Messaggi Fra Le Righe

di Alehoro
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una mattinata come tante.. ***
Capitolo 2: *** Inizio promettente...o forse no ***
Capitolo 3: *** Uno strano colloquio ***
Capitolo 4: *** Disperato bisogno di diventare matura ***
Capitolo 5: *** Una serata su di giri ***



Capitolo 1
*** Una mattinata come tante.. ***


Ti ti ti ti! Ti ti ti ti!!

Ecco la sveglia che suona! Le 7 del mattino. Mi alzo.. I pantaloncini e la maglietta sono già pronti sulla sedia. Giusto il tempo di fare una capatina in bagno e prendere l'ipod sotto carica.. Alle 7,10 sono in strada. Cuffie nelle orecchie e per i prossimi 60 minuti il mondo sarà una cosa estranea. Mi piace correre di prima mattina, lasciarmi il sonno alle spalle e salutare il nuovo giorno con una bella sudata.

Alle 8,10 sono nuovamente a casa. Accendo la macchina del caffè e mi dirigo in bagno. Alle 8,30 mi sono fatto la doccia, la barba e ho messo in lavatrice i panni sporchi. Giusto un quarto d'ora per lavarmi i denti e sistemare la cucina, indosso il completo pulito e sono fuori. Entro nella mia Audi nera posando la valigetta nel posto del passeggero e infilo gli occhiali da sole. Mi do 5 secondi per respirare il profumo di nuovo che ancora emana la mia macchina e penso a quanto sono fortunato ad avere una vita perfetta. Ho solamente 24 anni e sono già responsabile del personale, o almeno di parte di esso, di una prestigiosa redazione giornalistica. Certo, c'è da pensare che, data la mia giovane età io sia il tipico raccomandato che, ancor prima di uscire dall'università, aveva già il posto assegnato.. E invece vi sbagliate! È vero che sono fresco di scuola, ho preso un anno fa la laurea in Scienze della Comunicazione con indirizzo editoria e giornalismo in un'università italiana privata e che il capo della rivista per cui lavoro è un amico di famiglia, ma è da quando avevo 12 anni che scrivo prima per il giornalino della scuola, poi per alcuni quotidiani locali, in Italia. Eh sì, perchè io sono di origine italiana. Non vi fate confondere dal nome, Hiro, che ha una provenienza alquanto dubbia.. Ma il cognome, Diaz, non lascia dubbi. E io sono fiero di portare lo stesso cognome del generale italiano Armando Diaz che si fece così valere nell'Italia della Prima Guerra Mondiale! (Non pensate male, non sono un fanatico della guerra!) E, comunque, vorrei dire a tutti quelli che non mi vedono adatto al ruolo di responsabile delle risorse umane, che ho sudato molto per arrivare dove sono e che ancora sto sudando per stare dietro al master in coordinamento che ho iniziato, che in questi 3 mesi da quando sono stato nominato mi sono fatto un culo come una casa, rimanendo sveglio la notte e lavorando anche a casa per cercare di far quadrare i conti e rivedendo gli articoli dei miei sottoposti per evitare di dover apportare tagli alla redazione che, se in un momento di crisi come questo sarebbero più che necessari, dall'altro lato manderebbero sul lastrico quei disgraziati e le loro povere famiglie che, o per un blocco dell'artista o per mancanza d'ispirazione non riescono a produrre un articolo decente.

Ma certamente io queste cose non posso sputarle nel muso alla gente che mi definisce “venduto” o “raccomandato”. Perchè io sono un tipo pacato, che scaccia tutto lo stress con la consueta corsa mattutina.. E la parola culo, poi, non ha nemmeno mai sfiorato le mie labbra.

Io sono un tipo a posto, senza fronzoli per la testa o distrazioni, educato e ben determinato a non creare conflitti o litigare con qualcuno; vorrei stare in un clima il più possibile pacifico e tranquillo.

Ma basta con questi discorsi, ho perso 5 minuti e alle 9,30 devo essere a lavoro. Accendo la macchina e m'immetto nel traffico newyorkese. 25 minuti e sono in ufficio, in anticipo di 10 minuti come al solito. La mia segretaria mi viene incontro e inizia a tempestarmi:

-Buongiorno signore! In anticipo come al solito! Questi sono gli impegni e le chiamate che ha ricevuto oggi!-

-Grazie, Susy – Rispondo con il mio solito sorriso.

-Si figuri, signore! Le ricordo che oggi arriveranno i nuovi apprendisti e lei, in quanto capo del personale, dovrebbe esserci..-

-Io oggi ho una riunione con il caporedattore, te lo sei dimenticata?- Domando posando la valigetta sulla scrivania e accendendo il computer.

-No, signore! Ma ho provveduto a spostarla a oggi pomeriggio alle 15,30- Mi guarda quasi impaurita.

-Magnifico, Susy. Efficiente come al solito! - Credeva di agire nel migliore dei modi, di certo non posso dirle del mio impegno con il dottore.. Vabbè.. Lo rimanderò, in fondo mi sento bene..

La mia segretaria, con gli occhi entusiasti, esce dal mio ufficio salutandomi soddisfatta e io tiro un sospiro. Il telefono squilla:

-Pronto?-

-Diaz? Che cazzo fai, eh?-

Voce inconfondibile -Buongiorno anche a lei! Cosa è successo?-

-Ma come cosa è successo, bimbo! La riunione. L'hai spostata te, no? Non pensare che solo perchè hai una stanza tutta per te, tu possa decidere sul mio tempo! Se ci sei, io ci sono alle 10, sennò faccio le cose da solo e come mi pare!-

-Ok, ok! Non ti arrabbiare! Arrivano i nuovi apprendisti e mi sembrava giusto esserci. Se mi dici però che poi sei impegnato, si rimette la riunione fra mezz'ora, ok?-

-Ecco, bravo. E mandaci la tua segretaria dai tuoi compagni di giochi!-

-Tra mezz'ora nel tuo ufficio, a dopo.-

Riattacco sbuffando.. Una partaccia del genere era quello che mi ci voleva per partire bene oggi!

La mia segretaria rientra e con sguardo mortificato mi chiede scusa per aver agito senza la mia approvazione. La tranquillizzo. Almeno così oggi pomeriggio potrei andare dal dottore.. Quel doloretto a livello dello stomaco mi è appena ricominciato..

Nei 20 minuti che distanziano l'appuntamento con il caporedattore rispondo a qualche telefonata e firmo qualche scartoffia per le ferie. Cinque alle 10 mi alzo e mi avvio verso l'ufficio del collega, dal quale so già che uscirò con una buona dose di pensieri. Sento un po' di confusione nell'atrio che si placa appena esco dal mio ufficio. Non mi spiacerebbe qualche volta prendere parte ai pettegolezzi che girano fra le scrivanie, ma il mio status m'impedisce di poter spendere 10 minuti a parlare con i miei sottoposti durante l'orario di lavoro. Sto per uscire dalla sala quando Susy mi chiama a gran voce:

-Signor Diaz! SIGNOR DIAZ! I fogli che deve portare al caporedattore!!-

Giusto, che sbadato! Torno indietro a passo di corsa ringraziando con gli occhi la mia segretaria che mi ricorda sempre tutto.

-Susy, ma il foglio di bilancio del mese scorso dov'è finito? E.. Le proposte per la nuova copertina? Chi l'ha scritta questa? C'è qualcuno che non ha ancora chiaro che questo giornale si chiama “Life Now” e non “Life How”. Per favore Susy, falla correggere e poi portamela in riunione. Il bilancio?-

-Qui, signore! Provvedo subito e gli faccio avere la copertina.-

-Sei un angelo!-

Mi carico sulle braccia il malloppo pesante di fogli. Guardo l'orologio mentre ricomincio a correre verso l'ufficio del collega.

-Cavolo, le 10,10! Devo sbrig...!!!!-

Non faccio in tempo a finire il discorso mentre rialzo la testa che la mia visuale si riempie di rosso prima di uno scontro. Faccio volare i fogli di mano nel tentativo di frenare la caduta della persona contro la quale ho sbattuto. Me la ritrovo fra le braccia. È uno splendore.

-Mi scusi signorina, sono in ritardo e sono stato sbadato! Spero non si sia fatta male!-

La mia segretaria sopraggiunge correndo e si mette a riordinare i fogli sparsi mentre mi rialzo in tutta fretta rialzando anche la ragazza.

-Signore tutto bene?- mi chiede Susy posandomi i fogli nelle mani tese.

-Sì, Susy, ti prego assicurati che la signorina stia bene. Io vi chiedo scusa, ho una riunione e sono estremamente in ritardo!-

Rimetto a posto gli occhiali e mi tiro indietro i capelli, tornando a correre verso la stanza del caporedattore.

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Capitolo 2
*** Inizio promettente...o forse no ***


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Capitolo 3
*** Uno strano colloquio ***


Due interminabili ore e finalmente quella che si era rivelata la prova di coraggio e pazienza per eccellenza è finita! Esco dall'ufficio del collega stropicciandomi l'occhio destro sotto gli occhiali con la mano destra, mentre con la sinistra tengo in mano i fogli con i vari cambiamenti che abbiamo deciso.

Tiro un sospiro di sollievo quando entro nella zona sicura della mia stanza e mi allento la cravatta che mi stringe veramente troppo il collo impedendomi di respirare.

Susy entra con il suo fare accomodante e mi porge un bicchiere d'acqua.

- Com'è andata, signore?-

Bevo come fosse un anno che non toccassi liquido e poso il bicchiere sul tavolo con un tonfo sordo.

-Non l'hai sentito da sola? Quello là ha reso partecipe tutta la redazione di quello che pensa di me e della mia conduzione.-

Mi alzo dalla sedia allentando anche il primo bottone della camicia.. Non credevo facesse così caldo..

- Possibile che non possa essere credibile solo perchè ho 24 anni? Possibile che debba essere chiamato “bimbo”, “bambino”, “poppante”, “frugolo” da uno che non ha nemmeno la metà dei miei titoli e che non sa nemmeno i principi su cui si basa il mio agire? È possibile che tutti i mesi io debba essere rimproverato e incolpato di articoli inconcludenti e poco interessanti scritti dai miei collaboratori? Ma nessuno ci pensa che forse sarebbe il caso anche di cambiare un po' qua dentro mentalità? Fosse per me assumerei altri 50 giornalisti, tutti giovani, POPPANTI, poi glielo farei vedere io cosa sanno fare.. I poppanti con il cervello! Ma non posso mandare a casa tutte le persone che scrivono articoli da prima elementare, te ne rendi conto, Susy???? Nessuno pensa alla famiglia di queste persone? Davvero qui si pensa solo ai soldi? Che schifo.. CHE SCHIFO!-

Mi giro furioso verso la finestra e cerco di calmarmi seguendo con lo sguardo una macchina gialla che percorre la via sotto la redazione.

- Susy, perchè sto sperando che quella macchina batta contro un palo solo per avere l'occasione di uscire un attimo da qui dentro?-

La mia segretaria accorre e mi riaccompagna alla scrivania.

- Signore, lei è molto stressato. Ha un carico veramente grosso sulle spalle per la sua età e, per l'amor di Dio smetta di guardare la strada! Pensi a quei poveri disgraziati incuranti che nell'edificio che costeggiano c'è un tizio che mina mentalmente alla loro salute!!-

Susy mi fa uscire un sorriso.. Sa sempre come fare.. Mi giro verso di lei e, dopo averle preso la mano, le poso un bacio leggero su essa.

Lei la ritrae arrossendo improvvisamente

- Ma signore!!!-

Mi alzo, mi stiracchio e mi sento nuovamente in me..

- Scusami Susy, per questi cinque minuti da incubo.. Avevo bisogno di uno sfogo e tu mi hai ascoltato.. E spero solo tu..-

Mi giro verso la porta. È chiusa! Susy, santa donna!

- Bene, ottimo! Adesso che il buonumore è tornato posso riassumerti la riunione nel fatto che le vendite stanno calando in modo evidente, non solo per la crisi, ma secondo il capoccione, per la qualità degli articoli che non toccano veramente la gente di oggi. Quindi che fare? L'unica proposta che ho è di assumere nuovo personale, giovane, con mille idee per la testa e con intenti rivoluzionari.-

- Mi sembra un'ottima idea, signore!- Risponde Susy entusiasta – e, a tal proposito le ricordo che nella stanza accanto si stanno svolgendo i colloqui per i nuovi apprendisti. In quanto capo del personale....-

- Ma certo! I colloqui!!!!!! Grazie Susy!-

Esco di fretta e mi dirigo verso la stanza. Vedo, seduti sulle sedie a destra della porta due persone. La prima è un uomo di mezza età, vestito di tutto punto con la moda di trenta anni prima e le gambe accavallate. Mi guarda con sguardo di superiorità. Sposto gli occhi sull'altra e rimango un attimo abbagliato. È la ragazza di prima, quello contro cui ho sbattuto! Dovrei fermarmi a chiederle scusa, a sapere se si è fatta male; ma quando sono a due passi da lei la porta si apre..

- Ah, Hiro! Ce l'hai fatta! Io ho iniziato e a dire la verità ho quasi finito! Perchè non entri con me?? Potrebbe essere interessante! E poi dovresti esserci in quanto ...-

- Ok, ok! Sono venuto apposta Erik, sono qua.- rispondo senza nemmeno aspettare che finisca la frase. Odio presentarmi ai candidati neo assunti come il responsabile del personale.. Voglio che mi parlino il più spartano e volgare possibile. Voglio conoscere veramente la persona che ho davanti, non la bella faccia che si fa in presenza di un superiore.

Entro con il rimpianto di non aver potuto scambiare due parole con la ragazza, che credo abbia accompagnato il padre o magari il fidanzato al colloquio. Mentre passo davanti a un quadro riflettente mi accorgo del mio aspetto poco dignitoso e del colorito evidentemente troppo vivido delle mie guance.

- Ti sei incazzato da poco, eh? Ti si legge in faccia! Sei rosso come un pomodoro!- Scherza il collega.

- Lasciamo perdere, mattinata iniziata male!- Taglio corto con un sorriso ironico.

Una volta seduti facciamo accomodare il signore snob di prima, che continua a preservare il suo atteggiamento anche in sede di colloquio. Si vanta per aver lavorato per numerosi editori, di aver scritto saggi e aperto convegni. Inoltre, e questa è la frase che mi è rimasta più in testa, afferma chiaramente che ha deciso di fare questo colloquio solo per sfida con sè stesso, sicuro di essere sicuramente scelto; “in fondo, per me sarebbe solo un passatempo.. Soldi ne faccio in altro modo”.

- Prego, si accomodi fuori. Le faremo risapere.- Rispondo con un sorriso.

Appena fuori dalla portata Erik, il mio collega, si gira e mi guarda con una faccia del tipo “ma chi l'ha sciolto questo?!?” e io sono pienamente d'accordo con lui. Così, sfilo dal taschino la mia impeccabile stilografica argentata e la agito con un sorriso. Erik mi guarda e risponde con un gesto di assenso al mio prossimo gesto. Ed io, del tutto ignaro che l'ultima candidata sia entrata nella stanza, mi appresto a tirare un rigo nero e preciso sul nome del candidato appena uscito, seguito da un “Aaaaaaaaah!!!” del mio collega.

- Dimmi ora se il tuo lavoro non è divertente!- Continua ridendo.

- Per favore, Van Haussen, soldi ne faccio in altro modo!- Rispondo non riuscendo a non copiare la bizzarra battuta del tipo precedente.

Scoppiamo in una risata fragorosa che si spezza di botto quando mi accorgo che non siamo i soli in quella stanza. Do una gomitata a Erik, che smette di ridere istantaneamente.

- Non erano finiti i candidati?- Domando scorrendo i nomi.

- Devo aver sbagliato!- Si scusa Erik.

Alzo gli occhi e mi perdo nuovamente in quel rosso che mi ha travolto stamani. Non posso crederci.. È lei! La ragazza contro cui ho sbattuto!

- I-il suo nome prego?- Chiedo schiarendomi la gola.

- Elena, Elena Vogel....però tutti mi chiamano Elly!-

- Sì.. Elly.. Bene, signorina Vogel.. Potrebbe descriversi con tre aggettivi?-

-Mmmmmm bèh allegra, sempre e comunque.. Modaiola, in quanto ho uno stile impeccabile e.. Che dire, bèh viva direi, sotto ogni punto di vista.-

- Aggiungerei modesta..- mormora Erik. Io sono troppo incantato dagli occhi della ragazza per poter ascoltare ogni altra cosa se non la sua voce..

- È disposta ad accettare un lavoro che potrebbe portarla anche fuori casa per qualche giorno?-

- Indubbiamente, adoro viaggiare!! Anche se trovo sempre difficoltà a chiudere le valigie, al ritorno ovviamente.. Faccio tanti di quegli acquisti.. Ma sto divagando, la risposta è sì!-

-Ottimo!!!- Questa ragazza mi piace sempre di più. -Oltre a eventuali referenze ed esperienze passate, a lei su quali argomenti le piace scrivere?-

- Bèh sulla gente in generale, ma se vuole una risposta più dettagliata, su come vive la gente, di notte, nei posti e modi più strani-

- Interessante.. Non avevo mai pensato a questo aspetto.. Innovatore.. Potrebbe andare!- Continuo esaltandomi al pensiero che con quella ragazza potrei davvero mettere con le spalle al muro il caporedattore. -Non credi, Erik?-

Per tutta risposta lui gira la testa dall'altra parte con un “Tsk” accennato. Sembra contrariato.

Mi giro verso la ragazza:

- Sente di avere ispirazione in questo momento?-

- Tantissima, ho già mille idee!-

E lì non resisto con l'aggiungere -E mi può giurare che preserverà questa vitalità per i prossimi diciamo.. trent'anni??- Forse ho esagerato.

- È altamente probabile che lascerò questo mondo durante una festa o simili, quindi...sì!-

Guardo la ragazza con sguardo perplesso.. Quest'ultima risposta non l'ho afferrata.. Se era una battuta.. Boh.. Ma Erik parte all'attacco..

-Non ti crogiolare fra gli allori.. Non sei stata assunta e, a parer mio, nutro forti dubbi.. Si sono presentate persone con curriculum ben più prestigiosi dei tuoi e anni di esperienza alle spalle.. Perchè credi che sceglieremo proprio te? Cosa credi di avere in più rispetto agli altri?-

Sono esterrefatto.. Erik non si era mai accanito così tanto..

-Sono sveglia e.... Determinata, farò tutto ciò che rientra nelle mie abilità per dare il massimo, sempre.-

-Oh, ma per favore! Queste frasi sono belle e fatte per i colloqui.. Magari fra un mese ti troveremo in qualche angolo della redazione fatta fino al midollo!-

-Facile a dirsi per un anonimo biondo, tra l'altro di pessimo gusto, che nella vita non ha autorità nè potere se non in questi brevi attimi... Si sente forte a distruggere l'entusiasmo dei giovani? Io personalmente lo trovo triste, quasi quanto i pregiudizi, non è d'accordo?-

-Ok! OK! Direi che è venuto il momento di finirla qua!- Mi alzo alla svelta prima che Erik possa rispondere e scatenare un putiferio.

Mi accingo verso la ragazza che capisce e si alza.

-Signorina Vogel, sarei molto interessato a leggere un suo articolo sui nuovi stili di vita delle generazioni moderne. Scelga lei per bene tematica o luogo o qualsiasi altra cosa. Voglio capire per bene il suo stile di scrittura e la sua personalità. Il mio studio è questo accanto, me la può venire a consegnare quando vuole. D'accordo?-

Le sorrido cercando di sdrammatizzare la situazione e, quando la ragazza è fuori, sbuffo e mi giro verso Erik..

-Dico, ma sei impazzito? Perchè mai ti sei aizzato in quel modo??? Che ti aveva fatto?- Chiedo tendendo alla rabbia..

-Ma che impazzito e impazzito!!! Ma non l'hai vista? Non farti abbindolare da lei! È solo una ragazzina in cerca di un lavoro stabile in tempo di crisi! Sarà cresciuta a “Cioè” e “Pop's”! Via su, Hiro.. Non è portata per fare la giornalista!-

-Ma da cosa lo capisci? Via falla finita! Sicuramente hai chiesto a quella ragazza il numero e lei non ha voluto dartelo, ecco perchè te la sei presa! Quindi falla finita! La gente come Elena è difficile da trovare! È la spinta nuova che serve alla redazione, quel vento d'aria fresca che potrebbe rivoluzionare qui dentro. Quindi basta. Sono responsabile del personale e farò valere il mio ruolo una volta tanto! Chiuso il discorso.-

Prendo il cellulare che ho lasciato sulla scrivania e esco sbattendo la porta alla spalle.

Mi ritrovo faccia a faccia con lei, sicuramente avrà sentito tutto. Le sorrido imbarazzato e mi ritiro su gli occhiali scivolati sul naso.

Mi ritiro nella mia stanza e guardo l'orologio davanti a me.. Fortuna che manca poco all'una! Ho proprio voglia di andarmene.. E ho voglia di un panino in riva al lago.

-Signore, tutto ok? Oggi è stata una giornatina pesante mi pare!-

-Uff Susy! Una settimana iniziata così non oso immaginare come possa finire!-

Mi risponde sorridente. -Allora non ci pensiamo!!-

La mia mattinata si conclude alle 13,30. Spengo il computer e mi avvio verso la porta.

-A domani Susy, buona serata! Salutami tuo marito!-

-Grazie signore, a domani!!- Mi saluta tutta contenta.

Prendo la macchina e mi dirigo verso un laghetto poco distante dal centro. Mi compro un panino e mi siedo sulla panchina. Il sole m'illumina piacevolmente il viso. Tiro un sospiro e mi godo quel momento di pace osservando un bambino che ha appena iniziato a camminare e girella felice sull'asciugamano preparato con cura dalla madre. Mi viene da pensare.. Chissà se mai io avrò una famiglia e vedrò mio figlio camminare verso di me con la braccia aperte e il sorriso dolce? Chissà se troverò mai una donna a casa pronta a cucinarmi ed accogliermi quando mi capitano giornate come oggi? … Chissà...

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Capitolo 4
*** Disperato bisogno di diventare matura ***


Hai trovato un baco su EFP, per questa non vedi il testo della storia.

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Capitolo 5
*** Una serata su di giri ***


Mi sono preso un giorno di riposo. Era secoli non lo facevo. Dopo la corsa mi sono lasciato passivamente sbracare sul divano, ho ordinato il pranzo al thailandese che lo porta a casa e sono rimasto tutto il giorno a barcollare per il mio appartamento con una bottiglia di birra in mano. Avevo progetti per questo giorno libero? Forse.. Ma sono tutti crollati senza un motivo.. Avevo bisogno di lasciarmi andare e bighellonare senza una meta fra le quattro mura di casa. Ogni tanto prendono quei giorni di simildepressione in cui sai che, se usciresti sicuramente ti capiterebbe qualcosa, quindi preferisci startene al riparo e goderti la noia di un riposo. La giornata termina con una birra e l'ennesima visione di X-Men. Amo questo film.. Amo tutti i film della Marvel.. Forse perchè ogni protagonista è un supereroe.. Che dopo averne passata qualcuna un po' più da sfigato si trasforma in un superfigo con poteri eccezionali, una vita fantastica e le migliori topo model del pianeta innamorate perse...

Ma la vita reale è diversa..

Non che rimpianga niente di quello che ho.. Sono giovane e ho realizzato tutti i miei sogni di carriera.. Ho una casa tutta mia, una macchina fiammante, un lavoro sicuro.. Forse non ho una ragazza.. Ma nella vita bisogna pur scegliere..

 

Il film finisce, e come sempre, non mi ha deluso.. Ogni volta è migliore..

Spengo il lettore DVD e la televisione e mi affaccio al balcone del mio appartamento.. La città è bellissima da quassù.. Le stelle non si vedono, ma le immagino luminose nelle loro costellazioni..

Ho voglia di andare in campagna a guardare le stelle.

Poi mi guardo e decido che non è il caso di andare in giro in boxer.. E di vestirsi non se ne parla.. Troppa fatica e troppo caldo.

Chiudo la portafinestra e sto per andare a buttare la bottiglia vuota quando sento suonare alla porta.

Sarà la ragazza di stamani? Nel pomeriggio l'avevo rivista, ma la folla che sempre ho intorno quando esco dall'ufficio mi ha impedito di avvicinarla...

Ma.. Che domande stupide mi pongo?? Come potrebbe essere lei? Di certo non sa dove abito.. E poi perchè dovrebbe essere lei? Sicuramente sarà in qualche locale a godersi la sua età con gli amici...

Driiiin!!

Ok, forse stasera è meglio che la smetto con le riflessioni e anche con la birra.. E soprattutto devo aprire quella porta.

Mi avvicino all'entrata e senza chiedere neanche chi fosse apro il pesante portone blindato.

Con una punta di amarezza guardo la mia segretaria che mi fissa un po' sbalordita e poi arrossisce vivamente.

-S-signore! M-mi scusi per l'orario! Oh Santo Cielo.. Stava andando a letto?- Cerca di non far scendere lo sguardo sotto il mio mento ma vedo che ogni tanto cede..

Io sgrano gli occhi.. Non avevo mai pensato alla mia segretaria come a una donna... In quel senso.. E io sono in boxer, con una bottiglia in mano e la luce soffusa in casa davanti a lei.. Improvvisamente mi vergogno come un ladro..

-SUSY! C-cosa ci fa qua? Io.. Sì, mi stavo lavando i denti e..-

-Scusi, ma si lava i denti con la birra? Non credo sia molto raccomandato!- Cerca di sdrammatizzare la donna.

Cerco di ridere ma ne esce un vagito nervoso.. Voglio finire quella conversazione al più presto e andarmene a letto.. Subito, ora.. Quanto prima! -Cosa ti porta da queste parti? Pensavo abitassi da tutt'altra parte..-

-Sì, infatti, però oggi è passata in redazione quella ragazza di ieri. Elena Vogel, ricorda?-

Il mio sguardo si fissa nei suoi occhi.. Credo che il mio sangue sia abbastanza saturo di alcool da non farmi ragionare.. Ma ricordo Elena..

Il fatto che la mia segretaria non prosegua mi fa innervosire..

-Sì, sì avanti Susy, per l'amor di Dio! L'ho anche vista.. Parla, parla!!-

-Ecco sì, ehm.. Ha portato l'articolo che le aveva chiesto di scrivere. Io gli ho dato un'occhiata e mi è sembrato interessante, quindi, visto che ero nei paraggi a cena, ho pensato di portarglielo per farglielo leggere al più presto. Nell'ultima pagina c'è anche il recapito della signorina.. Se le interessa...- Allude la segretaria.

Le rivolgo uno sguardo torvo.

-A cosa alludi scusa? Pensi che possa interessarmi in qualche modo? Perchè fai queste allusioni?-

Dal viso di Susy scompare l'accenno di sorriso..

-Io, pensavo...-

-No, Susy. Io non vivo di lavoro, capito? Mi sono preso una giornata per staccare e invece mi ritrovo te sulla soglia di casa con un articolo che potevo benissimo leggere fra meno di 12 ore. Inoltre parli tu di allusioni, che da quando mi hai visto non riesci nemmeno a sostenere il mio sguardo?-

Un lampo di tristezza si affaccia sugli occhi della donna.

-Io sono professionale, non ho nessun tipo di interesse per questa donna se non di tipo lavorativo. Non ti permettere di parlarmi così, non sono un ragazzino!- L'alcool mi sta facendo sparlare. Lo so, ma non riesco a trattenermi.

-Mi.. Mi dispiace, davvero..- La donna abbassa la testa e fa per andarsene.

-Susy! Io...- Mi pento, mi sento un vile.. Non so che dire per rimediare..

-A domani, signore..-

Getta a terra il pacchetto che tiene in mano e inizia a scendere le scale.

-SUSY! Ti prego! Aspetta! Non volevo.. Lo sai! Mi conosci!!!- La seguo sul pianerottolo..

Sento aprire una porta.. La mia dannata vicina ultrasettantenne mi guarda con occhi assonnati. Appena mi vede mezzo nudo spalanca gli occhi e gira la testa in segno di diniego. Faccio finta di niente..

-Susy, ti prego..-

-Buonanotte, signore.-

Faccio un profondo respiro e ritorno verso la porta di casa a testa bassa..

-Questi giovani d'oggi.. Non si accontentano delle ragazzine.. Anche le madri di famiglia devono adescare.. Che schifo...-

Mi fermo sulla soglia di casa e mi giro.. Ormai lo spettacolino l'ho iniziato.. Tanto vale finire con una piazzata storica. Vado vicino alla porta della vecchia e congiungo le mani davanti al petto..

-Signora Sneider, mi dica una cosa.... MA LEI NON SI DECIDE PROPRIO A MORIRE, EH?-

Tiro un calcio al vaso di fiori finti polverosi che tanto odio, e che nemmeno si spostano più di tanto. La dannata deve averci messo il cemento dentro.

La vecchia è sbalordita; io, imprecando per il dolore al piede, rientro nel mio appartamento e sbatto la porta.

Lascio la bottiglia sul tavolo e mi dirigo in camera.. Qualcosa attrae la mia attenzione. Mi giro e zoppicando, torno nell'ingresso a raccogliere il pacchetto. Spengo la luce e me lo porto in camera.

Lancio sul letto il pacchetto e poi mi butto sotto la doccia fredda per una buona decina di minuti.. Che stronzo che sono stato.. Domani devo chiedere scusa a Susy...

Poco dopo mi butto sul letto, anche se il sonno non sembra volermi accogliere stasera..

Mi rigiro nel letto con la luce accesa, poi mi decido ad aprire il pacchetto.

Nei successivi 20 minuti leggo e rileggo l'articolo, cercando di darle più attenzione possibile..

Alla fine concludo che è un buon pezzo.. Domani devo farlo leggere a quel cretino di Erik e poi far chiamare Elena.

Appoggio l'articolo sul comodino e finalmente spengo la luce.

***

 

La mattina dopo la mia solita routine si ripete, anche se non riesco a correre per il dolore al piede sinistro. Quindi, guadagnando una buona mezz'ora mi metto a rileggere il pezzo di quella ragazza mentre sorseggio il secondo caffè.. Questo mal di testa non accenna a diminuire! Ma quanto ho bevuto ieri? …

Alle 9,25 entro in redazione zoppicando. Susy è alla sua scrivania e mi guarda attraversare il corridoio. Prima di arrivare davanti a lei tolgo di tasca un fazzoletto bianco e lo lego sulla cima di un lapis. Lo affaccio poi alla porta del suo studio sventolandolo a mò di resa.

-Buongiorno, signore. Ripreso dalla sbronza di ieri sera?-

Mi affaccio e le sorrido timidamente.. -Si vedeva tanto, eh?-

-Oserei dire che è più appropriato parlare di odore, più che di vista!-

-Sono mortificato, Susy. Davvero. Non so perchè ho parlato in quel modo.. Mi vergogno di me stesso..-

-Non si preoccupi.. Con i bambini ci ho trattato abbastanza, ormai non me la prendo più!- mi provoca alzandosi dalla sedia per sistemare dei registri.

-Giusto, giusto! Chiedo venia.. Senti.. Ho letto l'articolo che mi hai portato ieri sera..-

-Ah spero non con quella sbornia addosso!!-

-ANCHE con quella sbornia addosso, ma anche stamani con un po' più di lucidità.-

-E quindi? Devo chiamare la signorina o ci ha già pensato lei?-

-No, io non ho chiamato nessuno. Volevo far leggere l'articolo a Erik e poi chiederti di chiamarla. Credo sia davvero quello sprint che ci serve.. Che ne pensi?-

La segretaria mi guarda per qualche secondo. -Le ho già detto ieri sera cosa ne penso di quell'articolo...-

-Ok, chiamala.. Vado a portare l'articolo a Erik e poi l'aspetto qui nel tuo ufficio.-

-Signore, posso chiederle come mai zoppica?- Mi domanda la segretaria prima che esca dall'ufficio.

Sorrido e la guardo.. -Diciamo che... Un vaso si è intromesso fra me e il mio stato non troppo sano.-

Esco..

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