Che fine ha fatto la piccola J?

di ilovebbpancake
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hudson ***
Capitolo 2: *** Una fuga, un piccolo segreto ***
Capitolo 3: *** Il ritorno di J ***
Capitolo 4: *** Le voci volano nel UES ***
Capitolo 5: *** Un vuoto doloroso ***
Capitolo 6: *** Due anni dopo ***
Capitolo 7: *** Una nuova vita per J ***
Capitolo 8: *** Alla fermata del bus ***
Capitolo 9: *** nessun segreto è destinato a durare nell'UES ***



Capitolo 1
*** Hudson ***


Jenny si stiracchiò pigramente cercando di riparare i suoi occhi dalla luce del sole appena sorto.
Era sabato mattina e lei si era dimenticata ancora una volta di chiudere bene la tenda.
La luce le dava fastidio, lei amava dormire al buio, quindi balzò giù dal letto per andare a chiudere la tenda.
Quando poggiò il piede a terra la testa cominciò a girare e poi all’improvviso divenne tutto buio.
Sua madre sentì un tonfo sordo provenire dalla sua stanza così si precipitò a controllare cosa stava succedendo. Jenny era a terra priva di conoscenza.
Corse accanto a lei e la scosse chiamandola
-Jenny tesoro va tutto bene?
Jenny aprì timidamente gli occhi e guardò sua madre.
-Si
-A me non sembra
-Mamma sono solo caduta dal letto!
-Jenny tu sai che non è vero. C’è qualcosa che non va
-Ma mamma!
-Vestiti, andiamo subito in ospedale
-Mamma non è niente, sono solo un po’ stanca e forse giù di morale per tutto quello che è successo
-Jenny sono passati più di tre mesi, so che l’Upper East Side è un posto difficile da dimenticare ma ora la tua vita è qui ad Hudson.
-Già anche papà non mi vuole e Dan è così arrabbiato con me. Per lui Serena è più importante di me
-Jenny non dire così
-E’ vero mamma, e Lily è più importante di me e di te per papà. Inoltre Dan è furioso perché  ho dormito con Chuck Bass e Blair mi odia per questo.
-Jenny forse le cose non sono andate come volevamo, ma sono certa che miglioreranno. Però questi tuoi malesseri mi preoccupano. Voglio vedere un medico, sapere cosa c’è che non va. Anche la depressione è una malattia seria.
Jenny annuì rassegnata, sua madre non voleva cedere.
-Vado a vestirmi- disse alzandosi
-Vuoi fare colazione prima di uscire?
-No, ho lo stomaco sotto sopra. Sento come un senso di nausea
-Questo ricordiamo di dirlo al medico
Un’ora più tardi Allison e Jenny erano sedute nell’ambulatorio medico. Jenny indossava un camice ospedaliero e sua madre le teneva la mano.
-Allora Jenny questa mattina sei svenuta?
-Mi sono alzata dal letto per chiudere le tende e ho sentito la testa girare. Poi mi sono svegliata perché mia madre mi chiamava
-Mangi regolarmente?
-Ultimamente  ha saltato molti pasti- intervenne Allison- anche stamattina diceva di avere la nausea
-Hai già avuto rapporti sessuali Jenny?
-Si- disse lei timidamente incapace di guardare sua madre
-Il tuo ciclo è regolare?
-Si
-Quando l’hai avuto l’ultima volta?
-Due settimane fa- disse Jenny convinta
Allison tirò un sospiro di sollievo poi guardò il medico.
-Jenny ha passato un periodo duro, è stata un po’ depressa ma questi malesseri mi preoccupano
-La depressione può presentarsi in molti modi, comunque per sapere cosa c’è che non va faremo degli esami del sangue. Cominciamo col vedere se i valori sono normali, il ferro, l’emoglobina. E poi  partendo da li approfondiremo. State tranquille comunque i sintomi non sembrano indicare niente di grave..
-Grazie dottore- disse Allison sollevata
-Un’infermiera preleverà il sangue. Vi fisserà un appuntamento per discutere dei risultati  fra tre giorni.
Dopo essere usciti dallo studio medico Jenny si sentiva triste, sua madre voleva che dimenticasse l’Upper East Side con le sue luci sfavillanti e i suoi abiti meravigliosi ma lei non ci riusciva.
-Jenny tesoro, prendiamo un caffè e sediamoci a  parlare- le disse sua madre indicandole una piccola tavola calda
-Di cosa vuoi parlare mamma?- le chiese lei
-Di te tesoro
Jenny seguì sua madre, si sedette al tavolo e all’improvviso sentì un irresistibile voglia di frappè alla vaniglia.
-Cosa vi porto?- chiese una cameriera poco elegantemente, non come quelle a cui era abituata all’Upper East Side.
-Per me un caffè macchiato, per te Jenny?- chiese sua madre
-Io vorrei un frappè alla vaniglia, con panna montata
-Jenny sono contenta che tu ti senta tanto meglio da mangiare- disse sua madre
-Il frappé non può essere considerato proprio cibo mamma!- esclamò Jenny divertita
-Comunque tesoro io capisco come ti senti- disse sua madre prendendole la mano amorevolmente
-Davvero?
-Si. Tu desideravi tanto far parte di quel mondo, avere qualcosa per te. Hai lavorato sodo e quella ragazza, Blair, ha rovinato tutto
-Non è stata solo colpa di Blair mamma
-Quando l’hai conosciuta lei ti ha sfruttata per vendicarsi di quella sua amica, Serena. Voleva informazioni e tu eri così ingenua, hai pensato di poterti fidare di lei, che fosse tua amica
-Mamma come sai tutte queste cose?
-Erano su Gossip Girl
-Leggi Gossip Girl?- chiese Jenny stupita
-Si, insomma tu e Dan eravate lontani da me e io ogni tanto volevo vedere cosa stavate combinando.
-Mamma!
-Comunque sia, io so come ti senti. Sei entrata in quel mondo, volevi farne parte e hai lottato per ottenere ciò che volevi ma non è servito
-Io pensavo di avercela fatta mamma- disse Jenny con le lacrime agli occhi
-Jenny, tra tuo padre e me non ha funzionato per lo stesso motivo. Io mi sono illusa che avesse dimenticato Lily ma lui non ci è mai riuscito. Io ho provato a conquistarlo ogni giorno, ma alla fine mi sono stancata di combattere una battaglia persa
-Cosa vuoi dire mamma?
-Tu come tuo padre avete subito il fascino dell’Upper East Side. Ma nessuno di voi due potrà mai essere felice perché quello non è il vostro mondo
-Mamma io voglio diventare una stilista, quello è il mondo a cui appartengo
-No Jenny! Tu vuoi diventare una stilista e probabilmente ci riuscirai e avrai un grande successo, ma il mondo di Blair Waldorff non fa per te come quello di Lily non fa per tuo padre. Lei lo renderà infelice, tu e lui siete cresciuti con dei valori come l’onestà e la sincerità.
Un giorno potrai anche vivere in un elegante appartamento nell’Upper East Side, avere uno stuolo di domestici e andare a balli meravigliosi tutte le sere, ma mai e poi mai potrai far parte della schiera di amici di Blair. Tu non sarai mai una di loro, non farai mai parte del loro ambiente, sarai sempre uno zimbello o la poverella di Brooklyn
-Mamma Blair è sempre stata gentile con me, sono stata io a essere ingrata con lei- disse Jenny quasi sul punto di piangere.
-E da chi hai imparato ha essere così meschina? Non da me o da tuo padre!- la rimproverò sua madre
-In effetti ho fatto molte cose di cui pensavo di non essere capace da quando conosco Blair
-Jenny tu sei una brava ragazza, bella e piena di talento
-Mamma lo dici perché sono tua figlia
-Lo dico perché è vero. Tuo padre era troppo distratto per accorgersi dei tuoi problemi, io ero lontana. Siamo stati dei pessimi genitori, quello che hai fatto è stata colpa nostra. Ma da ora in poi io mi prenderò cura di te e tutto andrà bene, ma tu devi scordarti dell’Upper East Side intesi?
-Si mamma, tanto non posso comunque tornare li. Blair mi ha bandita
-Quella è proprio pazza, ma ora Blair è nel tuo passato.
Jenny si sentì sollevata per la prima volta dopo mesi, sua madre pensava che lei non avesse colpa. Era stata semplicemente risucchiata in un gioco più grande di lei.
-Mamma posso chiederti una cosa?
-Certo tesoro
-Trovi che sia sbagliato se sono arrabbiata con papà e Dan
-No tesoro , anch’io sono furiosa con tuo padre e Dan. Avrebbero dovuto badare a te, ma le van der Woodsen erano più importanti per loro.
Jenny si concentrò sul suo frappè, era proprio buono, sua madre aveva ragione stava meglio senza l’Upper East Side e tutti i suoi drammi.
 
Tre giorni dopo Allison e Jenny erano in attesa del medico.
-Sono sicura che andrà tutto bene Jenny- disse Allison per rincuorarla
-Però sembri nervosa
-E’ solo che per un po’ ho avuto il sospetto…lascia stare
-Cosa, dimmi?
In quel momento il dottore entrò nella stanza, aveva un’aria molto seria.
-Buon giorno signora Humphry, Jenny
-Buon giorno dottore, allora cos’ha scoperto
-Ho delle notizie che forse vi lasceranno un po’ perplesse, visto il quadro clinico
-Di che si tratta? Sono cattive notizie?- chiese Jenny
-Questo dipende da voi- disse il dottore
-Che significa?- chiese Allison sconcertata
-Jenny vuoi che parliamo da soli in privato, è un tuo diritto- chiese il dottore
-Si, preferirei di si
-Sei sicura?- chiese ancora il dottore
-Certo che no, io sono sua madre- sbottò Allison
-Signora il diritto di riservatezza medico paziente è protetto dalla legge- disse il medico- se Jenny non vuole che parli con lei della sua condizione…
-Jenny è minorenne- protestò Allison
-Mamma, non voglio tenerti nascosto niente, ma mi sentirò più tranquilla a parlare con il dottore da sola. Poi ti dirò tutto, te lo prometto.
-Bene- si rassegnò Allison, quindi uscì dalla stanza.
- Allora le analisi del sangue hanno rivelato molte cose. Jenny hai una carenza di ferro e vitamine, capita spesso quando non ci si alimenta correttamente e si è in stato interessante
-Come scusi, può ripetere?- chiese Jenny sconcertata
-Jenny dalle analisi risulta che tu sei incinta
-Questo è impossibile, ho avuto il mio ciclo regolarmente
-Capita nel primo trimestre, sono sicuro che sia stato un ciclo poco abbondante  e presto si interromperà del tutto- sentenziò il medico- sai di quante settimane potresti essere Jenny?
-Penso di si- disse lei
-Lo sapremo con certezza solo dopo l’ecografia- disse il dottore invitandola a sdraiarsi sul lettino- ora vuoi che chiami tua madre?
-No, e non voglio che le dica niente. Le parlerò io
Jenny seguì il medico, si distese sul lettino e tirò su la maglietta. Il gel freddo la fece rabbrividire, aveva paura perché lei sapeva esattamente di quante settimane era in cinta. Quattordici settimane, erano passate quattordici settimane da quando era andata a letto con Chuck. Aveva perso la sua verginità ed era rimasta incinta la prima volta che aveva fatto sesso.
Non riusciva a credere di essere stata così stupida e ora la sua vita era rovinata per sempre. Avrebbe avuto un figlio con Chuck Bass, praticamente era come aver concepito un figlio con il diavolo in persona. Sarebbe nato un piccolo mostra con corna e coda, il pensiero la fece rabbrividire.
-Io non voglio avere un bambino- disse Jenny scoppiando a piangere
-Siamo oltre il primo trimestre temo, a questo punto l’opzione dell’aborto non è più praticabile, mi dispiace.
-Quindi cosa posso fare
-Ora come ora puoi solo prenderti cura del tuo bambino. Ti darò il nome di un bravo medico
-Lei non può seguirmi?
-Temo di no, serve uno specialista.
-Capisco. Senta dottore non dica niente a mia madre
-I dati sono riservati. Li mettiamo nello schedario al piano di sopra e solo i medici e le infermiere possono accedervi, quindi stai tranquilla.
-Capisco. Grazie dottore
Jenny si voltò ad osservare il monitor, la piccola vita che cresceva dentro di lei la lasciò senza fiato.
“E’ anche mio, non solo di Chuck. E’ anche mio” pensò
Il medico uscì dalla stanza per lasciare che si calmasse, dicendo a sua madre che non poteva parlare con lei del caso. Jenny si asciugò gli occhi e dopo essersi calmata si guardò intorno. Cosa poteva dire a sua madre?
Vide un opuscolo sulle malattie sessualmente trasmissibili, lo aprì e lesse qualcosa. Quando sua madre entrò nella stanza la trovò seduta sul lettino a leggere l’opuscolo
-Oh tesoro, di che si tratta?
-Clamidia- mentì Jenny- mamma, non dire niente a Dan e a papà, ti prego- le disse Jenny mortificata
-Tesoro, è tuo padre
-Tu hai detto che mi avresti aiutata. Se lo dici a papà e Dan loro lo ridiranno a Serena e Lily e una delle due finirà per spifferare tutto a Blair o a Gossip Girl. Io non voglio essere umiliata più di quanto non lo sia già stata
-D’accordo tesoro,  però devo sapere chi pensi sia stato a contagiarti
-Nessuno
-Jenny?
-Ero ubriaca, c’era una festa in maschera. E’ stata una cosa veloce, nel bagno- mentì Jenny
-Non sai chi sia?
-Ero ubriaca
-Oh tesoro, mi dispiace. Non diremo niente a nessuno. Cosa ti ha dato il dottore?
-Il medico mi ha dato delle medicine, andrò a ritirarle stasera
-Se vuoi posso rimandare il mio viaggio in Canada
-No mamma. Devi andare, prenderò le medicine e starò bene!
Quella sera Jenny tirò fuori dal fondo del suo cassetto un piccolo porta gioie. Oltre ad essere diventata una bugiarda nel tempo che aveva trascorso nell’Upper East Side era anche diventata una ladra.
Tirò fuori un paio di orecchini di diamanti che valevano almeno dieci mila dollari, un bracciale in oro bianco ,una collana di oro giallo e ametiste, un bracciale di perle. Aveva anche tremila dollari in contanti, racimolati intascando le banconote che i distratti ricconi dell’Upper East Side lasciavano in giro per casa.
Poi c’era l’abito che Blair le aveva regalato, quello firmato Waldorff, una borsa Chanel che Serena le aveva dato perché tanto non la usava quasi mai e i suoi sandali si prada.
Mise tutti i capi d’abbigliamento firmato in una busta e andò a venderli ricavando sei mila dollari, poco per quel che vendeva  visto che la Chanel da sola valeva quel tanto, ma ad Hudson non c’era un grande mercato.
Tornò a casa e preparò la sua valigia nascondendo i gioielli e i soldi nel fondo del suo zaino.
Sua madre nonostante quello che aveva detto, di volersi prendere cura di lei, era in partenza perché avrebbe trascorso una settimana in Canada per esporre i suoi quadri. La lasciava da sola e partiva con il suo nuovo compagno, anche se lei pensava che Jenny non sapesse di lui.
La mattina dopo salutò sua madre, quindi tornò in casa e finì di fare i bagagli.
Prima di  andarsene si tagliò i capelli corti sulle spalle, buttò via l’ombretto nero e i tacchi alti con le calze a rete. Sarebbe stata una madre d’ora in poi. 

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Capitolo 2
*** Una fuga, un piccolo segreto ***


SEI MESI DOPO NELL’UPPER EAST SIDE
 
Qui è Gossip Girl la vostra unica fonte sulle scandalose vite dell’elitè di Manhattan. Sembra che della piccola J non ci sia proprio più traccia. Inizio a preoccuparmi e voi?
Mandatemi qualche notizia su di lei se ne avete, non siate timidi.
Xoxo Gossip Girl”

 
-Non posso credere che in sei mesi non siamo riusciti a trovare una sola notizia su di lei. Con quello che paghiamo per gli investigatori
-Calmati Rufus- disse Lily mentre suo marito si rigirava tra le mani la lettera che Jenny aveva lasciato a sua madre prima di scappare via.
“Ho deciso che stare qui è troppo doloroso per me. Mi vergogno di quello che ho fatto, ho bisogno di ricominciare in un posto dove nessuno mi giudicherà per il mio passato.
Papà so che tu e Dan mi volete bene, ma in fondo voi non sarete mai in grado di perdonarmi e che verrò sempre trattata come la piccola Jenny di Brooklyn e guardata con disprezzo in quello che ora è il vostro mondo.
Tu hai scelto Lily e Dan Serena, io sono di troppo. Non cercatemi, Jenny”
-Calmarmi? Lily mia figlia diciassettenne è scomparsa nel nulla e nessuno è stato in grado di trovarla
-Michael ha trovato una traccia, la sta seguendo.
-Degli orecchini di diamanti che tu non ricordavi neanche di avere sono stati venduti a Las Vegas, ma Jenny non è una ladra Lily
-Inoltre dalle registrazione del banco di pegni quello che gli ha venduti sembrava un ragazzino dai capelli corti e scuri, un po’ in carne-disse Serena
- con indosso un paio di sneakers- aggiunse Eric- Jenny non è mai stata grassa e neanche morta si metterebbe addosso delle sneakers!
-Si ma il bracciale di perle di Lea Donovan è stato venduto a Los Angeles e Jenny è stata vista li- disse Lily-Secondo l’investigatore è partita per la Florida dopo aver venduto il bracciale, quella era la sua meta finale. Sono sicura che la troveranno, certo dovrà rispondere del furto dei gioielli…
-Lily per l’ultima volta: Jenny non è una ladra
-Non so Rufus, Jenny ha già rubato in passato- disse Serena- ricordi il vestito
-Serena ha ragione- disse Dan- e poi hai sentito quei due per cui lavorava a Los Angeles. Ha rubato loro l’incasso ed è fuggita in Florida con il suo nuovo fidanzato Jake
-No, mi rifiuto di crederlo!
A LOS ANGELES…
Jenny  accarezzò il suo pancione e guardò la collana di ametiste affondare nelle acque dell’oceano. Aveva venduto alcuni dei gioielli che aveva portato con se ed era stata quasi scoperta. Non avrebbe dovuto vendere il bracciale di perle a Los Angeles visto che era qui che aveva deciso di fermarsi a vivere.
Il parto ormai era imminente e non poteva rischiare di essere scoperta. Per fortuna aveva incontrato due brave persone quando era arrivata in città, Greg e Brian una coppia gay, entrambi sessantenni che gestivano una piccola sartoria che effettuava riparazioni e confezionava abiti su misura.
Jenny aveva visto il cartello in vetrina, cercavano un aiuto e si era proposta.
Quando aveva raccontato loro di essere incinta pensava che non l’avrebbero assunta, invece le avevano messo persino a disposizione il piccolo appartamento sul retro del negozio.
Il posto non era un granché, un bagno senza finestre, due minuscole stanze da letto e un piccolo soggiorno con annesso cucinino. Non era abitato da almeno dieci anni, i due lo usavano saltuariamente quando avevano molto lavoro e non volevano tornare a casa, una bella villa con piscina a quaranta minuti da li.
Jenny l’aveva pulito, ridipinto e arredato a suo piacimento, era diventata la sua casa.
Brian e Greg non le avevano fatto domande fino a quando un investigatore privato che veniva da New York non si era presentato in negozio a chiedere di lei.
Se fosse stato per Greg a quel punto sarebbe stata scoperta e riportata a casa, ma Brian era un tipo sveglio oltre che un gran bugiardo e si era inventato una storia così incredibile che l’investigatore l’aveva bevuta.
-Oh Brian sei stato incredibile- gli aveva detto Greg stupito dalla sua astuzia
-Come hai fatto a imbrogliarlo?- chiese Jenny incredula
-Il segreto quando si racconta una bugia è semplice: per prima cosa la bugia deve essere molto semplice o molto complicata. Non ci sono vie di mezzo. Poi non bisogna avere dubbi, se si decide di mentire bisogna farlo fino in fondo.
A quel punto i due avevano preteso delle spiegazioni, Jenny era scoppiata a piangere e aveva raccontato loro tutta la storia.
I due avevano deciso di aiutarla, erano dei buoni amici.
 
QUALCHE GIORNO DOPO…NELL’UPPER EAST SIDE
-Non mi sento in colpa per Jenny Humprhy Serena- disse Blair mentre leggeva un libro per un corso della Columbia
-Blair cos’è successo, perché l’hai bandita e la odi tanto. Dan non vuole dirmelo- si lamentò Serena
-Serena non ne voglio parlare. Anno nuovo vita nuova, possibilmente senza quella piccola pezzente di Jenny tra i piedi
-La sua famiglia è molto preoccupata per lei
-Avrebbero dovuto preoccuparsi molto prima. E poi non ricordi tutti i problemi che hai avuto con Nate a causa sua?
-Hai ragione Jenny si è comportata male
-Senti io devo pensare a Chuck ora. E’ furioso con me, vuole rovinarmi. Jenny Humprhy è l’ultimo dei miei pensieri.
 
A LOS ANGELES….
-Spingi Jenny coraggio, ci sei quasi- la incoraggiò il suo amico Greg emozionato come mai prima d’ora
-Non posso, non posso
-Si che puoi  Jenny, avanti!
Jenny strinse i denti e spinse più forte chiedendosi perché avesse speso cinquecento dollari per l’epidurale. Il dolore si sentiva comunque.
Spinse ancora una volta, il ragazzo di Greg, Brian le asciugò il sudore dal viso e dopo otto ore di doloroso travaglio finalmente sentì il suo ventre svuotarsi.
Il pianto del piccolo fece scoppiare Greg  in lacrime.
-Andiamo Greg così il filmato verrà tutto mosso, smetti di singhiozzare- lo sfottè Brian
Jenny sorrise anche sei era troppo stanca anche per quello. Chiuse gli occhi cercando di riprendersi, ma quando l’infermiera le mise in mano quel piccolo corpicino strillante sentì una scarica di energia percorrerle il corpo.
-Complimenti è un bel maschietto- le disse l’infermiera
-Oh  non posso crederci. Sono stata io a fare questo?- le chiese Jenny accarezzando la piccola guancia del suo bambino
-Si tesoro, come lo chiamerai?- le domandò Brian commosso
 
  

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Capitolo 3
*** Il ritorno di J ***


Jenny bussò alla porta del vecchio appartamento di Brooklyn sperando che ci fosse qualcuno, suo padre aprì e appena la vide non disse niente e non si mosse.
Per lui era come tornare indietro nel passato, Jenny indossava un vestito color avorio, delle ballerine di vernice nera e aveva i capelli tagliati sopra le spalle e biondo naturale, soprattutto era quasi senza trucco. Sembrava essere tornata la sua innocente bambina.
Rufus si  limito ad abbracciarla e a piangere.
-Mi dispiace papà- disse Jenny scoppiando a sua volta in lacrime
-Jenny dove sei stata?
-Avevo bisogno di schiarirmi le idee papà. Pensavo che non sarei più tornata  ma tu e Dan mi mancavate troppo.
-Mi dispiace piccola, anch’io ho sbagliato
Jenny si asciugò le lacrime, suo padre prese il suo borsone e insieme entrarono in camera.
-La tua stanza è sempre disponibile- le disse Rufus
-Grazie papà, ma credo che la cosa migliore per me sia tornare a stare a Hudson dalla mamma
-Jenny dobbiamo parlare di tante cose. Perché sei scappata, dove sei stata tutto questo tempo?
-Non voglio scendere nei dettagli ora, ma la cosa importante è che ho capito che stavo scappando da quello che avevo fatto, ma ora so che non posso cancellare il passato. Però stando per conto mio ho ritrovato la vecchia Jenny papà, quella che non mentiva a tutti e non feriva le persone che la amavano.
-Hai le idee molto chiare- le disse Rufus
-Ho avuto tanto tempo per riflettere
-Allora adesso andrai a stare con la mamma?
-Si, studierò a casa, recupererò il tempo perso
-E tornerai ad inseguire il tuo sogno di diventare una stilista?
-No. Significherebbe dover tornare a  frequentare quel mondo che mi ha quasi distrutta. Ci sono cose più costruttive che posso fare con la mia vita.
-Capisco. Allora tesoro che ne dici di cenare insieme prima di andare da tua madre?- chiese Rufus sollevato di riavere la vecchia Jenny con se
-Si papà!

 

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Capitolo 4
*** Le voci volano nel UES ***


“Buongiorno Upper East Side! Qui è Gossip Girl, la vostra unica fonte di informazione sulle vite scandalose dell’élite di Manhattan!
Avete sentito la novità? La piccola J è tornata a casa dopo più di nove mesi di assenza, ma dopo una rapida cenetta con suo padre e suo fratello è tornata subito ad Hudson.
 Quindi stai tranquilla B, nonostante nessuno sappia il perché, il tuo esilio è ancora intatto!”
 
-Era troppo bello per essere vero!- sospirò Blair dopo aver letto l’ultima soffiata di gossip girl
-Non hai niente di cui preoccuparti B., Jenny è ad Hudson- le disse Serena mentre camminavano per i corridoi della Columbia
-Sai, speravo che almeno lei fosse uscita dalla mia vita per sempre
-Non puoi dire sul serio B! Rufus era preoccupato da morire per lei
-Lo so, lo so. E solo che con Chuck in cerca di vendetta non ho tempo di preoccuparmi anche di Jenny
-Beh Dan mi ha assicurato che è cambiata davvero, quindi credo che tu non abbia niente di cui preoccuparti


In un'altra parte meno ostile della città intanto Dan chiaccherava con il suo vecchio amico Nate dell'ultima soffiata di Gossip Girl.
-Non capisco come fa a sapere sempre tutto, Jenny è tornata da nemmeno un giorno. Non le farà piacere sapere che Gossip Girl parla già di lei- disse Dan guardando la sua tazza di caffè
-Jenny è forte, vedrai che se  la caverà
-Lo so, conosco mia sorella e so di cosa può essere capace- disse Dan convinto
-Allora come sta? Ti ha detto dov'è stata?
-E' stata in Florida, a Miami, da un'amica. Una modella che ha conosciuto quando lavorava per Eleanor Waldorf
-E' un buon posto dove riflettere, spiagge bianche, locali affollati!- scherzò Nate
-Non ne sono sicuro- disse Dan sorseggiando il suo caffè
-C’è qualcosa che non va?
-Sai quanto amasse la moda, la cosa che voleva di più al mondo era diventare una stilista.
-E adesso invece?
-Ha venduto la sua macchina da cucire, tutti i suoi vestiti firmati e passa tutto il suo tempo sui libri. Dice che vuole diplomarsi, andare al college e laurearsi in legge
-Beh un bel cambiamento, non c’è che dire. Comunque non capisco perché sei così preoccupato. Jenny è giovane, è normale cambiare idea alla sua età.
-Non so, c’è qualcosa che non va. Io conosco Jenny e non mi convince.
-Dan è normale. Jenny sta crescendo
-Forse è come dici tu. Ora devo andare, grazie per il caffè- disse Dan
-Anch'io ho da fare, fatti sentire


Più tardi quella sera Nate ritornò all'Empaire, si sentiva in dovere di parlare con Chuck. Anche se non era sicuro che a lui importasse qualcosa di sapere che fine aveva fatto la piccola Jenny Humphry.
-Oggi ho parlato con Dan- disse Nate versandosi qualcosa da bere
-Perché dovrebbe importarmi qualcosa di quello che dice Dan Humphry?- chiese Chuck mentre si sistemava i capelli
-Abbiamo parlato di Jenny- disse Nate sistemandosi alle sue spalle
Chuck si limitò a guardare infastidito il suo riflesso nello specchio.
-Dice che Jenny sta bene, ha ricominciato a studiare e vorrebbe prepararsi per il college. Vuole diventare avvocato
-Nate ripeto, perché dovrebbe importarmi?
-Visto che Jenny è scappata a causa tua pensavo che ti avrebbe fatto sentire meglio sapere che è tornata e sta bene.
-Jenny non è scappata a causa mia- protestò Chuck
-Pensala come vuoi- rispose Nate infastidito da quell'atteggiamento. Poggiò il bicchiere e uscì.
 

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Capitolo 5
*** Un vuoto doloroso ***


Jenny chiuse il libro di chimica, erano già le undici, doveva andare a dormire perché l’indomani avrebbe sostenuto un test molto importante. Voleva diplomarsi il più velocemente possibile, quindi doveva studiare il doppio per recuperare il tempo perduto. Voleva lasciare Hudson, andare a studiare il più lontano possibile dall’Upper East Side, ricostruirsi una vita.
Studiare l’aiutava a non pensare, andare a correre l’aiutava a non pensare, ma non poteva tenere la sua mente occupata ventiquattro ore su ventiquattro e allora, quando si deconcentrava, pensava a lui.

 “-Come lo chiamerai Jenny?- le chiese Brian
-In nessun modo. Io non posso fargli da madre, rovinerei la sua vita. Lui ha bisogno di una vera famiglia- disse ridando il bambino all’infermiera perché lo pulissero
-Allora hai deciso di darlo in adozione?
Jenny ci pensò un  attimo. Voleva davvero dare via suo figlio e non rivederlo mai più?
Avrebbe voluto tenerlo con se, ma come avrebbe potuto mantenerlo senza un lavoro e un titolo di studio? Inoltre non poteva pensare a come dire ai suoi genitori e a Dan del bambino. Loro sarebbero andati a uccidere Chuck, ne era certa.
Chi poteva sapere cosa Chuck avrebbe potuto fare sapendo di avere un figlio? E Blair? Non era davvero in grado di affrontarla di nuovo.
Poi tutti avrebbero saputo che aveva perso la sua V card con Chuck. No, la sua reputazione, o almeno quel poco che ne restava sarebbe stata rovinata per sempre.
-Si, è la cosa giusta da fare. Avrà una mamma e un papà che lo ameranno e io potrò cercare di ricostruirmi una vita- disse infine a Brian.
Le lacrime le scorrevano sul viso inarrestabili, ma non singhiozzava. Si asciugò gli occhi cercando di essere forte. Si era detta che quello era anche suo figlio, non solo di Chuck, che avrebbe potuto essere una buona madre, ma ora non ne era più sicura.
Una donna con indosso un tailleur dozzinale e i capelli corti entrò nella stanza, era l’assistente sociale con cui aveva parlato qualche settimana prima.
-Allora Jenny, se sei decisa questi sono i documenti da firmare.
Jenny prese le carte che la donna le porgeva e le firmò senza esitare.
-Hai un mese e mezzo di tempo per ripensarci- le disse la donna guardandola con pietà
-Non lo farò, questa è la cosa giusta.
La donna annuì, quindi prese il bambino con se e uscì dalla stanza. Quella fu la prima e ultima volta che vide suo figli”
 

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Capitolo 6
*** Due anni dopo ***


Due anni dopo

Jenny Humphry si infilò un paio di jeans blu scuro, una maglia bianca e un paio di ballerine a pois rossi ai piedi. Prese la sua tracolla di pelle e, dopo essersi legata i capelli in un’ordinata treccia com'era ormai suo solito, si preparò ad uscire di casa.
-Tesoro aspetta- le disse sua madre
Jenny si voltò e lei le scattò una foto
-Mamma cosa fai?
-E’ il tuo primo giorno alla Columbia, non posso credere che alla fine tu abbia deciso di restare qui. Sembravi così decise a lasciare lo stato
-Lo so, ma andando alla Columbia potrò vedere te, papà e Dan più spesso. Starò al dormitorio tutta la settimana e tornerò a casa nei week-end.
-Potresti anche uscire e divertirti, non l’hai fatto molto negli ultimi due anni
-Dovevo studiare mamma!
-E l’hai fatto! Sei stata ammessa con il massimo dei voti alla Columbia. Però lo studio non è tutto
-E’ quello che conta per me ora- rispose Jenny con un sorriso
-Bene, ora vai. Non voglio farti fare tardi al primo giorno di lezione
Jenny uscì di casa, prese l’autobus e raggiunse il campus. Si sedette e quando l'autobus si rimise in marcia lei poggiò la testa contro il finestrino.
Forse sua madre aveva ragione, avrebbe dovuto uscire e divertirsi, ma voleva farlo con le persone giuste questa volta.
Sperava di farsi degli amici, magari di conoscere anche un ragazzo che l'amasse. Ma sarebbe stata prudente, in passato aveva pagato caro i suoi errori di giudizio.
Per un secondo ripensò a suo figlio, ormai la sua immagine era sempre più sbiadita, ma comunque restava li. Sapeva che la sensazione del suo piccolo corpo tremante fra le sue braccia il giorno che era nato sarebbe stata indelebile, marchiata a fuoco nel suo cuore per sempre.
Scacciò quel pensiero dalla mente e si distrasse leggendo il programma del suo corso di diritto comparato.

“Avvistata: dopo due anni di latitanza la piccola J ricompare alla Columbia, ammessa a pieni voti alla facoltà di legge. Non solo ma senza abiti firmati, trucco dark e calze in bella vista. Che abbia davvero cambiato stile una volta per tutte?
Solo il tempo lo dirà!
xoxo Gossip Girl"

 
-Incredibile, quella piccola arrampicatrice sociale ha deciso di copiarmi ancora una volta!- disse Blair furiosa
-Di che parli?- le chiese Louis sorpreso
-Già B., che ti prende ora?- chiese Serena
-Jenny è riuscita a farsi ammettere alla Columbia
-Blair non credo che iscriversi alla facoltà di legge abbia a che fare con te
-Inoltre tu non sei più alla Columbia- le fece notare Louis
Blair lo guardò offesa, laurearsi era stata una delle cose che avrebbe voluto fare e non mandava giù il fatto di non esserci riuscita. Al contrario di Serena a cui non importava, lei ci teneva ad avere un istruzione superiore.
-Non è questo il punto!- esclamò inviperita prima di lasciare la sala

Chuck lesse la soffiata di Gossip Girl, davvero interessante, quella non sembrava per niente la piccola Jenny che aveva conosciuto.
Era davvero cambiata, del resto anche lui l’aveva fatto.

Jenny osservò infastidita i suoi colleghi che leggevano l’ultima soffiata di gossip girl. Quella sociopatica che gestiva il blog non aveva davvero niente da fare!
Comunque non era preoccupata, doveva solo concentrarsi sui libri ed evitare di avere una vita sociale, a quel punto gossip girl l’avrebbe lasciata in pace.

 

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Capitolo 7
*** Una nuova vita per J ***


Tre mesi dopo
Il primo trimestre era terminato e i suoi test erano andati benissimo, aveva conosciuto delle ragazze simpatiche ed era uscita con qualche ragazzo carino, anche se non era stato niente di serio.
In particolare aveva legato con Samara, una ragazza che veniva dal Conneticut e con lei aveva iniziato ad andare a correre tutte le mattine. Samara studiava psicologia, era timida e non amava mettersi in mostra, il tipo giusto per lei. Pranzavano sempre insieme, con un gruppo di altre matricole o da sole e uscivano insieme il venerdì sera. Non frequentavano posti chic e mondani ma a lei stava bene così.
Jenny si sentiva abbastanza felice, le era mancato uscire con gli amici e avere qualcuno con cui parlare anche se non avrebbe mai potuto rivelare a Samara il suo segreto.
Inoltre gossip girl non aveva pubblicato una sola riga su di lei. Cosa poteva volere di più?
Jenny preparò la sua valigia, sarebbe tornata a casa ad Hudson per una settimana di vacanza. Almeno questo era il piano fino a quando Dan non fece capolino nella sua stanza
-Toc toc!
-Dan, che ci fai qui?
-Sono venuto a trovarti
-Potevi aspettare che tornassi a casa- disse lei abbracciandolo
-E che non ci vediamo da un po’
-Sono stata impegnata con lo studio. Il corso è molto faticoso
-Certo, ma mi sembra che tu stia mettendo tanta energia nello studio per evitare qualcosa Jenny
-Dan io sto studiando legge, non letteratura!- esclamò Jenny seccata- scusa non volevo offenderti
-Figurati, a volte anch’io penso di aver sprecato il mio tempo
-Va così male?
-Perché non vieni a casa da me, ceniamo insieme e ne parliamo?
-Ok, ma poi tornerò ad Hudson
-Andiamo, potresti almeno stare qualche giorno. Potremmo andare a trovare papà e Lily e Eric
-No Dan, voglio stare lontana dal UES.
-Senti se è per il tuo esilio, ho parlato con Blair e mi ha detto che è revocato. Presto sposerà un principe, e da vera principessa ha deciso di mostrarsi superiore e benevola- rise Dan
-Non è per Blair, è per me. Ci sono solo brutti ricordi per me li
-Ti riferisci a Chuck?
-Vorrei dimenticare quel nome. Se per te va bene possiamo cenare all’ indiano e  parlare del tuo blocco dello scrittore ma niente di più!
-Accetto- disse Dan rassegnato. Sua sorella era testarda
 

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Capitolo 8
*** Alla fermata del bus ***


“Avvistata: dopo mesi passati rinchiusa in biblioteca J è tornata a Brooklyn. In compagnia del ragazzo solitario si è gustata del buon cibo indiano e poi, dopo due ore di fitta conversazione tra fratelli, è tornata di corsa ad Hudson. Ora mi chiedo: cosa sarà mai successo per averle fatto spuntare questa allergia per l’UES?
Vi ricordate quando il suo sogno era esserne la regina incontrastata?
Devo indgare?
Xoxo Gossip Girl”
 

Una settimana dopo
C’era decisamente freddo quella mattina, per fortuna Jenny aveva indossato un capotto e non la sua solita giacca in pelle. Era un regalo che Lily e Rufus le avevano mandato con Eric per complimentarsi degli ottimi voti. Ovviamente era firmato, un capo dell’ultima collezione di Armani, rosso e morbidissimo.
Mentre aspettava l’autobus si infilò le mani in tasca, le piaceva, non poteva negarlo. Aveva giurato di stare lontana dalle frivolezze e dalla mondanità, le erano costate fin troppo, ma quello era un regalo di suo padre e non sarebbe stato bello rifiutarlo.
Sua madre invece le aveva regalato una piccola catenina doro con un pendente a forma di sole, perché lei stava  emanando un'energia potente e ogni giorno che passava diventava sempre più luminosa.
L’aveva ringraziata ma non si era sentita di indossarlo perché non si vedeva così luminosa, da quando aveva dato via il suo bambino, si sentiva sempre incompleta. Si chiedeva se fosse felice, che cosa stesse facendo e solo impegnarsi nello studio e nelle attività extra curriculari riusciva a distrarla dal pensare a lui.
Mentre era distratta pensando a questo non si accorse che una macchina lussuosa si fermava davanti a lei.
Il suono di qualcuno che si schiariva la voce le fece sollevare lo sguardo sull’auto, davanti a lei c’era niente poco di meno che Chuck Bass. Era esattamente come lo ricordava, non sembrava cambiato poi tanto e questo la fece arrabbiare.
Jenny lo guardò ma non disse niente, cosa avrebbe dovuto dire?
L’ultima volta che l’aveva visto suo fratello gli aveva dato un pugno, Blair l’aveva bandita e lei era scappata ad Hudson da sua madre.
Quindi perché ora era li.
-Ciao Jenny, posso darti un passaggio?
“E’ qui per darmi un passaggio? Non scherziamo!” pensò Jenny trovando la cosa quasi divertente
-Preferisco aspettare l’autobus- pronunciò quella frase senza mostrare nessuna emozione in particolare, anche se in realtà sentiva di odiarlo con tutte le fibre del suo corpo.
-Jenny io vorrei parlare con te, se me lo permetti
-Chuck non ci vediamo da una vita, di cosa dovremmo parlare?- chiese mostrandosi stupita
-Io mi sono comportato male con te
-E’ storia antica
-Se è così perché non vieni al party di beneficenza che Lily sta organizzando questo fine settimana? Blair ormai ha ufficialmente cancellato il tuo esilio, ha dato il pubblico annuncio su Gossip Girl
-Devo studiare
-Puoi restare solo il tempo di un saluto. Sono solo un paio d’ore.
-Voglio mantenere una media alta e questo richiede un impegno costante. Non ho molto tempo per uscire, il poco che ho vorrei usarlo per stare con persone che mi piacciono
-Un tempo ti piaceva la gente che frequentava i party di Lily- disse Chuck amareggiato
-Ero una ragazzina, molto stupida e ingenua.
-Jenny io ti ho ferita
-Questo è un fatto innegabile- disse Jenny
-Vorrei ci fosse un modo per fare ammenda delle mie azioni, per rimediare a quello che ho fatto
-Ma visto che non possiamo cambiare il passato l’unica cosa che puoi fare è lasciarmi in pace. Non credi?- disse Jenny  vedendo l’autobus arrivare sollevata
-Jenny ci sarà pure un modo per farmi perdonare da te?
- Non farti più rivedere- gli disse acida prima di salire sul bus 

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Capitolo 9
*** nessun segreto è destinato a durare nell'UES ***


 
I cellulari delle sue colleghe emisero un beep e loro si precipitarono a leggere il messaggio.
 Lei aveva quasi quarant’anni, non era più giovanissima, suo marito aveva perso il lavoro e per tirare avanti aveva accettato un posto come cameriere a New York.
Lei aveva trovato un lavoro ben pagato in una clinica privata a Manhattan, dove le riccone andavano a rifarsi e volevano discrezione assoluta.
Odiava quella gente piena di soldi che poteva spendere e spandere mentre lei doveva stare attenta a ogni centesimo per mandare i figli a scuola e pagare loro da mangiare.
Quelle due ragazze le ricordavano com’era un tempo, giovane e spensierata, il loro atteggiamento la irritava.
-Insomma ragazze, i telefoni qui dovrebbero restare spenti!- le rimproverò
-Scusa Betty, ma questo dovevamo assolutamente leggerlo- rispose Amelia, una giovane infermiera a cui faceva da mentore per quel semestre
-Di che si tratta? Siete sempre così prese da quel cellulare, non capisco perché!
-E’ un blog, Gossip Girl- le spiegò Amelia
-Un blog di pettegolezzi?- chiese scettica
-Già, sull’elite di Manhattan
-Non capisco cosa ci troviate di interessante, sono persone come tante altre.
-Con molti più soldi di quanti tu e io ne potremmo mai sognare- sospiro Alice, una ragazza ossuta e smunta che non era mai di buon umore
-Mai dire mai. Guarda Jenny Humphrey!
-Jenny Humphrey?- chiese Betty incuriosita, quel nome non le suonava nuovo
-Si. Era una povera ragazza di Brooklyn
-E ora è una povera ragazza di Hudson- ribatté Alice
-Che indossa un cappotto Armani e frequenta la Columbia e ha un miliardario che l’aspetta in limousine davanti alla fermata del bus!- ribatté estasiata Amelia
Betty guardò il telefono di Amelia, vide la foto di Jenny.
“Avvistato:C. che scambia due parole con J. Non sembra una chiacchierata amichevole, ma cosa vorrà mai da lei? Che il nostro Basstardo preferito abbia in mente qualcosa di malvagio?
Solo il tempo lo dirà.
Xoxo Gossip Girl”
e le tornò in mente quella ragazzina spaventata che aveva dato via suo figlio. Cosa aveva detto agli uomini che erano con lei?
“Se si scoprisse che ho avuto un figlio con quel bastardo la mia vita sarebbe rovinata”
O era “Basstardo”?
-Chi è questo milionario Amelia?- chiese Betty interessata
-Oh, Chuck Bass, il padrone delle Bass industries. E’ stra mega milionario!- esclamò la ragazza
-Alice, tu finisci di svuotare le padelle. Amelia tu vieni con me
Alice guardò le due che si allontanavano inviperita.
-Dove andiamo?- chiese Amelia
-A prenderci un caffè, sono a New York da un po’ ed è ora che mi informi un po’ sui pettegolezzi. Voglio sapere tutto di questo sito di gossip e di quella Jenny. Sembra una storia interessante!
-Oh lo è!- ribattè Amelia entusiasta
“Non sai quanto tesoro”- pensò Betty sfregandosi le mani
Offrì alla ragazza un bel caffè e una ciambella, si fece installare la app del sito sul suo cellulare e si fece raccontare tutto su Jenny Humphrey 

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