Anche i demoni hanno un cuore!

di REAwhereverIgo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** True Cross Academy ***
Capitolo 2: *** True Cross Academy pt 2 ***
Capitolo 3: *** True Cross Academy pt 3 ***
Capitolo 4: *** Mephisto ***
Capitolo 5: *** Mephisto pt 2 ***
Capitolo 6: *** Mephisto pt 3 ***
Capitolo 7: *** L'ala segreta ***
Capitolo 8: *** L'ala segreta pt 2 ***
Capitolo 9: *** L'ala segreta pt 3 ***
Capitolo 10: *** Esorcista? Prima lezione! ***
Capitolo 11: *** Esorcista? Prima lezione! pt 2 ***
Capitolo 12: *** Esorcista? Prima lezione! pt 3 ***
Capitolo 13: *** Kutoku ***
Capitolo 14: *** Kutoku pt 2 ***
Capitolo 15: *** Kutoku pt 3 ***
Capitolo 16: *** Primo esame ***
Capitolo 17: *** Primo esame pt 2 ***
Capitolo 18: *** Primo esame pt 3 ***
Capitolo 19: *** Preparazione avanzata ***
Capitolo 20: *** Preparazione avanzata pt 2 ***
Capitolo 21: *** Preparazione avanzata pt 3 ***
Capitolo 22: *** Posso farcela! ***
Capitolo 23: *** Posso farcela! pt 2 ***
Capitolo 24: *** Posso farcela! pt 3 ***
Capitolo 25: *** Svolta imprevista ***
Capitolo 26: *** Svolta imprevista pt 2 ***
Capitolo 27: *** Svolta imprevista pt 3 ***
Capitolo 28: *** Ricordi ***
Capitolo 29: *** Ricordi pt 2 ***
Capitolo 30: *** Ricordi pt 3 ***
Capitolo 31: *** Scommessa ***
Capitolo 32: *** Scommessa pt 2 ***
Capitolo 33: *** Scommessa pt 3 ***
Capitolo 34: *** Tre anni dopo ***
Capitolo 35: *** Tre anni dopo pt 2 ***
Capitolo 36: *** Tre anni dopo pt 3 ***



Capitolo 1
*** True Cross Academy ***


Laura stava per varcare per la prima volta l’entrata della True Cross Academy, dove era riuscita a farsi ammettere grazie al duro lavoro che aveva portato avanti studiando tutti i giorni per dodici ore nell’ultimo mese.

Doveva molto quell’ammissione anche alla sua migliore amica Rea, che, pur di non lasciarla sola lontana da casa, l’aveva seguita all’accademia.

Erano rimaste in silenzio e tese fin da quando erano salite sul treno che le avrebbe portate alla scuola. Quel silenzio le stava uccidendo, aumentava la loro agitazione.

Allora ci siamo, eh Rea?” domandò Laura per smorzare l’atmosfera.

Già. Siamo proprio sicure di voler stare in un’accademia? Insomma, non sarà come una specie di convento dove non possiamo fare niente?

Speriamo di no!

Magari è un castello enorme dove ci sono i demoni e i fantasmi!” scherzò la sua amica, mettendole una certa apprensione.

Smettila, lo sai che ho paura dei demoni!” la riprese l’altra.

Aveva quella paura fin da piccola, da quando aveva visto in televisione uno speciale in cui una ragazza veniva posseduta da uno di essi. Al solo pensiero rabbrividì.

Ehi, credo che ci siamo” disse Rea.

Quando uscirono dalla galleria si aprì davanti ai loro occhi un mondo nuovo: non era una semplice scuola, era un vero e proprio paese!

Le ragazze rimasero a bocca aperta, incapaci di parlare.

La montagna sulla quale si ergeva la scuola aveva alla base una città che si estendeva per qualche chilometro, circondata da quello che Laura pensò essere il mare, o un lago.

Non… non mi sembra proprio un convento, sai Rea?” disse.

L’altra annuì, ancora troppo stupita.

 

 

L’interno della True Cross era enorme, talmente grande che ci si poteva perdere da un momento all’altro.

Spaventate e insicure, le due ragazze rimasero vicine fin quando il preside tenne il discorso.

Le lezioni inizieranno la prossima settimana, così potrete ambientarvi e sistemarvi per bene. Benvenuti alla True Cross Academy, ragazzi!” disse.

Era un tipo strano: vestito di bianco con buffe calze a righe rosse, portava una tuba dello stesso colore del vestito e un foulard rosa a pois.

Laura lo fissò rapita fin quando Rea non la prese per mano e la scosse.

Ma che guardi?” le chiese. La ragazza arrossì violentemente.

Niente, niente” disse vaga.

Seguendo la traiettoria del suo sguardo, l’amica trovò il bersaglio e spalancò la bocca.

Non pensarci nemmeno!” proibì.

A cosa? Chi stava pensando? Ti sembro il tipo che pensa?

Laura, non dirmi che ti piace il preside, ti prego non dirmelo!” implorò disperata Rea. Si stavano dirigendo verso le loro stanze. Sarebbero state in camera insieme.

Possiamo parlarne una volta sola?

Sei un’idiota, ricordatelo, ma va bene

Tirando un sospiro di sollievo, Laura si guardò attorno: l’ampio ingresso era dipinto di bianco, e ovunque c’erano scale mobili e scalinate varie.

Ma tu sai dove dobbiamo andare?” chiese dopo un po’ che camminavano.

No, ma seguo la folla. Il nostro appartamento è questo, vedi?” le spiegò mostrandole un foglietto.

E se tutta questa gente andasse da un’altra parte?

Vorrà dire che torneremo indietro

Circa venti minuti dopo, riuscirono a trovare l’alloggio. Era una piccola stanza in un’ala della scuola, dalla parte del dormitorio femminile. I letti erano messi uno da un lato e uno dall’altro della camera, e sotto le finestre (che si trovavano di fronte alla porta) c’erano le scrivanie.

Finalmente!” disse Rea gettandosi su uno dei due letti. Le loro valigie erano già là.

Questo posto è gigantesco! Sei sicura che non ti perderai?” insinuò Laura, sogghignando.

Il senso dell’orientamento dell’amica era paragonabile a quello di un cieco in un labirinto.

Cosa vorresti dire? Guarda che potrei dirti la stessa cosa!” rispose lei arrabbiata.

No, non puoi. Io so orientarmi molto meglio di te e lo sai benissimo” ribatté Laura sedendosi sull’altro letto.

Ah sì? Ora la paghi!” le disse Rea, catapultandosi dall’altra parte della stanza e stendendo Laura sul letto. Iniziò a farle il solletico sui fianchi, dove sapeva che l’amica soffriva moltissimo.

No! No, ferma, no! Ahahahahah, smettila, ti prego!

Chiedimi scusa! Chiedimi subito scusa!

Ok, ok, mi arrendo. Scusa!” disse l’altra tra le lacrime.

Mmh… forse posso perdonarti… ma ad una sola condizione!” concesse Rea continuando a bloccare Laura.

Cioè?

Cosa stavi guardando prima?” domandò minacciosa puntandole un dito contro.

La ragazza sbiancò.

Niente! Te l’ho già detto!

Tu non me la racconti giusta, Hachi!(NOTA PER LAURA: SCUSAMI, MI E’ NATA SPONTANEA! HACHI CI STAVA TROPPO BENE!!!) rispose dubbiosa Rea.

Fidati! Ero solo curiosa perché il nostro preside è molto… particolare, ecco spiegò Laura.

In effetti, è proprio un tipo buffo. Hai visto com’era vestito? Eccentricità a mille!” rise l’altra.

Vero. E il cappello?

Vogliamo nominare l’ombrello?

O le scarpe a punta!!

Continuarono così per un po’ di tempo, poi la stanchezza per il viaggio e per la grande eccitazione le fecero crollare. Si addormentarono poco dopo e dormirono fino al mattino successivo.

 

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Capitolo 2
*** True Cross Academy pt 2 ***


Rea era  leggermente più alta di Laura, aveva gli occhi scuri e i capelli ramati e la faccia piena di lentiggini.

Laura, al contrario, era piccola e bionda, con gli occhi verdi che potevano diventare celesti a seconda del sole. Il suo sguardo era dolce e incerto. Quando conosceva una persona ci metteva un po’ per abituarsi, ma poi riusciva tranquillamente a starci insieme.

Durante tutta la settimana di vacanza che avevano passato, le due si erano ambientate piuttosto bene: avevano conosciuto alcuni ragazzi che frequentavano i loro stessi corsi ed erano riuscite a farci amicizia. Inoltre avevano ottenuto una mappa della scuola tramite uno degli insegnanti e così adesso non avevano più il problema di perdersi.

La sera prima dell’inizio dei corsi, stavano cenando da sole in camera.

Come credi che sarà il primo giorno di scuola?” chiese Laura.

Sinceramente, non lo so. Non pensavo neanche che avrei mai dovuto tornare a fare la studentessa dato che avevamo finito il liceo, però devo dire che questo posto ha qualcosa di magico. Mi attira molto l’idea di passare i prossimi tre anni qui(NOTA: HO UNITO LE NOSTRE ETA’ CON LA SCUOLA GIAPPONESE, CHE TI FA FARE TRE ANNI DÌ UNIVERSITA’ UNA VOLTA FINITO IL LICEO. ABBIAMO COMUNQUE 18 ANNI)

Già, è una scuola molto particolare. Chissà se ha qualche segreto” ipotizzò Laura.

Tipo incantesimi e magie o tipo mostri e spettri?

Entrambi, credo

Forse questa scuola è nata secoli fa per combattere il male!

Sarebbe meraviglioso se fosse così!” sospirarono insieme.

Fin da piccole erano state molto particolari, entrambe: avevano sempre la testa tra le nuvole e non facevano altro che sognare. Di sicuro non le aiutava il fatto che passassero metà del loro tempo leggendo fumetti, guardando cartoni e sfogliando libri di ogni genere. Nonostante si conoscessero solo da quattro anni, in qualche modo era come se si conoscessero da sempre. Erano più o meno inseparabili.

Mi fa quasi paura questa nuova avventura, sai?

Perché?

Pensaci un secondo: dobbiamo ricominciare da capo, farci nuove amicizie, creare un nuovo giro per uscire, non possiamo tornare a casa quando vogliamo, siamo lontane dai nostri genitori…

Laura, forse questo è un bene, no? Insomma, dobbiamo riuscire a conquistare un po’ di sicurezza in noi stesse, di indipendenza” le disse Rea.

E se non ce la faccio?

Perché non dovresti, scusa?

Non lo so. Forse è solo la paura che mi fa parlare, dopotuttorispose ridendo Laura.

Nonostante le parole rassicuranti dell’amica, però, quella notte Laura non riuscì a chiudere occhio. Aveva mille dubbi, mille ansie, mille paure che l’assillavano insistentemente.

E poi c’era anche qualcos’altro… una specie di sesto senso che le diceva che in quella scuola c’era più di quanto non pensasse.

Magari sono solo io che mi faccio troppi problemi. Ora è meglio se dormo un po’pensò cadendo in un sonno profondo.

 

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Capitolo 3
*** True Cross Academy pt 3 ***


Quando entrarono in classe il mattino seguente rimasero a bocca aperta: era un’enorme stanza, lunghissima, molto più della loro vecchia aula. C’erano grandi finestre da un lato, e una lavagna in fondo. I banchi erano disposti in file orizzontali, in ognuno dei quali potevano sedersi due persone.

Ma questa è una classe o sono due?” esclamò Rea mettendosi a sedere.

Laura prese posto vicino a lei.

Credo sia una. Credo” rispose l’altra.

Entrò un insegnante dall’aspetto austero e intransigente, che iniziò subito la lezione, senza troppi preamboli. Non ci volle molto perché la ragazza perdesse attenzione e cadesse in uno stato semi-dormiente.

Mentre guardava fuori in cerca di qualcosa che la distraesse, vide un piccolo cane bianco col pelo lungo ed un enorme fiocco rosa a pois attorno al collo.

Rea, l’hai visto anche tu?” domandò sottovoce all’amica che, come lei, non riusciva a seguire una sola parola di ciò che il professore stava dicendo.

Che cosa?

C’era un cagnolino che correva in cortile!

Può darsi. In fondo, non hai visto tutte le case che sono qua intorno? Magari si era perso” ipotizzò l’amica.

Già, forse si era solo perso” ripeté Laura, poco convinta.

Quel cane aveva un’aria familiare.

Nessuna delle due ebbe il tempo di pensarci, perché terminata la lezione dovettero correre verso un’altra aula per partecipare a quella successiva, e così ininterrottamente fino all’ora di pranzo, quando andarono alla mensa.

Questo posto è enorme, e non è semplice riuscire ad arrivare da una parte all’altra dell’edificio in soli cinque minuti!” si lamentò Laura.

Rea sbuffò.

Cosa vuoi farci? C’est la vie” rispose.

Erano sfinite, ma nel pomeriggio avevano ancora due corsi da dover seguire.

Voglio tornare in camera e dormire fino a domani!

Mi basterebbe un’ora per riposarmi come si deve

No, troppo poco” la pausa pranzo durava un’ora e loro ebbero il tempo di rifocillarsi e riposarsi. C’era una vista mozzafiato dal cortile, che si apriva sulla baia. L’odore dell’acqua le raggiungeva fino a lì. In lontananza sentirono la campanella, e sospirarono.

Forza, dobbiamo rientrare. Non mi pare il caso fare tardi il primo giorno” disse sconsolata Rea. Non aveva notato che l’amica era rimasta ferma, così aveva iniziato ad andare avanti per raggiungere l’aula.

Quando Laura si rese conto di essere rimasta da sola, fu assalita dal panico.

Rea? Rea?” iniziò a chiamare, ma senza risposta. C’era troppa gente intorno a lei, e non riusciva a vedere niente. Si mise a camminare senza sapere bene dove andare: il foglietto con il numero dell’aula l’aveva l’amica!

Passò mezz’ora e non era ancora riuscita a ritrovare la via, quando notò di nuovo il cagnolino bianco di quella mattina. Stava correndo verso l’aperto, per strada. Le sue gambe si mossero da sole, lei non si rese nemmeno conto di star correndo per raggiungere l’animale. “Tanto non ho niente da perdere” si disse continuando a inseguirlo.

La bestiolina non pareva essersi accorta di lei, ed aveva continuato imperterrita la sua passeggiata fino a quando un boschetto non comparve alla sua sinistra. Senza esitare, il cagnolino si tuffò al di là della staccionata. “Ma che fa?” si chiese Laura, spaventata per il cane. Rallentando un po’ vide che c’era un’altra strada al di sotto di quella, con una grande porta di legno. Chissà cosa c’è lì. Forse è un’altra ala della scuola!” pensò. Scavalcò a sua volta la staccionata e si calò leggiadramente al di sotto, atterrando senza far rumore. Cercò con gli occhi il cagnolino, ma di lui non c’era traccia. Provò allora ad aprire la porta, ma senza successo: era chiusa a chiave. Decise quindi di aspettare che qualcuno uscisse da lì per chiedere aiuto, ma nessuno si fece vivo e lei, dopo un po’, iniziò ad avere freddo. Non sapeva come fare per arrampicarsi di nuovo fino alla strada, ma doveva riuscirci per tornare all’accademia. Aveva saltato ben due lezioni per la sua disattenzione. “E questo è solo il primo giorno” pensò scoraggiata. Vide un albero con i rami grossi che arrivavano fino in cima alla strada e provò ad arrampicarcisi. Dopo qualche caduta riuscì a tornare fino in cima.

Oh, meno male che ce l’ho fatta” esclamò.

A quel punto doveva solo rientrare alla True Cross e raggiungere il suo alloggio.

Rea mi uccide, stavolta” pensò mentre camminava.

Ma aveva fatto tutta quella strada anche all’andata? Erano almeno tre chilometri fino all’accademia! “Forza e coraggio” si disse. Il problema era che stava imbrunendo e lei aveva paura a rimanere fuori da sola di notte, soprattutto in un posto che non conosceva come quello. Si mise a correre di nuovo, con l’adrenalina che scorreva veloce nel sangue. Riuscì ad arrivare all’edificio poco prima che il buio avvolgesse completamente il paese.

Una volta varcato il cancello si fermò a riprendere fiato, con una mano sul petto. Improvvisamente sentì un rumore strano dietro di sé, e in contemporanea vide un lampo di luce blu elettrico, ma quando si voltò non c’era più niente.

Decise di tornare di corsa alla camera.

 

 

Dove sei stata?” le chiese Rea non appena fu entrata nella stanza.

Mi sono persa!” si scusò Laura riprendendo fiato.

Sei completamente idiota? Non sapevo come scusarti, i professori ti hanno già segnata!” la riprese.

Mi dispiace ma dopo il pranzo ti ho persa di vista e poi ho seguito il cane…

Quale cane?

Quello bianco di stamani!” spiegò lei, angelicamente.

Rea rimase basita.

Tu… hai passato la giornata a inseguire un cane?chiese incredula.

Più o meno” annuì Laura, sentendosi stupida.

Non ho parole. Cosa hai fatto alla gonna? Sembra bruciata” le fece notare l’amica.

In effetti, il retro della gonna era nero in fondo. Laura lo guardò stupita.

Non lo so proprio” rispose.

Sei un caso perso. Dai, lavati e andiamo a dormire: è tardi” le ordinò Rea.

Nel letto, quella sera, le venne in mente la luce elettrica che aveva visto dopo aver varcato i cancelli. Magari era colpa di quella se aveva la gonna bruciata. Ci avrebbe pensato il giorno dopo: gli occhi le si chiusero e lei cadde in un sonno profondo.

 

 

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Capitolo 4
*** Mephisto ***


La mattina dopo Laura domandò alla professoressa di lingue dove poteva trovare un’altra uniforme. All’inizio dell’anno erano state date due uniformi a studente, nel caso che una delle due si fosse sporcata, ma nessuno aveva menzionato la possibilità che si potesse bruciare.

Dopo averci pensato un po’ la donna scosse la testa.

Mi dispiace, ma non è mai capitato a nessuno di dar fuoco ai vestiti” spiegò.

Io non ho dato fuoco ai vestiti” protestò Laura sconsolata.

Comunque, l’unica cosa che posso consigliarti è di andare dal preside a sentire se c’è la possibilità di averne un’altra, anche se non credo che ci saranno problemi” le disse. Al pensiero di rivedere il signor Pheles il cuore di Laura accelerò. Nemmeno lei sapeva perché, ma quell’uomo le aveva fatto una certa impressione già dal primo giorno.

Ora che ci pensava, non era mai uscito dal suo studio da quando erano iniziate le lezioni, per quanto ne sapeva.

Grazie per la disponibilità, professoressa” si congedò.

Rea la stava aspettando fuori dall’aula.

Allora che ti ha detto?” domandò mentre si avviavano insieme a lezione.

Che dovrei chiedere una nuova uniforme al preside

Al preside? A quel clown vestito male, intendi?

Non è un clown vestito male. È un uomo con gusti particolari, ecco

Quelli non sono gusti particolari, quella è cecità unita a idiozia e ad un po’ di sano masochismo, ecco cos’è” commentò Rea.

Laura sbuffò.

Smettila! Se gli piace vestirsi in quel modo perché devi giudicarlo?” chiese.

Nei corridoi non c’era nessuno, anche perché l’orario di inizio lezione era passato da un pezzo. Rea si bloccò in mezzo alla strada e fermò Laura, costringendola a guardarla negli occhi.

Lui ti piace!” esclamò. L’amica arrossì violentemente e abbassò lo sguardo.

No di certo! Ma ti pare? E poi è il preside, chissà quanti anni avrà!

Fase uno: negazione!

Ma smettila! Invece di vaneggiare corri, che siamo in ritardo anche oggi ed è solo il secondo giorno!” le disse cambiando discorso.

Tu non mi piaci, biondina!

Non chiamarmi così! Lo sai che non lo sopporto proprio” si lamentò Laura mentre Rea rideva.

Ti piace il clown, ti piace il clown” cantilenò.

Shh! Abbassa la voce! In classe gli altri stanno facendo lezione!” la sgridò l’amica.

Non vi sembra inappropriato andare in giro per la scuola quando dovreste essere in classe, giovani studentesse? Non si addice a fanciulle come voi gridare così per i corridoi” disse una voce alle loro spalle.

Le ragazze si voltarono lentamente.

Ehm…” balbettò Rea. Il preside le stava guardando sorridendo. C’era qualcosa di sinistro nel suo sorriso, come se ci fosse un mistero dietro a quella faccia.

Signor Pheles, ci scusi, noi…

No, no, no, niente scuse. Andate in classe, su!” ordinò spingendole verso l’aula.

Aspetti, io le devo chiedere una cosa!” protestò Laura.

Vieni nel mio ufficio più tardi, cara, adesso c’è la lezione. Nel pomeriggio sarò nel mio studio a sbrigare delle noiose faccende burocratiche, non farti scrupoli a venire. A dopo!” le salutò scomparendo dietro l’angolo.

Rea fissò il punto in cui l’uomo era un attimo prima.

Ma quello è tutto matto!” esclamò qualche secondo dopo.

 

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Capitolo 5
*** Mephisto pt 2 ***


Laura rimase in uno stato di eccitazione tutto il pomeriggio. Si sentiva nervosa al pensiero di dover andare a trovare il preside nel suo studio, ma non sapeva spiegarsi il perché.

Ma tu hai davvero intenzione di andare da quel pagliaccio?” le domandò Rea mentre faceva i compiti. Aveva due quaderni aperti e un libro in mano, e non riusciva comunque a capire una sola parola di ciò che c’era scritto.

Mi serve un’altra gonna! Hai visto com’è ridotta la mia, sembra che io le abbia dato fuoco per davvero” si lamentò Laura. Poi guardò l’amica con occhi imploranti.

Immagino sia inutile chiederti di accompagnarmi, vero?” le chiese supplicando.

Devo finire questi compiti, lo sai benissimo, e visto che passerai metà pomeriggio cercando lo studio di quel clown devo immaginare che poi copierai ciò che ho fatto, per cui ti conviene che io rimanga qui” le spiegò. Laura sospirò.

Hai ragione, come sempre. Allora ci vediamo più tardi, porto la gonna con me. Buono studio!” le augurò prima di uscire dalla stanza.

Era la prima volta che girava da sola per il castello, se si escludeva il giorno in cui si era persa. Non aveva idea di dove fosse l’ufficio del preside, e nessuno pareva saperlo. Aveva chiesto ad un sacco di alunni, ma la risposta era sempre la stessa: non lo so.

Alla fine riuscì a trovare un ragazzo che seppe aiutarla.

“L’ufficio del signor Pheles è in alto, all’ultimo piano. Non puoi sbagliarti, si riconosce benissimo” le disse.

Grazie mille, mi hai salvato la vita!” rispose lei.

Dovette fare molte rampe di scale per arrivare fino in cima a quell’enorme castello, ed era stanca morta quando raggiunse l’ultimo piano. Come le aveva detto quel ragazzo, l’ufficio era impossibile da sbagliare. Prese un enorme respiro, cercò di calmare i battiti e alzò la mano per bussare alla porta, ma poi sentì delle voci e si bloccò.

Amaimon, non ho intenzione di tornare a casa” sentì dire dal preside. Silenzio.

Perché per un bambino prodigio come me questa è la miglior scatola giochi del mondo” Laura, incapace di staccarsi dalla porta, si avvicinò e ascoltò con più attenzione, riuscendo a distinguere anche l’altra voce.

Mephisto, i nostri fratelli e nostro padre Satana ci aspettano” disse.

Laura credette di aver sentito male.

Proprio per questo adesso è meglio se torni a casa. Inoltre non voglio che qualcuno ti veda, lo sai che qui ad Assiah non puoi venire, il tuo posto è a Gehenna

Cosa farai se verrà a cercare Rin? È un demone come noi, dopotutto” chiese l’altra voce.

So cavarmela, Amaimon, stai tranquillo. Adesso va’” ordinò.

D’accordo, allora. Ci vediamo fratello” concluse l’uomo che Laura non conosceva. Silenzio. Laura era rimasta con il pugno alzato e la gonna in mano, paralizzata. Cosa doveva fare? Come doveva comportarsi?

Mentre formulava quei pensieri la porta si aprì e un paio di calze a righe si materializzarono di fronte a lei.

A quella vista alzò lo sguardo e vide il preside che la fissava.

Oh, ma che bella sorpresa! Tu sei la fanciulla che oggi mi cercava! Hai ancora bisogno di me, cara?” le chiese. Fissando i suoi occhi Laura si dimenticò di tutto il resto e sentì il cuore leggero, leggero. Annuì lievemente.

Ma vieni, entra pure! Che maleducato che sono, ti lascio aspettare sulla soglia. Vuoi una tazza di tè?

N-no signore, grazie” lo studio aveva la forma di un semicerchio, molto grande. Le grandi vetrate aprivano la visuale su tutta True Cross. La scrivania, posta vicino alle finestre, era di legno con due grandi poltrone rosse. Lì vicino c’era un piccolo tavolino.

Il preside si sedette dietro la scrivania e Laura prese posto davanti a lui.

Allora, in che cosa posso esserti utile?” domandò gentilmente. Il suo tono di voce la faceva sentire ipnotizzata. La mente di Laura ci mise qualche minuto per riuscire a ricordare il motivo per cui era lì: lui era diventato il suo unico pensiero. Poi sentì il tessuto bruciato della gonna tra le dita e si ricordò.

Sono venuta perché avrei bisogno di un’altra uniforme. Questa si è bruciata in fondo, vede?” spiegò porgendo la gonna all’uomo. Mephisto prese quel capo con una delicatezza che si riserva solo ai fiori e la guardò attentamente.

Dov’è che si è sciupata?

Non lo so. Ieri stavo camminando per la scuola e quando sono tornata in camera avevo la gonna in quello stato. Mi dispiace” disse a capo basso.

Mmmh…” rifletté l’altro. Scese un silenzio imbarazzante tra i due e Laura attese che  lui dicesse qualcosa.

Quindi io… avrei bisogno di un’altra uniforme. Sempre se non è un problema” chiese di nuovo.

Certo, certo. Ti sarà portata in camera domani” concesse Mephisto. Laura sorrise raggiante.

Grazie mille, signor Pheles. Posso andare?

Sì, vai pure, solo… posso tenere questa? È per spiegare il motivo della sostituzione, sai

Certamente, a me non serve più” annuì la ragazza. Il preside la guardò sorridendo.

Benissimo allora. Vieni, ti accompagno alla porta!” le disse.

Buonanotte, tesoro” la salutò.

Laura uscì felice e sorridente dallo studio, ma, una volta che la porta si chiuse dietro di lei, le ritornò in mente il discorso che aveva sentito. La paura si impossessò di lei, che iniziò a correre a perdifiato nell’esatto istante in cui le tre parole chiave rimbombarono nella sua testa: satana, papà e demoni. Quella scuola nascondeva più di quanto voleva far credere, ne era certa, ma era terrorizzata. Se solo non avesse mai sentito quelle parole! Se solo avesse potuto dimenticare! Non desiderava altro, lei era spaventata a morte dai demoni e dai mostri. Non voleva parlarne con Rea, sapeva che l’amica non le avrebbe creduto, ma con chi poteva sfogarsi? Non c’era nessun altro alla True Cross con cui era in confidenza.

Quando arrivò davanti alla porta della sua camera si fermò a riprendere fiato: non poteva farsi vedere sconvolta, non doveva. Si sentiva tanto stanca e affaticata.

Buonasera! Com’è andata? Ti daranno la nuova uniforme?” la accolse Rea con un sorriso. I libri erano aperti sulla scrivania, ma lei era distesa sul letto a leggere un fumetto, segno che aveva già finito i compiti e li aveva lasciati sul tavolo a disposizione di Laura.

Sì, non ci sono stati problemi” disse l’altra. Le girava la testa, aveva bisogno di riposarsi.

Ehi, stai bene?

Sì, credo di sì… io mi sento solo un po’… stanca” riuscì a dire Laura. “Voglio dimenticare, voglio dimenticare” pensava.

Cadde a terra, svenuta, un secondo dopo.

 

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Capitolo 6
*** Mephisto pt 3 ***


Un esserino tondo la stava fissando intensamente.

Era buffo, aveva l’aria simpatica.

Lei allungò la mano per toccarlo, ma questo tirò fuori gli artigli e la graffiò. Nell’esatto istante in cui la ferita comparve sul braccio di Laura, una miriade di esseri simili a quello apparve intorno a lei. Si mise a gridare, impaurita.

Laura! Laura, svegliati!” la scuoteva Rea.

La ragazza aprì gli occhi, confusa.

Si trovava in un posto che non conosceva, in un letto che non era il suo.

Dove sono?” fu la prima cosa che chiese.

La sua amica si sedette in fondo ai suoi piedi.

Sei in infermeria. Ti ricordi? Sei svenuta ieri sera appena rientrata in camera” le spiegò.

Perché, dov’ero andata?

Laura? Ci sei? Dovevi chiedere una nuova uniforme al preside dato che la tua l’hai bruciata! A proposito, è stata portata in camera stamani, è sul tuo letto” le disse. Più si sforzava di ricordare più le faceva male la testa.

Non ricordo niente. Le ultime immagini nella mia mente sono quelle di me e te in corridoio che andiamo dalla professoressa” ammise sconsolata.

Probabilmente è la stanchezza, non preoccuparti. Adesso riposa. I professori sanno che sei qua e per oggi sei giustificata, ma io no e devo andare a lezione, purtroppo. Ci vediamo più tardi, nel pomeriggio. Sei hai bisogno fammi chiamare” si raccomandò Rea uscendo dall’infermeria.

Rimasta sola, Laura si mise a pensare. Quand’è che era uscita di camera? E perché era svenuta? Era successo qualcosa? Se sì, cosa?

Più ci provava, più otteneva solo un gran mal di testa. Si addormentò poco dopo, confusa.

 

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Capitolo 7
*** L'ala segreta ***


Nonostante l’inizio un po’ burrascoso, quando Laura si riprese e uscì dall’infermeria riuscì finalmente a frequentare regolarmente la scuola.

Non aveva più pensato a ciò che era successo quella sera nello studio di Mephisto, anche perché appena provava a ricordare qualcosa la testa iniziava a farle malissimo e lei si sentiva debole. Era come se ci fosse un blocco nella sua mente che le impediva di accedere a determinati ricordi.

La nuova uniforme le stava a pennello, quasi meglio di quella vecchia: la gonna rosa le arrivava leggermente sopra il ginocchio; la camicetta bianca risaltava le sue forme e la snelliva; le calze bianche le coprivano gran parte del polpaccio; la giacca color crema le teneva caldo ed era ornata da una cravatta che lei aveva legato a forma di fiocco. Si sentiva proprio bene vestita a quel modo.

La settimana successiva all’incidente passò molto velocemente. Dovette recuperare le spiegazioni che aveva perso sia per distrazione che per malattia e si impegnò con tutta sé stessa per non rimanere indietro.

Complimenti!” le disse un giorno Rea a pranzo battendo le mani.

Laura la guardò senza capire.

Ma che dici?

Hai appena trascorso una settimana senza perdere lezioni! Hai battuto il tuo record!!” la festeggiò. Laura sbuffò.

Ma sta’ zitta! Solo perché i primi giorni di scuola sono andati un po’ peggio del previsto non significa che devi fare in questo modo!” la sgridò.

Come siamo permalosi. Sei sicura di stare bene?

Certo, perché dovrei stare male?

Non saprei. Quant’è che non vedi il tuo amore?” le domandò sogghignando.

Laura le lanciò un pezzo di pane.

Smettila! Non sono innamorata del preside, se è questo che intendi

Sentirono in lontananza la campanella di fine pausa pranzo e si alzarono.

Forza, muoviamoci. Non vorrai mica arrivare in ritardo?” disse Rea facendo la linguaccia.

Laura si gettò verso di lei, che scansò abilmente l’affondo e si mise a correre.

Muoviti lumaca!” le gridò.

Anche lei iniziò a correre ridendo, cercando di prenderla, ma le persone che erano in mezzo alla strada erano troppe e la perse di vista.

Tanto ti recupero dopo” pensò rallentando. In quel momento vide qualcosa luccicare in terra. “Cos’è?” si chiese abbassandosi.

Una chiave dorata era abbandonata nel mezzo del corridoio. C’era troppa gente per capire a chi apparteneva, così la mise in tasca ripromettendosi di cercarne il proprietario una volta terminate le lezioni.

 

Sono esausta! E dobbiamo ancora fare un sacco di compiti per domani! Forza, andiamo in camera” disse sconsolata Rea al termine delle lezioni.

Io devo fare una cosa, prima. Tu precedimi, arrivo subito!” le disse Laura scappando via.

Cosa? Ehi fermati! Niente da fare. Mi sa che dovrò farla copiare anche stavolta

La ragazza non sapeva da che parte iniziare per trovare il proprietario della chiave. Non aveva mai visto una cosa del genere, era particolare. L’unica cosa utile che le venne in mente di fare era andare di nuovo dal preside a consegnarla.

Al solo pensiero il cuore le batteva forte.

Mentre saliva le scale che aveva già percorso in precedenza (anche se non se ne ricordava) vide un cagnolino bianco correre nella direzione opposta.

Ehi, quello è il cane dell’altro pomeriggio! Fermati!” gridò, ma l’animale non pareva averla sentita.

Proprio come la volta precedente, le sue gambe si mossero da sole e lei iniziò a correre. Non ci mise molto a perdere di vista la bestiola, ma sapeva dove doveva andare.

Il sole stava tramontando e, nonostante la sua paura dei demoni, Laura non si fermò. Voleva arrivare alla porta e vedere se si apriva. La curiosità la stava logorando.

Una volta giunta alla staccionata si guardò intorno. Nessuno. Prese un grosso respiro e si calò nella strada sottostante, dove c’era la porta. La fissò a lungo, col cuore in tumulto.

Forse non dovrei essere qui. Forse sarebbe meglio se tornassi alla True Cross” pensò. Un rumore dietro di lei la fece voltare. Svelta inserì la chiave e girò: la serratura scattò.

 

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Capitolo 8
*** L'ala segreta pt 2 ***


Mephisto era nel suo studio e si era messo comodo in kimono.

Stava mangiando dei takoyaki quando sentì che qualcuno stava entrando nell’ala degli esorcisti. Si voltò verso le finestre.

Era notte, chi mai poteva essere tanto idiota da entrare in un covo di demoni a quell’ora? Sbuffando si alzò e si cambiò.

Forse era meglio se andava a dare un’occhiata.

 

 

Una volta entrata dentro, Laura si trovò in un lungo corridoio buio. Non c’erano finestre o luci accese e questo le mise un po’ d’apprensione. Forse non avrebbe dovuto essere lì, in fondo se era una porta chiusa ci doveva essere un motivo.

C’è nessuno?” domandò ad alta voce. Non ricevette risposta.

Era un silenzio inquietante quello che era in quel posto.

Decise di entrare nella stanza alla sua destra.

Socchiuse leggermente la porta e sbirciò all’interno: era una classe, un po’ più piccola di quella dove studiava lei, con una decina di banchi. Nemmeno lì c’erano finestre.

C’è nessuno?” chiese di nuovo. Anche stavolta nessuno rispose. Decise di entrare.

 

 

Trasformatosi in cane, Mephisto stava correndo alla stanza. Se lo sentiva nelle ossa da demone che aveva che chiunque era entrato nell’ala nascosta non era un esorcista. Accelerò l’andatura.

 

 

Laura sentì un brivido correrle lungo la schiena e decise di uscire. Non c’era niente di interessante lì.

Si girò e fece per muovere la gamba, ma qualcosa la bloccava. Abbassò lo sguardo ma non c’era niente in terra. Provò di nuovo a spostare la gamba, stavolta strattonandola, e sentì un dolore acuto. Un graffio si materializzò sul suo polpaccio, profondo e grande. Sentì le lacrime salirle agli occhi.

In quell’istante un suono la fece voltare: un enorme essere rotondo con grossi occhi verdi come quelli dei gatti e zampe enormi e affilate apparve davanti a lei.

Laura gridò spaventata, cercando di fuggire, ma la gamba le faceva troppo male e cadde a terra. Strisciando tentò di allontanarsi dal mostro, che le fu sopra in un attimo.

NO! AIUTO!” urlò, sapendo che era inutile: non c’era nessuno in quel posto.

Il mostro si preparò ad attaccare e Laura chiuse gli occhi attendendo il colpo.

Tsè, tsè, tsè. Come sei maleducato, non si trattano così le giovani fanciulle” disse una voce alle sue spalle.

La ragazza si girò e rimase paralizzata.

Oh, no!” disse sottovoce.

Il preside era apparso sulla soglia e teneva in mano l’ombrello rosa che aveva sempre con sé. Sospirò e mosse l’indice a destra e a sinistra.

Un gentiluomo non fa così. Le donne vanno trattate con dolcezza” affermò.

Il mostro lo guardava fisso, aspettando una sua mossa. Laura sentiva la tensione crescere.

Mi dispiace, amico, ma dovrò punirti” lo avvertì. Sorrise e alzò lo sguardo su di lui.

Eins” si gettò correndo verso il demone con l’ombrello sguainato a mo’ di spada.

Zwei” saltò sopra di lui con un balzo e si preparò a colpire.

Drei!” fendette l’aria con un colpo secco.

Con una capriola atterrò dolcemente a terra in ginocchio.

Dietro di lui il mostro si dissolse in una nube di fumo nero, lasciando la stanza nel silenzio.

 In tutto quel tempo Laura era rimasta a guardare con la bocca aperta.

Mephisto, con un gesto elegante, si alzò e si aggiustò il cappello sorridendo soddisfatto.

Dobogoblin… che noia” esclamò. Poi si ricordò della presenza della ragazza e la fissò. Lei arrossì.

E tu che cosa ci faresti qui tutta sola di notte?” le chiese galantemente.

Io… io… ehm… sì, insomma…” stava annaspando.

Notando il suo disagio Mephisto si abbassò e la guardò negli occhi. Erano verdi, ma avevano una sfumatura gialla.

Facciamo così: ne parliamo più tardi. Adesso devo medicarti la ferita alla gamba, altrimenti rischi di morire. Andiamo nel mio ufficio, ti va?” propose.

Senza aspettare risposta la prese in braccio e uscì dalla stanza.

Laura sentiva il rumore del suo cuore che batteva veloce nel petto mentre lui la stringeva. Tutte quelle emozioni la facevano confondere.

 

 

Per tornare a scuola passarono da una strada che Laura non aveva fatto all’andata. Non uscirono mai all’aperto, rimasero sempre all’interno del corridoio buio.

Nonostante l’attacco appena subito, si sentiva protetta tra le braccia del preside.

Mi dispiace allungare la strada, mi rendo conto del fastidio che posso provocarti, ma spero che tu capisca che il preside non può andare in giro portando in braccio una studentessa come se niente fosse. Hai qualche problema se passo da una strada secondaria?” le domandò.

Oh, no. Si figuri. Mi dispiace che mi debba portare in braccio, se vuole provo a camminare” si offrì lei, ma il preside scosse la testa.

Non solo sarebbe inutile, ma perderemmo un sacco di tempo. Tu sta’ tranquilla e goditi il viaggio, ci penso io a portarti in salvo” le promise. Quelle parole la confusero ancora di più. Come avrebbe dovuto prenderle? Erano un invito?

Tieniti forte” si raccomandò l’uomo, distogliendola dai suoi pensieri. Aprì una porta e si catapultò verso la finestra.

Preside, cosa…? Attento!” gridò vedendo che non si fermava. Con un salto agile e veloce, Mephisto si gettò dalla finestra.

Oddio!” esclamò Laura.

Gli istanti che precedettero il momento in cui lui poggiò i piedi a terra furono di puro terrore per la ragazza, che si strinse alla giacca del preside e vi nascose la faccia. Sentì un rigonfiamento sotto la camicia, ma era troppo impaurita per pensarci.

Stai tremando, cara?” le chiese gentilmente.

Questo è un sogno, io sono nel mio letto e non a dieci metri da terra” si ripeteva lei. Mephisto rise.

Quando si posarono a terra lui continuò a correre come se nulla fosse, raggiungendo in pochi istanti il suo ufficio.

Madamigella, la carrozza è giunta a destinazione. Se vuole scendere, il castello la sta aspettando” le disse facendola mettere in piedi.

Una volta dentro, Laura si sedette sulla poltrona e fissò il preside cercare delle cose nell’armadietto.

 

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Capitolo 9
*** L'ala segreta pt 3 ***


Allora, cosa faceva una fanciulla come te nell’ala degli esorcisti in piena notte? Non sai che è pericoloso giocare con i demoni?” le domandò mentre frugava tra alcune bottiglie.

Non volevo curiosare, mi dispiace. Ho trovato questa oggi pomeriggio in corridoio e volevo portarla a lei per ritrovare il padrone, solo che ho incontrato un cagnolino e mi sono messa a inseguirlo. Anche quando l’ho perso di vista ho continuato a correre, non lo so come mai, ma mi sono improvvisamente ricordata di una porta che avevo visto la sera in cui la mia gonna si era bruciata, fuori dalla True Cross, e ho pensato che potevo provare ad aprirla con questa chiave. Sono spiacente” spiegò mortificata.

Mi descriveresti il cane che hai visto?” la pregò alzandosi. Si voltò verso di lei con un piccolo contenitore rotondo in mano.

Era piccolo, tutto bianco, con un grosso fiocco rosa a pois come il suo” rispose prontamente lei.

Mmmh… mi faresti vedere la chiave che hai trovato?” disse posando il barattolo sulla scrivania. Laura gliela porse.

Dove hai detto di averla presa?

Era a terra, in corridoio. Volevo portarla qui, lo giuro!” si mise sulla difensiva. Avrebbe passato dei guai?

La terrò io e vedrò di riconsegnarla al proprietario, tranquilla. Stringi i denti, cara” l’avvertì. Si inginocchiò di fronte a lei e le alzò la gamba, abbassandole le calze. C’era un segno profondo sul polpaccio, ricoperto di sangue. Il respiro lieve di Mephisto sulla sua ferita la fece rabbrividire.

Adesso brucerà un po’” le disse. Prese un po’ di unguento e lo spalmò sulla ferita. Laura strinse i denti.

Che cos’ha sotto la camicia, signor Pheles?” domandò per non pensare al bruciore che stava provando.

Sotto la camicia?” ripeté lui confuso.

Sì. Prima ho sentito una specie di rigonfiamento sul petto” spiegò lei. Poi arrossì.

Mi scusi, sono stata troppo impertinente

No, tranquilla. Probabilmente era solo spiegazzata la maglietta e si è piegata sotto la giacca, provocando il rigonfiamento” spiegò lui pacato.

Ecco, l’unguento dovrebbe aver fatto effetto. Adesso ti fascio la ferita” le disse.

Era molto gentile anche nelle azioni, le toccò la gamba con una delicatezza che fece palpitare Laura.

Quando ebbe finito ripose i medicamenti e si mise a sedere alla scrivania.

Immagino che tu abbia qualche domanda da farmi” suppose.

Intanto… insomma, cos’era quel coso che mi ha attaccata?” chiese.

Un semplice dobogoblin. È un demone, uno dei più facili da sconfiggere in realtà” mentre diceva quelle parole un criceto si arrampicò sulla sua testa, sedendosi sul cappello. Laura sgranò gli occhi.

Che carino! Non sapevo avesse un animaletto domestico

Già, nemmeno io” rispose l’altro sbuffando. Lo prese tra le mani e lo posò sulla scrivania, fissandolo male.

Come si chiama?

Amaimon, credo” quel nome non le era nuovo. Dov’è che lo aveva già sentito?

Torniamo a noi. Quel goblin ti ha graffiato la gamba e questo ti ha permesso di vederlo. A causa della mashou, la ferita che infliggono i demoni, gli esseri umani possono vederli. Questo spiega perché si è materializzato solo dopo il graffiospiegò.

D-demoni?

Già. Tu adesso potrai vederli ovunque vai. Ti stupiresti nello scoprire quanti sono nel nostro mondo

Sta scherzando?

No. Qui ad Assiah ci sono persone in grado di vederli e persone in grado di sconfiggerli. Questi ultimi sono gli esorcisti

Mi prende in giro?

Non lo farei mai! Non è garbato prendersi gioco delle fanciulle” sorrise Mephisto. Laura era sbigottita.

Ora, dato che tu puoi vedere i demoni, direi che se volessi potresti diventare un’esorcista, soprattutto perché da ora in poi c’è il rischio che tu venga attaccata

Non se ne parla! Io non sconfiggo mostri!

Demoni” la corresse lui.

Quello che sono” sbuffò Laura. Era surreale.

Hai altre domande?” chiese il preside. La ragazza annuì.

Lei è un demone?” domandò a bruciapelo. Non sapeva perché lo aveva chiesto, ma per qualche motivo da quando era entrata in quella stanza il dubbio la assillava. Mephisto si mise a ridere.

No di certo. Sono un po’ eccentrico, ma non sono un mostro” le rispose. Laura arrossì, cosciente della sua stupidità.

Mi scusi” disse. L’uomo la guardò comprensivo.

Ascoltami, io, se vuoi, posso darti tempo fino a domani per decidere se diventare un’esorcista. I corsi sono iniziati due settimane fa, ma sono il preside e posso fare un’eccezione. Va bene?” le propose. La ragazza lo fissò come se avesse due teste. Lei? Combattere demoni? No di certo!

Grazie per l’offerta, ma credo di doverla respingere subito” rifiutò. Aveva troppa paura.

Non importa, la mia proposta è valida fino a domani sera. Adesso ti riporto in camera, si è fatto buio e non vorrei ti succedesse qualcosa” annunciò.

Posso andare da sola, grazie” provò lei, ma Mephisto fu irremovibile.

La prese di nuovo in braccio e si mise a correre nel corridoio.

Quando furono davanti alla porta della stanza di Laura, il preside bussò.

Ah, ti sei degnata di tornare finalmente! Ti sembra l’ora di rientr” Rea aveva iniziato a sgridarla prima ancora di aver aperto, e si bloccò quando si trovò davanti il preside in persona.

Signor Pheles, cosa ci fa qui?chiese sorpresa.

Mi dispiace per aver fatto fare tardi alla giovane Laura” si scusò inchinandosi.

Sono venuto a portarla salva a casa. Adesso, con permesso, me ne vado e torno alle mie stanzedisse quando la ragazza fu entrata.

Grazie, signor Pheles. Di tutto” gli disse.

Di niente, fanciulla. Ci vediamo domani!” la salutò scomparendo nel corridoio.

Laura rimase ferma qualche istante a fissare il vuoto.

Domani? Lo vedrai anche domani?” le domandò Rea curiosa.

Così pare” rispose lei, chiudendosi la porta alle spalle.

 

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Capitolo 10
*** Esorcista? Prima lezione! ***


Allora?” disse Rea con le braccia incrociate guardando Laura di traverso.
Cosa?” domandò la ragazza, facendo la finta tonta.
Come cosa
? Cos’è successo? Dove sei stata? Perché eri col clown? Come mai sei tornata tanto tardi? E poi… cos’hai fatto alla gamba?” la mitragliò di domande.
Respira!
Rispondimi!” le disse minacciosa puntandole un dito contro. Laura si trovò messa alle strette: non le aveva mai mentito in anni che si conoscevano, non era mai stata in grado di farlo. Cosa poteva inventarsi?

In quel momento bussarono alla porta.
Cosa c’è ancora?” sbuffò Rea aprendo.

Per la seconda volta in dieci minuti si trovò davanti il preside sorridente.

La ragazza era incredula
Chiedo scusa per l’ulteriore disturbo, ma mi sono dimenticato di dire una cosa a Laura
. Se è un problema posso tornare domattina” spiegò.
No, no, nessun disturbo
. Mi dica, signor Pheles” lo accolse lei, sorridente. Si conquistò un’occhiataccia da parte dell’amica.
Perdona la mia disattenzione, ma mi sono scordato di dirti che domani l’infermiera che ti ha fasciato la gamba vuole rivederti per cambiare le medicazioni” le disse.

Laura lo fissò senza capire.
L’infermiera?” domandò confusa.
Sì, ha detto che ti aspetta nel suo studio” la informò. Poi fece un profondo inchino.
Buonanotte madamigella” si congedò.

Laura non riusciva a capacitarsi del fatto che lui le avesse detto di andare di nuovo nel suo ufficio. Si voltò sorridente, con uno di quei sorrisi ebeti che non ti spieghi perché è sul tuo viso ma non sei capace di toglierlo.

Si bloccò vedendo lo sguardo indagatore di Rea, che con le mani sui fianchi la stava squadrando.
Io ti odio!” le disse.
Ehm… stai tranquilla, ora ti spiego
. Ecco, stamani, dopo pranzo, ho trovato una chiave in corridoio e quando sono uscita oggi pomeriggio stavo per portarla dal preside e dirgli di cercare il proprietario. Era la cosa più logica da fare, no? Solo che mentre camminavo mi sono ferita con un ferro ad una gamba e sono quasi svenuta. Il signor Pheles, per fortuna, mi ha trovata e mi ha portata in infermeria, dove mi hanno medicata e fasciata” le spiegò. Rea si avvicinò con occhi minacciosi.
Stiamo per arrivare alla fase due” annunciò dopo averla guardata per qualche secondo.
Che stai dicendo?
Tu sei innamorata persa
! Sei completamente andata ormai! Siamo quasi alla fase due” sospirò Rea.
Dai, non esagerare
! Lo stimo, mi piace come preside, ma non ne sono innamorata!” negò ridendo istericamente. “Non ancora, almeno” pensò.

L’amica spense le luci e si coricò.
Solo… Laura, sta’ attenta
. Rischi di farti del male” si raccomandò.
La ragazza si stese sul letto e rimase ad occhi aperti a fissare il soffitto. Sapeva che si stava infilando in un enorme problema, eppure voleva rischiare. Quando Mephisto le aveva chiesto se voleva diventare esorcista tutto ciò le sembrava assurdo, però… adesso, passato lo stupore iniziale, non le sembrava più così inconcepibile. Magari poteva provare, vedere se le piaceva e, in caso contrario, rinunciare.

Forse tutto questo lo stai facendo solo per entrare nelle sue grazie” sussurrò una vocina maligna nella sua testa. Scacciandola con forza, Laura chiuse gli occhi


La mattina dopo non c’era lezione e Laura si svegliò presto, dopo aver passato metà della notte insonne. Continuare a provare a dormire era pressoché inutile, perché aveva troppi pensieri in testa per riposare. Mosse la gamba per vedere quanto era in grado di sforzarla senza farsi venire le lacrime agli occhi. Il resoconto non fu così terribile, aveva ampia mobilità tutto sommato.
Si alzò e si vestì piano, attenta a non fare rumore per non svegliare Rea. Voleva andare dal preside a sentire se la proposta di diventare esorcista fosse ancora valida… e poi voleva rivederlo.

Mise una mano sulla maniglia della porta e sospirò: poteva anche negarlo con Rea, ma negarlo con sé stessa era del tutto inutile.
In quel momento sentì un rumore dietro di sé e si girò lentamente.
Dove diavolo stai andando?” le chiese Rea con le braccia incrociate e lo sguardo minaccioso. Batteva il piede in terra e sembrava che volesse strozzarla.
Oh
! B-buongiorno! Come stai stamani?” rispose lei, cercando di far finta di niente.

La ragazza si avvicinò di un passo.
Non ti azzardare a cambiare discorso
! Rispondimi!” le ordinò.

Probabilmente aveva tirato troppo la corda, pensò Laura.
Stavo andando a farmi cambiare le fasciature
. Ricordi? Me lo ha detto ieri sera il signor Pheles” rispose lei. Era una mezza verità.
Ascoltami bene, tu: da quando siamo arrivate qui non hai fatto altro che scomparire regolarmente per poi ricomparire, sempre in qualche modo legata a quel tipo
! Non è giusto!” protestò Rea. Si sentiva ferita e abbandonata.
Ehi, stai tranquilla, vado solo a cambiare medicazione!” rise Laura.
Torno subito, promesso” giurò uscendo dalla stanza.

Si sentiva sempre più in colpa nei confronti della sua amica, che non aveva tutti i torti ad essere arrabbiata. Si rendeva conto del fatto che la lasciava sempre sola, ma forse poteva rimediare. Doveva farlo.

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Capitolo 11
*** Esorcista? Prima lezione! pt 2 ***


Una volta davanti all’ufficio del preside il cuore le batté forte, come ormai faceva sempre più spesso.

Non posso fare così tutte le volte, però!” si rimproverò. Bussò.
Avanti!” le disse Mephisto.

Quando entrò vide un ragazzo in piedi in mezzo alla stanza, alto e slanciato con gli occhi scuri e il fisico asciutto. Aveva uno sguardo impertinente e arrogante.
Oh, buongiorno Laura! Prego, accomodati! Lui è Okumura Rin, un alunno della True Cross” lo presentò.
Piacere” disse lei.
Stamani ho invitato qui anche lui perché, vedi, la chiave che tu hai trovato ieri appartiene a lui” spiegò.
Oh!” esclamò lei sorpresa. Il ragazzo sorrise.
Finalmente l’ho ritrovata!” disse felice.
No, Rin, no, Laura l’ha ritrovata. Tu sei solo uno sbadato” lo rimproverò.
Uffa, quante storie!” si lamentò lui.
Ragazzo mio, sei un caso perso. Comunque, adesso che hai di nuovo la tua chiave, potresti lasciarci soli? Dobbiamo discutere di alcune cose importanti, tra le quali una mashou” gli disse.
Una mashou? Sei stata attaccata da un demone?” chiese curioso Rin.
Più o meno” rispose lei.
Wow! Devi essere entrata nell’ala segreta allora, anche perché qui nella scuola i demoni non possono entrare. Credo che sia stata colpa mia, mi spiace” si scusò.
Rin, potresti scusarti più tardi? Tanto probabilmente vi vedrete alla scuola di preparazione. Adesso vattene
Scusa, Mephisto, non avevo capito che fosse tanto importante il vostro incontro” sogghignò il ragazzo.
Cosa vorresti dire?
Io? Niente! Ci vediamo più tardi, Laura! E grazie ancora per la chiave” si congedò Rin, uscendo dalla porta.
Cos’era quell’affare che aveva sulla schiena?” domandò la ragazza.
Oh, niente. Una spada” rispose il preside con indifferenza. Si alzò dalla poltrona e andò all’armadietto per prendere le medicazioni nuove.
Vediamo come va questa ferita. Alza la gamba, per favore” la pregò. Lei ubbidì in silenzio.
Ecco, adesso non muoverti, farò in un momento” le promise.

Le tolse le fasciature con gesti morbidi e guardò la ferita.
Sembra che si rimargini piuttosto in fretta. In un paio di giorni, tre al massimo, dovrebbe scomparire del tutto” le disse.

Laura annuì, incapace di parlare: il respiro fresco dell’uomo le stava accarezzando la gamba e questo le faceva venire i brividi.
Con mosse semplici e veloci le fasciò di nuovo la ferita e si alzò.
Allora… quando iniziamo?” le chiese. Laura lo guardò senza capire.
A fare che?
Ma come? Non sei venuta a dirmi che hai intenzione di diventare un’esorcista?” disse lui stupito.
Oh! Ecco, in realtà ha quasi ragione” ammise. Lui batté le mani e sorrise.
Bene! Andiamo allora!” esultò.
No, aspetti. Prima avrei delle domande da farle” lo frenò lei.

Mephisto si sedette alla scrivania e incrociò la mani sotto il mento.
Dimmi tutto” la invitò.

Laura iniziò a toccarsi nervosamente i capelli.
Sono solo curiosità, le mie” gli assicurò.
La mia decisione l’ho già presa, solo vorrei sapere cosa succede se durante il corso mi accorgo di non voler continuare, di voler smettere” domandò.
Non hai neppure iniziato che già vuoi finire? Non mi sembra un proposito molto positivo” le rispose.

Laura arrossì.
Scusi, è che non sono molto abituata a… beh, in realtà io credevo che questa fosse una scuola normale, non una scuola per esorcisti” ammise.

Mephisto rise.
Ma questa è una scuola normale! Non tutti gli studenti stanno studiando per prendere il diploma da esorcista, però ce ne sono alcuni che vogliono diventarlo e abbiamo istituito dei corsi apposta. Comunque, per rispondere alla tua domanda, non essendo obbligatorio puoi lasciare l’addestramento quando vuoi. Ovviamente, devo chiederti di non fare parola con nessuno di quello che avviene all’interno dell’ala speciale. Non vorrei che qualcuno si spaventasse, spero che tu capisca” si assicurò.

Tanti cari saluti all’idea di dire tutto a Rea.
Certo, ovviamente” annuì Laura.
C’è altro?
No, credo che sia tutto… per il momento” l’uomo si alzò e chiuse la porta dello studio a chiave, intrappolando Laura al suo interno.
Che sta facendo?” chiese lei, titubante.
Ti faccio vedere una magia” rispose facendo l’occhiolino.
La chiave che hai trovato tu ieri è una chiave particolare: ovunque ti trovi, se apri con essa una qualsiasi porta che ti trovi davanti, apparirai sempre nel corridoio dove ti sei persa. Sta’ a vedere” spiegò. Inserì l’oggetto nella fessura e girò. Si sentì un clack.
Et voilà! Ecco a voi l’ala segreta” disse con un profondo inchino.

Laura si avvicinò tremante. L’uomo la fermò con un braccio.
No, aspetta, devo prima fare una cosa” annunciò.
Eins, zwei, drei!” declamò schioccando le dita. Al suo posto apparve un cagnolino, anzi… IL cagnolino!

La ragazza era impressionata.
Tu?” chiese incredula.
Già! Adesso possiamo andare” disse, ma lei non si muoveva. Aveva gli occhi sgranati e la bocca aperta.
Vuoi rimanere lì per sempre?” le domandò inclinando la testa.

Ricomponendosi, Laura sospirò.
Eppure, ormai, non dovrei più stupirmi di nulla” si rimproverò.

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Capitolo 12
*** Esorcista? Prima lezione! pt 3 ***


Il corridoio era sempre lo stesso che aveva percorso il giorno prima: anche se stavolta le luci erano accese le faceva comunque paura.
Io non posso” disse bloccandosi. Stava tremando, letteralmente.

Il cane la guardò senza capire.
Perché?” le chiese infatti.
Non sono abbastanza forte. Se vengo attaccata di nuovo o se si fa vedere qualche demone io… io non credo di riuscire a controllare il terrore che ho provato ieri. Mi dispiace, signor Pheles, ma non posso fare l’esorcista, ho già cambiato idea” rispose. Sorrideva, ma aveva gli occhi tristi mentre fissava il cagnolino.
So che non è normale decidere una cosa e smentirla subito dopo, ma non pensavo che sarei stata così terrorizzata” si scusò.

Fece per voltarsi, ma una mano la fermò. Senza dire una parola, Mephisto la trascinò verso la classe, ignorando i suoi tentativi di ribattere.
Mi lasci! Mi lasci subito!” protestava.

Aprendo la porta con la mano libera, l’uomo la gettò in mezzo alla stanza, tra lo stupore di tutti. Laura cadde a causa della forza della spinta e si ritrovò ad essere fissata da dieci paia d’occhi.

Imbarazzata, si alzò velocemente e si nascose dietro a Mephisto.
Signor Pheles, che piacere!” lo accolse l’insegnate. Era un tipo giovane, carino e solare.
Mi scusi per la brusca interruzione, professor Okumura, ma devo presentarvi una nuova studentessa. Ragazzi, accogliete tutti Arikushi Laura, la vostra nuova compagna di classe” la presentò. Spostandosi diede modo agli altri di vederla.
Il professore le sorrise, vedendo il suo imbarazzo.
Benvenuta tra di noi, Arikushi. Mettiti pure a sedere dietro a Rin, c’è un posto. Io sono il professor Okumura e insegno come curare le ferite dei demoni” la accolse l’insegnante.

Laura pronunciò un flebile “Buongiorno a tutti” e corse a nascondersi dietro al ragazzo. Notò con tristezza che il preside era scomparso.
Ciao! Felice di rivederti!” la salutò Rin sorridente.
Ciao” rispose lei. Si sentiva morire.
Quella fu la lezione più assurda a cui aveva mai assistito in vita sua: non sentì parlare d’altro che di demoni, veleni, unguenti, erbe strane e ferite infette per più di due ore. Alla fine la sua testa stava per scoppiare.
Quando suonò la campanella ringraziò che quella tortura fosse terminata. Si alzò e fece per uscire, ma il professore la fermò.
Arikushi, aspetta. Ascolta, dato che sei rimasta indietro col programma, prendi questi quaderni: potrebbero esserti utili nello studio” le disse porgendole quattro libri. Al solo vederli Laura si sentì male: ma perché si era fatta coinvolgere?
Grazie, professor Okumura, li terrò con cura” assicurò uscendo.

Una volta fuori, sospirò rassegnata.
Potevo portare direttamente la chiave in presidenza, ieri, e invece ho voluto fare la ficcanaso! Ma guarda tu in che guaio sono andata a infilarmi” si disse ad alta voce.
Parli da sola?” le chiese una voce. Si girò ma non vide nessuno.
Ho anche le visioni, adesso!” si rimproverò.
Guarda che sono quaggiù!” la informò. Abbassando lo sguardo, la ragazza vide il cane.
Signor Pheles?!” chiese stupita.
Shh! Sono in incognito quando assumo la forma animale, vuoi farmi perdere la copertura?” la rimproverò.
Ops, scusi. Che cosa sta facendo qui?” domandò iniziando a camminare. L’animale le trotterellava a fianco.
Volevo essere sicuro che tu non ti facessi male o, peggio, ci ripensassi. Credo che tu possa avere molte possibilità, ma non puoi rinunciare subito” le spiegò. Laura sorrise.
Grazie mille! È molto gentile da parte sua” lo ringraziò. Lui tossì imbarazzato.
Laura!” si sentì chiamare. Vide Rin che correva verso di lei salutandola.
Ciao! Volevo scusarmi per quello che ti è successo ieri, mi sento in colpa se ti sei fatta male, in fondo se non avessi perso la chiave non saresti entrata qua” le disse.
Oh, no non devi scusarti, è colpa mia. Se non fossi così curiosa non mi sarei fatta quasi uccidere da un mostro
Demone” la corresse il cane. Il ragazzo si accorse solo in quel momento della sua presenza.
Mephisto? Cosa ci fai tu qui?” gli chiese curioso.
Ho voluto accompagnare Laura al primo giorno di lezione, proprio come ho fatto con te” gli spiegò senza guardarlo. Rin ci pensò su un attimo.
Io ero un caso a parte, c’era un motivo dietro alla tua presenza, ma dato che Shiemi è venuta da sola a lezione la prima volta devo dedurre che c’è un motivo più… personale, dietro al tuo interessamento” insinuò.
Cosa stai dicendo, ragazzino?” si arrabbiò lui, voltandosi minaccioso.
Niente! Solo mi chiedevo quanto questa ragazza ti stesse a cuore, se ti sei disturbato per accompagnarla” rispose Rin.

Laura aveva ascoltato questo scambio di battute in silenzio, col battito accelerato.
Comunque non ero venuto qui per litigare con Mephisto” disse il ragazzo ricordandosi all’improvviso il motivo del suo interesse.
Volevo chiederti se avevi bisogno di qualcosa. Mi sento comunque in colpa per la tua ferita” le propose.

Avevano continuato a camminare fino ad arrivare alla porta della camera di Laura.

Sì, potresti spiegare tu a Rea che sono stata a lezione di esorcismo? Sai com’è, magari non mi crede. Anzi no, meglio: chiedile di non arrabbiarsi per il mio ritardo” pensò, tremante al pensiero di come l’amica avrebbe reagito quando fosse entrata in camera. Non ebbe molto tempo per chiedersi ciò che avrebbe dovuto aspettarsi: in quel momento Rea aprì la porta.


Il suo sguardo era più eloquente di mille parole: rabbia, delusione, dolore, tristezza… erano tutte concentrate nei suoi occhi.
R-rea” balbettò Laura.
Me lo avevi promesso! Avevi giurato che almeno oggi non mi avresti lasciata da sola, e invece sei scomparsa per tutta la mattinata! Sei una bugiarda e una traditrice” la attaccò.
No, fammi spiegare. Io ho dovuto fare delle cose, che…” e adesso cosa poteva inventarsi? Rea sbuffò.
Risparmiami le tue idiozie, non voglio farmi prendere ancora in giro. Visto che tu sei stata in giro a fare delle cose adesso me ne vado io. Divertiti con i tuoi amici” le disse sorpassandola.

Laura le vide le lacrime agli occhi, ma non sapeva cosa fare: non poteva spiegarle della classe di esorcismo, non poteva dirle del cane-Mephisto che era lì con lei ma non poteva nemmeno continuare a inventare bugie.
Forse è meglio se me ne vado” le disse Rin.
Scusa per aver assistito a questa scena. So che sei mosso solo da buone intenzioni, ma sì, è meglio se te ne vai. Ho bisogno di rimanere da sola” rispose lei.

Si sentiva svuotata.
Entrò in camera e si gettò sul letto.
Scusa l’intrusione, ma mi sembrava poco appropriato rimanere fuori sulla soglia della camera” le disse l’animale, recuperando il proprio aspetto umano.

Laura sobbalzò: si era del tutto scordata della sua presenza!
Signor Pheles! Oddio, mi dispiace, non mi ero accorta che fosse ancora qui!” si scusò. L’uomo si sedette sul letto accanto a lei.
Non preoccuparti, posso comprenderti. Ti va di sfogarti?” le propose.

Non si era mai sentito in dovere di consolare qualcuno, ma lei gli faceva scattare qualcosa dentro, una specie di meccanismo a domino che provocava più di una reazione. Voleva aiutarla, sinceramente per una volta nella sua vita.
Non credo che servirebbe, io… io sono una pessima amica e lei… lei adesso mi odia” singhiozzò Laura. Era la prima volta che piangeva davanti a qualcuno di diverso da Rea.
Vederla sciogliersi in lacrime lo fece sentire impotente. Si mosse senza pensare e l’abbracciò. Nonostante lo stupore iniziale, la ragazza si strinse a lui e continuò a piangere senza sosta per un po’. Quando finalmente si fu calmata, tirò su con il naso e si staccò.
Mi scusi, signor Pheles, io non sono solita a lasciarmi andare alle emozioni. Giuro che non ricapiterà più” disse.

Porgendole un fazzoletto che aveva tirato fuori dalla manica della giacca lui sorrise.
Non preoccuparti, va tutto bene. Sono sicuro che sistemerete. E, a proposito: chiamami Mephisto” le disse.
Grazie Mephisto

 

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Capitolo 13
*** Kutoku ***


I giorni passarono veloci per Laura, tra le lezioni da esorcista e i corsi scolastici “normali”. Il termine “normale” ormai aveva perso significato per la ragazza, che si era abituata, nelle ultime settimane, a non considerare assurdo il mondo degli esorcisti. Erano per lei frequenti i discorsi su “Come affrontare un demone” oppure “I dieci tipi di veleni più pericolosi” o ancora “Per la tua salvezza impara la Bibbia”.

Non faceva più nemmeno caso alla stranezza di questa situazione.
L’unica cosa a cui non riusciva ad abituarsi era l’idea che Rea non le parlasse più.

Le diceva solo il minimo indispensabile per una convivenza civile, ma non arrivava mai a più di tre parole in una frase. La vedeva poco a causa degli impegni doppi e, quelle poche volte in cui era in camera (occupata a studiare) l’amica se ne andava.

Dove, non le era dato saperlo.

Ormai era rimasta sola, l’unico con cui aveva legato un po’ di più era Rin, che, però, al di fuori della Scuola di Preparazione era sempre introvabile.
Un pomeriggio, dopo i corsi, si stava dirigendo a testa bassa verso la sua camera, quando andò a sbattere contro qualcuno.
Mi scusi, io non l’avevo vist… oh, signor Pheles!” esclamò sorpresa. Le tornò subito il sorriso.
No, non ci siamo Laura
. Ti ho detto di chiamarmi Mephisto” la sgridò bonariamente.
Scusa, Mephisto” si corresse lei.

Vederlo l’aveva messa di buonumore, anche perché lui l’affiancò e si mise a camminare con lei. Non era mai successo, se escludiamo le volte in cui era in forma canina.
Ecco, adesso va già meglio
. Quindi ricominciamo: buonasera Laura! Com’è andata la lezione oggi?” le chiese.

Lei rise, divertita dalle maniere retrò di quell’uomo.
Bene, inizio adesso ad ambientarmi un po’
. Sono riuscita a recuperare le lezioni perse e a mettermi in pari con i miei compagni” rispose lei.

Lui fece l’occhiolino.
Perfetto, allora
. Posso chiederti come va con la tua amica?” s’informò. Laura si rabbuiò.
Non molto bene, temo
. Non mi rivolge la parola da due settimane, non fa altro che evitarmi e, per aggiungere la beffa al danno, sembra che non sia arrabbiata. Insomma, di solito lei esplode, urla, ti offende anche, ma non si era mai chiusa in un silenzio così ostentato. Mi fa male questa situazione” ammise lei.
Su, su
! Alla tua età non puoi permetterti di essere triste. Infatti sono venuto qui per darti una bellissima notizia: domani ci sarà la prova da tamer! Ta-daan!” le annunciò felice.
Tamer?” chiese lei, senza capire. Mephisto rimase senza parole.
Non sai cosa sia
? Nessuno ti ha parlato dei cinque diversi campi in cui un esorcista può specializzarsi?” le domandò allibito. Per quanto ne sapeva era la prima cosa che un ragazzo imparava.
No, non che io mi ricordi” rispose lei.

L’uomo sospirò.
Allora aspetta, forse è meglio che ti faccia una lezione avanzata, prima però fammi trasformare: non voglio che qualcuno mi veda andare a spasso con una studentessa” le disse.

Laura si fermò e attese che il preside diventasse il piccolo cane bianco col fiocco.
Che cosa stavo dicendo?
Mi stavi parlando dei cinque campi di specializzazione di un esorcista
Ah, sì
. Per diventare exwire si deve scegliere una delle cinque diverse categorie di esorcismo: c’è il dragon, che utilizza armi da fuoco speciali; l’aria, che pronuncia versi della bibbia appositi per uccidere i demoni; il doctor, colui che cura le ferite con gli unguenti e le erbe; knight, che sa utilizzare spade e affini; e infine il tamer, colui che, grazie ad un particolare sigillo e al suo sangue, può evocare un demone ed usarlo in battaglia” le spiegò.
Però per diventare tamer non si può studiare sui libri, è una dote innata che appartiene solo a poche persone e gli insegnanti sottopongono gli studenti ad una prova per vedere se siete adatti
. Capito?” terminò.

Laura annuì.
Chi è che mi esaminerà?
La professoressa Kirigakure” la ragazza tirò un sospiro di sollievo.
Almeno lei mi piace” disse. Mephisto la guardò.
In che senso?
Non sono molto emozionata all’idea che potrei avere un demone che mi gira sempre attorno” rispose.
Sei l’unica persona che conosco che non vuole diventare tamer
Forse perché non mi piacciono i demoni” suggerì lei.

Il cane si zittì, impegnato a fissare un punto di fronte a lui.

Laura attese qualche minuto che rompesse quel silenzio, poi parlò.
Tu sarai a vedere la prova con la professoressa?” gli domandò.

Preso alla sprovvista, l’animale sobbalzò. Era la prima volta in tutta la sua vita che si ritrovava senza nulla da dire e non avrebbe saputo spiegarne il motivo. Si stupì di sé stesso.
Come?” esclamò senza sapere cos’altro poter dire. Laura rise.
Niente, non è importante, lo vedrò domani da sola
. Adesso sono arrivata, è meglio se torno in camera. Grazie per avermi accompagnato anche oggi” gli rispose.

Una volta che si fu chiusa la porta alle spalle il cane rimase a fissarla.
Grazie a te” disse sottovoce.

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Capitolo 14
*** Kutoku pt 2 ***


Mephisto era un uomo molto particolare: la sua stranezza si notava non solo nel modo di vestire ma anche nei discorsi che faceva e nei suoi comportamenti. Spesso era incomprensibile il suo modo di agire, almeno per i più, ma ogni volta c’era un motivo ben preciso per ciò che decide di fare.
Nonostante ciò, stavolta nemmeno lui riusciva a capire il perché di alcune azioni che si era trovato a fare negli ultimi tempi: non gli era mai successo di accompagnare in camera una studentessa, nemmeno con Rin quando era arrivato alla True Cross, e adesso, invece, aspettava Laura quasi tutti i giorni. Inoltre, mentre camminava verso il suo ufficio, si ritrovò a pensare con fastidio alle parole della ragazza.

Forse perché non mi piacciono i demoni” aveva detto.

Quindi non le piaceva nemmeno lui? Oppure lei parlava solo di quelli cattivi? Non trovava una risposta al fatto che gli desse noia che lei odiasse i mostri, e questo lo faceva arrabbiare.
Mephisto
! Ehi, aspettami!” gridò Rin dal corridoio. Arrivò veloce al fianco del cane e sorrise.
Non è molto usuale vedere il preside che si aggira per la scuola
. Che stai facendo?” gli chiese riprendendo fiato. L’animale riprese a camminare.
Sto tornando nel mio ufficio, come puoi vedere” rispose altezzoso.
Provo ad indovinare: eri con Laura?” insinuò il ragazzo.
Anche se fosse, perché tanto interesse?
Credo che sia solo pura curiosità
. È strano vedere come uno come te si stia lentamente innamorando di una comune mortale
Che cosa hai detto
? Io non mi sto innamorando! Rimangiatelo subito, ragazzino!” si arrabbiò il cane.

Rin rise, divertito dal comportamento dell’uomo.
Calmati, calmati, stavo solo scherzando” lo tranquillizzò.
Spero per la tua incolumità che sia vero
. Piuttosto, mi stavi cercando per un motivo particolare?” si ricordò. Il ragazzo sembrò imbarazzato.
No, cioè, sì… è una storia lunga in realtà, non voglio rubarti tempo prezioso
. Scusa per il disturbo, ciao Mephisto!”rispose correndo via.
Ehi, fermati!” gli gridò dietro l’uomo, ma invano: il ragazzo non poteva già più sentirlo. Sospirò e riprese le sue fattezze umane.
Quando fu nel suo studio, da solo, si mise a pensare alla scrivania.

E’ strano vedere come uno come te si stia lentamente innamorando di una comune mortale” gli aveva detto Rin.

Si stava sbagliando, in fondo era solo un moccioso. Però Laura gli faceva davvero un effetto strano, qualcosa che non sapeva spiegare a parole: era come se vederla lo facesse stare bene e quando lei stava male si sentiva in dovere di farla sorridere. Scacciò quei pensieri con forza e convocò la professoressa per la prova dell’indomani.

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Capitolo 15
*** Kutoku pt 3 ***


Cos’è che dovrei fare, io?” chiese Laura, scandalizzata.

Si trovava nella classe di esorcismo per fare il test da tamer, ma non era intenzionata a sostenerlo.
Te lo ripeto per l’ennesima volta: ti devi bucare l’indice con questo ago e versare una goccia di sangue sul foglietto che hai in mano
. Sei un po’ dura per diventare esorcista, ragazzina” le spiegò scocciata Shura.

Lei scosse con forza la testa.
Non se ne parla: io ho paura degli aghi e delle punture!” si rifiutò.

La donna sospirò, ormai al limite della sopportazione.
Mi vuoi spiegare perché vuoi fare parte di questa classe se non sopporti nemmeno una stupida puntura su un dito?” le domandò.

Mephisto, che aveva insistito per prendere parte al test, stava assistendo in silenzio. Kirigakure si voltò verso di lui.
Non credo che sia necessario sostenere la prova: una deboluccia come lei non può essere tamer, andrebbe contro ogni logica!” gli disse.
Non posso farci niente se gli aghi mi spaventano!” si arrabbiò Laura.

Mephisto mise una mano sulla spalla della donna.
Fai provare me, Shura” le propose.

Prese l’ago che la professoressa teneva tra le dita e si diresse verso Laura.
Volta la testa e non guardare” le ordinò.

La ragazza iniziò a tremare.
Che vuoi fare?chiese incerta.
Fa’ come ti ho detto
. Fidati: andrà bene” le assicurò.

Titubante, lei chiuse gli occhi e girò il capo.

Mephisto le prese la mano e la aprì, con i palmi in alto, poi infilò l’ago nell’indice tremolante. Laura ritrasse la mano per la puntura, ma una goccia di sangue cadde sul foglio che il preside aveva prontamente messo sotto di essa.
Mi hai fatto male!” si stava lamentando lei quando il pezzo di carta si mise a brillare: dal centro ne uscì un piccolo essere buffo, con gli occhi vivaci e dolci. Aveva la testa tonda con un copricapo giallo a forma di M stondata con dei cerchi alle estremità di esso; al collo teneva legata una sciarpa celeste con due fiocchi; al centro del corpo c’era un altro cerchio, anch’esso giallo, della stessa forma di quello in fondo alla coda. Per il resto, l’esserino era bianco.
Kutoku!” esclamò vedendo Laura. Lei lo prese in mano: era alto non più di venticinque centimetri. Dimenticandosi subito del dolore al polpastrello, la ragazza si mise a ridere.
Sono una tamer!” esclamò sorpresa.
Non è possibile!” disse la professoressa.
Non giudicare mai dalle apparenza, Shura, o ti ritroverai molto male nella vita” l’avvertì Mephisto.

Sapere che Laura era una tamer lo aveva fatto sentire leggero.

La verità, che nemmeno lui riusciva ad accettare, era che aveva voluto assistere al test solo per paura: se lei non avesse posseduto un famiglio come avrebbe potuto farle cambiare idea sui demoni?
La guardò giocare con il piccolo essere appena nato e sorrise.
Kutoku!” disse di nuovo quello.
Ti chiamerò… Kuto!” decise la ragazza.

Mephisto si abbassò il cappello e uscì dalla classe.

 

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Capitolo 16
*** Primo esame ***


Dato che aveva paura degli aghi, Laura decise che non avrebbe ripetuto l’esperienza della puntura, così non strappò il foglietto che aveva usato per evocare Kuto. Lo mise in tasca per evitare di perderlo.

Adesso ti porto in camera, così ti puoi riposare” gli disse sorridendo.

Il demone la guardò incuriosito.

Incurante degli sguardi allibiti di chi la vedeva passare parlando da sola, Laura continuò a discutere con il suo nuovo amico. Non le era passato nemmeno vagamente per la testa che gli altri non potessero vederlo dato che non avevano la mashou.

Kuto era molto carino e dolce, e la ragazza si mise a ridere quando si accorse che esclamava “Kutoku!” ogni volta che gli diceva qualcosa.

Quando arrivarono davanti alla porta di camera, Laura vide Rin occupato a bussare.

Ciao! Che ci fai tu qui?” gli chiese agitando una mano in segno di saluto. Quando il ragazzo si accorse di lei impallidì.

Oh! Laura, come… come stai? È un po’ che non ci si vede” la salutò.

La ragazza lo guardò con il capo inclinato.

Rin, stai bene? Eravamo a lezione insieme anche ieri!” gli fece presente. Lui abbassò gli occhi.

Che succede? Avevi bisogno di me per qualcosa?” gli domandò.

No, io in realtà… io, ecco…” stava annaspando, letteralmente. Laura notò il quaderno che teneva in mano.

Quello è di Rea” sussurrò. Il ragazzo sospirò e annuì.

Perché hai un suo libro? Che significa? Voi vi conoscete?

Sì, più o meno. Mi ha prestato il quaderno stamani in classe ed ero venuto a riportarglielo. Di solito è in camera a quest’ora” spiegò, per poi mordersi la lingua un attimo dopo.

Di solito? Cosa significa di solito? Quante volte sei stato nella mia stanza?” gli chiese allibita. Possibile che Rea non le avesse detto che aveva un ragazzo?

Non saprei. Setto o otto, credo” rispose lui pensandoci un attimo.

No, voglio capire una cosa. Voi state insieme?” Rin avvampò e la guardò negli occhi.

No! Siamo amici ma non c’è niente di più!” le assicurò.

Siete amici? Amici quanto? Tanto da dirle dell’esorcismo?” gli domandò incrociando le braccia al petto.

Ecco, in realtà…

In realtà non sono fatti tuoi se io mi facci degli amici” disse una voce alle sue spalle. Vide Rea arrivare dal corridoio, con lo sguardo fisso su di lei. I suoi occhi erano glaciali.

Certo che sono affari miei! Io e te siamo amiche, non dovresti nascondermi niente!” si lamentò Laura. L’altra rise tristemente.

Sarei io quella che nasconde le cose? Ne sei sicura? Pensaci un attimo e dimmi quante storie hai inventato perché non ti fidavi di me” rispose.

Io… io…” Laura si trovò messa con le spalle al muro.

Che cosa sapeva Rea che lei non le aveva detto? E soprattutto, dove aveva scoperto le sue bugie?

Grazie per avermi riportato il quaderno, Rin, spero che ti sia stato utile” disse rivolta al ragazzo. Lui guardò il piccolo libro e glielo porse.

Sì, grazie a te. Ci vediamo domani, mio fratello mi aspetta” la salutò andandosene. Come se niente fosse, Rea entrò in camera.

Ancora basita, Laura la seguì con Kuto tra le mani.

Da quanto tempo è che frequenti Rin?” la assalì una volta chiusa la porta.

Da quanto voglio. Non sono affari tuoi” rispose l’altra sedendosi alla scrivania. Appoggiando il demone sul letto, Laura si voltò e fronteggiò l’amica.

Adesso basta! Ormai è passato quasi un mese da quando abbiamo litigato, non ne posso più di questa situazione! Sono stanca dei tuoi silenzi e dei tuoi segreti, sono sola perché tu ti rifiuti di parlarmi! Voglio risolvere!” la implorò.

Proprio tu me lo dici? Ho passato i primi dieci giorni in questa scuola senza di te perché eri impegnata a scomparire ogni dieci minuti e a riapparire con quella sottospecie di pagliaccio e ogni volta inventavi una cavolo di scusa pur di non dirmi la verità. Hai idea di come mi sentissi? Di quanto tu possa avermi ferita?” rispose Rea di rimando. Capendo all’improvviso la sofferenza dell’amica, Laura abbassò lo sguardo.

Scusa, mi dispiace veramente, ma mi era stato detto di stare zitta e non potevo dirti niente

Se avessi voluto avresti potuto, lo sai benissimo. Adesso sono stanca, voglio dormire, scusami” le disse iniziando a mettersi in pigiama.

Dì al tuo amico lì sul letto di girarsi, devo spogliarmi” le ordinò.

Stranita, Laura prese Kuto e lo voltò.

 

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Capitolo 17
*** Primo esame pt 2 ***


Per passare da page a exwire dovrai sostenere un esame a breve. Non è solito che un allievo lo faccia da solo, anche perché va contro ogni regola che un esorcista combatta contro un demone in solitaria, ma abbiamo deciso di fare un’eccezione” le stava spiegando Mephisto-cane mentre, come solito, la accompagnava in stanza.

Ok, dimmi solo quando ci sarà” rispose lei apatica. Non riusciva a togliersi di dosso la sgradevole sensazione che qualcosa le stesse sfuggendo dalle mani. Era da quando aveva parlato con Rea che sentiva che c’era un particolare che le mancava, ma non capiva quale.

Ci sono dei problemi? Ti vedo spenta oggi” s’informò lui.

Sempre i soliti: sono stanca per lo studio, i demoni mi spaventano, ho litigato violentemente con Rea ieri pomeriggio” iniziò a elencare.

Sono sicuro che il tuo stato d’animo non sia causato dalla scuola, ma è solo una mia supposizione” insinuò Mephisto sorridendo.

Non ha importanza. Adesso me ne devo andare, preferirei che non mi accompagnassi fino in camera, posso andare da sola. Grazie comunque” gli disse lei, andandosene.

Quando fu tornato nello studio e ebbe ripreso le sue sembianze, la professoressa Kirigakure bussò alla sua porta.

Mephisto, noi siamo pronti. Possiamo procedere?” gli chiese.

Preoccupato per lo stato d’animo in cui si trovava Laura, l’uomo esitò. E se non fosse stata pronta? Se ci fosse stato qualche problema? Era in grado di sostenere un esame di quel livello per di più da sola?

Mephisto?” lo chiamò Shura. Contro il suo buonsenso, l’uomo annuì.

 

 

Hai sentito qualcosa, Kuto?” domandò Laura al demone. Lui la fissò confuso. Non stava guardando dove andava e solo adesso si rese conto di essere in un corridoio che non aveva mai percorso prima.

Mi sa che abbiamo sbagliato strada, sai? Forse è meglio tornare indietro” disse. Quando si voltò un rumore la fece sobbalzare e un enorme essere mostruoso le si parò davanti: era alto più di due metri, con braccia lunghe e spigolose. Aveva le sembianze di una specie di scimmia, tutto ricurvo con le braccia lunghe che toccavano terra. Dalla testa si vedevano esalazioni di miasma, da cui era bene stare alla larga. Era tutto nero, con la pancia grigia. Gli occhi erano rossi e malvagi.

Aah!” gridò indietreggiando. Era un demone? Quello sferzò l’aria con un colpo, evitando la ragazza per un pelo.

Questo mi ammazza! Aiuto!” iniziò a urlare, ma non c’era nessuno nei dintorni. Si costrinse a riflettere.

Vediamo, cosa si deve fare in questi casi? Cosa mi ha detto il professor Okumura?” si disse. Mentre schivava i colpi che il mostro tirava alla cieca le venne in mente che Kuto era il suo famiglio e, di conseguenza, avrebbe dovuto proteggerla.

Tu! Tu puoi combattere, ma certo! Sono una tamer, giusto? Vediamo…. Tu sai cosa dovrei fare a questo punto?” gli domandò.

Kuto ricambiò lo sguardo, fissandola come a dire “A me lo chiedi? Il capo sei tu!

Sì, immaginavo che avresti risposto così

 

 

Mephisto stava osservando la scena dall’alto, nascosto in una specie di botola sul soffitto, ma non era per niente tranquillo. Più di una volta si era costretto a star fermo, a sopprimere l’impulso di andare giù e portarla in salvo. Respirò profondamente.

 

 

Aspetta, ho ancora il foglio magico in tasca. Magari può essermi d’aiuto!” si ricordò Laura. Nell’esatto istante in cui lo tirò fuori dalla gonna il demone la colpì con forza, strappando il piccolo pezzo di carta. Kuto scomparve, lasciandola in balìa di quell’essere.

 

 

Stai fermo, stai fermo, stai fermo…” si ripeteva Mephisto. Non doveva interrompere l’esame, era contro le regole. Quando vide Laura cadere e Kuto scomparire, però, il suo autocontrollo venne meno. “Adesso basta” disse.

 

 

Laura era a terra, inerme. La paura la bloccò: cosa doveva fare? Era senza difese, senza armi e senza idee. A causa del colpo che aveva ricevuto si era rotta un braccio, solo spostarlo le faceva venire le lacrime agli occhi. Mentre tentava di muoversi per evitare che il demone la colpisse, questo la prese tra le mani.

No! No, lasciami!” si dimenava la ragazza, tirando pugni al mostro, che non sembrava nemmeno notare che lei provava a liberarsi. Del miasma le cadde addosso e le fecero girare la testa. Le esalazioni di quell’affare erano velenose, se non si allontanava subito rischiava di morire.

 

 

Cosa stai facendo?” gli chiese Shura.

Mephisto si era messo in piedi e stava per lanciarsi verso Laura, che stava gridando in cerca di aiuto.

La vado a salvare! Non vedi che la uccide?” spiegò lui. La donna tentò di fermarlo, ma invano: il preside era già balzato nel corridoio.

 

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Capitolo 18
*** Primo esame pt 3 ***


Aaaah!” gridava Laura, allo stremo delle forze.

Il demone la stava letteralmente stritolando, non riusciva più nemmeno a respirare.

Lo sguardo le si fece appannato, stava iniziando a perdere i sensi.

A-aiuto” disse con le ultime forze. Vide una macchia bianca apparire nel suo campo visivo e sentì la presa del demone sul corpo diminuire fino a scomparire. Cadde a terra, a faccia in giù, con il respiro affannato e le ossa doloranti. Quando riuscì a definire per bene i contorni intorno a lei distinse Mephisto in piedi che stava combattendo contro il demone. Un secondo dopo, il mostro scomparve.

Stai bene?” le chiese senza quasi voltarsi.

Credo… credo di sì, anche se devo essermi rotta qualcosa” rispose lei, tremante.

Non le sembrava vero che tutto quello fosse finito, che quel demone fosse stato sconfitto.

Cos’era?” domandò.

Sospirando, Mephisto la guardò: era a pezzi, con l’uniforme a brandelli e graffi in tutto il corpo. Gli si strinse il cuore.

Era il tuo esame da exwire” le disse. Laura trattenne il respiro.

Quando vide che i professori che avevano assistito all’esame stavano andando da lei per curarla, il preside se ne andò: non riusciva a guardarla in quelle condizioni per un attimo di più.

 

 

Che cosa stai architettando, Mephisto?” lo aggredì Shura il mattino dopo.

Era piombata nel suo studio con una violenza inaudita, senza nemmeno dire “Buongiorno”.

Che cosa intendi dire?” le chiese senza degnarla di uno sguardo.

Quella ragazza, Mephisto… che cosa vuoi da lei? Perché le sei sempre attorno? E soprattutto, perché hai interferito con l’esame? Doveva farcela da sola!

Io non voglio niente da nessuno, mi incuriosisce e basta. Non capita tutti i giorni che da un momento all’altro chi non sa niente dell’esistenza di esorcisti e demoni decida di entrare nel mondo dei mostri. Infine, se non fossi intervenuto sarebbe morta: le emissioni di miasma la stavano avvelenando e, come se non bastasse, il suo corpo era stato scambiato per una specie di peluche di gomma. Se non avessi agito subito, sarebbe stato troppo tardi” rispose lui.

Shura batté le mani sulla scrivania.

Io non mi fido di te, e questo lo sai benissimo, ma non fa differenza: Laura è una ragazza normale, non ha particolari poteri o forza sovrannaturale e mi è ancora oscuro come una come lei sia tamer, ma non lascerò che tu la danneggi in qualche modo” lo avvertì.

Mephisto si mise con le mani incrociate sotto al mento e la fissò incuriosito.

Mi stai per caso sfidando, Shura?” le chiese divertito.

Finché puoi ridi, ma ricordati che io farò in modo che non le accada niente, ricordatelo bene” lo minacciò.

Quando se ne andò, l’uomo sospirò e fissò fuori dalla finestra: forse Kirigakure non aveva tutti i torti. Lui era un demone, della peggior specie per giunta, e stava mettendo in pericolo Laura. L’unico modo che aveva per riuscire a salvarla era farle terminare il corso da esorcista. Col cuore pesante, Mephisto andò dalla ragazza.

 

 

Laura stava studiando. Aveva un braccio ingessato, cerotti e bende in tre quarti del corpo e si era dovuta tagliare un dito per convocare nuovamente Kuto, che la stava fissando triste.

Non è colpa tua se sono in queste condizioni, smetti di guardarmi con gli occhi pieni di lacrime, non riesco a studiare!” lo sgridò. Il demone si voltò e iniziò a piangere.

Scusa, scusa, non volevo. Però anche tu capiscimi: ho un sacco di roba da fare per domani e non sono nemmeno a metà. Facciamo pace?” gli chiese porgendo la mano.

Kuto ci salì sopra, tirando su col naso.

Adesso fammi un bel sorriso!” gli ordinò.

Lui sorrise felice e lei si illuminò.

Bravo, adesso mi piaci!” gli disse. In quel momento bussarono alla porta.

Avanti, è aperto!” disse senza voltarsi. Nessuno rispose.

Sarà stato uno scherzo” suppose. Una seconda volta si sentì qualcuno bussare.

Ho detto che è aperto! Ma che giochi idioti fate?chiese spazientita andando ad aprire. Quando si affacciò sul pianerottolo vide il cane che aspettava pazientemente. Entrò senza dir nulla e attese che lei richiudesse.

Mephisto? Che cosa ci fai tu qui?” domandò sorpresa.

Dopo l’esame del giorno precedente non si sarebbe mai aspettata di vederselo comparire sulla soglia di camera. Recuperando il suo aspetto, l’uomo fece un grosso inchino.

Sono venuto a portare notizie dell’esame” le annunciò.

Non dovevi disturbarti, so già come andrà a finire: dovrò ripeterlo, vero?” rispose sconsolata. L’uomo non rispose subito.

La verità è che non dovrai affrontare nuovamente l’esame” disse dopo qualche secondo. La ragazza lo guardò stupita.

Ah no? Significa che sono passata?

No, in realtà significa che ho deciso che non seguirai più i corsi da esorcista. Da questo momento torni ad essere una semplice allieva della True Cross” spiegò.

Faceva male dirle quelle cose. Laura rimase un attimo intontita, senza sapere cosa rispondere.

Stai scherzando, vero?” chiese poi, sicura di aver capito male.

Mephisto scosse il capo.

Perché non sono passata all’esame mi espellete dalla Scuola di Preparazione? Non è giusto, può capitare di sbagliare!” si ribellò. Non potevano buttarla fuori così, non dopo tutto il suo lavoro.

No, non è per quello. Io sono sicuro che avresti passato il test senza problemi, con le giuste condizioni emotive, però non posso permetterti di rischiare la vita! Ti sei fatta trasportare dalle emozioni e dai sentimenti che provavi e ti sei fatta prendere dal panico. Non posso vederti ancora in rischio di morte!” spiegò lui, abbassando lo sguardo. Non riusciva nemmeno a reggere la vista di lei fasciata, figuriamoci saperla di nuovo in pericolo.

Tu non puoi farmi questo, non dopo tutto ciò che ho fatto per seguire i corsi!” lo attaccò. Mephisto la guardò, incredulo.

Sei stata utilizzata come pignatta umana da un demone! E nemmeno da uno dei più pericolosi! Non ti permetto di frequentare i corsi da esorcista, mi dispiace!” le impedì. Lei si mise di fronte a lui, con la mano sana sul fianco. Nonostante la differente altezza era in grado di fronteggiarlo senza problemi.

Voglio un’altra possibilità, la esigo. Se non funziona, me ne andrò da sola dalla Scuola di Preparazione, ma fammi provare un’altra volta!” gli chiese.

Laura…

Ti imploro!” disse lei, interrompendolo. Vedendo che lui tergiversava ebbe un’idea.

Va bene, facciamo un patto: io proverò di nuovo l’esame, dopo che mi sarò rimessa, e sarai tu ad allenarmi. Se anche stavolta non riesco a passare potrai buttarmi fuori dalla True Cross stessa, altrimenti continuerò il corso. Ci stai?” propose. Non vedeva altra scelta, non le era venuta in mente altra idea. Mephisto ci pensò su un attimo e sorrise: forse questa cosa poteva essere vantaggiosa per entrambi.

Va bene, ti preparerò io, e se non passi te ne vai. Affare fatto?” disse porgendole la mano. Sorridendo, Laura la strinse.

Affare fatto

 

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Capitolo 19
*** Preparazione avanzata ***


Col fatto che aveva dovuto passare la notte in ospedale a causa delle varie ferite che le erano state inferte, Laura non aveva ancora visto Rea. Quando era rientrata in camera lei non c’era, come sempre, e inizialmente la ragazza aveva tirato un sospiro di sollievo: avrebbe avuto un po’ di tempo in più per pensare a cosa dirle.

Nonostante si fosse già fatta il discorso in testa e avesse trovato una scusa per tutte quelle fasciature, tutto ciò che aveva pensato si cancellò nell’esatto istante in cui l’amica entrò in stanza.

Laura? Di solito non sei in camera a quest’o… o santo cielo, che cosa ti è successo?” esclamò quando la vide.

Poteva dirle una scusa, poteva inventarsi qualsiasi cosa, eppure non riuscì nemmeno ad aprire bocca: nel momento in cui Rea entrò, Laura si gettò tra le sue braccia, piangente.

 

 

E alla fine gli ho detto che voglio a tutti i costi frequentare i corsi e che non è giusto che mi butti fuori per un semplice errore, così abbiamo fatto un patto: lui mi preparerà e, se io riuscirò a passare, rimarrò alla Scuola di Preparazione” spiegò.

Cosa succede se non superi l’esame?chiese titubante l’altra.

Me ne andrò dalla True Cross” rispose. Forse non era stata una buona idea, dopotutto. Rischiava di perdere ogni cosa per cui aveva lavorato con tanto impegno. Rea sospirò.

Non è stata una trovata molto intelligente, stai giocando con uno che mi sembra sapere il fatto suo, ma se fare l’esorcista è ciò che vuoi io non posso fermarti” le disse.

Laura si era aspettata qualsiasi reazione da parte della ragazza: paura, rabbia, incredulità, scetticismo, sorpresa, curiosità… tutto, tranne che rimanesse impassibile alla scoperta che nell’accademia c’erano corsi nascosti per esorcisti e che demoni e mostri esistevano.

Tutto qui?” domandò impressionata.

Che cosa intendi?” rispose l’altra, confusa.

No, non poteva essere la prima volta che Rea sentiva parlare di quel mondo.

Niente, mi stupisce che tu non sia confusa o stranita

Beh, perché dovrei? E comunque spiegami una cosa: perché non hai usato il demone nascosto dietro di te? Tu non dovresti essere una specie di arma?” domandò rivolgendosi a Kuto. Questo arrossì e abbassò gli occhi.

Che cosa hai detto?

Che lui doveva proteggerti! È il tuo famiglio, è a questo che serve” ripeté lei.

In quel momento il tassello mancante andò al proprio posto.

A causa della mashou, la ferita che infliggono i demoni, gli esseri umani possono vederli” le aveva detto Mephisto tempo prima. Kuto, benché lei non lo vedesse come tale, era un demone. Uno buono, certo, ma pur sempre un demone!

Come fai a vederlo?” le chiese. Rea la guardò senza capire.

Chi?

Kuto! Lui è un demone, senza mashou non puoi vederlo, quindi tu sei stata ferita!” dedusse.

Ah… già” balbettò l’amica in risposta.

Da quanto tempo è che sai tutto?” sospirando Rea decise di vuotare il sacco.

Da quando abbiamo litigato la prima volta” ammise.

Laura cercò di ricordare quel pomeriggio.

Cioè da…

Quando ho conosciuto Rin, esatto” terminò.

Com’è successo?

Beh, dopo che eri tornata in camera e io ti avevo urlato dietro in quel modo sono scappata via e mi sono nascosta. Avevo trovato un passaggio per il tetto nelle ore in cui tu non eri con me e mi sono rifugiata lì. Dopo un po’ di tempo, non so quanto fosse passato, è arrivato anche Rin. Lì per lì non sapevo come comportarmi, e anche lui era piuttosto imbarazzato, poi ci siamo messi a parlare del più e del meno e abbiamo fatto tardi

E senza conoscerti ti ha detto di esorcismo e demoni?

No, quello è successo dopo che mi sono ferita, ma non posso dirti come. Questo non è un segreto che coinvolge me, io non dovrei saperne niente in realtà, quindi non me la sento di parlartene, ma sono sicura che, quando diventerai esorcista, te lo diranno

Però non è giusto!” ribatté Laura.

Rea le prese una mano.

Fidati di me, se potessi parlerei. Non voglio più litigare con te, sono stata troppo male nelle ultime settimane. Facciamo pace?” le chiese sorridendo.

La ragazza l’abbracciò.

Non ce n’è bisogno” rispose.

 

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Capitolo 20
*** Preparazione avanzata pt 2 ***


Allora, da oggi inizia il tuo corso di preparazione speciale. La professoressa Kirigakure ha insistito per essere presente alle lezioni, ma mi ha promesso che non interferirà con ciò che faremo. È un problema per te?” chiese Mephisto.

Laura scosse la testa.

Assolutamente no Me… ehm, volevo dire, Signor Pheles” rispose lei.

Durante la notte non aveva quasi chiuso occhio perché era emozionata al pensiero di passare ore intere con il preside a fare lezioni di potenziamento. La sua mente aveva viaggiato fino quasi all’alba.

Perfetto, allora. Cominciamo” disse. Si mise di fronte ad un armadietto e sorrise.

Questo è un nido di goblin. Al livello a cui sei non dovresti incontrare problemi a sconfiggerli. Sono più o meno una decina. Pronta?” chiese. La ragazza annuì.

Via!” annunciò aprendo lo sportello.

Dieci demoni uscirono dall’armadietto e andarono contro di lei, che si mise le mani davanti alla faccia per evitare che le cavassero un occhio.

Pensa, Laura, pensa” si disse. Kuto spuntò dalla tasca della camicetta.

Non ho idea di come fare, però aiutami!” gli disse.

Quando i goblin tornarono all’attacco dalla pancia del demone si materializzò uno scudo luminoso. I nemici furono accecati.

Bravissimo! E adesso… ehm…” balbettò. Non aveva attacchi, né tanto meno armi.

Mephisto, ferma tutto” disse Shura. Si era messa a sedere sulla cattedra con le gambe incrociate.

Perché?” le chiese lui.

La ragazza non ha nemmeno un’arma offensiva, come puoi pretendere che sconfigga dei demoni? Dalle almeno una pistola!” gli fece presente. Laura scosse la testa.

Niente armi da fuoco, mi spaventano” disse risoluta. La donna sospirò.

C’è qualcosa che non ti faccia paura?” domandò spazientita. Mephisto ci pensò un attimo.

Posso darti degli spray speciali che sconfiggono i demoni” le disse.

Ecco, quelli mi piacciono già di più” annuì felice. Si sentiva più tranquilla con in mano delle bombolette che con delle pistole.

Una volta che ebbe ricevuto gli spray, l’allenamento ricominciò.

Quando i goblin si avvicinavano troppo Kuto alzava una barriera protettiva che li stordiva e Laura li colpiva con il liquido.

Dopo due ore, sfinita ma felice, la ragazza si mise a sedere. Aveva sconfitto circa trenta demoni.

Basta, vi prego. Sono esausta” disse.

Mephisto chiuse il terzo armadietto della giornata, che aveva fatto comparire dal cappello (Laura aveva smesso di chiedersi come facesse) e lo fece sparire.

Sì, direi che possiamo anche smettere per oggi. Ci vediamo domani alla stessa ora” la avvertì.

Grazie, signor Pheles. A domani, professoressa Kirigakure!” salutò uscendo dalla classe. Kuto si era accasciato sulla sua spalla, ansimante.

Sei stato bravissimo. Come premio stasera puoi mangiare il mio dolce” gli promise. Il demone sorrise.

Mentre percorreva la ormai familiare strada, l’altrettanto familiare cagnolino le si affiancò.

E tu? Credevo fossi impegnato” lo accolse lei, sorridendo. Le erano mancate le loro passeggiate nei giorni in cui era stata in camera per guarire dalle ferite.

Io sono sempre impegnato, ma alcune faccende sono più importanti di altre” rispose senza guardarla.

Non credo di aver capito” disse Laura, confusa.

Non preoccuparti, roba da presidi. Allora, come è andato secondo te il primo allenamento?” le chiese.

Credo bene. Sono stanchissima, ma almeno sono riuscita a difendermi” esultò. Era una grossa conquista non essere stata salvata: si era sentita mortificata quando, durante l’esame, Mephisto aveva dovuto sconfiggere il demone per lei. Non voleva essere sempre l’indifesa, voleva combattere.

Sono contento che questo allenamento ti piaccia, ma da domani faremo sul serio. La professoressa ha consigliato che vengano accelerati i tempi, quindi dovrai impegnarti molto di più” la avvertì.

Non mi importa, io voglio diventare esorcista. So di non essere partita bene con la Scuola di Preparazione, ma da adesso in poi metterò tutta me stessa in questa impresa. Non voglio deluderti” gli disse. Il cane fu colpito da tanta decisione.

Ne sono felice. Significa che non mi farò scrupoli nel creare ostacoli sempre più difficili” rispose divertito.

Allora ti farò vedere che posso farcela! Adesso vado a riposarmi un po’, non riesco più a reggermi in piedi. Buonanotte, Mephisto” gli disse.

 

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Capitolo 21
*** Preparazione avanzata pt 3 ***


Gli allenamenti durarono più o meno due settimane. In quel tempo Laura aveva imparato ad essere più sicura di sé stessa e, grazie all’aiuto di Mephisto, si era impegnata fino in fondo. Era diventato una parte importante della sua vita, poteva negarlo quanto voleva ma era così.

Un pomeriggio, dopo le lezioni, Shura la fermò.

Arikushi, posso parlarti un momento? Da sole?” le chiese, lanciando un’occhiata truce verso il preside, che stava uscendo dalla classe.

Certamente, professoressa Kirigakure, mi dica” acconsentì Laura.

La donna esitò, soppesando bene le parole.

Non starò a girarci troppo intorno, non è nel mio stile, quindi ti farò una domanda secca e diretta” l’avvertì.

Va bene” rispose la ragazza, insicura. Lei le piaceva, ma le incuteva anche un po’ di timore.

Perché passi tanto tempo con Mephisto?” domandò.

Non ho capito” disse Laura. Cosa doveva rispondere a una domanda simile?

Vorrei sapere come mai tu e il preside siete sempre insieme. Ne sei innamorata, vero?

Che cosa? Ma no! Mi hai aiutata quando sono stata ferita dal dobogoblin e ha seguito i miei progressi, ma niente di più! È un professore come un altro, in fin dei conti” rispose imbarazzata.

E non ti sei mai chiesta come mai lui, il preside di tutta la True Cross, sia tanto interessato a passare con te tanto tempo? Nemmeno una volta ti è passato per la testa che potrebbe avere un secondo fine dietro a questa… come posso chiamarla? Amicizia?” insinuò.

Che cosa vuole dire, professoressa?

Io conosco Mephisto, molto bene anche. È un doppiogiochista che ha sempre un secondo fine in testa, non fa mai nulla per nulla. Devi stare molto attenta” la avvertì.

I suoi occhi le fecero capire che non scherzava, ma Laura scosse la testa.

Io mi fido del preside. È stato carino e gentile, con me, e si è mostrato comprensivo e disponibile fin da subito. Non ho paura di lui e, ad essere proprio sinceri, forse sì, un po’ mi piace, ma se questo a lei non va bene io non posso farci niente” ribatté.

La sicurezza che trapelava da quella frase fece vacillare Shura. Vedendo la sua esitazione, Laura si voltò verso la porta prendendo la cartella.

La ringrazio per il suo interessamento, ma non si preoccupi: so badare a me stessa” le assicurò uscendo.

 

Mephisto era in yukata e pantofole quando Shura entrò nel suo studio. Per la seconda volta non si degnò neanche di bussare, aprì la porta come una furia e si parò davanti alla scrivania. “E tanti cari saluti alla mia tranquillità” pensò l’uomo.

Buonasera, Shura. A cosa devo la tua visita?” le disse. La donna lo fulminò.

Devi allontanarti subito da lei!” gli ordinò.

Da chi, scusa?

Da Laura!” spiegò. Mephisto vacillò un secondo.

Sentiamo, perché mai dovrei farlo?chiese divertito.

Quella ragazza è innamorata di te, non lo capisci?” disse.

L’uomo credette di aver capito male. Si mise a ridere.

Sei molto simpatica, Shura, ma…

Non sto scherzando, Mephisto! Può sembrare che non le importi niente, ma lei è innamorata di te!” lo interruppe. Per una volta, l’uomo non seppe ribattere.

Io ti avverto: allontanati subito da lei, prima che si faccia troppo male, altrimenti dopo te la vedrai con me. Sono stata chiara?” lo minacciò.

Senza aspettare risposta, Shura se ne andò sbattendo la porta, lasciando Mephisto confuso e senza parole.

 

 

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Capitolo 22
*** Posso farcela! ***


Dopo ciò che gli aveva detto Shura, Mephisto aveva iniziato a stare con Laura il meno possibile. Anche se poteva non sembrare, in fin dei conti si era affezionato molto alla ragazza e costringersi a starle lontano stava diventando quasi un dolore fisico, però aveva deciso di farlo anche per il suo bene. Se la donna avesse avuto ragione tutta quella faccenda si sarebbe complicata inevitabilmente: non solo avrebbe significato doverle dire tutto quanto, ma avrebbe anche messo a rischio la sua posizione dentro l’Ordine. Non poteva permetterselo, assolutamente.

Nonostante questo, le lezioni di Laura avevano dato ottimi frutti. La ragazza aveva acquistato una fiducia in sé stessa che non credeva avrebbe mai potuto avere, come se ogni goblin sconfitto fosse una goccia in più alla sua autostima. Ormai riusciva a padroneggiare Kuto perfettamente, come se fossero stati insieme per anni, e questo solo grazie a Mephisto. Si era resa conto che, ormai, negare le proprie emozioni era da pazzi, tanto non cambiava niente: lei era innamorata di lui. Ne aveva avuto la conferma quando aveva parlato con la professoressa Kirigakure. Si era accorta del fatto che non poteva rinunciare a lui e questo l’aveva spronata a dare il meglio di sé per riuscire a rimanere alla True Cross. Quello era diventato il suo principale obbiettivo.

Un pomeriggio, finite le lezioni, Mephisto si trovò solo con Shura.

Credo che possiamo procedere con il secondo esame” disse lei, sicura. Aveva fiducia nelle potenzialità della ragazza, dopo averla vista in azione negli ultimi giorni. L’uomo titubò: sapeva che aveva ragione, ormai loro non potevano più fare nulla per aiutarla. Ma se non fosse passata? Se, per qualche motivo, avesse di nuovo bocciato l’esame? Se ne sarebbe dovuta andare e lui non era disposto a perderla. Si rese conto solo dopo qualche minuto che Shura aveva continuato a parlare.

Vai a prenderla e portala da qualche parte dove non c’è nessuno, così il demone potrà attaccarla. Va bene?” gli chiese.

Mephisto annuì. “Da quand’è che una ragazzina può darmi ordini?” si domandò uscendo dalla classe.

 

 

Laura stava facendo allenare ancora Kuto. Da quando aveva iniziato l’allenamento speciale si era messa ogni pomeriggio al rientro dalla Scuola di Preparazione a fare scudi per vedere fino a che punto era in grado di resistere. Aveva iniziato con cinque minuti e adesso era arrivato a più di dieci. Laura era orgogliosa di lui come una madre.

Sentirono bussare alla porta e la ragazza si alzò.

Riposati, per oggi basta, io vado ad aprire intanto. Sei stato bravissimo” gli disse dandogli un bacio sulla testa. Kuto si accasciò sul letto, sfinito.

Sto arrivando!” gridò. Quando aprì vide Mephisto-cane che la fissava.

Ma guarda! Era da un pezzo che non venivi qui. Vuoi entrare?” gli chiese.

L’animale continuò a fissarla, e lei iniziò a sentirsi un po’ a disagio.

Mephisto?” lo chiamò. Il cane si voltò e iniziò a zampettare lungo il corridoio.

Ehi, aspetta!” gli gridò dietro. Lo vide girare verso un corridoio che non aveva mai percorso e questo la mise in soggezione. Ebbe solo un secondo di esitazione e poi decise: tornò in stanza, prese Kuto e seguì l’uomo.

Fermati!” urlò. Iniziò a corrergli dietro, ma era più veloce.

Mi vuoi aspettare? Non ce la faccio a starti dietro!” si lamentò, ma il cane non aveva intenzione di starla a sentire. Qualche minuto dopo Laura dovette fermarsi, incapace di proseguire. Aveva il fiatone e le facevano male le gambe.

Quel… quel cane non… uff… non è normale. Poteva aspettarmi” disse. Quando ebbe ripreso fiato si guardò intorno. Non era mai stata lì.

Ehi, Kuto, tu non hai una terribile sensazione di dejà vu? Questo posto non mi piace, andiamocene” decise. Aveva già avuto una brutta esperienza una volta, non voleva ripeterla.

Mentre si girava udì un suono minaccioso dietro di sé, una specie di ringhio basso che la fece immobilizzare.

Oh, no!” sussurrò.

Nel buio vide due enormi occhi gialli e minacciosi che la guardavano.

Un secondo dopo tutto il demone apparve: era una specie di enorme lupo arancione, con grosse zampe affusolate. Gli artigli erano affilati e irregolari; la coda era molto folta, colorata di giallo, rosso e bianco e si muoveva minacciosa; il corpo, molto più alto di Laura, era ricoperto di pelo ispido; la testa era appuntita, con grosse orecchie da lupo e le zanne che uscivano dalla bocca, gocciolando liquido scuro. Nel complesso era un demone dei più inquietanti che Laura avesse mai visto anche sui libri.

Io questa scena l’ho già vissuta” sussurrò la ragazza, in preda al panico.

Per la seconda volta veniva attaccata senza preavviso.

Stavolta non mi farò sconfiggere” disse, più a sé stessa che al demone.

Aspettò che questo attaccasse: aveva imparato che non serviva a niente essere i primi a fare la prima mossa, ti metteva solo in svantaggio.

Quando il lupo iniziò ad avanzare veloce, Laura si voltò verso Kuto.

Stai pronto. Al mio…” disse.

Appena il demone fu ad un passo da lei, gridò.

VIA!

Kuto si mise in mezzo creando una barriera luminosa che coprì completamente la ragazza, il lupo fu respinto con forza e cadde a terra.

Adesso lo spray” si ricordò, frugando nelle tasche.

Non… non c’è!” esclamò disperata. Era uscita talmente in fretta che lo aveva dimenticato in camera. E adesso?

Kuto, dobbiamo fuggire. Sarebbe da folli rimanere qui senza un’arma, finiremmo come la carne da macello, andiamo!” gridò al piccolo demone, che si rifugiò sulla sua spalla.

 

No! Stavolta tu rimani qui!” disse Shura.

Stava tenendo d’occhio Mephisto da quando era iniziato l’esame, memore della prima prova.

Fammi andare, Kirigakure!” ordinò lui, in preda al panico.

La donna gli puntò la spada alla gola e lo costrinse a stare fermo.

Non mi costringere a farlo, non mi va di essere processata per causa tua” lo avvertì. L’uomo non poté fare altro che rimanere immobile, a guardare.

 

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Capitolo 23
*** Posso farcela! pt 2 ***


Laura aveva iniziato a correre verso l’uscita. Una volta fuori da lì avrebbe chiesto aiuto. Intanto il lupo si era rialzato e si era messo ad inseguirla, poteva sentire il suo passo.

Devo sbrigarmi, oppure mi prenderà” si disse la ragazza. Adesso riusciva a percepire anche il suo respiro. Accelerò l’andatura, ma fu inutile: un secondo dopo sentì un colpo sulla schiena e cadde a terra con la pancia in giù.

Kuto rotolò qualche metro più là, stordito dalla botta.

Laura sentiva il sangue scorrere sulla sua schiena, aveva un profondo graffio sulla pelle. Rimase qualche secondo senza riuscire a vedere, gli occhi le si erano annebbiati.

Non di nuovo, non di nuovo” si disse.

Il lupo la fece girare sulla schiena e lei gridò per il dolore.

 

Lasciami passare, Shura, non farmi pentire delle mie azioni!” intimò Mephisto alla donna. Lei non abbassò la spada.

Devi farle fare l’esame da sola!” cercò di farlo ragionare, ma lui non voleva sentire ragioni: la colpì allo stomaco facendole perdere la presa sull’arma e gliela tolse di mano.

Mi dispiace essere stato tanto rude, ma non mi hai lasciato scelta. Non vedi che è nei guai? Se si fa qualcosa io… io…” nemmeno lui poteva spiegarlo, non ne era in grado.

Ma non capisci? Se vai in suo soccorso prima che possa dimostrare che può farcela non riuscirà mai a diventare esorcista. Tu vuoi che lo diventi, giusto? Lasciale terminare l’esame, brutto idiota!” disse Shura con voce tremante.

La botta nello stomaco era stata molto forte.

Mephisto vacillò e si mise a sedere.

 

 

Sentiva l’alito caldo del lupo sulla faccia. Il liquido nero che gli colava dalle zanne le aveva bruciato la camicetta e adesso rischiava di ferirle anche il corpo. Il demone mise una zampa sulla sua gola e iniziò a premere.

L-lasciami… non… non respiro” disse lei soffocando.

Cercò di liberarsi, di muovere le mani, ma lui le era sopra e la bloccava. Iniziò a perdere i sensi.

 

 

Non ce la faccio più!” sbottò Mephisto. Ormai aveva perso il controllo di sé. Shura sospirò.

Quando ti ci metti sei peggio di Rin. Ti sta proprio molto a cuore quella ragazza, eh?” gli disse. Lui non fu in grado di rispondere.

 

 

Nello stato di semicoscienza in cui versava, Laura vide i due scontri precedenti con i demoni: in entrambi i casi Mephisto era dovuto intervenire per salvarla. Non voleva fare sempre la preda, non voleva che tutte le volte dovessero andare a soccorrerla, voleva anche sapersi difendere.

Kutoku!” esclamò una voce vicino a lei.

Aprì gli occhi e vide l’amico che cercava di farla svegliare. Allungò una mano e lo toccò.

U-usa… usa lo scudo, Kuto” gli ordinò. Il piccolo demone non se lo fece ripetere: utilizzando tutta l’energia che aveva in corpo creò una barriera protettiva che respinse il lupo e lo mandò a sbattere contro il muro.

Recuperando fiato, Laura riuscì ad alzarsi.

Io non voglio fuggire, non di nuovo. Io posso farcela!” gridò rivolta al nemico.

In quell’istante Kuto s’illuminò: dal cerchio sulla sua pancia si creò un fascio di luce che accecò la ragazza per qualche secondo. Quando riaprì gli occhi davanti a lei c’era una spada bellissima: la lama era leggermente ricurva, con qualche cerchio dorato dalla parte dell’impugnatura; dove lama e elsa si incontravano questa formava una specie di S orizzontale, con dei disegni, anch’essi dorati; in fondo all’impugnatura c’era una specie di nastro che formava un fiocco; alla fine della spada si formava una sfera.

Che diavolo è questa?” chiese Laura, stupita. La prese in mano e sentì una forza innaturale pervaderla da capo a piedi.

Ma l’hai fatta comparire tu? E io che dovrei farci?” domandò rivolta a Kuto. Il demone la guardò male.

Intanto il lupo si era rialzato ed era arrabbiato, molto, molto arrabbiato. Fregò una zampa a terra per prendere la rincorsa e balzò verso la ragazza, che non ebbe neanche il tempo di pensare: quando vide che le era sopra brandì la spada in aria. Un cerchio di luce apparve nel punto in cui lei aveva sferzato l’aria e si abbatté contro il lupo, che si dissolse nell’aria. Nel corridoio cadde il silenzio.

Ce l’abbiamo… fatta?” sussurrò incredula Laura. Aveva ancora la spada in mano, ma adesso pesava terribilmente. Cadde a terra, stremata.

Ce l’ho fatta, Kuto, ce l’abbiamo fatta!” esultò.

Vide Mephisto che si calava dal soffitto, con il mantello che svolazzava nell’aria. L’uomo batté le mani.

Brava! Mi congratulo con te per l’ottimo lavoro svolto, questo era il tuo esame da exwire. Sei promossa!” le disse, orgoglioso.

Era riuscito a recuperare un po’ di padronanza di sé e sembrava non essere rimasta traccia della crisi che aveva passato. Laura sorrise.

Ma tu non sei capace di entrare come ogni persona normale? gli disse divertita.

Fu l’ultima cosa che riuscì a ricordare.

 

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Capitolo 24
*** Posso farcela! pt 3 ***


Le bruciava terribilmente la schiena. Era come se avessero messo dieci litri d’alcool nelle sue vene.

Aprì gli occhi stordita e riconobbe l’ormai familiare ospedale.

Era la terza volta che ci finiva.

Ben svegliata, giovane exwire” la saluto una voce.

Si voltò e vide Mephisto seduto con le gambe accavallate sul letto accanto al suo.

Fece un debole sorriso in risposta.

Ce l’ho fatta, sono passata. Potrò rimanere all’accademia” disse flebilmente.

L’uomo le sorrise.

Già, mi hai dovuto proprio fare bugiardo” sospirò. Era divertito.

Come mai mi trovo di nuovo in ospedale?” chiese lei. Non riusciva a ricordare.

Hai una profonda ferita sulla schiena, sei stata colpita dal miasma del lupo e sei svenuta davanti ai miei occhi. Mi sembrava opportuno portarti qui” le spiegò.

Ricordo tutto in modo molto confuso, ma qualcosa riesco a focalizzare” ammise lei.

Meglio così, allora. Adesso ti chiedo scusa, ma devo andarmene. Ho una marea di scartoffie da controllare. Quando ti dimetteranno, tra qualche giorno, gradirei che venissi nel mio ufficio: ho delle cose di cui parlarti” le chiese.

Certo, nessun problema

Allora buona guarigione, dolce Laura” si congedò con un grosso inchino.

Rimasta sola la ragazza vide apparire Kuto sul comodino.

Ciao piccolo. Sei stato bravissimo prima, se non fosse stato per te non sarei nemmeno viva” lo ringraziò. Il demone si mise su una sua mano e si accoccolò.

Già, forse è meglio se dormiamo un po’ entrambi, ce lo siamo meritato. Dormi bene” gli sussurrò baciandolo sulla testa.

Kuto sbadigliò e chiuse gli occhi.

 

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Capitolo 25
*** Svolta imprevista ***


Laura rimase in ospedale una settimana intera stavolta. Le ferite si rimarginarono piuttosto velocemente, tutto sommato, ma lei si annoiava a rimanere lì senza fare niente. Le uniche distrazioni erano le storie di Rea, che andava a trovarla ogni pomeriggio.

Certo che tu non sei capace di passare due settimane senza farti male” le disse un giorno per scherzare. Laura sbuffò.

Lasciamo perdere, mi sento un’imbecille a finire sempre in ospedale così. Qualche novità?” chiese, desiderosa di non pensare ai suoi problemi. Rea scosse il capo.

Nemmeno una” rispose sconsolata. Sentirono in lontananza la campanella di inizio lezioni.

Mi dispiace, ma devo lasciarti. Paura pranzo finita, purtroppo. Rimettiti, ciao!” la salutò.

Laura rimase sola con Kuto.

Siamo sempre tu ed io, vero piccolo?” gli disse.

Kutoku!” esclamò lui.

Come sei bravo a farmi tornare il sorriso” si complimentò accarezzandolo sulla testa.

 

 

 Una mattina andò da lei Shura.

Si può?” chiese facendo capolino dalla porta. Aveva in mano un mazzo di fiori e sorrideva.

Professoressa Kirgakure, buongiorno” la salutò Laura. Non tentò nemmeno di mettersi seduta: le ferite sulla schiena le facevano venire le lacrime agli occhi appena si muoveva.

Buongiorno a te. Come stai oggi? Va un po’ meglio?” s’informò la donna. Mise i fiori in un vaso che era sul comodino e si accomodò nel letto vicino (quello in cui, come ricordò Laura sorridendo, aveva trovato Mephisto quando si era svegliata il primo giorno).

Sì, le ferite mi fanno meno male e riesco quasi a muovermi” le rispose. Shura sospirò.

Mi dispiace che tu ti sia ridotta in queste condizioni, sotto un certo aspetto è colpa mia” confessò. Laura scosse la testa.

Credo che sia stato meglio così. Se non mi fossi trovata quasi in fin di vita non avrei tirato fuori il meglio di me e non sarei riuscita a far uscire appieno i poteri di Kuto. Per cui, grazie di tutto” le disse. La donna sospirò sollevata.

Sono felice che tu la pensi in questo modo” ammise.

Comunque sono venuta a farti una domanda

Certo, dica

Volevo di nuovo chiederti cosa provi per Mephisto” le disse. Laura esitò.

So che è una domanda che non dovrei farti, ma non riesco a star fuori a guardare, è più forte di me. Giuro che non mi intrometterò, né ho l’intenzione di dissuaderti, non dopo l’esame comunque” le assicurò. La ragazza ci pensò un secondo.

Io credo di essermi innamorata di lui” confessò alla fine. Era la prima volta che lo diceva ad alta voce e questo le diede una sensazione di benessere. Era come essersi tolti un peso terribile dallo stomaco.

Sì, lo sospettavo. Non posso farci niente, i gusti son gusti, però posso almeno sapere come mai proprio Mephisto? Con tanti bei ragazzi che ci sono in giro perché una bella ragazza come te si innamora di un… un… non ho una definizione adatta per lui, almeno non una che non sia offensiva

La verità è che non lo so. Ci ho pensato molto e sono arrivata alla conclusione che non c’è niente di particolare che mi piace in lui perché è il complesso ciò di cui sono innamorata. Scegliere una cosa che mi piace più di un’altra è impossibile: a partire dal suo modo particolare di vestirsi per arrivare al suo buffo linguaggio, sono completamente persa” ammise.

Shura la fissò per qualche secondo: quella ragazzina era proprio strana.

Beh, direi che io non posso fare niente. Voglio solo dirti di stare attenta: dietro al suo modo di comportarsi c’è un uomo molto pericoloso, non vorrei che tu ti facessi male. Rimettiti presto, Laura” la salutò.

Fissando la porta la ragazza pensò ad una cosa sola: non aveva capito una sola parola di ciò che la professoressa le aveva detto.

 

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Capitolo 26
*** Svolta imprevista pt 2 ***


La prima cosa che fece una volta dimessa dall’ospedale fu, come promesso, andare dal preside. Passò solo un secondo in camera per cambiarsi e poi andò nel suo ufficio.

Si sentiva leggera e felice mentre percorreva la strada che la portava fino in cima alla scuola. Le risuonavano in testa le parole di Shura.

Dietro al suo modo di comportarsi c’è un uomo molto pericoloso, non vorrei che tu ti facessi male” cosa aveva voluto dire? Con lei Mephisto era sempre stato gentile e dolce, come se tenesse davvero a lei, ma forse aveva solo interpretato male i suoi comportamenti.

Bussò alla porta.

Avanti!” disse una voce da dentro. Lei entrò, visibilmente a disagio. Perché tutto quell’imbarazzo ora?

Sono venuta come mi avevi chiesto, Mephisto” disse mettendosi a sedere. Sentiva il cuore pulsare nelle orecchie. L’uomo sorrise alzando gli occhi dalla scrivania.

Laura! Quanto tempo! Sono felice di vederti” la accolse.

Per la prima volta da quando si conoscevano, lui si alzò e si mise a sedere su una poltrona vicino a lei.

Allora, come stai? Le tue ferite sono finalmente guarite?” le chiese.

Perché tutta quella premura?

Sì, quasi tutte. Quella sulla schiena fa ancora un po’ male, ma adesso riesco a non piangere quando mi muovo” rispose lei. Sentiva le guance andare a fuoco.

Beh, io ti ho convocata per parlare dei nuovi corsi che seguirai. Saranno più intensi e più difficili. Ho già parlato con i professori, che ti seguiranno individualmente. Hai perso molte lezioni, sia perché hai iniziato tardi con i corsi sia perché non hai passato l’esame la prima volta, così affronterai la scuola da sola, almeno fin quando non recupererai. Per te è un problema?” le chiese. Si avvicinava con il volto a lei ogni secondo di più.

Io credo… sì, credo di sì” balbettò lei, incapace di parlare.

Non capiva perché tutt’a un tratto le sembrava che la stanza andasse a fuoco, era come essere dentro a un forno.

Perfetto! Direi che puoi iniziare domani, se per te non è un problema” le disse allontanandosi all’improvviso. Laura riprese a respirare normalmente.

No, no, figurati, domani  va benissimo” rispose.

Se le stava lontano le era più facile ricordarsi di respirare, soprattutto perché non sentiva il suo profumo. Le faceva girare la testa.

Lui si alzò.

Ti va una tazza di tè?” le chiese. Laura annuì.

Volentieri” rispose.

Mephisto si alzò e andò a preparare il bollitore, poi tornò a sedersi.

Allora, giovane fanciulla, qualche novità?” domandò.

Nessuna che tu non sappia già” gli assicurò. Si sentì il rumore del vapore che usciva.

Con permesso” si scusò lui. “Tranquillizzati, non guardarla negli occhi, non farti trasportare, devi contenerti” si diceva. Quando tornò a sedere e le porse la tazza di tè, notò i suoi occhi verdi e i capelli che le ricadevano sul collo. Voleva toccarli più di ogni altra cosa.

Stettero qualche minuto in silenzio a bere, ognuno perso nei propri pensieri. Una volta finito, la ragazza gli porse la tazza e attese che lui la riponesse. Intanto si spostò i capelli dalla gola e li fece passare dietro la spalla.

Quel gesto gli fece perdere qualsiasi buon senso.

Adesso passiamo a cose più… piacevoli” disse lui.

Si alzò e la bloccò alla poltrona, andando vicinissimo al suo viso. Aveva le mani appoggiate ai braccioli della sedia e la faccia a pochi centimetri dalla sua.

Volevo parlarti di una questione più privata, se per te non è un problema” affermò. Laura deglutì, incapace di rispondere.

Ecco, mi sono reso conto di una cosa importante: quando sei vicina a me è come se una scossa elettrica mi partisse dalla testa…” iniziò toccandole con un dito una tempia.

Fermandomi il respiro in gola” proseguì sfiorandola lungo il profilo per fermarsi sul collo. La ragazza tremò.

Mephisto, che diavolo stai facendo? Sei impazzito?” gli chiese. Non si era mai comportato così!

No, non sono impazzito, però ho bisogno di un favore da parte tua” ammise.

La stava fissando negli occhi, senza mai staccare lo sguardo. Era come una calamita.

Che genere di favore?

Ho bisogno di provare una cosa. Mi permetti?” le chiese.

Arrivò a pochi centimetri dalle sue labbra e si fermò. Il cuore di Laura accelerò impazzito.

So che tu sei attratta da me tanto quanto io lo sono da te, quindi vorrei vedere fino a che punto arriva quest’attrazione. Posso?” domandò. Lei non era in grado di rispondere e lui prese il suo silenzio per un invito. Si avvicinò lentamente e posò le labbra sulle sue.

Per un secondo Laura credette di sognare. Com’era possibile che lui, il preside della scuola, un uomo grande e forte, la stesse baciando? Non solo era surreale, ma anche assurdo. Appurato questo, si abbandonò contro di lui. Aveva un sapore fresco, dolce, un gusto buono e invitante. Gli mise le mani intorno al collo e lo attirò a sé. Dal canto suo, Mephisto le passò le mani dietro la schiena per alzarla, ma il contatto con la ferita la fece sobbalzare. Quel dolore le aprì gli occhi.

NO!” disse staccandosi violentemente. QUELLO era un enorme errore.

Più stupito di lei dal suo comportamento, Mephisto si allontanò.

Questo non era nei miei piani” ammise.

Stava iniziando a rendersi conto di ciò che era appena successo.

Laura aveva il fiato corto e le guance in fiamme.

Non credo sia una buona idea, è sbagliato” gli disse.

Lo so, scusami. Io non posso innamorarmi di te, sei solo una ragazzina in fondo, e io sono il preside. Essendo anche un uomo di grande importanza all’interno dell’Ordine non credo che sarebbe salutare per la mia reputazione se si sapesse che ho baciato una studentessa” le rispose.

No, non volevo dire questo. Ok, forse volevo dire anche questo, ma intendevo che… che…” che cosa intendeva? Nemmeno lei lo sapeva.

Tu sei solo una bambina, in fondo. Non hai ancora quella maturità che fa provare sentimenti profondi e sinceri, lo so da solo, non preoccuparti” le assicurò.

Quelle parole furono uno schiaffo in pieno viso per Laura: non solo confermavano che aveva capito male ciò che lui provava, ma le dicevano chiaramente che per lui non era altro che una semplice studentessa. Si sentì un’idiota.

Non era per quello che lo stavo dicendo. Sei uno stupido se credi che intendessi dire che non provo niente per te, Mephisto, ma mi pare che non abbia importanza, giusto?” esclamò.

Senza attendere risposta si alzò e se ne andò, sbattendo la porta.

 

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Capitolo 27
*** Svolta imprevista pt 3 ***


Il preside non aveva programmato niente. Quella mattina Shura era andata da lui per dirgli che aveva parlato con Laura e che i suoi sospetti sul fatto che fosse innamorata di lui erano fondati, era stata lei stessa ad ammetterlo. Ci aveva pensato tutto il giorno, finché non era giunto alla conclusione che doveva averne la prova da solo.

Nella sua testa il loro incontro avrebbe dovuto essere meno violento: si sarebbe solo avvicinato per vedere la sua reazione e poi l’avrebbe mandata via.

Un’azione semplice e indolore, che non avrebbe fatto male a nessuno. O almeno così credeva.

 Quando si era messo sulla poltrona e si era lentamente avvicinato il suo autocontrollo era stato messo a dura prova.

Aveva dovuto allontanarsi di scatto per resistere all’impulso di baciarla subito.

Poi l’aveva vista recuperare il respiro quando l’aveva lasciata libera e il suo istinto di demone si era risvegliato: era come impazzito, non aveva ragionato e si era solo lasciato trasportare dalle emozioni, cosa che non accadeva mai.

Lui non si poteva permettere di abbandonarsi alle sensazioni, era Mephisto Pheles, figlio del grande Satana, preside della True Cross e capo della divisione Giapponese dell’Ordine, diamine!

Eppure non era stata una brutta esperienza… no, doveva essere sincero: voleva ripeterla.

Nello sguardo di Laura aveva letto delusione e tristezza, ma solo perché aveva male interpretato le sue parole: lui non voleva dire che lei non era importante, ma stava solo cercando di recuperare un po’ di autocontrollo!

Doveva chiarire, non poteva lasciarla andare via così! Si trasformò in cane e corse verso camera sua, intenzionato a parlarle.

 

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Capitolo 28
*** Ricordi ***


Laura tornò in camera in lacrime. Ringraziando che le lezioni durassero ancora per un paio d’ore, si buttò sul letto e si strinse al cuscino.

Kuto le andò accanto e le sfiorò il viso.

Kutoku?” chiese. Lei lo fissò con gli occhi rossi.

Sono una stupida, una terribile stupida” disse.

Pianse per almeno un’ora prima di riuscire a calmarsi e ragionare lucidamente. Tirò su col naso e si mise a sedere.

Credevo che lui ricambiasse, almeno in parte, i miei sentimenti, e invece mi ritrovo con una frase da film della serie sei troppo piccola. Ma ti sembra giusto? Con tutto quello che ho fatto per diventare exwire, per fargli vedere che posso farcela, per lui in definitiva. Quanto tempo sprecato” disse all’amico, che le era salito sulle ginocchia e si era stretto alla sua vita per consolarla.

Come sei piccolo, mi piacerebbe che tu fossi a grandezza naturale per stringerti e piangere con te. Ma sai una cosa? Mi piaci anche così” gli assicurò baciandolo sulla testa. Il demone arrossì.

Kutoku” rispose imbarazzato. Laura rise e decise di alzarsi.

Piangersi addosso è inutile, tanto vale essere costruttivi. Mi do una bella sistemata e poi inizio a studiare” annunciò.

Aveva ragione: se ci fosse stata troppo male non avrebbe risolto niente, meglio affrontare la cosa di petto. Si sciacquò la faccia, si fece la coda di cavallo e si mise a sedere alla scrivania. In quel momento si sentì bussare alla porta.

Aspettavi qualcuno?” chiese ridendo a Kuto.

Quando aprì davanti a lei c’era l’unica persona che in quel momento non voleva assolutamente vedere.

 

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Capitolo 29
*** Ricordi pt 2 ***


Che ci faceva lì? Cosa voleva da lei? Non le aveva già fatto abbastanza male?

Vattene!” disse senza nemmeno farlo entrare.

Fece per sbattere la porta ma una sua mano la bloccò entrando con prepotenza.

Ma come, non mi dici nemmeno ciao?” le rispose divertito.

Lei lo guardò incredula.

Mephisto, io non voglio che tu rimanga qui, mi hai fatta piangere fin troppo

Mi dispiace, davvero, non era mia intenzione, però adesso vorrei parlarti

Io, invece non voglio. Devi andartene di qui, adesso!” gli ordinò.

Riaprì la porta e gli fece segno di uscire. L’uomo rimase fermo.

Non hai capito: io non me ne vado” rispose lui sorridendo. Iniziava quasi a farle paura. Si avvicinò a lei e chiuse gentilmente la porta, rimanendo con una mano appoggiata al muro, quasi bloccando Laura. La ragazza si allontanò da lui.

Hai paura di me, per caso?

Che cosa vuoi, Mephisto?” chiese lei, spazientita.

Doveva mandarlo via prima che fosse troppo tardi.

Tu ed io non avevamo finito quando te ne sei andata dal mio studio

Sì che avevamo finito: mi hai detto che sono troppo piccola, che tu sei troppo importante e che non è possibile una storia tra di noi. Cos’altro vuoi aggiungere?

No, io non ho detto questo. Ho detto che io non potrei permettermi di avere una storia con te, non che non voglio. Non direi mai una bugia a una giovane ragazza come te” rispose divertito.

Iniziò a camminare lentamente verso di lei, che si era messa in piedi davanti alla scrivania.

E quindi? Cosa vorresti da me adesso?” domandò.

Più si avvicinava più lei sperava in un aiuto.

Quando fu a un paio di passi di distanza Kuto si mise in mezzo.

Kutoku!” disse. Stava cercando di proteggerla. Mephisto rise.

Ma guarda, un piccolo eroe. Potresti farmi passare? Ho urgente bisogno di parlare con la tua amica” gli chiese galantemente. Il demone scosse la testa.

Allora dovrò usare le maniere forti. Mi dispiace, piccolo” si scusò.

Lo colpì con la mano e lui rotolò sul letto, lontano da Laura. Approfittando di quel momento di distrazione l’uomo si avvicinò velocemente a lei e la bloccò alla scrivania.

Adesso facciamo in modo che lui non ci disturbi più” le disse.

Allungò lentamente una mano verso la tasca della sua gonna e prese il foglietto delle invocazioni che ci teneva nascosto. Lo accartocciò e lo strappò, così che Kuto scomparisse.

Ora siamo solo io e te” le sussurrò. La posizione in cui erano poteva sembrare molto equivoca: lei era praticamente seduta sulla scrivania e lui le stava con le mani appoggiate ai lati, per bloccarla.

Mi piace rimanere così, è molto… eccitante” le disse con la voce roca. Si era piegato verso di lei per parlare e Laura poté sentire il suo respiro sul collo.

M-Mephisto, ti prego vattene…” rispose lei, al limite delle proprie forze.

No” decise semplicemente lui.

Non era andato lì con l’intento di sedurla, ma ormai era già abbastanza compromesso, peggio di così non poteva andare, giusto? E poi la voleva, la desiderava.

Ascoltami, sei stato chiaro prima, non mi farò più illusioni sul tuo conto, però adesso torna nel tuo studio. Se Rea rientrasse e ci vedesse così…

Sai benissimo che la tua amica non finirà le lezioni prima di due ore e che di solito poi si intrattiene con Rin per un po’. Direi che abbiamo tutto il tempo per divertirci” le sussurrò all’orecchio.

Laura rabbrividì e sentì le gambe cedere.

Ascolta, devi andartene da qui, ti prego. Hai detto che non sei disposto a stare con me, quindi dammi una sola buona ragione per cui non dovrei respingerti” lo sfidò. Gravissimo errore. Avvicinando la sua faccia a quella di lei, sorrise.

Perché mi desideri con tutta te stessa” le rispose.

Posò le mani sui suoi fianchi e l’attirò a sé.

Se non vuoi che ti baci, dillo subito. Non mi fermerò, ma almeno saprò che questa sarà l’unica volta, altrimenti io non smetterò di sedurti neanche se mi implori” la avvertì.

Laura non riusciva a respirare, aveva le gambe tremanti e la volontà ormai annullata.

Ultima chance” le ricordò.

Le loro labbra erano a pochi millimetri di distanza quando lei si ricordò di ciò che stava facendo. Lo spinse via con forza, prendendolo alla sprovvista.

NO!” gridò.

Voleva averlo, lo voleva con tutto il corpo, ma era sbagliato.

No?” domandò lui infuriato.

No!” ripeté lei.

Gli occhi di Mephisto s’infiammarono e tornò alla carica, più convinto di prima.

Voglio sentirmi dire che non mi vuoi, che non mi desideri, che ti sono indifferente” la sfidò. Iniziò a baciarle il collo con delicatezza, come si bacia un fiore. Laura deglutì.

Io non… i-io… non…” non riusciva più a ragionare.

Quando lui passò alle sue labbra, le gambe cedettero completamente. Sentì i ginocchi piegarsi e si resse alla camicia dell’uomo, che la prese tra le braccia facendola sedere sulla scrivania.

Ripetilo adesso, se ci riesci” sorrise.

 Non poteva riuscirci, non era fisicamente possibile che riuscisse a ripetergli no. Le era costato una fatica assurda la prima volta, figuriamo adesso.

Questo è… terribilmente sbagliato” affermò con fatica. Aveva il respiro corto e gli occhi semichiusi.

A me piace sbagliare” le confidò.

Mise le mani sulla sua vita e la attirò a sé, poi iniziò a togliersi il mantello e il cappello.

Sai, prima pensavo che avremmo solo parlato ma direi che questa soluzione è molto più… piacevole, per entrambi” disse.

Aveva iniziato ad aprirsi la camicia, slegando lentamente il foulard intorno al collo.

Che stai facendo?” chiese lei tra un bacio e un altro.

Ma non è chiaro, mia cara?” rispose lui provocante.

Aveva la maglietta completamente sbottonata, si potevano vedere gli addominali che nascondeva al suo interno.

Laura perse completamente il controllo di sé: lo prese per la sciarpa e lo attirò a sé, utilizzando una mano per accarezzargli il petto.

Adesso mi piaci molto di più” ammise lui.

Iniziò a sfiorarle la vita, per poi scendere sui fianchi. Aveva le mani leggere e esperte e la fece tremare subito.

Si staccò da lei e scese lentamente con la bocca, baciandole la gola, il petto, sempre più giù. Laura ormai boccheggiava.

Mentre con le mani le apriva la camicetta, con le labbra continuava a baciarle la pelle scoperta.

Mephisto… io…” cercava di dire, ma non riusciva a far nulla: era diventata una bambola nelle sue mani. L’uomo sorrise, sapendo di averla in pugno.

Non mi puoi scappare, non devi nemmeno provarci, tanto ormai sei mia” le disse. Quando ebbe aperto completamente la sua camicia, gliela sfilò gettandola a terra con gli altri vestiti, poi passò al reggiseno. La fece sdraiare sulla scrivania e le tolse anche quello. Ormai dalla vita in su erano completamente nudi.

Posso suggerire di spostarci sul letto? Credo sia molto più comodo per certe cose” le chiese, senza smettere di baciarla sul corpo. Laura annuì e si strinse a lui mentre la prendeva in braccio e la posava delicatamente sulle coperte.

A quel punto fu la ragazza a prendere l’iniziativa: accarezzandolo sul petto scese con la mano fino a trovare l’apertura dei pantaloni. Armeggiò un paio di secondi e glieli slacciò, per poi sfilarglieli lentamente di dosso. Lui fece altrettanto con la sua gonna, lasciandola solo con le mutandine addosso.

Posso?” chiese prima di toccarla nel suo punto più intimo.

Forse non l’aveva sentito o forse era troppo emozionata per parlare, ma Laura stette zitta e lui prese il suo silenzio come un invito: scese con la mano fino alla biancheria e la spostò leggermente. Quando la sfiorò, lei gemette, reprimendo l’impulso di urlare.

Puoi gridare, se vuoi, non ti sente mica nessuno” le assicurò.

Laura scosse il capo, ma Mephisto voleva sentirla mentre provava piacere, così entrò dentro di lei con un dito.

Mephisto!” esclamò lei, impaurita. Lui la zittì con un bacio. Continuando a muovere la mano, la sentiva soffocare gemiti sotto le sue labbra e accelerò i movimenti. Quando tremò, si staccò da lei e la guardò. Poi la ragazza si accasciò sul letto.

Adesso, se mi permetti, è il mio turno” le disse.

Si tolse i boxer e si aggiustò per bene sopra di lei.

Ripensamenti?” chiese.

Laura scosse la testa. Lentamente lui la penetrò. La ragazza gridò.

 Quella era l’esperienza più assurda, imprevista, impensabile, insensata mai avuta. Se ci avesse pensato solo un’ora prima non ci avrebbe creduto. Lui si stava muovendo veloce sopra di lei, e ormai sentiva che stava per giungere al culmine. Dopo pochi minuti entrambi tremarono. Si inarcò con la schiena e sentì una scossa, molto più forte della prima, pervaderla da capo a piedi, poi si accasciò sul letto, con lui sopra di lei. Mephisto rotolò su un fianco, per riprendere fiato.

Tu… tu… tu…” balbettò Laura, indignata.

Non solo era andato lì senza motivo, ma l’aveva anche sedotta!

Non era nei miei piani, ma direi che posso accettare un piccolo imprevisto come questo” ammise lui, sorridendo.

Perché sei venuto?” gli chiese, rendendosi conto del doppio senso di quelle parole. L’uomo non parve farci caso (o forse non disse nulla per gentilezza).

Volevo chiarire un punto con te: non ho mai detto che non provo niente. Prima cercavo solo di farti capire che questo –e indicò loro due stesi sul letto- è sbagliato” spiegò. Laura chiuse gli occhi, stanca sia fisicamente che emotivamente. Iniziò a sentire le palpebre farsi pesanti.

Tu non sei normale, sei pericoloso” affermò sbadigliando.

Mephisto sorrise e le diede un bacio sulla fronte.

Ne parliamo quando ti sveglierai, d’accordo? Adesso riposati” le disse.

La ragazza si addormentò dolcemente, abbracciata al suo petto.

 

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Capitolo 30
*** Ricordi pt 3 ***


Mephisto, i nostri fratelli e nostro padre Satana ci aspettano”… voci confuse… “Cosa farai se verrà a cercare Rin? È un demone come noi, dopotutto”… non aveva senso ciò che sentiva…

Laura aprì gli occhi con fatica, senza ricordare dove fosse o perché. Sentiva le lenzuola sulla pelle nuda. “Come mai non ho niente addosso?” si chiese. Quando fu in grado di mettere a fuoco ciò che aveva intorno si rese conto che quello che stava vedendo non aveva senso. Si mise a sedere sul letto, con gli occhi sgranati: di fronte a lei c’era Mephisto, ancora mezzo nudo, che si stava aggiustando la coda. LA CODA?

Oddio… cosa… cosa diavolo è quella?” domandò in preda al panico.

Preso alla sprovvista, l’uomo fece del suo meglio per nasconderla, ma ormai il danno era fatto.

No, non… non è vero” balbettò lei.

Una specie di pulsante fu premuto nella sua testa e una serie di ricordi le tornarono in mente a cascata: la gonna bruciata, lei che andava nell’ufficio del preside, i discorsi ascoltati da dietro la porta, il bisogno fisiologico di dimenticare…

Calmati, non è niente” rispose lui, mettendosi a sedere accanto a lei e allungando una mano per accarezzarla. Laura lo spinse via, alzandosi dal letto e cercando i vestiti.

Tu sei un demone! Io lo sapevo, ora ricordo tutto!” esclamò, sull’orlo di una crisi isterica.

Ricordi?” domandò lui confuso.

Quando si fu rivestita la ragazza iniziò a camminare nervosamente su e giù per la stanza.

Quella sera, quando sono venuta da te per la gonna bruciata avevo sentito delle cose da dietro la porta. Non so con chi tu stessi parlando, Amaimon o qualcosa di simile, ma ora mi ricordo nitidamente di avergli sentito dire che tu sei un demone… che tu sei il figlio di Satana” rispose in un sussurro. “E anche Rin” aggiunse mentalmente.

Ecco, forse tu l’hai sentito ma magari hai capito male” provò lui, ma lo sguardo di Laura lo fece zittire.

Stavolta finiva male sul serio.

So benissimo ciò che ho sentito e non ho frainteso assolutamente niente. Tu ti sei preso gioco di me! Aveva ragione Shura a dirmi che sei pericoloso, che non ti dovevo stare intorno” urlò.

Si avvicinò alla porta e l’aprì.

Voglio che tu te ne vada, e lo voglio subito” gli disse, con una calma glaciale.

Laura, se tu mi ascoltassi…

Vattene! Ora!” ordinò lei.

Non lo voleva ascoltare, adesso basta davvero.

Con la testa alta come sempre ma una disgustosa sensazione nel petto, Mephisto uscì dalla porta. Quando questa si richiuse, sbattendo, alle sue spalle, si voltò a guardarla: per qualche strana ragione si sentiva un verme.

Prese la sua forma animale e tornò con la coda tra le gambe e la testa bassa nel suo studio.

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Capitolo 31
*** Scommessa ***


Si era reso conto del pericolo che lei vedesse la coda solo DOPO tutto ciò, quando lei si era mossa nel sonno e l’aveva quasi sfiorata con la mano.

Idiota! Se se ne rende conto è la fine!” si disse.

Era sceso dal letto, attento a non svegliarla, e si era messo a cercare i vestiti. Il mantello era finito sotto la scrivania, la sciarpa sopra; i pantaloni erano in fondo alle coperte, i boxer… dove erano? Ci aveva messo dieci minuti a notarli tra le pieghe delle lenzuola, ma quando li aveva presi era tardi: Laura aveva aperto gli occhi e aveva visto la coda, nonostante la sua velocità nel nasconderla dietro la schiena. Si era sentito gelare il sangue nelle vene.

Adesso, seduto sulla poltrona nel suo studio, ripensava a quello che gli aveva detto: “Quella sera, quando sono venuta da te per la gonna bruciata avevo sentito delle cose da dietro la porta… mi ricordo nitidamente di aver sentito dire che tu sei un demone… che tu sei il figlio di Satana”.

Come aveva potuto essere tanto incauto? Si ricordava quella sera, nitidamente: Amaimon era venuto per parlare di Rin e per convincerlo a tornare a casa, ma lui aveva rifiutato.

Era stato quando l’aveva vista per la prima volta.

In tanti secoli di vita non si era mai trovato nella condizione di incapacità totale come adesso. Sospirò, disperato.

 

 

Laura era rimasta a terra con le gambe strette al petto per almeno un’ora prima che Rea tornasse. Tremava fino alla punta dei capelli, un po’ per paura e un po’ per disperazione.

Sono tornata! Ti ho portato un po’ di dolce, spero che… ehi, che è successo stavolta?” domandò. Aveva in mano un piatto con un pezzo di torta al cioccolato.

Mephisto… io e lui… e lui è… sono una stupida!” balbettò la ragazza in risposta.

Rea si mise in ginocchio accanto a lei e la fissò.

Non ho capito una sola parola di quello che hai detto, a se vuoi sono a tua disposizione per sfoghi e affini. Vieni, sediamoci sul letto” la confortò. Le mise una mano dietro la schiena e la aiutò ad alzarsi, dato che le pareva molto instabile.

Quando furono riuscite a mettersi comode sulle coperte Laura smise di singhiozzare e provò a respirare normalmente.

Calmati, ho tutto il tempo del mondo per te” le assicurò Rea.

Mephisto…” iniziò a dire.

Sì, avevo intuito vagamente che c’entrasse il pagliaccio” sospirò l’altra.

Laura le raccontò tutto, dalla litigata a quando erano finiti a letto insieme, passando anche per quando aveva strappato il foglietto di Kuto e lei aveva provato a mandarlo via. Quando terminò, fissò l’amica in cerca di qualche reazione.

Tu… hai fatto… sesso… con Mephisto?” le domandò incredula.

Non ci voglio credere. Sei più schifata per questo che per il fatto che lui sia un demone?” esclamò l’altra alzandosi.

Poi le venne in mente una cosa.

Tu sapevi già di Rin, vero? È stato lui a ferirti, la mashou l’hai avuta da lui!” le disse. Rea la fissò: da quando erano entrate all’accademia Laura si era fatta più furba.

Sì, in effetti è così” ammise.

E questo non ti dà noia? Non ne sei spaventata? Come fai a rimanere così impassibile ogni santissima volta?” chiese spazientita.

Era arrivata al limite massimo di sopportazione.

Beh, all’inizio non ci credevo nemmeno io. Rin mi ha ferita per sbaglio quando eravamo sul tetto: io ero stanca, avevo pianto molto e non avevo mangiato niente e, quando mi sono alzata per tornare in camera, la testa ha iniziato a girarmi. Rischiavo di cadere e lui mi ha afferrata, graffiandomi leggermente a un polso. Ho iniziato a vedere mostriciattoli neri ovunque a giro per strada e mi sono spaventata. Tieni conto del fatto che io non credevo che lui fosse un demone, a te non parlavo, quindi ero sola. Poi ci siamo rivisti e si è sentito talmente in colpa da dirmi tutto quanto. Anche se lì per lì era un po’ strano, poi mi sono resa conto che non mi importava, lui per me è solo Rin” le spiegò.

Laura non seppe come ribattere.

Senti, sinceramente se il mio migliore amico è un demone, un mostro, un gatto o una gallina non mi interessa, quello che davvero importa è come io sto con lui, giusto?” chiese innocentemente.

Ma come faceva? La ragazza sospirò, più calma.

Ho bisogno di quella torta, adesso” ammise.

Rea rise forte.

 

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Capitolo 32
*** Scommessa pt 2 ***


Shura era sempre stata una donna schietta e poco sensibile: se doveva dire qualcosa la diceva senza mezze misura, mettendo spesso a disagio il suo interlocutore. Quella volta non fece eccezione: finita la lezione, dato che Mephisto non era andato ad assistere come al solito, aveva bloccato la porta e aveva messo Laura alle strette.

Che cosa sta succedendo, Arikushi?” le aveva chiesto.

Da qualche giorno aveva notato disattenzione e tristezza nella ragazza, che di solito era volenterosa d’imparare e allegra.

Non si era fatta delle domande, non subito almeno, ma poi, per sbaglio, aveva sentito una conversazione, il pomeriggio precedente, tra lei e Mephisto. Non voleva origliare, ma la curiosità, si sa, è donna.

Se tu mi ascoltassi solo un secondo…” tentò di dire lui.

No! Tu non solo mi hai mentito quando, prima di iniziare i corsi, ti avevo chiesto se eri un demone, ma hai anche avuto il coraggio di fingere che t’importasse qualcosa di me venendo a ricercarmi! Non ho motivo di star qui ad ascoltare le tue stupidissime scuse!” lo aggredì lei.

Shura si arrischiò a guardare: l’uomo prese Laura per un polso, per bloccarla, ma lei strattonò il braccio e lo guardò con occhi infuocati.

Non voglio mai più parlarti, vederti, anche solo pensarti! Tu sei… sei un mostro, ecco!” gridò scappando via.

Dal suo nascondiglio, la donna poté vedere nitidamente la tristezza sul volto del preside. Possibile che stavolta si fosse innamorato sul serio?

Voleva vederci chiaro e l’unico modo che aveva trovato era parlarne con la diretta interessata.

Laura la guardò senza capire.

Tu ed io adesso parliamo un po’, siediti” le ordinò.

La studentessa si mise comoda ad un banco e Shura si sedette a gambe incrociate sulla scrivania.

Tra te e Mephisto che cosa è successo?” domandò di nuovo.

Laura sgranò gli occhi.

Come… cosa sa?” chiese in preda al panico.

Vi ho sentiti litigare, ieri. Se volevi un po’ di privacy dovevi urlare un po’ meno” rispose facendo spallucce.

La ragazza abbassò lo sguardo, imbarazzata. Quanto poteva rivelarle?

Ecco, io ho scoperto delle cose sul suo conto che lui mi aveva nascosto. Non sono cose da poco, e non voglio stare a sentire le sue scuse. Tutto qui” disse velocemente.

Shura la squadrò.

Non me la bevo, ragazzina. Cosa hai scoperto?

Laura sbuffò, ma poi si arrese.

Tra di noi, ultimamente, il rapporto si era fatto più stretto, e ci siamo avvicinati molto. L’altro giorno è successa una cosa molto… intima…” spiegò.

Vi siete baciati?

Sì, diciamo di sì. Quando io mi sono lasciata andare a lui e ho aperto il mio cuore mi sono resa conto che lui aveva… lui aveva la coda e ho fatto il collegamento” disse.

Hai capito che è un demone” capì Shura.

Laura annuì.

La donna rifletté un attimo.

Come hai fatto, però, a vedere la sua coda? La tiene nascosta nei vestiti, e… oddio, no! Ti prego dimmi che non avete…” non riusciva nemmeno a dirlo ad alta voce.

La ragazza tossì imbarazzata.

Ma che schifo!” esclamò.

Non mi pareva che fosse questo il punto focale della questione” tentò Laura, cercando di sviare il discorso.

Sì, hai ragione, ma mi fa un po’ senso pensare che voi… che orrore! Comunque qual è il problema?” le chiese. Lei ci pensò un attimo.

Intanto che mi ha mentito quando gliel’ho chiesto poco prima della mia prima lezione da page; poi che non solo mi aveva trattata male nel suo studio poco prima di sedurmi, ma ha anche avuto il coraggio di dirmi che ci teneva a me. È un bugiardo e un falso” disse.

Beh, non potevi pretendere che ti dicesse subito che era un demone, non eri altro che una semplice studentessa allora, giusto?” Laura annuì.

Inoltre, benché io non appartenga al Mephisto fan club, per una volta mi trovo costretta a prendere le sue parti: durante i tuoi esami da exwire abbiamo litigato a causa del fatto che lui voleva venire a salvarti subito, mentre io volevo aspettare e vedere cosa eri in grado di fare. Lì per lì non avevo capito come mai si comportava in questo modo, ma credo (e sono certa di non sbagliarmi) che tu per lui sia molto più importante di quanto non faccia vedere” ammise a malincuore.

Non vedi che è nei guai? Se si fa qualcosa io… io…” le aveva detto.

Adesso capiva cosa intendeva: vedere la persona di cui siamo innamorati in pericolo di vita ed essere incapaci di agire deve essere frustrante.

Sì, però...” la ragazza adesso era confusa. Sia Shura che Rea le avevano detto che non doveva preoccuparsi, ma lei non riusciva a pensare ad altro.

Ascoltami, forse sarebbe meglio se tu ci parlassi, ma se il tuo cuore ti dice che non ne vale la pena allora semplicemente smetti di stare male e segui le mie lezioni con attenzione, per favore” la implorò spazientita.

La ragazza rise. Shura la guardò con affetto.

Abbiamo finito, Arikushi, puoi andare

 

Laura camminò per molto tempo, pensando a tutta quella situazione. Le sembrava di star vivendo in un sogno. Da quando era entrata alla True Cross Academy le si era stravolta la vita: aveva incontrato demoni di ogni sorta, aveva affrontato dei corsi di esorcismo, si era fatta amica un famiglio evocato con proprio sangue, aveva rischiato di morire, si era lanciata da una finestra, aveva fatto l’amore con un uomo non solo molto più grande di lei ma che era anche il preside e si era innamorata. Non innamorata della serie “sì, mi piaci” ma innamorata davvero, da stare male anche la notte e non dormire.

Inconsciamente si ritrovò di fronte allo studio di Mephisto. Esitò un secondo prima di bussare: che cosa poteva dirgli? “Tanto peggio di così” pensò.

Quando alzò la mano per picchiare sulla porta, questa si aprì e lei si ritrovò davanti il preside in persona, con tanto di cappello bianco.

Laura!” esclamò sorpreso. Lei si ritrovò spiazzata e incapace di parlare.

Come mai sei qui? Che cosa succede?  chiese lui preoccupato.

Sono venuta per parlarti, Mephisto

Di cosa?” domandò.

Di te, di noi… di tutta questa storia!” rispose lei d’un fiato. Voleva chiarire?

Vieni, entriamo dentro, ti offro una tazza di tè” le propose lui.

L’ultima volta che ho bevuto qualcosa da te la situazione è degenerata” ricordò lei, sorridendo di nascosto.

 

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Capitolo 33
*** Scommessa pt 3 ***


Qualche minuto dopo, con un po’ di bevanda calda davanti e meno ansia addosso, Laura prese coraggio.

Tu sei un bugiardo” iniziò.

Non volevo mentirti, io…

Fammi finire. Mi hai risposto negativamente quando ti domandai se eri un demone, ma questo posso anche capirlo, in fondo non ci conoscevamo ancora. Mi sei stato vicino dalla prima all’ultima lezione di esorcismo, hai fatto in modo che non mi tirassi mai indietro, né quando ero spaventata dopo il primo attacco del demone né quando dovevo fare il test da tamer, e ti sono grata con tutta me stessa di ciò. Non contento, hai voluto complicare le cose baciandomi e già questo mi ha messa in difficoltà: cosa significava per te? Quanto ti stavo a cuore davvero? Poi hai voluto uscirtene con quelle frasi idioti del tipo sei piccola eccetera, eccetera” disse lei.

Quella è stata una brutta idea, effettivamente” ammise lui.

Trovi?” domandò sarcastica la ragazza.

Comunque quando sei venuto in camera mia non potevo pensare che mi avresti sedotta, né che avrei visto la tua coda un’ora dopo, eppure è successo. Perché? Come mai non mi hai detto niente prima?

Non potevo! È già pericoloso che tu lo abbia saputo per sbaglio, figuriamoci se te lo avessi detto io” le rispose. Sospirò e si appoggiò alle mani.

Devi sapere che per il fatto che io sono un demone la mia posizione all’interno dell’Ordine è già piuttosto compromessa. Come ci si può fidare di un mostro per sconfiggere i demoni, in fondo?” ammise. Laura annuì.

Tu sei entrata per sbaglio nella mia vita: prima con la gonna, poi con la chiave, e infine con il corso da esorcisti. Non credo che tu sappia la lotta combattuta nella mia testa quando hai sostenuto i tuoi due esami da exwire: vederti in quelle condizioni era straziante per me” confessò.

Gli fece un certo effetto dire tutto ciò ad alta voce.

Comunque io non volevo nasconderti niente, e mi piacerebbe che tu non mi evitassi” terminò.

Cos’era la luce blu che mi ha dato fuoco alla gonna la prima sera?” domandò Laura.

Era quell’idiota di Rin. Stava combattendo contro un nemico e si è fatto prendere un po’ troppo la mano” rispose lui a denti stretti. Quella cosa gli bruciava ancora. Laura esitò un attimo.

Essendo tu un demone, però, sei immortale, giusto?” chiese titubante.

La risposta la spaventava.

Purtroppo sì” annuì Mephisto.

Ci aveva pensato molto anche lui e non riusciva a trovare la soluzione per rimanere con lei.

Quindi tra di noi non può esserci nulla?” comprese la ragazza.

Potrebbe, ma non sono disposto a vederti morire tra sessanta o settant’anni” confermò lui. Rimasero in silenzio per un po’, cercando di trovare una soluzione.

Io non rinuncio” decise infine lei.

Si alzò e gli andò davanti, fissandolo negli occhi.

Ho combattuto contro demoni, contro la mia paura, contro Rea (e fidati che è peggio degli altri due messi insieme se ci si mette) e contro il buonsenso per starti vicino! Non posso arrendermi ora!” esclamò.

Mephisto la guardò un secondo e poi sorrise.

Sei una sorpresa continua” ammise.

Posso essere ciò che vuoi, ma io non rinuncio a te!” disse decisa.

Come per sottolineare il fatto che non se ne sarebbe andata di lì senza una soluzione per stare insieme, lo baciò attirandolo a sé.

Questo mi sembra un motivo più che sufficiente” rise lui.

La allontanò un po’ da sé e si prese un minuto per pensare. Aveva più di cinque secoli, che diamine, un modo per fregare le regole doveva esserci! Poi ebbe il lampo di genio.

Tu potrai rimanere con me e vivere in quest’accademia per i prossimi tre anni, nei quali godrai di ogni cosa che una studentessa può ottenere. Se in questo periodo sarai in grado di diventare esorcista a pieno titolo allora potrai avere in dono l’immortalità: vivrai finché vivrò io e non avrai nessun problema. Altrimenti la tua vita sarà mia” le propose.

Sarebbe un patto?” chiese lei.

Chiamalo come vuoi” disse Mephisto. Laura ci pensò un attimo.

Affare fatto!” decise.

L’uomo schioccò le dita e fece apparire un contratto: anche se non era nelle sue abitudini, voleva fare le cose per bene.

Quando entrambi ebbero firmato, si fissarono negli occhi per un lunghissimo momento, poi lui le prese il mento e le alzò la faccia. Stavolta il bacio che si scambiarono fu dolce e lento, si prese tutto il tempo di cui aveva bisogno.

Adesso torna in camera, dolce Laura” le disse l’uomo.

Lei annuì, felice e leggera come una piuma. Sentiva che non poteva andare storto niente, stavolta.

 

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Capitolo 34
*** Tre anni dopo ***


Ecco qui!” esclamò trionfante Laura.

Aveva appena sbattuto sulla scrivania dello studio di Mephisto il suo certificato da esorcista. Ce l’aveva fatta davvero!

Che cos’è?” domandò lui, distratto.

Questo, mio caro, è la prova del fatto che ho vinto” lo informò lei.

L’uomo fissò il foglio che giaceva sul piano e poi la guardò, sorridendo sotto i baffi. Aveva partecipato attivamente ai corsi della ragazza, che negli ultimi tre anni si era impegnata anima e corpo per raggiungere il suo obbiettivo.

L’aveva vista faticare, piangere dallo sforzo, cadere e rialzarsi ogni volta per riuscire a diventare esorcista e ora ce l’aveva fatta realmente.

Laura si mise a sedere sulla poltrona su cui, ormai, si trovava molto a suo agio: aveva passato interi pomeriggio lì con lui, mentre gli altri studiavano, a ripassare i fondamenti delle tecniche di esorcismo. Le era più facile ricordare le cose tra un bacio e un altro, piuttosto che china sui libri in camera sua.

Non so, secondo me ci deve essere qualcosa che non torna. Io non perdo quasi mai le mie scommesse” considerò.

La verità è che, comunque fosse finita, lui avrebbe vinto: quando, tre anni prima, aveva deciso di proporle di fare quella scommessa, aveva proposto l’accordo in modo tale che entrambi i risultati sarebbero andati a suo vantaggio. Se avesse preso il diploma entro tre anni le avrebbe dato la vita eterna, al contrario, se non fosse riuscita nell’intento, la sua vita le sarebbe appartenuta e, in quanto tale, ci avrebbe potuto fare ciò che voleva. Lei era sua, ora e per sempre.

Guarda che io mi sono impegnata! Me lo sono guadagnato questo certificato!” si arrabbiò Laura, battendo i pugni sulla scrivania.

In tre anni, pur di vincere la scommessa con Mephisto, aveva rinunciato anche a dormire la notte per studiare. Shura, di nascosto, le aveva dato una mano quando nessuno era nei dintorni dell’ala speciale. Aveva il sospetto che il preside lo sapesse, anche perché altrimenti non si spiegava come potesse aver saputo, anni prima, che lei era entrata nel corridoio segreto.

 Comunque le sembrava ingiusto, adesso, che lui mettesse in dubbio il suo impegno.

Rimangiati subito quello che hai detto! Rimangiatelo!” gli intimò.

Mephisto rise di gusto, divertito.

Beh, in secoli di vita e inganni non ho mai, e intendo dire proprio mai, perso una scommessa. Non mi piace sentirmi vinto, sai? Cosa ci ho guadagnato in tutto ciò, in fondo?” chiese guardandola con occhi curiosi.

Le faceva battere ancora forte il cuore quel suo sguardo di sfida.

Hai me, non ti basto?” rispose lei. Si sporse sopra la scrivania e lo guardò dritto nelle pupille.

Io ho fatto la mia parte, adesso sta a te. Sei disposto a darmi la vita eterna e a sopportarmi finché, come si suol dire, morte non ci separi?” gli chiese.

Con un sorriso a mezza bocca lui ricambiò la sfida.

Sei disposta a stare con un demone per il resto della tua esistenza? Guarda, che è molto tempo, non vorrei che tu ti annoiassi” la avvertì.

Laura si alzò e girò intorno al mobile, sedendosi a cavalcioni sulle gambe di Mephisto, che si stupì di tanta iniziativa.

Mai stata più sicura” confermò. Lo baciò, per sottolineare che quello che aveva detto era vero.

 

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Capitolo 35
*** Tre anni dopo pt 2 ***


Quindi è finita, vero?” domandò Rea.

Stavano finendo di imballare gli ultimi scatoloni per lasciare libera la stanza.

No che non lo è! Non ci stiamo dicendo addio, ma solo arrivederci” le assicurò Laura. Dopo tanti anni di amicizia e vita insieme erano tristi nel separarsi.

Quando ebbero finito di togliere le ultime cose si misero a guardare quella camera. Lì avevano pianto, litigato, scherzato, riso. Lì avevano entrambe trovato l’amore.

Mi mancherà così tanto questo posto” disse Rea.

Già, mette un po’ di tristezza vederla adesso, così spoglia” annuì Laura.

Era rimasta d’accordo con Mephisto che, una volta che la stanza fosse stata liberata, lei sarebbe andata da lui e le sarebbe stata assegnata un’altra stanza.

Quale lo ignorava.

Sai, quando siamo venute qui, il primo giorno, avevo una paura da matti. Mi mancava casa mia, i miei genitori, ma più di tutto temevo che non saremmo riuscite a rimanere insieme, stando tanto a contatto, eppure, adesso, non faccio altro che chiedermi cosa sarebbe successo se non fossimo entrate alla True Cross” ammise la bionda.

Non lo aveva mai detto ad alta voce, però doveva molto all’amica tutto il suo coraggio: se fosse stata sola non sarebbe stata in grado nemmeno di affrontare la prima lezione di scuola normale, figurarsi l’esorcismo!

Non voglio che ci separiamo” le confessò Rea.

Aveva le lacrime agli occhi per quell’arrivederci, si sentiva triste e depressa. Laura l’abbracciò.

Io ci sarò sempre per te” le promise.

Lo so, ma non ci vedremo più ogni giorno, tu avrai i tuoi corsi di esorcismo, io vivrò in città e sarò impegnata con il ristorante tutto il tempo. Come farò senza di te?” chiese. Ormai singhiozzava visibilmente.

Forza, Rea, sapevi che doveva succedere prima o poi. Abbiamo ventuno anni, siamo entrambe fidanzate e felici, è il momento di prendere le nostre strade. Ci saremo sempre l’una per l’altra, cadesse il mondo sappiamo che se avremo bisogno ci potremo chiamare. Non ci stiamo dicendo addio” le assicurò. Ci mise altri venti minuti per smettere di piangere ed avere la forza per prendere gli scatoloni.

Lui ti sta aspettando?” chiese Laura.

Sì, è fuori all’entrata. Porterà lui tutte le mie cose” rispose.

Salutalo da parte mia” si raccomandò.

Rea la fissò senza capire. Chiuse la porta dietro di sé e poi si girò.

Non mi accompagni?” domandò triste. L’altra scosse il capo.

Devo andare, Mephisto mi aspetta” le spiegò. L’amica le sorrise e l’abbracciò.

Ti voglio bene, Laura” le disse.

Anche io” rispose lei.

Avevano entrambe gli occhi lucidi quando si separarono, ma stavano bene. Non era un addio, giusto?

 

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Capitolo 36
*** Tre anni dopo pt 3 ***


Toc-toc.

Avanti!” disse una voce da dentro. Laura fece capolino dalla porta dello studio, sorridente.

Sono arrivata. La stanza è libera, se n’è andata anche Rea” gli disse entrando.

Dove sono tutte le tue cose?” gli chiese, vedendo che non aveva niente in mano.

Oh, beh dato che erano pesanti li ho lasciati in corridoio. Shura mi ha dato una mano a portarli fin qui, adesso è fuori a bere una birra” spiegò.

Com’è andato il tuo saluto a Rea?” le chiese, facendola sedere sulle sue ginocchia. Stringendosi a lui si accoccolò sulla poltrona.

Triste, ma non quanto avevo pensato. Siamo state abbastanza brave nel dirci arrivederci” ammise.

Rin era giù ad aspettarla, vero?

Sì, all’entrata per aiutarla a traslocare” confermò lei.

Senza farsi vedere, Mephisto lanciò un occhiata alla sua camicetta. Più passava il tempo, più il suo corpo l’attraeva.

Adesso che succede?” domandò lei mentre pensieri poco gentili affioravano nella testa dell’uomo.

Come?” disse, certo di aver capito male.

Io ho vinto la scommessa, giusto? Quindi ho da ritirare un premio. C’è una specie di iniziazione o una qualche cerimonia particolare per celebrare questa cosa?” lui rise rumorosamente.

Vuoi una festa di ufficializzazione della tua entrata nel mondo immortale?le chiese sarcastico. Laura arrossì: nella sua testa non suonava così stupido.

Beh, se lo dici così sembra una cosa idiota” si lamentò.

Cosa vorresti che facessi? Che dicessi a tutti che negli ultimi tre anni sono stato fidanzato con una studentessa e che non solo l’ho sedotta più volte (con grande piacere, aggiungerei) ma che le ho anche promesso che vivrà finché vivrò io? Non mi sembra una cosa molto saggia da fare” le fece presente.

Peccato. Quindi hai altre idee per festeggiare?” gli domandò strusciandosi un po’ a lui.

Forse un paio” rispose baciandola.

 

 

Allora, giovane esorcista, come stai?” la salutò Shura un pomeriggio.

Laura si era trasferita nell’ala di Mephisto e aveva una stanza tutta sua in cima alla True Cross, da dove aveva la visuale su ogni parte dell’accademia e dintorni.

Sto bene, grazie. Tu? Come procede con la classe di Preparazione?” rispose lei.

Negli ultimi tre anni si erano avvicinate tanto da darsi del tu senza problemi, scavalcando le formalità del “Professoressa” e “Arikushi”. Laura si sentiva molto più a suo agio in questo modo.

Non mi piace parlare del mio lavoro al di fuori della scuola, lo sai. Mephisto si comporta bene? Se ti fa soffrire ancora vieni da me e ci penso io, d’accordo?si raccomandò facendole l’occhiolino.

Sarò il tuo incubo, allora” scherzò Laura.

Si congedò e tornò in camera. Doveva finire la domanda all’Ordine per entrare a farne parte e diventare un’esorcista a tutti gli effetti.

Quando aprì la porta si rese subito conto che qualcosa non andava.

Si precipitò come una furia nello studio di Mephisto.

Dove diavolo sono tutte le mie cose?” lo aggredì.

Era l’unico che sapeva dove lei stava e che aveva la chiave della sua stanza.

Non so di che stai parlando” le rispose lui innocentemente.

Laura sbatté una mano sulla scrivania e lo guardò fisso.

Non raccontarmi balle, sai che le odio. Dove hai portato tutta la mia roba?” gli domandò di nuovo. Lui sorrise e si dette un minuto per contemplarla, poi si alzò.

Vieni con me” le disse porgendole una mano. La ragazza la strinse.

Dove mi porti?chiese titubante.

Fidati di me e seguimi” le ordinò.

Uscirono dallo studio e Mephisto aprì una porta con una delle sue chiavi particolari. Entrarono in un corridoio buio e stretto, ma Laura non aveva paura se stava con lui.

Adesso chiudi gli occhi” le disse. Lei li chiuse.

Al mio tre riaprili, va bene?” la ragazza annuì.

Lui la fece sedere su qualcosa di morbido e la strinse a sé.

Eins, zwei, drei” contò.

Lei aprì gli occhi: stava guardando la True Cross dall’alto.

Oddio!” esclamò, aggrappandosi a Mephisto. Erano seduti su una poltrona che stava veramente volando.

Cos’è questo? Com’è possibile?” chiese lei in preda al panico.

Eppure dovresti sapere che con me la monotonia non esiste. Questa è la tua casa, di qui inizia la tua nuova vita” le spiegò.

E cosa c’entra con le mie cose?

Le ho fatte portare nella mia camera” le rispose. Quando lei comprese lo guardò con gli occhi sgranati.

Significa che…

Tu ed io vivremo insieme nel termine stretto della parola, sì” terminò lui.

Lei si lanciò ad abbracciarlo.

Come mai questa decisione?” domandò quando ebbe finito di baciarlo.

Tu volevi un modo di festeggiare la tua entrata nel mondo immortale ed ho pensato che, dato che dobbiamo passare un’eternità insieme, tanto valeva iniziare subito, giusto? Per cui eccoci qua” rispose.

Non ci credo, è una pazzia” esclamò.

Che ci vuoi fare? Io sono un pazzo per natura e da quando ti ho conosciuto sono peggiorato. Forse sei tu a farmi impazzire, chissà” suppose. Lei rise.

Senti, ma adesso che succede?” gli chiese stringendosi a lui.

Stava bene tra le sue braccia.

Direi che ora iniziamo la nostra vita insieme

Cioè?Mephisto la baciò con passione.

Abbiamo un’eternità per pensarci, perché non ti godi questo panorama?” le propose. Facendosi piccola si accoccolò su di lui. Perché preoccuparsi subito, in effetti? Adesso c’era solo lui e questo le bastava.

A che pensi?” le domandò qualche minuto dopo. Laura rise.

Che ti amo

 

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