Voglio vivere più intensamente ogni singolo secondo.

di IwannabedrunkwhenIwakeup
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - è solo un sogno. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - Casini, casini, ed ancora casini ! ***
Capitolo 3: *** Capitolo 1.2 Non è colpa mia se il tuo ragazzo è un puttaniere ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2.1 E se scappassi e andassi lontano ? ***
Capitolo 5: *** 2.2 Ti ricordi quando dicemmo che la nostra amicizia sarebbe stata ***
Capitolo 6: *** 3. Non era il tipo di cui innamorarsi. ***
Capitolo 7: *** Ero felice, di una felicità pura. ***
Capitolo 8: *** Avviso ! ***



Capitolo 1
*** Prologo - è solo un sogno. ***


All'inizio la vista era offuscata, ma poi riuscii a vedere bene.
C'eravamo io e lui. Solo noi.Dove erano finiti tutti? Dove?
Erano qui, fino a due minuti fa. E lui non c'era. Da dove era venuto?
L'atmosfera nella stanza era un poco inquietante, una sala cosi grande e c'eravamo solo noi due.
Era pieno di sedie alla rinfusa, tavoli, cibarie. Al soffitto erano appesi dei grandi cartelloni con scritto ''Auguri Sofia'', ''Buoncompleanno'', e simili.
Il pavimento era ricoperto da coriandoli e stelle filanti. C'era una finestra aperta, il sole entrava dolcemente e faceva luce in un piccolo spicchio di camera.
E alla luce c'era lui.
Sembrava falso, mi continuava a fissare. I nostri occhi si incrociarono e non riuscii a distogliere lo sguardo.
I suoi occhi erano così grandi, così belli, così attraenti.
Lui iniziò a muoversi verso di me, improvvisamente.
I suoi passi erano regolari ed era come se seguisse un ritmo preciso, e lento. 
Dopo poco, me lo ritrovai di fronte, così vicino a me che sentivo il suo respiro sul mio viso.
Buio. Ancora buio. Sarà l'emozione, ma non riuscii a capire cosa successo. Cosa mi disse.
Poi ci baciavamo. Le sue labbra erano sulle mie. Le mie labbra erano sulle sue. Sapeva di fragola e cioccolato. Avevo paura di fare qualcosa di sbagliato. Non avevo mai baciato un ragazzo prima.
Ma era come se noi due ci appartenessimo da una vita. Eravamo le parti di qualcosa separato dalla nascita, che finalmente tornava a ricongiungersi.
Eravamo NOI. Noi.
Le sue mani vagavano tra i miei capelli, mi piaceva il suo tocco. Pensare che ho sempre odiato chi mi toccava i capelli. Lui era l'eccezzione. Quella che conferma la regola, si.
Lui si stacco leggermente da me e rimase a fissarmi ancora, con uno sguardo intenso e pieno d'amore.
Ero contenta, volevo urlare per la felicità. Aprii la bocca e cercai di gridare, ma non riuscii a emettere nessun suono.
Entrai nel panico. Perchè, perchè, perchè?? Non riuscivo a parlare. Era come se ci fosse un silenziatore che non permettesse al mondo di sentire la mia voce.
Distolsi lo sguardo da lui e mi misi a guardare il muro, che improvvisamente stava cambiando colore. Da bianco a rosso fuoco. E poi divento del colore del sangue.
Rabbrividii alla vista di quell'orribile spettacolo. Mi tranquillizzai a sentire che lui mi abbracciava.
Mi voltai per ringraziarlo, quando le sue labbra toccarono il mio collo. Sentii qualcosa che mi pungeva. Come dei denti.
Iniziai a urlare e svenni. 
Riuscii a focalizzare solo poche cose nei minuti successivo.
Lui che bruciava intorno a un fuoco creato da lui stesso.
Il mio corpo inerte a terra.
E poi buio, ancora una volta. Ma questa volta fu l'ultima. Non mi ritrovaii mai più in quella stanza. Mai.
 
Mi risvegliai pochi minuti dopo. Ero nel mio letto. Ma come ci ero finita? Ero al compleanno della mia migliore amica.
Iniziai a piangere come una fontana. Era solo un sogno, solo un sogno. Ma sembrava così vero. Lui, mi stava baciando. Lui. 
Guardai l'orologio, erano le 4 di notte. Mi alzai facendo attenzione che nessuno si svegliasse e andai in cucina a prendere un bicchiere d'acqua. 
Tornai in camera. Mi sedetti sul letto e mi misi a fissare il vuoto. Ero sicura, sicura, che quella notte non avrei dormito.



Spazio autrice.
Questa è una storia che ho iniziato a scrivere un po' di tempo fa, e che ogni tanto continuo.
Spero che vi piaccia, perchè c'ho messo l'anima.
Quindi recensite, recensite!

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - Casini, casini, ed ancora casini ! ***


La mattina cercai disperatamente di coprirmi quelle gigantesche occhiaie che erano apparse sul mio viso per la notte insonne. Non riuscivo proprio a capire cosa fosse successo alla festa. Perchè avevo fatto quel sogno? Perchè mi ero ritrovata a casa mia?

Le risposte non avrebbero dovuto aspettare molto. Mia madre si sarebbe svegliata a momenti.

Mi misi una t-shirt e un paio di jeans e scesi in cucina.

La colazione era in tavola.

"Giorno, ma"

"Ciao, Jasmine''

"Senti, lo so, posso sembrare stupida, ma non mi ricordo niente di quello che è successo ieri alla festa della Soph''

Presi un biscotto e lo inzuppai nel latte caldo.

''Uhm, sei svenuta e ti hanno riportato a casa''.

''E come mai?"

"Chi sono io, la veggente. Non era alla festa. Comunque probabilmente un calo di zuccheri, non lo so.''

''Uhm, non penso, c'era molto da mangiare, e penso di aver mangiato.''

''Allora chiedi dopo a scuola''

''Ma il punto è che non mi ricordo niente della festa.. E se fosse successo qualcosa, di, ehm.. brutto, spiacevole nei miei confronti?"

"Non ti resta che scoprirlo"

No, e poi dicono che le mamme danno consigli seri.

''Io vado, che perdo l'autobus. Ciao Mà''

Infilai una giacca, presi lo zaino e uscii di casa.

 

Quella mattina in autobus non c'era nessuno che conoscevo che era alla festa, per fortuna. Arrivai a scuola qualche minuto in ritardo, perchè camminavo lentamente per via della stanchezza. Entrai in classe e iniziarono tutti a chiedermi come stavo.

"Jass, come stai?" "Jass, tutto bene" "Min, ti sei ripresa?"

Ma ripresa da cosa? No, proprio non capivo, non riuscivo a capire cosa fosse successo. Ma ero decisa a scoprirlo. Richiamai Sofia da una parte per parlarle.

Lei mi guardava male e mi chiese :"Cazzo vuoi?"

Ommioddio, cosa era successo alla festa, perchè quel tono?

"Senti, lo so, ti sembrerà strano, ma io non mi ricordo niente di cosa è successo alla festa. So solo che sono svenuta e non so neanche perchè.''

''Allora, vediamo se questo ti rinfrescherà la memoria. Tu. Marco. Limonare. "

"Cosa? Io? Ma, ma non l'avrei mai fatto, non ti avrei mai tradita in questo modo. Sei la mia migliore amica e non farei mai nulla per ferirti."

"Ma l'hai fatto. E non chiamarmi mai più migliore amica perchè io con te non voglio più avere a che fare.''

Se ne andò lasciandomi lì da sola. Stavo per scoppiare a piangere. Ma come avevo potuto baciare il suo ragazzo. Erano così una bella coppia, stavano insieme da 8-9 mesi, sembravano così innamorati. E dovevo essere stata sobria dopotutto, l'aveva detto lei stessa che non avrebbe mai pensato di introdurre alcolici alla sua festa. Per fortuna che non era la mia vicina di banco, perchè se così fosse, avrebbe cercato di picchiarmi. E non aveva tutti i torti. Dovevo assolutamente trovare un modo per fare pace con lei.

Entrò la prof d'inglese e mi sedetti al mio posto. Anche la mia vicina di banco era alla festa. Magari potevo chiedere a lei. Io ed Elisa non eravamo mai state amiche, ci siamo odiate silenziosamente fin dal primo giorno di scuola, e mi stavo per sparare quando ho scoperto di essere vicina di banco con lei. E' la tipica ragazza snob, con capelli tinti di biondo, maglie firmate, un milione di ragazzi che le sbavano dietro. Io ho sempre odiato quel tipo di persone lì, in un certo senso le invidio perchè hanno una vita sociale, in un altro non vorrei mai essere come loro. Ma dovevo tentare.

"Senti, Eli, ti devo chiedere una cosa, è importante."

"Dimmi"

"Eri alla festa della Sofia, giusto?"

"No, e dovresti saperlo, ma probabilmente eri troppo fatta per renderti conto che io non ero venuta. Sai girano certe voci.."

"Oddio. Scusa, ma io proprio non ricordo niente. L'unica cosa che mi ricordo è il posto perchè poi l'ho sognato."

"Magari quel sogno era la realtà?"

La guardai con una faccia sbalordita. No, non poteva essere. Marco non era Luke.

"No, è impossibile, a meno che non ci siano voci in giro di vampiri che mii hanno morso. Mi puoi dire cosa hai sentito, per favoreeee?" Allungai le lettere dell'ultima parola e la guardai con una faccia dolce.

"Allora, vediamo, ti baciavi con il ragazzo della Sofia in una stanza separata, eri ubriaca, ma alla festa non c'era alcol e sei svenuta quando Sofia ti ha urlato in faccia."

Io? Bevuto? No, non era possibile. E.. se...

"Ma se tipo, mi avessero drogata? Io non avrei mai bevuto niente di mia spontanea volontà."

"Come ti ho detto, è quello che si dice in giro. Non si può riuscire a capire tutto soltanto tramite delle voci. Quindi vallo a chiedere al tuo Marcolino, che lo deve sapere, sembra che lui l'abbia fatto di sua spontanea volonta."

Stavo per aprire bocca per risponderle quando la prof fece un urlo perchè non stavamo seguendo.

"Ventura e Rossi, potete smetterla di parlare. Ma siamo a scuola o siamo al mercato. Rossi ti avevo chiesto di leggermi il brano a pagina 45, e vedo che sul tuo banco manca ancora il materiale."

Mi ero persa talmente tanto a cercare di capire cosa fosse successo il giorno prima che mi ero totalmente dimenticata di tirare fuori il libro. Lo presi, e iniziai a leggere.

"My best friend is the best person who are in the world. She is always with me." No, non ce l'avrei fatta, a leggere questo. Una lacrima rigò il mio viso. Le parole continuavano confuse in un testo che sembrava cercasse di colpevolizzarmi.

"Scusi, prof, ma non riesco a leggere queste cose." Dissi con voce bassa e spezzata.

Mi alzai dal banco e uscii dalla classe dirigendomi verso il bagno, che era vuoto. Riuscii a malapena a sentire le grida della professoressa che mi ordinava di ritornare in classe.

Come solo Marco aveva pensato di baciarmi, e io, io non l'avevo respinto.

Avevo il suo numero, così decisi di inviargli un messaggio.

-Cosa è successo ieri?Come hai pensato di baciarmi? Scusa, non ricordo niente. Rispondi è importante.-





 


Spazio autrice.
Ciao belli(e)!
In questo capitolo si inizia a capire cosa sta succedendo!
La povera Jasmine ha baciato Marco, il ragazzo della sua migliore amica.
Riuscirà a farsi perdonare da lei? Oppure non si parleranno più?
E soprattutto cosa è successo alla festa esattamente?

Lo scoprirete nelle prossime puntate!
Quindi recensite recensite!

With love
Ketty

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Capitolo 3
*** Capitolo 1.2 Non è colpa mia se il tuo ragazzo è un puttaniere ***


Pochi minuti dopo Elisa entrò in bagno e mi ritrovò singhiozzante contro una parete del bagno.
"Se non torni subito la prof ti mette una nota. Non sarei venuta, ma mi ha obbligato."
"C'ho la faccia da una che vuole tornare in classe? Preferisco prendermi una nota, davvero."
"Ah, se a te va bene così. Ma non presentarti in classe fino alla fine dell'ora, se hai intenzione  di non venire ora."
"Dice così la prof. E poi, c'è la Sofia che ti vuole spaccare il culo, quindi meno stai di là meglio è."
"Ok, ciao." Ed uscì.
 
Alla fine dell'ora ritornai in classe, senza aver concluso niente, senza risposta al messaggio, con una nota sul registro, e senza nessuno con cui parlare. Sembrava tutti mi odiassero, a parte Elisa che rimaneva come sempre indifferente, ed un altra mia compagna, Lara, che non era riuscita a legare molto con i compagni, così Sofia aveva deciso di non invitarla alla festa, e nessuno gliel'aveva raccontata, così non sapeva niente. 
Che strano, però. Stamattina sembravano tutti preoccupati ed ora erano tutti contro di me.  Di bene in meglio insomma. Almeno avesse risposto al messaggio quel cretino. Ma Luke e Marco erano in classe insieme. Probabilmente sapeva già dell'accaduto, e prima di conoscermi mi avrebbe odiato direttamente. 
Il prof di matematica iniziò a spiegare un argomento nuovo e ci ‎chiese di scrivere alcune cose sul quaderno. Così potevo tenere la testa riempita di altri pensieri. 
Poco prima dell'intervallo ricevetti la risposta che tanto aspettavo.
Marco: -Peccato che te ne sia dimenticata, mi sono piaciuti particolarmente quei baci. E anche quello che t'ho detto non ricordi vero? Sei così bella-
Rimasi sbalordita da quella risposta. Lui l'aveva tradita volontariamente. Che.. che stronzo.
Risposi cercando di non farmi vedere dal prof.
-Tu, tu l'hai tradita. Pezzo di merda. Mi hai drogata e  mi hai pure fatto litigare con la mia migliore amica. E, cosa mi avresti detto? Dobbiamo parlare.-
Suonò l'intervallo ed uscii velocemente dalla classe cercando qualcuno con cui parlare. Andai al bar e mi presi un panino, cercando di colmare quel vuoto che avevo dentro mangiando. Vidi Sofia che parlava con una nostra amica. O ora o mai più.
Andai davanti a lei, e le dissi tutto d'un fiato senza che lei potesse respingermi via.
"Senti, Sofia, tutto quello che è successo ieri non sarebbe dovuto succedere, non ero in me, e non so nemmeno esattamente cosa sia successo. Se il tuo ex ragazzo è un puttaniere, io non ci posso fare niente. Lo sapevi che non mi è mai piaciuto, t'avevo detto di non metterti con lui."
Lei rimase imbambolata per un paio di secondi, poi mi diede uno schiaffo. 
Lei mi urlò in faccia:"Non ti permettere di parlar male del mio ex, che era la persona migliore del mondo. Qui la puttana sei tu. Mi sembra di averti già spiegato che tra me e te non ci sarà mai più niente."
La folla intorno a noi iniziò ad urlare "Botte,botte,botte!"
No, non gliel'avrei mai data vinta. Non le avrei mai fatto del male, non almeno in questo modo. Perchè le avevo già fatto troppo male. Eppure sentivo che ero io ad aver ragione, non mi sarei dovuta far trattare così. Decisi che con lei avrei chiuso per sempre. O almeno finchè non sarei riuscita a chiarire la situazione.
Corsi via da quel posto disgustoso, per la seconda volta in quel giorno e feci una cosa che pensavo che non avrei mai fatto in vita mia. 
Uscii dalla scuola e iniziai a girovagare per la città. E sapevo che sarei stata in punizione a vita.






 
Spazio autrice.
Allora, sono triste, una mia amica se ne va via. Io le volevo tanto bene.
Non se ne deve andare!
Ok, ora vi chiederete cosa centra!
Uhm, niente..
Ok, lo ammetto il capitolo è corto, l'ho diviso male D:
Ma comunque mi aspetto una recensione prima di continuare.
Vi amo troppo!

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Capitolo 4
*** Capitolo 2.1 E se scappassi e andassi lontano ? ***


Passai secondi,minuti ed ore a pensare, non sapevo cosa fare, in classe mi odiavano tutti e i professori non erano da meno. Volevo che qualcuno mi dicesse che era tutto un incubo e che presto mi sarei svegliata ma non fu cosi, questa era la realtà e dovevo affrontare le cose.
Andai davanti al classico alla fine delle lezioni, cercai disperatamente Marco, lo vidi, infuriata lo tirai per un braccio e iniziai ad urlargli contro, non mi ero mai sentita cosi.
Mi sentivo presa in giro e nessuno poteva capirmi, pensavano tutti che fossi una puttana anche se io sapevo che si sbagliavano.
 Non mi ricordo niente ma lui mi aveva fatto perdere la cosa più importante che avevo, la mia migliore amica. Ce l'avevo con lui, ma era l'unico che sapeva la verità.
Gli dissi che era uno stronzo, che non avrebbe dovuto comportarsi così, che si era approfittato di me, che prima o poi l'avrebbe pagata.
Lui mi prese tra le mani e mi baciò, una e poi altre volte, stavo soffocando nei suoi baci, ero confusa. Come poteva?
Gli lanciai uno schiaffo e gli dissi :" Come osi? Non rivolgermi più la parola, noi due non potremmo mai più essere nemmeno amici"
Mi voltai per andarmene, ma lui mi prese per un braccio, la sua presa era abbastanza forte da non farmi andare via, ma non abbastanza per voltarmi verso di lui.
Così vidi Luke. Che guardava verso di noi e rideva. Rideva di me, di Marco. Era insieme ad una ragazza, una di quelle belle che riescono a far girare la testa. Con un braccio le cingeva la vita.
"Senti, io.." stava iniziando a dire Marco. Io lo strattonai e riuscii a liberarmi.E scappai via subito.
 No, non avrei avuto il coraggio di sentire la risposta, le sue scuse. Non sarei riuscita ad accettare le sue parole. Non ero pronta. Per niente. Lo lasciai lì, da solo, in mezzo alla folla che gli diceva che era un perdente, che ben due ragazze gli avevano urlato in faccia nelle ultime 24 ore. Gli stava bene. 
Ed ora che avrei fatto? Dove sarei andata?
A casa no, perchè mi sarei ritrovata soltanto mio padre e mia madre che mi urlavano dietro.
Sarei dovuta partire ed andare lontano. Almeno abbastanza lontano da fuggire da questa città.
Andai in stazione, presi il primo treno che passava. Mi fermai alla fermata successiva. Non potevo farmi scoprire senza biglietto.
 
La fuga non durò molto. Cinque ore dopo ero già segregata in casa, per il resto della vita. 
Scesa dal treno, entrai in un bar, presi due panini e andai in giro per i campi. Pensai, pensai tanto. Mi sedetti sotto ad una grande quercia e dopo poco il sonno mi prese con se, visto tutto quel che era successo. Mi svegliai poco dopo con una goccia d'acqua che mi bagno il viso. Aveva iniziato a piovere. Erano le quattro del pomeriggio, e il prossimo treno verso Milano era alle sei. Non avrei potuto aspettare così tanto. Presi il telefono e cercai di chiamare i miei. Ma non c'era linea. 
Cosa è successo oggi, che tutto è contro di me? Il tempo, la mia migliore amica, Marco, tutte le prof, i miei genitori, persino Luke, che avrà visto Marco mentre mi baciava..!
Entrai nel primo bar che trovai e chiamai i miei genitori. Mi dissero che erano preoccupati, che avevo marinato la scuola, che ero nei guai; mi sarebbero venuti a prendere in 10 minuti..
Non riuscii a rispondere. La paura si impossessò di me. E se per colpa della punizione che sarebbe arrivata io non sarei più riuscita a chiarire con nessuno. 
Poco dopo arrivò mio padre, mi urlò contro di salire in macchina. Non parlammo per tutto il viaggio. Era una situazione strana, con loro avevo sempre parlato di tutto. Non mi era mai capitato che rimanessero senza parole. 
Arrivata a casa iniziarono ad urlarmi contro. Io scappai in camera e mi chiusi dentro. Avevo affrontato troppi problemi per quel giorno, volevo un attimo di calma. Infilai un messaggio sotto la porta.
-Scusate, ma se urlate ancora mi sento davvero male. Esco solo se la smettete e promettete di non gridare più-
I miei genitori lessero il messaggio e così si  calmarono, mia madre entro in camera mia, mi chiese di  raccontagli tutto quello che era successo, mi  sfogai con lei, mi misi a piangere sulla sua  spalla come quando stavo con Soph solo che  ora non c'era.
Non avrei resistito ad un altro litigio no, ero  stanca, mi ha fatto bene sfogarmi un pò.
"Jasmine, non credere che non abbiamo dimenticato tutto, tu sei sempre in punizione, ma a questo ci penseremo domani. Vai a farti una doccia intanto parlo con il babbo, e ti preparo da mangiare."
"Grazie di tutto, mami"
"Dovevo farmi perdonare per il brutto consiglio di stamattina, no? Dai, vedrai che tutto si sistema!"
Mi abbraccio e uscì dalla camera.
Stavo per andare in bagno quando mi resi conto di essermi dimenticata il telefono, per mettere la musica.
Ritornai in camera a prenderlo. Mi resi conto che era scarico. Lo misi a ricaricare e lo accesi. 
4 chiamate perse. 7 messaggi. Tutti da Marco. Voglia di leggerli? Sotto zero. Rispensi il telefono. Potevo fare la doccia anche senza musica.
Tanto i miei pensieri avevano già un volume così alto da far girar la testa.
Andai a fare la doccia e intanto i pensieri mi affollavano la mente, e le domande non finivano più, mi chiedevo cosa mi volesse dire Marco, Luke e Soph. Mi misi a pensare a tutto quello che era successo e il tempo passò così velocemente che sentii le urla di mia mamma che mi diceva di uscire dalla doccia perchè era ora di cena.
Iniziai a chiedermi cosa avrei fatto l'indomani mattina a scuola.
Tutti mi odiavano e non sarei resistita agli sguardi incazzati di Soph, chiesi a mia mamma se per quella mattina potevo stare a casa e lei mi disse che per questa volta poteva andare bene ma di non prenderci l'abitudine.
Cenai anche se il mio stomaco non voleva il cibo e poi mi misi a dormire. 










 
Spazio autrice
" Come sei bella, sexy lady dimmi che farai stasera, esci con me, andiamo dove, dove fuori non piove, metti giù il maglione, spogliati fuori è primavera"

Yoo, fan !
Ahahahah scusate, sabato sono stata ai TRL Awards
XD
Qui vediamo quello stronzo di Marco in azione.
Cosa succederà a Jasmine il giorno successivo?
Posso darvi solo un'anticipazione.
CI SARA' UN NUOVO PERSONAGGIO PRINCIPALE, UNA RAGAZZA.
Ops, ho detto troppo.
Cosa ne pensi? Cosa ti costa scrivermi due parole se hai letto?
Recensisci ! xD
Ciao, I love all.
Ketty

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Capitolo 5
*** 2.2 Ti ricordi quando dicemmo che la nostra amicizia sarebbe stata ***


La mattina mi alzai alle 5 e decisi di leggere i messaggi di Marco, anche se di lui non mi importava più niente, ma non resistivo dalla voglia di leggerli, mi chiedevo se magari in quel messaggio ci fosse scritta la verità dei fatti magari l'avrei incastrato.
Iniziai a leggerli.
I primi sei messaggi erano vuoti, pensai che fosse uno scherzo. Ma poi lessi il quarto.
-Ciao Jasmine, so che mi hai detto che non volevi più parlarmi è solo che ti volevo dire che mi diveramente spiace per tutto quello che è successo, non era mia intenzione farti perdere la tua migliore amica,tu mi piaci veramente, non è stato un errore, lo volevo dire a Sofia ma sapevo che ci sarebbe rimasta comunque male, scusami per tutto, ti aiuterò a risolvere le cose. Se ti va di parlarmi domani ti aspetto al parco della scuola, CIAO.-
Ero rimasta sbalordita dal messaggio, forse non dovevo leggerlo, sono stata una stupida adesso sono ancora più confusa, non so cosa fare ora, non so se andare da Marco oppure fare finta di niente. 
Decisi di lasciare passare alcuni giorni e dopo quella frase mi addormentai, mi alzai alle 10 in punto, ero rilassata quel giorno, forse perchè sapevo che per quel giorno non ci sarebbero stati litigi e pianti. Sinceramente mi mancava Soph, tutti i pomeriggi passati insieme, le risate e i pianti, mi manca davvero tanto tutto questo ma devo affrontare la realtà, in qualche modo devo riuscire a mettere le cose a posto. 
Passai l'ora successiva a decidere se andare da Marco o no. Sembrava così diverso, in quel messaggio. Come se fosse una persona nuova. O forse una parte di lui che non avevo mai conosciuto. O forse, non era nemmeno lui. 
Ma per scoprirlo, sarei dovuta andare da lui, nell'ora successiva.
Guardai fuori dalla finestra. Il cielo era cupo e minacciava temporale. Scesi in cucina per fare colazione. Mia mamma stava stirando. Decisi di chiederle un consiglio.
"Mamma, dici che piove?!"
"Ah, tra poco inizia uno di quei temporali, di quelli che non si vedevano da anni ad Aprile."
"Sicura? Dici che quindi sarebbe meglio che non uscissi?"
"Sei matta, ma ti vuoi ammazzare. Ma con chi dovresti uscire?"
"Marco. E' l'unico che mi puo dire cosa è successo l'altra sera."
"Potresti dirgli di venire al bar sotto casa. "
"Grazie dell'idea, mà"
Finii di fare colazione ed andai in camera mia.
-Senti. Se vuoi davvero parlarmi vieni al bar che ho sotto casa. Io non esco con questo tempo, mi dispiace. (Se non vieni, non credere che ti dia altre possibilità.)-
Non mi restava che aspettare la sua risposta.
Erano le 11.35 . Nella mia scuola in questo momento si svolgeva l'intervallo. Dopotutto, lui non avrebbe potuto fare molto, le amicizie me le sarei dovute riguadagnare da sola. 
Mandai un messaggio a Francesca, una mia compagna di classe.
-Hei, Francy. Mi puoi passare i compiti per domani? Lo so, anche tu ce l'avrai con me per quello che è successo. L'unica cosa è che io non ero in me. Scusa-
Quel messaggio non aveva senso, ma se le avevo fatto qualcosa, sarebbe servito per rimediare. 
La conoscevo da quando avevo due anni. Siamo sempre state migliori amiche, prima che conoscessi Sofia. Negli ultimi mesi l'avevo messa un po' da parte, e questo mi dispiaceva molto. 
Non le era mai stata simpatica, Sofia. All'inizio dell'anno litigavano sempre, ed io ero sempre costretta a stare dalla parte di Francesca, perchè era quella a cui tenevo di più e quella che conoscevo meglio. Poi pian piano, abbiamo iniziato a frequentare gruppi di gente diversa. 
Si, lei mi manca, davvero. Ho tantissimi ricordi con lei ed averla così lontana non mi è mai piaciuto. Solo, non volevo che pensasse che fosse soltanto una ruota di scorta, la seconda scelta quando la prima se ne andava. 
Andai in bagno a farmi una doccia e ritornai in camera.
Guardai il telefono. Tre messaggi.
Marco. -Va bene. Vengo sulle due.-
Francy. -Hei, tu non mi hai fatto niente! Stai calma.-
Francy. -Senti, per i compiti, non è che posso venire da te? Passo subito dopo la scuola! :)-
Risposi subito a Francesca, dicendole che poteva venire.
 
Sentii suonare il campanello. Era l'una ed ero da sola a casa. Andai ad aprire, perchè sapevo che era lei.
Mi passò i compiti, e poi ci mettemmo un po' a parlare. Le raccontai che sarebbe venuto Marco poco dopo, e le chiesi se poteva rimanere con me. Lei acconsentì subito.
Erano le 13.45, quando scendemmo al bar, andammo un po' in anticipo per prendere qualcosa da mangiare.
"Jei, alla festa, mi sono dimenticata di dirtelo, io sono andata via presto, quindi non c'ero quando è successo tutto"
Mi mancava quando mi chiamava così, in quei tempi in cui eravamo solo Jei ed Effe.
"Tanto adesso arriva quello là e ci dice tutto..!"
"Io se fossi stata in te, non gli avrei neanche dato la possibilità di venire qua."
"E' l'unico a sapere la verità, o almeno, l'unico che è disposto a dire qualcosa. Sono tutti contro di me."
"Io no!!"
"Effe, grazie di tutto.. e.. mi sei mancata, davvero. Scusa, per tutto, non sono stata una buona amica negli ultimi tempi, invece tu sei venuta subito."
Lei non disse niente. Semplicemente mi abbracciò.
Iniziammo a mangiare i due tranci di pizza che avevamo ordinato. Il silenzio era calato tra noi due.
Poi, ad un tratto, mi chiese: "E tu, hai trovato l'amore?"
"No, cioè, c'è uno che mi piace molto, ma, insomma, non ho possibilità."
"Dai, sei stupenda, ne hai migliardi di possibilità."
"Ma, speriamo.. e tu?
"Mi sento con un ragazzo dello scientifico da un po'.. ma non è niente di che.."
Mi vibrò il cellulare. Era un messaggio da Marco.
-Scusa, vengo in ritardo, sulle tre sono lì.-
Visto questo cambio di orario, io e Francesca iniziammo a parlare dei nostri amori.









 
Spazio autore.
Allora..
Ma non è carina la nostra Francesca? Io la trovo adorabile, mille volte meglio di Sofia.
Vediamo Marco che scrive un messaggio serio. Ma sarà davvero lui?
Questo non lo so neanche io.
Anticipazioni.
1) Verrà descritto il personaggio di Luke.
2) Marco e Jass si vedranno e parleranno della festa. 
Siete adorabili, grazie di tutto.

Love all 
xx
Ketty

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Capitolo 6
*** 3. Non era il tipo di cui innamorarsi. ***


Aveva i capelli biondi e degli occhi azzurro ghiaccio. Si stava baciando con una ragazza, su una panchina nel parco. Poi si misero a passeggiare mano nella mano. Io ero con Sofia, che mi aveva costretto ad andare con lei ad incontrare un ragazzo, ma questo non si era presentato. Ad un certo punto lui mi passò di fianco. Il mio cuore iniziò ad accellerare. Pensai a quanto fosse bello. Sentivo i suoi passi che si allontanavano. Poi ad un certo punto si fermò, si girò dalla nostra parte e salutò Sofia. Io ci rimasi di pietra. Come poteva conoscere un essere così sublime? Appena ci fummo allontanati abbastanza dalla coppietta, iniziai a tempestare Sofia di domande. Scoprii che si chiamava Luke, si era trasferito da poco lì, e che era in classe con Marco, un suo amico che le piaceva; usciva con molte ragazze, non era un tipo di cui innamorarsi. Mi disse che era meglio che me lo dimenticassi. 
Ma io non lo feci, non ce la facevo.
Il mese successivo, Sofia iniziò ad uscire con Marco, e mi obbligava ad andare con lei davanti al classico ogni giorno per vederlo. Vedevo Luke tutti i giorni, ma non avevo il coraggio di parlargli. Lo vedevo con varie ragazze, che si baciavano. Lo vedevo da solo, e ogni tanto i nostri sguardi si incrociavano. Lo vedevo, vedevo solo lui. Sempre, nei sogni, nei pensieri. Ma non ero mai riuscita a dire neanche a Sofia che mi piaceva. Avevo paura che lei gliel'avrebbe detto. Ero riuscita pure ad avere il suo numero, rubato segretamente dal numero della mia amica, ma non gli avrei mai spedito un messaggio. 
Una sera andammo al cinema io, Sofia, una nostra amica, Marta, Marco e dei suoi amici, tra cui c'era anche Luke. Durante il film ero seduta vicino a lui, non so per quale scherzo del destino. Ero felice, tremendamente felice. 
Ma non successe nulla. Due parole scambiate, per passarsi i pop-corn degli altri. E rimanevamo due sconosciuti. Due sconosciuti che da lontano si conoscono. 
O almeno, io lo conoscevo, perchè probabilmente lui si era dimenticato della mia esistenza.
O meglio, se ne ricordava solo per prendermi in giro.
 
"Ciao Francesca. Ci puoi lasciare soli."
Era arrivato Marco. Le feci segno con la testa di restare, non lo avrei potuto affrontare da sola.
"Lei non vuole, quindi non me ne vado. Se vuoi dire qualcosa lo dirai anche davanti a me. Oppure le cose che hai da dire non sono importanti. Se è così, muovi il tuo culo e esci da questo locale." rispose lei. Mi era mancata davvero tanto. Il modo in cui ci sostenevamo a vicenda.
Io continuavo a tenere la testa bassa. Non si meritava il mio sguardo. Non dopo tutto quello che era successo.
"Ma.." iniziò a protestare lui.
"Effe ha ragione. O parli davanti a lei, o niente. Quindi sbrigati a parlare, che c'ho una vita da recuperare, PER COLPA TUA" le ultime parole le pronunciai alzando la voce.
Prese una sedia e si sedette.
"Allora. Mi dispiace. Davvero. Sono serio. "
"Uhm, le tue scuse non le accetto, sia chiaro." mi affrettai a dirgli.
"Devo ammettero, Sofia non mi è mai piaciuta tanto. E' sempre stata come un gioco. E' stato tutto facile con lei. Invece con te è tutto più difficile. E mi intrighi."
L'avrei voluto prendere a schiaffi sul momento. Ma non potevo. Volevo, dovevo sapere. 
"Comunque quella sera avevano corretto la Fanta. E te la sei bevuta tutta tu. Quindi è normale che non ti ricordi niente."
"Chi è stato? " domandai. 
"Valentina e Agnese. Non so cosa fosse, ma era roba forte visti gli effetti." disse, sospirando.
Valentina era un'amica di Sofia, che andava in un altra scuola. Si vestiva sempre in modo molto provocatorio ed aveva tutti i ragazzi che gli sbavavano dietro di lei. Si vedeva lontano un miglio che odiava Sofia, ma lei sembrava non accorgersene. Per quanto riguarda Agnese, era un'ochetta che le leccava i piedi, facendo tutto quello che diceva lei.
"E volevano fare ubriacare Sofia. Invece è successo il contrario."
"Cosa intendi?" mi disse lui.
"Niente, lascia stare. Ma che cosa è successo quando ero ubriaca?" dissi guardandolo negli occhi, per la prima volta da quando era lì. Aveva occhi color nocciola e capelli nero corvino a cresta. Il naso un po' schiacciato; due folte sopracciglia gli incorniciavano il viso, sul quale era dipinta un'espressione da strafottente. Quell'espressione che era sempre nel suo viso. Che me lo aveva sempre fatto odiare. Non si poteva dire che era brutto, ma si credeva troppo Dio.
"Allora. Stavi ballando. Si vedeva che eri ubriaca. Così sono venuto lì e ti ho portato via da tutti. Eri indifesa, non come al solito, così puntigliosa. Non volevo che tutti ti vedessero in quello stato. Così siamo andati in cucina. Tu continuavi a dire frasi sconnesse, tipo -Il mio cane è blu- o -la macchina. Dell'albero. Fa squit squit.- facevi morire dal ridere."
"E poi mi hai baciato, non è così?" lo fermai un secondo.
"Si. Cioè. No. Tu mi hai baciato." 
"E' impossibile. No, no, no, io non avrei mai tradito la mia migliore amica, no, no, no" continuavo a ripetere con la testa tra le mani.
Lui dopo un poco riprese a parlare "La cosa più strana è che dopo hai iniziato a parlare. E dicevi cose sensate. Cioè più o meno. Hai iniziato a farneticare che avevi visto uno che scopava con una, e che ci stavi male. Non avrei voluto dirtelo, perchè magari adesso te ne ricorderai e starai ancora male."
Chi scopava chi? Oddio, ed io che pensavo che questa storia si sarebbe ricomposta, invece si stava ingarbugliando ancora di più. Probabilmente era Luke, ma con chi ?
Feci l'occhiolino a Francesca che comprese al volo e disse "Scusa, ma sarebbe meglio cambiare discorso.. Dimmi un po', che gossip ci sono li da te al classico?"
"Uhm, l' Aurora si è messa con Federico, e che io sappia Luke si vede con Pamela.." rispose lui.
"Chi è Pamela?" chiese Francesca, facendo finta di non capire.
" Sai quella bionda, molto sexy, era anche alla festa di Sofia, mi dispiace che se la sia accalappiata lui, perchè io un giro con lei me lo sarei fatta volentieri.. " disse lui, facendo uno sguardo malizioso.
Straperfetto, Luke, Pamela, festa. Si certo era tutto chiaro. Guardai l'orologio. Erano le quattro. 
"Marco, avevo promesso a mia madre che l'avremmo aiutata a cucinare, è tardissimo, noi andiamo ciao" mentii.
"Ok, perfetto, ciao ragazze." detto questo prendemmo i giubotti e salimmo in casa.








 
Spazio autrice.
Yess, ora si capisce molto meglio, tutto, vero?
Troviamo qui un Marco che dice la verità, che non si lascia trasportare dai sentimenti.
C'è anche una descrizione di Luke.. ma non lo trovate *---*
Sto cercando un'immagine di lui, ma non trovo niente di veramente *--*
Se trovate qualcosa che secondo voi ci sta bene, mandatemi il link, troverò come ricambiare il favore.
Comunque, probabilmente tarderò con il prossimo capitolo perchè devo ancora scriverlo .-.
Non so che altro dire..
Vi amo, grazie <3
Ketty.

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Capitolo 7
*** Ero felice, di una felicità pura. ***


Ero felice, di una felicità pura.
 


Io e Francesca rimanemmo a lungo a parlare della situazione e sul da farsi, mentre eravamo chiuse in camera.
Ad un certo punto arrivò mia madre e iniziò ad urlare che dovevo aprire la porta. Le aprii ed entrò con aria furente.
"Jasmine, ti ricordo che tu sei in punizione, non puoi tenere la porta chiusa a chiave, e non saresti nemmeno dovuta uscire prima. " poi si rivolse a Francesca " e tu, tua madre ha chiamato, ti vuole a casa subito, dice che sei in ritardo per cena "
La prima a rispondere fu Francesca, che le disse mi avrebbe salutato e sarebbe andata subito via.
Io invece mi limitai a dirle che ne avremmo parlato dopo.
Dopo le nostre risposte uscì dalla camera e ritornò in cucina a preparare il pasto.
Rimaste sole, io e Francesca ricapitolammo brevemente tutto.
"Allora, si, quello a quelle due, è ottimo, la devono pagare, e Marco non ha finito di raccontare. Ciao, Jei. Ci vediamo domani a scuola!"
"Si, perfetto! Allora a domani, Effe amore mio!!" Le risposi.
"Oh, si, mogliettina mia!!!" e con questo corse via verso casa.
 
Subito dopo mi precipitai in cucina, perchè era pronta la cena, e soprattutto per parlare della mia punizione. Mi parve subito che l'atmosfera di comprensione del giorno prima fosse sparita magicamente. I miei genitori mi guardavano ferocemente. Sul tavolo vi era solo dell'insalata. Brutto segno. Si, ero proprio nei casini.
"Jasmine Marie Rossi Jones, la tua punizione. Sei scappata da scuola, hai picchiato un tuo coetaneo. Non credere di passarla liscia!" iniziò mio padre. Aveva detto il mio nome completo, compreso il cognome di mia madre, che aveva origini inglesi; non capitava molto spesso, ma era una cosa che odiavo.
"Ma.." provai a cercare di persuaderli, ma venni prontamente interrotta da mio padre.
"Niente ma. Per il prossimo mese non potrai più uscire di casa la sera, e il pomeriggio solo una volta a settimana, per andare da una tua compagna di classe a studiare. Se poi scopriamo che sei andata in giro reputati morta. E qui a casa puoi invitare chi vuoi, ma sappi che dovrai tenere sempre la porta aperta." prese fiato "e, con chi vuoi, intendo NIENTE ragazzi, intesi?"
Annuii sommessamente.
Poi riprese "E, dovrai sistemare camera tua e farla risultare splendente. Se poi alla fine del mese è un macello, la tua punizione verrà prolungata. Queste sono le condizioni. Fine."
"Ok, va bene. Ma.... cosa devo mangiare io?"
"Quello che c'è in tavola !" rispose mia madre con un sorriso di scherno.
Io l'insalata non era mai riuscita a mangiarla, e mai la mangierò. O almeno se è nei panini si che la mangio.
Mi ricordo che quando andavo al nido, ero molto piccola, avevamo un piatto pieno di insalata. E io cosa feci? La versai tutta nel piatto del vicino, che poi iniziò a piangere e a chiamare le maestre urlando.
Poi, non avevo neanche fame, in quel momento. Presi un pezzo di pane e andai in camera.
 
La sveglia suonò alle sei, mi vestii, mi truccai, mi misi le lenti, feci colazione e corsi a prendere l'autobus, cose che facevo abitualmente la mattina. La cosa strana è che di solito mia madre era sempre sveglia, invece quel giorno dormiva ancora.
Aspettai l'autobus per dieci minuti, ma vidi che non arrivava. Decisi di andare a chiedere nel bar di fronte, vi entrai e chiesi al barista.
"Sono le 6 ora, il tuo autobus passa tra 50 minuti!"
"Cosa? Nono sono le 7, ne sono sicura!" replicai.
Poi guardai bene l'orologio, aveva ragione. Iniziai a ridere a crepapelle, il signore mi prese sicuramente per pazza, quindi uscii di fretta per ritornare a casa.
Mia madre era infuriata, pensava fossi scappata.
La tranquillizzai e le spiegai tutto, ma non la prese sul ridere come me, era serissima.
 
Alle 7.30 ero davanti a scuola aspettando Francesca, la mia salvezza.
A quell'ora c'era poca gente, sarebbero arrivati tutti 15 minuti dopo.
Ad un tratto sentii qualcuno che mi chiamava.
Pensai che fosse Francesca. Ma lei non aveva una voce da maschio ! Non feci in tempo di finire il ragionamento, che me lo ritrovai davanti. Luke. Il mio cuore fece dieci, cento, mille balzi. Come era bello!
"Ciao!" lo salutai il più allegramente possibile, mentre la mia testa esprimeva migliaia di ragionamenti contorti sul perchè mi stava parlando.
"Come mai qui a quest'ora?" mi chiese.
"Uhm, dovrei chiedere la stessa cosa a te! Comunque aspetto Francesca, ma penso tu non sappia chi sia."
"Si, Francesca, la mora con i capelli a caschetto?"
"Si, lei! "
"Ah, io sono qui perchè un povero deficiente ha preso il mio libro di filosofia, e me lo deve riportare.."
"Interessante!"
"Ah, comunque, sei stata una grande, l'altro ieri!"
"Ehm?" non capivo, ero confusa.
"A dare lo schiaffo a Marco, quello li era proprio fuori di testa. Cioè, sarà successo quel che è successo, ma alla festa tu eri ubriaca, e si vedeva. E non è giusto approfittarsi di una ragazza quando non è in se..!"
Gli sorrisi, dio, quanto mi piaceva.
"Grazie!"
Non sapevo più cosa dire. Senza poi dovermi rimangiare tutto per aver detto una sciocchezza. Per fortuna in quel momento, sentii arrivare Francesca.
"Be, allora io vado, ci si sente, Ciao !!" lo salutai.
"Ciao, ci si vede in giro!" e se ne andò.
Iniziai ad invedere Effe della mia felicità, perchè ero felice. Di una felicità pura.





Spazio autore.
Lo ammetto, ho ripubblicato lo stesso capitolo D:
Si lo so, sono cattiva, tanto. Mi ero messa a scrivere l'altra storia, poi sono entrata in crisi e non ho scritto più niente.
Sto cercando di scrivere il nuovo capitole, e ammetto che questo è molto corto.
Spero in una recensione.
Vabbè, ora faccio finta di seguire la lezione.
Ciao, grazie in anticipo.
Kei.

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Capitolo 8
*** Avviso ! ***


Avviso.

Ho deciso di cambiare account, mi trasferisco qui : intrighi di stelle
La storia verrà ripubblicata capitolo per capitolo nel nuovo account e apportate modifiche. 
Probabilmente l'ultimo capitolo lo riscriverò da capo, non mi ispira ed è molto corto.

Avevo intenzione di inviare a tutti un messaggio, ma ci metto meno a scrivervelo qui.

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