pretty cure all star... insieme per sempre

di shein
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo: uno strano sogno ***
Capitolo 2: *** Nostalgia: Una vita troppo normale ***
Capitolo 3: *** Colpi di scena: Una storia diversa da tutte le altre… ***
Capitolo 4: *** Gelosia e battaglie: una brutta giornata per Shogo ***
Capitolo 5: *** Rivelazioni: Nel cuore di una nemica ***
Capitolo 6: *** Confessioni: Sono io cure black! ***
Capitolo 7: *** Amnesia: Reduce da un passato sconosciuto ***
Capitolo 8: *** Un passato ritrovato: Nulla rimane all’oscuro per sempre ***



Capitolo 1
*** prologo: uno strano sogno ***


Prologo: Uno strano sogno
 
Nagisa stava dormendo…
In quel mondo un po’ strano dove si trovava non c’era dettaglio che non la incuriosisse. Davanti a lei si estendeva una grotta marina dove l’acqua che bagnava la sabbia bianca e fine era limpida e cristallina. La cure nera con capiva come aveva fatto ad entrare visto che l’unica entrata era dal mare e lei non era bagnata… L’aria era così pura e densa di magia buona che un soldato di dozuku non sarebbe stato in grado di resistervi...Nagisa ci pensò…perché dopo tanto tempo le tornavano alla mente quei mostri che fino a poco tempo prima erano il suo peggiore incubo. Inevitabilmente pensò a Mepple… da quasi un mese è stato costretto a tornare sul giardino della luce e nella certezza che non lo avrebbe mai più rivisto sentiva più che mai la sua mancanza…la mancanza del suo migliore amico che era entrato nella sua vita all’improvviso e che ne era entrato a far parte come se fosse parte di lei…
Una scia luminosa interruppe i suoi pensieri e uno sguardo sorpreso sul volto di Nagisa susseguì il comparire di una bellissima ragazza castana con dei bellissimi capelli boccolati, degli occhi blu come l’oceano ed un vestito incantevole dello stesso colore, semplice, senza spalline ed uno spacco da un lato…
La ragazza stava ferma sospesa a fior d’acqua sfiorandola di poco con i piedi scalzi. Il suo bellissimo sorriso si spense all’improvviso. Cambiò espressione, divenne dapprima confusa poi le si chiusero gli occhi e svenne prima di forze precipitando in acqua. Il tonfo la fece svegliare. Era una settimana che rifaceva sempre lo stesso sogno e non ne capiva il significato…
Nagisa guardò l’orologio. Erano le 3 di notte. Assonnata, si girò dall’altra parte del letto, si riaggiustò le coperte e si riaddormentò.
Un sorriso comparve sulle sue labbra…uno dei pochi da quando Mepple se ne era andato…da quando era tutto finito… significava solo una cosa…stavolta stava facendo un bel sogno…stavolta stava sognando il ragazzo che amava…Shogo…
 
 
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angolo di Shein:
questo è solo un mini prologo della storia che ovviamente sarà più lunga, non fate caso al fatto che descrivo in ogni minimo particolare le cose ma per farvi capire la storia cerco di farvela immagginare più o meno come la immagino io... xD
il prossimo capitolo sarà molto più lungo e lo publicherò domani... Xd…
arrivederci xD

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Capitolo 2
*** Nostalgia: Una vita troppo normale ***


Nostalgia: Una vita troppo normale

Nagisa aspettava pensierosa che il semaforo diventasse verde. In realtà non era convinta che quando arrivava il momento di passare se ne sarebbe accorta visto che non riusciva a concentrarsi su niente quella mattina; tutto ciò che faceva lo faceva senza pensarci con una lentezza estrema infatti la signora Misumi è dovuta stare più attenta del solito quel mese: i calzini di colori diversi; le riviste nello zaino e i libri sulla scrivania; si stava mettendo la divisa delle scuole medie invece di quella delle scuole superiori, insomma: non riusciva a collegare il cervello alla realtà quella mattina… non faceva che pensare a quanto le mancasse Mepple, a quanto le mancassero quelle volte in cui lui si inventava le scuse per andare dalla sua Mipple, l’idea di quella coppia felice la faceva pensare che l’amore può essere così bello… pensava a Pollun e Lulun che non facevano altro che lamentarsi…se ne erano andati tutti…e da quando se ne erano andati era tutto così monotono…era esattamente come l’aveva lasciata il giorno che li aveva conosciuti… però avevano segnato la loro comparsa con un segno indelebile… era tutto…troppo normale. Ora pensava ad Honoka e a Hikari…anche loro erano tristi: avevano pianto tutte le loro lacrime e mentre lei le avrebbe finite a breve…
-ehi perché non attraversi? Il semaforo è verde!- questa voce la distrasse dai sui pensieri.
-Sho…Shogo…humm…che ci fai qui?- balbetto la cure nera
- vado a scuola J ; vorrei farti notare che sono passati tutti J -
- humm, si hai ragione… -
- a cosa stavi pensando? –
- a niente – rispose la bionda con un tono poco convincente
- ho capito…non me lo vuoi dire…vabbè pazienza J  andiamo? Non ti dispiace se facciamo la strada insieme, vero? –
- ce…certo che no, figurati –
- come va a scuola? –
- tutto a posto e a te? –
- anche a me… senti domenica c’è una partita contro una squadra di un’altra città e ti volevo chiedere se venivi… -
- si certo… -
- Ehi, Nagisaaa!- una ragazza dai capelli rossi e corti e un’altra dai capelli castani e lunghi la chiamarono.
- Shiho, Rina… che c’è? –
- hai studiato per il compito? –
-  QUALE COMPITO?? –
- quello che la prof ha spostato a oggi… eri distratta un’altra volta?? Ultimamente hai la testa tra le nuvole di continuo, che cos’hai…-
- UFFA NON HO NIENTE!! LO VOLETE CAPIRE SI O NO?? –
La bionda corse via verso scuola e le sue amiche decisero di non seguirla…se Nagisa era così irritata non sarebbe servito a niente…
Shogo salutò le ragazze e si allontanò. Cosa stava prendendo a Nagisa? aveva notato che anche Honoka ultimamente era nervosa anche se lo aveva liquidato così preferiva starsene per conto suo… le uniche persone che avvicinava erano Nagisa e Hikari…
Nagisa entrò in classe. quella mattina era la prima perché i suoi compagni stavano tutti fuori in attesa dei nuovi professori alcuni molto belli, ma a lei non interessava più… voleva stare da sola… si sedette al suo posto, si accucciò sul banco, nascose la testa tra le braccia e cominciò a piangere.
Il rumore della porta che si apriva la spaventò… per fortuna era Honoka. Sorrideva. La ragazza le si avvicinò e le disse… - stanno tornando, lo sento J - Nagisa sperò che fosse vero…
- Che dici scendiamo a vedere i nuovi prof? – si decise la bionda
- ok J - sorrise Honoka.
Nagisa voleva parlarle del sogno e della strana sensazione che le provocava la ragazza dai capelli boccolati ma decise di rimandare l’argomento… stavano arrivando i loro nuovi prof, alcuni anche molto carini e non voleva rovinare il momento…
Mentre le ragazze mentre le ragazze scendevano le scale qualcosa nel cielo si illuminò…
Alcune sfere di luce si avvicinavano e Nagisa che aveva capito ciò che stava succedendo iniziò a piangere per la gioia. L’emozione per la giovane si interruppe quando Mepple la colpì in fronte (nda ormai ci ha preso l’abitudine…)
Appena tornato nella sua forma originale dopo l’atterraggio anche degli altri Honoka e Hikari corsero ad abbracciare le loro mascotte. Nagisa rimase ferma. –
- Scusa se ti ho fatto male Nagisa – si scusò subito Mepple.
Nagisa lo guardò e corse ad abbracciarlo… - perché mi devi sempre far prendere gli spaventi? Per due ore pensavo fossi sparito, te ne sei andato senza avvisare! –
- Scusa…è stata una decisione tempestiva siamo dovuti andare ad avvisare gli altri regni  di una nuova minaccia e a proteggere il giardino della Luna…. –
Prima che Mepple potesse dare altre spiegazioni un rumore potentissimo si sentì dopo di che il silenzio. Non c’erano più le voci dei professori nuovi che parlavano al microfono e degli studenti che chiacchieravano.
Le ragazze si precipitarono fuori. Un nuovo nemico le stava attendendo con l’immancabile zakenna di turno.
Bene ragazze vedo che è ora di tornare a combattere.
- DOPPIA AURORA BOREALEE –
Il nuovo nemico aveva aspettato quel momento con tanta impazienza. La guerra che li avrebbe portati alla conquista dell’universo era appena iniziata…
Le pretty cure cominciarono a combattere contro zakenna e mentre quest’ultimo de teneva impegnate il soldato delle tenebre si avvicino ai ragazzi nel cortile…tutti svenuti.
Chiuse gli occhi e individuò coloro che avevano rapporti stretti con le guerriere. Dovette riconoscere che i poteri di quella principessa erano molto forti e utili… chiuse nuovamente gli occhi ed entrò nei loro pensieri…raccolse le informazioni e tornò al combattimento…
Il soldato colpì cure black. Era potentissimo e la giovane non se l’aspettò. Di solito i loro nemici scaricavano il lavoro sul mostro evocato ma questo era diverso. la bionda decise di adattarsi per combattere ad armi patte: preparò il pugno per un’ attacco ma una volta vicina sferrò un calcio circolare che lo colpì di sorpresa. Prima che si potesse riprendere la pretty cure lo riempì di pugni mentre cure white aveva messo ko il mostro. Deciserò di lanciare un’ attacco unico ma il soldato si riprese senza difficoltà.
“qui non esiste possibilità di farli cedere alle nostre cause proprio come aveva detto il capo” pensò “non ho scelta: non si arrenderanno mai fino alla vittoria neanche davanti alla potenza di un soldato dell’esercito di Spiritas. Più mi dimostro forte e più il potere della speranza verrà alimentato dalla loro determinazione ed inoltre non posso permettermi di far loro del male. La guerra è appena iniziata e anche davanti a tutta quella forza di volontà Spiritas non avrà problemi a farle buone… abbiamo ancora tanti assi nella manica…” Pensato questo il soldato si alzò e sparì prima di venir investito dal vortice delle pretty cure.
La giornata proseguì tranquilla tra una risata e un’altra… e mepple non voleva rovinarla raccontando chi era quel tipo.
Il giorno seguente Nagisa tornata alla normalità ( senza bisogno che la madre la controllasse ) si preoccupò… non c’era verso di svegliare Mepple dopo 16 ore di sonno… possibile che fosse solo la stanchezza?

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Capitolo 3
*** Colpi di scena: Una storia diversa da tutte le altre… ***


Colpi di scena: Una storia diversa da tutte le altre…
 
Honoka l’aveva chiamata più volte ma Mipple proprio non si svegliava. Stava facendo tardi a scuola quindi non insistette e la infilò nella borsa.
Arrivata a scuola la classe ricevette una brutta sorpresa…
- Ragazzi la professoressa di scienze non c’è perciò la professoressa Nakarawa di matematica farà lezione al suo posto. – li avvisò la bidella.
Il panico fu generale. Gli avrebbe fatto fare il compito…e così fu: la professoressa tanto temuta non perse tempo e consegnò le schede da completare entro il  suono della campanella sostenendo che se avevano studiato per il giorno prima ricordavano sicuramente gli argomenti.
Dopo una decina di minuti il compito di Nagisa era ancora in bianco e la bionda realizzò che più di 3 su 100 non avrebbe preso. In quel momento entrò una giovanissima ragazza dagli occhi neri, capelli neri lisci e lunghi fino ai fianchi, che prese la parola:
- Buongiorno ragazzi, io sono Hairi Oshima e sono la vostra nuova professoressa di matematica e visto che mi hanno comunicato che la professoressa Nakarawa deve essere trasferita in un’altra classe, da ora ogni voto va messo nel mio registro perciò potete mettere via quel compito perché non metto valutazioni il mio primo giorno di lezione. –
Miracolo.
la vecchia professoressa lasciò il posto ad Hairi salutando la classe, contenta di non dover insegnare più a quelle ragazze che tanto odia.
- bene, immagino di avervi tolto dai guai – disse sorridendo.
- SIII!! – urlarono tutti in coro.
 la giovane si presentò: aveva 21 anni e quello era il suo primo anno di insegnamento. Insegnava solo alla sezione femminile per fortuna delle sue allieve che avevano paura potesse fare una strage di cuori dai ragazzi.
Mentre alcune sue compagne si presentavano alla nuova professoressa, Nagisa sentì Mepple lamentarsi di qualcosa perciò chiese il permesso e andò in bagno. L’eroe prescelto stava male e le cure della medical card non servirono a molto quindi tornò in classe e domandò ad Honoka di venire con lei e chiedendole anche condizioni di Mipple che al contrario era solo un po’ stanca e sembrava non preoccuparsi della condizione del suo amato. Nagisa però non riusciva a tranquillizzarsi e si organizzò per andare da Hikari appena uscite da scuola per informarsi del grande saggio.
All’uscita da scuola però ebbero un contrattempo.
Un ragazzo che non riuscivano a vedere era circondato da studentesse che non le facevano passare.
- LEVATEVI DI MEZZO NON HO TEMPO DA PERDEREEEE!! – urlò sempre più irritata la bionda che stava per esplodere.
 - Ehi Nagisa come mai tutta questa fretta? – chiese una persona che conoscevano bene.
- Shogo scusaci ma non abbiamo proprio tempo da perdere, anzi se queste sceme non si tolgono le incenerisco una ad una! – rispose senza esitazione cure black malgrado la presenza del suo amato. Mepple intanto scottava e non avevano alcuna intenzione di aspettare che le ragazze se ne andassero da sole.
Per fortuna non ci fu bisogno che la bionda dimostrasse realmente le sue intenzioni perché le giovani se ne andarono terrorizzate. Mentre la strada si sfollava le pretty cure notarono un volto conosciuto.
- Nagisa dove vai così di corsa? Problemi con il tuo Mepple? Sta male?? – disse Kirya con cattiveria come se sapesse cosa stava succedendo all’eroe e ne fosse compiaciuto. Aveva gli occhi di pietra.
- la rabbia cancellò stupore e meraviglia dal volto di Nagisa e se la sua migliore amica non gli avesse ricordato che erano in ritardo se lo sarebbe mangiato vivo. Shogo e Kimata furono sorpresi dalla sua reazione e il primo anche un po’ geloso.
- tranquilla, non dovrebbe essere nulla di grave… BLACK! – Stavolta un ceffone non glielo tolse nessuno. Gli aveva fatto perdere completamente la pazienza…
- MI CHIAMO NAGISA E QUELLO CHE SUCCEDE A MEPPLE NON TI RIGUARDA, CHIAROO?!!! – sbottò la bionda. La sua aria minacciosa impedì a Kirya di ribattere e a Shogo e Kimata di chiedere spiegazioni.
 
“ Cosa stava succedendo a Kirya? Come era possibile che sapeva del malore di Mepple e perché è stato così insensibile? ” erano questi i pensieri di Honoka rimasta delusa dal comportamento del ragazzo… insomma lui che le aveva aiutate a sconfiggere Re Jaaku aveva trattato Nagisa con sensibilità di un elefante. Ad ogni modo il ragazzo indossava la divisa della Verone quindi lo avrebbero rivisto presto e Nagisa non avrebbe esitato a chiedere spiegazioni con la forza…
Intanto il giovane si stava allenando con Shogo e Kimata e una volta finito l’allenamento, cercò in tutti i modi di mettere il suo ex capitano contro Nagisa approfittando dei sentimenti che lui provava per la bionda, con una cattiveria che non gli apparteneva:
- scusa Kirya ma chi era ‘quello’ di cui parlavi a Nagisa? – chiese infatti il ragazzo
- il suo migliore amico…bè, forse sarebbe più giusto il termine fidanzato perché stanno sempre insieme… -
Shogo si irrigidì. Non voleva sapere nient’altro, si alzò e disse che se ne voleva tornare a casa: sperava che Kirya stesse scherzando o che non sapeva come stavano realmente le cose ma per il momento preferì stare un po’ solo… kimata che sapeva quello che il giovane provava per cure black lo lasciò andare.
Anche Kirya se ne andò giustificandosi con un appuntamento. Il ragazzo lasciò il campo da calcio e quando fu sicuro che nessuno lo guardasse un lampo di luce nera lo inghiottì.
 
 
 
Spiritas era soddisfatta. Era riuscita a riportare con la magia oscura sul campo di battaglia un soldato delle tenebre oltre che molto forte, amico delle pretty cure che perciò avrebbero esitato a colpirlo in un combattimento.
Mentre formulava questi pensieri sentì un urlo assordante provenire dagli appartamenti di Kuro, uno dei suoi soldati, però la regina fece finta di niente . Poco tempo dopo un altro urlo convinse la giovane ad andare a controllare.
- STAI ATTENTO PERCHE’ TI STA PER ARRIVARE UN ROVESCIO!! – Urlò una voce femminile. Aveva il volto completamente coperto da una bellissima maschera a forma di farfalla, gli occhi neri i capelli coperti da un velo che non faceva scorgere ne il colore ne la lunghezza o la forma. Di lei il palazzo poteva dire solo che era nelle grazie della regina Spiritas, cosa di cui Evna (fidanzata di Kuro) era infinitamente gelosa, e che aveva un carattere intrattabile.
- cosa sta succedendo qui? – chiese la regina a Kuro e alla giovane.
- GUARDA NON LO SO SE QUESTO TIPO IN TESTA HA UN CRICETO IN PROGNOSI RISERVATA O UN CHICCO DI SOIA GENETICAMENTE MODIFICATO MA DI SICURO NON E’ NIENTE DI BUONO!! – rispose la ragazza.
- parli tu, la più intelligente del palazzo -.- ma guardati – ribatté Kuro.
- ALMENO IO NON ME NE VADO IN GIRO TUTTO IL GIORNO CON UNA SERPE ATTACCATA AL COLLO E AD AVVICINARLA  A CHIUNQUE MI CAPITI A TIRO! – ribbattè la giovane
La fobia di Blueangel per i serpenti era nota in tutto il palazzo: la sola vista la faceva sentir male perciò Kuro che non la sopportava ogni volta lo avvicinava il più possibile a lei. Gli urli che ne seguivano però non erano di terrore ma di rabbia allo stato puro infatti innumerevoli volte quel povero animale si era visto passare la sua vita davanti agli occhi mentre era in balia della giovane e dei suoi potentissimi incantesimi.
L’arrivo di Kirya calmo la ragazza mascherata.
- lascialo perdere, Bluea, è stupido. – rispose con una calma che solo lui poteva manifestare.
- cosa ti fa pensare che sono stupido? – chiese Kuro.
- il fatto che stai giocando col fuoco e non te ne rendi nemmeno conto. – nessuno tranne Spiritas comprese quella frase. Per tutti Blueangel era la nuova arrivata, una ragazza priva di memoria salvata dal capo: molto potente, certo, non certo abbastanza importante da uccidere un suo collega per uno scherzo, come tutti, non se lo poteva permettere.
Il capo invece non era dello stesso parere: nessuno immaginava neanche lontanamente il potere di cui disponeva la ragazza, potere che nemmeno sapeva di avere e che già una volta l’aveva messa fuori combattimento: la sua perdita di memoria è stata un’occasione unica per permetterle di realizzare i suoi piani. Per questo non le permetteva di togliere neanche un attimo la maschera e il velo: avrebbe recuperato all’istante la memoria e non poteva permetterselo. Per fortuna Blueangel aveva trovato in Kirya una persona simpatica pronto a calmarla quando perdeva le staffe, perché ogni volta che lo guardava aveva l’impressione che gli era stato tolto qualcosa di molto importante: il potere di decidere della sua vita… però sentiva anche che dentro di lui si nascondeva un potere molto forte come quello che tutti chiamano amore. Lei aveva la capacità di entrare nei pensieri e nelle emozioni altrui e comprenderli senza problemi… ed ebbe il sospetto che si fosse innamorato di una delle leggendarie guerriere prima di venire impossessato. Se era davvero così avrebbe cercato in tutti i modi di aiutarlo come faceva sempre con le persone che avevano la sua simpatia. A questo pensiero impallidì. Davvero lo aveva sempre fatto. Quindi forse non era sempre stata cattiva… non ne aveva idea e questo la faceva star male. Non poteva farci nulla…
 
Era notte. Nagisa sdraiata sul letto pensava a cosa era potuto succedere a Mepple: lui stava malissimo e il grande saggio non era riuscito a fare nulla… cosa poteva avere. Nel frattempo i dolori sembravano essersi impossessati anche di Mipple. Malgrado stessero soffrendo nessuno dei due era preoccupato come se sapessero di cosa si trattasse e che sarebbe finito presto. D’un tratto Mepple smise di lamentarsi o almeno Nagisa smise di sentirlo. La bionda corse a vedere come stava e non riuscì a trovarlo: si era volatilizzato! Nagisa entrò nel panico e chiamò Honoka che a sua volta non riusciva a trovare Mipple. Cure black non riusciva a pensare a niente, solo a piangere. Si addormentò tra le lacrime e sognò di nuovo la ragazza dai capelli boccolati. Stavolta però, prima di cadere la ragazza parlò:
- aiutami! – sussurrò… prima di svenire e cadere nell’acqua.
Nagisa si era svegliata su un cuscino bagnato. Aveva pianto tutta la notte e ora sembrava uno zombie. Decise quindi di mettersi giusto un po’ di trucco per coprire le occhiaie, si vestì e uscì. Sotto casa sua un ragazzo molto carino, dai capelli biondi a “spazzola” e occhi azzurri le si avvicinò.
- ehi – disse sorridendo
- scusa ma tu chi sei? – chiese nagisa confusa.
- ero sicuro che non mi avresti riconosciuto Nagisa – continuò il ragazzo sempre più divertito.
- infatti non capisco chi sei e come fai a conoscere il mio nome. –
- hai ragione. Forse è il caso che ti spieghi un po’ di cose. Comunque, visto che non mi riconosci, giustamente, mi presento: sono Mepple l’eroe prescelto del giardino della luce che anche se con un aspetto decisamente diverso si ricorda ancora dove abiti ovvero lo stesso posto dove ho passato gli ultimi quattro anni della mia vita. - Nagisa rimase senza parole!
- Me…Mepple??!! – balbettò la bionda
- si sono proprio io. –
- come è possibile?! –
- ti racconto per strada, nella speranza che incontriamo la mia amata Mipple. – sorrise il giovane.
Nagisa rimase senza parole.

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Capitolo 4
*** Gelosia e battaglie: una brutta giornata per Shogo ***


Gelosia e battaglie: Una brutta giornata per Shogo

Honoka la guardò per l’ennesima volta: alta, capelli rosa raccolti in due deliziosi codini abbastanza lunghi e occhi viola. Anche nella forma umana Mipple era davvero molto bella eppure non riusciva a capire come fosse stata possibile questa trasformazione.
- Scusa non ci ho capito niente di quello che hai detto: potresti ripetere? –
- ok. Tanto tempo fa la regina del giardino della luce era molto amica con la regina del giardino della luna: una bellissima ragazza castana con dei stupendi capelli boccolati, degli occhi blu come l’oceano ed un carattere molto particolare. Lei aveva dei poteri grandissimi che le permettevano di vedere cosa pensavano le persone e di comprendere i loro sentimenti. Aveva però anche dei difetti: era pigra e un po’ testarda. Se provava simpatia per una persona cercava di aiutarla e non si dava pace finchè non ci era riuscita; allo stesso modo con le persone che odiava: elaborava piani per fargliela pagare, qualunque cosa avessero fatto e il bello e che c’è sempre riuscita. Invece il suo pregio più grande era il sorriso: tutto ciò che faceva lo faceva col sorriso sulle labbra che aveva lo scopo di far credere a tutti coloro che la guardavano che non avesse problemi nella sua vita: in realtà ne aveva ma non ha mai ceduto e non ha detto a nessuno di cosa si trattasse tranne ad una persona: una giovane molto bella dai biondi capelli mossi e lunghi, occhi viola e un carattere indipendente: il suo nome era Lady ma visto che al loro primo incontro uno stupido le aveva fatto cadere una bottiglia di alcolico sul suo vestito estremamente costoso la regina le diede il soprannome della bevanda:  Spiritas.
Un giorno l’esercito di Re Jaaku ferì gravemente suo fratello e lei giurò di vendicarsi andando su tutte le furie e mettendo a sua insaputa in pericolo il suo regno provocando, durante un combattimento con un soldato delle tenebre, un maremoto le cui onde piene della sua rabbia lo uccisero. Capita la gravità della situazione io e Mepple fummo incaricati di andarla a cercare nell’unico posto che adorava della Terra: una grotta dove il mare cristallino bagnava una sabbia bianca e fina: in quel luogo l’acqua era la stessa del giardino della luna e visto che per degli esserini come noi sarebbe stato impossibile raggiungerla a nuoto, Spiritas ci ha fatto un incantesimo: una sera la luna ci avrebbe trasformato in umani per permetterci di raggiungere la grotta a nuoto visto che la sua unica entrata era sottomarina.
La castana si lasciò convincere con le lacrime agli occhi e tornò a casa… da quel momento io e mepple nel giardino della luna avremmo potuto ritrasformarci in umani a nostro piacimento a condizione che fosse solo la notte…al suo ritorno sua maestà e Spiritas litigarono per motivi che nessuno sa; sappiamo solo che a causa del loro litigio la bionda divenne nemica di tutti i regni e mostrò avere una forza superiore a quella che tutti gli eroi dei nostri regni riuscirono a dimostrare…non superiore però a quella della regina che la sconfisse e la fece scappare… ora che la regina è sparita e ha perso la memoria il giardino della luna ci ha ritrasformato in umani affinchè noi la potessimo ritrovare. Visto che ci troviamo in un mondo privo di magia la trasformazione è stata dolorosa e funziona al contrario: solo di giorno. Quindi stanotte tornerò la mipple che conosci e domani… si vedrà… -
 
 
Nagisa si bloccò di colpo quando sentì la descrizione della regina e della grotta. Erano identici a quelli del suo sogno: e se la regina stesse cercando di mettersi con lei? Non poteva saperlo.
- Ma scusa scommetto che un teletrasporto sarebbe stato una soluzione meno intrecciata, no?! Dovevano per forza trasformarvi in esseri umani? –
- non lo so…  anche noi ce lo siamo chiesti ma non l’abbiamo capito. –
-comunque cosa facciamo se nel caso ci dovessero attaccare a scuola? Non puoi certo venire così e nemmeno Mipple. –
Lo so… per oggi penso che io e Mipple passiamo un po’ di tempo in giro per le strade vicine alla scuola e se dovessimo sentire qualcosa vi raggiungeremo il prima possibile anche se può essere pericoloso. –
Davanti alla scuola  i due videro Shogo e Kimata parlare con  una ragazza che se ne andò poco prima che si avvicinarono.
La bionda li salutò e chiese a Shogo l’orario della partita come pretesto per rivolgergli la parola.
- Domani pomeriggio alle 4 e mezza nel nostro campo di calcio. – rispose Shogo distrattamente mentre studiava il ragazzo vicino a Nagisa.
- Ehi Nagisa, che ne dici di fare le presentazioni?! – esclamò il ragazzo con un sorriso un po’ tirato.
- oh, si certo. ragazzi lui è Mepple, il mio migliore amico, Mepple loro sono Shogo e Kimata due amici d’infanzia di Honoka. –
- Quindi era lui il Mepple di cui ti parlava ieri Kirya. – Shogo decise che quel tipo non gli piaceva.
- Si, è lui. –
“ Fantastico” pensò il giovane irritato.
- Allora ci vediamo alla partita. – disse poi rivolgendosi alla bionda.
- Certo! –
 
I due ragazzi se ne andarono lasciando Mepple e Nagisa da soli.
- Era geloso. – esclamò il primo compiaciuto.
- Ma che dici?! –
- Era geloso marcio. – continuò sorridendo
- Cosa te lo fa pensare? – chiese nuovamente la bionda.
- Semplice: l’ho sentito sai?! – esclamò sempre più soddisfatto.
- Cosa?? –
- Il rumore dei suoi pensieri… erano evidenti! – rise il ragazzo.
- Magari fosse così. E perché ridi? –
-  Perché finalmente è caduto ai tuoi piedi. Evidentemente non hai notato la sua espressione. –
 - Non ne avrebbe motivo -
- Vabbè, se lo dici tu -.-! – Mepple si arrese: non sarebbe riuscita a convincerla entro il suono della campanella che sarebbe avvenuto a breve.
Mentre i due si salutarono una ragazza, con le lacrime agli occhi li stava guardando e cantava a bassa voce una triste melodia che non conosceva ma che era sicura appartenesse al suo passato.
 
Come al solito Nagisa entrò in classe in ritardo ma la nuova professoressa, per fortuna, non era ancora arrivata. Honoka che era già lì ne approfittò per parlarle di quello che era successo.
Si raccontarono tutto, anche del sogno della regina che le chiedeva aiuto,dello strano comportamento di Kirya e dello strano motivo per cui i loro ‘patner’ erano stati trasformati in umani. La cosa sembra un po’ forzata a meno che non ci sia stato un secondo fine… ed infatti era proprio così ma l’unica che poteva sapere qualche cosa era Spiritas che gli aveva dato le sembianze umane e non potevano certo chiedergli informazioni come se fosse una vecchia amica pronta ad aiutarle…
Parlarono per ben 2 ore, facendo attenzione che le altre non le sentissero, finchè non arrivò la bidella
- Ragazzi, la professoressa Oshima che avrebbe dovuto avere due ore qui è svenuta poco dopo il suono della campanella. –
Le ragazze si preoccuparono: avevano appena conosciuto quella professoressa e già l’adoravano… se fosse svenuta la Nakarawa allora sarebbero state contente (non per cattiveria ma io ci avrei brindato) ma la nuova professoressa era davvero adorabile e tutti vollero andarla a trovare.
 
- Ecco fatto…ho finito anche l’ultima. – esclamò Mepple.
- Bene! Inviamole! – sorrise soddisfatta la sua fidanzata.
Le lettere di avvertimento erano state inviate a tutte le pretty cure grazie a Syrup che gliele avrebbe recapitate entro lunedì. Aveva due giorni di tempo ma era certo di farcela senza problemi.
 
Saki guardava fuori dalla finestra in attesa che suonasse la campanella. Quel pomeriggio sarebbe dovuta andare a studiare a casa di Mai e non vedeva l’ora visto che ci sarebbe stato anche suo fratello che, sicuramente, l’avrebbe aiutata. Finalmente la classe poté udire quel suono soave che era la dolce melodia della campanella che sottraeva tutti dalle grinfie della professoressa di scienze. Insomma il risveglio da un incubo. Fuori da scuola trovarono il fratello di Mai che le aspettava e per Saki  sembrava essere una visione divina… mentre lui si avvicinava a sua sorella e alla bionda un altro ragazzo si diresse verso cure bloom: Syrup. La giovane fu molto contenta della visita inaspettata dell’amico e lo salutò felicissima.
- Ehi Syruppp!! Ci sta anche Nozomi? –
- No ma presto la vedrai. Questa lettera è per te e per Mai. L’hanno inviata le pretty cure del giardino della luce: è un avvertimento che riguarda una battaglia diversa sa tutte quelle che avete affrontato e che per vincere sarà necessario che uniate le forze. –
Saki l’aprì permettendo solo a Mai di leggerla.
Care ragazze,
Purtroppo siamo stati attaccati da forze oscure che speravamo non tornassero e che sembrano abbastanza pericolose. Chiediamo il vostro aiuto e quello di tutte le altre pretty cure per essere in grado di affrontare questa minaccia. Per spiegarvi tutto questa lettera non può essere sufficiente quindi vi diamo appuntamento davanti all’entrata principale della torre di Tokyo alle 4 e mezza di questo lunedì: io, Mipple e le pretty cure max heart potremmo spiegarvi meglio le cose… ovviamente l’invito è esteso anche a tutti i miei “colleghi”.
Vi attendiamo con impazienza
Mepple.
- Giusto questo ci mancava. Una nuova minaccia. Ma i soldati delle tenebre non hanno niente da fare?
-Vabbè, noi andiamo! vero?!... – esclamò la bionda certa della risposta della sua migliore amica.
- Ovvio! – le rispose lei facendole l’occhiolino.
- Forza andiamo! Non facciamo aspettare mio fratello. – continuò.
- Certo che no! – esclamò la giovane. – Ehi, Syrup, ci vediamo lunedì. – disse poi.
 
Quando Nagisa quella sera vide quel ragazzo trasformarsi nel pupazzetto che conosceva aveva tirato un sospiro di sollievo: non si sarebbe potuta permettere di dormire in camera con un ragazzo. Come avrebbe fatto senza farlo scoprire ai suoi e a suo fratello?? E poi che imbarazzo!! Mentre il giorno dopo nel rivedere quel ragazzo capì che non ci sarebbe mai abituata…
Quel pomeriggio Nagisa era agitatissima. Non sapeva come fare il tifo a fuji-p ed era preoccupata. Arrivati davanti al campo di calcio Mepple si fermò.
- Che fai? Non entri? –
- No. È brutto se poi ti vede con me. –
- Più o meno come lo sarà se ci dovessero attaccare i soldati delle tenebre e moriamo là dentro perché tu non sei voluto entrare? Muoviti e non fare storie. – lo trascinò cure black.
Honoka e Mipple si trovavano già dentro e appena i due si sedettero ebbe inizio la partita… da subito Shogo notò la presenza di Nagisa, seduta vicino a quel ragazzo che non era esattamente nelle proprie grazie e si scoraggiò ma nel corso della partita riacquistò un po’ di fiducia in se stesso abbastanza da segnare un gool. Purtroppo non molto tempo dopo i suoi avversari recuperarono e il primo tempo finì in parità.
All’inizio del secondo tempo Mepple e Mipple percepirono una strana presenza. Una strana voce iniziò a rimbombare nella testa di Nagisa:
- Preparati cure black, oggi ci conoscerai. – quella voce, poco rassicurante le mise paura.
Ad un tratto l’eroe prescelto si accorse che una giovane donna dai capelli rossi ondulati li stava guardando insistentemente con uno sguardo maligno.
- Di solito alle partite di calcio si viene per assistervi e divertirsi, non per studiare le persone. – le disse riconoscendo in lei Evna, un soldato delle tenebre.
- Non sono il tipo che cerca il divertimento mentre lavora. – rise la rossa
- Dì a cure black che si facesse trovare fuori da questo campo di calcio tra dieci minuti o l’incantesimo che ho già lanciato lo distruggerà. Non potrete fermarlo nemmeno sconfiggendomi quindi vi conviene stare al gioco – continuò Evna alzandosi.
- Deve venire da sola? – chiese speranzoso Mepple.
- l’importante è che non la seguiate tutti. Posso accettare solo un’altra persona con lei. –
- ok… - esclamò Mepple estremamente preoccupato ma senza insistere visto che la conosceva e sapeva quanto potesse essere crudele: era la cugina tanto odiata della regina della luna ed era facilmente irritabile.
Mepple riferì le intensioni del soldato a Nagisa che sembrò preoccupata. Mepple accompagnò la bionda all’uscita mentre Shogo distratto dalla scena si fece rubare la palla che poi gli avversari condussero alla porta e salirono in vantaggio. Intanto fuori non c’era nessuno oltre a cure black e l’eroe prescelto capì che era una trappola tornarono dentro e davanti a loro il campo da calcio sembrava addormentato solo Honoka e Mipple stavano in piedi cercando di schivare i colpi di Zakenna che aveva preso possesso del pallone da calcio e si muoveva da una parte all’altra del campo con una velocità assurda.
Nagisa e Honoka non persero tempo e si trasformarono nelle leggendarie guerriere ma Evna le bloccò subito: aveva ordinato a Zakenna di colpire Shogo!! Nagisa si mise tra lui e il giovane nell’istante in cui Fujimura anche solo per un’istante si svegliò e vide la bionda da dietro e disse il primo nome che le venne in mente guardandola ovvero lo stesso a cui aveva rivolto tutti i suoi pensieri da quando lo conosceva.
- Nagisa… - ebbe la forza di esclamare il giovane prima di svenire di nuovo.
Cure black sussultò…l’aveva chiamata col suo vero nome… e se l’avesse riconosciuta? –
Ad un tratto il pallone cambiò traiettoria, e si andò a schiantare sulle tribune mentre, dietro di lui, Evna colpì cure black con un incantesimo invisibile… la giovane cadde per terra.
- Abbiamo perso. – esclamò Mepple.
– so quello che le hanno fatto… prima di un paio d’ore non si risveglierà… - non ce la farà cure white da sola a reggere quella strega e il suo tirapiedi per due ore… Abbiamo perso. – ammise nuovamente il giovane.
Evna sorrise.
 Lui aveva capito tutto.


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angolo di Shein:
ovviamente non ho nessuna intenzione di far perdere la battaglia alle nostre eroine ma Nagisa non potrà aiutare la sua compagna di avventure oggi…
ad ogni modo il prossimo capitolo risponderà a molte delle domande che sono sorte e inizieranno i momenti davvero romantici tra Shogo e Nagisa e tra Honoka e Kirya. Entreranno anche in scena le altre pretty cure, insomma sarà uno di quelli più importanti... Spero che questo capitolo vi sia piaciuto xD
arrevoir
Shein

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Capitolo 5
*** Rivelazioni: Nel cuore di una nemica ***


Rivelazioni: Nel cuore di una nemica
 
Nagisa aprì gli occhi. Era confusa: un attimo prima stava combattendo contro zakenna mentre ora davanti a lei non c’era il mostro di dozuku bensì una grande porta argentata, impreziosita da diamanti e altre prietre preziose. Era davvero incantevole.
La bionda però stava pensando a tutt'altro: e se Shogo l’avevsse riconosciuta! Chi sa se avrebbe mantenuto il segreto o se l’avrebbe detto a tutti… non voleva pensarci!
In quel momento la porta si aprì e la cure black rimase a bocca aperta: lo studio che ora aveva davanti agli occhi era davvero stupendo. Aveva le pareti argentate con dei diamanti incastonati e al centro vi era una scrivania argentea seguita da una poltrona molto alta e bella. Alla fine di quella stanza imponente si estendeva una vetrata grandissima che occupava tutta la parete e che permetteva una vista spettacolare: c’erano delle tende bellissime anch’esse argentate che però per l’occasione erano legate. Appoggiata al muro, mentre fissava quel panorama suggestivo, una figura femminile dai lunghi capelli biondi e ondulati che portava un abito nero adornato anch'esso da diamanti, dava le spalle a Nagisa ma sembrava essersi accorta della sua presenza.
- Buongiorno cure black. – disse la giovane senza voltarsi.
- Chi sei? – chiese confusa Nagisa.
- Io sono il capo dei nemici che stai affrontando. Sono Spiritas. – disse la loro nuova nemica, voltandosi.
Quindi era lei. Era esattamente come gliel’ aveva descritta Mepple: alta, magra, grandi occhi viola e un’espressione come se non si fidasse di nessuno.
Nagisa si mise sulla difensiva.
- Cosa vuoi? –
- Parlare con te. Per ora non voglio combattere. – affermò la rivale di cure black con voce bassa.
- Di cosa vuoi parlarmi?. –
- Non sarà una vera e propria discussione… la mia è una richiesta d’aiuto. – riuscì a dire Spiritas con lo sguardo basso che nascondeva le lacrime.
- Claret tornerà presto e io non ho molto tempo. – continuò.
- Non capisco. – rispose confusa l’eroina del giardino della luce.
- Non ho tempo da perdere. Tanto tempo fa io avevo una gemella di nome Claret che si innamorò perdutamente di Jessie, il fratello maggiore della mia migliore amica, la regina del giardino della luna. lui però era già fidanzato con Lila una ragazza molto dolce che era tra le grazie della regina di cui mia sorella era infinitamente gelosa ed un giorno, in preda alla gelosia le confessò di amare il suo ragazzo e le chiese con arroganza di affrontarla in combattimento. Malgrado la sua potenza e la sua determinazione mia sorella perse davanti alla forza che Lila sprigionò e dopo quel’umiliazione, decise di sparire dal regno e di non farsi più vedere. Mi chiese di seguirla ma io rifiutai dicendole che scappare non sarebbe servito a molto se non a peggiorare la sua situazione dando anche l'idea di essere una vigliacca; malgrado riuscissi a comprendere la sua frustazione. Davanti al mio rifiuto mia sorella amareggiata sparì e non ebbi sue notizie per molto tempo. Qualche anno dopo, durante una missione sulla Terra, io e Blue fummo attaccati da Deco, uno dei suoi scagnozzi che ci rivelò una notizia per me inaccettabile: mia sorella era morta, secondo lui, di dolore. Ritenendoci responsabile dell’accaduto lui cercò di eliminarci ma fu respinto senza problemi da Blue. Deco però, follemente innamorato di Claret non si arrese e decise di punire colui che, a suo parere, era veramente responsabile dell’accaduto: Jessie.
Si vendette l’anima a Re Jaaku, che in cambio promise di maledire Jessie e provocargli una morte lenta e dolorosa. Così avvenne e Blue ne fu distrutta ma, visto che quasi nessuno sapeva della morte di suo fratello, riuscì a fingere un sorriso in ogni occasione malgrado il dolore che dentro di lei bruciava sempre e la consumava.
Molto tempo dopo Re Jaaku, sempre per mantener fede alla promessa fatta a Deco, fece ritornare in vita mia sorella sul suo vecchio corpo che però sarebbe durato ancora per poco. Essendo diventata malvagia e ancora distrutta dal dolore Claret fece una cosa che mi rovinò la vita: attaccò Elliot, un altro fratello di Blue ,sulla terra, in maniera quasi letale, davanti agli occhi di lei che, in quel momento, non disponeva dei suoi poteri e, visto che pensava che mia sorella fosse morta, aveva visto me, ferire Elliot in maniera così potente da essersi ripreso solo pochi mesi fa malgrado siano passati anni.
Ricordo che Blue non riuscì a sopportare il dolore, il terrore di aver perso anche Elliot e anche la disperazione non tardò a farsi sentire: non riuscì più a contenere il suo potere e rischiò di provocare la distruzione nel suo regno. Convocai  allora Mepple e Mipple e gli diedi una forma umana. Ma non una forma umana qualunque: diedi a Mepple l’aspetto di Jessie e a Mipple quello Lila, morta di disperazione, e chiesi loro di dirle queste parole: “Avevi promesso che tutte le volte ti saresti ricordata di queste mie parole; avevi promesso che anche se fossi crollata davanti a tutti avresti sorriso e avevi promesso di rammentare sempre che la persona che sa amare accetta ogni problema…mentre quella che odia trema…” quelle erano le ultime parole che Jessie disse a sua sorella prima di morire. - mentre raccontava quella storia che troppo la coinvolgeva, Spiritas non riuscì a trattenere le lacrime.
 
 
Mentre Nagisa ascolta la confessione di Lady, cure white combatteva da sola contro quel mostro anche se sapeva di non avere speranze, infatti il mostro sembrava essere immune agli attacchi della corvina.
Delle voci conosciute a cure white segnarono però l’imminente fine della battaglia.
- Potere della luce a me, donami la tua scintilla di vita.
- Dona la speranza ai nostri due cuori.
- PRETTY CURE… CUORE ROTANTE…
  SPLASH STARR!!
- Maledizione loro non erano previstee. – fece attempo ad urlare Evna prima che il vortice l’ebbe investita.
- Ragazze! – Honoka era felicissima. L’intervento delle due amiche l’aveva salvata.
- Tutto a posto? – le chiesero in coro Saki e Mai.
- Si ma come mai siete qui? –
- Abbiamo pensato che avremmo potuto darvi una mano subito invece di aspettare domani e, a quanto pare abbiamo fatto bene. – esclamò cure bloom.
- Eh, si! – ammise la corvina.
Poco dopo tutti rinvenirono e la partita continuò malgrado l’assenza di Nagisa che non si era ancora ripresa. Mepple sembrava affermare che non fosse nulla di grave e si offrì di portarla a casa Yukishiro insieme a Mipple mentre Honoka e le due pretty cure del regno delle sorgenti rimasero ad assistere alla partita. Ad un tratto di avvicinò Hikari con aria preoccupata.
- Cosa è successo? – chiesero in coro le ragazze
- Non riesco più a trovare Pollun! –
- come no?! – chiesero di nuovo tutte insieme.
- l’ho cercato dappertutto ma proprio non c’è! Penso lo abbia preso quella ragazza. –
- chi? –
- una che è venuta al chiosco ieri. Aveva i capelli castani corti e portava un paio di occhiali. Era strana. Quando è arrivata Pollun diceva di avere un brutto presentimento. Dopo non l’ho più trovato. –
Intanto dal campo di calcio Shogo si era accorto che Nagisa e quel Mepple non c’erano neanche a pochi minuti prima della fine. il calciatore era così distratto dai suoi pensieri che si fece rubare la palla da sotto il naso.
Fortunatamente il minuto prima del fischio dell’arbitro, Kirya marcò il pallone e riuscì a segnare chiudendo la partita 2-2. Forse la scuadra non aveva vinto ma come disse il capitano non aveva neanche perso e visto i buoni risultati fino a quel momento sarebbero rientrati ugualmente nelle finali.
Shogo guardò il tabellone. Per lui che da quando aveva visto Nagisa entrare con quell’amico credeva di non riuscire a prendere il pallone neanche una volta perciò quello era un buon risultato. Eppure non capiva. Quando aveva visto cure black aveva avuto l’impressione che potesse essere la ragazza che amava… no, era così in quel momento non avrebbe creduto al contrario e si convinse che la bionda aveva più di una cosa da spiegargli il giorno seguente.
 
Intanto Honoka, Saki e Mai corrersero a perdifiato verso la casa della corvina per vedere le condizioni della loro amica che nel frattempo ancora non si era svegliata. Dovettero aspettare altre 3 ore nelle quali la bionda parlava con quella che sarebbe dovuta essere la loro nemica.
 
 
Quel racconto aveva commosso Nagisa fino alle lacrime. Aveva un sacco di domande da fare a Spiritas ma temeva di non averne il tempo.
- ma perché Blue soffrì di più per l’attacco ad Elliot che per la morte di Jessie? – chiese per prima cosa.
- vedi, prima di morire, Jessie si teletrasportò qui nel giardino dell’arcobaleno per riuscire a contattare Elliot ma svenne per strada. Venne portato all’ospedale da una studentessa che lo aveva visto accasciarsi a terra e Blue lo seppe una decina di minuti prima che morisse. Si precipitò lì e trovò suo fratello sulla terrazza dell’ospedale. C’eravamo anche io e Lila. Ricordo che dal piano di sotto proveniva una musica bellissima e malinconica e Jessie malgrado fosse privo di forze chiese a sua sorella di ballare sulle note di quella stupenda melodia che conoscevano entrambi. Quando la canzone stava per finire, Jessie cadde per terra, si fece promettere ciò che ti ho già detto e come il piano smise di suonare lui smise di respirare. Non so se sono riuscita a farti capire la scena ma è stata la più commovente a cui abbia mai assistito. Quando Blue nacque Jessie pianse come una fontana per la felicità: L’ha sempre messa davanti a tutti e a tutto e Blue lo adorava: per lei era il suo idolo. Sin dall’inizio lui adorava l’idea di avere una sorellina più piccola e quando la vide per la prima volta disse: è un angelo! Da quel momento, per lui, sua sorella era Blueangel e tutte le persone a lei strette la chiamavano così. Per me invece era semplicemente Bluea. Tra Jessie e Blue c’era un rapporto fantastico… Sapere che ci lui sarà sempre, incondizionatamente, ti porta a farne il proprio "tutto" e quando se ne va ti senti morire. Ma loro si volevano così bene che col solo pensare a lui e a quello che gli aveva promesso aveva soppresso tutto e realizzato il suo sogno quello di vederla felice. Quello che accadde ad Elliot non significò per lei solo il terrore di perdere l’unico altro fratello che le era rimasto ma fu  anche la goccia che fece traboccare quel vaso di sofferenze, o meglio la spinta che lo fece cadere. Se ci aggiungiamo che pensava fosse la sua migliore amica ad averlo fatto... – disse mantenendo la testa china. Ad un tratto una scarica elettrica attraversò il corpo della giovane Lady.
- Tu non mi stai raccontando la verità perchè se fosse vero non sarebbe mai nata questa guerra. Chi la sta combattendo e perché? –
- la sta combattendo Claret perché quelli di dozuku l’hanno fatta rinascere con un demone nel cuore.- disse estremamente provata dal dolore che le scariche elettriche le stavano infliggendo.
- quando l’hanno portata in vita comunque era ancora provata dal dolore e dicevano che il suo corpo non avrebbe resistito a lungo. Dopo aver fatto credere a Blue che io avessi attaccato Elliot, io e lei cominciammo a combattere. Lei mi batté senza difficoltà ed io senza forza sparii e mi teletrasportai nel giardino dell’arcobaleno. Claret mi rapì e prese possesso del mio corpo e dei miei pensieri. Aveva mescolato le sue emozioni e le mie così alla fine ero io che decidevo tutto ma lei mi pilotava. ora lei mi sta facendo fare qualcos’altro ma io sono riuscita a mettermi in contatto con te tramite i sogni. – Spiritas che fino a quel momento aveva parlato il più velocemente possibile ora non riusciva più muovere le labbra.
- NO!- ebbe la forza di urlare.
- Devo ancora dirti un’ultima cosa, la più importante… non te ne andare ora…! –
Nagisa sentì la sua voce a malapena sembrava troppo lontana… sembrava che tutto, anche quella grande stanza fosse lontana… eppure voleva sapere quell’ultima cosa… non poteva finire così…
- Nagisa! Nagisa!! –
- Dove sono? Dov’ Spiritas? – Chiese la bionda confusa.
- Spiritas? Nagisa cos’è successo? –
 Appena Nagisa vide Saki e Mai, un’espressione di stupore si disegnò sul suo volto e si alzò bruscamente dal letto per abbracciarle.
Dopo i saluti cure black rivelò tutto quello che sapeva ai suoi amici che a loro volta le raccontano le novità riguardanti Pollun e il combattimento contro Evna esprimendo dei commenti.
- Io credo alle parole di Spiritas. – disse ad un tratto Mepple. – l’amicizia che legava e che secondo me lega tutt’ora Blue e Lady è come quella che lega Nagisa e Honoka, solo che la sua gemella ha creato un malinteso anche abbastanza grave che le ha separate. Malgrado tutto si vogliono ancora bene o non sarebbe successo ciò che è successo… - continuò l’eroe prescelto.
- quando Lady venne impossessata da sua sorella ordinò al suo esercito di attaccare il giardino della luna. Fu lei stessa a guidare i soldati. Arrivò davanti al palazzo della luna è cominciò ad urlare il nome della sua ex migliore amica lanciandole una sfida. Il combattimento fisico lo vinse Blue ma per quanto riguarda quello morale fu un’amara sorpresa scoprire che Lei era diventata la sua peggiore nemica e scappò dal palazzo… è tutto quello che si sa. –
Le ragazze espressero i loro commenti per quasi tutta la notte, dopo che le ragazze ebbero ottenuto il permesso di dormire a casa Yukishiro. Saki e Mai poterono quindi di saltare la scuola quel giorno e poterono andarsene in giro con Mepple e Mipple in attesa che arrivasse l’ora dell'appuntamento.
 
Il giorno seguente Shogo aspettò Nagisa davanti la Verone Accademy con l’intento di parlarle di quello che aveva provato davanti a cure black. Aveva la certezza che ne sapesse qualcosa, doveva saperlo!
Quando Nagisa, che insieme alle sue care amiche e a Mepple si stava avvicinando al cancello, vide Fuji-p, si bloccò. Cosa ci faceva là davanti? Che stesse aspettando lei? E se l’avesse riconosciuta? La cure nera diminuì il passo per guadagnare tempo ma non bastò a scampare al pericolo. Quando al cancello le sue amiche se ne andarono e Honoka fu chiamata da Yuriko per terminare la ricerca di scienze, si ritrovò da sola a fronteggiare il calciatore che intanto le si avvicinò.
- Nagisa, ti devo parlare. –
Le parole tanto temute le arrivarono alle orecchie come un dolore al cuore. Ne era certa. Dopo quella conversazione l’avrebbe perso. Non ce l’avrebbe fatta a mentire guardandolo negli occhi e una volta scoperta la sua identità sarebbe scappato a gambe levate. Infondo era certa che provasse per lei niente più di un sentimento d’amicizia ed era certa che l’unica cosa che li unisse era l’amicizia di Honoka. Chissà se lo avrebbe detto a qualcun altro...
Come si aspettava la bionda, Shogo chiese di parlarle in privato.
Il calciatore prese un bel respiro e le chiese tutto ad un fiato…:
- Ehi, sei tu cure black, vero? –
Nagisa non parlò. Rimase lì immobile incapace di aprire bocca e dire qualunque cosa o anche solo di guardarlo negli occhi.
Per Shogo quella fu una risposta.

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Capitolo 6
*** Confessioni: Sono io cure black! ***


Confessioni: Sono io cure black!
 
 Nagisa non parlava. Se ne stava lì ferma a volto basso mentre Shogo osservava ogni suo movimento.
Quando finalmente il ragazzo si decise a parlare suonò la campanella.
La bionda scattò come un fulmine.
- Scusa devo andare, o farò tardi. – disse mentre scappava da lì. Si diresse verso il cancello ma Shogo corse per raggiungerla. Le afferrò la mano e le disse:
- Non puoi scappare in eterno. Prima o poi dovrai dirmelo. Io l’ho capito ma ora lo voglio sentire da te! E non ti lascerò in pace fino a quando non avrò sentito una tua risposta che mi lasci convincere. Non importa cosa dirai, capirò la verità dalla tua voce e dal tuo sguardo. Non ha più senso mentire ormai. –
Nagisa si liberò della prese e ricominciò a correre con il volto rigato dalle lacrime.
- Ti aspetto davanti al campo di lacrosse davanti scuola, appena finite le lezioni. Ho un permesso per uscire prima. –
La cure nera ormai era lontana ma aveva sentito tutto e il calciatore lo sapeva.
 
Durante le lezioni Nagisa pensava a come scappare da quella trappola. Si sentiva male al solo pensiero che Shogo potesse aver scoperto la verità. Però aveva ragione… non sarebbe riuscita a scappare in eterno.
L’ora di matematica passava e la professoressa Oshima non aveva fatto altro che richiamare la bionda che proprio non riusciva a seguire la lezione per più di un minuto a partire da un rimprovero; tempo che, mano a mano, diminuì fino a diventare nullo.
 
Neanche il ragazzo riusciva a seguire la spiegazione della professoressa di inglese. Mentre la docente stava scrivendo alla lavagna il calciatore cacciò il telefonino dallo zaino e scrisse un messaggio.
 
Quando Nagisa sentì il telefono vibrare annunciando silenziosamente un messaggio, poté immaginare il mittente. Era proprio lui, il ragazzo che amava.
- Stai tranquilla, non lo dirò a nessuno… puoi fidarti di me! –
Nagisa rimise il cellulare in tasca e si accucciò sul banco.
Avrebbe davvero potuto fidarsi di lui?
 
Shogo era sempre più agitato, sentiva di non riuscire più a stare fermo e chiese alla professoressa il permesso di andare in bagno. Il ragazzo però si diresse verso le sezioni femminili. Per sua fortuna nei corridoi non c’era nessuno e arrivò davanti alla classe di Nagisa senza imprevisti. Bussò e corse per il corridoio in modo che nessuno della classe potesse vederlo. Quando la professoressa uscì fuori fu avvicinata dal giovane che le chiese silenziosamente di chiudere la porta, di avvicinarsi e le supplicò di chiedere all’eroina del giardino della luce di accompagnarla in palestra. Shogo si rendeva conto che un’insegnante non può assolutamente farlo ma decise ugualmente di rischiare. Per Nagisa ne valeva la pena.
Anche questa volta fu fortunato perché la ragazza davanti a lui non era una docente come tutte le altre.
- Beh, tanto se sta dentro non mi combinerebbe niente, oggi ha altro a cui pensare e non so perché qualcosa mi dice che quell’altro sei tu. Magari riesci a farlmela tornare sul pianeta Terra. – esclamò ragazza sorridendo.
- Grazie! – Shogo era felice. Stavolta non l’avrebbe fatta scappare finchè non le avesse detto la verità.
 
- Misumi, mi potresti accompagnarmi in palestra? –
- Certo, professoressa. – esclamò la bionda.
 
- Cosa è successo? – chiese puoi una volta uscite dalla classe.
- Quando arriveremo lo saprai… -
 
Le due ragazze entrarono in palestra e Nagisa non capì perché si trovavano lì.
- Bene, Nagisa; c’è qualcuno che vuole parlarti. – disse voltandosi e mostrandole di aver intenzione di andarsene.
- Chi? – chiese sempre più incuriosita la cure nera.
- ora lo scoprirai… tu aspetta qui, io intanto me ne vado. – esclamò infine facendo un occhiolino alla bionda e dirigendosi verso l‘uscita.
Quando la cure nera sentì il rumore della porta dietro di se non seppe cosa fare. Pochi secondi dopo sentì una voce a lei conosciuta.
- Ero sicuro del fatto che non ti saresti presentata all’uscita da scuola e che avresti fatto di tutto per evitarmi perciò ho chiesto di vederti. – esclamò Shogo che aspettava di vedere la reazione di Nagisa.
Queste parole e la voce che le pronunciava fecero prendere un colpo alla giocatrice di lacrosse che dapprima si voltò perché non credeva alle sue orecchie e dopo si diresse correndo versò l’uscita. Il calciatore però l’anticipò ed ebbe il tempo di piazzarsi davanti alla porta e chiuderla a chiave.
- Cosa vuoi da me? – chiese la bionda con finta freddezza.
- La verità. –
- Perché la vuoi sapere? Cosa cambierebbe? Ammettilo che non vedi l’ora di toglierti il dubbio per potertene andare nel caso in cui io fossi davvero cure black. Ammettilo che hai paura di me. – esclamò Nagisa a testa bassa.
-  Io non ho paura di te, ho paura per te! HO PAURA CHE FACCIANO DEL MALE A TE, NON A ME!! – esclamò il giovane alzando la voce in modo che Nagisa capisse al meglio.
La bionda tacque. Lo guardava incredula e non sapeva cosa dire. Aveva davvero pronunciato quelle parole, quelle che aveva aspettato tutta la vita e che per lei avevano un significato nascosto, ovvero:
 TI AMO PIÙ DI ME STESSO!
Una lacrima scese lungo il volto della ragazza ma Shogo gliela asciugò.
- Perché piangi? –
Nagisa non riusciva a parlare. Sentiva un groppo salirle in gola e guardava gli del ragazzo come fosse l’ultima volta.
- Hai ragione… sono io cure black… è per questo che ora ti chiedo di andar via. – disse con la voce rotta dal pianto.
Il ragazzo sbiancò.
- Perché? –
- Anche io ho paura. Ho paura che se dovessi restare al mio fianco,  ora che sai la mia vera identità, non esiterebbero a farti del male. Per favore, Fujimura, non complichiamo di più le cose. –
- Non ti fidi di me? –
- Non mi fido di loro… e del fatto che potrei non riuscire a proteggerti perché, anche se ti preoccupi qualunque cosa succeda, come faresti a salvarmi? –
- in qualunque modo, anche mettendo in gioco me stesso. –
- È esattamente quello che non voglio. Non tornerò indietro. Se mai dovesse finire questa storia, le cose fra noi cambierebbero, ma non mi perdonerei mai di vederti morire in un combattimento che ha il solo scopo di vedere sconfitte me e cure white. Non lo sopporterei. Ora che io stessa ti ho detto la mia vera identità, apri quella porta. Lo avevi promesso. –
Nagisa parlava con voce ferma e decisa anche se si capiva che la sua era una decisione sofferta. Shogo si arrese. Sapeva perfettamente che non sarebbe riuscito a convincerla, era troppo testarda quella ragazza.
A testa bassa le diede la chiave della palestra e la bionda uscì il prima possibile.
Corse a perdifiato verso il bagno delle donne, vi si chiuse dentro e ricominciò a piangere disperata. Non avrebbe avuto il coraggio di presentarsi in classe, forse neanche la forza, e restò lì fino al suono della campanella.

Neanche Shogo trovò il coraggio di entrare in classe: la professoressa lo avrebbe ucciso per essersi trattenuto nei bagni per tutto questo tempo e poi aveva ancora gli occhi rossi.
Mentre si allontanò dalla sua classe rovesciò sbadatamente il secchio per le pulizie e la professoressa si precipitò fuori per controllare.
Appena lo vide corse verso di lui con voce dispiaciuta gli disse:
- Mi dispiace… devi aver ricevuto quella brutta notizia mentre eri fuori, ecco perché ci hai messo tempo… -
Shogo non capì il perché di quelle parole.
- se vuoi ti faccio un permesso per andare all’ospedale e controllare come sta… -
A quelle parole Shogo impallidì nuovamente. Era successo di nuovo!
- Si, per favore, professoressa. – esclamò il calciatore estremamente preoccupato.
- Certo.  –
 
Il ragazzo correva a perdifiato verso l’ospedale, con un mazzo di viole in mano.
Entrò dentro la struttura e corse per una breve rampa di scale per poi continuare a correre fino alla fine del corridoio fino a che non arrivò ad una delle ultime porte. Bussò per gentilezza ma aprì prima di aspettare la risposta. Infatti lei dormiva, sembrava essere felice, ma sapeva che stava soffrendo.
Mentre il giovane poggiava le viole sul comodino, il rumore delle sirene della polizia che stava passando, svegliò la ragazza.
- Già qui? –
- Guarda che se non mi vuoi me ne vado. –
- no no, figurati anzi te lo chiedo per favore cuginetto. O chi mi viene a trovare? –
- Stai tranquilla, i tuoi entro domani saranno qui. –
- Tanto tra tre giorni se ne rivanno e non cambierà nulla. Tutto quello che hanno saputo fare è stato non farmi uscire di casa per evitare attacchi improvvisi, appioppandomi ad una badante, facendomi mancare una vita sociale, mentre loro girano il mondo.-
- non te la prendere. Quando starai meglio e potrai tornare a scuola tutto cambierà. –
- in realtà io non ci credo più… -
- sei davvero testarda! Cambiando argomento la mia professoressa mia ha dato un permesso per venire qui all’ospedale, quindi è grave, vero? –
- più del solito… comunque io ci sono abituata. – disse la giovane senza preoccupazione. – Kimata viene oggi pomeriggio? – chiese poi sperando in una risposta positiva.
- penso di si. – le rispose il calciatore accennando un sorriso che però durò poco.
- come mai quel broncio? – lo punse la ragazza.
- niente… - arrossì.
“Oggi non è proprio la mia giornata: mia cugina che ha un altro svenimento poco rassicurante, e la mia Nagisa che mi ha detto che non vuole più saperne di me e che inoltre è sempre in costante pericolo senza che io la possa aiutare in nessun modo. Invece devo fare qualcosa. Non resterò qui a guardare.”
 
 
Nagisa si stese sul letto.
Non aveva voglia di finire il progetto che le aveva assegnato la professoressa di storia, solo di piangere sapendo di aver ferito la persona che amava più al mondo. Per fortuna Honoka si era offerta si andare all’incontro con le altre pretty cure al suo posto perché non riusciva neanche ad alzarsi dal letto
- Allora Nagisa, hai finito il progetto? – chiese la signora Misumi a sua figlia.
- No. –
- Cosa stai aspettando? –
Nagisa controvoglia si alzò e frugò per un po’ di tempo dentro allo zaino fino a ricordare di averlo lasciato sotto il banco. Fu il panico.
La bionda guardò l’orologio: erano le sei e mezza, quel giorno la scuola avrebbe chiuso alle sette per via dei colloqui e malgrado stesse cominciando a fare buio, la ragazza non perse tempo.
 
Quando arrivò a scuola i professori erano andati tutti via e i bidelli erano in procinto di chiudere ma la giovane li fermò.
Mentre attraversava i corridoi la bionda notò due figure che si muovevano nella penombra. Un uomo strano di circa 35 anni con un serpente attorno al collo e un ragazzino… Kirya…
Nella nebbia cure black si sentì gli occhi del serpente addosso e ricominciò a correre in direzione della sua classe.
Quando Nagisa trovò il progetto inziò a piovere e a sentire una lamentela che sembrava canticchiata da un fantasma. La bionda incuriosita seguì quella triste melodia che l’attirava sempre di più.
Quando la cure nera arrivò nel luogo da dove provenivano quelle note malinconiche non credette ai suoi occhi. Con la testa appoggiata al vetro di una finestra, la bella professoressa Oshima piangeva e cantava quel bellissimo motivo che ricordava insieme ad un senso di disperazione. La ragazza sembrava non essersi accorta della bionda come fosse ipnotizzata e i suoi occhi completamente neri sembravano non riflettere la luce dei tuoni.
- Professoressa, ma cosa ha? Cosa le è successo, perché canta questa canzone? Sta bene? –
La giovane ebbe la sensazione di essere appena tornata sul pianeta Terra e la guardò confusa.
Alle domande della sua allieva aveva un’unica risposta.
- Non lo so… non lo so… - mentre le lacrime le rigavano il volto.
Poi fu buio.

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Capitolo 7
*** Amnesia: Reduce da un passato sconosciuto ***


Amnesia: Reduce da un passato sconosciuto
 
Hairi si risvegliò in ospedale. Era notte fonda e si sentiva confusa: cosa ci faceva lì?
Si guardava intorno spaesata, cercando di far abituare al più presto i suoi occhi al buio e trattenendosi dall’accendere l’interruttore della luce per non svegliare la sua compagna di stanza che davanti a lei dormiva beata.
La professoressa cercava di ricordare quello che era successo ma si rese subito conto che quel posto non le piaceva: sembrava darle una strana sensazione di tristezza come se fosse legato a qualche brutto ricordo di quel misterioso passato a lei sconosciuto.
Mentre la giovane si guardava intorno, distinse la sagoma di un ragazzo in piedi vicino alla porta, che la guardava insistentemente.
- Come stai Bluea? –
- Fidati Kirya, ho avuto momenti migliori. Come mai mi trovo qui? –
- Sei svenuta a scuola poco tempo dopo il consiglio dei docenti, davanti a Nagisa… -
La giovane impallidì.
 - Perché non ricordo nulla? Perché… PERCHÈ NON RICORDO MAI NULLA?? – urlò rischiando di svegliare la ragazza che nel frattempo dormiva.
- Tranquilla, evidentemente eri caduta in uno di quei stati di trans come ti succede spesso. Sembra che in qui momenti ricordi qualcosa del tuo passato… dopo di che svieni e ti risvegli dopo una decina di minuti… ma mai dopo otto ore!
- cosa mi sta succedendo? Perché sono così confusa!. –
- la risposta la puoi trovare solo nel tuo passato. Ci riuscirai fidati. -
- Forse invece dovrei ascoltare il capo e lasciar perdere quello che sono stata prima, pensare a quella che sono ora. –
- Non dare ascolto a Spiritas che ti dice di non pensarci e continuare per la tua strada. Se non sai cos’eri non puoi sapere qual è la via da seguire e finiresti per diventare quella che lei vuole, ignorala! Sei stata tu a dirmi di non fidarmi e di lottare per quello che sento ora, di non permetterle di farmi provare i sentimenti che vuole lei, sei stata tu a dirmi di non fidarmi di coloro che vogliono allontanarmi dalla persona che amo! Infatti è per Honoka che voglio mettere fine a tutto questo. Ed è per ritrovare te stessa che lo farai con me, proprio come mi avevi promesso. Non ti arrendere solo perché hai paura del tuo passato. – Kirya le sorrise.
Forse non era rimasta sola, quelle ragazze la potevano aiutare, non voleva continuare a combattere in quel modo, la faceva star male…
Quindi Nagisa mi ha visto… che guai. – si lamentò.
- Tranquilla, era solo preoccupata per te, è stata lei a chiamare l’ambulanza e ti ha accompagnato fin qui. –
-  Perché l’ha fatto? –
- Beh, credi che una persona che non voglia bene al prossimo sarebbe potuta diventare una pretty cure? Si è affezionata alla sua professoressa, tutto qui. Ma sono sicura che l’avrebbe fatto anche se non ti conosceva. –
Bluea sorrise. Meno male che in quel momento c’era lei, allora.

 
La mattina seguente Claret non perse tempo. Appena sveglia si occupò, come sempre, di recarsi in camera di Bluea per svegliarla o avrebbe dormito fino alle due del pomeriggio, come tutte le domeniche del resto.
L’ultima cosa che la giovane potesse pensare era che “sua altezza” si decidesse ad alzarsi prima di lei: sarebbe stata più plausibile l’idea che se quel pomeriggio avessero attaccato le pretty cure, queste ultime l’avrebbero lasciata distruggere l’universo causa ferie.
È per questo che quando non vide dormire beata nel suo letto ebbe un mini-infarto, dopo del quale passarono solo pochi istanti prima che si scatenasse l’inferno.
- CONVOCATE TUTTE LE GUARDIE, LE TRUPPE, OGNI NOSTRO ALLEATO DA OGNI PARTE DELLA GALASSIA E VOGLIO QUI I MIGLIORI CACCIATORI DI TAGLIE DELL’UNIVERSO, ADESSOO! MUOVETEVIII!! –
Claret sembrava indemoniata e il suo sguardo era davvero poco rassicurante.
- Tranquilli non è scappata. È solo svenuta. Sta in ospedale, ora. – Kirya, l’unico presente che sembrava non farsi coinvolgere in quell’atmosfera di panico, aveva pronunciato delle parole che per il capo sembravano essere una benedizione, un miracolo.
- qualcuno lassù mi vuole bene. Grazie, grazie! –
- Ad ogni modo mi occuperò io di andare  a trovare Blueangel in ospedale, per vedere come sta. –
Oltre che per la sua amica, il giovane decise ci andare personalmente per un altro motivo: sapeva che lì L’avrebbe incontrata. Ricordava tutto delle pretty cure quando ancora combatteva per Re Jaaku ma non ricordava di aver mai avuto una cotta Honoka. Eppure quando la vedeva ultimamente, realizzava che non sarebbe mai riuscito ad immaginarsi davanti a lei senza quel batticuore a cui ormai si stava abituando. Si sentiva come se l’amasse da sempre. Invece quando Spiritas lo riportò in vita era fin troppo sicura che non le avrebbe voltato le spalle come aveva già fatto, che non si sarebbe sacrificato di nuovo per cure white.
“Perché non ha avuto neanche un sospetto, un brutto sentimento? Perché non era preoccupata, mentre sarei potuto riuscire ad andare da lei e aiutarla a sconfiggerli? Perché aveva sempre stampata sul viso quell’espressione gelida e menefreghista?”
Forse Blueangel aveva ragione, forse quella strega gli aveva fatto dimenticare del suo amore verso la corvina, illudendosi che non si sarebbe innamorato due volte consecutive della stessa ragazza. Beh, se era così, si sbagliava! Ora che sapeva cos’era quella sensazione bellissima che provava per lei, non sarebbe più riuscito a mettersi contro di lei.

 
Shogo era immobile davanti alla macchinetta dell’ospedale. In realtà stava lì da un quarto d’ora con lo sguardo fisso nel vuoto che pensava a Nagisa e ancora non si decideva a inserire le monete per prendere qualcosa da mangiare, malgrado il suo stomaco reclamasse.
“certo che sono proprio un masochista: so che se penso a lei sto male eppure non faccio altro. Se continuo così impazzisco.” Pensò il giovane chiudendo gli occhi e appoggiando la testa al vetro del distributore.
- Ehi, cuginetto! –
Shogo sembrò ritornare sul pianeta Terra e saluto la giovane con un sorriso un po’ tirato.
- Ehi come stai? Tutto bene? –
- Si, grazie. Sei venuto a trovarmi vero?! –
- Certo, e tu come mai ti sei alzata? Dovresti riposare. –
- Sono venuta a prendere qualcosa da bere per me e per la mia compagna di stanza. –
- Oh, ma che gentildonna che è diventata la mia cuginetta. Come mai hai fatto questo “grande sforzo” tu che sei sempre stata di una pigrizia senza confini? -
 - Beh, a quanto pare lei è più pigra di me. Quando ha visto che stavo scendendo e le ho chiesto di venire con me, mi ha dato i soldi e sorridendomi mi ha fatto: se esistesse un premio per la pigrizia, manderei qualcuno a ritirarlo per me.
I due scoppiarono a ridere sotto gli occhi tristi di Nagisa.
Solo dopo qualche minuto di risate, Fuji-p si accorse che cure black, appoggiata ad una delle colonne, li stava guardando con un’espressione che non lasciava presagire nulla di buono.
- Scusa Hilary, io devo parlare un attimo con una persona, tu torna su, io ti raggiungo tra poco. –
- Ok. – esclamò lei che aveva notato la bionda. Poi sottovoce aggiunse:
- È lei la famosa Nagisa, vero? –
- si. – le rispose lui triste.
Shogo si incamminò verso l’eroina del giardino della luce e le chiese cosa ci facesse lì.
- Potrei farti la stessa domanda, ma sarebbe inutile, so già la risposta. – rispose lei ingelosita mentre fissava intensamente la ragazza che fino a poco prima stava con Fujimura.
- Nagisa, mi hai chiesto tu di uscire dalla tua vita – si giustificò il calciatore gettando inconsciamente benzina sul fuoco.
- Eppure io mi sento presa in giro da una persona che fino ad ieri diceva di amarmi e che ora se ne va in giro con un’altra. –
Shogo capì che la ragazza era gelosa e preferì non dirle subito il rapporto che lo legava ad Hilary, provocandola.
- Anche fosse? Tu mi hai dato picche e volendo io sono libero di fare qualunque cosa. –
Nagisa non resse più quelle parole. In un attimo il giovane sentì un dolore acuto alla guancia e il rumore di uno schiaffo. Non fece in tempo a riprendersi da quella reazione inaspettata che Nagisa scappò via piangendo.
“Cos’ho fatto?” si chiese Fujimura. “Sono uno stupido”
 
Quando il giovane entrò nella stanza di sua cugina non credette ai suoi occhi:
- Professoressa Oshima! –
- Buongiorno Fujimura. –
- Cosa le è successo? –  
- Sono svenuta a scuola. –
- Non ci posso credere. Ma allora è lei la compagna pigra di mia cugina. –
- con quell’aggettivo mi hai completamente descritta, Fujimura. – rise lei.
- Voi vi conoscete? Shogo, è la tua professoressa? – chiese Hilary.
- No, è la professoressa di N… ehm, di Honoka. Ti ricordi, la mia amica d’infanzia. –
- Ah, si… - la ragazza aveva capito a chi voleva riferirsi suo cugino ma fece finta di niente.
Ad un tratto la porta si aprì, accompagnata da delle voci:
- Professoressa! –
Appena le sue eroine attraversarono la soglia della porta rimasero senza parole. A Nagisa le si gelò il sangue nelle vene.
- Shogo, cosa ci fai qui? – Honoka era sorpresa da quella coincidenza mentre la sua amica sembrava irritata.
- Ragazze siete venute a trovare la professoressa? –
- Si, ma ho già cambiato idea. Io me ne vado. – la bionda era estremamente irritata non sarebbe rimasta lì un secondo di più.
- Ehi, dove vai? – chiese Hairi.
- da qualunque altra parte, l’importante è che non ci sia lui. – esclamò fredda fulminando con lo sguardo il ragazzo.
Honoka, per non lasciarla sola andò via con lei e quando la porta si chiuse, la professoressa partì al’attacco.
- Fujimura, cos’è successo in palestra? –
- Nulla. –
- Si vede, infatti siete sereni.                                                                                                                                                                                                                 
  Shogo Fujimura, io ti ho dato quel premesso per incontrarla contro il regolamento scolastico ed ora voglio sapere che cosa ho combinato: state peggio di prima! –
- Non ne voglio parlare. – si arrese infine il ragazzo a testa bassa.
- Beh, almeno mi hai fatto capire che è successo qualcosa. – Concluse Blue, preferendo lasciare il calciatore ai suoi pensieri.
- Scusate ma io torno a casa. –
- Perché? Per favore, resta! – lo pregò Hilary.
-No davvero, ho bisogno di stare un po’ da solo. Scusami, tornerò domani. –
- Ok, ciao! – lo salutarono in coro le ragazze.
 
Spiritas non aveva il coraggio di entrare. Ora che Claret dormiva dentro di lei, sarebbe dovuta andare da Nagisa invece non riusciva ad andarsene mentre, davanti all’entrata dell’ospedale guardava da lontano la finestra del quarto piano dietro la quale stava LEI.
Poi si guardò intorno mentre a quelle immagini si sopraponevano quelle di alcuni anni prima, quando Jessie venne ricoverato d’urgenza per poi morire su quella terrazza che, vista da lì sembrava non essere cambiata affatto! Ebbe quasi l’impressione di rivivere quella scena, quando Jessie e Blue ballavano tra le lacrime, quasi aspettando che lui si accasciasse a terra senza vita.
“Com’è piccolo il mondo” pensò. “tra tutti gli ospedali che ci sono a Tokio, proprio qui la dovevano portare?! Scommetto che tra queste mura non ci metterà molto a ricordare.”
Spiritas sentì il bisogno di arrivare a quella terrazza ed oltrepassò l’entrata dell’edificio. Fu in quel momento che incrociò Shogo. Alla sua vista qualcosa parve risvegliarsi in Spiritas. Era Claret, lei lo sapeva.
Da quel momento in poi tutti i pensieri che quella ragazza dai biondi capelli lunghi elaborò erano della sua gemella e la rispecchiavano per quello che era: una strega che non accettava l’idea che una sua grande nemica aveva un ragazzo che avrebbe dato la vita per lei, a suo contrario; una ragazza invidiosa.
Claret fece retromarce e incominiciò a seguire il ragazzo senza preoccuparsi di essere vista. Quando Shogo si insospettì si voltò di scatto e le chiese:
- Chi sei? Che vuoi da me? –
I giovani si trovavano in vicoletto buio e deserto poco distante da casa di Fuji-p. La cosa era totalmente a favore della bionda.
- Non importa, sappi solo che il mio viso sarà l’ultima cosa che vedrai. –
A quelle parole Shogo si sentì il sangue gelare nelle vene, e perse le forze prima di poter ribattere, cadendo ai piedi di Claret.
- Bene, ora le cose sono due. – disse prendendo Shogo in braccio. – o sei morto, o sei mio! –

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Capitolo 8
*** Un passato ritrovato: Nulla rimane all’oscuro per sempre ***


Un passato ritrovato: Nulla rimane all’oscuro per sempre
 
Era tardi e la città di Tokio era completamente illuminata. Per Kirya, che guardava quello spettacolo dall’alto, non era nulla nuovo: era abituato a rilassarsi tra quelle nuvole quando i pensieri gli affollavano la mente; la luna piena e quell’atmosfera di pace e tranquillità lo facevano sentire a suo agio.
Era un po’ che riusciva a pensare solo ad Honoka, tutti gli altri problemi a confronto non erano nulla.
“BASTA! Non posso continuare così! O la lascio perdere o le dico tutto e torno da lei ma non posso continuare così!!” si ripeté.
- Io sceglierei la seconda! – si intromise una voce.
- Cosa ci fai qui? Dovresti ancora stare in ospedale ora. – la rimproverò.
- Non ha senso, Kirya. So perfettamente che l’ospedale non cambierebbe nulla delle mie condizioni, anzi quel posto mi da un senso di malinconia. – disse scurendosi un po’ in volto.
- A che pensavi prima Kirya? –
- Nulla che ti riguardi! – le rispose lui scontroso.
- Eppure penso di averlo capito. Quanto è speciale Honoka per essere onnipresente nei tuoi pensieri. –
Il giovane si sentì punto sul vivo balbettò delle scuse poco credibili che non convinsero Blue.
-  Ma che dici?? Ti giuro che non stavo pensando a lei! –
- Si certo, e io non so volare. – controbatté la regina del giardino della luna facendogli notare dove si trovavano. – Kirya, è inutile, sai che ho il potere di leggere nel pensiero e nell’animo delle persone. – continuò.
- E va bene, hai vinto tu! –
Un’espressione soddisfatta si disegnò sul volto della ragazza mascherata che smise di fissare il giovane e ammirò lo spettacolo della città di sera.
- Che vista da qua su! – esclamò la giovane.
- Si, è vero, questo scenario l’ho visto tantissime volte e ancora riesce a stancarmi.
Stare quassù, di notte, con  le nuvole che ti passano accanto, il venticello fresco e questo spettacolo mi aiutano a pensare e a rilassarmi. È per questo che vengo sempre qui. –
- Bene, la tua tecnica di rilassamento è riuscita a convincerti che devi parlare con Honoka? –
- Ehmm… NO! –
- Guarda che se non glielo dici tu glielo dico io! –
- Provaci! Sarà l’inizio della tua fine! Ti ho avvertito. –
- No, io ti avvertito, non mi importa niente dell’inizio della mia fine, capito? – un sorriso beffardo le si disegnò sul viso, dopo di che sparì nella notte.
 
 
Claret se ne stava seduta su una sedia affianco al povero Shogo che ancora dormiva nel letto della padrona di casa.
- Ti risveglierai, amore mio, ti risveglierai e quando succederà sarà l’inizio della tua vita con me. –
Claret lo guardava come posseduta del suo stesso sentimento d’amore, mangiandolo con gli occhi, pronta ad imporgli quella vita non appena si fosse svegliato da quel sonno che per il momento era il suo unico rifugio.
La bionda gli appoggiò la mano sulla fronte per percepire i suoi pensieri come Lady aveva imparato da Blue. Un’ondata di gelosia la invase.
- NON È POSSIBILE! NON È POSSIBILE CHE ANCHE ORA, ANCHE QUI, PENSI A LEI, SOGNI LEI!
 NO!! TU DEVI STARE CON ME! DIMENTICALA PERCHÉ, TE LO GIURO NON LA RIVEDRAI MAI PIÙ! PIUTTOSTO CHE PERDERTI PREFERISCO UCCIDERTI! –
- Ma sentiti, sorellina. – Claret non ci poteva credere. Quella voce lontana era della sua gemella e veniva dal profondo del suo cuore, dove lei non era mai riuscita ad arrivare.
- senti quello che dici, e guarda come ti sei ridotta. Sei ossessionata, stai male! Ma non permetterò che per il tuo dolore e la tua pazzia qualcuno debba soffrire. –
Claret sentì un dolore acuto al petto che non le permetteva neanche di urlare. Potè solo accasciarsi a terra, maledicendo sua sorella. Quando quest’ultima smise di parlare il dolore svanì ma lei ancora non capiva come Lady fosse riuscito a opporsi al suo potere e a quello di Re Jaaku.
Si rialzò confusa ma le bastò Shogo per dimenticare le parole di sua sorella.
- Tranquillo, amore mio, nessuno ci separerà mai. –
 
 
Nagisa era ferma, sospesa a fior d’acqua, in quella grotta azzurra che ormai non sognava da un po’ di tempo. La bionda si accorsa che la ragazza riccia, che credeva la regina del giardino della luce se ne stava ferma sulla riva, con lo sguardo perso nel vuoto, mentre una figura scura le si avvicinò da dietro appoggiando le mani sulle sue spalle.
Ci mise poco Nagisa a capire che si trattava di Spiritas e che la regina era stata ipnotizzata.
- Ascoltami – incominciò Lady. – mia sorella ha rapito il tuo Shogo e si è ossessionata di lui, mentre è ancora privo di coscienza. È molto gelosa di te e per far si che ti dimentichi penso che possa arrivare a farti perdere la memoria. Dice che vuole passare il resto della sua vita con lui e che non lo lascerà mai andare via. –
- Non può essere. Come posso fare per salvarlo? Ti prego, aiutami. –
- Penso che non abbia intenzione di muoversi dalla sua stanza fino al risveglio di Fujimura perciò credo che, per evitare che tu provi a riprendertelo, manderà qualcuno ad ucciderti. Qualcuno molto forte. Io credo che sceglierà Darek, il suo braccio destro. È un osso duro, non sarà facile sconfiggerlo, soprattutto se insieme a lui verranno anche sua sorella Evna e il suo fidanzato, Kuro. Se posso darti un consiglio chiama anche le altre pretty cure, affrontate questo pericolo insieme e fatti trovare pronta dalle prime ore del mattino, sarà necessario. Devi costringerli a battere la ritirata tramite il teletrasporto, dopo di che, anche una sola di voi entrerà nel passaggio tridimenzionale sarà facilissimo crearne un altro in pochi secondi in modo che arriviate tutti a destinazione. Dopo dovrete solo combattere, combattere con tutte le vostre forze prima che Shogo perda il ricordo delle emozioni, proprio come Kirya. –
Questa notizia la sconvolse. Ecco perché quel ragazzo è sempre stato così indifferente, perché sembrava non interessarsi ai loro problemi, o addirittura essere tornato loro nemico… ecco perché…
 
 
Quella mattina Nagisa non perse tempo e appena svegliata e tra telefonate e passaparola, fece in modo di mettersi d’accordo con tutte le pretty cure per l’attacco che avevano deciso di sferrare ai danni di Claret. L’unica che ancora non aveva informato era Honoka: aveva tante cose da raccontarle, cose che non si potevano dire per telefono e appena finito il suo giro di telefonate corse a perdifiato verso casa dell’amica.
 
- Che cosa?? – chiese incredula la corvina. – quindi è per questo  che Kirya si comporta in quel modo… - Honoka era sollevata dalla notizia datale dalla bionda perché ora, finalmente, il comportamento del suo amato aveva un senso ed era giustificato.
- Però… però ho anche scoperto che Claret di è innamorata di Shogo e lo ha rapito. Vuole che passi il resto della sua vita con lei… -
- Cosa?? Quella ragazza non ha capito niente… Shogo deve stare con te, SOLO CON TE PERCHÉ VOI DUE SIETE DESTINATI A STARE INSIEME E QUELLA TIZIA NON È NESSUNO PER IMPEDIRLO!! – esclamò la corvina alterata. – MA CHI SI CREDE DI ESSERE QUELLA ANCHE  SOLO PER PROVARE A PORTARCI VIA I RAGAZZI CHE AMIAMO?? –
- Vedo che hai confessato finalmente… -
Honoka capì troppo tardi di aver parlato al plurale…
- Beh… ecco… io… -
- Honoka, lo so che ti piace Kirya, lo avevo capito, non ha senso che provi a giustificarti… -
- Ok… non dirlo a nessuno – si fidò cure white.
 
La mattinata passò tranquilla senza l’aspettata apparizione di Zakenna ma questo non bastò a farle abbassare la guardia, infatti quando Darek e alcuni suoi seguaci si fecero vivi, non colsero di sorpresa le guerriere. Eppure la situazione cambiò quando dietro i soldati delle tenebre già presenti, apparvero decina e decina di altri mercenari affiancati da altrettanti mostri dell’oscurità.
- Mi sembrava assurdo che noi dell’esercito del male che generalmente giochiamo sporco, ci trovassimo in netto svantaggio numerico, proprio nella nostra missione più importante, quindi abbiamo voluto recuperare. – rise il braccio destro di Claret.
Le pretty cure non si fecero intimidire da quell’esercito che avanzava e fecero appello a tutte le loro forze per combatterli ma ogni minuto che passava la battaglia si faceva sempre più dura.
 
Mentre le leggendarie guerriere affrontavano una tra le peggiori battaglie, Blueangel ammirava malinconica il mare e l’infrangersi delle sue onde sulla spiaggia. Faceva caldo quella mattina e lei si sentiva soffocata da quella maschera e da quel velo di qui non riusciva a liberarsi e questo le dava rabbia: perché non poteva ricordare? perché facevano di tutto per impedirglielo? Non capiva…
Un rumore disturbò i suoi pensieri.
- Cosa c’è Kirya? – disse la regina senza voltarsi.
- Volevo solo dirti che Spiritas ha rapito Shogo Fujimura, il ragazzo che volevi si mettesse con Nagisa: si è ossessionata di lui e penso che abbia intenzione di fargli il lavaggio del cervello. –
- Eh no, Kirya, non le permetterò di portare via a Nagisa il ragazzo che ama. Ricordo in che modo quel ragazzo mi aveva detto di essere innamorato di cure black, era davvero innamorato perso e anche lei. Ma chi si crede di essere quella ragazza per decidere della vita altrui?! –
- Dovevi sentire come gli parlava, sembrava posseduta! Per me è diventata pazza! –
- E noi non permetteremo ad una pazza di mettersi in mezzo tra Nagisa e Shogo come ha fatto con te e Honoka, vero?! –
Nuovamente il giovane si sentì punto sul vivo.
- Kirya non ricominciare a balbettare scuse senza senso perché non sono stupida, ok?! – rise lei, soddisfatta dell’espressione confusa dell’amico.
- Comunque Darek ha attaccato le pretty cure in modo molto pesante per uccidere cure black. Spiritas dev’essere gelosa del primo amore di Fuji-p.
- Che ne dici, andiamo ad assistere al combattimento? –
- Perché no?! –
 
 
Malgrado l’elevato numero delle pretty cure presenti sul campo (23), i guerrieri più forti sembrarono prendersela solo con la cure nera; con un paio di attacchi combinati, due soldati le assestarono alcuni colpi così forti da far allontanare bruscamente Mepple dalla cure nera mentre un terzo nemico l’assalì alle spalle con un incantesimo che la immobilizzò.
Da molto lontano Darek approfittò di quel momento per indirizzare alla bionda una forza ondata di energia.
Mepple reagì d’istinto e trasformatosi in umano si portò davanti all’amica e incassò l’attacco al suo posto accasciandosi per terra.
A quella scena la cure nera fece esplodere tutta la sua energia e la sua rabbia neutralizzando l’incantesimo lanciatole e i mercenari che fino a poco tempo prima la combattevano e corse a perdifiato dall’amico  mentre le lacrime le rigavano il volto.
Quella scena tolse il fiato alla giovane donna mascherata che non aveva potuto far a meno di sovrapporla al ricordo che credeva perduto di lei, raggomitolata affianco a Jessie in punto di morte; un ricordo che riecheggiò dentro di lei e fu abbastanza forte da sciogliere il ghiaccio che aveva congelato la sua memoria fino a quel momento, mentre la rabbia, la vendetta e il desiderio di rivincita si fecero spazio in lei.
Nascosta dietro un muro la regina portò il braccio all’altezza delle spalle, tese la mano e ad occhi chiusi sussurrò:
- Nulla rimane all’oscuro per sempre! –
Dopo quelle parole, un’esplosione.

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