Nella tua assenza

di _EpicLoVe_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte Prima ***
Capitolo 2: *** Nella tua assenza ***



Capitolo 1
*** Parte Prima ***


Nella tua assenza 1° parte

Nella tua assenza

Gli dissero che l’avevano vista galleggiare sull’acqua come un cigno in una calda mattinata di Aprile.

Sua moglie era morta affogata.

Non erano mai riusciti a capire bene le dinamiche dei fatti e questo era ciò che lo rendeva nervoso ogni qual volta che pensava alla sua morte, cosa che succedeva sempre.

Non aveva mai realmente smesso di pensare alla morte di sua moglie.

Quando si svegliava, la mattina, il primo pensiero correva ad Hermione e alla sua assenza e a volte faceva così male che a stento riusciva ad alzarsi dal letto.

Pensava a lei sempre.

Quando era solo, nel silenzio della sua casa troppo grande o quando era in mezzo alla gente, ad una festa, al lavoro.

Pensava a lei costantemente perché quell’assenza pesava come un macigno sul cuore.

Si ritrovava spesso a pensare cosa avrebbe fatto Hermione in quella situazione o cosa avrebbe detto in merito a quella determinata persona.

A volte si ritrovava a sorridere da solo, immaginando la sua risposta tagliente e il tono ironico.

La sentiva ancora.

La sentiva dentro, come il ricordo di un pugno allo stomaco, la sentiva attorno a sé, in casa loro, al suo fianco.

La sentiva sempre, riusciva a percepire la sua presenza, ma non riusciva a vederla mai e questa cosa lo infastidiva.

Non era stato facile da accettare e dubitava che ci sarebbe mai riuscito davvero, del resto è sempre troppo difficile accettare la morte di una persona cara, abituarsi alla sua assenza.

Era proprio ciò che più gli pesava, rinnovare le proprie abitudini.

Draco era sempre stata una persona piuttosto abitudinaria e rinunciare ad una qualsiasi delle sue abitudini era stato estremamente fastidioso per lui, eppure non aveva potuto farne a meno.

Di solito si addormentava con lei al suo fianco e si svegliava con il calore del suo corpo, fatta eccezione quando qualche emergenza la faceva correre sul lavoro, portandola lontana da lui.

E solitamente la domenica andavano a cena dai Potter.

Non aveva mai amato quelle cene in verità ed Hermione lo sapeva bene, eppure continuava ad accompagnarla ogni settimana perché sapeva che quelle cene la facevano star bene, la rendevano felice.

Da quando lei era morta aveva dovuto riabituarsi a dormire da solo e non c’era nessun corpo caldo al suo risveglio, non c’era il suo sorriso tranquillo, la dolcezza delle sue carezze o l’odore della sua crostata di mele che riempiva la cucina.

Non c’erano più neanche le cene della domenica, nonostante Harry e Ginny continuassero ad invitarlo tutte le settimane.

Lui rifiutava sempre con una scusa o con un’altra.

Quelle cene non avrebbero avuto lo stesso sapore senza di lei.

Era certo che non sarebbe riuscito a tollerare neanche un minuto in compagnia dei Potter e dei Weasley senza la presenza rassicurante di Hermione al suo fianco.

E poi, dalla sua morte, aveva iniziato a preferire la solitudine. Non che prima avesse mai amato uscire, ma spesso si lasciava convincere da Hermione, da Blaise o magari da sua madre a partecipare a feste e cene, adesso gli unici eventi a cui partecipava erano quelli lavorativi.

Una volta Blaise e Daphne erano riusciti a trascinarlo ad uno degli eventi di beneficenza organizzati da Narcissa. Aveva presenziato per quasi un’ora, salvo poi fuggire con una bottiglia di wisky per rifugiarsi nella sicurezza della sua casa.

Si era ubriacato e aveva passato tutta la notte a frugare tra le cianfrusaglie di Hermione.

Aveva lasciato ogni cosa al suo posto dopo la sua morte.

Non aveva avuto il coraggio di spostare nulla, avrebbe fatto troppo male e lui non voleva soffrire.

Non voleva star male, ma non desiderava nemmeno star bene, tutto ciò che voleva era non provare niente, assolutamente niente, era per questo che prendeva le sue pillole.

Due al giorno gli bastavano a farlo sprofondare in sonni profondi che somigliavano tanto a lunghi stati di incoscienza.

Quattro al giorno non lo lasciavano neanche dormire, ma lo privavano di forza e lo aiutavano a rimanere ore e ore sdraiato sul divano del salotto a perdersi in ricordi felici, in un tempo in cui c’era ancora Hermione e lui riusciva a sorridere.

Sapeva che lei avrebbe disapprovato quel suo modo di comportarsi, ma poco gli importava.

Lei non c’era più e con sé erano andati via anche i suoi moralismi e le sue prediche.

Delle volte Draco la desiderava così tanto che le sembrava quasi di vederla ancora, seduta accanto a lui.

A volte, in alcuni dei suoi stati di incoscienza, gli pareva che lei fosse lì e lo stesse guardando con tristezza e disapprovazione e lui riusciva quasi a sentirsi offeso da quello sguardo.

Daphne l’aveva costretto a vedere un analista e questo gli aveva chiesto cosa avrebbe voluto dire a sua moglie se mai avesse avuto la possibilità di rivederla.

Draco ci aveva pensato a lungo, infine era arrivato alla conclusione che, con ogni probabilità, le avrebbe urlato addosso che era una stronza e che non aveva nessun diritto di fare ciò che aveva fatto.

Il caso di Hermione non era ancora stato chiuso, Draco voleva sapere com’era morta e Narcissa aveva giurato di far incarcerare tutte le autorità coinvolte se la verità non fosse venuta fuori.

Eppure le indagini proseguivano con scarsi risultati.

Non si trovava niente, né un movente, né un colpevole.

“La tesi più valida fin’ora è quella secondo la quale sua moglie si sarebbe suicidata”.

Gli avevano detto un giorno e quelle parole, nella sua testa, erano diventate soltanto rumore.

Hermione non si era suicidata.

Non si sarebbe mai tolta la vita volontariamente.

Non era il tipo da ammazzarsi, da abbandonare i suoi problemi, Hermione non aveva alcun bisogno di morire.

“Ne è sicuro signor Malfoy? Ci pensi bene. Le sembrava strana sua moglie nell’ultimo periodo?”.

“No, certo che no. Me ne sarei accorto se avesse avuto qualche problema, non crede?”.

Era stato il silenzio di quell’agente durante il suo interrogatorio la risposta migliore.

“Lei sapeva che sua moglie era incinta?”.

E Draco si era sentito improvvisamente solo e ferito.

Hermione aspettava un bambino.

Lui ed Hermione aspettavano un bambino.

Lui non lo sapeva.

Questo era ciò che più lo faceva arrabbiare.

L’aveva scoperto il giorno della sua morte, dopo le analisi che erano state fatte sul suo cadavere.

Aspettava un bambino dal sesso non ancora identificato.

Era incinta da due mesi e lui non ne sapeva nulla.

Spesso si era chiesto perché lei glielo avesse nascosto per così tanto tempo.

A volte si fermava ad immaginare il momento in cui lei glielo avesse detto e nella sua mente era sempre bellissimo.

Perché lui non sapeva della gravidanza?

Questa domanda lo ossessionava.

C’erano stati tanti momenti, durante quei due mesi, in cui lei aveva avuto l’opportunità di dirglielo, ma non l’aveva mai fatto.

“Forse semplicemente non voleva farlo” aveva ipotizzato Blaise un giorno.

Il tono leggero e il volto rilassato, com’era solito essere, mentre sorseggiava un bicchiere di wisky.

“Forse non era il mio” aveva risposto invece Draco, dando voce ai pensieri che il suo migliore amico si era ostinato a mascherare dietro altre parole.

Ed entrambi erano rimasti in silenzio.

Forse fu proprio per quel motivo che Draco si trovò davanti alla porta dei Potter in un freddo giorno di Gennaio.

Voleva sapere tutto su quella gravidanza, era alla ricerca di una qualsiasi verità che potesse donargli un po’ di pace.

“Lei non ti tradiva, Draco”.

Ginny sembrava sincera mentre glielo diceva eppure lui non riusciva a crederle comunque.

“Come lo sai?”

“Perché conoscevo Hermione e la conoscevi anche tu. Lei non ti avrebbe mai tradito”.

Eppure Draco sentiva di non aver ottenuto nessuna risposta.

Un anno dopo la sua morte era ancora alla ricerca di risposte che nessuno gli avrebbe mai dato.

Cosa ci facesse Hermione alle quattro del mattino sulle sponde del lago e come ci fosse finita dentro era ancora un mistero.

La sua morte era ancora un mistero irrisolto, le pagine di un fascicolo ormai impolverato che di rado qualcuno sfogliava.

I giornalisti avevano ormai esaurito le domande e l’attenzione sul caso era andata man mano scemando.

Era esattamente ciò che Draco desiderava eppure era quasi infastidito da quella disattenzione che il trascorrere del tempo aveva portato con sé.

Gli altri ormai avevano superato l’accaduto, avevano accettato la sua morte, c’era una sorta di muta rassegnazione sul volto delle persone che la conoscevano.

Hermione era ormai diventata un ricordo da conservare nel cuore, un caro ricordo, ma soltanto un ricordo, nulla di più e lui non riusciva ad accettarlo.

Si chiedeva spesso come gli altri avessero fatto ad accettare la sua morte e perché, per quanto lui continuasse a provarci, non ci riuscisse mai, ma non trovava mai risposta alle sue domande.


Spazio autrice: Ed eccomi qui, dopo un lungo periodo di silenzio torno con questa cosetta piuttosto triste. Non ho mai smesso davvero di scrivere, ma ho avuto una
di quelle cose fastidiosissime che la gente chiama "blocco dello scrittore", anche se non sono mai stata una scrittrice.
Non riuscivo più a scrivere nulla di convincente e continuavo a cancellare le poche frasi che riuscivo a buttar giù e più di tutti ne ha risentito il fandom di Harry Potter.
Poi, un paio di giorni fa, ho buttato giù questa cosetta che mi frullava nella mente da un po'. All'inizio la storia era completamente diversa, poi ha preso una forma sua, decidendo autonomamente da che parte andare ed io mi sono semplicemente limitata ad assecondarla.
In totale sono circa dieci pagine, per questo ho deciso di postare la storia in due capitoli.
Prima di concludere questo sproloquio vorrei ricordarvi che nel mondo di Harry Potter si diventa maggiorenni a diciassette anni, quindi non sto infrangendo nessuna legge.
Spero solo che la storia sia di vostro gradimento e vi ringrazio per l'attenzione.

Alla prossima _EpicLoVe_

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Capitolo 2
*** Nella tua assenza ***


Nella tua assenza (Parte 2°)

Nella tua assenza

Forse la risposta arrivò in un caldo giorno di Giugno, si presentò alla sua porta con una chioma rossa scintillante e gli occhi verdi, incredibilmente grandi, occhi irrequieti di chi nasconde un segreto importante.

“Signor Malfoy, la signorina Potter la sta aspettando in salotto” gli aveva comunicato uno degli elfi domestici e lui aveva annuito piuttosto sorpreso da quella visita e l’aveva raggiunta.

Lilian Luna Potter era ferma accanto al fuoco spento, poggiava un braccio sul freddo marmo levigato del camino e guardava con attenzione una delle tante foto accanto a lei.

Era una foto che ritraeva lui ed Hermione il giorno dopo il matrimonio.

Draco era girato verso di lei e la guardava ed Hermione, guardando l’obiettivo, rideva.

Era una delle preferite di Hermione, diceva che di quella foto adorava il modo in cui lui la guardava.

Ovviamente le foto le aveva sistemate lei, erano sparse in tutta casa, incastrate dentro cornici e poggiate sui mobili oppure appese al muro come quadri.

Amava le fotografie, diceva che le facevano sentire la casa più calda, più familiare.

Draco, dal canto suo, non le aveva mai amate particolarmente, ma non aveva mai avuto il coraggio di toglierle, neanche dopo la sua morte.

La ragazza si voltò a guardarlo e sembrò riprendersi dai suoi pensieri.

“Ciao” esclamò semplicemente con un sorrisetto imbarazzato.

Conosceva Lily da quando era piccola ovviamente. La vedeva spesso durante quelle cene della domenica o durante le feste che passavano insieme. La conosceva da molto tempo eppure non ricordava di essersi mai fermato a parlare con lei per più di qualche minuto.

Per lui era semplicemente una dei tanti Potter.

Faceva parte della prole di Harry, quindi era nella lista delle persone che stavano a cuore a sua moglie quindi, semplicemente, era una persona da tollerare.

Probabilmente Hermione qualche volta gli aveva parlato di lei, anzi era quasi sicuro che l’avesse fatto.

Sua moglie aveva sempre amato quella ragazzina dai capelli rossi e gli occhi verdi.

è molto intelligente. Mi ricorda così tanto Harry! Oh, ma è anche esuberante, eccessivamente esuberante direi, forse questo l’ha preso da Ginny. Sai, Harry, scherzando dice sempre che lei è l’incarnazione dei Malandrini, tutti e quattro messi insieme. È una bella cosa, no?”.

Ovviamente Hermione era di parte, lo era sempre quando si trattava di Harry Potter e qualsiasi cosa legata a lui, ma guardandola in quel momento, Draco ebbe la stessa impressione.

“Cosa ci fai qui?”.

Non avrebbe voluto apparirle scortese, ma quella fu proprio l’impressione che diede.

La ragazza sospirò e continuò a guardarlo con attenzione.

Era da tempo che Draco non la vedeva e solo in quel momento si rese conto che la piccola Potter era cresciuta.

Non era più la ragazzina rumorosa di un tempo, ora, ferma davanti a lui, c’era una bellissima ragazza, quasi donna.

“Forse non sarei dovuta venire, non sono ancora sicura di quello che sto facendo”.

Draco la guardò interrogativo, infine le indicò il divano con un cenno della mano.

“Accomodati” le disse sedendosi sulla poltrona.

La osservò mentre si mordeva le labbra con aria pensosa e gli sembrò che stesse in evidente difficoltà.

Infine la ragazza si sedette e artigliò il bracciolo del divano, come se stesse cercando un appiglio a cui tenersi per trattenersi dalla voglia di andare via.

“So che sei venuto a casa per chiedere delle cose ai miei genitori. Volevi delle informazioni, hai fatto domande a cui loro non hanno saputo dare risposta” iniziò e Draco annuì.

“Io non credo di poterti dare le risposte che cerchi, ma posso dirti ciò che so, ammesso che tu voglia ancora saperlo”.

L’uomo la fissò per qualche istante prima di annuire.

“Perché adesso? Sono venuto a casa tua mesi fa, perché sei venuta da me solo adesso?” le chiese e Lily abbassò un attimo lo sguardo, salvo poi rialzarlo di nuovo e scuotere i lunghi capelli rossi.

“Perché stanotte ho fatto un sogno. Di solito non credo nei sogni, ma era un sogno talmente strano e sembrava così vero che io… non so, mi sono sentita in dovere di venire” gli rispose e Draco vagò per qualche momento con lo sguardo lungo la stanza prima di chiamare il suo elfo per far portare del tè e dei pasticcini.

Rimase sorpreso dal suo improvviso atto di gentilezza, sorpreso quasi quanto l’elfo che si affrettò ad eseguire i comandi.

Lily si sporse verso di lui, quasi come se gli stesse sussurrando un segreto.

“Hermione ha baciato mio padre”.

Lo disse in fretta, quasi come se le parole stessero premendo sulle labbra per uscire e lei non riuscisse più a trattenerle.

“Si sono baciati. È stato un bacio vero, un bacio lungo e passionale. È successo qualche mese prima della sua morte, tre mesi prima credo. Erano a casa mia, nello studio di papà. Li ho visti per caso, loro non sapevano che ero lì. Dopo qualche minuto papà l’ha allontanata gentilmente e lei gli ha sorriso. Lui ha risposto al suo sorriso e poi le ha detto qualcosa, ma io… non so cosa si sono detti, sinceramente, sono corsa via prima di poterlo sentire”.

La ragazza interruppe un attimo il racconto e prese a torturarsi le mani.

è stato orribile, tu non hai idea. Non volevo che loro sapessero che li avevo visti, ma non riuscivo più a parlare con loro senza provare una terribile sensazione di nausea, così quando Hermione mi ha chiesto cosa avessi, io l’ho aggredita. Lei ha cercato di spiegarmi, mi ha detto che era una specie di bacio di addio, anche se non ho mai capito di che tipo di addio stesse parlando, mi ha detto che tra lei e mio padre c’era una profonda e sincera e magnifica amicizia, ma nulla di più perché lui era innamorato della mamma e lei di te”.

Lily si era alzata, evidentemente agitata, salvo poi risedersi in tutta fretta.

“Non sto dicendo che Hermione fosse incinta di mio padre, Draco” esclamò freddamente ritrovando improvvisamente la calma, “Anche perché mamma è al corrente di questa storia e sono certa che se lei avesse saputo una cosa del genere ora non vivremmo più tutti sotto lo stesso tetto e sono sicura che lei ti amava. Ed io penso che Hermione fosse una persona stupenda, io l’adoravo, ma lei ha baciato mio padre ed io non sono sicura che non ti abbia mai tradito”.

Alla fine di quel racconto Draco si sentì stremato, cercò di incamerare tutte le informazioni che Lily gli aveva dato, ma il suo cervello, in qualche modo, si rifiutava di assorbire quelle nuove notizie.

Improvvisamente non fu più tanto sicuro di voler sapere la verità su quella storia, forse avrebbe preferito che il suo ricordo rimanesse intatto, senza che fosse intaccato da nuove verità.

Lily rimase a guardarlo per un po’, infine si alzò in evidente imbarazzo e sospirò.

“Io vado” esclamò dirigendosi verso la porta con passo svelto.

Aveva già poggiato una mano sulla maniglia della porta quando lui parlò.

“Per favore, rimani”.

Draco rimase sorpreso dalla sua stessa richiesta e Lily non seppe cosa, in quelle parole, la spinse a restare, ma rimase con lui in quella casa ad ascoltare il suo silenzio.

Ci furono altri giorni simili a quello.

Giorni in cui Lily andava a trovarlo e rimaneva con lui a parlare per ore ed ore.

Draco aveva scoperto in lei una piacevole compagnia e si rese conto che il tempo in sua compagnia passava più rapidamente e la sua voce allegra aveva il potere di fargli quasi scordare la morte di Hermione, almeno per un po’.

Iniziò a capire perché sua moglie apprezzava tanto quella ragazza dall’aria gentile ed i modi buffi.

Era davvero intelligente, simpatica, originale.

Amava i pomeriggi passati con lei, le serate trascorse insieme a guardare un film, a chiacchierare o semplicemente ad assaggiare piatti nuovi.

Lily si precipitava al Manor con le scuse più improbabili e lui, dal canto suo, la chiamava per ogni sciocchezza.

Si sorprese una notte a pensarla e si accorse che durante le lunghe attese prima del suo arrivo si sentiva sempre troppo agitato.

Una sensazione davvero inopportuna per un uomo come lui.

Dagli incontri a Malfoy Manor passarono a darsi appuntamento all’aperto, fuori da quelle mura impregnate di ricordi. Si incontravano sempre in posti improbabili. Vie e locali sperduti che solo Malfoy poteva conoscere.

Draco iniziò improvvisamente a sentirsi meglio, d’un tratto l’assenza di Hermione smise di essere un pesante macigno sullo stomaco e divenne soltanto un dolore lontano, come un eco sfocato di qualcosa che un tempo doveva essere stato incredibilmente grande.

Draco accettò perfino qualcuno degli abituali inviti della cena della domenica, con grande sorpresa di Harry che lo accolse amichevolmente.

Non fu affatto piacevole, la prima volta, presenziare a quella cena, ma Draco capì che era necessario per lui.

Riuscire a stare seduto con i Potter e i Weasley senza Hermione, senza la solida fune che teneva legati quei due stemmi così lontani.

Stare seduto alla stessa tavola di Harry Potter e guardarlo esattamente come lo guardava prima, con semplice indifferenza, senza chiedersi se si fosse fatto sua moglie oppure no.

Dopo quella prima conversazione con Lily gli tornarono alla mente tutte le liti fatte con Hermione durante i primi anni di fidanzamento, quando lui era ancora troppo geloso di Harry e lei non riusciva a capire il perché.

Ma poi, guardandolo quella sera, seduto al tavolino di casa sua, circondato dalla sua famiglia, così sorridente e gentile, Draco scoprì di non covare più nessun rancore per lui.

Aveva un dolore, Harry Potter, nascosto negli occhi, all’angolo della bocca, nei movimenti che qualche volta apparivano stanchi.

Era il dolore della perdita, tipico di chi perde una persona importante e finge di averlo dimenticato.

Sapeva fin troppo bene che Harry condivideva il suo stesso dolore per la perdita di Hermione e questo bastava affinché gli portasse rispetto.

Partecipò più spesso e più volentieri a quelle cene.

In breve tempo quella casa divenne il suo rifugio dalla vita.

Lì dentro non era più Draco Malfoy, il giovane vedovo, né quel Malfoy ex mangiamorte o Malfoy famoso dirigente del Ministero.

In casa Potter diventava semplicemente Draco.

E Lily era con lui durante quelle cene, quasi sempre.

Quando partì per il suo ultimo anno ad Hogwarts Draco continuò a partecipare a quelle cene e si incontravano regolarmente una volta a settimana per il loro abituale appuntamento durante il suo giorno di uscita libera da Hogwarts.

Lily gli raccontava le sue avventure all’interno della scuola, i suoi problemi da adolescente e lui a volte si sentiva troppo vecchio nei suoi trentotto anni, altre volte invece, i suoi racconti gli riportavano alla memoria gli anni passati ad Hogwarts e la spensieratezza di quei momenti.

Successe agli inizi di Dicembre, una settimana prima del compleanno di Lily, avrebbe compiuto diciassette anni e per l’occasione Ginny le aveva organizzato una grande festa a sorpresa a cui Draco era stato invitato.

I negozi iniziavano già ad essere addobbati per Natale, le luci coloravano Hogsmeade e il freddo intenso prometteva presto neve.

Lily amava quell’atmosfera natalizia, per questo aveva trascinato Draco in giro per tutta la mattinata, poi nel primo pomeriggio si erano smaterializzati al Manor perché Draco aveva una sorpresa per lei.

La casa era esattamente com’era sempre stata dal momento del matrimonio in poi. Draco alla fine non aveva spostato assolutamente nulla, pensando che la sistemazione che aveva scelto Hermione sarebbe andata bene anche durante la sua assenza.

Ma si respirava un’aria nuova, un’aria più tranquilla, fatta di respiri leggeri, di passi sicuri e di ricordi, non dolorosi e lontani, semplicemente ricordi.

Lily lo aspettava seduta sul divano, gli occhi attenti e in fremente attesa.

Quando lui tornò stringeva tra le mani qualcosa che lei non riuscì ad identificare subito.

“So che il tuo compleanno è tra una settimana, ma ho pensato fosse meglio dartelo ora. Quel giorno riceverai talmente tanti regali che il mio si perderà tra i tanti, sarà solo un regalo tra i regali e probabilmente non l’apprezzerai abbastanza” le spiegò sedendosi di fronte a lei e Lily lo guardò emozionata.

“Beh spero ti piaccia” esclamò poi semplicemente porgendole il pacchetto elegante.

“Draco, è bellissima” esclamò lei quando la collana le scivolò tra le mani.

Il cordoncino in oro bianco era sottile e delicato e il ciondolo raffigurava una libellula.

“Aiutami a metterla, per favore” esclamò subito dopo dandogli le spalle e scostando i capelli lunghissimi.

Lui la allacciò con precisione e meticolosità e la osservò quando lei tornò a fronteggiarlo.

“Ti sta bene” affermò e lei gli sorrise.

“Grazie, è bellissimo. E credimi, l’avrei apprezzato anche tra mille regali”.

Fu allora che successe, qualcosa si mosse nello sguardo della ragazza e per la prima volta dopo la morte di Hermione, Draco sentì qualcosa risvegliarsi nel suo corpo.

Un antico e primitivo desiderio, qualcosa che gli strinse le viscere e gli fece battere il cuore.

Le sue labbra si poggiarono su quelle della ragazza e prima che lui se ne accorgesse, lei stava già rispondendo al suo bacio.

Draco si staccò da lei poco dopo, respingendola con gentilezza.

Lily lo guardò, sorpresa e spaesata e Draco cercò di calmarsi e di riprendere il respiro.

Non era una bambina quella ferma davanti a sé, né una ragazza, era una giovane donna, matura e consapevole.

Ma era comunque sbagliato, era tutto maledettamente sbagliato eppure non riusciva a non sentirsi felice in quel momento.

“Voglio fare l’amore con te” era stato poco più di un sussurro quello di Lily, un’affermazione che aveva sorpreso entrambi.

E avevano fatto l’amore.

Andando contro ogni logica e razionalità avevano fatto l’amore per tutto il pomeriggio in una delle numerose stanze degli ospiti.

Ed era stato bello e Draco aveva pensato ad Hermione dopo ed era riuscito a non sentirsi in colpa.

Sapeva che lei avrebbe voluto che lui andasse avanti, immaginava che avrebbe disapprovato la persona che lui aveva scelto per tornare ad essere felice, ma era certo che Hermione sapeva bene quanto lui che la scelta non era dipesa da Draco, che Lily era arrivata da lui per caso, portando con sé una boccata d’aria fresca che lui si era limitato a respirare.

Ma non appena avevano abbandonato il calore rassicurante di quelle lenzuola qualcosa si era insinuato nel cuore di Draco, qualcosa simile al rimorso, qualcosa che l’aveva spinto ad assumere un atteggiamento freddo e distaccato lungo il tragitto del ritorno ad Hogwarts.

Lily aveva percepito questo suo radicale cambiamento e, com’era solita fare, aveva alzato in fretta una barriera contro di lui.

Lily era così, attaccava per non essere attaccata.

Non si erano più sentiti per tutto il resto della settimana.

Il giorno del suo compleanno Lily tornò alla Tana per festeggiare con la sua famiglia e le furono recapitati diversi mazzi di fiori.

Un bellissimo mazzo di garofani gialli. E lei seppe per certo che erano i suoi e segretamente sorrise odorandoli.

La festa a sorpresa fu una vera sorpresa e Lily ne fu estremamente contenta.

Lui vi andò.

Arrivò a festa iniziata, era stato troppo indeciso se presenziare o meno.

Più pensava al suo pomeriggio di passione con Lily e più si convinceva che fosse sbagliato, ma più i giorni passavano e più la sua assenza diventava pesante.

Draco si rese conto che non sarebbe riuscito a sopportare un’altra perdita e nel momento in cui la vide quella sera, bella com’era sempre stata, con un abito elegante, i capelli ritirati in una semplice acconciatura e il sorriso allegro, decise che non avrebbe rinunciato a lei.

“Quindi sei venuto”.

Draco era uscito a prendere una boccata d’aria fresca, stringendo tra le mani un bicchiere di spumante, sfidando il freddo dicembrino.

Lei lo aveva seguito e voltandosi Draco la vide ferma dietro di sé.

Aveva le braccia nude, incrociate sul petto e lo guardava con un sorriso ironico stampato sul volto bellissimo.

“Sei bellissima”.

Sincera e profonda la sua voce riempì il silenzio e Lily non riuscì a trattenere un sorriso felice.

Draco tese un braccio verso di lei, invitandola a raggiungerlo e Lily gli si avvicinò.

Malfoy la guardò con dolcezza e infine sospirò sistemandole un’invisibile ciocca di capelli dietro l’orecchio, poi lasciò cadere la mano.

“Ma adesso devi andare, qui fuori si congela, è la tua festa di compleanno ed io sono l’ultima persona con cui dovresti essere”.

La ragazza si strinse nelle spalle.

“Sei la persona con cui voglio stare” dichiarò e gli accarezzò delicatamente una mano, invitandolo tacitamente a fare una passeggiata.

Si allontanarono nel giardino attiguo alla casa, fino ad arrivare al limitare del giardino, nel campo poco illuminato.

Draco si tolse la giacca e gliela mise sulle spalle per proteggerla dal freddo e Lily si strinse a lui, beandosi di quel silenzio.

Si fermarono al buio al centro del niente, o forse al centro di tutto e lei gli si avvicinò fino quasi a sfiorarlo.

“Hai messo la mia collana” osservò l’uomo giocherellando con il ciondolo poggiato sul suo petto.

“Dovevo metterla per forza. È il regalo tra i regali” rispose lei e lui sorrise.

“I tuoi ti hanno organizzato una splendida festa”.

“Già”.

Lily sospirò e lasciò che il suo sguardo si perdesse per un attimo nel buio prima di tornare a concentrarsi sui suoi occhi chiari.

“Avevo paura che ti fossi allontanato da me. Che fossi tornato nel tuo mondo buio chiudendomi fuori” gli confessò lei e Draco la guardò con attenzione.

“Avrei dovuto” rispose, “E ti confesso di averci pensato. Tutto ciò che stiamo facendo, Lils, è sbagliato. Non soltanto perché Hermione era mia moglie. Ma tutto questo è sbagliato per te. Sei giovane, bellissima, intelligente, simpatica, potresti stare con tantissimi ragazzi. Ragazzi belli, della tua età, senza problemi. Io ho l’età di tuo padre, sono un noioso dirigente ministeriale, ho arrancato a fatica per uscire fuori da un’esperienza che mi ha devastato e la sua morte aleggia ancora attorno a me come un’ombra nera. Non ce l’avrei mai fatta senza di te e ora come ora tu rappresenti il centro del mio mondo. Sono io ad aver bisogno di te, tu non hai affatto bisogno di me, quindi vai, corri via, lontano da me”.

Lily gli afferrò il volto stringendolo tra le mani e lo guardò con determinazione.

“Draco, io ho bisogno di te quanto tu ne hai di me. È con te che voglio stare, di tutto il resto non mi importa”.

E lo baciò.

Fu un bacio tenero, un bacio che non aveva nulla della rude passione con cui avevano fatto l’amore.

E fu in quel momento che Draco comprese davvero.

Comprese che il dolore della perdita aveva smesso di pulsare e si era finalmente assopito, rannicchiandosi nel proprio angolo di cuore.

Sospirò sorridendo e l’accarezzò dolcemente.

“Dobbiamo tornare dentro, non vorrei che gli invitati iniziassero a pensare che la festeggiata sia scomparsa” mormorò e lei gli sorrise, lo prese per mano e si riavviarono verso la casa.

“Avremo un mucchio di problemi per questo” mormorò Draco d’un tratto e Lily sorrise e strinse più forte la sua mano.

“Ci penseremo quando sarà il momento, adesso stammi semplicemente vicino”.

E Draco, per la prima volta dopo tempo, si sentì incredibilmente bene.


Spazio autrice: Mi sono resa perfettamente conto che questa storia non ha avuto molto successo, ma l'ho scritta, ci sono affezionata e quindi pubblico anche la seconda ed ultima parte.
Grazie a quelli che hanno dedicato un po' di attenzione a questa storia, magari anche solo per un breve momento.
Questa short mi ha dato l'ispirazione per una long fiction e credo proprio che quando avrò un po' di tempo mi cimenterò in un nuovo progetto.

Alla prossima _EpicLoVe_

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