Sunshine in my soul

di melisenda97
(/viewuser.php?uid=190210)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.

Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non smetterò mai. ***
Capitolo 2: *** Mine, yours. Forever. ***
Capitolo 3: *** In un secondo tutto può cambiare, niente resta com'è. ***
Capitolo 4: *** Someday ***
Capitolo 5: *** Please. ***
Capitolo 6: *** Don't you remember. ***
Capitolo 7: *** Fratelli maggiori. ***

Capitolo 1
*** Non smetterò mai. ***

“E’ proprio vero ciò che si dice sul valore dei sogni”
Stava andando con Kurt in aula di chimica, sapeva già che avrebbero passato tutta la lezione a prendere in giro Jesse e la faccia che aveva fatto vedendo esibirsi Unique ma sembrava che il suo piano stesse per andare in fumo. Sam si stava avvicinando.
Cercò di non guardarlo, ma lui disse “Ciao Mercedes!”
Merda!
Proprio ciò che temevo, e ora Kurt se l’è svignata, bell’amico!
Lui continuò “So che non ci parliamo molto, ma vorrei farti vedere una cosa.”
Si incamminarono, uno di fianco all’altra.
Un silenzio carico di tensione scese su di loro.
Nessuno dei due aveva ancora dimenticato ciò che era successo a San Valentino.
Lui la guardava di sottecchi, lei lo sapeva ma fece finta di niente, continuò a guardarsi i piedi, imbarazzata.
Oh avanti, tu sei Mercedes Jones!
Non sei mai stata imbarazzata!
Cercò di ricomporsi e stare tranquilla.
Finalmente erano arrivati a destinazione. Lui tirò fuori un portatile.
“Basta canzoni Sam!” Sapeva benissimo a cosa si riferiva.
“Questa è l’ultima. Non sono io a cantare stavolta, stai tranquilla!” ribatté lui, con un mezzo sorriso che gli increspava le labbra.
Accese il computer e… “Ma quella sono io!”
“Ehm…si!” rispose lui un po’ imbarazzato.
“Aspetta, hai messo un mio video su Youtube senza chiedermi il permesso?!”
La rabbia cominciava ad avvampare. Come si era permesso di fare una cosa del genere?! Avrebbe potuto denunciarlo!
“Ma ti senti? Sei fantastica… e anche bellissima!”
Non poté fare a meno di sorridere. La gratitudine stava prendendo il posto della rabbia, cominciava a capire perché lo aveva fatto.
“485 commenti? Non voglio leggerli.”
“No, leggili.” La incoraggiò lui. “484 sono positivi, quello negativo è di uno che pensava che Mercedes Inferno fosse il video di una macchina in fiamme!”
“Hai fatto tutto questo per me,. Perché?” Nel profondo del cuore sapeva già la risposta.
“Perché credo in te, e in ciò che potrai diventare. Ora anche degli sconosciuti credono in te e questo dovrebbe farti capire quanto sei speciale. Vogliono comprare il tuo disco… e anche io! E’ il momento che il tuo bel sogno smetta di essere solo un sogno e diventi realtà. Devi solo andare a Los Angeles e darti da fare! Tu non sei una come le altre piccola!”
Lei rise. Quella risata vera e genuina che lui le aveva detto tante volte di amare quell’estate.
“Sei la punta di un diamante!”
Lui si avvicinò e successe ciò che entrambi desideravano, ma che non avevano il coraggio di ammettere.
Le loro labbra si toccarono, e fu puro oblio.
Il mondo intorno a loro scomparve.
Una lacrima rigò la guancia di lei.
Cercò di metterci tutte le parole non dette, di fargli capire che lo perdonava per ciò che aveva fatto quell’estate. Perché lo aveva fatto solo per la sua famiglia, e non per ferire lei.
Finalmente, tutto ciò che aveva desiderato era lì, di fronte a lei. Era suo.
Il suo cervello le diceva che sarebbe dovuta andare avanti, che avrebbe dovuto dimenticarlo, il suo cuore le diceva che lui era quello giusto. Quindi lasciò che le labbra scegliessero, e si lasciò andare a quel bacio avvolgente senza pensare, per la prima volta.
Dopo un tempo che parve infinito si staccarono.
Lui sorrideva, uno di quei sorrisi che solo bocca da trota riusciva a fare.
Le asciugò le lacrime e lei si sentì rabbrividire.
Quanto le era mancato quel tocco!
Riuscì solo a dire “E così non hai ancora smesso di lottare per riavermi”
“Non smetterò mai”

Ritorna all'indice

Capitolo 2
*** Mine, yours. Forever. ***

Sam si gettò sul letto.
Era sfinito dal carico di emozioni che si portava dietro da tutta la giornata.Finalmente ciò in cui aveva sperato per tutto questo tempo si era avverato.
Finalmente lei era di nuovo sua.
Ripensò al pomeriggio passato insieme.
Si era sentito come il ragazzo più felice e fortunato del mondo.
Avevano passeggiato tutta la sera, mano nella mano, lungo le rive del lago.
Quello stesso posto in cui si erano baciati per la prima volta.
Non si sarebbe mai dimenticato di quel giorno.

Era ormai estate inoltrata a Lima. La città era piena di turisti intenti a godersi il sole sulla spiaggia sovraffollata.
Lui camminava lungo un viottolo ornato da alte siepi, si stava dirigendo verso Breadstix, è lì che si sarebbero incontrati.
Sam era un po nervoso.
Stavano insieme già da un po, ma questa era la loro prima vera uscita. Avrebbero potuto passeggiare senza preoccuparsi di non farsi vedere dagli altri compagni del Glee Club.
Sarebbero usciti allo scoperto.
Svoltò l'angolo e lei era lì, che lo aspettava, con quel sorriso smagliante che gli scaldava il cuore.
Le prese la mano e le stampò un bacio sulla guancia.
Lei arrossì, ma cercò di nasconderlo cominciando a parlare ininterrottamente.
Amava vederla così. Amava vedere la vera Mercedes.
Si, perché sotto quell'aria da dura si nascondeva la persona più dolce del mondo.
E lui si sentì privilegiato, perché sapeva di essere una delle poche persone a conoscere bene anche quel suo lato tenero.
Al momento, aveva pensato di non meritarlo.
La serata continuò. Un gelato e qualche sguardo imbarazzato più tardi, decisero di andare in riva al lago.
Il sole stava ormai tramontando e il cielo aveva preso una strana sfumatura come un nontiscordardimé.
Fecero qualche passo. Poi lui si fermò.
Lei in un primo momento non se ne accorse, poi si girò e vedendolo lì fermo gli chiese dolcemente, come solo lei sapeva fare "Tutto bene Sam?"
Lui la guardò e disse "Devo dirti una cosa."
Nel viso di lei si dipinse un espressione a metà tra il confuso e l'arrabbiato. Di certo non avrebbe mai immaginato ciò che stava per sentirsi dire.
Si avvicinò, le prese le mani e disse "Ti amo."
Lei spalancò gli occhi, rimase a bocca aperta.
Non sapeva che dire.
La baciò sulle labbra.
Lei rispose, e entrambi sorrisero.
Rimasero stesi lì per ore, finché non fu ora di tornare a casa.
Quella era stata la serata più bella della loro vita.
Dopo aver accompagnato Mercedes a casa le scrisse un messaggio -Ora che sei mia, sappi che non ti lascerò scappare. Te lo prometto :)-

Ripensando a quella serata Sam si disse che questa volta avrebbe mantenuto la promessa.
Lei non sarebbe più scappata da lui.
Lui non sarebbe più scappato da lei.
Si appartenevano.

Non aveva tutti i torti...o forse si.

Ritorna all'indice

Capitolo 3
*** In un secondo tutto può cambiare, niente resta com'è. ***

Erano le 7:30 del mattino, e come ogni giorno la sveglia di Mercedes suonò puntualissima.
Scese in cucina a fare colazione.
Era consapevole di avere un sorriso ebete stampato in faccia, quindi non si premurò di chiedere alla madre perché la guardasse con quell'aria stranita.
Dopo essersi preparata uscì di casa, aspettando Kurt sul marciapiede.
Accese il telefono per vedere se le era arrivato qualche messaggio. Bè, ce n'era uno, ma di certo non era della persona che si aspettava.
Aprì il messaggio e in preda all'agitazione cliccò tutti i tasti, rischiando di cancellarlo prima di leggerlo.
Riportava solo qualche parola.
- Dobbiamo parlare. Vediamoci da Breadstix dopo la scuola -
Kurt aveva appena svoltato l'angolo, le stava facendo un cenno con la mano per salutarla.
Lei ripose il telefono in tasca, facendo finta di nulla, e ricambiò il saluto.
Non appena la raggiunse cominciò a fare un monologo sulla nuova linea di Alexander McQueen.
Lei si finse interessata, sperando di riuscire a nascondere la preoccupazione.
Kurt era il suo migliore amico, avrebbe dovuto capire che quella tattica con lui on avrebbe mai funzionato.
La guardò un attimo in faccia e poi disse "Avanti, sputa il rospo. Cos'è successo che ti preoccupa così tanto?"
Lei guardò in basso e non rispose.
"Oh, avanti! Credevi davvero che non me ne sarei accorto? Quando mai ti sei interessata ai miei discorsi sulla moda?!"
Non poteva tenerglielo nascosto.
La verità era che sperava fosse tutto un brutto sogno dal quale si sarebbe risvegliata a momenti, e aveva paura che dicendolo a voce alta sarebbe diventato...reale.
"Ok." trasse un profondo respiro e poi disse, tutto d'un fiato "Shanmihaintunmesagg!!"
"Wo! Calma calma! Non ho capito niente!"
"Shane-mi-ha-inviato-un-messaggio."
"Suppongo tu non l'abbia detto a Sam, vero?"
Lei fece di no con la testa.
"Senti.." disse lui con aria quasi esasperata. "Devi dirglielo. Sai com'è Sam, uscirebbe fuori di testa se venisse a saperlo da qualcun altro! Non posso costringerti a fare niente, ma accetta il consiglio di un amico: non rovinare il rapporto che hai ora con Sam solo perché il tuo ex ti ha inviato un messaggio innocente."
"Ho solo paura della sua reazione! Non vorrei farlo preoccupare per niente!"
"O forse il problema non è Sam, ma tu. Provi ancora qualcosa per Shane?"
Glielo chiese con una faccia supplichevole, come se nella sua testa continuasse a ripetersi "dimmi di no, dimmi di no!"
Lei si prese qualche secondo per rispondere, poi disse "Amo Sam, questo non lo potrà mai cambiare niente e nessuno."
"Grazie al cielo." Disse lui con un sospiro di sollievo.
"Non ti è proprio mai piaciuto, eh?" disse lei con una risatina.
"Ma per favore! Passi da Sam a quel..a Shane! Ma lasciamo perdere quello che penso io. Cosa vuoi fare con Sam?"
"Non lo so. Sbrighiamoci, siamo già in ritardo."
Gli prese la mano e si incamminarono verso la scuola.

Mercedes camminava per i corridoi del McKinley, le sembrava che tutti la stessero fissando.
Ok, nessuno sa del messaggio quindi devo smetterla di farmi complessi mentali. Nessuno mi fissa.
Se tenne stretta i libri, come se volesse proteggerti.
Sam non c'era a scuola.
Non sapeva se considerarla una cosa positiva o no.
Sapeva di dovergli raccontare del messaggio, ma qualcosa che neanche lei sapeva spiegare la tratteneva.
La giornata passò velocemente, anche troppo per i suoi gusti.
Senza che se ne accorgesse era arrivato il momento di andare da Breadstix...da Shane.
Ripose i libri nell'armadietto e vide Kurt che si avvicinava.
Non disse niente, la avvolse in un abbraccio e le sussurrò all'orecchio "Buona fortuna. Sarò dalla tua parte qualunque cosa succeda."
Sapeva che ormai era troppo tardi per dire tutto a Sam, e aveva paura che per un unico, stupido errore l'avrebbe perso.
Sarebbe voluta rimanere lì, tra le braccia del suo amico per sempre. Non staccarsi più.
Ma, come si suol dire, tutte le cose belle finiscono.
Andò verso la porta, lanciò un ultima occhiata a Kurt che le mimò con le labbra un "Ti voglio bene.", poi uscì, e si diresse verso quella che aveva paura essere la fine della sua relazione con Sam.
Arrivata a destinazione si guardò intorno, Shane si alzò dal tavolo dov'era seduto e le fece cenno di avvicinarsi.
Aveva un sorriso a 36 denti, cosa che lei, per quanto si sforzasse, non riuscì a ricambiare.
Si sedette e poi disse "Quindi, perché mi hai fatta venire?"
"Ehm.." sembrava non riuscisse a trovare le parole. "Vedi, quando mi hai raccontato di te e Sam ero infuriato, però ora ci ho ripensato e ho capito di aver sbagliato. Io ti amo, e so che anche tu ami me. Quindi sono disposto a perdonarti, così potremo tornare insieme."
Oddio no, e ora cosa gli dico?!
E' convinto che io lo ami! Insomma si, gli voglio bene e siamo stati insieme per un po, ma con lui non ho mai provato ciò che provo per Sam!
"Quindi.." continuò a lui. "Cosa ne pensi?"
"Senti Shane, voglio essere sincera con te. Forse sarò un po diretta, e mi dispiace, ma le cose stanno così: io e Sam siamo tornati insieme, io lo amo. Mi dispiace ma non credo che tra noi due possa funzionare, visto anche cos'è successo l'ultima volta."
Lui le prese le mani "Te l'ho già detto, ti perdono!"
Lei scattò in piedi "Shane ti ho detto di no, basta!" e con queste parole se ne andò.
Inviò un messaggio a Kurt con su scritto - La tortura è finita.- ma subito dopo ne arrivò uno di Sam - Spero ti sia divertita oggi con Shane, non preoccuparti a inventare scuse, so già tutto ciò che mi serve. Mi hai deluso. Addio.-

Ritorna all'indice

Capitolo 4
*** Someday ***

Come aveva potuto fargli questo?
Sam era disteso sul letto della sua camera, e non riusciva a togliersi dalla testa quel messaggio anonimo e quella foto che gli avevano rovinato la giornata.
Che gli avevano spezzato il cuore.
Pensava di conoscerla, non avrebbe mai immaginato che proprio lei potesse deluderlo così.
Era già stato tradito l'anno scorso, aveva sperato che Mercedes fosse diversa da Quinn, per un periodo se n'era convinto..ma ora tutto era cambiato.
Si era fidato di lei, e questo è ciò che aveva ottenuto in cambio.
Forse avrebbe dovuto ringraziarla, per avergli fatto capire che anche le persone migliore possono deluderti.
La soluzione era non affezionarsi più a nessuno.
Si sentì uno stupido ripensando a tutto ciò che aveva fatto per riconquistarla.
Pensava davvero che sarebbe stata quella giusta, che l'avrebbe sposata un giorno, perché nessuno si sarebbe mai potuto mettere tra loro, si amavano troppo.
Il filo dei suoi pensieri venne interrotto da qualcuno che bussava alla porta.
Bè, più che bussare sembrava volesse buttarla giù.
Scese al piano di sotto e l'aprì.
Kurt entrò dentro casa come una furia, gridando frasi sconnesse di cui non riuscì a cogliere il significato.
"Kurt, calmati! Non capisco quello che dici!" urlò Sam, sovrastando le grida dell'amico che smise di parlare e si sedette sulla poltrona del salotto, guardandolo torvo.
"La mia è solo una calma apparente!" disse Kurt "Quindi, siediti e ascoltami bene, se non vuoi che ricominci a sbraitare!"
Sam si sedette e chiese "Posso sapere perché diavolo sei venuto qui urlando come un pazzo?"
"Mmm, non saprei! Forse per Mercedes?!" ribatté lui in tono sarcastico.
"Oh, per quello.." se lo sarebbe dovuto immaginare, Kurt era il suo migliore amico.
"Già, per quello! Cosa diavolo ti è saltato in testa?! Mi hai deluso?! Addio?! No scusa, la domanda mi sorge spontanea: hai qualche problema? Se volevi fare uno scherzo, mi dispiace ma non è stato per niente divertente!"
Aveva mentito anche a lui se gli stava dicendo quelle cose.
"No, non ho problemi e no, non era uno scherzo! Tu forse non hai visto ciò che ho visto io, quindi farò aprire gli occhi anche a te." Così dicendo estrasse il telefono dalla tasca dei pantaloni e gli mostrò la foto con il messaggio.
Lui si mise a ridere.
Era l'ultima reazione che si sarebbe aspettato.
"Scusa, ma dopo che mi fai vedere questa foto che ti ha inviato una persona senza vita sociale che si sa solo fare gli affari degli altri cosa credi di ottenere?"
Sam non sapeva cosa rispondere.
Kurt continuò "Dovresti imparare a fidarti davvero delle persone. Ora ti racconterò io cosa è successo davvero."
Dopo circa mezz'ora aveva finito di raccontargli tutto; di quando Shane le aveva inviato il messaggio e di quanto avesse paura di farlo preoccupare.
Sam si rese conto solo in quel momento dell'errore commesso.
L'aveva accusata senza neanche averle dato l'occasione di chiarire. Si era affidato a una semplice foto di una persona che neanche conosceva il cui unico scopo, magari, era proprio quello di farli lasciare.
"Kurt devi aiutarmi!" fu l'unica cosa che riuscì a dire.
Lui lo guardò per un attimo e poi disse "E' rinchiusa in camera sua, a piangere. Ha il cuore a pezzi perché crede che tutto questo sia colpa sua. Ti ama come non ha mai amato nessuno, ma ora mi sto convincendo sempre di più che tu non meriti il suo amore. Questa è la seconda volta che la lasci con un messaggio, sai? Sei troppo codardo per dire le cose in faccia, quindi, mi dispiace, ma questa volta dovrai chiedere aiuto a qualcun altro."
Si alzò e andò verso la porta, lasciando Sam solo, che rifletteva sulle parole appena pronunciate dall'amico.
Parole che lo avevano trafitto come un ferro rovente.
Oltre al cuore spezzato ora si aggiungeva anche il rimorso e il senso di colpa.
Doveva fare qualcosa!
Si precipitò fuori di casa e chiamò Kurt, che si trovava dall'altro lato della strada.
Lui si voltò e aspettò Sam che gli stava venendo incontro.
"Ascoltami, ti prego! Io la amo, più di qualsiasi altra cosa al mondo, più di me stesso. Ho sbagliato lo so e non me lo perdonerò mai se non riuscirò a rimediare. Voglio solo che per una attimo tu ti metta nei miei panni! Cosa avresti fatto se ti avessero mandato una foto di Blaine mano nella mano con Sebastian?"
"Sarei andato a chiedergli spiegazioni e di certo non l'avrei lasciato con un messaggio."
Rispose lui, con una durezza che non gli aveva mai sentito nella voce.
"So di aver sbagliato, sono un idiota!! Ma non posso tornare indietro nel tempo! Ti prego devi aiutarmi! Io non ce la faccio..io.."
Le lacrime cominciarono a uscirgli dagli occhi e senza che se ne accorgesse era inginocchiato per terra, tra le braccia di Kurt che cercava di farlo alzare e riportarlo dentro casa.
Gli preparò una camomilla per farlo calmare, poi gli disse "Ok, mi hai fatto capire di essere pentito, quindi, per quanto mi è possibile, cercherò di aiutarti. Ma conosci Mercedes quanto me, non sarà per niente facile!"
"La prima cosa da fare è andare a casa sua e chiederle scusa di persona!"
Dopo neanche venti minuti era dall'altra parte di Lima, che suonava impaziente il campanello di casa Jones.
Gli aprì la madre di Mercedes, una donna alta e imponente che per moti tratti ricordava la figlia.
"Buongiorno! Scusi il disturbo, sono Sam Evans, un compagno di scuola di sua figlia. Potrei per favore vederla?"
Lei lo guardò con aria un po diffidente, poi disse "Mi dispiace, ma in questo momento Mercedes non è nelle condizioni di parlare con nessuno."
"E' urgente! Non posso aspettare! La prego!"
Lei fece un sospiro poi aprì la porta per farlo entrare. Gli indicò la camera di Mercedes, dalla quale provenivano dei singhiozzi.
Sam aprì la porta con cautela, lei era sul letto che piangeva.
Gli si accoccolò vicino e poi sussurrò all'orecchio "Ciao piccola, so che sei arrabbiata con me però dobbiamo parlare. Volevo chiederti scusa e..."
Non riuscì a finire la frase perché lei lo scaraventò giù dal letto.
"Tu enorme stronzo Sam Evans!!"
Si asciugò le lacrime e cominciò a urlargli addosso.
"Prima mi lasci con un messaggio e poi ti permetti di venire a casa mia come se niente fosse?! Vai via non voglio più vederti!"
"Mercedes ti prego ascoltami.."
"Ascoltami un corno! Vai via da casa mia e non farti rivedere mai più!"
Lo spintonò fuori di casa e sbatté la porta.
Sam capì in quel momento che non l'avrebbe più riavuta indietro, aveva fatto uno sbaglio troppo grande.
Rimase seduto sugli scalini della casa, senza avere la minima idea di cosa fare, mentre lei lo guardava dalla finestra, chiedendosi se un giorno avrebbe smesso di amarlo.

Ritorna all'indice

Capitolo 5
*** Please. ***

Aveva fatto la cosa giusta?
Mercedes non riusciva a dormire quella notte.
Aveva la mente affollata da domande, dubbi, ripensamenti.
Non era più sicura di ciò che aveva fatto. Non era più sicura di niente.
Si girò nel letto, sperando di trovare una posizione che le avrebbe conciliato il sonno.
Non voleva più pensare, voleva solo abbandonarsi ai suoi sogni che di certo non potevano far più schifo della realtà.
Ma la sua mente non era d'accordo.
Era più sveglia che ma, e non la lasciava in pace.
Forse era stata troppo dura, forse non avrebbe dovuto aggredirlo ma ascoltare la sua versione dei fatti e le sue scuse.
Cosa avrebbe fatto lei se le fosse arrivata una foto del del genere?
Non l'avresti lasciato con un messaggio, rispose una vocina nella sua testa.
Era vero.
Il brutto era che quella era la seconda volta.
Come un ricorso d'infanzia che sembra scomparso ma che nel momento più inaspettato ti ritorna in mente, così risalirono a galla i sentimenti di quel giorno, dell'attimo prima che il messaggio arrivasse, degli infiniti attimi che lo seguirono.
Cercò di scacciarli via, come fossero una mosca che ti ronza intorno. Si disse che questa avrebbe reagito, non si sarebbe più fatta distruggere da quel ragazzo che amava e odiava allo stesso tempo.
Con quel pensiero fisso in testa si addormentò e si risvegliò.
Probabilmente se lo sarebbe portata dietro per tutto l'anno scolastico, quando finalmente si sarebbe diplomata e sarebbe scappata, andata via da Lima, da quella casa e da quella scuola che le facevano tornare in mente così tanti brutti ricordi.
Sarebbe andata a L.A. e avrebbe ricominciato tutto da capo.
Si ricordò, a malincuore, che era stato lui a convincerla che i suoi sogni si sarebbero avverati, che un giorno sarebbe andata a L.A. e sarebbe diventata una stella.
Quel giorno era andata a scuola da sola, non aveva voglia di parlare con Kurt, anche perché sapeva che stava cercando di aiutare Sam, ma ormai nessuno avrebbe potuto farle cambiare idea..o almeno lo sperava.
Appena varcò le porte del McKinley Shane le venne incontro.
Aveva preso in considerazione l'idea di rimettersi con lui solo per ripicca verso Sam, ma lei non era così.
Non si sarebbe mai abbassata a quei livelli.
Avrebbe deluso tutti, e prima fra tutti sé stessa, ma cosa più importante, per quanto odiasse ammetterlo, amava ancora Sam.
Shane l'accompagnò fino all'aula di spagnolo e per tutto il trafitto non fece altro che ripeterle quanto era bella e sopratutto di scusarlo per ciò che era successo l'altra sera.
Lei lo rassicurò dicendogli che ormai era acqua passata.
Non di era accorta che qualcun altro, poggiato all'armadietto, aveva assistito alla scena.

Quell'estenuante ora d spagnolo era finalmente finita!
Mercedes stava andando in auditorium per provare un assolo che avrebbe cantato al Glee, ma qualcuno stava gridando il suo nome.
Si voltò e vide alla fine del corridoio Tina e Mike che le correvano dietro.
"Ehi, che succede?"
Avevano il fiatone, sembrava avessero corso per chilometri.
"Abbiamo appena...Sam..è uscito fuori di testa..e Shane.."
"Sam è uscito fuori di testa? Che state dicendo? E cosa c'entra Shane?"
"Vieni con noi!"
Tina le prese la mano e la trasportò sul retro della scuola.
Mercedes non sapeva che pensare, aveva paura di ciò che avrebbe potuto vedere una volta girato l'angolo, e ciò che si ritrovò davanti le fece capire che le sue paure non erano infondate!
Le si parò di fronte una scena che in altre circostanze, o meglio, se non fosse stata lei la causa di tutto, le avrebbe fatto ridere.
Un groviglio di gambe, braccia..e l'inconfondibile rumore delle nocche sulla pelle.
Ci mise qualche secondo per capire che quelli erano Sam e Shane.
Poco più in là Puck si batteva con una amico di Shane, probabilmente per difendere Sam.
Non sapeva che fare!
"Smettetelà!" Gridò.
Entrambi si voltarono.
Sembrava che Sam volesse dar ascolto alle sue parole perché cercava di divincolarsi, ma Shane disse "Piccola, questo è per te!" così dicendo sferrò un pugno a Sam, dritto in faccia.
Quest'ultimo cadde a terra, privo di sensi.
"Sam!!"
Mercedes si gettò a terra, al suo fianco, gridando agli altri di chiamare aiuto.
Shane aveva un ghigno soddisfatto stampato in faccia.
Non poteva sopportarlo.
"Brutto deficiente!"
Lacrime di rabbia cominciarono a rigarle il viso.
"Vai..via! Se..provi..a..toccarlo..un'altra..volta..te..la..vedrai..con..me!!"
Scandiva ogni parola con un colpo a qualsiasi parte del corpo riuscisse ad arrivare.
Shane scappò via con i suoi amici, incredulo, mentre lei si ricoricava a terra, sopra il corpo inerme di Sam e gli sussurrava "Andrà tutto bene, te lo prometto."

Aprii gli occhi. Vedevo tutto sfuocato.
"Dove sono?"
"Sei a casa, coricato nel tuo letto. Quel gancio destro di Shane ti ha letteralmente steso a terra" le rispose lei con un sorrisetto.
Lui non riuscì a trattenere la felicità.
"Sei qui"
"Già"
Rimasero in silenzio, l'unico rumore era quello del panno che lei stava bagnando per poggiarglielo in fronte.
Sam aveva mille cose per la testa, voleva parlarle, dirle qualcosa, ma non ci riusciva.
Fu lei a rompere il silenzio.
"Solo perché sono qui non farti illusioni. Non è cambiato nulla"
Lui si sentì sprofondare. Doveva aspettarselo.
"Perché non mi dici semplicemente che non mi ami? Ti lascerò in pace!"
"Perché sei andato a picchiare Shane?"
Rispose lei evitando la domanda.
"Ho visto che vi stavate parlando stamattina. Non si deve permettere di dirti che sei bella o qualsiasi altra cosa. Non sei più di sua proprietà! E comunque non hai risposto alla mia domanda."
Lei alzò un sopracciglio.
"Io non sono mai stata proprietà di nessuno, e mai lo sarò!"
"Continui a non rispondermi. Guardami negli occhi e dimmi che non mi ami più, avanti!"
"Ciao Sam."
Fece per andarsene, ma lui la trattenne per il polso.
"No, ti prego. Resta. Scusa."
L'espressione sul suo volto si addolcii.
"Devi riposare. Rimango ancora un po."
Si addormentò senza neanche accorgersene, ma al suo risveglio lei non c'era più.
Capì in quel momento che l'aveva abbandonato.
Forse lo amava ancora, ma non si sarebbe mai più rimessa insieme a lui.
Lacrime calde cominciarono a uscirgli dagli occhi.
Lei, appoggiata al muro del corridoio, ascoltava in silenzio i suoi singhiozzi e nella sua mente, come se quel pensiero potesse arrivare a lui, continuava a ripetersi Ti prego, non piangere.

Ritorna all'indice

Capitolo 6
*** Don't you remember. ***

Sam si sentiva uno schifo.

Era dovuto rimanere due giorni a casa, senza muoversi dal letto, e Mercedes non era venuta a trovarlo neanche una volta.

Non rispondeva ai suoi messaggi e quando chiedeva a Kurt cosa le fosse successo cambiava argomento.

Il giorno dopo sarebbe tornato a scuola. Per la prima volta non vedeva l'ora, perché almeno lì non avrebbe potuto evitarlo.

Si sbagliava.

Non vide Mercedes per tutto il giorno.

Sembrava essersi volatilizzata nel nulla.

Fece il giro di tutte le aule e non la trovò. Non era neanche in mensa.

La cosa cominciava a preoccuparlo.

Forse non è semplicemente venuta a scuola, si disse.

Si girò di scatto.

Nessuno.

Il corridoio era vuoto.

Era tutto il giorno che si sentiva quella strana sensazione addosso, come se qualcuno lo stesse fissando.

Scacciò via quei pensieri.

Non era di questo che doveva preoccuparsi in quel momento.

La campanella suonò la fine della ricreazione.

Si diresse verso l'aula di storia, pensando all'unica speranza che gli rimaneva, ovvero vederla alle prove del Glee Club.

Mercedes era in auditorium, seduta al centro del palco.

Aveva saltato tutte le lezioni per non farsi trovare da Sam e si era rifugiata lì.

Quel posto era come il paradiso per lei, l'unica in cui poteva schiarirsi la mente e riflettere.

Aveva capito di voler diventare una cantante quando, a sei anni, era salita per la prima volta su un palco.

Si era sentita come mai prima di allora, e provava le stesse emozioni ogni volta.

Quella mattina si era svegliata con l'intento di non uscire più da quella stanza per tutto il giorno. Aveva tanti, troppi, pensieri per la testa in quel momento e quello era l'unico posto in cui sarebbe finalmente riuscita a decidere cosa fare.

Cosa fare del suo rapporto con Sam.

Era uscita solo qualche volta per controllare se lui la stesse ancora cercando.

Qualche volta aveva anche avuto paura che lui l'avesse vista.

Quattro ore di silenzio assoluto, seduta al centro del palco non l'avevano ancora portata a niente.

Una parte di lei voleva dargli un altra possibilità, ma l'altra ribadiva immediatamente che quella sarebbe stata la terza.

Ok, cominciamo dalla domanda più semplice.

Lo amo?

Oh, dannazione! Si che lo amo!

Forse però questo non basta.

Era appena arrivata alla soluzione del problema che suonò la campanella, era ora di andare in sala coro e affrontarlo.

Era in anticipo, ma appena entrò trovò lui che faceva avanti e indietro per la stanza, passandosi le mani nei capelli. Era nervoso.

"Ehi!" esclamò appena la vide.

Capì dal suo tono di voce che la stava aspettando.

"Non ti ho vista per tutto il giorno! Che fine avevi fatto?"

"Senti Sam, possiamo parlare più tardi per favore?"

"Ehm si, certo. E' successo qualcosa?"

"No, stai tranquillo" Rispose lei con un sorriso.

Arrivarono tutti gli altri.

Lei cercò di sedersi il più lontano possibile da lui, ma c'era una sedia vuota affianco e si stava avvicinando.

Kurt, capendo la situazione dalla mia espressione, si sedette vicino a me dicendo "Mi dispiace, occupato!" a Sam, che se ne andò con aria rassegnata.

"Grazie" Gli sussurrai.

Intanto il professor Schue stava scrivendo qualcosa alla lavagna.

"Adele!" Esclamarono tutti in coro.

"Esattamente! Il compito di questa settimana è cantare una canzone di Adele..dedicandola a qualcuno. Un vostro amico, la vostra ragazza insomma, chiunque vogliate! Adele è il personaggio di spicco in questo momento, quindi mi sembrava giusto dedicare questa settimana a lei!"

"Possiamo fare anche dei duetti?" chiese Sam.

"Si certo, sarebbero perfetti!"

Mi stava fissando, ma io continuavo a far finta di niente e guardare il professor Schue che parlava.

Non riuscivo a capire cosa stesse dicendo, ero in preda all'ansia, all'agitazione e avevo un dolore allo stomaco di quelli che ti vengono quando sai di dover fare qualcosa di importante.

Il momento di parlare con Sam era sempre più vicino, ma non avevo più dubbi. Sapevo che quella era la cosa giusta, per entrambi.

Sam era fuori dalla scuola, seduto sul muretto, che aspettava Mercedes.

Era felicissimo del compito di quella settimana.

Voleva chiederle di fare un duetto, ma anche se lei non avesse accettato sapeva già che canzone le avrebbe dedicato.

Sperava almeno in quel modo di convincerla a tornare insieme.

Eccola, splendida come sempre.

Le andò incontro.

"Sam, siediti"

Quella frase non premeditava nulla di buono.

"Stamattina non mi hai trovata perché ero tutto il giorno in auditorium.."

"Avrei dovuto immaginarmelo"

"Sta zitto e ascoltami. Ho pensato tutto il giorno al nostro rapporto, e credo di essere arrivata alla conclusione. Tu sai che io ti amo, non si smette di amare una persona così, da un giorno all'altro..ma credo non possa funzionare. Ci abbiamo già provato, e guarda com'è finita! Tu che picchi il mio ex! Non è una cosa sana. Però non voglio perderti. Ci tengo tanto a te, Sam. Se tu vuoi possiamo restare amici e lasciarci alle spalle tutto ciò che è successo..o altrimenti dovremo dirci addio, e ti assicuro che è l'ultima cosa che voglio."

Non voleva crederci.

Non riusciva neanche a guardarla negli occhi.

"Non puoi farmi questo" lo disse come un sussurro, tenendo lo sguardo fisso in basso.

"Non puoi chiedermi di restare amici. Ti amo, come posso essere semplicemente tuo amico?!"

"C'è un alternativa..."

"Oh certo, dirti addio! Che idiota, me l'ero scordata!"

"Calmati. La scelta è tua. Quando avrai deciso avvertimi"

"Credi davvero che abbia bisogno di tempo per decidere? Non ti dirò mai addio, questo dovresti saperlo ormai. Quindi resterò tuo amico, anche se questo mi farà soffrire ogni giorno. Ma a una condizione, dedicherò a te la canzone di Adele."

"Accetto" disse lei abbracciandolo. "Non pensare di essere l'unico a soffrire, Sam. Ho preso questa decisione per il bene di entrambi"

Così dicendo se ne andò.

Sam inviò un messaggio a Kurt, aveva bisogno del suo aiuto per preparare la canzone.

Due giorni dopo erano tutti in sala coro, che aspettavano di ascoltare Sam.

Prese una sedia, si sedette davanti a Mercedes e disse "Oggi dedicherò Don't you remember a Mercedes"

"Questa non è una canzone che dedichi ad un amico" disse lei.

"Infatti io non voglio essere solo tuo amico!"

"Benissimo. Ti ho dato la possibilità di scegliere cosa farne del nostro rapporto e l'hai sprecata. Quindi ora deciderò io. Addio Sam"

Lui non fece in tempo a replicare che lei era già uscita dalla stanza, con Kurt che le correva dietro.

Sam non poté fare a meno di pensare quanto ci avrebbe messo la fortuna a tornare dal suo lungo viaggio dall'altra parte del mondo per aiutarlo almeno una volta.

Ritorna all'indice

Capitolo 7
*** Fratelli maggiori. ***

"Mercedes!"
"Lasciami in pace, Kurt"
"Dove stai andando"
Lei si fermò di botto e si voltò.
Aveva gli occhi velati dalle lacrime che cercava in tutti i modi di trattenere.
"Perché non hai voluto ascoltare quella canzone?Ci ha messo tutto sé stesso per impararla, è rimasto sveglio notte e giorno. Non saresti dovuta scappare. La Mercedes Jones che conosco io non scappa di fronte alle difficoltà, le affronta, costi quel che costi"
"Forse questa volta si tratta di un ostacolo troppo grande da superare. Sono finalmente riuscita a mettere un punto a questa storia, se avessi ascoltato quella canzone sarebbe diventata solo un'altra inutile virgola"
"Nessuno può trattenere i propri sentimenti. D'altronde nessuno se lo aspetta. Vai a casa, calmati e riflettici un po sopra. Forse il punto che hai messo è solo la fine della frase, non del capitolo"
Tornando a casa Mercedes non poté fare a meno di rimuginare sulle parole dette da Kurt.
Voleva smettere di amare Sam, ma il cuore stava avendo la meglio sul cervello.
Bé, almeno qualcosa di bello in quella giornata c'era: avrebbe finalmente rivisto suo fratello.
Aveva due anni in più di lei e si era trasferito in Inghilterra per studiare ad Harvard.
Veniva a trovarli solo qualche volta all'anno.
Da quando era partito il loro rapporto si era rafforzato tantissimo.
Avvolte la distanza unisce le persone anche più della vicinanza.
Sapeva che lui l'avrebbe aiutata ad uscire da quella situazione.
Era sempre sincero e sopratutto molto diretto, specialmente con lei. Questo è il vantaggio dei fratelli maggiori: ti diranno sempre la verità, anche se questa ti farà male.
Non fece in tempo a varcare la soglia di casa che lui la stava già stritolando in un abbraccio spacca costole.
"Ciao fratellone!"
"Ciao sorellina! C'è qualcosa che devi dirmi?"
"Ehm..non lo so. Di che parli?" disse lei andando in cucina.
"Mi hanno detto che dei un po taciturna in questo periodo, proprio come quest'estate. Vuoi qualcosa da mangiare?"
"Si, non ho toccato cibo oggi. Comunque credo sia lo stress! Ci sono gli esami e tutto, lo sai.."
"Mmm.." non sembrava molto convinto "Quindi non centra niente un certo ragazzo di nome Sam?" disse lui dandole una fetta di pane con burro d'arachidi.
"E tu come fai a sapere di Sam?
Lui si mise a ridere.
"Infatti non lo sapevo! Era quello di quest'estate, volevo fare un tentativo. E poi la mamma mi ha detto che qualche settimana fa è venuto un ragazzo a trovarti e tu non lo hai accolto particolarmente bene! Peccato, mi son perso la scena!"
Si guardarono per un attimo e scoppiarono a ridere.
Solo lui poteva riuscire a farle tornare il sorriso persino in quel momento.
"Hai voglia di parlarne?"
Fece un respiro profondo e poi fece di si con la testa.
"Cos'è successo?"
"Bé, ci eravamo appena rimessi insieme quando il mio ex.."
"Ex? Quale ex? Non starai diventando un po troppo richiesta?"
"Stà zitto! Ti dicevo, il mio ex mi ha chiesto di incontrarlo, io sono andata ma non ho detto nulla a Sam per non farlo preoccupare. A lui hanno inviato un messaggio con una foto di me e Shane, si è infuriato e mi ha lasciata per messaggio!! Poi, dopo che Kurt gli ha spiegato tutto p venuto qui a chiedermi scusa e, come dici tu, "non l'ho accolto particolarmente bene" "
"Tutto qui?" lei lo guardò torva e lui aggiunse "Bé, mi aspettavo che come minimo ti avesse tradita!"
"No, lui non lo farebbe mai"
"Allora perché non vuoi che torniate insieme?"
Ora che doveva dirlo a voce alta si rese conto che i suoi ragionamenti non avevano molto senso.
"Non lo so. Voleva dedicarmi una canzone e io non l'ho voluto ascoltare"
"Chiedigli di cantartela"
"La fai facile tu"
"Forse dovrebbe essere qualcun altro a farlo al posto tuo"

Sam era a casa che giocava con i suoi fratellini.
Quasi a farlo apposta i due cominciarono a cantare 'Don't you remember'.
Gli si spezzava il cuore ogni volta che l'ascoltava, e ormai non riusciva più a togliersela dalla testa.
Lo schermo del suo telefono si illuminò.
Era un numero che non conosceva.
Recitava solo poche parole. Del tutto inaspettate.
- Ciao Sam, sono il fratello di Mercedes, Dixon. Possiamo vederci alle quattro da Breadstix? Grazie. -
La prima cosa che gli venne in mente fu "Oddio, questo vuole picchiarmi."
Rispose al messaggio e andò a prepararsi, erano già le tre e mezzo.
Quando arrivò da Breadstix lui era già lì.
Non fu difficile riconoscerlo, e vedendo i suoi muscoli i timori sullo scontro corpo a corpo aumentarono.
"Ehilà Sam. Siediti"
Si avvicinò, senza chiedergli come avesse fatto a riconoscerlo.
Più la guardava e più si rendeva conto di quanto fosse simile a Mercedes, specialmente gli occhi. Cosa che non aiutava.
"Allora, sarò breve! Sono qui solo perché voglio vedere mia sorella felice. Vuole ascoltare quella canzone, solo non ha il coraggio di ammetterlo e, cosa più importante, non vuole essere tua amica. Quindi trova il modo di cantargliela. Oggi i miei non ci sono, quindi.."
Lasciò la frase in sospeso e se ne andò, lasciando Sam inchiodato sulla sedia.
Sapeva perfettamente cosa doveva fare.

Mercedes era intenta a studiare fisica quando la sentì.
Quella voce di qui aveva così tanta paura.
Si affacciò alla finestra e vide lui sotto casa, con la chitarra.
Che cantava.
Le ricordava una scena di Romeo e Giulietta.
Scese le scale e si precipitò fuori.
Appena la vide, lui smise di cantare e le venne incontro.
"Non dire niente. Dobbiamo ricominciare tutto d'accapo, è questa la soluzione. Quindi, piacere, Sam Evans" disse lui porgendole la mano. Lei la strinse e rispose "Mercedes Jones"
"Signorina Jones, avrebbe voglia di venire a fare una passeggiata con me?"
"Troppo facile, signorino Evans! Le donne come me bisogna conquistarle!"
Con un sorriso malizioso tornò dentro casa.
Sam rimase lì immobile per circa dieci minuti.
Non poteva crederci, aveva funzionato!
Finalmente l'Universo aveva ripreso a girare dalla sua parte.

Ritorna all'indice

Questa storia è archiviata su: EFP
/viewstory.php?sid=1048707