Titolo da cercare di Marie16 (/viewuser.php?uid=29690)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno ***
Capitolo 3: *** Capitolo due ***
Capitolo 4: *** Capitolo tre ***
Capitolo 5: *** Capitolo quattro. ***
Capitolo 6: *** Capitolo cinque. ***
Capitolo 7: *** Capitolo Extra: Marie e Kazemaru ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Una
calda e noiosa mattinata attendeva gli studenti della Raimon Jr.
High, nessuno di loro, infatti, avrebbe mai potuto immaginare che
presto qualcosa sarebbe cambiato nelle loro vite.
“Dunque
è ora...” mormorò appena la voce timida di una
ragazza castana, mentre portava le mani sul cappello rosa per
sistemarlo verso il basso, in un vano tentativo di nascondersi dalla
vista della gente. Di fianco a lei, una ragazza dai capelli neri,
sorrideva beffarda.
“Marie,
muoviti!” le disse, avviandosi all'interno dell'enorme cancello
che le divideva dall'istituto, spavalda.
“S-Seline,
aspettami!” replicò quella, seguendola mentre si
addentrava nella scuola.
Marie
Storm aveva quindici anni, i capelli castani lunghi fino alle spalle
con alcune ciocche della frangia ramate; occhi verdi e espressivi. Il
naso piccolo e leggermente all'insù le dava un aspetto molto
dolce. Indossava sempre magliette di due taglie più grandi,
cappelli di ogni tipo e colore e pantaloni lunghissimi, che la
coprivano da sguardi maliziosi ed indesiderati. Il suo cappello
preferito era di colore rosa e lo metteva quasi sempre.
Sotto
agli innumerevoli strati di vestiti aveva due tatuaggi: Uno, di
piccole dimensioni, rappresentava una farfalla ed era posto sul
braccio destro. L'altro, di medie dimensioni, rappresentava una
fenice ed era situato sulla schiena.
Insieme
alla sua migliore amica Seline, era considerata la giocatrice più
forte al mondo, il suo soprannome era: “Bellezza Letale.”
Seline
Smith Anderson aveva quattordici anni, i capelli neri lunghi fino
alla vita, lisci e lucidi; occhi di colore variabile, lucidi, con
ciglia lunghe nere. Il naso era piccolo e dritto mentre la bocca era
normale con labbra ben disegnate e i denti bianchissimi, i due canini
erano leggermente a punta. Indossava una felpa larga con cappuccio,
pantaloni molto aderenti, un paio di scarpe nike, alte, ed una
maglietta scollata ma non troppo.
Aveva
un piercing sull'ombelico, nascosto dalla maglia che indossava.
Il
suo soprannome era: “La Pantera di Madrid.”
Appena
Seline e Marie ebbero fatto i primi passi all'interno del cortile, la
castana si nascose dietro l'amica che sollevò le spalle
sconsolata. Spesso si chiedeva perché non volesse farsi
notare, ma era rimasto un mistero per lei.
“Hai
intenzione di starmi dietro anche quando entreremo in classe?”
domandò allora la mora, facendo sospirare l'amica.
“In
verità sì.” rispose la castana, sollevando appena
lo sguardo verso Seline, che sbuffò sonoramente.
Quando
misero piede nell'aula, un mormorio generale accompagnò la
loro presentazione.
“Ragazzi,
queste sono Seline Smith Anderson e Marie Storm, si sono trasferite
dalla Spagna da un paio di giorni, dunque vi chiedo di essere
cortesi.” spiegò il professore. Il silenzio calato nella
stanza fece rabbrividire Marie, che subito pensò che era stato
uno sbaglio trasferirsi lì mentre Seline era quasi in attesa
di qualcuno che le riconoscesse. Un rumore proveniente dall'angolo
destro della stanza fece voltare tutti gli studenti
contemporaneamente, comprese Marie e Seline. Un ragazzo dai capelli
verde pistacchio, racchiusi in una coda alta, e gli occhi neri era
caduto dalla sedia.
“Ryu-chan,
che ti prende?” chiese il suo compagno di banco, un ragazzo dai
capelli rossi e gli occhi acquamarina, mentre lo fissava stralunato.
“Hiroto,
non dirmi che non te ne sei accorto!” esclamò, alzandosi
goffamente dal pavimento senza sentire dolore alcuno.
“Di
cosa?” domandò il rossino, perplesso. Ryuuji aveva tutti
gli occhi puntati contro, e questo lo rese non poco nervoso, finché,
una volta che s'era seduto di nuovo, non parlò:
“Dico,
ma vi rendete conto che loro sono Bellezza Letale e Pantera di
Madrid, le due calciatrici più forti al mondo?!” esclamò
poi, indicandole con un dito tremante, forse emozionato per averle
conosciute.
“Ah
sì?” domandò un ragazzo dai capelli rossi,
sistemati in un modo così strano da far credere di avere un
tulipano in testa, con un sorriso beffardo. “Secondo me hai
preso un sonoro granchio, Midorikawa.” replicò, sicuro.
Seline si avvicinò al rossino che aveva parlato, mentre tirava
la povera Marie per un braccio, fissandolo con sguardo serio.
“Ah
davvero, e perché?” chiese la mora a braccia incrociate.
“Perché
Bellezza Letale ha un tatuaggio sul braccio, ad esempio.”
Seline rise leggermente, prendendo il braccio destro dell'amica tirò
su la maniche fino a svelare il piccolo tatuaggio posto su di esso.
Marie arrossì e tentò di scrollarsi la mano dell'amica
da dosso, invano.
“Ora
pensi ancora che non siamo chi dovremmo essere?” chiese, sempre
seria in volto. Burn rise leggermente e la guardò beffardo.
“Certo.
Perché Pantera di Madrid ha un piercing sull'ombelico.”
rispose, sicuro.
“Beh,
se stasera vieni a casa mia ti mostro altro insieme al piercing.”
replicò, lasciando il braccio dell'altra, che prontamente
aveva abbassato la manica, puntando gli occhi in quelli gialli
dell'altro.
“Ma
certo.” replicò sorridente, finché non gli arrivò
una librata da parte della compagna di banco, che sospirò
leggermente. Marie portò una mano sul viso e scosse il capo.
“Non
cambierai mai.” pronunciò sconsolata, andandosi a
sedere. Il mormorio si fece più alto ed alcune battutine
giunsero all'orecchio delle due.
“Secondo
me Burn la svergina.” stava dicendo un tipo dai capelli biondi
al compagno di banco, un ragazzo dai capelli azzurrini.
“Sicuro.”
disse lui “Pensi che anche la sua amica sia così
disponibile?” replicò, puntando gli occhi su Marie, che
si stava coprendo il collo con i capelli senza una vera riuscita.
La
lezione era cominciata da un po', Marie tentava di seguire quello che
il professore stava dicendo, ma venne distratta dalla voce di Seline
che parlava tranquillamente con il rossino ed il pistacchietto di
prima. Tirò un lungo sospiro e restò a guardarla, già
consapevole del fatto che presto l'avrebbe persa. Sarebbe rimasta
un'altra volta sola, ci scommetteva.
“Marie,
che hai?” chiese d'improvviso la mora che aveva notato quasi
subito lo sguardo triste dell'amica.
“No,
no, niente.” rispose quella, come al suo solito, nascondendosi
dietro falsi sorrisi.
“Non
funziona con me il tuo sorriso falso, Marie. Lo sai.” replicò
quella borbottando, sapeva benissimo che la castana aveva qualche
pensiero malsano in testa.
“Non
è nulla.” replicò “Ho solo il timore di
perdere la tua amicizia, tutto qui.” ammise, spostando il capo
verso il basso, ad osservare il quaderno.
“Non
dire assurdità, Marie. Sei la mia migliore amica, e lo sarai
sempre.” le disse la mora, dandole una pacca sulla spalla per
poi donarle un sorriso. Uno dei pochi sorrisi dolci di Seline, che
donava solo alla sua migliore amica, talmente si fidava di lei. Marie
ricambiò il sorriso, e tornò attenta.
“Grazie
Seline.” rispose lei, dandole un brevissimo abbraccio, che
Seline ricambiò appena.
“Ehi,
Seline!” una voce la destò dai suoi pensieri, si voltò
appena verso l'interlocutore e sorrise beffarda.
“Sì,
cosa vuoi, Nagumo?” chiese quella, le braccia incrociate al
petto ed un sorriso divertito sul volto mentre attendeva che l'altro
parlasse.
“Visto
che tu e Marie, a detta di tutti, siete le calciatrici più
forti di tutti, perché non vi unite al nostro club di calcio?”
propose, quasi con tono di sfida.
“Perché
no?” replicò quella “Tu che ne pensi, Marie?”
si voltò verso la castana che tirò un lungo sospiro ed
incrociò le braccia al petto.
“D'accordo...”
disse sospirando. Non era passato nemmeno un giorno e già
avevano attirato l'attenzione, anche più del dovuto.
Marie
decise di non pensarci e si tirò in piedi, voltando appena lo
sguardo verso Haruya.
“Quando
dovremmo presentarci ai provini?” chiese semplicemente,
restando a braccia incrociate.
“Oggi
pomeriggio, non prendete impegni.” rispose l'altro mentre
fissava Seline.
“Tranquillo,
non scappiamo.” rispose quella beffarda.
“Sarà
meglio.” la sfidò l'altro, sorridendo divertito.
Marie
sospirò nuovamente, portandosi una mano sul capo con fare
sconsolato. Perché doveva succedere proprio a lei? Si sedette
sconfitta, in attesa della fine delle lezioni. Odiava attirare
l'attenzione.
Angolino
delle autrici:
Meli:
Buongiorno a tutti ^^
Marie:
'Giorno gente!
Meli:
Notando che nessuno aggiornava più abbiamo pensato di scrivere
noi una fic a due mani :)
Marie:
Perdonate se questo capitolo è scritto male (mea culpa)!
*sospira*
Meli:
*le tira un dizionario in testa* Non provare più a dire che
scrivi male! è una minaccia èwé
Marie:
*Si massaggia la testa* Ahia... Va bene, va bene, non uccidermi però!
*Sospira* Dunque, che dire?
Meli:
Dunque Dunque... Il mio OC è Seline, ovviamente ** la mia OC
ufficiosa (?)
Marie:
Mentre il mio, come si è capito, è Marie! L'OC
ufficiosa ormai! E' mooolto timida da come si è capito!
Meli:
Che dire? Il capitolo è fantastico e il prossimo lo scrivo io!
Una buona giornata a tutti :)
Marie:
Speriamo che vi piaccia! Buona giornata a tutti coloro che lo
leggeranno!
Meli:
Un bacio a risucchio (?)
Marie:
Ed un abbraccio cuccioloso!
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Capitolo 2 *** Capitolo uno ***
Quel
pomeriggio, come da appuntamento, Marie e Seline si diressero al
campo da calcio della Raimon. I ragazzi si stavano allenando, ma
vennero notate quasi subito da Burn.
“Secondo
te come andrà?” chiese la ragazza più bassa
all'amica, passandosi una mano tra i lunghi capelli neri, mentre
negli occhi le si dipingeva una nota gialla, il colore del
nervosismo.
“Sta
tranquilla.” disse la più alta, dando una pacca sulla
spalla all'amica “Andrà tutto bene, siamo o no le
giocatrici più forti del mondo?” sollevò le
spalle, ma una nota di nervosismo le incrinò la voce.
L'altra,
dal canto suo, sbuffò, per poi slegarsi i capelli scuri e
legarseli in una coda alta molto curata.
“M...
Credo di sì, li spezzeremo in due” continuò,
mentre i suoi occhi si dipingevano di verde, il colore della grinta.
Marie
sorrise brevemente, andando verso il campo con un sacco sulle spalle.
Quello che doveva essere il capitano si avvicinò a loro e
sorrise.
“Dunque
vorrete unirvi a noi eh?” Marie annuì e lo squadrò
dalla testa ai piedi.
“Posso
giocare così? Non voglio cambiarmi.” Sbuffò
leggermente. Alla sua sinistra, un risolino uscì dalle labbra
della più piccola.
“Ehm...
Non staresti più comoda con dei pantaloncini e una maglietta a
maniche corte?” chiese il ragazzino, mettendosi una mano dietro
alla testa per poi piegarla di lato.
Marie
sbuffò di nuovo, scuotendo il capo lentamente. Sollevò
le spalle.
“D'accordo,
d'accordo.” replicò, mettendosi dietro Seline per andare
a cambiarsi. Odiava essere notata.
Le
due ragazze si avvicinarono ad una casetta molto diroccata, che
sembrava avere più di cinquant'anni.
Quando
entrarono, l'immagine di diversi pneumatici messi uno sopra l'altro e
di molti palloni sparsi qua e là si parò davanti a
loro.
Marie
fissò il luogo con uno sguardo piuttosto scettico, chiedendosi
dove diavolo fossero finite. Sollevò le spalle e si cambiò,
indossando una maglietta a maniche corte rosa, dei pantaloncini
bianchi e dei calzettoni lunghi bianchi con una striscia rosa.
Seline
invece non ci fece molto caso e iniziò a spogliarsi
lentamente.
Sopra
si mise una maglietta a maniche molto corte nera attillata, che
metteva in risalto il piercing che aveva all'ombelico, un paio di
pantaloncini molto corti neri e le scarpe da calcio nere e oro.
Prima
di uscire, tese la mano all'amica e con l'altra si arrotolò le
maniche sulle spalle, mentre gli occhi le diventavano castani,
esprimendo tutta la sua sicurezza.
Marie
strinse la mano dell'amica, effettuando diversi respiri per darsi
coraggio, dopodiché uscirono e si diressero nel campo.
Ovviamente tutti gli sguardi erano puntati su di loro e Marie si
chiese quando esattamente sarebbero cominciate le battutine idiote.
Infatti, pochi secondi dopo, un ragazzo dai lunghi capelli biondi
fischiò di approvazione vedendo Marie in pantaloncini, mentre
un ragazzo con i capelli azzurro chiaro e una benda sull'occhio
esordiva con un: “e dove le tenevi nascoste quelle meraviglie?”
Marie
scosse lentamente il capo, sconsolata. Dopo pochi secondi ci fu un
nuovo fischio di approvazione, stavolta in direzione di Seline, da
parte di Burn.
“Wow,
sei proprio stupenda, Pantera di Madrid.” Commentò un
tipo con una cresta castana.
La
"piccoletta" come spesso la chiamava la sua amica, sorrise
maliziosa in direzione dei due, per poi dare una gomitata all'amica,
cercando di farla sbloccare un po' dalla sua timidezza.
Marie
sobbalzò e si voltò verso Seline, squadrandola da capo
a piedi: “Che c'è?” chiese poi, massaggiandosi il
fianco per la gomitata subita dall'amica.
“Eddai,
non sono poi così male” le rispose sussurrando Seline,
per poi avvicinarsi al ragazzo con la fascia tendendogli la mano.
Marie
sospirò leggermente ed alzò le spalle, come a dire “Io
non voglio averci niente a che fare con quelli.” e si voltò
verso il capitano.
“Cosa
dobbiamo fare?” chiese dunque, seria. Endou sorrise, stringendo
la mano a Seline mentre fissava l'altra.
“Tu
dovresti essere un difensore, vero? Beh, dovrai evitare che un
attaccante ti superi.” Marie sorrise mezza divertita.
“Niente
di più facile.” Rispose poi con un sorriso molto
divertito stampato sul volto, lanciando uno sguardo d'intesa con
Seline.
Poi
il ragazzo castano si voltò verso Seline, rivolgendole un
sorriso a 32 denti.
“Tu
invece giochi in tutti i ruoli o sbaglio? E saresti anche un'ottima
regista, a come mi hanno detto” iniziò, ricevendo un
segno di assenso da parte della mora, per poi continuare: “Dovrai
dimostrare la tua bravura come regista della squadra, provare a
parare dei tiri, cercare di segnare, scartare e dribblare qualcuno di
noi.” finì, piegando la testa di lato e lasciando la sua
mano.
“Un
gioco da ragazzi” rispose Seline, facendo l'occhiolino al
portiere e sorridendo alla castana di fianco a lei.
“A
presunzione siete perfette.” commentò un ragazzo
castano, con i capelli rasta ed un paio di occhiali sugli occhi, ed
un mantello. “Non posso credere che una come Marie sia stata
capitano di una squadra e che sia così forte né che
Seline sia una regista migliore di me.” replicò,
incrociando le braccia al petto.
“Non
preoccuparti, non lascerei la regia della squadra a nessuno se non a
Seline. Lei è la migliore.” rispose Marie, sorridendo
divertita, per niente colpita da quelle parole.
A
quelle parole, Seline si tinse di un colore rosso acceso, mentre da
dietro la voce del ragazzo che poche ore prima era caduto dalla sedia
risuonò nel campo con un: “Che teneraaa!!!!!”,
cosa che fece arrossire ancora di più la ragazza e fece sì
che i suoi occhi si tingessero di rosa per l'imbarazzo. Marie scoppiò
a ridere leggermente, dando una pacca sulla spalla dell'amica.
“E
non preoccuparti per me, nessuno di voi supererà la mia
difesa.” Disse, sicura.
“Nessuno
ha mai superato la difesa di Marie, e nessuno lo farà mai, e
oltretutto è la guida perfetta per la squadra che è
stata per 26 anni la migliore del mondo senza mai subire una
sconfitta” la appoggiò Seline.
Marie
arrossì leggermente, tossendo imbarazzata alle parole della
piccoletta. Si sentì un leggero: “Che carina!”
dalla difesa e la castana arrossì ancora.
“Dunque,
cominciamo?” concluse poi, ritrovando un certo contegno.
“Io
sono prontissima...” affermò Seline, mentre si rifaceva
la coda alta con i capelli neri e le due ciocche laterali rosse.
“Sono
proprio curioso di vedere come se la caveranno” sussurrò
Kidou al ragazzo vicino a lui, mentre il suo sguardo percorreva il
corpo della più bassa.
“Anche
io non vedo l'ora di metterle alla prova” lo appoggiò un
ragazzo inglese alto dai capelli azzurri, mentre i suoi occhi si
posavano sulle gambe della ragazza più alta, decisamente a
disagio in quei pantaloncini troppo corti.
Marie
sentì uno sguardo su di se, e si sentì molto a disagio.
“Sono
pronta.” disse, ora più tranquilla. Fissò i
ragazzi uno ad uno, in attesa. “Muovete quelle gambe, io vi sto
aspettando!” li incitò, sorridendo.
“Vado
io” disse il ragazzo dai capelli azzurri, muovendosi con la
palla verso la porta avversaria, per poi ritrovarsi davanti la
castana.
“Non
credo sarà difficile superarti” concluse, facendo una
finta verso destra.
Marie
sogghignò leggermente, voltandosi con facilità verso
destra rubando la palla al ragazzo senza battere ciglio. Sorrise.
“Beh,
se questo è tutto quello che sai fare...” rise
leggermente, lanciando la palla verso Seline.
La
ragazza stoppò la palla di petto, per poi voltare lo sguardo
verso la porta avversaria, quella in cui avrebbe dovuto segnare.
Le
sue iridi si tinsero di rosso acceso per la concentrazione, poi tirò
la palla in aria e in un decimo di secondo la raggiunse, con dietro
un'aura azzurra.
Colpì
la palla la prima volta, la quale si tinse di un azzurro acceso
accumulando potenza ma restando comunque ferma , poi salì
ancora più in alto, si girò e la colpì con la
pianta del piede, mentre la sfera bianca e nera veniva avvolta da un
manto di ghiaccio e si dirigeva verso la porta difesa dal ragazzo
dagli occhi marroni.
“Knight's
Hope” urlò, nell'istante in cui sfoderò il suo
tiro.
Marie
osservò la palla entrare in porta con facilità, sorrise
leggermente e sfidò con gli occhi tutti i membri della
squadra.
“Avanti,
qualcuno che riesca a superarmi? Vi fermerò tutti, uno per
uno.” disse con tono di sfida. Burn parve sentirsi offeso da
quelle parole e socchiuse gli occhi.
“Passatemi
la palla, le faccio vedere io!” Disse. Subito la palla giunse
sui suoi piedi, e subito corse verso Marie. Il giovane tentò
di superarla, ma con un rapido movimento, Marie tolse nuovamente la
palla.
“Beh,
è tutto quello che sapete fare?” chiese, lanciando il
pallone verso un altro giocatore, il biondino che l'aveva fischiata
di approvazione.
Il
ragazzo stoppò abilmente la palla, per poi girarsi verso la
ragazza e correre anche lui verso di lei, cercando invano di
superarla.
“Salto
Temporale!” urlò lui, facendo schioccare le dita e
chiudendo gli occhi.
Marie
restò paralizzata per qualche tempo, poi si mosse verso il
biondo ed inspirò profondamente ed entrò in scivolata,
colpendo palla e rubandola. Si voltò verso il biondo e
ridacchiò.
“Avanti,
mi sto scaldando appena!”
A
quelle parole un altro biondo si girò verso di lei, passandosi
una mano tra i capelli a punta: “Sarò io a superarti,
non ti preoccupare.”
Anche
a lui venne rubata la palla un sacco di volte, mentre dall'altra
parte del campo un'altra ragazza stava dando prova della sua abilità.
“Forza,
chi vuole provare a parare un mio tiro?” chiese, voltandosi
verso gli altri due portieri, uno dai capelli castano scuro e gli
occhi azzurri, con dei segni arancioni sotto gli occhi, mentre
l'altro con i capelli castano chiaro dall'aria molto timida
Tachimukai
entrò in porta piano. Mentre timidamente si faceva largo in
campo.
“Ci
provo io!” disse, ma poco tempo dopo non riuscì a parare
il tiro, e nemmeno dopo dieci minuti.
Fu
la volta dell'altro, Genda, che la guardò sogghignando.
“Lo
parerò io.” disse, serio.
Marie
invece continuava a difendere la palla tranquillamente, rubando la
sfera a tutti quelli che provavano a passare.
“Certo
che è proprio veloce.” Commentò un ragazzo dai
capelli turchesi, sorridendo.
“Non
mi aspettavo altro da una delle giocatrici più forti del
mondo” continuò ansimando l'altro turchese, mentre si
sedeva sull'erba e si passava una manica della divisa sulla fronte
imperlata di sudore.
Seline
segnò ancora tantissime volte, a qualunque ragazzo avesse
provato a parare uno dei suoi tiri.
La
ragazza sorrise, dirigendosi verso la porta: “Che ne dite di
provare a segnarmi?” chiese ai ragazzi attaccanti che stavano
ammirando i suoi tiri.
Burn
rise, andando verso la porta di Seline con uno sguardo divertito.
“Ti
segnerò io, mia cara.” sorrise e fece il suo miglior
tiro.
“Atomic
Flare!” gridò, prima di vedersi il tiro parato. Rimase
incredulo.
Marie
sorrise, saltellando leggermente.
“Già
stanchi?” chiese, incrociando le braccia al petto.
I
ragazzi che avevano provato a superarla già ansimavano, ma non
volevano darsi per vinti, così continuarono a cercare di
superarla, diventando sempre meno efficienti e stanchi.
“Red
Lady!” dietro alla ragazza apparve una donna di fuoco, che
mettendo le mani una sopra all'altra parò senza problemi ogni
tiro proveniente dal rosso.
“Beh,
comunque non c'è male” affermò lei, passando la
palla ad un altro ragazzo dai capelli rossi ma con gli occhi color
acquamarina.
Marie
sorrise, sedendosi sul terreno di gioco. Si rilassò
leggermente e si voltò verso Endou.
“Beh?
Cosa dici, abbiamo passato il test?” Chiese, sorridendo.
Sperando
che la prova fosse finita, anche la ragazza dai capelli neri si
sedette sull'erba, sciogliendosi i capelli con un gesto veloce e
facendoli ricadere sul terreno di gioco.
“Direi
proprio di sì, ragazze!” iniziò a saltellare
l'interrogato.
Marie
sorrise, sollevata. Si alzò lentamente, prima di sentirsi
completamente fradicia, e lo stesso accadde alla sua migliore amica.
“Chi
è l'idiota che mi ha bagnata?!” Socchiuse gli occhi,
prima di vedere un ragazzino dai capelli blu sghignazzare.
Anche
la ragazza dai capelli neri socchiuse gli occhi, prima di fulminare
con lo sguardo diventato rosso il ragazzo e facendolo scappare a
gambe levate.
Ma
subito dopo sul suo volto apparve un grande sorriso, e apostrofò
l'accaduto con un: “che sarà mai!” togliendosi la
maglietta per lasciarla bagnata sulla panchina.
Marie
scosse il capo, rabbrividì leggermente ma restò a
braccia incrociate. Sentì subito dei commenti idioti venire
dai ragazzi che prima l'avevano osservata. Pensò che fossero
sicuramente due pervertiti.
“Marie,
abbracciami che ho freddo!” un commento arrivò subito
dalla sua sinistra, dove Seline era a braccia incrociate e stava
tremando per il freddo.
Marie
fece per muoversi, ma venne anticipata da Burn, che l'abbracciò
da dietro.
“Meglio?”
chiese, sogghignando. Marie socchiuse gli occhi.
“Tulipano,
staccati da lei sennò ti uccido!” replicò,
irritata. Burn rise solamente.
“Oh,
oh, la ragazzina morde!” commentò poi, continuando a
ridere. Marie socchiuse gli occhi, e starnutì.
“Perché
non ti togli anche tu la maglia come la tua amica?” ridacchiò
il ragazzo dai capelli biondo platino lunghissimi.
“Preferirei
prendermi la febbre che essere fissata ancora con quello sguardo da
voi” ribatté la ragazza, fredda, mentre fulminava con lo
sguardo lui e il suo amico che aveva accompagnato l'affermazione con
una risata.
Nello
stesso momento, Seline si girò verso il ragazzo dai capelli
rossi e si strinse a lui, il quale le cingeva ancora la vita con le
braccia.
Burn
la strinse a sé, ridendo.
“È
ancora valido l'invito per stasera?” chiese, ridendo
leggermente.
Marie
restò a braccia incrociate, socchiudendo gli occhi.
“Vuoi
la mia maglia?” chiese il turchese, offrendo un qualcosa di
caldo alla giovane. “Ichirouta Kazemaru, comunque.” Si
presentò, arrossendo leggermente.
“E
tu?” Chiese, preoccupata. Lui sorrise solamente, scuotendo il
capo. Marie sorrise ed annuì brevemente. Kazemaru si tolse la
maglia e la porse alla giovane, Marie lo usò come riparo per
togliersi la maglietta e la indossò. “Grazie.”
Sussurrò solamente con un sorriso.
“Figurati,
mi dispiaceva vederti al freddo” le disse dolce il ragazzo dai
capelli turchesi, per poi arrossire impercettibilmente e voltare lo
sguardo verso i due ragazzi che maledicevano Kazemaru per aver
offerto lei una maglietta.
“Certamente”
sussurrò nello stesso istante Seline all'orecchio del ragazzo
con i capelli rossi, con un sorriso molto malizioso sul volto, mentre
picchiettava con le dita sul suo petto.
“Bene,
allora sarò felice di vedere non solo il tuo piercing.”
commentò, ridendo.
Marie
sorrise dolcemente verso il turchese, voltandosi poi per andare a
cambiarsi, ma venne fermata dal biondo platinato che la strinse a sé
mentre l'amico le dava un bacio sulle labbra.
“Ma
che...?” chiese poi, stordita.
In
un nano secondo, la migliore amica della ragazza che aveva appena
ricevuto il bacio tirò fuori da dietro i pantaloni un pugnale
con l'impugnatura d'oro bianco, oro,argento e diamante, per poi
lanciarlo alla velocità della luce verso il ragazzo dai
capelli azzurrini che aveva appena baciato Marie che si vide arrivare
addosso il pugnale, che finì a un bordo della sua maglietta e
la fece attaccare al muro esterno dello spogliatoio.
Seline
si avvicinò a passo lento e occhi socchiusi ai due ragazzi,
mentre i suoi occhi diventavano di un rosso intenso che avrebbe fatto
paura a chiunque.
“Seline,
calmati.” Disse improvvisamente lei, alla sua migliore amica,
uno sguardo dolce che tentò di calmarla. Sapeva che quando
Seline si arrabbiava era davvero una furia. I due gelarono sul posto.
Seline
si ammorbidì appena alla vista della sua migliore amica, ma
non smise di guardare malissimo i due.
“VOI,
toccate ancora una volta Marie e non rivedrete più la luce del
sole” continuò lei, aprendo leggermente la bocca fino a
mostrare i due canini che brillavano.
Marie
sogghignò leggermente, poi si voltò verso i due che
riuscirono solo ad annuire.
“Bene,
andiamo Seline?” chiese dolcemente all'amica, stiracchiandosi
con calma.
“Certamente”
concluse l'amica, con uno sguardo di una che si fosse appena
svegliata da uno stato di trans, mentre i suoi occhi riprendevano un
regolare colore lilla.
Dunque
uscirono dal campo ed andarono a cambiarsi, tornando a casa insieme
come sempre.
Angolino
delle autrici:
Meli:
Anf... Anf... Buongiorno ^^
Marie:
*Riemerge dal fondo* Ehm, salveee!
Meli:
E così abbiamo concluso anche questo capitolo
Marie:
Speriamo che vi piaccia! Perché è stata dura!
Meli:
Vorremmo ringraziare il mio Fratellone-Tesoro-Genio-Chicco, per la
recensione :)
Marie:
Esattamente, è stato gentile da parte sua. Gli dedichiamo
questo capitolo, sperando che gli piaccia!
Meli:
Ti voglio bene, ChiccoChaaaaaaaaan!!! *salta addosso* ok, meglio
ricomporsi UwU
Marie:
Ti voglio bene anche ioooo *abbraccia* Ehm! Tornando serie, speriamo
veramente che vi piaccia <3
Meli:
qualcos'altro da dire? Seline è una porca -.-
Marie:
Marie invece è ingenua ma furba uwu. Aphrodi e Sakuma sono due
pervertiti!
Meli:
E la prossima volta Seline li fa secchi definitivamente uwu detto
questo io vi saluto <3 un bacione a tutti quanti :D
Marie:
Al prossimo capitolo! Un abbraccio cuccioloso!
Meli:
un bacio a risucchio!!! (?)
Meli
e Marie <3
|
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Capitolo 3 *** Capitolo due ***
Era
passata una settimana da quando Marie e Seline erano entrate nella
squadra. Ora si allenavano con i ragazzi tranquillamente, e
sembravano piuttosto affiatati. Soprattutto Marie e Nathan, in
difesa.
Seline
invece si spostava rapidamente in ogni ruolo del campo, adattandosi
ad ogni situazione con le sue capacità di regista, che
nonostante tutto non andavano ancora giù al ragazzo con il
mantello.
“Basta,
per oggi!” urlò l'allenatore, fermando l'allenamento.
Marie si sedette stanca sul prato, respirando piuttosto
affannosamente.
“Come
ti senti?” le chiese Mark, lei sorrise.
“Bene,
direi.” disse, Mark annuì e si spostò dal campo.
Marie restò per un po' a fissare Nathan, poi gli sorrise. Si
voltò verso Seline e sorrise pure a lei.
Anche
Seline, a sua volta, sorrise a Marie per poi sedersi affianco a Burn
e appoggiare la testa sulla sua spalla.
Dal
canto suo, Nathan non riusciva a staccare gli occhi da Marie, e il
suo cuore si scioglieva ogni qual volta gli regalava uno dei suoi
splendidi sorrisi.
“Stai
bene, Swift?” chiese, fissandolo negli occhi. “Sei tutto
rosso, hai la febbre?” domandò poi, preoccupata. Si alzò
e gli andò vicino, sorridendogli.
“Allora
Seline, come stai?” chiese Torch, ridendo.
Mentre
Seline rispondeva cauta con un “Si va avanti” e regalava
al rosso uno dei suoi sorrisi, alla loro destra c'era un ragazzo dai
capelli turchesi che sarebbe scoppiato se la ragazza gli si fosse
avvicinata ancora un passo di più.
Marie
lo fissò negli occhi perplessa, sospirando.
“Swift?”
chiese, sempre più preoccupata. Gli sfiorò una spalla
con la mano, tentando di trovare una reazione in lui.
Torch
le sorrise brevemente. “Felice di sentirlo.” disse,
prendendo dei brevi respiri per recuperare l'aria.
Seline
passò una mano sulla guancia del ragazzo, avvicinandosi a lui.
“Tutto bene, Haruya?”
Il
ragazzo dai capelli azzurri, intanto, al tocco della ragazza sulla
sua pelle aveva sussultato ed era diventato ancora più rosso,
se possibile.
Marie
lo scrutò ancora negli occhi, tentando un sorriso, e lo scosse
un po'.
“Swift?
Devo chiamare un dottore?” gli domandò ancora, il viso
contratto dalla preoccupazione, mentre poggiava anche l'altra mano
sulla spalla del giovane difensore.
Torch
si voltò appena: “Sì, certo, perché?”
“No,
nulla!” rispose la mora, posando una mano sulla guancia del
ragazzo e dando un bacio sull'altra.
“Ma
figurati!” concluse Nathan, sorridendo brevemente e riprendendo
un po' d'aria. Marie tirò un sospiro di sollievo, sorridendo
in sua direzione, per poi dargli una breve pacca sulla spalla ed
abbracciarlo leggermente.
“Non
spaventarmi mai più così, Swift.” lo ammonì
lei, ridacchiando.
Torch
sogghignò in sua direzione, poi si alzò lentamente. Le
porse la mano e sorrise.
Seline
afferrò la mano del ragazzo e si alzò, per poi
abbracciarlo.
“Potreste
smetterla di flirtare, Storm, Smith, Swift e Nagumo?” esordì
l'allenatore, piuttosto arrabbiato.
Marie
si voltò lentamente verso l'allenatore ed arrossì di
botto. Divenne dello stesso colore dei capelli di Hiroto.
“N-Non
stavamo flirtando!” sbottarono all'unisono Nathan e Marie,
arrossendo ancora di più.
Torch
scoppiò a ridere leggermente, voltandosi appena verso
l'allenatore con uno sguardo che la diceva lunga.
Anche
Seline scoppiò a ridere, senza però staccarsi dal
ragazzo, anzi.
“Mi
è arrivata una lettera...” iniziò Travis,
guardando uno per uno i componenti della Inazuma Japan.
Marie
si fece seria e puntò lo sguardo verso l'allenatore. Respirò
un paio di volte, tentando di riprendere un po' della sua naturale
calma. Restò in silenzio, in attesa.
“Che
lettera?” chiese di colpo Torch.
“È
un invito per partecipare al Football Frontier International.”
continuò l'allenatore, senza smettere di fissare attentamente
tutti i ragazzi, soffermandosi per più tempo su Marie e
Seline.
Sul
viso di quest'ultima apparve un grande sorriso, rivolto all'amica.
“Parteciperà
anche la nostra ex squadra.” esordì la mora.
Marie
si voltò verso la più bassa, sorridendo leggermente.
Poi tirò un sospiro.
“Già...”
chiuse gli occhi, come se stesse ricordando qualche evento passato.
Torch
sogghignò.
“Ah,
la vostra ex squadra, dunque!”
“Non
sarà così facile, ragazzi, tutti loro sono bravi come
noi due, e se non diventate abbastanza forti non ci riuscirete mai a
batterli.” constatò Seline, guardando l'allenatore come
a cercare una conferma.
Marie
annuì leggermente, portando le mani dietro il collo, e fissò
uno per uno i compagni di squadra.
“Seline
ha ragione.” disse “Non sarà così semplice
batterli.” replicò Marie, fredda.
Torch
socchiuse gli occhi. “State esagerando.”
“No,
carino, non stiamo esagerando per niente, non è un caso se il
nostro portiere parerebbe anche la Tormenta di Fuoco con una mano
sola, come io so fare con due mani.” rispose Seline al
compagno.
“Torch,
non è uno scherzo. Loro non sono solo forti, ma molto di più.”
replicò fredda. Si voltò verso ognuno dei ragazzi e
sospirò.
“Così
come siete non avrete nessuna possibilità. Dovrete allenarvi
ancora di più.” puntò gli occhi su Nathan e gli
sorrise dolcemente, ritornando poi con l'attenzione verso
l'allenatore.
Torch
borbottò e restò zitto, contrariato dalla cosa
“Hanno
ragione le ragazze, così non sarete mai in grado di farcela.”
disse l'allenatore, tagliente, trapassando con lo sguardo Nagumo.
“Comunque
sia, per oggi l'allenamento è finito, potete andare a
cambiarvi.” concluse, abbandonando il campo con diverse
cartelle in mano.
Marie
annuì leggermente, prendendo la sacca in spalla si diresse in
bagno. Non si accorse nemmeno del ragazzo che la stava seguendo,
entrò lentamente e tirò un lungo sospiro. Sentì
la serratura del bagno scattare e sobbalzò, voltando lo
sguardo verso la porta. Socchiuse gli occhi.
Davanti
a lei c'era la figura del ragazzo che nell'ultima settimana non le
riusciva a staccare gli occhi di dosso, o meglio, l'occhio.
David
Sanford aveva chiuso la serratura del bagno e si era parato davanti,
evitando che lei potesse uscire.
“Che
vuoi, Sanford? Non ho tempo per le tue stupidaggini.” affermò,
fredda, incrociando le braccia al petto. Quel tipo non le piaceva,
era troppo... Troppo pervertito.
Infatti,
un sorriso malizioso comparve sul suo volto, prendendo con forza i
polsi della ragazza e attaccandoli al muro.
“Togliti
la maglietta.” la incitò lui, soffiandole sul collo.
“Te
lo puoi scordare.” ribatté lei, fredda. “Non ho
nessuna intenzione di stare alle tue perversioni. Lasciami andare.”
Marie lo fissò lentamente, socchiudendo poi gli occhi. Odiava
che qualcuno le desse ordini, soprattutto i ragazzi.
“Ti
conviene farlo subito, prima che te la tolga io con le maniere
forti.” il ragazzo iniziò a scaldarsi, senza allentare
la presa sui suoi polsi, anzi, stringendola sempre di più.
“Cos'ha
quel turchese che non ho io?” continuò, socchiudendo gli
occhi con fare geloso.
“Non
devo di certo venirti a dire cos'ha o no in più Swift di te,
anche se una cosa è sicura. Lui è dolce, e non fa
battute idiote sul mio corpo come tu o Love fate, Sanford.”
replicò, per niente turbata da quelle parole, anche se un po'
di dolore lo sentiva per via della stretta.
“Come
vuoi” le disse lui, iniziando con forza a toglierle la
maglietta che aveva su, senza preoccuparsi di farle un po' di male.
Pochi
secondi dopo, il ragazzo teneva stretta in mano la maglietta della
ragazza, con un sorriso malizioso sulle labbra. Marie deglutì
leggermente, fissando di nuovo il ragazzo negli occhi.
“E
adesso che fai? Mi vuoi violentare per caso?” chiese senza
mostrare nessun segno di paura nonostante dentro di se avesse voglia
di urlare.
“Sarebbe
un'idea allettante.” disse lui, riprendendole i polsi come
prima e iniziando ad avvicinare la bocca al collo di lei. Marie
chiuse gli occhi, voltando il capo da un'altra parte. Stava
cominciando ad odiare quel ragazzo.
“Sanford,
lascia perdere, potrei farti male.” spiegò poi con un
breve sorriso sulle labbra.
“Che
cosa intendi dire?” sussurrò lui, mentre le lasciava un
succhiotto sul collo.
“Intendo
dire che potrei fare male al tuo amichetto là sotto.”
disse, sorridendo lentamente. Si maledisse mentalmente per essersi
lasciata cogliere di sorpresa.
“Provaci.”
la istigò lui, con un sorriso spavaldo che da lì a poco
sarebbe sparito.
“Come
desideri, Sanford. Ma non dire che non ti avevo avvertito.”
replicò lei, tirando un calcio ben assestato in mezzo alle
gambe del ragazzo che subito si accasciò a terra.
“Che
bastarda...” riuscì solo a sussurrare, con una vocina
tutt'altro che virile. Marie scoppiò a ridere, fissandolo
negli occhi divertita.
“Ma
che bella voce che hai, Sanford. Molto virile, soprattutto!” lo
prese in giro lei, prima di sentirsi tirare uno schiaffo da parte
sua. Tuttavia il sorriso non scomparve sul suo volto.
“Io
ti ho avvertito, Sanford. La colpa è tua.”
DA
SELINE...
La
mora intanto era nello spogliatoio a cambiarsi, si sfilò i
pantaloncini dell'allenamento, riponendoli nella borsa, e si slegò
i capelli con un gesto rapido.
Caleb
entrò piano nella stanza, chiudendosi la porta alle spalle con
fare silenzioso per poi far scattare la serratura. Fissò
Seline con un sorriso malizioso, in attesa, forse, che lei si
accorgesse di lui.
Infatti
la ragazza puntò subito gli occhi sul ragazzo e una nota di
preoccupazione colorò i suoi occhi.
“C-Che
vuoi, Caleb?” chiese lei, con voce un po' tremante.
Caleb
non disse nulla, la fece sdraiare con forza sulla panchina
stringendole i polsi.
“Una
cosa molto semplice, mia care Seline.” spiegò poi con un
sorriso malizioso sulle labbra.
Seline,
a sua volta, aggrottò le sopracciglia, senza capire, mentre la
sua bocca si piegava in una smorfia per la forte stretta del ragazzo.
Caleb
sorrise malizioso, tentando di togliere la maglietta che aveva
indosso Seline, con forza.
“Lo
so che lo sai.” disse semplicemente.
“T-Togliti
di dosso.” esclamò la ragazza, tentando di dimenarsi
dalla potente stretta del ragazzo.
“Togliti,
Caleb!” continuò invano, agitandosi sempre di più.
“Non
ci penso proprio.” replicò divertito, tentò
ancora di toglierle la maglia ma ci rinunciò. Riuscì
però a toccarle il seno, e sogghignò.
A
sua volta, Seline si dimenò sempre di più, per poi
sbattere contro il bordo della panchina.
Sentì
del caldo scendergli lungo il collo, e quando fece per toccarsi,
scorse lungo il proprio collo una grande quantità di sangue,
il cui taglio era stato procurato dallo spigolo della panchina. Caleb
la guardò sorridendo malizioso. Continuò a fare quello
che stava facendo, non curandosi di niente.
“Dai,
so che ti piace.” le disse, ridendo.
“N-Non
mi piacerà mai ciò che stai facendo!” urlò
lei, per poi tirargli un pugno assestato in faccia ed estrarre il
pugnale che si portava sempre dietro, facendone aderire la punta
sulla spalla dell'altro.
Caleb
indietreggiò, ma restò nei suoi occhi. Aveva una nota
di paura negli occhi, nonché un vago stupore.
“C-Che
stai facendo?”
“Togli
quelle mani da me.” sussurrò solo lei, socchiudendo gli
occhi per poi fissare il punto in cui le mani del ragazzo toccavano
ancora il suo "petto".
Caleb
sobbalzò, allontanandosi di colpo da lei. Socchiuse gli occhi,
poi scosse il capo. “Tsk.”
“Vattene,
e non farti più rivedere” lo minacciò lei, per
poi ripassarsi una mano sul collo insanguinato.
Caleb
scattò subito fuori, chiudendosi la porta alle spalle
velocemente, spaventato.
Marie
vide uscire Caleb dallo spogliatoio e subito si voltò verso di
esso, col cuore a mille.
Ancora
dentro, Seline si rivestì in fretta con le lacrime agli occhi,
per poi sedersi sulla panchina e iniziare a piangere, coprendosi il
viso con le mani. Marie entrò, troppo preoccupata, e trovò
una Seline piangente che la fece sobbalzare. Era difficile trovare
Seline piangere, e questo le fece male, senza dire una parola
l'abbracciò. La ragazzina sussultò al contatto con la
sua amica, per poi alzare gli occhi verso di lei cercando invano di
coprirsi quell'enorme segno sul collo, che ancora perdeva sangue
senza fermarsi.
Marie
sobbalzò alla vista di tutto quel sangue, chiuse gli occhi e
mise le mani in tasca, tirando fuori un fazzoletto.
“Tieni,
usa questo.” disse solamente, scompigliandole i capelli con
fare fraterno. Seline sorrise grata, per poi appoggiarsi il
fazzoletto sulla parte destra del collo e fissare intensamente
l'amica seduta di fianco a lei: “Che ti sei fatta sul collo? E
sulla guancia?”
“Questi?”
chiese con uno sguardo esasperato dipinto sul volto. “Sono un
regalo di quel cretino di Sanford.” spiegò, fredda,
mentre sospirava lentamente in sua direzione continuando a guardarla
negli occhi.
La
più piccola guardò con occhi sgranati l'altra, mentre
un nuovo velo di lacrime le ricopriva gli occhi e il suo respiro si
faceva sempre più affannoso per via del profondo taglio.
“Ehi,
Seline, stai bene?” chiese la più grande, preoccupata.
“Qualcuno ti ha fatto del male? Caleb forse?” domandò
ancora, fissandola negli occhi, spaventata e seria allo stesso
momento. Seline sospirò, abbassando il capo e socchiudendo gli
occhi per il dolore: “N-Non è....” e il respiro le
si faceva ancora più affannoso, mentre una lacrima calda le
scendeva lungo la guancia.
Marie
l'abbracciò, sospirando. Decise di non insistere, visto che
l'amica stava così male.
“Non
dirmelo se non vuoi, ma se hai bisogno io sono qui.” la
consolò, dolcemente. Le accarezzò i capelli e le scoccò
un sorriso dolcissimo, tentando così di tirarle su il morale
Infatti
l'altra sorrise appena, per poi appoggiare una mano sulla spalla
dell'amica e iniziando a raccontare precisamente l'accaduto, cercando
di non tralasciare alcun dettaglio. Marie sospirò leggermente,
chiudendo gli occhi mentre ascoltava l'amica parlare e strinse un
pugno.
“Seli-chan,
non ti farà più del male.” la rassicurò
lei. “Ci vado io da lui e lo riduco che non serve più.”
disse poi, una rabbia le si poteva leggere negli occhi e strinse i
pugni forte, facendosi male.
Seline,
a sua volta, sorrise in un modo dolce che riusciva a dedicare solo
alla migliore amica, per poi alzarsi e tenderle la mano.
“Andiamo?”
le sussurrò. Marie osservò il sorriso di Seline e tutta
la rabbia che aveva in corpo scomparve in un attimo. Le sorrise
dolcemente ed annuì, prendendo la mano dell'amica, dolcemente.
“Ti
voglio bene.” disse d'improvviso la maggiore. “Non credo
di avertelo mai detto.”
Note
delle autrici:
Marie:
Buonsalve a tutti! *vede balla di fieno che gira* .... -.- Dicevo,
buonsalve a tutti! Ecco qui il capitolo!
Meli:
Già! Siamo state rapide, no? *rumore di grilli*
Marie:
*Spara ai grilli* Speriamo che questo capitolo vi piaccia!<4
Meli:
Sono d'accordo, ovviamente, povere le nostre sventurate ç_ç
Marie:
Già! che autrici malvagie che siamo!
Meli:
Ma il "nostro" Burn... *Marie le tappa la bocca* ehm...
^-^"
Marie:
Niente spoiler! *Lasciando le bocca di Meli* Dunque, dunque,
riusciranno il rossino/giallo ed il turchesino Kazemaru a
risollevarle?
Meli:
E il taglio di Seline guarirà? Credo che con quel coso avrà
molte menate...
Marie:
Come la prenderanno i ragazzi vedendole in quello stato? Nathan come
lo prenderà il succhiotto sul collo di Marie? Byron che farà?
Meli:
Seline accoltellerà qualcuno nel prossimo capitolo? E la
vecchia squadra delle ragazze come si comporterà?
Marie:
Giusto! Ci saranno anche loro! Come la prenderanno vedendole nella
Raimon?
Meli:
E soprattutto... perchè Marie e Seline sono entrate nella
Raimon?
Marie:
Giusto giusto! Tutte domande che presto avranno risposta, non temete!
Meli:
Credo di aver finito *guarda Marie* quindi vi salutiamo qui! ;D
Marie:
Dunque, a presto! Un abbraccio cuccioloso!
Meli:
Un abbraccio stritolante (?) :D
Meli
& Marie!<3
|
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Capitolo 4 *** Capitolo tre ***
Quel
pomeriggio, Marie e Seline andarono al campo di allenamento, pronte
per una nuova sessione di esercizio. Marie aveva tentato, invano, di
nascondere il succhiotto sul collo.
“Spero
non si accorgeranno di nulla.” disse alla più piccola,
sospirando.
Quella,
di risposta, annuì tirandosi su il colletto della divisa, per
poi dirigersi a passi spediti verso la casa di Mark, il ritrovo per
poi andare tutti insieme all'allenamento.
Marie
chiuse gli occhi, ritrovandosi in poco tempo davanti la casa del
capitano. Vide subito Nathan, gli sorrise. Sperò con tutto il
cuore che non si accorgesse del segno sul collo anche se vide i suoi
occhi fermi su di esso.
Torch
si avvicinò alle ragazze, fissando Seline negli occhi, con le
mani in tasca. La più piccola diede un bacio sulla guancia del
ragazzo dai capelli rossi, probabilmente cercando di spostare
l'attenzione del ragazzo su qualcos'altro, mentre fulminava con lo
sguardo Caleb.
Nathan,
intanto, aveva socchiuso gli occhi e si stava avvicinando a Marie,
avendo intravisto un segno sul suo collo. Marie chiuse gli occhi,
piano, restando ferma sul posto. Aveva paura del giudizio del
turchese, era suo amico, e non voleva perderlo per una colpa che non
aveva.
Torch
ricambiò il bacio sulla guancia, poi si appoggiò al
muro.
“Stai
bene?” le chiese solamente, sorridendo beffardo.
“B-Ben-Benissimo.”
balbettò la ragazzina, abbassando gli occhi e alzandosi ancora
il colletto della divisa.
“Tutto
bene, Marie?” chiese alla più grande il turchese,
abbassando lo sguardo sul suo collo.
“T-T-Tutto
bene.” replicò, balbettando. Tentò invano di
tirare su il colletto della divisa, ma ormai il danno era fatto.
Restò ad occhi chiusi, inspirando.
Torch
la fissò negli occhi, poi prese le mani di lei ed abbassò
il colletto. Socchiuse gli occhi alla vista del taglio.
“Chi
ti ha fatto questo?” chiese, con voce tremante.
Anche
il turchese socchiuse gli occhi ancora di più, tirando giù
il colletto di Marie, restando ad occhi sgranati a quella vista:
“Cos'è
questo?” le chiese, con un'espressione triste.
“N-Non
è niente” rispose Seline a Torch, cercando di nascondere
il taglio nonostante tutto. Torch socchiuse gli occhi, stringendo un
po' le mani di lei.
“Niente
non direi.” replicò con voce fredda, stava tremando
dalla rabbia.
Marie
tirò un sospiro, aprì gli occhi e li puntò in
quelli del turchese.
“Non
è come sembra.” replicò, abbassando lo sguardo.
“È nato da una situazione non voluta da me...”
restò a capo chino, triste.
Nathan
le mise una mano sulla spalla, per poi farle alzare il viso con una
mano: “Ti va di spiegarmi che è successo?”.
“T-Torch,
io...” iniziò la ragazzina, mentre una lacrima scendeva
sulla sua guancia.
Torch
sobbalzò alla vista di Seline in lacrime, istintivamente
strinse un pugno, poi le diede una breve pacca.
“Ti
va di parlarmene?” chiese un po' più calmo.
Marie
annuì, fissandolo negli occhi. Lo abbracciò
leggermente, spiegandogli per filo e per segno cos'era accaduto. Le
veniva da piangere.
Quando
Marie ebbe finito di raccontare, le mani di Nathan si strinsero in
due pugni, mentre voltava lo sguardo arrabbiato verso il ragazzo dai
capelli azzurrini.
“S-Sì...”
iniziò Seline, per poi iniziare a raccontargli l'accaduto con
voce ferma e senza altre lacrime inutili, lei odiava piangere, lo
riteneva quasi inutile, preferiva farsi affogare dal dolore, evitando
però di mostrarsi debole agli occhi altrui
Alla
fine del racconto Torch socchiuse gli occhi, voltò lo sguardo
verso Caleb e si diresse verso di lui a passo fermo. Si avvicinò
quel tanto che bastava per tirargli un solo pugno. Tornò da
Seline senza dire nulla. Marie si strinse a Nathan, non voleva che si
facesse del male per colpa sua. Tentò un sorriso ma in cambio
le uscirono solo delle lacrime.
Nathan
la abbracciò forte, non avrebbe permesso a nessuno di farle
ancora del male, e non si sarebbe mai dovuto allontanare da lei,
soprattutto.
“T-Torch,
no...” sussurrò lei, mentre combatteva contro altre
lacrime che volevano fare la loro comparsa.
Torch
le sorrise solamente, poi l'abbracciò, silenzioso. Non voleva
che le succedesse qualcosa, non di nuovo.
“Nathan,
grazie.” disse solamente, restando fra le sue braccia. Mark
decise di andare al campo d'allenamento, anche se si chiedeva perché
Seline e Marie stessero in quello stato
Seline
sorrise grata a Torch e Nathan accarezzò i capelli a Marie,
prima di incamminarsi dietro al Capitano al campo di allenamento.
“Ho
un brutto presentimento.” disse Seline a Marie, aggrottando le
sopracciglia.
“Anche
io.” Replicò lei, portandosi una mano sul petto. Ed
infatti quando giunsero sul campo, trovarono delle vecchie conoscenze
delle ragazze. Marie sbiancò.
Seline,
invece, sgranò gli occhi e si diresse a passo spedito verso il
campo, dove 12 ragazzi con una divisa rossa erano fermi in mezzo, chi
a braccia incrociate e chi con gli occhi socchiusi.
“Che
cazzo ci fate voi qui?” sibilò loro la ragazzina,
squadrando uno per uno i ragazzi. Marie sbiancò,
letteralmente.
“V-Voi
che ci fate qui?” chiese, tremante. Non poteva crederci! Non ci
credeva proprio. Si strinse a Nathan, tremante.
“Buongiorno,
Capitano.” sibilò un ragazzo dagli occhi gialli e i
capelli castano chiaro, dell'altra squadra, rivolto a Marie.
Seline
invece si avvicinò ancora a loro, facendo risaltare i suoi
canini appuntiti e bianchissimi.
Marie
si avvicinò, stringendo i pugni.
“Cosa
cazzo volete?” esordì, nera. Non voleva incontrarli, non
così. Inspirò profondamente.
Torch
li fissò sorridendo beffardo.
Alla
vista delle due ragazze così arrabbiate, qualcuno dell'altra
squadra indietreggiò di qualche passo, mentre altri non si
mossero di un centimetro.
“E
c'è anche la regista migliore del mondo...” continuò
il castano.
Marie
strinse i pugni, e si avvicinò pericolosamente. Non le andava
giù.
“Simon,
visto che parli tanto, dimmi che cazzo volete.” replicò
di nuovo, scura in volto. Torch si spaventò a vederla così,
visto che di solito era calma e tranquilla.
“Solo
una partita contro voi insieme alla vostra squadretta.”
intervenne una ragazza dai lunghi capelli rossi. Marie si voltò
verso la voce e socchiuse gli occhi. Non erano ancora pronti per
affrontarli, era troppo presto. Incrociò le braccia al petto
con fare irritato.
“Claire,
ma che dici?” si voltò verso la sua migliore amica “Ma
si può sapere che vi prende??”
“Vogliamo.
Sfidarvi.” scandì lentamente quelle parole un'altra
voce, che fece subito girare Seline.
Aveva
appena parlato una ragazza dai lunghi capelli castani e gli occhi
verdi, la seconda migliore amica di Seline dopo Marie, ovviamente.
“Stai
zitta, Nina, non siamo ancora pronti.” sibilò
freddissima.
“Non
siamo ancora pronti a sfidarvi.” le andò dietro Marie,
portandosi quasi in difesa dei compagni. Li vedeva dai loro occhi che
avrebbe distrutto l'Inazuma, e non voleva. Torch si avvicinò
ma Marie lo allontanò con forza. “State indietro.”
disse, fredda.
Anche
Nathan e Xavier iniziarono ad avvicinarsi, ma sobbalzarono quando si
girò verso di loro una Seline con il pugnale sguainato come i
suoi denti.
“Non
vi permetterò di fare del male alla mia squadra.”
constatò fredda Seline, mentre lanciava in aria il suo pugnale
e lo riprendeva al volo.
“Convengo
con lei, non farete loro del male. È con noi che ce l'avete
no? Allora è con noi che ve la vedrete.” replicò
Marie, il cui sguardo sembrò tagliare qualsiasi cosa. Era
veramente incazzata.
“No,
perchè ormai la vostra squadra è la Inazuma, e dobbiamo
chiederlo al vostro Capitano. Mark Evans, accetti una semplicissima
partita contro di noi? è sempre una partita di calcio!”
continuò il nuovo capitano, un ragazzo dai capelli verdi a
spazzola e gli occhi neri penetranti.
Marie
si voltò verso Mark, e sospirò. Sapeva che avrebbe
accettato, non rifiutava mai una sola sfida. Mark fissò a
lungo le due ragazze, poi aprì un sorriso.
“Ma
certo.” disse, e Marie si passò una mano sul viso,
sconsolata.
“Tu...”
Seline si avvicinò con gli occhi socchiusi al nuovo capitano
dell'altra squadra, prima di alzare il suo pugnale e mettere la punta
in corrispondenza del suo braccio: “Prova solo a toccare con un
dito uno dei miei compagni di squadra e non rivedrai più la
luce del sole.”
Marie
chiuse la mano a pugno, e si avviò in difesa. Era davvero
nervosa e preoccupata.
“Nathan,
Harley, fate attenzione.” disse Marie, seria. Si voltò
verso i presenti e tentò un sorriso di incoraggiamento. Torch
diede una pacca sulla spalla a Seline, facendole un cenno col capo.
Seline
ricambiò il gesto, per poi avviarsi verso il proprio Capitano.
“Mark,
in che ruolo inizi a mettermi? Ti avviso che per i primi cinque
minuti non farò azioni finalizzate a segnare perchè
devo osservare attentamente il gioco loro.”
Mark
ci pensò un po' su poi le sorrise: “Mettiti pure a
centrocampo, vicino a Jude.” disse indicando il ragazzo
castano.
Marie
respirò diverse volte, passandosi una mano sul viso agitata.
Mark tentò di farla calmare, ma sembrava inutile.
La
partità iniziò.
Marie
guardò la formazione schierata in campo, con occhi
preoccupati. Sapeva che non erano ancora pronti eppure Mark era
contento lo stesso. Sospirò preoccupata e sobbalzò
quando Nathan le poggiò una mano sulla spalla per farla
tranquillizzare. Sorrise leggermente ed annuì.
“Fai
attenzione.” gli sussurrò, preoccupata mentre i suoi ex
compagni superavano Love e Blaze senza tecniche.
Appena
la palla passò tra i piedi di Seline, lei fece un passaggio
lungo all'indietro verso l'amica, facendole capire con un gesto di
cercare di mantenere il possesso di palla con i suoi dribbling
imbattibili.
Dall'altra
parte del campo, gli altri sapevano bene che le uniche in grado di
stare al passo con loro erano le due ragazze, le uniche che potessero
batterli.
Marie
annuì brevemente, ritrovandosi la palla sui piedi. Restò
con la sfera sui piedi, cercando di mantenerla il più
possibile, in attesa di un segnale da parte di Seline. Tuttavia,
Micheal entrò violentemente in scivolata, centrandola sulla
gamba, e Marie finì dolorante a terra. Ovviamente venne
fischiato fallo.
Seline
a quella vista corse velocemente verso l'amica, per poi sedersi
affianco a lei e appoggiarle una mano sulla spalla: “Tutto
bene, tesoro?” le chiese dolcemente.
Marie
si voltò verso Seline, sedendosi sul terreno di gioco. “S-Sì,
tutto bene.” disse, rialzandosi cauta. Avvertì un dolore
assurdo sulla gamba, ma non fece un fiato, e si rimise in piedi. “Vai
Seline, batti il calcio di punizione.” le disse poi, tornando
zoppicante in difesa.
“Certo...”
sospirò Seline, mentre il gioco ricominciava. La ragazza notò
che, senza di loro, gli avversari seguivano uno schema molto più
meccanico, sarebe servito solo muoversi nei momenti giusti per
intercettare un passaggio. Seline si mosse subito verso Jude e Caleb,
iniziando a parlare con calma.
“Jude,
spostati più avanti di un metro, tu, Caleb, spostati indietro
di due; io invece avanzerò per cercare di segnare.”
concluse lei con poche parole, sperando che i due ragazzi più
svegli della squadra avessero almeno capito le sue intenzioni.
Jude
e Caleb annuirono lentamente, eseguendo quello che la ragazza aveva
detto. Marie fissò la sua ex squadra in silenzio, mordendosi
le labbra per non accusare il dolore. Nel frattempo, Luke chiamò
a sé Claire ed Alex, indicandogli Seline con gli occhi. Loro
compresero ed annuirono.
Seline
aveva da tempo un grave problema al ginocchio sinistro, anche solo
una semplice botta nel punto sbagliato e probabilmente avrebbe perso
la possibilità di giocare a calcio, oltre che il ginocchio di
per sè. Purtroppo per lei, era mancina.
Luke
sapeva del problema di Seline, per questo aveva chiesto a quei due di
entrare su di lei. Dopo che ebbero battuto il calcio di punizione,
Luke rubò la palla, lanciandola però di proposito verso
Seline. Quando la ragazza avanzò, Alex e Claire si fiondarono
in scivolata su di lei, ma Marie su più veloce, e si prese il
fallo, di nuovo.
“S-Stai
bene S-Seline?” chiese Marie, dolorante, mentre tentava di
mettersi seduta.
“No,
Marie, non dovevi farlo!” urlò la ragazza avanzando
verso di lei, con uno sguardo arrabbiato e triste insieme.
Dall'altra
parte del campo, molti dei ragazzi si stavano chiedendo il motivo per
cui Marie fosse entrata in quel momento, sicuri che Seline sarebbe
riuscita facilmente a saltare quelle scivolate.
Marie
scosse il capo verso Seline, sorridendole. “Non potevo
permettere loro di farti male, Seline.” rispose, alzandosi in
piedi con viso contratto dal dolore. Alcune lacrime scesero lungo il
suo viso, forse per via della botta, ma lei non voleva uscire ancora.
Era troppo presto. Vide Nathan correre verso di lei per sorreggerla,
e si voltò verso la panchina preoccupata. Non voleva uscire
dal campo.
“Esci
dal campo.” le disse Seline, con una voce che non ammetteva
repliche. “Esci o ti ci porto io con la forza.” continuò,
fissandola negli occhi.
“N-No.
Non posso.” disse, asciugandosi le lacrime. “Se esco ti
faranno del male, non posso permetterlo.” ribatté lei,
facendosi prendere sotto braccio da Nathan.
“Esci
porco cane, Marie!” urlò la più piccola con tutto
il fiato che aveva, mostrando i canini a punta.
“Non
ti faranno di nuovo male per colpa mia, esci oppure...”
continuò la ragazza abbassando la voce in un sussurro, mentre
faceva aderire la punta del pugnale sul proprio ginocchio sinistro.
Marie
scosse di nuovo il capo, fissandola negli occhi. Era troppo
importante, non poteva farlo.
“No,
Seline. Non uscirò dal campo, ti voglio troppo bene per farti
ferire. Sei come una sorella per me.” disse, sincera. Lasciò
il braccio di Nathan e sorrise. “Sto bene.” replicò
poi, sicura.
“Guai
a te se mi proteggi ancora, pertica.” ribattè la più
piccola, sorridendo leggermente al nomignolo che le dava quando
ancora non si sopportavano.
“Vedi
di non farti del male, piuttosto, piccoletta.” replicò,
sorridendo, era il nomignolo che le dava quando ancora non si
sopportavano. Il gioco dunque riprese con il calcio di punizione
dell'Inazuma battuto da Seline.
“Passamela,
Occhialetti.” disse Seline a Jude, che ancora era in possesso
palla.
Alex
aveva appena segnato con la sua tecnica micidiale, e lei non avrebbe
permesso un raddoppio da parte della squadra spagnola.
Jude
annuì, passando palla alla mora, erano davvero forti quei
ragazzi. Si voltò preoccupato verso la difesa, notando il
repentino rallentamento di Marie.
“Bellezza
letale è in difficoltà.” replicò poi,
voltandosi verso Seline. “Spiegami perché ti protegge.”
La
ragazza ringhiò verso di lui, per poi rispondergli con un:
“Guarda qui, Sharp”.
“Mi
dispiace, Marie, ma devo farlo.” sussurrò a se stessa,
certa che Marie non sarebbe potuta intervenire, quella volta.
La
ragazza si alzò la palla in aria, per poi raggiungerla; le
spuntarono sulla schiena due ali da diavolo, mentre la palla
diventava nera, Seline compì una capriola in avanti e, con il
tallone del piede, tirò la palla verso la porta: “Colpo
Proibito!”
Il
portiere della squadra spagnol non poté nulla contro quel
tiro, che mandò in parità l'Inazuma. Marie sgranò
gli occhi, portandosi, zoppicante, vicino a Seline.
“Perché
l'hai fatto? Sei forse impazzita? Ti farai solo del male così!”
urlò, in preda alle lacrime, mentre una mano sulla spalla
tentava di tranquillizzarla.
Infatti
Seline era a terra con le lacrime agli occhi, mentre il ginocchio era
circondato dalle sue braccia e i suoi occhi pieni di lacrime, con
un'altro movimento, la ragazza piegò la schiena e un urlò
percorse tutto il campo.
Marie
sbiancò lentamente, abbassandosi alla sua altezza. La fissò
preoccupata.
“Seline...
Non farlo mai più, ti prego.” disse lei, spaventata.
Osservò la sua gamba destra, martoriata dalle scivolate dei
suoi ex compagni e si tirò su lentamente. “Facciamola
finita con questa partita.” disse, voltandosi fredda verso gli
spagnoli. “Questo è veramente troppo.”
“Te
lo puoi scordare, sono passati solo 20 minuti.” disse con un
sorrisetto il capitano avversario.
“Visto,
Sharp, cosa so fare?” chiese Seline al ragazzo con gli
occhialini, mentre il ragazzo dai capelli turchesi appoggiava una
mano sulla spalla di Marie. Marie scoccò un sorriso in
direzione del turchese, voltandosi poi verso Luke.
“Vuoi
veramente farci del male?” chiese, seria. “Non posso
crederci! Dopo quello che è successo in Spagna, volete davvero
farci del male?” domandò di nuovo, spaventata.
“Niente
è così importante da rinunciare alla squadra che hai
seguito per 9 anni!” ringhiò qualcun altro, dalla
difesa.
“State
scherzando spero!” esclamò, portandosi una mano sul
viso. Di risposta le arrivò una pallonata dritta sullo
stomaco, che la fece accasciare. “S-Siete così
arrabbiati da non vedere le cose come stanno.” replicò
solo, alzandosi dolorante. Byron e Sanford socchiusero gli occhi.
“Ehi,
smettetela di farle del male.” replicò poi il biondo
platinato.
Anche
Seline provò ad alzarsi, ma in quell'istante le arrivò
una pallonata dritta sul ginocchio, che la fece urlare di dolore.
“Non
toccate Marie, fatemi tutto ciò che volete ma non toccatela
con un dito.”
Marie
si alzò di nuovo, tossendo leggermente. “I-Io non...”
scoppiò in lacrime, tornando in difesa. “F-Finiamo
questa partita, prima che qualcuno si faccia male.” Disse poi.
Una voce la fece però ridestare.
“Sostituzione
per l'Inazuma.” disse l'arbitro. “Esce Storm ed entra
Wallside.” Marie sbiancò letteralmente, ma uscì
zoppicando dal campo, aiutata da Nathan. “Perché,
allenatore?” chiese poi, sedendosi in panchina.
L'allenatore
socchiuse gli occhi, per poi squadrarla senza risponderle.
“Ne
segno un altro e chiudo questa partita.” sussurrò tra se
e se Seline, cercando di alzarsi quasi inutilmente.
Jude
si avvicinò a lei, aiutandola ad alzarsi, fece cenno alla
panchina di darle il cambio.
Marie
sospirò leggermente, fissandosi la gamba martoriata e si
concentrò sulla squadra.
“Scusatemi...”
sussurrò poi, triste.
“Scordatelo,
Occhialetti, io non esco.” sussurrò Seline, alzandosi
con l'aiuto di Jude. “Jude, Caleb, mi dovete aiutare a tirare.”
continuò, fissando i due ragazzi.
Jude
la fissò negli occhi, socchiudendoli piano.
“Vuoi
farti del male?” chiese, incrociando le braccia al petto. Caleb
si mise le mani in tasca ed annuì.
“D'accordo.”
Marie
fissò lo scontro con apprensione, chissà che diamine
aveva in mente quella sciagurata di Seline!
"Io
avanzo superando la difesa avversaria, e quando sarò davanti
alla porta voi dovrete essere Caleb alla mia destra e Jude alla mia
sinistra" iniziò Seline, sorridendo dolcemente a Marie.
Jude
annuì insieme a Caleb, portandosi dunque in posizione. La
palla giunse sui piedi di Nathan, che velocemente passò a Jude
che scartò l'avversario e passò a Seline. La videro
avanzare velocemente nella difesa avversaria, e subito si misero
vicino a lei, Jude a sinistra e Caleb a destra.
Seline
fece un sorrisetto, poi tutto lo sfondo si fece nero-violastro, i tre
erano disposti affiancati, Seline in mezzo, Jude a sinistra e Caleb a
destra, i due ragazzi leggermente voltati verso l'esterno, quando
Seline si alzò la palla per poi calciarla in aria, i due
ragazzi iniziarono a correre in avanti.
Tutti
e tre raggiunsero la palla in aria e la colpirono tutti assieme,
Caleb con la suola, Seline con la punta e Jude con il tacco.
Marie
chiuse gli occhi, osservando la palla entrare in porta nello stesso
istante in cui si sentiva il fischio finale dell'arbitro. Si alzò
dalla panchina, e si avviò zoppicante in mezzo ai compagni.
Dall'altra parte del campo, Micheal la fissava ed una nota di gelosia
si lesse nei suoi occhi. Nessuno sapeva, infatti, che Marie aveva
avuto una relazione piuttosto seria con Micheal, proprio come Seline
con Alex.
Marie
si voltò appena verso Micheal, che si stava avvicinando
insieme ad Alex, con sguardo minaccioso. Marie sobbalzò e si
voltò verso Seline.
A
sua volta, anche Seline si avvicinò al ragazzo dai capelli
neri e gli occhi blu, Alex, ed al ragazzo con i capelli rossi lunghi
fino alle spalle e gli occhi azzurri, Micheal.
Marie
zoppicò lentamente in loro direzione, seguita da Seline, Torch
e Nathan. “Micheal.” disse semplicemente, fermandosi di
fronte a lui.
“Alex.”
disse invece Seline, squadrando il ragazzo dagli occhi blu.
“Seline.”
disse lui, fissandola malizioso. Micheal chiuse gli occhi e si
avvicinò pericolosamente a Marie.
“Sei
una stronza!” le urlò contro “Pensavo di essere
importante per te.” disse poi, ferito. Marie lo fissò
negli occhi e sospirò.
“Senti
Micheal, non mi va di parlarne.” disse lei, sollevando le
spalle.
“Invece
parlerai, bastarda. Cos'è quel succhiotto eh?”
“Ciao,
Alex.” sussurrò Seline con un sorriso malizioso sulle
labbra.
“Non
sei cambiata dall'ultima volta che ci siamo visti.” le disse
con tono malizioso, Marie continuò a sollevare le spalle, come
se nulla fosse.
“Non
ti devo spiegazioni, Micheal.” disse solamente.
Torch
restò in silenzio a fissare Alex con odio.
Seline
passò una mano tra i capelli neri di Alex, mentre gli
sorrideva sempre maliziosa: “Neanche tu, a quanto vedo...”
“E
invece me le devi eccomi, credevo di importarti qualcosa, non di
essere un divertimento.” ribatté Micheal, mentre Nathan
osservava la scena con le sopracciglia aggrottate senza capirci
molto.
“Eri
importante, Micheal.” disse lei, sottolineando il tempo al
passato. “Le cose cambiano, voglio ricordarti. E no, non ti
devo dire che cos'è questo succhiotto, non stiamo più
insieme.” disse, fredda.
Alex
sorrise, abbracciandola. “Stai bene?” le chiese poi, con
un tono un po' preoccupato. “Riesci a muoverti?”
“Posso
fare tutto ciò che vuoi" gli sussurrò a fior di
labbra “Ma perché sei entrato in scivolata su di me?”.
“Sei
una stronza, spero te ne renda conto.” sibilò freddo il
ragazzo dai capelli rossi e gli occhi azzurri, mentre con la coda
dell'occhio era fisso su Nathan.
Marie
alzò le spalle, e scosse il capo. "Pensala come vuoi,
Micheal." disse ancora. “Ma ti ricordo che prima di
lasciare la Spagna ti ho lasciato. Abbiamo avuto una relazione, sei
stato importante, ma ora è finita.” continuò,
seria.
Alex
sospirò appena. “Perdonami.” disse “Ordini
del capitano.” spiegò. “Ed ho colpito Marie, non
te.” sorrise appena, ma tristemente.
Sospirò
anche Seline, abbracciando il ragazzo con affetto.
“Certo,
vai per la tua strada, vai da quel turchesino lì!” le
rispose arrabbiato Micheal, fissando Nathan con occhi socchiusi, il
quale sobbalzò e arrossì di botto.
“Fatti
gli affari tuoi, Micheal.” chiuse gli occhi, di nuovo. “Non
ti deve importare niente di chi frequento. È la mia vita!”
esclamò, portando lo sguardo su Nathan, arrossendo di poco.
Alex
le sorrise, poi la fissò: “E quel rossino chi è?”
chiese, indicando Torch con lo sguardo.
Seline
arrossì di botto, voltandosi verso Torch. “Un... Un
amico” sussurrò lei, portando lo sguardo da uno
all'altro.
“Tsk”
sussurrò solo Micheal, per poi girare i tacchi e tornare dalla
sua squadra.
Marie
alzò le spalle e si voltò verso Nathan, sorridendogli.
Aveva già troppi guai, non ne voleva altri.
“Scusa
Nathan, è un tipo geloso.” replicò Marie,
sospirando.
Torch
socchiuse gli occhi, fissando Alex.
“Sono
un suo amico.” disse, con le mani in tasca. Alex annuì e
sorrise malizioso.
“Che
tipo di amico?” chiese poi, curioso.
“Un
amico... normale!” continuò Seline, pensando già
di essere nei guai.
“Ma
figurati...” le rispose Nathan, con un sorriso dolce mentre i
suoi occhi seguivano in movimenti del ragazzo.
Marie
sorrise di nuovo, prendendo la mano del turchese e stringendola,
prima di sentirsi afferrare da dietro da qualcuno.
“Micheal,
ma non eri andato via?” chiese, nervosa. Era la seconda volta
in poche ore che le succedeva. “Lasciami.” disse,
dimenandosi.
Alex
rise, stringendola un po'. “Come ti chiami?” chiese, ma
Torch socchiuse gli occhi e non rispose.
“Ma
io voglio stare con te, meriti di più di quella chioma
turchese!” ringhiò Micheal, mentre Nathan non riusciva a
spiccicare parola.
Seline
si strinse di più al ragazzo, sollevando la gamba dolorante,
mentre fissava negli occhi Torch.
Torch
sbuffò lentamente. “Mi chiamo Haruya Nagumo.”
disse semplicemente, sollevando le spalle.
Marie
continuò a dimenarsi, tentando di liberarsi dalla presa del
ragazzo. “Smettila Micheal, ti ho detto di lasciarmi! Non
voglio stare con te!” tuonò lei, terrorizzata.
Alex
sorrise. “Piacere, io sono Alex Moon.” disse solo.
“E
io invece sì.” continuò imperterrito Micheal,
mentre Nathan a passi lenti si avvicinava a loro, con gli occhi
socchiusi.
Seline
sorrise, sperando che potessero andare d'accordo, mentre passava lo
sguardo da uno all'altro.
Torch
allungò una mano verso di lui, stringendola con sguardo
beffaardo. “Eri il suo ragazzo?” chiese poi, serio.
“Sì.”
rispose solamente con un sorriso.
Marie
tremò terrorizzata, sperando che presto Nathan o qualcun altro
avrebbe fatto qualcosa per fermarlo.
“Togliti
da lei.” sussurrò solo Nathan, mentre da lì
vicino gli arrivò in mano il pugnale che Seline gli aveva
lanciato per aiutare Marie.
Seline
sperava tanto che Nathan potesse riuscire a far colpo su Marie, però
non sapeva quanto a mani nude avrebbe potuto con uno muscoloso come
Micheal.
Marie
prese diversi respiri, chiuse gli occhi e tremò di nuovo.
Micheal non sembrò far molto caso alle parole del turchesino,
così sperò dentro di se che lui facesse qualcosa.
“Aiutami.” sussurrò solamente lei, terrorizzata.
Torch
fissò la scena, preoccupato.
“Brutto
figlio di puttana togliti da lei o ti ammazzo.” sibilò
Nathan, con una faccia mai vista sul suo viso da nessuno.
Marie
sobbalzò appena, fissando gli occhi del turchese con sguardo
davvero preoccupato. Chiuse piano gli occhi e respirò.
“Nathan,
non ammazzarlo...” sussurrò, sentendosi mollare dal
rosso. Si voltò verso Micheal e restò zitta.
“Ritieniti
fortunato” disse solo il turchese al rosso, che con una smorfia
disgustata se ne andava.
“Grazie,
Seline.” sussurrò grato Nathan, ridando il pugnale a
Seline.
Marie
lo abbracciò, in lacrime, spaventata come mai prima di allora.
“Grazie...”
gli disse solamente, poggiando la testa sulla spalla. “Grazie
davvero.”
Torch
tirò un lungo sospiro di sollievo, fissando per un po' Nathan
con sguardo stupito, voltandosi poi verso Seline.
“L'avrebbe
ammazzato, te ne rendi conto?” le chiese poi Alex, perplesso.
“No,
Nathan non l'avrebbe mai fatto.” sussurrò Seline felice,
mentre assisteva alla scena dei due.
“E
poi... l'avrei ammazzato io se non avessi voluto che Nathan facesse
una bella figura.” continuò.
Torch
ridacchiò leggermente, fissando i due. “Hai fatto
davvero questo per Nathan? Mi sorprendi, Seline.” disse Torch,
beffardo. Alex sbuffò solamente, scuotendo il capo.
“Non
mi sembrava, visto lo sguardo che aveva.”
Marie
si strinse ancora di più a lui, sentendosi meglio. Gli scoccò
un bacio sulla guancia, rimanendo nei suoi occhi.
“Sei
il mio eroe, lo sai?”
Nathan
arrossì di botto, per poi abbassare lo sguardo: “Ma io
non ho fatto niente.”disse, torturandosi le mani. Seline
ridacchiò ancora, per poi dare un bacio sulla guancia a Alex
ed abbracciarlo forte.
Torch
ridacchiò leggermente, poi sbuffò ed alzò gli
occhi al cielo.
Alex
ricambiò il bacio e la fissò malizioso. “Mi sei
mancata!” le disse poi, dolcemente.
Marie
sorrise dolcemente, dandogli un altro bacio sulla guancia.
“Non
è vero, mi hai salvato.” gli disse poi, abbracciandolo.
Nathan
si fece ancora più rosso e le rispose all'abbraccio, insicuro.
“Anche
tu mi sei mancato.” sussurrò lei, facendo un rumore come
delle fusa di un gatto e mettendo la testa sul suo petto.
Alex
le accarezzò i capelli dolcemente, dandole un bacio in testa.
“Mi
spieghi perché te ne sei andata?” le chiese poi,
curioso. Torch socchiuse gli occhi, borbottando.
Marie
sorrise, abbracciandolo ancora di più. Era così caldo e
stava così bene fra le sue braccia.
“Posso
fare qualcosa per sdebitarmi?” chiese poi, sollevando appena il
capo.
“Mi
basta solo la tua compagnia.” disse solo, prima di rendersi
conto delle sue parole ed arrossire di botto.
“I-Io
e Marie abbiamo avuto un incidente durante il ritorno dal ritiro e il
mio ginocchio è peggiorato, così me ne sono andata per
non arrecare ulteriori danni per la squadra, non vi ero più
utile in alcun modo.” gli spiegò Seline.
Alex
sospirò appena, scostandole una ciocca di capelli dal viso, e
la fissò di nuovo: “E Marie?” chiese poi, curioso.
Torch
raggelò a quelle parole. Quindi era per questo che Marie la
difendeva?
Marie
arrossì di botto a quelle parole, spostando la testa sul suo
collo, vi soffiò sopra.
“Lo
sai che sei carino?” chiese poi Marie, senza veramente
rendersene conto, quando poi lo fece arrossì fino alla punta
dei capelli.
Anche
Nathan arrossì, per poi scoppiare in una sonora risata e
abbracciare più stretta la ragazza.
“Marie
è dovuta tornare perché sua mamma è in
ospedale.” continuò Seline.
“Alex,
perché non ti trasferisci qui anche tu?” chiese Seline
al ragazzo. Alex annuì e poi scoppiò a ridere
leggermente, scompigliando i capelli di Seline.
“Non
posso.” disse “La squadra ha bisogno di me.”
completò serio.
Marie
poggiò la testa sul suo petto, ridacchiando di seguito a lui.
“Sicuro di non volere nulla? Posso offrirti un gelato?”
chiese poi, arrossendo un po'.
“Mm...
Mi sento costretto ad accettare” ridacchiò il turchese,
per poi sorridere in sua direzione e prenderle la mano.
“Sei
sicuro?” Seline guardò il ragazzo con occhi tristi,
mentre circondò il suo collo con le mani.
Alex
annuì brevemente, poi le sorrise malizioso.
“Per
un paio di giorni saremo qui, se vuoi...” le sussurrò
poi all'orecchio, sorridendo.
Marie
sorrise, stringendogli la mano. “Quando sei libero?” gli
chiese poi, dolcemente, con un sorriso stampato sulle labbra.
“Anche
adesso, se vuoi.” le rispose il ragazzo con un sorriso dolce.
“Certamente,
se vuoi puoi venire a dormire a casa mia.” gli rispose Seline
ancora più maliziosa.
“Oh
certo!” replicò Alex, sorridendo, per poi abbracciarla.
Torch sospirò leggermente. “Mi mancava il tuo piercing,
pantera.” le sussurrò malizioso Alex, ridacchiando.
Marie
annuì, sorridendo nonostante le facesse male la gamba non
voleva mandare all'aria quell'opportunità. Zoppicò
appena verso la panchina e presa la sua sacca.
“Andiamo?”
chiese poi, dolce.
“Certamente,
sempre che non ti faccia male...” iniziò a preoccuparsi
lui.
“Allora
avrai l'opportunità di rivederlo.” rispose Seline al
ragazzo dai capelli neri, ridacchiando appena e facendogli
l'occhiolino.
“Non
vedo l'ora, mia bella pantera.” sorrise dolcemente,
abbracciandola ancora. Le diede un bacio in testa e la lasciò
andare. “Dunque ci vediamo.” Disse poi.
Marie
sorrise. “Sta tranquillo.” rispose la castana “Al
massimo mi porterai in braccio, vero?” chiese poi, con sguardo
da cucciolo.
Nathan
fece un gesto di assenso con la mano, per poi sorridere e avviarsi
verso la gelateria più vicina.
“Ciao.”
lo salutò lei, vedendolo uscire dal campo.
Torch
fissò Seline brevemente, socchiudendo poi gli occhi, ma
restando in silenzio.
Marie
sorrise e si fece trasportare alla gelateria più vicina, ed
entrò. “Che gelato vorresti?” chiese in direzione
del turchese, mentre sentiva di avere mooolta fame.
“Uhm...
Cioccolato e stracciatella, tu?” rispose il turchese alla
ragazza.
“Tutto
bene, Burn?” chiese Seline al rosso, incrociando le braccia al
petto.
“Tutto
bene.” rispose, con voce tremante per la rabbia. Socchiuse gli
occhi ed incrociò le braccia al petto.
“Cioccolato
e bacio!” replicò, sorridente. Il gelataio diede loro
ciò che avevano richiesto e Marie pagò.
“Grazie.”
sussurrò Nathan, prima di iniziare a mangiare il suo gelato
con calma.
“Non
sembra proprio.” sussurrò Seline, avvicinandosi al
ragazzo dai capelli rossi.
Torch
sollevò le spalle senza dire niente. Aprì gli occhi e
li puntò in quelli di lei.
“Dunque
quel tipo è il tuo ex?” chiese poi, un po' più
calmo.
Marie
sorrise, avvicinò il viso al gelato dell'altro e l'assaggiò.
“Buona la stracciatella.” disse poi, tranquillamente.
Nathan
sorrise, prima di dare anche lui una leccata al gelato di Marie:
“Anche il bacio” ridacchiò lui.
“Sì,
esatto, perchè?” chiese innocentemente Seline a Torch.
“Hai
degli strani gusti.” disse solamente, alzando le spalle.
Sogghignò leggermente e la fissò negli occhi. “Io
sono più bello.” disse poi.
Marie
sorrise, continuando a mangiare il suo gelato in silenzio, stringendo
una mano al turchese. “Mi sto forse innamorando?”pensò
lei, arrossendo.
"Tutto
bene, Marie? Ti fa male la gamba?" si allarmò subito il
turchese.
Seline
ridacchiò, avvicinandosi per abbracciare il ragazzo.
Torch
strinse un pugno e si allontanò leggermente. "Cosa siamo
noi, Seline?" chiese poi, geloso.
Marie
scosse il capo, dolcemente. “Tutto bene.” rispose,
tranquilla. "Posso restare così?" chiese poi,
indicando le mani unite.
“Come
vuoi, principessa.” sussurrò Nathan arrossento
lievemente.
“Siamo...
Amici? Anche se...” iniziò Seline, non riuscendo ad
elaborare una frase compiuta.
“Anche
se?” chiese Torch, interessato. La fissò negli occhi,
curioso.
Marie
arrossì ancora di più. “P-Principessa...”
sussurrò, annuendo semplicemente. “G-Grazie, N-Nacchan.”
disse poi, arrossendo sempre di più per quello che aveva
detto.
Nathan
arrossì anche lui, stringendo di più la presa sulla
mano dell'amica e sorridendo leggermente. “è il minimo.”
sussurrò più che altro a se stesso.
“Credo...
Forse sto iniziando a considerarti più che un semplice amico.”
concluse Seline, guardando negli occhi Torch.
Torch
sorrise leggermente e l'abbracciò. “Felice di sentirlo.”
disse poi.
“Ehi,
voi, due!” gridò Byron “Dov'è finita
Marie-chan?” chiese, avvicinandosi.
Marie
sorrise, finì il gelato e si voltò verso Nathan,
scoppiando poi a ridere.
“Sei
sporco, Nacchan!” disse, ridendo.
“D-Dove?”
arrossì lui fino alla punta dei suoi capelli turchini.
“Non
sono affari tuoi, biondo.” rispose secca Seline a Byron,
socchiudendo gli occhi piuttosto irritata.
Byron
socchiuse gli occhi, incrociando le braccia al petto.
“E
chi ti dice che non lo siano?” chiese, malizioso. Torch sollevò
gli occhi al cielo.
Marie
ridacchiò, portando una mano agli angoli della bocca per
pulirlo e portare dall'altra parte le labbra. Sorrise.
“Ora
sei pulitissimo!” disse, sorridendo. Il turchese arrossì
ancora di più al contatto con la pelle della ragazza, e si
sentì incredibilmente bollente.
“Lo
so, lei non ha tempo per le tue cazzate.” disse tagliente
Seline al biondo platinato.
“Ah
sì?” chiese, aggrottando le sopracciglia “E questo
te l'ha detto lei?” domandò, curioso.
Marie
deglutì appena, rendendosi conto solo ora di ciò che
aveva fatto. Arrossì fino alla punta dei capelli.
“N-Nacchan...”
disse “N-Non avrei dovuto.” replicò, ora
spaventata per la possibile reazione di lei.
“Non
preoccuparti.” cercò di restare calmo il turchesino,
nonostante dentro si sentisse scoppiare.
“Posso
immaginarlo, diciamo, Dio del cavolo che non sei altro.”
replicò, fredda, la ragazza dai capelli neri.
“Ma
come osi?!” esclamò l'altro furente. “Sono certo
che non disdegna della mia compagnia.” disse, sicuro.
“Come
no.” replicò solo Torch, sollevando le spalle.
Marie
sorrise e tirò un sospiro di solievo. Lo abbracciò
dolcemente, poggiando la testa sulla sua spalla.
“Grazie."
disse poi. “Ed io, sono sporca?” chiese poi, sorridendo.
“L'hai
già finito il gelato?” le chiese Nathan, dopo averle
risposto di no con un gesto del capo.
“Contaci,
Love, adesso potresti lasciarci stare? Saremmo occupati io e il
rosso.” disse Seline a Byron con un sorriso molto malizioso.
Byron
sollevò le spalle con fare irritato. Lasciando i due da soli.
Torch sorrise e l'abbracciò. “Ma quanto è
presuntuoso?” chiese poi irritato.
Marie
annuì con il gesto del capo alzando il viso in sua direzione.
Lo fissò negli occhi per un periodo lunghissimo, poi distolse
lo sguardo, imbarazzata. “Sono... un'idiota.”
pensò lei.
“Permettimi
di assaggiare il tuo gelato in un altro modo.” disse Nathan, e
senza accorgersene appoggiò le labbra su quelle della ragazza.
“Un
po' tanto.” ridacchiò Seline dondolandosi nella sua
stretta. Torch ridacchiò leggermente, dandole un bacio sulla
guancia. “Scommetto che Marie-chan lo odia a quel biondino.”
replicò poi, sempre ridendo.
Marie
arrossì e restò stordita dal gesto, poi però
ricambiò il bacio, presa da chissà che impeto.
Appena
Nathan si accorse del suo gesto impulsivo si staccò dalla
ragazza con occhi sgranati. “M-Mi dispiace, Marie, non so che
mi ha preso.” confessò lui.
“Non
ho alcun dubbio.” ridacchiò ancora Seline, per poi
dargli un bacio sul collo. Torch rise leggermente, poi le diede un
bacio sul collo, lasciandole un succhiotto. “Ti accompagno a
casa, vieni?” le chiese poi, sorridendo.
Marie
scosse il capo e sorrise. “N-No, non importa.” replicò
“Non preoccuparti." gli diede un breve bacio sulla guancia
ed arrossì. “Mi accompagni a casa?” chiese poi.
“Certo,
scusa ancora per prima.” si scusò Nathan, mentre il
rossore si affievoliva sempre di più.
“Grazie,
rosso.” ridacchiò Seline, per poi prendergli la mano.
Marie
sorrise, annuendo leggermente e si avviò a casa insieme a lui.
Torch
non disse niente, le strinse la mano e l'accompagnò a casa.
Nota
delle autrici:
Meli:
Buongiorno gente! *mentre ascolta per la sedicesima volta "What
Makes You Beautiful"*
Marie:
*Esce dai meandri delle pagine* Buongiorno gente! Questo capitolo è
lunghissimo!
Meli:
Ci abbiamo messo un sacco a scriverlo
Marie:
Già! *Inspira* E dunque, vi piace l'ex squadra delle ragazze?
Meli:
A me no >.< sono crudeli >.<
Marie:
Nemmeno a me! A parte Alex!
Meli:
Alex è un bel pezzo di figo *sbava*
Marie:
Anche Micheal, ma è stronzo! -.-
Meli:
Esatto èwé e poi chissà che faranno Alex e
Seline a casa di quest'ultima :P
Marie:
Lasciamo perdere! *Ride* E Nathan e Marie? Cosa succederà tra
di loro?
Meli:
Come sono carucci *w*
Marie:
Vero! *w* Ehm, non ci divulghiamo troppo!
Meli:
M... che altro dire? Tra Seline e Burn?
Marie:
Sono carucci pure loro! Ma... Speriamo vi piaccia!
Meli:
Già! ^-^"
Meli:
Un abbraccio stritolante, vi voglio bene a tutti quanti! Oggi sono
affettuosa °w°
Marie:
Un abbraccio cuccioloso, vi voglio bene!
Marie
& Meli
|
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Capitolo 5 *** Capitolo quattro. ***
Capitolo
Quattro
Due
anni prima
Era
una giornata piuttosto calda, Marie se ne stava in silenzio, seduta
sul campo da gioco, mentre fissava ancora la piccoletta allenarsi.
“Ehi,
piccoletta, così finisce che sfianchi!” la prese in giro
Marie, ridacchiando leggermente. Gli altri s'erano già
cambiati, ad eccezione del portiere, di lei e di Seline.
“Umpf,
parla la pertica.” ribatté solo Seline, mentre
palleggiava abilmente con la sfera bianca e nera e con un tiro
mandava la palla dritta all'incrocio dei pali, facendo un'altra rete.
“E
siamo a 21 per oggi.” sussurrò più che altro a se
stessa, asciugandosi il sudore che le imperlava la fronte con il
polso.
Marie
sollevò le spalle, quasi sospirando rassegnata, tanto ormai ci
aveva fatto l'abitudine.
“Ehi,
Seline, porta rispetto al capitano!” replicò Micheal,
tornato solo per portare il cellulare alla sua fidanzata. Marie lo
fissò negli occhi, prese il telefonino e fece cenno di andare.
“Sei
sicura?” chiese Micheal, posando una mano sulla sua guancia.
“Micheal,
è una cosa privata. Vattene.” disse lapidaria, gli occhi
freddi, ed il rosso se ne andò. La castana fissò l'ora,
e sospirò. Ancora dieci minuti e poi avrebbe chiamato.
Seline
sospirò appena quando due braccia la strinsero a se da dietro,
voltò lentamente lo sguardo e i suoi occhi ne incrociarono un
paio blu oceano.
"Pensavo
te ne fossi andato..." sussurrò lei, dando un bacio sulle
labbra al ragazzo.
"Non
potrei mai, tesoro!" rise Alex, poggiando le labbra sul collo
della più piccola.
Marie
si alzò, cominciando a comporre il numero dell'Ospedale, sua
madre era in Giappone, ricoverata nell'Ospedale di Inazuma da un po'
di tempo.
"Mamma,
come stai?" chiese subito, sentendo la voce della madre stanca.
"Non ti senti bene vero? Mi dispiace, vorrei essere lì.."
si sedette, trattenendo a stento le lacrime.
Seline
a quelle parole alzò lo sguardo verso la ragazza di un anno
più grande di lei, tutte le volte che qualcuno pronunciava la
parola "mamma" o "papà", un senso di
tristezza le attraversava tutto il corpo e le lacrime lottavano per
uscire, cosa che lei non avrebbe mai permesso, nè in presenza
del suo ragazzo, nè tanto meno in presenza del suo Capitano,
non perchè adorasse quella ragazza, tutt'altro!
Marie
sospirò dunque, sedendosi stanca sul campo da gioco.
L'infermiere con cui parlava ora sembrava preoccupato.
"Le
condizioni di tua madre stanno peggiorando, purtroppo, è
sempre più malata e vorrebbe che tu fossi qui." Marie
strinse un pugno e picchiò la mano sull'erba sintetica.
"Dannazione.
Avete sentito papà?" domandò, ma un lungo sospiro
le fece salire la rabbia. "Lo odio." quasi urlò, e
se ne pentì subito.
"Seline?"
chiese Alex, preoccupato. "Tutto bene?"
Seline
strinse i denti per trattenere le lacrime che ancora tentavano di
uscire, prese il pallone e con una forza inaudita per la sua età
la colpì con il piede mandandola in porta e facendo staccare
per metà la rete.
Tutte
le volte che si parlava di genitori lei finiva così, mentre
tremendi ricordi le riaffioravano nella mente: Suo padre morto, il
suo patrigno che picchiava sua madre e lei che resisteva a tutto ciò,
concedendosi sempre a lui, e poi piangeva in segreto, quello era il
principale motivo per cui la ragazza non si voleva far vedere
piangere, quando le sue iridi diventavano grigie per la tristezza e
un fiume di lacrime le scendeva giù per le guance.
Alex
la strinse a sé, sospirando leggermente, non voleva che lei
soffrisse o che si sentisse gelosa di Marie non ce n'era nemmeno
bisogno.
"Seline,
non sai niente della famiglia del capitano, non è vero?"
le chiese poi, accarezzandole i capelli.
Marie
chiuse la telefonata e gettò con rabbia il telefono sull'erba
mentre stringeva i pugni più forte e tirava uno di essi sul
campo, tentando di fermare le lacrime.
"Eih
tesoro, tranquilla" le sussurrò all'orecchio la voce di
Micheal, che intanto le scostava dagli occhi una ciocca di capelli
per poi mettergliela dietro l'orecchio.
"No,
non ne so niente, ma almeno lei ce l'ha" rispose fredda Seline
ad Alex, socchiudendo gli occhi diventati rossi per la rabbia.
Alex
le spostò una ciocca dal viso, sospirando.
"Beh
non proprio." disse "Suo padre ha abbandonato lei e sua
madre che era molto piccola." cominciò, dandole un breve
bacio sul collo. "E sua madre è ricoverata all'Ospedale
da tre anni, Marie non può vederla perché è in
Giappone." Le spiegò.
Marie
si strinse a Micheal, cominciando a piangere. Doveva sfogarsi ma non
riusciva a dire nulla.
"Shh..."
le sussurrò solo il rosso, stringendola di più a se e
dandole un bacio sulla nuca.
"Guarirà
presto, te lo prometto" sussurrò ancora, accarezzandole i
capelli.
Seline
strinse i pugni, guardando Marie confusa, mentre i suoi occhi
diventavano arancioni.
Marie
piangeva sempre di più, poggiando la testa sul suo petto.
"Micheal, mio padre non ha chiamato l'ospedali nemmeno oggi, e
mia madre sta sempre peggio... Di questo passo il prossimo anno
finisce in coma." spiegò, singhiozzando.
"La
madre di Marie è molto malata." disse semplicemente Alex,
sollevando le spalle.
Seline
spalancò gli occhi e si voltò verso Alex, per poi
socchiuderli: "E dimmi, come mai sai così tante cose su
di lei?" decisamente era ora di cambiare discorso per i gusti
della ragazza, e fare la gelosa era il modo migliore, anche se
solitamente lasciava molto spazio al suo ragazzo.
"Beh,
mi sono ritrovato con Micheal a parlare, e me le ha raccontate lui
queste cose." disse semplicemente, sollevando le spalle. "Non
fare la gelosa, io amo solo te." le disse, dolce.
Marie
si staccò dall'abbraccio di Micheal, respirando.
"Vado
a cambiarmi." disse semplicemente, mentre la rabbia ribolliva
nelle vene.
Anche
Seline sospirò, e senza dire nulla seguì Marie nello
spogliatoio.
"Eih,
Capitano" sussurrò dolce, mentre i suoi occhi blu pieni
di rimorso per il modo in cui aveva sempre trattato la castana erano
inchiodati su quelli verdi dell'altra.
Marie
si voltò leggermente verso la voce, e si ritrovò Seline
davanti. Era strano come fosse proprio lei ad essere entrata in
quella stanza.
"S-Sì?"
chiese, cercando di nascondere le lacrime. Non voleva dimostrarsi
debole ai suoi occhi.
"A-Alex
mi ha raccontato di..." si fermò un attimo a sospirare,
passandosi una mano tra i capelli sciolti e poi sul viso umido,
qualche lacrima la aveva versata anche lei.
"Di
tua mamma" concluse a fatica, sedendosi su una delle panchine e
appoggiando i gomiti sulle gambe.
Marie
si sedette accanto a lei, stringendo un pugno per evitare di
piangere.
"Mia
madre sta molto male." disse, prendendo un profondo respiro "E
sta peggiorando. Vorrebbe che fossi con lei, ma io sono qui e lei è
in Giappone. Ero venuta qui con la speranza di trovare mio padre ed
invece..." prese la testa fra le mani, tornando a piangere.
Il
cuore della più piccola perse un battito a vedere il suo
Capitano così.
Poco
importava del suo stupido orgoglio, in quel momento, poco importava
di quella che lei definiva la sua "dignità", tutto
ciò che riuscì a fare in quel momento fu abbracciare
l'altra, versando qualche lacrima anch'essa.
Marie
fu colta alla sprovvista da tale gesto, si strinse a lei piangendo
sempre più forte.
"Non
dovrei mostrarmi così agli occhi dei miei compagni ma..."
respirò di nuovo, singhiozzando fra un respiro e l'altro "Ma
mia madre è tutto ciò che mi è rimasto..."
"Vuoi
andarla a trovare?" le chiese Seline, ma più che una
domanda sembrava tanto un'affermazione.
"Mi
piacerebbe molto." rispose lei, singhiozzando. "Vorrei
davvero tanto, ma non posso lasciare la squadra. Hanno bisogno di
me."
"Per
un paio di settimane se la caverebbero anche senza di te... Senza noi
due" disse Seline, fissandola negli occhi.
"Vuoi
venire anche tu?" le chiese, quasi stupita. "Perché?"
domandò poi, fissandola negli occhi.
"Sei
una mia compagna di squadra, sei il mio Capitano, e soprattutto odio
vedere la gente soffrire per questioni familiari, dato che sono stata
io la prima.
Marie
le sorrise dolcemente, alzandosi dalla panchina.
"Allora
prenoto l'aereo per due." disse dolcemente "Partiamo
domani, va bene?"
Seline
annuì, sorridendo, felice di potersi rendere utile a qualcosa.
Marie
annuì leggermente, stiracchiandosi. Le sorrise grata e si
avviò a prenotare.
IL
GIORNO DOPO...
"Bene,
abbiamo avvisato la squadra, prenotato il viaggio in prima classe..."
ripetè l'ennesima volta Seline, contando le cose che avrebbero
dovuto fare.
"Ora
dobbiamo solo salire sull'aereo e non perderci i bagagli."
concluse sorridendo la castana. Sentiva di potersi fidare di Seline,
nonostante per anni si fossero punzecchiate, era sincera in quel
momento. Salirono sull'aereo e si misero in cerca dei posti.
"Il
viaggio è lungo, spero gradirai la mia compagnia." Disse
Marie, sedendosi.
"Non
ho dubbi, pertica" rispose Seline sedendosi accanto a lei,
sperando che Marie capisse il nomignolo, quella volta usato
affettuosamente.
Marie
sorrise leggermente, ridacchiando. "D'accordo, piccoletta, mi
fido." disse dolcemente. Si appoggiò sul sedile,
guardando per un po' fuori, il Giappone era lontano, ma voleva vedere
sua madre.
"Quanto
dura il viaggio?" chiese Seline dopo neanche mezz'ora di
viaggio, con la testa appoggiata al sedile e gli occhi chiusi, mente
muoveva leggermente il capo al ritmo della musica che stava
ascoltando con gli auricolari.
Marie
rise leggermente a quella domanda, ma restò immobile. "E'
ancora lungo." disse semplicemente, sentendo anche lei la
musica. Si addormentò poco dopo con le lacrime.
Dopo
ore di estenuante viaggio (Se, estenuante, diciamo che l'hanno
passato a dormire), le ragazze giunsero a destinazione.
Marie
si svegliò dopo che Seline la scosse per almeno tre volte.
Sospirò leggermente.
"Siamo
arrivate?" chiese, un cenno del capo dell'altra la fece alzare
di scatto. Presero tutti i loro bagagli e si diressero al treno per
raggiungere Inazuma-Cho. Il viaggio non durò molto ed in poco
tempo furono all'Ospedale.
"La
signora Storm, dov'è?" chiese Marie.
"Stanza
6, primo piano." disse la donna, la castana annuì facendo
cenno a Seline di seguirla.
Il
cuore di Seline batteva all'impazzata, non era mai entrata in un
ospedale, solo una volta, quando sua madre ci era finita per colpa
del suo patrigno.
Marie
strinse la mano di Seline, poi trovò la stanza 6 ed entrò.
Vedere sua madre in quello stato le faceva male, tuttavia si fece
coraggio ed avanzò.
"Mamma,
come stai?" chiese dolcemente, non lasciando la mano di Seline.
"Non
bene..." sussurrò quella tossendo. "Lei è una
tua amica?" chiese, indicando Seline.
"Una...
mia compagna di squadra." disse sincera. "Ho fatto prima
che potevo, scusa se ti ho lasciata sola per tutto questo tempo..."
"Sono
la sua migliore amica" la corresse Seline, stringendo di più
la mano di Marie.
"Il
mio nome è Seline" si presentò la mora alla madre
di Marie.
Marie
si voltò di poco, squadrando la mora da capo a piedi,
perplessa.
"E'
molto carina, lo sai Marie?" le disse la madre, sorridendo
stanca. Marie sorrise dolcemente.
"Papà
non si vede, ho provato a cercarlo ma non c'è traccia di lui."
La madre scosse il capo.
"Non
importa." disse "Comunque, piacere Seline, sono felice che
Marie abbia un'amica così bella."
Seline
a quelle parole arrossì di botto, farfugliando un "grazie"
e abbassando lo sguardo.
"E
il piacere è mio..." continuò, alzando di poco lo
sguardo.
Marie
rise leggermente nel vedere la piccoletta così imbarazzata.
"Mamma, vorrei stare con te sempre." disse la più
grande, passandosi una mano sui capelli. "Mi prometti che ti
rimetterai in sesto?" le chiese, dolce. La madre annuì
solamente.
"Seline,
la mia piccola Marie mangia abbastanza? Fa la brava? Ha trovato un
ragazzo?" la castana arrossì a tutte quelle domande poste
dalla madre, sospirando appena.
"Ehm...
Sì, mangia abbastanza... è bravissima come Capitano
e... In quanto al ragazzo..." Seline guardò con la coda
dell'occhio la castana, chiedendosi se magari non volesse far sapere
a sua mamma di Micheal.
Marie
sorrise ed annuì brevemente in sua direzione, ancora in
imbarazzo.
"Sì
mamma, ce l'ho il fidanzato." disse sempliemente, portandosi una
mano sul viso.
"E'
bello? Buono? Bravo? Dolce?" Marie annuì leggermente,
arrossendo. "E tu Seline?"
"A-Anche
io, sì... " disse la mora arrossendo ancora di più
e fissando Marie di sottecchi.
Marie
sorrise dolcemente.
"Mamma
è stanca, andiamo?" chiese dolce, fissando la più
piccola negli occhi.
"S-Sì,
andiamo... è stato un piacere conoscerla, signora Storm"
Seline piegò il capo in direzione della mamma di Marie e le
rivolse uno dei suoi migliori sorrisi.
Marie
sorrise dolcemente, allontanandosi dalla stanza piano.
"Staremo
in un albergo, se a te sta bene." replicò lei,
sorridendo. "Così siamo migliore amiche?"
"Ti
ho lasciato sorpresa, èh?" ridacchiò la più
piccola, mettendosi le mani in tasca.
Marie
annuì lentamente, sorridendole.
"E
da quando?" chiese leggermente, ridacchiando. "Non che mi
dia fastidio."
"Mi
sono accorta di aver tanto in comune con te... Ma rimani sempre una
pertica, eh?"
Marie
scoppiò a ridere. "E tu sarai sempre una piccoletta!"
esclamò, ridendo.
"Grazie,
Seline."
Rise
anche Seline, per la prima volta in vita sua si sentiva libera di
parlare con qualcuno, senza vergognarsi dei propri sentimenti o delle
proprie sofferenze.
Marie
l'abbracciò e poi le scompigliò i capelli con fare
dolce e fraterno.
"Avevo
proprio bisogno di un'amica come te, Seline." le disse poi,
dolce.
"Sì,
anche io, lo ammetto" sussurrò quella abbassando il capo,
tanto ormai il suo orgoglio era bell'e che andato.
"Bene,
allora saremo amiche da oggi in poi. Sono felice." disse, seria.
"Anche
io lo sono" rispose Seline, finalmente felice, sorridendo
dolcemente.
Raggiunsero
l'albergo, e finalmente riposarono. Era da tempo che Marie non vedeva
sua madre, chissà come sarebbe stato farlo per ben due
settimane.
Appena
entrate, Seline si buttò di slancio sul letto più
vicino, affondando il viso nel cuscino.
"Deve
essere bello poter vedere la propria madre" commentò,
forse più a se stessa.
Marie
si voltò appena verso di lei, sospirando.
"Beh,
un po'... Ma vederla così mal messa mi dà sempre un
tuffo al cuore... Se solo mio padre non l'avesse lasciata..." Si
buttò sul letto pure lei e sospirò
"Da
chi hai preso gli occhi verdi? Tua madre non ce li ha così"
le chiese Seline, curiosa.
"Mio
padre..." Sussurrò, quasi con odio verso quell'uomo. "Mia
madre ha detto che ho gli stess occhi di mio padre." rispose
Seline
sorrise comprensiva, poteva capire tutto il suo odio: "Io i miei
non so da chi li abbia presi, ma i capelli sono di mio padre"
ridacchiò un po', poi.
Marie
sorrise, stiracchiandosi.
"I
tuoi occhi sono molto belli, mi piacerebbe averli così."
Sorrise dolcemente in sua direzione, spogliandosi poi dalla maglia
per mettersi il pigiama.
"Io
li odio, invece, è come essere un libro aperto, tutti possono
sapere le tue emozioni..." ribattè Seline, restando in
intimo per dormire come faceva sempre.
Marie
le sorrise dolcemente.
"Beh,
ma se nessuno conosce il significato dei colori, sarà dura
leggerli." sorrise di nuovo, sdraiandosi.
"Vedi
che fra un po' li imparerai... E poi alcuni non si intonano al colore
dei miei ciuffi rossi" continuò la più piccola, in
tono melodrammatico.
Marie
scoppiò a ridere, voltandosi verso di lei.
"Ciuffi
rossi, andiamo a dormire, è meglio." la prese in giro
lei, ridendo ancora.
"Beh,
Ciuffi Rossi è meglio di Nanetta" commentò Seline,
sorridendole cordiale.
Marie
sorrise leggermente.
"Sempre
meglio di Pertica." la canzonò lei, vagamente divertita.
Le stava molto simpatica.
In
due giorni, due ragazze che quasi non si sopportavano divennero
migliori amiche, ad accomunarle magari il fatto di un passato
difficile da digerire, ma anche grazie a questo passato sbocciò
una nuova amicizia.
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Capitolo 6 *** Capitolo cinque. ***
Marie
e Seline stavano andando all'Ospedale, la madre della maggiore era,
infatti, in coma da mesi e lei era tremendamente preoccupata. Gli
occhi castani della giovane viaggiavano lungo il paesaggio che le
circondava, ripensando al bacio che aveva dato al turchesino il
giorno precedente. Arrossì al pensiero, sospirando subito
dopo.
“Seline.”
la mora si voltò verso l'amica, in attesa che parlasse e
Marie, che già di suo trovava difficoltà a parlare con
gli altri di una cosa imbarazzante, deglutì a fatica.
“Dimmi
tutto, Marie.” la incoraggiò l'amica, sorridendo
dolcemente come solo con lei faceva. Rincuorata dal sorriso Marie
parlò:
“Kazemaru
mi ha baciata, ieri ed io...” deglutì di nuovo,
arrossendo sempre di più al pensiero che le passava per la
testa.
“E
tu?” chiese Seline, incuriosita.
“Ho
ricambiato.” ammise, portando una mano sul cappello rosa che
indossava sempre.
“Ti
piace?” domandò allora la minore, voltandosi verso la
sua migliore amica sfoggiando un sorriso malizioso.
“Non
lo so. Mi sento strana quando sono con lui.”
Seline
rispose con un sorriso accennato, e le scompigliò i capelli
castani.
“Me
ne intendo abbastanza su queste cose - e ridacchiò - e ti
posso dire che sicuramente non sei indifferente a Kazemaru,
sicuramente ti piace.” tagliò corto la minore, facendole
l'occhiolino.
Marie
arrossì vistosamente, voltando il capo verso un'altra
direzione. Sentì il cuore cominciare a battere all'impazzata e
sospirò lungamente.
“Seline
io... - cominciò la maggiore - Non sono sicura di nulla. Dopo
la storia con Micheal ho cercato di non farmi notare. Perché
nonostante tutto vengo notata?” le chiese sbuffando
sonoramente, incrociando le braccia al petto.
Seline
in risposta scoppiò in una sonora risata, che fece irritare
ancora di più la castana.
“Secondo
te, se un uomo andasse in giro con dei sacchetti della spazzatura in
faccia per non farsi notare, non lo guarderebbero tutti di più?”
le chiese infatti di risposta, con tono ovvio.
“Cosa
vorresti insinuare? Che mi notano proprio perché non voglio
essere notata?” domandò curiosa e infastidita Marie,
sbuffando subito dopo sonoramente.
“Direi
di sì.” rispose arricciando il labbro Seline, stentava a
credere che la sua migliore amica non se ne fosse veramente accorta
prima.
Marie
sospirò nuovamente, portando ora un braccio a poggiarsi
sull'altro, voltandosi verso l'amica.
“In
pratica mi sono tirata la zappa sui piedi, eh? Tentavano tutti di
sapere se sotto queste maglie ci fossero forme femminile, vero?”
ridacchiò appena, nervosamente.
“Mi
sembra un comportamento che caratterizza ogni ragazzo... però
tu potresti iniziare a comportarti in modo più femminile.”
rispose leggermente acida Seline, nonostante fossero migliori amiche,
erano quasi sempre in disaccordo in tutto, e le litigate erano ormai
quotidiane per le due more.
“Vorresti
dire che non sono femminile?” si voltò verso la migliore
amica con uno sguardo di fuoco. “Stai dicendo questo, Seline
Smith Anderson?” E quando Marie la chiamava per nome, Seline
sapeva che era davvero arrabbiata.
Seline
alzò un sopracciglio, per niente colpita.
“Kazemaru
sembra più una ragazza di te.” rispose infatti spavalda,
adorava farla arrabbiare anche per motivi decisamente futili, e anche
se sapeva che avesse ragione l'altra.
Ovviamente,
però, non avrebbe mai ammesso le sue colpe.
Marie
socchiuse gli occhi, sbuffò ed incrociò le braccia al
petto.
“Non
è vero. - rispose lei - Kazemaru è più maschio
di quanto credi.” replicò poi, acida. Odiava quando
Seline si divertiva a farla arrabbiare.
“Se
dici così si vede che vi siete dati da fare! Comunque si vede
ad occhio che ce l'ha piccolo.” la deridé la minore,
anche se non pensava affatto ciò che aveva detto.
Stava
di fatto, che Kazemaru non le andava comunque molto a genio, partendo
dal presupposto che già stava attirando l'attenzione della sua
migliore amica più del dovuto, ed era parecchio gelosa
soprattutto di questo.
Marie
sgranò gli occhi, poi arrossì nuovamente fino alla
punta dei capelli.
“Ehi!
Non dire cose di questo genere, per favore!” replicò
sbuffando. “Pensa a tulipano, tu. Si vede lontano un miglio che
gli piaci.” rispose poi, altrettanto acida. “Mi irrita il
modo in cui ti gira intorno!” sbottò poi, incrociando le
braccia al petto.
“Con
Burn mi diverto solamente, anzi, credo che mi piaccia ancora Alex.”
borbottò Seline, aveva toccato un punto dolente.
Marie
si voltò appena verso l'amica, sgranando di nuovo gli occhi.
Era perplessa e stupita.
“Ancora?”
deglutì a fatica “Ne sei certa?” Marie temeva che
riavvicinandosi ad Alex sarebbe tornata in Spagna. Lontano da lei, da
sua madre e dalla loro amicizia. E non voleva. Però questo non
lo disse.
Seline
dal canto suo abbassò gli occhi, sconfitta, e sospirò
lentamente: “Ci ho pensato su molto, e ho capito di non poter
più stare senza di lui, eravamo fatti l'uno per l'altra.”
ammise, arrotolandosi una ciocca di capelli rossi sull'indice della
mano destra: “E poi, sta sera viene a casa mia.”
aggiunse, sorridendo malinconica.
Marie
sospirò lungamente, poi abbassò anche lei gli occhi.
Conosceva abbastanza bene l'amica, e sapeva che quando si apriva così
tutto ciò che diceva era vero.
“Beh...
- tirò un lungo sospiro - La scelta è tua, in fondo io
non posso decidere per te.” rispose leggermente triste. Sorrise
malinconica e le diede una pacca sulla spalla.
“Senti,
sta sera lo vedo e poi ci penso... sai, è difficile decidere
tra l'amicizia e l'amore, davvero difficile.” confessò
la Smith, mordendosi il labbro inferiore.
“Inoltre
sarebbe troppo per me doverlo vedere andar via da me, dopo essere
stati per troppo tempo separati. Tu non verresti via con me vero?”
le domandò con occhi ormai lucidi.
Marie
si voltò verso l'amica, le sorrise triste ed abbassò il
capo.
“Mi
piacerebbe, Seline... Ma mia madre ha bisogno di me.” rispose
con voce rotta dai singhiozzi. Senza che se ne fosse veramente resa
conto la maggiore si era messa a piangere. “Se solo trovassi
mio padre... Tutto sarebbe diverso...” chiuse gli occhi e
sospirò di nuovo.
Seline
socchiuse gli occhi, cercando di trattenere anche le sue lacrime; era
difficilissimo per lei fare sempre quella più dura tra le due,
ma non riusciva a lasciarsi andare.
“Scusami,
non volevo.” si scusò, stringendo una mano alla migliore
amica.
“No,
scusami tu.” rispose, asciugandosi le lacrime. “Non
dovevo piangere. Voglio solo che tu sia felice. Che sia qui con me o
con Alex.” le disse sincera, dando una pacca sulla spalla alla
minore.
Seline
annuì rincuorata, alzando poi lo sguardo e notando solo in
quel momento l'edificio che stava loro dinnanzi.
Erano
arrivate all'ospedale.
Marie
tirò un lungo sospiro, erano anni ormai che faceva avanti ed
indietro da quell'Ospedale, con la speranza che sua madre si
riprendesse.
Prese
per mano la mora e si avvicinò alla camera di sua madre.
Guardò l'infermiera con sguardo scettico.
“Che
succede?” le chiese una volta che furono entrambe lì.
“Perché c'è confusione?” l'infermiera le
sorrise e le diede una pacca sulla spalla.
“Tua
madre ha già una visita.” Marie sbiancò
letteralmente, fu costretta a rimanere in piedi sorretta da Seline.
Seline
corrugò le sopracciglia, quella storia già non le
piaceva.
Spostò
lo sguardo sulla sua amica, e notò che anche lei era spaesata
quanto lei.
La
infermiera le fece entrare nella stanza, dopo essersi assicurata che
Seline fosse lì con lei, e quando entrarono, rimasero entrambe
impietrite.
Nella
stanza, infatti, era presente la figura di un uomo adulto dalla
chioma castana, seduto vicino il letto della donna in coma. Marie
deglutì a fatica e si voltò verso l'amica.
“Papà?”
chiese poi con un groppo alla gola, mentre tentava di trattenere gli
istinti di sputargli addosso quanto lo odiava.
L'uomo
si voltò sconvolto, fissa la ragazza con occhi scettici.
“Che
cosa ci fa lei qui, scusi?” chiese infatti Seline, in modo
freddo, e fulminandolo con gli occhi che stavano sfumando verso il
rosso sangue, spaventando l'uomo.
“Questa
donna è mia moglie, piuttosto voi due cosa fate qui?”
chiese perplesso. La mora lo spaventava non poco, ma la figura di
fianco a lei non riusciva a decifrarla.
“Quella
donna è mia madre!” sputò fuori Marie, tutto il
dolore che aveva represso spuntò fuori proprio in
quell'istante.
“Io
non ho figli.” rispose l'uomo.
“Beh,
sia dia il caso che mia madre era incinta quando tu, suo marito,
l'hai lasciata!” gridò irritata, stringendo un pugno.
“Lei
è un lurido figlio di puttana.” ringhiò Seline,
estraendo quasi dal nulla il suo pugnale, e socchiudendo gli occhi
che si facevano man mano che passava il tempo di una sfumatura sempre
più forte di rosso.
Quello
che le aveva raccontato Marie era bastato a farle odiare quell'uomo,
anche se non l'aveva neanche mai visto dal vivo.
“Calmiamoci
tutti, ok?” rispose l'uomo nonostante il timore che aveva di
quella ragazza. “Ho avuto le mie ragioni se ho lasciato tua
madre.”
“Non
voglio scuse! Sono passati 15 anni da quando te ne sei andato! Non ti
ho mai visto! Non so nemmeno come ti chiami, so solo che il mio
cognome è tuo! E che ho i tuoi stessi occhi. Per il resto sei
sempre stato un estraneo per me.” sputò di nuovo la
maggiore. Socchiuse gli occhi e respirò per tentare di fermare
le lacrime.
“Io
non mi calmo solo perché me lo ordina un coglione, bastardo
che abbandona sua moglie in un momento di bisogno come la gravidanza,
va bene? Sa che cosa potrebbe adesso fare mio padre? Sa qual'è
il mio cognome, e che l'uomo da cui l'ho preso potrebbe farla mandare
in prigione senza che lei possa aver fatto niente?” urlò
Seline, tirando in mezzo suo padre, uno degli uomini più
ricchi e famosi del mondo.
Marie
si voltò verso l'amica sorridendo leggermente. Le diede una
pacca sulla spalla.
“Seline,
per favore, calmati.” le disse Marie, tentando di sorridere.
“So che vuoi aiutarmi, e ti ringrazio. Ma lui potrebbe essere
l'ultima speranza affinché mia madre si riprenda...” le
diede un'altra pacca tentando un nuovo sorriso. La porta dietro di
loro si aprì nuovamente, mostrando le figure di Micheal e
Alex. Marie sbiancò di nuovo, fissando Micheal scettica.
Seline
invece si girò, mentre il rosso dei suoi occhi si affievoliva
facendo spazio all'arancione della confusione, e solo quando vide il
suo ipotetico ragazzo, sbiancò anche lei più di quanto
non fosse già bianca di suo.
“A-Alex?”
sussurrò infatti, lasciando cadere il pugnale che ancora aveva
in mano.
Alex
le sorrise dolcemente, abbracciandola con fare tranquillo. Micheal
invece attendeva, forse, una reazione di Marie. La giovane abbassò
lo sguardo e respirò lungamente.
“Come
sapevate che eravamo qui?” chiese la castana. Alex sorrise
appena.
“Seline
ha detto che tua madre era in coma, capitano. Siamo venuti a
trovarla.” rispose il ragazzo. “Micheal per lo più
era venuto a dirti una cosa, capitano.” sorrise e diede una
pacca verso l'altro, che sospirò.
“Volevo
solamente chiederti scusa, sono stato veramente stronzo l'altro
giorno, quando eri con il turchese, e mi dispiace tantissimo, vorrei
solo riuscire a farmi perdonare.” mormorò a mezza voce
Micheal, sorridendo appena.
Seline
invece sussurrò qualcosa nell'orecchio di Alex, che
assomigliava molto ad un 'Tanto è tutto merito mio'.
Alex
le fece una linguaccia, ridacchiando leggermente. Marie abbassò
il capo per un attimo, poi sospirò lungamente.
“Micheal,
non importa. - rispose subito - Ti perdono.” alzò il
capo e sorrise e per un po' si dimenticò dell'uomo nella
stanza, come se non esistesse.
Micheal
si avvicinò pericolosamente alla castana, sollevandole il viso
con due dita: "Non potevo stare senza di te." le sussurrò
a fior di labbra il rosso.
Seline
invece abbracciò quello con i capelli neri da dietro,
nonostante fosse quasi venti centimetri più alto di lei,
osservando la scena con un sorriso malizioso.
Alex
sorrise leggermente, sussurrando qualcosa all'orecchio della moretta.
“Secondo
te la bacia?”
Marie
sobbalzò, non ricordava quando era stata l'ultima volta che
Micheal le era stato così vicino.
“Micheal...”
fu costretta a guardarlo dritto negli occhi. “Io...” non
sapeva che dire, doveva forse raccontargli del bacio col turchese?
Senza
neanche aspettare la risposta di Marie, però, il rosso posò
le labbra su quelle della ragazza, in un bacio dolce e casto, mentre
dal canto suo Seline tifava per lui a bassa voce.
Era
definitivamente sicura di amare molto di più la coppia Marie e
Micheal che Marie e Kazemaru.
Marie
dal canto suo restò pietrificata dall'azione del ragazzo. Non
riusciva a credere che il rosso l'avesse baciata, non ci riusciva.
Quando si allontanò, Marie portò gli occhi in un luogo
diverso da quelli del rosso. Sapeva che Seline in un certo senso
tifava per lui, eppure lei non era convinta.
“Perché
hai quel sorrisetto felice?” le chiese Alex sottovoce, sperando
che la castana non sentisse.
“Io
adoro Micheal,” mormorò Seline, rendendosi conto solo
dopo che Alex avrebbe potuto fraintendere, geloso com'era.
“Tutto
bene?” chiese Micheal a Marie, mettendole una mano sulla
spalla.
Marie
sorrise appena, portando lo sguardo sull'uomo che doveva essere suo
padre.
“Tutto
bene...” sussurrò a mezza voce la maggiore, tirando però
un lungo sospiro.
Alex
fissò scettico la ragazza, assottigliando lo sguardo.
“In
che senso?”
Seline
in risposta lo fulminò con lo sguardo, dandogli uno schiaffo
sulla schiena: “Sei proprio un coglione.” lo apostrofò,
senza scherzare, e avvicinandosi a Marie, che aveva ancora lo sguardo
fisso su suo padre, esattamente come fece Micheal.
“Vi
presento l'uomo che non ho mai visto in quindici anni.” disse
Marie con voce spenta. “Mio padre.” restò negli
occhi castani dell'uomo, tentando di trovarci qualcosa che le
somigliasse.
“Tuo
padre?!” esclamò perplesso Alex.
Seline
annuì, per niente convinta dall'uomo con cui aveva avuto
un'accesa discussione.
“Sì,
quel figlio di puttana è suo padre.” disse con
nonchalance, beccandosi un'occhiata perplessa e nello stesso tempo
incazzata anche da Micheal.
Aveva
già due contro.
“Questi
chi sarebbero?” chiese perplesso il padre di Marie, che ancora
si chiedeva chi fosse tutta quella gente.
“Caro
padre - cominciò ironica la castana - Questi che vedi sono i
miei amici. La ragazza senza peli sulla lingua è Seline Smith
Anderson, la mia migliore amica. Loro due sono Micheal ed Alex, due
ex compagni di squadra.” concluse con voce spenta.
“È
un vero piacere conoscerla.” soffiò ironica Seline,
stringendo la mano di Alex.
“Capito?
Sono la figlia di James Smith Anderson.” continuò, fiera
ed orgogliosa, alzando il capo.
Intanto,
Micheal appariva sempre meno confuso, ma sempre più incazzato.
Marie
sorrise appena alle parole della migliore amica, mentre fissava in
silenzio suo padre che era sbiancato.
“Mathias
Storm.” disse solamente, come se ciò potesse sollevare
il morale alla figlia.
“Storm...”
Sussurrò Marie, sbuffando appena.
“Marie,
non vorrai mica perdonarlo!” ringhiò Seline, trattenuta
a stento da Alex, se non ci fosse stato lui infatti, probabilmente
sarebbe già saltata addosso all'uomo per strozzarlo.
“Che
cosa ci fa qui?” chiese ad occhi socchiusi Micheal, che ancora
non aveva emesso alcun suono.
Marie
si voltò verso Seline e scosse il capo.
“No.”
rispose fredda, mentre gli occhi si posarono su Micheal che era
rimasto in silenzio fino a quel momento.
“Sono
venuto a trovare mia moglie, perché, è vietato?”
chiese socchiudendo gli occhi.
“Credo
che sia arrivato in ritardo, è passato qualche annetto, che è
successo, si è perso l'autobus?” lo sfotté
Seline, senza curarsi di cosa avrebbe pensato chiunque fosse stato
lì.
“Ho
avuto i miei problemi.” rispose solamente, come se ciò
potesse calmare l'animo di Marie.
“Mia
madre desiderava vederti prima che finisse in coma. Ti ho cercato per
anni, ma tu eri sparito!” scoppiò nuovamente Marie, con
la voce rotta dal pianto.
Seline
si avvicinò all'amica, abbracciandola e sussurrandole
all'orecchio un 'non preoccuparti'.
“Si
può sapere che le prende? Pensa davvero di avere il diritto di
venire qui dopo tutti questi anni?” si intromise Micheal,
fulminando l'uomo con lo sguardo.
“Micheal,
non fa nulla... È l'ultima speranza...” sussurrò
triste la castana mentre fissava con odio il padre.
“Marie...”
Sussurrò Alex, sospirando.
“E
che cosa vorreste fare adesso?” sbuffò Seline, rivolta
ad entrambi gli Storm, mentre si avvicinava ancora ad Alex,
stringendosi a lui come quando era più piccola.
“Non
lo so.” Marie scosse il capo. “Anche se sei la sola
speranza per mia madre non significa che ti ho perdonato. E non credo
che lo farò mai.” abbassò il capo, sospirando
lungamente. “Volevo solo salutare la mamma, torno a casa...”
sussurrò poi.
“Allora
andiamo? Sei sicura?” chiese all'improvviso Micheal, dato che
Seline era troppo occupata a guardare malissimo il padre di Marie.
“Sicurissima.”
rispose Marie “Non resisto un secondo di più.”
sorrise leggermente in direzione di Seline ed Alex, poi annuì
a Micheal, leggermente.
“Va
bene, allora noi andiamo.” concordò Seline, iniziando ad
uscire.
“Spero
di non rivederla mai più.” comunicò all'uomo,
ravvivandosi i capelli, e aggiunse anche un 'stronzo', prima di
uscire, era stata persino troppo buona nei suoi confronti.
Marie
diede una pacca alla sua migliore amica. “Grazie per esserci
stata, Seline. Non so cosa avrei fatto se l'avessi visto da sola.
Grazie anche a voi, Micheal e Alex.” sorrise dolce in loro
direzione mentre riprendeva a camminare.
“Ehi,
Marie, posso sapere perché non gli hai detto che... stiamo
insieme?” le chiese ad un certo punto Micheal, dopo le
insistenti richieste di Seline, che continuava ad esortarlo.
Marie
si voltò verso il rosso e sollevò le spalle.
“Non
si merita di sapere certe cose.” rispose solamente. “E...
Quand'è che ci siamo rimessi insieme?” chiese con un
sopracciglio sollevato.
“Non
ci siamo mai lasciati.” rispose semplicemente Micheal, mentre
Seline si avvicinava a Marie, dicendole all'orecchio senza farsi
sentire dagli altri due: “Prova a dire le parole turchese,
occhi nocciola e Kazemaru Ichirouta e sei morta. Micheal è il
tuo uomo, non quella donnetta.”
Marie
socchiuse gli occhi, voltandosi verso Seline.
“Perché?”
chiese Marie “Che cos'ha che non va?” era triste che
Seline pensasse una cosa del genere. A lei piaceva Kazemaru.
“Tutto,
semplicemente tutto.” sibilò quella dai capelli corvini,
senza sapere in realtà che passasse nella mente di Marie.
“A
me piace!” sbottò poi, fissando la sua migliore amica
offesa. “Non posso farci niente, l'ho baciato, Seline, o te lo
sei scordato?” chiese acida ed offesa.
“Con
Micheal ci hai fatto di più di qualche bacio.” ribatté
ad armi pari Seline, odiava che il suo fidanzato storico fosse messo
in secondo piano, perlopiù da uno che ancora non le andava a
genio. Anzi, le stava proprio sul culo, a dirla breve.
“Non
mi importa.” socchiuse gli occhi “Sta a me decidere della
mia vita! Mi dispiace che non ti piaccia, ma non posso farci niente.
Lo sai che al cuore non si comanda.” si soffermò a
guardare Micheal, che era rimasto silenzioso, sollevando appena le
spalle con fare sconsolato.
“Ah,
allora è questa la questione! Ti importa di quello che dico
solo quando ti devo consolare o quando ti devo dare dei consigli che
a te vanno bene! Perché non provi ad essere un po' più
umile, ed a provare solo a vedere come va con Micheal?” le
chiese acida Seline, con gli occhi che si ingiallivano per il
nervosismo.
Marie
sgranò gli occhi a tale affermazione, abbassando il capo di
colpo mentre sentiva di piangere.
“Sei
la mia migliore amica Seline, credimi se ti dico che ascolto tutto
ciò che dici. - cominciò, sospirando - Le tue parole mi
feriscono.” concluse, voltandosi. “E se pensi questo di
me, beh allora vuol dire che non mi conosci affatto!” sbottò
poi, in verità non pensava davvero quello che stava dicendo,
ma la rabbia le faceva dire cose senza pensare. Sapeva di star
ferendo la sua migliore amica con quelle parole.
“Ti
sei sempre comportata da egoista in questi ultimi anni, ma non
pensavo che riuscissi ad arrivare a tanto!” sbottò la
mora, fissandola con occhi di fuoco.
In
realtà non pensava affatto tutte le cattiverie che stava
dicendo, la sua ragione era solamente offuscata da tutta la rabbia
che provava, e che non la faceva ragionare.
“Mi
sono comportata da egoista?? Ma ti senti? Scusa tanto se ho mia madre
in coma!” Era davvero furiosa e nervosa, forse la presenza di
suo padre non l'aveva aiutata per niente in tutto quello. Alex le
fissava preoccupato, tirava una brutta aria, ne era certo.
“Scusa
tanto se ho rinunciato a tutto per seguirti! È così che
mi ripaghi??” sbottò la minore, guardandola con occhi
sempre più arrabbiati. Marie ricambiò lo sguardo, poi
abbassò il capo.
“Ah
è così? Bene, allora spero proprio che ti divertirai
con Alex!” sbottò Marie “Buona serata!”
gridò infine, scappando.
Seline
sbuffò appena ma non disse nulla.
“Sei
sicura che ti vada bene così?” le chiese Alex
preoccupato, non le aveva mai viste litigare così da quando
erano diventate amiche. “Tsk, sono affari suoi.”
rispose solamente la mora, nascondendo le lacrime abbracciando Alex.
Micheal
si gettò all'inseguimento di Marie, cercando di raggiungerla.
Corse per un po' ma non riuscì a trovarla. Sbuffò
sonoramente e tornò indietro.
Marie
corse per un po' lungo la strada senza badare a dove andava, tanto
che si schiantò contro qualcuno.
“S-Scusa.”
disse Marie, alzandosi lentamente. L'altra persona si alzò
insieme a lei e la guardò.
“Marie,
tutto bene?” il suono di quella voce le fece alzare subito il
capo di colpo e mostrare le lacrime sul suo viso.
“Kazemaru...”
sussurrò, abbracciandolo d'istinto. “Io... Ho litigato
con Seline.” spiegò solamente. Kazemaru, nonostante il
rossore, ricambiò l'abbraccio.
“Perché?”
chiese dolce, accarezzandole i capelli con fare affettuoso.
“Non
vorresti saperlo.” rispose solo. Kazemaru decise di non
insistere e le sorrise leggermente. “Ho visto mio padre...”
disse con voce spezzata Marie, Kazemaru la strinse a sé in
silenzio.
“Tuo
padre?” domandò allora. Marie annuì lentamente e
sbuffò subito dopo.
“È
uno stronzo, ma è l'unica speranza affinché mia madre
possa svegliarsi dal coma.” disse tutto d'un fiato,
singhiozzando appena.
“Ssh,
non dire altro.” le sussurrò il turchese, dolcemente.
“Posso...
stare con te, per oggi?” chiese lei, Kazemaru arrossì
fino alla punta dei capelli ma annuì in silenzio.
Marie
lo seguì e sorrise appena. Avrebbe fatto vedere a Seline
quanto Kazemaru era meglio di Micheal e di qualsiasi altro uomo
avesse voluto metterle davanti.
Note
delle autrici:
Oggi
parla solo Marie, poiché la tesorina Meli non ha voglia di
parlare... Beh spero che questo capitolo vi piaccia.
Abbiamo
scritto quasi tutto io e Meli, verso la fine è opera mia.
Beh...
Mi impegnerò per modificare tutti i nomi dei capitoli
precedenti, ormai siamo abituate a scrivere gli originali!
Aspettiamo
recensioni, anche negative.
Un
abbraccio cuccioloso, Marie
|
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Capitolo 7 *** Capitolo Extra: Marie e Kazemaru ***
ATTENZIONE,
CAPITOLO CON SCENA QUASI OLTRE L'ARANCIONE!
CAPITOLO EXTRA: MARIE E
KAZEMARU.
Marie
aveva seguito Kazemaru a casa sua, lontana con i pensieri dalla
litigata con Seline.
“Hai
un bella casa.” commentò subito lei, cercando di
mettersi a suo agio. Kazemaru le sorrise apertamente.
“Grazie.”
rispose poi, calmo. “Accomodati, fai come se fossi a casa tua.”
Marie sorrise appena, annuì e si tolse appena il giacchetto da
dosso. Perché nonostante tutto era sempre coperta, anche in
estate.
“Scusa
l'intromissione, Kazemaru.” abbassò il capo e sospirò
lungamente, dopotutto si era fatta ospitare senza sapere se potesse
restare senza disturbare.
“Non
scherzare. Non disturbi.” rispose semplicemente il turchese,
sorridendole. Marie trovava quel sorriso bellissimo e dolcissimo,
arrossì di botto.
“Grazie.”
rispose poi, andando a sedersi sul divano del salone dove erano
giunti.
“Vado
a prendere un bicchiere d'acqua, vuoi qualcosa?” le chiese
dolce, Marie annuì lentamente.
“Un
po' di acqua anche a me.” rispose subito, Kazemaru annuì
e si avviò in cucina.
Mentre
attendeva il suo bicchiere d'acqua Marie ripensava alle parole di
Seline:
“Kazemaru
sembra più una ragazza di te.”
Sbuffò
sonoramente, incrociando le braccia al petto con fare stizzito.
Perché se la prendeva tanto per una battuta del genere? Forse
perché in fondo al cuore sapeva che le piaceva il turchese.
Si
sentì improvvisamente calda, il cuore che le batteva forte nel
petto e l'improvvisa voglia di togliersi tutti quei vestiti di dosso
la fece diventare agitata.
“Accidenti
a Seline! Accidenti a lei ed alla curiosità che mi ha messo
addosso!”
Si
alzò le maniche in silenzio mentre cercava di farsi aria con
le mani. Quando Kazemaru tornò con il bicchiere d'acqua gli
sorrise.
“Tutto
bene, Marie-chan? Ti vedo un po' rossa.” le chiese, posando il
bicchiere sul tavolino di fronte il divano.
“C-Certo,
sto bene. Ho solo un po' caldo.” rispose prontamente,
sorridendo imbarazzata. Prese l'acqua e la bevve quasi di fretta,
poggiò il bicchiere e si perse a guardare Kazemaru. Quando la
mano di lui raggiunse il bicchiere, quella della castana raggiunse il
suo braccio.
“Posso
parlarti?” chiese poi, osservandolo negli occhi nonostante il
rossore presente sulle guance.
“Certo.”
rispose lui, lasciando perdere il bicchiere per concentrarsi
solamente su di lei. Si sedette di fianco a lei facendo sobbalzare
Marie, sentirlo così vicino la mandava fuori di testa.
“Ti
ricordi Micheal vero?” gli chiese subito, Kazemaru annuì
in silenzio e Marie continuò: “Mi ha baciata.”
confidò poi, stringendo una mano sui pantaloni che portava
sempre.
“Ti
piace ancora?” le chiese il turchese, troppo curioso ora di
sapere la verità da lei.
“No.
Ammetto che è un bel ragazzo, ed è stato dolce quando
stavamo insieme ma la storia con lui è finita.” rispose
calma lei, forse cercava di non pensare alla vicinanza col ragazzo.
“Il punto è che Seline... Preferisce Micheal.”
“A
chi?” domandò titubante Kazemaru, da una parte avrebbe
preferito non saperlo, dall'altra invece era curiosissimo. Marie
deglutì rumorosamente, portando una mano fra i capelli,
nervosa.
“A...
te.” rispose dopo minuti di silenzio, il capo basso a fissare
il pavimento ed il cuore che batteva ad una velocità assurda.
“A
me? Cosa intendi?” chiese perplesso, Marie alzò il capo
e si voltò verso di lui, incontrando gli occhi nocciola
dell'altro che tanto le piacevano.
“Ho
raccontato a Seline del nostro bacio, ma lei... è un po'
restia nel fidarsi di te.” spiegò Marie, arrossendo fino
alla punta dei capelli.
“Capisco...”
le sorrise lentamente e fece per alzarsi, fu allora che la mano di
Marie si mosse sul suo braccio per tirarlo verso di lei. Prima che
potesse dire altro Marie lo baciò sulle labbra, inizialmente
era un bacio casto e dolce, poi la castana gli chiese l'accesso per
rendere il bacio più passionale. Kazemaru, ancora scosso,
restò fermo per parecchi secondi poi si decise a darle il
permesso e le loro lingue si incontrarono in una danza che pareva
voler vincere lei. Mentre continuava a baciarlo lo fece sdraiare sul
divano e si mise sopra di lui, cominciando a muovere le mani lungo il
suo corpo. Dopo essersi staccata dal bacio lo guardò negli
occhi, sentendosi sempre più accaldata del solito. E dire che
di solito non sentiva caldo nemmeno in estate.
“Marie-chan?”
chiese Kazemaru, cercando di trovare una spiegazione a
quell'improvvisa situazione. Marie gli sorrise maliziosa e dolce
nello stesso momento, posando le labbra sul suo collo. Cominciò
a leccarlo e a morderlo mentre le mani viaggiavano sul suo petto,
slacciando lentamente i bottoni della maglia.
Kazemaru
gemette appena, nonostante cercasse di contenersi sentiva che gli
piaceva la situazione.
“Kazemaru,
hai un così buon sapore...” sussurrò Marie al suo
orecchio in un modo tremendamente sensuale da mandare i brividi al
turchese.
“M-Marie-chan...”
gemette ancora, godendosi le sue carezze dolci e sensuali allo stesso
tempo.
“Non
preferisci continuare in camera?” gli chiese poi, dopo che gli
aveva tolto la maglietta con un gesto deciso.
“Marie-chan,
sei sicura?” sorrise dolce, posandogli un bacio in fronte.
“Certo.”
Kazemaru annuì molto lentamente, Marie si alzò ed il
turchese la prese per mano, facendole raggiungere la sua camera. A
quel punto fu lui a prendere l'iniziativa, la fece sdraiare sul letto
e prese a leccarle il collo con insistenza e sensualità.
Dopo
diversi minuti, entrambi erano nudi sul letto. I loro gemiti erano
ormai alti e temevano si potessero sentire ovunque. Uniti nel corpo
come nell'anima completavano quella danza sensuale cominciata da lei.
Kazemaru
cadde sdraiato sul letto, stanco. Le sorrise dolcemente,
accarezzandole il viso.
“Sei
bellissima.” Marie arrossì appena, chiuse gli occhi e si
lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.
“Grazie.
Anche tu sei bellissimo.” gli rispose, sorridendo dolcemente.
“Scusa se te lo chiedo, ma dove posso dormire?” chiese
poi, fissandolo negli occhi.
“Sul
mio letto, se non ti crea problemi.” rispose subito,
sorridendo. Marie arrossì lentamente, abbracciandolo subito
dopo.
“Se
non crea problemi a te, non vedo perché no.” rispose
lei, sicura. Kazemaru le sorrise, aprì il letto e si
accomodarono abbracciati al suo interno.
“Niente
cena?” chiese lui, senza voltarsi. Marie poggiò le
labbra sul collo di lui e sorrise sulla sua pelle.
“Ho
fame di te, Kazemaru.” rispose poi, facendo scoppiare a ridere
il turchese. Rise anche lei, baciandogli il collo.
“Beh,
allora buonanotte, Marie-chan.” sussurrò poi, dolce.
Marie portò le mani a circondare la sua vita e sorrise
lentamente.
“Buonanotte,
Ichi-kun.” rispose lei, felice. Caddero addormentati nello
stesso istante.
La
mattina dopo, Marie si svegliò per il raggio di sole che le
finì sul viso. Si stiracchiò lentamente, sorridendo a
se stessa quando trovò Kazemaru ancora riposare.
“Ichirouta,
tesoro, svegliati!” sentì
gridare da fuori la camera. Marie sobbalzò lentamente, facendo
svegliare il turchese. Si voltò verso di lei e sorrise.
“Buongiorno.”
disse, stiracchiandosi lungamente. Si sporse per darle un bacio sulle
labbra che Marie accettò ben volentieri.
“Ichirouta
fai tardi a scuola!” gridò
nuovamente la madre, bussando alla porta.
“Arrivo,
mamma!” rispose lui, alzandosi dal letto. Raccattò i
vestiti che erano sparsi per terra e li lanciò a Marie. “Mia
madre è abituata a vedermi in boxer, ma meglio se vede te
vestita.” le spiegò, Marie annuì lentamente e si
vestì.
“Posso
entrare, tesoro o ti stai vestendo?” chiese davanti la porta
della camera del figlio.
“Entra
pure, mamma.” le disse, tranquillo. La madre del turchese entrò
e si stupì di vedere una ragazza, vestita, seduta sul letto
del figlio.
“Lei
chi è?” chiese allora la donna, indicando Marie seduta a
gambe incrociate sul letto.
“Marie
Storm, mamma.” disse solo Kazemaru, come se ciò potesse
spiegare molte cose.
“Marie
Storm... Quella
Marie
Storm?” domandò allora la madre del turchese, Marie
sorrise apertamente.
“L'unica
e inimitabile, direi.” rispose la ragazza, sicura. La madre del
giovane si aprì in un sorriso e l'abbracciò.
“Non
ci posso credere... Marie Storm, una delle giocatrice più
forti del mondo, è qui in casa mia!”
“A
dire il vero, signora, la gente mi conosce più come Bellezza
Letale, che come Marie Storm, ormai.” replicò Marie,
distratta da un pensiero.
“Beh,
e come dar torto a tutta quella gente? Sei così forte e bella
che non potevano sceglierti soprannome più azzeccato.”
la castana arrossì fino alla punta dei capelli, sorridendo
comunque in direzione della madre del ragazzo. “Noi ti abbiamo
sempre seguito!” rispose poi, sorridendo.
“Grazie
ma... Se sono ciò che sono lo devo alla mia squadra ed a
Seline, la mia migliore amica.”
“Come
sei umile...” rispose la madre del turchese. “Sei bella,
forte e umile. Una ragazza straordinaria, direi.” Marie arrossì
ancora di più.
“Mamma,
è tardi.” replicò il turchese, incrociando le
braccia al petto dopo essersi vestito in silenzio.
“Ah
sì, hai ragione. Meglio se andate.” rispose poi la
madre, lasciando andare la povera Marie.
“Certo.
C-Ci vediamo, signora.” replicò Marie facendo un inchino
dopo essere scesa dal letto. Seguì il ragazzo tranquillamente,
stringendogli la mano con fare dolce. Gli si avvicinò per
sussurrare al suo orecchio:
“Seline
si sbagliava sul tuo conto, Ichi-kun.”
Quel
sussurro gli fece venire i brividi ma le sorrise dolcemente.
“Perdona
mia madre, Marie-chan, è sempre così.” lei scosse
il capo e sorrise.
“Nessun
problema, era da molto tempo che un adulto non mi abbracciava, mi è
mancato l'amore di una madre.” spiegò solamente la
castana, stringendo la mano del turchese.
“Quando
vuoi passare a casa mia puoi, non credo che mia madre si faccia dei
problemi se vieni. Al contrario, credo che sia molto felice.”
le disse poi, dandole un bacio a fior di labbra.
Davanti
l'ingresso della scuola c'era un fiume di studenti ancora indecisi se
entrare o meno. Per non perdersi di vista Marie e Kazemaru restarono
vicini con le mani strette tra loro.
“E
allora, vi decidete o no ad entrare?” chiese la voce lamentosa
di Fudou Akio, fissando i compagni con sguardo truce.
“Con
calma, Fudou.” replicò invece la voce parecchio seria di
Sakuma Jirou, che fece venire il mal di testa alla povera Marie. Per
sua somma sfortuna, il destino volle che Sakuma la notasse e si
avvicinasse a lei con un sorriso sghembo dipinto sul volto. “Chi
abbiamo qui? La nostra stronzetta preferita. Me lo dai un bacio prima
di entrare?” le chiese prendendole il viso fra le mani.
“Va
all'inferno, stronzo.” fu la chiara risposta di Marie mentre
stringeva la mano di Kazemaru, in silenzio.
“Oh-Oh,
come siamo acide.” replicò Sakuma, con voce irritante.
Kazemaru socchiuse gli occhi e sbuffò.
“Sakuma,
vattene. Non vuole avere niente a che fare con te, mi pare.”
Sakuma si voltò verso di lui e sbuffò appena.
“Tu
che vuoi, Kazemaru? Quello che faccio con Storm non ti interessa.”
replicò l'altro, strafottente.
“Invece
sì, perché Marie è la mia ragazza. E se provi
ancora a parlarle così, finisci dritto in infermeria, è
chiaro?” Sakuma lo guardò in viso, serio.
“Ma
davvero? E da quando è la tua ragazza?”
“Non
sono fatti tuoi.” rispose Marie, decisa. “Ed ora
sparisci.” a quelle parole così taglienti e serie,
Sakuma sparì dietro la folla.
“Stai
bene?” le chiese dolce il turchese, Marie gli sorrise dolce ed
annuì.
“Tutto
bene, grazie.” gli rispose, dolcemente.
“Scusa
per aver detto di essere la mia ragazza, ma non potevo vederlo
trattarti così.” il turchese abbassò il capo e
Marie gli diede un bacio sulle labbra.
“Figurati.
Non mi dà fastidio per nulla.” rispose lei, tranquilla.
Si incamminarono finalmente dentro l'istituto dietro un folto gruppo
di studenti, proprio davanti la classe Marie sentì il suono
del suo cellulare.
To:
Marie
From:
Seline-chan
Posso
parlarti? Ti aspetto nella stanza delle scope.
Marie
sorrise appena, si avvicinò alle labbra di Kazemaru e le baciò
di sfuggita.
“Scusami,
Seline vuole parlarmi. Intanto entra, io arrivo a minuti.”
Kazemaru le sorrise dolcemente. “Vai pure.” le diede
anche lui un bacio sulle labbra dopodiché si avviò
all'interno della classe.
Marie
passeggiò per il corridoio finché non trovò la
stanza che cercava. Entrò in silenzio e si appoggiò al
muro, incrociando le braccia al petto.
“E
allora, pertica,
da quando ti sbaciucchi con il turchese?” chiese Seline,
fissando la sua migliore amica dal basso verso l'alto.
“Da
quando, piccoletta,
abbiamo fatto l'amore.” rispose tranquilla la maggiore,
ricambiando lo sguardo con un sorrisetto divertito stampato sul
volto.
“Cosa??”
per la sorpresa, Seline quasi urlò. Marie le sorrise
maliziosa, restando a braccia incrociate.
“Hai
capito proprio bene.” replicò con assoluta calma la
maggiore, facendo innervosire l'amica. E Marie lo sapeva bene come
farla innervosire.
“Ti
sei fatta scopare dal turchese??” chiese sconvolta la mora,
Marie la guardò negli occhi e sorrise.
“Mettiamo
in chiaro che sono stata io a saltargli addosso.” replicò
per nulla nervosa Marie.
“E
lui non ti ha fermato?” domandò ancor più
sconvolta la mora.
“E
perché avrebbe dovuto? L'hai detto tu stessa che gli piaccio.”
rispose calma Marie, Seline incrociò le braccia al petto e
prese un profondo respiro.
“Quindi
ora che te lo sei scopato è finita?”
“Puoi
scordartelo, per quanto mi riguarda è appena iniziata.”
rispose Marie, uscendo dalla stanza. Si diresse verso il bagno delle
ragazze e sorrise a se stessa. Era davvero felice quel giorno, come
lo era quando aveva notizie di sua madre confortanti.
Seline
nel frattempo era andata in classe ed aveva picchiato Kazemaru che
non capì il perché finché non lo gridò a
tutti i compagni.
“Questo
è per esserti scopato Marie!” i maschi di classe
fischiarono di approvazione, meno l'ingenuo Midorikawa che non capiva
che cosa fosse successo.
Kazemaru
non disse nulla, restò in silenzio fino all'arrivo in classe
della diretta interessata, a cui vennero fatti moltissimi fischi di
approvazione.
“Che
sta succedendo?” chiese poi, vagamente perplessa.
“Smith
ha picchiato Kazemaru perché ti ha portata a letto,
Marie-chan.” rispose tranquillo Afuro Terumi.
“Seline
cosa??” si voltò verso la sua migliore amica, sbuffando
rumorosamente. “Seline, per favore. Evitiamo di creare
problemi.” Seline voleva replicare, ma non ci riuscì
perché in classe entrò il professore.
“Storm,
puoi uscire, l'ospedale ha chiamato con fare urgente la scuola. Pare
ci sia un problema con tua madre.” a quelle parole il mondo di
Marie le crollò addosso.
“C-Come?”
riuscì a dire Marie, trattenendo a stento le lacrime. A quel
punto sia Seline che Kazemaru corsero ad abbracciarla.
“Vai,
sei giustificata. Kazemaru va con lei, avrà bisogno del
sostegno di qualcuno. Smith, so che vorresti andare con lei ma non è
possibile.” Seline socchiuse gli occhi, chiedendosi perché
non poteva andare con la sua migliore amica.
Marie
si diresse sconvolta verso la porta della classe, seguita da
Kazemaru.
“Non
preoccuparti, ci penso io a lei.” sussurrò
a Seline prima di uscire dietro a Marie.
Giunti
all'Ospedale la ragazza sentì il cuore batterle più
forte nel petto. Che cosa l'aspettava quando sarebbe entrata? Non lo
sapeva, ed ora aveva paura di scoprirlo. Una mano raggiunse la sua e
la strinse.
“Ci
sono io con te.” le sussurrò il turchese,
incoraggiandola ad entrare. Una volta raggiunta la stanza della
madre, entrò col cuore a mille.
“Ah
eccoti.” la salutò il padre, Marie socchiuse gli occhi
cercando di non pensare a niente.
“Perché
mi avete fatta chiamare?” chiese, cercando di restare calma. Il
dottore le sorrise appena, dandole una pacca sulla spalla.
“Il
signor Storm ha dato il suo consenso.” spiegò il
dottore. Marie strabuzzò gli occhi.
“Per
cosa?” chiese perplessa, sapeva che lo avrebbe odiato per tutta
la vita, e non sarebbe cambiato.
“Per
staccare la spina. Abbiamo perso la speranza con tua madre.” Se
prima il mondo le era crollato addosso, ora avrebbe preferito morire
piuttosto che sentire una cosa del genere.
“Non
può essere serio! La prego, non lo faccia! Stiamo parlando di
mia madre, non avete il diritto!” replicò Marie col
cuore in gola.
“Stiamo
sempre parlando della moglie di tuo padre.” rispose calmo il
dottore.
“Una
moglie che non vede da quindici anni! Ed ora, dopo tutto questo
tempo, viene a mettere la sua parola sulla decisione di mantenere o
meno mia madre in vita?? Mi rifiuto!” spiegò Marie,
sputando fuori tutto l'odio che aveva verso l'uomo che doveva essere
suo padre.
“È
pur sempre un adulto, sta a lui decidere.”
“Non
è giusto...” sussurrò Marie a capo chino.
Kazemaru le strinse la mano come ad incoraggiarla, e Marie rispose
con una stretta poco convinta.
“S-Sarà
meglio che esca...” disse poi, uscendo con le lacrime agli
occhi. Si strinse nell'abbraccio di Kazemaru che le accarezzò
i capelli, e lei prese a piangere.
“Chiamo
Seline, dammi il cellulare.” replicò deciso il turchese,
Marie annuì appena, porgendogli l'oggetto. Nemmeno al secondo
squillo Seline rispose.
“Pronto
Seline? Sono Kazemaru, Marie in questo momento non può né
vuole parlare.”
“Che
è successo?” chiese preoccupata l'amica, sistemandosi
una ciocca di capelli.
“A
quanto pare il padre di Marie vuole staccare la spina alla moglie.”
spiegò con voce irritata. Seline sbatté una mano sul
muro e lanciò un grido.
“Quel
figlio di puttana... Lo sapevo. Dovevo capire che non era venuto per
la moglie. Quell'uomo vuole portarsi via Marie, e l'unico modo che ha
è staccare la spina alla madre.” spiegò Seline,
vagamente irritata.
“Tu
dici? Arriverebbe a tanto?”
“Probabile.
Risolverò il problema, non preoccuparti. Dì a Marie di
stare tranquilla. Ci penso io.” Chiuse la telefonata e sorrise
alla ragazza.
“Seline
dice di stare tranquilla, che ci pensa lei.” Marie annuì
lentamente, restando nel suo abbraccio. “Vuoi venire a casa
mia?” le chiese poi, dolce. Marie annuì lentamente e lo
seguì in silenzio.
Angolo
della confettina:
Bene,
ho fatto il padre di lei veramente stronzo! Questo capitolo come si è
capito l'ho scritto interamente io. Spero vi piaccia!<3
Un
abbraccio cuccioloso, Marie
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