You ain't a man enought, not yet.

di looneylovegood
(/viewuser.php?uid=129647)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I would like to have a bulletproof heart. ***
Capitolo 2: *** Everybody want to change the world, but no one, no one want to die. ***
Capitolo 3: *** So you can leave like the sane abandoned me. ***
Capitolo 4: *** If life ain't just a joke, then why are we laughing? ***
Capitolo 5: *** And we all get together when we bury our friends. ***



Capitolo 1
*** I would like to have a bulletproof heart. ***


 

Credo che se sei destinato a qualcosa di grande, nulla possa impedirti di raggiungere il tuo scopo. Al contrario, se sei uno sfigato, niente può aiutarti ad arrivare alla meta.
Spero che non pensiate che io sia del primo caso, perché, cavolo, vi sbagliate di grosso!
Mi chiamo Matt, un nome nella norma, per un ragazzo nella norma, no?
No. Non sono nemmeno nella norma. Ditelo ai miei genitori, per favore!
Comunque, non ho intenzione di annoiarvi con una presentazione perfetta e di raccontarvi la storia della mia vita in mezza pagina. Ve la sorbirete tutta, oh si!
Forza, io sono Matthew Murray, e questa è la mia storia.
Tutto iniziò...aspettate, non sono perfettamente sicuro che il tutto ebbe un inizio...è successo, è successo e basta. Ma inizierò da qualche mese fa, quando ancora ero il normalissimo e sfigato Murray.
Non so di preciso cosa ho fatto per non essere considerato, ma da qualche tempo a questa parte comincio a credere che portare i cosiddetti ''maglioni della nonna'' non aiuti, e nemmeno essere impacciato e non esattamente sveglio.
Va bene, lasciamo perdere certe sciocchezze.
***
« Matt, forza, svegliati! ».
Battei più volte le palpebre, e con quel briciolo di forza che sentivo in corpo mi misi a sedere.
I muscoli erano indolenziti, e mi facevano male.
Vidi solo il volto di mia cugina Abigail, china su di me.
Mi afferrò per il braccio dolorante e mi tirò su. Riconobbi la palestra della scuola.
Anche il gruppo di ragazze ridacchianti dall'altra parte del campo.
Sicuramente una di loro mi aveva colpito con il pallone che giaceva al mio fianco.
Mi avrebbe infastidito, se una di loro non fosse Carrie McRyan. La bellissima, irraggiungibile Carrie.
Bruna, occhi verdi. Era meravigliosamente meravigliosa. Solo, peccato, che anche lei mi considerava un idiota.
La voce squillante di Abigail mi richiamò. « Vuoi fare attenzione una buona volta?!! È la terza volta in una settimana, Matt! ».
Scossi la testa. « S-Scusami Abbie... ». La campanella suonò. Abigail girò i tacchi e battendo pesantemente i piedi per terra borbottò qualcosa come « E che non si lamenti se non lo prendo mai in squadra ».
Mentre i ragazzi fluivano fuori dalla sala, un tipo, non esattamente simpatico si fermò accanto a me.
« Murray, mi chiedo ancora come fate ad essere cugini tu e lei. Un babbeo ed una figa. Bah ».
Si allontanò. In effetti, Abbie era una bella ragazza. Bionda, occhi azzurri, molto sportiva e brava a scuola.
Ma Carrie, era Carrie. Decisamente.
Presi la mia borsa e mi diressi verso l'uscita, per fortuna, quella era l'ultima ora.
Trasportato dalla marmaglia di studenti, mi ritrovai fuori.
All'angolo, Ace muoveva il braccio sperando di farsi notare mentre letteralmente azzannava un panino.
Sorrisi e lo raggiunsi.
« Ehi, Ace ».
« Ehilà, Matt, come ti va? » mi chiese a bocca piena, quasi si strozzava, quasi non capivo.
Sbuffai. « È successo, di nuovo ». Ridacchiai.
« Di nuovo?! Scommetto che stavi fissando Barbie McRyan! ».
Quasi involontariamente feci vagare il mio sguardo dappertutto, mormorando parole di dissenso.
***
E così era venerdì. Dopo poche ore sarebbe stato venerdì sera.
Che fare?
Avrei potuto invitare Ace per vedere una maratona di film, o avrei potuto chiedere a qualche amico del corso di vela estivo. Ma decisi di rimanere a casa.
Si, si, decisi.
Ore 18.00.
Ero completamente sdraiato sul divano, a fare zapping con il telecomando del televisore, mentre l'altro braccio penzolava e oscillava sopra una pacchetto di patatine.
Ore 18.23.
Troppo noioso stare lì a guardare i soliti programmi, decisi quindi di alzarmi e dirigermi in camera e mi dilettai per un'oretta giocando a The Sims 3.
Ore 19.39.
Paaaausa bagno.
Ore 19.41.
Decisi di farmi una doccia.
Ore 19.58.
Tornai in camera e mi stesi sul letto a leggere un libro.
Ore 21.32.
Mi mangiai un panino.
Ore 21.34.
Noia, noia, dannata noia.
Andai alla finestra, le vie erano colme di ragazzini e ragazzi.
E se in quel groviglio di gente ci fosse stata anche Carrie? Certo, era ovvio, lei usciva ogni sera!
Col suo ragazzo. Si, perché la sfiga non decide mai di abbandonarmi.
Decisi all'istante. Presi una giacca e mi precipitai alla porta. I miei genitori e mio fratello erano fuori, quindi non ebbi il bisogno di avvisare nessuno.
Scesi le scale, e vidi uscire da uno dei pianerottoli Amy. Una ragazza non brutta, ne carina, che non conoscevo esattamente bene. A dirla tutta, da piccoli eravamo migliori amici, se non qualcosa di più. Ora, invece, ci limitavamo alla cortesia di un saluto con la mano.
Le feci un cenno accompagnato ad un piccolo gesto con la mano. Lei sorrise e seguì con lo sguardo i miei spostamenti.
Ero fuori. Guardavo l'incessante andirivieni dei ragazzi. Sfregandomi le mani, mi tuffai nella corrente.
Ero disposto a tutto per vederla. Oddio, ero davvero disposto a tutto.

Mi misi a camminare controcorrente, speranzoso. Molti volti familiari quasi mi sfiorarono, ma nessuno di questi ebbe l'accortezza o l'educazione di salutarmi, anche se buona parte mi aveva riconosciuto.
Destra, niente. Sinistra, neppure. E poi di nuovo destra, e poi di nuovo sinistra. E per l'ultima volta destra, e per l'ultima volt...Carrie!
La vidi, splendida come al solito. Cavolo, perché Dio aveva messo tanta bellezza in una ragazza sola, invece di distribuirla?
Mi avvicinai, furtivo. Non volevo che mi vedesse. No.
Sospirai, scherzava e giocava con il suo ragazzo, non sarebbe mai stata mia. Mai.
Oh..ehm...smisero di giocare.
Approfittai di quella distrazione per sgattaiolare via, la vidi per poco, ma mi bastò.
« Hey, Murray! ».
Non ci potevo credere. Carrie mi aveva chiamato. E mi stava anche invitando ad avvicinarmi.
Era possibile?
Era quello il mondo reale?
Okay, okay, Matt. Respira, non è così difficile. Uno, due, forza.
Tremante, mi avvicinai alla ragazza. Dai ghigni divertiti degli amici, probabilmente ero arrossito come non so cosa.
« Ehm...c-ciao, Carrie! ».
« Senti, ti dispiace se faccio questo? ».
« C-Che? ».
Carrie prese il suo ragazzo dalla camicia e lo avvicinò a se. Iniziò a baciarlo con foga.
Io rimasi leggermente scioccato da quella scena.
Una volta separati, continuò. « Davvero pensi di avere anche una piccola possibilità con me? O pensavi che ti avessi chiamato perché “sei mio amico”? Sei solo un idiota, un povero illuso! ». Detto questo, scoppiò in una fragorosa risata, e con lei il resto del gruppo.
Mi sentivo davvero ferito. Non era abbastanza additarmi da lontano e parlarmi alle spalle?
No, evidentemente voleva vedermi la sofferenza stampata in faccia.
Le risate continuavano, non trovai altra via d'uscita che scappare da quello scompiglio di umiliazione.
Mi fermai in un vicolo. Mi poggiai al muro battendo un paio di pugni.
Non avrei sopportato oltre. Perché ero Matt?! Perché ero lo stupido, imbarazzante, strano, sfigato Matt?! Diamine!

Cercai di calmarmi.
Respirai.
E la parte peggiore, è che non riuscivo a smetterla. Non riuscivo a smettere di amarla.
Sentivo l'acqua delle pozzanghere entrarmi nei piedi. Anche i calzini si erano bagnati.
Ed era tutto buio.
Ma in quel buio vidi un ombra.
Un'enorme, spaventosa ombra.




Ok, abbastanza scontato come inizio, vero? Sì, immagino sia già visto...
Ma spero allo stesso modo sia abbastanza interessante, perché tengo tantissimo a questa storia. 
Ovviamente le critiche costruttive sono ben accette!
-Andy. :3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Everybody want to change the world, but no one, no one want to die. ***


« Che diavolo...?! ». Irrigidii le mani.
Avanzai verso l'ombra. Oddio, scherzo, il mio “indistruttibile” coraggio non me lo permetterebbe.
Inquietato, cercai di scappare.
Quell'ombra si avvicinò, e mi azzannò una gamba, trascinandomi nel oscurità.
La mia mente era un confusionario minestrone di “Che cazzo faccio ora?!” e “Sto per svenire.”.
Il mio respiro affannato era nullo rispetto al ringhio furioso di quello che sperai fosse un cane enorme.
Mi aggrappai a quel che potei, ma non sentii altro che un dolore ancora più forte alla gamba.
Uno sprazzo di luce colpì il cane in faccia...
Merda! Non è un cane!
Era qualche strano essere dalla testa di leone, zampe che sembravano di capra, e una coda da rettile.
La mia gamba sanguinava copiosamente, mentre con la mano destra cercavo qualcosa nelle tasche.
Lanciai al mostro la prima cosa che trovai. Un pacco di fazzoletti. Mortale, eh.
La creatura lasciò per un attimo la gamba, intanto che si vedeva arrivare il pacchetto.
Mi rialzai, incerto su cosa dovessi fare.
Iniziai a fuggire, ma questa mi riprese, lacerando ancora di più la ferita.
Stavo per morire. Non che avessi rimpianti. Ma che dico, la mia vita è composta da rimpianti!
« YAAA-TAAAA! ». Un ragazzo emerse dall'oscurità, spada alla mano.
Saltò sulla schiena della creatura, e la infilzò nella schiena.
In un bagliore di colori e polvere, la bestia si disintegrò sparendo nel nulla.
Con sguardo solenne quello strano ragazzo si diede una pacca sulla spalla.
Poi il suo sguardo cadde su di me. Trasalì leggermente prima di porgermi una mano.
« Tutto ok, bro'? » mi chiese.
« Come può essere tutto ok?! ».
« Ma tranquillo, guarirà ». Disse con un sorriso.
Feci una smorfia.
Quel ragazzo bruno e allampanato, con gli occhi azzurri era decisamente strano. Ma a proposito di cose strane...
« Che diavolo era?! » chiesi, o meglio, urlai.
« Cosa? » domandò inclinando quasi impercettibilmente la testa.
« C-Come cosa?! Quella....quella cosa! ».
« Ah, vuoi dire la Chimera? » disse con naturalezza.
« Ehm, si?! » risposi irritato.
« Uhm...Beh, era una Chimera! » sorrise, mentre io irritato, digrignai i denti. « Senti, sei Matthew Murray, giusto? Oh, si che lo sei! ».
« Come...come fai a...? ».
« Oh, Matt non sai da quanto ti cercavo! » rispose mentre mi cinse la spalla con un braccio mettendosi a fissare il nulla. Poi, si rianimò. « Oh, io sono Jack, Jack Weirdsword... e tu sei? ».
« Lo sai già! ».
« Oh, giusto! ».
Mi portai una mano alla fronte. Ma in che casino mi ero andato a ficcare? Con che idiota, poi!

« Senti, Max! ( « Matt! », « Naaah, Max mi piace di più! » ) dovresti venire con me! ».
« Cosa?! ».
« Ma si! Così faremo qualcosa anche per la tua gamba! » esclamò iniziando a camminare.
Deglutii pesantemente e lo seguii. A passo di lumaca. Zoppicando, ovviamente. Il dolore era insopportabile.
« Ora, ti dispiacerebbe iniziare a raccontarmi un po' di cose? » chiesi, nella maniera più gentile che la mia irritazione mi permise.
« Mmmh. Allora, sei la mia spalla, Mirk. Così ha detto il capo ».
« C-Capo? Che capo?! ».
« Il capo della nostra comunità! ». Vedendo il mio volto perplesso, continuò. « Hai mai sentito parlare di creature leggendarie, vero? Bene, quella Chimera lo era ».
« Si, ma pensavo non esistessero... ».
« Noi umani non siamo così intelligenti da inventare ciò che non esiste ».
« Cos'è questa comunità? Quanti siete? ».
« Tre. Con te ora quattro ».
« E la chiami comunità?! ».
« Mi piace la parola! ».
Oddio, con che IDIOTA!
« Siamo arrivati! ». Lo guardai perplesso. Eravamo davanti a un camioncino dei gelati. DEI GELATI!
« Stand, l'ho trovato! ».
Il camioncino si mosse. Uno sportello si aprì e ne fuoriuscì un uomo molto moooolto panciuto, che a stento riuscì a scendere.
« Ullalà, Jack! Finalmente l'hai beccato! ».
« In realtà è stato facile. Stava giocando con una Chimera ».
« Giocando?! » gridai stupefatto. Nessuno mi degnò di risposta.
« Puoi fare qualcosa per la sua gamba, Stand? ».
« Oh, io no » fece con la sua voce un po' acuta per la sua stazza « dovremmo chiamare Emily per questo! ».
« Va bene boss! ». Accompagnato da Jack entrai dentro il furgone, che sembrava davvero più piccolo da fuori al contrario di quello che in realtà era.
Quell'enorme camera sembrava un monolocale. Divano, Tv, letto, ed...ed anche un bagno?
Solo in quel momento inizia a pensare se quello che avevo fatto era giusto. Cioè, seguire dei perfetti sconosciuti, che sembravano pure pazzi!
Scorsi la ferita sulla mia gamba. Peggio di così!

Jack mi scortò fino ad una poltrona e mi ci fece sedere. Poi corse verso il telefono, compose un numero e portò la cornetta all'orecchio.
Stand si avvicinò a me e si sedette con cautela sul divano.
« Matt, ragazzo! Io sono Steve! Scusa ma a Jack piace cambiare i nomi di tutti! Comunque, credo che tu abbia il diritto di una spiegazione. Sai, Jack è una specie di eroe. Penso siano un paio di anni ormai che combatte contro quelle creature. Aveva questo ruolo scritto nel sangue. Come i suoi genitori. E tu, tu Matt, hai scritto nel sangue il ruolo di suo aiutante. Emily invece, beh, lo sostiene anche lei ».
« Anche lei ha questo ruolo segnato “nel sangue”? ».
« No, in verità no, lei dovrebbe essere la futura moglie di Jack. Ma sono troppo giovani per saperlo, cioè, hanno solo sedici anni, esattamente come te ».
Lo guardai. « Perché io? P-Perché questo? » indicai la mia gamba.
« Perché così è stato deciso. Sei tu e solo tu, insieme a loro, che devi difendere la società da quelle orribili bestie di cui quasi nessuno sa l'esistenza. Non sappiamo ancora bene perché combattiamo, perché sono qui, fatto sta che lo facciamo. Da anni e generazioni. Purtroppo, è così che deve essere. Anche perché probabilmente tu non saresti qui ora se così non fosse ».
« Steve, Emily sta arrivando! » si intromise Jack.
Lo guardai ancora una volta stranito. Perché ora diceva i nomi giusti?
« Si, è un po' lunatico... » mi sussurrò Steve alzandosi.
Non passo molto che una ragazza si presentò alla porta.
Quello che subito mi colpì furono i capelli di un biondo dorato che arrivavano a metà spalla.
Solo quello però. Non era una ragazza di particolare bellezza. Era un viso abbastanza anonimo, il che calzava a pennello con i suoi occhi.
« È lui? » chiese, indicandomi.
« Giiià! » rispose Jack euforico.
Emily si fece strada e si inginocchiò accanto alla mia gamba.
Dalla sua borsa estrasse una boccetta di qualcosa, dei fazzoletti e delle bende.
Mi porse poi un asciugamano. « Prendilo, ti servirà! ».
« Perch... » non feci in tempo a finire la frase che già la ragazza mi sparse sulla ferita un gel che bruciava da morire. Mi ritrovai quindi a stringere l'asciugamano, che Jack mi mise poi in bocca.
Dopo fasci e fasciature, la gamba sembrava più stabile e la ferita meno dolorosa.
« Dovrai tenerla fermo per un paio di giorni » scandì lei.
« Va bene! ».
« Sei Matthew, vero? ».
« Si. Ma com'è che qui mi conoscono tutti ed io nessuno? ».
« Tranquillo, io sono Emily ».
Mi porse la mano. Era la prima! La strinsi.
« Jack, credo sia meglio che lo riportiate a casa, spiega tutto ai genitori, capiranno ».
« Sissignore! ». Jack mi prese per un braccio e mi sollevò con forza. Uscimmo in silenzio dal camioncino.
Dopo mezz'ora di camminata arrivammo finalmente a casa. Emily si preoccupò di parlare ai miei, mentre Jack di portarmi in camera.
« Fratello, ci vediamo domani! » esclamò uscendo dalla camera, dopo avermi aiutato a cambiare e sistemato sul letto.
« D-Domani?! » urlai in vano.
Indeciso se fosse tutto un pazzesco sogno o no, poggiai la testa sul cuscino e non passò molto che inizia a ronfare come non mai.





Yo! Ecco il nuovo capitolo, postato in tempi brevissimi rispetto al mio solito. Ma solo perché ce l'avevo già pronto. x'D
Perciò credo che dopo il quinto ce ne metterò di più. °°
Bene, spero che vi piaccia e che la sua "scontatezza" si sia attenuate. 
Critiche sempre bene accette, devo pur migliorare in qualche modo! °^°
Ringrazio tutti quelli che leggono questa mia storia delirante.
A presto! :D
-Andy. :3

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** So you can leave like the sane abandoned me. ***


Una fantasia. Un sogno. Era solo un cazzo di sogno notturno.
Suvvia, su quale universo esistevano quei mostri? Perché non ne avevo mai sentito parlare?

Una sola parola sembrava riassumere la pseudo-avventura della notte precedente. Niente. Infatti, niente era accaduto.
Ero semi-sveglio quando mi dimenavo nel letto, divorato da questi pensieri.
Però non avevo il coraggio di guardare. Se ci fosse stata quella ferita... avrebbe significato che era tutto reale. Che avrei dovuto mettermi a combattere con creature che fino allo scorso pomeriggio sapevo l'esistenza. PUUUUUUUUUUUUAH. Forza, che cazzata.
Mi alzai dal letto con uno scatto. Portai lo sguardo sulla mia gamba. Sorrisi.
Niente. Assolutament...« AAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! » Lo sguardo mi cadde sull'altra gamba. Con una fascia macchiata leggermente di sangue. Che idiota, era l'altra!
Presi un respiro, e mi sedetti sul letto.
Però, forse non ero io il “prescelto”, e quella cosa là.
Ammettendo e concedendo tutto quello che era successo, magari si erano sbagliati.
Cioè, erano un branco di pazzi. Solo Emily forse ( e dico forse!) si salvava.
Ma certo! Figurati se non avevano preso il primo ragazzo che gli era capitato a tiro, per appioppargli tutto il lavoro. Infatti, quale ragazzo sano di mente si unirebbe a loro?

I miei entrarono di corsa in camera. « Cosa è successo? »chiese la ragazza bionda sulla soglia.
« È tutto reale, vero? »domandai invece io, una nota d'angoscia nella voce.
Mio padre annuì lievemente.
Mi portai le mani sul volto, accasciandomi sul materasso.
Sentii mia madre sedersi al mio fianco. « Forza, Matt. Un sacco di adolescenti sognano un vita d'avventure e spericolatezze. È la tua occasione per dimostrare al mondo quello che sei! »
« Voi lo sapevate, vero? »
Respiri pesanti riempirono la stanza, ma accompagnati da nessuna risposta.
« Una vita d'avventure... eh... perché non posso essere normale?! »
Mi alzai nuovamente e mi rifugiai in bagno.
Il mio volto. Quello dello sfigato Murray, era lo stesso. Perché io?
Che non si fossero aspettati una reazione diversa!
Sospirai. Guardai la mia gamba (l'altraaa!). Sospirai di nuovo.
Però, magari, in un futuro lontano...se fossi diventato una specie di supereroe, Carrie mi avrebbe visto in un modo diverso...
Battei un pugno sul lavello. L'avrei fatto per lei. Per Carrie.
***
Ero stravaccato sul divano a guardare tv. Era così che passavo il mio sabato. Yeeee.
Ero ancora in attesa di quel “ci vediamo domani”.
« Spostati! Non vedo nulla! »gridai a Zack, mio fratello minore.
« Se no che mi fai? »
« Questo! » Mi misi a sedere e lo presi per i fianchi, buttandolo sul divano e iniziando a fargli il solletico. Tra le sue risate, però, si sentì un frastuono venire da camera mia.
Entrammo entrambi in uno stato di allerta. Feci segno lui di sedersi e stare buono, mentre io presi coraggio e mi alzai. La mia camera era l'ultima del corridoio, perciò, prima di raggiungerla, presi una racchetta dalla camera di Zack. Ecco che mi cadeva addosso la responsabilità che ha un fratello maggiore quando i suoi genitori non sono a casa.
Ladri...? CHIMERE?!
Con un piede, brandendo la racchetta, aprii la porta della mia stanza.
Era tutto buio. Vidi un movimento davanti a me. Tremante, con la mano che non reggeva la racchetta accesi la luce.
« ...Jack?! »
« Ehilà Manny! Bella racchetta! Ma non avete un porta d'entrata? »chiese con assoluta noncuranza.
« Certo che ce l'abbiamo! E poi sono Matt! Ti costa tanto? »
« Oh, ok » Alzò le spalle ed uscì dalla stanza.
Lo raggiunsi. « Cosa ci fai qui? »
« Non penserai mica di riuscire ad abbattere quelle bestie senza allenamento! »
« N-No c-certo... »balbettai.

Lasciai cadere la racchetta nel corridoio, ed eravamo alla porta ormai quando mi ricordai di Zack. Dove lo potevo parcheggiare? Era troppo piccolo per lasciarlo a casa da solo...Idea!

Chiusi la porta di casa, e con Zack e Jack scesi un paio di pianerottoli a piedi.
Suonai il campanello di una delle quattro porte.
Si sentì il leggero rumore dello spioncino, poi la porta si aprì.
« Ciao Matt »sorrise Amy.
« Ehi Amy...Senti, mi chiedevo se potresti pensare tu a Zack per un po' »
« Certo! » Zack corse dentro casa di Amy.
« Mi scuso per tutti i casini che combinerà! »
« Oh, davvero, tranquillo! »rise. Esitò un attimo su Jack.
« Bene, io devo scappare! Grazie ancora! » Trascinai via Jack che sembrava essersi spento per un attimo.
All'ultima rampa di scale, Jack pensò bene di sedersi e scivolare per il corrimano.
Uscimmo dal portone e Jack si mise a fischiettare.
Mi girai verso sinistra...il cuore iniziò a battere...che odio! Carrie era lì, questa volta sola con Anthony, a sbaciucchiarsi.
Cercai di guardare altrove.
Dopo altri dieci minuti di tragitto arrivammo.
Emily era seduta su dei gradini di un portone vicino.
« Ehi Jack! Matt! » Si alzò velocemente e si avvicinò a noi.
Jack fece un movimento con le dita a mo di saluto.
« Ciao Emily. Cosa dobbiamo fare? »
« Credo che Steve uscirà tra poco, e ti insegnerà qualche mossa, giusto per iniziare »
« E se ti va bene »si intromise Jack « tra poco riuscirai a fare anche questo »
Prendendo una leggera rincorsa, saltò sul muro del palazzo vicino, e si arrampicò fino al terrazzo.
“Sembra quello di Assassin's Creed” ruiscii solo a pensare, mentre lo fissavo con occhi e bocca spalancati.
Scese rapidamente, con la stessa agilità con la quale era salito.
« Matt è arrivato? »domandò una voce dall'interno del furgoncino dei gelati. Steve.
« Si, Steve, è qui! »rispose a gran voce Emily.
Un omone cercò di uscire dal camioncino, col risultato di incastrarsi. « Jack, ragazzo mio, aiutami! »
Jack si avvicinò a lui e lo afferrò per le mani e iniziò a tirare. Non vedendo nessun cambiamento, poggiò i piedi sul lato del veicolo.
Steve scivolò piano fino a riuscire ad uscire.

« Che sagome »urlò Emily ridendo, poi li raggiungemmo.
« Cosa hai intenzione di insegnargli, boss? »
« Un paio di tecniche di base, Jack »
Jack annuì, ed a un cenno di Steve si fece da parte insieme ad Emily.
Steve aprì una specie di bagagliaio e ne estrasse...una spada?! Cosa?! Una balestra...e un bastoncino?
Si girò verso di me. « Scegline una, ragazzo »
« Dovrò impararne uno solo? »
« Inizierai con uno! »
Biascicai un « ok »prima di indicare il bastoncino. Cominciamo con il più semplice, no?
Me lo porse con un gemito divertito e lo afferrai.
« Cos'ha che non va? »
« ...Assolutamente niente! »
Lo rigirai tra le mani. Un normale bastoncino...d'acciaio...d'acciaio?!
« Colpiscimi! » mi invitò Steve.
Lo guardai perplesso. Lui fece un cenno con il capo.
Impugnai per bene il bastoncino, incerto su come dovessi colpirlo.
Gettai il braccio indietro per prepararlo alla botta... Ma che diavolo?!
Era come se quella specie di asticella guidasse il mio braccio. Mi sbatteva a destra e a sinistra. Poi una scarica elettrica mi spinse a lasciarlo cadere al suolo.
Sentii alle mie spalle le risate dei tre mentre Steve mi diede una pacca sulla schiena.
Ma erano strane, diverse. Non volevano ridere di me. Sentivo il calore di una risata che volevano fare con me. Mi aggiunsi anche io.
« È un po' troppo per te! »ridacchiò ancora.
« Per ora! »aggiunse Jack.
« Giusto! »continuò Steve. « Ti consiglierei di iniziare con questo ». Mi mise in mano la balestra, anche se esitò un attimo, per poi passarla a Jack. « Fagli vedere come si fa! »
« Ai suoi ordini! »
Impugnò la balestra e mirò ad un piccolo tiro a segno dipinto grossolanamente sul muro di una palazzina. Scoccò la freccia che andò a finire dritta dritta al centro.
« E-Ed io dovrei tirarlo così? »chiesi, intimorito dalla lontananza del beraglio.
« No, ovviamente no... »
« Per ora! »disse, questa volta Emily.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** If life ain't just a joke, then why are we laughing? ***


Strinsi i pugni prima di afferrare quell'aggeggio.
Era figo però. Lo impugnai correttamente. Feci un gran respiro.
Scoccai la freccia.
Eh si, quando dico che sono sfigato è perché lo sono in una maniera assurda.
La freccia (ovviamente) non colpì il muro, bensì le scale anti-incendio, facendo si che rimbalzasse all'indietro, mancando di poco il mio orecchio destro.
Guardai la freccia, che, dopo aver colpito il furgoncino giaceva al suolo con occhi spalancati.
« Avrai tempo di migliorare, Matt » mi fece Steve. « Intanto, riprova ».
Infatti, riprovai. Il risultato fu persino più disastroso del primo.
La freccia rimbalzò e prese in pieno la finestra. Vetro dappertutto. « Ooops! ».
« Tranquillo ragazzo, è capitato anche a Jack, vero? » chiese al ragazzo che si era arrampicato e con velocità era entrato nel camioncino dal buco che ormai c'era al posto del vetro. Uscì solo con la testa. « No, boss! Mai successo! ». Steve raggiunse Jack e gli diede uno scappellotto dietro la nuca sussurrando uno « stai al gioco! ».
« Non preoccuparti, Steve. Ci sono abituato, sono abituato ad essere una nullità ».
Feci un finto sorriso e mi allontanai addentrandomi in un vicolo.
Però qualcuno mi aveva seguito, Jack.

« Ehi, Matt ».
« Oh, mi hai chiamato Matt! Devo segnarlo sul calendario! ».
« Che ti prende? ».
« Faccio schifo, da sempre, lo so bene. Ma è un fatto che non riesco ad accettare » dissi sospirando.
« Matt, sbagliare non vuol dire fare schifo ».
« Ma farlo continuamente...si, vuol dire fare schifo! ».
« Tutte le persone sbagliano, ma tu sei abbastanza maturo da ammetterlo. Cioè, magari non avrò rotto un vetro, ma fidati, anche io ero una frana quando Steve mi ha trovato. Ci ho messo mesi ad imparare a usare la spada, e ora si, me la cavo ».
« Non ci credo! Sei un grande, lo sei stato e continui ad esserlo ».
« Non sono e mai sarò un grande. Sono solo Jack. Sono nato così, dovrei essere sbagliato? Tu sei Matt, Matt è Matt ».
« Ma Matt non basta mai. Matt è uno sfigato, che resterà tale. Non importa quello che farà, non sarà mai abbastanza e non andrà mai bene ».
« Io non ho mai avuto una ragazza » disse lui con tranquillità.
Lo guardai. « Davvero? Cioè, mai mai? ».
« No, non ho nemmeno mai baciato nessuna. Chi è lo sfigato ora? ».
« Ancora io! Credo di essere stato fidanzato con Amy, giusto a sei-sette anni, e con una ragazza in seconda media. Non è questo granché, faccia pena uguale. Ma tu, scommetto che miriadi di ragazze ti vanno dietro! ».
« Si, può darsi. Ma non mi interessa nessuna ».
« Allora non vale... ».
« Non è questo il punto! È normale all'inizio commettere errori! ».
« Si, ma non sarà solo all'inizio! ».
« Tu ti reputi uno sfigato, ma hai solo bisogno d'allenamento! ».
« Davvero, Jack, io non dico solo qui. Sempre. Mi hai mai visto a scuola? » feci io, scocciato.
« Questa è un'idea! ».
« Era una domanda retorica! E poi, quale idea?! ».
Jack si incamminò verso il furgoncino canticchiando.
Però, Jack era strano. A volte era davvero stupido, anzi no. Non era mai stupido, solo molto, molto spensierato. Mentre in altri momenti era così ispirato, profondo, persino saggio.
Sembrava davvero due persone nello stesso corpo.
***
Lunedì. Che palle il lunedì! Lo avrei abolito volentieri.
E poi il martedì, e poi il mercoledì, e così via!
Solo una cosa parecchio prevedibile salvava quel giorno, Carrie. Anche se adesso provavo un po' di delusione nei suoi confronti. Ma l'amavo comunque.
Mi arrivò uno schiaffo sulla nuca.
« Amico, sei un idiota! » urlò Ace mentre ingurgitava intero un pacchetto di patatine. « Venerdì sei uscito, potevi dirmelo! ».
« Scusa, Ace, ma non era previsto. Tu che hai fatto venerdì? ».
Delle ragazzine salutarono Ace starnazzando come oche. Lui si sottrasse al loro campo visivo nascondendosi dietro l'anta aperta del mio armadietto.
Ace era come spaventato dalle ragazze, ma no, non era omosessuale. A dire il vero, davo ragione a quel gruppetto, Ace era davvero un bel ragazzo, castano con gli occhi neri, magro da far paura, anche se da quanto ricordo rarissimi sono i momenti in cui non si trova a mangiare schifezze.

Solo in quel momento mi accorsi di avere come amici solo bei tipetti. Fatta eccezione per me. (Ovviamente).
« Ecco cosa ho fatto, sono scappato da loro! » sussurrò terrorizzato.
« E poi chiami mio cugino un'idiota, eh, Ace? » ridacchiò avvicinandosi Abigail, con la sua migliore amica, Leah.
« Ehi Ab, Leah! » le salutai io.
« Ragazzi scusate, devo scappare, c'è Ray che mi aspetta! » disse, come di consuetudine, Leah in mezzo secondo.
Leah era una ragazza davvero bella, nonostante i chiletti di troppo.
Ma era di una parlantina assurda, specialmente quando parlava del suo Ray, facendo addirittura gli occhi a forma di cuore.
Ray, invece, di cui solo ora che ci penso, non seppi mai il vero nome, era davvero un santo ragazzo.
Era semplicemente così diverso dagli altri. Però erano la coppia più bella esistente sul pianeta.
Erano insieme da un paio di anni, e se mai si fossero lasciati, io non avrei mai più creduto in ogni forma d'amore.
La vedemmo allontanarsi.
« Matt, c'è un ragazzo che ti cerca di la! » mi informò Abigail, mentre ancora fissava Ace nascondersi con una punta di scetticismo.
« Me? Sei sicura? ».
« Si che sono sicura, tonto! E ora muoviti! » mi diede una spinta, sbuffando.
« È nell'aula di musica ».
Un po' incerto mi incamminai.
Dall'aula proveniva il rumore di un pianoforte. Ma di tasti premuti a caso, s'intende!
Spiai l'interno della porta semichiusa.
« ...Jack?! Che cosa ci fai qui?! » chiesi. Anzi, gridai.
Poi realizzai, ecco l'idea!
« Ehilà, Marly! » fece, richiudendo il piano e voltandosi verso di me con uno stupido sorriso stampato in faccia.
La mia risposta fu un dolcissimo sguardo truce.
« Ho portato un po' di roba » fece, mostrandomi un zaino aperto quasi del tutto, dal quale caddero due o tre libri. Jack, ancora sorridente, non si mosse di un millimetro per raccoglierli. « Mi hanno assegnato l'armadietto numero 106, sai per caso dov'è? ».

Oh Dio Misericordioso. Non era possibile.
« Tu l'hai fatto apposta! » lo additai.
« Cosa? » domandò, con uno sguardo un po' stupido, ma sincero.
« È l'armadietto accanto al mio! ».
« Oh, ma è fantastico! Nuovo vicino di armadietto! ».
« Parlando di cose serie, Jack, cosa stai facendo qui alla mia scuola?! » chiesi un po' rude.
« Mah, così. Ho pensato fosse figo vedere come vivi ».
« Ed a quale pro?! ».
« Magari posso aiutarti! » .
« In cosa?! »
« In tutto » scrollò le spalle e mi superò.
Lo seguii. Jack nella mia scuola. Si, era strano eccome. Anche perché ci conoscevamo solo da quattro giorni scarsi.
« Dove vai?! Devi raccogliere i tuoi libri! ».
« Si, lo farò dopo, forse... ».

Lo guardai interrogativo. Ma in che diavolo di gruppo ero andato a capitare.
« Guarda, Ange, è quello nuovo! » una ragazzina del secondo anno lo indicò, parlottando con l'amica. Insieme guardarono Jack e gemettero.
« Guarda i suoi capelli! Così selvaggi... ».
« … ma hai visto i suoi occhi?! Color mare in tempesta... ».
« ...per non parlare del suo fisico! È bellissimo... perfetto...».
« ...quanto vorrei baciare quelle sue labbra così rosa! ».
Vidi Jack scoccargli uno sguardo di disgusto, prima che fingesse un conato di vomito al mio fianco.
« Che ti dicevo?! Un sacco di ragazze ti vanno dietro! ».
« Mmh » si limitò lui, accompagnando il verso con un movimento di spalle seguito dalle mani infilate nelle tasche. « A che ora si mangia? ».
« Ora. Ti porto alla mensa, seguimi ».
Camminammo per un paio di lunghi corridoi, per finire davanti ad una grossa porta.
Lì incontrammo Ace, che si presentò a Jack.
« Attenzione, Jack. Qui dentro vedrai cose il genere umano neanche si immagina. Mostri ai quali ti è impossibile avvicinarti. Creature delle quali ci è dato sapere solo il nome: Cheerleader. Soprattutto per te, novellino » fece Ace, mentre con sguardo solenne fissava la porta di legno scadente e mordeva una liquirizia.
Io risi, mentre Jack lo guardò perplesso. « Non esagerare, Ace ».
« Oh, vorrei vedere una persona sana di mente -a parte te, ovvio- che neghi che Carrie sia solo una belva assetata di sangue, e soldi ».
Lo guardai irritato, ma divertito allo stesso tempo.
Dopo un lungo sospiro di Ace, finalmente aprimmo la porta.
Una luce ci investì il volto.
Ed ecco il mare di tavoli e disperazione.
All'estrema sinistra, i tavoli di quelli fighi, dove c'era Carrie.
A quella di destra, o poveri loro, quelli definiti gli scarti della società.
Se non fosso stato per mia cugina Abigail, di discreto livello sociale scolastico, sarei stato confinato alla parete destra.
Ci avvicinammo.
« Vedi, Jack, lei è mia cugina Abigail, e lei è Sonia, una sua amica. Ab, Sonia, lui è Jack, quello nuovo » lo presentai.
Abigail rimase a bocca aperta. Ma Jack era così terribilmente bello?!
Beh, certo, non era mica malaccio...Ma che reazione esagerata!
Sonia, invece, scattò in piedi e tese la mano.
« Oh, si, vedo anche io la macchia di ketchup sulla mano » disse Jack, svampito come al solito.
Sonia, esterrefatta, ritrasse la mano.
« Oh, Matt, Carrie si è lasciata con il suo stupido ragazzo, magari hai un occasione! » esclamò Abigail, una volta ripresa.
« Si, magari... » sussurrai io, arreso all'evidenza.
Io, Jack ed Ace andammo al bancone a prendere il pranzo.
La signora della mensa non ebbe alcun segno di dispiacere nel rifilarci il riluttante pasticcio marrone.
« Qual è Carrie? » chiese Jack, mentre osservava con attenzione il suo pranzo.
« Quella bruna, seduta al tavolo dei popolari » sbuffai io, indicandola.
« Perché popolari? A me sembrano tutte mezzecalzette! ».
« Benvenuto a scuola, Jack! » urlò Ace, alzando le sopracciglia e le braccia.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** And we all get together when we bury our friends. ***


SCUSATE IL RITARDO COLOSSALE

<< Jack, sei un emerito idiota! >> gridò Emily, lanciando a Jack una freccia, che schivò con destrezza.
<< Stai calma, Emily! >> la fermò Steve.
<< Poteva avvisarmi! >> gli urlò contro.
Indietreggiai dell'esatta distanza nella quale Emily non avrebbe potuto farmi rizzare i capelli.
Jack si precipitò al mio fianco, mentre Steve fece voltare Emily, cercando di calmarla, fermandola per le braccia.
<< Fa sempre così? >> domandai io, metà impaurito, metà sorpreso.
Jack scosse le testa. << No, solo quando si arrabbia tanto. Succede tipo una volta ogni sei mesi. Di solito è colpa mia. Ma secondo me io sono la goccia che fa traboccare il vaso >>.
Annuii, d'accordo con quello che diceva.
Vidi Emily respirare profondamente, per poi sciogliere tutti gli arti, e tornare ad una posizione rilassata, e non a quella di un qualche felino in procinto di squartare qualcuno.
Chiuse gli occhi. << Ok, ok. Sono calma. Fammi scendere, Steve >>.
Non mi accorsi che Steve, per placare i bollenti spiriti, l'aveva sollevata da terra, quasi fosse una scena di Mulan.
<< Non mi dispiacerebbe allenarmi, però. Ed è anche ora che Matt impari qualcosa >>.
Mi sentii chiamato in causa -lo ero!
Steve fece una smorfia. << Se Matt è d'accordo >>.
Io mi morsi un po' impaurito il labbro, per poi far cenno di si.
<< Bene, che ne dici di provare ad usare la spada, oggi? Se vuoi dopo ricominciamo con l'arco! >> mi chiese.
<< Ehm...o-ok >> feci io, sperando con ogni cellula del mio corpo di saperla usare, almeno un po'.
<< Eccellente! Jack, Emily, chi vuole iniziare di voi? >>.
Jack, si sporse per avvicinarsi a Steve, ma Emily gli scoccò un'occhiata omicida, e fece un passo avanti, per poi correre al piccolo scompartimento, da quale estrasse una spada non enorme, di più.
Fui sorpreso di vedere come una ragazzina così...ragazza, insomma, potesse reggere tutto quel peso.
La impugnò al meglio, prese una specie di rincorsa, e mi venne incontro.
Mi venne incontro?! Ma era pazza?! Chiusi gli occhi, lo sapevo che fidarmi era una cattiva idea!
Sentii della brezzolina passarmi di fianco e sfiorarmi il volto, e vidi Emily avventarsi contro un fantoccio di paglia. Prima lo colpì all'addome, poi, usufruendo della lama incastrata, saltò dall'altro lato dello spaventapasseri agilmente, compiendo un paio di capriole. Poi, infilzando la spada nel collo, fece leva, e senza tanti problemi gli staccò la testa.
Guardai il capo mozzato ad occhi sgranati. << Non ci riuscirò mai >>.
Emily fece un mezzo saltellò. << Woah, mi sento molto meglio! >> disse, riacquisendo il sorriso, e la calma. << Tieni, Matt >> continuò poi, porgendomi la spada.
<< C-cosa dovrei fare esattamente? >>.
<< Non so, prova ad ucciderlo! Non sai neanche quante creature hanno sembianze umane! >>.
Afferrai la spada, anzi, no. Mi cadde su un piede, e, imprecando, presi lo stesso, iniziando a saltellare sull'altro. Emily trattenne a stento un crisi di risa.
<< Eppure non mi sembra così pesante >> replicò Jack, afferrando l'arma, e passandola da una mano all'altra. Giusto per farmi sentire meglio, si!
<< Riprovaci Matt! >> mi incitò Steve. Almeno lui -a differenza anche mia- credeva in me.
Jack me la ripassò, e io la presi deciso. Riuscii a tenerla in mano e a non farla cadere, con il minimo di forza che avevo. Presi la rincorsa, e mi diressi faticosamente verso il fantoccio. Alzai la spada per infliggere un colpo, ma gli strappai solo qualche filo di paglia.
<< La parola chiave è allenamento! >>.
***
<< Senti, ma dov'è quel tuo amico, Matt? >> mi chiese, mordendosi il labbro, Abigail.
<< Ace? È proprio dietro di te! >> dissi, facendo una smorfia ad Ace che si stava ficcando in bocca un cinque-sei bignè.
Abigail abbassò il capo imbarazzata. << Veramente non dicevo Ace... >>.
<< E allora chi di... >> feci per domandare, ma qualcuno -uno a caso- mi colpì violentemente la spalla, e balzai in avanti.
<< Compagnooo! Come te la passi? >> urlò Jack, lanciando con precisione lo zaino nel suo armadietto.
Abigail arrossì violentemente. Quell'amico!
<< Jack! >>.
<< Dimmi Mick! >>.
<< Me l'hai chiesto dieci minuti fa! >> risposi io, accompagnando la frase con un gesto teatrale.
<< Possono succedere migliaia di cose in dieci minuti! >> esclamò invece Ab, a difendere Jack.
Sbuffai alzando le sopracciglia. << Come volete. In ogni caso, ho dimenticato il libro di biologia nello spogliatoio della palestra, visto che stavo ripetendo al cambio dell'ora. Ci vediamo dopo! >> sospirai allontanandomi.
<< Vengo anche io, compagno! >> gridò Jack, seguendomi velocemente.
Ci allontanammo da Ab ed Ace.
<< Mi hanno fatto fare un test, di storia, credo sia andato bene! Credo di aver preso una D! >> mi fece.
<< Mmmh, lo spero per te! >>.
In men che non si dica arrivammo nello spogliatoio. Lanciai uno sguardo tra le panche, e alla fine, dopo un paio di minuti di ricerca, lo trovai.
Stavamo per andarcene, quando dalla porta irruppero un gruppo di ragazzi dell'ultimo anno. Ironia della sorte, chi ci poteva essere tra questi? L'ex-ragazzo di Carrie, ovviamente. Un energumeno senza cervello. Come ogni bravo ragazzo che ci si possa aspettare dal leader delle cheerleader. Però, quanto avrei dato per essere al suo posto!
In un primo momento sembrava non averci notato, ma poi si girò verso di me, e mi riconobbe.
<< Ma chi abbiamo qui? Il caro Murray, vero? >> sorrise, avvicinandosi pericolosamente.
<< A-Ah, t-tu dici? >> risposi invece io, guardandomi dietro, ed indietreggiando.
<< Se la memoria non mi inganna tu sei quello che ci aveste provato con la mia ragazza! >>.
E anche se il suo congiuntivo era qualcosa di spettacolare, mi afferrò per la collottola.
<< I-Io? C-C-Chi è la t-tua rag-g-gazza? >> biascicai, spaventato.
<< Non scherzare, scarafaggio! >>. Portò indietro il braccio, pronto a colpirmi.
<< Chiunque tu sia, veditela con me, non con lui! >>. Jack avanzò verso l'armadio senza ante, e resse il suo sguardo omicida.
Mi lasciò cadere di forza, per poi dirigersi verso il ragazzo.
<< E tu chi saresti, scusa? Anzi, è inutile che risponda, quando avrò finito con te andrai da quello che ridà i nomi perché non ti ricorderai più il tuo! >>.
Se non fossi stato in una situazione di pericolo mortale, sarei scoppiato a ridere.
<< Intendi dire l'anagrafe? Davvero, io non ne sarei così sicuro! >>.
<< Non provare a...hai capito! Ora te la vedi con me! >>.
<< Io aspetto! >>. Jack si morse un labbro, ed infilò le mani nelle tasche, tranquillo.
Ero nel più totale panico, Jack sembrava completamente sicuro di quello che faceva, ma io no! Cioè, Jack era la metà della metà di quello! In larghezza e in altezza! Tremando leggermente, mi riparai il viso con le mani, intento a non guardare la scena.
Solo allora mi resi conto di quanto fossi codardo, un mio amico era disposto ad essere picchiato al mio posto, ed io non avevo nemmeno il fegato di ricambiare. Ma era troppo tardi per cambiare le cose.
Sentii un gemito, e decisi di alzarmi, spostando le mani dal mio volto.
<< JAAA...ack? >> urlai, convinto che il ragazzo fosse strepitante al suolo.
Invece no! Jack era lì, in piedi, lo stesso volto rilassato di prima, solo che stringeva nella sua mano il pugno di quel troll, che intanto si lamentava dimenando la mano, al suolo.
<< Ti prego lasciala! >> si lagnava lui, mentre io ero troppo occupato a strizzarmi gli occhi dallo stupore.
Ma era ovvio! Fui uno stupido a non pensarci. Anni di preparazione e lotte con creature disumane e non riusciva a tener testa a una per...a un'altra creatura disumana?
Però, gli amici di Anthony si fecero subito avanti, pronti a difenderlo.
Il più grosso di loro si lanciò verso Jack, che estrasse l'altra mano dalla tasca e gli sferrò un pugno nello stomaco.
Questo venne scaraventato dall'altra parte dello spogliatoio. Gli altri ragazzi, che stavano per attaccare, intimoriti, se la diedero a gambe levate, anche Anthony. Solo quello accasciato alla parete rimase nella stanza, non avendo possibilità di muoversi.
Jack lo afferrò per la mano e lo fece alzare di forza, e quello scappò.
Io guardai Jack ancora stupito. << Jack... >>.
<< Si? >> fece lui, con naturalezza.
<< Sei stato grande! >>.
Scrollò le spalla. << Non ci è voluto molto, davvero >>. Poi continuò << A dopo, amico! >>. Uscì dallo spogliatoio.
Non so bene cosa successe in quel momento, ma vedere Jack, così disposto a salvarmi la pelle cambiò quasi del tutto il mio punto di vista. Non so se si fosse notato, ma all'inizio, fino a quel momento, non mi era stato esattamente a genio.
<< Amico, si... >> sorrisi tra me e raggiunsi Ja...il mio amico.





 






 


 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1053322