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di wehaveahulk
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Holmes Chapel, febbraio 2010.
 
«El, ho deciso» mi disse con tono deciso.
«Parteciperò ad x-factor, vincerò e ce ne andremo via, insieme, io e te. Ce ne andremo via da qui, in America, a Los Angeles, gireremo il mondo, solo noi due, nessun altro».
 
Avevamo già programmato viaggi assurdi in passato, mi ricordo che quando Harry aveva 8 anni voleva andare a vivere su Marte ed avevamo progettato di trasferirci lì nel 2035, ma questa volta era serio. Glielo si leggeva negli occhi. Quei grandi, meravigliosi occhi verdi. E quel giorno splendevano più del solito.

«Poco sicuro mi dicono, Ed» gli dissi ridendo.
Odiava essere chiamato Ed.
 
«El, sono serio. Io... Io... Vincerò quel premio. Voglio vincerlo per te, per noi. Voglio dimostrare a te, a mia madre, a Gemma e al mondo che non sono un fallito, che rincorrerò il mio sogno. Diamine, sono o non sono Harry Edward Styles?».
 
E così fu. Lo accompagnai alle audizioni.
 
Non l'avevo mai sentito cantare prima. Non perchè io non volessi, ma perchè era proprio lui che mi diceva: «Quando ci sei tu non riesco a cantare. Soltanto con te.... mi vergogno....».
Questa era l'unica cosa che non capivo di lui.
Sapevo tutto della sua vita, sono stata persino la prima a sapere quando l'aveva fatto per la prima volta, ma questo no.
 
Tutta la scuola l'aveva sentito cantare. Tutti, tranne me, la sua migliore amica.
 
«Harry Styles, è il tuo turno» si sentì dire.
«Miraccomando tesoro! Metticela tutta, ma soprattutto divertiti!» gli disse sua madre schioccandogli un bacio.
«Non fare figure di merda, eh!» scherzò sua sorella dopo averlo abbracciato.
 
Poi si girò verso Amanda, la sua ragazza.
 
«Amore mio, vai! Ricorda che ti amo!» disse la ragazza.
 
Dopodichè lo baciò, ma lui era assorto in chissà quale pensiero contorto, probabilmente sull'audizione, che non sembrò ricambiare il bacio.
 
Infine si rivolse a me.
 
«Harry, ti stanno aspettando sul palco» insistè il presentatore. 
«Vai là e spacca il culo a tutti, Styles!» gli dissi sorridendo.
 
Gli feci cenno di andare in scena.
Ci scambiammo uno sguardo d'intesa. Solo io e lui potevamo capire. Era arrivato il suo momento e dai suoi occhi riuscivo a percepire la sua determinazione. Salì sul palco.
 
«Ciao! Come ti chiami?»
«Harry. Harry Styles» rispose sorridendo.
«Bene, Harry» disse uno dei giudici.
«Quanti anni hai?»
«Sedici»
«Ohh, sei uno studente, giusto?»
«Err, si, ma lavoro anche in una panetteria».
 
Dal pubblico di levò un brusio.
 
«Bene, Harry. Puoi iniziare!».
C'era molta tensione dietro alle quinte. Probabilmente, ero ancora più agitata di Harry. Insomma... Non tutti abbracciano il presentatore, giusto?
 
Il riccio fece un sospiro, avvicinò il microfono alla bocca ed io ebbi la conferma di tutto quello che si diceva in giro di lui. Ha davvero una voce spettacolare!
 
«Isn't she lovely?».Rimasi completamente incantata da quella voce.
«Isn't she wonderful?». Dalla platea si levarono urla, applausi.
 
***
 
Inutile esprimere la gioia che provai quando lo presero al programma. Quando uscì di scena, aveva un sorriso a 32 denti. Corse verso di me a braccia aperte urlando:«CE L'HO FATTA!». Ma Amanda si piazzò in mezzo a noi due, si prese il mio abbraccio e gli stampò un bacio.
 
«Lo sapevo, Harry! EHI GENTE! QUESTO E' IL MIO RAGAZZO! TI AMO, HARRY! SI! SEI TUTTA LA MIA VITA!».

***
 
Passò poco tempo prima di scoprire la vera faccia di quella "Amanda" che, con tutta sincerità, non mi era mai andata a genio.
 
«Mi ha lasciato! MI HA LASCIATO! E TUTTO SOLTANTO PERCHE' NON HO PASSATO UNA STUPIDA PROVA PER PARTECIPARE AD UNO STUPIDO PROGRAMMA!», gridò in lacrime.
 
Non riuscivo a sopportare quella ragazza, il suo comportamento nei confronti del mio amico, e men che meno vederlo piangere. Lo abbracciai, stringendolo forte al mio petto.
«Harry, shh, non fare così. Tu ci hai provato» gli sussurrai, iniziando ad accarezzargli i capelli ricci.
«Evidentemente, quella gente, non ha le orecchie, perchè, sennò, si sarebbero accorti che hai una voce magnifica, davvero».
 
 
angolo autrice: heeeeeeeeey, è la mia prima storia siate clementi, vi prego çç se mi lasciaste una recensione ne sarei felice, così che io possa migliorarmi c: graaazie a tutti c: sono anche su twitter, se volete seguirmi: @xwarisover c:
 
-eleonora

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Sentii il suo respiro farsi sempre più tranquillo, il suo cuore ristabilì i battiti e smise di singhiozzare. Rimanemmo abbracciati per circa 10 minuti, fino a che il presentatore non interruppe il nostro momento. Quanto lo odiai in quell'istante, ma l'avrei amato poco dopo.

«Liam Payne, Louis Tomlinson, Zayn Malik, Niall Horan e Harry Styles. Siete richiesti sul palco». 

Gli asciugai il volto dalle lacrime.
«Vai Harry. Andrà tutto bene, ok? Non mi importa se non ti hanno preso. Io resto qui ad aspettarti, non me ne vado» sussurrai.
«Grazie. Grazie davvero, Ele. Ci sei sempre stata e per me, questo, è davvero tanto, non riuscirò mai a ringraziarti abbastanza. Grazie».

E si allontanò, insieme ai quattro ragazzi, che sarebbero diventati la sua vita. Coloro che avrebbero preso il mio posto.

***
 
«SIAMO PASSATI! SIAMO PASSATI! CI HANNO PRESI! SIAMO UN GRUPPO! CI PENSI? SIAMO PASSATI!!!».

Mi saltò addosso e subito mi trovai a terra, con Harry sopra.
Appena riuscii a connettere e a capire quello che mi aveva detto il mio amico, balzai in piedi, e con lui, iniziai a correre per la stanza urlando.
A noi si unirono i quattro compagni d'avventure del riccio. Dopo quel momento di sclero, ci furono le presentazioni. Ci misi un po' ad imparare tutti i loro nomi, continuavo a sbagliare pronuncia o a confonderli. Devo dire che quella è stata una delle figure di merda più grandi che io abbia mai fatto.

 
«Hei future rockstar! Me lo fate un autografo?» dissi scoppiando in una risata.

Iniziarono a ridere anche loro, finchè Niall, un biondino irlandese, mi disse:«Tutto per la nostra primissima fan!».
Tra una risata e l'altra, mi firmarono davvero un foglio di carta con scritto: "Alla nostra prima (e forse ultima) fan Eleonora. Con affetto: Louis Tomlinson, Liam Payne, Zayn Malik, Niall Horan e il tuo amato Edward".

 
Quanto si sono sbagliati in quella scritta! Infatti, ora, hanno milioni e milioni di fans in tutto il mondo.

Ad interrompere quel momento di risate, fu il cellulare di Harry: era un messaggio di Amanda.
 
"Harry, amore mio! Sono Amanda.
Spero che tu non abbia cancellato il mio numero,
Ho sentito che ti hanno ripreso! Lo sapevo!
Sono così felice x te amore mio! Per festeggiare
stasera verrai a casa mia. Ho comprato un completo
che sicuramente ti piacerà. Alle 9.30, ok?
Ciau amore. Ti amo. xxx".
 
La reazione del ragazzo non fu delle migliori: prese il cellulare e la chiamò.

«Amore lo dici a qualcun'altro, Zoccola!», e chiuse la chiamata.
Poi mi guardò e disse: « Con Harold non si scherza».
Tirò su la testa, si mise gli occhiali da sole e se ne andò in bagno.
Lui. Quello era il mio migliore amico! La normalità in persona, gente!
 
Li seguii per tutto il loro cammino ad x-factor, li votai, e feci anche una cosa di cui non vado molto fiera: a scuola, sbattei in faccia ad una che mi stava sul culo, che quel "pezzo di figo" (come lo chiamava lei) di Harry Styles era il mio migliore amico. 
 
Alla finale non vinsero. Quando dissero la classifica, corsi subito nel backstage, aspettai che uscissero di scena e andai da loro ad abbracciarli.
Erano diventati una famiglia per me. In quel periodo mio fratello si trovava in ospedale e i miei genitori erano lì con lui. I ragazzi avevano affittato un appartamento in centro Londra per poter arrivare prima in studio ed erano stati così gentili da ospitarmi in quel periodo. Così li conobbi sempre meglio, ad uno ad uno. 
 
Erano tutti il lacrime e scoppiai a piangere anche io. Ci abbracciammo tutti, come se quell'abbraccio avrebbe potuto dare loro la forza di andare avanti.
E in un modo o nell'altro, riuscì nel suo intento.

Era tutto finito? Per me si, ma per loro no. Per loro era solo l'inizio.

Loro sarebbero andati avanti, avrebbero fatto carriera, avrebbero avuto milioni di fans ovunque, ma la cosa più importante è che sarebbero diventati amici inseparabili.

Furono proprio le parole che dissi a quei cinque ragazzi, che sembravano quasi bambini da quanto piangevano. Mentre li stavo incoraggiando, si avvicinò a noi Simon Cowell, mentore dei ragazzi.

«Cosa sono tutte queste facce tristi? Ho in mano un contratto discografico e voi fate queste facce?».

Le lacrime divennero lacrime di gioia, si sentirono urla, esulti, abbracci su abbracci. Quasi non riuscivo a respirare da quanto mi stava stringendo Liam.
Harry mi venne in contro, mi abbracciò anche lui e sussurrò: «Grazie, grazie. Sei sempre stata al mio fianco, non ti ho delusa. Grazie, El. Grazie di tutto, grazie di cuore. Grazie per aver sempre creduto in me. Questo non è un addio, te lo prometto».
Si avvicinò, appoggiò delicatamente le labbra sulle mie e se ne andò via, salutandomi con la mano. Mi lasciò lì, non stavo capendo più niente.
Quella fu l'ultima volta che vidi Harold Edward Styles.

angolo autrice: yaaaaaaaaaaaaaaaaaaay. hello :3 perdonate gli eventuali errori, ma non ho riletto çç ammetto che questo capitolo non mi convince un granchè, maaaa, vedrete più avanti muahahahha. voi che ne pensate invece? c:
se me la recensite (accetto anche critiche negative) è meglio, così posso migliorare man mano :3
sono anche su twitter lol @xwarisover c: 

-eleonora

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Holmes Chapel, Dicembre 2011. 
 
Un ragazzo sul metro e ottanta, riccio e con gli occhi color verde quasi smeraldo si avvia verso una casa ormai disabitata da parecchi mesi.

'che sarà mai successo?' si chiese.

«Se ne sono andati. Cerchi la famiglia Russo? Beh, se nè andata tempo fa. I genitori si sono separati e i figli sono andati a vivere con i nonni in Italia»disse un anziano che stava passando di lì.
«Oh, Grazie mille» rispose il ragazzo.
 
Milano, Dicembre 2011.
 
«Tesoro, mangia qualcos'altro! Hai mangiato solo un panino!»
«No, grazie nonna. Non ho fame»
«Sei tutta pelle e ossa! Sicura di non volere le lasagne?»
«Sicurissima nonna. Grazie comunque, ma adesso voglio dormire ancora»
«Sono giorni che passi tutto il tempo in stanza a dormire! Sicura che sia tutto ok?»
«Nonna, sto bene. Non ti preoccupare. E' solo un po' di nostalgia»
«Ok... Prima ha chiamato Martina. Sta venendo a trovarti. Esci un po' dalla stanza per favore, ok?».

 
La nonna uscì dalla stanza e tornai sotto alle coperte. Era passato molto tempo da quando avevo smesso di inviare sms a Harry.
Inizialmente mi rispondeva sempre, poi iniziò a non rispondere più. Pensai che volesse evitarmi, così smisi di cercarlo. Non ricevetti un messaggio o un tweet da parte sua nemmeno il giorno del mio compleanno. Ero sicura: si era completamente dimenticato di me.
 
Mancava davvero poco a Natale, come regalo chiesi ai miei nonni di regalarmi una chitarra nuova. Non sapevo bene il motivo di quella richiesta. Un giorno mi alzai e sentii il bisogno di avere un nuovo strumento. Poi capii: la vecchia chitarra mi riportava alla mente il mio ex migliore amico e tutto ciò mi rendeva nostalgica. Eppure amavo passare ore e ore a suonarla proprio per ricordarmi di quei bei vecchi tempi.
 
Mentre ero assorta in quei mille pensieri, suonò il campanello.

'Dev'essere Martina' pensai.

 
La ragazza entrò nella stanza senza bussare, com'era suo solito dopotutto.

«Io, tu, centro Milano, domani» mi disse con tono deciso.
«Cosa c'è domani a Milano?»
«Viene la mia band preferita, non vedo l'ora di vedere Harry Styles, voglio fare una foto con lui...» disse la bionda sognante.
«A-aspetta, ci sono gli One Direction a Milano?»
«Siiii! Ti prego, dimmi che mi accompagnerai! Sei la mia migliore amica, per favore...».

 
La guardai, rimasi immobile. Avrei davvero rivisto Harry? E Niall? E Zayn, Liam e Louis? No, non potevo andarci. Non volevo.
Non dopo tutto quello che Harry mi aveva fatto. Tutte quelle promesse buttate al vento. Anche se in fondo gli volevo ancora un bene dell'anima e non vedevo l'ora di rivederlo. Ero indecisa. Non volevo nemmeno deludere la mia amica. L'unica ragazza che mi è stata vicina quando sentivo la mancanza di Harry, solo che lei non sapeva che stavo parlando di 'quel Harry'.

«Ti prego, ti prego, ti preeego» implorò la mia amica.
«Si, si. Vengo....» le risposi.

Iniziò a mancarmi il respiro. No state tranquilli. Era solo Martina che mi stava soffocando con un -a sua detta- "affettuoso abbraccio".

«Solo che c'è un problema, chi ci accompagna? Mia mamma non mi lascia uscire senza qualcuno di responsabile«. Capii che non solo voleva vedere la band, ma anche mio fratello.
«Ho capito, ho capito. Ci accompagnerà l'Ale» dissi ridendo mentre lei iniziò ad arrossire.

 
Quando Martina se ne andò iniziai a farmi mille domande.

Si ricorderà di me? Mi riconoscerà?
Sarà cambiato? No, non è cambiato... Ma... voglio davvero rivederlo?....

Passai la notte insonne a causa di quei continui dilemmi che continuavo a pormi. O forse non riuscivo a dormire per colpa dell'agitazione. Si, insomma... avrei dovuto incontrare quel ragazzo che tempo prima mi aveva piantata in asso dimenticandomi del tutto... quel ragazzo pieno di false promesse, ma che dopotutto era diventato la mia vita.
Così uscii in giardino, presi la mia 'chitarra dei ricordi', accesi l'ipod e iniziai a suonare e a cantare sottovoce moments con i ragazzi come sottofondo, ricordando le avventure passate con il riccio.
 
Sul volo per l'Italia, tra schiamazzi e russate, un ragazzo si stava facendo infinite domande proprio come la sottoscritta.

"E' arrabbiata come me, lo sento. Non l'ho chiamata, non le ho fatto gli auguri... che stupido sono stato... stupido stupido stupido! L'ho lasciata lì, da sola... e per di più non mi sono fatto sentire. Non posso vivere sapendo che lei mi odia. Non posso. Domani sistemerò tutto con lei. E se non viene? E se ha trovato un nuovo 'Harry'? E se ha trovato un ragazzo? E se questo ragazzo fosse migliore di me?".
 
Anche lui prese l'ipod, fece partite moments e iniziò a canticchiarla a bassa voce, chiudendo gli occhi e ripensando ai momenti passati insieme alla sua Eleonora.
 
 
 
 
 
angolo autrice: yaaaaaaaaaayyyy. occhei, scusate il terribile ritardo, ma grazie alla scuola e il debito in latino (yeee *o*) ho potuto scrivere il continuo solo ora.... non l'ho riletto e l'ho scritto tutto su qui, se ci sono errori scusatemi tanto, ma ho davvero poco tempo anche solo per rileggerla. spero che piaccia(?) *fu così che nessuno cagò il terzo capito*. ho anche twitter, se vi va di parlare con me c: @xwarisover
ciaoo c:
-eleonoraaa
 
ps: 'Russo' non è il mio cognome e non ho un fratello più grande di nome 'Alessandro'. Ho solo reso omaggio(?) al mio vero migliore amico lol. occhei, mi eclisso.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Milano, Dicembre 2011.
 
Penso che ognuno di voi voglia finalmente sapere se e come ci incontrammo io ed Harry quel dannatissimo giorno.
Quindi, per togliervi ansia, partirò subito da quando Alessandro lasciò me e la mia amica Martina davanti al locale dove ci sarebbe stato il meet.
 
Martina ed io scendemmo dalla macchina, schioccai un bacio sulla guancia al mio fratellone e ci incamminammo verso l'ultimo posto dove avrei voluto essere quel giorno.
Martina continuava a parlare, ma non la stavo ad ascoltare. Il cuore mi batteva a mille, non sapevo cosa fare, come reagire.
Ecco, lo sapevo. Sarebbe stato meglio rimanere a casa.

Lo odiavo. Odiavo il fatto che mi avesse abbandonata, odiavo il fatto che non mi avesse più nemmeno fatto gli auguri di compleanno, o di natale, o che so io. O forse non volevo entrare per avere la conferma di tutti quei pensieri che da ormai tanto, troppo tempo mi assillavano. Avevo paura che una volta là dentro non mi avrebbe mai riconosciuta. Avevo paura di essere stata dimenticata.
 
«Sei sicura di volerci entrare, Elle?» mi chiese martina.

Stavo tremando, solo in quel momento me ne accorsi. Le gambe non riuscivano a reggere il peso del mio corpo, ero sbiancata tutta d'un colpo, i battiti si erano fatti così irregolari che temevo il mio cuore non avrebbe retto. Volevo svenire. Morire. Non avete la più pallida idea di come mi sia sentita il quel momento. Volevo urlare, mi veniva da vomitare, ridere, piangere... Dovevo rimanere a casa. Penserete 'tutto questo solo perchè doveva vedere il suo amico?'.
Ebbene sì. E' sciocco, lo so. Ma la paura dentro di me di poter essere dimenticata dall'unica persona che mi abbia mai davvero voluto bene era straziante. Ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro.
Così deglutii a fatica, feci un respiro profondo nella speranza che nausea e pallore svanissero e dissi: «Sicurissima». 
 
Entrammo. L'aria era terribilmente calda, all'interno dello stabile c'erano centinaia di ragazzine urlanti, ognuna delle quali era in una fila disordinata che procedeva ad una velocità impressionante per essere una signing. Ci mettemmo in fila. Nonostante la coda scorresse abbastanza in fretta, passarono almeno due ore prima di incontrare i ragazzi.
 
Ero in ansia. Martina mi prese la manica della felpa e mi sussurrò nell'orecchio 'riesco a vedere Liam!'.

Bene, l'incubo stava per cominciare.


Mi alzai in punta di piedi per vedere chi sarebbe stato il primo a cui avremmo chiesto autografo e foto e... Si, dai, lo sapete. La mia solita fortuna.
 
Arrivò il nostro turno.
'Ecco' pensai tra me e me. 'questa è la prova del nove. se non mi riconosce subito, io faccio finta di nulla. mi prendo l'autografo e scappo via'.

La ragazza che avevo davanti si spostò e mi ritrovai davanti un ragazzo seduto. Le luci erano abbastanza forti da far risplendere i suoi bellissimi occhi smeraldo. I ricci erano diventati una massa informe di capelli, il sorriso era rimasto lo stesso. C'era qualcosa di diverso, comunque in quel ragazzo, e non erano i capelli.
I suoi occhi. Ecco cos'era.
La luce. Quella luce che vidi nei suoi occhi fino all'ultimo nostro incontro si era misteriosamente spenta.
 
«Ciao bella. Come ti ch...».
 
Non so bene cosa successe in quel momento. Sta di fatto che non appena disse la parola 'come', alzò lo sguardo e rimanemmo lì a fissarci. Non c'era più nessuno intorno a noi. Solo io e lui.
Non dissi nulla. Non disse nulla. I nostri sguardi parlavano da soli.

Infondo, io e lui ci intendevamo con un solo sguardo, ricordate?

I miei occhi. Raccontano più di quanto  mio sguardo di disapprovazione sembrava dire 'mi sei mancato'. Il suo sguardo dispiaciuto sembrava dire 'anche tu'.
 
Rimanemmo lì fissi, finchè un uomo sulla trentina mi diede uno spintone per far scorrere avanti la fila.
 


angolo autrice: yaaaaaaaaaaaaayyyy. ok. tralasciando il fatto che questa bellissima(?) FF non se la caga di striscio nessuno *yeee*, finalmente ho messo il quatro capitolo. ya.
è un po' corto, perdonatemi. la scuola mi sta distruggendo, tantè che sono le 22.15 di sera e sto morendo di sonnnnnn.....zzzz......zzzzzzzzzz.......zzzzzz.......zzzzzzzzz...... se ci sono errori è per quello çç
boh, spero vi piaccia jdghkjdsfl se volete seguirmi su twitter sono arisover c:
ciaaaaaao belli.♥
 
-eleonoraaaa

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


«Ele, aspetta!» una voce mi fermò.

Non sapevo più che fare, dove andare. Avrei solo voluto scomparire piano piano, diventare invisibile. Sfo
rtunatamente sono nata senza superpoteri. Sentii tutti gli occhi girarsi verso di me. La stanza divenne silenziosa, troppo per i miei gusti.
Riuscivo a sentire le parole bisbigliate delle altre ragazze in fila: stavano parlando di me.
Presi un respiro profondo e dissi la prima cosa banale che mi passò per la testa.
 
«Ciao, Harold» e mi allontanai.

Quanto mi odiai in quel momento. Ma non riuscii a fare altro.
Volevo abbracciarlo, perdonarlo, far finta che nulla fossa successo. Volevo tornare la ragazza felice di un tempo, la ragazza di Holmes Chapel che sa solo combinare guai con il proprio migliore amico. La mia vita era cambiata troppo in fretta. 

 
La fila proseguì, come se nulla fosse. Liam, Niall, Zayn e Louis si ricordavano di me, li salutai e loro ricambiarono.

«Ve l'avevo detto che non sarei stata l'ultima» dissi soffocando una risatina.

Non ero arrabbiata con loro, per niente.
Niall si era persino disturbato a mandarmi un regalo per il compleanno.
 
Appena uscii dalla fila, due braccia mi presero per i fianchi e mi sollevarono di peso.
Soffocai un urlo, che cosa volevano da me? Che cosa avevo fatto? Nulla, non riuscii a trovare una risposta. Solo quando mi misero a sedere in un locale non molto lontano dalla sala riuscii bene o male a capire cosa stava succedendo.

'o mi stanno rapendo per qualcosa che ho fatto, o qui c'è lo zampino di Styes' pensai.
E avevo ragione perchè dopo pochi minuti il riccio apparve sulla porta.
 
«Ele.. Tutto bene?»
«Secondo te va 'tutto bene'? Un tizio che manco conosco mi ha portata qua di peso contro la mia volontà e sto parlando con l'ultima persona al mondo con cui vorrei parlare». Ahia. L'ho sparata grossa.
«Non dire così... Lo sai meglio di me che sei importante..»
«Se fossi davvero stata importante per te, mi avresti scritto qualche volta! Saresti venuto a cercarmi!»
«Non posso cercarti sempre io, ficcatelo in testa!»

Io? L'aveva detto sul serio? No, caro Styles. Hai davvero superato il limite.
 
«Com'è che non hai più risposto alle ultime 58 telefonate? Com'è che non mi hai nemmeno fatto gli auguri di natale? O di compleanno? Non è stata colpa mia, io ho ci ho provato! Ho provato a cercarti, ma TU NIENTE! Sono stata uno schifo senza di te in questi fottutissimi mesi. UNO SCHIFO! I miei hanno divorziato, ho pianto per non so quanto tempo e l'unica cosa che volevo era un tuo fottuto abbraccio, o almeno una tua chiamata. MA NIENTE!».

Il mascara iniziò a colarmi sulle guance, ma nono stante questo riuscii a tirare su il viso e trovai il coraggio di sputargli la verità in faccia.
Si ammutolì. Capì che aveva sbagliato.  Abbassò lo sguardo, lo vidi piangere.
Non riuscii a resistere e mi buttai tra le sue braccia.
 
«Sono uno stupido, perdonami. No, non riuscirai mai. L'ho fatta troppo grossa questa volta. Non è come all'asilo.»

Rimasi il silenzio e cercai di godermi quell'abbraccio che ormai sognavo anche la notte. Ero tornata me stessa, per un momento.
Per tutta la durata di quell'abbraccio ero tornata ad essere la ragazzina di Holmes Chapel che poteva contare sul suo migliore amico.
 
 
angolo autrice, yeee(?) c:
premetto che non mi convince molto. però oggi ero a casa da scuola, quindi ho deciso di portare avanti una delle due storie.
ho scelto questa, perchè l'altra ho già bene in mente la storia, ma devo allungare un pochino il capitolo dell'incontro tra Kendall ed Emily c:
boh, spero vi piaccia questo capitolo, i giudizi sono ben accetti. anzi, commentate e valutate, almeno so come migliorarmi! c:
seguitemi anche su twitter: xwarisover c:
 
-eleonoraaaaa

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***


Quell'abbraccio, il nostro abbraccio emanava così tanto calore che avrebbe potuto riscaldare tutta la stanza.

«Non mi perdonerai mai, vero?» chiese con un filo di voce.
«Harry, come potrei mai non perdonarti?»
«Ti ho fatto del male»
«Lo so»

«Scusami»

*toc toc*

Dannazione! pensai. Proprio ora che l'ho ritrovato?

La porta si aprì ed entro lo stesso uomo alto e possente che mi prese di peso e mi portò in quella stanza.


«Ti aspettano di là, Harry»
«Solo cinque minuti, Joe» disse sogliendo il nostro abbraccio.
«No, muoviti. Ti aspettano le fans»

Mi guardò negli occhi sospirando, feci la stessa cosa e non potei evitare di notare la tristezza racchiusa nel suo sguardo. Aggrottai le sopraciglia.


«Che ti stanno facendo?» dissi tutto d'un fiato.
«Come, scusa?» chiese sbigottito.
«Ho detto: che cosa ti stanno facendo, Harry» replicai.
«Non capisco di cosa tu stia parlando»
«Non eri così... C'è qualcosa di diverso in te»
«Hei, sono sempre io. Il tuo Styles»
«No. Sembri quasi... Triste.»
«El, nonsparare puttanate, dai»

«Non sto sparando puttanate. Te lo si legge negli occhi»

Non aggiunse altro, rimase in silenzio finchè Joe non tornò per portarlo nuovamente al meet.

Lo sapevo. Dissi tra me e me. Lo sapevo che qualcosa era cambiato.

Rimasi sola. Quella stanza che poco prima era così luminosa e calda, divenne improvvisamente fredda.

Che gli stanno facendo? Perchè solo Harry è così... così... triste? Gli altri sembravano così... felici. Che stessero recitando? Insomma... Si sa che Harry non sia un buon attore...

Un leggero sorriso spuntò sulla mia faccia, accennai una risatina e pian piano iniziai a ridere di gusto.


«Si, Harry è davvero un pessimo attore» sussurrai nella risata che stavo cercando di soffocare.

Quella risata fu causata da un improvviso ricordo nato dall'associazione del nome Harold Edward Styles con la parola "attore".

Ero in quinta elementare e avevamo deciso di iscriverci ad un corso di teatro. Quell'anno avremmo messo in scena "Sogno di una notte di mezza estate", uno dei capolavori di Shakespeare.
A me diedero il ruolo di Elena e a Harry quello di Puck.

«Se l'omb.. ombre nostre v'han dato offesa,
Voi fate conto v'abbian colto
Queste visioni così a sorpresa, -la sua faccia iniziò a prendere un'espressione strana-
Mentr'err... erravate in preda al sonno;
In lieve sonno sopiti, ed era
Ogni visione vaga chimera. -si vedeva che non aveva la minima idea di cosa stava dicendo-
Non ci dovete rimproverare
Se vana e sciocca s... sembrò la storia;
Ne andrà dissolta ogni memoria,
Come di nebbia se il sole appare;
Se ci accordate vostra clemenza, 
Gentile pubblico, faremo ammenda.»

Nel momento stesso in cui finì, cadde dal palco, si fratturò il polso e svenne. Passammo l'intero pomeriggio in ospedale ad aspettare che si risvegliasse e che gli mettessero il gesso. Si, insomma... Tanto per farvi vedere l'attore da oscar che era -ed è tutt'ora- Harold Edward Styles.

Stavo ridacchiando tra me e me quando all'improvviso la porta di spalancò. Vidi una figura alta e trasandata entrare nel locale e quando riuscii a mettere a fuoco, capii che i miei presentimenti erano veri. La figura non più tanto imponente di Harry stava sulla porta, appoggiata ad uno stipite con una mano. La sua maglia era sporca di un rosso intenso e sul labbro era presente una ferita ancora sanguinante. Chiuse velocemente la porta, mi prese per mano e mi tirò verso la finestra.
Appena aprii bocca, fece cenno di stare in silenzio.

Riuscimmo ad uscire da quella piccola apertura e sussurrando mi disse "stai giù".

Sgattaiolammo vià, vidi la macchina di mio fratello con già Martina a bordo. "Seguimi" gli dissi. Non fu affatto facile attraversare la strada stando accovacciati per non essere riconosciuti. Per niente.

Entrammo in macchina.


«El, quanto cazzo ci hai messo? Sai che non ti trovav... OH MIO DIO HARRY STYLES!» urlò in preda ad un attacco d'asma.
«Com.. Cos... Perc... Ch... Io... Oh... Ma...»
«Vuoi chiudere quel forno un minuto? E tu, Harold. MI DICI PERCHE' CAZZO ABBIAMO FATTO TUTTO QUESTO?
» sbottai.


angolo autrice: heeeeey, scusatemi tutti quanti. non la aggiorno da mesi sta ff, è che sono straimpegnata con la scuola e i pochi momenti liberi che ho sono quelli in cui ho meno ispirazione. *yay*

anywaay. non so, questo capitolo sembra dia una svolta alla storia, no? sembrava dannatamente monotona, sennò. insomma... l'ho riletta tutta poco fa (quello che ho già pubblicato) e sembrava dannatamente banale. quindi... TAN TAN TAAAAAAAN. COLPO DI SCENA!
boh, spero piaccia. se lasciate qualche recensione o qualche critica mi fate solo piacere, così saprò come migliorare c:

se volete seguirmi su twitter sono @xwarisover, ricambio quasi sempre c: (nel senso che le uova non le ricambio, ecco. nemmeno le bimbeminchia, ma non penso che voi siate ne uova ne bimbeminchia lol). boh, ciao :3

-eleonora.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. ***


«Prima di tutto ti dai una calmata» disse Harry.

«Ok, sono calma. Ora spiegami che diamine sta succedendo»
«Allora... Abbiamo firmato un contratto e questi non ci lasciano più stare, ci obbligano a fare questo e quello e..»
«E...» lo inicitai a continuare.
«Non è vero che quell'uomo mi ha riportato al meet» disse con voce strozzata.
«Questo l'avevo capito...»

«Ehi voi due, posso partire o stiamo qui a grattarci le palle?» la finezza di mio fratello è sempre stata qualcosa di incredibile.
«Metti in moto questa cazzo di macchina e parti» urlai.

Poi mi rivolsi di nuovo ad Harry


«Continua pure»
«Beh, mi si è avvicinato il manager e mi ha sussurrato "tu non la vedrai più, chiaro? non puoi permettertelo"...»
«Non sarebbe stata una tragedia, sai? Considerato che non mi hai considerata per così tanto tempo...»
«Non puoi capire... Quelli gestiscono ormai tutta la ia vita! Ora posso anche dirtelo: non ti ho risposto per colpa loro»
«Continuo a non capirti»
«Vedi, con il tempo siamo diventati sempre più famosi. Hanno iniziato pian piano a vietarmi tutto, persino di stare vicino a Louis»
«E' uno scherzo?»
«Starei qui mezzo sanguinante se fosse uno scherzo? Il punto è che queste cose le vietano solo a me e non capisco il motivo»
«Io... Avrei una mia teoria...» dissi fissando i finestrini.

Una folla di ragazzine urlanti si stava dirigendo verso la nostra macchina bloccando il passaggio.

Si spingevano, piangevano, urlavano, alzavano cartelloni e alcuni avevano impresse scritte pressochè oscene, qualcuna addirittura si strappava i capelli.
Il sole invernale che fino a poco tempo prima batteva sui finestrini della macchina andava man mano a nascondersi, coperto da quel gruppo di teste e mani che una dopo l'altra andavano ad attaccarsi ai finestrini.

Flash. Flash. Harry, una foto ti prego! Flash. Harry ti amo! Flash. Sposami! Flash. Sii il mio ragazzo! Flash. Flash. Flash. Harry, dicci di Caroline! Flash. Flash. Ti prego fammi un autografo! Flash. Abbassa i finestrini!
La situazione stava diventando insostenibile. La testa iniziava a girarmi ed ero completamente spaventata.
La fortuna non era per niente dalla mia parte, dato che soffro anche di pressione bassa.


«ALE TI MUOVI O NO?» urlai in preda al panico.
«Ci sto provando! Ma queste non si levano!» rispose mio fratello.
«E i ragazzi?...» sussurrò il riccio.
«Li ritroveremo» affermai. «Te lo prometto»
«E dove?» sbottò Harry.
«Hai i loro numeri»
«Non è così semplice, El»
«Potevate stracciare il contratto»
«Ripeto: non è così semplice»
«... Vuoi dire che questa è la fine dei One Direction?» chiese Martina dopo essersi ripresa.

Non credo sapesse davvero quello che stava dicendo.


«Non lo so Martina... Martina, giusto?»
«Si...»
«Non lo so, Martina... Non lo so...»

***

Milano, Giugno 2012.

Dopo quel giorno Harry rimase da noi, io e Martina decidemmo di non fare parola con nessuno di quel che era successo. Ben presto si sparse la notizia della misteriosa scomparsa di Harry Styles e la band si sciolse. Continuai con gli studi, mio fratello fu costretto a cambiare macchina poichè quello era stato l'ultimo veicolo sul quale era stata vista la star.
Tra noi tornò tutto proprio come ai vecchi tempi e non avrei potuto chiedere di meglio. Ormai tutto stava procedendo normalmente fino a quando, un giorno, su twitter, non notai qualcosa di strano.

Stavo tranquillamente scrivendo i miei pensieri e le mie considerazioni sul ragazzo di cui ero praticamente innamorata da sempre, Christopher si chiamava, quando il tweet di una delle poche directioner rimasta mi colpì: "I ragazzi stanno tornando, oddio ancora non ci credo, hanno trovato Harry jghkdfs" diceva.


Lo chiamai immediatamente con voce allarmata.

«Che c'è?» fu la sua risposta.
«Muovi il culo, è importante!»
«Più importante del mio bagno con schiuma e paperelle?»
«Harry, cazzo, questi dicono che stanno tornando i One Direction e che tu sei ancora nella band!»

Si presentò nella mia stanza con addosso solo un accapatoio. Inutile dire che arrossii all'istante.
Fece cenno di alzarmi dalla sedia, mi prese dolcemente i fianchi e sempre con delicatezza spostò il mio bacino sulle sue gambe, facendomi sedere sulle sue ginocchia. Facendo passare le sue braccia sotto alle mie iniziò a far scorrere i post e li lesse tutti attentamente tenendo il suo viso appoggiato alla mia spalla. Dopo aver aperto un twitlonger, aggrottò le sopracciglia.


«Che succede?» domandai.
«Dice che Louis, Niall, Zayn e Liam sono stati in pratica costretti a rimettere insieme la band per quel contratto discografico. E che dato che io sono ancora di loro "proprietà", non smetteranno di cercarmi...» disse con voce cupa.
«Ma non voglio tornarci. Loro... Amo quei ragazzi. Ma non riesco a sopportare il management. Non hanno fatto altro che usarmi e adesso ricominceranno. Oh si. Ricominceranno con loro. Lo faranno per farmi uscire allo scoperto, sanno quanto io tenga a loro. Lo sanno bene. Devo aiutarli. Devo riuscire a strappare il contratto con la Modest» concluse.

Mi girai verso di lui. Penso sia stata la prima volta in tutta la mia vita in cui abbia pensato a quanto fossi fortunata ad avere lui al mio fianco.
Lo osservai bene, tanto da accorgermi della sua straordinaria bellezza. Era sempre stato così?
Abbassò lo sguardo, iniziando a fissare le mie labbra rosee e iniziò a far passare le sue dita tra i miei capelli castani quanto i suoi.
Alzò lo sgurdo.

Il verde ritrovò se stesso negli occhi dell'altro, e sussurrando disse "Ho bisogno del tuo aiuto. Come all'asilo, ricordi? Solo che questa volta non sono i peluches ad essere in pericolo. Voglio rivederli, so che lo vuoi anche tu, so che vuoi indietro i One Direction, so che tutte le vere Directioners lo vogliono. Ti prego, ho bisogno di te ora più che mai".


Era serio. Glielo si leggeva negli occhi. Quei grandi, meravigliosi occhi verdi. E quel giorno splendevano più del solito.
In quegli occhi riuscivo a vedere la stessa convinzione che aveva quel lontano giorno di febbraio in cui decise di iscriversi al programma.


«Ti aiuterò. Già te lo avevo promesso, ricordi?»

Sorrise. Dopo tanto tempo, finalmente, riuscì a sorridere per davvero.

Inutile dire che d'istinto lo abbracciai.


angolo autrice: yoooooooooooooooooo gentessssssssssssssssssssss.vi prego leggete anche qua sotto çç
okay, ci sono lol   bene, già sappiamo che io aggiorno ogni morte di papa (fate conto che quest'anno addirittura Benny ha deciso di lasciare il suo posto), quindi riteniamoci fortunati se sono finalmente riuscita ad aggiornare questa ff di cui non sono poi così tanto fiera ma okk. sono solo dettagli.
non saprei, capitolo dopo capitolo mi sembra di sparare sempre più cazzate, fortuna che comunque si tratta di una fan fiction, e quindi tutto è possibile.
e se non tutto è possibile, allora chiamerò il mio avvocato e farò valere la mia libertà di pensiero, opinione e fantasia(?).
premetto che non sono per niente ispirata, ma oggi, guardando il video di best song ever, diciamo che mi è venuta la strana voglia di aggiornare qualcosa.
e dato che non avevo voglia di aggiornare l'altra, ho deciso di fare il settimo capitolo di questa trolol dettagli a parte...
boh, non mi convince, ma da come avete ben capito non mi convince nessun capitolo di questa storia. dettagli.
ok, ditemi che ne pensate, vi prego çç così posso migliorarmi man mano. so che è una ff diversa da quelle che si trovano in giro, ma penso sia "speciale" proprio per questo. poi se non me la caga nessuno è un mio problema, ma dettagli.
ho ripetuto "dettagli" già cinque volte, con questa. wow. ok, giuro che la smetto di farfugliare cose insensate per farvi perdere tempo.
aspetto critiche. love you all, buddies.
seguitemi su twitter, ricambio c: sono @burnitdowney

-eleonoraaaaaaa

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