L'unica cosa che le è rimasta

di Darkness
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pensieri da dimenticare ***
Capitolo 2: *** Cambiamenti ***
Capitolo 3: *** Sogni che ricordano ***
Capitolo 4: *** "Non puoi sfuggirmi!" ***
Capitolo 5: *** Punizione e canzoni ***
Capitolo 6: *** Equivoci ***
Capitolo 7: *** L'apparenza inganna ***
Capitolo 8: *** "With or without you..." ***



Capitolo 1
*** Pensieri da dimenticare ***


Incatenata al morbido letto, dove era sdraiata in una posizione scomoda, con addosso invece che vestiti solo alcuni brandelli di essi.
Era spaventata e impaurita, e gli occhi non erano più del loro blu brillante ma erano spenti e opachi. Forse per tutto quello che aveva passato in quei giorni, per quanto aveva sofferto, per tutta la sua tristezza. Probabilmente per tutte le tre cose.
Comunque ora si trovava lì, ad aspettare che gli fosse tolta l’unica cosa che gli era rimasta: la vita. Gli avevano tolto tutto, le persone a lei più care, l’amore della sua vita,………, insomma, tutte le cose per cui valeva la pena vivere.
Tutto era successo qualche giorno fa, nello scontro finale con Voldemort, tutti gli Auror erano andati con Harry per sconfiggere l’Oscuro Signore ed i suoi Mangiamorte, anche i suoi amici.
Gli Auror erano in netto vantaggio ma la situazione si capovolse quando Voldemort colpì in pieno petto Harry con l’anatema mortale. Appena lei senti le urla di trionfo di Voldemort si precipitò a vedere che cosa era successo. Quando vide il corpo senza vita di Harry si scagliò su Voldemort per vendicare l’unica persona che abbia mai amato.
Gli Auror cominciarono a soccombere e ben presto gli ultimi rimasti furono presi dai Mangiamorte e portati nel loro Quartier Generale insieme all’Oscuro Signore.
Questa fu la sua cattura e la morte del suo amato Harry. La cattura di Serenity Ryan, ai tempi della scuola era una ragazza spensierata che faceva parte del mitico quartetto di Grifondoro, erano inseparabili, insieme affrontavano tutto, anche Draco Malfoy e la sua banda di Serpeverde , andavano dappertutto insieme, non c’era persona che li avesse mai visti separati. Ora lei non aveva più notizie dei suoi amici dallo scontro con Voldemort. Erano andati tutti e quattro, per l’ultima volta insieme; Harry era morto, lei catturata, e non sapeva a che destino erano andati incontro Ron ed Hermione. Dopo la sua cattura non aveva più avuto notizie di nessuno, o quasi.
I Mangiamorte si smaterializzarono nel loro Quartier Generale poco dopo il Signore Oscuro. Gli Auror catturati, che erano circa una decina, erano stati portati al cospetto di Voldemort. Prima vennero torturati dai Mangiamorte, poi vennero tutti spediti in una cella per ordine dell’Oscuro Signore, tutti tranne Serenity.
FLASHBACK

"Fermatevi." aveva urlato Voldemort alzando una delle sue bianche e scheletriche mani."Lui ha qualcosa da dirmi." disse riferendosi al Mangiamorte davanti a lui. Tutti gli altri si fermarono per capire cosa stava succedendo, poi avrebbero ripreso a portare via gli Auror prigionieri.
Anche Serenity era molto attenta a quello che stava succedendo.
"Dimmi cosa desideri," disse Voldemort " mio fedele Draco." Serenity non fu sorpresa di sentire quel nome, sapeva che alla fine sarebbe diventato anche lui un Mangiamorte come suo padre, ma una rabbia mai provata prima cominciò a salire in lei.
"Mio signore," cominciò il giovane Mangiamorte " vorrei chiederle il permesso di non mandare un prigioniero nelle celle ma di lasciarlo a me."
"E chi sarebbe?" gli domandò Voldemort.
"Serenity Ryan." rispose
Lei ne rimase scioccata, non voleva, non voleva andare con il suo peggior nemico, avrebbe preferito morire.
"Bè…." cominciò Voldemort " va bene."
"Grazie mio signore." disse Draco
"Adesso andate." disse l’Oscuro Signore agli altri Mangiamorte.
Ci fu uno scompiglio generale in cui Serenity si sentì presa per un braccio e trascinata via. Dopo un po’ si ritrovò in una stanza che assomigliava ad una casa molto piccola. All’interno c’era un letto singolo con vicino un comò con un fornelletto a gas, un gabinetto e un lavandino.
Era stata sbattuta per terra e la persona incappucciata che le stava davanti rivolgendole le spalle non poteva che essere Draco. Chiuse la porta e si sfilò il cappuccio, mostrando dei lunghi capelli biondi, poi si tolse il mantello e anche la maschera d’argento da Mangiamorte. Si girò e si sedette sul letto, guardandola per la prima volta. Lei gli restituì uno sguardo caricò di disprezzo, e non riuscì a sopportare quel silenzio che gli dava fastidio.
"Perché non parli?" Domandò Serenity con poca gentilezza. Ma lui non rispose e si limitò a girarsi dall’altra parte.
"Perché non cominci a torturarmi?" Sbottò lei "Tanto lo so che è quello il mio destino!!!"
Il Mangiamorte si rigirò per guardarla e sul volto gli si dipinse un ghigno.
"Hai ragione Ryan." disse con voce di scherno "Ma questa non è solo la tua tortura ma anche la mia vendetta." e il ghigno gli si pronunciò ancora di più sul volto.
"Tu….tu….come puoi parlare di vendetta….io dovrei vendicarmi!!" disse l’Auror arrabbiata.
"Tu credi? Non sono solo i santi Auror a subire perdite." disse Draco con una punta di tristezza e amarezza nella voce.
Lei non disse più nulla e cercò di non incrociare il suo sguardo.Il Mangiamorte si alzò e incominciò a camminare per la stanza.
"Mi ricordo di te, di quando eravamo a scuola. Una stupida Grifondoro che amava Potter e mi odiava, e mi odiava. E non ne aveva tutti i torti."
Si fermò in mezzo la stanza rivolgendole le spalle. "Io ero un Serpeverde che odiava Potter e i suoi amici. Odiavo anche te. Il mio passatempo preferito era sfottervi." Si girò e la guardò dritto negli occhi. "Ed ora eccoci, io un Mangiamorte e tu un Auror. Come un cacciatore e la preda."
Le si avvicinò con fare deciso. Quando le fu davanti si inchinò per stare alla sua stessa altezza, visto che lei era stesa a terra. Tutto questo senza mai staccare quei freddi occhi grigi con quelli azzurri di Serenity che un tempo erano tanto belli e ora erano privi di emozioni, spenti.
"Uno l’opposto dell’altro." Gli sussurrò prima di baciarla violentemente.
Quando le si staccò un ghigno gli comparve sul volto. Serenity era ancora scioccata ma la rabbia cominciò a salire in lei, mentre lui sorrideva compiaciuto gli sputò in faccia con tutto il disprezzo che nutriva per lui. "Mi fai schifo!" gli disse lei con disgusto.
Lui molto lentamente si mise una mano in tasca e ne estrasse un fazzoletto, si pulì il viso e sempre molto lentamente rimise il fazzoletto in tasca.
Si alzò e si diresse verso la porta, dopo essersi rivestito da Mangiamorte. Arrivato alla porta prese la bacchetta, mormorò un incantesimo, che fece incatenare Serenity al letto e se ne andò lasciandola da sola con i suoi pensieri.
FINE FLASHBACK

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Capitolo 2
*** Cambiamenti ***


Era rimasta lì, era passata solamente un’altra giornata da quando Draco l’aveva portata in quella camera e nessuno era più entrato.
Poi lei sentì dei passi e con un botto la porta si aprì. La sagoma di un Mangiamorte si fece più nitida, era appoggiato al muro e si reggeva un fianco ansimante. Entrò zoppicando, si tolse la maschera da Mangiamorte e il mantello lacerato in più punti, e si accasciò sulla poltrona. Dovevano di certo aver fatto una battaglia per ridursi in quel modo. Non era messo bene, un rivolo di sangue gli usciva da un lato della bocca, si reggeva un fianco, dove probabilmente si era ferito o rotto una costola e zoppicava con la gamba destra.Seduto sulla poltrona si stava curando con la bacchetta magica.
Non aveva neanche degnato di uno sguardo Serenity, come se non esistesse.
"Peccato che ti abbiano fatto solo questo." disse lei tagliente. Lui fece finta di non averla sentita e continuò a medicarsi.
"Lasciami andare." lo implorò lei cambiando totalmente tono di voce.
"Zitta!" gli disse lui scocciato, sempre senza guardarla.
"Ti prego…." continuò a supplicarlo.
Si alzò di scatto, come se fosse in ottima forma, si mise davanti a lei e con una velocità sorprendente tirò fuori la bacchetta.
"CRUCIO!" urlò. Silenzio, che poi fu interrotto dalle urla di Serenity che si contorceva dal dolore sul letto.
Appena Draco spostò la bacchetta, le urla finirono. Lei ansimava sul letto, mentre lui si sedeva nuovamente per curarsi come se niente fosse successo.
"A che scopo?" chiese lei dopo essersi ripresa.
"Cosa?" domandò lui con aria innocente e vaga.
"Tutto questo!"
Il Mangiamorte si alzò, il sangue dalla bocca non gli usciva più, e aveva fatto spuntare una fasciatura sulla gamba e probabilmente anche in vita, e si diresse lentamente verso di lei.
"Per divertirmi." disse con noncuranza. E si sedette sul letto, di fianco a lei.
"Ah è così….sono un oggetto per divertirti!" affermò lei girando la testa dall’altra parte e non guardandolo negli occhi.
Lui gli prese il mento con forza e la costrinse a girarsi.
"Bè…si." sussurrò lui quasi impercettibilmente "Sei mia prigioniera e posso farti quello che mi pare." Appena concluse gli lasciò il mento ma lei non girò lo sguardo e rimasero a guardarsi. Poi lei distolse lo sguardo, non riusciva più a reggere il suo sguardo gelido e carico di disprezzo.
A quel punto Draco si alzò e uscì, rimanendo vestito da semplice mago e non da Mangiamorte.
Arrivò sera e lui fu chiamato al cospetto di Voldemort.
"Draco, mio fedele servitore." disse l’Oscuro Signore con voce agghiacciante "Ti ho fatto chiamare per il destino della tua prigioniera."
"Mio signore, se lei vuole ucciderla io non mi opporrò."
"Veramente io non volevo ucciderla, ma mi serve un tuo favore."
"Sono al suo servizio, mio signore."
"Voglio che tu la porti nel tuo maniero." disse Voldemort
"Certo, mio signore " disse Draco e se ne andò, ma Voldemort lo fermò.
"Aspetta!" lo fermò Voldemort "Voglio che tu rimanga con lei."
"Cosa?! Ma… mio signore…."
"Niente ma!" tagliò corto Voldemort "Voglio che resti con lei. E adesso vai." lo congedò.
Draco se ne andò, pensieroso. Entrò nella camera ma non fece caso a Serenità, che già dormiva, si sistemò sul divano e si addormentò anche lui.
Il mattino seguente Draco si svegliò di buon ora. Vide Serenity che ancora dormiva e restò a fissarla. La tunica strappata in più punti per i molteplici incantesimi e le maledizioni che lui le aveva scagliato, il corpo pieno di lividi e graffi per le botte prese. Nonostante tutto dormiva beatamente e Draco fece di tutto per prepararsi senza far rumore per non svegliarla.
Appena pronto però la dovette svegliare perché, anche se lui non voleva, dovevano andare al Maniero dei Malfoy. Gli si sedette accanto e la scuote un po’.
"Che cosa succede?" chiese lei con voce assopita.
"Dobbiamo andare."
"Dove?" domandò, ma lui non rispose e con una formula gli slegò le braccia dalle catene.
Mentre Serenity si massaggiava i polsi per riattivare la circolazione guardava Draco con un espressione stupita, ma lui non era interessato a lei e girava per la stanza raccogliendo libri e altre cose.
Arrivò alla scrivania, aprì un cassetto e né tirò fuori una bacchetta. Serenity la riconobbe subito. Era la sua. Draco prese la bacchetta e se la mise in tasca. Si girò verso di lei che ancora lo guardava con aria sorpresa.
"Andiamo." disse lui e si incamminò verso la porta. Poi si fermò di colpo, si girò verso Serenity che si era appena alzata.
"Non puoi andare in giro così." affermò e pronunciò un incantesimo. La tunica logora che indossava Serenity si trasformò immediatamente in un bell vestito da strega.
Lei si guardava con aria stupita.
"Grazie." mormorò.
Si incamminarono fuori dalla camera, passarono all’interno dell’edificio e uscirono fuori. Era una mattinata piovosa d’autunno e per terra c’erano numerose pozzanghere.
"Perché non ci smaterializziamo?" chiese Serenity.
"Non ci si può smaterializzare all’interno del nostro Quartier generale e nei suoi confini. Dovremmo camminare un po’ prima di smaterializzarci." disse Draco continuando a camminare.
Continuarono a camminare e ormai erano bagnati fino alle ossa, quando ad un certo punto Draco si fermò, si guardò intorno e si girò verso Serenity, che lo stava ancora raggiungendo.
"Siamo fuori i confini. Ora possiamo smaterializzarci." disse lui
"Ma non so dove siamo diretti."
"Hai ragione. Stiamo andando a casa mia, al Maniero dei Malfoy."
Serenity si bloccò di colpo. "Dove? A casa tua?" chiese lei stupefatta.
"Si Ryan hai capito bene, andiamo da me." disse lui in tono definitivo e di sfida.
"Ok." disse lei a bassa voce guardando le pozzanghere, rassegnata.
Si concentrarono sul posto dove dovevano andare, questo per Serenity fu molto difficile visto che era turbata al pensiero di andare al castello dei Malfoy e non sapeva minimamente dove si trovava e come era fatto, e in pochissimo tempo si ritrovarono all’interno di un gigantesco castello di pietra.
Doveva essere il maniero dei Malfoy. Era un castello buio e tetro, pieno di quadri, posto su più piani. Sembrava deserto. Appena arrivati Draco si avvicinò ad un candelabro e ne accese le candele con la bacchetta. Si incamminò per un corridoio.
"Seguimi." disse mentre se ne andava.
Serenity affrettò il passo e lo raggiunse, alla fine del corridoio c’erano delle scale. Cominciarono a salirle, fino ad arrivare al terzo piano. Draco la condusse davanti ad una porta.
"Questa è la tua stanza." disse lui aprendola , era una stanza molto piccola e spoglia, era priva di finestre e all’interno c’era solo un letto singolo ed un tavolino basso posizionato vicino alla porta.
"Ti voglio dare una possibilità." disse Draco "Ti lascio qui dentro ma non ti lego, voglio vedere se mi posso fidare."
Serenity non disse nulla ma entrò nella stanza. Lui gli richiuse la porta alle spalle. Lei rimase con l’orecchio teso e sentì i passi di Draco farsi sempre più lontani. Si sedette sul letto per rilassarsi, poi sentendosi stanca si sdraiò e crollò sfinita.
Intanto Draco stava vagando nel Maniero senza una meta, si stancò di visitare la sua casa e andò in camera sua al primo piano. Si sdraiò cercando di dormire ma non ci riuscì, allora si sedette sul letto con la testa tra le mani. Non gli piaceva stare in quella casa, gli ricordava troppo il suo passato. Prima della battaglia finale lui viveva qui insieme a sua madre e suo padre, Lucius era un Mangiamorte e vedeva suo figlio come suo unico erede, quindi, al suo ventesimo compleanno, lo portò al cospetto dell’Oscuro Signore e gli fece imprimere il Marchio Nero. Al momento della battaglia lui e suo padre erano in campo per sconfiggere Potter e gli Auror, ma nel combattimento suo padre fu ucciso a causa di un incantesimo tanto potente da non far più ritrovare il suo corpo. La madre Narcissa morì per il dolore quando gli arrivò la notizia. Ed ora lui non aveva più nessuno se non il suo Signore.
In quel momento non aveva sonno, allora si alzò e si diresse verso la camera di Serenity. Sbirciò all’occhiello e la vide addormentata. Allora decise di andare nel suo studio e si preparò una pozione per prendere sonno.

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Capitolo 3
*** Sogni che ricordano ***


“Harry, Ron, Herm! Aspettatemi!” stava urlando una ragazza del 7° anno mentre correva verso i suoi amici. Aveva dei lunghi e mossi capelli castani che le arrivavano alla schiena e dei bellissimi occhi di un blu acceso. Il suo nome era Serenity Ryan.
“Nity dove eri finita?” chiese Harry.
“Ti abbiamo cercato dappertutto!” aggiunse Hermione.
“Scusatemi…” disse Serenity col fiatone “ero da…ehm… la McGranitt mi aveva..ehm....trattenuto nel suo ufficio e non ho fatto in tempo ad avvertirvi.”
“L’importante è che ci siamo ritrovati.” disse Ron.
“A proposito, gli altri sono già andati ad Hogsmeade?” chiese Serenity.
“Si da almeno dieci minuti, noi ti stavamo cercando per andarci.” rispose Hermione.
“Bene allora andiamo.” concluse Serenity.
I quattro amici si incamminarono verso l’uscita diretti ad Hogsmeade sicuri di passare un buon fine settimana.
Era una bella giornata di primavera e la temperatura era ottima, c’era il sole ma anche un lieve venticello che rinfrescava. Il quartetto discuteva allegramente.
“Allora qual è la prima tappa?” chiese Serenity.
“Ma io farei Zonko.” propose Harry.
“Io concordo in pieno!” disse Ron.
“Per me va bene.” disse Serenity.
“Per me anche.” aggiunse Hermione “A patto che dopo si vada un attimo a comprare delle penne nuove, la mia penna d’aquila non scrive più molto bene, e mi è anche quasi finito l’inchiostro dovrò….”
“Ok ok Mione abbiamo capito.” la interruppe Ron “Dopo dovremmo fare rifornimento di materiale scolastico.”
L’allegra compagnia scoppiò a ridere, e insieme continuarono la strada per Hogsmeade.
Appena arrivati andarono subito da Zonko, lì comprarono ogni tipo di scherzo e spesero la maggior parte dei loro risparmi. Poi, per la felicità di Hermione, fu il momento di andare a rifornire le proprie borse. Anche se solo lei doveva comprare alla fine anche Harry, Serenity e Ron comprarono qualcosa, chi un blocchetto prendi appunti, chi una nuova penna, chi dell’inchiostro trasparente per fare degli scherzi.
Per rilassarsi un attimo andarono ai Tre Manici di Scopa, lì ordinarono quattro burrobirre e cominciarono a chiacchierare del più e del meno.
“Che ne dici se ce ne andassimo in un angolo più appartato?” chiese ad un tratto Harry “Tanto non penso che si accorgano della nostra assenza, guarda come sono indaffarati.” ed ammiccò a Ron ed Hermione che erano appunto molto indaffarati in un gioco di lingue, che non si sarebbero accorti di nulla.
Serenity lanciò uno sguardo malizioso a Harry che si alzò e uscì dal locale imitato a ruota dalla sua compagna. Girarono un po’ per le vie fino a quando non si nascosero in una piccola viuzza apparentemente vuota. Incominciarono a baciarsi, un lungo bacio, all’inizio abbastanza casto, poi sempre più passionale. Avrebbero continuato se una voce alle loro spalle non li avesse interrotti.
“Bene, bene, bene,” disse una voce fredda e strascicata. “San Potter e la sua ragazza. E ditemi dove avete lasciato Lenticchia e la mezzosangue? Non staranno anche loro pomiciando? Ah…a proposito…mi dispiace non volevo interrompervi.”
“E che cos saresti venuto a fare, Malfoy?” chiese Harry scocciato. “A deliziarci con la tua preziosa presenza?”
“Bè sicuramente la mia presenza è più preziosa e importante della tua. Ma la tua ragazza la pensa diversamente.” E ammiccò a Serenity che abbassò subito lo sguardo.
“Lasciala stare! Lei non c’entra niente!” disse Harry.
“Oh, invece si che c’entra.” Poi si girò verso Serenity. “Non glielo hai detto? Eppure pensavo che in una coppia non ci fossero segreti.”
“Dirmi cosa, Nity?” chiese Harry alquanto allarmato a Serenity.
“Bè io…io…stamattina non mi trattenuta la McGranitt. Effettivamente stavo andando da lei perché avevo un dubbio sulla lezione scorsa, quando a metà strada ho incontrato…ho incontrato Malfoy.” Harry lanciò un occhiataccia al Serpeverde. “Ha cominciato a fare le sue solite battutine pungenti e bastarde, poi però ha cominciato a…a…”
“Toccarti?” l’aiutò Harry.
Serenity annuì, sempre tenendo lo sguardo verso il basso. “A quel punto sono scappata via e per fortuna ho incontrato voi.” Concluse lei con gli occhi lucidi.
Harry la guardava senza parole. Poi si girò verso Draco, che aveva un ghigno stampato in faccia, e gli diede un cazzotto con tutta la forza che aveva.
Serenity era stupita, e anche Malfoy. Si era portato una mano sulla guancia colpita mentre un rivolo di sangue gli usciva dalla bocca.
“Non ti azzardare mai più a toccarla!!” urlò Harry mentre guardava Draco con odio.
Serenity, capendo che tirava brutta aria, prese Harry per il braccio e lo portò via, lasciando Draco ancora pietrificato nel vicolo.


Serenity si svegliò di soprassalto. Era tutta imperlata di sudore e aveva le guance bagnate dalle lacrime. Aveva di nuovo sognato Harry. Ormai gli capitava spesso, ma di solito erano momenti in cui erano da soli, non c’era mai stato Draco Malfoy nei suoi ricordi!
Oltre a essere agitata era anche molto arrabbiata, si era ricordata come si comportava Malfoy, e soprattutto come la trattava, e questo gli dava un enorme fastidio, anche perché ora era anche sua prigioniera.
Si rigirò nel letto. Era troppo scossa per riaddormentarsi, e non gli andava di uscire per poi magari ritrovarsi faccia a faccia con Malfoy. Anche se credeva che non l’avrebbe incontrato, era ancora troppo presto. Allora decise di restare coricata per riposarsi, e pensare al suo futuro.


Volevo ringraziare Akemy2 che mi aveva suggerito di capire un pò il passato di Serenity, spero di averti accontentata ^_^ PS: continua a commentare, GRAZIE!!! Visto che ci sono ringrazio anche Caillean che ha commentato. GRAZIE A TUTTE!!!^^__^ spero che anche altre persone si uniranno a voi x commentare(ma non ci conto ^_^") Baci a tt!! ^_^

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Capitolo 4
*** "Non puoi sfuggirmi!" ***


Il mattino, quando Draco si svegliò, era ormai tardi. Aveva dormito molto grazie alla pozione soporifera.
Essendo tardi gli era venuta fame, allora si recò in cucina. Era enorme di pietra e con parecchie finestre, intorno c’erano tutti gli attrezzi che necessitavano.
Draco non sapeva cucinare e non padroneggiava nemmeno bene gli incantesimi domestici, ma riuscì ad arrangiarsi. Di solito ci pensavano gli elfi a cucinare ma riuscì comunque a fare delle uova e due toast con della pancetta, anche se un po’ bruciacchiata. Mise tutto in un vassoio e si recò nella camera di Serenity, senza bussare aprì la porta. Era buio pesto visto che non c’erano finestre.
"Lumos " disse lui e dalla punta della sua bacchetta scaturì una debole luce. Serenity era stesa sul letto, e lo guardava con una espressione indecifrabile.
"Venuto per un visita di cortesia?" chiese lei ora guardandolo con un inconfondibile sguardo colmo di disprezzo.
"Veramente ti avrei portato la colazione." rispose lui in tono di sfida.
"Avvelenata?" chiese lei sarcastica.
"No, ma se non la vuoi la porto via." disse Draco andando verso la porta.
"Aspetta!!" urlò lei, che si era messa a sedere, per non farlo uscire. Draco si girò. "Che c’è?"
"Lascialo là." disse lei indicando il basso tavolino vicino alla porta. "Dopo mi verrà fame, grazie."
Draco posò il vassoio e uscì dalla stanza sbattendo la porta. Riscese in cucina e continuò a preparare una colazione per lui.
Serenity rimase a guardare la porta, dove poco prima era uscito Draco. Poi fissò il vassoio. “è stato gentile da parte sua” Pensò lei. “ Però mi sembra strano…ci sarà sicuramente un secondo fine.”
Si alzò e si diresse verso il tavolino, prese il vassoio e si risedette sul letto. Scrutò nel piatto, e quando si assicurò che non era avvelenato cominciò a mangiare.
Mentre mangiava pensava a quello che le era successo da quando era stata catturata. “ E poi ci siamo materializzati qui…. Ma se ci siamo materializzati io posso anche smaterializzarmi fuori di qui!!” e mentre pensava questo uno strano luccichio gli illuminò gli occhi. C’era un barlume di speranza per lei.
Non esitò, prese un tramezzino e si concentrò in un posto dove era sicuro andare. “ Hogwarts no, non ci si può smaterializzare entro i suoi confini…vediamo un po’….alla Tana….no, poi chi glielo spiega a Molly che non ho più nessuna notizia di suo figlio….”. Continuò a pensare per un po’ di tempo fino a quando arrivò alla conclusione che non c’era più un posto sicuro e che uno valeva l’altro. Allora pensò di andare ad Hogsmeade. Finì il suo tramezzino e si concentrò sulla sua meta, e con un Pop così come era arrivata se ne andò.
Intanto Draco di sotto aveva finito di fare colazione e si guardava in giro per trovare un idea per passare il tempo. Ma alla fine si rese conto che il passatempo più bello era quello di sfottere Serenity, così con calma incominciò a recarsi da lei.
Nel frattempo Serenity era sbucata nelle vie piene di pozzanghere di Hogsmeade. La prima cosa che gli venne in mente fu di trovare un rifugio per aspettare che spiovesse. Si guardò intorno e la prima cosa che gli venne all’occhio fu la Stamberga Strillante. Con la pioggia incuteva ancora più paura, ma lei sapeva che non era una casa infestata dagli spettri ma solo il rifugio utilizzato da Lupin nelle notti di luna piena. Appena ci fu davanti non perse tempo ed entrò, i muri erano pieni di graffi che sicuramente erano stati procurati da Remus nelle sue trasformazioni.
Draco intanto era arrivato davanti alla porta di Serenity e l’aprì senza bussare.
"Lumos" e la stanza si illuminò di una debole luce. Il Mangiamorte si guardò intorno alla ricerca di Serenity, ma non la vide.
"RYAN!!" urlò irato "Questa me la paghi!" e senza riflettere uscì dalla stanza e andò nell’enorme salone. Si diresse verso un baule e cominciò a frugare. Con un guanto ne tirò fuori un ciondolo. Era molto bello, di ambra, con delle venature turchesi che non erano normali in una simile pietra. Era un vecchio ciondolo di sua madre, gli era molto caro, visto che sua madre era defunta e quel ciondolo era sempre stato una passaporta. Lo posò a terra e si tolse il guanto. Restò ad osservarlo per qualche secondo poi lo prese e sparì, per ricomparire all’interno del Quartier Generale dei Mangiamorte.
Serenity si era accasciata su una delle logore poltrone, ma non riusciva a rilassarsi, aveva un cattivo presentimento. Allora si alzò di scatto dalla poltrona e cominciò a girare per la stanza, riflettendo.
Draco si mise il ciondolo-passaporta in tasca e si diresse deciso lungo uno stretto corridoio.
"Non puoi entrare, l’Oscuro Signore non vede nessuno." disse una guardia dall’ esterno di una stanza buia.
"Lasciami entrare, è importante!!"
"Ho degli ordini precisi, e intendo rispettarli."
"Lascialo entrare, faccio uno strappo alla regola." disse una voce agghiacciante dalla stanza dietro la guardia, che si scansò e fece passare Draco.
"Come mai da queste parti?" gli chiese Voldemort.
"Ho una brutta notizia, mio signore." disse Draco che cominciò ad agitarsi "La prigioniera è riuscita a sfuggirmi, e adesso potrebbe essere chissà dove. Devo riuscire a ritrovarla, ma non so come?"
"Draco, Draco, io mi fidavo di te, ma mi hai deluso, ci sarà una punizione per te, ma dopo, ora devi ritrovare la prigioniera." disse Voldemort, e dalla tasca tirò fuori un semplice orologio da polso, lo tese al Mangiamorte che lo prese e lo guardava perplesso.
Serenity non poteva fare magie senza bacchetta, e questo la rendeva vulnerabile. Avrebbe voluto tanto bere qualcosa, ma alla Stamberga Strillante non c’era acqua, e lei non poteva fare magie per farla comparire.
"Che ci faccio con un orologio mio signore?" chiese Draco
"Non è un semplice orologio, guarda il quadrante, non ci sono delle lancette, ma un foglio di pergamena. Se ti avvicini ad esso e pronunci il nome di una persona, sul foglio comparirà dove si trova."
"Grazie mio signore, ne farò buon uso." concluse Draco uscendo dalla stanza. Appena fuori non fece caso alla guardia che lo stava guardando male, ma si mise in tasca l’orologio e prese il ciondolo. Dopo pochi secondi ricomparì nel salone del Maniero dei Malfoy. Si mise un guanto e posò il ciondolo dentro il baule. Prese dalla tasca l’orologio e se lo mise al polso. Si avvicinò ad esso e disse, "Serenity Ryan", sul foglio di pergamena dell’orologio apparvero delle lettere in ordine sparso, che pian piano si avvicinarono e formarono la parola: Stamberga Strillante.
Intanto Serenity si era rimessa seduta sulla poltrona per aspettare che spiovesse. Appena avrebbe smesso si sarebbe diretta ad Hogwarts, nemmeno quello ormai era più un posto sicuro, ma almeno c’era Silente a cui poteva chiedere aiuto. Si alzò, un po’ dolorante per un taglio sulla gamba, e si diresse verso il portone, sbirciò fuori e vide che aveva smesso di piovere, allora uscì e si incamminò per le vie piene di pozzanghere, cercando di arrivare ad Hogwarts.
Draco si stava concentrando sul luogo dove doveva andare, scomparì, per poi ricomparire davanti al portone della Stamberga Strillante. Lo spalancò e cercò Serenity mettendo a soqquadro l’edificio, ma di lei nessuna traccia. Allora gli venne in mente che lei doveva essere andata verso Hogwarts, l’orologio gli diceva che era ancora ad Hogsmeade, allora con passo svelto si incamminò per la via che portava ad Hogwarts, mentre aveva ricominciato a piovere così forte che c’era pochissima visibilità.
Nel frattempo Serenity era arrivata quasi alla fine di Hogsmeade, quando sentì dei passi alle sue spalle. Si girò e vide una figura scura che si avvicinava molto velocemente verso di lei. Quando Draco la vide affrettò il passo, lei fece altrettanto ma non era veloce come lui visto che era ferita.
"Ryan fermati! Lo sai che non puoi sfuggirmi!" urlò Draco ormai a pochi metri dall’Auror.
Appena la raggiunse la prese per un braccio e con uno strattone la girò, lei era spaventata, glielo si leggeva negli occhi, era stata ricatturata e sapeva che avrebbe pagato caro questa sua fuga. Draco la spinse a terra e la fece finire in una pozza, bagnandola più di quanto già non fosse.
"Che cosa volevi fare?" le urlò lui "Non puoi sfuggirmi!" lei non rispose, si divincolava, tentava di rialzarsi ma il Mangiamorte la respingeva a terra.
"Dove volevi andare? Rispondimi!"
"Tentavo di andarmene, di sfuggire da te, dal mio destino!" cominciò a gridare lei "Ma mi è impossibile." delle lacrime cominciarono a rigargli il viso, e anche se pioveva Draco se ne accorse "Non si può sfuggire al destino, anche se magari non ci riserva cose buone ma solo dolore e sofferenza." concluse abbassando lo sguardo.
"Sagge parole Ryan, almeno stare con Potter ha dato i suoi frutti." disse lui beffardo.
"Bastardo!" sibilò lei alzando lo sguardo e guardando Draco con disprezzo, mentre le lacrime scendevano più copiose dai suoi occhi.
"Comunque io cercherò di ribellarmi al mio destino, non sperare che me ne starò buona buona ad aspettare che tu mi finisca."
"Ma a questo c’è rimedio." disse lui in tono sarcastico. Tirò fuori la bacchetta, puntandola su Serenity, che ammutolì, pensando che la volesse uccidere, invece bisbigliò una formula magica e un cerchio luminoso comparì per qualche secondo sul collo di Serenity e sul braccio di Draco, per poi sparire.
"Ora non tenterai più di scappare, ogni volta che ti allontanerai a più di cinquanta metri da me il tuo girocollo comincerà a bruciare e stringersi, mentre il mio bracciale mi avvertirà della tua fuga." spiegò lui "Molto utile questo incantesimo. Ma per toglierti ogni idea di scappare un'altra volta ti farò conoscere un’altra stanza del mio Maniero, e sono sicuro che non ti piacerà." concluse Draco con un ghigno, per la faccia che aveva fatto Serenity a quelle parole.

Questo capitolo è un pò complicato, ma a me personalmente piace. ^_^Può essere che invece a voi faccia skifo, ma mi auguro vivamente di no! Ringrazio Caillean e akemy2 per commentare, sembra che siate destinate a rimanere in 2. Bacioni!!

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Capitolo 5
*** Punizione e canzoni ***


In pochi secondi sia Draco che Serenity comparirono all’interno del Maniero dei Malfoy, lei era ancora molto impaurita, ma raccolse tutto il coraggio che aveva per fare una domanda azzardata.
“Dove mi stai portando?” chiese con un filo di voce.
“Tra poco lo scoprirai, abbi pazienza.”
Draco teneva l’Auror per il braccio e la stava trascinando giù per una rampa di scale che portava nei sotterranei, andarono fino alla fine del corridoio, dove c’era una porta. Entrarono, era una stanza buia, ma c’era un piccolo filo di luce, quel tanto per distinguere le cose.
“Questa è una stanza che, grazie a mio padre, conosco anche troppo bene.”
Serenity si guardò intorno, era una stanza circolare fatta di muro grezzo e spigoloso con una sola piccola finestra. Era piena di strani attrezzi e di catene. Era la stanza delle torture del Maniero dei Malfoy. Draco scaraventò Serenity contro il muro, che essendo grezzo fece sfuggire all’Auror un piccolo gemito. Ricadde in avanti, proprio ai piedi di Draco che le diede un calcio ben piazzato in mezzo alle costole e la fece rotolare più lontano, procurandole un dolore ben maggiore alla botta sul muro.
“Già ti lamenti? Questo è solo un assaggio.” e detto questo fece comparire una frusta e cominciò a colpire il corpo di Serenity che era ancora accovacciata a terra.
“Ahhhhhh!….Basta ti prego!!!….Ahhhhh!” urlava lei ad ogni frustata ricevuta.
“Potevi pensarci prima a quello che facevi, ora non servirà a niente pregarmi.” disse lui dandogli una frustata più forte sulla schiena, che ormai era tutta sanguinante.
“Ti prego smettila!….Ahhhhhh!”
“BASTA! Non pregarmi, mi urti solamente!” le urlò il Mangiamorte con rabbia.
Continuò a frustarla, poi si fermò lasciandole riprendere fiato. Le si scostò e le puntò la bacchetta addosso. Lei tirò su la testa di scatto, ancora accovacciata a terra, come se sapesse cosa volesse fare Draco.
“No… tutto ma la Cruciatus no… ti prego…” lo supplicava lei.
“Cosa ti avevo detto? Di non pregarmi. Vedo che non capisci subito le cose, allora te le devo far capire meglio…CRUCIO!” disse lui, e con un abile gesto dalla sua bacchetta uscirono dei raggi di luce blu che si scagliarono contro il corpo di Serenity.
Un urlo lancinante percorse i sotterranei del Maniero dei Malfoy, mentre Serenity so contorceva a terra. Poi cessarono di colpo. Serenity ansimava a terra e guardava il Mangiamorte con aria supplichevole.
“So quanto fa male.” le dice Draco “Ti senti lacerare la pelle, ogni singolo millimetro di essa ti sembra essere attraversata da tanti aghi incandescenti, vorresti che il dolore finisse, ti andrebbe bene anche morire. Ma sfortunatamente per te questo non accadrà.”
E ricomincia a scagliare contro l’Auror un'altra maledizione, andò avanti per un po’ di tempo finché Serenity non era stramazzata a terra quasi priva di sensi. A quel punto le si avvicinò.
“Che dici ti è bastata la lezione?” le chiede lui con aria divertita. Lei non risponde perché non ne ha la forza, ma Draco sembra capire. “Suppongo di si, e spero che non tenterai più di scappare, tanto lo sai che ti aspetta.” A quel punto Serenity crollò, sfinita, sul grezzo pavimento, con ancora le frasi di Draco che le rimbombavano nella testa.
Quando si risvegliò si ritrovò sdraiata a pancia in giù su un morbido letto bianco. Provò a girarsi ma non ce la fece, era troppo stanca. In quel momento si accorse della presenza di un'altra persona che le stava curando i tagli sulla schiena, che le erano stati procurati dalle frustate.
Girò appena la testa, ma non riuscì a capire chi fosse il suo guaritore perché aveva la vista appannata. Lo riconobbe solo dopo aver sentito la sua voce.
“Finalmente ti sei svegliata.”
No, non può essere lui, non qui, non ora.
“Che hai perso la lingua?” chiese divertito.
“Che ci fai tu qui?” le chiese Serenity
“Ti sto curando, mi sembra ovvio.”
“Si ma non mi sembra ovvio il fatto che mi stai curando le ferite che tu stesso mi hai procurato!” esclamò Serenity.
“Preferivi restare lì sotto svenuta?” chiese Draco “Se ti avessi lasciata ancora un po’ lì saresti morta dissanguata.”
“Chissà grazie a chi…”
“Non cercare di farmi sentire in colpa, l’hai voluto tu.” Disse Draco mentre stava ripulendo i profondi tagli. “ Così la prossima volta impari che non si deve cercare di scappare da un Malfoy”
“La lezione l’ho imparata bene.” Disse lei amareggiata soffocando un gemito di dolore ad un brusco movimento di Draco sui suoi tagli.
“Per fortuna, così non cercherai più di scappare e magari riusciamo ad andare d’amore e d’accordo.”
“La vedo molto difficile.”
“Tu dici?” chiese lui in tono di sfida. “Lo stiamo facendo ora…. Alzati.”
Serenity stava per farlo quando si accorse di non avere niente addosso.
“E dai alzati!” insistette Draco.
“Ma, non posso…non vedi che sono…”
“Nuda?” disse lui “Lo so, ma ti devo solo curare un taglio sul lato della gamba.”
“Ma…non è che mi potresti dare un costume, o della biancheria?” chiese imbarazzata Serenity.
“E secondo te dove la prendo?”
“Puoi prendere quella di tua madre.” Disse lei “Oppure potresti sempre farla apparire magicamente.”
Draco tirò fuori di malavoglia la bacchetta e con aria scocciata fece comparire un delicato completino intimo addosso a Serenity. Lei sempre molto imbarazzata si alzò in piedi. All’inizio barcollò perché ancora non si era rimessa del tutto in sesto, ma Draco la prese per i fianchi sostenendola.
“Grazie…” borbottò lei.
Il Mangiamorte aveva cominciato a curare la ferita, poi la fasciò magicamente e costrinse Serenity a sdraiarsi sul letto.
“Adesso riposati, sei ancora molto stanca.”
“Non ne ho voglia.” Rispose lei “Posso ascoltare della musica?”
“Riposati!” insistette lui.”E comunque la musica non ce l’ho.”
“Ti ho detto che non mi va!” disse Serenity con decisione “Che cosa fai solitamente quando stai qua, stai sdraiato su un letto a pensare tutto il tempo?”
Draco annuì
“Cioè….non fai mai niente?” Draco annuì nuovamente “Non ascolti la musica, non guardi la tv, niente di niente?”
“Ti ho detto di no!” disse lui seccato.
“Non è che potresti far comparire uno stereo con dei CD?” chiese Serenity.
“Si potrei, ma vorrei che tu riposasti.”
“Tanto non demordo, non so se hai capito!”
“Ok, ok, ho capito.” Disse Draco rassegnato e con un ampio movimento della bacchetta fece comparire un lettore CD. “Che musica vorresti sentire?”
“Vorrei sentire Giorgia, e gli U2 grazie.” Rispose lei.
Draco fece comparire anche due CD e porse il tutto a Serenity.
“Che hai da fare?” gli chiese lei.
“Niente, perché?” rispose Draco.
“Vorrei farti sentire qualche canzone di queste.” gli rispose l’Auror
“No.” Rispose lui “Passi che non riposi e che ti lasci ascoltare della musica, ma se vuoi che mi metta ad ascoltare della schifosa musica babbana con te hai proprio sbagliato!”
“Come puoi dire che è schifosa se neanche l’hai ascoltata?” chiese Serenity
“Bè se è babbana non può essere altrimenti.” Disse Draco con un alzata di spalle.
“Tu e i tuoi stupidi pregiudizi.” Rispose lei “Scommetti che ti faccio cambiare idea?”
“Ok, accolgo la scommessa.” E si sedette sul bordo del letto.
“E se ti piacciono io che cosa vinco?” chiese l’Auror
“Mmmm…vediamo…colazione a letto? Oppure una visita guidata del Maniero?” propose lui “Forse è meglio la visita, richiede meno impegno.”
“Eheheh, sempre il solito!” disse Serenity e gli mise una cuffietta nell’orecchio.
“La prima canzone che ti farò sentire è un po’ malinconica, è di Giorgia e si intitola ‘Gocce di memoria ’.” Disse lei e premette il tasto Play.
Incominciarono l’ascolto, Draco era interessato alla musica, e doveva riconoscere che era molto bella. Appena finito Serenity si girò verso Draco.
“Allora?” gli chiese “Che te ne pare?”
“Bella…ma niente di che.” Rispose lui.
“Bè il bello deve ancora venire.” Rispose lei con un ghigno tipicamente Malfoy. “Adesso c’è ‘Spirito libero’ sempre di Giorgia.” E premette ancora Play.
Appena finì fu Draco che cominciò a parlare.
“Questa mi piace di più.” Disse “è più energica!”
Continuarono a sentire un altro po’ di canzoni, fino a che Serenity non cambiò CD.
“Questa è la mia canzone preferita.” Disse lei “Si intitola ‘With or without you’ ed è degli U2.” Spinse Play un'altra volta.
La musica partì, arrivati al ritornello Serenity cominciò a cantare con voce sommessa, finita la canzone Draco era allibito.
“È stupenda!” disse lui “Non pensavo che delle canzoni babbane potessero essere così belle e profonde.”
“Visto che ti ho fatto ricredere.” Disse Serenity divertita, togliendo la cuffietta a Draco.
“Come si chiamava l’ultima canzone?” chiese lui.
“’With or without you’, perché?” chiese lei
“Era molto bella, volevo imparare il testo.”
“E chi ti dice che io sia disposta ad insegnartelo?” chiese Serenity con aria divertita.
“Io, perché se non lo farai con le buone ti costringerò io con le cattive.” Rispose Draco.
“Ohh che paura!” disse lei sarcastica. “Comunque te lo insegno. Allora:
See the stones set in your eyes
See the thorn twist in your side…
” lei continuo fino alla fine. Draco sembrava aver imparato in fretta, già la sapeva cantare. Serenity ne era meravigliata, nemmeno lei ci aveva messo così poco tempo ad impararla. Draco le chiese anche gli altri testi, e lei pazientemente glieli insegnò tutti. Lui era entusiasta. Ma ora doveva pagare la sconfitta sulla scommessa.
Ormai era tardi, ed era ora di andare a dormire.
“Una altro pochino…” gli chiese Serenity che si stava divertendo.
“No, ora basta!” rispose lui “Ti devi riposare, ormai è tardi.”
“Ok.” Disse lei rassegnata “Buonanotte, a domani.”
“’notte.” Disse Draco ed uscì dalla stanza.


Ragazze grazie a tutti quelli che leggono, ci metterò un pò più di tempo x mettere il prox chap, ho la settimana piena di impegni!!
Voglio ringraziare Caillean e akemy2 per commentare sempre, graziegraziegrazie!!! vvb!! baci a tt!!!

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Capitolo 6
*** Equivoci ***


Il mattino seguente Draco si svegliò di buon ora e scese subito in cucina a preparare una buona colazione. Mise le cose nel forno e decise di andare a chiamare Serenity. Salì tre rampe di scale e, quando si ritrovò davanti alla porta della sua camera, senza bussare l’aprì. Dopo aver illuminato la stanza si accorse che all’interno non c’era nessuno, la prima cosa che pensò era che Serenity fosse scappata, poi si ricordò che la sera prima l’aveva lasciata dormire nella stanza dell’infermeria. Scese una rampa di scale e si ritrovò dentro l’infermeria.
Aprì la porta e con passo felpato entrò nella stanza, facendo attenzione a non far rumore. Vide che Serenity stava dormendo e con delicatezza la svegliò. Lei si alzò e uscì dalla stanza, quando fece notare a Draco uno strano odore, sembrava quasi….odore di...bruciato!!
“Oh no!! Il forno!!” esclamò lui e si scapicollò giù per le scale.
Arrivato in cucina aprì il forno e vide che tutta la roba all’interno era diventata carbonizzata, la stanza si riempì subito di fumo e Draco andò ad aprire di corsa le finestre.
Serenity entrò in cucina e incominciò a tossire, aiutò Draco a risistemare la cucina e per il fumo ci pensò lui con un incantesimo. A quel punto si offrì lei per preparare la colazione, visto che lui combinava solo danni.
Appena finito di mangiare Draco si alzò e mise i piatti nel lavandino che, con un colpo di bacchetta, iniziarono a lavarsi da soli. Stava per uscire dalla cucina quando Serenity lo blocco.
“Ma dove vai?” chiese lei “Ricordati che ieri hai perso la scommessa.”
“Non sono affari tuoi dove vado Ryan.” Rispose lui acido “E comunque non mi va di farti vedere il Maniero.”
“Una scommessa è una scommessa, e devi rispettarla!”
“E secondo te i Malfoy rispettano le regole?” chiese Draco sarcastico “Devi aver bevuto. E poi io faccio quello che mi pare.” E detto questo uscì dalla stanza, lasciando Serenity sola.
Lei rimase poco nella stanza, e dopo un po’ uscì e si diresse in camera sua.
Intanto Draco stava scendendo per andare nel suo studio.
“Perché l’ho trattata male?” pensava “Ieri riuscivamo a non litigare, e devo ammettere che mi sono anche un po’ divertito. Non me la devo prendere con lei, anche se oggi mi sono svegliato con il pie…” ma i suoi pensieri furono interrotti quando il suo braccio cominciò a bruciare all’improvviso, mentre il suo bracciale compariva e scompariva ad intermittenza. Questo poteva significare solo una cosa: Serenity stava cercando di scappare!
Allora Draco si avvicinò all’orologio pronunciando il nome della ragazza e su di esso comparve “Maniero dei Malfoy”, ma allora lei non stava scappando, ma si erano solo allontanati troppo uno dall’altro, e mentre lui stava lì a pensare lei stava soffocando!
Senza pensarci due volte Draco salì tre rampe di scale più veloce che poteva, intanto il bruciore al braccio era finito. Corse alla camera di Serenity, l’aprì e entrò velocemente.
La vide a terra che si massaggiava il collo e ansimava. Si inginocchiò accanto a lei per capire come stava e per aiutarla ad alzarci, ma appena Serenity si alzava, barcollava e le gambe non la reggevano. Allora la prese in braccio e la posò sul suo letto.
“Come stai?” le chiese Draco.
“….Non molto….bene…” disse lei prendendo fiato. “Ma…cosa è….successo?”
“Ci siamo allontanati troppo.” Spiegò lui “L’incantesimo per la tua fuga ha funzionato, ma non nel momento giusto.”concluse.
Non parlarono per un po’ di tempo, poi quando Serenity si fu ripresa disse:
“Ora me lo fai fare il giro del castello?”
“Ma…ma…devi riposare…” disse lui incerto, cercando di trovare una scusa visto che non gli andava di farle vedere il maniero.
“Non ti preoccupare, ora sto bene.” Disse lei alzandosi dal letto “E visto che non mi va di star seduta a non far niente, mi farai vedere il Maniero.”
“Veramente dovrei decidere io…” disse Draco, ormai rassegnato “Ma tanto non avevo niente da fare, e mi farebbe bene distrarmi un po’…”
“Allora andiamo ora?” chiese Serenity.
“Bè, si.” Rispose lui dirigendosi verso la porta.
Lei lo seguì sorridente, era riuscita a convincere Draco Malfoy, questo giorno sarebbe passato alla storia.
Andarono al piano terra e da lì Draco cominciò a mostrare le varie stanze alla ragazza. Passarono molto tempo così, visto che era un Maniero molto grande e con molte stanze, ma alcune Draco gliele teneva nascoste, e anche se lei gli chiedeva di fargliele vedere lui non demordeva.
Arrivato al terzo e ultimo piano a Draco gli sembrò di vedere una figura nera, ma appena si girò nella sua direzione, era già scomparsa. Entrarono dentro una stanza circolare, con dei tavoli su cui erano appoggiate delle provette e dei calderoni con dei vecchi libri impolverati; quando entrarono Serenity si mise subito a vedere i vecchi libri, mentre Draco si girava verso la porta aperta, e in quel momento fu sicuro di vedere l’ombra nera, che però appena si accorse di essere osservata se ne andò dirigendosi verso le scale, ma Draco non ne era sicuro.
“Aspettami qua.” Disse a Serenity prima di uscire dalla stanza e correre giù per le scale.
“Ma dove…?” chiese lei, ma non fece in tempo a finire la frase che una figura incappucciata e ammantata di nero entrò nella stanza.
Chiuse la porta alle sue spalle e si diresse con passo lento verso Serenity, che la guardava pietrificata. La figura era ormai a pochi passi da Serenity, che ormai indietreggiando, era finita contro il muro. Alzò lo sguardo e la ragazza lo riconobbe; era uguale a quello del suo carceriere… freddo, di ghiaccio, che non lascia trasparire nessuna emozione se non l’odio.
“Bene, bene, bene.” Disse con voce che era poco più di un sussurro l’ombra nera “Ed ecco la nostra prigioniera Ryan.” Esclama, facendoci scivolare il cappuccio e rivelando i suoi lunghi capelli biondo platino.
“Non è possibile….lei….”


Scusatemi se ci ho messo tanto tempo, ma ho un sacco di compiti e interrogazioni, scusatemi anche per la lunghezza, anzi per la "cortezza" del capitolo, vi prometto che il prossimo sarà più lungo.
Ora passiamo ai ingraziamenti:
Caillean: Grazie mille per i complimenti! -^_^- cmq hai ragione forse quelle canzoni allentavano un pò troppo la tenzione...spero di essermi rifatta con questo mini capitoletto che lascia un pò di suspense. Baci e grazie di commentare sempre!!
Akemy2: Grazie mille anche a te! -^_^- non mi merito tutti questi complimenti. Cmq se non si era capito(già 2 FF su 3 sono su di loro ^_^) mi piacciono molto i Malfoy!! E i tuoi? Baci e grazie di commentare sempre!!

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Capitolo 7
*** L'apparenza inganna ***


“Lucius Malfoy…

“Lucius Malfoy….” Disse Serenity senza fiato.

“Si Ryan, proprio io.” Disse lui “Stupita di vedermi?”

“Lei…lei è morto…”

Lucius ghignò “Mi sembra che non sia morto, oppure non starei qua.”

“Ma come…?”

“Come è possibile che io non sia morto?” la interruppe lui “Semplice; quando Weasley mi ha lanciato quel potente incantesimo io non mi sono lasciato colpire, ma mi sono smaterializzato, facendo credere a tutti che io sia morto.” Concluse

Serenity lo guardava stupita “Ma cosa vuole ora?” chiese lei a bassa voce, perché gli era improvvisamente scomparsa.

“Io? Niente di speciale…soltanto portare un messaggio, ben preciso…” disse lui con un ghigno.

“Ma…” però lei non riuscì a finire perché Lucius si era pericolosamente avvicinato a lei, che era contro il muro.

“Però ora voglio divertirmi un po’.” Disse, e cominciò ad avvicinarsi al viso di lei.

“La prego, mi lasci andare…” lo supplicò lei cercando di liberarsi dalla sua presa, ma era troppo salda.

Ma Lucius non poté continuare, perché fu interrotto dall’arrivo di Draco, che aveva fatto irruzione nella stanza spalancando le porte con un botto.

“Che sta succedendo?” chiese

Lucius lasciò Serenity, che si mise in un angolo con gli occhi lucidi, e si girò verso il figlio.

“Tu…tu...che ci fai qui??”chiese Draco.

“Anche tu sorpreso di vedermi?” disse il padre “Non mi stupisco, mi credevi morto, no?”

“Si, e per me potevi esserlo veramente.” Gli rispose il figlio “Perché…?”

“Avevo ordini precisi, come ho già detto a lei” e ammiccò a Serenity “sono venuto a portarti un messaggio, dal Signore Oscuro. È molto adirato, si fidava di te, non pensava l’avessi tradito, ma io lo sapevo che eri un debole, e l’ho convinto a tenerti d’occhio.”

“Ma di cosa stai parlando?” chiese Draco con aria interrogativa.

“Ci hai traditi, io lo sapevo che non ci si poteva fidare di te, tu e quella Ryan; ho capito che è un bel bocconcino, ma non pensavo potessi addirittura innam…”

“Ma cosa dici?!?” esclamò Draco.

“Hai capito benissimo, ed è per questo che ho fatto finta di morire, per tenerti d’occhio.” Disse il padre.

“Tu mi hai tenuto d’occhio per tutto questo tempo; per colpa tua e del tuo stupido piano mia madre è morta, perché teneva a te,” disse Draco adirato, con la rabbia che cresceva in lui “per colpa tua sono rimasto solo; e adesso la dovrai pagare!!” urlò e tirò fuori la bacchetta., puntandola verso suo padre.

“Non puoi che chieder di meglio.” Disse Lucius, tirando anche lui, fuori la sua bacchetta.

Si squadrarono per un po’ di tempo, Draco con dell’odio puro che covava negli occhi, poi decise di fare la prima mossa.

“Stupeficium!” urlò.

“Protego.” Disse Lucius, e l’incantesimo scagliato da suo figlio si frantumò. “Evertestatum!”

Ma Draco riuscì ad evitarlo. “Cecitax!” recitò. Lucius si scansò evitando l’incantesimo.

“Ah, allora vuoi giocare pesante…ti accontento subito! Acido Guttas!” recitò il padre, e dell’ acido schizzò dalla sua bacchetta a Draco, che ne fu colpito.

Era finito a terra e l’acido gli aveva già mangiato buona parte dei pantaloni “Acido Evanesca.” Pronunciò e l’acido sparì, ma gli aveva ormai bruciato anche una parte della gamba, che gli doleva molto.

“Expelliarmus!” disse Lucius, e la bacchetta di Draco volò lontano da lui. “Ah, finalmente potrò metter fine alla tua giovane vita, quante volte l’ho voluto fare, ma ringrazia tua madre se ora sei ancora qui.”  Fece un movimento di frusta con la bacchetta e una scia infuocata si diresse verso suo figlio.

Mancava poco al momento in cui l’incantesimo avrebbe colpito Draco, ma Serenity con un veloce scatto si era messa in mezzo tra esso e Draco, inerme a terra, e venne colpita a posto suo dal potente incantesimo oscuro, che la fece svenire a terra.

“Ryan! Svegliati! Ti prego rispondimi…Serenity!” disse Draco mentre la scuoteva, ma niente, lei rimaneva stesa a terra apparentemente priva di vita. Intanto la bacchetta di Draco si era avvicinata al suo possessore, grazie ad un calcio sferratogli da Serenity, tanto per permettere a Draco di prenderla nuovamente.

“Me la pagherai questa…” disse mentre si rimetteva in piedi “Crucio!”

Lucius fu preso in pieno dall’incantesimo, e cadde a terra mentre urlava e si contorceva. Poi Draco abbassò la bacchetta e le urla cessarono. Lucius si rialzò, ansimante e spettinato.

“Ah è così? Lo sai che non puoi battermi, sono più forte io!” disse Lucius.

“E questo chi te lo ha detto?” disse Draco.

“Si è sempre saputo, e poi basta guardarti per capirlo!” rispose il padre.

“Ah si? Stupeficium!” disse Draco.

Lucius venne investito in pieno dall’incantesimo e finì a terra.

“Fumo Noctis!” disse il padre ancora a terra, e una fitta nebbia grigia avvolse l’intera stanza, non facendo più vedere niente.

Draco sentì dei movimenti dal punto in cui stava Lucius, poi dei passi fino alle sue spalle e un mormorio:”Avada Ked….”, ma lui fu più veloce e scagliò un incantesimo alle sue spalle. Il botto che sentì gli fece capire di aver centrato in pieno suo padre. Fece scomparire il fumo ma quando si girò Lucius non c’era più. Si guardò intorno con circospezione alla ricerca del padre, ma nessuna traccia di lui. “Revelo Ombra” recitò Draco e il padre comparve a pochi passi da lui, con la bacchetta puntata.

“Con me non funzionano certi trucchetti!” disse Draco ghignando.

“Ora mi hai proprio stufato! Avada Kedavra!” ringhiò Lucius, ma Draco per sua enorme fortuna aveva i riflessi pronti e riuscì a spostarsi appena in tempo.

“Crucio!” ma Lucius deviò l’incantesimo che andò a infrangersi contro il muro.

Lucius rifece quel movimento di frusta, ma stavolta la scia di fiamme andò a sbattere contro una vetrinetta, che andò in frantumi.

“Stupeficium!” disse Draco e il padre fu colpito in pieno petto, andando a sbattere a terra, contro il muro. “Expelliarmus!” e la bacchetta di Lucius volò dalla parte opposta della stanza. “Non mi darebbe soddisfazione toglierti solamente la vita, ma non mi voglio abbassare ai tuoi livelli.” Fece un passo in avanti “Addio, padre. Avada Kedavra!” recitò Draco e dalla sua bacchetta uscì un raggio di luce verde che andò dritto verso Lucius. Nel momento dell’impatto, il padre sgranò gli occhi e, senza un lamento, si accasciò al suolo.

Draco restò un attimo a fissare il corpo privo di vita di suo padre, poi si girò e corse verso il corpo di Serenity.

“Dai Serenity, andiamo, ora è tutto finito…ti prego svegliati…Innerva! Innerva!” disse Draco chino sul corpo della ragazza, ma niente, lei rimaneva lì stesa a terra con gli occhi chiusi.

“Resisti…ora ti porto a farti curare…ti prego resisti…”disse Draco e,preso il corpo di Serenity in braccio, si alzò e si smaterializzò lasciando il corpo di suo padre nella stanza, oramai piena di vetri.

 

Volevo ringraziare tutti quelli che mi commentano!!! GRAZIE!!! Ah...come avrete notato il latino che ho usato è maccheronico perchè io non l'ho mai studiato e ne so veramente poco, quindi dicevo i termini in italiano a mio padre e lui li metteva in latino che non esiste.^___^
Ecco i ringraziamenti:
Caillean: Graaazieeee!! A me invece piace moooolto Lucius, come d'altronde Draco. Ti ha soddisfatto questo capitolo? Spero di si! Baci TVB!^__^
Row: Vedi ci hai azzeccato in pieno!! Prima credo ti sarebbe un pò dispiaciuto per la sua morte, ora sono convinta che non aspettavi altro, sopratutto da Draco!! No?^^ Baci e grazie mille!!! TVTB!!^___^
Akemy: Cmq non avevo preso nemmeno alla lontana la considerazione a Serenity di farle incontrare con gli altro Auror, potrebbe essere un idea...ma mi dispiace ma ormai è praticamente finita! Grazie mille x i complimenti!!! Cmq l'ho visto HP3, per 2 volte e devo dire che la prima sono rimasta un pò scettica per la cronologia e le spiegazioni(che non c'erano) ma la seconda volta mi è piaciuto molto!!!^__^ e tu? Baci TVB! ^___^

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Capitolo 8
*** "With or without you..." ***


Poco dopo Draco ricomparì all’ingresso del San Mungo con ancora Serenity in braccio

Poco dopo Draco ricomparì all’ingresso del San Mungo con ancora Serenity in braccio. Corse verso la signora del quadro sorpassando tutta la fila.

“Ehi dove vai tu? Fai la fila come tutti gli altri!” disse il quadro.

“È un emergenza! Sta morendo!” rispose il ragazzo.

“Non mi importa…devi rispettare la fila!” rispose acida la signora nel quadro.

“La prego… Mi dica dove devo andare!” disse Draco implorante.

“E va bene…Ma che non accada più, intesi? Devi andare al quarto piano.”

“Ok, grazie.” Disse Draco e si scapicollò su per le scale fino ad arrivare al quarto piano.

Lì corse subito dentro il primo reparto che aveva visto. I medimaghi si girarono verso di lui.

“Sta morendo!” urlò in preda al panico “Aiutatela!”

I medimaghi si avvicinarono subito a Draco, gli dissero di posare Serenity su un lettino ma lui si ritrasse.

“La prego, se non ci da l’opportunità di curarla potrebbe non farcela.” Gli disse un medimago.

Draco alzò la testa e lo fissò dritto negli occhi, stette un attimo fermo poi gli porse con gentilezza il corpo di Serenity. Il medimago lo prese in braccio e lo posò sul lettino.

“Se vuole può andare, ora ci penseremo noi a lei.”

“Io…volevo rimanere per sapere come stava…” rispose Draco.

“Bene, ma non so per quanto tempo potrà andare avanti l’operazione, mi sembra abbastanza grave, comunque le conviene sedersi lì.” Disse il medimago e gli indicò una panca attaccata al muro dietro di lui.

Draco andò a sedersi, rimase lì per ore e ore, perse la cognizione del tempo, fino a che la porta dove era stata portata Serenity si aprì nuovamente e sulla soglia comparve il medimago che prima gli aveva detto di lasciarla alle loro cure.

“Mi dica, come sta?” disse Draco alzandosi e andando verso di lui.

“Effettivamente è grave, ma per ora dovrebbe essere fuori pericolo, quello che l’ha colpita era un potente incantesimo oscuro, lei sa come se l’è procurato?” chiese il dottore.

“È…è stato mio padre…ed è stata tutta colpa mia…” disse Draco, con gli occhi lucidi, pronti a piangere.

“Non ti devi dare la colpa di tutto, ti farà solo male. Ma dimmi chi è tuo padre?”

“Mio padre…era Lucius Malfoy.” Rispose asciutto il ragazzo.

“Mmmm…già sentito, era un Mangiamorte giusto?” Draco annuì “Ma perché dici era, come se fosse morto? Anche se sarebbe solo che un favore all’umanità…”

“Perché lui in effetti è morto…l’ho ucciso…io…” disse Draco guardando in basso per non vedere la reazione del medimago.

“Ah, penso tu abbia fatto solo che bene…Ti conviene andare a casa, dovrà rimanere qui un bel po’ di tempo, per ora non ha ancora ripreso coscienza.”

Draco se ne andò al Maniero dei Malfoy, aveva fatto sparire il corpo di suo padre, per il resto non aveva fatto nient’altro. Tutti i giorni andava a trovare Serenity in ospedale, ma lei non dava segni di risvegliarsi, non si ricordava ormai da quanti giorni andava, però erano davvero parecchi.

Anche oggi si smaterializzò al San Mungo verso le due di pomeriggio, saliva al quarto piano e il medimago con cui aveva parlato l’altra volta lo fece entrare nella stanza dove era stata collocata Serenity. Prese una sedia e gli si mise accanto, prendendole una mano e cominciando a parlare come faceva tutte le volte, senza aspettarsi una risposta.

“Ciao Serenity…forse sarebbe il momento che ti svegliassi sai?” disse lui “Ormai è da tempo che stai così…ti rivoglio con me…se no chi ricatturo ora?” sorrise tristemente.

Poi Draco cominciò a cantare sommessamente, era una bella canzone babbana che ormai anche i medimaghi avevano imparato a forza di sentirla cantare dal biondino.

….With or without you,

I can’t live,

With or without you

With or without you…

“Capito Serenity? Io non voglio vivere senza te…non ce la farei…quindi ti prego torna qui da me…torna…” disse Draco appena finito di cantare.

“Ma io già sono qui…” sentì dire da una voce femminile vicino a lui.

“S-Serenity! Che bello! Sono così felice!” disse Draco, e una lacrima gli scivolò sulla guancia.

“Calma…calma…” disse Serenity sorridendo leggermente. “Non sono mica tutta ok…”

“A me basta che tu sia qui…” disse Draco e si avvicinò al viso di Serenity. Appoggiò le sue labbra su quelle di lei, in un casto bacio. Poi prese l’iniziativa e cominciò a baciarla con più passione, le loro lingue continuarono a giocare per un po’ di minuti fino a che non si dovettero staccare per riprendere aria.

“È da tanto tempo che lo volevo fare…” disse Draco.

“Anche io…” rispose Serenity sorridendo.

“Non ti voglio perdere…” disse Draco abbracciandola.

“Non accadrà, niente ci potrà separare…” rispose lei.

“Sei l’unica cosa che mi è rimasta, ho perso tutto, ora ho solo te…”

“Anche tu sei l’unica cosa che ho, e non ti voglio perdere, non ora che ti ho ritrovato…” disse lei.

Draco cominciò ad accarezzarle dolcemente i capelli di Serenity, che si sentiva cullata da quel tocco e pian piano si stava assopendo.

“Ti amo…” sussurrò prima di addormentarsi tra le braccia del suo amore.

“Anche io Serenity…” rispose Draco baciandole la fronte e addormentandosi anche lui, con impresse nella mente le dolci parole della sua Serenity.

 

Il sacrificio…

Un dono speciale…

Un dono che si fa alla persona che si ama…

Però un gesto egoistico…

Ci si sacrifica per non veder soffrire la persona che amiamo…

Ma automaticamente lo facciamo…

Loro soffrono per noi credendo che siamo morti…

E oltre il dispiacere ci saranno anche i sensi di colpa…

Ma è pur sempre un dono…

Un dono di amore e morte…

 



Ed eccoci alla fine di quest'epopea (esagerata...NdLettori)
Grazie a tutte voi!!! Grazie a voi sono riuscita ad andare avanti, grazie a voi e ai vostri commenti!! /me commossa Mi fa davvero piacere che vi sia piaciuta, o almeno lo spero!!!
Oggi non farò commenti individuali xkè il grazie lo devo dire a tutti!!!!!!
Ed ora che è finita che farò....non so...magari nei commenti consigliatemi qualcosina con cui tornare, mi fareste un favore...
Grazie a tuttiii!!! bacioniiiii!!! smakkkk!!! ç___ç ç___ç

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