The White Lady

di Black Fairy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E' qui... ***
Capitolo 2: *** Cosa sta succedendo? ***
Capitolo 3: *** Il ritorno alla lapide. ***
Capitolo 4: *** Valeria. ***
Capitolo 5: *** Il tradimento di Louis ***
Capitolo 6: *** Il primo incontro. ***
Capitolo 7: *** Il diario. ***



Capitolo 1
*** E' qui... ***





E' una notte invernale, c'è così tanto freddo, ma non'ostante ciò, come di mio consueto, sono tornata su quella roccia così dura e fredda. Il mio sguardo è rivolto alle tre rose, rosse come il sangue, poste su quella tomba. Il mio mantello nero è bagnato dai fiocchi di neve che cadono leggeri e candidi dal cielo, posandosi su questa distesa di lapidi grige che si estendono in questo cimitero, nero come la pece. In questo luogo si può trovare il confine tra vita e morte, il mistero che ogni uno di noi porta nell'anima. Mi piace immagginare il giorno in cui conoscerò la morte, il giorno in cui incontrerò di nuovo lui. Come mi piace immagginare che il vento, in realtà, sono le sue carezze. Adoro stare li, da sola, e pensare a tutti i miei ricordi. Molti di essi sono delle spine di dolore che, ogni volta che mi tornano alla mente, vanno a colpire il mio cuore, ormai infranto. Come sarebbe stata la mia vita se lui sarebbe rimasto qui con me? al solo pensiero sento un nodo alla gola, che mi rende impossibile parlare. Ma lui è qui, accanto a me. Spesso posso scorgere la sua ombra tra queste fredde pietre prive di vita. Posso percepire il suo profumo, la sua voce. Spesso riesco anche a vederlo... mi succedono cose strane. Vedo ombre, sento pianti. So solo che la stessa cosa accade a mia madre. Non ho mai detto a nessuno questo mio segreto, sono già ritenuta pazza da molti per il mio piccolo vizio di venire in questo posto così lugubre. Le pesone mi dicono che non avrebbero mai il coraggio di stare in un posto del genere a notte fonda. Spesso rispondo loro che, prima o poi, anche loro finiranno in quel luogo, poi posso ammirare la paura nei loro occhi. Ma, io mi chiedo, come si fa ad aver paura di una cosa che non si conosce? è così affascinante per me... un giorno ci sei, i tuoi occhi possono riflettere nel cielo, puoi sentire la brezza del mare, puoi correre, ridere, puoi assaporare la vita e poi, il giorno seguente, esali l'ultimo respiro. Solo alla fine di questo cammino si capisce la bellezza della vita. Credo che tutto ha un suo fascino. Paure, dolori, nostalgia... cerchiamo di evitarle, ma io mi chiedo perché non ci fermiamo un attimo per assaporarle? Trovo che la morte non sia solo la fine, ma anche l'inizio. L'inizo di qualcosa che non può essere capita dalla mente umana. Non è, però, proprio vero che la morte distrugge tutto, il bene che provo per lui, anche se sono passati ormai 10 anni, c'è sempre. A volte mi capita di desiderare con tutta me stessa che, un giorno mi prenda per mano per portandomi in quel mondo in cui l'anima regna eterna. Un sospiro caldo mi fa tornare alla realtà. Sono circondata dall'odore del sangue, mischiato a quello della decomposizione. Ho la nausea. C'è qualcuno dietro di me. Da dietro una cappelletta si sente un lamento... Mi alzo con cautela per andare a controllare.
-C'è nessuno?-
Dico, non credo che qualuno mi risponderà. Di nuovo quel sospiro sul collo. Mi giro ma non c'è nessuno. Sento l'ansia crescere dentro di me, ma voglio capire chi o cos'era. Alla fine della strada c'è un'ombra. Inizio a correre. Lei è sempre li ferma, come ad aspettarmi. Ma ecco che adesso sparisce! Sento una fitta nel fianco, devo appoggiarmi a qualcosa. C'è un albero qui accanto a me. Esausta, mi appoggio. Ma c'è qualcosa di strano... Sento dei battiti ripetitivi, provengono da sopra l'albero, non sono sola. Alzo la testa e, in quel momento, il terrore si impadronisce di me. Li, su quei rami, c'è una donna, con un vestito lungo e bianco, come la neve, intenta a picchiattere sul tronco dell'albero con la sua bianca mano putrefatta. I suoi occhi sono neri, come la pece. Il suo viso, esangue, è circondato dai suoi lunghi capelli neri. La sua immagine non era netta, ma quasi offuscata. All'improvviso è scompara. Devo scappare da questo posto. Passo vicino la cappella, scendo le scale, volto l'angolo... ancora quell'orribile odore.
-Aaaaahh!!-
è qui.. qualche centimetro davanti al mio viso! il mio cuore batte all'impazzata. Allunga la sua orrenda mano verso di me. Io sono pietrificata. Vorrei voltarmi e scappare ma non ci riesco. La sua mano si sta avvicinando. Qualcosa scatta dentro di me e riesco a voltarmi per scappare. Lei mi sta seguendo. Mi ha quasi ragiunta. Sento un bruciore sulla spalla sinistra. Riesco a vedere l'uscita del cimitero. Non mi fermo fin quando non sono sicura di non essere più seguita. Il mio cuore ancora va a mille e sono spaventata. Ho deciso che mi fermerò soltanto quando sarò a casa, al sicuro. Sto correndo all'impazzata, la neve mi oscura la vista. Non ce la faccio più a correre, ma qualcosa mi dice di non fermarmi. Dopo qualche minuto mi trovo nel viale che porta verso casa mia. Inizio a suonare il campanello. Dopo qualche secondo mia madre apre la porta.
-Cosa ti è successo Melissa?-
-Mamma domani ne parliamo-
Corro in camera e mi butto sul letto. Voglio dimenticare tutto... Il sonno si sta impadronendo di me, ma c'è qualcosa di strano. Sono sicura di essere osservata.
Di nuovo quell'odore...

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Capitolo 2
*** Cosa sta succedendo? ***






-Melissa svegliati, devi andare a scuola!-
-si mamma-
Apro i miei occhi, ancora assonnati, e il mio sguardo si dirige verso la finestra. Riesco a vedere tutto il paesaggio coperto da un manto bianco brillante. Adoro l'inverno. Il cielo però sembra triste. E' così cupo... Dai tetti delle case pendono i brillanti ghiacciai, limpidi come diamanti. Il laghetto è completamente ghiacciato e, vicino alle sue sponde, si innalza il maestoso ciliegio ,i cui rami scheletrici e spogli si tendono al cielo freddo in un silenzioso grido, sono incoronati da fiocchi di neve e merletti di ghiaccio. Il mio pensiero viene destato da un profumo dolce e piacevole, quello del caffè-latte mischiato al cortetto appena sfornato, proveniene dalla cucina. Corro subito in bagno per farmi una doccia. Come al solito il mio bagnoschiuma preferito alla pesca è sparito. Userò quello della mamma. Ma, appena lo passo sulla schiena sento un bruciore tremendo. Presa dal panico, mi sciaquo per guardarmi meglio allo specchio. C'è qualcosa di strano... sono comperta completamente di graffi. Le mie gambe sono inguardabili, come la schiena e le braccia. Sento mia madre che sta salendo le scale. Devo vestirmi subito, non voglio farla preoccupare.
-tesoro ancora sei qui? è tardi-
-si mamma arrivo-
Per un soffio e mi scopriva. Sono spaventata. Cosa può essere stato? Forse... forse quell'ombra ieri sera? Ma è impossibile. Scendo in cucina. La tavola è ornata con latte e caffè, accompagnato dal cornetto alla cioccolata. Affamata, mi siedo al tavolo e divoro tutto in meno di due minuti.
-Melissa, dov'eri andata ieri sera?-
No, mi ha scoperto!
-Perché mamma?- Rispondo vagamente.
-La vicina ha detto che ieri sera ti ha vista tutta impaurita... correvi guardandoti le spalle. Spero che non sei tornata di nuovo in quel posto, vero?-
- e anche se fosse?-
-Melissa ne abbiamo già parlato. Non mi va bene che a quell'ora ti rechi in ceri posti...-
-Ma perchè! non crederai a quelle stupide storielle che dicono in giro, vero? mamma ma per favore!-
-devi ascoltarmi!-
-magari un'altra volta... è tardi. A dopo.- Prendo lo zaino e corro fuori. Ma come fa a credere a certe cose? Vedo i miei amici Roberto e Mattia corre verso di me.
-Hey Lissy. Come stai? sei arrabbiata vero??- disse Roberto.
-litigi con mamy?- Agiunse Mattia.
-si, tanto per cambiare...-
-aspetta... quindi sei tornata di nuovo al cimitero?- disse Mattia spaventato.
-si e allora?-
-non sai che...-
-si so già tutto. Semplici coincidenze-
-ma di cosa state parlando?- Chiese Roberto.
-Non sai cosa dicono in giro sul cimitero??- chiese Mattia stupefatto.
-eh?-
-si dice che tra quelle lapidi si agiri senza pace lo spirito di una donna che morì di morte violenta. Dicono in giro che si impossessa delle persone che, incaute, si recano li... fino a portarle alla morte. - rispose con enfasi Mattia.
-ha ha ha e tu ci credi?? ma dai Mattia!-
-Senti caro Roberto, è successo molte volte che delle persone, dopo essere andate li, sono morte... non si è mai saputo il perché, però!- ribatte Mattia.
Non mi va proprio di intromettermi nelle loro discussioni oggi... Senza accorgermene siamo già arrivati nel cortile della scuola. Non vedo l'ora di entrare in classe per liberarmi di questo freddo pungente. Prendo posto vicino la finestria. La mia compagna di banco si chiama Claudia. Non andiamo molto d'accordo, i nostri caratteri sono troppo diversi. Si diverte spesso a criticarmi su tutto,e questo mi infastidisce molto.
-come mai oggi sei già arrivata?-
-già devi infastidirmi? dammi almeno il tempo di sedermi- dico, seccata.
La prof di Matematica è già arrivata ma io, dopo qualche minuto, sono già con la testa tra le nuvole. Mi sento stranamente osservata. Con la coda dell'occhio vedo la sagoma di una persona riflessa nel vetro della finestra ma, quando mi volto, non c'è niente. Sto diventando pazza... La neve inizia a cadere sempre più fitta. Dopo qualche ora arriva una circolare.
-ragazzi silenzio per favore! Sono state appena avvisate le vostre famiglie, a causa del tempo uscirete prima.-
Il seguito di quelle parole fu accompagnato da fragorose esclamazioni di gioia. Tutti insieme ci mettiamo cappotti, sciarpe e tutto il resto, per poi dirigerci verso l'uscita. Sicuramente mia madre farà tardi. Dopo qualche minuto infatti sono rimasta da sola con Mattia.
-pensi che io sia pazza ad andare ogni notte nel cimitero?- gli chiedo.
-no... ma devi stare attenta. Tu sai che li accadono cose strane.-
-come fai a dire questo?-
-Lissy dimmi la verità. Non ti succede niente di strano ultimamente?- Sono indecisa. Glielo dico o no? Giusto in quel momento arriva sua madre.
-Mat ne riparliamo domani- dico, salutandolo.
-passo oggi pomeriggio con Roby da te... ciao-
Il tempo passava e di mia madre non si vedeva neanche l'ombra. Le mie mani sono diventate rosse dal freddo. Appoggio la testa al muro, sospirando. Perché ci mette così tanto? Il silenzio diventa sempre più pesante...Sento dei passi dietro di me. C'è un odore nell'aria che fa venire la nausea. Ho sentito chiaramente qualcosa che mi ha sfiorato i capelli. Di nuovo il fiato sul collo. So che è dietro di me. Sento da lontano il rummore di una macchina... è mia madre. Senza voltarmi corro, spaventata, verso di lei.
-Tesoro cosa è successo?-
-Mi scambieresti per pazza... lascia perdere-
Appena siamo arrivate mi sono catapultata nella vasca, mi ci vuole proprio un bagno caldo. Mentre la vasca si riempe, cerco di pettinare i capelli, arruffati dal vento. Poso la spazzola sul lavandino, devo cercare i sali da bagno. Eccoli, sono dentro la specchiera. Ne butto quasi metà boccetta nella vasca. Mi volto versi il lavandino in cerca della spazzola. E' sparita! Ma la cosa più strana è che si trova tra l'acqua nella vasca. Sono sicura di averla poggiata poco fa sul lavandino. Mi appoggio al bordo della vasca per prenderla, quando sentro chiaramente la spinta di due mani. Scivolando sbatto la testa contro rubinetto e cado in acqua. Sento una forte fitta di dolore alla testa. La porta si spalanca all'impovviso, insieme alla finesta, chiudendosi poi rumorosamente. Sento mia madre correre sopra.
-Melissa cosa hai fatto! perdi sangue dalla testa!-
Effettivamente l'acqua da limpida è diventata rossastra. Guardo mia madre. E' chiaramente spaventata, ma, alle sue spalle vedo qualcosa che mi fa bloccare il respiro.C'è di nuovo quella strana donna. Cosa sta succedendo?

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Capitolo 3
*** Il ritorno alla lapide. ***


Questo capitolo è dedicato a una persona a me molto cara, che purtroppo non è più qui.
Spero che vi piaccia!



Ecco era li... in piedi, oltre le spalle di mia madre, che mi fissa con i suoi occhi bui come la notte. Ho paura per ciò che potrebbe farle... ma ecco che, all'improvviso, si gira e se ne va. Io mi alzo dalla vasca e, con una fitta alla testa, corro verso il corridoio. E' sparita!
-Malissa ma dove vai! fermati! ma come hai fatto a cadere?- e mi blocca per vedere cosa ho fatto sulla testa.- Hai una ferita parecchio profonda... Credo che sia meglio andare in ospedale-
-per un taglio? non ne ho bisogno mamma- e, ignorando la sua risposta, mi dirigo verso la mia camera. Sono ancora scossa per quello che è accaduto. Voglio andare in fondo a questa storia. Alla meglio, cerco di disinfettare la ferita, non badando al dolore. Mattia e Roberto presto arriveranno. Infatti alle 15-30 in punto suona il campanello.
-Melissa sono venuto solo io, Roberto dice che doveva ''studiare''-
-Che ne dici di uscire?-
-Melissa ma c'è brutto tempo!-
-Daiii ti prometto che appena torniamo faccio fare da mamma la cioccolata calda e il tuo dolce preferito alla nocciola e cioccolato!!- dico, facendo gli occhi dolci. Ma so di averlo già convinto subito dopo aver mensionato la ''cioccolata calda''.
-Va bene va bene-
Ci vestiamo e usciamo. Il vento, intorno a noi, è impietoso. Molte ci ha fatto cadere tra la neve e per questo i nosti vestiti sono zuppi. Ciò non riesce a fermarmi, voglio recarmi al cimitero, devo scoprire chi è quella donna! Ci troviamo davanti al cancello del cimitero, reso spettrare e triste dal cupo tempo. Mattia sembra essersi reso conto di tutto.
-Mellissa te lo puoi sognare che io metto piede li!-
-Non ti obbligo a venire con me, puoi aspettare qui fuori-
-Nono! tu non entri li!-
-Io ci entro- e, girandoli le spalle, apro il cancello e mi dirigo verso il suo centro, sento Mattia che mi chiama e, pochi secondi dopo, lo trovo accanto a me.
-Pensavi davvero che ti avrei lasciata da sola, qui dentro? Spiegami almeno perché siamo qui... E sopratutto, dimmi cosa ti sta succedendo.-
Prendo il coraggio e, brevemente, racconto tutto quello che mi sta succedendo, dal primo incontro con quella creatura, alla sua strana sparizione, dopo avermi spinta nella vasca.
-Lissy... mi preoccupa tanto questa storia... Ti aiuterò ad uscirne.-
Lo prendo, sorridente, sotto braccio e cerco di ricordare dov'ero quando la donna mi fece spaventare la prima volta. Ricordo che poi mi spuntò di fronte in un angolo... Se non erro, era la curva che portava alla statua dei due angeli, nella parte nuova del cimitero.
-Seguimi Mattia- dico, e inizio a correre.
-Cerca di trovare le foto di una donna... Di circa em.. 20'anni ok??-
iniziamo a cercare, ma dopo qualche minuto, ci rendiamo contro di aver fatto un buco nell'acqua. Penso di nuovo a dove sono andata quel giorno...
-Melissa... tu hai detto che ti eri appoggiata vicino ad un albero... vero?-
-si... ma li non credo ci siano altre tombe.-
Mattia mi prende il braccio e andiamo verso il punto in cui mi ero fermata per riprendere le forze. Ci aggiriamo in torno all'albero... Non c'è niente che desti la nostra attenzione, fin quando...
-C'è qualcosa qui!-
Mi dice Mattia, indicando un punto, vicino l'inizio del tronco. Lui si avvicina e, con entrambe le mani, scosta la neve. C'è una piccola lapide, deve essere molto vecchia. Sopra non ci sono foto.
-''Non sarà l'ultimo respiro a mettere fine a tutto''- Legge Mattia ad alta voce -cosa vorrà dire?- mi chiede
-non ne ho la minima idea...è tutto così strano, non c'è scritto la data di morte, solo la nascita... vedi: 8 Maggio 1860- Dico, indicando la scritta. Guardo in alto, vedo l'albero in cui vidi, chiaramente, per la prima volta quell'essere... La paura si fece viva in me.
-andiamo...-
Mentre ci avviamo verso casa, penso che non posso andarmene senza salutarlo. Dico a Mattia di seguirmi. Arrivati alla tomba, vedo le rose che gli ho lasciato nella mia ultima visita. Ormai sono secche. Sento gli occhi di Mattia addosso, non voglio che mi veda piangere.
-Lui è qui con noi ora... non ti abbandona mai, lo sai?-
So che lo dice per consolarmi, ma mi da fastidio quando le persone dicono questa frase. Mi fanno solo illudere... Lui non c'è più. Al solo pensiero sento gli occhi bruciare. Se n'è andato troppo presto... Quel giorno ormai è penetrato nel mio cuore, come una spina. Non dimenticherò mai il momento in cui mia madre me lo disse. La cosa peggiore venne dopo... la cosa peggiore è ora... ore che non c'è lui che mi guida nella difficile e tortuosa strada della vita... Ora che vivere non sarà mai più bello come prima.
-Non gli ho potuto dire addio... non gli ho potuto dire quanto gli volessi bene...-
Dopo quelle parole non riesco più a trattenere le lacrime. Cado in ginocchio e, appoggiando le mani sulla lapide, incomincio a piangere, come una bambina a cui è stato strappato suo padre troppo presto. Sento la mano di Mattia sopra la mia spalla. Poi anche lui si inginocchia accanto a me e mi abbraccia. Dopo qualche minuto il vento diventa più forte.
-Lissy guarda. Le nuvole stanno per scatenare una tempesta. Dobbiamo tornare subito, a meno che non vogliamo rimanere bloccati qui.-
Ci alziamo, lui si avvicina e mi asciuga le lacrime. Vorrei ringraziarlo, ma non riesco a parlare. Ci avviamo verso casa. Appena apro la porta si sente il dolce profumo della cioccolata mischiato alla torna. Ci sediamo a tavola e iniziamo a fare merenda. Il tempo è volato, sono già le 18 e 30.
-Mattia credo che sta sera non potrai tornare a casa- Dice mia madre, dopo essere rientrata in casa.- Dovevo andare a fare delle commissioni, ma non mi è possibile. Siamo bloccati qui.-
Non è la prima volta che mattia dorme a casa mia, siamo amici da quando avevamo 4 anni. Accetta volentieri la proposta, dopo di che andiamo in camera mia. Io mi butto sul letto e lui si siede sul sacco a poltrona, davanti la finestra. La situazione è tranquilla, fin quando si sente un tuono e...
-Mattia hai visto?!-
-Visto cosa?-
-Quella...quella donna! vicino al lago!-Dico spaventata. Ho chiaramente visto, fuori dalla finestra, quella donna camminare vicino al ciliegio, guardandomi. Mattia è preoccupato.
-credi che sono pazza?- dico, in tono di sfida.
-no, io ti credo-
-ho paura...- dico. Lui si alza e si siede vicino a me sul letto, abbracciandomi. Mi attende una lunga notte...

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Capitolo 4
*** Valeria. ***





Sono quasi le 4 di notte. Non riesco a prendere sonno... sarà colpa di tutta questa storia, quasi assurda. Mi alzo, cercando di non far svegliare Mattia, e vado verso la cucina. Fuori c'è una tormenta, la neve cade incessantemente, e il vento, impetuoso, ulula. Sarà causa di questo rumore forse, ma io ho i brividi. Cerco un bicchiere e, dopo averlo trovato, lo poggio sul tavolo. Mi volto verso il frigo per prendere il latte, quando sento un rumore di vetro infranto provenire dalle mie spalle. Mi volto, il bicchiere è frantumato per terra in mille pezzi. Vedo la sedia, sul lato destro del tavolo, che si sposta all'improvviso, cadendo. La stanza si fa improvvisamente gelida... Un respiro mi sfiora il collo. Sento che anche il sangue nelle vene è diventato ghiaccio. Ogni muscolo del mio corpo è paralizzato. La luce inizia a spegnersi e poi ad accendersi... senza sosta. Ad un tratto vengo circondata dal buio. Sento dei passi a fianco a me...delle unghia conficcate dietro la mia schiena, il sangue inizia a sgocciolare. Un lampo illumina la stanza, mostrandomi il viso di quella orrenda creatura, posto poco distante da me. Un tuono rompe il silenzio.
-ahhh!!!-
Sento le costole spezzate da un pugno. Poi uno schiaffo sul viso...I passi veloci di mia madre e di Mattia mi fanno tranquillizzare un po.
-Melissa! ma cos...aahh!!-
Sono a terra, raggomitolata su me stessa, con la maglia del pigiama stappata sulla schiena. Sento delle forti fitte alla costole... Mia madre, impaurita, si avvicina a me. Lei e Mattia mi aiutano ad alzarmi. Mi fanno appoggiare sul divano... non posso più nasconderle niente...
-Ma cosa è successo?- chiede Mattia, allarmato.
-Mamma... devo spiegarti delle cose...-
Spiego a mia madre, brevemente tutto ciò che mi sta accadendo in questi giorni. Ogni frase che dico fa crescere in lei la paura e lo stupore.
-perché non mi hai ascoltata! se ti ho obbligato a non andarci è perché so cosa accade li!
-mi dice, in preda alla rabbia.
-Sta succedendo tutto di nuovo! questo è solo l'inizio!-
Ha paura... tanta paura. I suoi occhi, inspiegabilmente, diventano lucidi... Sta piangendo. Io e Mattia, straniti, ci guardiamo negli occhi.
-Mamma... ma perché piangi?-
-Quando... quando ero piccola, giocavo con la mia migliore amica, Valeria, li vicino. Era dolcissima, le volevo bene come una sorella. Una volta, mentre giocavamo a nasconderci, lei si avventurò da sola nel campo santo. Io non la trovavo... la aspettai per circa due ore e mezzo. Stavo pensando di andarmene, credendo che mi aveva fatto uno scherzo ed era andata da sola a casa, quando sentii un grido... il suo grido. Corsi a casa ma, quando avvisai mia madre, lei non mi credette. Tornò a casa dopo diversi giorni, non raccontò mai a nessuno cosa era successo quella sera. Sapevo, però, che non era come prima... Aveva dei comportamenti strani. Passava le giornate guardando il vuoto, aveva costanti sbalzi di umore... non sorrideva più, in oltre ed era diventata molto violenta. Una volta non le prestai i miei colori, mi minacciò, dicendo che mi avrebbe tolto gli occhi...- si blocca, cercando di non mangiare -...Una mia compagna di classe, Giusy, aveva un piccolo coniglietto. Spesso lo portava con se quando ci riunivamo a giocare. Valeria lo adorava... Un giorno però il cucciolo sparì. Giusy lo ritrovò qualche giorno dopo, sgozzato nel suo zaino. Tempo dopo scoprii che, prima di questo evento, Valeria e Giusy avevano litigato pesantemente... Parlai con i miei genitori, ma loro non mi ascoltarono... fin quando non giunse la notizia della strana morte dei genitori di Valeria. Lei fu ritrovata a piangere, sul letto, con un coltello insanguinato tra le mani, era stata lei. Gli agenti quando la videro cercarono di calmarla... ma lei, esasperata, scagliò il coltello nella sua stessa gola... aveva circa 11 anni-
Ora piangeva, non so se per paura o per il dolore del lutto... Uno strano pensiero mi balena alla mente...
-credi che io... arriverei al punto di ucciderti?-
-No Tesoro, non devi credere...-
-Non ti fidi di me, vero? credi che sono pazza vero?- dico, furiosa
-No Melissa! ma cosa stai dicendo!?-
-Melissa ma come puoi pensare una cosa simile?- si intromette mattia
-Questi non sono fatti che ti riguardano!-
Grido a Mattia e corro fuori dalla cucina, sbattendo la porta. Sono furiosa, voglio andare via da loro! Corro in camera e mi butto sul letto... Forse ho esagerato... Anzi, no! Sono loro che non riescono a capirmi! Tutta questo mi sta dando alla testa! Sono stanca... Il bruciore sulla schiena ancora è vivido, come il dolore alle costole. Voglio dormire e dimenticare tutto quello che è appena successo...

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Capitolo 5
*** Il tradimento di Louis ***


Questo capitolo è dedicato a Aishia :) grazie per seguire le mie storie :)


L'aria in torno a me è fresca... Sono di nuovo davanti quell'albero ma, ai suoi piedi, non c'è nessuna fredda pietra. Provo una strana aginazione, mischiata al dolore, al tormento, alla tristezza... alla delusioni. So, dentro di me, che che queste emozioni non sono le mie. Non è il cimitero... anzi, davanti a me si estende un grande prato, circondato da tantissimi alberi. C'è anche un fiume, lontano... Mi avvicino ad esso. Quella che vedo, nel riflesso, non sono io! Quelli che vedo non sono i miei occhi, questi sono azzurri. Anche i miei vestiti sono diversi! Porto un vestito bianco, con la crinolina ornata da veli e un corpetto attillato a maniche a sbuffo, con dei boccoli biondi che ricadono sulla schiena, ornati da fiori. Solo ora mi accorgo che tra le mie mani c'è un piccolo libricino, giallo pallido. Il mio corpo si avvicina all'albero, ma non sono io che lo sto comandando! Nella mia stessa testa girano dei pensieri, ma non sono i miei! Essi dicono di nascondere il libro, prima che qualcuno potesse trovarlo. Nell'albero c'è un piccolo foro, lo poggio li dentro. So che devo aspettare un certo Louis, e so che, solo al suo pensiero, il mio cuore batte a mille. Dopo pochi minuti, vedo da lontano un giovane uomo, alto, di stazza media, con occhi verdi e capelli Biondi. Le scarpe sono di cuoio marrone, con la punta quadrata. La camicia di lino finissimo è chiusa dalla cravatta, ed i polsini sporgono dalla giacca, in modo da rendere visibili i preziosi bottoni. Porta anche un anello, tenuto al mignolo della mano sinistra, e l'orologio. Desidero con tutta me stessa abbracciarlo, ma so che se lo farei, finirei in guai seri.
-Luis, perché ha ritardato così tanto?-
-Mia cara, non è stata causa mia...- Vedo dai suoi occhi che sta mentendo.
-Mi nasconde qualcosa...-
-no, lei si sbaglia- So dentro di me che sta per succedere qualcosa di molto brutto.
-So che lei mente!- Inizio ad avere paura... ci sono dei pensieri molto strani che girano nella mia testa...-Mi aveva detto di amarmi!-
-cara lei lo sa che ognuno di noi deve fare delle scelte, anche se vorrebbe evitarle. Sono stato obligato a raccontare tutto-
-Lei... è disgustoso! sa che ora è in ballo la mia vita?- non mi guarda negli occhi, non mi risponde. -Aveva detto di amarmi! che saremo scappati insieme! Io mi sono perfino concessa a lei, quando io sono destinata ad un'altro uomo! Mio padre mi ucciderà!-
-Come le ho già detto, non potevo proprio continuare a mentire-
La rabbia dentro di me è mutata in dolore e paura... Il mio unico e vero amore mi ha tradita, ha donato la mia vita, per salvare la sua! Dopo aver giurato di amarmi.
-Ho perfino ucciso per lei! come puo farmi questo?-
-E' troppo tardi, ormai, per pensare al passato. Ciò che conta è il presente. Ormai tutto è finito.- Sapevo che da un momento all'altro sarebbero arrivati, dovevo scappare! Ma quando sto per andarmene...
-Dove sta andando?-
-Via di qui!-
-Nono- dice con una fredda risata- Lei resta qui, o crederanno che ho inventato tutto-
Cerco di correre via, ma lui mi blocca. Oltre gli alberi vedo degli uomini a cavallo che vengono verso di noi trainando un carro, coperto da un telo nero. Anche mio padre è con loro. La paura cresce... -Padre... perdonatemi!-
-Mai! questo è un oltraggio! Non chiamarmi padre! io non ho nessuna figlia!-
Quelle parole sono peggio di uno schiaffo. Comincio a piangere, so di essere ridicola... tutto per colpa dell'amore che mi ha accecato.
-Come potete dire questo!-
-Pagherai per quello che hai fatto! Il nosto buon nome è stato infangato per colpa di una ragazzina viziata! Ma la colpa è anche mia... ti ho lasciato troppo libera! Sei stata accusata di orribili delitti! Tu dovevi sposare Il duca Adelrico Courbè! Ma la colpa è anche vostra, Louis!-Provo un orribile gusto a vedere la faccia di Louis dipinta dal terrore e dalla sorpresa!
Mio padre sembra che non riesce più a parlare, ma abbassando gli occhi dice...
-Mi trovo costretto a metter fine alle vostre vite... Nel più tragico dei modi-
-Padre... non può farmi questo!-
Lui non mi guarda in faccia... Vedo delle lacrime scorrergli sul viso.
-Questa, è la pena che spetta ad ogni assassino. Solo Dio ha il potere di togliere le vite, non voi!-
-Cosa farà vostra moglie quando saprà tutto ciò! con che dolore la farete vivere! Io, anche se voi non mi accettate più, sono la sua unica figlia!- Dico, in preda ai singhiozzi.
-Lei sa già tutto... prima o poi capirà, anche se soffrirà molto-
-Voglio dirle addio! Vi prego!-
-No! Non c'è più tempo!-
E ,concludendo la frase, fa un gesto ai suoi servitori. Essi si avvicinano al grande carro e, scoprendolo, mostrano due casse da morto. Dopo averle posate sul terreno, le aprono. Riesco a capire quale sarà la mia punizione. Mi butto ai piedi di mio padre, implorando perdono. Lui mi scosta e si allontana da me, come se avessi una malattia contagiosa. Due uomini mi prendono con forza, io inizio ad urlare. Loro, però, sono impassibili. Con ferocia mi buttano in una delle casse. Altri e due stanno facendo lo stesso con Luis. Vedo mio padre che piange... Subito dopo tutto in torno a me diventa nero. Hanno sigillato la cassa, per l'eternità. Io continuo a gridare, con tutte le mie forze. Graffio il lego, mi strappo i capelli. Diventa sempre più difficile respirare...

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Capitolo 6
*** Il primo incontro. ***



Mattia è dovuto tornare a casa. Mi è appena giunta notizia che la scuole, a causa del brutto tempo, rimarrà chiusa per diversi giorni... Ammetto che questo non mi dispiace molto! Annoiata, decido di chiamare Roberto.
-Pronto?-
-Ciao Roby sono Lissy... che ne dici di uscire??-
-Ehy ti stavo per chiamare e dirti la stessa cosa. Oggi pomeriggio alle quattro va bene?-
Accetto e chiudo la chiamata... Attendo il pranzo, e dopo aver mangiato, vado da mia madre, che è intenta a fare lucidare gli oggetti nella specchiera. Passiamo il tempo scherzando e ridendo, fin che...
-Mamma... l'hai vista anche tu?!-
-cosa?-
-Un ombra! in corridoio!-
Mia madre, con cautela, esce in corridoio e si guarda in torno. Nel fra tempo la lampadina del soffitto scoppia, facendo finire un pezzo di vetro sulla mia guancia. Mia madre si avvicina a me, spaventata.
-Finirà per uccidermi!-
-Non dirlo neanche per scherzo! Si sistemerà tutto.-
Senza altre sorprese, arrivano le quattro. Ma solo dopo mezz'ora sento il suono del campanello. Prendo la giacca e la borsa e corro da Roberto, che subito cerca di giustificare il suo ritardo. Passeggiamo tra la neve. Incontriamo spesso ragazzini che giocano. A ogni passo, però, mi sento osservata.
-Ehy sei preoccupata?- mi chiede Roberto.
-Ho la sensazione di essere seguita...- Rispondo ansiosa.
-Dai questa storia ti sta dando alla testa, non c'è nessuno che ti guarda adesso, a parte me.-
Questa frase mi da un po fastidio. Come puoi credere che io mi immagino le cose?
-Va bene non credermi!-
-Ehy stai diventando paranoica tutto qui!-
-Sarebbe bello se al mio posto ci saresti stato tu...-
-Senti calma ok? mi sembra tutto troppo assurdo per essere vero...-
Dopo questa frase, giro i tacchi e me ne vado, senza dare risposta. Sento Roberto che mi chiama, ma faccio finta di niente! Bella amicizia! Decido di fermarmi al parco. Non c'è nessuno qui, e pensare che in estate brulica di ragazzi. C'è un suono strano in torno a me, ma non riesco a capire da dove provenga. Sento qualcosa che mi sfiora la mano, mi volto... è lei, la donna vestita di bianco, che mi guarda con i suoi occhi nero corvino... Avvicina la sua mano alla mia, fin quando non la prende, dolcemente. Intorno a me si fa tutto bianco, credo di essere morta. Dopo poco tempo il niente intorno a me acquista una forma. Mi trovo in un grande salone, pieno di signore e signori che ballano e chiacchierano. Sembra di essere tornata in dietro nel tempo. Sono vestiti tutti con i classici abiti dell'800... Nessuno sembra accorgersi di me... Al mio fianco c'è una ragazza, la stessa del sogno. E' seduta su una piccola poltroncina rossa. Sembra annoiata. Ad un certo punto i suoi occhi si posano su un bel giovane. L'ho già visto... E' lo stesso uomo del mio sogno! Louis! Lui si accorge del suo sguardo e le sorride. La piccola ragazza sposta subito lo sguardo arrossendo. Lui le si avvicina... Iniziano a chiacchierare ma c'è qualcosa negli occhi di quel giovane... qualcosa che non mi convince molto...essi celano qualcosa... Un mistero. La ragazza sembra non accorgersi di questo. Lei è già innamorata di lui, gli si legge dagli occhi.

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Capitolo 7
*** Il diario. ***





Mi sveglio all'improvviso... sono tutta sudata e ho ancora l'ansia addosso! Non riesco ancora a convincermi che era solo un brutto sogno.
-Melissa! cosa è successo?-
-Cosa ci fai ancora qui tu??-
-Ehy se ti da fastidio tolgo il disturbo!- risponde Mattia, offeso.
-Senti... scusa ok? scusa per ieri sera, scusa per ora. Sono un disastro.-
-Oh si, lo sei- risponde Mattia, abbracciandomi.- Tua madre, però, c'è rimasta molto male. Dopo che sei scappata ha pianto, e molto. Dice che vorrebbe aiutarti in qualsiasi modo, non vuole che ti succedano cose brutte. Vai a parlarle.-
E, ascoltando il consiglio di Mattia, corro in salotto. Mia madre è intenta a pulire ma, quando mi vede si blocca.
-Mamma... scusa-
Mamma mi viene in contro, abbracciandomi. So di essere stata troppo cattiva con lei. Non le merita queste cose, dopo tutto quello che ha fatto per me.
Dopo un po anche Mattia scende in cucina e, tutti e tre, facciamo colazione. Questa mattina la mamma ha preparato le ciambelle al cioccolato. Le adoro!
-Lissy, hai avuto un incubo questa notte?-
Il sogno torna nella mia mente, facendosi sempre più chiaro. -Si... perché?-
-Beh, sembrava di dormire con un ciclone parlante! Non stavi un attimo ferma e, spesso, ti lamentavi! Ho provato a svegliarti! ma sembrava stessi parlando con il muro.-
-Cosa hai sognato, tesoro?- chiede mamma, con dolcezza.
Brevemente racconto il mio sogno, con tutti i particolari che riesco a ricordare. Al termine i miei ascoltatori sono molto pensosi.
-Cosa vorrà dire?- ci chiede Mattia.
-Credo che dovresti andare a controllare se effettivamente in quell'albero c'è qualche libro. Prima arriviamo alla conclusione, prima questa faccenda avrà fine- Mi dice mia madre, un po preoccupata.
-Lissy tua madre ha ragione, andiamoci adesso!-
-Sta volta verrò io, non posso mandarvi da soli!-
-No mamma, ce la caveremo-
Senza sprecare altro tempo, io e Mattia andiamo verso il cimitero. Il tempo è molto diverso da ieri, molto più calmo. Arrivati davanti l'albero, iniziamo a guardalo, per cercare il nascondiglio.
-Vedi niente?- chiedo.
-No... anzi aspetta! guarda li! in alto!-
-aiutami a salire-
Mattia mi prende in braccio e, togliendo la neve, vedo un piccolo libro. Sono impressionata! Dopo aver messo i piedi per terra, io e mattia iniziamo a sfogliarlo. Le pagine sono tutte scritte con l'inchiostro nero. La calligrafia e molto ordinata e bella.
-Sarà meglio tornare a casa, per raccontare tutto a tua madre-
Arrivati a casa, mostro il libro alla mamma. Lei rimane stupefatta.
-E' una cosa troppo strana per essere vera- dico, incredula.
-E' un diario!- esclama mia madre.
Il diario torna nelle mie mani. Io lo sfoglio, leggendo qualche frase. Il tono è molto allegro, con annotazioni su abiti e anche corteggiamenti. Racconta di un certo Harold che le faceva spesso regali, fin quando sua madre, insospettita di questo suo comportamento, non mise fine a questo ''Flirt''. Di un certo John che ad ogni ballo trovava ogni scusa per corteggiarla, o di Steven, un po troppo nervoso e goffo.
-Leggi qualcosa!- Mi chiede Mattia.
***
Sono appena tornata dal ballo nella reggia del duca Courteney. Questa mattina mi sono recata con mia madre a coprare nuovi vestiti. Ho indossato un bellissimo abito in brocato, azzurro, ricco di merletti. Uno splendore! I capelli li ho raccolti sulla nuca, facendo scendere solo qualche boccolo. Sono stati tutti molto cortesi con me. Lo stesso duca si è complimentato con me per la mia bellezza, facendomi un po imbarazzare. A mio malgrado, ho incontrato di nuovo il giovane John, che per poco non mi rovesciava un vassoio addosso. Il povero ragazzo è corso fuori arrabbiato e imbarazzato. Quando capirà che non ho nessuna simpatia per lui?
***

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