You don't know you're beautiful.

di angielovestommo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Ritorno alle origini. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Chiacchiere alla riscoperta del passato, e del presente... ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Qualcuno che non mi amava. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - ExtraordinHARRY. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 – La cosa giusta da fare. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - C'è un problema. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 – Lui è il padre di mio figlio. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 – La felicità si trova in poco. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 - La sfortuna. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 – Visite di controllo. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 - Lacrime. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Ritorno alle origini. ***


Questa fan fiction è il continuo della mia precedente fan fiction,
che potete trovare qui:

http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=993504

 

 

Capitolo 1 - Ritorno alle origini.

 

Ero quasi una diciottenne ormai.

Ero fidanzata ufficialmente da un anno e mezzo con Thomas, che avevo conosciuto poco dopo il mio addio ai ragazzi. Era davvero dolce, simpatico e romantico, aveva i capelli rossicci e gli occhi chiari, era alto e bellissimo ed era tutto quello che volevo.

Il nostro rapporto sembrava destinato a durare e presto sarei andata a vivere con lui, non appena avessi compiuto i 18 a giugno, tra quattro mesi.

I oned non li avevo più visti anche se qualche volta incrociavo Louis per strada o al supermarket, ma immediatamente cambiava direzione e non si lasciava salutare.

Ormai li avevo dimenticati del tutto, o almeno credevo.

Ero talmente innamorata di Thom che nulla mi avrebbe fatto cambiare idea, neppure Mr Styles.

Una giornata di Febbraio, come le altre.

Uscii di casa di corsa con la borsa a tracolla e una brioche ancora in bocca, ero come sempre in ritardo. Vidi da lontano l'autobus già alla fermata e partii in quarta per riuscire a prenderlo.

-Bastardo!- Urlai, tirando un calcio alla porta, mentre il veicolo stava partendo.

Sbuffai ancora con la brioche in gola e mi sistemai per farmela a piedi.

*Messaggio da Thomas.*

Tirai fuori il cellulare dalla tasta dei jeans.

*Oggi non vengo a scuola, ho la febbre. -Thom.*

*No problem, io qui ho perso il bus, al solito. Xoxo. -Liz.*

*Ahah sei un danno Liz, è per questo che ti amo. Xoxo. -Thom.*

*Ti amo anch'io. Xoxo. -Liz.*

Era un ragazzo meraviglioso, davvero.

Misi via il cellulare e iniziai a velocizzare il passo per non arrivare tardi.

Un'enorme folla di ragazzine occupava tutta la strada, saltando ed agitandosi. Le guardavo confusa, chissà chi era che combinava quel caos.

Attraversai la strada quand'ero ancora lontana, per evitare tutta quella gente, e vidi un ragazzo correre disperato verso di me: aveva i capelli castani e i ricci che volteggiavano nell'aria durante la sua corsa. Non riuscivo bene a distinguere chi fosse, fino a che non si avvicinò. Occhi chiari, abito eleg... HARRY.

Gli tirai uno sguardo confuso e vidi un po' di preoccupazione nei suoi occhi, oltre che la paura di tutte quelle fan imbestialite. Decisi di tirare dritto, ignorandolo e facendomi strada tra le ragazzine in piena crisi ormonale.

-Liz aiutami!- Sentii una voce provenire alle mie spalle.

Pensai di aver sentito male e continuai a camminare con tranquillità.

-Liz!- Sentii di nuovo urlare.

Allora non mi ero sbagliata!

Mi voltai istintivamente con il cuore a mille; mi era mancato tanto in questi anni e non credevo che rivederlo mi avrebbe fatto quest'effetto. Mi fece strano che si ricordasse ancora il mio nome, dopo più di due anni. Gli andai incontro.

Ma cosa stavo facendo? Non dovevo aiutarlo, dovevo andarmene e lasciarlo a risolvere i suoi problemi da solo, e invece il mio cuore diceva di andare e le mie gambe erano incontrollabili. Le parole non riuscivano ad uscire dalle labbra, bloccate dalla paura e dell'ansia.

-Liz.- Ripeté, più lentamente e con meno voce; si era fermato ed era di fronte a me, a pochi metri, sorrideva.

-Harry.- Rimasi seria, mi fermai e chiusi le labbra, bloccando l'enfasi.

Lui si avvicinò lentamente, mentre la folla dietro di lui ci raggiungeva un po' confusa.

Quando fu ad un palmo dal mio naso, mi guardò sorridendo e carezzandomi la guancia. Posò le sue labbra sulle mie lentamente e delicatamente, come se quasi non volesse sciuparmi, per qualche secondo.

-Cosa fai!- Urlai nervosamente, staccandomi.

-Stai al gioco.- Sussurrò.

Guardai la folla che ci osservava estasiata e confusa e, prima che riuscissi a rendermi conto di quello che stava accadendo, Harry poggiò la sua mano sul mio fianco, stringendomi a sé.

-Vedete? Sono fidanzato!- Sorrise guardando le ragazzine. -Quindi smettete di farmi proposte indecenti!- Si mise a ridere, guardando e. -E ora... Chi vuole un autografo?!- Scostò la mano, dirigendosi verso le fan.

Chinai lo sguardo e lo osservai per un attimo, cercando di mettere in funzione il cervello.

Era accaduto tutto così rapidamente, e mi erano tornati in testa tutti i ricordi della mia storia con lui. Mi voltai e continuai a camminare come se non fosse successo nulla: l'avevo aiutato, ora asta.

-Hei Liz, aspetta!- Si mise a correre per raggiungermi e posò una mano sulla mia spalla.

-Ti va di andare a bere qualcosa?- Sfoderò un sorriso enorme, di quelli che solo lui sapeva fare.

-Devo andare a scuola, sarà per un'altra volta.- Non potevo andare con lui, non potevo dimenticare tutto quello che era successo, così tentai di chiudere la conversazione, tentando di muovermi per evitarlo e proseguire il mio cammino.

-Beh allora ti accompagno io!- Mi fermò, mettendosi davanti a me, con fare insistente.

Guardai l'orologio, non sarei riuscita ad arrivare in tempo, così accettai.

Lui, tutto contento, si mise a saltellare e mi afferrò il braccio, facendo un cenno di saluto alle fan e portandomi verso la sua moto.

-Ecco la mia piccola.- Mi disse tutto sorridente, toccando fiero il sedile della sua Yamaha.

-Io ho paura di andare su quel coso con te alla guida!- Esclamai un po' preoccupata.

-Stai tranquilla, con me sei al sicuro!- Alzò la testa con fierezza. -Più o meno.- Sussurrò poi, ridacchiando.

-Harry!- Urlai, avvicinandomi con un braccio teso in alto.

-Scusa, scusa, scusa, scherzavo!- Si coprì la testa con le mani, chinandosi per parare il colpo che stavo per sferrare.

Sorrisi e ritrassi la mano, guardandolo ridendo di sottecchi.

-Andiamo?- Chiese, alzandosi e porgendomi il casco.

-Andiamo!- Risposi io, sorridendo e mettendolo.

Lui si mise in sella, facendo girare il motore; io salii con difficoltà, non ci ero mai andata e per poco non caddi come un sacco di carote.

-Ce la puoi fare!- Ridacchiava mentre tentavo di salire, picchiettando l'indice sul freno.

-Sei di molto aiuto!- Esclamai ironicamente.

-E scusa! Sei imbranata, non è colpa mia!- Continuava a ridere.

Sbuffai e misi per l'ennesima volta il piede sull'appoggio, per poi sbilanciarmi e cadere all'indietro, dando la botta con il sedere sull'asfalto. Harry subito si mise a ridere, ancora fermo sulla sua bella moto.

-Grazie per l'aiuto!- Urlai mentre cercavo di alzarmi, spazientita.

-Mi sono vendicato per la sera a casa di Louis, anche se un po' in ritardo!- Si mise a ridere più forte, guardando altrove, arrossendo leggermente.

Allora lo ricordava, ricordava dell'auto della polizia e del calcio in mezzo alle gambe, ricordava del nostro bacio, di quei momenti stupendi che ormai non sarebbero tornati.

Mi scappò involontariamente un sorriso che lui subito notò, e che catturò con quei suoi occhi stupendi.

-Dai, salta in sella, altrimenti arrivi tardi!- Mi guardò un po' più serio, cambiando discorso, e mi porse una mano per aiutarmi a salire. Quando fui finalmente salita su quell'aggeggio infernale, partimmo molto veloci.

-Rallenta!- Urlai.

-Paura?- Mi chiese, con un leggero ghigno sul volto, che scorsi leggermente.

-Si.- Ribattei fredda e decisa.

-Tieniti qui, allora.- Mi prese le mani e le appoggiò sui suoi fianchi, stringendoli forte. Un brivido mi percosse da capo a piedi e d'istinto mi staccai.

-Tieniti.- Mi riprese le mani e le riportò su di lui per poi tornare alla guida.

Quando ci avvicinammo alla scuola, lui non accennò a fermarsi.

-Hei, fermati.- Non rispose. -Fermati ho detto!- Ancora nulla. Lasciai perdere.

Cosa avrei potuto fare? Era lui alla giuda e di certo non mi sarei buttata giù dal veicolo per non scampare ad un altro inutile giorno di scuola.

Direi che questa è la scusa migliore che io abbia mai trovato per saltare quell'inferno.

Mi lasciai trasportare dal rumore del vento e dal leggero fischiettare di quel conducente un po' insolito.

 

_____________________________________
Bene, bene, bene!
Come promesso,
questo è il continuo della mia precedente fan fiction,
che ho terminato qualche giorno fa,
(se qualcuno volesse rileggerla,
il link è all'inizio della pagina
)
eh... nulla!
In questo primo episodio subito troviamo la ricomparsa
di Harry Styles, il casanova che fa sognare un po' tutte noi, no?
E direi anche Liz!
E nei prossimi capitoli ci saranno poi anche gli altri,
anche se in forma leggermente ridotta.
Ma... Non vi posso anticipare nulla,
semplicemente tenetevi pronti per qualcosa di inaspettato!
Vi mando taaaaaanti baci!
xoxo,
Angie.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Chiacchiere alla riscoperta del passato, e del presente... ***


Capitolo 2 – Chiacchiere alla riscoperta del passato, e del presente...


 

Ci fermammo davanti alla caffetteria di Starbucks, semi-vuota.

Mentre Harry spegneva il motore, io tentai di scendere e, con molta fatica, ci riuscii dopo diversi tentativi.

-Eccoci qui!- Mi sorrise, togliendo il casco e passandosi una mano tra i capelli.

-Eccoci qui, decisamente meglio della mia scuola!- Gli feci un grande sorriso e mi tolsi il casco, aggiustando i capelli e raccogliendoli in una coda alta.

-Sapevo che non ci volevi andare!- Si giustificò lui, grattandosi la testa imbarazzato.

-Bugiardo!- Mi misi a ridere e lui con me.

Che meravigliosa sensazione perdersi nei suoi occhi verdi di nuovo.

Notavo tutto, come una volta. Lo sguardo un po' imbarazzato e timoroso delle reazioni altrui, ma sicuro e potente, proprio come uno smeraldo; le mani grandi, ferme e possenti, pronte a cingerti in un abbraccio o a contornare un bacio, sfiorando il viso di una ragazza; il sorriso pieno di vita di chi spera ancora, ma sa stare al proprio posto e i piedi, si proprio i piedi, sempre in movimento, un po' per l'ansia e per l'imbarazzo del momento, e un po per la voglia di fare e per la poca pazienza. E forse un po' anche perché la musica l'aveva nel sangue, con quella meravigliosa voce che si ritrovava.

-Hei Liz, svegliati dal mondo delle favole e torna tra noi!- non era cambiato per niente.

Entrammo in caffetteria e ci accomodammo ad un tavolo. La cameriera portò un menù, osservando con occhi da triglia sognante Harry, che però non la calcolava.

-Un frappuccino al cioccolato e...- Mi guardò.

-Lo stesso!- Sorrisi, mentre abbassavo il menù per guardarlo e sorridergli.

La tipa-occhi-da-triglia continuava ad analizzare Harry da capo a piedi, quasi fosse una radiologa.

-Quanto tempo Liz! Come sei cambiata in questi anni!- Si mise le mani in modo da sorreggere il mento, guardandomi incuriosito.

-Tu invece sei sempre lo stesso curiosone, Styles!- Lo imitai, sbattendo le ciglia, e facendolo ridere.

-Ti sei fatta proprio grande... e più bella.- Aveva quasi paura a pronunciare quelle parole, aveva paura ma non si tirava indietro, amava le sfide.

Distolse lo sguardo per un attimo mentre io arrossii violentemente, coprendo il viso con le mani per non farmi vedere.

-E' tutto okay?- Posò una mano sulla mia, cercando di spostarmela delicatamente.

Perché a distanza di più di due anni quel ragazzo mi faceva ancora venire i brividi? Perché le occhiate da pesce bollito della cameriera sotto sotto mi davano fastidio? Era il mio ex ma non avevo il diritto di comportarmi così, ora c'era Thomas, e poi per lui avevo giù sofferto abbastanza. Tolsi le mani e la cameriera, con tempismo perfetto, portò la nostra ordinazione.

-Grazie.- Sorrise lui alla ragazza.

-Preg... Ehm, scu-scusa... Tu sei... Harry Styles?- Sembrava un elefante alle prese con dei cristalli, le parole le scivolavano dalla bocca e l'emozione stava facendo davvero brutti scherzi.

-Si, sono io.- Rispose disinvolto.

-OH.MIO.DIO!- Scandì le parole lentamente, lasciando cadere il libretto delle ordinazioni, che subito raccolse un po' imbarazzata.

-Potresti... Ehm... Farmi un autografo?- Riecco gli occhi da triglia innamorata.

Vi prego, buttatela in forno e non fatela più uscire!

Stavano iniziando a darmi sui nervi tutte quelle attenzioni, ma lui per me non doveva contare nulla, quindi mi limitai ad osservare la scena senta entrare nella conversazione.

Harry mi lanciò un'occhiata maliziosa mentre io tentavo invano di infilare la cannuccia nervosamente, tenendo gli occhi fissi su di loro.

-Certo, bellissima!- Si voltò verso di lei, facendole un sorriso mozzafiato.

La lasciò senza parole, solo con qualche sillaba tra le labbra, impossibile da pronunciare.

Scrisse rapidamente una dedica sul taccuino delle ordinazioni e glielo porse tranquillamente, guardandola saltellare via felice, con il sorriso sul volto.

-Faccio a tutte quest'effetto, tranne che a te.- Fece un sospiro sommesso, seguito da un lieve sorriso di apprezzamento. -A proposito, grazie per prima, non riuscivo a liberarmene.- Guardò il suo frappè e iniziò a bere. -Anche se ora per la stampa sei la mia ragazza, ma non ti preoccupare, sistemerò tutto io.-

-Non c'è di che, basta che non diventi un'abitudine.- Risposi secca, ancora innervosita dall'accaduto.

-Tranquilla ti lascerò alla tua monotona vita!- Mi disse in tono provocatorio.

-Molto meglio del passare da un letto all'altro, tesoro.- Lo lasciai di stucco, mi guardava sbalordito e un po' stranito dalla mia affermazione, ma non negò.

Per qualche minuto il silenzio regnò, per poi essere interrotto dalla voce melodiosa di Harry.

-Scusa, puoi portarmi il conto?- Chiamò la cameriera con un gesto della mano, la quale annuì tutta tremolante ed eccitata. Dopo poco arrivò con lo scontrino e Harry le porse una banconota. -Tieni il resto.- La poggiò nella sua mano e la strinse con entrambe le sue, facendo diventare la ragazza di un fucsia intenso.

Uscimmo dal locale tranquillamente,senza parlare.

-Dove andiamo ora?- Mi chiese lui, allegro.

Sapeva fingere, sapeva farlo benissimo, riusciva a far sembrare che fosse tutto okay anche quando dentro stava cadendo a pezzi, almeno fino ad un certo punto: quando non ce la faceva più, scoppiava, faceva uscire tutto insieme e stava male, malissimo.

Come si poteva descrivere Harry Styles in poche parole? Sempre con il sorriso stampato sul volto, nonostante tutto.

-Non ne ho idea.- Feci spallucce, guardando altrove.

-Uhm, trovato!- Esclamo lui all'improvviso, sorridendo e piombando sulla sua moto nera.

Presi il casco e questa volta riuscii in men che non si dica a sedermi, tutta allegra.

Poggiai le mani sui suoi fianchi, stringendoli; lui continuava ad accelerare per farmi aumentare la presa ma io non lo avrei mai abbracciato, poteva scordarselo.

-Harry Styles, se stai usando una tattica per farti abbracciare, hai sbagliato persona.- Urlai, avvicinandomi a lui, che subito si mise a ridere.

-Ops, beccato!- Com'era sfacciato quel ragazzo! Non aveva paura dei giudizi degli altri, almeno all'apparenza, o forse quella era la sua protezione, il suo scudo; fatto sta che avrei voluto essere come lui, senza rancore. Avrei voluto riuscire a sotterrare il passato con lui, così sarei riuscita a comportarmi con tranquillità, ma portavo rancore, trascinavo il passato, che portava con sé a galla anche i sentimenti, purtroppo.

Dio solo sa quanto ci ho messo ad assimilare quell'addio, ed ora eccoci su una moto, di nuovo insieme come ai vecchi tempi, solo con due anni in più sulle spalle.

-Mi sei mancata.- Uscirono piano quelle parole, speranzose di non essere sentite da me, o forse sotto sotto lo desideravano ardentemente di essere ascoltate. Le sentii, sentii la sua voce e gli occhi si bagnarono, cercando di trattenere le lacrime.

-Anche tu.- Mi uscirono da sole, come animali finalmente liberi dopo anni di agonia. Si, perché mi era mancato moltissimo, e avevo desiderato tante volte urlarglielo, in realtà ero felice di averlo rivisto. Lo sentii tremare, non si aspettava tale risposta da me e mi piaceva il fatto di riuscire a stupirlo.

-Arrivati.- Disse dopo un po', fermando il veicolo vicino ad un prato isolato.

-Il prato in inverno?- Chiesi, ridendo.

-Così siamo solo noi.- Mi disse, ancora di spalle, intento a sistemare la moto.

Uhm, bella risposta Styles.

Non risposi e lo attesi fino a che lui non mi venne incontro, tutto allegro. Arrivati in mezzo alla distesa di verde, ci sedemmo tranquilli.

-Bello qui!- Esclamai, cercando disperatamente un argomento.

-Vero!?- Mi sorrise.

Lasciai andare il corpo all'indietro, sdraiandomi e osservando il cielo azzurro.

Harry si stese e si girò verso di me, osservandomi con gli occhi di un bambino curioso.

-Volevo chiederti scusa.... con due anni di ritardo.- Cercava di percepire le mie reazioni.

Perché doveva tirare fuori il discorso proprio ora?

Non risposi, sperando di terminare il discorso.

-Sono stato un codardo, non ti meritavo. Ma me ne sono pentito.- Sospirò. -In questi anni ti ho pensato tantissimo, non ti ho mai dimenticato e stamattina quando ti ho visto ero felice, felice davvero. Volevo approfittarne per un tuo bacio dopo così tanto tempo, ma mi sono reso conto che questa volta non devo lasciarti andare. Ti prometto che...- Aveva gli occhi lucidi, sembrava sincero.

-Harry.- Lo interruppi, cercando di resistere al suo sguardo.

-Lasciami finire.- Disse lui.

-No, Harry.- Non dovevo piangere.

-Vediamo se cambi idea con questo.- Si avvicinò intenzionato a darmi un bacio ma lo fermai.

-Che c'è? E' solo un bacio.- Mi guardava speranzoso.

-No, non è quello... Io nono...- Mi fermò il mio cellulare che squillava.

-Pronto? Oh, ciao, si, siamo usciti un'ora prima! Si, si, ciao, a dopo!- Riattaccai; era Thomas.

-Chi era? Tua madre?- Chiese Harry, sorridendo.

-No, il mio ragazzo.- Risposi, guardando il telefono.

 

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Benee! :D Ecco qui il secondo capitolo della nuova FF!
Stiamo iniziando ad intrigarci in qualche pasticcio come al solito,
eh caro Styles? c:
Ormai la tua Liz è fidanzata, non è più tua, tesoro...
Volete vedere come andrà a finire?
Domani il continuo :)
Baci!
xoxo,
Angie.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Qualcuno che non mi amava. ***


Capitolo 3 – Qualcuno che non mi amava.


 

-Cosa? Il tuo ragazzo?- Chiese lui, scandalizzato, quasi fosse la fine del mondo.

-Si Harry, sono fidanzata.- Ora lo guardavo, mentre il sorriso scompariva dal suo volto.

-Io ti dico che sono innamorato di te e tu mi dici che sei fidanzata?- Si mise seduto, guardandomi con gli occhi colmi di rabbia.

-Ora dimmi perché avrei dovuto aspettare per più di due anni qualcuno che non mi amava mentre lui passava da un letto all'altro! Mi sono rifatta una vita Harry, senza di te. E anche se fossi libera non vorrei tornare con chi mi ha fatto soffrire in quel modo, non puoi comportarti come hai fatto e poi tornare dopo due anni, chiedendo scusa e sperando che si risolva tutto. Ho sofferto, permetti che cerchi di dimenticare, ora?- Lo guardai, con le lacrime agli occhi, alzandomi in piedi. -Se quello che dicessi fosse vero, mi avresti cercato tempo fa.- Gli tirai un'altra occhiata per l'ultima volta, incamminandomi verso la moto, intenta ad andare via.

Lui mi seguì. -Quelle che dico non sono cazzate, te lo dimostrerò.-

-Ah, sai una cosa?- Mi girai verso di lui, con aria di sfida. .Sai la persona di cui parli in 'Taken'? Beh, sei proprio tu.- Salii in moto, tenendomi agli appoggi posteriori fino all'arrivo.

Scesi e mi diressi in casa, senza neppure salutarlo.

Ora le loro canzoni avevano un senso: 'Taken', 'More than this', 'Tell me a lie', 'I wish', 'I want'... La maggior parte di esse erano ritorte contro di lui, ora, e non poteva farci nulla.

Appena entrata in casa, scoppiai in un pianto liberatorio in camera mia, guardandolo andare via triste, attraverso la finestra.

'Te lo dimostrerò'... Cosa avrà voluto dire? Probabilmente nulla, probabilmente era semplicemente una frase fatta inutile e senza senso.

Qualcuno suonò al campanello ed andai ad aprire, visto che ero sola in casa.

-Thoooom!- Lo abbracciai, senza pensare a quello che era successo prima con Harry.

-Liz, amore!- Mi strinse a sé, con tanta tenerezza ed entusiasmo, baciandomi la fronte.

-Com'è andata a scuola?- Mi mise un braccio intorno al collo ed entrammo.

-Tutto okay!- Sorrisi, mentendo spudoratamente.

Salimmo nella mia stanza, ci sedemmo sul letto e iniziammo a farci qualche coccola. Nonostante stessimo insieme da un anno e mezzo non avevamo ancora fatto ciò che tutti immaginano, io non mi sentivo pronta e lui non mi metteva fretta, anzi. Era anche per questo che ero innamorata di lui, non pretendeva tutto e subito, sapeva aspettare pur di stare con me.

-Sei meraviglioso.- Dissi ad un tratto, guardandolo e cercando di scacciare i pensieri su Harry.

-Tu sei la persona più fantastica del mondo.- Sapeva davvero farti sentire bene, con quei suoi occhi stupendi e azzurri, pieni di allegria e felicità, così profondi e intensi.

Rimanemmo per tutto il tempo sul mio letto abbracciati a baciarci, fino a che non si fece tardi e sentii qualcuno suonare alla porta. Supponendo fosse mia madre, andai velocemente ad aprire, e invece mi ritrovai davanti la mia migliore amica: Nany.

-Nanyy!- L'abbracciai fortissimo, mentre Thomas ci raggiungeva scendendo le scale.

Chi era Nany? L'avevo conosciuta a scuola ed era la mia migliore amica da due anni. Sapeva tutto della mia storia con Louis e di quella con Harry, per non parlare di Zayn. Era più grande di me, ma ci comprendevamo all'istante e la differenza d'età era pressoché inesistente. Era un'accanita fan dei One Direction, ed era proprio per questo che ci eravamo conosciute: era venuta da me, dopo aver visto le mie foto sul giornale mano nella mano con Harry, si era presentata e subito avevamo legato. Era una ragazza dolcissima, meravigliosa, comprensiva, sapeva ascoltare e sapeva dare consigli, insomma, cosa si poteva volere di più?

-Hei, Thom, ci sei anche tu! Vi ho disturbato?- Sorrise, facendo comparire delle leggerissime fossette sulle sue guance morbide che sembravano voler essere strapazzate.

-No, tranquilla, tanto dovevo andare!- Sorrise Thom a lei.

-Yeah! Io ho bisogno di fare una chiacchierata con Liz, quindi sciò!- Si mise a ridere, coinvolgendo anche noi.

-Beh, allora tolgo il disturbo... Liz domani passo a prenderti in moto per andare a scuola, okay?- Mi schioccò un meraviglioso bacio sulle labbra prima di solcare la porta di casa mia.

Salutai con la mano tesa, prima di richiudere la porta ed essere letteralmente trascinata sul divano da Nany.

-Stasera i One Direction hanno un'intervista, e non volevo perdermela, però da me la TV non funziona, quindi sono venuta qui!- Sorrise, spaparanzandosi sul divano, mettendosi comoda e schiacciando i tasti del telecomando.

-Dai, sai che non voglio vederli, Nany!- La guardai, con lo sguardo triste.

-Eh cosa vuoi che sia, è un'intervista e basta, dai, ti prego!- Mi guardò con il broncio e gli occhi dolci, per convincermi, così annuii e aspettai l'intervista, accoccolata su Nany.

*TV* -Ed ecco a voi i One Direction, la boy band più famosa del momento!-

Nany iniziò ad urlare e ad agitarsi, già solo a vedere Niall.

Ah, giusto, non vi ho detto che Niall e Alessandra si erano lasciati, purtroppo erano troppo lontani.

L'intervista proseguì tra domande e parti divertenti, nulla di nuovo che già non sapessi.

*TV* -Ora qualche domanda personale: Harry, dedicheresti una delle vostre canzoni ad una ragazza? Se si, quale?- L'intervistatore sembrava molto interessato, e Nany altrettanto, mentre sgranocchiava qualche popcorn.

*TV* -Ehm, si. In realtà ne avrei più di una, ma credo che la più importante sia More Than This.- Disse lui, con un leggero sorriso malinconico.

-Ah si? E per chi è questa canzone?- Il presentatore era curioso, quasi quanto me e i ragazzi.

-Per una ragazza Italiana, che ora vive qui in Inghilterra. Il suo nome è Elisabetta Alessi. Se mi stai ascoltando, sappi che farò di tutto per farti capire che posso amarti più di così.- Chinò lo sguardo, lasciando ricadere una ciocca di riccioli castani sul volto, mentre il presentatore era sconcertato e lo guardava sempre più curioso, e i ragazzi invece chinavano la testa, avendo già capito a chi si riferisse.

Nany sputò tutti i popcorn che aveva in bocca ed io spalancai gli occhi e le labbra, davvero sconvolta, avvicinandomi alla TV, immaginando di aver capito male.

*TV* -Hei, hei, hei! Che dichiarazione, ragazzo! E raccontaci un po' di questa ragazza!- Il presentatore lo guardava estasiato, attendendo con ansia il discorso di Harry.

-Beh, cosa dire. E' una ragazza meravigliosa, stupenda, e... nulla, voglio farle solo capire quanto sia importante per me, e quanto lo sia stato in questi due anni e mezzo.- Guardava il presentatore con gli occhi sognanti.

-Aaah, abbiamo capito, è la famosissima Liz, la tua ex fidanzata, giusto?- Non riuscivo ancora a rendermi conto delle parole che stava pronunciando il presentatore, e soprattutto Harry. Lo stava dicendo davvero? Il cuore batteva fortissimo, avevo il fiatone e non riuscivo quasi a respirare per l'emozione e per l'agitazione.

-Si, è lei.- Si girò verso lo schermo, era apparsa una mia foto mano nella mano con lui, e subito si voltò, evitando l'argomento.

-Beh, ora parliamo d'altro!- Finalmente il conduttore aveva capito che non era un argomento facile da affrontare.

Mi lasciai andare sul divano, sdraiata a guardare il soffitto; Nany era ancora senza parole, sentivo solo che sgranocchiava i popcorn mentre ascoltava Niall che parlava, tutta presa.

-Nany, ma l'hai sentito anche tu, vero?- Mi tirai su per guardarla, a gambe incrociate.

-Si, l'ho sentito anche io, non era un sogno, l'ha detto davvero!- Era schietta e sincera, e io rimasi ancora con gli occhi spalancati e increduli. -Ma mi chiedo perché, perché proprio ora!- Continuò, più incredula di me.

-Beh, oggi l'ho incontrato...- Chinai lo sguardo.

-COSA?- Mi guardò, lasciando perdere i popcorn.

-Oggi l'ho incontrato per caso, e siamo andati a bere una cosa insieme...- Le raccontai tutto l'accaduto e lei mi disse che avevo fatto bene a non lasciarmi andare con lui, anche se probabilmente non avrei neppure dovuto accettare di farmi accompagnare, ma cosa potevo farci se mi faceva quell'effetto?

-Su, Liz, non è nulla di grave, l'importante è che non l'abbia visto Thom...- Subito mi balenò in mente lui, speravo non avesse guardato la TV, e speravo che nessuno glie l'avrebbe fatto mai notare, altrimenti sarei stata davvero, davvero nei guai.

-Ma cosa pensi che voglia fare, ora?- Mi chiese poi Nany, quando il programma finì e affrontammo ancor meglio l'argomento.

-Non ne ho la più pallida idea, ti giuro.- Speravo che almeno lei avesse qualcosa in mente, ma aveva i miei stessi dubbi, se non di più.

Chiamai Thomas, che per fortuna non aveva visto nulla, ed usai la scusa della buonanotte, ora ero decisamente più sicura, ma non di certo così tanto.

Chiamò mia madre, quella sera non sarebbe tornata, così invitai Nany a rimanere e lei accettò volentieri, proponendo un pigiama party all'insegna del divertimento. Insistette sulle canzoni dei One Direction, ed io acconsentii, ci voleva davvero poco a renderla felice, e rendeva felice me, quando lo era lei.

-Nany ti voglio tanto bene.- Dissi, tra le coperte, abbracciata a lei, quando ormai la notte era scesa sulle strade.

-Anche io ti voglio tanto bene, Liz.- Mi strinse più forte. Sapevo che quando avevo bisogno lei c'era sempre, come ora, e in ogni occasione che si sarebbe presentata in futuro.

 

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Nuovo capitolo, nuovo capitolo. c:
Spero vi piaccia, non ho nulla da dire,
tutto qui,
recensite, mi raccomando! :)
Un bacio. xx
-Angie.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - ExtraordinHARRY. ***


Capitolo 4 – ExtraordinHARRY.


 

Non feci in tempo a chiudere gli occhi che sentii il cellulare suonare, insistentemente.

Nany subito si alzò di scatto, stava già dormendo e non riusciva ancora a rendersi conto di cosa fosse quella suoneria.

-Eh? Che è?- Chiese con i capelli arruffati e gli occhi socchiusi, ancora insonnolita.

-Telefono!- Saltai giù dal letto, numero privato, probabilmente uno scherzo. Erano già le 4 di notte.

-Pronto?- Chiesi con la voce assonnata.

-LIZ!- Quella voce la riconobbi subito, non risposi. -Scendi giù, ora.- Sospirò, sembrava stesse accennando un sorriso.

-Perché?- Chiesi, ancora non riuscivo a capire bene, mi ero appena svegliata.

-Scendi ho detto!- La sua voce era insistente.

-Okay, aspetta.- Il mio cervello non riusciva a mettere in moto, riattaccai e mi sistemai leggermente i capelli, scendendo ancora in pigiama, seguita da Nany dubbiosa, che gattonava ancora intontita.

-Dai Nany, alzati e vieni giù con me che ho paura!- La incitai, prima di imboccare le scale.

Lei mi seguii e quando aprimmo la porta ci ritrovammo davanti qualcosa che davvero non ci saremmo mai aspettate.

Harry era lì, davanti a me, dall'altro lato della strada, in piedi e sorridente, aggiustandosi il ciuffo; sull'asfalto c'erano tantissime rose, probabilmente un migliaio, tutte poggiate a terra, che formavano la scritta: TI AMO, in italiano.

Rimasi senza parole, sul ciglio della porta, con il pigiama e le pantofole, Nany dietro di me, ancora più sconvolta.

-Te l'avevo detto che ti amo!- Si mise ad urlare.

In quel momento non mi importava molto di svegliare i vicini, anche se erano le 4 di notte, non riuscivo a capire più niente, la mia testa era confusa, piena di pensieri che mi pulsavano in testa come un uragano.

-Forza, va da lui!- Bisbigliò Nany.

Ma era impazzita? Sapeva meglio di me che stavo con Thomas e non potevo andare da Harry proprio in questo momento.

-Dai, su, vaii!- Mi spinse.

Mi avvicinai a Harry, strofinando il braccio timidamente ed evitando le rose.

-Ehm, Harry... Io non so davvero cosa dire...- Non riuscivo neppure a guardarlo negli occhi.

-Non devi dire nulla, non c'è problema, volevo solo dimostrarti che non sono cazzate le mie.- Mi mise una mano sotto il mento, per alzarmi il viso e mi guardò intensamente negli occhi, prima di darmi un bacio a stampo.

-L'hai vista l'intervista?- Mi chiese, sorridendo.

-Si, l'ho vista.- Chinai nuovamente lo sguardo, scostandomi e indietreggiando.

Sorrise teneramente.

-Beh, ti lascio dormire, ci vediamo domani. - Mi abbracciò e mi diede un bacio sulla fronte, per poi salire sulla sua moto ed andare via, lasciandomi in mezzo alla strada tra le rose.

Mi sedetti per terra, con le mani sul viso, con le lacrime agli occhi.

-Hei cucciola, tutto okay?- Nany mi poggiò una mano sulla spalla, da dietro, mentre si strofinava gli occhi.

-Perché è arrivato proprio ora? Vuole rovinare tutto tra me e Thom?- Alzai lo sguardo al cielo nero, per non far scendere le lacrime, tirando su col naso.

-Liz devi prendere una decisione.- Fu secca e decisa, aveva ragione.

-Domani ha detto che ci rivedremo.- Mi tirai su e presi per mano Nany, chiudendo la conversazione ed andando a dormire, dopo aver raccolto qualche rosa da mettere nella mia stanza.

Il giorno dopo, come promesso, Thomas mi venne a prendere, con la sua bella moto ed andammo insieme a scuola; subito la vettura mi ricordò Harry, inevitabilmente.

Fu una giornata intensa ma passò rapidamente, dopodiché invitai Thom a pranzo da me, io e lui da soli.

A mezzogiorno e mezzo qualcuno suonò alla porta, mentre io e lui eravamo alle prese con la cucina, tutti sporchi di sugo.

Aprii la porta con il naso tutto rosso dalla salsa, e Harry sorridente mi si presentò davanti, tutto pimpante.

-Buongiorno!- Esclamò, per poi sporgersi. -Disturbo?-

-Ehm, forse si.- Thomas era arrivato dietro di me e il sorriso di Harry si trasformò in una smorfia di disgusto.

-Ah, tu devi essere il fidanzato di Liz, piacere!- Gli strinse la mano, forse un po' troppo forte.

-Beh...- Ero davvero in imbarazzo.

-Ah, si giusto. Ero venuto per invitarti a mangiare da me e dai ragazzi, ma visto che hai ospiti, può venire anche lui.- Lo fulminò con lo sguardo.

-Certo! Ti dispiace se porto anche un'amica? Ci terrebbe tanto a conoscere i ragazzi!- Sorrisi e mi girai verso Thomas, per poi tornare in casa a prendere il cellulare. Erano ancora sulla soglia, fermi immobili a fissarsi con aria di sfida, non mi piaceva per niente.

-Pronto? Hei Nany, Harry mi ha invitato a pranzo dai ragazzi, vieni?- Subito un 'SIIIIII' di evidente approvazione uscii dalla cornetta, oltre i numerosi gridolini d'eccitazione. Dopo averle dato appuntamento, andai di sopra a cambiarmi velocemente e scesi, dove i ragazzi stavano aspettando immobili sul divano, senza fiatare.

Non so in realtà perché avevo accettato, ma visto che c'era Thomas non dovevo preoccuparmi.

Salimmo sulla macchina di Harry (ebbene si, aveva preso la patente!) e aspettammo Nany sotto casa sua, tutta allegra e pimpante, che si presentò con tantissimi colori sgargianti addosso.

-Ciao, sono Nany, quella di ieri ser... Ehm, la sua migliore amica!- Per poco non la fulminai con lo sguardo, stava per spifferare tutto.

Arrivati a casa dei ragazzi, mi diressi verso Niall per salutarlo come si deve, e poi verso Liam, dolcissimo come sempre. Louis e Zayn li salutai con un semplice 'ciao' di sfuggita, non mi sembrava il caso di esagerare.

Nany invece si presentò davvero euforicamente, stringendo la mano a tutti, per poi abbracciarli.

Niall era ai fornelli, stava preparando qualcosa di buono, e Nany lo stava aiutando. Io, Thom e gli altri ragazzi eravamo sui divani della casa di Harry, dialogavamo e scherzavamo. Tra Thom e Harry c'era della rivalità, si notava subito, mentre con gli altri ragazzi aveva stretto amicizia davvero molto velocemente. Continuava a baciarmi con passione, credo avesse capito che Harry era un mio ex, e non voleva che mi portasse via.

Andai al bagno, lasciando tutti a conversare, per sciacquarmi il viso, e dopo poco dentro il bagno entrò Harry, senza fare complimenti.

-Liz.- Era serio, sembrava avesse quasi bevuto.

-Harry!- Lo guardavo dubbiosa.

-Credevo di farcela, ma io quello proprio non posso sopportarlo. Ti prego lascialo, e mettiti con me, ti scongiuro.- Si avvicinò a me e mi prese il viso per baciarmi, con forza e autorità. Non riuscii a staccarmi, perché con le mani mi teneva incollato a sé, in cuor mio mi chiedevo perché lo stesse facendo, forse amava mettermi in difficoltà, sapeva che non riuscivo a resistergli.

Non accennava a volersi fermare, anzi, continuava tranquillamente, baciandomi con passione le labbra e il collo, mentre i brividi mi percuotevano da capo a piedi in ogni istante, bloccando il mio corpo, che era impotente in quel momento.

Non potevo far altro che assistere alla scena come un personaggio esterno, fino a che lui non si staccò da me, mettendomi le mani ai lati delle spalle e guardandomi.

Lo osservavo con un punto interrogativo stampato sul volto, mentre lui sorrideva perché non sapeva cos'altro fare.

-Harry..- Cercai di parlare.

-No, non parlare, non rovinare tutto come l'ultima volta...- Mi fissò, fino a che non mi prese in braccio, tenendomi le gambe e mettendo la parte superiore del mio corpo dietro la sua schiena, mentre io scalciavo ridendo.

Mi portò in camera sua, senza che riuscissi a capire le sue intenzioni, sapevo solo che mi stava mettendo a dura prova quel giorno, e avrei voluto tornare indietro e non accettare l'invito a pranzo.

Mi poggiò a terra e andò a chiudere la porta, girandosi verso di me e sorridendo maliziosamente.

-Harry?- Chiesi perplessa.

-Tranquilla Liz, tranquilla!- Si mise a ridere con una mano sulla pancia, scostando un ciuffo con l'altra.

Oh cielo, la sua risata, la sua risata mi faceva impazzire letteralmente, riusciva a cancellare dalla mia testa Thomas, completamente, riusciva a farmi battere il cuore al ritmo di un tamburo impazzito, riusciva a farmi perdere in quei suoi occhi stupendi, si, ci riusciva solo lui.

Lo guardai per un secondo, alzando un sopracciglio, vedendolo poi partire a passo veloce e abbracciarmi fortissimo.

-Harry ma cosa stai facendo?- Mi misi a ridere mentre lui mi stringeva ed ondeggiavamo a destra e a sinistra a gambe divaricate.

-Non lo so, è colpa tua!- Si unì alla mia risata.

Incrociai per l'ultima volta quello sguardo così spensierato.

Ci sedemmo sul letto e iniziammo a baciarci, sfociando in qualcosa di grande, molto più grande, qualcosa che forse non avrei dovuto fare, ma che in quel momento mi sembrava la cosa migliore del mondo, la cosa che mi rendeva la ragazza più felice dell'universo, qualcosa che Styles aveva provato probabilmente molte volte, ma che io non avevo mai provato.

Scendemmo dopo mezz'ora, prima io, dopo lui.

Non so cosa pensò Thomas quando ritornai di sotto, e non so neppure cosa avesse pensato quando vide che non tornavo.

-Dov'eri?- Mi chiese mentre mi sedevo accanto a lui sul divano.

-Non stavo molto bene.- Lo guardai, con il viso ancora tutto rosso.

Nel frattempo scese Harry, poco dopo di me, altrimenti si sarebbero accorti che eravamo insieme di sopra.

-E lui?- Continuò, indicandolo con un gesto della testa, un po' schifato.

-Non ne ho idea! Io sono stata per tutto il tempo in bagno!- Riuscivo a mentire bene, sapevo di doverlo fare.

-Ero al telefono con la mia ragazza, che vuoi te?- Harry rispose, con aria di sfida.

Liam, Zayn e Louis lo guardarono un po' inquieti, mentre io guardai Thomas come per dire 'non rispondergli.'

-E' pronto!- Spuntò Nany dalla cucina, con tanto di cucchiaio di legno e grembiule.

-Se togli quel coso vengo!- Liam la guardò dubbioso.

-Uh si scusa!- Lo nascose dietro la schiena, mettendosi a ridere.

Quando ci sedemmo tutti quanti a tavola cominciai a riflettere sull'accaduto.

Insomma, era successo, io e Harry ci eravamo lasciati trasportare, ed ora? Cos'avrei fatto? Di certo non potevo lasciare Thomas, io lo amavo, Harry era semplicemente bravo a giocare.

Mi ritornarono in mente le sue parole, nella sua stanza: -Ti amo Liz, non ti lascerò mai.- risuonavano nel silenzio, solo io e lui, i suoi occhi nei miei.

Non avevo riflettuto, mi ero semplicemente lasciata andare con lui, come avevo desiderato in precedenza, quando c'eravamo incontrati. Forse non lo avrei mai dimenticato, Harry era significato qualcosa per me, e tutt'ora aveva occupato parte del mio cuore, nonostante fossi fidanzata, nonostante lo odiassi per quello che mi aveva fatto, non ci riuscivo, non riuscivo a togliermelo dalla testa.

Mentre i ragazzi chiacchieravano allegramente, cercavo di essere spensierata; Harry faceva delle battutine carine, era allegro e dolce, felice dell'accaduto. Anch'io ero felice, anche se Thomas non mi rendeva facili le decisioni, ma non potevo preoccuparmene ora, dovevo semplicemente far finta di niente per quel giorno.

Ero un po' turbata perché Thomas continuava a fulminare con lo sguardo Harry, e cercava di tenermi più vicina possibile, baciandomi in continuazione.

Finito il pranzo presi per mano Nany e la portai in bagno, per raccontarle tutto.

-Nany, penso che i miei sentimenti per lui siano tornati.- Dissi a testa bassa.

-Se i sentimenti tornano vuol dire che non se ne sono mai andati.- Le dispiaceva per Thomas, ma mi capiva.

'Se tornano non se ne sono mai andati', già, aveva ragione.

I miei sentimenti non erano scomparsi, erano stati coperti dall'amore che provavo per Thom, ed ora erano riemersi a galla.

 

__________________________________
Capitolo uhuhuhuh!
Beh, volevo farlo succedere da tanto,
ed ora... E' SUCCESSO! :D
Quindi boh, spero che anche voi,
come me, tifiate la coppia 'Liz-Harry',
perché io li vedo meravigliosamente **
Beh, nulla, fatemi sapere cosa ne pensate,
un bacio. **
-Angie.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 – La cosa giusta da fare. ***


Capitolo 5 – La cosa giusta da fare.


 

Dopo qualche considerazione con Nany, le spiegai che le avrei raccontato meglio cos'era successo quando fossimo tornate a casa da sole, e lei annuii sorridente, probabilmente aveva già intuito di cosa si trattava e cercava di far finta di niente.

Uscimmo dal bagno.

-Sempre a sistemarvi voi donne!- Disse Niall mentre passava.

-Problemi?- Esclamammo in coro io e Nany, ridendo.

-Nono, scusate, scusate!- Alzò le mani, un po' impaurito da noi, e si mise a ridere.

Si vedeva che c'era feeling tra i due, forse più di quello che c'era tra Alessandra e Niall, loro erano davvero carini, e non lo dicevo perché era la mia migliore amica, anzi.

Tornai in salotto e Harry subito ci propose di andare tutti insieme al bowling. Tutti accettarono di buon grado, e Thomas si limitò ad annuire con la testa, poco interessato, mentre mi cingeva con un braccio intorno alle spalle.

Visto che eravamo in otto, decidemmo che sei sarebbero andati in auto e due in moto. Il problema era che Harry era l'unico che aveva la moto e di certo non l'avrebbe lasciata a Thomas.

-Liz, vuoi venire tu in moto con me?- Harry inclinò la testa, in modo tenero.

-No, voglio che lei stia con me.- Mi interruppe Thomas, portandosi davanti a me.

-Ma Thom, siamo sulla moto, non può succedere nulla, e poi Harry è solo un mio amico.- Non so perché insistetti tanto, forse ci tenevo ad andare in moto con Harry, così magari avremmo chiarito un po' di cose.

-Va bene.- Annuì controvoglia, abbracciandomi poi.

-Mi fido di te.- Mi sussurrò all'orecchio.

Quando ci staccammo, Harry aveva già messo in moto la vettura e mi stava porgendo il casco. Per fortuna riuscii a salire abbastanza facilmente sulla sua Yamaha e in poco tempo eravamo già partiti. Strinsi fortissimo Harry sui fianchi per tenermi e lui ne fu immensamente felice.

-Harry, io non... Non posso lasciare Thom...- Dissi, avvicinandomi a lui.

-Lo so, lo so... Ma devi prendere una decisione.- Me l'aveva detto Nany e ora me lo stava dicendo lui stesso, avevano ragione, non sapevo decidermi e ora ero con le spalle al muro, dovevo decidermi e farlo anche in fretta.

-Hai ragione Harry, ma... Penso che Thom si infurierebbe a morte se chiudessi il rapporto ora... Voglio provare prima a vedere un po' come va con lui e con te...- Non sapevo davvero cosa dire, non ce l'avrei mai fatta a dire tutto a Thom, sarebbe andato su tutte le furie e non avrebbe risposto delle sue azioni, e non volevo che accadesse, ma allo stesso tempo Harry attendeva una risposta.

-Se tieni di più a lui, stai con lui.- Ecco, colpita e affondata.

Non parlammo più per tutto il resto del viaggio, fino ad arrivare al bowling.

Scesi dalla moto e Harry dopo di me, tutto sorridente e allegro, come al solito, mentre si sistemava i capelli chiacchierando con gli altri.

-Amore, mi sei mancata!- Thomas era estremamente geloso e mi venne ad abbracciare, sbaciucchiandomi tutta.

-Anche tu, anche tu.- Dissi io, distrattamente, mentre guardavo Harry che continuava a fissarmi. Mi resi conto anche di Nany e Niall che continuavano a scherzare e stare assieme, almeno questo mi rassicurava e mi rendeva felice.

Quando entrammo nel bowling, Thom andò a prendere le scarpe e io rimasi con Harry.

-Forse è stato tutto un errore.- Dissi sottovoce.

Lui si limitò ad annuire, tristemente, cercando di allacciare le scarpe e poi alzandosi e dirigendosi verso gli altri, sfoggiando le meravigliose scarpette appena indossate.

Finì di allacciare le mie e mi misi in piedi, raggiungendo il gruppo che era già pronto.

-Il primo a tirare è... Harry!- Disse Niall tutto allegro e sorridente, girandosi poi verso Nany e facendole un sorrisone enorme e tenero.

Il turno si concluse con uno strike sbalorditivo, e con un Harry più vanitoso che mai, che metteva allegria.

-Okay, ora tocca a Liz!- Liam mi sorrise teneramente, porgendomi una palla.

-Grazie Liam!- Ricambiai il sorriso e mi diressi verso la pista da bowling.

Guardai per un attimo i birilli e poi mi girai verso gli altri. -Come si fa?- Sbarrai gli occhi, squadrando i loro sguardi. -Non ho mai giocato a bowling!- Iniziarono tutti a ridere, me compresa, ancora con la palla verde in mano.

-Ti aiuto io!- Si propose Thomas.

Arrivò e si posizionò accanto a me, prendendomi le mani e aiutandomi nel lancio.

-Vedi? Si fa così. Facile no?- Mi sorrise, quanto era dolce.

Non feci in tempo a girarmi che lo sguardo di Harry, prima posato su di me, cambiò obbiettivo.

Per tutta la giornata fu così, sguardi che fuggivano all'incontro con l'altro,.

Al ritorno decisi di tornare in moto con Harry nuovamente, che sembrava abbastanza d'accordo.

-Mi dispiace Harry.- Sapevo che mi aveva sentito, nonostante il rumore del vento.

-Dispiace anche a me, Liz. Evidentemente è con lui che vuoi e che devi stare, e va bene così, non importa, davvero.- Tenne sempre lo sguardo fisso sulla strada, la voce un po' tremolante.

Lo strinsi più forte e per poco non mi addormentai accanto a lui su quella moto.

Arrivati a casa di Louis, Thom si offrì di accompagnarmi, e Nany fece lo stesso, così, arrivata a casa, proposi a Nany di restare, mentre Thomas doveva proprio andare via.

Mi sedetti sugli scalini all'interno di casa mia, con le mani sul viso.

-Nany, l'abbiamo fatto.- Non ebbi il coraggio di guardarla.

-L'avevo capito, sai?- Mi disse lei, per nulla stupita.

-Si, ma poi gli ho detto che voglio rimanere con Thomas.- Proseguii, in lacrime.

-Hai fatto la scelta giusta, Liz. E' successo quel che è successo con Harry, ma quello con cui devi stare è Thomas.- Si mise a sedere vicino a me, poggiandomi un braccio sulla spalla per consolarmi. -Ora asciugati quelle lacrime e facciamo qualcosa che ci tenga occupate per un po'...- Mi tolse le mani dal viso e mi asciugò le lacrime con un fazzoletto, prendendomi poi la mano e portandomi in cucina.

-Ho fame, ormai saranno le sette, cosa si cucina oggi di buono? C'è tua madre?- Mi disse lei sorridente e allegra.

-No, mi ha mandato un messaggio, siamo sole. Io direi di fare qualche schifezza degna di Liz e Nany!- Le sorrisi, cercando di pensare ad altro.

-Che ne dici di una crêpe salata e una dolce?- Propose Nany, entusiasta.

-Si, certo, qui ho della nutella, e qui prosciutto e formaggio!- Scoppiai a ridere, ancora con il barattolone di nutella in mano, mentre lei iniziava a preparare l'impasto.

Dopo circa mezz'ora eravamo riuscite a combinare qualcosa e stavamo gustando le nostre prelibatezze.

Visto che l'indomani avevamo scuola, Nany tornò a casa e io subito andai a dormire. Controllai il cellulare prima di coricarmi e trovai due messaggi:

Uno di Thomas: 'Buonanotte amore mio, stupenda giornata, no? Ti amo. xx'

E uno di Harry: 'Hei Liz, forse hai ragione, mi dispiace di averti fatto questo, dovevo resistere. E ora non voglio che tu rovini il tuo rapporto con lui, non mi vedrai più, stai tranquilla.'

Risposi al primo messaggio e continuai a fissare il secondo per un tempo davvero lungo, ragionando su tutte le sue parti e cercando un modo per rispondere. Alla fine non scrissi nulla e mi addormentai, con il cellulare sul petto e un groppo in gola. Sarebbe sparito, eh già, forse in quel momento era la cosa giusta da fare, alla fine, ma era ri-piombato così velocemente nella mia vita, e ora stava andandosene via di nuovo. Era la scelta giusta, lo sapevo, sapevo che ora dovevo continuare la mia vita con Thom, come se quel giorno non fosse successo nulla, come se quel giorno non fosse mai esistito.

Non lo sentii più, per tre settimane, intanto con Thomas andava a gonfie vele e con Nany altrettanto. Mamma era sempre assente ma ormai ci avevo fatto l'abitudine, ed era ormai Marzo, mancavano tre mesi al mio diciottesimo compleanno e con la mia migliore amica già cercavamo di fare programmi su come organizzare il tutto; purtroppo le idee erano tante e frullavano in testa facendoci confondere ancora di più, così non riuscivamo mai a concludere nulla.

Un normalissimo giorno di scuola, tre settimane dopo l'accaduto, mi ritrovai a terra, tra i corridoi scolastici, in un attimo.

Stavo camminando tranquillamente, quando all'improvviso le mie gambe cominciarono a cedere e la testa cominciò a girare vorticosamente; in un attimo mi ritrovai a terra, immobile, con gli occhi chiusi, svenuta.

Tutti subito accorsero per vedere cosa fosse successo, e dopo qualche minuto mi risvegliai, intontita e stordita, senza ricordi di quello che fosse successo.

Arrivò anche Thomas, preoccupatissimo.

-Cosa è successo?- Mi chiese qualcuno, una voce confusa.

Portai una mano alla testa, continuava a farmi un male atroce, come se avessi un elastico che preme con forza sul cranio; le voci erano offuscate, ancora non ero riuscita a riprendermi per bene. -Non lo so, non lo so.- Furono le uniche parole che riuscii a dire.

Mi portarono un bicchiere d'acqua e poco dopo arrivò anche Nany, preoccupata.

Quando mi ripresi del tutto, decisi di tornare a casa e di riposarmi un po', ascoltando un po' di musica; caddi in un sonno profondo, come mai successo e mi risvegliai molte ore dopo, solo con il suono del mio cellulare, una chiamata di Nany.

-Hei Liz, tutto okay? E' passata?- Era allegra anche se un po' turbata.

-Si, tutto okay, stavo facendo una dormitina. Se non hai nulla da fare ti va di venire qui?- Volevo un po' di compagnia.

-Ma certo, sono lì fra dieci minuti! A dopo!- Chiuse il telefono, così mi diressi verso il bagno. Prima di solcare la soglia della porta della mia camera, diedi uno sguardo al calendario un po' dubbiosa, alzando un sopracciglio. Come avevo fatto a dimenticarmene?

 

_____________________________________________________
Eccomii! :D
Ragazze, qui vedo tanta carenza di recensioni.. :(
Cos'è? Non vi piace la storia?
Ho preso la decisione che fino a che non vedo
qualche recensione in più mi fermo qui.
Non mi va di scrivere per il vuoto, quindi preferisco non scrivere,
fino a che non mi caghi qualcuno, scusate.. :(
Appena inizierò a vedere qualcuno in più,
di sicuro continuerò, perché con la storia non mi fermo,
anzi! Continuo a scrivere in attesa di più partecipazione!
Quindi, scusatemi...
A mooolto presto.**
-Angie.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 - C'è un problema. ***


Capitolo 6 – C'è un problema.


 

Corsi in bagno e controllai, ancora nulla, non mi erano venute.

Era capitato alcune volte che il ciclo non fosse regolare, ma di solito era più puntuale di un orologio svizzero.

Non ci diedi molta importanza, fino a che non arrivò Nany.

-Heii!- L'abbracciai.

-Hei, come stai? Oggi quando ti ho visto lì sul pavimento mi sono preoccupata tantissimo!- Mi chiese, premurosa.

In quel momento provai a collegare. Il ritardo, lo svenimento e la stanchezza.

OH MIO DIO! Guardai in faccia Nany, impallidii e mi tremarono le gambe.

-Reggimi ti prego, reggimi.- Balbettai prima di finire sul pavimento, terrorizzata e tremolante.

-Liz, oddio, che succede, Liz! Ohh! Liz!- Mi tirò qualche schiaffetto per farmi riprendere e poi mi bagnò il viso con dell'acqua fredda.

-Okay, okay, sto bene, tranquilla- Dissi a malapena, con un nodo in gola terribile.

-Cos'è successo questa volta?- Mi guardava spaventata.

-Io non.. Non lo so, ho paura, tanta paura.- Mi misi una mano sulla faccia, sospirando e mettendomi a piangere.

-Liz ma che succede!- Mi scrollò, prendendomi dalle spalle.

-Io... Oddio è tutto collegato Nany... E' tutto collegato...- La guardavo ancora pallida, con la voce tremolante e le lacrime agli occhi.

-Cosa è collegato? COSA?- Non capiva, non capiva. Era tutto così ovvio!

-Nany mi devi fare un piacere.- La guardai negli occhi, seria.

-Dimmi tutto.- Rispose lei, altrettanto seria.

-Vai in farmacia, e compra un test di gravidanza.- Ecco, i brividi mi percossero da capo a piedi, la voce si fece più tremolante che mai e le lacrime cominciarono a solcare il mio viso, mentre quello di Nany cominciava a schiarirsi e a capire, capire cosa stava succedendo.

Non prese neppure il giubbotto, uscì di casa correndo e tornò in 10 minuti. Ero ancora seduta a terra, non potevo crederci, avevo paura, avevo tanta, tantissima paura.

-Ora vieni, ti porto di sopra e ti aiuto a fare il test.- Mi aiutò, ero debole e fiacca, non riuscivo a reggermi in piedi.

-Di solito sono regolari, Nany, io non posso, non voglio credere che sia così... Non è possibile!- Piangevo come una fontana, seduta sul gabinetto, ancora chiuso, mentre lei tentava di leggere le istruzioni, con le mani che tremavano.

-Okay, si, qui dice... Due tacchette: positivo, Una tacchetta: negativo. Okay. Pronta?- Mi guardò, prendendo un bel respiro.

-Pronta.- Dissi io, inspirando ed espirando lentamente.

Nany prese poi la provetta e la guardò con attenzione. Gli occhi le si ingrandirono a dismisura e le mani cominciarono a tremare visibilmente.

-Non è possibile. Non è possibile!- Continuava ad agitare quel coso, ripetendo le stesse parole.

-Cosa? Cosa Nany? Ti prego dimmelo!- Glielo presi dalle mani, guardando il risultato e rimasi incredula.

POSITIVO.

Lo lasciai cadere dalle mani, con le labbra socchiuse e gli occhi ormai pieni di lacrime.

-No, non è vero, dimmi che è un incubo!- Mi misi le mani sul viso e scoppiai a piangere.

Capitavano tutte a me, non era possibile! Quel bambino! Il bambino che avevo in pancia era di Harry, di quell'unica volta, di quell'unico sbaglio, e per questo la mia vita doveva cambiare per sempre.

-Non sono pronta Nany, io non posso tenere un bambino!- La guardai sconcertata, trovandomi di fronte a qualcuno ancora più stupito, spaesato e spaventato di me.

-E... E cosa vuoi fare?- Mi chiese, tremante.

-NON LO SO!- Urlai in preda al panico.

-Non puoi ucciderlo, Liz!- Mi guardava con le lacrime pronte a solcarle il viso.

-Già, non posso ucciderlo... Ho bisogno di tempo per pensare...- Chinai la testa e lei annuii con un gesto di consenso, uscendo dal bagno e chiudendo la porta. Piansi, piansi fino a prosciugare tutte le lacrime, piansi per la rabbia, piansi per la disperazione, piansi per Harry, per Thomas, per il bambino, per Nany e infine per me, si piansi per me, che avevo lasciato che succedesse.

Sentii la porta d'entrata chiudersi, probabilmente Nany era andata via come le avevo chiesto, così uscii e mi andai a coricare sul letto, chiudendo gli occhi e sperando fosse tutto un sogno, ancora col test fra le mani.

Al mio risveglio purtroppo quell'aggeggio era ancora stretto tra le mie mani e la testa stava ancora girando. Controllai il cellulare: 14 chiamate perse.

-Nany.

-Nany.

-Nany.

-Nany.

-Nany.

-Nany.

-Thomas.

-Nany.

-Nany.

-Nany.

-Mamma.

-Mamma.

-Nany.

-Thomas.

Sospirai e mandai un messaggio a Thomas: 'Stavo dormendo, mi spiace, comunque tutto okay, è passato, ora sto decisamente meglio, a domani xx.'

Poi ne mandai un altro a mamma: 'Fammi indovinare, non vieni a cena, giusto? No problem. xx.'

E poi chiamai Nany.

-Hei Nany.- Dissi ancora insonnolita.

-Liz...- Disse lei, fredda.

-E' passato il momento di rabbia.- Dissi io, cercando di mandare avanti la conversazione. -Ho visto le tue chiamate. Scusa se non ti ho risposto ma stavo dormendo.- Sospirai.

-Non ti preoccupare, ti capisco. Comunque scusa se me ne sono andata oggi pomeriggio, senza salutare, ma mi sembrava la cosa più giusta da fare.- Continuò lei, sussurrando quasi.

-Non c'è problema, hai pienamente ragione. E' solo che, ci ho pensato, per ora non deve sapere nulla nessuno, okay? Al massimo mi fingerò malata per un po'...- Proseguii, calma.

-Fai molto bene, decisamente, per qualsiasi cosa, sono qui. Non lo dirai neppure a tua madre?- Domandò.

-No, figurati, sarebbe un delirio totale, e non voglio far scoppiare bufere e cagnare. Ora vado di nuovo a letto, ho davvero troppo sonno, buonanotte Nany.- Conclusi.

-Notte Liz, riposa bene.- Chiusi il telefono e mi rimisi a dormire fino all'indomani.

Il giorno dopo mi svegliai senza forze così decisi di rimanere a casa. Di conseguenza mandai un messaggio a Thomas e uno a Nany, per avvertirli di non passarmi a prendere, e poi tornare a dormire.

Ormai erano giorni che facevo così: continuavo a dormire tutto il giorno e tutta la notte, senza mai scendere di sotto o mangiare. Dicevo a Nany di non venire, perché stavo bene e invece a Thomas che avevo la febbre e che se fosse venuto glie l'avrei attaccata.

Quando non dormivo guardavo la tv, sempre dal mio letto, e ogni tanto passavano programmi sui One Direction, un groppo alla gola mi prendeva e il cuore cominciava a battere forte. Sapevo che un giorno avrei dovuto dirglielo, ma non ora.

Era ormai fine marzo, avevo passato un mese in casa senza uscire, e mangiavo davvero pochissimo, lo stretto necessario, una volta ogni due giorni.

-Liz ora basta, così fai male a te e al bambino!- Irruppe un giorno Nany nella mia stanza, piena di rabbia.

-Nany! Hei calmati!- La guardavo confusa.

-Smettila di farti del male a questo modo. Ho portato qualcuno a cui dovrai dare delle spiegazioni, è giù.- Mi guardava seria, sulla porta, con le braccia incrociate.

-Chi?- Le chiesi incuriosita e preoccupata.

-Scendi e lo vedrai.- Mi indicò le scale.

Mi alzai e scesi metà rampa; seduto al tavolo c'era Harry, impaziente, che mi stava aspettando. Risalii di sopra, guardando Nany spaventata. -No.- Dissi secca.

-Si, e subito. Non puoi andare avanti così.- Mi accompagnò di sotto, prendendomi per un braccio, mentre tentavo di dimenarmi.

-Liz!- Disse lui, appena mi vide, alzandosi e venendomi incontro.

-H-H-Harry.- Balbettai io, ancora in pigiama.

-Ma cos'hai fatto? Sei così pallida e magra...- Mi guardava sconvolto e visibilmente dispiaciuto.

-Non... Non è niente.- Girai la testa, mentre lui cercava di posare le sue mani sul mio viso.

-Vi lascio soli...- Sussurrò Nany, salendo di sopra.

Guardai negli occhi Harry, pronta a sputare la verità in faccia a quel ragazzo che in quel momento mi stava guardando con quei suoi meravigliosi occhi verdi, impaurito e preoccupato per me.

-Io... Devo dirti una cosa molto importante.- Ecco, era l'inizio della fine.
 

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Ragazze che dolci, ho deciso di non fermarmi perché siete fantastiche,
quindi ecco qui come promesso il sesto capitolo,
davvero molto... WOOOW! :o
E non è ancora finita uhuh.
Quindi nulla, spero vi sia piaciuto,
recensite come al solito,
che mi fa tanto piacere!
E... Bom..
Grazie a chi la legge! <3
-Angie.xx

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 – Lui è il padre di mio figlio. ***


Capitolo 7 – Lui è il padre di mio figlio.


 

La vista cominciò a offuscarsi, ancor prima di finire la frase, e caddi nelle sue braccia, priva di sensi.

Mi risvegliai confusa e con un dolore atroce alla testa, questa volta ero su una barella, in ambulanza. Sgranai gli occhi spaventata.

-Dove sono? AIUTO!- Tentai di alzarmi ma ero legata.

-Stai giù.- Una ragazza mi prese la testa e la tenne ferma.

Harry e Nany erano lì, mi guardavano increduli e scioccati, mentre io con gli occhi gonfi di lacrime non capivo nulla.

-Spiegatemi, spiegatemi. Voglio sapere, voglio sapere cosa sta succedendo!- Continuavo a muovermi, ad attirare l'attenzione, gridando spaventata.

Loro mi guardavano, non professavano parola, erano lì, immobili come due statuette.

-Dategli dei sedativi.- Sentii una voce dietro di me, e poi più nulla, solo il buio.

Mi risvegliai nella saletta dell'ospedale, Nany e Harry erano sempre lì in silenzio, sulle seggiole di fronte a me.

Entrò il dottore e io cercai di svegliarmi, così avrei potuto sentire cosa diceva.

-Ragazza, abbiamo riscontrato uno stato di malnutrizione, sai che questo potrebbe far male al tuo bambino, vero?- Mi guardava, con il suo foglio davanti con i referti delle analisi, come farebbe un padre alla propria figlia.

Sentii Harry che emanò un suono inconsciamente, spaventato.

Girai lo sguardo e lo vidi con gli occhi allargati e la bocca spalancata, incredulo.

-Si, lo so.- Tornai con gli occhi sul dottore, chinando poi la testa.

-Come 'lo sai'?- Sentii la sua voce provenire dall'altra parte della stanza, sempre più incredula e spaventata, non era riuscito a trattenere le parole.

Non risposi, sospirai e il dottore capì, dirigendosi verso la porta ed uscendo velocemente, seguito da Nany.

Harry mi si affiancò, venendomi vicino.

-Volevo dirtelo, sul serio... E' solo che... Non lo so, non avrei voluto rovinarti tutto, la carriera, sarebbe stato uno scandalo, non... Avevo paura che mi abbandonassi, avevo paura...- Tremavo, avevo timore di come avrebbe potuto reagire, di quello che avrebbe potuto dire o fare, avevo un groppo in gola e le parole non riuscivano ad uscire, rimanevano bloccate tra le mie corde vocali senza scampo; stavo piangendo e neppure me ne ero accorta.

-Hei, calmati, calmati adesso.- Mi prese una mano, e con l'altra mi asciugò le lacrime, con quel sorriso rassicurante, che era comparso. -Come hai potuto pensare che sarebbe stato un problema per la mia carriera? Tu sei molto più importante della mia carriera, e anche lei, o lui.- Disse, mettendo poi la mano sulla mia pancia.

Il mio cuore si alleggerì e si riempì d'amore, tanto quanto non ce n'era mai stato. Si avvicinò a me per darmi un bacio e subito posammo le nostre labbra l'uno sull'altra. Quanto mi mancavano i suoi baci, solo Dio lo sa, quanto mi mancava quello Styles. In quel momento mi sentivo la ragazza più felice del mondo, nulla avrebbe potuto rovinare quel momento, nulla.

Si sedette vicino a me, con la sedia, tenendomi la mano.

Sentii bussare e insieme in coro dicemmo -Avanti!- tutti allegri e sorridenti. Nany era più felice di noi, a vederci così contenti, come non ci aveva mai visto.

-Lo sapevo!- Ci guardava, sorridendo.

-Che cosa?- Chiesi io.

-Che sarebbe andata a finire bene!- Si era avvicinata a noi, e mi guardava.

-Ma c'è un problema.- Tornai seria.

I visi di entrambi si riempirono di punti interrogativi in attesa di una risposta.

-Thomas.- Guardai in basso; non sapevo come avrei potuto fare, mi chiedevo come avrebbe reagito.

Anche loro guardarono a terra, con gli occhi un po' smarriti e preoccupati, coscienti del problema che si sarebbe andato a creare.

Sentivo dentro l'angoscia al solo pensiero di come avrei fatto a dirglielo, di certo non potevo continuare a stare con lui, visto che dentro di me c'era qualcosa che apparteneva ad Harry, solo a lui e a me.

-Ci vorrà del tempo.- Disse Harry, con il viso turbato, segnato da alcune rughe d'espressione. -Non preoccupare di fare tutto ora, devi prima pensare a riprenderti, okay?- Mi sorrise, stringendomi la mano dolcemente.

Nel mentre rientrò il dottore. -Qualcuno deve starle vicino... Di chi è il bimbo? Ragazza non sei maggiorenne. Tua madre?- Continuava a riempirmi di domande e iniziava a darmi sui nervi.

-Lui è il padre di mio figlio.- Sorrisi, indicando Harry fieramente. -No, non sono maggiorenne, mia madre è via per lavoro...- Chinai lo sguardo.

-Posso stare io con lei per un po', ne avrò cura!- Harry irruppe nella conversazione con un certo brio, allegro e convinto delle sue azioni. In quel momento mi sentii la ragazza migliore del mondo, con accanto il ragazzo migliore del mondo, non mi aveva abbandonato solo all'idea di quel bambino, anzi. Ecco il gesto che aspettavo, ecco, ora sapevo che mi amava.

Il medico alzò un sopracciglio, sospettoso.

-Ho 19 anni.- Aggiunse poi, con aria da saputello.

Io lo guardavo, stupita e con ammirazione, mentre le mie dita entrano incrociate nelle sue, sempre più strette, ora più che mai indivisibili.

Il dottore cedette e annuii, spiegando cosa avrei dovuto fare nei prossimi giorni. Visto che mia madre non sarebbe tornata prima di due settimane, decisi di trasferirmi momentaneamente da Harry, così mi sarebbe stato più vicino.

Mi dimetterono il giorno stesso, con qualche raccomandazione e tanta gioia.

Lui insisteva al volermi portare in braccio, diceva che ero troppo debole e che mi sarei affaticata, così Nany prese la mia felpa e Harry mi sollevò, fino a portarmi all'auto di Louis, che aveva chiamato prima.

-Buongiorno!- Mi posò sul sedile, spuntando dentro il veicolo e salutando Louis, che rispose con un cenno.

Harry mi raggiunse salendo dall'altro lato mentre Nany si mise affianco a Lou, troppo impegnato a messaggiare con il cellulare.

-Lou, prima passiamo a casa di Liz, poi portaci tutti a casa mia.- Annuì, mettendo in moto l'auto e dirigendosi verso l'uscita dal parcheggio dell'ospedale.

Guardai l'angusto paesaggio fuori dal finestrino, mentre la mia mano sinistra era impegnata a stringere quella di Harry, che mi stava a fissare incantato.

-Cosa vi hanno detto?- Louis fischiettava.

-Nulla, deve stare a riposo e starò io un po' con lei...- Mi strinse la mano più forte, come per farmi capire che non avrebbe detto nulla. Lou si limitò ad un 'ah ah' come se stesse facendo finta di ascoltare, ma in realtà non stava proprio calcolando nessuno. -Hei, Lou, torna tra noi!- Continuò poi Harry, cercando di far svegliare l'amico.

-Oh, scusa Harry, è che sono un po' pensieroso oggi...- Disse, guardando fisso la strada.

-Cos'hai?- Chiese poi, curioso e preoccupato.

-Sono in crisi con El...- Chinò lo sguardo.

-Dai, si sistemerà tutto, vedrai!- Harry sapeva come tirar su l'amico.

-Si, giusto! Beh, raccontate, raccontate, come mai devi stare a riposo, Liz?- Iniziò a parlare più veloce, facendo un grande sorriso e cercando di non pensarci.

-Ehm...- Dissi io, guardando verso il basso.

-Liz? Che succede?- Mi chiese, sempre sorridente.

Guardai Harry, facendogli capire che poteva dirglielo lui e mi annuì.

-Beh, starà un po' da me così riuscirò a prendermi cura di loro...- Cercava di farglielo capire senza essere troppo diretto, ma quel cocciuto di Louis continuava a fare domande perché non stava capendo assolutamente nulla.

-SONO INCINTA LOUIS!- Misi fine alla chiacchierata piuttosto imbarazzante, diretta e coincisa. “Simple but effective.”

-Cosa?- Fermò la macchina frenando bruscamente e girando il capo per guardarmi.

-Tu, lui, e...- Indicò la mia pancia e io annuii, sorridendo.

Harry lo guardò allegro, tenendo sempre stretta saldamente la mia mano e Louis si mise ad applaudire, allegro.

Solo quando sentimmo il rumore dei clackson che provenivano da dietro Louis capì che doveva ripartire per forza.

Presi il cellulare perché stava arrivando una chiamata.

-Pronto? Oh, ciao Thom.- Un brivido mi percosse e per poco non balbettai. -Si, è tutto okay, tranquillo. Dove sono? Beh sono con Nany a fare un giretto... NO, NO, NO! Ci sono amici di famiglia a casa stasera... Domani credo che non verrò ancora a scuola, si non mi sento ancora molto bene... Okay, ciao!- Buttai giù e sospirai. Voleva venirmi a trovare quel pomeriggio ma per fortuna trovai una scusa per non farglielo fare.

Ci fermammo a casa mia per un po' e Nany mi fece la valigia, scegliendo tutte cose comode e calde. Tornò dopo poco con una valigiona enorme, tutta sorridente e felice. Louis la aiutò a caricarla nel cofano mentre io ed Harry, sui sedili posteriori, ci scambiavamo occhiate innamorate e qualche bacio.

Accompagnammo Nany a casa sua e poi arrivammo a casa di Harry.

-Non c'è problema Lou, puoi andare.- Disse Harry prendendo la valigia.

-Sicuro? Beh allora io vado, ciao Liz... Buon proseguimento!- Mi fece l'occhiolino, con quella sua solita faccia stupida e tutti ci mettemmo a ridere.

-Ci puoi contare!- Feci l'okay con il pollice e l'occhiolino anch'io, scoppiando in una fragorosa risata.

Quando entrammo nella casa di Harry, lui subito mi diede un bacio stupendo. -Mi sei mancata tantissimo, e finalmente ora so che sei mia.- Poggiò la borsa a terra, abbracciandomi fortissimo.

-Mi sei mancato anche tu, non sai quanto.- Misi le mie braccia attorno al suo collo, continuando a baciarlo.

Ad interromperci fu lo squillare del suo cellulare, che subito si trovò tra le sue mani.

-Pronto?- Chiese distrattamente. Sospirò e andò di sopra a parlare, così che non riuscissi a sentirlo.

Perché lo stava facendo? Cosa voleva nascondere? Cercai di salire le scale lentamente, per ascoltare cosa dicesse; ero davvero curiosa, anche se non avrei dovuto.
 

_________________________________________________________
Uhuh!
Harry e Liz, sta trionfando l'amore *www*
Ma non aspettatevi tranquillità,
ormai dovreste conoscermi e sapete bene che io senza colpi di scena,
non ci so stare! ><
Non posso aggiungervi nulla,
nei prossimi capitoli capirete tutto,
quindi fra qualche capitolo preparate i fazzolettini di carta (?)
Fatemi sapere se vi è piaciuto e, se vi va, recensite **
Angie. xx

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 – La felicità si trova in poco. ***


Capitolo 8 – La felicità si trova in poco.


 

Non riuscii a sentire nulla di ciò che disse, lo vidi solo spuntare dalle scale mentre io ero inginocchiata sugli scalini, cercando di origliare.

-Liz?- Alzò un sopracciglio, con il telefono ancora in mano.

-Ehm...- Alzai la testa per guardarlo. -Ho perso un orecchino e lo stavo cercando!- Fu la prima cosa che mi venne in mente ma lui non sembrò crederci molto.

-Ah, okay!- Alzò il telefono, portandolo nuovamente all'orecchio. -Eccomi, scusa, dicevamo?- Iniziò a camminare verso l'altro lato del corridoio, come se non fosse successo nulla e questo mi fece imbestialire.

-Dove vai?- Mi sporsi, ancora in ginocchio, guardandolo andare via.

-Arrivo!- Si girò lui e mi sorrise, ritornando poi al suo telefono.

Annuii e scesi, sedendomi in cucina, su una sedia alta del tavolo bar, picchiettando le dita sul banco di marmo, nervosamente, pensando a tutte le possibili persone con cui avrebbe potuto parlare.

Quando lo vidi arrivare mi si fermò il cuore per qualche secondo, mentre lui si spostava un ciuffo dal viso, tutto sorridente e allegro. Si sedette di fronte a me sul piano bar e mi sorrise.

-Chi era?- Chiesi, cercando di sembrare meno nervosa di quello che ero realmente.

-Caroline.- Disse, guardando alla sua sinistra il soffitto, cercando di scampare al mio sguardo inutilmente.

-Che voleva?- Domandai, acidamente.

-Niente.- Continuava a fissare le luci in alto, mentre a me saliva la rabbia.

-Non sai mentire, guarda me.- Gli dissi, indicandomi con il pollice, abbastanza scocciata.

Poggiò i suoi occhi verdi su di me e in un attimo un brivido raggelante mi percorse tutta la spina dorsale, facendomi sobbalzare involontariamente.

Lui accennò un sorriso, con un piccolo sospiro, anche se in quel momento mi doveva solo delle spiegazioni, e pure tante.

-Allora?- Continuai, cercando di rompere il silenzio, mentre tra me e lui c'erano solo i nostri occhi, gli uni sugli altri.

-Non voleva nulla, mi ha chiamato solo per vedere come sto.- Continuava a distogliere lo sguardo e a tentennare nelle parole, non sapeva davvero fingere con me, era stupido da parte sua un comportamento del genere e mi faceva solo irritare.

-Harry mi devi delle spiegazioni.- Continuavo a fissarlo, fredda, mentre le mani ticchettavano sul banco di marmo grigio.

-Ti ho spiegato!- Alzò la voce, spazientito.

-Smettila di mentire, so benissimo che ti ha detto qualcosa che non mi vuoi riferire. Perché se è così, posso anche tornarmene a casa.- Feci per alzarmi e dirigermi verso le scale ma lui mi fermò con un -No!-, prendendomi il braccio con forza.

-E lasciami!- Scrollai il braccio e lui lasciò la presa, rimanendo con la mano a mezz'aria.

Mi fermai dandogli le spalle, a qualche metro di distanza, in piedi attendendo una sua parola che tardava ad arrivare. -Allora?- Sospirai, impaziente.

-Niente, davvero.- Chinò lo sguardo, risultando sempre meno credibile.

-Beh allora ciao!- Squittii io, salutandolo con la mano a mo' di modella e avviandomi verso le scale.

Quando imboccai le scale vidi che lui era ancora lì su quel tavolo con la testa china, mortificato, e il mio cuore iniziò a palpitare. Mi incuteva tristezza, ma non volevo che mi mentisse, non mi importava di quella Caroline, ma se lei poteva ostacolare il nostro rapporto era meglio che lo sapessi prima di intraprendere qualcosa di serio con lui.

Entrai nella mia stanza e vidi la borsa ancora adagiata accanto alla scrivania, così mi sedetti per un attimo sul letto a riflettere, fissando il muro bianco di fronte a me.

Poco dopo, dei passi lenti, come quelli di un condannato a morte, si avvicinarono alla porta della stanza, per poi comparire sull'uscio, insieme a quella chioma che sembrava quasi una parrucca, da quanto perfetta.

-Scusami per prima.- Rimase lì in piedi fermo, la testa abbassata, che lasciava ricadere i riccioli a coprirgli il viso.

-Io voglio solo la verità da te...- Mi faceva sentire malissimo vederlo in quel modo, ma non era un bambino, non poteva comportarsi come tale.

-E' che... Io e Caroline stavamo cercando di riallacciare i rapporti, fino a che non ti ho incontrata di nuovo e ho capito tutto. Oggi mi ha chiamato ma ho dovuto far finta di nulla, se sapessero che sei qui si farebbero davvero troppe domande, e non voglio che tu sia assalita dai giornalisti.- Sempre col volto basso, le parole erano scandite da un velo di tristezza e dispiacere.

-Oh, Harry!- Mi alzai, andando verso di lui e abbracciandolo fortissimo, con le mie mani strette sulla sua schiena e le sue sui miei fianchi. -Non ti lascerei per nulla al mondo.- Mi sentivo felice, protetta tra le sue braccia, come mai nessuno mi aveva fatto sentire. Era un ragazzo speciale e presto sarebbe stato anche il padre di mio figlio, speravo che non sarebbe finita mai questa storia, speravo che sarei potuta durare con lui, speravo che tutto andasse per il meglio, come nelle favole, perché io lo amavo, lo amavo davvero.

Alzai la testa e lo guardai sorridere, mentre mi contagiava con quella sua smorfia dolce. Mi schioccò un bacio sulle labbra a stampo, nulla di impegnativo, un semplice gesto di apprezzamento. -Ti amo.- Sussurrò lui, avvicinandosi al mio orecchio.

-Ti amo anch'io.- Abbassai la testa, stringendo più forte l'abbraccio.

Per un numero lunghissimo di minuti rimanemmo lì, immobili in piedi, ma quei minuti sembravano semplici attimi quando stavo con lui.

Ormai era quasi ora di cena così decidemmo di preparare la cena. Il mio telefono squillò e non risposi alla prima chiamata, ero troppo impegnata a cucinare insieme a Harry qualche schifezza immangiabile; risposi alla seconda.

-Pronto Nany!?- Ero calma e serena.

-Va un po' meglio? Hai mangiato?- Mi chiese lei come una madre affettuosa.

-Stiamo preparando, mi è tornata la fame!- Alzai il tono di voce, visibilmente felice e allegra, anche leggermente euforica.

-Bene. Visto che ti sei ripresa volevo proporti domani pomeriggio di uscire, come ai vecchi tempi!- Mi chiese lei, sperando in un si.

-Uh, certo! Mi mancavano le nostre uscite!- Guardai Harry, sorridendogli, per poi tornare a Nany. -Beh, ora ti devo lasciare che sennò Harry da solo combina un pasticcio... A domani, un bacio!- Le schioccai un bacio sono con la bocca e lei ricambiò, salutando e riattaccando.

-Rieccomi, disastro!- Mi avvicinai a lui, stringendolo da dietro. Lui poggiò le sue mani sulle mie e ci lasciammo cullare da un leggero dondolio per qualche minuto.

-Che cos'è questo?- Chiese poi, guardando un barattolo verde.

-Pesto! Me ne ha messo un vasetto Nany nella borsa, è tipico dell'Italia, dovresti assaggiarlo!- Lui mi guardò un po' dubbioso, così gli sfilai la coppetta dalla mano, aprendola e prendendone qualche cucchiaio, adagiando il contenuto sulla pasta ancora fumante. -Ecco, assaggia!- Lui prese la forchetta e, con enorme stupore, iniziò a piacergli davvero tanto, così finimmo tutto quello che avevamo preparato davvero in pochissimo.

-Sei un ottima cuoca!- Disse, pulendosi la bocca con il fazzoletto.

-Oh, grazie! Sai, quando tua madre non c'è mai, devi imparare ad organizzarti!- Esclamai, sorridente e allegra, mentre infilavo in bocca l'ennesima forchettata di pasta al pesto. -Uh, domani esco con Nany, ti spiace?- Inclinai la testa da un lato, facendo un faccino tenero.

Lui mi guardò, mettendosi a ridere. -Ma no, tranquilla, vai pure, io credo che andrò un po' da Louis con gli altri, domani dovremmo fare qualche prova!- Sembrava tranquillo e sereno, quindi mi tranquillizzò.

Mi mise la mano sulla mia, stringendola, così riuscii a sentire il suo calore e, con uno sguardo leggermente malizioso, ci incrociammo e ci capimmo al volo. -No, I'm sorry, dovrai aspettare.- Dissi io, sorridendogli come una mammina premurosa.

-Okaaay!- Disse lui, facendo il finto offeso. Mi avvicinai, per schioccargli un bacio sulla guancia, ma lui si girò e mi prese il viso, baciandomi passionalmente.

Fu la serata più tranquilla della mia vita, dormimmo nello stesso letto ma non successe nulla, solo un intenso scambio di baci e coccole da parte di entrambi.

Mi risvegliai il giorno dopo, con lui che mi cingeva i fianchi, abbracciandomi. Sembrava un bambolotto, era perfetto, continuavo a guardare il suo viso e non riuscivo a trovare il minimo difetto, con mio enorme stupore. Possibile? Possibile che il mio ragazzo fosse perfetto? Si, lo era. Lo baciai sulla guancia, prima di alzarmi e andare di sotto.

-Nooo, non andare!- Mi disse, con la voce addormentata, quando stavo sgattaiolando fuori dalle coperte.

-Ah sei sveglio!- Sussurrai io, girandomi e sorridendogli, tornando sotto le coperte a pochi centimetri dal suo viso.

-Eh si.- Aprì gli occhi del tutto, incrociandoli con i miei, semplici e marroni. -Sei bellissima.- Continuava a guardare le mie pupille.

-Tu sei meraviglioso.- Sembrava come in una scena da film, i due innamorati che si scambiano complimenti e coccole di prima mattina. Mi faceva stare bene, mi rendeva felice, ed era tutto ciò che potessi desiderare, semplicemente perfetto.

Ci alzammo solo diverse ore dopo, probabilmente ad ora di pranzo, e mangiammo gli avanzi della sera prima, tranquillamente. Sembrava quasi che vivessimo insieme da anni, eravamo tranquilli, monotoni e felici, come non avrei mai creduto. Lui stava gironzolando in canottiera bianca e pantalone della tuta, con i capelli tutti spettinati, mentre io mi stavo preparando per il pomeriggio.

-Harry, prendo il bus oggi per andare da Nany?- Mi affacciai dal bagno, vedendolo passare nel corridoio.

-Ma no, figurati! Ti porto io in moto, poi dimmi quando ti devo venire a riprendere!- Era allegro, continuava a mostrare le sue fossette così carine e dolci, irresistibili, erano meravigliose quando comparivano sulle sue guance, riuscivi a capire se era realmente felice, e ora lo era.

Il viaggio in moto fu fin troppo corto, purtroppo con lui il tempo passava davvero velocemente, perché stavo bene, davvero bene.

-Nany!- L'abbracciai forte e lei fece lo stesso.

Tornai indietro, schioccando un bacio sulle labbra di Harry, che ricambiò e salutò Nany con un gesto della mano, ripiombando poi sulla moto per tornare a casa.

-Vedo che sta andando bene!- Mi disse lei, guardando Harry mentre si allontanava sul rettilineo.

-Si, benissimo!- La guardai, piena di gioia e speranze.

-Sono tanto felice per te!- Mi abbracciò forte. -Mi sei mancata tanto... Intendo, questa te.- Mi disse poi, sciogliendo l'abbraccio e guardandomi negli occhi, con le fossette che comparivano sulle sue guance e gli occhi socchiusi in un enorme sorriso pieno di allegria.

-Grazie.- Fu l'unica parola che mi sentii in grado di dire. -Beh, dove andiamo?- Chiesi poi curiosa.

-Beh, eviterei luoghi troppo affollati, sai, potresti far del male a lui!- Si mise a toccarmi la pancia, ridendo e facendomi il solletico.

Optammo poi per la spiaggia, visto che il mio quartiere era a metà, così prendemmo il treno per quindici minuti e subito arrivammo a destinazione. Era un luogo tranquillo in questi tempi, la gente ci portava solo i cani a spasso, così avremmo potuto parlare con calma e assoluta tranquillità. Arrivate a destinazione, ci sedemmo su un asciugamano e ci mettemmo a discutere sull'argomento, mentre i padroni dei cani ci passavano alle spalle.

-Cos'hai deciso di fare con il bambino? Insomma... Harry o Thomas?- Mi guardò, schietta.

-Harry.- Dissi poi, decisa. -E' solo che... Non so come dirlo a Thom, insomma, sono incinta di Harry e lo sto lasciando, non so come reagirebbe...- La guardai con gli occhi un po' spenti.

-Non c'è problema, ho sentito già tutto.- Un rumore di passi sulla sabbia si stava avvicinando e non prometteva affatto bene.
 

_____________________________________
Eccoci!
Non ho nulla da aggiungere,
spero che vi piaccia, domani il prossimo
baci! xx
Angie.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 - La sfortuna. ***


Capitolo 9 – La sfortuna.


 

Mi girai velocemente, impaurita da quella voce che sapevo di conoscere davvero bene. Appena alzai lo sguardo, passando dalle sue scarpe al suo viso, lo sgomento sul mio volto fu davvero evidente. Lo guardai senza parole, senza riuscir a proferire neppure una sillaba, tanta era la paura.

-Thomas.- Sussurrai, balbettando.

Intanto Nany si era girata e lo stava guardando altrettanto preoccupata, tenendo la mia mano stretta.

-Non ho parole, davvero. E' così? Sei andata a letto con quello e sei pure rimasta incinta?- Mi chiese con tanta rabbia addosso, freddo e arrabbiato, con lo sguardo spento e fisso su di me. -Si, è così, ecco perché non venivi più a scuola, perché non rispondevi più alle chiamate, perché non volevi che ti venissi a trovare... puttana.- Gli occhi socchiusi, lo sguardo da cane rabbioso, i piedi impuntati alla sabbia e i pugni stretti fino a far male.

Quelle parole mi fecero sentire una vera merda, una 'puttana', come diceva lui. No, non ero una di quelle, era successo e mi era dispiaciuto per lui, ma ora avevo capito che non era lui quello che amavo. Non parlai, non sarei riuscita a dire nulla, così rimasi in silenzio a guardare, attendendo una reazione, anzi, temendo.

-Non ho parole. Ti ho aspettato per quasi due anni, non ti ho mai messo un dito addosso e tu lo fai con il primo che capita? Complimenti.- Si mise ad applaudire, con una faccia che era il misto tra la finta approvazione e l'indegno. -Sai cosa? Mi fai schifo. E mi fa schifo anche quell'essere. Lo sapevo, me lo sentivo, non mi era mai piaciuto quello, e ora le mie tesi sono confermate. Se permetti vado a fargli un discorsetto.- Mi fissò; nei suoi occhi vedevo il ghiaccio, il freddo, il disprezzo, lo sdegno, l'indignazione e tutti i più brutti sentimenti che io avessi mai visto. Aveva ragione in fondo, di certo sapevo che non l'avrebbe presa bene ma... Non poteva mettere le mani addosso a Harry!

-No, fermati!- Urlai, mentre lui iniziava ad indietreggiare.

-Vuoi fermarmi? Non ci riuscirai tesoro, quel ragazzino merita un bel ricordino in piena faccia.- Non stava scherzando, lo capivo dagli occhi e dal suo tono di voce. Mi alzai, cercando di impedire qualche gesto sconsiderato.

-Ti prego, ragiona. La vendetta non ti servirà a nulla.- Misi una mano sul suo pugno, alzato e pronto ad attaccare, sfiorandolo leggermente.

-LEVATI!- Subito urlò, tirandomi involontariamente uno schiaffo talmente forte da farmi cadere.

-Ma che cazzo fai?!- Urlò Nany, alzandosi in piedi e frapponendosi tra me e lui.

-Sei un pezzo di merda, ti devi vergognare.- Sussurrai, cercando di rialzarmi e di asciugare il sangue che mi colava dal labbro. -Mi fai schifo, schifo!- Sputai a terra, guardandolo fisso negli occhi con aria di sfida.

-Basta Liz, smettila.- Nany si girò verso di me per un attimo. -Andiamocene, è meglio.- Mi mise un braccio sulla spalla e ci incamminammo verso il paese.

-Nany!- Scoppiai in lacrime abbracciandola, appena riuscimmo a mettere piede sulle mattonelle della pavimentazione.

-Shh... Shh... Stai tranquilla, non succederà nulla...- Cercava di consolarmi ma si capiva che neanche lei era sicura di quello che sarebbe potuto succedere. Thomas aveva avuto una reazione davvero esagerata, e, ora come ora, avrebbe potuto fare di tutto. Subito il mio pensierò andò a Harry, così presi il telefono e lo chiamai.

-Harry?- Avevo la voce rotta dal pianto.

-Liz?! Che succede Liz?!- Mi chiese preoccupatissimo.

-Harry... Thomas ha scoperto tutto e... Non so cosa potrebbe fare, è impazzito!- Urlai quasi, tremando dalla paura.

-A te ha fatto qualcosa?- Mi chiese, sempre più preoccupato e confuso.

Ci pensai un attimo e poi risposi. -No, a me non ha fatto niente, ma... A te...- Tacqui, evitando di finire la frase, perché aveva già capito tutto.

-Tu non preoccuparti per me, ti conviene andare a casa di Nany così vengo a prenderti!- Mi disse poi, cercando di tranquillizzarmi il più possibile.

-Va bene, ti amo.- Chiusi la cornetta, senza aspettar risposta. Nany mise le sue mani sulle mie. -Hei, smettila di tremare, stai tranquilla, se la caverà!- Mi sorrise dolcemente, cercando di rendermi meno agitata, inutilmente.

Tornammo a casa di Nany e dopo poco Harry suonò al campanello.

-Harry!- Gli saltai letteralmente addosso, abbracciandolo e stringendolo.

-Hei, piccola!- Mi strinse i fianchi, sollevandomi.

Quando ci staccammo, subito la sua attenzione ricadde sul mio labbro spaccato. -E qui? Che hai fatto?- Mise una mano sul taglio, e io subito lo coprii. -Oh, nulla, nulla.- Beh, in quel momento non avrei saputo cosa dire, infatti lui non ci credette.

-E' stato lui, vero?- Mi guardò con aria severa e arrabbiata.

-Si.- Riuscii solo a balbettare con un filo di voce. -Ti prego non fare pazzie anche tu.- Lo guardai negli occhi, con le lacrime che stavano per scendere. -Non arrivare ai suoi livelli, ti prego...- Scese una lacrima che mi rigò il viso lentamente, e lui subito la catturò fra le sue dita.

-Stai tranquilla.- Mi diede un bacio sulle labbra, prendendomi poi la mano e portandomi alla moto. Salutai Nany che si era appoggiata al portone di casa e agitava la mano in segno di saluto, mentre montavo sul veicolo e partivamo.

Non so perché, ma iniziai a piangere silenziosamente, stringendolo forte a me. Mi sentivo stupida, non era di certo quello il mio intento, in quel momento avrei solo desiderato non vedere mai più Thomas, non volevo che gli facesse del male perché era colpa mia.

Quando arrivammo a casa, una moto, parcheggiata al bordo strada proprio davanti a casa, era ferma e senza conducente. Scendemmo tranquillamente senza farci caso, ma poi mi accorsi che quella era la moto di Thom e subito iniziai ad agitarmi. -Harry... Quella è la moto di Thom...- Lo guardai negli occhi, per cercare nei suoi un po' di sicurezza che ricevetti subito.

-Tranquilla, non succederà nulla.- Sorrideva ma io non ero così sicura.

Non facemmo in tempo a girarci che Thomas, dietro di noi, tirò un pugno in pieno viso a Harry.

-Thomas!- Mi misi ad urlare. -Smettila ti prego, smettetela, smettetela!- Continuavo ad urlare ma ormai era iniziata una vera e propria rissa che non aveva la minima intenzione di interrompersi proprio ora. -Vi prego, vi prego... Harry ti prego, Harry!- Avevo paura, continuavo a tremare dalla testa ai piedi, continuavo a piangere con le mani sul viso, non volevo guardare. -CAZZO BASTA!- Ancora nulla.

Decisi di entrare in casa e chiamare qualcuno, altrimenti non avrei saputo come sarebbe andata a finire.

-P-Pronto?- Balbettai alla cornetta, con le parole che si mescolavano con la saliva e mi impedivano di fare una frase completa. -Lou? Qui c'è Harry che... E' nei pasticci, ti prego vieni subito.- Mi chiuse la cornetta in faccia, senza neppure farmi finire la frase, speravo arrivasse in fretta, lo speravo. Io non avrei potuto far niente, nella mia situazione non sarei riuscita a mettermi in mezzo.

Poco dopo arrivò Louis, divise i ragazzi e un pugno ben assestato su Thomas fece terminare la rissa.

Quando entrammo in casa, vidi Harry con il labbro sanguinante e qualche graffio su viso e braccia. -Harry!- Corsi ad abbracciarlo, ancora il lacrime, stringendolo forte.

Ansimava, affaticato, ma comunque mi strinse forte.

-Mi dispiace.- Gli sussurrai all'orecchio, mentre Louis cercava qualcosa per fare una medicazione.

-Non c'è problema.- Mi carezzò la schiena, alzandosi poi dalla sedia.

 

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Salve ladies!
Ecco qui il nuovo capitolo,
spero vivamente che vi piaccia,
il prossimo lo posterò suppongo domani o al massimo dopodomani
(se non cagate questo '-');
beh, nulla, fatemi sapere che ne pensate,
se vi va recensite!
Un bacio xx
Angie.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 – Visite di controllo. ***


Capitolo 10 – Visite di controllo.


 

-Dai Liz, muoviti, o faremo tardi!- Si mise ad urlare Styles dal piano di sotto.

Era passato un mese; sarei rimasta da Harry ancora per qualche tempo, visto che mia madre sarebbe rimasta a Los Angeles per un po'. Mi stavo preparando per andare a fare la prima ecografia, consigliata dal medico dell'ospedale, così mi guardai la pancia. Si vedeva già un arco poco pronunciato, ed ero fiera di guardarlo allo specchio da ogni angolazione. Ogni giorno sentivo sempre di più il bambino dentro di me e Harry sempre più accanto, ero finalmente felice.

Thomas non si era mai più fatto vivo; avevo lasciato la scuola, con il permesso di mia madre, a cui avevo detto che semplicemente non avrei passato l'anno perché stavo peggiorando. Per fortuna la lasciai, almeno il volto di quel bastardo non mi sarebbe comparso davanti ogni santo giorno.

-Un momento!- Urlai, mentre continuavo a carezzarmi la pancia, allegra. Tirai giù la maglia e mi misi una sciarpa, per poi scendere di sotto tutta saltellante, dando un bacio veloce ad Harry.

Prendemmo l'auto; l'aveva comprata apposta per quando sarebbe nato il piccolo, perché in moto non ci saremmo stati tutti e tre. Ormai le fan sapevano della nostra relazione, ma decisi di non farmi vedere molto in giro per non far scoprire la mia gravidanza, almeno non per ora. Non volevo avere i media addosso ventiquattro ore su ventiquattro, ed Harry era d'accordo con me. Gli unici a saperlo erano loro cinque e Nany.

Durante tutto il viaggio in auto, Harry mi tenne la mano; ero davvero agitata e ansiosa, avevo paura che ci fosse qualcosa che non andava, qualcosa che avrebbe impedito al bambino di stare bene, qualcosa che avrebbe procurato altre lacrime, lacrime di cui non avevo assolutamente bisogno. Lo guardai per l'ultima volta prima di scendere, presi un grande sospiro e aprii la portiera. Lui mi sorrise per tranquillizzarmi, e ci riuscì davvero bene. Con quelle sue fossette così pronunciate imprimeva allegria in tutti. Quando trovò finalmente parcheggio, tornò da me e mi prese la mano.

-Su, andiamo.- Mi guardò intensamente negli occhi.


 

Entrammo nel reparto e c'era gente che correva di qua e di là.

Donne in barella pronte a partorire, ragazze mortificate dalla presenza dei loro genitori, donne che cullavano il loro bimbo in braccio o nel passeggino; c'era davvero di tutto nel reparto maternità. Ciò mi faceva sentire meno sola, con i miei quasi 18 anni e il mio quasi bimbo in pancia.

-Alessi!?- Sussurrò quasi un'infermiera, cercando con lo sguardo da dietro gli occhiali, la proprietaria di quel cognome e affacciandosi dalla porta rosa. Era minuta e aveva i capelli castani legati in una treccia lunga, un cappellino tipico delle infermiere e un camice bianco, coordinato ai pantaloni e alle ciabatte.

Ci alzammo in piedi, facendole un gesto con la mano. Harry mi abbracciò prima di varcare la soglia della stanza. -Andrà tutto bene, stai tranquilla.- Mi baciò la guancia.

Le mani mi tremavano come foglie e lo stomaco si era ristretto notevolmente.

-Prego cara, sdraiati sul lettino, prima facciamo qualche domanda.- Mi guardò, cercando di rassicurarmi.

Si mise dietro alla scrivania e iniziò a digitare una serie di codici sulla tastiera. -Bene. Ti chiami Elisabetta Alessi, giusto?- Sorrise.

-Si.- Annuii, con la voce tremante.

-Hai 17 anni. Non c'è tua madre con te... Lui è il padre del bimbo?- Guardò Harry con uno sguardo dolce e quasi rapito dalla bellezza del mio Hazza.

-Si, lui è il padre. Mia madre è via per lavoro.- Avevo quasi paura a parlare, le parole facevano fatica ad uscire.

-Per quando partorirai ci vorrà il consenso dei tuoi genitori...- Mi disse lei, quasi dispiaciuta.

-Quando partorirò, sarò già maggiorenne.- Dissi io, un po' più sicura.

-Oh bene, allora non c'è problema! Possiamo iniziare.- Si sfregò le mani e indossò i guanti. -Vedi questa macchina?- Indicò l'attrezzo alla mia destra. -Questo farà vedere cosa hai nella pancia. Ti spalmo un gel e poi iniziamo. Rilassati, non farà male, non succederà nulla.- Devo ammettere che riusciva a tranquillizzare, con la sua voce calma e acuta, quasi un sussurro.

Presi la mano di Harry nervosamente, e la strinsi forte, mentre lei iniziava ad accendere il macchinario.

-Oh, bene!- Esclamò lei, guardando il monitor. -Si vede già qualcosina, direi che sta andando molto bene!- Mi sorrise, allegra.

Tirai un sospiro di sollievo insieme ad Harry, anche se nel monitor io non riuscivo a distinguere nulla.

-Tranquilla, non puoi vedere nulla, non riesci a distinguere, ma ti assicuro che è tutto apposto.- Fermò il macchinario e mi asciugò la pancia. -Continua a stare a riposo, non fare sforzi. Il minimo scivolone può provocare la perdita del bambino, non sei ancora abbastanza protetta.- Mi venne un magone alla gola.

Quando uscimmo dalla sala, dopo che ci ebbe spiegato diverse cose sulla gravidanza, Harry non esitò un attimo a baciarmi. -Visto? È tutto okay!- Mi strinse in un abbraccio.

-Sono felice Harry.- Chiusi gli occhi, appoggiando la testa al suo petto e lasciandomi stringere per qualche minuto.


 

Prendemmo la macchina per tornare a casa.

-Aspetta Harry, aspetta!- Indicai l'imponente edificio alla mia destra. -Andiamo al centro commerciale!- Rivolsi lo sguardo a lui e gli sorrisi. -Ti preeeego!- Feci una faccia da cucciolo.

-Va bene!- Esclamò lui, non indifferente al mio labbruccio.


 

Dopo qualche giro e qualche acquisto, ci fermammo a mangiare qualcosa, per poi fare un altro giro di negozi.

-Oddio ho dimenticato un sacchetto al tavolo!- Disse lui, portandosi una mano sulla fronte. Era davvero buffo, con le labbra leggermente divaricate e gli occhi puntati fissi verso un punto avanti a lui.

-Vai a riprenderlo!- Dissi tra le risate. -Io ti aspetto qui.- Gli sorrisi, così lui di corsa andò a riprendere il sacchetto.

Mi sedetti sugli scalini del piano di sopra, guardando la folla che continuava a passare avanti e indietro, impegnata nei suoi acquisti.

-Scusa?- Disse una voce proveniente dalle mie spalle, picchiettandomi il braccio.

Mi girai e mi alzai, sorridendo a 8 ragazze che si erano presentate davanti a me.

-Si?- Chiesi, cordialmente.

-Tu sei la ragazza di Harry Styles?- Mi sorrise la bionda, davanti alle altre.
 

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Buondì (o buonanotte, visto che ormai è mezzanotte e mezza xD)
ecco qui il nuovo capitolo c:
Ringrazio chi recensisce sempre, siete carinissime,
non smetterò mai di dirlo!
Beh, spero vi piaccia, un bacio!
xx,
Angie.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 - Lacrime. ***


Capitolo 11 – Lacrime.


 

-Si, sono io.- Dissi un po' incerta.

Subito la biondina si girò verso le amiche, e quando il suo sguardo azzurro ghiaccio si poggiò nuovamente su di me fu gelido. -PUTTANA.- Disse, con gli occhi socchiusi e le labbra in una smorfia in segno di disprezzo.

-Cosa?- Dissi io incredula.

-PUTTANA, HO DETTO.- Mi tirò uno spintone, che per poco non mi fece cadere all'indietro.

-MA SEI IMPAZZITA?- La guardavo allibita, cercando qualcuno che mi potesse salvare da quella situazione.

-Devi.lasciarlo.stare. Lui è mio.- Scandiva le parole lentamente, sembrava una pazza schizofrenica ma era estremamente seria in quel momento, con quel suo sguardo incazzato e le labbra come disgustate.

-Eppure sono io la sua fidanzata, guarda un po'!- Dissi ironica. Quella sedicenne di certo non mi avrebbe messo i piedi in testa.

-Come scusa?- Era diventata verde di rabbia; temevo quasi che tra poco le sarebbe uscito il fumo dal naso, visto che ormai il suo viso aveva assunto l'aspetto di quello di un toro pronto a caricare la preda. -Crepa, stronza!- Mi tirò uno spintone più forte del precedente che mi fece perdere l'equilibrio e cadere all'indietro, rotolando per le scale. Quando arrivai finalmente alla fine di quella rampa, vidi le ragazze andarsene soddisfatte, mentre mi toccavo il labbro sanguinante.

Subito non collegai cosa mi era appena successo, non mi rendevo conto che ero appena caduta dalle scale del centro commerciale, ma appena i dolori si fecero sentire, soprattutto alla pancia, cercai di alzarmi inutilmente. Poggiai la mano sulla pancia mentre la gente cercava di venirmi incontro per aiutarmi, avendo visto la scena. Riuscirono a sollevarmi e notai che avevo i pantaloni sporchi di sangue.

-Oh mio dio.- Dissi in preda al panico, fissando un punto davanti a me. -Oh mio dio.- Ripetei, quasi senza più fiato.

-Che succede ragazza?- Un'enorme folla si era accalcata intorno a me.

-Io... Io sono incinta.- Dissi balbettando, ancora incredula.

Tutti si soffermarono al di sotto della mia pancia e si resero conto che avevo perso del sangue per la caduta, e ricollegarono come avevo fatto io, ricollegarono subito.

-PERMESSO!- La voce di Harry si stava facendo spazio tra la folla, a furia di spintoni.

-Liz... Oh mio dio.- Era più incredulo di me.

-Harry...- Lo guardai spaesata.

-Liz.- Aveva capito, aveva capito pure lui cosa era appena successo.

Mi venne in contro velocemente, e io scoppiai in un pianto isterico, mentre la folla era in silenzio.

-Harry no, ti prego, dimmi che è un sogno, dimmi che non è vero, ti scongiuro.- Stringevo la sua maglia con forza e rabbia per l'accaduto, non potevo aver perso il bambino, non era possibile. -CAZZO NO!- Non riuscivo più a respirare, mi stavo sentendo male, tra i singhiozzi e le lacrime.

-Vieni, andiamo al pronto soccorso.- Sussurrò, prendendomi in braccio.


 

Eravamo in auto, e io ero in stato di shock.

Le lacrime avevano smesso di scendere, continuavo a guardare un punto fisso, senza proferir parola, senza badare a Harry, a dove stessimo andando o all'incredibile velocità con cui la macchina sfrecciava tra gli altri veicoli.

-Siamo arrivati.- Sussurrò quasi per sé.

Mi prese in braccio e mi portò velocemente al pronto soccorso.

-Vi prego aiutatemi, credo abbia perso il bambino.- Disse all'infermiera che stava passando.

Quella subito si girò e portò una barella, caricandomici sopra e portandomi in una sala, lontano da Harry.

-Harry no...- Sussurrai, mentre le nostre mani si lasciavano e la barella avanzava.

Era un incubo, era tutto un enorme incubo, ero come entrata in un tunnel senza fine, un tunnel buio, senza Harry, senza più nessuno, da sola, triste e amareggiata. La vita mi aveva riservato un altro scherzo poco divertente, perché non voleva vedermi felice e soddisfatta. Non uscivano più le lacrime, non riuscivo ad esprimere quello che sentivo dentro; forse erano troppo forti le mie emozioni, forse la rabbia non riusciva ad emergere, forse semplicemente volevo sembrare forte quando invece avrei voluto buttarmi a terra e sbattere i piedi come un bambino, spaccare qualsiasi cosa mi fossi trovata davanti. Non ero forte, non ero la ragazza perfetta, ero una 17enne che aveva commesso tanti errori e che ora si ritrovava in un ospedale. Perché avevo insistito per andare al centro commerciale? Perché Harry aveva dimenticato quel pacco? Perché quelle fan si accorsero di me? Quante domande, e nessuna risposta, nessuna cosa avrebbe potuto consolarmi in quel momento, perché avrei solo voluto morire, per salvare la vita a chi non ce l'aveva fatta per colpa mia.

Socchiusi gli occhi mentre la barella correva tra i corridoi bianchi del pronto soccorso, sperando di non svegliarmi più, sperando che tutto questo non fosse mai successo.


 

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Buongiorno! :3
(e buone lacrime.. ç^ç)
Eccoci qui con un altro capitolo dell'ardua serie

'i capitoli deprimenti di Angie'!
WOHOOO!
Boh, io ero in lacrime a scrivere questo e il prossimo capitolo,
spero di non avervi fatto sbavare tutto il trucco (?), giuro che
non era mia intenzione ><'
Comunque sia spero che vi piaccia, almeno un pochino,
fatemi sapere cosa ne pensate,
I'm heree. :3
xx,
Angie.

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