Onore al Leone di Dunchester

di rondinella
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 - Sulla strada del ritorno ***
Capitolo 2: *** Cap.2 - L'inghilterra e un mazzo di fiori ***
Capitolo 3: *** 3. Lealtà e fiducia ***



Capitolo 1
*** Cap.1 - Sulla strada del ritorno ***


Le cinque navi promesse da Bianca di Castiglia partirono all'alba di una giornata di inizio primavera, con il vento a poppa e il sole che si preannunciava splendente. La navigazione verso l'Inghilterra sarebbe durata circa una settimana, contando anche alcuni scali sulle coste francesi dove il barone Martewall si aspettava di ricevere lettere d'esorto da alcuni nobili dell'Aquitania. Il barone sospirò. Aveva appena lasciato Jean in una situazione davvero pietosa per un nobile, ma sapeva di non poter fare altrimenti senza attirarsi l'ira del primogenito de Ponthieu e così peggiorare la sua già precaria condizione in terra anglosassone. Avrebbe voluto potersi spiegare il motivo di quella rottura così repentina, ma sapeva che indagare sul passato del compagno sarebbe stato impossibile. E non era sicuro nemmeno di volerlo conoscere per scoprire, forse, altre menzogne. L’unica cosa che gli era rimasta del suo amico francese era il suo scudiero, Beau. Il ragazzo si era mostrato un po’ reticente a lasciare il proprio signore ad una sorte sconosciuta, ma dopo vari richiami aveva capito che era necessario dileguarsi per non incorrere in severe punizioni. Inoltre, era in fermento per la madre, sola e senza sue notizie. Immaginava che era già arrivata a Montmayeur insieme a dama Isabeau e si augurava che stesse bene. Anche il barone era in pensiero per la donna, dopo che il figlio si era dimostrato così sconsiderato; ma da quel poco che sapeva di Ponthieu era sicuro che il conte non l’avrebbe certo condannata per le colpe del figlio.
 
I primi giorni passarono tranquillamente, con giornate tiepide e soleggiate, l'oceano lievemente increspato. Il barone aveva avuto modo di appellarsi varie volte al capitano riguardo la rotta migliore da seguire, stabilendo l'itinerario più sicuro per raggiungere il porto di Glenhaven senza problemi. Il giorno precedente avevano lasciato il porto di Saint-Malo per proseguire verso lo scalo di le Havre, per poi raggiungere Calais e da lì la roccaforte di Dunchester. Erano al quinto giorno di navigazione quando delle nubi scure si profilarono all'orizzonte, in direzione delle Fiandre. Martewall non ebbe nemmeno bisogno di conferire con il capitano per capire che la tempesta in arrivo li avrebbe rallentati di almeno due giorni.
<< Arriveremo in ritardo mio Lord >> disse il capitano. L'uomo inglese scelto personalmente dalla principessa Bianca si faceva chiamare Rockold Will, un individuo alto e massiccio, con un barba così lunga da essere costretto a tenerla nella cintura; Martewall era sicuro che non avrebbe mai scoperto il suo vero nome.
<< Lo so >> rispose il barone << ma finché avremo il vento da ponente penso che riusciremo ad arrivare fino a Calais senza problemi. E se saremo fortunati la tempesta non durerà più di una giornata >>.
Rockold si strofinò le grandi mani callose. << Può darsi che voi abbiate ragione, ma temo che le previsioni siano molto più sfavorevoli di quello che sembrano. Il vento proveniente da ovest si sta gradualmente affievolendo. Sono sicuro di arrivare a Calais, ma credo che il nostro soggiorno al porto dovrà essere più lungo... a meno che non vogliate rischiare di perdere metà della flotta e dell'equipaggio >>.
Martewall lo fulminò con lo sguardo. Era ovvio che non avrebbe mai permesso una cosa simile, soprattutto con la quasi totalità dell'equipaggio di origine francese. L'inimicizia dei 'mangiarane' era la prima cosa che doveva evitare nella situazione in cui si trovava. << Allora ci fermeremo a Calais lo stretto necessario. Non ho molto tempo a disposizione per rientrare a Dunchester; devo arrivarci finché è ancora sotto la mia giurisdizione >> concluse il barone, amareggiato.
 
L'Inghilterra era sull'orlo di una guerra civile: i baroni che si erano uniti contro Giovanni senza terra adesso, approfittando del fatto che sul trono ci fosse un infante facilmente manipolabile, si stavano rivoltando contro Luigi di Francia, lo stesso che re che li aveva aiutati a spodestare il Senza terra. Martewall faceva parte di quella piccola fazione che ancora appoggiava i francesi; il suo onore non gli avrebbe permesso di tradire la mano che lo aveva aiutato.
 
Approdarono a Cherbourg il pomeriggio del sesto giorno, dove ci vollero più di due ore per avvicinare tutte le navi al porto senza intralciare le altri mercantili. Martewall era di umore tetro. Erano in ritardo anche sulla rotta. Avrebbero dovuto già essere a Le Havre ed erano indietro di mezza giornata di navigazione. Si chiese se Rockold li avrebbe fatti ripartire da Le Havre. << Milord, capisco la vostra impazienza, ma non è colpa mia se siamo in ritardo; il mare si sta increspando sempre più velocemente e non posso rischiare di far colare a picco una nave solo per fretta >> spiegò il capitano. Era più preoccupato per la reazione del barone che per la sorte che sarebbe potuta toccare alle sue navi se non avesse aspettato. << Arriveremo comunque a Calais prima che la tempesta ci raggiunga. Dopodiché non ci resterà che pregare il Signore e attendere >>. Martewall aggrottò le sopracciglia e guardò lontano, verso le nubi sempre più scure e vicine. Sembrava il presagio di ciò che sarebbe accaduto una volta in Inghilterra. Stava andando lui stesso verso una tempesta. Arrivarono a Calais con le navi semi allagate della pioggia battente. La tempesta li aveva finalmente raggiunti a mezzogiorno del settimo giorno, improvvisa e impetuosa. Due delle navi, la Jolie e la Mariebelle avevano rischiato seriamente di affondare se non fossero state soccorse dalle altre. Purtroppo due uomini erano andati perduti in mare, sbalzati dalla Jolie a causa della forza delle onde. La flotta non aveva nemmeno avuto il tempo per cercarli, per non rischiare un numero maggiore di vite umane. Beau stesso si era indaffarato per aiutare l’equipaggio a resistere al meglio alla pioggia scostante, ma dopo vari strattoni e rimproveri del barone era stato costretto a capitolare. Martewall rimurginava su questo ed altro, ed era di umore tetro. Era sempre un brutto colpo avere vite umane sulla coscienza, ma era il suo destino di nobile. E poi, quel ragazzo così deciso ma sconsiderato lo preoccupava ancor di più. Cos avrebbe raccontato alla madre se gli fosse accaduto qualcosa? Se gli altri uomini erano in grado di giudicare i propri limiti, non si poteva dire lo stesso per Beau. Cercò di riposare, al sicuro della placide acque di Calais, ma il sonno non fu consolatore come si aspettava. La furia degli elementi non si placò per i due giorni successivi, e quando uno spiraglio di luce si affacciò tra le nubi cariche di pioggia il capitano Rockold si rifiutò di ripartire, << La tempesta si è acquietata, ma non spenta >> spiegò semplicemente, con la sua autorevolezza derivata da anni d'esperienza in mare. Le sue parole si rivelarono profetiche: la sera stessa la pioggia e il vento ripresero con più veemenza, costringendo l'equipaggio a cercare rifugio a terra per dormire.
Martewall era più stanco che mai, insonne e stranamente debole. Le nubi si erano dissolte e una pallida luce entrava tra le imposte di legno della locanda. Il barone aprì gli occhi e con grande fatica si alzò dall'umile letto di paglia e si diresse verso la finestra, avvertendo un lieve calore proveniente dall'esterno. Quando aprì le imposte la luce lo accecò un momento, poi guardò fuori.
Era passata da poco l'alba, ipotizzò, e la gente di Calais si affaticava già tra i viottoli raccogliendo rami, travi e tutto ciò che la tempesta aveva buttato giù. Qualcuno bussò alla porta della sua stanza, e lui seppe che era ore di riprendere la rotta per Glenhaven. "Oh Lord, thank you. Now I can come back to home" pensò. L'uomo che si ritrovò sulla soglia della stanza, però non era il capitano Will, né uno dell'equipaggio. Era un soldato in semplice armatura, con i colori bianco e azzurro dei Montmayeur. << Milord, buongiorno. Sono un soldato di madame Isabeau di Montmayeur e... del conte cadetto de Ponthieu >> disse, quasi imbarazzato << la mia signora vi chiede un favore >>.
Martewall annuì lievemente e congedò il soldato giusto il tempo di vestirsi. Si sentiva la testa pesante, le membra piuttosto deboli, e si accorse di non aver fatto un pasto decente da quasi una decina di giorni. Il soldato lo condusse nel salone della locanda, dove altri quattro uomini in divisa bianco e azzurra stavano discutendo tra loro e indicavano un punto in particolare.
Beau teneva la mano ad una donna vestita di verde e dagli splendidi capelli rossi.
Il barone non fu molto sorpreso di ritrovarsi davanti a Brianna. Dopo ciò che era successo a Jean, immaginava che la donna inglese fosse caduta in disgrazia come il suo signore, il tutto per colpa di un ragazzino troppo avventato, ma non pensava che la donna sarebbe stata costretta a d abbandonare il suo posto di dama di compagnia presso la moglie di Jean. A quanto pare il maggiore Ponthieu faceva le cose davvero per bene. Si avvicinò al tavolo dove lo attendeva Brianna, a testa china e con un crocifisso intorno al collo e si protese per prenderle una mano.
<< Milord ... >> iniziò lei.
<< Non dite nulla >> replicò Martewall << lo so. Tornate con me in Inghilterra, e che Dio ci protegga >>.

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Capitolo 2
*** Cap.2 - L'inghilterra e un mazzo di fiori ***


Percorrere i viottoli di Calais era un'impresa ostica; ci volle più di mezza giornata da parte degli abitanti per liberare le strade principali e permettere il transito di carri e carrozze. Lo stesso Martewall si affaticava insieme al suo equipaggio per liberare le navi da legni spezzati e altri residui portati dalla tempesta; esse non avevano subito grandi danni, ma era necessario liberarle dall'acqua e riparare vele e funi. La mattinata passo così, scaricando l'acqua con i secchi e assicurando le vele ricucite agli alberi maestri. Il pomeriggio venne dedicato ai rifornimenti di acqua e vettovaglie, coperte asciutte e nuove tele. I marinai di Rockold avevano già occupato quattro locande nei pressi del porto per passare la notte prossima. Martewall stesso decise di rimanere a terra anche per quella nottata, nella stessa locanda dei giorni precedenti. Quando arrivò la sera, i lavori di manutenzione e rifornimenti erano terminati, e il barone, esausto, si concesse un meritato riposo in attesa della cena. Approfittò del catino gentilmente concesso dal locandiere e si vestì con gli abiti che erano scampati all'acqua e alla salsedine, poi scese nel salone in attesa del pasto caldo che si era ripromesso. Trovò Beau ad attenderlo alla fine delle scale, ripulito e con abiti nuovi e si fece condurre da lui nel tavolo che condivideva con la madre. Brianna sorrise timidamente, vestita di un tenue verde e con un velo ricamato a coprirle i capelli fiammeggianti. I soldati di Montmayeur erano subito ripartiti dopo aver affidato i due inglesi alla protezione del barone, il quale li aveva liberati da ogni obbligo verso di lui concedendo loro di passare l'ultima giornata sul suolo francese come meglio credevano. Entrambi non approfittarono della sua gentilezza e diedero una mano per i preparativi dell'imminente partenza, Beau con la forza delle sue braccia e Brianna con la sua autorevolezza di organizzatrice: la donna si era dimostrata brava quanto i marinai navigati nel disporre ciò che era necessario per il viaggio di ritorno e gli uomini l'avevano lasciata fare. Al suo arrivo Brianna si alzò in segno di rispetto.
<< Buona serata milord >> salutò educatamente << spero vogliate farci l'onore di cenare con noi. Avrei bisogno di parlarvi di alcune cose, e, soprattutto, di ringraziarvi >> disse, chinando lievemente il capo. Martewall era sicuro che quell'atteggiamento così deferente non fosse altro che una messinscena. Aveva capito da molto tempo che Brianna non era così mite come voleva sembrare. Decise di non farci caso.
<< Non mi dovete nessuna scusa. Mi avete fatto un favore tempo fa e non ho intenzione di dimenticarmene. Se vi aggrada, mangerò volentieri con voi >> rispose. Brianna lo invitò a sedere con un gesto della mano e il barone si accomodò alla sua destra, tra lei e Beau.
<< Devono essere stati giorni faticosi >> cominciò Brianna << Vorrei dire sinceramente che mi dispiace per tutto ciò che vi è successo, ma se non fosse stato per quella tempesta non vi avrei raggiunto e io non avrei saputo come fare per riunirmi a mio figlio>> disse, e guardò Beau che fissava le cucine, in attesa della cena o forse per nascondere l'imbarazzo. Martewall sospirò e si versò del vino.
<< Siete stati fortunati allora. Ma credo che la strada che vi ha condotti fino a Calais non sia stata così facile come la fate sembrare. Ho conosciuto il conte de Ponthieu e so che genere di uomo è >> .
Beau tenne la testa rivolta nelle cucine, come se volesse fiondarcisi dentro. Martewall non poté più ignorarlo. Nei giorni passai insieme sulla nave non aveva mai avuto l’occasione di riprenderlo per la sua sconsideratezza, non di fronte agli uomini di Rockold, che vedevano quanto il ragazzo si indafarasse per aiutarli.
 << Ragazzo sei stato davvero uno sconsiderato. Hai messo in pericolo te stesso, e cosa peggiore, tua madre. Te ne rendi conto? >> abbaiò al ragazzo. Beau smise di far finta di essere interessato al cibo e si costrinse a chinare la testa di fronte al nobile.
<< Milord, con tutto il rispetto, credo che mio figlio sia già pentito abbastanza >> intervenne Brianna. Poi, con un filo di voce, aggiunse << Forse al suo posto anch'io avrei fatto la stessa cosa. Il conte Jean è stato sempre gentile con noi... >>.
<< La gentilezza va ripagata nel modo giusto e nel momento giusto >> affermò Martewall << Ma ciò che è fatto è fatto. Confido che non vi comportiate in modo sconsiderato una volta che saremo giunti in Inghilterra >> disse rivolgendosi di nuovo a Beau << Per come stanno le cose ora, un colpo di testa potrebbe anche essere fatale >>.
<< Ve lo giuro signore, farò ciò che voi mi comanderete >> rispose subito Beau.
<< Bene. Allora non parliamone più. Madonna, tornare in Inghilterra non sarà una rimpatriata molto felice. Una volta arrivati a Glenhaven raggiungeremo Dunchester e lì, a voi piacendo, resterete con mia sorella, come dama di compagnia. Sono sicuro che le farà piacere, è molto sola, e voi sarete al sicuro. Beau aiuterà i miei cavalieri a sellare i cavalli e preparare gli armamenti, e mentre io sarò via si eserciterà con la spada con il mio maestro, e sono sicuro che per quando sarò di ritorno sarà diventato molto abile >> spiegò il lord con voce atona. Le sue parole furono seguite da un momento di silenzio, seguito a sua volta dalla cena tanto attesa. Senza aggiungere altro, i tre cominciarono a mangiare, sorvegliati da alcuni uomini di Rockold che erano alloggiati alla stessa locanda e che stavano schiamazzando allegramente, incitati dal vino. Dopo un po' Brianna riprese la parola.
 << Starete lontano molto tempo dopo che ci avrete lasciati a Dunchester? >> domandò. Martewall si pulì il viso, strofinando un tovagliolo ricamato contro la chiara barba incolta. << Non so precisamente quanto >> disse << la principessa Bianca di Castiglia, a cui il caro Jean mi ha gentilmente presentato >> e dicendo questo, storse leggermente il naso << Mi ha dato un incarico che intendo onorare. Il Delfino è in difficoltà, ed è mio dovere aiutarlo, come lui ha aiutato me >> . << Siete davvero un uomo d'onore >> disse Brianna con ammirazione << Aiutate i francesi anche se ora potreste liberarvene una volta per tutte. Per un certo senso, somigliate molto al mio Mathieu...anche lui si sarebbe comportato come voi >> sospirò sognante. Martewall non rispose, colto alla sprovvista da quell'allusione al suo passato. Riprese a mangiare e non parlò più, anche se stranamente, inghiottire il cibo, gli divenne improvvisamente più difficile. Era già sera tarda quando venne l'ora di congedarsi e riposare. L'indomani sarebbero ripartiti all'alba ed era necessario essere riposati per affrontare l'ultimo tratto di mare che li separava dall'obiettivo. Martewall stava indirizzando Beau sui migliori comportamenti che avrebbe dovuto adottare una volta approdati a Glenhaven, quando uno dei marinai del suo equipaggio si avvicinò al loro tavolo, con in mano un enorme mazzo di fiori. Martewall lo guardò, incredulo.
<< Milord, buona serata >> salutò deferentemente il marinaio << Con il vostro permesso >> continuò e si girò verso Brianna, che durante la sera si era abbassata il velo, e le porse i fiori << Madonna, un pensiero per voi da parte nostra. Ci siete stata di molto aiuto e avete fatto un lavoro eccellente, e noi tutti desideriamo ringraziarvi >> concluse, leggermente impacciato. Brianna non si sarebbe stupita, se, contandoli, avrebbe trovato tanti fiori quanti erano gli uomini dell'equipaggio. << Quella >> proseguì il marinaio, indicando la rosa più grande e più bella << è da parte del nostro capitano >> sorrise, e si congedò con un inchino. Brianna rise a sua volta, sommensamente e si voltò verso Martewall.
<< Con il vostro permesso milord, credo sia ora che io e Beau andiamo a riposare. Dobbiamo essere tutti in forze per domani >> disse, ma poi, guardando il barone, aggiunse << Credo che anche voi ne abbiate estremamente bisogno. Sembrate affaticato e siete molto pallido >> si preoccupò. Martewall si scosse. Adesso era sazio, eppure si sentiva strano. Guardò prima i fiori che Brianna teneva in mano, poi i marinai e infine le scale.
<< Avete ragione >> le disse << E' ora di coricarsi >>. Alzò la voce, e anche i marinai del suo equipaggio capirono che per loro era arrivato il momento di terminare la baldoria. Il barone lasciò il tavolo e si diresse verso le scale, con la testa pesante, lo stomaco ancora di più e rivolse una breve occhiata dietro di se, in tempo per vedere uno dei suoi uomini baciare la mano di Brianna. Aggrottò le sopracciglia, si strofinò il volto con la mano e si diresse a passi pesanti nel suo giaciglio.

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Capitolo 3
*** 3. Lealtà e fiducia ***


Il porto di Calais era già lontano all'orizzonte: i gabbiani volavano  sull'acqua pescando con un tuffo i pesci che si apprestavano alla superficie approfittando anche loro del vento leggero che spingeva le cinque navi condotte dal capitano Rockold verso l'Inghilterra.
Martewall era in piedi a poppa, fissando il punto in cui le navi ormeggiate in acque francesi diventavano sempre più sfocate a causa della lontananza: il suo ultimo saluto al Paese che aspettava trepidante il ritorno vittorioso del proprio Re Luigi.
Il barone stava tornando nella sua casa per dare il proprio aiuto a un monarca straniero. L'ironia di quella sorte gli rubò un sorriso. Pochi anni prima non avrebbe mai immaginato di dover lottare per difendere un francese che voleva occupare il trono in Inghilterra: la dimostrazione di quanto il destino potesse farsi beffe degli esseri umani. Martewall stentava a credere che la Provvidenza avesse in mente un simile disegno, ma non trovava altra spiegazione a quella situazione; e la sua motivazione era davvero semplice: la mano nemica l'aveva aiutato quando colui che deteneva il grande potere l'aveva condannato.
E mentre rimurginava su questo, rivide il conte Jean, cacciato dalla sua famiglia e dalla sua casa per motivi a lui sconosciuti, e gli augurò di riuscire a ottenere il perdono di suo fratello, ma soprattutto quello della sua coscienza.
 
Brianna era era seduta su una botte posizionata a prua, a fissare il mare che si gonfiava in onde docili e brillanti riflesse dal sole; la leggera brezza che li guidava le scompigliava i capelli abbandonati intorno al viso e giocava con la cappa e la semplice veste che aveva indosso; ogni tanto scorgeva il suo Beau, ormai ragazzo, aiutare gli uomini del capitano a sistemare le vele e le funi degli alberi del vascello. 
Gli sfuggì un sorriso quando lo vide scivolare sul ponte e aggrapparsi frenetico al puntello dell'albero maestro per evitare di far cadere qualcos'altro oltre a lui; i marinai lì intorno subito si girarono e ridacchiarono alla vista del ragazzo a bocconi sul legno, ma poi uno di loro si avvicinò per aiutarlo a rialzarsi e Brianna era sicura che suo figlio fosse arrossito dall'imbarazzo.
Voltò di nuovo il capo per fissare il mare, il cielo limpido e per cercare con gli occhi la dimora in cui ora ritornava.
 
Lasciare Isabeau era stato un colpo durissimo, e non solo per lei; Ian vagava in territorio francese senza dare notizie delle sue condizioni e la povera dama di Chatel Argent passava le sue giornate con le mani strette in grembo, quasi a voler proteggere il figlio che doveva ancora nascere. Brianna aveva cercato di consolarla rassicurandola e prendendosi cura del primogenito una volta tornate al castello, ma Isabeau era come un agnellino che avesse perso la madre, tutti i giorni passati con gli occhi umidi che cercavano invano di ricacciare le lacrime. 
Quando il conte de Ponthieu era venuto ad annunciare a Brianna il suo allontanamento, la sua protetta l'aveva supplicato di non cacciarla, ma l'uomo era stato irremovibile. Così Brianna dopo aver ripromesso continuamente a Isabeau che le avrebbe scritto, si era rassegnata a lasciarsi condurre fino a Dunquerke, dove le avrebbero trovato un passaggio per le coste inglesi.
Ma Isabeau aveva cercato comunque di far qualcosa per lei: avendo saputo dai messaggeri di Chatel Argent che il barone Martewall sarebbe a breve arrivato a Calais, aveva chiesto ai suoi uomini, all'insaputa di Ponthieu, di provare a intercettare la nave dell'inglese e lasciare così la sua dama di compagnia in mani amiche.
Brianna sperò che i suoi uomini tornassero presto per rincuorarla almeno con quella notizia, augurandosi così di farla stare un po' meglio. 
Riconosceva a se stessa che Isabeau e il suo primogenito Marc gli sarebbero davvero mancati: aveva trascorso anni lieti in loro compagnia ed era come se un pezzo di lei fosse rimasta in terra francese;e per di più, per la seconda volta nella sua vita. Mentalmente pregò per loro, per il loro avvenire e sperò di poterli rincontrare in futuro.
 
Brianna stava poggiata con i gomiti sulle ginocchia quando dei passi interruppero i suoi pensieri. Sapeva di trovarsi in una posizione non molto decorosa, con le ginocchia contro il petto e il viso sulle mani giunte, ma il pacato ondeggiamento della nave la rendeva tranquilla e rilassata, tanto da indurla ad accomodarsi come meglio stava. E poi, in fondo, l'ultima traversata in mare che aveva fatto quando aveva raggiunto la Francia l'aveva passata sottocoperta, svenuta e ferita; si sentiva in diritto di godersi almeno quel viaggio.
Tuttavia, educatamente, alzò il capo scostandosi i capelli fiammeggianti che le carezzavano il viso, e si ritrovò a guardare il viso abbronzato dai color chiarissimi del barone. Lo sfregio che aveva ricevuto durante il torneo in Francia anni prima riluceva pallidamente in contrasto con la pelle scura, quasi nascosto dalla luce del sole; i capelli biondissimi sembravano d'argento. 
La donna lo guardò insistentemente per qualche istante, innegabilmente attratta, poi abbassò gli occhi pudicamente, come si addiceva ad una donna di oneste intenzioni.
Fu il barone a rivolgerle per primo la parola, contravvenendo a ogni distinzione di classi.
<< Salute madonna. Spero che la traversata non vi stia affaticando troppo  >> esordì con tono pacato.
Il volto di Brianna, leggermente assonnato, era di per se abbastanza eloquente. 
<< No milord, al contrario. Molto meglio di quello fatto precedentemente, come potete immaginare, visto che eravate presente >> poi, ricordandosi meglio, lo punzecchiò con lieve malizia << l'unica cosa che rimpiango è un alloggio più ... caloroso >> sorrise sorniona.
Martewall capì senza ombra di dubbio ogni sottinteso e cercò in ogni modo di non dar a vedere il suo imbarazzo per quella precisazione. Ma poi si sentì stuzzicato di risponderle le rime << Mi fa molto piacere che la stiate apprezzando questa bella giornata. E non mi sembra necessario altro calore; la temperatura è perfetta >>.
<< Parlate per voi mio Signore >> rispose la donna con un lieve cenno del capo, poi si spostò in una posizione più adatta e fece cenno al barone di sedersi al suo fianco, su una delle casse vuote. Martewall prese posto accanto a lei e restarono alcuni momenti in silenzio ad osservare il lavoro non più frenetico che si svolgevano sul ponte. Molti uomini stavano riposando, alcuni appoggiati al parapetto, altri seduti a gambe incrociate con delle bottiglie in mano mentre giocavano con i dadi.
Brianna ebbe un moto di disappunto quando vide Beau in quest'ultimo gruppo, tirare la sorte e prendere un sorso da una bottiglia.
Al suo fianco sentì Martewall sbuffare, anche più contrariato di lei, ma che non osava intervenire per non mettere in ridicolo il suo nuovo scudiero davanti all'equipaggio. Brianna era sicura che l'avrebbe strigliato per bene una volta scesa la sera.
<< Il ragazzo sembra suo agio anche in mare >> commentò improvvisamente il barone, osservando Beau emettere un grido di giubilio seguito da pacche amichevoli da parte degli altri uomini << se fosse più riflessivo potrebbe avere anche un futuro da capitano. L'iniziativa non gli manca, peccato che sia avventato il più delle volte >> osservò infine.
Brianna non ribatté subito, osservando ancora un po' il suo bambino ormai grande scambiare sorrisi e battute con i marinai.
<< Non ho saputo fare di meglio >> esordì poi. Martewall rimase colpito dal tono della sua voce, basso e quasi intimidito. << Non è facile crescere un ragazzo da sola, con tutti gli occhi puntati addosso perché avete amato uno straniero.  E poi vostro figlio viene a sapere che è sangue del nemico francese e vi accusa indirettamente di questo, e voi non sapete come... come discolparvi, se non dimenticare l'uomo che vi ha conquistato il cuore. Beau ha iniziato a disprezzarmi, quel disprezzo che hanno i ragazzi quando si sentono traditi, e io ho cercato in tutti i modi di convincerlo ad essere onesto, a pregare davanti al cibo e ad aiutare chi ne ha bisogno. Ma nonostante ciò che ho fatto, lui è diventato comunque una Coda di Volpe >> disse, ed alzò lo sguardo sul barone, che l'ascoltava con la bocca semiaperta. Brianna si lasciò scappare un sorriso di gratitudine che le illuminò gli occhi. << Ma poi ha incontrato quel cavaliere francese, e soprattutto voi... ed ora sì che sta crescendo come un vero cavaliere, leale e ubbidiente, anche se a volte sconsiderato. Ma non con cattive intenzioni >> concluse, sempre con l'espressione serena.
Martewall dal suo canto rimase sconcertato. Sapeva che la donna aveva passato tante tribolazioni, ma non si era mai soffermato troppo a pensare a come doveva essere stato Beau senza una guida maschile che lo aiutasse a diventare un vero uomo. Solo adesso si rendeva vagamente conto di cosa volesse dire essere soli, senza aiuti poiché in molti ti disprezzano solo perché non sei del loro stesso sangue. Durante quegli anni di guerra ci era passato anche lui.
Sentì su di lui lo sguardo allora docile e tranquillo di Brianna, e non poté più ignorare quegli occhi splendidamente verdi che lo ringraziavano ogni volte che incontravano i propri. 
Con quello che gli sembrò un gesto di grande cortesia, le prese una mano e se la portò alla bocca per baciarla, sconcertando la donna. Poi disse: << Perdonatemi se sarò brusco e duro con vostro figlio, ma lo faccio per il suo bene, come voi avete fatto finora tirandolo su da sola. Beau è un bravo ragazzo, lo so; e una volta che sarà cresciuto sarà uno dei cavalieri più valorosi d'Inghilterra. Questo ve lo posso assicurare >> concluso, davvero convinto di ciò che aveva detto. Lui aveva grande fiducia in Beau, anche se non lo dava palesemente a vedere. 
La madre l'aveva già capito e alzando lievemente il capo lasciò intravedere la guance leggermente arrossate, non solo per il sole. Martewall allora le lasciò la mano, sorridendole come non faceva ormai da mesi con tutte le preoccupazioni che aveva. La vicinanza di Brianna lo faceva sentire bene, lo tranquillizzava. Sarebbe potuto restare lì, su quella cassa secca e scomoda per molti giorni a parlare con la donna di qualunque cosa, anche solo per ascoltare quel suono live e musicale o provare a rubarle una risata. 
Ma sapeva che sarebbe stato impossibile. 
La guardò ancora, mentre con la mano delicata si scostava le ciocche ribelli dal viso, invano. I loro sguardi si incrociarono di nuovo e il barone fissò i suoi occhi grigi in quelli verdi e luminosi di lei. 
Forse il tempo in quel momento si fermò, anche se per poco.
 
<< Milord! Madonna! Venite, è l'ora di rifocillarsi! Avrete tempo dopo per i vostri discorsi riservati! >> urlò gioviale il capitano Rockold. Era rimasto a guardare per un po' la scena che si svolgeva ridendo sotto i baffi, ma poi non aveva più resistito. La fame era molta.
Vide con soddisfazione il barone scostarsi subito dalla bella inglese e rivolgergli uno sguardo di fuoco dissimulato parzialmente dai raggi del sole che illuminavano tutto. La donna, dal canto suo, voltò lo sguardo nascondendo il viso tra i capelli e aggiustandosi per bene mantella e vestito prima di alzarsi.
Ridendo ancora, il capitano si diresse ai locali inferiori dove la tavola, rudemente apparecchiata, profumava invitante.

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