?

Elijah: Benissimo qui con te.

Meredith: Sai pensavo di far battezzare Marianne.

Elijah: Potremmo chiamare mia madre per farle fare un incantesimo di protezione.

Meredith: Certo tanto verranno anche i tuoi.

Elijah: Si infatti. Direi di farlo nel giardino.

Meredith: Perfetto. Dovremo parlarne anche con i ragazzi.

Elijah: Certo.

Meredith: Andiamo a mangiare.

Elijah: Si ma prima direi di vestirci.

Meredith: Concordo. – così si vestirono.

 

Cucina...

Meredith: Scusateci per il ritardo. – ed entrarono mano nella mano.

Damon: Figuratevi, Elijah vuoi del sangue?

Elijah: Si grazie Damon. Ciao Stefan.

Stefan: Elijah.

Elijah: Elena e Lexi?

Damon: Sono uscite presto.

Meredith: Glielo dici tu o lo dico io?

Elijah: Fai tu?

Meredith: Ok. Avevamo pensato di...

Damon e Stefan: Di farla battezzare.

Stefan: Abbiamo sentito.

Elijah: Cosa ne pensate?

Stefan: Per me va bene.

Damon: Anche per me.

Meredith: Tra un po’ esco con Jenna e Rose. Voi cosa fate?

Elijah: Noi quattro stiamo a casa a vederci un po’ di televisione. Qualcosa ci inventiamo.

Damon: Voi fate piano.

Meredith: Certo. Quando si sveglia la piccola le date da mangiare?

Stefan: Certo tranquilla.

Meredith: Ci vediamo oggi.

Elijah: Ciao amore. – le diede un bacio prima di uscire.

Stefan: Che facciamo?

Damon: Io direi di fare colazione, poi qualcosa faremo.

Così Damon e Stefan presero le sacche e con Elijah fecero colazione.

 

Damon: Fino a quando stai con noi?

Elijah: Purtroppo fino a domenica. Poi devo tornare al lavoro.

Damon: Di già?

Elijah: Si. Ho chiesto un mese e mezzo di ferie ed è passato. Sarei tornato comunque.

Stefan: Non puoi chiedere altro tempo?

Elijah: No, non posso più chiederlo.

Stefan: A ok. – si svegliò la piccola.

Damon: Vado.

Elijah: No Dam, vado io. Tu l’hai tenuta tutta la notte.

Damon: Sicuro?

Elijah: Si si. – così salì di sopra.

 

Camera Marianne...

Elijah: Ciao piccolo angelo. Dormito bene? – disse prendendola in braccio. Alle parole del padre, la piccola gli sorrise. Si diressero in bagno e la mise nel fasciatoio per cambiarla. Poi scesero di sotto.

Stefan: Ciao cucciolotta.

Damon: Elijah, quando pensate di battezzarla?

Elijah: Tra 20-30 giorni e vorremmo che voi siate i padrini.

Damon e Stefan: Sul serio?

Elijah: Si. Allora, accettate?

Stefan: Per la nostra sorellina questo ed altro.

Elijah: Lo farà mia madre.

Damon: Ok. Verranno tutti?

Elijah: Si. Almeno, penso di si. Devo ancora chiamare.

Stefan: Ti mancano?

Elijah: Si mi mancano. Ma quando ero in Italia pensavo a tutti quei momenti passati insieme ma la cosa che mi mancava di più eravate voi.

Damon: Anche a noi mancavi tanto.

Elijah: Do da mangiare alla piccola e poi torniamo.

Stefan: Ok.

 

Appena terminato di dare la colazione alla piccola ritornarono di là da Damon e Stefan.

Elijah poi mise la piccola nel passeggino.

Elijah: Che facciamo adesso?

Damon: Una partitella a carte?

Stefan: Ci sto.

Elijah: Anche io. – così si misero vicino al tavolo ed iniziarono a giocare.P

Ritorna all'indice


Capitolo 48
*** CAPITOLO 48 ***


 

Il giovedì prima del battesimo arrivò la famiglia Smith al completo.

Era sabato pomeriggio. Meredith era in camera di Marianne per cambiarla. La piccola indossava un abitino color crema con un fiocchetto sul petto coperto da un coprispalle in seta bianco.

Ester fece un incantesimo per incantare l’acqua. Poi iniziarono il rito e Meredith teneva in braccio la piccola.

Ester: Questo rito è diverso dai normali battesimi. L’acqua incantata serve per proteggere la piccola fino quando deciderà di diventare vampiro dai pericoli sovrannaturali, quando si trasformerà l’incantesimo svanirà e non sarà più protetta. Siamo pronti?

Meredith: Si.

Esther andò vicino alla piccola e pian piano cominciò a bagnarle la fronte formulando un incantesimo.

Ester: Fatto.

Elijah: Grazie mamma.

Ester: Figurati figliolo. È per la mia nipotina.

 

Durante il ricevimento tenutosi nel giardino di casa Salvatore, i padrini si spupazzarono la piccola.

Ritorna all'indice


Capitolo 49
*** CAPITOLO 49 ***


 

UN ANNO DOPO...

 

Era passato un mese esatto da quanto il mio futuro marito mi aveva chiesto di sposarmi. Poi mi misi a fissare l’anello che mi aveva regalato e ripensai ai bei momenti passati in quel periodo.

 

 

Inizio Flashback”

 

Quella sera Elijah mi portò in un bel ristorante fuori da Mystic Falls.

Parcheggiammo la macchina e poi entrammo.

Elijah: Avevo prenotato un tavolo.

Cameriere: Nome?

Elijah: Smith.

Cameriere: Prego, da questa parte.

Poi, come da bravo cavaliere e gentiluomo, Elijah mi fece sedere.

Elijah: Sei bellissima amore.

Meredith: Grazie, mi hai detto di vestirmi bene e eccomi qua. Anche tu sei bellissimo.

Elijah: Grazie amore. – e la baciò.

Meredith: Come mai siamo qui? Non dirmi per passare una serata insieme perchè ormai ti conosco e so quando menti. E soprattutto quando sei emozionato.

Elijah: Beh hai ragione, devo dirti una cosa, chiederti una cosa. Dopo aver parlato con i ragazzi e avermi dato il consenso per... – disse inginocchiandosi. – Meredith Salvatore potrei avere l’onore di diventare tuo marito e passare l’eternità insieme?

Meredith: Assolutamente si! – così Elijah le mise l’anello al dito della mano destra.

 

Fine Flashback”

 

 

Poi posai lo sguardo sulla piccola Marianne che tre mesi fa disse la sua prima parolina.

 

 

Inizio Flashback”

 

Era un pomeriggio di primavera. Io e la piccola eravamo rimaste a casa da sole. Elijah era al lavoro mentre Damon e Stefan erano usciti.

Eravamo in cucina, io ero vicino al frigo per prendere uno yogurt per me e un omogenizzato alla pesca per la piccola. Marianne invece l’avevo messa nel seggiolone quando...

Marianne: Mama! – mi voltai e vidi la mia bambina agitare le sue braccine nella mia direzione. – Mama! Mama! – disse di nuovo.

Meredith: Piccola. Come hai detto? – dissi prendendola in braccio.

Marianne: Mama! – e mi mise le braccine intorno al collo. Mentre mi stringeva e io mi stringevo a lei mi scese una lacrime che mi rigò il viso. Poi con la sua manina paffuta me la asciugò. – Mama!

Meredith: I tuoi fratelli avranno una bella sorpresa e anche papà. Vero piccola?

Marianne: I.

 

Mezz’ora dopo...

Damon: Mamma siamo arrivati.

Meredith: Potete venire un secondo in cucina?

Stefan: Si arriviamo. – appena entrarono mi videro con la piccola in braccio.

Damon: State bene?

Marianne: Da! Se! – e sorrise ai fratelli.

Stefan: Quando... Da quando...

Meredith: Mezz’ora fa.

Marianne: Mama!

Meredith: Si piccola sono la mamma.

Damon: E’ magnifico.

Marianne: Da! – disse sventolando le manine verso Damon.

Damon: O cucciola. – le passò la mano tra i capelli mentre lei mise la testolina nell’incavo del collo. Vidi una lacrima rigare il viso di Damon che fece emozionare anche Stefan.

Marianne: Se! – disse poi indicando Stefan. Così lui si avvicinò e la prese in braccio. – Se!

Stefan: Si piccola sono Stefan. – e le baciò la fronte.

 

Fine Flashback”

 

 

Oppure quando ha fatto i suoi primi passi.

 

 

Inizio Flashback”

 

Damon e Stefan erano rimasti a casa mentre io e Jenna eravamo uscite. Mi hanno raccontato che erano seduti per terra sul tappeto e stavano giocando con i pupazzi. La piccola era seduta vicino al divano con la schiena appoggiata. Ad un certo punto posò il pupazzo, si inginocchiò e si tirò su arrampicandosi sul divano facendo alcuni passi verso il maggiore lasciando entrambi a bocca aperta. Quando arrivò da Damon cercò di arrampicarsi in braccio al fratello in modo da appoggiare il capo sulla sua spalla perché era stanca.

Damon: Cucciola, ma quanto sei brava!

Marianne: Da! – sorrise.

Damon: Prova ad andare da Stefan.

Marianne: Se.

Damon: Si da Se. – la mise in piedi e traballando si avviò da Stefan che l’accolse in un abbraccio.

Stefan: Bravissima cucciolotta. Sei stanca?

Marianne: I.

Allora Stefan la tenne in braccio fino a quando si addormentò. Poi la mise sul divano e insieme la vegliarono fino al risveglio. Quando si risvegliò giocarono e un’ora dopo arrivai.

 

Meredith: Eccomi!

Damon: Mamma prova a chiamarla.

Meredith: Marianne! – con l’aiuto di Damon, Marianne si alzò e pian piano si avvicinò a me.

Marianne: Mama!

Meredith: Brava piccola mia, sono fiera di te. – dissi commossa.

 

Fine Flashback”

Ritorna all'indice


Capitolo 50
*** CAPITOLO 50 ***


Una sera ritornò Elijah.

Elijah: Amore sono tornato.

Meredith: Elijah! – disse abbracciandolo e baciandolo.

Elijah: Lo sai che quest’anello è ancora più bello se lo hai indosso tu?

Meredith: A si?

Elijah: Si si.

Meredith: Piccola, papà è arrivato.

La piccola traballando raggiunse il padre ma, quasi arrivata, perse l’equilibrio e cadde sul sedere.

Elijah: Stai bene piccola? – disse accucciandosi vicino a lei.

Marianne: I. – disse sorridendo, poi allungò le braccia.

Elijah: Vieni da papà. – la prese in braccio.

 

Mancavano due giorni al matrimonio. La penultima sera da fidanzati Elijah e Meredith la passarono insieme, poi Lexi e Elena lo buttarono fuori di casa.

 

Il mattino del matrimonio, Damon e Stefan andarono a trovare Elijah all’appartamento di Rick. Damon suonò il campanello e andò ad aprire Mikael.

Mikael: Ciao ragazzi.

Damon e Stefan: Ciao a tutti!

Stefan: Quando siete arrivati?

Ester: Ieri.

Damon: Ciao papi.

Elijah: Ciao ragazzi. – si abbracciarono.

Stefan: Come stai?

Elijah: Agitato.

Damon: Come noi due anni fa.

Elijah: Esatto. Vostra madre?

Stefan: Anche lei agitata.

Damon: La piccola invece è super felice.

Elijah: Almeno lei. Voi invece?

Damon: Emozionati ma bene.

Stefan: Ti lasciamo così ti prepari mentalmente.

Elijah: Grazie per tutto ragazzi. Ci vediamo oggi.

Damon: A dopo.

 

Casa Salvatore…

Meredith: Mamma mia che ansia.

Elena: Mer è ancora presto per agitarti.

Meredith: Lo so. Anche quando sposai Giuseppe ero agitata, ma con Elijah sono in preda al panico.

Jenna: Andrà tutto bene Meredith.

Isobel: Jenna ha ragione, andrà tutto bene.

Rose: E tu sarai bellissima.

Meredith: Grazie ragazze. Che ore sono?

Lexi: 12.45.

Meredith: Il matrimonio a che ora è?

Isobel: Alle 16.00.

Elena: Ti lasciamo sole con i tuoi tre figli.

Damon: Grazie amore. – disse dallo stipite della porta con la piccola in braccio. Poi le tutte le ragazze uscirono.

Stefan: Come ti senti mamma?

Meredith: In preda al panico.

Damon: Andrà tutto bene.

Meredith: Tu come stai piccola?

Marianne: Bene.

Meredith: Sei pronta per portare il cuscino con le fedi?

Marianne: I! – disse decisa.

Meredith: Vieni in braccio alla mamma?

Marianne: Si.

 

Velocemente si fece pomeriggio.

Verso le 14 Meredith si iniziò a preparare mentre Caroline era con la piccola. Elena l'aiutò ad infilare il vestito. Poi fu il turno di Jenna con l'acconciatura. E infine Rose con il trucco molto leggero. E poi Lexi le mise il velo.

Elena: Wow sei bellissima.

 

 

Image and video hosting by TinyPic

 

 

Image and video hosting by TinyPic

 

 

Meredith: Grazie. – disse visibilmente commossa ed emozionata.

 

Lexi: Vado a cambiare la piccola.

Elena: Ok.

Damon: Ragazze siete pronte. Wow mamma sei... Sei... – disse non riuscendo a terminare il discorso rimanendo incantato dalla bellezza della madre.

Meredith: Stai bene tesoro?

Damon: Si credo di si.

Stefan: Sei bellissima mamma.

Meredith: Grazie. Anche voi lo siete.

Caroline: La piccola è pronta ed è bellissima. Wow. Ragazze siete state bravissime.

 

 

Vestito Marianne

Image and video hosting by TinyPic

 

Elena: Grazie.

Meredith: Possiamo andare adesso? Mio marito mi sta aspettando.

Damon: Certo. Venga madre. – le porse il braccio.

Meredith: Grazie. Caro figlio.

 

Pov Elijah.

 

Aspettai un paio di minuti prima che la mia cucciola arrivasse con Caroline e le ragazze. Carol era già li con me così come la mia numerosa famiglia.

 

Vestito Elijah

Image and video hosting by TinyPic

 

Marianne si sporse dalle braccia di Caroline per venire da me.

Marianne: Papà!

Elijah: Ciao piccola mia. Wow sei bellissima! – dissi prendendola in braccio.

Marianne: Azie.

Elijah: Ti sono mancato?

Marianne: Si!

Elijah: Anche tu. Ciao ragazze. Siete splendide.

Elena, Lexi e Caroline: Grazie.

Lexi: Come stai?

Elijah: Agitatissimo. Ho il cuore che batte a mille. Metaforicamente parlando.

Caroline: Tra poco saranno qui.

Elijah: Meno male.

 

Dopo 20 minuti arrivò. La marcia iniziale iniziò e lei si diresse verso di me accompagnata da Damon e Stefan.

Caroline: Piccola ci sediamo.

Marianne: I! Ciao papà.

Elijah: A dopo cucciola. Grazie per tutto Caroline.

Caroline: Di niente. – così si misero a sedere.

 

Finalmente era davanti a me. Era incredibilmente bella. Volevo baciarla ma non potei.

Meredith: Non è ancora il momento amore.

Elijah: Lo so, purtroppo.

Meredith: Se ti fa star meglio sta sera potremmo baciarci tutte le volte che vogliamo. Ti amo.

Elijah: Hai ragione. Ti amo anche io.

Carol Lockwood: Siamo qui per riunire in questo meraviglioso luogo per unire Meredith Salvatore e Elijah Jack Smith nel sacro vincolo del matrimonio.

Caroline: Piccola tra poco tocca a te. Quando te lo dico porti questo a mamma e a papà.

Damon: Da quanto Elijah ha il secondo nome? – disse sorpreso.

Stefan: E che ne so io. – sentendo Damon e Stefan mi misi a sorridere.

Meredith: Cosa c'è amore?

Elijah: Niente di importante.

Carol Lockwood: Potete scambiarvi le promesse.

Caroline: Piccola è il tuo turno.

Marianne: Si. – pian piano si diresse verso i genitori con il cuscino contenenti le fedi.

Appena arrivò porse il cuscino alla madre.

Meredith: Grazie tesoro.

Marianne: Ego. Papà. – lo porse anche al padre.

Elijah: Grazie tesoro.

Meredith: Io Meredith Salvatore, prendo te Elijah Smith come mio sposo e prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore e di amarti, onorarti e rispettarti fin quando entrambi vivremo. – mi mise la fede al dito.

Elijah: Io Elijah Smith, prendo te Meredith Salvatore come mia sposa e prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore e di amarti, onorarti e rispettarti fin quando entrambi vivremo. – le misi la fede.

Carol Lockwood: Vi dichiaro ufficialmente marito e moglie. Elijah ora puoi baciare la sposa.

Elijah: Grazie a Dio. – la baciai.

Meredith: Ti amo da morire. – così mi sorprese e mi baciò.

Ritorna all'indice


Capitolo 51
*** CAPITOLO 51 ***


Angolo della scrittrice
Ciao!
Eccoci qui con l'ultimo capitolo di questa storia.
Grazie a tutti quelli che hanno seguito la storia, chi la messe nei preferiti, chi nelle ricordate.
Grazie alle bellissime recesioni di lady verbena.
Grazie.

Finita la cerimonia si recarono nel ristorante dove Elijah chiese a Meredith di sposarlo. La sala era immensa ed elegante. La luce era soffusa. C'era un tavolo per gli sposi su un palchetto in modo da osservare gli ospiti. Il tavolo dopo era riservato ai figli con le mogli con la piccola seduta nel seggiolone in mezzo ai fratelli. Successivamente si trovavano la tavolata dei parenti dello sposo e infine quello per gli amici.

La piccola Marianne appena possibile voleva andare dai genitori.

Marianne: Mamma!

Damon: Piccola aspetta un attimo.

Ally: Dove vuoi andare piccola?

Marianne: Mamma!

Ally: Posso?

Stefan: Si si tanto non mangia.

Ally: Ok. Vieni dalla zia. – così la prese e la portò al tavolo dei genitori.

Elijah: Ciao topolina. Cosa fai in braccio alla zia?

Marianne: Mamma!

Meredith: Piccola sei stanca?

Marianne: Si. – disse sbadigliando e si sporse verso di lei.

Meredith: Vieni.

Elijah: Vado a prendere il passeggino.

Meredith: Ok.

Rebekah: Meno male che le foto le avete già fatte prima, se no questa bella addormentata rovinava tutto. – e le diede un bacino sulla fronte.

Ally: Rebekah!

Rebekah: Che c'è? È vero. – Elijah si avvicinò al tavolo dei figli.

Elijah: Damon mi dai le chiavi della macchina che prendo il passeggino.

Damon: Ma no vado io.

Elijah: Ci penso io tranquillo.

Damon: Certo, tieni allora. È stanca?

Elijah: Si. Grazie.

 

La piccola si era addormentata in braccio alla madre, Elijah aprì il passeggino e la mise dentro. Poi la portò vicino ai fratelli. Si risvegliò un po' prima del taglio della torta.

Stefan: Ciao cucciola vieni? – disse mentre lei si stropicciava gli occhi.

Marianne: Ciao i. – rimase con la testa appoggiata al fratello mentre guardava Damon.

Poi servirono la torta.

 

Damon: Mangi un pezzettino della torta di mamma e papà?

Marianne: I.

Stefan: Bene.

 

Dopo averla mangiata, i nonni la presero e la portarono al loro tavolo. Successivamente iniziarono a ballare. Ad aprire le danze furono gli sposi. Poi Meredith si avvicinò al tavolo e abbracciò da dietro il figlio maggiore posandogli un bacio sulla guancia.

Damon: Buona sera mia adorata madre.

Stefan: Signora madre. – e le baciò la mano.

Meredith: Ma finitela egregi signori figli con una pazienza di ferro.

Stefan: Perché?

Meredith: Marianne.

Stefan: Dai per così poco.

Meredith: Comunque potrei ballare con i miei piccoli?

Damon: Dove sono?

Meredith: Ma dai finitela piccoli miei, avete bevuto più del normale?

Elena: A dire la verità non hanno bevuto quasi niente.

Meredith: Davvero?

Lexi: Si si.

Meredith: Ma che bravi. Quindi?

Damon: Certo, vengo. Preparati ballerino. – disse facendo l'occhiolino a Stefan.

Stefan: Ah ah. Vai.

Damon: Andiamo mamma. – così andarono al centro della pista ed iniziarono a ballare un lento.

 

Damon: Sei felice?

Meredith: Si. Ho tutto quello di cui ho bisogno qui con me. – disse appoggiando la testa sul petto del figlio.

 

Dopo un paio di minuti cambiò figlio mentre le altre coppie iniziarono a ballare. Mikael notò che la piccola fissava tutti gli invitati che stavano ballando.

Mikael: Cosa guardi piccolina?

Marianne: Mamma e Ste.

Ester: Elijah perché non porti la piccola a ballare?

Elijah: Ottima idea mamma. Piccola vuoi ballare con me?

Marianne: I. – così Elijah la prese in braccio e iniziarono a ballare.

Stefan: Ma che bella ballerina.

Marianne: Azie. – fece un sorrisone.

 

Dopo un po' venne rubata dagli zii mentre Elijah ballava con la madre e Mikael con la nuora.

 

Conclusero i festeggiamenti ed andarono a casa. Come tradizione Elijah la portò in casa in braccio. Elena e Lexi misero a letto la piccola ed andarono tutti a dormire.

 

Il giorno seguente si svegliarono tardi e durante il pomeriggio terminarono di preparare le valigie per il viaggio di nozze che era una meta sconosciuta per Meredith. Il mattino seguente partirono.

 

Meredith: Mi raccomando piccola mia. Fai la brava con i tuoi fratelli.

Marianne: No. Tate qui.

Elijah: Su piccola andiamo via qualche giorno e tu non puoi venire con noi. Ma starai con Damon, Stefan, Lexi e Elena. Non stai da sola. Mamma e papà tornano presto e ti portano un regalino.

Marianne: I.

Meredith: Ciao piccolina, Damon prendila per favore. – la baciò poi la prese. – Ciao ragazzi.

Stefan: Ciao mamma, buon viaggio.

Damon: Ciao mamma. – lei baciò entrambi.

Stefan: Occhio alla mamma.

Damon: Si mi raccomando.

Elijah: Certo state tranquilli. – li abbracciò.

Lexi: Goditi questo magnifico viaggio.

Meredith: Lexi, Elena sapevate tutto?

Elena e Lexi: Ogni cosa!

Elena: No davvero. Goditi questa vacanza. Te la meriti.

Meredith: Grazie ragazze, vi voglio bene. – si abbracciarono.

Lexi: Anche noi.

 

Passarono quindici giorni di una bellissima luna di miele a Parigi e altri sette dalla famiglia Smith per poi tornare a casa dalla loro famiglia. Scesero dalla macchina e si diressero abbracciati verso il porticato.

 

Meredith: Ben tornato a casa signor Smith!

Elijah: Ben tornata a casa signora Smith! Casa dolce casa.

Meredith: Casa dolce casa.

 

Entrarono in casa, Meredith sospirò ed andò dai suoi meravigliosi figli e poi Elijah chiuse la porta d'ingresso e li raggiunse.

 

 


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1037099