Nadie Dijo Que Seria Simple

di Allegra_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Incidente ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


                   Nadie Dijo Que Seria Simple

 Prologo

 Rama’s Pov :
 
- Tra una settimana partirete per l’Europa. –
Nico mi aveva davvero stupito quando, sette giorni fa, aveva pronunciato quella frase – tanto  che all’inizio credevo scherzasse - .
Ma non era stato uno scherzo anzi, stavamo davvero in aeroporto quella mattina delll 8 Agosto, mentre fuori il sole batteva forte sui palazzi altissimi della mia amata Argentina.
Un po’ mi dispiaceva lasciarla, ma sarebbe stato solo per 11 giorni, che avrei passato tra Spagna, Francia, Inghilterra e Italia … non vedevo l’ora.
La cosa che mi dispiaceva di più era – probabilmente – lasciare la Casa Magica, dove la situazione sociale in quel periodo non era delle migliori, anche se speravo che l’estate avesse portato miglioramenti.
Cielo era molto triste, e anche se cercava di mostrarsi come l’allegra bionda di sempre, aveva perduto quel sorriso sincero, a causa della morte di Salvador per sconfiggere Juan Cruz.
Nico e Malvina avevano da poco divorziato, anche se continuavano ad essere amici e a portare avanti la Casa Magica che adesso aveva due nuove anime che la popolavano: Paz, di qualche mese, bellissima come Cielo e dolce come Nico, ed Esperanza, di quasi un anno, identica a Malvina in tutto e per tutto.
I bambini, se si poteva chiamarli ancora così dato che avevano 12 anni ormai, litigavano spesso: soprattutto per questioni come le uscite con gli amici, le partite di calcetto da giocare e i trucchi da mettere (cosa che a mia sorella Alelì avevo vietato almeno fino ai 18 anni compiuti).
Lleca era andato in Spagna a giocare il torneo Coca Cola verso i primi di Luglio, e tra conferenze stampa e cerimonie non aveva ancora fatto ritorno a casa.
Ma quel giorno non saremo stati tutti su quell’aereo pronti a partire: lì sopra ci saremo stati io, Mar, Jazmin, Valeria, Caridad, Tefi, Melody, Thiago, Tacho, Nacho, Luca e Simon … nessuno di più, nessuno di meno.
E così, eravamo in aeroporto, con le valigie in mano che girovagavamo alla ricerca del luogo dove imbarcarci… un certo “gate 15”.
- Preghiamo i signori passeggeri che devono imbarcarsi per Barcellona, di recarsi al gate 15 entro 10 minuti . – ci ricordò la voce dell’hostess tramite l’altoparlante.
- Cavolo !!! è tutta colpa tua razza di idiota !!! – urlò la mia migliore amica, Mar, dando uno schiaffo dietro la nuca a Thiago.
- E si può sapere io che diavolo centro ?? – sbottò quello infastidito dal tono acido della ragazza.
- Mi sembra che sia stato tu quello che è per forza voluto andare in quello stupido museo di palle da rugby dall’altra parte dell’edificio !!!! – esclamò Mar - se possibile -, ancora più arrabbiata di prima.
Thiago sbuffò scocciato, imprecando dentro di sé chissà quanti insulti a Mar, mentre noi altri iniziammo ad analizzare la questione, e a cercare di capire dove ci trovavamo anzicchè dare retta a quei due.
Il perché ??
Perché ormai ci avevamo fatto l’abitudine: da quando si erano lasciati perché lei non riusciva più a fidarsi di lui, litigavano giorno e notte senza tregua, e il più delle volte scattavano insulti forti, e talvolta maliziosi ed imbarazzanti.
- Ecco, dovrebbe essere quello !! – urlò Tefi lasciando la mano a Luca, ed indicando una piccola porta, con un hostess appoggiata sullo stipite.
Eh si, Luca e Tefi stavano insieme da quasi tre mesi, e anche se i litigi non mancavano, sembravano davvero felici: lei era un po’ meno isterica – sottolineo: un po’ – e lui meno menefreghista e strafottente.
Anche Tacho e Jaz, Cari e Nacho e Simon e Mel erano fidanzati: diciamo che potevano essere paragonati alle coppiette dei film romantici del sabato sera, quelli che ti fanno venire il diabete.
Non che io non fossi diabetico – o almeno così mi prendevano in giro tutti i ragazzi - ma forse da quando Vale mi aveva rifiutato, il mio istinto dolce e premuroso era stato leggermente represso.
- Ti muovi Rama !! La signorina deve chiudere il passaggio !!! – mi urlò “la ragazza uccidi amore” .
- Si, arrivo !! – mormorai scocciato, sorridendo all’hostess che mi seguì chiudendo la porta del gate.
Salimmo sull’enorme aereo e un uomo altissimo ci consegnò i biglietti con il numero dei posti a noi assegnati.
- Allora che numeri avete ?? – domandai ai ragazzi, in piedi accanto a me.
- Il 12 – rispose Tacho tranquillo, prima di essere travolto in un abbraccio stritolatore da Jaz.
- Che succede gitana ?? – domandò lui stranito.
- Stiamo vicini !!!! – sorrise lei con aria sognante, avviandosi a sedere insieme al mio amico.
- Mel, tu che numero hai ??  chiese Simon, sperando vivamente di avere avuto la stessa fortuna di Tacho.
- Il 20 – rispose lei cauta.
Il ragazzo sbuffò, al contrario di Tefi che urlò contenta – Sei accanto a me !!! –
Nacho capitò vicino a Simo, e Luca accanto a Vale … la mia Vale, anche se teoricamente non avevo il diritto di considerarla tale.
Eravamo rimasti solo io, Cari, Mar e Thiago.
- Allora, io sono il numero 14 .- disse quest’ultimo, impaziente di sapere chi sarebbe stato seduto accanto a lui per ben 12 ore .
A me personalmente, andavano bene sia Mar, che Thiago, ma non avrei sopportato di stare tutto quel tempo accanto alla contadinella che, per quanto adorassi, era capace davvero di mandarmi in tilt il cervello.
- No!!! Ma è mai possibile che pure in aereo me lo devo sopportare !!! – imprecò Mar richiamando l’attenzione di tutti i passeggeri.
Inutile dire che era un aereo grande, molto, troppo … grande e strapieno di gente .
- Abbassa la voce !!! Sembri una gallina all’alba !! – la richiamò Cari, facendo scoppiare a ridere tutti.
- Si pregano i signori passeggeri di sedersi ed allacciarsi le cinture di sicurezza.
Ripeto: sedersi ed allacciarsi le cinture di sicurezza –
La voce dell’hostess era fin troppo fastidiosa, così presi la mia “compagna di viaggio” per mano e la trascinai fino ai nostri posti, mentre gli alti due – a malincuore e scocciati – venivano a prendere posto dietro di noi.
- L’hostess era proprio carina, non trovi Rama ??? – esclamò , anzi urlò Thiago, giusto per far arrabbiare Mar, che anche se non era più la sua ragazza, era alquanto gelosa e possessiva.
E come previsto la ragazza emise una specie di ringhio.
- No, io credo che Mar sia meglio !! – risposi io con noncuranza, per provocare Vale.
Lei, invece si arrabbiava moltissimo quando parlavo bene delle mie ex ragazze, quali Brenda o appunto Mar.
Infatti, anche Vale si irrigidì e non proferì più parola, neanche con Luca.
Io chiusi gli occhi soddisfatto e mi addormentai.
Non sapevo che quel sonno sarebbe durato poco, troppo poco e quella soddisfazione sarebbe scomparsa dal mio volto presto, troppo presto.
 
Piccolo Angolo Di Luce:
Hola !!! Questo è il prologo di una nuova storia, più che altro è per me un esperimento.
Perché ??? Perché la trama è un po’ forte, e non so se sarò in grado di portarla a termine, spero che mi sosterrete.
Scriverò ogni capitolo dal punto di vista di un ragazzo diverso, così si potrà vedere la storia a 360 gradi.
Spero che leggerete.
Un bacino <3

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Capitolo 2
*** Incidente ***


Capitolo 2: Incidente

 
Tefi’s Pov:
Non ricordo neanche da quanto tempo stessi dormendo, ricordo solamente che il modo in cui mi svegliai fu tutt’altro che dolce.
Una turbolenza, così l’aveva definita il comandante dell’aereo, ma io sapevo che c’era qualcos’altro sotto  quella parola.
Melody, che era seduta accanto a me, tolse dal suo orecchio destro la cuffietta dell’ipod, rivolgendosi a me con aria stranita.
- Che succede Tefi ?? –
In effetti la situazione era tutt’altro che normale: il mezzo era instabile, tanto che noi passeggeri venivamo sbattuti da una parte all’altra di esso senza pietà, probabilmente dal vento freddo che tirava tra le nuvole.
- Non lo so Mel, ma ho paura. – risposi sincera come non ero mai stata in vita mia.
Avevo sempre avuto paura di dimostrare il mio lato sensibile e infantile, ma in quel momento compresi che era necessario.
All’ennesima botta contro il sediolino davanti per via di quell’instabilità mi portai una mano sulla nuca dolorante, preoccupando Luca che era seduto dietro di me.
- Amore, ti senti bene ??? – mi domandò dolce, come solo lui sapeva essere.
- Non lo so, questa cosa è troppo strana e … spaventosa.- ammisi.
Neanche la voce del comandante poco dopo riuscii a tranquillizzarmi: sapevo che le cose si sarebbero messe male, lo sentivo, era una sensazione orribile che mi creava un groppo in gola, e una voragine che man mano si apriva nel petto.
- Signore e signori, vi informiamo che per un problema tecnico, l’aereo sarà costretto ad atterrare nell’isolotto più vicino, il cui nome non è ancora identificato.
Vi preghiamo di mantenere la calma, grazie. –
La vocina stridula di quell’hostess non fece altro che alimentare le mie preoccupazioni, e la paura che man mano cresceva prendendosi gioco del mio piccolo ed esile corpo.
- Sorellina tutto bene ??? Stai tremando. – mi disse Mar seduta davanti, la quale stringeva una mano a Thiago con una tale forza che credevo la stesse per staccare dal suo polso.
- Tu non sei da meno. – risposi abbozzando un mezzo sorriso e vedendo lei sottrarre subito la mano del ragazzo dalla sua presa.
Tipico di quei due: si amavano ancora, ma avevano quell’atteggiamento così masochista, che si negavano la propria felicità, la quale non sarebbe stata possibile avere senza appartenere del tutto all’altro.
- Non ti preoccupare tesoro, andrà tutto bene. – mi sorrise Luca accarezzandomi il braccio, facendo avanzare il suo tra l’incastro dei sediolini.
E per un attimo, sentendo il calore della sua pelle che sfiorava la mia, fui certa di aver ritrovato un po’ della calma che avevo del tutto perso precedentemente.
 
Passò circa un’ora, tra chiacchiere rassicuranti e movimenti bruschi dell’aereo che mi sembrava fossero diminuiti, quando la voce sfinita e rotta dal pianto del comandante allarmò tutti, me in primis.
- Signori passeggeri, mio malgrado devo informarvi che la benzina all’interno del mezzo non è ancora esaurita e che pertanto non possiamo atterrare.
Però il guasto dell’aereo si è avuto nei freni, di conseguenza appena riusciremo ad atterrare ci sarà la possibilità di uno schianto.
Non sappiamo se tutti noi arriveremo alla fine di questo viaggio.
Ci dispiace tantissimo –
Sentii il sangue ghiacciarsi nelle vene, e il mio cuore perse uno, due, forse cento battiti.
Luca mi afferrò la mano per rassicurarmi, ma era ovvio che anche lui non stesse poi così bene come voleva dimostrare .
Una lacrima mi rigò il volto: non potevo morire, non volevo.
Avevo solo 17 anni, ero una ragazzina, avevo tutta la vita davanti e tantissime esperienze da vivere.
Sognavo una famiglia enorme, dei figli, un matrimonio con Luca, e poi non potevo lasciare mia madre, mio padre, Cielo, Nico e tutti gli altri come se niente fosse mai accaduto.
Rimpiansi tutti i momenti in cui non ero riuscita a dire a Mar quanto la adorassi, tutte le volte che Luca mi aveva chiesto di passare una notte insieme e non avevo accettato, i moltissimi giorni in cui avevo rifiutato la proposta di Nico di tenere un corso di moda alla Casa Magica …
Mi guardai intorno e osservai attentamente ogni passeggero di quel terribile volo: donne giovani, ragazzi, bambini, anziani … persone di tutti i generi, di tutte le razze.
Tantissima gente e nessuno dei tanti che meritava di andarsene definitivamente da questa Terra.
Una scossa fortissima ed improvvisa, e l’aereo si inclinò verso destra.
- Signori passeggeri, vi preghiamo di posizionarvi tutti verso il lato sinistro del mezzo più velocemente possibile. Grazie. – annunciò il capitano, cercando di mantenere la calma con quella sua voce pacata.
Mi alzai in pochi secondi, così come tutti gli altri e mi opposi alla forza di gravità cercando di correre verso il lato opposto a quello dove ero seduta.
Ci misi ben 2 minuti a capire che ciò che stavo sfidando non era la forza di gravità,  ma bensì il tacco 12 della mia nuova scarpa che si era impigliato nel seggiolino davanti, forse a causa delle botte ripetute – quella che si dice fortuna !! –
Ero rimasta sola, tutti si trovavano dall’altro lato urlandomi di toglierla e lasciarla impigliata.
E non so perché, ma in quel momento sbraitai contro chiunque me lo consigliasse: Giulia e Roberto avevano sudato un mese di lavoro per regalarmele, e non potevo certo lasciarle morire su quell’aereo … era una specie di omaggio a loro due, un omaggio per il quale stavo rimettendo la mia di vita.
- Tefi !! – esclamò Luca guardandomi finalmente.
Gli sorrisi nervosa come non ero mai stata in vita mia, e in meno che non si dica me lo ritrovai accanto, che spingeva contro il sediolino sul quale –fino a pochi minuti prima – era seduto Thiago.
- Ecco !!! – urlò finalmente, dopo un arco di tempo che a me sembrò interminabile.
Un’altra scossa violentissima, e l’aereo s’inclinò sempre di più, ormai si poteva dire che si fosse quasi ribaltato su un lato.
- Come facciamo Luca ??? !!! – urlai in preda ad una crisi di pianto isterico.
- Ti prego amore mio non piangere, vieni qui. –
Credevo volesse abbracciarmi, e trovavo quella sua dimostrazione d’affetto alquanto stupida in quel momento, ma lui non fece ciò che mi aspettavo: mi spinse in avanti con tutta la forza che aveva, facendomi arrivare finalmente dall’altra parte del mezzo.
Mar mi strinse forte a lei cercando di tranquillizzarmi, anche se credevo fosse impossibile in quelle circostanze.
Mi girai verso l’oblò e vidi che stavamo scendendo in picchiata sempre più velocemente: avevo paura, molta.
Guardai intorno a me cercando Luca con lo sguardo, e appena lo trovai mi accorsi di un dettaglio che fino a quel momento avevo trascurato.
Luca si trovava ancora nella parte destra dell’aereo: aveva perso tutte le forse per spingere me e di conseguenza adesso non ne aveva più per trasportarsi verso l’alto, sfidando del tutto la gravità.
- Signori passeggeri, mio malgrado l’aereo sta per schiantarsi, rimanete quanto più possibile accanto agli oblò della fila sinistra e non vi succederà niente.
Vi preghiamo di mantenere la calma. –
Ascoltai Mar imprecare in tutte le lingue che conosceva – che erano davvero molte, considerando che, eccetto il castigliano, le altre le inventava a momento – e pregai mentalmente che il mio ragazzo riuscisse a farcela.
Io e i ragazzi eravamo posizionati sulla parte posteriore dell’aereo a sinistra, eravamo soli: tutti gli altri passeggeri si trovavano verso la punta, dicevano che era più sicura.
Tre, due, uno ….
L’aereo si schiantò conficcando la punta nel terreno e cadendo sul suolo con la parte destra.
- Luca !!!! –
Urali con tutte le forze che avevo in corpo, ma non ero cera che lui riuscisse a sentirmi, non più.
 
Piccolo Angolo Di Luce :
Hola Chicas !!! Grazie mille alle tre anime buone che hanno recensito il prologo, sono contenta che vi sia piaciuto.
Questo capitolo è un po’ triste ed è da qui che inizia la vera storia.
Come vi ho già detto è un esperimento, perché dato che c’è quest’atmosfera un po’ malinconica non so se sarò  in grado di reggerla ed esprimerla bene.

Comunque, vorrei darvi alcune notizie.
1) Ho pubblicato un missing moments della storia “No soy lo quieres, ni soy lo que esperas”, si chiama “Tra L’Orgoglio E L’Amore”, mi farebbe piacere una vostra recensione.
2) Ho cambiato per la terza volta a mia presentazione, vorrei sapere cosa ne pensate.
3) Ho scritto nella sezione romantico una nuova storia, si chiama “Come Innamorarsi Di 3 Ragazzi Completamente Opposti” , se i va fateci un salto.
Bene credo di avervi annoiate abbastanza, scusate.
Un bacino <3 

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