Trio K.H.K.

di mangakagirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***
Capitolo 7: *** 7. ***
Capitolo 8: *** 8. ***
Capitolo 9: *** 9. ***
Capitolo 10: *** 10. ***
Capitolo 11: *** 11. ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13. ***
Capitolo 14: *** 14. ***
Capitolo 15: *** 15. ***
Capitolo 16: *** 16. ***
Capitolo 17: *** 17. ***
Capitolo 18: *** 18. ***
Capitolo 19: *** 19. ***
Capitolo 20: *** 20. ***
Capitolo 21: *** 21. ***
Capitolo 22: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** 1. ***


1.
-Cavolo, stanno scappando Kudo!- urlò Hattori correndo davanti a Kudo Shinichi.
-Dannazione, non dobbiamo lasciarceli sfuggire!- imprecò il ragazzo aumentando la velocità della corsa mentre Gin e Vodka entravano dentro la loro vettura nera come la notte. Gin scoppiò in una fragorosa risata maligna e puntò la pistola al petto di Kudo.
-Muori, piccolo detective!-
Hattori si rese conto della preda di Gin e voltò lo sguardo verso il ragazzo urlando: -KUDO!- ma lui sembrava deciso a raggiungerli e non arrestava la corsa. Il colpo partì e rimbombò in tutto il parcheggio abbandonato, seguito dalla sgommata dell’auto che partiva a tutta velocità verso l’ignoto. Shinichi vide il proiettile schizzargli davanti e aspettò il dolore, che stranamente non arrivò mai poiché una figura bianca gli si era buttata addosso. Hattori trattenne il fiato e corse immediatamente contro di loro che, ormai, giacevano a terra.
-KUDO!!- urlò in preda al panico sentendo un gemito di dolore. Il ragazzo si mise a sedere spostando piano il corpo del suo salvatore su cui una macchia rossa cominciava a farsi strada tra la stoffa bianca.
-Kid!?- esclamò esterrefatto sdraiandolo a terra mentre lui si stringeva dove il proiettile l’aveva colpito. Hattori si buttò in ginocchio accanto a loro e sbarrò gli occhi riconoscendo Kaito Kid: il ladro fantasma.
-Dannazione, è ferito!-
-Dobbiamo portarlo in ospedale…-
-No!- fu quello che quasi urlò Kid, pentendosene subito per il dolore all’addome.
-Come sarebbe a dire?!- esclamò Kudo arrabbiato e sorpreso.
-Ti rendi conto di chi hai davanti?- rispose lui stringendo gli occhi dal dolore –Così si scoprirebbe la mia identità! Cavolo!- imprecò dal dolore. Hattori alzò un sopracciglio e si riferì a Kudo:
-Io lo porto lo stesso!- ma lui ci pensò un paio di secondi e scosse la testa.
-Lui non lo farebbe…-cominciò ma Hattori lo interruppe.
-Cosa?!-
-ASCOLTAMI! Lui , se quello ferito fossi io che da un momento all’altro potrei tornare Conan, non mi porterebbe in ospedale rischiando di rivelare la mia identità- Hattori capì dove voleva arrivare Kudo e sospirò ammirato da quella sua forza di volontà invidiabile –Lo porteremo dal dottor Agasa, lì Haibara lo aiuterà…- propose invine il detective dell’est. Caricarono Kid delicatamente sulla moto di Shinichi e sfrecciarono fino a casa del doc. Haibara aprì la porta e sbarrò gli occhi vedendo i due ragazzi, specialmente Shinichi, che doveva essere un bambino e che magicamente era un licelae, che reggevano un Kaito Kid ferito.
-Che Diavolo…?! No! Non me lo dite, ne parliamo dopo! Portatelo nella stanza degli ospiti- esclamò sdegnata e sparì a prendere gli attrezzi per… come dire? Operarlo?
Non fu difficile quello che la ragazzina fece aiutandosi con i due ragazzi, ma ci volle parecchio tempo; verso le 2 e mezza terminò di fasciare l’addome di Kid, che dormiva da più di un’’ora, e si fece seguire dai ragazzi in salotto.
-Dov’è il Doc, Lady Macbeth?- domandò Heiji col suo accento del Kansai.
-Fuori con amici, dovrebbe tornare a momenti Osaka…- disse Haibara fulminandolo per quel nomignolo –Per quanto riguarda te…- aggiunse rivolta a Kudo, ma il ragazzò cadde sulle ginocchia e si strinse all’altezza del petto tremante.
-Ohi Kudo!- esclamò Hattori –L’effetto doveva durare di più, che ti prende?!- si inginocchiò accanto all’amico che lanciò un urlo sovraumano. La trasformazione non durò più di dieci minuti, momenti in cui Shinichi vide l’inferno, poi un grazioso bambino di sette anni si andò a sostituire allo slanciato e invidiabile corpo del liceale. Conan respirò affannosamente, come se avesse lottato contro una ventina di karateka, e Hattori, prendendolo in braccio, lo fece sedere sul divano sotto gli occhi inespressivi di Ai, che aveva assistito a tutta la scena senza muovere un muscolo e con le braccia incrociate. Il Doc aprì la porta con la chiave e sobbalzò vedendo tutta quella gente nel suo salotto, che doveva essere teoricamente deserto a quell’ora.
-Che diav… emm, volevo dire, che succede qui?- chiese sorpreso senza ricevere una risposta. Hattori, infatti, guardava preoccupato l'amico che sembrava combattere, oltre alla lotta interna che si stava affievolendo nel suo corpo, una lotta di sguardi con Lady Macbeth.
-Non mi sembra di averti dato una dose di antidoto- cominciò lei gelida.
-Nemmeno a me- rispose lui ancora col fiatone.
-Se io non te l’ho dato, mi viene spontaneo pensare che tu l’abbia presa senza il mio consenso-
-Ti viene da pensare bene allora-
-Sei un  cretino Kudo!- scattò in piedi Haibara furibonda –Volevi morire stanotte?!-
-Haibara, la vita è mia!- scattò anche lui in piedi avendondo un vistoso capogiro che fece scattare in avanti Hattori per prenderlo, ma il bambino alzò una mano per fermarlo.
-Il proiettile non era indirizzato a Kid! Era indirizzato a te, dannato deficiente!-
-Credi che non me ne sia accorta?!-
-Se avesse colpito te e tu ti fossi trasformato mentre eri ferito, con l’accellerazione cardiaca che ti procura la trasformazione, saresti morto dissanguato, idiota!-
-Lo so, ma è un rischio che dovevo correre! Se tu vuoi rimanere per sempre bambina fa pure, ma io non aspetterò che gli uomini in nero si presentino alla centrale di polizia e si facciamo arrestare, magari portandosi dietro anche la formula dell’APTX!- Haibara fece per ribattere ma lui la interruppe – Sai bene che se ti avessi chiesto l’antidoto per andare da loro non me lo avresti mai dato, quindi non avevo altra scelta che prendermelo!-
-Idiota! Sei un idiota, Kudo! Pur di tornare normale rischi la vita!- gli occhi della bambina divennero improvvisamente rossi, cosa che lasciò Hattori più che sconvolto, e lei continuò col magone –Se ti succedesse qualcosa, cosa farebbero le persone che ti vogliono bene? Che ne sarebbe della ragazza dell’agenzia?! Vuoi spezzarle il cuore?! Che ne sarebbe di tutti quelli che ti conoscono?! Che ne sarebbe di me?!- detto ciò le lacrime cominciarono a solcarle le guance ma non smise mai di fissarlo negli occhi. Il bambino sospirò e sorrise, le afferrò una mano e disse fissandole bene quegli occhi color ghiaccio: -Sta’ tranquilla, andrà tutto bene ma ho bisogno del tuo aiuto. Questa battaglia la vinceremo solo se saremo uniti. Quei maledetti non l’avranno vinta, te lo giuro – La bambina annuì e si asciugò repentina le lacrime, quando il cellulare di Kid, che Conan aveva estratto dai suoi vestiti una volta fattogli infilare un pigiama preso da casa sua, squillò.
-Che facciamo?!- domandò allarmato Hattori.
-Rispondo… che fare?!- disse Conan cercando il papillon per modificare la voce.
-Ma non sai chi è!-
-Se non rispondessimo, sarebbe sospetto! Qualcuno lo starà aspettando sveglio a casa…- premè il verde e, portandosi alla bocca il papillon, chiese indeciso –P-pronto?-
-BAKAITOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!- urlò la voce di una ragazza furiosa, tanto che Conan allontanò il cellulare dall’orecchio e Haibara trasalì sul divano.
-BAKABAKABAKABAKABAKABAKABAKABAKABAKAAAAAA! AOKO STA ASPETTANDO CHE CHIAMI DA Più DI DUE ORE!!!!!!-
-Cavolo, deve essere la sua ragazza!- sussurrò agitato Conan all’amico.
-Te l’avevo detto di non rispondere!- disse lui sprezzante.
-Ma sta’ un po’ zitto!- poi riavvicinò il telefono all’orecchio e disse con la voce modificata –Aoko! Mi dispiac…-
-Kaito giuro che ti ammazzo la prossima volta che ti vedo! Vuoi farmi morire di paura?! Sei un BAKA! BAKABAKABAKABAKABAKABAK…!-
-AOKO!- la interruppe il bambino agitato –La pianti!? Ti ho detto che mi dispiac…-
-NON ME NE FREGA!- inveì ancora lei, poi aggiunse col tono incrinato dalle lacrime –Credevo ti fosse successo qualcosa! Mi avevi promesso che quando tornavi da casa dei tuoi amici mi avresti chiamato!- la ragazza scoppiò a piangere e Conan ebbe un deja-vu: quella situazione gli ricordava terribilmente la sua con Ran, per questo capiva come doveva sentirsi la ragazza che piangeva dall’altra parte del telefono.
-Non voglio più sentirti Idiota!!!- disse lei per chiudere la chiamata, ma Conan fu più veloce:
-Aspetta AOKO!- sentì di averla fermata e aggiunse – Aoko, mi dispiace davvero tanto di non averti chiamato. Credimi! Sono solo uno stupido, mi sono fatto trascinare dalle cose e ho completamente dimenticato tutto il resto…-
Hattori sbiancò vedendo che l’amico sembrava parlare con la sua amata, non con quella di Kid, e cercò di chiamarlo ma il bambino gli fece cenno di tacere con un gesto stizzito della mano e aggiunse alla sua interlocutrice:
-Ascolta, hai tutti i motivi di essere infuriata con me ma…- pausa - … mi Dispiace. Davvero. Tanto… è colpa mia se non ti ha… voglio dire, se non ti ho potuto chiamare… ho fatto preoccupare la persona più importante della…- pausa in cui gli occhi di Conan si abbassarono sul pavimento - …della mia vita –
Silenzio. Il cuore dell’ex liceale batteva a mille: oltre alla sua persona più importante, faceva soffrire anche quella del suo salvatore e questo lo demoliva dall’interno.
-Aoko…?- disse non sentendola più, ma lei lo interruppe:
-Mi dispiace Kaito, io… non credevo di… - Conan la sentì sorridere – Spero possa perdonare tutti quei miei insulti, scusa Kaito e… grazie per queste belle parole, non avrei mai immaginato di potertele sentire pronunciare un giorno…- Il bambino  sorrise a sua volta e cercò di congedarla:
-Bè, è tardi ora… sarà meglio andare…-
-Sì, buonanotte da Aoko- la ragazza era solita come sempre a parlare di sé in terza persona.
-‘Notte- fu l’ultima cosa che pronunciò prima di riattaccare e sospirare rumorosamente. Alzando gli occhi vide gli sguardi esterrefatti di Haibara, Hattori e il professore scrutarlo.
-Che c’è?!-
-Ti ricordi vero che non stavi parlando con Ran?!- domandò Hattori.
-Tsk! Ovvio!-rispose stizzito arrossendo.
Il dottore Agasa osservò in silenzio la scena con un’espressione inebetita non capendo nulla di tutte quelle parole e discussioni, poi sentì dei rumori prevenire dalla camera degli ospiti ed esclamò spaventato:
-Ditemi che lì dentro c’è qualcuno dei nostri e che non è un ladro!-
Hattori scoppiò a ridere e rispose:- Bè, diciamo che è un ladro ma che è anche uno dei nostri adesso!- Haibara si alzò, seguita da Conan, che posò il cellulare di Kid sul tavolino tra i due divani, ed entrò nella stanza di Kid, che si trovava seduto sul letto a braccia incrociate.
-Mi avete abbandonato qui!- sbraitò sotto gli occhi scrutatori di Ai, la quale posò una sedia accanto al suo letto e ci si sedè sopra. Fu imitata dai due detective, i quali si posizionarono di fronte a lei seduti su sedie pieghevoli, mentre il doc esclamava:
-Come sarebbe un ladro che è dalla vostr… Per tutti gli ingranaggi della mia ultima invenzione! KID! KAITO KID?!- Il ragazzo annuì, come se fosse abituato a quelle esclamazioni, e il professore rimase senza parole.
-Senta prof. è una storia lunga da raccontare, è meglio pensarci domani, cioè tra qualche ora…- si corresse Hattori rendendosi conto che era già mattina da un pezzo. Calò un lungo silenzio interrotto dai gemiti di dolore che Ai procurava a Kaito tastandogli la ferita.
-Sei fortunato, è solo una ferita superficiale, e il proiettile era talmente in superficie che l’ho estratto in un paio di secondi. Per quanto riguarda il sangue, ne hai perso davvero poco, tra una settimana non avrai che una cicatrice…-
-Che cosa la sconvolge, dottor Agasa?- domandò Kaito interrompendola.
-Bè…- disse lui senza distogliergli lo sguardo di dosso – sei totalmente uguale a Shinichi!- rivolse lo sguardo al bambino seduto accanto al letto, che si voltò verso Kid come per volersene accertare.
-Sì, ma io sono più figo- disse Kaito sghignazzando –e più furbo… AHIA!- sbraitò quando Conan gli diede un pugno sulla gamba.
-Fa meno il furbo Kid!- disse a denti stretti visibilmente infastidito.
-Dovete credermi, è davvero uguale a lui!- ricominciò Agasa estraendo da una cassettiera un album di fotografie. Lo aprì e si riavvicinò al letto posandolo sulle gambe di Kid per mostrarlo a tutti, e disse:
-Visto!-
Le fotografie ritraevano la vacanza che un giorno Shinichi e Ran avevano trascorso al mare poche setttimane prima del Tropical Land: in una Shinichi teneva in mano un enorme gommone a forma di coccodrillo mentre correva in acqua; in un’altra i due ragazzi ridevano a crepapelle. Ritraevano tutte loro due insieme a Sonoko che sorridevano, mangiavano, scherzavano, si rincorrevano. Hattori ne fissò una in particolare: quella in cui Shinichi, bagnato come un pulcino, usciva abbronzato dall’acqua mostrando i suoi pettorali da urlo. Fece un lungo fischiò e disse piantandogli con aria furbetta una gomitata nelle costole:
-Oh, oh! Questa l’ha scattata Ran o sbaglio?! Chi è che deve fare meno il figo?! Guarda come te la tiri qui!- Stranamente Conan nè rispose alla frecciatina nè arrossì, anzi, sembrava maliconconico e assorto nel suo mondo di ricordi. Haibara notò la sua espressione e cambiò pagina ma fu peggio: infatti c’era una foto in cui Ran e Shinichi, sdraiati vicini sullo stesso asciugamano, dormivano sereni come veri fidanzati tenendosi per mano. Hattori scrutò in tralice Shinichi e potè notare per bene come sbiancò vedendola; Kaito, constatando a sua volta la reazione di Kudo, fissò annoiato le foto e disse al professore per sdrammatizzare:
-Sì, forse ci assomigliamo un po’…-
-Ok, ora è meglio che Kid riposi. Tutti a letto- ordinò gelida Ai chiudendo l’album con un gesto brusco senza staccare lo sguardo da Conan, i cui occhi sparirono dietro la frangetta corvina.
-Ok, ha ragione lei…- disse il doc – Heiji, tu e Shinichi potreste dormire qui con Kaito nei due futon che sono nell’armadio, tanto dovevate comunque stare qui dentro…-
-Ok Doc! ‘notte, Lady Macbeth!- disse alla ragazza quando fece per uscire dalla stanza. “ E grazie per aver messo via quelle foto, Kudo sembra paralizzato da quando le ha viste…” pensò agitandole la mano in segno di saluto. Lei rispose meccanica col medesimo gesto e uscì seguita dal professore, che chiuse la porta delicatamente.



N.della'autrice: ciao a tutti! questa è la prima long fict che pubblico... sono un po' emozionata! spero che piaccia... (preoccupatissima *-*) comunque volevo precisare una cosa: il titolo è l'abbreviazione di Trio Kudo Hattori Kid... ovvero i nostri protagonisti... a presto Mangakagirl! 

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Capitolo 2
*** 2. ***


2.
Il detective dell’ovest srotolò sia il suo che il futon di Conan, li posizionò al centro della stanza e cominciò ad infilarsi il pigiama che aveva estratto dalla sua borsa da viaggio: aveva previsto di fermarsi lì già 4 giorni prima, quando Kudo lo aveva avvisato telefonicamente dell’incontro con i MIB. Kid osservava la scena da sdraiato con le braccia incrociate al petto, mentre Conan sembrava ancora perso nei suoi pensieri. Si infilò il pigiama e si sedè sul futon col lentezza innaturale, quando il ladro chiese pur sapendo già la risposta:
-Chi era di voi due che ha risposto al telefono con la mia voce?!-
Hattori si voltò verso il bambino credendo che avrebbe risposto, ma non essendo così, lo fece per lui:
-Lui, perché?-
-Vi rendete conto di quello che avete detto ad Aoko?!- sbraitò Kid diventando Viola dall’imbarazzo. Hattori fece per rispondere, ma si voltò verso l’amico credendo che, a quel punto, l’avrebbe fatto lui, il quale invece si sdraiò silenziosamente.
-C’è qualcosa che non va, Kudo?-
Il ragazzo tacque e si sfilò gli occhiali, posandoli accanto al cellulare sopra il cuscino, si portò le coperte fino al mento e si voltò dando le spalle ad entrambi i ragazzi.
-Che gli prende?- domandò Kid intuendo la risposta. Hattori scrutò la piccola sagoma illuminata solo dalla luce che proveniva dalla finestra, essendo spenta l’abat-jour, e sospirò.
-Kudo, per quanto riguard…-
-Sto bene- disse atono lui senza voltarsi.
-Non è vero, lo abbiamo notato tutti, tranne il doc ovviamente, che appena hai visto la foto di te e Ran sei sbiancato…-
-Per non nominare quella di quando uscivi dall’acqua…- aggiunse Kid senza la minima traccia di ironia nella voce.
-Sì…- Hattori annuì e insistè –Kudo, io sono il tuo migliore amico. Puoi parlarmen…-
-Le ho detto solo quello che le avresti detto tu tra qualche mese…- cominciò il bambino voltandosi di scatto verso Kid – Non hai idea di come stava la tua cara Aoko!- aggiunse arrabbiato mettendosi a sedere – Fossi in te, Kid, non mi comporterei così. Voi non potete immaginare…- si voltò verso Heiji -… cosa si prova a vedersi lì, nelle foto, con lei sorridente e nel proprio corpo, quando si è nella mia situazione-
Heiji rimase allibito: aveva sempre creduto cha la prima a cedere sarebbe stata Ran, non lui!
-Kudo…-
-No…- disse lui portandosi una mano alla fronte –Non è colpa vostra! È inutile prendersela con voi… La colpa è mia, è solo mia…- si sdraiò sul futon di botto e Heiji rimase sorpreso nel vedere che stava sorridendo. “Ok, è impazzito!” pensò seriamente preoccupato.
-Io non dovevo seguirli quel giorno, e nulla sarebbe accaduto… ma è inutile piangersi addosso- cominciò a tormentarsi la frangetta con la mano destra mentre portò la sinistra sotto la testa. Sospirò  e riprese: -Se solo potessi, andrei da lei, in questo preciso istante, e le direi tutto: tutto quello che è successo, tutta la verità su quelle maledette bugie e tutto quello che provo per lei…Tutto. E se non dovesse più volermi vedere, me ne farei una ragione e la lascerei andare, come è giusto che sia – sorrise ancora e si voltò verso Kid – tu che puoi, fallo: ti sentirai molto meglio con te stesso, più leggero e…- passò a guardare Hattori  -…anche tu dovresti farlo. Credetemi, non vi augurerei mai di trovarmi nei casini in cui sono io… Shinichi Kudo - rise sprezzante fissando il soffitto -… ma chi voglio prendere in giro? Ormai esiste solo dentro di me, ma questo qui- si indicò col dito – non è vero! Gli occhiali, il corpo di un bambino, i vestiti, la scuola, gli amici, il Nome…! È tutta una farsa!- tacque qualche secondo poi ripetè sconsolato – solo una farsa…-
-Kudo- disse piano Heiji guardandolo come mai l’aveva guardato prima: sì, il primo a cedere era stato prorpio lui, ma riconosceva ancora il grande detective Shinichi Kudo dietro quel visino da bimbo… - Tu esisti per noi! E, soprattutto, esisti per lei che ti sta ancora aspettando! Ti aiuterò a tornare il Grande Sherlock Holmes del III Millennio, è una promessa Kudo. Fosse anche l’ultima cosa che faccio!- Kid sorrise vedendo il potente legame d’amicizia tra i due e chiuse gli occhi sentendo un fruscio di coperte, che attribuì al detective dell’ovest il quale si era sicuramente sdraiato per dormire.
*  *  *
-TI ODIO! Voglio che tu esca dalla mia vita, mi hai sentito?! Vorrei non averti mai incontrato!- Shinichi cadde sulle ginocchia sconvolto e quelle parole rimbombarono nella sua mente: Vorrei non averti mai incontrato! Vorrei non averti mai incontrato!
-RAAAAAN!- urlò scosso dai tremiti scattando a sedere coperto di sudore. Si guardò attorno rendendosi conto di avere avuto solo un incubo e respirando affannosamente.
-Kudo?- domandò con voce pastosa dal sonno Hattori mettendosi a sedere a sua volta strofinandosi un occhio. Il bambino si voltò verso di lui e sorrise colpevole:
-Scusa, non volevo svegliarti…-
-L’hai sognata ancora?-
-Già…- sospirò rumorosamente e cadde un breve silenzio, in cui il bambino sentì il cuore martellargli dentro all’impazzata.
-Chiamala- disse improvviso Hattori dopo avere osservato per un po’ il suo volto malinconico.
-Ma sono le sei e quaranta del mattino!- esclamò Conan osservando l’orologio. Il detective gli rispose con un’occhiata angelica e lui si alzò sospirando.
-Parla piano Romeo…- fu l’ultima cosa che sentì prima di chiudere la porta e andare in bagno con papillon e cellulare in mano.
Poco dopo Conan si sedè sulla tavoletta del gabinetto ed inspirò agitato. “Non è il massimo chiamarla alle sette meno venti! Ma…” pensò cercando in rubrica il suo nome. Lo trovò subito e schiacciò il verde col cuore a mille sperando che rispondesse.
Ran dormiva profondamente tra le lenzuola colorate del suo letto ma, una strana vibrazione, riuscì ad interrompere il suo sonno pacifico. Aprì un occhio solo e, con la faccia appiccicata al cuscino, tastò la scrivania accanto al suo letto in cerca del cellulare. lo afferrò e quasi lo fece cadere a terra; richiudendo gli occhi premè il verde e domandò con voce pastosa dal sonno:
-Pronto?-
-Ehi…ciao- disse Shinichi attraverso il papillon con voce malinconica e con un sorriso immaginò il volto addormentato della ragazza.
-Shinichi?!- Ran spalancò gli occhi incredula riconoscendo il tono di voce –Ma… è successo qualcosa?!-
-No…!- si affrettò a rispondere l’ex liceale notando la sua agitazione – Mi spiace di averti svegliata…- aggiunse sentendo il suo sospiro di sollievo -… solo che avevo voglia di sentirti…- La ragazza sorrise e si mise a sedere sul letto.
-Allora…buongiorno detective- disse dolce.
-Buongiorno piccola- sospirò Shinichi rendendosi conto che gli mancava da impazzire.
-Tutto bene?-
-Sì, sta’ tranquilla. Sai, mi dispiace davvero di averti svegliata…- Conan si passò abbattuto la mano tra i capelli -…ma ti ho sognata e così… Bè, mi sono reso conto che era un sacco che non parlavamo in santa pace e ho deciso di rimediare-
Ran sorrise appena sentì ti ho sognata. “Allora non sono solo io che lo penso sempre!” pensò arricciandosi una ciocca di capelli.
-Shinichi, sono contentissima di sentirti, non mi interessa dell’ora-
-Anche io Ran- rispose lui sentendo un nodo allo stomaco: Ran e Aoko erano davvero simili, bastava una telefonata e il buon umore le avvolgeva come il vento primaverile. –Ma…- cominciò Ran perplessa dal silenzio che si era formato –Che ti prende? Sicuro di stare bene?-
-Sì, è solo che…- non riusciva a trattenersi -…mi mancava da morire la tua voce-
La ragazza capì che l’amico che conosceva da sempre era diverso: era depresso, come se avesse un grosso peso sulle spalle, come se stesse vivendo una vita parallela a quella normale…
-Sai che mi puoi dire tutto, vero?- domandò cercando di non sembrare invadente – Io e te ci conosciamo da una vita…-
“Dannazione!” imprecò mentalmente il ragazzo “Riesco anche a far preoccupare lei adesso.”
-Sta’ tranquilla Ran…- cominciò cercando di avere un tono convincente –Va tutto bene… davvero. Volevo sentirti solo perché mi mancavi…-
La ragazza meditò se fosse il caso di insistere, poi vi rinunciò e sorrise ancora.
-Ok, ti credo Mr Detective! Comunque…anche tu mi mancavi-
Conan sorrise: quante cose aveva da dirle. Se solo avesse potuto farlo! Un rumore lo fece ritornare allla realtà come quando una bolla di sapone, fragile e colorata, esplode davanti ai propri occhi. “Sarà meglio chiudere…forse ho svegliato il professore”
-Ora devo andare Ran…-
-Sì…- disse lei delusa per la breve durata della loro conversazione – va bene. Spero di vederti presto, Shinichi…-
-Già, lo spero anche io…- il detective sospirò e aggiunse –Ciao, Ran-
-Ciao… ah SHINICHI!- lo chiamò forte per evitare che chiudesse.
-Sì?-
-Io ti…-
Quante volte aveva dovuto reprimere l’istinto di dirglielo? Quella sembrava quasi l’occasione ideale, ma…
-…Ti voglio bene - Fu l’unica cosa che riuscì a dire e se ne pentì subito: non era quello che voleva dirgli! “Dannazione, cretina!” si insultò mentalmente colpendosi la fronte con la mano sinistra. Il ragazzo sorrise quasi come se avesse assistito alla scena. “Non è ancora il momento Ran…” pensò capendo quello che avrebbe voluto dirgli veramente. “…Ma giuro che appena tornerò me stesso, sarà la prima cosa che farò”
-Lo so. Anche io te ne voglio. Tantissimo. Ciao-
-Ciao- sussurrò ancora infuriata con se stessa la ragazza buttandosi di nuovo tra le coperte. “ BAKA! ”
Il bambino tornò in stanza col cuore più leggero; erano già passate le 7 ma nessuno si era ancora svegliato.
-Com’è andata?- domandò a bassa voce Heiji per non svegliare Kid che russava beato.
-Bene- disse Kudo chiudendo gli occhi sorridente.
-Perché quel sorriso?- domandò ancora Heiji in tono malizioso.
-Perché ora, dopo averle parlato, mi sento molto meglio- disse un po’ più serio lui voltandosi da un lato per chiudere la conversazione.
-Ok, non dirmi nulla. Disgraziato!- lo sfottè Hattori tornando a dormire a sua volta.
 
N. dell’autrice: ciao a tutti! Allora ecco il secondo capitolo… emm… che ne pensate?o.O Shinichi è trpp OOC?? Ho 1 paura tremenda di non rendere per bene il carattere i personaggi! Fatemi sapere! By Mangakagirl!

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Capitolo 3
*** 3. ***


3.
-C-come diavolo sarebbe?!- domandarono allarmati Kaito, Heiji e Conan al doc.
-Emm… si ecco, l’ho invitata la settimana scorsa perché mi aveva aiutato con le pulizie…-
-Ma si rende conto del guaio che ha combinato?!- esclamò Kaito seduto sul divano del salotto: la ferita era talmente banale che riusciva a fare tutto come se non avesse nulla.
-Sentite…- cominciò sorridendo colpevole il professore – Non potevo sapere che voi avreste avuto uno scontro coi MIB e che Kaito sarebbe rimasto qui da noi!-
-Che si fa Kudo?- chiese agitato all’amico Hattori incrociando le braccia al petto, ma il bambino non rispose: la sua attenzione era stata catturata da quella notizia del telegiornale.
-…Stamattina alla centrale di Tokyo è arrivato un messaggio di Kid che ci avverte sulla sua prossima rapina. Vi mostriamo il biglietto…- disse una giornalista davanti alla centrale parlando al microfono. L’immagine sullo schermò mostrò un biglietto firmato da Kaito Kid che diceva:
“Venerdì sera ruberò dalla centrale di Tokyo, esattamente alle 23.59, tutti i documenti riguardanti i detenuti delle prigioni e libererò i miei compagni ladri sorprendendovi con uno dei miei famosi numeri che vi lascerà senza parole.”
Kaito Kid
Hattori sbarrò gli occhi e Ai si alzò in piedi avvicinandosi minocciosa a Kid.
-Che ti prende Lady Macbeth?!- chiese lui infastidito.
-Hey, quello è il mio nomignolo!- sbottò Hattori sdegnato, ma la bambina non ci fece caso.
-Che significa Kid?!- domandò rabbiosa.
-Che vuoi che ne sappia?! Non l’ho scritto io quel biglietto! Io sono un ladro gentiluomo, non libero criminali! E poi…- disse guardando Heiji- … io sono qui con voi! E solitamente non mando i biglietti con così tanto anticipo-
-Ma allora…- disse il professore stupito.
-Allora c’è un falso Kid- dissero all’unisono seri i due detective e il ladro fantasma.
 -Dannazione!- imprecò Haibara – questo è l’ennesimo problema che va a sommarsi a quelli già esistenti-
-Già- disse Hattori sedendosi sul divano a braccia incrociate – e che facciamo riguardo Ran?-
-Lo so io…- disse Conan imitandolo -… Kid fingerà di essere me-
-Cosa?!- esclamarono tutti tranne Haibara.
-Sei pazzo Kudo?- domandò lei sedendosi comodamente e afferrando una rivista di moda.
-L’ha detto lei stanotte dottore…- cominciò il bambino -… Kid mi somiglia molto, tanto che lo ha scambiato per me…-
-Ma…-
-… quindi per coprirlo e restituirgli il favore…- alluse al fatto che gli aveva salvato la vita -… fingerà di essere me davanti a Ran e, in questo modo, si infiltrerà alla centrale, dove l’ispettore Megure l’accoglierà a braccia aperte, e scoprirà chi gli ha rubato il posto. Inoltre, così, Ran non scoprirà la sua vera identità quando arriverà…-
-Ingegnoso- commentò Kid portando la mano sotto il mento sorridendo.
-Catastrofico!- esclamò Hattori sdegnato –Ran riconoscerà che non sei tu, Kudo! Suvvia…- aggiunse quando lui scosse la testa –…ti conosce da 17 anni!-
-Se devi portare iella, fallo fuori di qui Osaka- disse Kid fulminandolo.
-Quello è il mio nomignolo- disse fredda Ai, come aveva fatto poco prima Hattori, continuando a sfogliare la rivista.
-Non puoi trovarti dei soprannomi tuoi?!- lo rimbeccò il detective dell’ovest iniziando una discussione con il ladro. Haibara, essendo seduta accanto a Conan, domandò a bassa voce in modo che lo sentisse solo lui:
-Per te va davvero bene Kudo?-
-Che intendi?- rispose sorpreso lui.
-Se Ran non dovesse accorgersi dell’inganno, riusciresti a sopportare la vista di quei due che escono, parlano o amoreggiano? Dovresti esserci tu al posto di Kid in fondo…-
-Haibara, sarà solo momentanea come cosa…-
-Se lei dovesse baciarlo, tu potresti sopportarlo?- domandò con più enfasi lei staccando gli occhi dalla rivista e puntandoli nei suoi. Il bambino la scrutò qualche secondo, poi abbassò lo sguardo.
-Come sospettavo…- commentò lei tornando alla sua lettura.
*  *  *
-Hai dei vestiti orrendi Kudo!- esclamò esasperato Kid infilandosi la sua camicia azzurra, che Hattori, insieme ad altri abiti, era andato a recuperare da casa Kudo.
-Senti, - cominciò spazientito il vero Shinichi – questa è la mia roba e a me piace! Se devi passare per me, devi vestirti come me!- Kid alzò gli occhi al cielo e si guardò allo specchio: sembrava davvero lui. Haibara bussò alla porta e domandò:
-Avete finito? Devo pettinarlo-
Conan aprì e la fece entrare mentre Kaito si sedè sul bordo della vasca e la scienzata prese a spazzolargli capelli ribelli.
-La tua pettinatura è ridicola, Kudo!- disse Kid osservandosi allo specchio.
-Ma senti chi parla!-
-La piantate?- chiese Haibara gelida come al solito mentre scompigliava i capelli del ragazzo nel punto in cui Shinichi, quello vero, aveva la frangetta. Osservò soddisfatta il lavoro e commentò:
-Sei molto simile a Lui- Hattori fece capolino alla porta del bagno indicando l’ora.
-Kudo, quello vero…- precisò quando entrambi si girarono in sua direzione -…è ora di chiamare Ran e avvertirla che sei qui-
-Sì, vado-
Il piano consisteva proprio in quello: avvisare Ran che Shinichi era tornato, altrimenti vedendolo lì si sarebbe infuriata come a Londra, quando lui le aveva tenuta nascosta la verità, e passare la giornata come se fosse proprio l’autentico Shinichi Kudo; se ci fossero stati dei problemi Conan sarebbe intervenuto in aiuto di Kid. Il bambino digitò il numero di Ran e aspettò che rispondesse con il papillon davanti alle labbra.
-Pronto?-
-Emm.. Ciao Ran-
-Shinichi? Ma ci siamo sentiti poco fa…!-
-Lo so ma…- Conan arrossì essendo guardato da Kid, Hattori e Haibara -… il fatto è che oggi passerò la giornata dal prof. e lui mi ha appena detto che tu verrai…-
-Ci vedremo?!-
-S-sì, io sono già qui…-
-Arrivo subito allora, a dopo- la ragazza chiuse la telefonata. L’ex liceale si scompigliò i capelli nervoso: l’ennesima bugia! Si voltò verso Kid e lo fulminò.
-Devi fingere di essere me alla perfezione Kid, sappi che Ran adora il rosso, che io adoro il calcio…- fece un elenco lunghissimo di tutto quello che Ran sapeva di Shinichi –Se ti chiede dove sono stato tutto questo tempo devi dirle che ero in giro per il Giappone a risolvere un caso… Questa mattina tu e Ran vi siete sentiti, ok? Ma tanto non credo che tirerà fuori il discorso, non lo fa mai…- Conan si grattò nervoso la testa sperando di avere ragione e in cerca di altre informazioni utili –Ah, Ovviamente, se tocchi Ran con un dito o ti comporti come sul dirigibile qualche mese fa…- aggiunse minaccioso ricordando molto bene quello che era successo – Giuro che ti ammazzo, Kid!-
Il ladro sghignazzò e si alzò dal bordo della vasca: -Hai finito Detective? Ora lascia fare al maestro…-
-Mi hai sentito?!- ripetè il bambino afferrandolo per un polsino della camicia.
-Ma scusa…- riprese a dire lui con un ghigno divertito –Tu e Ran siete quasi fidanzati, se mi volesse baciare dovrei fare quello che faresti tu, ovvero baciarla! Sono pur sempre Kudo, io…!-
Conan lo fulminò con lo sguardo e Kid alzò gli occhi al cielo.
-Ok, ok … non la bacerò e non le toccherò più il sedere…!- si arrese  sorridendo sconsolato e divertito per quella situazione che si stava andando a creare.

 
N. dell’autrice: ciao! Rieccomi! (lo so, direte : -Che palle, è tornata…!- vi capisco!-.-“
Cmq che ve ne pare? Kid cercherà di fare il furbo con Ran? E Ran scoprirà che non è Shinichi? Lo scoprirete nel capitolo successivo! Leggete leggete! Konnichiwaaaa!(ciaoooo) Mangakagirl!

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Capitolo 4
*** 4. ***


4.
Din Don!
Ran suonò impaziente alla porta ticchettando la mano su un fianco. Non appena la serratura scattò, fu pervasa da un’ondata di emozioni e cominciò a deglutire a fatica; Haibara la salutò fredda, come al solito, e le fece cenno di entrare. La ragazza addocchiò subito Hattori e gli sorrise divertita non sapendo che ci fosse anche lui.
-Che ci fai qui, Hattori?!- esclamò abbracciandolo.
-Ciao Mouri! Be, sai com’è…mi avevano detto che si era deciso a tornare tra noi!- i due si voltarono verso Shinichi, ovvero Kid e Conan ebbe un brivido freddo. “Fa che non lo riconosca!!” sperò osservando per bene l’espressione di Ran. La ragazza arrossì lievemente poi gli si avvicinò sorridendo.
-Ciao-
-Ciao- disse Kid inscenando perfettamente il tono del vero Kudo. Ran non resistè e lo abbracciò forte sotto lo sguardo malinconico di Conan mentre Kid le dava pacche amichevoli sulla schiena. Haibara fissò il bambino e sorrise “Se già fa così adesso, figuriamoci al bacio…”
Ran osservò un po’ perplessa Shinichi per via delle pacche che le dava invece di stringerla, dopotutto non si vedevano da Londra, erano passati mesi! Ma fece finta di nulla sorridendogli allegra.
*  *  *
La karateka apparecchiò la tavola parlando affiatatamente con il ragazzo, pranzarono vicini e alla fine, quando il dottore si alzò per sparecchiare, esclamò:
-Stia tranquillo professore! Ci pensiamo noi a sparecchiare- afferrò Shinichi per il gomito facendolo alzare, mentre Hattori diede un calcio sotto al tavolo al vero Shinichi. Il bambino si voltò verso di lui imbronciato e l’amico gli fece capire con lo sguardo “Attento a quei due, Kudo”. I due, infatti, si avviarono in cucina e posarono i piatti nel lavello. Ran sospirò e guardò Shinichi sorridendo:
-Non credevo che dopo la chiamata di stamattina ci saremmo visti!-
Kid sentì il cuore accellerare: “Cavolo, Kudo, non mi hai detto cosa vi siete detti  stamattina! Che le devo dire?!”.
-Emm…- balbettò agitato.
-Ti va di uscire dopo?- domandò Ran aprendo il rubinetto –Devo parlarti…- si voltò verso il ragazzo e se lo ritrovò inaspettatamente molto vicino: le loro labbra quasi si sfioravano… Il cuore prese a batterle all’impazzata conrto lo sterno.
-Ran-neechan!!- esclamò Conan spalancando la porta della cucina con un calcio e irrompendo nella stanza con volto angelico. Vide Ran balzare all’indietro rossa in viso e capì che aveva appena interrotto quella che sarebbe potuta essere una catastrofe senza il suo intervento. Kid lo guardò sorridendo colpevole e grattandosi il capo nervoso.
“Kid, brutto…!” imprecò mentalmente fulminandolo con lo sguardo. Ran gli si avvicinò e prese il piatto che teneva tra le mani un po’ impacciatamente.
-Grazie per avermelo portato piccolino…- disse dolce sorridendogli mentre il rossore spariva.
-Sì, ecco…-cominciò lui tornando alla realtà dopo averne dette di tutti i colori a Kid.
-Ran, ti va bene se pomeriggio portiamo anche Conan con noi?- domandò Shinichi riprendendo in mano la situazione –Sai… lo vedo così poco il mio cuginetto!- aggiunse scompigliandogli i capelli. Ran lo guardò stupita e annuì.
-Sì, certo…-
-Perfetto! Allora dopo si va al parco!- disse Kid alzando il braccio in aria con euforica.
“Idiota” pensò Conan sbuffando “E questo sarebbe fare tutto quello che fa il vero Shinichi?! Io non mi comporto come un bambino di 7 anni! Ma in che mani mi sono messo?! È ovvio che Ran scoprirà la verità…!” si portò sconsolato una mano sulla fronte e scosse il capo rassegnato: ormai la frittata era fatta.
*  *  *
I tre arrivarono al parco camminando lentamente. Tirava una brezza primaverile che profumava di fiori di ciliegio e non c’era una nuvola nel cielo terso di azzurro. Ran si voltò sorridente verso il bambino a cui stringeva la mano e notò con stupore che sembrava malinconico, nostalgico e depresso.
-Tutto bene, tesoro?- gli chiese fermandosi e guardando attraverso le lenti non graduate i suoi occhioni blu come l’oceano,
-Sì- rispose lui atono. “Magari!” pensò sbuffando silenziosamente.
-Forse Conan è solo un po’ giù di morale- si intromise Kaito sperando di aggiustare la situazione. Ran si voltò verso di lui e gli annuì incerta, strinse la manina del bambino e disse:
-Perché non vai a giocare mentre io e Shinichi parliamo un po’?-
“Ahia! Si mette male, non potrò sentire cosa si dicono!” pensò imprecando mentalmente, poi si ricordò che Kid indossava la spilla dei Detective Boys, una sua idea ovviamente, e con quella poteva sentire tutto.
-Ok, Shinichi-niichan fai compagnia a Ran-neechan da bravo bambino!- sottolineò prima di correre verso i giochi.
Quella era la frase che segnalava a Kid di accendere la spilla e il ragazzo lo fece senza dare nell’occhio infilando una mano nella tasca dei pantaloni.
-Fa’ attenzione a non cadere!- gli raccomandò Ran vedendolo allontanarsi in fretta      -Non è strano…?- domandò girandosi verso il ragazzo -…Conan non è mai stato così…-
-Bè è un bambino…vedrai che gli passerà- rispose Kaito sedendosi sulla panchinae facendole segno imitarlo. La ragazza lo raggiunse e sospirò, poggiò le mani sulla panchina e chiuse gli occhi respirando a fondo.
-Che rapporto c’è tra te e Conan?- domandò all’improvviso facendolo deglutire nervoso.
-Diciamo che non ci siamo mai frequentati molto…- era la verità dopotutto -…ma ci ammiriamo a vicenda- si voltò verso la ragazza che divenne immediatamente sorpresa.
-Ammiri molto il tuo cuginetto di secondo o terzo grado che ha sette anni?-domandò sorridendo.
“Cavolo! Dimenticavo che non sapesse che era Kudo!” pensò Kaito agitandosi un po’ sulla panchina.
-Bè, sì…è molto intelligente come bambino… Ha preso tutto da me ovviamente!- improvvisò il ragazzo con una risatina nervosa.
-Senti Shinichi…- cominciò la ragazza fissandosi le ginocchia -…devo parlarti di una cosa…una cosa molto importante…-
Kid sobbalzò nervoso e cercò Conan con lo sguardo. “KUDO, DOVE DIAVOLO SEI ANDATO A FINIRE!?”
-Ecco io…- continuò Ran ma un urlo la distrasse.
-RAN-NEEEEEECHAN!- urlò Conan correndole incontro, dopo aver sentito aria di guai e ascoltato la loro conversazione dalla spilletta, ma inciampò su un sasso e volò per terra lanciando un’imprecazione.
-CONAN!- urlò Ran scattando in piedi. Kid la precedè e corse verso il bambino. Gli si inginocchiò davanti e sussurrò divertito e sollevato:
-Tempismo perfetto Kudo! Non sapevo avessi anche un piano di emergenza! Guarda, persino il sangue finto! Ottima idea!- indicò la ferita sanguinante sul ginocchio del bambino.
- è vero, idiota! – sbottò lui stringendoselo con la mano.
-Stai bene Conan?- domandò Ran allarmata raggiungendoli. Accompagnò il bambino alla fontanella del parco e gli pulì la ferita, dopodichè gli stampò un bacio sulla fronte e disse a Shinichi:
-Non è grave, possiamo tornare a parlare…-
-Ma come…non torniamo a casa!?- domandò agitato Shinichi.
-No, non è nulla di grave. Vero, Conan?-
-Emm…no…- Kid lo fulminò con lo sguardo. “Dannazione, potevo evitare di sorbirmi una dichiarazione d’amore per Kudo e questo qui mi manda tutto a rotoli!”
-Piangi, lamentati, fa’ qualcosa!- gli sussurrò agitato.
-Ho 17 anni, non piango per un ginocchio sbucciato!- gli rispose sdegnato l’ex liceale seguendo Ran, che tornò a sedersi sulla panchina con accanto Shinichi, ovvero Kid, come prima.
-Emm…- la ragazza si rivolse a Conan -…potresti lasciarci un attimo da soli, tesoro? Ecco…devo dire una cosa importante a Shinichi…- lo guardò speranzosa e gli rivolse un sorriso. Lui guardò Kid e sospirò sconsolato.
-Ok, Ran-neechan…- disse allontanandosi di nuovo verso i giochi. “Dannazione, e ora come faccio a fermarla?!” pensò guardandosi attorno.
-Senti…- cominciò allora Ran - … io ho capit…- ma si bloccò fissando i suoi occhi.
-Tu non sei Shinichi- affermò stupita a bassa voce all’improvviso.
-C-cosa dici Ran?!- disse Kid agitato. “Dannazione, l’avevano detto che mi avrebbe scoperto!”
-Tu non hai gli occhi come quelli di Shinichi!- affermò sicura Ran aggrottando la fronte – Lui ha gli occhi blu, mentre i tuoi sono azzurri! Che diavolo significa questo?!-
-Ecco…- “Pensa Kaito, pensa!” -…Mi hai scoperto!- disse sconsolato portando una mano alla fronte con gesto teatrale -Ho fatto una visita oculistica e ho scoperto di dover portare gli occhiali, ma ho ordinato delle lenti a contatto e l’ottico ha sbagliato il colore. Dovendo venire qui a Tokyo, le ho comprate lo stesso e per ora, finchè non le finisco, quando le indosso ho gli occhi azzurri-
-Stai scherzando?!- domandò Ran alzandosi in piedi. Stava cominciando a tremare dalla rabbia?! Kid deglutì: sapeva che era campionessa nazionale di karate e immaginava benissimo come avrebbe reagito scoprendo che era tutta una messa in scena. “Perfetto. Morirò, me lo sento!”
-No, no…- aggiunse il ragazzo alzandosi a sua volta –Ma sono Shinichi Kudo anche con le lenti a contatto, ovviamente!-
-Tu non sembri affatto Shinichi…- aggiunse Ran guardandolo meglio con tono cupo e le braccia incrociate al petto.
-Ran- disse lui tornando al tono che adottava il vero Kudo per sedurre le ragazze. “O la va, o la spacca… Devo salvare la situazione! Scusa, Kudo!”
-Se non fossi davvero io, come potrei fare questo?- sussurrò mettendole una mano sulla guancia e avvicinando il viso al suo: la ragazza socchiuse gli occhi imbarazzata e cercò di allontanarlo poggiandogli le mani sul petto per spingerlo, ma fu più forte di lei: attendeva da troppo tempo quel momento per cui aspettò che le loro labbra si incontrassero dolcemente…

 
N. della’autrice: ciao!! Emmm… ke ve ne pare? Nn so… spero ke qst storia piaccia a qualcuno -.-… cmq sì! Kid sta x baciare Ran! E conan????? Ma dov’è quel piccolo detective!!!??? C’è smpr qnd nn serve davvero e ora???!! Leggere per scoprire!!!!!!!  Recensite!! Grz a Sherry Myano ke ha recensito il primo cap: gentilissima!! Grz anke a chi legge soltanto.
Mangakagirl!

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Capitolo 5
*** 5. ***


5.
SPAM!
Una pallonata colpì in pieno il viso di Kid esattamente un secondo prima di toccare le labbra di Ran, e il ragazzo cadde a terra dolorante.
- Stai bene?!- esclamò la karateka inginocchiandosi accanto a lui.
-S-sì…- rispose massaggiandosi la fronte sulla quale stava già crescendo un grosso bernoccolo.
-Ma dov’è Conan?!- domandò Ran allarmata guardandosi attorno accortasi che il bambino era sparito dalla sua vista.
-Già, dov’è Conan?!- ripetè furioso Kaito a denti stretti alzandosi in piedi. “Giuro che lo ammazzo appena lo becco! Quel deficiente!”
-Conan! CONAN!- urlò Ran – Dividiamoci…!-  esclamò correndo a cercarlo.
-Ma dove scappa tanto preoccupata?!- sbraitò Kid massaggiandosi la fronte –Sarà qui attorno, no?! E non pensa a me che mi sono appena beccato una pallonata in faccia?!- Il ladro guardò annoiato dietro un paio di alberi, poi notò uno strano movimento dentro la casetta a fiori del parco e vi si avvicinò.
-Ecco dov’eri Maledetto!- esclamò vedendolo. Conan uscì di fretta e gli afferrò il colletto della camicia furioso.
-Se ci provi ancora Kid, giuro che la prossima volta col pallone ti colpisco da un’altra parte! Non costringermi a farti diventare una Lei, ladro da strapazzo!- lo minacciò con gli occhi fiammeggianti. Kid si liberò dalla presa con gesto brusco e disse:
-CRETINO! Se non lo avessi fatto la ragazza ci avrebbe scoperti di sicuro!-
Conan sbiancò improvvisamente ed ebbe un capogiro che lo costrinse ad appoggiarsi alla casetta. Si portò una mano davanti le labbra ed ebbe un conato.
-Hey, stai male?!- domandò Kid dimenticando di essere furioso con lui. mentre bambino annuì ed ebbe un altro capogiro. Il ragazzo lo afferrò per un braccio ed evitò di farlo cadere.
-Sarà meglio tornare a casa…- disse serio cercando Ran con lo sguardo -… te la senti di camminare?- L’ex liceale annuì e lo seguì piano; trovata Ran si avviarono a casa.
*  *  *
-Grazie per averci accompagnato Shinichi, - disse Ran infilando la chiave nella toppa della porta di casa sua – fortuna che Conan sta meglio-
-Già…- disse Kid guardandolo mentre teneva le braccia incrociate sul petto aspettando che lei aprisse la porta -Bè, ora vado! Ci vediamo- aggiunse voltandosi e scendendo i primi tre scalini velocemente.
-No, aspetta Shinichi!- esclamò Ran voltandosi di scatto, ma così facendo non vide il primo gradino e scivolò. Kid si voltò in fretta e riuscì ad afferrarla per la vita, evitando di farla cadere, ma accidentalmente le loro labbra si incontrarono. Fu solo un secondo, Ran si separò velocemente e lo guardò sorpresa e in imbarazzo mentre Conan si sentì morire dentro: aveva fatto di tutto per evitare che accadesse e ora, per uno scherzo del destino, era successo. Aveva visto la ragazza che amava da sempre baciare un altro e si sentì improvvisamente inutile, vuoto e maledettamente stupido, perché l’idea della messa in scena era stata sua. Entrò velocemente in casa e si chiuse a chiave in camera sbattendo la porta. Ran assistè alla scena e si sentì terribilmente in colpa: era come se avesse fatto un torto a Shinichi, come se avesse baciato un altro ragazzo… “Impossibile, lui è Shinichi!” pensò entrando in casa e urlando:
-CONAN! CONAN TI POSSO SPIEGARE!-
Spiegare? Ma perchè sentiva il dovere di farlo? Aveva baciato Shinichi eppure… era come se Conan fosse Shinichi e quello che doveva essere lui fosse un altro in quel momento. “Sono diventata pazza”
-Conan! Per favore!- lo implorò battendo sulla porta della sua camera. Kid la raggiunse e chiamò a sua volta il bambino, ma non venne alcuna risposta. Conan si sedè con la schiena appoggiata alla porta, sulla quale i due ragazzi fuori battevano forte, e prese il suo cellulare. Scrisse un messaggio il cui destinatario era Haibara.
“Avevi ragione tu: non posso sopportare l’idea che lei baci un altro.”
*  *  *
Haibara sobbalzò sentendo tremare il divano su cui era appoggiato il suo cellulare. Posò le carte, con cui stava giocando assieme ad Hattori, che l’aveva obbligata minacciandola di cantare l’inno nazionale a ripetizione finchè non gli avesse detto di sì, e lo afferrò leggendo il destinatario: Kudo.
-Oh, è il nostro piccolo eroe, Osaka- disse aprendo il messaggio che le aveva mandato con tono divertito.
“Avevi ragione tu: non posso sopportare l’idea che lei baci un altro”.
-L’avevo detto io…- disse semplicemente la bambina alzando le spalle.
-Che succede Lady Macbeth?- domandò Heiji sedendosi accanto a lei, che gli fece leggere il messaggio.
-L’ha baciata?! Quel ladro fantomatico ha baciato Mouri?!- esclamò sdegnato il detective afferrando il telefono touchscreen e digitando sullo schermo:
Siamo Hattori e L. Macbeth, MA CHE è SUCCESSO?!”
Pochi secondi dopo Hattori lesse la risposta ad alta voce:
-L’ha baciata, anche se accidentalmente… avrei dovuto fermarli ma non ce l’ho fatta, come sarebbe Accidentalmente?!- esclamò sorpreso.
-Forse è stato un incidente…- disse Ai gelida come al solito afferrando il telefono e digitando la risposta.
“Che hai intenzione di fare ora, Kudo? Non puoi tornare indietro. Lo sai, no? E io ti avevo avvisato…”
-Ma sei crudele L. Macbeth!- esclamò Hattori leggendo il messaggio.
-Lui sapeva che c’erano buone probabilità che accadesse, Osaka…- rispose lei aprendo la risposta di Shinichi.
-Non ne ho idea… Che risposta è?!-
-Non so Osaka, ma credo che il nostro Kudo avrà un periodo pesantuccio da superare…- disse aprendo un altro messaggio che era arrivato nonostante lei non gli avesse scritto nulla.
“Vado”
*  *  *
Conan inviò il messaggio con scritto “Vado” e chiuse il cellulare. Haibara aveva ragione: che doveva fare adesso? La scena del bacio era nitida nella sua mente e non riuscì a scacciarla in nessun modo; si sentì pervadere da un’ondata di emozioni fortissime: rabbia, odio, disperazione, malinconia, senso di colpa…
Da un po’ nessuno più bussava alla porta: aveva sentito Ran scoppiare a piangere e correre in bagno, mentre Kid continuava a chiamarlo.
-Kudo- disse abbassando la voce in quel momento -so che sei furioso con me, ma cerca di capire…- sospirò -…è stato un incidente. Non l’avrei mai baciata, so quanto tu tenga lei e poi… io ho Aoko…-
La serratura scattò e la porta si aprì mostrando Conan. Kid sbarrò gli occhi e fece per parlare, ma lui lo bloccò con un cenno di mano e gli disse con voce infantile:
-Non devi scusarti Shinichi-niichan, hai salvato Ran-neechan da una brutta caduta…-
Il ragazzo rimase attonito al sorriso gioioso che gli rivolse il bambino.
-Ma che ti prende?!-
-Nulla!- disse lui – Ti sto ringraziando per aver salvato Ran-neechan, tutto qui, Shinichi-niichan!-
-Conan!- esclamò Ran uscendo dal bagno e inginocchiandosi davanti al bambino                  -Conan io… mi dispiace tesoro…-
-Ma Ran-neechan…- ricominciò con faccia e tono angelico lui -…tu non ti devi giustificare con me, io non sono mica il tuo ragazzo e, soprattutto, non sono Shinichi!-
“Ma che diavolo gli prende?!” pensò Kid notando che era strano il comportamento che stava adottando quello che era in realtà un liceale.
-In un film ho visto che, dopo il bacio, i due cominciavano a fare una cosa strana…-
-Conan!- lo interruppe Ran capendo che il bambino aveva frainteso.
-Tranquilla Ran-neechan!- continuò lui come un vero bambino – Ho subito girato canale! Comunque ora me ne vado, non voglio mica essere qui mentre vi dichiarate o cominciate a pomiciare!- sottolineò l’ultima parte della frase con rabbia abbandonando il tono infantile e uscì di casa correndo e sbattendo la porta.
-CONAN!- urlò Ran scattando in piedi e inseguendolo con Shinichi. Appena scesero la rampa delle scale, lo persero di vista e si guardarono attorno spaesati.
-Dobbiamo seguirlo!- esclamò lei cominciando a correre.
-Sì! Ha frainteso tutto, è stato solo un incidente quel bacio!- Kid si morse la lingua capendo di aver detto la cosa sbagliata: così Ran avrebbe pensato che a Shinichi lei non interessava. La ragazza arrestò la corsa e si voltò a guardarlo: il suo sguardo non era rabbioso o triste, stava annuendo!
-Sì, è stato solo un incidente!- disse decisa e riprese a correre.
“Cavolo! Che si sia accorta che non sono davvero Kudo, o che tenga di più alla felicità di Conan che a quella del suo quasi ragazzo?!” pensò Kaito seguendola per le vie di Beika.
*  *  *
Conan si sbattè alle spalle il cancello di casa Kudo, entrò in casa e salì le scale fino ad arrivare nella sua camera. Si gettò sul letto e fissò il soffitto: vedeva chiara l’immagine di Ran che baciava Kid. Imprecò e si rannicchiò su un lato gettando a terra gli occhiali, le cui lenti emisero un terribile suono incrinato a contatto col pavimento.
DRR. DRR. DRR.
Il cellulare vibrò e sullo schermo comparì il nome “Ran”. Lo lasciò squillare per 4 volte, poi lo spense e chiuse gli occhi sospirando.
“Sono un cretino, un inutile cretino…” si insultò mentalmente stringendo le mani a pugno “Ran ha baciato Kid e mai avrei pensato che mi sarei sentito così … morto, inutile, stupido, maledettamente stupido… che razza di idea è stata quella di farmi sostituire?!”
L’immagine tornò nitida nella sua mente e, ancora una volta, non riuscì a scacciarla. Si rannicchiò ancora di più su se stesso e si addormentò profondamente senza accorgersene mentre il sole calava su Tokyo.
*  *  *
Kaito entrò sfinito a casa del professore e si accasciò sul divano sotto lo sguardo sorpreso di Hattori, l’unico ad essere ancora sveglio in casa.
-Che diavolo è successo Kid?!- domandò furioso sapendo che aveva baciato Ran.
Il ragazzo tacque qualche secondo, poi si morse il labbro inferiore.
-Ho appena riaccompagnato Ran a casa, Kudo è scappato…-
-COSA?!- urlò il detective dell’ovest sbarrando gli occhi –E dove?!-
-E CHE NE SO IO?!- rispose l’altro mettendosi una mano sulla fronte sfinito –Io e la ragazza siamo stati fin’ora fuori a cercarlo… tu dovresti sapere dov’è, no?! Sei il suo socio!- si scaldò alzandosi in piedi.
-Frena, Kid! Siamo soci ma non sono la sua baby sitter, a quello ci pensa già Ran, e non so cosa gli passa sempre per la testa…quel tipo è un genio! E chi capisce quello che hanno nella testa i geni è anch’egli un genio e visto che io non lo sono quanto lui…- rispose Hattori lasciando a mezz’aria la frase e cominciando ad attraversare la stanza avanti e indietro con le braccia incrociate al petto. Kid si sedè di nuovo e il silenzio regnò qualche minuto sovrano.
“Ma dove diavolo sarà andato?!” pensò Hattori fissando l’ora, gli tornò in mente il motivo per cui era scappato e domandò con enfasi al falso Kudo:
-Che è successo!? Come hai fatto a baciarla?!-
-è stato un incidente, Hattori!- cominciò Kid sulla difensiva – Anche Ran l’ha detto e Kudo lo sa! Stava cadendo dalle scale, mi è finita tra le braccia e la sua bocca si è andata a schiantare, sì schiantare…! - spiegò con enfasi all’occhiata scettica dell’altro -…contro la mia! È-stato-un-incidente!- sillabò alla fine.
-Ok, ok…- rispose spazientito Hattori non sapendo se credergli o no -Ma Kudo come l’ha presa? Dal messaggio non si capiva molto…-
-Bè, nemmeno io l’ho capito- ammise il ladro – prima si chiude in camera, poi esce e mi ringrazia di aver salvato Ran e a lei dice di volerci lasciare soli per non assistere alle nostre pomiciate! Sta dando i numeri…-
-Bè, mi pare ovvio! Tu che faresti se incaricassi una persona di fingere di essere te, raccomandandole di non provarci con la tua ragazza, e questa la baciasse davanti ai tuoi occhi?!-
Kid sbuffò e guardò Hattori negli occhi verde smeraldo.
-è stato un incidente, Hattori! Non l’avrei mai fatto! So quanto Kudo tenga a lei, e ti ricordo che io ho già Aoko…! E poi perchè mi chiedi “come l’ha presa?” se ti sei dato già una risposta da solo?!-
Hattori crollò accanto a lui e osservò ancora l’orologio.
-Kudo ha 17 anni, sa badare a se stesso…- disse più a sé che a Kid -…Starà sicuramente bene-
-Già, lo penso anch’io-

 
N. dell’autrice: minna konnichiwa! (ciao a tutti!) Eccomi quaaaaa!! Ecco svelato il mistero di quel furbetto di Kid… -.-“  Allora ke ne pensate?? È trpp esagerata la reazione di Shinichi??? E quella di Ran???? Santa ragazza, ma xkè nn capisci ke è lui Shinichi?!! Uff… è 1 caso perso -.- … vabbè… Grz a chi ha letto e in particolare a Sherry Myano e Kaity ke sono state gentilissime e hanno riacceso in me la speranza di andare avanti con la storia! Arigatò!!! Mangakagirl!!

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Capitolo 6
*** 6. ***


6.
Din Don. Il professore spalancò la porta e si trovò davanti la figura minuta di Conan che gli fece ciao con la mano.
-Shinichi! Ma dov’eri finito?- chiese chiudendola e seguendolo nel salotto, dove c’erano già Hattori, Kid e Haibara, -Mi hanno detto che sei scappato?!-
-Io sono Conan professore!- rispose lui allegro come un vero bambino – Lui è Shinichi, non io- disse indicando Kid, che gli si avvicinò velocemente e lo afferrò per le spalle.
-Dove diavolo eri finito?! Io e la tua ragazza ti abbiamo cercato ovunque, e tu che fai? Spegni il cellulare?!-
-Ciao Shinichi-niichan- disse guardandolo bieco attraverso le lenti – è la tua ragazza, non la mia, ricordalo-
-Ma che ti prende?!- domandò Kid lasciandolo andare come se scottasse.
-Ohi Kudo!- lo chiamò Hattori col tipico accento del Kansai – Dove sei stato?-
-A casa sua- disse indicando Kaito. Tutti lo guardarono sorpresi e Haibara si intromise poco interessata:
-Hai crisi di identità, Kudo?-
-Io sono Conan- ribattè lui sedendosi accanto a Hattori continuando a sorridere.
-Ma che ti prende?- ribattè Kid assieme al professore.
-Nullaaaaa- disse lui con tono infantile – perché?-
-Devi chiamare Ran e dirle che stai bene!- ordinò Kid bieco.
-Te lo ripeto: è la tua ragazza, non la mia. Quindi chiamala tu-
-Credo di aver capito- disse Haibara alzandosi in piedi sorridendo – Ottima tattica, Kudo- gli disse passandogli davanti e recandosi in laboratorio. Hattori si grattò la testa e i suoi occhi si illuminarono non appena afferrò anche lui.
-Kudo, ma è stupido! Ragiona!-
-Scarica badile, eh?- chiese Kid sedendosi davanti a lui avendo capito il piano di quello che voleva essere chiamato solo più Conan – è infantile! Come sei tu in questo momento!- lo insultò guardandolo torvo –Altro che genio, Hattori!-
-Hai ragione Shinichi-niichan, ma io sono solo un bambino dopotutto…- rispose lui sorridendo mellifluo non dandogli alcuna soddisfazione.
“Ma è davvero Kudo?!” pensò Hattori squadrandolo mentre lui continuava a sorridere ingenuamente. Kaito afferrò il telefono e chiamò Ran che, dopo nemmeno due minuti, suonò alla porta di casa Agasa.
-CONAN!- disse Ran abbracciandolo stretto – Ma dov’eri finito?! Mi hai fatto spaventare a morte!!-
-Sono stato a casa di Shinichi-niichan, Ran-neechan- disse lui con vocetta infantile, troppo infantile, tanto che Hattori quasi cadde dal divano e fece il gesto di vomitare infilandosi due dita in gola. L’ex liceale spiegò che aveva rubato le chiavi e che era andato a casa del suo “Adorato Cuginetto”, dove aveva dormito per tutta la notte. Ran guardò Kid torva, quando al ladro squillò il cellulare.
-Pronto?- chiese scocciato senza leggere il nome sullo schermo.
-BAKAITOOOOOOOOOOOO!- urlò Aoko stridendo dal cellulare. Kaito arrossì e si fece prendere dal panico visto che Ran lo guardava sconvolta.
-Emmm… che succede?- domandò flebile alla ragazza in preda ad una crisi isterica.
-CHE SUCCEDE?! DOVE DIAVOLO SEI?! PRIMA CHIAMI E DICI TANTE BELLE COSE POI SPARISCI DI NUOVO?! BAKA! BAKABAKABAKABAKABAKABAKABAKA!-
-Tutto bene Shinichi?- domandò Ran rendendosi conto del suo nervosismo mentre Conan sghignazzava perfidamente. Il ragazzo annuì velocente e disse ad Aoko:
-Senti non è il momento, ci sentiamo più tardi…-
-NO! PARLIAMO ORA!-
-Aoko!- piagnucolò Kaito –Per favore, non ora…!-
Ran alzò un sopracciglio sentendo il nome di donna e Conan si sbellicò accompagnato dalle risatine di Heiji.
-Che avete da ridere?!- chiese lei minacciosa.
-Assolutamente nulla Ran-neechan!- disse Conan tra le lacrime e Hattori annuì per dargli man forte.
“Kaito Kid ha mandato un nuovo messaggio alla polizia: vuole un riscatto di 20 milioni di yen o ucciderà una persona durante il suo show di venerdì sera. Vi mostriamo il biglietto su cui …” la voce della giornalista alla tv risuonò nella stanza facendo ammutolire tutti, Kaito chiuse il telefono in faccia ad Aoko, alla quale avrebbe pensato in seguito, e fissò serio il biglietto inquadrato alla tv.
“Maledetto, ora anche i riscatti ad infangare il nome di Kid!” pensò sedendosi scompostamente sul divano.
-Per me è un falso- disse Ran seria. Hattori ricadde dal divano pensando che avesse scoperto cheKudo fosse il falso e fu guardato interrogativo dalla ragazza.
-Chi è un falso?- domandò risalendo sul divano con un sorriso per sdrammatizzare.
-Kid, ovvio- rispose lei indicando il biglietto in tv. Hattori tirò un sospiro di sollievo e si rese conto di dover assolutamente parlare con Kid e Kudo. Guardò Haibara e disse con un codice penoso inventato sul momento:
-Se solo Lady Macbeth isolasse Osaka da sé e il suo fiore…-
La bambina alzò lo sguardo irritata e lui gli rispose con un sorriso incoraggiante.
-Ok- disse scocciata alzandosi in piedi –Ran, vieni con me un attimo- le afferrò il polso e la trascinò fuori di casa, chissà dove.
Hattori mandò alla scienzata un bacio con la mano e si voltò verso verso Kid e Conan ancora seduti sul divano. Squadrò male Kudo e gli si avvicinò con le braccia al petto.
-Ora parliamo- disse serio.

 
N. dell’autrice: Konnichiwa!! Ecco il sesto capitolo! Visto come sn brava ad aggiornare in fretta??? *.*(occhioni dolci) bene bene… allora??? Che ve ne pare??? Ke cosa gli è preso a Conan???????? Leggere per scoprire!!!!! Sayonara!!!!! Mangakagirl!!!!!!

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Capitolo 7
*** 7. ***


7.
-Allora, Kudo?!- sbraitò Kid alzandosi in piedi –Che diavolo stai macchinando?-
-Nulla, nulla- rispose lui sventolando la mano avanti e indietro per sminuire. Era davvero perfido quella mattina!
-D’accordo…- disse Hattori sospirando esausto, si portò una mano alla fronte e abbassò lo sguardo scuotendo il capo – Credo che dovremo piantarla con questa recita…-
-Sì, hai ragione- lo assecondò il ladro guardando nervoso il televisore.
-Io credo che vi stiate sbagliando di grosso…- la voce tornata seria di Conan li investì entrambi come acqua ghiacciata. Hattori tornò a guardarlo ed esclamò sarcastico:
-Bentornato nel mondo degli adulti, Kudo! Sai, fino a qualche secondo fa qui attorno girava un moccioso occhialuto che si spacciava per te…!-
-Andremo avanti come stabilito all’inizio- continuò lui ignorandolo –Noi siamo detective, il nostro compito è scoprire i colpevoli di malefatti e sbatterli in galera. Qualcuno ha preso il tuo posto e noi lo smaschereremo, non lo lasceremo vagare in libertà e chiedere riscatti come fossero noccioline! Nel nostro lavoro bisogna mettere da parte i sentimenti e procedere decisi fino alla meta, dopotutto…- punto gli occhi in quelli di Kid-… c’è solo una verità, no?-
Kid lo sfidò con lo sguardo e sorrise.
-Sai è buffo quello che dici, mettere da parte i sentimenti eh? Non mi sembra che questa teoria ti abbia portato lontano…- Conan lo fulminò ma non rispose nulla – comunque… faremo come vuoi tu, Kudo. A me sta bene-
Hattori annuì serio e all’improvviso la porta di casa si spalancò mostrando una Ran in lacrime e una Ai particolarmente scioccata.
-Che diavolo avete?!- domandò Kid impallidendo. “Altri problemi!”
-I-il p-professore…- balbettò Ran- sembra si sia sentito m-male…è all’ospedale…-
-Dannazione!- imprecò Hattori alzandosi in piedi nervoso e preoccupato. Si avvicinò alla porta e fece cenno ad Haibra di seguirlo – Io e L. Macbeth ci avviamo all’ospedale in moto…Ran, qualcuno può portare te e gli altri?-
La ragazza annuì mentre le lacrime scorrevano senza sosta e mugolò:
-S-sta arrivando mio p-padre…-
I due sparirono dietro la porta e nella stanza riecheggiò il rombo del motore della moto e il pianto di Ran, la quale si avvicinò a Shinichi e lo abbracciò. Il ragazzo la guidò verso il divano, si sederono e la strinse distrattamente con la testa impegnata a macchinare minuziosamente le informazioni. Conan lo fulminò stringendo i pugni lungo il corpo, notando come Ran gli chiedesse conforto e come lui non la degnasse di uno sguardo.
“Meglio così, no?” disse una vocina dentro sé “è tua, lui deve limitarsi a rappresentare te, non a farle quello che vorresti tu”. Un’altra vocina, la coscienza, gli diceva ”Povera, non solo soffre per te ma anche per i falsi Kudo che non la consolano o degnano di uno sguardo di conforto…”. Strinse gli occhi a fessura e lo fulminò: a quale voce avrebbe dovuto dare retta?
*  *  *
Ran sedeva dietro con Kaito, mentre Conan, davanti, accanto a Kogoro, sentiva la rabbia impossessarsi della sua mente e annebbiargliela. La ragazza tremava dalla preoccupazione, così Kid le passò un braccio attorno le spalle: le ricordava moltissimo Aoko. Kogoro notò il gesto dallo specchietto retrovisore e sbuffò infastidito.
-Senti Carogna, tieni giù le mani altrimenti…- ma la voce di Conan sovrastò la sua minacciosamente -… altrimenti ti spezzo le dita-  Si voltò verso il finestrino per non perdere le staffe e saltare addosso a quel delinquente e perse più di un battito: Vermouth, in sella alla sua moto blu notte, gli sorrideva melliflua. Trasalì vistosamente ma, apparte Kid, gli altri due non sembrarono accorgersene.
“Cavolo! Che diavolo significa? Che vuole Vermouth?!”
Provò un brivido sapendo che dietro c’era Ran e che la donna l’aveva sicuramente vista in compagnia di un Kudo falso. Fortunatamente scattò il verde e Kogoro ripartì mentre la moto sfrecciò distanziandoli rapidamente, finchè non sparì tra le altre vetture.
*  *  *
-Sto bene ragazzi- disse allegro il professore ad Hattori e Ran che si accertavano sul suo stato di salute con l’infermiera all’interno dell’ospedale.
-Professore- disse Haibara gelida –lei ha sgarrato la dieta vero? Altrimenti non sarebbe qui…- Il professore si agitò e scoppiò in una risatina nervosa.
-Ma che dici…?!- Haibara lo fulminò e lo costrinse a rivelare la verità; Conan si avvicinò ad Hattori e lo tirò per una manica.
-Che c’è?- domandò lui con l’accento del Kansai.
-Devo parlarti- sussurrò il bambino mentre Kid li raggiunse -anche a te- aggiunse rivolto a quest’ultimo. Uscirono dalla stanza del doc nel corridoio e Conan si guardò attorno: nessuno, in fondo era già parecchio tardi.
-Ho visto Vermouth, - Hattori trasalì al solo nome – ci stava seguendo?- continuò l’ex liceale non appena Kid fece per domandarlo – Non lo so- sospirò abbassando lo sguardo a terra.
*  *  *
Conan si svegliò strofinandosi un occhio e si mise a sedere sul futon, Kogoro era già sparito chissà dove. Uscì dalla camera diretto al bagno ma una voce lo chiamò. Ran gli chiese di andare in camera sua e lui, ancora mezzo addormentato, non obbiettò: si sederono sul letto della ragazza e lei lo scrutò preoccupata.
-Che succede, Ran-neechan?- domandò lui iniziando a insospettirsi quando lei cominciò a torcersi le dita delle mani. “Altri problemi…” pensò il bambino sbuffando mentalmente e si accorse di non avere indossato gli occhiali “Bene!”.
-Mi dispiace Conan! Non sai quanto! Quello che è successo ieri è stato un incidente! Io non volevo baciarlo, è stato un errore! Quelle idee che ti sei fatto tu sono sbagliate!- parlò senza mai prendere fiato e alla fine inspirò sonoramente facendo sghignazzare l’ex liceale nella testa.
-Ma Ran-neechan, io…-
-Conan…- disse Ran guardandolo negli occhi malinconica -…hai gli stessi occhi di Shinichi, gli somigli davvero tanto, sai?-
“Ran, di nuovo!” pensò abbattuto non essendo la prima volta che faceva quel commento.
-Ran-neechan, è colpa mia se Shinichi-niichan è così questi giorni…- improvvisò qualche secondo dopo – gliel’ho chiesto io! Avevo paura che mi avresti…- cosa?!       -…emm… dimenticato stando con lui!-
Ran lo scrutò allibita qualche secondo, poi gli sorrise dolcemente.
-Tesoro, come puoi pensare una cosa simile?! Per te ci sarà sempre posto nel mio cuore!- gli scoccò un bacio sulla fronte – Però…- sospirò e tornò malinconica -… preferivo il vecchio Shinichi… quello che ti somiglia, Conan- lo abbracciò e lui si sentì inutile. “Sono qui Ran! Se solo potessi dirtelo…” pensò stringendola a sua volta.
DRINN!!!!! DRINN!!!!!
Il telefonino di Ran squillò, la ragazza sciolse l’abbraccio, lo afferrò e rispose.
-Pronto?-
-Ran, sono io…- disse Shinichi.
-Shinichi…!- esclamò lei.
-C’è Conan da quelle parti? Dovrei parlargli ma non risponde al cellulare…-
-Si, te lo passo…- disse lei passando il telefono all’ex liceale.
-Pronto?-
-Potresti venire dal doc? Io e Hattori vogliamo discutere di una cosa con te per la storia del falso Kid…-
-Arrivo- rispose lui chiudendo la conversazione e passando il cellulare sbrigativo a Ran –Vado dal preofessore Ran-neechan-
-Ok, stai attento- gli raccomandò scompigliandogli i capelli dolcemente.
*  *  *
Conan sorseggiò il bicchiere di cioccolata calda offertagli dal professore prima che uscisse di casa e fissò Kid.
-Allora?-
-Allora propongo di chiamare la centrale e spiegargli le nostre teorie…- rispose Hattori – Hai detto che Megure ti adora…quindi non avrà problemi a far collaborare qualcuno che crede essere Te-
Conan annuì e posò la tazza vuota sul tavolo, prese il telefono, compose un numero e lo passò a Kid.
-Stiamo chiamando Sato, una poliziotta della centrale, chiedile se possiamo incontrarci per parlarle di persona, ok?-
Kid annuì solenne e si preparò a rispondere: la donna accettò volentieri di vederli e poco dopo raggiunsero la centrale di polizia. Salirono all’ultimo piano ed entrarono nell’ufficio di Megure dove li aspettavano sia lui sia Sato.
-Bene ragazzi!- disse sorridente Sato – avete portato anche Conan, così la squadra è davvero al completo!- aggiunse scompigliando i capelli del bambino.
-Kudo!- esclamò invece Megure battendo entusiasta una mano sulla spalla al falso Kudo -Bentornato!-
-Grazie ispettore Megure- rispose lui stringendogli la mano calorosamente.
-Come possiamo aiutarvi ragazzi?- domandò l’ispettore rivolgendosi anche ad Hattori mentre si sedeva dietro la scrivania.
-Vorremmo esaminare i biglietti che vi ha inviato Kid e illustravi le nostre teorie riguardo al caso…- disse il detective dell’ovest sedendosi in una delle tre sedie poste davanti alla scrivania. Mentre anche gli altri due lo imitavano, Megure annuì e tirò fuori dal cassetto gli avvisi di Kid.
-Bene bene…- disse Kid afferrandoli al volo - … ma guarda te! Come osa?!-
-Che ti prende Kudo?- domandò l’ispettore notando la strana reazione di Kid, il quale osservò i biglietti contro luce tastando la consistenza del foglio.
-Come sospettavamo…- spiegò passando i biglietti a Conan e Hattori -… ci troviamo davanti ad un falso Kid, ispettore-
-Cosa?!- esclamarono in coro lui e Sato sbarrando gli occhi stupefatti.
-Inutile negare le apparenze, lo si nota da un’infinità di particolari. Ad esempio la firma, che non è stata scritta con la solita penna…- disse Hattori.
-…dal fatto che sia scritto a mano imitando un carettare del computer e che la carta non è la solita…- continuò Conan.
-…e dal fatto che Kid non chiederebbe mai un riscatto con minaccia di morte. Lui ruba ma poi restituisce, non gli interessano i soldi.- terminò Kudo deciso.
L’ispettore e Sato ripresero in mano i biglietti e li osservarono per l’ennesima volta stupefatti: non avevano mai fatto caso a quei particolari!
-Strabiliante!- susurrò Megure alla donna –si vede che sono menti geniali questi 3!- lei annuì decisa.
-Bene…- risprese a parlare Hattori -… ora potremo vedere l’archivio che il falso Kid vuole svaligiare?- L’ispettore ci pensò qualche secondo, poi annuì passando la chiave a Sato.
-Ti spiace accompagnarli?- le domandò.
-No di certo signore, seguitemi ragazzi- disse loro facendogli un cenno con la mano. I ragazzi si alzarono, salutarono Megure e la seguirono per lo stretto corridoio poco illuminato.
-Come mai l’archivio si trova in una zona così buia?- domandò Conan guardandosi attorno.
-Per sicurezza è stato collocato all’ultimo piano in questa zona in cui non ci sono finestre…- spiegò Sato svoltando più volte a destra e a sinistra e raggiungendo l’unica porta alla fine di uno stretto corridoio -… è molto piccolo e difficile da notare. Mi chiedo come Kid farà a trovarlo…- aggiunse infilando la chiave nella serratura e girandola più volte verso destra.
-Ecco qui ragazzi- annunciò accendendo una flebile luce –esaminate tutto quello che volete e…- fu interrotta da qualcuno che chiamò il suo nome.
-Sato!- urlò Shiratori – potresti seguirmi? È urgente…-
-Certo, emm…- si voltò verso i detective -… ragazzi vi lascio soli un momento, non fate entrare nessun altro. A dopo…- li salutò con la mano e seguì Shiratori svoltando in un altro corridio e sparendo dalla loro vista.
-Bè. Diamo un’occhiata e cerchiamo di capire cosa potrebbe interessare a Kid di questo archivio…- disse Kudo, ovvero Kid, entrando e cominciando ad aprire gli schedari. Hattori e Conan lo imitarono e per circa un quarto d’ora non si sentì altro che il rovistare tra i documenti.
-Questo l’ho sbattuto io in cella!- esclamava ogni tanto Hattori sventolando i documenti come trofei, si voltò verso il vero Kudo e gli domandò:
-Trovato nulla, Kudo? Kudo?-
Il ragazzino era poggiato ad uno schedario con entrambe le mani e il capo nascosto tra le braccia, respirava affannosamente e sudava freddo. Kid si voltò interrogativo verso di lui e, notando che stava male, rimise a posto tutti i fogli che aveva in mano.
-Che ti prende, Kudo?- insistè Hattori leggermente preoccupato, quando il bambino si afflosciò sulle ginocchia ansimante e lui lo raggiunse di corsa.
-Portiamolo fuori…- suggerì Kid al detective di Osaka, che annuì e lo prese in braccio. Lo sentiva tremare violentemente respirando a fatica : a quel punto cominciò a preoccuparsi seriamente. Uscirono dall’archivio e Kid lo chiuse a chiave, successivamente percorsero la strada per tornare al corridoio principale e lo fecero sedere su una sedia attaccata al muro davanti alle macchinette delle bibite. Vedendo che non si riprendeva, dopo 10 minuti presero un taxi e tornarono a casa del professore dove avrebbe potuto stendersi un po’.

 
n. dell’autrice: eccomi eccomi!! Allora… sembra ormai chiaro che abbiamo tra le mani un falso Kid! E Vermouth???? Cosa ci farà mai Vermouth lì???? Tranquilli per il doc… lui sta più che bene!xD Conan decide di andare avanti con la recita…ma come andrà a finire??? E perché continua a stare male, poverino??? Leggere per scoprire!! Mangakagirl!!!!!!

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Capitolo 8
*** 8. ***


8.
-Chiamiamo il dottor Araide- insistè Ran accanto a Conan sdraiato sul divano. Haibara sbuffò decisa e incrociò le braccia al petto: doveva pensare a qualcosa, voleva visitarlo lei Kudo, non quell’imbecille di Araide… Ran si alzò diretta al telefono e lei ne approfittò: si avvicinò a Conan, gli afferrò il polso cinto dall’orologio e le sparò un ago soporifero dietro il collo. Hattori fece appena in tempo a saltarle addosso per evitare che rovinasse a terra.
-Fine come al solito Lady Macbeth!- disse ironico con Ran tra le braccia mentre la portava nel letto in cui dormiva Kid quei giorni.
-Iniziava a scocciare con questo Araide- rispose lei afferrando lo stetoscopio e aprendo la camicia del bambino. Posò l’attrezzo freddo sul petto, in corrispondenza del cuore, e ascoltò attentamente il battito. Sbarrò gli occhi e gli posò una mano sulla fronte.
-Allora?- domandò Hattori tornando in salotto.
-Non ne sono sicura ma… credo stia così per un effetto collaterale dell’APTX che è durata solo 2 ore…-
Hattori si sedè accanto a Conan e lo coprì come se fosse il suo fratellino minore.
-Povero Kudo…- disse guardandolo dispiaciuto -…ne sta passando di tutti i colori…- 
Poco tempo dopo il bambino si riprese un po’: lo dimostrava il fatto che avesse cominciato a punzecchiarsi con Kaito che era seduto sul tappeto accanto al divano.
-Tsk, com’è che stai sempre male, Kudo?- domandò Kid sghignazzando, Hattori vide Ran entrare nel salotto e gli diede un calcione per farlo tacere.
-Ahio! Che vuo…?!- ma la voce della ragazza lo interruppe.
-Stai anche tu male, Shinichi?- Kid si impanicò e cominciò a balbettare insensatamente. Hattori prese in mano la situazione.
-No no, che dici? Tutto ok Mouri!-
-Ma ha appena domandato a… a se stesso? Non ha chiest…?- Hattori si alzò dal divano e gesticolò con le mani.
-No, no! Hai sentito male! Vero, Kudo?!- Kid annuì alzandosi a sua volta prontamente e osservò la ragazza guardarli perplessa.
“Shinichi ha qualcosa di strano…” pensò la karateka sporgendosi oltre loro per accertarsi sullo stato di salute di Conan. Haibara sussurrò ad Hattori:
-Portalo in camera e lasciamoli soli…- lui annuì e propose la cosa a Ran, che accettò di buon grado.
Qualche secondo dopo, Conan si trovava nel letto di Kid e Ran seduta su una sedia accanto a lui. La ragazza gli sorrise dolcemente.
-Stai un po’ meglio, tesoro?-
-Sì-
Ran accese l’abat-jour, che illuminò di arancione il viso pallido del bambino, e osservò il suo volto: grandi occhi blu profondi come l’oceano la scrutavano un po’ spenti, la bocca piccola, pallida e carnosa s’incrinava in un incerto sorriso mentre ciuffetti corvini cadevano ribelli sulla fronte.
-Assomigli molto allo Shinichi che ricorda, sai?- disse per l’ennesima volta cominciando a piangere mentre il sorriso del bambino si volatilizzava in un istante. Gli prese la manina piccola e aggiunse:
-Scusa, non dovrei parlare sempre di lui, piuttosto occuparmi di te che stai male ma… i tuoi occhi…sono così simili ai suoi…- finì la frase singhiozzando. Il bambino le accarezzò una guancia e si avvicinò il viso al suo con una mano. La ragazza ebbe la netta impressione che le avrebbe baciato le labbra anzi, stava quasi per allontanarsi, quando lui  posò le labbra sulla sua guancia; Ran sorrise asciugandosi le lacrime con il palmo della mano tirando un sospiro di sollievo.
-Grazie…è stato più tenero di quello che mi ha dato Shinichi- gli disse ridendo mentre lui diventava ancora più depresso da quall’affermazione.
-Oh, tesoro, non fare così!- aggiunse vedendo la sua espressione, lo abbracciò forte facendolo sedere sulle sue gambe, gli poggiò la testolina sulla sua clavicola e cominciò a dargli piccoli baci sulla fronte. Conan chiuse gli occhi sospirando e, senza accorgersene, cadde nel dormiveglia… ma avrebbe scommesso qualsiasi cosa per dimostrare a Hattori che lei continuò a coccolarlo per almeno mezz’ora senza fermarsi un solo istante.

 
n. dell’autrice: voglio ringraziare innanzi tutto Kaity e Sherry Myano che continuano a recensire!! Arigatò (inchino giapponese v.v)!! dunque… scs la brevità del capitolo!! Me ne sn accorta solo ora!! Vi è piaciuto il tenero momento ShinxRan??? Leggere leggere per scoprire!!!!!!! Mangakagirl!!

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Capitolo 9
*** 9. ***


9.
Due giorni dopo Ran, seduta nel salotto del dottor Agasa, chiese spiegazioni ai tre ragazzi sul piano che avevano in mente per acciuffare Kid.
-Allora- cominciò Hattori addentando un sembei nonostante fosse ora di pranzo – Kid vuole dividere il suo “show” in due parti: una prima di entrare in archivio e l’altra dopo essere uscito dall’archivio. Io starò appostato sul tetto del palazzo di fronte alla centrale di polizia e terrò informato Kudo degli spostamenti di Kid, lui- indicò Kudo – sarà davanti all’archivio e aspetterà Kid nel caso Megure e gli altri non riescano a fermarlo – “Dio, come sarebbe tutto più semplice se riuscissero a fermarlo!” – mentre Conan – indicò il bambino – sarà dentro l’archivio e coglierà Kid di sorpresa se dovesse riuscire ad entrare dentro. – Ran aggrottò la fronte e squadrò Conan – Se dovesse ancora riuscire a scappare…- Hattori richiamò la sua attenzione schioccandole le dita davanti al viso -…io e la polizia lo fermeremo non appena uscirà dalla centrale con valigetta e documenti. Chiaro?-
La ragazza lo squadrò seria e sospirò.
-Permettetemi due osservazioni: 1) questo piano fa schifo, 2) come sperate che un bambino fermi Kid?!- Hattori arricciò il naso sentendosi offeso da quel “ questo piano fa schifo” e le rispose stizzito:
-Hai idee migliori, bambolina? Se le hai non ti resta che illustrarcele…!-
Conan lo fulminò e Ran si alzò stizzita a sua volta mandandolo al diavolo non troppo sottovoce, e si avviò in cucina.
-Cos’è…- domanò il detective dell’ovest a quello dell’est -… sindrome premestruale?!- Lui alzò le spalle e la seguì con lo sguardo mentre tornava dalla cucina con un grosso piatto di sushi in mano.
-Ecco qui- disse lei minacciosa – il piatto preferito di Shinichi: sushi-  piazzò in mano a Kid, che aveva una fobia assurda per il pesce, un piatto traboccante di pesciolino crudo e gli si sedè accanto fulminandolo. Kaito sbiancò nervoso “Dannazione! Lo sapeva che è la cosa che odio di più?!”.
-Sushi…- balbettò fissandolo spaventato -…sushi di pesce?-
La ragazza aggrottò ancora di più la fronte.
-Esiste anche di carne?! Non so, fai tu, Shinichi-
-Non ho molta fame!- disse lui posando il piatto sul tavolino in mezzo ai due divani su cui stavano seduti: mossa sbagliata. Ran scattò in piedi furiosa e gli puntò un dito contro:
-Hai sempre adorato il sushi! Devo pensare che, visto che te ne stai a zonzo un anno intero, non credi che la mia cucina sia alla tua altezza?! Oppure devo pensare che mi nascondi qualcosa, Shinichi??-
Conan cominciò a sghignazzare divertito.
-M-Ma no! Che dici?- rispose lui impaurito dalla furia della ragazza.
-Allora assaggialo!- ordinò Ran puntando il dito sul piatto.
-Ma sai… abbiamo fatto colazione tardi…-
-Avete fatto colazione alle 8.00, e ora sono le 13.00!- gli fece notare nera di rabbia indicando l’orologio alla parete. Conan non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere sotto lo sguardo fulminante di Kaito.
-Potresti dirgli di tacere, per tutti i templi shintoisti del Giappone?!-
-Fa bene a ridere di un 17enne che fa i capricci per mangiare!- esclamò Ran assecondando Conan. Il ladro si arrese, afferrò le bacchette e un pezzetto di sushi, le portò alla bocca e lo buttò giù intero senza masticare. Fu colpito da un conato e si battè la mano sullo sterno per buttarlo giù sotto lo sguardo furibondo della ragazza dell’agenzia.
-Delizioso- gracchiò cadendo in ginocchio verde in volto mentre Ran sprofondava sul divano arrivando, finalmente, alla conclusione del suo piano.
-Tu non sei Shinichi!-
-Ma che dici?!- si allarmò lui e Conan smise di ridere impanicato.
-Dimostramelo allora…- lo sfidò lei trionfante -Shinichi, quello vero, mi ha mai lasciata ad aspettarlo per due ore sola, in strada, e al buio?-  ricordò quella sera di due anni prima che si dimenticò del loro appuntamento.*
Kid lanciò un’occhiata in tralice a Kudo, il quale annuì impeccertibilmente.
-Sì, e ti chiedo scus…- ma la ragazza lo interruppe facendosi più vicina a lui.
-Io e Shinichi- sottolineava ogni volta il nome con molta enfasi – siamo mai stati a Karuizawa, stagno Kunoba?**- chiese ricordando quella volta, a 16 anni, in cui ci era andata con lui e i suoi genitori per le vacanze estive.
“DOVE?!” pensò Kid maledendo Kudo mentalmente.
-Sì, c-certo…- buttò lì e indietreggiò appena lei si avvicinò di più al suo viso minacciosa some se volesse mangiarlo. Ran sbraitò delusa di non averlo incastrato.
-MIO padre è mai andato d’accordo con Shinichi!?- domandò arcigna.
-No!- “Questa la so!” pensò raggiante recuperando la calma Kid – tuo padre mi odia!- aggiunse raggiante lanciando un’occhiatina divertita a Conan. La ragazza non sembrò convinta e fece per domandargli qualcos’altro, ma il cellulare di Heiji squillò.
“Siano lodati tuttti i manga!” ringraziò Kid alzando gli occhi al cielo mentre l’amico rispondeva.
-Pronto?-
-HEIJI! STAI BENE?!- urlò una ragazza dal tipico accento del Kansai coperta dallo stridio del treno sulle rotaie.
-Kazuha?!- esclamò lui sorpreso – sì, certo che sto bene!-
-Baka! Sono giorni che non ti fai sentire!-
-Ma dove sei?!- domandò Heiji stizzito decifrando appena quello che diceva per via del treno.
-Sono alla stazione di Beika! 10 minuti e sono a casa del doc. Il tuo cellulare non prendeva, così l’ho chiamato sapendo che sicuramente mi avrebbe saputo dire dov’eri. Mi ha avvisato che alloggi da lui questi giorni e mi ha invitata a stare lì, così ho accettato!- spiegò lei entrando in un taxi – Ci vediamo tra pochissimo, 10 minuti e sono lì- ribadì  chiudendo il telefono.
-Sì, no, ma…- Hattori si impanicò ma lei aveva già chiuso –Kazuha sta venendo qui!- si rivolse sconsolato a Conan.
-Ma è fantastico!- esclamò Ran alzandosi in piedi e recuperando improvvisamente tutto il buon umore. Il professore entrò in casa reggendo un vassoio incartato che profumava di pesce arrostito, lo posò sul tavolo e raggelò non appena Hattori lo fulminò con lo sguardo.
-Chi vuole i takoyaki?!- esclamò ridendo nervoso avendo capito al volo perché il ragazzo provava tanta ostilità nei suoi confronti in quel momento.
-Rida, rida…- sibilò tra i denti il detective del Kansai mentre di nuovo squillò un cellulare. Ran si agitò sul divano per estrarlo dalla tasca dei suoi pantaloni e premè il tasto verde portandoselo all’orecchio.
-Pron…-
-RAAAAANNNNNNN!- urlò Sonoko Suzuki obbligandola a posare il telefono di fretta e furia sul tavolo per non rischiare di diventare sorda.
-Che fai?- chiese Ai spuntando all’improvviso dietro il professore inginocchiato davanti al tavolino avendo sentito odore di takoyaki.
-Sonoko : Deve parlare di Kid…- rispose scocciata Ran -…e ne avrà per un po’. Lo so per esperienza- aggiunse sconsolata afferrando un takoyaki. In effetti l’ereditiera parlò così forte vaneggiando su futuri viaggi con Kid, utopie eccetera eccetera che, anche senza vivavoce, tutti sentirono i suoi discorsi insensati.
-Per l’amor del cielo!- esclamò Kid esasperato dopo 12minuti d’ascolto delle fantasie di Sonoko con le mani sulle orecchie –Dille che Kid non si metterebbe mai con un’oca del genere nemmeno se fosse l’ultima donna della Terra! Piuttosto si butterebbe giù dalla Torre di Tokyo nudo!-
L’ereditiera tacque all’istante e Ran mise il vivavoce lasciando il cellulare sul tavolo poiché aveva la mani unte di takoyaki.
-Ma era Kudo?!- la voce della ragazza risuonò in tutta la stanza acuta e leggermente maligna.
-Sì, diciamo di sì…- rispose Ran fulminandolo.
-Mr Simpatia! Cavolo, sei sempre il solito cinico presuntuoso!- lo insultò Sonoko scaldandosi, poi cambiò tono e si rivolse a Ran –Allora, l’hai già fatto?-
-Fatto che?- domandò l’interpellata pulendosi le dita su un tovagliolino di carta distrattamente.
-Dichiarargli il tuo amore ovvio!- urlò l’altra facendola avvampare; la ragazza lanciò un’occhiata ad Hattori come se potesse cavarla da quella faccenda e le disse:
-Sonoko, per tutte le soup opera maledette che ti guardi, ci sono altre persone in stanza!
-Chi? Meglio, no?!-
-Hattori, Ai, Conan, il professore…- rispose Ran guardando ogni persona che interpellava, ma Sonoko non arrestò la sua euforia e continuò a sparare cavolate.
-Hattori, renditi utile invece di stare seduto sul divano come un’ameba! Tieni fermo Kudo, lei doc, tenga ferma Ran e costringa quell’idiota a dichiarargli il suo amore… che da Londra non l’ha ancora fatto!!-
Kid e Ran sbraitarono all’unisono.
-Sonoko! PIANTALA! Oh, che peccato ho un’altra chiamata! Ci sentiamo- disse Rancon finto tono dispiaciuto, prese il cellulare e le attaccò il telefono in faccia davanti agli sguardi confusi di Hattori e Haibara, lo spense per sicurezza e sprofondò  di più nel divano emettendo un sospiro esasperato e chiudendo gli occhi. Kaito ringraziò il cielo e domandò a Ran:
-Ma è sempre così?!- Mossa Sbagliata!
Ran lo guardò seria e gli rispose:
-Conosciamo Sonoko Suzuki dall’asilo e tu mi chiedi se è sempre così?- Kid arrossì fino al midollo e prese a guardarsi attorno in cerca d’aiuto notando che Kudo stringeva in mano un bicchiere di plastica, ormai accartocciato, tenendo fisso lo sguardo sul cellulare di Ran che era di nuovo sul tavolo.
“Quello sta ancora pensando alla telefonata di quell’oca, Idiota!” imprecò mentalmente e tornò a fissare la ragazza serissima.
-Ma lo so che che è sempre stata così, intendevo…- Cosa?! – se magari era cambiata durante la mia assenza…- Haibara fece per andargli in aiuto ma Ran aveva già la risposta pronta.
-Eppure l’hai vista parecchie volte quando tornavi per qualche giorno dai tuoi casi-
 “Poooooooorca miseria!”pensò Kid impanicato più che mai.
DIN DON!
“Grazie al cielo!”
Il dottore Agasa colse la palla al balzo per salvare Kid.
-Ran!- disse ridendo – deve essere Kazuha. Apri tu?-. Lei si alzò ancora fissando Kudo e andò ad aprire con estrema lentezza la porta d’ingresso. Si trovò davanti una ragazza dai bellissimi occhi verde smeraldo, i capelli raccolti in una coda con un fiocco arancione e un sorriso dolce sulle labbra che si stupì non appena la vide.
-Ran!- le si buttò con le braccia al collo facendole riacquistare un po’ di buon umore e inondandola con il suo profumo alla mora.
-Ciao Kazuha!- esclamò sciogliendo l’abbraccio per permetterle di entrare in casa con il suo enorme trolley fucsia, che piazzò nell’ingresso. Raggiunsero il salotto e furono inondate dal profumo dei takoyaki ancora sul tavolo. Heiji si alzò e fece il giro del divano mentre la testolina di Conan spuntò dalla spalliera del divano sorridendo. Kid, seduto sul divano di fronte a quello dell’ex liceale, incrociò le braccia al petto non conoscendo molto bene la ragazza. Kazuha salutò tutti con un “ciao” generale e, notato Heiji, gli si avvicinò furente.
-Tu, Baka!- lo insultò fissandolo negli occhi –Vuoi farmi morire di paura?! Non ti fai vivo da 4 giorni!-
-Sto bene Kazuha- disse lui spazientito per quel tono arrogante ma, non appena notò le minuscole gocce cristalline che si formarono agli angoli dei suoi occhi, tramutò la sua espressione in una stupita.
-Idiota!- esclamò lei cominciando a singhiozzare sotto gli sguardi attoniti dei presenti –Credevo ti fosse successo qualcosa, che ti avessero fatto del male…- gli diede dei deboli pugni sul petto con gli occhi chiusi inondati di lacrime. Il ragazzo la cinse improvvisamente per la vita e la spinse contro il suo petto, quello che stava martoriando, per poi spostare le braccia attorno alla sua schiena e abbracciarla. Kazuha rimase allibita trovandosi all’improvviso intrappolata al suo corpo con testa e mani appoggiate al suo petto.
-Stupida- sussurrò Heiji dolce al suo orecchio –se mi accadesse qualcosa saresti la prima a saperlo- la ragazza alzò il viso trovandosi a pochi centimetri dal suo; si perse negli occhi smeraldini del ragazzo ed ebbe l’impressione che si avvicinassero sempre di più a lei… Rendendosi entrambi conto di non essere soli però, infatti 4 paia di occhi curiosi stavano assistendo divertiti alla scena, tranne Ai che leggeva annoiata una rivista, si separarono dolcemente. Conan aveva seguito tutto dalla spalliera e stava sorridendo contento che il suo amico seguisse il suo consiglio, mentre Ran li osservò incantata da tanta tenerezza. Kazuha si avvicinò sorridente al bambino con gli occhiali e , prendendogli la testolina tra le mani, gli scoccò un dolce bacio sulla fronte.
-Ciao Kazuha-neechan!- esclamò lui con un tono molto infantile.
-Ciao, tesoro!- rispose lei allontandandosi verso il dottore e Haibara, li salutò e, per la prima volta, notò Kudo seduto sul divano.
-Kudo?!- esclamò sorpresa avvicinandosi – Non sapevo ci fossi anche tu!-
Lui la salutò affettuosamente, come se la conoscesse da tempo, e la ragazza gli sorrise contenta.
-Ran, sarai al settimo cielo!- si rivolse all’amica battendo le mani sorridente, ma rimase profondamente delusa nel vedere che fissava il pavimento con gli occhi coperti dalla frangetta e le braccia inermi lungo il corpo. –Ran?- aggiunse avvicinandosi a lei lentamente, Conan capì subito che qualcosa non andava, così balzò giù dal divano e si posizionò nella traiettoria del suo sguardo per osservarla in viso.
-Dobbiamo parlare-  disse lei atona afferrando i polsi del bambino e dell’amica e li trascinò fuori dalla porta di corsa sotto gli sguardi attoniti dei presenti.
* Film Incrocio nell’antica capitale. Ricordate? Conan racconta dell’appuntamento ad Heiji fissando malinconico Ran e la luna piena.
** OAV 2… dove Ran e Conan e tutta la banda di DC viene invitata a Karuizawa a casa di Shiratori e Heiji rompe la bottiglia di vino perché si spaventa del ghiro xD

 
n. dell’autrice: dunque… visto che lo scorso capitolo era davvero cortissimo ho subito aggiunto questo, contente??? *.* Allora, esattamente come dice Ran il piano per acciufare Kid fa schifo! -.-! Lo so… nn mi è venuto altro in mente-.-… apparte qst… Ran sembra avere scoperto ke qlcs nn quadra col suo Shinichi!! Sonoko ha iniziato a rompere con le sue utopie ed è entrata in scena Kazuha!!!! Siiiii! Vi anticipo che ce ne saranno delle belle anche con Heiji e Kazuha!! E cosa vorrà dire Ran a lei e Conan??? Leggere per scoprire!!!!! Mangakagirl!!!!!! ^.^

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Capitolo 10
*** 10. ***


10.
Raggiunsero un piccolo parco all’angolo di una stradina deserta e si sederono su una panchina verniciata da poco di verde bottiglia. Ran raccolse le gambe al petto e le cinse con le braccia sprofondandoci sopra il viso. Scoppiò a piangere inaspettatamente e Kazuha le si sedè accanto preoccupata.
-Ran, che succede?- le cinse le spalle con un braccio mentre Conan le afferrava le mani congiunte e le stringeva forte con aria preoccupata.
-Scusa tesoro- singhiozzò lei alzando la testa per guardarlo. Lo prese da sotto le braccia e lo fece sedere sulle sue gambe stringendoselo al petto come un orsacchiotto, cominciò a dargli baci sconnessi sulla fronte spostandogli distrattamente i ciuffi della frangia  tra i singhiozzi. Kazuha osservò la scena intenerita mentre Ran diceva a Shinichi:
-In questi giorni piango sempre davanti a te- si asciugò le lacrime con il fazzoletto che le porgeva e si rivolse a Kazuha –Guardalo, ha gli occhi esattamente dello stesso colore dello Shinichi che ricordo. Non quell’azzurro scialacquato che ha adesso…-
“Di nuovo la storia degli occhi, Ran…!” pensò Conan con un irrefrenabile desiderio di cavarseli per farla smettere di soffrire una volta per tutte.
-AZZURRI?!- domandò stupita la ragazza del Kansai mentre l’altra annuiva e metteva Conan a terra dandogli un ultimo bacio sulla fronte. Sospirò e guardò l’amica sicura e seria:
-Quello non è Shinichi, Kazuha- la ragazza sbarrò gli occhioni verdi – e tu devi aiutarmi a provarlo-
-Ma che stai dicendo, Ran?-
-Ascoltami- ricacciò indietro le lacrime – Hattori ti ha stretta a sé in un modo che fanno solo le persone che si conoscono da tempo e si amano anche se non se lo dicono…-
-Ma n-no… - balbettò l’altra rossa in viso.
-Sì invece, ma quando ho rivisto Shinichi e l’ho abbracciato erano mesi che non ci vedevamo, da Londra, e lui mi ha dato un paio di pacche sulle spalle! Come se non ci conoscessimo!- Kazuha la osservò attonita scuotendo in capo – Questi giorni si comporta in modo strano: fa domande di cui dovrebbe conoscere alla perfezione la risposta, balbetta e risponde a ciò che gli chiedo come se fosse un gioco a quiz… insomma, quello non è Shinichi! Lo conosco da una vita e so com’è lui in realtà!- si voltò verso Conan - c’è più Shinichi in Conan che in quello che c’è a casa di Agasa!- Al bambino accellerrò il battito e cominciò a deglutire a fatica.
-E la storia degli occhi..?- chiese la ragazza del Kansai quasi del tutto convinta. Ran alzò gli occhi al cielo e rispose furiosa:
-Pensa che sia così Scema da credere che stia indossando un paio di lenti a contatto colorate che gli ha dato l’ottico per sbaglio! Lui non ha nemmeno problemi di vista!-
Kazuha scoppiò a ridere senza gioia e battè un pugno sulla panchina non appena l’amica si rabbuiò.
-D’accordo! Ti aiuterò a smascherare quel pezzo di…-
-Kazuha- la fermò Ran indicandogli Conan.
-Scusa, giusto, il bambino,- si corresse arrossendo - ti aiuterò a smaschere quel bravo ragazzo e poi…- strinse un pugno davanti al petto e si alzò in piedi – …lo gonfieremo per averci preso per il c…- guardò di nuovo Conan- …i fondelli!-
La karateka si alzò e la ringraziò con un abbraccio scoppiando a ridere, mentre Conan la osservava depressa. “Cosa farai Ran quando scoprirai la verità? Perchè c’è sempre una verità, piccola…”
*  *  *
Quella sera a cena la tensione si tagliava come burro. Kid e Hattori sedevano di fronte a Ran, Kazuha e Conan, in quel momento in bagno, mentre ai capi del tavolo c’erano Ai e il dottore. Quest’ultimi erano in cucina a preparare il riso al curry e ignoravano quello che stava succedendo in salotto…
-Allora, Kudo…- cominciò Kazuha con tono adulatorio fulminandolo, tanto che lui sobbalzò e guardò Hattori preoccupato -…è da molto che non ti fai vivo. Quando è stata l’ultima volta che ci siamo visti?- domandò aggrottando minocciasamente le sopracciglia e poggiando con foga le mani sul tavolo, che facillò. “Fortuna che è basso!” pensò Hattori fermandolo stizzito con una mano, poi il suo cervello elaborò quello che aveva chiesto all’amico e sbarrò gli occhi “Oh-Oh”.
Il ladro pregò che Conan uscisse dal bagno e deglutì non vedendolo arrivare. “Perfetto, Kudo! Sparisci sempre quando servi e ti impicci quando non devi!” pensò maledendolo mentre una gocciolina di sudore gli attraversava repentina la fronte.
-Bè, ecco…- cominciò impacciato sorridendo -…l’ultima volta che ci siamo visti…Quando era già, Hattori?-
-Ma è stato…- cominciò lui in suo soccorso ma la ragazza del Kansai lo incenerì.
-Ta-ci!- sinbilò con tono spaventosamente autoritario facendolo rabbrividire.
“Ma che diavolo hanno ‘ste ragazze d’oggi?!” pensò sdegnato.
-Dillo tu Kudo!- aggiunse Kazuha tornando a guardarlo arcigna, lui cercò aiuto da Ran ma notò che aveva lo stesso sguardo velenoso dell’amica, anzi, peggio: gli occhi erano leggermente nascosti dalla frangetta e emanavano una inquietante luce viola, le sopracciglia aggrottate.
“Dannazione! Sembra che si debba trasformare in super sayan o in shinigami da un momento all’altro!” pensò Kid tornando a guardare Kazuha.
-Emm…ecco…- ma la ragazza si sporse più verso di lui e passò ad un’altra domanda.
-Quando è stata la prima volta che ti ho incontrato?-
-Eh?! Bè…- Kid si impanicò di più e Hattori prese le sue difese.
-Ma cos’è un interrogatorio?!- esclamò sdegnato mentre ciocche corvine gli cadevano in disordine sulla fronte: la cosa stava iniziando a farsi troppo complicata! Le ragazze lo fulminarono simultaneamente e Kazuha scrocchiò davanti al petto le dita delle mani in segno di minaccia. Heiji si sentì improvvisamente la gola secca e cercò il bicchiere dell’acqua sul tavolo con una mano senza riuscire a staccarsi dal suo sguardo.
“Quante possibilità ci sono di uscire vivo dall’attacco simultaneo di due ragazze praticanti karate e aikido furiose?!” pensò bevendo nervosamente dal bicchiere.
-Allora, Kudo?!- esclamò la ragazza del Kansai tornando a fissarlo.
-Sì è fatto tardi, Ran!- disse Heiji  interrompendola e alzandosi in piedi nervoso fingendo di guardare l’orologio –Kudo ti accompagnerà a casa, vero?! Buonanotte!- la congedò con un sorrisone indicandogli il ragazzo e la porta d’ingresso.
Lei gli sorrise melliflua e posò lentamente le bacchette sul tavolo.
-Oh, ma non te l’ho detto? Mio padre è fuori per un viaggetto di una settimana con i suoi amici del mahjong, l’ha saputo stamattina, e visto che non vuole che io e il bambino dormiamo soli a casa, alloggeremo qui anche noi. Vero, caro professor Agasa?- domandò all’uomo non appena varcò la soglia della cucina con un’enorme pentola piena di delizioso e fumante riso al curry.
-Ah, sì…- rise colpevole ai due ragazzi sconvolti -… è proprio così!-
“2 a 0 per le ragazze!” pensò inorridito il detective dell’ovest immaginandosi quanti altri problemi si sarebbero creati con quelle due per casa alle calcagna di Kudo 24ore su 24. Afferrò le bacchette e sospirò rumorosamente.
*  *  *
Conan si resse la testa con entrambe le mani cadendo sulle ginocchia mentre un capogiro lo investiva come uno tsunami provocandogli un conato di vomito. L’ex liceale si trascinò fino alla vasca per aggrapparsi al bordo. Respirava affannosamente mentre il cuore batteva all’impazzata. “Dannazione, perché sto così male?! Non sarà…?- non riuscì a finire il pensiero che un altro capogiro lo fece quasi cadere a terra nonostante fosse inginocchiato. Rimase fermò nella stessa posizione per molto mentre le minacce di Kazuha rivolte a Kid e Hattori risuonarono dall’esterno nella stanza.
*  *  *
-Allora il bambino dormirà con noi!-
-Non se ne parla!- sbraitò Heiji cominciando quello che sarebbe stato un lungo battibecco – Non credi possa preferire dormire con dei maschi?-
-Ha già dormito con me e Ran, non è mai stato un poblema e non lo sarà nemmeno ‘sta volta!-
Ran cercò Conan con lo sguardo ma vide solo il professore infilarsi in cucina per lavare i piatti e Haibara sparire nel laboratorio.
-Un attimo- li interruppe mettendosi tra di loro per farli tacere –Ma dov’è Conan?-
Kid, Kazuha ed Heiji si guardarono attorno perplessi: non si erano accorti della sua assenza.
-Ma è uscito dal bagno?- domandò Kudo a Ran.
-Non mi sembra- rispose Hattori al suo posto visto che lei si era fatta prendere dal panico.
-Si sarà sentito male!- disse allarmata la karateka guardando la porta del bagno, appoggiò la mano sulla maniglia ma la porta si spalancò all’improvviso. –Conan!- esclamò Ran sollevata.
-Che succede?- gracchiò l’ex liceale infastidito massaggiandosi una tempia.
-Ecco…- cominciò Kazuha ma Hattori la interruppe bruscamente.
-Dove vuoi dormire Kud…Conan?-
-Con noi!- sbraitò Kazuha sentendosi offesa per essere stata interrotta e ripresero a battibeccare senza degnarli più di uno sguardo.
Ran si abbassò all’altezza del bambino e lo guardò attentamente.
-Stai bene, amore? Non hai una bella cera…-
-Ho solo un po’ di nausea…- rispose il detective debolmente cercando di nasconderle un capogiro. La ragazza si preoccupò e gli disse dolcemente:
-Senti, visto che non stai bene, forse sarebbe meglio se dormissi con me. Domani potrai stare con Hattori e quello lì…- gli indicò Kid con un cenno di occhi.
Conan annuì portando anche l’altra mano alla tempia perché non sopportava più Heiji e Kazuha starnazzare e non voleva farle passare la notte in bianco preoccupata che lui stesse male senza che potesse aiutarlo. Ran si alzò e si rivolse ai due litiganti ignorando del tutto Kaito:
-Ascoltatemi, diamine! Visto che non sta bene, Conan dormirà con me e Kazuha oggi e domani con te e…- indicò con la testa il ladro. Hattori fissò prima lei poi Conan perplesso e annuì debolmente. “Ma se sta male sarebbe meglio che stesse con me! Che succederebbe se si trasformasse nel cuore della notte davanti a lei?!” rabbrividì al solo pensiero e cercò di attirare la sua attenzione per farglielo notare, ma lui chiuse gli occhi con aria sfinita e si appoggiò alla parete del muro. “Dio, fa che non mi trasformi proprio stanotte!” pensò preoccupato.

 
n. dell’autrice: Eccomi quaaaaaaaaaaaaaaa!! Dunque che ve ne pare??? Ran ha svelato a Kazuha i suoi sospetti e la ragazza ha accettato di aiutarla…. Mmm… prevedo guai!! Vi anticipo che nel prossimo capitolo ne combineranno una delle loro le 2 ragazze!! Vi piace come Kazuha mette alle strette Kid??? E che ne pensate di qst strano malessere di Conan??? Grz a Kaity che ha recensito lo scorso capitolo. Gentilissima come sempre!!! Per il resto Fatemi sapere! Mangakagirl!!!

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Capitolo 11
*** 11. ***


11.
-Noi abbiamo dei buoni motivi per far dormire con noi Conan, ma quei due perché insistevano tanto per averlo in camera con loro?- domandò Kazuha sciogliendosi la coda: una cascata di capelli lisci castano scuro cadde sulle sue spalle e lei scrollò la testa per mandarli indietro.
-Non lo so…- disse Ran infilandosi la maglia del pigiama -… ma ho uno strano presentimento. Puoi uscire Conan- Il bambino sgattaiolò fuori dalla coperta sotto la quale era stato tutto il tempo che Ran e Kazuha avevano impiegato a cambiarsi.
-Stai meglio, tesoro?- domandò Ran sedendosi accanto a lui sul futon e carezzandogli i capelli. L’ex liceale annuì anche se era una bugia: aveva ancora una nausea incredibile.
-Che tipi!- sbuffò adirata Kazuha sedendosi sul suo futon, si coprì le gambe con la coperta –Ma scopriremo chi si nasconde dietro quella faccia da santarellino di Kudo- Conan si sdraiò sul suo futon, quello in mezzo a Ran e Kazuha, sperando di sentirsi meglio e la ragazza dell’agenzia lo coprì amorevolmente.
-Sei ancora pallido- disse passandogli una mano sulla fronte –ma non hai la febbre, vero?- si chinò su di esso e poggiò la fronte sulla sua per accertarsene. In un altro momento Shinichi sarebbe avvampato, come già successo qualche tempo prima, per la vicinanza alle labbra della ragazza ma non accadde quella sera: la nausea gli offuscava ogni pensiero. Ran rialzò la testa e la scosse.
-Non ha la febbre-
-Meglio così- disse Kazuha scompigliando i capelli del bambino –Vedrai che passa presto, amore-
Conan chiuse gli occhi e ripensò a quello che stava facendo: non avrebbe potuto fare una scelta più stupida. Dormire con le ragazze quando i sintomi lo avvisavano che sarebbe potuto tornare liceale da un momento all’altro.
-A proposito Kazuha…- sentì la voce di Ran farsi sempre più lontana -…perché hai insistito così tanto che dormisse con noi?-
“Già, perché?” pensò cercando di uscire da quel tunnel di sonno che lo stava inghiottendo.
-Perché Conan è una spia insospettabile, no?!- esclamò Kazuha con gli occhi luccicanti dall’emozione – Prima di tutto, Kudo, o chiunque sia, non ha saputo rispondere a nessuna delle mie domande e questo prova che non è il vero Kudo. Domani sera Conan cercherà di scoprire qualcosa in più sul suo conto da aggiungere alla lista “Indizi che portano alla verità sul falso Kudo”…- la ragazza disegnò con un dito un foglio immaginario e scrisse per aria gli ideogrammi del titolo che aveva appena pronunciato.
“Bene! Tradiamo pure il mio stesso piano, tanto non succederà nulla se Ran scoprirà la verità: mi ammazzerà e basta, no?!” pensò portandosi una mano alla fronte strizzando gli occhi. Il piano di Kazuha non era ancora terminato.
-Deve anche cercare di scoprire dov’è il vero Kudo! Insomma, che fine avrà fatto?!- esclamò sdegnata battendo un pugno sul futon.
Ran sbuffò e guardò in malomodo Kazuha.
-Kazuha, che ti passa per l’anticamera del cervello?!- disse e non riuscì a nasconderle un brivido di paura: il solo pensiero che fosse in pericolo la faceva preoccupare da morire.
-Scusa…- rispose l’amica guardandola con aria colpevole, poi si girò verso Conan -Ci aiuterai, vero piccolino?-
Lui sospirò e annuì mentre lei esclamò al settimo cielo:
-1 a 0 per le ragazze, sì!-
Si sdraiarono tutte e due sul futon fissando il soffitto in silenzio, poi Ran pensò ad alta voce:
-Chissà che staranno facendo Hattori e il falso Shinichi…-
Kazuha guardò l’orologio: 0.21 e ammise:
-Non saprei…-
-Staranno dormendo?-  sussurrò Ran folgorata da una strana idea che le illuminò gli occhi azzurro-lilla. Conan si allarmò sentendo quel suo cambiamento di voce: “Oh-Oh guai in vista!”
Kazuha stette zitta qualche secondo e Shinichi pensò allarmato:
“No, non lo faranno… non sono le tipe, Ran è sempre stata contro queste cose! Non voleva nemmeno leggere il contenuto di quella lettera finita per sbaglio nel suo armadietto a scuola, figuriamoci se…” ma non terminò il pensiero perche Kazuha disse illuminandosi:
-Il doc e Haibara dormono nelle due stanze in fondo a questo corridoio… Se scendessimo silenziosamente…- Ran finì per lei -…potremmo scoprirlo a loro insaputa!-
-State scherzando?!- esclamò il bambino sapendo già la risposta. Le ragazze si alzarono dal futon e Ran prese in mano il suo cellulare.
-Ci farà luce- spiegò all’occhiata interrogativa di Kazuha, che le alzò il pollice di segno di approvazione sorridendole.
“NO,NO,NO,NO,NO,NO!” pensò Conan alzandosi a sua volta impanicato come non mai.
-Non fatelo!- disse prima che Ran aprisse la porta per uscire nel corridoio.
-Perché?- domandarono in coro loro guardandolo un po’ accigliate.
-Perché…- “potreste sentire che parlano del fatto che sono tornato un bambino e che Kudo in realtà è Kid” sarebbe stata la risposta che voleva dare, ma non potendo…
-Perché Hattori e Shinichi parlano sempre di cose sconce quando non ci siete voi!-
Ran alzò un sopracciglio e guardò Kazuha.
-Tu come lo sai?-
-Perché lo fanno anche quando ci sono io, no?- rispose lui sperando di averle persuase. Falsa speranza.
-E io che mi fidavo a farti stare con Hattori!- sbuffò Ran aprendo la porta per uscire, ma lui esclamò:
-Ma come, vai lo stesso?!-
-Anche Shinichi lo faceva in classe, quel porco, e comunque io e Kazuha siamo abituate a questi “baldi cavalieri” che pensano solo a…- guardò Conan e si trattenne essendo un bambino -…cose sconce come dici tu-
-Comunque lo fanno tutti i maschi, lo farai anche tu purtoppo- disse Kazuha con tono sconfortato e irritato alla stesso tempo –Ci siamo abituate, comunque se tu non vuoi venire…-
-Vengo, vengo!- rispose lui allarmato “Ci manca solo che vi lascio andare da sole a combinare altri casini!” pensò seguendo Ran mentre usciva nel corridoio “Non si sa mai: magari riesco a trascinarle vie prima che sia troppo tardi” afferrò il cellulare dal mobile accanto alla porta e la chiuse piano per evitare di fare rumore. Ran aprì il cellulare e puntò il fascio di luce per terra per vedere dove andava, si diressero in punta di piedi verso le scale mentre nella casa regnava il silenzio più assoluto. Ogni loro passo sembrava amplificato di 10 volte; scesero con attenzione gli scalini per evitare di rompersi l’osso del collo. Kazuha teneva per mano Conan e, di tanto in tanto, si girava verso di lui divertita come se fosse una sorta di Mission Impossible quella. Dal canto suo il bambino le guardava leggermente sconvolto mentre pensava “Bene, Shinichi, morirai senza aver scritto il tuo testamento, senza possibilità di dichiararti alla ragazza che ami, visto che sarà lei ad ucciderti non appena scoprirà chi sei, e senza aver mandato quei bastardi dell’Organizzazione in galera. Bene!”
Arrivarono alla porta di Hattori e Kid e ci si ingonocchiarono davanti per essere più comode, Ran puntò il fascio di luce sui loro visi per evitare di farlo filtrare sotto la porta, e farsi notare, e tesero entrambe le orecchie per carpire informazioni preziose.
-Comunque hai visto come mi guarda…?- disse Kaito all’amico -…nemmeno mi chiama per nome!-
-Sì, ho notato- rispose divertito Heiji mentre Conan sperava con tutto il cuore di riuscire ad evitare il peggio: scrisse un messaggio senza farsi notare dalle ragazze, troppo impegnate nell’ascolto per farci caso, e lo spedì incrociando le dita.
*  *  *
Il ragazzo del Kansai notò lo schermo del suo cellulare illuminarsi e lo afferrò al volo sperando fosse Kudo: era lui. Si rallegrò e, aprendolo, fece per dirlo a Kid ma fortunatamente le parole gli morirono in gola.
“LEGGI NELLA MENTE! Io e le ragazze siamo davanti alla tua porta x ascoltare qll ke dite (NON è STATA 1 MIA IDEA!) non nominatemi, stanno cercando informazioni x incastrare Kid e dimostrare ke nn è me, e kiama Kid Kudo. Parlate di qualsiasi cosa, possibilmente qualcosa di sconcio… POI TI SPIEGO! Kudo”
Lesse il messaggio un paio di volte poi sghignazzò e passò il cellulare a Kid guardando la fessura sotto la porta. Kid la fissò a sua volta dopo averlo letto e Hattori gli chiese divertito:
-Hai mai visto Ran in reggiseno, Kudo?-
La ragazza fuori dalla porta e Conan arrossirono fino al midollo e il bambino sbuffò infastidito.
“Grande mossa Hattori! Va bene roba sconcia, ma non su Ran!”
-No- rispose sghignazzando il ladro immaginandosi la reazione della karateka e di Kudo, visto che stavano infangando la sua reputazione di “paladino della giustizia e bravo ragazzo” - e tu Kazuha?-
-Sì- disse annoiato Hattori portandosi le braccia dietro la testa –un giorno dovevamo uscire e non si muoveva a scedere, così sono salito in camera sua per dirle di muoversi e ho aperto la porta mentre si cambiava. Fortunatamente era di schiena e non mi ha visto…- Kid lo guardò divertito e sillabò per non farsi sentire la parola “davvero?”, Hattori annuì sghignazzando.
Kazuha si infuriò come una belva e appoggiò la mano sulla maniglia con l’intenzione di entrare e commettere un omicidio, ma Ran le bloccò il braccio e scosse la testa allarmata. All’improvviso all’interno della stanza squillò un telefonino e Kid rispose stupito essendo quasi l’una di notte.
-Pronto?-
-BAKAITOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!- Heiji sentì l’urlo dal suo futon e sperò che non si percepissero le urla di quella pazza dall’esterno, altrimenti sarebbero stati guai! Kid si impanicò riconoscendo la voce di Aoko.
-Aoko, che ci fai sveglia a quest’ora?!- domandò allarmato.
-Brutto emerito pezzo di deficiente che non sei altro!- gli urlò costringendolo ad allontanare l’apparecchio dall’orecchio. Hattori lo guardò comprensivo: a volte le ragazze sapevano essere davvero assillanti, tipo Kazuha…
-LE DOMANDE LE FA AOKO! DOVE SEI? SONO 4 GIORNI CHE NON TI FAI VIVO E NON TORNI! Prima mi dici tante belle cose, poi sparisci nel nulla?!-
-Senti Aoko…- cominciò spazientito sapendo che era stato Kudo a combinare tutto quel casino, ma rimase sconvolto quando la sentì scoppiare a piangere –Ma stai piangendo?!-
-BAKA!- disse lei singhiozzando –Dove sei?! Sono un’idiota, mi sto preoccupando per uno stronzo che non si preoccupa minimamente di me!-
-Ma che succede?- sussurrò Ran non capendo molto di quella discussione che stava avendo il falso Kudo e Kazuha attaccò l’orecchio alla porta per sentire meglio.
-Non lo so- le sussurrò in risposa concentrandosi sui rumori all’interno della stanza.
-Aoko, ma che dici?!- la ragazza continuò a singhiozzare e lui stette un po’ zitto ascoltandola malinconico. Poco dopo continuò sospirando –Hai ragione, sono uno stronzo, non credevo ti saresti preoccupata così…-
-Allora lo sai!- disse Aoko.
-Già, ma so anche un’altra cosa…- tacque un attimo poi sorrise “Farò quello che dovevo fare da un sacco di tempo fa, Kudo” -…Sono innamorato di te, Aoko-
La ragazza smise di colpo di singhiozzare e rimase sconvolta come Ran, che sbarrò gli occhi e quasi fece cadere il cellulare per terra.
“Ama un’altra?! Ma allora… è davvero un falso!” pensò mentre la ragazza del Kansai l’ammoniva per aver quasi mandato a monte il loro piano.
“Idiota!” sbuffò Conan, ma non potè fare a meno di sorridere “Proprio ora dovevi dichiararti?!”. Poco dopo Kid terminò la sua chiamata e spense il cellulare, Hattori si buttò sul letto accanto a lui e gli scompigliò i capelli come è solito fare tra ragazzi.
-Bravo fratello! Bella mossa! Lui sarà orgoglioso di te!- disse riferendosi a Shinichi. “Più o meno!” pensò Conan ridacchiando mentre una voce lo chiamava:
-Andiamo Conan!- Ran lo afferrò per una mano e, poco dopo, rientrarono nella loro stanza. La ragazza accese l’abat-jour e rise trionfante.
-Non è il vero Shinichi! E abbiamo le prove!-
Conan la ascoltò distrattamente mentre inviava un messaggio a Hattori con scritto che erano tornati in stanza, poi spense il cellulare di fretta per evitare che Ran andasse a leggere i suoi messaggi: aveva già troppi problemi!
-Hai ragione! Alla lista  “Indizi che portano alla verità sul falso Kudo” aggiungiamo anche che si è dichiarato a questa Aoko e tutti sanno che Kudo è pazzo di te Ran! Quindi è per forza un falso!- Ran annuì soddisfatta e Conan, a cui la tensione aveva fatto venire una nausea ancora più assurda, si lagnò con tono infantile:
-Ora dormiamo?!-
-Sì, hai ragione!- rispose Ran rendendosi conto che era l’una passata –Buonanotte, ne parleremo domani!-
Kazuha e Conan si infilarono nel futon, imitati da Ran che spense l’abat-jour.
-Non è Shinichi che è cambiato, semplicemente non è lui!- pensò sorridendo tra le coperte mentre Kazuha pensava furiosa:
-Domani ti ammazzerò per avermi spiata in reggiseno, Heiji!”

 
n. dell’autrice: Konnichiwa! Chiedo scs per la presenza di un paio di parolacce, xkè nn mi piace usarle ma per la povera Aoko ci stava! Kid nn poteva pensare di fare trpp il furbo, giusto?? Cmq vi è piaciuta la Kazuha&Ran’s Mission Impossible? Spero di sì ^.^… e ora ke sanno perfettamente ke nn è Shinichi, cosa accadrà??? Lo scoprirete nella prossima puntata! Leggere per scoprire!!! Mangakagirl!!

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Capitolo 12
*** 12 ***


12.
-Ran sveglia!- sbuffò Kazuha schioccando le dita davanti al viso dell’amica che aveva la testa fra le nuvole e non si muoveva ad infilarsi la maglia.
-SHHH!- sbraitò lei riprendendosi all’improvviso –Così sveglierai Conan!-
-Sono già sveglio- gracchiò il diretto interessato mettendosi a sedere sul futon e prese a stropicciarsi un occhio. Kazuha sorrise divertita.
-Bene, si passa al piano B!- Ma da quando erano davvero in un film di Mission Impossible?!
-Piano B?!- esclamarono in coro gli altri due strabuzzando gli occhi. “Ok, è decisamente impazzita!” pensò Ran guardandola preoccupata.
-Dobbiamo decidere cosa fare con le informazione di stanotte!- li illuminò lei come se fosse la cosa più ovvia del mondo -Ci sono diverse possibilità Ran: 1)Massacriamo il falso Kudo e Heiji di botte e poi ci facciamo dire dove tengono nascosto il vero Kudo…-
Conan sorrise pensando “Ohi-ohi,fortuna che io sono qua e sto tanto bene!”
-…2) diciamo a Kudo che sappiamo chi e poi lo massacriamo… - aggrottò le sopracciglia e aggiunse sovrappensiero -…Ma io Heiji lo voglio massacrare, quindi alla fine torniamo al piano 1… vabbè dettagli! 3)…- alzò tre dita davanti alla faccia stupita di Ran -…non li massacriamo, ma io ci rimarrei male, sappilo, e gli diciamo la verità. 4) non diciamo nulla. 5) …-
-FRENA! Frena!- la interruppe Ran agitando le mani davanti al viso – Ok, ammetto che l’idea di massacrarli mi alletta, ma non possiamo farlo!- Kazuha sbuffò delusa, incrociò le mani al petto e voltò lo sguardo di una bambina di sette anni.
-Brava Ran! Non potete farlo!” annuì Conan che già prevedeva di dover raccogliere i due amici col cucchiaino. Ran la guardò sbuffando e l’afferrò per le spalle costringendola a guardarla negli occhi.
-Senti, io ho un’altra idea: Hattori si fida di questo tipo e sono sicura che sa chi è veramente, quindi li lasceremo stare finchè non avranno sbattuto in galera il falso Kid, che mi sembra il pericolo maggiore per tutti. Appena sarà finito tutto noi incastreremo loro e li obbligheremo a sputare fuori tutta la verità- la lasciò e fece un passo indietro, alzò il braccio e le puntò la mano davanti col il dito indice e pollice tesi -Shinjitsuà hitsumo hitotsu!*- disse imitando il modo di come lo diceva Conan -*C’è solo una verità, non è vero Conan?- si voltò a guardarlo sorridendogli. Lui annuì pensando sconvolto con gli occhi ridotti a due trattini : “Mio Dio, è partita anche lei!”
-Quindi niente massacro- ribattè la ragazza del Kansai delusa.
-Non ancora, questo però non vuol dire che non dobbiamo fargli capire che noi sappiamo la verità…- la karateka sorrise melliflua -…anzi, darò una piccola dimostrazione al falso Kudo di quello che gli accadrà domani sera- Kazuha sorrise a sua volta e Conan pensò preoccupato “Mi conviene già oggi ordinare due belle bare in cui seppellirli …”
Scesero le scale e Kazuha si sentì improvvisamente arpionare per un braccio dall’amica che la costrinse a risalire parecchi gradini. La guardò interrogativa e Ran le spiegò sussurrando per non farsi udire dai ragazzi già in salotto:
-Ascolta, ti ringrazio moltissimo per avermi aiutata a cercare le prove contro Shinichi ma…- le sorrise mentre lei continuava a guardarla interrogativa -…Ho capito perché sei venuta a Tokyo: Heiji, giusto?- l’altra arrossì e cominciò a scuotere la testa con foga facendo sbattere la coda da una parte all’altra - L’ho capito, è inutile fare così! Senti, da quando sei qui non hai avuto più di due minuti per stare con lui quindi- le posò una mano sulla bocca per impedirle di parlare - oggi goditi la giornata con lui, te lo meriti! Io me la caverò benissimo con il falso Kudo –
-Ma…- bofonchiò Kazuha per dissentire ancora con la mano di Ran sulla bocca.
-Niente ma! Con me ci sarà anche Conan e poi devo dimostrargli cosa succede a chi si prende gioco di una campionessa nazionale, no?- le ammiccò sorridente e levò la mano dalla bocca. La ragazza del Kansai sorrise e la stritolò riconoscente mentre Conan alzava gli occhi al cielo “Ragazze! Chi le capisce si merita tutta la mia stima, anche se fosse un sostenitore di Ellery Queen!”
Kazuha la lasciò andare e scese in salotto per proporre la cosa ad Heiji, mentre Ran la osservò allontanarsi con aria sorridente ma malinconica. L’ex liceale notò il suo cambiamento di umore. “So cosa stai pensando Ran, ma un giorno anche noi saremo felici come loro…” Kid passò davanti alla scala proprio mentre loro finirono di scenderla; lo guardò con una strana aria felice e il liceale pensò “Te l’avevo detto che se ti fossi dichiarato ti saresti sentito più leggero, no?”. Il ladro rivolse un sorriso radioso anche a Ran, che gli rispose, stranamente, allo stesso modo.
-Ciao!- la salutò.
-Ciao- rispose lei serena –ti senti bene ora che ti sei liberato di quel grande peso?- Kid arrossì e si ricordò che lei e la pazza dagli occhi verdi, la chiamava così ora, avevano sentito tutto da dietro la loro porta.
-A che ti riferisci?- domandò facendo finta di niente.
Ran portò le mani dietro la schiena, piegò il busto in avanti, come aveva fatto la prima volta che aveva visto Conan da Agasa, i capelli caddero tutti da una sola parte, e gli sorrise ancora.
-Nulla, nulla- rispose divertita –Oggi Hattori e Kazuha saranno estremamente occupati, quindi che ne dici di fare un giretto? Così, giusto per fare luce sulle ultime novità …-
Kaito deglutì. “Le ultime scoperte sul falso Kid o sul falso Kudo? È troppo sveglia ‘sta ragazza! Mi chiedo come ancora non abbia fatto a capire chi è Kudo veramente!” pensò tornando al tipico comportamente “alla Kudo”.
-Perché no…- rispose sorridendole non curante come Shinichi era solito fare.
*  *  *
-Heiji- lo chiamò la ragazza mentre faceva noiosamente zapping con il telecomando. Lui emise un semplice grugnito per dirle che l’ascoltava e aspettò che parlasse, ma visto che non accadde nulla, spense il televisore e si voltò a guardarla. La ragazza, seduta accanto a lui, si morse il labbro inferiore fissando nervosa la mano stretta a pugno sopra il suo ginocchio.
-Allora?- domandò il ragazzo quasi temendo che volesse parlare di ciò che aveva sentito quello notte dalla camera.
-Emm, ecco…- sospirò lei fissandolo finalmente negli occhi -…da quando sono arrivata non abbiamo avuto modo di parlare e stare insieme, quindi ho pensato che, se ti va, potremmo uscire un po’…-
Heiji quasi non l’ascoltava: era rapito dai suoi bellissimi occhi verde smeraldo che lo fissavano speranzosi di un “sì” come risposta, dalle sue labbra rosa e carnose che bramava da tempo, dalle sue guance leggermente arrossate per l’imbarazzo e dai suoi ciuffi che ricadevano ribelli su fronte e tempie. Lei si spostò proprio uno di questi frettolosamente dall’imbarazzo di quel silenzio e lo richiamò alla realtà: era pazzesco quanto la sua bellezza sapesse catturarlo, pensò che sarebbe stato disposto a rinunciare a tutto pur di proteggerla e saperla felice…
-Certo- le sorrise illuminandole il volto di contentezza mentre gli occhi brillarono soddisfatti come stelle nella notte.
-Allora prendo il cellulare e andiamo- si alzò dal divano poi la sua espressione mutò in una preoccupata –A proposito, dove andiamo?- aveva paura che non avendo una meta lui rinunciasse all’uscita.
-Ovunque, basta che tu sia con me- le sussurrò e si stupì di non essere avvampato mentre lei sorrideva e si allontanava rossa come un pomodoro. Raggiunse Ran che parlava con Kid e disse euforica:
-Io e Heiji usciamo davvero! Oh, ciao emm…- si soffermò a guardare Kaito per la prima volta quel giorno -…non so più come chiamarti ora, comunque per adesso sarai Kudo…- il ragazzo la fissò allibito ma lei aveva già risalito tutte le scale prima che potesse ribattere.
-Allora…- Ran richiamò la sua attenzione -…andiamo anche noi?-
*  *  *
Ran non fece caso al venticello fresco e fastidioso che soffiava quella mattina, entrò sorridente nel centro commerciale seguita da Kaito e Conan.
-Oh, io adoro questa gelateria!- esclamò gioiosa indicando un delizioso negozietto colorato –Anche a Shinichi piaceva molto…- aggiunse mentre il sorriso spariva lentamente.
-Ma guarda che mi piace ancora, perché parli al passato?- Kid lo domandò atteggiandosi come il vero Kudo e si avvicinò alla ragazza che stava appoggiata con la schiena ad una parete.
-Sai che non mi piacciono le bugie?- chiese sorridendogli melliflua lei - Specie se la verità la vengo a scoprire da sola e nessuno ammette di averle dette…- lo afferrò per un polso velocemente cogliendolo alla sprovvista e, con un rapido movimento di Karate degno della campionessa nazionale, lo sbattè contro il muro intrappolandolo con il suo corpo. Gli sorrise ancora e si avvicinò fino ad essere a pochi centimentri dal suo viso mentre lui deglutiva paonazzo in volto. “Mio Dio, mi vorrà violentare?!” si domandò Kid mentre sentiva il battito crescere dall’agitazione. Conan osservò la scena poco sorpreso: se l’aspettava una mossa del genere, specie perché Ran l’aveva usata più volte anche con lui quando faceva il furbo con altre ragazze.
-Quindi, fossi in te, eviterei di peggiorare la tua situazione, Shinichi- sottolineò il nome stringendo la presa attorno al polso mentre lui deglutì cercando di mantere la sua bella faccia da poker.
-Ran, ho il polso in cancrena- le fece notare muovendo difficoltosamente le dita della mano, ma lei lo fulminò ossrvando i suoi occhi azzurri come se ci stesse leggendo dentro.
-Ran-neechan- la chiamò Conan per tirare fuori da quella situazione scomoda l’amico -Prendiamo il gelato?-
-Ma certo tesoro- rispose lei stringendo più forte il polso di Kid, poi lo mollò di fretta e prese in braccio Conan tornando sorridente. Entrò nella gelateria e, accorgendosi che Kaito non la stava seguendo, sporse la testa del negozio e chiese come se nulla fosse successo:
-Tu non vieni?-
Il ragazzo la raggiunse e pensò guardandosi attorno “Sa tutto, ma ancora non vuole rivelare le sue carte…”
*  *  *
Kazuha allontanò gli occhi dal binocolo grazie alla quale aveva osservato tutta la città di Tokyo, il monte Fuji e il monte Tsukaba. Si appoggiò al davanzale della vetrata e guardò radiosa Heiji.
-Da qui la vista è fantastica! Non eravamo mai saliti al punto di osservazione che si trova a 250m! Anzi, non eravamo mai saliti sulla torre di Tokyo da soli…- disse serena.
-Già- rispose Heiji avvicinandosi a lei, che cambiò improvvisamente espressione stupendolo.
-Che succede?- domandò preoccupato.
-Mi dispiace per ieri, ecco…- Kazuha si morse il labbro inferiore -…non mi sarei dovuta infuriare con te non appena ti ho visto…- lo guardò dispiaciutissima -…tu però hai fatto finta di nulla e mi hai lasciata sfogare. Scusa Heiji-
Il ragazzo fissò di nuovo i suoi dolci occhioni verdi e ne rimase incantato come poco prima: somigliavano a smeraldi che lo osservavano ancora speranzosi del suo perdono. Dio, quanto era bella! Fu un movimento involontario quello che seguì: allungò le braccia afferrandola per la vita e la appoggiò al suo petto come il giorno prima. Qualche secondo dopo lei alzò la testa e lui si perse nuovamente ad osservare i suoi occhi, le gote arrossate, i ciuffi ribelli che cadevano sulla fronte e le sue labbra. Quanto tempo che le osservava bramandole segretamente. Fu un altro movimento involontario: avvicinò lentamente il viso al suo, notando con piacere che lei faceva lo stesso. Fecero incontrare per la prima volta le loro labbra. Fu inghiottito dall’oblio e i sensi smisero di funzionare: sentiva solo il battito dei loro cuori all’unisono, il suo dolce profumo alla mora che riempiva ogni centimentro del suo corpo, il tiepido calore delle loro labbra posate l’una sulle altre e la sua schiena liscia sotto le dita. Durò un eternità, o forse solo un secondo, finchè non si staccarono, malgrado fosse l’ultima cosa che desiderassero al mondo, per riprendere fiato. Heiji si incantò ancora ad ammirarla e capì che non c’era momento migliore per rivelarle ciò che le nascondeva da tempo.
-Ti amo- le disse dolcemente. Un sorriso si allargò sul viso di Kazuha ed il ragazzo notò per la prima volta che entrambi erano molto accaldati, visto che lei aveva le guance in fiamme e lui sentiva le sue bollenti.
-Ti amo anch’io- sussurrò la ragazza prima di congiungere le mani dietro al suo collo, incollare il petto al suo e baciarlo passionalmente. Heiji la strinse più a sé e entrambi ignorarono i fischi compiaciuti e gli “ohh che teneri!” delle persone attorno a loro.
In quel momento esistevano solo loro: per Heiji c’era solo Kazuha e per Kazuha c’era solo Heiji, il ragazzo che amava da sempre…

 
n.Dell’autrice: AHAHAH! Sììììììììì, proprio come sembra (nn state sognando), si sono baciati! Heiji e Kazuha, per tutti i fan della coppia, si sono finalmente baciati e dichiarati!! Peppepereppepè! Credevate che li avrei lasciati soli e soletti x tutta la fict???? Assolutamente no!! E hanno fatto bene a baciarsi!!  Io amo anke la loro coppia!!! Mi fanno scassare dal ridere!!! ( Ma ricordo a tutti ke io sn 1 GRANDISSIMA FAN DELLA COPPIA RAN x SHINICHI!!  4 EVER!!) Ve lo aspettavate ke sarebbe successo così all’improvviso??? Qst è la domanda che mi preme di più, quindi fatemi sapere per favore *---*!!! Ringrazio cm al solito Kaity e Sherry Myano! Arigatò!! v.v (inchino!) v.v e al prox capitolo! Mangakagirl!!

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Capitolo 13
*** 13. ***


13.
-Che gusto hai preso?- domandò Ran osservando il cono gelato di Kid mentre passeggiavano per il centro commerciale.
-Cioccolato e vaniglia, tu?-
-Pesca e ciliegia. Tu, tesoro?- domandò lei scompigliando dolcemente i capelli a Conan che le camminava accanto.
-Cocco e pistacchio-
-Ah, già…- Ran sorrise malinconica fissando il vuoto come persa nei ricordi -…quasi dimenticavo che hai gli stessi gusti preferiti di Shinichi-
Kaito fulminò Conan lo sguardo. “Dannazione, ma lo fa apposta?! Era di buon umore e ora le ha ricordato che non è qui!” pensò leccando nervosamente il suo gelato che cominciava a sciogliersi per il caldo. Si trovarono davanti ad un’area delimitata da una staccionata di plastica arancione dentro la quale un uomo con gli occhiali da sole e un megafono, puro stile nipponico, urlava a squarciagola:
-Coraggio ragazzi! Partecipare è gratis, basta saper palleggiare un pallone! Potreste vincere una fornitura di gelato gratis alla gelateria Izumaki per un anno!- Ran fu scossa dai suoi pensieri e lo fissò sbigottita mentre, alle spalle di quel particolare individuo, bambini , ragazzi e adulti palleggiavano palloni da calcio aspettando l’inizio della gara.
-Conan- cominciò osservando la scena incantata –Perché non partecipi?- il bambino osservò annoiato “i palleggiatori” e finì anche l’ultimo pezzo della cialda del cono.
-Perché dovrei?- domandò annoiato portando le mani dietro la testa. Ran si abbassò alla sua altezza sorridendo radiosa.
-Perché sei un campione come Shinichi nel calcio, vinceresti sicuramente l’abbonamento alla gelateria. La gelateria Izumaki!- aggiunse con enfasi alla fine indicando l’insegna del negozio da cui erano appena usciti –La migliore gelateria che conosciamo!-
Kid si avvicinò e lo guardò con aria di sfida pensando “Ok, Ran non è la mia ragazza ma non mi piace vederla depressa per colpa tua visto che mi ricorda Aoko. Vediamo se sei ancora capace di reggere una sfida, Kudo”
-Scommetto che questo piccoletto non mi batterebbe mai nel palleggiare un pallone, io sono il migliore in questo campo, dopotutto…- gli ammiccò furbetto -...è risaputo che Shinichi Kudo è un grande campione!-
-Pensi davvero di essere meglio di me?- domandò lui profondamente divertito.
-Sì, mocciosetto. Vuoi che te lo dimostri?-
-Certo, non mi tiro mai indietro ad una sfida!- rispose lui avvicinandosi al tavolino delle iscrizioni per farsi dare la maglietta con il numero. Poco dopo i due entrarono all’interno del recinto al quale Ran si appoggiò con le braccia incrociate osservandoli soddisfatta: era grazie a lei che avevano accettato di sfidarsi dopotutto… e soprattutto sapeva che Conan, avendo la bravura di Shinichi nel calcio, avrebbe fatto mangiare la polvere a quel falso Kudo.
-Ok ragazzi…- annunciò l’uomo col megafono -…ci sono 5 prove più una Prova Finale. Quello che dovrete fare è imitare il mio assistente qui- indicò un ragazzo sui ventanni dall’aria fiera accanto a sé –  smettere di palleggiare non appena sentirete il mio fischio e afferrare il pallone con entrame le mani entro 3 secondi. Sarete eliminati se: non prenderete il pallone, se il pallone cade a terra durante la prova e se fate passare più di 3 secondi prima di fermarlo con le mani. Ora vi distribuiremo un pallone a testa e la gara avrà inizio…- finì mentre due ragazze cominciarono ad assegnarne uno ad ogni concorrente. Inutile precisare che Conan superò brillantemente tutte e 5 le prove senza la minima fatica e che alla fine rimase in gara per la Prova finale solo assieme a Kid e un altro 17enne.
-Oh-oh, una sfida tra pari- disse con un sorrisetto Kid guardandolo divertito.
-Già- rispose Conan ricambiandolo allo stesso modo –Ora comincio a divertirmi-
-Ehy piccoletto- lo incalzò il terzo finalista con voce sprezzante –Torna dalla mamma, non c’è posto per i poppanti qui- e scoppiò a ridere.
Conan gli sorrise beffardo e disse indicandogli con l’indice i jeans:
-Perché non torni dalla tua e ti fai spiegare come si chiudono i pantaloni? Hai la bottega aperta, amico-
Il ragazzo assunse tutte le sfumature possibili e inimaginabili del rosso, si chiuse la lampo e si ritirò dalla vergogna mentre Kaito batteva il cinque con Kudo.
-Ultima prova ragazzi, e i finalisti sono solo 2! Scopo della prova…- cominciò l’uomo con megafono gesticolando con le mani -… colpire in un minuto 10 volte quel bersaglio laggiù- indicò un cerchio blu grosso quanto un pallone su un muro del centro commerciale. Conan sghignazzò: lui era solito allenarsi in quel modo, lo aveva fatto anche sulla nave Afrodite invece di giocare a nascondino con Ran e gli altri centrando l’occhio della balena dipinta sul muro della nave. Kid sembrò un po’ meno sicuro di lui e osservò spiazzato il cerchio blu, poi sospirò e assunse la sua tipica faccia da poker.
-Ok Kudo, ti avviso che questa non è la mia specialità- disse sorridendogli e alzò la mano quando l’uomo con megafono chiese chi si voleva offrire per primo.
-Tranquillo, andrai bene, non sei male…- rispose lui ammiccandogli, poi prese a palleggiare in diversi modi di seguito incantando alcune spettatrici vicino all’uomo con il megafono. Kid colpì il bersaglio 7 volte e, non appena sentì il fischio dell’uomo col megafono, si fermò un po’ affaticato.
-Non male- disse Kudo mentre prendeva il suo posto senza mollare la palla. Cominciò a palleggiarla con la testa, poi la calciò verso il muro mancando però il bersaglio. Non si scoraggiò e recuperò al volo il pallone con il petto; i tiri successivi centrarono il pallino blu in pieno 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9 volte. L’ex liceale si preparò all’ultimo tiro, quello decisivo: palleggiò con la testa un paio di volte, poi mandò la palla più in alto del solito, portò la gamba destra velocemente indietro con sguardo fiero e deciso puntato sul suo obbiettivo. Calciò il pallone con tutta la forza qualche secondo prima che toccasse terra lasciando Ran sconvolta, perchè quella scena l’aveva già vissuta…
Inizio flashback:
-Shinichi!- urlò Ran non riuscendo a spaventarlo come credeva mentre lui palleggiava quel suo maledetto pallone da calcio sul ginocchio. Il ragazzo sbuffò sonoramente e sbraitò:
-Che c’è Ran?!-
-Ti ricordo che domani abbiamo una verifica e dobbiamo andare a casa a ripassare insieme!-
-Ti ricordo che domani io ho anche una partita di calcio e che devo allenarmi senza essere disturbato!- rispose lui sdegnato passando la palla dal ginocchio alla testa così rapidamente che Ran quasi non se ne rese conto. La ragazza lo fulminò spazientita mentre il ragazzo fissava con sguardo fiero il muro di fronte.
-Guarda questo lancio Ran- le disse sicuro di sé. palleggiò con la testa un paio di volte poi mandò la palla più in alto del solito, portò la gamba destra velocemente indietro con sguardo fiero e deciso puntato sul suo obbiettivo. Calciò il pallone con tutta la forza qualche secondo prima che toccasse terra. Esultò dalla gioia non appena centro un piccolo pallino nero sul muro e si voltò eccitato verso la ragazza che non gli fece nussun complimento ma lo fissò annoiata. Stranamente Ran se ne pentì subito dopo notando la delusione farsi strada sul viso di Shinichi: avrebbe voluto complimentarsi per rimediare, ma lo vide afferrare il pallone e dirigersi verso l’uscita del parco dicendo sconfortato e arrendevole:
-Ok andiamo…-
Fine flashback
Conan esultò dalla gioia e si voltò eccitato verso la ragazza che rivide il volto di Shinichi ed ebbe un brivido: quegli occhi erano così… Gli sorrise radiosa, scavalcò con un balzò la staccionata di plastica e gli corse in contro, lo strinse forte complimentandosi con lui e si sentì benissimo non appena notò la sua espressione: non c’era la minima traccia di delusione nei suoi occhi blu come l’oceano… questa volta, non avrebbe deluso nessuno…

 
n. dell’autrice: eccomi :D allora, cm va??? Vi immaginate l’uomo col megafono??? Io mi scasso smpr qnd li vedo negli altri anime!! ^----^ Kid che sfida Shinichi Kudo: era scontato cm sarebbe and a finire, vero??? -.-“ bè recensite please! Grz a Kaity e Sherry Myano che continuano a sostenermi : vi adoro!! Mangakagirl!!

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Capitolo 14
*** 14. ***


14.
-Sei stato bravissimo!- ripetè per l’ennesima volta la ragazza a Conan non appena con Kid passarono davanti a villa Kudo. Shinichi la ringraziò ancora e si bloccò insieme a loro non appena videro Kazuha e Hattori in lontananza tenersi per mano. I due, che non si erano accorti di loro essendo a qualche isolato di distanza, si fermarono e si scambiarono un tenero bacio sulle labbra causando il fischiò compiaciuto di Kid e un sorriso sul visino di Conan. “Allora ha seguito il mio consiglio!” pensò fissandoli soddisfatto mentre si stringevano.
Ran cominciò a singhiozzare tra le risate stupendo i due ragazzi, che la fissarono allibiti, mentre si asciugava le lacrime.
-C-come pensavo: Hattori non l’aveva stretta a sé a quel modo per caso, ma perché aveva finalmente capito quello che provava nei suoi confronti. Ho fatto bene a spingerli ad uscire, perché ora si sono finalmente messi insieme…- si voltò ridendo e piangendo allo stesso tempo verso Kaito -…così ora anche loro possono essere felici e…- il sorriso sparì lentamente lasciando posto solo alle lacrime -…e vedersi tutti i giorni, parlarsi di persona e non per telefono e…- i singhiozzi che seguirono quasi resero incomprensibili le sue parole -…e io non so nemmeno dove sia lui in questo momento- Scoppiò definitivamente in lacrime e corse verso il cancello di casa Agasa, lo aprì con le chiavi che le aveva prestato il doc ed entrò nel giardino.
-RAN!- urlò Conan correndole dietro assieme a Kid. La trovarono all’interno del salotto, seduta sul divano a piangere disperatamente scossa da tremiti incontrollati, con il viso affondato tra le mani. Conan sentì il cuore incrinarsi pericolosamente come se dovesse frantumarsi in milioni di schegge da un momento all’altro mentre Kid le si sedè accanto e l’afferrò per le spalle.
-Ran…- cominciò per consolarla -…Ran non fare così…- La ragazza appoggiò la testa al suo petto e singhiozzò:
-S-se solo s-sapessi dov’è…se s-sapessi che sta b-bene…-
-Ran lui sta bene!- disse deciso Kid cercando di farsi guardare negli occhi: in quel modo aveva definitivamente svelato alla ragazza che lui era davvero un falso.
-Che ne s-sai t-te?- domandò lei alzando lo sguardò verso di lui e incrociando i suoi occhi azzurri, che saettaorono su Kudo e tornarono a fissarla depressi.
-Lo so e basta. Ran, devi fidarti di me, lui sta davvero bene…- il suo sguardo divenne intenerito: in quella situazione gli sembrava la sua Aoko, piccola e indifesa nonostante mostrassse un carattere deciso per non farsi mettere i piedi in testa dai ragazzi -…ed è più vicino di quanto tu possa immaginare…-
Ran si staccò da lui ricominciando a piangere sotto lo sguardo distrutto di Conan. “Ran, non fare così piccola!” pensò abbassando lo sguardo sul pavimento.
-Siamo tornati!- esclamò Kazuha irrompendo nel salotto ignara di ciò che stava accadendo. Non appena vide la sua migliore amica in lacrime mollò la mano di Heiji e si sedè nel posto che Kaito le aveva lasciato libero.
-Ran, che succede?- le domandò non appena le si aggrappò al collo e cominciò a piangere sulla sua spalla. Lei le massaggiò la schiena confusa rivolgendo uno sguardo preoccupato a Kaito, che rispose scuotendo il capo.
Conan sbiancò improvvisamente e Hattori, che se ne accorse per caso, fece appena in tempo ad afferrarlo per le braccia prima che volasse a terra. Lo trascinò con Kid in bagno, senza essere notato dalle ragazze, appena in tempo perchè il bambino afferrò la tavoletta del gabinetto e vi vomitò dentro. Hattori lo assistè come un fratello maggiore fin quando non smise per riprendere fiato.
-Kudo, che succede?! Tu che vomiti come una donna incinta da giorni, Ran che piange disperata…- Lui cercò di alzarsi ma i tremiti glielo impedirono costringendo Kid ad alzarlo di peso per le braccia. Si afferrò la testa, che pareva scoppiare, con entrambe le mani ed ebbe un altro conato.
-Nel cesso Kudo!-  quasi urlò Hattori spostandosi repentinamente all’indietro per evitare di essere graziato, ma il ragazzo non vomitò e si appoggiò con entrambe le mani al muro sudando freddo. Haibara entrò nel bagno e sussultò trovandosi davanti tutti e tre i ragazzi.
-Scusate- disse un po’ infastidita –Non sapevo che il bagno fosse il vostro quartier generale. Questo vuol dire che mi toccherà andare in giardino…-
-Haibara, sta male- disse Hattori ignorando la battuta e posò una mano sulla spalla di Kudo. La bambina entrò chiudendo la porta e posò frettolosamente una mano sulla fronte e sul petto dell’ex liceale.
-Sono gli effetti collaterali dell’APTX, ve l’ho già detto…-
-Sì, ma non se li è mai portati dietro così a lungo! Sembra una donna incinta talmente tante volte ha la nausea!- sbottò Hattori non notando nessun segno di preoccupazione sul suo volto. Mentre lei fece spallucce e poggiò la mano sulla maniglia della porta per uscire, Kid la fermò e Hattori si alzò schifato da quella reazione distaccata.
-Sentite…- cominciò stizzita -…ha preso un antidoto ancora in via sperimentale, è naturale che abbia questi effetti ora…- si voltò verso Conan -…era progettato per durare 24 ore, ma ha funzionato solo 2. Ciò significa che, al posto di essere trasformato per le restanti 22 ore, avrai questa nausea. Anzi …- sorrise melliflua facendo trasparire il suo passato nell’Organizzazione -…visto che l’hai già avuta ti durerà meno di 22 ore, contento?-
Conan la guardò stanco e tremante e chiese con un filo di voce:
-Quante possibilità ho di tornare normale?-
-KUDO!- esclamarono in coro i due ragazzi guardandolo sdegnati dalla domanda.
-Direi 1 su 100, Kudo. Non ci spererei molto fossi in te…- rispose Haibara con un ghigno sul volto.
-Non c’è nessun modo per aumentare le possib…?- domandò ma Hattori lo interruppe bruscamente:
-No, Kudo! Ti ricordo che sabato sei stato peggio del solito per tornare normale. Vuoi proprio rischiare la vita per…-
-Tu non capisci- gracchiò Shinichi con un capogiro che quasi lo fece cadere -…Non hai visto in che stato è Ran? Devo tornare ad essere Shinichi Kudo…!-
-Kudo- lo interruppe Kid – possiamo capire quello che provi ma…-
-Se vuoi aggiungere altro vuol dire che non capisci-  ribattè il detective dell’est e Haibara assistè in silenzio al dibattito che durò un paio di minuti con le braccia incrociate al petto, poi si voltò e, prima di uscire dalla stanza, disse seria:
-Arrenditi, Kudo. La ragazza dell’agenzia se ne farà una ragione. Comunque finchè non si esaurirà tutto l’effeto dell’APTX starai così e io non posso farci nulla…in fin dei conti…- gli rivolse un’occhiata gelida -…non sono stata io a cacciarti in questo casino e non è mio dovere tirarti fuori - uscì mentre l’ex liceale cadde sulle ginocchia sconsolato.
“Dannazione!”
*  *  *
Durante la cena, in casa Agasa regnò il silenzio più totale: Ran fissava il vuoto e, di tanto in tanto, si ricordava si mangiare, Kazuha osservava preoccupata l’amica col terrore che le tornasse un’altra crisi di pianto incontrollato mentre Kid e Hattori fissavano preoccupati Kudo che, per via della nausea, aveva un colorito verdognolo e non toccava cibo sudando freddo. Gli unici tranquilli erano Ai e il doc, che prendeva freneticamente appunti su un taccuino essendo occupato da giorni con una nuovissima invenzione e, distrattamente, portava le bacchette alla bocca, a volte non centrandola nemmeno. Poco dopo Ran si alzò in piedi e annunciò con tono atono che andava a dormire essendo stanca; Kazuha la seguì lanciando una rapida occhiata a Heiji mentre Haibara spariva in laboratorio con aria tranquilla. I tre ragazzi rimasero soli con il professore che disse senza staccare gli occhi dal taccuino:
-Ragazzi, andate pure a riposarvi. Qui ci penserò io…-
Non se lo fecero ripetere due volte: non aspettavano altro che un occasione del genere per portare il povero Shinichi via di lì senza essere tartassato di domande. Hattori lo aiutò a scendere dalla sedia e, poiché impallidì di nuovo visibilmente, Kid lo afferrò per le spalle per evitare che cadesse a terra; entrarono in camera e si chiusero a chiave facendolo sdraiare sul futon. Heiji si inginocchiò accanto a lui e gli posò un panno bagnato sulla fronte provocandogli brividi incontrollati.
-Come ti senti?- domandò seriamente preoccupato, lui scosse la testa e chiuse gli occhi posandosi una mano sulla fronte.
-Certo che la piccoletta è davvero una stronza…- disse Kid sedendosi di fronte ad Hattori a gambe incrociate -Questo poveraccio sta da schifo e lei non tenta di fare nulla per aiutarlo!- Il detective dell’ovest sospirò rumorosamente mentre l’ex liceale gracchiava:
-Ran era distrutta. Se solo…-
-Kudo, ne abbiamo giò parlato…- lo interruppe lui un po’ infastidito.
-Ma l’hai vista, no?- insistè Conan ignorando lo sbuffo di Kid che si mise più comodo appoggiando i gomiti sulle ginocchia.
-Per ora la cosa importante è che tu ti riprenda, Ran cap… Che ti prende?!- domandò allarmato il ladro non appena Conan spalancò gli occhi: un dolore lacerante gli colpì il cuore costringendolo a portarsi una mano al petto. Rimase senza fiato per alcuni secondi poi capì: quel dolore…
-F-forse…- sussurrò senza fiato guardando sofferente il suo migliore amico -…non è detta l’ultima parola-
-COSA?!- esclamò lui bagnandogli ancora la pezza per abbassare la temperatura del suo corpo che stava rapidamente salendo mentre l’ex liceale gemeva per via di un altro dolore lancinante. Kid squadrò Hattori e chiese speranzoso:
-Credi sia possibile?-
Lui scosse la testa agitato e posò le mani sui polsi di Kudo per tenerlo fermo visto che aveva cominciato a divincolarsi dagli spasmi. Passarono tutta la notte in quel modo, assistendo Kudo che si addormentò sfinito alle 6.30 circa, senza essere tornato un liceale, poi si buttarono stremati sui rispettivi letti e futon con il volto terso di sudore e le guance arrossate: non era stato facile tappare la bocca a Kudo tutta la notte per evitare che urlasse, tenerlo fermo per non fargli salire ulteriormente la febbre mentre lui si dimenava come un pazzo e cercare di tranquillizzarlo.
-Credevo ce l’avrebbe fatta…- ammise distrutto Hattori chiudendo gli occhi.
-Già, anch’io. Guarda che ore si sono fatte…ha sofferto tutta la notte come un cane per niente- aggiunse Kid: non credeva che l’avrebbe mai pensato ma, vedere in quel modo colui che ormai era diventato un suo socio e una amico, lo faceva stare male.
Senza accorgersene si addormentarono di botto entrambi fino alle 8.00, poi Hattori svegliò Kid e si trascinarono in salotto come degli zombie per sprofondare nel divano, lasciando Kudo da solo in camera. Chiamarono la centrale per gli ultimi accorgimenti sul piano di quella sera, rimanendo al telefono per quasi tre quarti d’ora, poi Ran scese velocemente le scale facendo irruzione nel salotto: aveva il viso spento ma sembrava stare abbastanza bene nonostante gli avvenimenti del giorno precedente.
-Ciao- disse atona.
-Ciao- risposero in coro i due. Kid sperò di cuore che non fosse scesa per sfogarsi nuovamente con un pianto o per rivolgere loro domande tranello, ma lei si limitò chiedere con lo stesso tono:
-Dov’è Conan?-
-In camera- rispose Hattori e si alzò agitato non appena lei si avviò verso di essa -Dove vai?!-
-Da lui- spiegò Ran rivolgendogli uno sguardo inespressivo –Ieri non l’ho calcolato molto e voglio sapere se sta meglio…-
-Ecco…- rispose Hattori guardando impanicato Kid, “Come glielo spiego che è  un cadavere per via dell’APTX? Vorrà sicuramente chiamare un dottore se lo vede in quello stato!” , -Meglio se non entri Ran, non abbiamo riordinato la camera!-
-Conan!- esclamò lei ignorandolo del tutto, dopo aver aperto la porta, e attraversando la cameretta in pochi secondi -Ma sta male?! Perché ha la pezza sulla fronte?!- gli si inginocchiò accanto e gli carezzò preoccupata una guancia. Il ragazzo sembrò riconoscere il suo tocco delicato perché aprì gli occhi stanchi e sussurrò il suo nome non appena riuscì ad incrociare i loro sguardi. Impallidì visibilmente e si portò una mano sulla bocca reprimentdo un conato, ma Ran non fece in tempo a domandargli cosa succedeva, che Hattori l’aveva già trascinato nel bagno evitando che vomitasse sul futon.
-Cos’ha?!- domandò impanicata la ragazza uscendo di fretta dalla stanza cercando di seguirli, ma Kid le si parò davanti.
-Tranquilla, c’è Hattori con lui-
-Fammi passare- disse lei cercando di superarlo ma il ragazzo l’afferrò per un polso.
-Per noi ragazzi non è il massimo vomitare davanti ad una ragazza…aspettiamo qui fuori Ran, c’è Heiji con lui-
“Sì, come no! Se mi devo fidare di uno che parla di roba sconcia davanti ad un bambino sono apposto!” pensò sprofondando scompostamente sul divano e comiciando a ticchettare nervosamente le dita sul braccio. Poco dopo Hattori uscì con Conan sulla schiena: era pallido e respirava affanosamente ad occhi chiusi col capo poggiato alla sua spalla. Ran scattò in piedi e lo prese delicatamente in braccio.
-Vieni amore- sussurrò dolcemente posandogli la testa sul suo petto tornando a sedersi sul divano. Cominciò a carezzargli i capelli e a stampargli teneri baci sulla fronte spostando i ciuffi ribelli. Conan si sentì in paradiso sentendo quelle sue coccole e non badò minimamente al fatto di essere osservato dai suoi due amici: quello che desiderava era solo sentire Ran vicino a sè. Ad una tratto Kazuha corse giù per le scale e, arrivata all’ultimo gradino, perse l’equilibrio volando in avanti mentre Hattori l’afferrava al volo stringendola tra le sue braccia.
-Oh, ciao!- disse lei sorridendogli radiosa.
-Ciao bambolina- rispose lui baciandole la fronte mentre Kid si sedeva divertito sul divano per osservare meglio i due quadretti davanti ai suoi occhi: Ran che coccolava Kudo, pur non sapendo che era Kudo, e Hattori che baciava Kazuha. Quest’ultima rispondeva senza vergogna al bacio, nonostante l’improvvisato spettatore, e chiese:
-Come sta Conan? Ran era preoccupata per lui…-
Hattori glielo indicò con un cenno di capo e lei rimase stupita nell’osservare come l’amica coccolava teneramente il bambino che stringeva tra le braccia. Le si sedè intenerita accanto e gli domandò carezzandogli la guancia:
-Stai male, tesoro?-
Ran smise di dargli quei minuscoli baci e rispose:
-Già, forse è meglio farlo visitare-
-No, è inutile- disse Kid cercando di apparire disinvolto mentre lei gli rivolgeva un’occhiata interrogativa –Vedrai che starà meglio, deve essere un’influenza passeggera…-
La ragazza lo scrutò per qualche secondo poi annuì poco convinta, quel ragazzo quasi cominciava a spirargli fiducia, e tornò a spostare i capelli dalla fronte di Conan, che sembrava essere sprofondato in un sonno turbato.

 
n.dell’autrice: Aggiorno in fretta! Cm sn brava! ^-------------^ (sorrisononeoneone!) Qst capitolo è un dei miei preferiti: allora, Kid è smpr più carino con Ran, Conan si preoccupa x la sua ragazza, Haibara (spero ke i suoi fan nn si arrabbino trpp : S ) fa un po’ la cattiva, Kid e Hattori sono teneri con Conan mentre cerca di trasformarsi e Ran è dolcissima!!! “^-----^” mi viene da piangere! Sniffff! Povero Shinichi, sn trpp cattiva con lui!!!! Recensite recensite! Grz 1000 Mangakagirl!!

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Capitolo 15
*** 15. ***


15.
H.15.00
-Dannazione… dannazione…- imprecò Hattori camminando forsennatamente avanti e indietro per la stanzetta in cui dormiva con Kudo e Kid, e cominciando a mordicchiarsi le unghie.
-Hattori, la pianti?!- sbraitò Conan togliendogli in malomodo la mano dalla bocca causando la risatina di Kid seduto sul pavimento freddo.
-E da quando ti mangi le unghie Osaka? Di solito lo fanno le ragazze…- disse per irritarlo ancora di più: quello era il suo modo di scaricare la tensione, rompere le scatole alla gente…
-Oh, ma chiudi il becco Kid!- rispose lui scocciato sedendosi a sua volta per terra, cominciò a ticchettare la mano sul pavimento nervosamente, poi domandò a Shinichi: -Piuttosto, come stai Kudo?-
-Ho solo un po’ di nausea…- rispose Shinichi senza incrociare il suo sguardo: quella era  un un po’ più di “un po’ di nausea”,  visto che aveva una voglia irrefrenabile di rimettere da quando si era svegliato ritrovandosi tra le braccia di Ran mezz’ora prima.
-Sarebbe meglio se non venissi stasera…- disse Hattori come se gli avesse letto nella mente.
-Hattori, la pianti?!- lo rimbeccò lui sbuffando irritato: quella frase l’aveva ripetuta all’infinito da quando si era svegliato. Ma lui, Shinichi Kudo, non aveva alcuna intenzione di mancare a quell’appuntamento con il falso Kid: soprattutto, sentiva che l’incontro con Vermouth, qualche giorno prima, non era stato una coincidenza…
L’improvviso bussare alla porta fece sobbalzare i tre ragazzi e, prima che dessero il permesso di entrare, Kazuha la spalancò seguita da Ran.
-Ciao ragazzi. Come stai, tesoro?- domandò a Conan, il quale rispose che era tutto apposto con tono infantile. Ran si sedè sorridendo melliflua accanto a Kid che pensò impanicato “Che le prende adesso?! Io l’ho sempre detto: queste ragazze hanno delle crisi premestruali mostruose!”
-Allora, tutto pronto per stasera, Shinichi?- sottolineò volutamente il nome.
-Ah, ovviamente verremo anche noi stasera- puntualizzò Kazuha sedendosi sul pavimento accanto ad Heiji mentre i tre ragazzi sbarravano gli occhi.
-COSA?!- esclamarono all’unisono. “Bene! Altri problemi! Perché non bastavano già quelli che abbiamo!” pensò Conan alzando gli occhi al cielo frustrato.
*  *  *
Hattori si posizionò meglio sul pavimento della terrazza dell’edificio di fronte alla centrale di polizia di Tokyo e osservò la folla sottostante con un binocolo. La gente reggeva cartelli con scritte tipo “I Love Kid” o “Kid”  o “Kiddo-sama”, perchè i giapponesi avevano quello strano modo di pronunciare la parola inglese Kid, e intonava coretti in onore del ladro fantomatico. Il ragazzo imprecò schifato e li osservò meglio individuando Chiba, Yumi, Naeko e altri agenti, Kazuha e Ran.
*  *  *
-Sono io quello che conosce meglio di tutti Kaito Kid! Io!- esclamò Nakamori irato contro Megure -Voi non avete idea di come lavora Kid! E veloce come un falco…- allargò le braccia imitando il volo di un falco -…astuto come una volpe… - si guardò attorno come una volpe furtiva -…e imprevedibile come nulla al mondo!- urlò alla fine alzando in aria un dito. Megure, Sato, Takagi e Shiratori si lanciarono un sguardo esasperato: erano lì, all’ultimo piano della centrale, per proteggere l’archivio e Nakamori spuntava all’improvviso come un fungo per illustragli il suo piano che non stava né in cielo né in terra.
-Nakamori, potresti tacere per un attimo e darmi ascolto…?- domandò Megure con una nota di nervosismo nel tono, che Nakamori non sembrò cogliere visto che rispose:
-Megure, le assicuro che Kid vi farà tutti fessi! Dovete seguire il mio infallibile piano…!-
“Ma se non sei mai riuscito a catturarlo?! Questo qui è esattamente come Mouri!” pensò Megure esasperato mentre una vena cominciava a pulsare nervosamente sulla sua fronte. Le porte dell’ascensore si spalancarono rivelando agli agenti l’arrivo di Kudo, ovvero Kid, e Conan. L’ispettore di Tokyo ringraziò il cielo senza curarsi che Nakamori lo sentisse ed esclamò:
-Kudo! Fortuna che sei qui!- si avvicinò ai due ragazzi agitando le braccia in aria e gli sussurrò con una mano accanto alla bocca per non essere udito da Nakamori –Stavo già per spedirlo tra la folla a calci nel sedere!- si voltò verso l’interpellato e disse                -Nakamori, ti presento Shinichi Kudo e Conan Edogawa!-
L’uomo li osservò sospettoso e Kid sobbalzò non appena incrociò il suo sguardo. “Che diavolo ci fa qui?!” pensò lanciando un’occhiata allarmata a Conan.
-Ragazzi- continuò Megure – lui è…- assunse un tono piatto e infastidito -…Ginzo Nakamori, ispettore di uno dei quartieri di Tokyo- sospirò - Caro Nakamori, questo ragazzo è proprio Shinichi Kudo, avrai sentito parlare di lui ovviamente!-
Lui lo squadrò attentamente aggrottando la fronte mentre Kid metteva su la sua tipica faccia da poker sperando di non farsi riconoscere.
-Umm…somigli molto ad un amico di mia figlia, anzi…- corrugò di più le sopracciglia -…direi che sei la sua copia sputata- Conan non potè fare a me di sghignazzare attirando l’attenzione su di sé –E lui chi è?!- domandò Nakamori stupito.
-Conan Edogawa- disse Sato - è un genietto in miniatura che ci aiuterà ad incastrare Kid-. Nakamori sbarrò gli occhi e ricominciò a lamentarsi e a proporre il suo folle piano che non stava né in cielo né in terra mentre Kid e Kudo si avviarono all’archivio senza badare alle cretinate che sparava  e agli insulti che lanciava loro.
*  *  *
-Allora Hattori, come procede lì fuori?- domandò Kid al telefono con il detective del Kansai notando che erano già le 23.49.
-Tutto ok per ora, non appena comincia lo show ti chiamo per tenerti aggiornato passo passo visto che lì non ci sono finestre da cui assistere al numero di Kid-
-Sì, ci sentiamo tra 10 minuti…- chiuse e guardò Conan preoccupato -Stai bene?-
-Sì- gracchiò lui cercando di nascondere l’evidente nausea che l’assaliva.
-Kudo credo che…-
-Sto bene- tagliò corto lui -Ora seguiamo il piano: mi servono le chiavi. Il mio ruolo è quello di stare ad aspettare Kid nell’archivio nel caso tu non riuscissi a fermarlo, ricordi?-
Gli passò le chiavi titubante e lo fulminò.
-Se stai male, esci immediatamente da lì, intesi?-
Il bambino annuì stanco e chiuse la porta a chiave, spense la luce e si posizionò nel luogo stabilito. “Chiunque tu sia Kid, tra poco faremo i conti”
*  *  *
Hattori osservò l’orologio: 23.59.
-Ci siamo- sussurrò mentre sotto di lui si alzava un gran urlo di gente impazzita. Il liceale si guardò attorno in cerca di un mantello bianco e lo individuò sul cornicione del palazzo abbandonato di fronte alla centrale, che distava dal suo non più di 60 metri. Il fantomatico ladro spiccò il volo lasciando tutti senza fiato e rimase sospeso tra il palazzo su cui si trovava Heiji e la centrale. Hattori compose allibito il numero di Kid senza staccargli gli occhi di dosso per capire come faceva: sembrava fosse perfettamente a suo agio nell’aria come quando si è coi piedi per terra. Lanciò una rapida occhiata sopra di lui, verso il cielo rischiarato dalla luna, e non notò alcun dirigibile. “Bè, avrebbe potuto copiare i trucchi del vero Kid…” pensò ricordando la passeggiata nel cielo effettuata dal vero Kid mesi prima. Finalmente Kaito rispose e lui sbuffò:
-Questo tizio sa volare! Come la mettiamo ora, Kid?- gli descrisse la scena per filo e per segno rispondendo dettagliatamente alle sue domande mentre quel falso Kid salutava il pubblico agitando distrattamente una mano.
-Si comporta come un divo del cinema…- commentò Hattori fissandolo annoiato.
-Vi ho promesso che avreste assistito ad uno spettacolo, no?- cominciò a dire Kid fermo in mezzo al nulla -Che lo spettacolo inizi allora!- tirò fuori dalla giacca bianca un detonatore e lo premè con noncuranza. Pochi secondi dopo le fondamenta dell’edificio da cui era saltato poco prima esplosero e il palazzo cominciò a crollare, fortunatamente, sul bosco dietrostante.
-Bastardo!- imprecò Hattori che non si aspettava uno spettacolo del genere mentre la terrazza tremava violentemente sotto i suoi piedi e per poco non fece volare il telefono per terra.
-Hattori che diavolo sta succedendo?!- gli urlò Kid reggendosi a fatica ad una parete per non cadere.
-Ha fatto esplodere un palazzo- rispose disgustato l’altro ringraziando il cielo che la folla stesse scappando da lì sotto tra urla di paura e panico. Gli unici che rimasero furono la polizia, Ran, Kazuha e un’altra ragazza.
-Dannazione! Maledetto falso Kid! Non bastava quello vero, no?!- imprecò quest’ultima fissando il ladro con odio. L’attenzione di Ran e Kazuha venne catturata da quella ragazza e le si avvicinarono interrogative.
-Anche tu sai che quello non è il vero Kid?- le domandò Ran. Quella annuì con forza.
-Sono Aoko Nakamori, la figlia di un ispettore che si trova lì dentro ora…-  le indicò la centrale.
-Io sono Ran Mouri, la figlia di Kogoro il Dormiente…- si presentò la karateka sorridendole.
-Io mi chiamo Kazuha Toyama, piacere- disse la ragazza del Kansai sorridendo a sua volta, Aoko sorrise poi spostò lo sguardo sul falso Kid e sussurrò arrabbiata:
-Spero che lo sbattano in galera!-
Il ladro afferrò un lembo del mantello bianco e con un gesto repentinò vi sparì dietro lasciando al suo posto una nuvoletta di fumo. Hattori lo osservò sorpreso poi disse a Kid, ancora in linea, con voce seria:
-Preparati perché è sparito. La mia parte del piano finisce per ora…chiama se hai bisogno-
-Sì, vado- rispose Kid chiudendo la telefonata.

 
n.dell’autrice: eccomi quaaaa! Salve mondo, cm va??? ^---^ Allora allora… ke ne pensate??? Qui si entra nel cuore della storia!! O.O Dunque, arriva Nakamori ( ke mi sarebbe dispiaciuto nn citare xD)  il falso Kid (indovinate un po’ ki è xP accetto scommesse ) e AOKO!!! ( x la gioia di Sherry Myano che saluto e ringrazio x le recensioni!! Arigatò v.v) cosa accadrà ora ke KID ( falso) è magicamente sparito nel nulla???? Leggere per scoprire!! Recensite please!!!! By Mangakagirl!!!!

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Capitolo 16
*** 16. ***


16.
Ran uscì dall’ascensore non appena arrivò all’ultimo piano della centrale  e si ritrovò davanti Megure, Sato, Takagi, Nakamori e Shiratori.
-Ran?! Che ci fai qui?- domandò Megure stupendosi di vederla. Lei gli sorrise in modo un po’ strano e si avvicinò a loro lentamente.
-Sto cercando Shinichi, lei sa dirmi dov’è ispettore?- domandò con voce ingenua mentre Sato la squadrava sospettosa.
-Ispettore, non è lei, è una trappola!- esclamò non appena la ragazza fece uno strano gesto portandosi una mano alla tasca. Tirò fuori una bomboletta delle dimensioni di un burrocacao e la lanciò sul pavimento, dove cominciò a fumare sprigionando una sostanza soporifera. Gli agenti cominciarano a tossire infastiditi e, uno dopo l’altro, caddero a terra addormentati. La ragazza sorrise melliflua allontanandosi repentina per non fare la loro stessa fine e cominciò ad attraversare diversi corridoi; poco dopo raggiunse quello dell’archivio e si fermò silenziosamente. Si aggiustò i capelli poi fece un passo svoltando l’angolo del corridoio e apparendo davanti a Kid, che sobbalzò vedendola all’improvviso.
-Ran, ci fi fai qui?- domandò sorpreso mentre lei gli si avvicinava sensuale, gli carezzava una guancia e rispondeva:
-Volevo accertarmi che stessi bene…-
Kid la squadrò attentamente e pensò mettendo su un sorrisetto dolce “Oh, sei patetico Kid!”. Ran gli passò lentamente le braccia attorno alle spalle e lo buttò improvvisamente a terra, bloccandogli i polsi e incastrando le gambe tra le sue. Kid si divincolò con tutta la forza, ma lei non lo lasciò andare. “Mi ha colto alla sprovvista, maledetto!” pensò Kid. Lei cominciò a ridere divertita e lo schernì sottovoce:
-Ti credevo più furbo, sai?- avvicinò pericolosamente il viso al suo facendo quasi sfiorare le loro labbra, ma Kid, liberando una gamba, le piantò una ginocchiata nel ventre togliendosela di dosso. Si alzò in fretta sentendo la sua imprecazione, ma non fece in tempo ad attaccarla perché lei, afferrandolo dalla schiena, gli posò davanti al viso un fazzoletto imbevuto di cloroformio. Il ragazzo si dimenò forte cercando di liberarsi, ma i suoi occhi si chiusero involontariamente mentre le forze lo abbandonavano. Rovinò a terra provocando un tonfo sordo coperto dalle risate maligne di Ran, che gli assestò un calcio per spostarlo dai suoi piedi. Tirò fuori dalla tasca un attrezzò simile ad una forcina e l’infilò nella serratura dell’archivio, trafficò nemmeno un paio di secondi e la porta di aprì di scatto. “Troppo semplice” pensò sorridendo.
*  *  *
Conan si afferrò all’altezza del cuore gemendo: l’ennesimo dolore allucinante. Cadde debole sulle ginocchia coperto di sudore sentendo la serratura della porta scattare. Un fascio di luce proveniente dal corridoio lo illuminò attirando la sua attenzione, alzò lo sguardo e inorridì: Ran.
-Hello, Cool Guy- pronunciò con il tipico accento americano una voce familiare. Conan gemè in preda ad un altro dolore e all’orrore: le sue preoccupazioni erano fondate, quella donna era…
-Vermouth…!- gracchiò senza fiato per gli spasmi che cominciavano a farsi frequenti.
-Esatto- rispose lei sfilandosi la maschera che portava rivelando i suoi occhi color ghiaccio -Are you ill, Cool Guy?*-
Conan la fulminò con odio poi un dolore decisivo, quello che sentiva sempre prima della trasformazione, lo trapassò facendolo urlare disumanamente. L’urlo rimbombò in tutto il piano mentre Vermouth afferrò una valigetta che si trovava posata sul pavimento scuotendo la testa.
-Oh, I’m sorry Cool Guy but I can’t help you… stai soffrendo tanto non è vero?**- fece una pausa e aggiunse -Chissà che direbbe Angel…-
Il bambino urlò ancora sentendo le ossa sciogliersi e il cuore battere all’impazzata.
-Don’t worry, ci penserò io a raccontarle la verità. Se la merita, no? Goodbye Cool Guy…- disse ridendo sprezzante mentre usciva tranquillamente dall’archivio. Il grido di Conan rimbombò in tutto il piano e il ragazzo si sentì morire…


*sei malato?
**mi dispiace ma non posso aiutarti…

 
 
n. dell’autrice: ( appare ticchettando gli indici davanti al viso rosso cm un pomodoro e fissa il pavimento in imbarazzo) emmm… SCS TANTISSIMO! DAVVERO, MA CM HO FTT A SCRIVERE UN CAPITOLO COSì CORTO??????!!!!!! O.o vergognoso!!!! Se volete prendermi a pesci in faccia fatelo ( x la gioia di Kid ahahah xD) ma x rimediare posto subito l’altro! ^---^
Allora ke ne pensate????? Ve lo aspettavate ke il falso Kid era Vermouth???? Eheheheh ( sicuramente si -.-“) fatemelo sapere!!!!!! “° >.< °”---> sarebbe una faccina ke agita le manine, si capisce??? Fatemi sapere anke qst xkè me la sn studiata stanotte (nn sto scherzando -.-) Ah, ma all’inizio l’avevate cpt ke nn era la vera Ran??? Noooo, vero???? ^---^ grz 1000 a Sherry Myano, Missfunix e Kaity x aver recensito lo scorso capitolo: ma lo sapete ke vi ADORO?????? ^----------^ mangakagirl!!!!!

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Capitolo 17
*** 17. ***


17.
Hattori lesse con attenzione il messaggio sullo schermo del suo cellulare e, alzando lo sguardo, notò il falso Kid affacciarsi da una porta finestra della centrale e spiccare il volo verso il vuoto. Il ladro si fermò esattamente nel punto da cui aveva fatto esplodere la bomba ridendo sprezzante con la valigetta in mano.
-Hai fallito Kid, o meglio, Vermouth!- gli urlò il ragazzo del Kansai attirando la sua attenzione. Sul volto di Vermouth il sorriso scomparve e gli disse melliflua:
-Ma davvero? E cosa te lo farebbe pensare?-
Pochi istanti dopo una carta da gioco gli lacerò il mantello bianco facendola voltare sorpresa. Un’altra le fece quasi cadere il cappello dal capo e la donna fulminò furiosa Kid, il vero Kid, vestito di bianco, che le puntava una pistola bianca addosso, poggiato alla porta finestra dalla quale era appena saltata, con un sorrisetto beffardo sul volto. Vermouth spostò gli occhi sotto di sé cercando un diversivo per fuggire…
-Avevamo ragione!- esclamò Kazuha fissando allibita i due Kid.
-Quello è il vero Kid!- disse Aoko fissando seria Kaito.
-Sei in trappola Kid- Kaito schernì beffardo il suo sosia -Sei circondato di poliziotti-
L’espressione di Vermouth si illuminò e, con il suo stesso sguardo, spalancò il deltaplano che aveva sotto il mantello e planò sulla strada velocemente senza dare tempo di reazione ai due ragazzi. Atterrò abilmente tirando fuori dalla giacca una pistola e la puntò addosso ad Aoko mentre Kaito sbiancava inorridito. Hattori imprecò sonoramente e Chiba e i poliziotti fecero per estrarre le loro pistole, ma la donna li fermò seria:
 -Fermi o le sparo-
Gli agenti si fermarono a mezz’aria mentre lei lanciò tra loro un’altra boccetta di gas soporifero. Esattamente come i colleghi, caddero nel giro di pochi secondi a terra addormentati; la donna li guardò compiaciuta poi spostò lo sguardo su Kid.
-Bene, bene… chi è in trappola ora?- domandò con scherno sotto gli occhi pietrificati di Ran e Kazuha. Si voltò verso la karateka e aggiunse dolcemente –Ciao Angel, io e te abbiamo tanto di cui parlare…- Ran rabbrividì concretizzando chi aveva davanti grazie al modo in cui l’aveva chiamata.
-Allora piccola…- continuò Vermouth rivolta ad Aoko -Grazie a quell’imbecille. sono obbligata a farti fuori…- affondò il dito nel grilletto e disse sorridendo                          -Goodnight baby…-
Aoko strinse gli occhi aspettando che il dolore arrivasse, ma la cosa non accadde…
Una voce, che fece sobbalzare Ran, fermò il dito di Vermouth all’improvviso:
-Lasciala stare!-
La ragazza dell’agenzia si sentì mancare quando, dal portico della centrale, la luce della luna illuminò il viso del ragazzo che aspettava di vedere da Londra. Il liceale avanzò sicuro verso Kid puntandogli una pistola addosso e ripetè:
-Lasciala stare, lei non centra nulla-
Il falso Kid abbassò l’arma e gli sorrise mellifluo appoggiando la mano con la pistola sotto il mento.
-Oh, mine Cool Guy is here! Congratulation! Vediamo come te la cavi adesso…- con un rapido movimento afferrò Ran e le puntò la pistola alla tempia stringendola davanti al suo petto. Kazuha urlò inorridita e Aoko le si avvicinò impaurita, aggrappandosi al suo braccio senza staccare gli occhi da Ran e il ragazzo appena arrivato. Vermouth strinse più forte Ran a sé mentre lei tremava come una foglia fissando Shinichi.
-Look Angel, is your Dark Knight… quello vero, con I suoi occhioni blu…-
-Shinichi…- Ran cominciò a singhiozzare -Shinichi mi dispiace…-
-Ran, sta’ calma- disse lui cercando di non farsi assalire dalla paura. “Svuota la mente, dannazione!” pensò cercando di fare un respiro profondo.
-Mi dispiace… io h-ho…b-baciato… Shinichi è stato un i-incidente!- urlò Ran mentre le lacrime le scorrevano bollenti sul volto. Shinichi la guardò comprensivo.
-Lo so, Ran. So tutto!- rispose cercando di non saltare addosso a Vermouth per abbracciare Ran e farle capire che non era arrabbiato con lei.
-S-son stata così in p-pensiero per te…ma ti giuro che quel b-bacio… è stato un incidente…-
-Oh, Cool Guy, ma la senti? Lei era così preoccupata per te. Abbassa la pistola. Non credi sia il momento della verità? - domandò Vermouth con finto sdegno scuotendo la testa.
Shinichi fissò Ran avvilito, abbassando l’arma, e lei continuò a singhiozzare:
-T-te lo g-giuro… è stato un incidente!-
-Ran, non pensarci più, so tutto!- esclamò Shinichi che non riusciva più a vederla in quello stato -So quello che è successo e, soprattutto, so come ti sei sentita a dover fingere di credere che il mio sostituto fossi io…- il ragazzo fece una pausa -…non immagini come mi sono sentito io a vederti con un altro. Volevo solo che tu fossi felice come Hattori, Toyama e Aoko ma… quando tu hai visto come erano felici loro hai subito pensato che non avresti mai raggiunto la loro felicità e questo è quello che mi ha fatto più male. Ma ti sbagli perchè…- puntò gli occhi blu nei suoi lilla-azzurri che continuavano a lacrimare -… io ti amo Ran, e non desidero altro che renderti felice-
La ragazza sbarrò gli occhi cessando di piangere e lo guardò sbalordita, come Kazuha e Aoko, che non si aspettavano una dichiarazione in quel momento critico. Vermouth sospirò come se avesse fatto una faticaccia.
-Finalmente Cool Guy, quanti giri di parole! Mi stavo per addormentare…-
Nakamori si affacciò all’improvviso alla finestra su cui si trovava ancora Kid e lo fece cadere giù involontariamente. Kid planò col suo deltaplano sulla strada imprecando e l’ispettore, notata la presenza non di uno, ma di ben due Kid, urlò come un pazzo e sparì dalla loro vista dirigendosi verso le scale per scendere in strada: qualcuno aveva manomesso l’ascensore…
-Uff... sarà qui tra poco…- disse annoiata Vermouth lasciando andare di colpo Ran, che quasi cadde a terra non aspettandoselo. -A presto Cool Guy e smettila di tormentare con i tuoi errori Angel- fece una piroetta su se stessa e sparì dietro il mantello con la valigetta lasciando tutti basiti. Kudo imprecò ma non cercò di seguirla: aveva faccende più importanti a cui pensare…
*  *  *
Kid si avvicinò preoccupato ad Aoko e la strinse in un caloroso abbraccio.
-Stai bene?- domandò.  Lei annuì attonita sorpresa da quell’abbraccio: che motivo avrebbe dovuto avere Kaito Kid per farlo?
-Ma perché questo…?- chiese con la testa appoggiata al suo petto sentendo che il cuore di lui accellerava appena.
-Mi sei mancata tanto, piccola…- rispose il ragazzo avvicinandosi al suo orecchio. Aoko sbarrò gli occhi e lo fissò impallidendo.
-K-Kaito?- lui sorrise e la strinse più a sé non appena sentì che le gambe le si fecero molli.
Hattori, sceso dalla terrazza, corse versò Kazuha e l’abbracciò mentre lei chiese basita riferendosi a Kudo e Kid:
-Heiji, ma che succede?!- lui scosse la testa sospirando e si voltò, tenendola ancora tra le sue braccia, verso il detective dell’est.
*  *  *
Ran gli si avvicinò tremante mentre lui si beava della sua bellezza. Le cinse dolcemente la vita e lei gli si buttò piangendo tra le braccia; ripetè più volte il suo nome stringendosi a lui più forte. Shinichi si sentiva profondamente in colpa, al punto di non riuscire a consolare quel suo pianto interminabile. Ran alzò lo sguardo e gli chiese tra un singhiozzo e l’altro:
-C-che ti prende?-
Il ragazzo rispose con un’occhiata carica di malinconia e le sussurrò:
-Mi dispiace per quello che ti ho fatto passare-
Ran scosse la testa con forza.
-Non hai nulla… non adesso almeno- si corresse ripensando a quella strana settimana vissuta -di cui dispiacerti-
Lo guardò con dolcezza e, senza rendersene conto, dopo un’eternità che voleva farlo, lo baciò. Si sentirono entrambi in paradiso: per Shinichi esisteva solo e solamente Ran, e per Ran solo e solamente Shinichi. La ragazza amava lui e lui amava lei: era solo questo quello che importava loro in quel momento, il momento che aspettavano da una vita… Si staccarono solo per riprendere fiato, quel maledetto bisogno fisiologico di riprendere fiato… Shinichi strinse forte Ran a sé, facendo aderire i loro petti perfettamente.
-Andrai via di nuovo?- sussurrò lei quasi impeccertibilmente aspettando col fiato sospeso la risposta. Il ragazzo trattenne le lacrime a stento e annuì nascondendo il viso nella sua spalla. Ran affondò la fronte nell’incavo della sua spalla e ricominciò a gemere.
-Tornerò Ran, te lo giuro- le disse lui giurando a se stesso che ci sarebbe riuscito, fosse stata anche l’ultima cosa che avrebbe fatto… Lei annuì anche se poco convinta e continuò a piangere bagnandogli i vestiti che si era scambiato con Kid su, all’ultimo piane della centrale, quando era uscito dall’archivio… Shinichi alzò il viso e le sollevò dolcemente il mento con due dita, così da potersi perdere ad osservare ogni suo particolare: gli occhi, azzurro-lilla, erano arrossati e vitrei per le lacrime, le labbra rosa e carnose contratte per non cedere all’urlo di dolore che avrebbe voluto lanciare, le guance arrossate e i ciuffi ribelli appiccicati alla fronte. Shinichi sospirò scuotendo il capo e non riuscì più a trattenersi.
-Dio, Ran ti amo da impazzire-
-Ti amo anche io- riuscì a dire lei prima che il ragazzo cominciasse a baciarla passionalmente stringendola più a sé, posandole una mano sulla schiena e carezzandole i capelli sciolti. Era il loro momento, il momento perfetto che aspettavano da troppo tempo e che ora, mentre le loro lingue si incontravano, era  finalmente arrivato…
*  *  *
Kazuha assistè alla dichiarazione di Ran e Shinchi e al successivo bacio. Si strinse più a Heiji e gli domandò rattristita:
-Perché non resta? Si vede che la ama davvero, che ci tiene a lei. Quello che ha detto prima era tutto vero, tiene davvero alla sua felicità, ma allora perché non resta qui a Tokyo con lei?-
Hattori osservando i due giovani pieni di dolore baciarsi le rispose malinconico:
-Magari petesse, amore…magari…-

 
 
n. dell’autrice: Eccomiiiiiiii quaaaaaa!   :D
Allora alzino le mani le persone ke hanno rinunciato a linciarmi x lo scorso capitolo!
Vi ho sorprese, eh??????? Eh??????? ^.^ ki se lo aspettava????!!!!
Siiiiiiiii Ran e Shin finalmente si sn baciatiiiiiii!!!!!! *---*
Ho il terrore ke nn sia venuto bn : S HELP!!!!!!!!! È venuto bn?????? *.* please fatemelo sapere o nn dormirò più x tutta la vitaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!
Aaaaaaaaaaaaaaaaah la mia coppia preferita in assoluto finalmente, anke se sl nella mia testa e nel vstro skermo -.-“ , si è dikiarata cm si deve! (altro ke la dikiarazione di Londra ke, permettetemi, è leggermente deludente se ci pensate a fondo… MA SIR GOSHO L’AVRà FTT COSì XKè HA SICURAMENTE  HA UN GRANDE PIANO IN MENTE, NE SN CERTA!! ALTRIMENTI VADO IN GIAPPONE E RISCRIVO IL FINALE CM SI DEVE!!!!!!! @. @) grz alle mie tre piccole fan!!!! Nn temete, la storia nn è ancora finita!! By Mangakagi
rl!

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Capitolo 18
*** 18. ***


18.
Kid accompagnò Aoko all’albergo in cui alloggiava con il padre e si bloccò davanti all’entrata mentre la ragazza si fermava dandogli le spalle. Dopo qualche secondo, lei si voltò con il volto rigato dalle lacrime e fissò il marciapiede in silenzio per alcuni istanti.
-Perché?- domandò piano all’improvviso mentre lui sospirava immaginandosi che la fatidica domanda sarebbe arrivata prima o poi.
-Perchè?- ripetè quando non rispose fissandolo negli occhi -Non ti fidavi di me? Non credevi che avrei mantenuto il segreto?- aggiunse cominciando con tono furioso  a singhiozzare.
-Non era questo- si degnò di dire Kaito mentre lei tremava dalla rabbia.
-E allora cos’era?! Credevi che Aoko non ti avrebbe accettato? Credevi che Aoko avrebbe spifferato ai quattro venti il tuo segreto? O forse credevi che non ne fossi all’altezza?! Mi hai mentito, Kaito! Per tutto questo tempo mi hai mentito!!- urlò furiosa con gli occhi inondati di lacrime amare. Il ragazzo non riuscì a dire nulla e chiuse gli occhi mentre lei alzava una mano e la scagliava contro il suo viso aspettando il dolore, ma non arrivò: qualcosa di tiepido si era posato sulle sue labbra facendolo sussultare. Aprì gli occhi e trovò il viso della ragazza, con gli occhi chiusi, incollato al suo mentre lei lo baciava; battè le palpebre un paio di volte poi, stringendola a sé, rese più profondo il bacio e si inebriò del suo profumo. Quella era l’unica cosa vera al mondo: sentiva Aoko, la ragazza che amava da sempre, la stessa che lo sfotteva, lo tartassava, lo insultava, lo viziava, lo proteggeva, lo faceva ridere, stretta tra le braccia e la stava baciando. Se avesse potuto fermare il tempo ed esprimere un desiderio, avrebbe desiderato che quel momento durasse per sempre…
*  *  *
Il ladro tornò dagli altri e si avviarono a casa che era quasi l’una e mezza di notte. Davanti al cancello di casa del dottore Agasa, Ran si voltò verso Shinichi per capire cosa serebbe successo da quel momento in poi, se si sarebbero rivisti o se sarebbe rimasto in città qualche giorno. Il ragazzo le strinse più forte la mano.
-Ran…- la guardò negli occhi -…io e Hattori dormiremo qui, a casa mia…- disse indicandole il cancello di casa sua, esattamente accanto a quello di Agasa. Lei annuì con il capo e lui decise di dirle la verità: -Ran, non so se domani ci rivedremo…-
-Devi già andartene?!- domandò lei sbarrando gli occhi con un filo di voce. Lui sospirò e la strinse a sé: era un sì. Ran lo abbracciò a sua volta, poi abbozzò un sorriso.
-Ok, non preoccuparti. Ti aspetterò comunque, Shinichi-
Il ragazzo la baciò teneramente sulle labbra e la sentì rabbrividire mentre una folata di vento gelido li investiva.
-Ora va’ dentro- le disse dolcemente portandola fino alla porta –Non voglio che ti ammali-
La ragazza annuì e si perse per qualche istante nei suoi occhi blu come l’oceano.
-Questi erano gli occhi che ricordavo- gli sussurrò con un sorriso e lui si sentì un po’ meglio: almeno il loro ultimo incontro non stava finendo con un pianto.
*  *  *
Shinichi si voltò per l’ennesima volta su un fianco e sbuffò sonoramente: per quanto ci provasse, non riusciva a chiudere occhio.
-Non riesci a dormire?- gli domando Hattori un po’ stizzito dal suo futon posizionato accanto al letto del liceale.
-No-
-Per quello che è successo con Ran? Non riesci a smettere di pensarla?-
-Non è solo questo…- Shinichi si mise a sedere sul letto accendendo l’abat-jour -Il fatto è che lei pensa davvero che domani ci vedremo, non mi ha creduto quando le ho detto che non ci saremo rivisti. Ma non sarà così… domani io sarò già Conan!-
-Non credi che…- provò a buttar lì Heiji mettendosi a sua volta a sedere mentre l’altro scuoteva il capo.
-Ho fatto un rapido calcolo visto che non riuscivo a dormire, e più o meno, mi restano 10 ore di antidoto da smaltire. Essendo quasi le 2 entro le 12 tornerò ad essere Conan-
Hattori emise un lungo fischio e controllò contando sulle dita se i calcoli erano davvero giusti.
-Cavolo, ti sei dato da fare… dove vai?!- esclamò quando Shinichi si alzò diretto fuori dalla stanza, aprì la porta e si voltò a guardarlo.
-Seguimi- disse semplicemente per poi sparire nel corridoio buio. Hattori scattò in piedi e lo seguì affrettando il passo mentre il silenzio regnava sovrano in casa Kudo.
Entrarono in una stanza e il detective dell’est spalancò una finestra scorrevole che dava su casa Agasa. Hattori lo affiancò e gli rivolse uno sguardo interrogativo, al quale lui rispose indicandogli con il dito la finestra di fronte. Sospirò alla vista di Ran e Kazuha che, nella loro stanza, sedute sui futon, parlavano con aria assorta con la luce dell’abat-jour accesa.
-Volevo vederla…- sussurrò all’amico che lo guardò comprensivo: sapeva bene cosa significasse sentire la mancanza della ragazza che si ama, dopotutto aveva provato quella senzazione poco tempo prima, quando si era baciato con Kazuha sulla Torre di Tokyo  -Lei non mi ha creduto…- ripetè Shinichi -…prima, quando le ho detto che non ci saremmo rivisti, non mi ha creduto. Questo mi fa stare male…-
-Kudo, vedrai che troveremo una soluzione… le cose si agg…- ma il detective dell’est lo afferrò repentino per un polso e lo trascinò sotto il davanzale della finestra, rischiando di fargli sbattere la testa, fissando allarmato la specchiera sulla parete opposta che rifletteva la finestra delle ragazze. Hattori si sfiorò il punto che stava per sbattere e domandò sbraitando:
-Sei scemo?! Che ti prende!?-
-Ran. Spero non ci abbia visti- rispose lui indicando il riflesso della ragazza che, notati i movimenti dei due, si era affacciata e guardava nella loro direzione. Al suo fianco comparve Kazuha, con cui ebbe un breve scambio di battute al termine del quale l’aikidoka scosse la testa sorridendo. Tornò a sedersi sul futon e le fece cenno di seguirla anche se l’altra indugiava fissando la finestra di villa Kudo, poi si arrese e la imitò sconsolata. Shinichi allungò la mano e fece scorrere la finestra fino a chiuderla, prese a gattonare fino alla porta della camera e incitò Hattori a seguirlo con un gesto stizzito. Il ragazzo lo fissò allibito e lo seguì per nulla diverito da quella situazione a dir poco ridicola: lui era un detective e anche Kudo, come gli venivano in mente certe scenate da palcoscenico?!
-E cosa mi rappresenterebbe tutto ciò?- domandò stizzito gattonandogli dietro come fanno i neonati.
- Volevo vedere Ran, non farmi vedere-  gli rispose Shinichi alzandosi in prossimità della porta, aspettò che l’amico lo raggiungesse fissando il letto matrimoniale presente nella stanza con una strana espressione sovrapensiero. Hattori non se la fece sfuggire e seguì il suo sguardo. Non appena raggiunse il letto, rabbrividì: improvvisamente uno strano pensiero gli fulminò la mente. Fissò Kudo e subito si affrettò a dire:
-Questa è la camera dei tuoi genitori, Kudo! Ti ricordo inoltre che sono fidanzato! E  anche tu da stasera, quindi non farti venire strane idee o mi costringerai ad utilizzare la forza…!- Shinichi capì al volo il fraentendimento dell’amico e arrossì dandogli uno scapaccione dietro il collo non appena si alzò in piedi.
-Idiota, ma che vai a pensare!- sbraitò attraversando il buio e silenzioso corridoio che lo condusse alla sua camera. Si buttò sul letto illuminato di luce gialla per via della abat-jour a peso morto mentre Hattori, chiusa la porta, si sedè ai piedi con le gambe flesse davanti al petto. Ci fu un attimo di silenzio, poi quest’ultimo gli domandò:
-Che faremo quando tornerai Conan, Kudo? Cosa succederà con l’Organizzazione?- Shinichi fissò un attimo il vuoto giocherellando con il laccio del pantalone e scosse piano la testa.
-Non ne ho idea, Hatt…- un rumore improvviso li scosse entrambi mettendoli all’erta. Si scambiarono una rapida occhiata alla quale Hattori annuì e si alzò. Cercò con lo sguardo un oggetto da utilizzare come nel Kendo al posto dello shinai e, non trovando nulla, Kudo gli indicò una riga di ferro lunga 60 cm posata sulla sua scrivania. Il ragazzo del Kansai alzò gli occhi al cielo: la usavano a scuola per disegno tecnico, come poteva prendere che rompesse la testa a chiunque fosse entrato in casa? L’afferrò ugualmente senza troppi complimenti e si avvicinò alla porta con l’altro, che posò la mano sulla maniglia e alzò tre dita davanti al viso. Hattori gli annuì e divaricò le gambe per avere maggiore equilibrio. Kudo abbassò un dito arrivando a due e il ragazzo alzò la riga sopra la testa, ne abbassò un altro e il detective dell’ovest cominciò a prendere lo slancio per sferrare il colpo. Zero: Shinichi aprì di scatto la porta levandosi per non intralciare Hattori, il quale urlò per caricarsi e intimidire l’avversario e sferrò l’attacco con tutta la forza che aveva contro l’intruso. Riuscì a fermarsi appena a 2 cm dal sua naso quando si rese conto di chi era.
-VUOI UCCIDERMI, OSAKA?!- sbraitò Kid indietreggiando impaurito col cuore in gola -SEI IMPAZZITO?!-
-KID?!- esclamarono in coro sorpresi e sollevati i due detective mentre lui sbuffava con una mano sopra il cuore. Si girò verso di loro e, fissando la riga-katana-shinai, esclamò ironico:
-Cos’è? Un nuovo tipo di antifurto?!-
-Credevamo fosse l’Organizzazione…- spiegò Kudo sorridendo imbarazzato per il malinteso grattandosi la testa. Tornò a sedersi sul letto -… ma anche tu: come diavolo ti viene in mente di venire qui di soppiatto?-
-Sono un ladro, io! Mi muovo sempre di soppiatto e non trascuro nessun dettaglio! Mica potevo entrare qui suonando il camapanello…- sbuffò Kid sedendosi a sua volta sul letto, seguito da Hattori che posò con riguardo la riga sulla scrivania facendole un piccolo inchino in segno ironico di ammirazione. Kaito lo guardò tra il divertito e lo sconvolto e scosse la testa sconsolato come dire “Sei senza speranza”.
-Allora sei entrato dalla finestra?- domandò con una punta di ammirazione il detective dell’ovest voltandosi a guardarlo.
-Naaa- rispose Kid scuotendo una mano davanti al viso ridendo beffardo -Sono entrato con le chiavi! Erano dal doc…Che c’è?!- aggiunse sorpreso quando sia Hattori che Kudo si guardarono con due trattini al posto degli occhi -Guardate che qualche volta anche io faccio come le persone normali!- si giustificò Kid mettendo su il broncio mentre gli altri due scoppiavano a ridere.
-“Io sono un ladro… Mica potevo entrare qui suonando il campanello…”- lo imitò Shinichi tirandogli addosso un cuscino divertito. Si intrattennero in una breve battaglia a cuscinate, poi, per la fatica della giornata e delle risate, smisero con il fiatone. Hattori, finito per terra durante un attacco di Kaito, si rimise a sedere ancora sorridendo e riprese il discorso di poco prima:
-Allora, Kudo, che si fa con i MIB?-
Le facce dei ragazzi tornarono serie e l’interpellato rispose sovrapensiero.
-Penso sia meglio evitare di stuzzicarli… Vemouth non è apparsa per coincidenza in questo caso e potrebbero volere qualcos’altro da noi…-
-Sono d’accordo- rispose Kid scompigliandosi i capelli distrattamente, poi portò le braccia dietro la schiena poggiandole sul letto e abbandonando su di esse tutto il suo peso.
-Tornando a te…- continuò Shinichi guardandolo perplesso -Che ci fai qui?-
Kid sorrise e rispose con una risatina:
-Primo, Ran e Kazuha ciarlano troppo: il loro argomento siete voi due. Ran pensa che tu domani passerai del tempo con lei… non crede che sarai così meschino e crudele da andartene così in fretta dopo quello che è successo…-
-Avevi ragione Kudo!- esclamò Hattori fissando allibito l’amico che sospirò arrendevole.
-Secondo, - continuò Kid -volevo vedere se eri già tornato un marmocchietto di 7 anni- Shinichi scosse la testa immerso nei suoi pensieri, ovvero Ran, e lo fissò stanco.
-Sto bene, solo… non riusciamo a dormire-
-Non riesci a dormire- lo corresse Hattori che invece era molto assonnato.
-Pensi a Ran?- ridacchiò Kid scoccando la frecciatina al ragazzo che sbuffò leggermente imbarazzato lanciandogli di nuovo un cuscino.
-Sì- rispose stizzito -e tu dovresti pensare ad Aoko-
-Cavolo Kudo, ci sai davvero fare con le parole. A saperlo avrei fatto io la stessa cosa con Ran… bastava solo che ti spiegassi meglio!-
-Ma piantala!-
-Andiamo…- ribattè Kid sghignazzante -Siete davvero fatti l’uno per l’altra. A proposito, bel bacio!-
Shinichi lo fulminò rosso fiammeggiante in faccia e Hattori andò in suo aiuto: dopotutto era o non era come un fratello per lui? E poi solo lui poteva avere il primato per rompergli le palle…!
-Invece non mi sembra che tu sia un esperto in questo campo… sbaglio, o non hai baciato Aoko?- domandò puntandogli una gomitata nello stomaco.
-Sbagli- rispose lui allontanandolo stizzito e rosso in viso, mise su una delle sue facce da poker  e continuò -Ci siamo baciato proprio stasera, quando l’ho accompagnata all’hotel in cui alloggia!-
Il detective dell’ovest rimase deluso di non averlo messo alle strette e sbuffò mentre Shinichi puntò contro il petto di Kid un dito.
-Oh-Oh-Oh- esclamò come di solito fa Babbo Natale - e chi devi ringraziare se non me per questo? Vero, Hattori?-  Il ragazzo annuì battendo le mani e si voltò verso Kid con una faccia che diceva “Avanti, avanti, forza, ringrazia”
-Mi spiace ma io non ti devo nulla… ho fatto tutto da solo!- rispose il ladro, Kudo lo imitò di nuovo e riscoppiarono tutti e tre a ridere piegati in due. Era incredibile: in quella stanza tre rivali, in quel momento, erano come tre grandi amici che si aiutavano, si sostenevano e ridevano come se si conoscessero da una vita. Mai Kid, o Kudo o Hattori avrebbero pensato che una cosa del genere fosse possibile se non l’avessero vissuta sulla loro pelle come in quel momento. Dopo molto, Hattori tornando normale guardò l’orologio sbadigliando: 3.12.
-Ok… ora andiamo a dormire- propose Kid sorridendo, si alzò dal letto ed tirò fuori dalla tasca le chiavi di villa Kudo –‘Notte Kudo, Hattori-
-‘Notte- risposero in coro i due sdraiandosi nei loro letti mentre lui spariva oltre la soglia della stanza e, stranamente, entrambi crollarono nel giro di pochi secondi in un sonno molto profondo.

 
n. dell’autrice: Minna konnichiwa! Allora, cosa mi merito x qst bel capitoletto???????? Sn brava, eh??? ^--^ prima Heiji e Kazuha, poi Ran e Shin e infine Aoko e Kid! Yeeeeeeeeee! ^------^ ke ne pensate del loro bacio??? Era così ke volevate la reazione di Aoko??? O.O fatemi sapere!!!!!!! E Shinichi??? Povero, nn riesce a dormire pensando a Ran!! *---* TI ADORO SHINICHI! E ke ne pensate del legame ke si è formato tra i tre??? Il TRIO KHK è davvero molto unito, ho ftt bn a dare qst nome alla storia????? Fatemi sapere!
Grz 1000 a Sherry Myano, missfunix, Kaity e MaryCM x avere recensito lo scorso capitolo: arigatò v.v(inchino giapponese)
 A presto, continuate a seguirmi, xkè la storia nn è finita qui!!! Mangakagirl!

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Capitolo 19
*** 19. ***


19.
Spalancò gli occhi e fu accecato dalla flebile luce arancione che penetrava dallla finestra: era passata da poco l’alba. Guardò l’orologio constatando che erano circa le 7.00, si tastò repentino volto e petto e si osservò le mani col fiato sospeso: era ancora un liceale a quanto sembrava. Si voltò verso Hattori e sorrise notando che sonnecchiva tranquillo con un piccolo rivolo di bava all’angolo della bocca spalancata.
Si alzò dal letto e uscì dalla stanza silenziosamente per non svegliare il migliore amico. Raggiunse il bagno e si specchiò nell’immenso specchio sopra il lavandino in stile moderno, imprimendo bene nella mente quell’immagine prima che tornasse ad essere quella di un bambino di sette anni. Aprì il rubinetto della doccia e si spogliò; rimase sotto il getto per molto tempo, godendosi quel calore piacevole che scorreva sulla sua pelle. Uscì avvolgendosi un’ asciugamano alla vita e cominciò con un’altra ad asciugarsi i capelli con estrema lentezza ad occhi chiusi, perdendo la cognizione del tempo. Quando, vestito ed asciutto, uscì dal bagno venne travolto da una strana senzazione. Non era lo sbalzo di temperatura che c’era tra il bagno, avvolto in una nube di vapore, e il corridoio tiepido della casa, era qualcosa di più opprimente…  Entrò in camera per svegliare l’amico ma al suo posto trovò un biglietto scritto frettolosamente su un pezzo di carta: “Vieni dal doc”. La strana sensazione si tramutò in agitazione che gli pervase la mente rendendola tutt’altro che lucida, scese frettolosamente le scale, rischiando di rompersi l’osso del collo, e sbattè in malo modo la porta di casa uscendo.
Raggiunse il campanello di Agasa e cominciò a suonarlo freneticamente. Il cancello fu aperto con uno scatto e Kid comparì sulla soglia di casa con espressione preoccupata facendolo agitare ancora di più.
-Che succede?- domandò Shinichi con tono inquieto ad Hattori che stringeva tra le braccia una Kazuha in preda ad una crisi di pianto.
-Leggi- rispose serio passandogli un foglio scritto al computer. Shinichi lo afferrò senza preoccuparsi di stropicciarlo e il sangue gli si gelò nelle vene.
“Kudo, se vuoi rivederla vieni alle 24.00 di stasera nel luogo che ti comunicheremo oggi alle 15,00. Una mossa falsa e puoi dirle addio per sempre.”
Il ragazzo alzò lo sguardo allarmato e si guardò attorno.
-Dov’e Haibara?- domandò cominciando a camminare per la stanza -Haibara!- urlò agitato e imprecò -L’hanno presa, dannazione! Avevo fatto attenzione ad ogni dettaglio e sono riusciti a prenderla!-
-Kudo non è Haibara che hanno preso- disse Hattori seguendolo con espressione seria mentre Ai scendeva le scale arrivando in salotto. Il cuore di Shinichi perse un battito non appena la vide: se non era Haibara ad essere stata rapita, allora…
Hattori lo afferrò per un braccio costringendolo a sedersi non appena vacillò pallido come un lenzuolo.
-Che succede?- domandò Ai ignara di tutto scrutandoli un po’ allarmata. Kudo si volse verso Hattori e sussurrò con occhi vuoti:
-Non l’hanno presa… dimmi che non l’hanno presa Hattori-
Il detective del Kansai non potè che sospirare e annuire.
-Hanno preso Ran, Kudo-
Ai sbiancò fissandoli inorridita mentre Kazuha singhiozzò più forte.
-Il foglio l’ha trovato Kazuha sul suo futon. Stanotte sono entrati e hanno narcotizzato lei- indicò la ragazza che piangeva disperata -e rapito Ran-
-Dannazione!- imprecò Shinichi battendo un pugno sul tavolino basso in mezzo ai divani.
-L’antidoto non durerà fino a stasera!- si prese la testa tra le mani e si ordinò di liberare la mente: doveva mantenere la lucidità, anche se, in quel momento, sembrava impossibile. Haibara prese parola:
-Sono stati qui per portarla via… perché non hanno preso anche me? E come hanno fatto a rapirla senza che nessuno se ne accorgesse?!-
-Ci mancava solo che prendessero anche te- rispose Hattori mentre Shinichi ragionava.
Il giovane liceale si alzò di scatto qualche minuto dopo, sotto lo sguardo sgomento dei presenti, quando un piano gli folgorò la mente; si girò verso Kazuha e le puntò l’orologio addosso.
-Scusa Kazuha- mormorò spedendola nel mondo dei sogni. Inspirò profondamente per riordinare bene le idee.
-Ok, so come possiamo salvarla, ma ho bisogno dell’aiuto di voi tre- disse guardando Haibara, Kid e Hattori stupiti di quel suo strano atteggiamento.
*  *  *
Kudo cominciò a ticchettare nervosamente le dita intorno alle braccia icrociate sul petto, seduto davanti al tavolo con il cellulare davanti. Più lo fissava, più sentiva la tensione crescere. Attorno al tavolo sedevano gli altri quattro, assorti a loro volta nei loro pensieri. Kazuha era stata portata in camera e Haibara le aveva fatto respirare altro narcotizzante per essere sicuri che dormisse fino a sera e non intralciasse i loro piani, il doc era tornato da poco a casa e, non appena gli ebbero raccontato tutto, si era seduto accanto a loro con espressione preoccupata.

DRR. DRR. DRR. DRR.

Il telefono di Shinichi prese a vibrare incontrollato mentre sullo schermo compariva “Sconosciuto” e tutti balzarono agitati sulla sedia. Il proprietario lo afferrò repentino e inspirò a fondo.
-Pronto- una risata maligna lo fece infuriare: cosa poteva esserci di tanto divertente in un rapimento?
-Ciao Kudo, vedo che hai fatto in fretta a rispondere- disse una voce sghignazzando.
-Gin- sputò Shinichi con tutto l’odio che aveva in corpo- Dov’è Ran?- domandò infuriato.
-Proprio qui con me- rispose l’uomo con tono da maniaco facendo conficcare le unghie nella carne al ragazzo dalla rabbia e dalla paura -Tranquillo, sta bene… per ora- continuò Gin voltandosi verso la ragazza -Sta giocando con Vodka- scoppiò ancora a ridere con gusto.
-Che volete da lei?- domandò Shinichi cercando di non perdere la testa: doveva rimanere lucido, doveva riuscirci per Ran.
-Vogliamo i documenti dell’archivio, quelli veri. Nella valigetta erano dei falsi- rispose Gin tornando serio.
-Cosa?- il ragazzo spalancò gli occhi incredulo: tutto quello per degli stupidi pezzi di carta? E cosa potevano mai significare per loro?
-Hai capito bene Kudo. Carica i documenti su una pen drive e la riavrai indietro- spiegò l’uomo mentre l’urlo di Ran richeggiava squarciando il silenzio. Shinichi rabbrividì sentendo il sangue gelare nelle vene come ghiaccio.
-Vodka- pronunciò Gin con finto tono di rimprovero –è una ragazza giovane, vacci piano. Non è sicuramente abituata…- scoppiò in una fragorosa risata godendosi il fatto che il liceale sentisse tutto. -Allora Kudo: h. 24.00 con la pen drive al capannone abbandonato accanto alla fabbrica di metalli del quartiere di Aoyama-
Shinichi annotò tutto in fretta su un block notes e, nonostante sapesse che l’uomo avrebbe potuto non rispondergli, domandò serio:
-Che cosa le state facendo?-
Gin si voltò di nuovo verso Ran e rise sprezzante: Vodka la stava torturando legata ad una sedia. Le aveva provocato una profonda ferita sul ginocchio e sul braccio sinistro che perdevano sangue, formando una pozza scarlatta sotto di lei e impregnandole i vestiti.
-Nulla, Vodka ha solo alzato un po’ il gomito. Ma sta’ tranquillo: il bello deve ancora cominciare…- rise ancora mentre il ragazzo si sentiva morire a quelle parole. Immaginava l’avessero ferita ma, più di tutto, aveva paura che la stessero violentando.
-A stasera, Kudo- terminò Gin chiudendo la telefonata mentre lui fissava terrorizzato il vuoto.

 
n. dell’autrice: Eccomi gente! Come va?? Ran è stata rapita dai MIB =( scusate, ma nn potevo far comparire Vermouth e farla sparire all’improvviso così, cm se nulla fosse… d'altronde i MIB l’avevano mandata x avere i documenti dell’archivio, quindi… hanno trovato un secondo modo x avere qll veri (xkè dentro la valigetta erano dei falsi!) Il problema è ke l’antidoto sta x finire il suo effetto!! Come faranno??? o.O lo scoprirete nel prox capitolo! A proposito, nn è ke mi sn inventata il quartiere di Aoyama xkè ha lo stesso nome di Gosho, esiste veramente in giappone! E anke qll di Edogawa! ^--^ andate su wikipedia e lo leggerete da voi!
Grz a Missfunix Sherry Myano e Kaity x aver recensito! Cm smpr mi riempite il cuore di gioia! Arigatò v.v (inchino) mangakagirl!

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Capitolo 20
*** 20. ***


20.
Shinichi camminò deciso verso il capannone designato da Gin e illuminato solo dalla luna piena che risplendeva in cielo. Sarebbe stata una splendida serata se solo Ran non fosse stata in mano all’Organizzazione. Il silenzio regnava sovrano attorno a lui, ed era rotto solo dai suoi passi sull’asfalto. Aveva solo un obbiettivo: salvarla.
Si lanciò una rapida occhiata alle spalle e vide sue figure seguirlo nell’ombra a debita distanza: tutto andava secondo il piano. Arrivò davanti alla porta del capannone e posò la mano sulla maniglia arrugginita, facendo scorrere la porta nei binari. Strinse con forza l’oggetto metallico che teneva in tasca e osservò ciò che gli si parava davanti: Ran, pallida per il sangue che stava perdendo dalle ferite, era legata e stava in piedi davanti una colonna, accanto alla quale c’era Gin che le teneva un braccio con forza, guardandola con sguardo maniacale assieme a Vodka. L’uomo dai capelli argentati si voltò verso di lui soddisfatto e scoppiò in una risata.
-Benvenuto, Kudo. Tempismo perfetto- disse scrutando l’orologio -Sono appena le 24.00-
-Risparmia il fiato- disse serio il ragazzo con gli occhi fissi nei suoi, gli si avvicinò rimanendo distante da lui pochi metri e tirò fuori la pen drive dalla tasca -è questa che volevi. Prendila e lasciala andare- gliela lanciò. L’uomo l’afferrò e la passò a Vodka, che la infilò in un portatile poggiato sopra due scatole di legno accanto a Gin.
 -Sembra autentico questa volta Gin- disse riferendosi al contenuto scrutandolo con attenzione.
“Dannazione, muoviti a controllarlo e lasciala andare!” pensò Kudo osservando preoccupato le ferite sanguinanti di Ran. Gin annuì lanciando un’occhiata al monitor senza lasciare andare la sua vittima. La ragazza fissò supplichevole Shinichi negli occhi ma, non appena lo fece, sbarrò i suoi e lui scosse impeccertibilmente il capo.
“Ran, non fare cretinate” pensò mentalmente cercando di parlarle con lo sguardo sentendo l’agitazione crescere. Agli angoli degli occhi della ragazza si formarono due piccole gocce d’acqua mentre Gin tornava a fissare Kudo.
-Ben fatto- gli disse.
-Ora lasciala andare- ordinò lui con tono sicuro. L’uomo cominciò a ridere sprezzante e schioccò le dita. All’improvviso Chianti, la donna con il tatuaggio di una farfalla sull’occhio, puntò un fucile alla tempia del ragazzo, sghignazzando trionfante.
-No, non credo che lo farò…- disse Gin - vedi, tu dovresti essere morto da un pezzo e lei- si voltò a guardarla con occhi maniacali -è davvero splendida-. La spinse verso la colonna facendole aderire la schiena contro, e le infilò le mani sotto la maglia mentre lei urlava inorridita capendo qual’era il suo obbiettivo.
-Prova a muoverti e sei morto-  disse Gin non appena il ragazzo cercò di scattare in avanti per proteggerla, mentre Chianti premè di più la canna dell’arma alla sua tempia. Gin fece scorrere le sue luride mani sul corpo di Ran mentre lei si dimenava e urlava impaurita, poi cercò di sbottonarle il pinocchietto.
-AIUTAMI- urlò Ran in preda al panico al ragazzo, che annuì e guardò con la coda dell’occhio la porta mentre il suo cuore batteva frenetico. “Quanto ci mettono, dannazione!”
-Merda, non riesco a sbottonarti- imprecò Gin schiacciandola di più alla colonna con il corpo e cercando di aprirle la zip del pantalone.
La porta scorrevole si spalancò e un pallone sfrecciò nella stanza colpendo in pieno il viso di Gin facendolo svenire.
-Ma cosa…?!- esclamò Vodka cercando la pistola ma un altro pallone spedì anche lui nel mondo dei sogni. Chianti puntò l’arma contro l’intruso, anzi gli intrusi, mentre Shinichi scattò in avanti e allontanò Ran da Gin approfittando del momento di distrazione della donna.
-Che ci fai tu qui?- domandò lei tra le lacrime.
-Non ora, Ran!- sbraitò lui guardando preoccupato Chianti che cercava di sparare ad un bambino con gli occhiali. Hattori spuntò alle sue spalle brandendo un’affilata katana, trovata chissà dove, e, con un attacco di kendo, tagliò a metà la canna del fucile poi, con il piatto dell’arma, colpì la donna  dietro al collo facendola stramazzare al suolo.
-Era ora!- esclamò Kid spingendo Ran verso di loro - Stava per violentarla, dannazione! Che aspettavate?! -
-Che abbassasse la guardia!- rispose Hattori tagliando le corde che legavano i polsi di Ran con la katana -Ora andiamocene di qui!- aggiunse guardandosi attorno inquieto.
-Non così in fretta- la voce di una donna riecheggiò dal fondo del capannone non illuminato. Conan scattò davanti a Ran e corrugò la fronte mentre dalla semioscurità si intravedeva una figura avvicinarsi.
-Che vuoi?- domandò sprezzante riconoscendo il tono mentre un raggio di luna che filtrava dalla finestra illuminò due occhi color ghiaccio, una massa di capelli color platino e un corpo sinuoso fasciato in una tuta da motociclista nera come la notte. Vermouth sorrise melliflua.
-Hi Cool Guy. How are you?- domandò divertita.
-Answer me!- rispose lui in inglese con rabbia. La donna si avvicinò loro così tanto che Hattori afferrò Ran e la nascose dietro la sua schiena per precauzione.
-Don’t worry, detective. Non voglio fare del male alla mia Angel. Volevo solo vedere come ti andavano le cose, Cool Guy-
-A meraviglia!- rispose ironico Conan mentre lei fissava Shinichi, ovvero Kid.
-Ancora lui?- domandò sorridendogli -puoi prenderti gioco di loro, ma non di me- aggiunse guardando i corpi dei MIB stesi a terra.
*  *  *
Una figura minuta strisciò silenziosamente lungo la parete in ombra del capannone facendo il massimo silenzio possibile. Osservò in tralice la donna che odiava con tutte la forze parlare con Kudo. “Fa’ attenzione, Kudo” pensò raggiungendo il computer sulle scatole di legno. Guardò schifata Vodka che giaceva lì accanto, con gli occhiali scuri distrutti sul naso, e sfilò la pen drive cancellando tutto il contenuto rimasto salvato nel computer. Strisciò di nuovo attacata al muro e uscì da una porta nacosta lasciata volutamente aperta in precedenza.
*  *  *
-Vermouth, che vuoi?- domandò nervoso Kudo fissandola negli occhi color ghiaccio. La donna assunse un’espressione seria e tirò indietro i capelli.
-Avvisarti: torneranno a cercarti e non saranno così magnanimi- disse seria indicando con il capo Ran mentre Hattori tirava le braccia indietro per proteggerla meglio.
 -A presto, Cool Guy- aggiunse con un sorriso la donna voltandosi di spalle e sparendo di nuovo nell’ombra -Vattene finchè dormono-
Sparì totalmente alla loro vista e Conan non se lo fece ripetere due volte; uscirono tutti e quattro nella notte spettrale e cominciarono a correre. Hattori fu costretto a prendere Ran sulle spalle, perchè a causa delle profonde ferite non riusciva a camminare, e a passare la katana a Kid. La figura minuta uscì allo scoperto e si avvicinò a Conan correndo.
-Ecco la per drive- disse passandogliela soddisfatta, il ragazzo l’afferrò e la ripose in tasca guardandosi attorno agitato.
-Grazie Haibara- disse distrattamente mentre lei lo guardò seria.
-Come sta?- chiese riferendosi a Ran.
-Male- rispose l’ex liceale incupendosi con tono afflitto. Finalmente scorsero il maggiolino giallo del dottor Agasa e tirarono un sospiro di sollievo. Kid si infilò accanto al guidatore con tale impeto da farlo sobbalzare e mollò la katana sotto il sedile.
-Kaito! Vuoi farmi morire?!- sbottò sdegnato il doc mentre Hattori entrava dietro aiutando Ran a sedersi; accanto a lei si posizionò Conan e Haibara, per ultima, chiuse con forza la portiera e guardò il conducente col fiatone.
-Vada professore, prima che sia troppo tardi!-
L’uomo diede gas sfrecciando a tutta velocità via da quel posto pericoloso e malfamato mentre Kid imprecava ansimante.
-Che è successo ragazzi?- domandò preoccupato il doc a nessuno in particolare.
-Per fortuna tutto è andato abbastanza liscio…- rispose Kid passandosi una mano tra i capelli. All’improvviso, nel silenzio generale che si era formato, il pianto di Ran sconvolse tutti. La ragazza si appoggiò al petto di Hattori, prendendo tra i pugni la sua maglia nera e affondandoci il viso dentro. Hattori la guardò incredulo sentendo le sue lacrime calde bagnargli la t-shirt e la strinse a sé cercando di consolarla, mentre Haibara fissava preoccupata Conan per capire qual’era la sua reazione. Il bambino aveva gli occhi totalmente coperti dalla frangia e si fissava le Converse rosse paralizzato dal pianto della ragazza che amava. Gli arrivava assordante nel cervello, rimbombando in ogni angolo e impedendogli di proferire parola.
-N-Non è v-venuto…- singhiozzò Ran in modo incomprensibile stringendosi di più ad Heiji –…h-h-ha preferito i s-s-suoi c-casi…- il pianto copriva così tanto le sue parole che rinunciò a parlare affondando meglio la testa nel petto dell’amico. Il ragazzo le massaggiò la schiena e lanciò un’occhiata preoccupata a Kid non sapendo cosa risponderle. Quest’ultimo scosse la testa sconsolato e sospirò.
-Tranquilla Ran- le disse il detective dell’ovest -va tutto bene… va tutto bene…- le frizionò le mani sulle braccia gelate facendo attenzione a non toccarle la ferita, per poi sringerla ancora sé. Sapeva che in quel modo non faceva nessun torto al migliore amico, si comportava semplicemente come avrebbe fatto lui in un’occasione del genere con Kazuha…
Haibara scosse lievemente Conan per richiamarlo alla realtà ma non ebbe segni di vita, sospirò e fissò Kid dallo specchietto retrovisore scuotendo il capo in segno arrendevole.
Dopo circa mezz’ora di silenzio, in cui risuonarono solo i singhiozzì di Ran, e tutti erano persi nei loro pensieri, il doc fermò l’auto davanti al cancello di casa sua e scese per aprirlo con le chiavi. Kid scese a sua volta e aprì la portiera di Ai, la quale posò piede a terra e afferrò repentina la mano di Conan tirandolo fuori dalla vettura con gli occhi ancora persi nel vuoto. Hattori si fece prendere dal panico e cercò le parole più “soft” per avvisare Ran che erano arrivati e pregarla, gentilmente, di lasciargli andare la maglietta ormai zuppa di lacrime, ma la ragazza si allontanò lentamente risparmiandogli quella fatica e sussurrò uno “scusa” indicandogli con il capo la pozza di lacrime che si apriva sulla t-shirt.
-Non preoccuparti, bambolina…- la rassicurò lui allontanando il pezzo bagnato della maglia dal petto, e si stupì di vedere quanto sangue stava perdendo dal braccio mentre vacillava appoggiando il piede giù dall’auto. Ran non fece nemmeno caso al tenero nomignolo che le aveva rivolto il ragazzo per coccolarla e quasi cadde a terra per la debolezza. Kid l’afferrò repentino passandosi un suo braccio attorno alle spalle e, reggendola dalla vita, la portò verso la porta di casa mentre zoppicava pallida in volto.
-Vado a parcheggiare- disse il doc, Hattori annuì e seguì Kid e Ran mentre Haibara apriva la porta di casa. Kazuha si alzò di botto dal divano e corse incontro ai ragazzi che entrarono lentamente.
-Ran! Stai bene?! Dio, sei ferita! Ma che è successo?!-
-Piano Kazuha, è scioccata- disse Kid sottovoce lasciandola andare titubante con il terrore che cadesse da un momento all’altro.
Ran osservò l’amica con occhi vuoti e la superò in silenzio avvicinandosi all’alta specchiera appoggiata alla parete del salotto sotto lo sguardo attonito dei presenti. La ragazza si osservò attentamente: aveva gli occhi arrossati e coperti di lacrime, i capelli arruffati sulle spalle, braccio e gamba sinistra coperti di sangue secco e fresco, indossava una maglia a maniche corte verde e blu e un pantalone a pinocchietto beige. Alzò lentamente la mano destra e la infilò sotto la maglia ripercorrendo con le dita i punti in cui l’aveva toccata Gin, si toccò il bottone del pantalone e rabbrividì visibilmente: fortunatamente indossava quel pinocchietto che, da quando l’aveva comprato, aveva zip e bottoni difettosi che la costringevano a impiegare un sacco di tempo per aprirli e chiuderli. Altrimenti… La figura minuta di Conan comparve accanto al suo riflesso e lei lo osservò come se non lo vedesse davvero. L’ex liceale cercò di prenderle la mano, ma lei si scostò con un gesto secco e salì le scale a fatica per raggiungere la camera in cui dormiva con Kazuha. Quest’ultima guardò Hattori e lui le fece cenno di seguirla. Non appena sparì anche lei, sprofondarono tutti sfiniti nel divano e il detective dell’est si afferrò la testa con le mani fissando il pavimento. Sentì il tiepido tocco di Haibara sulla sua spalla e sussurrò:
-La colpa è mia-
-Non è vero, Kudo- gli disse lei dolcemente -se non ci fossi stato tu, Ran e Kid non se la sarebbero mai cavata-
Lui scosse il capo e sospirò.
-Ha ragione L. Macbeth, Kudo- la assecondò Kid -se solo non ci fossi stato tu, Gin l’avrebbe uccisa, poi avrebbe fatto fuori anche me, pensando che fossi te- Hattori lo fulminò pensando “ Tatto, Kid! ”
-A che è servito?- sussurrò ancora Conan -Mi odia ora, crede che abbia preferito un caso piuttosto che salvarla. Che c’è peggio di questo?- si decise ad alzare lo sguardo su Kid e Hattori.
I due non seppero cosa rispondere e il ragazzo tornò a reggersi la testa sussurrando: - Appunto, niente-


 
N. del’autrice: Eccomi! Scusate il ritardo ma sn stata occupata… emmm qst capitolo nn mi piace moltissimo, lo ammetto… voi xò ke ne pensate??
Il prox sarà il penultimo ( doveva essere l’ultimo ma ho deciso di scrivere un epilogo xkè il finale mi sembrava un po’ vago…) ma sappiate ke aggiornerò con un po’ di ritardo xkè prima di postarlo voglio essere sicura di avere scritto un epilogo decente! >.<
Recensite e fatemi sapere se qst capitolo vi ha soddisfatto . All’inizio avevate cpt ke era Kid e nn Shin? Fatemi sapere è importante!!
Intanto potete leggere Come farei senza te che invece continua normalmente!
Grz a chi ha recensito gli scorsi capitoli: missfunix e Kaity! Thanks! Inchino jap. v.v
Mangakagirl! ^.~

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Capitolo 21
*** 21. ***


21.
La mattina dopo.
Ran scese le scale zoppicando con le ferite al ginocchio e al braccio bendate ed entrò in salotto facendo voltare tutti di stucco.
-Ran!- esclamò allarmata Kazuha alzandosi dal divano - Che ci fai sveglia? Hai perso molto sangue, dovresti riposare…-
-Sto bene-  la congedò lei fissando Heiji, il quale non ne capiva il motivo, o forse sì…
Nella stanza erano tutti presenti, compresa Aoko che Kaito era andato a prendere circa un’ora prima all’hotel e che ora ascoltava tutta la vicenda della settimana appena passata sconvolta. Tutti seduti sui due divani tranne il doc, che si era alzato presto ed era andato ad una conferenza per scienziati a cui non avrebbe potuto non partecipare. La karateka gli si avvicinò sotto gli sguardi pietrificati di Conan e Ai.
-Mi devi delle risposte, Hattori- affermò con tono deciso stringendo i pugni e cominciando a tremare dallo sforzo -Voglio sapere dov’è-
Hattori spalancò gli occhi sgomento.
-Voglio sapere se ha davvero preferito uno dei suoi stupidi casi, piuttosto che venire a salvarmi- la rabbia cominciò a crescerle dentro. Il ragazzo lanciò una rapida occhiata a Conan e pensò come cavarsi fuori da quel casino assurdo senza tradire l’identità del migliore amico.
-Ecco…- cominciò cercando di guadagnare tempo, ma lei lo interruppe bruscamente.
-La risposta è semplice, Hattori: sì o no?- due gocce le si formarono agli angoli degli occhi -Ha davvero preferito mandare voi a salvarmi piuttosto che venire lui e rinunciare ai suoi casi?!-
Hattori non sapeva proprio che dirle, cercò di portare l’argomento sotto un’altra prospettiva mentre Shinichi ascoltava a testa china accanto a Haibara, ma Ran non ne volle sapere.
-Rispondi maledizione! Dov’è?! Dov’è in questo momento quel bastardo?!- imprecò furiosa mentre le lacrime le solcavano velocemente le guance. Una voce rispose al posto di Hattori, sconvolgendo tutti, specie Haibara.
-È qui- pronunciò deciso Conan fissando il pavimento.
Ran si voltò a guardarlo e disse in tono brusco senza ragionare su quelle parole:
-Stanne fuori, non ti riguarda-
-E invece sì…- ribattè lui fissandola finalmente negli occhi con sguardo serio -…perché sono io Shinichi Kudo-
La ragazza strabuzzò gli occhi trattenendo il respiro e si inginocchiò lentamente davanti a lui, seduto sul divano, mentre Kid guardava allarmato Hattori con una faccia che diceva : “ La verità?! Le sta dicendo la verità?! Hattori fermiamolo!”
-Scusa?- domandò attonita con un filo di voce mentre il bambino si sfilava gli occhiali.
- È così Ran. Quel bastardo di cui parlavi poco fa, sono io- disse serio sentendosi più leggero: finalmente la verità, la sola e unica verità.
Lei scosse lentamente la testa incredula mentre Haibara pensò comprensiva “Kudo, proprio non riuscivi a vivere col pensiero che lei credesse che tu non tenessi alla sua vita, vero? Cosa non si fa quando si ama qualcuno…” sorrise debolmente osservandolo.
Kazuha scosse il capo sconvolta passando lo sguardo da lei a lui e da lui a lei: quello lì era sempre stato Shinichi?! Ma com’era possibile?!
-Bè ma tu lo sapevi già Ran- continuò l’ex liceale fissandola con un mezzo sorriso negli occhi -tutto questo tempo, quante volte hai sospettato di me? Quante volte hai notato la somiglianza tra me e Shinichi?- la ragazza sbattè gli occhi non riuscendo più a trattenere le lacrime che si erano improvvisamente fermate qualche secondo -Tutti i tuoi sospetti erano fondati, e non è che io somiglio a Shinichi, o ho gli occhi del suo stesso colore…- fece una breve pausa, poi aggiunse -…io sono Shinichi. E non ti avrei mai e poi mai lasciata in quel capannone, per nessun caso al mondo. Ho avuto bisogno di loro, è vero…- disse indicando Kid e Hattori -…ma sono venuto a salvarti: perché ti amo. Ti amo più della mia stessa vita e l’avrei sacrificata senza esitazioni pur di salvare la tua, perché non potrei vivere senza di te, amore-
Ran fissò quegli occhi non avendo più dubbi; era davvero lui, il suo Shinichi. Il ragazzo testardo, intelligente, cinico, generoso, dolce, modesto e orgoglioso che conosceva e che amava, da sempre.
Lacrime calde le solcarono ancora di più il volto. Aveva creduto sin dall’inizio che quel Kudo che l’aveva abbracciata con delle pacche non fosse Shinichi, infatti si era rivelato essere Kaito Kid, ma il dubbio che quel bambino fosse Shinichi… Quante volte in quei giorni ci aveva pensato e ripensato? E quella sensazione che aveva provato nei suoi confronti quando aveva baciato Kid… Certo, l’aveva avuta perché sentiva che era Shinichi quel bambino che, stranamente per la sua età, aveva reagito in quel modo come se fosse geloso, distrutto per quello che aveva appena visto… E quegli occhi blu come l’oceano? E la sua abilità nel calcio… i suoi stessi gusti in fatto di cibo… la sua stessa mente brillante… il suo dolce modo di consolarla… avrebbe potuto trovare infinite analogie tra i due, perché non erano due: era solo uno.
E lei aveva sempre cercato di togliersi dalla testa quella strana idea, perché come potrebbe mai un bambino essere un 17enne?
-Shinichi…- disse tra i singhiozzi, lo strinse a sè e lui affondò la testa nell’incavo della sua spalla, come la sera del loro primo bacio, sotto gli sguardi sconcertati ma commossi di tutti.
“Non importa se ci è voluto del tempo” pensò stringendola e inspirandone a fondo il profumo “Se il destino ci è stato contro, se ancora non ho sconfitto l’Organizzazione e se non potrò tornare me stesso in fretta… ci sarà tempo anche per quello. Voglio solo che tu sappia che ti amo, perché siamo legati dal filo rosso del destino, perchè lo saremo per sempre e staremo insieme fino alla fine, qualunque cosa accada… Ran”

 
N. dell’autrice: ECCOMI RAGAZZE!!!!!!! Allora allora, so ke vi ho ftt aspettare un po’, ma ke ne dite??? Vi ha soddisfatto!!!!?????? Nn andate via, vi prego!! Qst è il penultimo capitolo… manca anco l’epilogo!! (ke dp qst nota correrò a scrivere x voi!!^--^)
Allora, vorrei  sapere da voi:
1) se Ran fa bn ad arrabbiarsi con Shin( mi spiace ke aggredisce Heiji xD);
2) se vi aspettavate ke Shin le dicesse la verità così;
3) se sn trpp OOC o se rendono l’idea dell’amore ke c’è tra loro *---*(faccina innamorataaaaaaaaaa)
4) se cm penultimo cap vi ha deluso.
PLEASE, FATEMI SAPERE!!! Prometto ke farò di tutto x postare l’epilogo entro doma (xkè poi parto e dovrò rimandare a mercoledì) ma farò il possibile x voi: promesso!
Grz Sherry Myano, missfunix (ke spero nn mi manderà + il suo esercito di barbie a pikkiarmi xD) e Kaity x avere recensito lo scorso chappy! Cm al solito ARIGATò GOZAIMASU v.v !! VI ADORO!!!!!!!
Mangakagirl!

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Capitolo 22
*** Epilogo ***


22. EPILOGO
-Appena in tempo! Uff…!- sbuffò Hattori posando in malomodo il trolley fucsia di Kazuha e il suo borsone per terra. Si asciugò la fronte con una mano e si voltò emettendo uno sbuffo ancora più scocciato del precedente mentre si guardava attorno.
-DOVE DIAVOLO SONO KAZUHA, RAN E AOKO??!- domandò irritato a Kid e Conan, gli unici presenti. Erano alla stazione di Beika perché il treno che avrebbe dovuto riportare ad Osaka Hattori e Kazuha sarebbe partito da lì a circa un quarto d’ora.
-Si sono fermate davanti alla vetrina di un negozio e ci si sono fiondate dentro alla velocità della luce. Ho cercato di dirtelo, ma non mi hai dato retta…- rispose Kid con espressione annoiata e le braccia dietro la testa. Heiji sbuffò nuovamente e cominciò a sventolarsi il viso con una mano: faceva parecchio caldo dentro quel posto chiuso.
-Vabbè, approfittiamone per goderci questi ultimi attimi di pace…- disse alzando gli occhi al cielo -Una cosa che volevo chiederti da quando hai raccontato la verità ad Aoko…- aggiunse con voce curiosa -… ma adesso che farai?-
Kid sorrise con aria furbetta e chiuse gli occhi soddisfatto: non vedeva l’ora che glielo chiedessero.
-Che domanda! Ovviamente continuerò ad essere Kaito Kid, il Grande Ladro Fantasma! Devo continuare per scoprire chi sono gli assassini di mio padre, no? In questo modo lo vendicherò sbattendo quei maledetti in galera per il resto dei loro giorni…-
-E con Kudo?- domandò sempre più curioso Heiji sporgendosi verso il ragazzo con un sorrisetto da ebete stampato sulla faccia -Rimarrete sempre rivali?-
-Bè…- rispose Kid grattandosi la testa senza sapere bene come andare avanti: sembrava un’intervista!
-Scusate…- disse una voce parecchio scocciata proveniente dal basso -…vi ricordo che ci sarei anche io-
Conan aggrottò le sopracciglia parecchio infastidito mentre Heiji e Kid scoppiavano a ridere. Il ragazzo del Kansai lo sollevò da terra mettendoselo sotto braccio come un sacco di patate e cominciò a scompigliargli i capelli mentre lui si dimenava furioso.
-HATTORI, METTIMI Giù!- sbraitò scalciando.
-Ohi, Kudo, dai che poi chissà per quanto non posso più farlo!- rispose con l’accento del Kansai Heiji sempre più divertito spettinandolo per bene -Comunque Kid, continua pure a cercare gli assassini di tuo padre e sappi che potrai sempre contare su me e Kudo per qualsiasi cosa d’ora in poi…-
-Siii, lo terrò a mente- rispose furbetto il ladro -Dopotutto noi eravano un trio…-
-Eravamo? Siamo un trio! Cavolo perché non ci abbiamo pensato prima…!- esclamò il detective dell’ovest battendosi con la mano libera sulla fronte mentre Shinichi, ancora in braccio a lui, sbuffava con gli occhi ridotti a due trattini.
“Dai, sentiamo la cretinata del giorno” pensò mentre il ragazzo si batteva la mano sul petto fiero di sé.
-Noi siamo il TRIO K.H.K. no?-
Shinichi scoppiò a ridere sbellicandosi come poche altre volte nella sua vita mentre Kid, che aveva accolto con entusiasmo l’idea, lo osservava interrogativo.
-O, suvvia!- disse il bambino tra le risate -Nemmeno all’asilo si danno dei nomi del genere!! È ridic…-
Heiji, scocciato, lo mollò all’improvviso facendolo cadere a terra con un lamento, e tornò sorridente a guardare Kid.
-Cavolo, è perfetto per noi tre: Kudo, Hattori e Kid!-
-Sì, sono pienamente d’accordo!- rispose Kid mentre Shinichi si rimetteva in piedi massaggiandosi il fondoschiena.
“Bambini!” pensò sorridendo con gli occhi di nuovo ridotti a trattini come era solito fare quando Kogoro sparava a caso il nome dell’omocida durante un caso.
-Apparte gli scherzi…- riprese a parlare Kid guardandoli con un sorriso sincero -…se qualcuno mai avesse bisogno, non esitate a chiamare. Siamo una squadra ormai, no? Ci siamo aiutati moltissimo questi giorni: io ho aiutato Kudo, Hattori ha aiutato Kudo, voi avete aiutato me, Kudo ha aiutato Hattori…-
-Se se Kid, vuoi fare anche uno schemino già che ci sei?- domandò Conan tra il divertito e lo stizzito. Il ladro gli diede uno scapaccione amichevole dietro il collo e scoppiò a ridere.
-Per una volta che cerco di dire una cosa seria e sincera, il marmocchio mi interrompe!-
-Ehy, guarda che io e te abbiamo la stessa età!- gli fece notare Conan irritato massaggiadosi il punto in cui lo aveva colpito.
-Ma davveeeeeeero???- rispose il ragazzo fingendo stupore -Eppure non si direbbe propri… AHIO!!- urlò quando il bambino gli assestò una bella botta sullo stinco. Hattori scoppiò a ridere, mentre una voce arrabbiata richiamò la loro attenzione.
-HEIJI! SIAMO IN RITARDO E TU TI PERDI IN CHIACCHIERE?!- sbraitò Kazuha avvicinandosi a loro seguita da una ragazza dai capelli castani spettinati e un’altra dagli occhi lilla-azzuro. Il ragazzo sbuffò e si mise le mani sui fianchi sporgendosi in avanti mentre lei gli si posizionò di fronte con espressione imbronciata: la tipica posa che assumevano prima di battibeccarsi come due oche.
-Ohi Kazuha!- esclamò con il tipico accento del Kansai -Guarda che sei tu quella che si è fermata al negozio!-
-Era un negozio che non hanno ancora aperto ad Osaka! Non potevo lasciarmelo sfuggire!-
-Sì, ma qui ci sfugge il treno, bambolina!- esclamò lui mostrandole l’orologio a due centimetri dal naso.
-Quante storie che fai! Salutiamo tutti e saliamo, no? Come siete problematici voi uomini!- esclamò esasperata lei voltandosi verso Aoko mentre Heiji la guardava sconvolto: non sapeva se ridere o dirgliene altre quattro.
-Ciao Kazuha, Aoko è contenta di averti conosciuta!- disse la figlia di Nakamori sorridendo con le mani dietro la schiena e la voce da bimba.
-È stato un piacere anche per me, Aoko!- rispose Kazuha abbracciandola, poi si voltò verso Kid e sorrise arrossendo un po’ -Bè, Falso Kudo, Kaito, Kaito Kid… hai talmente tanti nomi che non so come chiamarti!  Comunque credo che per me sarai sempre Kid …- il ragazzo le sorrise -…bè è stato un onore conoscere il grande mago del secolo. Mi dispiace molto di averti messo alle strette questi giorni! Spero potrai perdonarmi- gli fece un piccolo inchino per scusarsi mentre lui fece comparire una rosa rossa nella mano destra con una piccola nuvoletta di fumo.
-Tranquilla, Kazuha. Dopotutto ci siamo anche divertiti, no? Tieni, alla ragazza dagli occhi smeraldini e la buffa coda di cavallo…- disse lui passandole la rosa e baciandole la mano da galantuomo mentre lei diventava fucsia.
-Ohi Kid…- disse Hattori stizzito bussandogli su una spalla con la mano destra -... guarda che sia lei, sia te siete fidanzati: quindi poche smancerie!-
La ragazza del Kansai rise tirando uno spintone al suo ragazzo e si abbassò all’altezza di Conan ignorando le sue lamentele.
-Oh, Kudo…- disse con tono dispiaciuto -… devo scusarmi anche con te! Te ne ho dette di tutti i colori non sapendo che eri tu e sono riuscita anche a metterti in difficoltà svariate volte! Potrai mai perdonarmi?-
-Ma certo Kazuha- rispose l’ex liceale sorridendole mentre il volto  della ragazza si illuminava -Va tutto bene! Acqua passata, non potevi sapere!-
La ragazza fece un enorme sorriso e infine salutò Ran con un abbraccio ringrazianndola per le belle giornate passate e per averla spinta ad uscire con Heiji.
-Figurati, Kazuha! Grazie a te che mi hai aiutata a smascherare Kid e mi hai consolata quando piangevo!- rispose Ran stringendola forte.
Il fischio che indicava che il treno stava per partite scosse tutti e Hattori si allarmò visibilmente.
-Se se, bando alla smancerie! Kid, Kudo: ci sentiamo e ci vediamo presto- si voltò verso il bambino -Tu in particolare: vedi di chiamarmi non appena vuoi un altro scontro con i MIB! Non si sa mai che ti cacci in altri guai…- si voltò verso Ran -… Mouri, se ti fa disperare dagli qualche bastonata, vedrai che male non gli farà! Ci vediamo prestissimo!- disse infine afferrando trolley e borsone e correndo verso le porte del treno bianco super moderno che si stavano per chiudere. Riuscì con la ragazza a saltare dentro appena in tempo, ed entrambi sorrisero dal vetro agitando le mani in segno di saluto mentre il treno prendeva velocità.
-CIAOOOOOOOO!- urlarono i 4 ragazzi rimasti dentro la stazione, poi Kid si voltò verso Kudo e diede distrattamente una rapida occhiata all’orologio sobbalzando.
-Cavolo! Siamo estremamente in ritardo Aoko!- esclamò sbarrando gli occhi.
La ragazza lo guardò interrogativa e domandò:
-Per Cosa?-
-Per preparare il mio show! Domani sera Kaito Kid ruberà il ricco cimelio di famiglia di casa Suzuki e dovrà avere uno show come si deve, no?- domandò ammiccando furbetto verso Shinichi, che lo guardò rassegnato e annoiato: erano soci ormai, poteva fermarlo? No. Il ladro prese in braccio Aoko come una principessa.
-Bè, signore e signori, è ora di andare! Kudo, se hai bisogno di me, sai come trovarmi e tu Ran…- le fece l’occhiolino -… se ti rompe, per ora  è pur sempre un bambino: chiudilo nello sgabuzzino al buio e vedi come righerà dritto…!-
Conan si trattenne dal saltargli addosso e si limitò a dire scocciato e a denti stretti:
-Divertente Kid! Ora vattene, finchè sei in tempo!-
Il ladro scoppiò a ridere e corse verso l’uscita della stazione tenendo sempre In braccio la sua ragazza, ma, arrivato alla soglia, si fermò e si voltò verso di lui sorridento divertito.
-Ehy Kudo!- urlò.
-Che c’è?- rispose l’ex liceale scocciato pensando che avesse qualche consiglio da dargli.
-Ricordati sempre che ti assomiglierò anche, ma io sono più figo più furbo…  OPS!- esclamò quando evitò per un pelo la pallonata che il bambino gli aveva scagliato a tutta velocità -Mancato! Ahahahahahaah!- corse via mettendo a terra Aoko e sparendo con lei oltre la soglia della porta scorrevole.
Ran rise osservando l’espressione imbronciata del suo adorato Shinichi mentre ne diceva di tutti i colori al rivale.
-Maledetto Ladro da strapazzo! L’ha fatto apposta a dire ad Hattori che gli piaceva il nome TRIO K.H.K. così io non potevo più fermarlo quando pianificava un colpo!-
-Avresti potuto colpire Aoko con quel pallone, sai?- gli fece notare ancora ridendo lei senza traccia di rimprovero nella voce. Il ragazzo si riprese e la guardò.
-Naaaa, avevo calcolato perfettamente la mira per evitarla, e comunque il pallone non l’ha colpito di proposito… Elementare Watson! Io sono il Grande Sherlock Holmes del III Millennio e il migliore calciatore del Giappone… di queste cose me ne intendo!- disse con vocetta furba sorridendole e sventolando una mano davanti al viso per allontanare l’idea.
Ran si abbassò alla sua altezza rimanendo in equilibrio sugli avampiedi e, dopo un breve attimo in cui si perse nei suoi occhi blu come l’oceano, sorrise a sua volta e lo strinse tra le braccia.
-Sono contenta di poterti stare finalmente accanto, Shinichi. Non mi importa affatto che aspetto hai, ti aiuterò a tornare come prima e dopo potremo finalmente strare insieme come una coppia di normali 17enni…- gli sussurrò in un orecchio mentre lui la cingeva a sua volta pervaso da una strana sensazione di gioia.
-Ran…- le sussurrò dolcemente capendo quanto fosse importante il suo appoggio e la sua presenza nella sua vita -… Ti amo-
-Ti amo anche io, Shinichi-

Fine

 
N. dell’autrice: Ciao a tutti! Eccomi quaaaaaaaaaaaaaaaa! Spero sia stata una storia abbastanza scorrevole e coinvolgente, ma soprattutto che vi sia piaciuta davvero fino alla fine! L’ultimo capitolo… SNFIIIIFFFFFFF! SEMBRA IERI CHE L’HO COMINCIATA QST STORIA E Già SIAMO ALLA FINE! BUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!! >.<
Allora, cerchiamo di tornare seri ( si asciuga le lacrime, ke le appannano la vista, con trecento fazzolettini) dunque ( inspirare ed espirare): ora Ran sa di Shinichi e l’ORGANIZZAZIONE è ancora da sconfiggere, ma questo a Shin non importa. Voleva che lei sapesse la verità e c’è riuscito, anche se sono dovute accadere molte cose: piacevoli e spiacevoli.
Per quanto riguarda le altre 2 coppiette… bè mi sembra ovvio! Heiji x Kazuha e Aoko x Kid staranno insieme d’ora in poi e chissà che magari il Trio KHK non tornerà all’attacco ancora una volta… magari contro i MIB…! Ma questa è un’altra storia!
Vi è piaciuto il fatto che ho attribuito ad Heiji l’invenzione del nome TRIO K.H.K.??? cmq shin dice ke è un nome da bambini xkè ho ripreso qll ke mi ha dtt una mia amica qnd le ho dtt il titolo la prima volta: mi è scoppiata a ridere in faccia (-.-) e mi ha dtt ke + ke un nome sembrava uno scoglilingua…
Vabbè, dettagli!! -___-
Ve lo aspettavate così il finale???
Deluse, Contente, furiose…
Voglio sapere tt le vostre impressioni Please!! “°>.<°” Comunque sappiate che in cantiere ho 1 altra long-fict sui nostri meravigliosi Ran & Shin:” I never forgot you” prossimamente sui vostri skermi! Partecipano a qst avventura anke Hattori, Kazuha, Haibara e un NUOVO PERSONAGGIO. Ecco un accenno alla trama cm promesso:
Cosa succederà quando Conan, dopo la morte improvvisa e inspiegata di Ran avvenuta tre mesi prima, la rivedrà per le strade di Beika e né Haibara né Hattori gli crederanno?
Ma soprattutto, cosa accadrà quando alla festa delle celebrità di Tokyo, la stessa ragazza si presenterà loro come Ran Morikawa? Chi è qst ragazza e perché, dopo svariate uscite con Hattori, Kazuha e uno Shinichi sempre più confuso, inviterà a casa sua i tre ragzzi e quest’ultimo verrà quasi assassinato da una sua amica? Che segreto nasconde e qual è il suo obbiettivo?
Intrigante, eh???? ^----^
(Ditemi di sì, please!!!!!!!!!!!! >.< ne va della mia stabilità mentale!! Ci lavoro da un sacco!!!!!!!!)
Ne approfitto x salutare e ringraziare di tutto CUORE le 5 ragazze ke hanno recensito tt i capitoli di TRIO K.H.K :


Sherry Myano
Kaity
Missfunix  (e le sue barbie xD)
LucyloveAnimemanga
MaryCm


ARIGATò GOZAIMASU  RAGAZZE!!!!!!!! Sappiate ke, snz le vostre recensioni a spingermi a postare tt i capitoli, TRIO K.H.K. SI STAVA FERMANDO AL TERZO CHAPPY!! GRZ GRZ GRZ GRZ GRZ GRZ GRZ GRZ GRZ GRZ GRZ GRZ GRZ GRZ!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! VI ADORO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
 By Mangakagirl  ^--^!
Ps: continuate a seguirmiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!

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