I lungimiranti consigli di Hermione Granger

di Nisi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pene d'amore al chiar di luna ***
Capitolo 2: *** Intrusi nel regno di Hermione Granger, Grifondoro ***
Capitolo 3: *** Infito al Ballo del Ciocco ***
Capitolo 4: *** Eloise balla da sola ***



Capitolo 1
*** Pene d'amore al chiar di luna ***


“Hermione! Hai visto Ginny?” la voce di Ron mi giunge da lontano, quasi come se stessi sognando e non fossi china su uno dei miei tomi di Aritmanzia.

Essendo la materia più difficile che si studia ad Hogwarts, oltre al libro di testo richiesto, mi sono anche procurata “Aritmanzia comparata. Introduzione alla materia”, “Corso avanzato di Aritmanzia nucleare” ed anche l’ottimo saggio di Trikk e Balakk (professori emeriti ungheresi): “Aritmanzia e vita reale. Dove ritrovare elementi di questa affascinante scienza nel nostro quotidiano.”

Non sono neanche scesa a cena. A dire il vero, ho mangiato un po’ troppo a pranzo e quando ho lo stomaco pieno non riesco a concentrarmi bene. Per cui, quando Harry e Ron sono scesi in Sala Grande, io li ho salutati distrattamente con la mano ed ho riportato gli occhi sui libri.

Tra le altre cose, sono ferma da dieci minuti su un passaggio particolarmente ostico e volevo assolutamente farlo mio. Aritmanzia, oltre ad essere la materia più difficile che ci sia, è anche una delle più affascinanti. E’… magica, non saprei utilizzare un modo migliore per descriverla: si tratta di una serie di nozioni apparentemente slegate l’una dall’altra. Man mano che la si studia, invece, si riesce a capire che tutte le regole, tutti gli schemi sono strettamente collegati l’una all’altro. E’ molto complicata, ma quando si riesce a comprendere, è come se ti si spalancasse un mondo di fronte.

Io studio per farmi un’istruzione, ma non solo: è che mi diverto, mi appassiono ad utilizzare il mio cervello, a capire quello che è incomprensibile ai più. Sono considerata la so-tutto-io-di-Hogwarts, ma questa è solo una conseguenza della mia passione per lo studio.

A volte, sono talmente presa da quello che sto leggendo che mi dimentico persino di mangiare. Ginny mi ha rimproverata tante volte. Lo so che dovrei stare più attenta al mio corpo, ma, ora come ora, lo considero più che altro come un veicolo per il mio cervello. Sono un po’ impacciata nelle attività fisiche: ho il terrore di salire su una scopa ed il quidditch mi annoia. Cioè, mi diverto a vedere le partite della squadra di Grifondoro, ma ci vado più che altro per fare il tifo per i miei amici.

“No, non l’ho vista. Ho studiato tutto il giorno.” gli rispondo in tono un po’ saccente. “Cosa che dovresti fare anche tu, Ron, visto che l’anno prossimo avremo i G.U.F.O. e non si…”

“Va bene, va bene, ho capito. Vado a cercarla.” mi interrompe Ron sbuffando.

Sono rimasta sola nella sala comune e piano appoggio la mia piuma sul tavolo e chiudo il libro.

Fisso il fuoco per un momento ed il mio pensiero corre a Ron. Questa volta, ho fatto apposta ad essere acida con lui. Per due ragioni: la prima è che Ginny mi ha ordinato di rispondere sempre in maniera evasiva a Ron in caso mi facesse delle domande su di lei ed un po’ la capisco: lui è sempre talmente apprensivo con lei che se lei glielo permettesse, lui spierebbe ogni sua mossa. Non so se sia normale che i fratelli maggiori siano così protettivi nei confronti delle sorelle minori. Mi è capitato di leggere di cose del genere, ma non avendo né fratelli, né sorelle, posso parlare solamente per sentito dire.

La seconda ragione è che è un periodo che con Ron mi sento a disagio. Per cui preferisco avere a che fare con lui il meno possibile e cerco di liquidarlo velocemente. Mi rende nervosa. Strano, con Harry non succede. Forse perché lui ha un carattere meno complicato ed è sicuramente più ragionevole di Ron.

Esco dal buco del ritratto stando bene attenta che dall’altra parte non ci sia nessuno, poi dopo essermi guardata in giro, mi dirigo in direzione della Torre Nord.

Poco prima di imboccare l’ultimo corridoio c’è una porta seminascosta dietro ad un arazzo. Nella stanza non c’è proprio niente, si tratta solamente una delle innumerevoli aule vuote che si trovano ad Hogwarts. Qui di solito viene Ginny quando vuole rimanere sola: si siede sull’ampio davanzale della finestra ed allunga le gambe davanti a sé; le imposte sono aperte e nelle notti di luna piena si può vedere un bel panorama del lago.

Ed è proprio nella solita posizione che ritrovo Ginny.

Mi avvicino. “Ginny, Ron ti sta cercando.” la informo in tono ragionevole.

Fa spallucce, e quando mi accosto a lei, vedo che tra le mani stringe un fazzoletto spiegazzato che ho visto usare da Ron parecchie volte. Mi irrigidisco quando mi rendo conto che la mia amica ha appena finito di piangere.

Cautamente le domando: “Ehm, cosa succede? Perché piangi?”

“Harry.”

Già. Harry, tanto per cambiare.

E’ da una vita che a Ginny piace Harry. All’inizio pensavo fosse l’infatuazione della streghetta per il mago famoso (ed Harry è famoso, suo malgrado), ma poi, visto che la cosa continuava, ho capito che per Ginny era una cosa abbastanza seria.

“E’ successo qualcosa?”. Sono preoccupata: Ginny non ha mai pianto per lui prima di oggi e ciò mi sembra strano.

“Io non gli piaccio.” mi dice raddrizzando la schiena e tirando su con il naso.

“Non è la prima volta che dici così. Deve essere successo qualcosa!” è la mia logica deduzione.

“Harry si è innamorato di quella cretina di Cho Chang!” ringhia rivolta alla luna, alla finestra, a me, ai muri.

Speravo che non lo capisse, ma Ginny non è stupida. E’ da un po’ che lei gli piace, ed Harry non è tanto bravo a nascondere i suoi sentimenti per Cho. Non con me, almeno: tutti pensano che io sia troppo sprofondata nei libri per capire, ma a volte essi sono un ottimo schermo per guardare senza essere visti.

Non direi nemmeno che Cho sia una cretina: mi sembra abbastanza in gamba, invece. Solo che non credo che questo sia quello che vuole sentirsi dire Ginny. Mi limito ad un diplomatico: “Ah.”

“Tu lo sapevi, vero?” mi prende un braccio per attirare la mia attenzione.

“Harry non mi ha detto niente, ma diciamo che un po’ si capisce.” rispondo a malincuore.

“Un po’ si capisce? Oh, oggi la guardava come se… come se…” non riesce a completare la frase perché un groppo le si forma in gola.

Incrocia le braccia sul petto e china il capo, la sua bocca contorta in una smorfia.

“Vorrei sapere cosa ho io che non va.”

“Senti, Ginny, non puoi pretendere che lui si innamori di te se tutte le volte che lo vedi scappi via, oppure sei talmente in imbarazzo da non riuscire a dire niente. Non ti conosce, non è possibile che si innamori di te!” è logico: chi mai potrebbe innamorarsi di una strega che non parla?

“Sì, ma neanche Cho la conosce eppure lui si è preso la cotta lo stesso!”

“Cho la vede alle partite di quidditch! Certo che hanno qualcosa in comune!”

“Anche io vado alle partite di quidditch, Hermione! Lo so io cosa non va in me!”

Sbatto gli occhi un po’ perplessa: “E cosa non andrebbe bene in te?”

“Io… io sembro una bambina! Mentre Cho ha…” non ha il coraggio di finire la frase, infatti diventa tutta rossa come i suoi capelli, ma il gesto che fa, le mani a coppa poste all’altezza del petto, è eloquente.

Arrossisco a mia volta e faccio scorrere lo sguardo sulla figura della mia amica: è vero, sembra proprio una bambinetta con quei capelli rossi, le lentiggini e quella corporatura minuta ed ancora infantile.

Io non sono tanto diversa, anche se devo ammettere che da un annetto a questa parte la situazione è migliorata. Non credo che nessuno se ne sia accorto, dal momento in cui io indosso sempre la tunica da maga. E’ più pratica, comoda e si indossa facilmente.

Nel frattempo Ginny ha ricominciato a piangere ed io mi sento stringere il cuore. Per fortuna, il mio sapere mi toglie d’impiccio ancora una volta: esamino scrupolosamente il corpo di Ginny e scuoto il capo: “E’ presto, Gin, dai tempo al tempo: devi ancora crescere e tieni presente che Cho ha ben due anni più di te.” mi sembra di essere Madama Chips: stesso tono brusco e professionale. “Me la ricordo, Cho: quando ero al primo anno, lei frequentava il secondo ed era una ragazzina con le trecce mingherlina e striminzita come…” mi interrompo prima di fare una gaffe e prendo un profondo sospiro. “Come tante ragazzine della sua età.”

Gin mi guarda dubbiosa, poi si sbircia sotto la camicia con aria sconsolata.

“Fidati! Hai appena cominciato a svilupparti, ci vuole solo tempo ed un po’ di pazienza.”

“Perché devo aspettare?” mi rimbecca petulante la mia amica.

Ignoro il suo commento e torno alla carica con un consiglio un po’ particolare: “Dammi retta, Gin: perché non provi a vivere la tua vita senza Harry?” Lei mi guarda dubbiosa ed io continuo imperterrita. “Dico sul serio. Prova a uscire con altri ragazzi, cerca di pensare a qualcun altro… Così fai anche… “ prendo fiato e divento rossa. “Un po’ di esperienza.”

“Ti ha dato di volta il cervello, Herm? Sei sicura di non aver letto troppi libri?”

Roteo gli occhi: quella battuta sui libri me la sento ripetere almeno da dieci anni ed ho smesso da tempo di trovarla divertente: “No, sono sanissima, te lo assicuro. Pensaci.”

“Tu dici?”

“Io dico. Mi sembra la cosa migliore.”

“Forse hai ragione.”

”Certo che ho ragione!”

“Non pensavo te la cavassi così bene in campo sentimentale.” mi prende in giro la mia amica tirando su con il naso ed io divento ancora più rossa.

“Non me la cavo bene. E’ solo questione di logica, di usare il cervello per capire qual è la cosa giusta da fare” esclamo puntandomi un indice alla tempia.

Ne sono sempre stata assolutamente convinta e ne sono convinta tutt’ora. Ma ho scoperto che, per qualche strano meccanismo, sono incapace di usare la logica nella mia vita personale.

* * *

Ecco, che ve ne pare? E’ una fanfiction “pseudoromantica” piccola piccola che durerà solamente qualche capitolo. Non si tratta di una Harry/Ginny ed una Ron/Hermione, per cui se volete leggere di queste due coppie, passate oltre.

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Capitolo 2
*** Intrusi nel regno di Hermione Granger, Grifondoro ***


Sono arrivati gli studenti da Durmstrang e da Beauxbatons da un paio di settimane ed ho già scoperto che mi piacerebbe da impazzire vedere Fleur che a causa del nostro cibo a suo dire troppo grasso, non riesce più ad entrare nella divisa della sua scuola. Per fortuna che gli alunni francesi si siedono con i Corvonero, visto che in questo momento non sono tanto dell’umore di sopportare spocchie e smorfioserie d’Oltremanica. Sono stanca, davvero: da quando il Calice di Fuoco ha sputato foglietto con il nome di Harry, per me non è stato altro che un correre da una parte all’altra della scuola per cercare di far riconciliare Harry e Ron.

Al solito, è stato Ron a cominciare ed Harry, dopo un… direi, parecchi tentativi per fargli entrare in testa che non gli sarebbe mai passato per la testa di candidarsi quale campione per la Scuola di Magia e di Stregoneria di Hogwarts, ci ha rinunciato. Un po’ lo capisco, Ron: sempre nell’ombra di qualche altro fratello più brillante, più simpatico, più bello di lui, si ritrova ad avere un amico della fama di Harry. Consapevolmente, lui sa benissimo che al posto di quella cicatrice nel bel mezzo della fronte, Harry preferirebbe avere ancora mamma e papà sani e salvi, ma, come disse Freud (e come dissero Trapp Ann Cervell, Psycho LaBelle e Elektra Shock – pioniere della psichiamagia prima di lui), c’è la questione del subconscio. Ron invidia da morire la fama di Harry, nonostante questa sia un fardello di una pesantezza unica, ed è geloso marcio di Ginny, tanto per rincarare la dose.

Vorrei proprio sapere come reagirebbe se una ragazza che gli piace uscisse con un altro. Ma ciò non succederà mai: neanche con una maledizione Imperius lo ammetterebbe. E credo sia anche troppo immaturo perché gli piaccia una strega. Nel senso che non la voglia solo per…

Insomma, ne ho avuto abbastanza di fare da paciere, soprattutto quando non vengo ascoltata e gli argomenti della logica e del buon senso cozzano contro quelle due teste di legno, tanto più che a star dietro a loro, rischio di essere bocciata ai Gufo dell’anno prossimo: quando siamo a pranzo e a cena, c’è un’atmosfera che neanche un Incantesimo incendiario potrebbe scaldare.

Stupidi ragazzi, perché non capiscono che io soffro a vederli litigare così?

Di conseguenza, cerco di evitare di assistere ai musi lunghi di Ron ed all’imbarazzo di Harry e mi rifugio, sempre più spesso, in biblioteca. Un’altra mia debolezza, a quanto pare.

Ginny mi prende in giro, ma almeno tra quelle mura sto tranquilla: l’odore di quella carta antica mi è sempre stato amico, il silenzio interrotto solo dal girare delle pagine mi dà una sensazione di pace. E, in tutta franchezza, riesco meglio a comprendere un trattato di Aritmanzia che il comportamento dei maschi della mia età.

Al solito, ho inghiottito qualche boccone in fretta e me la sono data a gambe, anche perché oggi Ron aveva la faccia dei giorni neri (pessimi voti in Pozioni: Piton ha tolto venti punti a Grifondoro perché Ron ha lasciato sobbollire l’emulsione di aconito e viola cornuta per cinque minuti più del previsto, tanto che invece di un rumore di bolle che scoppiavano ritmicamente, si sentivano orribili conati di vomito) e stava decidendo se prendersela con me oppure con Harry.

Sono fortunata, sono ancora tutti a mangiare e me ne posso stare in pace. Oggi ho voglia di leggere qualcosa di frivolo, per cui mi accingo a consultare lo schedario. Una panca si sposta con un rumore talmente acuto che un brivido mi corre lungo la schiena. Evidentemente, non sono sola. Sposto lo sguardo e noto che Viktor Krum si è seduto non lontano da me e mi sta guardando. Cos’ha da guardare e cosa ci fa lui nella MIA biblioteca?

Forse sta cercando di ricordarsi dove può avermi visto; in effetti, l’ho incrociato un paio di volte nei corridoi, ma non penso mi abbia mai notata: attorniato dal suo Fan Club, credo abbia altro a cui pensare che alla secchiona di Hogwarts che porta in media una ventina di libri appesi alla spalla. In realtà, i libri che mi porto appresso variano dai diciotto ai ventitre, con picchi di venticinque nei periodi più intensi, ma non mi sembra importante specificarlo e a lui credo francamente non interessi.

Scartabello nello schedario per trovare, come dicevo, qualcosa di leggero e, con mia grande gioia, noto che “Antiche rune, geroglifici egizi e la calligrafia dei medici babbani - differenze ed analogie” è finalmente rientrato dal prestito: finalmente Mandy Brocklehurst lo ha riportato.

Controllo la segnatura e mi avventuro tra gli scaffali per recuperarlo in fretta (prima che lo reclami qualcun altro). Cammino tra i corridoi, puntando l’indice per leggere meglio le indicazioni. Ecco, lo scaffale è questo, ma il testo che mi interessa è nella mensola più in alto. Mentre frugo nella tasca interna della tunica per recuperare la bacchetta, sento una presenza dietro di me che mi fa trasalire.

Mi volto di scatto e vedo il volto serio di Viktor Krum. “Qvale libro ti serfe?” Sbatto le palpebre per un attimo, quasi incredula.”Quello, Antiche rune, geroglifici egizi, ma ce la facc…” rispondo mentre indico con il dito anche se so che non sta bene.

“E’ qvesto, allora?” prende il testo e lo guarda attentamente “Tu essere strega pikkola, ma afere sempre tanti libri in spalla. Troppo pesante ed anche qvesto essere pesante”.

La prima cosa che penso è che Viktor Krum ha un accento atroce. Dopo un attimo, giungo alla conclusione che se io parlassi il bulgaro, probabilmente il mio accento sarebbe altrettanto terribile.

“Grazie, ma ci sono abituata.” Rispondo asciutta, quasi strappandogli il libro dalle mani. Merlino, ma cosa importa alla gente che il libro sia pesante?

“Io sono Viktor Krum”, si presenta posandosi una mano sul petto e chinando il capo.

Usanza bulgara? Probabilmente sì. Purtroppo, non si sa molto dei maghi di Durmstrang e pare che Karkaroff voglia tenere segrete le più piccole cose riguardo alla scuola, alle sue regole ed alle sue tradizioni. Peccato, sarebbe molto interessante scoprire che differenze ci sono tra loro e noi che frequentiamo Hogwarts.

“Lo so. Ed io sono Hermione Granger.” Rispondo un po’ acida.

Mi guarda in tralice e risponde annuendo due o tre volte: “Lo so. Tu essere strega più intelligente di scuola Hogvarts.”

Mio malgrado, divento rossa: di solito nessuno mi dice cose del genere. “Beh… ecco… grazie, molto gentile. Ti ringrazio per l’aiuto, ora vorrei leggere un po’” Sono appoggiata allo scaffale e lui è vicino a me e non so perché ma ho voglia di scappare anche se mi sembra poco gentile.

“Ti piace qvidditch?” mi domanda un po’ impacciato.

“No, non tanto.” Rispondo onestamente. La verità innanzitutto.

“Ti danno fastidio qvelle rakazze che mi seguono anche qvi in biblioteca, fero?”

“Sì!” rispondo con veemenza. “Questo è un posto dove si legge e si studia, non un luogo per...” mi interrompo perché sto per dire qualcosa che credo Krum non apprezzerebbe e la cooperazione internazionale tra maghi potrebbe averne a soffrire.

“Prego, continuare!” mi invita, con l’ombra di un sorriso.

“Fanno troppo baccano. Questa è una biblioteca…” mi sembra di essere diventata Madama Pince.

“Scusa...”

“Non è colpa tua.” Sono ancora più brusca perché in fondo penso che, sì, è colpa sua e che con quello stuolo di streghette adoranti e svenevoli dovrebbe stare lontano da qui. “Scusa”, mi pento un secondo più tardi. “Sono stata scortese.”

“Non tefi. E’ bello che qvalcuno dice qvello che pensa daffero.” Altro sorriso che rende il suo cipiglio perenne un po’ meno truce.

Io resto in silenzio e lui pure mentre comincio a sentirmi in imbarazzo. I miei amici non mi trattano così, non ci sono abituata. Dopo qualche secondo, alzo gli occhi che avevo tenuto puntati sullo scaffale di fronte a me: “Ti ringrazio per avermi preso il libro, ora vado a leggere.” Ripeto per l’ennesima volta.

“Chiamami se tu hai bisogno per prendere libro in alto, fa bene?”

“Grazie, ma con la bacchetta riesco…” mi interrompo perché, ad un tratto, mi sembra di avere detto una cosa tanto, tanto stupida. Strano, perché mi pare la risposta più logica che avrei potuto dare.

Proprio in quel momento, la porta della biblioteca si spalanca ed il Viktor Krum Fan Club fa il suo ingresso trionfale nella stanza, nel MIO regno.

“Viktor, dove ti eri cacciato?” tuba una delle streghette.

Lui si gira verso di me, annuisce, ed esce dalla biblioteca.

Che tipo strano, penso. E non è il classico sportivo tutti i muscoli e niente cervello: frequenta le biblioteche e questo gli fa onore.

Ed è gentile, se non altro. Alzo le spalle, pensando che è stato solo per un caso che lui mi abbia rivolto la parola. Un caso, certo.

Ma devo ricredermi perché il giorno dopo, non appena chiudo la porta della sala lettura, lo vedo dietro di me.

“Puonciorno, Hermioninny Granger. Defi prendere libro in alto?”

Io spalanco gli occhi incredula. “No, no, sono solo venuta a restituire quello di ieri.”

”Lo hai cià letto?” sguardo ammirato nei suoi occhi.

“Beh, sì. Di norma non ci metto molto a leggere un libro così basso.”

Krum guarda il testo che stringo al petto e si lascia andare ad una risatina: “La metà della gente che conosco, non legge qvesto libro nemmeno in un anno.”

Io faccio spallucce e mi accingo a depositare il tomo, ma una voce dietro di me si schiarisce attirando la mia attenzione, per cui non mi resta che voltarmi e mi trovo Krum praticamente a due passi da me: “Bella ciornata, fero, Hermioninny?”

Guardo fuori dalla finestra e vedo che al di fuori delle mura di Hogwarts sta piovendo a dirotto, il cielo è solcato da tuoni e fulmini più violenti del solito. Indietreggio perché mi sembra che lui si sia avvicinato troppo.

“Non direi…” rispondo perplessa. Cosa gli prende, a Viktor Krum? Oppure questo è il tempo che di solito hanno in Bulgaria? No, certo che no, me le ricordo benissimo le lezioni di geografia alla scuola babbana.

Lui diventa rosso e sembra in imbarazzo. Sta per dire ancora qualcosa, ma anche quest’oggi sembra che le sue fans non riescano a stare lontane da lui.

Borbotta qualcosa, probabilmente in bulgaro, poi si volta ancora verso di me: “Non foglio parlare con loro, foglio parlare con te”. Sbotta spazientito, mordendosi il labbro e spostando lo sguardo altrove.

Non riesco a rispondere perché due di loro gli si sono appese al braccio. Per conto mio, mi faccio sorreggere dal muro e forse divento più rossa di lui. Non sono stupida, ho la mia logica che ora mi sta dicendo che se lui vuol parlare con me è perché…

No, sicuramente si tratta dell’eccezione che conferma la regola.

Prima di uscire dalla porta, lui si volta e mi fa un sorriso che gli cambia l’espressione del volto e non ne sono più tanto sicura.

* * *

Buongiorno!

E così sono sopravvissuta ad un cambio di lavoro, ad un fegato spappolato dal nervoso anche perché il mio adorato pc ha cancellato questo capitolo per ben due volte.

Come state?

Siccome ho notato che avete adorato i testi di Trikk e Balakk, ho creduto di farvi piacere inserendo un paio di altre diavolerie. Spero che il piccolo delirio vi sia gradito.

Ed ora, i ringraziamenti!

Gittypanda: che ben nick! Davvero ti sono piaciuti? Magari organizziamo un congresso, ahah!

Suinogiallo: i tuoi complimenti mi fanno sempre piacere. Spero di riuscire a mantenere i personaggi in canon. In caso, ti autorizzo a bacchettarmi sulle ditina. Grazie davvero.

Aletheangel: e spero di aver soddisfatto la tua curiosità!

Sunsetmoon: tu fai i complimenti a me ed io li faccio a te per il nick: davvero carino. Grazie mille!

Emma-94. ah, ah! Continua a leggere e lo saprai!

L-fy cara! Amore mio! Le tue parole mi piacciono più delle tue lasagne e dei tuoi caplet. E sapendo quanto mi piacciano queste due cose, posso dire che tu mi piaci più delle tue parole. Se questa non è una dichiarazione d’amore…

Kirby: Evviva, ti sei convertita anche tu al mondo di Harry Potter! Sono commossa! Spero di non deluderti. Bacioni anche a te, bella.

Redistherose: tesoro, quella frase descrive da vicino anche la sottoscritta. Spero di averti fatto ridere ancora, anche se sospetto che ora il tuo bimbo ti ballerà in braccio e non più nella pancia. Un bacio ad entrambi. Posso fargli da zia onoraria?

Giuly Weasley: Bentrovata! sono felicissima di aver interessato con la mia storia una fan di altri pairing. Spero che la mia ff continui a piacerti.

Rowena: a te il sentito ringraziamento per avermi rintracciato la frase corretta. Il libro di Trikk e Balakk è stato ordinato su Amagiczon.com. Dovrebbe arrivarti presto.

Un bacio a tutti, spero di avervi regalato qualche minuto in allegria.

Alla prossima!

Nisi

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Capitolo 3
*** Infito al Ballo del Ciocco ***


Normalmente non mi comporto così. Cioè, normalmente non mi imbosco nel bagno delle ragazze al secondo piano a piangere come una fontana e ad annegare nell’autocommiserazione. Lo so che dovrei studiare Antiche Rune, lo so che dovrei scrivere un saggio per Piton, ma oggi non ne sono proprio in grado.

Sono seduta per terra sul pavimento neanche troppo lurido, ma va bene così: questo posto è l’ideale per quelli che vogliono sfogarsi in santa pace, senza che nessuno venga a disturbarli. Sono appoggiata alla porta semiscardinata di una toeletta ed il legno mi regge abbastanza bene. Sono talmente avvilita e sono così impegnata a sfogarmi che non ho nemmeno la forza di tenermi dritta.

Come previsto, una testina evanescente emerge dalla tazza. “Oooohh, Hermione Granger, era da tanto che aspettavo una visita.Vuoi che pianga un po’ con te per farti sentire meno sola?”

“No, grazie Mirtilla…” in realtà, ho pronunciato “Do, grazie, Birtilla” perché ho il naso che cola penosamente. E’ strano: piangere così disperatamente ha almeno il vantaggio di liberare le narici in modo molto efficace.

“Oh, io lo so perché piangi… tu piangi per un ragazzo!” conclude con la vocetta stridula di un paio di ottave sopra il normale. “Io ti posso capire, sai?”

“Grazie, Mirtilla, lo apprezzo molto. Scusa, sai, ma preferisco rimanere sola, ti spiace?”

“Al solito! Venite tutte qua a casa mia a piangere e poi sono io che devo sloggiare. Come sono infelice! Nessuno mi comprende!”

E… sciaff! Ritorna nella tazza dalla quale è venuta, schizzando dappertutto. Di solito, Mirtilla è di stanza al bagno dei prefetti. Anche se è morta da un pezzo e diventata fantasma, ama sbirciare i prefetti di sesso maschile mentre si fanno il bagno. Questo, almeno, è quello che si sente in giro per i corridoi. So per certo che una volta Bill Weasley si è preso uno spavento con i fiocchi perché non si è accorto della sua presenza.

Se non altro, Mirtilla mi ha distratto un po’ ed ora mi sento un po’ meglio, anche se completamente svuotata. Una settimana fa, la professoressa McGranitt ha annunciato che ci sarà un ballo per onorare gli studenti delle altre scuole. Ecco a cosa serve l’abito da cerimonia che c’era sulla lista del materiale richiesto. Alla fine della sua ora ci ha annunciato che questo ballo si terrà la sera del giorno di Natale. Lavanda e Calì hanno subito cominciato a ridacchiare, a fare progetti e a comportarsi come delle stupide. Del resto, tutta Hogwarts sembra essere impazzita: riviste di moda trasfigurate da libri di testo, cataloghi di accessori, manuali del tipo: “Come stregare il tuo stregone: Venti mosse fondamentali” di una certa Cooka Drill che non ho mai sentito (anche perché questo tipo di pubblicazione non rientra né tra i miei interessi, né nel programma di studio).

A tavola, non si parla d’altro. Ginny fa le poste ad Harry, ma lui sembra impegnato a pattugliare Cho, in attesa di beccarla senza il solito stuolo di amiche di Corvonero. Perché piango? PERCHE’ PIANGO? Perché non ho ancora avuto un invito, perché è una settimana che sto attaccata a Ron e lui che confabula con Harry parlando di una ragazza da portare al ballo e non si rende conto che IO sono una ragazza anche se mi ha sotto agli occhi per tutta la giornata: “Harry, allora, bisogna trovare una da invitare” e lo dice come me davanti.

Inaspettatamente, la porta del bagno si apre.

Ginny.

“Sapevo che ti avrei trovata qui. Come va?”

“Potrebbe andar meglio. Tu piuttosto, questo bagno non ti suscita brutti ricordi?” rispondo indelicata, fissando il serpente stilizzato sul rubinetto. Quando piango, non ho un minimo di tatto nei confronti di quelli che mi capitano vicino

Ginny si guarda in giro. “E’ inutile pensarci ancora a quella vecchia storia. Meglio dimenticare.”

“Hai pianto.” Afferma sicura di sé.

“No. Perché dici così?”

Gin scoppia a ridere: “Andiamo, Hermione, anche io ho gli occhi per vedere! Hai gli occhi lucidi ed il naso rosso.” Si mette a sedere accanto a me e mi porge una Cioccorana. “Tieni, mangia che dopo ti senti meglio.”

“Bah, se lo dici tu…” nonostante quello che dico, scarto il dolcetto e me lo butto in bocca. E’ buono ed il cioccolato mi tira un po’ su.

“Ron non ti ha ancora invitata al Ballo, giusto?”

Mi viene in gola un groppo grosso come Hagrid. Non riesco a parlare, per cui faccio cenno di no con la testa. “Fratello idiota. Non vede al di là del suo naso, anche se è bello lungo…” mormora soprappensiero. Poi, mi afferra per le spalle e mi guarda negli occhi. “Senti, ho deciso di seguire il tuo consiglio.”

“Quale consiglio?”

“Quello che mi hai dato l’altro giorno, ricordi? Harry non mi chiederà mai di andare a quel Ballo, per cui ho deciso di accettare altri inviti. Senti, lo sai che mio fratello è un cretino. Io so che lui vorrebbe andare al Ballo con te, ma è troppo stordito per accorgersene. Perché anche tu non cerchi di vedere altra gente? Magari, stai con qualcuno… e mio fratello sarà fuori di testa dalla gelosia. Intanto, tu ti fai un po’ di esperienza con qualche altro mago, che non guasta, no?” finisce ridendo e facendomi l’occhiolino.

“Come vedi, c’è una fila di ragazzi che non vede l’ora di invitarmi a quel dannato ballo” esclamo, anche se Ginny è riuscita a farmi sorridere.

“Nooo! Hermione Granger che dice qualcosa di simile ad una parolaccia! Allora Pix diventerà il prossimo preside di Hogwarts! Hermione, non ti sei accorta di come Viktor Krum ti guarda?”

Dal calore che sento sul viso, credo di essere diventata paonazza. “Ma no, che dici?”

“Allora te ne sei accorta!” mi rimbecca la mia amica in tono trionfante. “Da brava, ora ti asciughi gli occhi, ti soffi il naso, ti dai una pettinata e ti raddrizzi la cravatta.”

“Sono messa così male?”

”Un po’. Quando piangi ti si gonfiano gli occhi e sembri una rana.”

“Grazie tante, tu sì che sei un’amica.”

“Non c’è di che. Sbrigati e poi vai di filata in biblioteca.”

“Perché mai? E’ quasi ora di cena?”

“Perché quel poveretto di Viktor Krum è lì da tutto il pomeriggio ad aspettare una persona a caso e sembra un’anima in pena”.

Non so cosa mi succeda all’improvviso, ma mi alzo di scatto ed esco dal bagno, dirigendomi verso la biblioteca ad passo più veloce che riesco a tenere senza mettermi a correre (non si può correre nei corridoi di Hogwarts! Se proprio devo infrangere delle regole, che siano quelle più importanti).

Ginny è dietro di me, alle mie calcagna che mi lancia un incantesimo per rimettere a posto i miei capelli ed io mi soffio il naso con un fazzoletto e mi ci asciugo pure gli occhi. Normalmente, non faccio così, non è molto igienico, ma mi sono resa conto che ho voglia di vederlo e mi spiace enormemente che mi abbia dovuto aspettare per tutto il pomeriggio, anche se non sapevo che volesse vedermi.

Mi ritrovo davanti alla porta della biblioteca e Ginny mi fa ancora una volta l’occhiolino ed alza il pollice nella mia direzione, poi sparisce senza dire più niente ed io entro nella stanza. E adesso? Se mi capita davanti che cosa gli dico? Di prendermi un libro da uno scaffale in alto, chiaramente.

Apro la porta ed entro. Mi guardo attorno velocemente e vedo solamente Madame Pince che sta finendo di catalogare i libri. Alza gli occhi per registrare la mia presenza, poi riprende il suo lavoro. Sono tutti usciti, non c’è più nessuno a parte lei e provo una certa delusione di non trovarlo seduto al solito tavolo a leggere grossi tomi scritti in una lingua che conosce poco. Non mi resta che andare nella Sala Grande per la cena. Tutto rimandato a domani. A pensare alla Sala Grande, mi viene male: saranno ancora tutti parlando di quel maledetto Ballo. Però almeno mi sono sfogata e mi sento meglio. Trotterello senza neanche troppa fretta per i corridoi, tanto non ho neanche fame e devo preparare Antiche Rune e Pozioni, per cui penso che prenderò qualcosa e tornerò alla torre di Grifondoro per studiare in santa pace, visto che questo pomeriggio…

“Hermioninny!”

Questa voce è inconfondibile, anche perché nessuno storpia così il mio nome. Mi giro e mi ritrovo faccia a faccia con Viktor Krum. “Puonasera, Hermioninny. Non ti ho fisto in pip… piplio… dove ci sono tanti lipri, oggi.”

Mi mordo il labbro ed abbasso gli occhi perché mi vergogno un po’ a farmi vedere da lui con gli occhi rossi. E poi, come Ginny ha detto, così sembro una rana. “No, oggi non sono venuta. Ho avuto altre cose da fare, scusa.” Mi rendo conto solo dopo aver parlato che gli ho risposto come se io e lui avessimo un appuntamento e ciò non è affatto vero.

Per fortuna, lui è troppo gentile per farmelo notare… anche perché ha fatto caso a qualcosa d’altro. “Hermioninny hai occhi rossi.”

Rimango senza parole per un attimo. “Ho studiato molto e forse ho esagerato..:”

“No. Tu ha pianto.”

Io abbasso lo sguardo per non farmi vedere e non rispondo. “Afuto brutta giornata?”

“Un po’.”

Esita un attimo, con la mano a mezz’aria, ma poi mi accarezza la guancia con un dito, pianissimo, quasi avesse paura di farmi del male. “Fa meglio, ora?”

“Sì, grazie.”

“Tu hai buona amica con capelli rossi…”

Gli sorrido: “Ginny è speciale.”

Diventa rosso fino alla punta dei capelli: “Anche tu sei speciale, Hermioninny.”

E questa volta divento rossa anche io. Prende un sospiro profondo e si strofina le mani sui calzoni.

“Fuoi fenire a Ballo del Ciocco con me?”

Mi sento presa completamente di sorpresa e non riesco a rispondere. Rimango a bocca aperta e non ce la faccio a dire niente dalla sorpresa e quando parlo, è meglio se fossi rimasta zitta: “Al Ballo del Ceppo, vuoi dire?” lo rimbrotto severamente. Però, la sua reazione non è quella che mi aspettavo o comunque quella alla quale sono abituata: sembra perplesso e sorpreso, poi ammette “Tu hai racione: Ballo del Ceppo.” e ghigna nell’ammettere di aver preso un Avvincino. “Si fede che non sei del mio Fan Klub…”

Un momento di imbarazzo, nel quale io mi mordo le labbra per quello che ho appena detto e lui è lì, davanti a me che aspetta una risposta che non riesco ad articolare perché sono troppo scombussolata da quello che mi ha chiesto. Dire che non me lo aspettavo, è dire poco.

“Fai con Potter?”

“No, no…”

“Neanche con ragazzo con capelli rossi?”

Esito un attimo. “Non gli passa nemmeno per la testa di chiedermelo.” Rispondo più acida del dovuto. E per un attimo lui mi guarda meditabondo, cercando di capire quello che mi passa per la testa in quel momento, poi scuote la testa e mi sorride: “Tu pensa e domani risponde, fa bene?” e si allontana veloce, come se avesse Chi-sapete-voi alle calcagna, mentre io rimano ferma a guardarlo percorrere velocemente il lungo corridoio.

* * *

“Hermione? Tutto bene?” Ginny mi guarda con un sorriso malizioso. Non sono andata a cena, non mi andava di mangiare niente. Gin regge in mano un piatto coperto da un tovagliolo: evidentemente mi ha portato qualcosa da metter sotto i denti. Io non trovo di meglio che arrossire.

Ginny lascia da parte il piatto e si piazza sulla poltrona di fronte alla mia. “E’ successo qualcosa?”

Io mi mordo il labbro e non rispondo.

Lei mi incalza: “Lo hai visto? Lo hai visto? Dai, che sto morendo dalla curiosità!” E’ talmente agitato che batte le mani sui braccioli della poltrona e pesta i piedi a terra.

Io faccio di sì con la testa.

“E’ successo qualcosa?” ripete.

Io mi schiarisco la voce e dopo un paio di tentativi andati a vuoto riesco ad articolare: “Mi… mi ha invitato ad andare al Ballo con lui.”

Ginny salta in piedi e si mette ad urlare. “Lo sapevo, lo sapevo!”

“Zitta! Vuoi che ti sentano tutti?”

Ritorna seduta in un battito di ciglio. “Ma se non c’è nessuno, qui! Sei contenta?”

Sono contenta? “Sì, credo di sì. Per favore, però, non lo dire a nessuno. Mi prenderebbe… mi prenderebbero in giro tutti.”

“Tranquilla, non dirò niente. E poi sono affari tuoi. Gli hai detto di sì, vero?”

“Non ancora, gli devo rispondere domani.”

“Andrai con lui, giusto?”

Ci penso un attimo: non voglio sbilanciarmi, devo valutare bene. “Non sono convinta, ma ci penserò…”

La mia amica mi lancia un’occhiata che sembra voler dire: “Ma chi vuoi prendere in giro?”

Tagliamo corto, queste situazioni mi imbarazzano da morire: “Ora scusa, ma devo finire di fare Pozioni e devo scrivere ancora un paio di cose.”

“Un paio di cose? Il tuo paio di cose di solito è un metro e mezzo di pergamena” Ginny scoppia a ridere. “Sono fiera di te, Hermione! Vado a farmi una doccia.”

Rimango da sola nella sala comune, ancora deserta perché tutti stanno ancora mangiando. Abbasso le palpebre e risento il dito di Viktor passare piano sulla mia guancia. Provo una forte sensazione di caldo che mi invade tutta e spalanco gli occhi, un po’ sorpresa, un po’ contenta.

Ho deciso: domani gli dico che vado al ballo con lui!

* * *

Konnichiwa! Buon rientro dalle vacanze. Spero le abbiate passate bene e che vi siate divertiti/riposati e che non abbiate fatto i bravi. Un po’ di buon umore per riprenderci dalla botta del rientro, che per me è stata terribile.

In ogni caso, ecco i ringraziamenti – doverosissimi – a tutti coloro che hanno letto e recensito. Mi date sempre una grande mano con i vostri pareri, sinceramente.

Red Is The Rose: un bacio a te ed al mio bellissimo nipotino onorario. Detto tra noi, a me le streghe di Macbeth sono sempre state un sacco simpatiche, al contrario di lui che mi sembrava poco più che una scartina. Come stai tu? Ed il fanciullo? Cresce bene e sano? Un abbraccio.

L-fy, ovvero un altro grande amore della mia vita. Dai questa volta non vi ho fatto attendere tantissimo… tanto… vabbeh, dai. Sono felice che Viktor ti piaccia. Devo confessare che come partner per la nostra secchioncella me lo vedo più adatto (e penso che la faccia divertire di più, capiscccammé, Elfie cara!). Comunque, te li mando tutti e due da Sabine a rifarsi l’underwear (che suona meglio di waesche), che è meglio, va. Ah, vista la vicinanza del NOSTRO compleanno, mi permetto di farti un sacco di auguri e di stropicciarti ben bene con tanto amore. Saluti alla pischellina del 1996. Vogliamo venire a trovarti con la Reader e la Trinomina londinese, possiamo?

Kirby: ciao amore mio (un altro, abbiate un po’ pazienza, suvvia!). Anche io mi sono sempre chiesta che diavolo fosse successo tra quei due, perché la Rowling ha lasciato un buco grosso come una casa… ed avrei voluto essere una mosca a spiare il momento topico… che pettegola che sono…

Giuly Weasley: ben trovata! Sai, come dicevo a Kirby qua sopra, le personalità di Hermione e di Viktor mi sembrano molto più complesse di quello che si veda. Lui è proprio un tenebroso e come personaggio mi è sempre piaciuto. Grazie per la tua gentilissima recensione…

Ecchan: ciao, come stai? Hai passato delle belle ferie? No, non me lo dai mica il tormento, anzi. Ogni tanto ho bisogno di qualcuno che mi pungola perché la mia mente vaga di fiore in fiore e mi perdo spesso. Vergine atipica, che ci vogliamo fare? ^__^

_Laura_ Recensione breve, concisa e molto gradita. Grazie!

Evita: siamo in due che adoriamo Krummino. Aggiornamento sfornato, caldo caldo (anche se è dieci giorni che ci lavoro sopra… fra un po’ mi fa muffetta)

Elfina/princessserena: ma che caso: allora, auguri in ritardo, spero tu abbia avuto un buon compleanno con tanti bei regali (siamo venali, suvvia). Fammeli anche tu, che io li faccio lunedì. Felice che i miei deliri ti piacciano. A me piacciono i complimenti, ah ah!

Bacioni a tutti e un abbraccio dalla Nisi

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Capitolo 4
*** Eloise balla da sola ***


Cosa avevo detto? Che sarei andata al ballo con Viktor Krum? Bene, credeteci, che forse ci crederò anche io. Sto cambiando idea ogni cinque minuti e nella mia testa continuo ad ipotizzare la scena, anzi, le scene:

- Io che gli dico di no;

- Io che gli dico di sì;

- Io che gli dico che non ho ancora deciso;

- Io che gli dico di sì, ma lui ha cambiato idea e va con Fleur;

- Io che gli dico di no e lui che si butta ai miei piedi, supplicandomi. “Preko, Hermioninny, sei mia dama a Ballo del Ciokko”;

- Io che ballo con Piton e lui che balla con la Professoressa McGranitt;

- Io gli dico di sì e lui si avvicina e…

Scuoto la testa per cacciare via questo pensiero assurdo che mi girella per la testa da un po’.

Mi sento strana come non mi sono mai sentita, mi sembra quasi che il mio cervello stia girando a velocità vorticosa, ma in senso contrario al quale è sempre andato. Non mi è mai capitato di essere così indecisa, non ci sono abituata e non mi sembra di essere più la Hermione Granger che sono stata per tutti questi anni.

Ma devo concentrarmi, è importante che i miei pensieri riprendano a scorrere sui soliti binari.

Siamo a pozioni, per Merlino, e non posso permettermi che Piton tolga punti a Grifondoro per colpa mia. Ron è in banco con Harry, al solito, e sono seduti davanti a me. Harry sta cercando di seguire la lezione, mentre Ron continua a tirargli gomitate per attirare la sua attenzione.

Sento qualche parola bisbigliata ed alzo gli occhi al cielo: “Ballo… ragazza… invitare.”

Lo trovo francamente assurdo: tutta questa faccenda di questo stupido Ballo ha fatto anche passare in secondo piano la questione Voi-sapete-chi. E’ anche confortante, in un certo senso, perché si riesce a pensare anche a qualche cosa d’altro, giusto? Parole sante, anche se dopo un secondo mi ricordo che io ho fatto e sto facendo esattamente lo stesso!

Ah, me lo aspettavo: il professor Piton ha tolto dieci punti a Grinfondoro non perché disapprovi il fatto di prendere a gomitate Harry Potter di per sé, ma a suo dire, per farlo si deve attendere obbligatoriamente che la sua lezione sia terminata. La ciliegina sulla torta arriva circa due minuti prima della fine dell’ora, quando ci annuncia che l’ultimo giorno prima delle vacanze di Natale ci sarà una verifica sugli antidoti ai veleni. Ed ancora cinque punti tolti a Grifondoro perché Ron Weasley non ha avuto il permesso di sbuffare in aula in presenza dell’insegnante ed ulteriori cinque perché le verifiche sono necessarie all’insegnante per capire il grado di preparazione degli alunni.

Nel caso di Ron Weasley, ci tiene a precisare il Professor Piton, il suo livello è pari a quello di un Troll, ma non è ancora riuscito a comprendere se il Troll di cui sopra è lo Scoracchio delle Nevi oppure Protopérvoto Collinare. E lui non è il professore di Cura delle Creature Magiche, precisa con la bocca contorta in un’espressione di disgusto.

Venti punti in meno per noi e quarantacinque in più per Serpeverde, quasi tutti conquistati da Draco Malfoy (di cui dieci per aver passato a Piton il cofanetto del bezoar ed altri cinque per aver annuito quando ha tolto dieci punti a Grinfodoro!).

Raccolgo i libri e me ne vado senza aspettare che Ron ed Harry mi raggiungano.

Perché i ragazzi sono così stupidi?

Una vocetta dentro di me bisbiglia ridendo: “Beh, non tutti…”, ma io la ignoro e torno in sala Comune, visto che mi è passato l’appetito non vado a pranzo e se sento ancora Ron parlottare con Harry, lo pietrifico fino a dopo Natale.

E’ bellissima, la sala comune di Grifondoro, e per un attimo rimango ammirata a rimirare le decorazioni, le luci, il vischio augurale ed il caminetto sullo sfondo che la rendono calda ed accogliente, per cui mi rassereno e mi lascio cadere sul divano sistemato proprio accanto al fuoco.

Alzo gli occhi e vedo che Eloise Midgen è seduta sulla poltrona proprio di fronte a me.

“Ciao Eloise” bofonchio aprendo il libro. Eloise è simpatica e mi piace parlare con lei, ma ora non ho tempo perché devo studiare bene gli antidoti ai veleni per il compito della prossima settimana.

“Ciao”. Il modo piatto in cui mi risponde mi fa chiudere subito il libro. Non è del solito umore.

“Eloise?”

“Hmm?”

“Sei sicura di star bene?”

Nessuna risposta, solo spallucce. Guardandola meglio, vedo che ha in mano l’ultimo numero di TopWitch, speciale bellezza.

Non sapendo cosa fare, osservo: “Anche tu ti stai preparando per il Ballo?”

Da come salta in piedi, mi viene il sospetto che ho detto l’unica cosa che non avrei dovuto dire. E la sua risposta mi fuga ogni dubbio: “Sì, come no, Hermione! Credi che con questa faccia e questo naso a qualcuno verrà mai in mente di invitarmi? Ma fammi il piacere!”

Uscita ad effetto di Eloise che scompare nel dormitorio sbattendosi la porta alle spalle.

Ma quanti danni sta causando questo maledetto Ballo? Non dovrebbe essere un’occasione di divertimento? Forse il mondo magico non è tanto diverso da quello babbano: ai funerali si ride, ai matrimoni si piange… ed anche alle feste, a quanto sembra.

Tutt’ad un tratto, non ce la faccio più a rimanere lì, mi sento a disagio e mi sento soffocare. Meglio andare a mangiare, forse è l’unica cosa sensata che mi resta da fare, anche se il pensiero di Eloise non mi lascia. Lo so anche io cosa dicono i ragazzi alle sue spalle, della sua acne e del suo naso e giuro che mi dispiace perché lei è una strega a modo. Rimuginando, arrivo in Sala Grande e mi lascio cadere nel primo posto libero che vedo.

Prendo un piatto a caso ed inizio a mangiare senza badare al sapore del cibo. Mi sono seduta in un angolo appartato e ricomincio a rimuginare.

“Hermione! Ti abbiamo tenuto il posto!” E’ Harry che mi chiama.

Mi giro a fissarlo e subito Ron aggiunge: “Lasciala perdere, Harry. Oggi è in giornata no, non darle retta…”

Per una volta, posso dire che Ron ha perfettamente capito la situazione, strano!

Finisco di pranzare in fretta e me ne vado a fare una passeggiata nel parco, anche se fa freddo e la neve ha coperto ogni cosa. Sorrido al pensiero di una burrobirra calda calda dopo la passeggiata.

Apro il libro di pozioni e le mani mi fanno male per il gelo perché non ho portato con me le muffole. Con un incantesimo (Ventibus!) faccio sparire la neve dalla panchina e mi ci accomodo sopra, tirando verso di me le ginocchia, un po’ per scaldarmi, un po’ per avere un comodo leggio sul quale appoggiare il libro. Un incantesimo riscaldante mi aiuta a mantenere costante la temperatura del mio corpo, per cui posso studiare beatamente in santa pace, mentre il pomeriggio passa pigramente senza che io me ne accorga.

Ad un certo punto, mi rendo conto che è buio, e ciò solamente perché non riesco più a vedere bene. In effetti, ho dovuto rinnovare l’incantesimo riscaldante per un po’ di volte, per cui è passato parecchio tempo da quando mi sono seduta a studiare. Ho fatto un buon lavoro e penso di aver assimilato tutto quello che mi serve per la verifica. Un piccolo ripasso veloce di cinque o sei ore il giorno prima e poi penso di potermela cavare abbastanza bene, nonostante i trabocchetti che Piton dissemina sul nostro cammino. Non lo dite a nessuno, ma io adoro i suoi giochetti: sin da quando ho dovuto risolvere quella sua sciarada, alla fine del primo anno, ho sempre aspettato i suoi tiri mancini con ansia ed impazienza. Sono geniali, lo devo ammettere e mi stimolano il cervello in modo delizioso.

Rientro al castello sorridendo pacifica. Passo prima per le cucine per salutare Dobby e gli altri elfi domestici che però scappano via appena entro… e per farmi dare una bella burrobirra calda.

Poi, direttamente in Sala Comune.

Lì ci sono praticamente tutti i Grifondoro: Ron che si lamenta per la verifica di pozioni (prevedibilmente), Fred e George che al solito stanno architettando qualcosa e ne approfitto per ricordare ad Harry che si deve sbrigare con quel suo uovo.

Mi irrigidisco quando sento Fred domandare qualcosa a Ron su chi porterà al ballo, poi urlando, chiede ad Angelina, seduta dall’altra parte della stanza con Alicia Spinnet davanti al fuoco, di essere la sua dama.

E lei gli risponde di sì senza nemmeno pensarci su. O forse ci aveva già pensato da tanto, non ne ho idea.

Il castello di carte che stava costruendo Ron è esploso, per cui il mio “caro amico” si avvicina al fuoco e lo sento dire ad Harry: “In effetti dovremmo sbrigarci ad invitare qualcuna… non vorrei finissimo con un paio di troll…”

Adesso sono proprio furiosa. “Un paio di… come hai detto?”

Alza le spalle e vorrei prenderlo a schiaffi: “Beh, hai capito, preferisco andarci da solo, piuttosto che con Eloise Midgen.”

Mi ritrovo davanti la faccia triste di Eloise e mi sento in dovere di difenderla: “La sua acne è migliorata moltissimo ed è molto simpatica.”

Lapidario, il commento di Ron: “Ha il naso storto.”

“Oh, ho capito. Quindi, inviterai la ragazza più carina disposta ad accettarti anche se è un tipo spaventoso?”

“Ehm, sì… è più o meno così.”

Questa poi… “Vado a dormire.” E lo pianto lì, senza dire una parola.

Entro nel dormitorio e mi sbatto la porta alle mie spalle. La cosa che mi fa imbestialire di più è la consapevolezza che Ron non ha assolutamente capito perché io abbia reagito a quel modo.

Neanche io sono particolarmente attraente, con i miei capelli ed i miei denti troppo grandi; crede che non lo sappia, forse? Infatti, lui non ha pensato nemmeno per un attimo ad invitare me, a quel dannato ballo, l’idea non lo ha nemmeno sfiorato e mi viene quasi da piangere per la rabbia.

(se volete una colonna sonora per la scena che segue andate qui: http://www.youtube.com/watch?v=k2xG5n1Uf0s. Io l’ho usata come sottofondo quando ho corretto il capitolo.)

Senza sapere come, lascio la torre anche se manca poco al coprifuoco ed i miei piedi mi portano in biblioteca, il mio rifugio, il mio bozzolo nel quale rifugiarmi quando il mondo diventa incomprensibile, e nel quale trovo solo amici. Una biblioteca semi-deserta, se non fosse per lui, che è ancora lì ad aspettarmi nella penombra, vicino ad uno scaffale.

“Scusami sono in ritardo”, sussurro anche se non c’è nessuno che possa disturbare nello studio, a quell’ora. Nemmeno questa volta avevamo un appuntamento, ma non importa.

“Non importa, Hermioninny. Tu essere strega molto impegnata” E’ seduto ed io sono in piedi davanti a lui.

Annuisco nervosamente, mentre lui mi prende delicatamente i polsi, mi tira un po’ più vicino ed il mio cuore inizia a fare capriole, mentre l’oscurità sembra avvolgerci e proteggerci da quello che c’è fuori di qui. “Allora, ci hai pensato per ballo?”

Mi sento la faccia scottare. Siccome non riesco a parlare, faccio cenno di sì con la testa.

“Fieni con me? Fuoi essere mia dama per ballo del Ciok… del Ceppo” si corregge sorridendo.

“Sì.” La mia voce è più dura di quanto vorrei, ma non posso farne a meno. Sono ancora infuriata per la scena di qualche minuto fa. “Feng… cioè, vengo con te.”

“Sono felice, Hermioninny, krazie” sussurra mentre si alza lentamente dalla sedia ed io devo alzare la testa per vederlo in viso.

“Beh, grazie a te…” divento rossa tutt’ad un tratto e meno male siamo al buio e lui non se ne accorge. Piano piano, si avvicina a me, e mi rendo conto che ora mi ha preso le mani. Abbasso gli occhi perché ho paura di quello che potrei vedere nei suoi.

Sento i suoi pollici che mi accarezzano le nocche e Viktor si avvicina sempre più, tanto che riesco a sentire l’aroma del suo dopobarba e del cuoio del suo gilet mentre qualcosa mi stringe piacevolmente lo stomaco.

“La biblioteca chiude!”

Madama Pince è arrivata ad interrompere quello che stava per succedere. Sento Viktor borbottare qualcosa in bulgaro, contrariato.

Forse una parolaccia e questo mi fa sorridere.

“Devo andare” gli dico piano.

Lui fa solo di sì con la testa e mi bacia le dita e poi la mano, tenendola vicina al suo viso per una manciata di secondi.

“Puona notte, Hermioninny, tu dorme bene.”

“Anche tu” gli faccio ciao ciao con la mano, poi scappo via, anche se potrei restare a vedere quel che accade.

Mi sento stranamente delusa per il fatto che non sia successo niente, ma sono leggera e contenta quando rientro nella torre ed sento il cuore che mi batte dappertutto.

Mi preparo velocemente per la notte e mi infilo velocemente sotto alle coperte.

L’ultimo pensiero che mi passa per la testa prima di addormentarmi non è la verifica di pozioni o un argomento scolastico, bensì quello che è quasi successo una decina di minuti fa, ho ancora il cuore che mi fa capriole dentro e poi, una domanda: “Cosa diavolo succederà mai a quel Ballo?”

* * *

Buonasera!

Spero stiate tutti bene e se non state bene, spero passi presto.

Avevo pronto questo capitolo a Natale, ma non mi convinceva. Non so quante revisioni abbia fatto, ma ora, finalmente, sono abbastanza soddisfatta.

Grazie per la pazienza e per avermi letto.

E grazie infinite a coloro che mi hanno recensita e precisamente:

_Laura_: Felice di saperlo. Anche io adoro Krum e speravo che si mettessero insieme… Grazie!

Alektos: E’ bello sapere che la mia storia ti abbia interessato, anche se i personaggi non sono quelli dei quali leggi di solito. E’ un bellissimo complimento, grazie. E mi diverto particolarmente a far parlare i personaggi con accento straniero. Prima ho fatto Fleur, ora è la volta di Viktor. Ti piacciono i nomi dei troll?^__^

Serena o Elfina: Grazie per gli auguri… e mi cospargo il capo di cenere. In effetti, devo porre rimedio: questo lavoro mi prosciuga l’ispirazione e devo assolutamente fare qualcosa… Forse dovrei scrivere una ff sulle mie colleghe fuori di testa, non credi? E mi rifiuto di far fare la cubista a Hermione ^_^

Luana, o Kirby, o stellina: E’ questo il bello delle fanfiction: ci sono dei buchi che si possono riempire e la storia di Harry Potter offre tantissimi spunti di questo genere. E in particolare, quello che è successo tra Hermione e Viktor ne offre ancora di più. Grazie, piccola, ti voglio bene.

Elfie cara: amor mio, come già ti dissi, ti offro una seduta di depilazione dal tuo estetista preferito. Ma attendiamo due settimane, che ti ravano in diretta (poi ti spiegherò cosa significa in milanese). Per l’altro pezzo di recensione, ancora una volta mi ripeto: sei una scrittrice meravigliosa, ma come donna lo sei ancora di più.

DarkGiliath. Eh, cara… ne succederanno ancora di cose prima del ballo, fidati.

LadyFalco: Ma grazie, carissima... le tue recensioni sono sempre molto, molto gradite.

Un bacione a tutti! E grazie per avermi letto (ed attesa così tanto).

Nisi

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