La profezia

di Liy_Lau
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. rivelazioni che fanno male ***
Capitolo 2: *** Indecisioni ***
Capitolo 3: *** 3. Forse... ***
Capitolo 4: *** 4. un pò di chiarezza ***
Capitolo 5: *** 5. strani comportamenti ***
Capitolo 6: *** Non era colpa di Sakura! ***



Capitolo 1
*** 1. rivelazioni che fanno male ***


 

Rivelazioni che fanno male

 


Quando i due Card Captor si incontreranno,
fra loro sarà odio,
lei cercherà amicizia
e lui si innamorerà.
E quando verrà il momento
i due saranno destinati a rimanere insieme.
Fra loro sarà amore,
lei non lo capirà subito,
e a lui mancherà il coraggio di dichiararsi.
Solo grazie a delle difficoltà
capiranno i loro sentimenti.
Quando calerà la 48° luna piena
Dal loro primo incontro,
se non si saranno dichiarati entrambi
i loro sentimenti d’amore verranno cancellati,
per sempre.

Sakura era in ritardo, un’altra volta.
Quella mattina non aveva sentito la sveglia, come sempre d’altronde.
Stava correndo a perdi fiato verso la scuola, la cartella in spalla. Aveva
dimenticato il pranzo e, come se non bastasse, non aveva fatto colazione.
Era quasi arrivata, vedeva la torre dell’orologio da lontano.
Davanti a lei c’era un semaforo, era giallo. Diede più forza alle gambe e
riuscì ad attraversare la strada per il rotto della cuffia.
Tomoyo la stava aspettando al cancello della scuola, rallentò la corsa e si
fermò davanti alla ragazza.
-Buongiorno Sakura!-
-‘giorno Tomoyo!-
-Hai visto Li per caso?-
-No, perché?-
-Niente… dovevamo solo parlare di una cosa…-
-Credo di non capire…-
-Beh, non importa-
Le due amiche si avviarono verso l’interno dell’edificio.
Shaoran vide Sakura.
-Sakura !-
La ragazza si voltò di scatto : -Oh, ciao Shaoran !-
-Ciao Tomoyo!-
-Ciao Li! Ah, ti volevo parlare…- prese il cinese in disparte.
-Ehi! E io che faccio?-
-Aspettaci in aula! Noi arriviamo fra poco!-
-…Ma …-
-Niente ma! Vai in classe!-
-Ok…-

-Di che volevi parlarmi?- chiese, anche se sapeva già la risposta.
-Sakura- infatti.
-Che ho fatto stavolta?-
-Niente di male, ma insomma, vi conoscete da tre anni a te lei piace
da ormai… aspetta, da quanto? Ah, si! Ti piace da un anno e non le hai
ancora detto niente!-
-Ma non è colpa mia se quando la vedo tutto il mio coraggio va a farsi
benedire! Lo sai che quando cammina, quando parla, quando mi guarda… io …-
-Si, lo so. Ma dovrai parlarle! Non hai visto che da quando Yukito
l’ha rifiutata sta male, anche se cerca di nascondere la verità-
-Si, l’ho notato, e questo mi fa stare male…-
-E allora perché non glielo dici?!-
-Ci proverò…-

Sakura era seduta in classe, da sola. Senza Tomoyo e Li si sentiva veramente
sola. Sola. E’ questo che sarebbe stata tutta la vita… si, da quando Yukito
l’aveva rifiutata non era più riuscita ad amare nessuno. Tomoyo le aveva
detto più di una volta di guardarsi in giro, che c’erano altri ragazzi, ma
il suo cuore era morto con la speranza di una vita vicino a Yukito.
Ricordava ancora quel giorno, e quel pensiero la intristiva ancora di più.
Appoggiò la testa sul banco e si crogiolò nel suo dolore. Delle lacrime
iniziarono a rigarle il volto ma le asciugò subito, aveva paura che qualcuno
la vedesse.
In quel momento entrarono in classe Tomoyo e Li. Quando la ragazza vide
l’amica che piangeva le si avvicinò e si inginocchiò a terra.
-Ancora?-
-Si! Non riesco a non pensare a lui!- e scoppiò in un pianto
disperato sulla spalla dell’amica.
-Dai Sakura, non piangere…- disse allora il giovane
-… Non… Non ci riesco!-

Dopo un po’ Tomoyo riuscì a tranquillizzare l’amica.
-Ora ti senti meglio?-
-Si, grazie. Era da un po’ che non mi sfogavo così-

-Buongiorno ragazzi!-
-Buongiorno Professore!-
La lezione di giapponese trascorse senza nessuna novità.
-Ragazzi, voglio presentarvi il nuovo insegnante di educazione fisica.
Accogliete la signorina Mizuki!-
-Buongiorno ragazzi, forse qualcuno di voi mi conosce già. Due anni
fa ho insegnato matematica in questa scuola-
-Beh, ora io vado! Vi lascio, la mia ora è finita-
Il professor Terada uscì dall’aula lanciando uno sguardo speciale a Rika.
-Ora ragazzi andiamo in giardino, una volta là decideremo che cosa
fare-
Tutti gli alunni si alzarono di scatto e uscirono dalla classe in fila
ordinata (al contrario della mia di classe!!! Ndio).
Una volta in giardino, i ragazzi iniziarono a rifilare alla professoressa
una decina di sport:
-Potremmo giocare a calcio!-
-No, giochiamo a pallavolo-
-Macché pallavolo! Facciamo Basket!-
-Noi vogliamo giocare a palla prigioniera!-
-No! Giochiamo a palla base!-
-Facciamo la corsa ad ostacoli!-
-Staffetta!-
-No, no… Salto in alto!-
-Facciamo una mini gara di resistenza-
-No la resistenza, facciamo i 100 m!-
-E se facessimo salto in lungo?-
-Useremo gli ostacoli- disse infine la nuova professoressa
Un lieve brusio si diffuse fra gli alunni.
La donna preparò la pista e, facendo scorrere l’elenco, lì chiamò
uno ad uno.
-Li Shaoran!-
Il ragazzo si fece avanti e senza troppa difficoltà, fece l’intero percorso
in mezzo minuto.
-Bravo Li! Ora tocca a Kinomoto Sakura!-
Sakura fece un passo avanti e si sentì le gambe cedere, ma non lo dette a
vedere: non voleva che i suoi amici si preoccupassero per lei, ma era dalla
sera precedente che non si sentiva molto bene.
Prese la rincorsa e saltò il primo ostacolo. Sorrise. Ci era riuscita! Non
che in passato non ne fosse stata capace, ma si sentiva molto debole.
Il secondo ostacolo era innanzi a lei, l’immagine le si presentava sfuocata.
Alzò la gamba, pronta a saltare ma andò a picchiarla dolorosamente contro
l’asta.
La ragazza capitolò a terra, svenuta.
La professoressa Mizuki corse da lei, seguita a ruota dall’intera classe.
-Sakura!- la ragazza a terra non si mosse.
-Li, portala in infermeria. Rimani là, ormai la lezione è finita- ordinò l’insegnante
Il ragazzo la prese in braccio e si avviò verso l’edificio.

Infermiera: -Mettila sul letto-
-Questo?-
-Si…- la donna prese un termometro e misurò la temperatura della ragazza
stesa nel letto con le candide lenzuola.
-Ha la febbre?-
-No, sembrerebbe solo denutrita-
-Vado a prenderle qualcosa da mangiare-
-No. Tu stai qui. Vado io-

Li rimase tutto il giorno accanto a Sakura.
La ragazza aprì gli occhi solo un’ora prima della fine delle lezioni.
-Dove sono?- chiese alzandosi lentamente dal letto.
-Sei in infermeria. Durante l’ora di fisica sei svenuta e la
professoressa Mizuki ti ha fatto portare qui-
-Da quanto sono qui?-
-Tre ore-
-Ma ho perso quasi tutto il giorno di scuola! Devo tornare in
classe-
-No, ora mangia- le porse un vassoio contenente della pasta e un po’ di
pane.
-Non ho fame…-
-Ma devi mangiare, è per questo che sei stata male-

-Oh, Shaoran! Sei sempre così gentile a preoccuparti per me- prese
in mano la forchetta e l’affondò nel piatto.
-Sakura…-
-Eh?- aveva la bocca piena.
-Vedi, io volevo dirti una cosa-
-Dimmi-
- Sakuraiosonoinnamoraotoditedallaprimavoltachetihovistomanonhomaiavutoilcoraggiodidirtel!-
-Che hai detto?- la forchetta le era caduta di mano.
-Io… ho… beh, ho detto che … insomma … io ho detto che tu…-
-Sakura, come stai?-
-Sto bene ora, grazie-

-Ho temuto per te quando ti ho vista a terra-
-E dai, ti ho detto che ora sto bene!-
Tomoyo si accorse in quell’istante che Li la stava guardando. Più che
guardando la stava fulminando con lo sguardo.
-Ho interrotto qualcosa senza saperlo?- gli mormorò all’orecchio.
-Veramente si-
-Posso sapere che cosa?-
-Stavo per dirglielo…- era arrossito talmente tanto che da lontano
poteva sembrare un peperone.
-No! Se lo sapevo prima non vi avrei interrotto! Scusa Li!-
-Non fa niente… forse non sono destinato a fargli conoscere i miei
sentimenti…-
-Basta vedervi per capire che siete fatti uno per l’altra-
-Forse…-

I due amici insistettero a lungo per accompagnarla a casa.
-Vi ho detto di non preoccuparvi!-
-Dai Sakura, vogliamo solo darti una mano-
-No, davvero. Non mi serve aiuto-
-Sakura, devi capirci. Siamo preoccupati per te, non vogliamo che ti
succeda niente-
-Ok…- guardò l’amico con tenerezza e lui distolse lo sguardo.
-Che stupida! Mi sono ricordata solo ora che devo fare delle
commissioni per mia madre!-
-Ma Tomo…- era già andata.
-Beh, andiamo?-
Sakura: -Si-
Li iniziò a camminare a mo di robot, era in imbarazzo.
-Che hai?-
-Niente-
-Se lo dici tu… a proposito, cosa mi stavi per dire questa mattina,
in infermeria?-
-Beh, ti stavo dicendo che…-
-Che…?-
-Ti stavo dicendo che io, insomma… io…-
-Tu..?-
-Io… beh, io… Sakura, io… volevo dirti che…-
-Dillo dai!-
-Sakura, io…-
-Guarda! Siamo arrivati a casa mia!-
-Ah, si…-
Sakura: -Cosa stavi dicendo?-
-Ah! Sakura io… io… io ti… ti volevo dire che… che… volevo dirti che io
ti amo!-
Sakura lo guardò un attimo sorpresa. Nella sua mente iniziarono ad
affollarsi molte immagini confuse. Vide il primo incontro che aveva avuto
con Li, vide il giorno di natale, quando lui andò al luna park con Meilin,
quando la confortò dopo che Yukito la rifiutò. –"Quello che mi ha detto…
l’amore non è lontano, presto lo troverai anche tu"-
No, quelle non erano parole da amico, erano qualcosa di più, era parole
cariche di desiderio. Le vennero in mente gli sguardi di Li e allora capì
che quello che le aveva detto non era menzogna.
La ragazza lo fissò un attimo. Aveva il capo chino, probabilmente non aveva
il coraggio di guardarla. Sakura lo fissò ancora, doveva ammettere che era
un bel ragazzo, e poi le era sempre stato accanto quando era in difficoltà.
Sakura non sapeva che cosa dire al ragazzo, lei non lo amava! –"O forse
si?"-
-"Ma che dico?"-
-"Forse è la verità!"-
-"No, io non amo Li…"-
-"E se invece fosse così?"- la ragazza arrossì in viso –"Vidi! Arrossisco
pure!"-
-"No, non è vero!"-
-"E allora perché sono ancora qui e arrossisco?"-
-"Basta! Non voglio più sentirne parlare di questa storia!"-
La ragazza diede le spalle al cinese e corse verso casa, senza sapere perché
lo faceva.

Li l’aveva osservata mentre correva e sbatteva la porta.
-"Perché l’ha fatto?"-
Rimase un attimo a fissare l’uscio della casa e poi se ne andò a testa
bassa. Pensava che Sakura non l’avrebbe presa bene, ma in quella maniera!
–"Forse non avrei dovuto dirglielo…"-

Sakura sbatté la porta alle sue spalle, si accasciò a terra e scoppiò in un
pianto silenzioso.
Tuoya, che era in cucina, corse nell’ingresso, per vedere chi aveva
provocato quel rumore, quando trovò la sorella che piangeva vicino alla
porta.
-Sakura… che hai?-
-Tuoya…!- corse in contro al fratello e pianse sulla sua spalla,
ancora senza sapere il motivo di quel pianto.

Tuoya accompagnò la sorella in camera e poi uscì, senza chiedere
spiegazioni.
Sakura pianse a lungo, per Yukito e per Shaoran. –"Shaoran…"-
Pensare il nome di quei ragazzi le faceva male.
Kero-chan se ne stette nel suo cassetto e non disse niente alla padrona.

Quando Sakura si calmò un po’, prese il telefono in mano e chiamò Tomoyo.
-Pronto?-
-Tomoyo? Sono Sakura…-
-Sakura… hai la voce strana… sembra che tu abbia pianto…-
-Si, beh, è di questo che i volevo parlare…-
-Va avanti…-
-Oggi, Li mi ha detto che… mi ha detto che…- non riusciva a dirlo.
-Ti ha detto che ti ama?- Chiese a brucia pelo.
-Si, come fai a saperlo?-
-E’ da un anno quasi che gli piaci. E io lo sapevo-
-Perché non me l’hai detto prima?-
-Era Li che doveva dirtelo…-
-E l’ha fatto- nella sua voce ora c’era una nota di tristezza.
-Mi sembri triste… c’è qualcosa che non va?-
-Si Tomoyo, io non so…-
-Sakura, tu non sai ancora se lo ami. Pensaci su, non affrettare i
tempi. Magari potresti scoprire che il sentimento è reciproco-
-Tomoyo…-
-No Sakura, non dire niente. Ciao ora devo andare!- e riattaccò.

Sakura rimase a lungo con la cornetta del telefono alzata, a pensare alle
parole dell’amica. Fu Kero-chan che la scosse dai suoi pensieri e la
riaccompagnò in camera.

La ragazza si lasciò cadere sul letto e delle lacrime silenziose iniziarono
a solcarle il viso.
-Sakura, perché piangi?-
-Non lo so! Ma non riesco a farne a meno!-
-Cosa è successo? Non ti ho mai vista in questo stato!-
-Non mi va di parlarne!-
-Ok, ma scusa, non vai a mangiare stasera?-
-Non ne ho voglia!-
-Dovresti mangiare. Lo sai che rischi di ammalarti?-
-Non mi importa…-

Poco dopo si addormentò e Kero-chan le fece da guardia per tutta la notte.
Allo scoccare della mezzanotte il piccolo guardiano si diresse alla finestra
e guardò la luna piena che illuminava il cielo notturno di Tomoeda.
-Questa è la 37° luna piena…la profezia…-

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Capitolo 2
*** Indecisioni ***


Indecisioni

Ormai era passata più di una settimana da quando Shaoran aveva confessato i suoi
sentimenti a Sakura.

La ragazza non riusciva nemmeno più a guardare l’amico negl’occhi e quando
questo succedeva distoglieva subito lo sguardo.

Il povero Li era in attesa di una risposta che però tardava ad arrivare. Ogni
giorno che passava vedeva che la sua piccola Sakura si allontanava sempre di più
da lui e si chiudeva anche con gli altri. Lui però non sapeva che tutte le volte
che la giovane tornava a casa si chiudeva in camera a piangere. Non sapeva che
nonostante i rimproveri del padre e del fratello non riusciva più a mettere
nulla sotto i denti e che ormai non aveva nemmeno più lo stimolo della fame.

L’unica cosa che tormentava il pensiero di lei erano le parole che Shaoran le
aveva detto. Aveva paura che quello che le era successo con Yukito si potesse
ripetere.

Prima di addormentarsi aveva in testa il suo viso, i suoi occhi, quei bellissimi
occhi.
Era convinta che per il giovane non provava nulla se non amicizia, e allora
perché da quando aveva saputo, non riusciva più a guardarlo in faccia? Perché se
lo vedeva parlare con un'altra ragazza sentiva un dolore fortissimo nel petto?
Perché aveva così tanta paura di ammettere i suoi veri sentimenti?

Ma allora forse, in fondo in fondo…Li Shaoran le piaceva.

La giovane Kinomoto scosse la testa a quel pensiero. Non era possibile. Non era
così, punto e basta.

Si rigirò sul letto sotto gli occhi attenti del piccolo guardiano che da un po’
a questa parte osservava spesso l’ex cattura carte.
Si avvicinò al materasso dove sopra riposava Sakura e si affacciò per vedere se
l’amica dormiva.
Guardò meglio e notò che si, era caduta in un sonno profondo. Il volto era
ancora inumidito dalle lacrime che aveva perso fino a poco prima. Aveva l’aria
molto stanca e il viso era dimagrito molto. Non era più la ragazzina allegra e
sorridente…ma possibile che doveva stare così male solo perché quel cinesino da
quattro soldi si era dichiarato? Con questa domanda si addormentò accanto alla
ragazza…


- SAKURAAAA!ALZATI è TARDI!!-

S rigirò nel letto e cercò di coprirsi la testa con il cuscino. Poi però una
fitta o meglio un tormento la colpì allo stomaco. Si rigirò ancora in cerca di
una risposta a quel suo strano malessere. Si alzò di scatto e guardando i raggi
di sole che filtravano dalla finestra, sospirò…

- Shaoran…- disse infine con un fil di voce, prima di alzarsi e iniziare a
prepararsi.

- Ciao mostro…alla buon ora!!- la schermì il fratello, aspettandosi o meglio
sperando in una reazione alla Sakura, che però non arrivò.

Lei lo guardò con sguardo vuoto e poi uscì di casa dopo aver salutato i due
famigliari.

Davanti a scuola trovò Tomoyo, le due si salutarono e parlarono del più e del
meno.

Stavano per entrare in classe quando Daidouji fermò l’amica per un braccio e
guardandola dritta negl’occhi disse con tono duro
– Io non ce la faccio più a
vederti così. Non mi racconti più nulla di quello che provi, che senti. Dopo che
Li si è dichiarato hai sempre lo sguardo assente e quando ti si parla…bè, ti da
più soddisfazione il muro!!! Sakura, ieri mi ha chiamata Touya…è preoccupato per
te! Dice che non mangi e non sorridi più. Ma si può sapere che hai? Ho capito
che potrai essere confusa ma questo è un comportamento del tutto fuori luogo!!
Se ti sei accorta che Li non ti piace, non ti devi sentire in colpa per lui!
diglielo e…-

- Io…non sono sicura…che lui non mi piaccia! –
- E allora dov’è il problema?-
- Io…non voglio stare più male!- urlò quasi, prima di coprirsi il volto che
stava iniziando a bagnarsi di piccole e calde lacrime, con le mani e correre
via.

Non si accorse nemmeno di aver superato Shaoran che stava per entrare in classe.

Lo sguardo del ragazzo si perse nel corridoio, dove prima era passata Sakura.
Stava piangendo ed era sicuramente per colpa sua. Non solo stava male per il
modo in cui aveva capito che la ragazza non lo ricambiava, ma si sentiva in
colpa. Tremendamente in colpa.

Portò i suoi occhi sofferenti sul pavimento ed entrò nell’aula.

Ormai il giovane Li non riusciva più a chiudere occhio. Aveva perso la persona
più importante della sua vita. Si, perché Sakura per lui non solo era la ragazza
che amava, ma era anche la sua migliore amica, la sua figura di riferimento.
Aveva rovinato tutto e non riusciva a perdonarselo.

Si mise a sedere al suo banco e iniziò a guardare fuori dalla finestra. Si perse
tra quei colori e la vita all’esterno.
Shaoran non era mai stato un ragazzo che si apriva poi molto ma non rifiutava
mai gli inviti di Yamazaki o degl’altri amici.

Ora invece non usciva più di casa, declinava tutti gli inviti e non si fermava
più a parlare con i compagni dopo la scuola. Era sempre con sguardo assente e
tutti si chiedevano cosa poteva essere successo all’amico. Solo Tomoyo lo
sapeva, e non poteva fare altro che guardarli in silenzio. Guardava Sakura stare
male nel mezzo della confusione più totale e la paura di soffrire nuovamente se
solo ammetteva i suoi veri sentimenti, e Li che pensava di non essere
corrisposto. Daidoji sapeva benissimo quanto lui tenesse all’amica ed era per
questo che le si stringeva il cuore ogni volta che lo guardava e constatava il
suo stato d’animo attuale.

Stavolta però non avrebbe potuto risolvere tutto con una delle sue trovate
geniali per poi riprenderle.

No, perché stavolta dovevano riuscire a cavarsela da soli.

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Capitolo 3
*** 3. Forse... ***


Forse…

 


Tuoya, Yukito e il padre si Sakura, Fujitaka, erano in cucina a discutere
della salute della ragazza.
Tuoya: -Anche oggi non ha mangiato niente…-
Yukito: -Ancora?-
Fujitaka: -Si… io inizio a preoccuparmi-
Tuoya: -Ma perché fa cosi?-
Yukito: -Forse è colpa mia…-
Tuoya: -No, da quando tu l’hai rifiutata lei si è ripresa. Ma è da qualche
giorno che sembra star peggio di prima-
Fujitaka: -Ma perché? Non riesco a capire…-
Kero: -Io so il motivo della sua tristezza…-
Tuoya: -Che cos’ha?-
Kero: -Il cinesino si è dichiarato, e lei non sa cosa rispondergli…-
Tuoya: -Sapevo che era colpa sua!-
Yukito: -Non non è colpa sua…- il ragazzo si trasformò nel guardiano della
luna –c’è una profezia che dice che il loro amore sarà reciproco…-
Fujitaka: -Una profezia?-
Kero: -Si, e se non riusciranno a dichiararsi entrambi prima dei quattro
anni i loro sentimenti verranno cancellati-
Tuoya: -Benissimo!-
Yue: -No, invece. Se dimenticheranno i loro sentimenti, entrambi staranno
peggio. Parranno dei vegetali…-
Fujitaka: -Vegetali? No, la mia piccola…-
Kero: -Non possiamo fare niente… se non sperare…-

Il giorno seguente a scuola, Tomoyo notò che Sakura stava dimagrendo
drasticamente. Lo fece notare anche al ragazzo cinese.
Li: -L’ho notato. Ma io non posso farci niente!-
Tomoyo: -Si invece! Non puoi lasciarla in quello stato! Parlale…-
Li: -Non hai visto cosa è successo l’ultima volta che l’ho fatto?-
Tomoyo: -Si, scusami… ma non ce la faccio più!- si mise a piangere.
Li: -Neanch’io…-

Quando suonò la campanella della pausa pranzo la ragazza castana si lasciò
cadere sul banco.
Tomoyo: -Cos’hai Sakura?-
Sakura: -Niente, è che sono così stanca…-
Tomoyo: -Vieni con me in giardino? Se vuoi ti do un po’ del mio pranzo…-
Sakura: -No, grazie, non ho fame…-
Tomoyo: -Sakura, ti stai spegnendo…-
Sakura: -No, sto bene…- la castana si addormentò sul banco, lasciando
l’amica ancora più preoccupata di prima.

Tomoyo chiamò Tuoya, voleva capire cosa accadeva all’amica che lei non
sapeva.
Tuoya: -Pronto?-
Tomoyo: -Ciao! Sono Tomoyo…-
Tuoya: -E’ successo qualcosa a Sakura?- chiese con voce preoccupata.
Tomoyo: -No, cioè… è quello che voglio sapere!-
Tuoya: -Che intendi?-
Tomoyo: -Continua a dimagrire, dorme durante le lezioni!-
Tuoya: -Non va bene…-
Tomoyo: -Cosa?-
Tuoya: -Non mangia e piange tutta la notte…-
Tomoyo: -E tutto questo solo perché Li si è dichiarato…-

Sakura si svegliò di soprassalto. Si strofinò gli occhi e ricordò che era
ancora in classe. Si volse a destra e sinistra per vedere se c’era qualcuno
in classe. Quando vide che era vuota si abbandonò in un pianto disperato.
Li, che la osservava da dietro la porta sentì il cuore stringersi in una
morsa dolorosa. Cosa aveva fatto alla sua piccola Sakura?
Fece per andarsene, ma le gambe non gli rispondevano. Erano lì, impalate e
non volevano portarlo lontano da quel pianto che gli lacerava l’anima.
Nella sua testa si fece strada una vocina che gli sussurrava di entrare,
consolare la compagna; ma nello stesso tempo un’altra voce gli diceva che se
lei lo avesse visto avrebbe sofferto di più. Non sapeva cosa fare. Alla fine
decise di entrare.
Quando la porta si aprì Sakura si voltò di scatto, per vedere chi era
entrato. Si ritrovò a specchiarsi dentro gli occhi nocciola del ragazzo per
cui soffriva tanto. Ma era davvero per colpa sua? No, infondo lui non
centrava. Se stava così era colpa solo di… era colpa sua. Si era questa la
verità. Lei lo amava, ma non aveva il coraggio di ammetterlo nemmeno a se
stessa. E’ per questo che si tormentava, per la sua ingenuità.
Il cinese la osservava ancora, ma lei aveva lo sguardo perso. Guardava nei
suoi occhi, ma Li non distolse lo sguardo. Anche se lieve, quel contatto gli
piaceva.
Rimasero così a lungo, a fissarsi a vicenda, cercando di capire i sentimenti
dell’altro. Ed entrambi sapevano. Sapevano che quello che accadeva ora era
meglio di mille parole.
Quando la classe iniziò a popolarsi, ritornarono con lo sguardo sui libri,
concentrati sulla lezione.

All’inizio Sakura fissò le parole sul libro. Parole vuote. Ecco cos’erano
per lei. Poi si perse a fissare il cielo fuori dalla finestra. Fra le nuvole
scorse il viso di Shaoran.
Sakura: -Shaoran…- mormorò con voce quasi impercettibile.
Prof: -Signorina Kinomoto, vuole venire alla lavagna?-
Sakura: -Eh?-
Prof: -Le ho chiesto se vuole venire alla lavagna…-
Sakura: -Ah! No, no grazie…-
Prof: -Cerchi di stare attenta la prossima volta-
Ma nonostante i continui richiami dei professori, la ragazza si scopriva
molte volte a pensare al cinese seduto dietro di lei.
Ma le piaceva davvero? Scosse la testa. Non voleva neanche pensarlo. E se
fosse vero? Beh, forse lo era…
Tomoyo osservò tutto il giorno i due amici. Non si parlavano e a mala pena
guardavano.
Eriol, che sedeva dietro la migliore amica dell’ex cattura carte, aveva
invece occhi solo per lei. Notò che stava in pena per le sofferenze
dell’amica. Doveva dirgli come stavano le cose. Ne aveva il diritto.

Dopo scuola, Eriol fermò Tomoyo e le parlò della profezia.
Tomoyo: -E’ tutto così assurdo…-
Eriol: -Tutto è assurdo, anche la nostra vita…-

Tuoya era sulla porta di casa, ad aspettare la sorella. Guardava molto
spesso l’orologio che aveva al polso.
Il tempo passava, ma di Sakura non vedeva traccia.
Verso le otto di sera decise che era venuto il momento di andare a cercarla.
Vagò a lungo per le vie della città. Stava ormai per perdere la speranza,
quindi chiamò il padre.

Fujitaka Kinomoto era in cucina che preparava la cena, quando suonò il
telefono.
Corse a rispondere, e quando il figlio gli disse che Sakura era scomparse,
compose il numero dell’unica persona che sapeva di poterlo aiutare.
Li: -Pronto?-
Fujitaka: -Sakura è scomparsa- non c’era tempo da perdere. Doveva andare
dritto al sodo.
Li: -Come scomparsa?-
Fujitaka: -Dopo scuola non è più tornata a casa!-
Li: -Vado a cercarla…- riattaccò il telefono e si infilò di corsa la giacca
per poi uscire nel buoi della notte, ormai inoltrata.
Il ragazzo cinese corse. Corse. Era l’unica cosa che poteva fare in quel
momento.

Sakura si accasciò su una panchina. Sospirò e guardò in alto. Sopra di lei
si apriva un cielo stellato che le mozzò il fiato in gola. Non che parlasse
tanto, da quando…
Abbassò lo sguardo e si scoprì a stringere fra le mani la chiave delle
stelle. Quanti ricordi legati a quella chiave, che sembrava tanto inutile…
invece era grazie a quella che aveva conosciuto Kero-chan, Tomoyo… e anche
Shaoran. Si, anche lui. Quante volte l’aveva protetta, aiutata? "Tante…" si
disse. Troppe forse.
La testa le ciondolò un attimo e la ragazza cadde addormentata sulla
panchina.

Li aveva cercato in ogni angolo della città. Niente. Ecco cosa aveva
trovato.
Improvvisamente gli balenò in mente un’idea. Il Parco del Re Pinguino!
Sakura adorava quel luogo. Di sicuro era là. Fece marca indietro e corse
verso il parco.
Quando vide la sagoma dello scivolo stagliarsi nel cielo notturno, affrettò
il passo.
Rimase per un secondo a fissare una panchina. Sakura era là, e aveva gli
occhi chiusi. Lui non sapeva se la ragazza stesse dormendo o era svenuta.
Sperò nella prima ipotesi. Corse verso di lei e la scosse lievemente.
La ragazza aprì gli occhi molto lentamente. Si sentiva spossata fisicamente
e mentalmente. Si tirò su a sedere e guardò la persona che l’aveva
risvegliata.

Era Shaoran.

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Capitolo 4
*** 4. un pò di chiarezza ***


Un pò di chiarezza

 

Sakura rimase un attimo di stucco. Non poteva essere lui. Lo stava
immaginando.
-Sakura, stai bene?- no, era decisamente vero.
Che sollievo era vero, ora si sentiva così felice. Felice? Ma che stava
pensando? Lei felice di vederlo?
Si fissarono negli occhi, non riuscivano più a staccarsi dallo sguardo
dell’altro.
Sakura si sentì al sicuro in quello sguardo. Ancora? Ma allora era davvero
cotta di lui! La ragazza scosse violentemente la testa per scacciare quel
pensiero così reale, che non voleva ammetterlo.
-Non stai bene?- chiese preoccupato.
-No… io…- Il cinese non perse tempo in chiacchiere e la baciò.
Sakura si pietrificò sulla panchina. Aveva a lungo desiderato ricevere un
bacio da… Shaoran! Si, ora lo sapeva, lei lo amava. No! Lui come si poteva
permettere di baciarla? Nessuno glielo aveva chiesto. La sua mano scattò,
rapida, e finì sulla guancia del ragazzo.
SCIAF!!!
-Perché? Ma che ho fatto?- chiese confuso. Per un attimo gli era parso
che Sakura ricambiasse, e ora aveva l’impronta della sua mano sul viso.
- Come ti sei permesso?- la sua espressione era tra l’arrabbiato e
l’imbarazzato.
-Ma io…-
-Niente ma!- si alzò di scatto e uscì di corsa dal parco, verso
la propria casa.
Il ragazzo cinese rimase a lungo inginocchiato a terra, ad osservare la
stradina buia. La sua mano era appoggiata ancora sulla guancia. Là dove
Sakura aveva impresso il suo segno. Anche se un po’ bruciava, non gli
dispiaceva aver preso una sberla da lei. Quel semplice rossore che aveva sul
viso per lui significava molto.

Sakura entrò in casa. Salì di corsa le scale, fino a raggiungere camera sua.
Quando chiuse la porta, che per poco non cadde, la figura di un pupazzetto
giallo le si stagliò davanti al viso.
-Dove sei stata fino adesso? Piccola incosciente!-
-Non mi va di parlare…- si accasciò sul letto.
Kero-chan sbuffò. Non riusciva a sgridare la padrona quando assumeva
quell’aria abbattuta.
-E’ successo qualcosa?-
-No… cioè, si… ma non mi va di parlarne!-
Kero-chan si avvicinò all’ex cattura carte e le mise una zampetta in testa.
La ragazza scoppiò quasi subito in un pianto disperato.

Touya correva più che poteva. Il cinese l’aveva appena chiamato, dicendogli
che Sakura era tornata a casa. In mano teneva ancora il cellulare.
Dopo esser stato chiamato Fujitaka era corso anch’egli a cercare la figlia,
ora il maggiore dei Kinomoto doveva riferirgli le novità.
Compose il numero del padre e gli disse tutto. Fujitaka, che era in
macchina, accelerò bruscamente e tornò verso casa.

Sakura ormai dormiva. Aveva pianto e ora era crollata in un sonno profondo e
senza sogni.
Touya spalancò la porta e corse nella camera della sorella, seguito dal
padre.
-Sakura!- urlò

-Ssht! Si è appena addormentata!- disse a bassa voce il guardiano
-Quando è arrivata?- chiese il padre

-Circa venti minuti fa…-
-Colpa del cinese!-
-No Touya, ormai lo sappiamo. Non è colpa di nessuno; se è destino noi
non ci possiamo intromettere…-

Li rientrò in casa, arrabbiato con se stesso. Il maggiordomo provò a
chiedergli cosa aveva, ma non ottenne risposta.
Il ragazzo si chiuse in camera e vi rimase tutta la notte, sveglio, a
pensare a quello che aveva fatto. Sbagliava di continuo. Possibile? Ma
quando l’aveva vista non era più riuscito a trattenersi. E come trattenersi?
Era così… Si lei era… Gli suonò il cellulare.
-Pronto?-
-Ho saputo di Sakura! L’avete trovata?- era la voce di Daidoji
-… Si…-
-Come mai quella risposta così distante? Non è da te…-
-L’ho baciata…-
-COSA???? E io non c’ero! Beh, come è andata?-
-Non è andata…-
-Ah… mi dispiace…-
-Non è colpa tua… è andata così… non importa…- per un attimo Tomoyo fu
tentata di rivelargli la profezia, ma poi ricordò le parole di Eriol

"Qualunque cosa accada non rivelare la profezia, loro non devono saperlo.
Quando si confesseranno, non deve essere per paura di dimenticare, ma per il
loro amore… non lasciarti tentare"

-Tomoyo, ci sei ancora?-
-Ah! Si… ci sono, cosa vuoi?-
-Ti avevo chiesto come potevo comportarmi adesso; insomma… probabilmente
non vorrà neanche guardarmi…-
-Che tu lo creda o no, questa volta non so cosa dirti…-

Il mattino dopo Sakura si svegliò che faceva ancora buio. Allungò la mano
verso la sveglia e accese la luce. Erano le quattro di notte. Praticamente
non aveva dormito niente.
Provò a riaddormentarsi, ma ormai non ci riusciva più. Si alzò dal letto e
si vestì con calma. Scese le scale e preparò la colazione; dopodiché salì di
nuovo in camera.
Si soffermò a fissare il libro rosa che aveva sulla scrivania.
Improvvisamente delle carte uscirono dal libro e la circondarono.
-Le mie carte… grazie…-
Le carte iniziarono a danzare allegramente intorno alla padrona

–Vi ringrazio… lo so, ho sbagliato…-
Perché mai si era staccata quando Li l’aveva baciata? Era stata una stupida.
Ora sapeva di amarlo, ma non capiva ancora perché si era staccata! E
soprattutto perché gli aveva dato una sberla…

Si accostò al muro e iniziò a picchiare la testa violentemente su di esso.
Kero-chan volò fuori dal cassetto.
-Ma che succede?-
-Mi-sto-pu-nendo!- disse con fatica mentre picchiava ancora la testa
contro il muro.
-Ma che fai? Sei matta?-
-Sono-una-stu-pida! Non-capi-sco-nien-te!- ormai aveva le lacrime
agli occhi.
Il peluche si trasformò in una gigantesca tigre alata e portò la padrona
lontano dal muro.
-Adesso basta Sakura!-

-Kero-chan!!!!- scoppiò a piangere su un fianco della tigre.
-Si può sapere che hai???-
-Sono una stupida!!!-
-Questo si sapeva…- la ragazza lo fulminò con lo sguardo.
-E’ che…-
-Sakura, hai preparato tu la colazione?- la voce del fratello che urlava al piano di sotto interruppe la confessione della ragazza
-SI!!!!-
-Come mai così mattiniera?- disse scherzosamente
-Ti odio…-

Quando arrivò a scuola, Tomoyo, si appostò vicino al cancello, per aspettare
gli amici.
-Ciao Li!-
-…Ciao…-
-Dai, vedrai che si risolverà tutto-

Quando i ragazzi entrarono in classe notarono che Sakura era già lì. E da
un po’ sembrava. Il ragazzo cinese andò a sedersi al suo solito posto.
Tomoyo osservò i due amici con attenzione. Non si erano nemmeno salutati.
-Ciao Tomoyo!- Sakura si voltò verso l’amica e fu in quel momento che
Tomoyo notò che aveva un livido in testa.
-Cosa hai fatto alla testa Sakura?-
-Niente, sono inciampata- disse arrossendo.
Anche Li notò il livido. Non sembrava essere caduta. Lasciò perdere, ormai
anche il professore era entrato.
Le lezioni passarono veloci. Sakura e Shaoran non si parlavano, ma si
limitavano a guardarsi e arrossire.
Tutti notarono il loro comportamento, ma nessuno disse niente.
Tomoyo stava camminando per strada accanto a Sakura; Li era decisamente
davanti a loro.
-Ehm… come ti è sembrato il nuovo argomento di matematica?-
-Noioso-
-Ah, Ok… perchè sei così silenziosa?-
-Non è…- si bloccò di scatto e si volse a guardare la strada dietro
di lei.
-L’hai sentito pure tu?-
-Si…-
-Che cosa?- domandò allarmata Tomoyo nel vedere le facce degl’amici mutare in espressioni serie
-Qui c’è una carta…- risposero in coro

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Capitolo 5
*** 5. strani comportamenti ***


Strani comportamenti

 

I tre ragazzi iniziarono a correre verso il luogo da cui proveniva
l’energia della carta.
Si trovarono davanti ad un bivio.
Tomoyo guardava i due cattura carte concentrati e si sentiva un po’ a
disagio. Non era come le altre volte che seguiva gli amici felice di far
parte di quella missione e poter riprendere tutto ciò che Sakura faceva.

- Shaoran! Da questa parte! –

L’urlo di Sakura risvegliò l’amica dai suoi pensieri che continuò a seguire

i due.

Li osservava mentre discutevano di che carta poteva essere e che Sakura non
aveva sigillato. Era bello vedere come quei due, nonostante quello che era
successo, riuscivano ad andare avanti quando si trattava di questioni
import…

- MA ALLORA SEI PROPRIO CRETINO!-
- Io????ma se sei tu che non vuoi capire! –
- Sono io la prescelta! Sono io che catturo le carte di Clow e se IO dico
di andare di la, DI Là ANDIAMO! –
- Io non vengo! Sei solo una stupida che non vuole capire! Ti dico che
dobbiamo andare da quella parte!
- Non mi importa se non vieni, tanto se ci sei o no non mi fa
differenza…perché NON CONTI NULLA PER ME!-

Aveva appena urlato quelle parole in faccia al ragazzo che amava. L’aveva
fatto per ammettere a se stessa che il sentimento che provava verso di lui
non era vero, non esisteva.

Shaoran rimase zitto. Pietrificato. Il cuore aveva smesso di battere. Non
poteva credere a quello che lei, la sua Sakura, gli aveva appena detto.

Abbassò la testa – Ok, me ne vado…- sussurrò prima di girarsi e
allontanarsi a passo lento e aflitto.

Silenziose lacrime invece iniziarono a uscire dai verdi occhi della
ragazza.

Tomoyo, che aveva assistito a tutta la scena, si avvicinò con passo calmo
alla migliore amica. Sapeva quanto ora stava soffrendo per quello che aveva
detto. Ma perché l’aveva detto? Così facendo la profezia si sarebbe attuata
e poi…non avrebbero più potuto far nulla.

Poggiò delicatamente la propria mano su quella della spalla dell’amica.

Sakura si girò di scatto, con aria insofferente
- E lasciami in pace anche te! Sei sempre nel mezzo! – disse in modo
cattivo, che ferì profondamente l’amica.

In silenzio Tomoyo levò la mano e si allontanò il più veloce possibile. Il
più lontano da quel posto, da quella ragazza che non era la Sakura di
sempre. Non poteva crederci che quelle parole erano state dette dalla sua
migliore amica, non poteva. Sapeva che probabilmente c'era sotto qualcosa,
ma in quel momento non le importava, voleva solo fuggire, fuggire dalla
cattiveria di quel luogo.


Gli occhi verdi della giovane si guardarono intorno. Nel vuoto che la
circondavano. Non piangeva più ma, anzi, sembrava che le cose orribili che
aveva detto a Tomoyo e Shaoran non l’avessero toccata più di tanto.

Si portò una mano sulla testa, che le girava. Non si sentì più il corpo e
cadde a terra.

Cadde a terra, svenuta.

Ormai era priva di energie ed era tutto dovuto al fatto che la ragazza non
si nutriva più; perchè soffriva, soffriva immensamente.

Un ombra si alzò dal suo corpo steso a terra. Si guardò intorno e poi
scomparve nella città.

Quella notte sarebbero successe altre cose strane, ma nessuno dei due Card
Captor avrebbe potuto impedirle.

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Capitolo 6
*** Non era colpa di Sakura! ***


Non era colpa di Sakura!

 

In quel momento Li Shaoran si trovava nel suo letto. Non stava dormendo, si limitava a fissare il soffitto, su cui apparivano le immagini dei fatti avvenuti pochi minuti fa.

- Non mi importa se non vieni, tanto se ci sei o no non mi fa
differenza…perché NON CONTI NULLA PER ME!-“ era questo che le aveva detto Sakura: la ragazza che aveva amato con tutto se stesso, che aveva aiutato a catturare le carte, la ragazza a cui aveva dichiarato il suo amore…

Ci era rimasto male. Non si era mai aspettato quelle parole da lei. Eppure era una ragazza così gentile, buona, sempre disponibile ad aiutare gli altri. Non “era”, “è”. Ma allora qual era il motivo di quelle parole?

In quel momento avvertiva delle presenze negative in città, ma non si sarebbe mosso da lì: pensava che Sakura fosse là fuori, a catturare a carte, combattere il male… Vederla gli avrebbe solo fatto male. Ma lui non poteva sapere che la ragazza era svenuta, sotto la pioggia che aveva iniziato a cadere da poco. Dopo il fatto, lei era svenuta, ma nessuno lo sapeva. Nessuno sarebbe andato da lei.

 

Tomoyo si era catapultata a casa. Aveva chiuso a chiave la porta della sua stanza: non voleva vedere nessuno. Pianse per qualche minuto sul letto, ma poi si riscosse. Non era da lei piangere, non in quel modo. Dove rimanere lucida e capire cos’era successo. Si risciacquò la faccia e si sedette alla scrivania. Fece scorrere nella mente le immagini di ciò che era accaduto prima. No. Quella non era Sakura. Ipotizzò che qualcuno aveva preso il controllo della ragazza. “O qualcosa…” In quel momento la verità le fu imposta talmente forte, che non potè non vederla.

Prese in mano il telefono e chiamò Li.

-Pronto?-

-Li! Dobbiamo fare in fretta. Rispondi alle mie domande e non chiedere niente-

-…Ok… ma che…?-

-Ti ho detto niente domande! Allora, può darsi che esista una carta della discordia… della bugia… insomma qualcosa che faccia litigare le persone?-

-Cioè vuoi dire che…?-

-Rispondimi soltanto!-

-Beh, credo di sì… mia madre mi aveva raccontato una volta una profezia… ma non mi ricordo di cosa parlava…-

-Parlava di carte?-

-Si, ma prima c’è un pezzo che non ricordo… era qualcosa che riguardava i Card Captor…-

-“Quando i due Card Captor si incontreranno, fra loro sarà odio, lei cercherà amicizia e lui si innamorerà. E quando verrà il momento i due saranno destinati a rimanere insieme.

Fra loro sarà amore, lei non lo capirà subito, e a lui mancherà il coraggio di dichiararsi. Solo grazie a delle difficoltà capiranno i loro sentimenti.

Quando calerà la 48° luna piena dal loro primo incontro, se non si saranno dichiarati entrambi

i loro sentimenti d’amore verranno cancellati, per sempre.” Era una roba del genere?-

-Si! Ma tu come fai a saperlo?-

-E’ una storia lunga… ora continua la profezia e poi ti spiegherò-

-Allora, era: “Quando anche lei capirà, sarà il turno della liberazione di the discord, sigillata nel cuore di tutta la gente. Se riusciranno a sconfiggerla, muterà il suo aspetto, diventerà ogni sentimento esistente sulla terra.” Poi com’era?… Ah sì! “Quando calerà la 48° luna piena dal loro incontro, si dichiareranno, e vivranno liberi. Se non si dichiareranno tutto verrà cancellato.” E questo cosa centrerebbe con noi?-

-Possibile che tu non l’abbia capito? Ma scusa un attimo, tu sapevi la profezia: perché non ci hai mai detto niente?-

-Non ci credo io!-

-Beh, sarai felice di sapere che è tutto vero, me lo ha detto Eriol- la ragazza si pentì all’istante. Glielo aveva detto. Eppure Eriol era stato chiaro.

-Eriol? Te lo ha detto lui? Perché non ce lo hai detto prima?-

-Mi aveva detto di non dirvelo-

-Lasciamo stare… piuttosto, secondo te cosa sarebbe successo?-

-Sakura è stata posseduta, o una cosa del genere, da the discord. E’ per quello che ci ha parlato in quel modo… dobbiamo andare ad aiutarla-

-Io non vado!-

-Ma potrebbe essere in pericolo. E se la carta fosse aggressiva?-

-Ma io…-

-Ha offeso anche me, ma non era colpa sua, devi capirlo…-

-Sento una presenza forte in città-

-Lo sospettavo, la carta deve aver abbandonato il corpo di Sakura…-

-Come facciamo a trovarla? Telefoniamo a casa sua?-

-Si, ma fallo tu-

-Perché io?-

-Perché Sakura aveva detto che veniva a casa mia. Se Tuoya ti dirà che è da me, vuol dire che è ancora in giro-

-Ah! Ok! Allora vieni a casa mia?-

-Si, io arrivo, ma tu nel frattempo telefona a Tuoya!-

-Ok! A presto-

Il ragazzo cinese abbassò la cornetta e compose il numero di casa Kinomoto.

-Pronto?-

-Tuoya! Devo parlare con Sakura… è lì?-

-Cosa devi dirle?-

-Ti prego, dimmi se è lì e posso parlarle…-

-Non è qui. Se non sbaglio ha detto che andava da Tomoyo-

-Grazie!-

-Non farla arrabbiare di nuovo o farai i conti con me…-

Li interruppe la comunicazione. Si sedette sul divano, per aspettare Tomoyo. Non riusciva a stare fermo. L’idea che Sakura era là fuori, sotto la piaggia, lo faceva stare in pensiero.

Improvvisamente suonò il campanello. Il cinese aprì la porta ritrovandosi davanti a Tomoyo.

-Possiamo andare!-

-Dove andiamo?-

-Io direi di cominciare dall’ultimo posto in cui l’abbiamo vista-

-Ok-

I due ragazzi si incamminarono per strada. Li stava allerta, non voleva esser colpito da the discord senza saperlo. Tomoyo, invece, guardava a destra e sinistra, nella speranza di veder Sakura.

-Eccola!- urlò la bruna.

Davanti a loro, per terra, c’era una figura, probabilmente svenuta.

Shaoran corse verso la ragazza a terra. La sollevò, tenendola fra le sue braccia.

-Sakura! Sakura, rispondimi!- scosse la ragazza, ma ella non diede segno di vita –Sakura! Ti prego, non dirmi che sei morta!-

-Non dire cavolate Li! Non vedi che respira?-

-Sakura!-

-Non serve a niente chiamarla, portiamola a casa mia, così si riprende-

-La mia è più vicina…-

-Ok, portiamola da te-

Il cinese sollevò Sakura. La guardò in viso e vide che era pallida. Si preoccupò subito.

Tomoyo gli mise una mano sulla spalla e lo incitò a camminare.

Per tutta la strada nessuno proferì parola. La mancanza dell’allegria di Sakura si faceva sentire chiara e netta.

Tomoyo corse in avanti e aprì la porta di casa Li. Il ragazzo cinese entrò e posò la ragazza svenuta sul divano.

-Vado a prenderle qualcosa da mangiare, in caso si svegli- disse la bruna.

-E io che faccio?-

-Cercale dei vestiti, quelli sono bagnati…-

-Ma non ho vestiti per lei! Io sono un ragazzo!-

-Meiling non aveva lasciato niente qui?-

-Non credo… vado a vedere!-

-No, vado io… qual è la sua camera?-

-La prima a sinistra-

Tomoyo si allontanò e Shaoran rimase solo con Sakura. La SUA Sakura. Quel pensiero lo fece arrossire. Ma cosa andava a pensare? E in un momento come quello poi!

-Shaoran!- la ragazza castana si alzò di scatto dal divano. Lo aveva appena sognato che moriva. E nella paura lo aveva chiamato.

-Sakura!-

La ragazza arrossì violentemente in viso. Il suo primo pensiero, quando si era svegliata, era andato a lui. Voleva chiedergli scusa, per come si era comportata, spiegargli che non era in lei…

-Shaoran! Scusa per prima…-

-Non fa niente Sakura…- la abbracciò felice di vedere che stava bene.

La ragazza arrossì ulteriormente. Inizialmente si lasciò cullare da quel caldo abbraccio. Le sembrava di essere assieme a quel ragazzo da molto tempo… quando si accorse di quello che era successo, si scostò da lui e iniziò a sbraitare: -COME TI PERMETTI? MA SEI MATTO?-

Li, preso alla sprovvista, mormorò un semplice: -Scusa…-

-Ah! La bella addormentata si è svegliata!-

-Tomoyo!-

-Tieni, ti ho portato dei vestiti. Ti conviene cambiarti, sei bagnata fradicia-

-Grazie- prese i vestiti dalle mani della migliore amica e corse in bagno a cambiarsi.

Sakura si guardò allo specchio. Le sembrava che il vestito fosse un po’ troppo provocatorio, soprattutto nei confronti di Li.

-Tomoyo! Potresti venire qui un attimo?-

-Arrivo!- la ragazza bruna spalancò la porta del bagno –cos’hai?-

-Lo hai fatto apposta, vero?-

-Cosa?-

-Il vestito-

-Forse-

-Non ce né un altro?-

-No, quello è l’unico-

-Ma… insomma guardami! Sono ridicola…-

Tomoyo squadrò l’amica da capo a fondo –Secondo me stai bene-

Il vestito aveva una scollatura molto amplia. La gonna, che le arrivava sopra il ginocchio, aveva una spaccatura che le arrivava all’attaccatura della coscia.

-Bene? Tu sai che piaccio a Li?-

-Si…-

-Dimmi un po’. Vuoi che mi salti addosso?- quando terminò la frase, pensò che forse non era una cosa brutta. Probabilmente… Basta! Basta pensare queste cose! Arrossì e rivolse il suo sguardo all’amica sorridente.

-Beh, se ti salta addosso realizzerò un fantastico filmato!-

-Posso entrare?-

-NO!!!- rispose Sakura al povero ragazzo che, fuori dalla porta, le stava aspettando.

-Ok, se mi cercate sono in cucina…-

-Dai Sakura, usciamo-

-Ho vergogna…-

-Di chi? Di Li? Ma dai! Non ti salterà addosso, è un ragazzo educato...-

-Ok, mi hai convinta…-

Tomoyo tirò l’amica per il braccio fino alla cucina. Li, che stava mangiando una fetta biscottata, quando vive Sakura, rimase a bocca aperta. La fetta biscottata cadde a terra, ma non ci fece caso.

-Sakura… sei… bellissima!-

La ragazza sembrò esplodere dalla timidezza e il rossore, che le regnava sovrano in viso.

-Ehm… io… grazie…-

Una sensazione comune attraversò i due cattura carte.

-Una carta…-

-Non voglio andare Shaoran… ho paura-

-Ti proteggerò io, non possiamo lasciare the discord in circolazione-

-The discord? Come fai a sapere che è quella la carta?-

-La carta è la stessa che prima ti ha posseduta e ti ha fatto dire… beh, quelle cose-

-Ah, andiamo. Non c’è tempo da perdere-

Sakura corse alla porta e si catapultò fuori. Tomoyo prese da parte il cinese.

-Non devi dirle niente-

-Di cosa?-

-Della profezia, dico-

-Perché?-

-Eriol mi ha detto che se vi confesserete per paura di dimenticare non funzionerà!-

-Ma quanto manca ancora?-

-Fammi pensare… da quando vi siete conosciuti… se non sbaglio mancano ancora circa dieci mesi-

-Ma c’è ancora molto tempo per… si insomma, hai capito-

-Conoscendovi, niente è dato per scontato-

-Spiritosa!-

-Guarda che non scherzo! Tu ci hai messo un anno prima di confessarti. E, visto che la conosci anche tu, lo sai che Sakura è lenta a capire tutto-

-Vi volete muovere voi due?-

-Arriviamo!- i tre ragazzi si allontanarono, sulla strada stranamente vuota.

La porta dell'appartamento di Li si chiuse con un colpo di vento.

-Andate pure cattura-carte... io sono in ogni posto di questa terra... non potete trovarmi, e non potete sfuggirmi...-

 

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