The Dark Side Of The Sun

di _Maisha_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 2: *** Ritorno al passato. ***
Capitolo 3: *** La Raccolta ***



Capitolo 1
*** Di nuovo insieme ***


Mi girai indietro per l’ennesima volta, e per l’ennesima volta mi dissi di stare calma.
Il vento tagliente e l’ululare dei cani però non contribuirono a rassicurarmi. Affrettai il passo, dovevo arrivare a St.James street prima che scoccasse la mezzanotte. Mentre avanzavo ormai quasi correndo, mi ritrovai a pensare a quella lettera.
Una busta rossa come il sangue sigillata con della cera; e quel marchio strano, un corvo, quasi reale, che sembrava fissarmi seppur fosse solo un disegno impresso sulla carta. Poi c’erano loro, quelle parole dure come l’acciaio che mi penetrarono come mille coltelli.
Non poteva essere vero, era passato tanto, troppo tempo. Improvvisamente sentii un brivido, ero arrivata.
Di fronte a me si stagliava un edifico antico, dall’aria gotica, ormai abbandonato da chi sa quanto tempo. Ci girai intorno.
La lettera parlava di un piccolo ingresso nel retro, ma non trovai niente.
Provai a ripetere la filastrocca sulla lettera : se vuoi entrar, dietro dovrai andar, ma per l’ingresso aprir,sciagure dovrai spedir.
Ci pensai su per un po’ e poi mi venne l’illuminazione. Certo!
Avrei dovuto lanciare un semplice malocchio, ma non lo facevo da tantissimo tempo, ricordavo a stento la formula.
Guardai l’orologio, mancava un quarto d’ora a mezzanotte. Dovevo sbrigarmi.
Tornai all’ingresso principale del palazzo in cerca di qualche povera anima a cui lanciare il sortilegio. Nessuno in vista. Poi sentii un rumore provenire da alcune vecchie lamiere usate a mo di capanna, forse lì c’era qualcuno. Mi avvicinai furtiva e scrutai attenta l’oscurità dell’abitacolo.
Qualcosa si mosse, o meglio, qualcuno.
Un barbone in posizione fetale sotto un cumulo di stracci dormiva beatamente, e forse faceva proprio al caso mio.
No, non potevo maledire un uomo con una vita già così difficile, dovevo cercare qualcun altro.
Passò il tempo ma non arrivarono altre persone, e a mezzanotte mancavano solo 3 minuti. Mi sentivo terribilmente in colpa, ma dovevo sbrigarmi ed essendo il barbone l’unico essere vivente presente gli lanciai il malocchio.
Tornai svelta sul retro dell’edificio, era spuntata una porticina. La aprii cauta e mi trovai di fronte ad un lunghissimo corridoio, completamente buio se non per qualche sporadica torcia.
Mi feci coraggio e varcai la soglia dell’ingresso,la porta si chiuse dietro di me, o meglio, scomparve del tutto.
Non mi restava che attraversare il corridoio e vedere dove portava. Dopo un tempo che sembrò interminabile, anche se in realtà erano passati  solo pochi minuti, mi ritrovai in un grande androne completamente illuminato. Ci volle un po’ per abituare gli occhi a quella luce così forte, ma una volta riuscitaci mi accorsi di non essere sola.
Su due delle quattro poltrone presenti in sala sedevano delle donne; una rossa con la carnagione pallidissima, quasi cadaverica e una bionda in carne; le due non parlavano, ma si lanciavano occhiatacce a non finire. Mi avvicinai per sedermi su una delle due poltrone rimaste, quando la rossa esclamò con tono aspro: – Anche tu qui Christine?-
- Sai che non potevo mancare, Lilian-
- Vedo che non sei cambiata, e nemmeno i tuoi vestiti- quella sua arroganza mi dava su i nervi da quando ci eravamo conosciute, ma con il tempo ci avevo fatto l’abitudine.
 –si, lo sai che ho sempre amato il vintage- rimase senza parole e poi sorrise, tornando a fissare il vuoto a braccia conserte.
 Mi abbandonai su una poltrona; che ci facevano Lily Lewis e Miranda Evans qui? Già conoscevo la risposta ma preferii far finta di non saperla, lasciando defluire i pensieri dalla mia testa.
Improvvisamente sentii una voce alle mie spalle: -Vedo che ci siete tutte, ne sono estasiata. –
Non mi girai, sapevo già chi aveva parlato, una voce del genere è difficile da dimenticare, così come quel profumo di Selenicereus Grandiflorus, il fiore della notte.
Jaha Norman era arrivata, eravamo al completo.
 
Dopo che ci fummo tutte accomodate cademmo in un silenzio imbarazzante, insomma non ci vedevamo da 15 anni, e per un motivo più che valido; nessuna aveva voglia di riallacciare l’amicizia, se così si poteva chiamare il rapporto che avevamo da adolescenti.
Mentre pensavo,  Lily e Miranda continuavano a guardarsi facendo smorfie, che più che sorrisi sembravano ghigni, malvagi, proprio come loro. Improvvisamente Jaha iniziò a parlare: - Sapete perché vi ho convocato, non c’è bisogno che ve lo spieghi, ho bisogno di voi, purtroppo.-
- Jaha Norman pensi davvero che ti aiuteremo? Non dimenticare che cosa ci hai fatto. – a parlare era Miranda, che a quanto pare in questi anni aveva vinto la timidezza.  
– Ah Miranda, sei stata sempre così vittimista! Se vi è successo, è per colpa vostra, non mi avete dato ascolto e ne avete subito le conseguenze, è la vita, c’è chi vince e c’è chi perde. -
 -Brutta strega dei miei stivali, tu ci hai tolto tutti i poteri! A Castlewood non si erano mai viste streghe senza poteri! Hai dimenticato come ci guardavano? Tutti gli scherzi che ci facevano? Tutto per colpa tua, solo per non aver voluto rovinare il ballo…eri immatura ed egocentrica, una pazza!-
Conoscendola, la Jaha quindicenne avrebbe lanciato immediatamente un sortilegio a Miranda, ma non lo fece, si limitò solo a dire con tono calmo:
– Scusate, non volevo.-
Improvvisamente Lily scoppiò a ridere – Ahahahahah, Jaha Norman che si scusa, ti rendi conto di che fine hai fatto? La ragazza più popolare della scuola che chiede scusa rispettivamente alla sfigata, alla dark e alla secchiona, che bello il sapore della vittoria! –
 - si, hai vinto, se ti soddisfa tanto Lily, ora però dovete ascoltarmi, sulla lettera che vi ho scritto dicevo che LUI stava per essere risvegliato da una congrega di streghe nere, beh c’è un problema, un grosso problema-
 -Quale?- chiese Miranda con aria stizzita-
-Lo hanno risvegliato.-
 - Mi scappò un urlo: - Cosa???-
 - Ah vedo che non hai perso la lingua Chris, ebbene si, è stato risvegliato, e sapete che verrà a prenderci, dobbiamo fare qualcosa, e il più presto possibile.-
- Io non intendo fare nulla, che venga pure a prendermi- disse Lily pigramente.
– Lily ma sei pazza? Non immagini nemmeno che destino ti riserverà quel mostro!-
-Si che lo so Jaha, non dimenticare che ho perso tutti a causa sua.-
Jaha era sconvolta, non l’avevo mai vista così, ai tempi del liceo era sempre così perfetta, con una soluzione pronta per ogni problema.
 Evidentemente non era più così perché dalle labbra gli uscì solo un suono strozzato, poi dopo minuti e minuti di silenzio si decise a parlare:
 - Ragazze, per favore, non possiamo arrenderci, dobbiamo combattere-
 - Jaha non siamo più quelle di una volta, lo vuoi capire o no? Io ho fatto fatica anche a lanciare un malocchio, pensa a combattere contro un demone della notte di 300 anni, che tra l’altro ce l’ha a morte con noi ed è aiutato da streghe nere. Ci ucciderà tutte, comprendi?-
 - Dannazione Lily, ha ucciso la tua famiglia e tutto quello che sai dire è “ci ucciderà tutte, comprendi? “, 15 anni fa la ragazza che conosco io non avrebbe esitato un secondo a combattere. La stessa cosa vale per voi, Chris, Miranda non arrendetevi così, ve lo chiedo in ginocchio.-
- Io sono con te Jaha.- lo dissi di getto, non me ne accorsi nemmeno, ma l’idea di ritornare la strega di una volta mi piaceva, e poi ci tenevo alla mia vita, per quanto squallida fosse, e non l’avrei data a un demone schifoso. A ruota mi seguì Miranda, e dopo qualche minuto anche Lily cedette.
Jaha ci guardò con uno sguardo misto tra gratitudine e soddisfazione:
– Grazie ragazze.-
Restammo a parlare per tutta la notte. Ci mettemmo d’accordo per cominciare l’allenamento 48 ore dopo. Dopo la riunione ci salutammo con un cenno della mano e ognuna di noi prese strade diverse.
Mentre tornavo a casa iniziai a pensare su dove avessi gettato la bacchetta, quando sentii un respiro rancido sul collo.
– Da quanto tempo Chris.-
Mi voltai di scatto, un enorme mostro mi si stagliava davanti in tutti i suoi 2 metri d’altezza.
L’unica cosa che riuscii a pensare fu: - Dannazione, e ora che faccio?- e poi mi si scagliò contro.

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Capitolo 2
*** Ritorno al passato. ***


Ritorno al passato
 
Quindici anni prima.
 
Il sole splendeva su Aughelwick come non mai quel giorno, ma il gelo continuava a dominare su tutta la cittadina, noncurante dei tiepidi raggi che vi si abbattevano. 
L’enorme monte Pruinam era ancora ghiacciato, quest’anno era stato più freddo del solito e le ripercussioni erano state gravi per tutti. Il monte era l’unico modo per uscire dalla città poiché Aughelwick era un paesino speciale. A vederlo sembrava una di quelle cittadine sperdute in luoghi desolati, dimenticati da Dio, circondato com’era dal monte da un lato e dal lago dall’altro. Quest’ultimo poi, più che un lago sembrava un piccolo mare. 
Una delle tante leggende del luogo narrava che il lago fosse la dimora di un poseido, un’ enorme creatura marina di fattezze umanoidi creduta estinta da duemila anni, feroce predatrice di uomini. Si dice, sempre nella stessa leggenda, che il poseido crei inizialmente dei vortici, poi ,quando le navi si ribaltano e gli uomini cadono in acqua, li divora ferocemente. Ecco spiegato perché nessuno si era mai avventurato nella distesa azzurra per scoprire se ci fosse una fine o no. Quindi, il monte era l’unica via d’uscita. Ma c’era un meccanismo piuttosto particolare per attraversarlo. Non bastava armarsi di buona volontà a scalarlo, no, il monte era magico. Come Aughelwick e tutti i suoi abitanti del resto. Certo, vi erano maghi scadenti e maghi ottimi, tutto dipendeva dalla convocazione o meno in una Scuola. 
Solo lì si poteva ottenere una bacchetta. Senza di questa essere nato mago era piuttosto inutile, ci si poteva limitare solo a qualche incantesimo per spostare oggetti, curare piccole ferite o aggiustare cose rotte; nulla in confronto a quello che può fare una bacchetta. La gente, quindi, per vivere svolgeva professioni del tutto umane, come il contadino, il commerciante, il giornalaio. Molti si trasferivano in città normali, abitate da umani, dimenticando per sempre le loro origini magiche. 
In paesini come Aughelwick le convocazioni erano poche. Annualmente uno o due ragazzini venivano scelti. Alcuni anni non vi furono convocazioni. Per i ragazzi convocati ogni anno vi era una festa, si mangiava, si beveva, si ballava. Era un addio poiché sarebbero tornati, se lo avessero fatto,  dopo 7 anni, ormai maghi esperti, per salutare la famiglia e attraversare per l’ultima volta il monte Pruinam, andando incontro al loro futuro. 
Gli abitanti di Aughelwick, invece, passavano il monte  solo due volte l’anno; una volta in autunno ,per le provviste invernali, e una volta in estate per godersi le vacanze. Questo perché attraversare il varco costava una vera fortuna. Innanzitutto occorreva fare un’offerta Schmileon per passare. Di quest’ultimo si diceva fosse un troll che abitava il monte da circa 500 anni, ma nessuno ne era stato mai certo, gli ultimi avvistamenti risalivano alla metà del 1600 circa. Tutti,ciò nonostante, preferivano portare la loro offerta davanti alla grotta dove si diceva abitasse il mostro per poi scappare a gambe levate senza nemmeno assicurarsi che, siccome spesso consisteva in cibo, fosse divorata da altre bestie. Oltre al sacrificio per il troll, la vera tassa erano i cinquanta lebani d’oro a testa da pagare. 
A chi? A una delle sole due donne che riuscivano ad aprire il varco in tutta la città. Era un processo complesso, bisognava arrivare in cima e usare le pietre sacre, impossibili da utilizzare senza particolari abilità magiche. A volte però capitavano occasioni speciali, in cui nemmeno quelle due donne chiedevano il loro dovuto salario. Come qualche migrazione di massa a causa di catastrofi naturali o quando c’erano le convocazioni. Quel giorno era uno di questi. 
Un piccolo gruppo di persone si stava dirigendo verso il monte a passo spedito, trainando grossi bauli. Tre ragazze di circa 15 anni seguivano una donna bassa, magra e vestita di nero che ogni poco esclamava –Mi seguite ragazze?-
Le tre fanciulle non le rispondevano perché mancava loro il fiato per la troppa fatica; quelle grosse valigie pesavano come se fossero riempite di rocce e il camminare in modo così rapido non dava certo sollievo. Mentre le ragazze continuavano a sbuffare e a respirare affannosamente, la donna improvvisamente si fermò. Erano arrivate all’inizio del sentiero che conduceva in cima al monte. Una salita ripidissima e coperta di ghiaccio era impossibile da attraversare, figuriamoci con quei bagagli. La donna si voltò lentamente e scrutò le ragazze con i suoi occhi piccoli e scuri. 
-Bene ragazze, saliamo.- 
- Ma non ci vede? È impossibile salire!- a parlare fu una ragazzina con due trecce bionde, un grazioso vestitino a pieghe verdi sotto un pesante cappotto di pelliccia e profondi occhi azzurri, Mary Kate, conosciuta tra le coetanee per arroganza e acidità, insomma, la classica persona che sembra buona dall’aspetto, ma in realtà non lo è. 
-Mary, la parola impossibile deve sparire dal tuo e dal vostro- disse indicando le altre due - vocabolario.-
Facendo un cenno con la mano le invitò ad avvicinarsi alla staccionata che delimitava il sentiero e una volta assicuratasi che fossero tutte vicine sfoderò la bacchetta.  Tutte le ragazze ebbero un fremito. Vedere una bacchetta per la prima volta in azione era speciale quasi come dare il primo bacio. La donna accorgendosene sorrise compiaciuta e puntando la bacchetta verso il ghiaccio esclamò: - Pagos- 
Il ghiaccio si sciolse velocemente lungo tutto il sentiero e le ragazze la guardarono allibite.
- Niente è impossibile per una bacchetta, e se volete avere la vostra siete pregate di muovervi, l’incantesimo non reggerà a lungo.-
Tutte e quattro sorrisero all’unisono e le tre fanciulle dissero in coro -Grazie signora Nisiov- 
-Di nulla, ma ripeto, sbrigatevi-.

Percorsero l’intero sentiero in due ore, pochissimo, in confronto alle sei ore previste nelle due giornate annuali. Arrivate in cima si gettarono a terra, esauste, non facendo caso all’erba ghiacciata che bagnava vestiti e bauli. 
Intanto la Nisiov con la bacchetta stava tracciando un simbolo su un cumolo di terra stranamente fresca circondata da piante intrecciate, anche queste stranamente non gelate.
Sembrava una piccola v, leggermente obliqua. Sotto di essa vi era disegnato primitivamente ciò che sembrava un grosso edificio con alte torri. Un castello. 
Si levò improvvisamente una voce piuttosto acuta. -Signora Nisiov, che significa?- 
La donna sussultò, tracciando una lunga linea sul castello che aveva disegnato. 
Lanciò un’occhiataccia alla ragazza e stizzita rispose: - Dovresti sapere dove stai andando, Jenny. Quella è una lettera dell’alfabeto runico, l’iniziale del posto che vi aspetta.-
-Oh, capisco, grazie.- Jenny Rotes era sempre stata un po’ “lenta” a capire le cose; non che fosse stupida, ma sembrava che non ragionasse, trovandosi a fare spesso domande sciocche e invadenti, come in questo caso, distraendo la Nisiov, che con pazienza rifece tutto daccapo. 
Dopo aver finito di disegnare altre immagini e simboli e averli circondati tutti con un cerchio, anch’esso disegnato nel terreno,la donna si diresse verso una parete di roccia coperta da piante rampicanti che, stranamente, a un certo punto si diradavano, lasciando scoperta una parte perfettamente circolare di muro umidiccio. 
Al centro dello spazio scoperto vi era una piccola rientranza, dove, dopo averla pulita accuratamente dal muschio che vi si era formato, la Nisiov poggiò la punta della bacchetta.
D’un tratto il piccolo buco iniziò ad ampliarsi sia in dimensioni che in profondità, svelando il contenuto che vi era nascosto. Cinquanta pietre di una gran varietà di colori erano perfettamente allineate nella cavità che all’interno irradiava una strana luce bianchiccia. 
La strega, abituata a quel fenomeno, prese, senza pensarci troppo, quattro pietre sacre sotto lo sguardo stupefatto delle tre ragazzine ancora sedute a terra. Dopo aver gettato loro uno sguardo quasi altezzoso, la donna dispose i quattro sassi colorati nel cerchio che aveva disegnato per circondare e racchiudere insieme tutti i simboli. Le ragazze non videro mai una meraviglia simile, era proibito a chi avesse meno di 20 anni attraversare il monte e per loro fu una piacevole sorpresa poterlo fare così tanti anni prima. 
Dal terreno coperto di ghiaccio era sbucata un’arcata di pietra bianca, lucente, simile a perla; ma non era questa la meraviglia, lo spazio all’interno dell’arcata brillava di tantissimi colori, quasi vi fosse un arcobaleno.
- Ragazze- disse la Nisiov- so che questo è il vostro primo viaggio, state unite e cercate di seguirmi.- 
Le tre ragazze fecero cenno di si con la testa e felici, ma al contempo spaventate entrarono nella luce dopo la signora Nisiov.  Si trovarono in una sorta di corridoio che affacciava su innumerevoli luoghi, no, a guardare meglio erano tutti castelli.
- Ragazze questi sono tutti i castelli che hanno caratteristiche comuni, il vostro è uno degli ultimi, non cercate nemmeno di entrare in un’altra porta, potreste non tornare più.- 
Le tre ragazze deglutirono in modo così forte che sentì anche la Nisiov, che le guardò preoccupata. Quello sguardo non dava loro sicurezza, anzi. Così si strinsero l’una all’altra più forte che poterono, tenendo sempre con l’altra mano il loro pesante bagaglio. Dopo  minuti e minuti di cammino nel corridoio latteo, giunsero alla fine. 
Un’ ultima porta si trovava davanti a loro. Chiusero gli occhi e si prepararono all’impatto con l’ambiente esterno. Per loro fortuna atterrarono morbidamente sull’erba, lievemente bagnata dalla rugiada. Quando si misero in piedi e si ricomposero si accorsero però che la Nisiov non c’era. Urlarono più volte il suo nome ma non ricevettero nessuna risposta. 
Poi Christine, che fino a quel momento non aveva aperto bocca urlò: - ragazze, qui c’è qualcosa.- 
Una piccolo foglio ingiallito era poggiato sul prato. Jenny lo prese. Era scritto in nero con una calligrafia semplice, linare, come quella di un bambino.
-Ragazze, è da parte della Nisiov, dice che dobbiamo seguire il sentiero e saremo arrivate, lei non è potuta andare oltre.- -Muoviamoci.- disse Mary Kate con tono altezzoso. 
Jenny e Christine si guardarono e alzarono le spalle, ormai erano abituate a quel suo tono. Le tre giovani si misero sul sentiero che conduceva a luogo per il quale avevano tanto viaggiato, erano felici, il peggio era passato, o almeno così credevano. 
Mentre canticchiavano una canzoncina allegra ,infatti, non molto lontano, qualcosa si stava risvegliando, qualcosa di oscuro, di malvagio e le sue vittime sarebbero state proprio quelle ragazze. Gli sembravano forti, coraggiose, facevano al caso suo. L’essere però non aveva ancora abbastanza forza, ancora debole dopo anni di sonno, preferì non pensarci e godersi il risveglio. Una volta tornato alla sua forma originaria avrebbe potuto dedicarsi alla caccia.


Il sole era calato ormai e le tre ragazze erano esauste dopo il lunghissimo cammino. Credevano di essersi perse, di aver sbagliato strada. Mentre parlavano tra di loro arrivarono alla fine del sentiero. Nel senso che la strada si interrompeva completamente per dar spazio a un burrone altissimo, che terminava con un enorme lago.
-E ora?- chiese Jenny -dov’è la Scuola? Dove siamo capitate?- 
-Calma Jenny- disse Christine- sono convinta che non c’è nulla di sbagliato.- 
- Ed ecco il nostro genio all’opera, voglio vedere come te la cavi stavolta.- a parlare ovviamente fu Mary Kate, che aveva stampato un ghigno sulla faccia.
- mmh, Mary, sempre gentile tu, eh?-
- Sempre, mia dolce Chris- rispose la bionda con aria stizzita.
-Allora, direi che dobbiamo arrivare in fondo al burrone- 
-Ma c’è l’acqua sul fondo, non vedi Chris?- 
- Vedo Jenny, vedo, ma credo che l’unico modo per arrivare sia mostrare coraggio, o comunque dimostrare che ci teniamo davvero a raggiungere la nostra destinazione. Sapete che “quelli” ragionano in un modo particolare. Resta il fatto che dobbiamo saltare.-
-Saltare?- dissero insieme Mary e Jenny- sei pazza?- 
-No, non sono pazza, fidatevi- 
- Io non mi fido di una contadina.- Disse Mary Kate in tono aspro. – dovrei affidare la mia vita a te?tzè neanche per sogno.- 
- Come vuoi Kate. Jen, tu che fai?- 
- Io vengo con te.-  disse Jenny regalando a Christine un sorriso che servì da tranquillante. Affrontare un salto del genere con qualcuno era sempre meglio che affrontarlo da sola. 
-Allora Jen, al mio 3 saltiamo.- Disse Christine avvicinandosi al precipizio. 
- Ok - rispose timorosa Jenny seguendola sul bordo del burrone.
-Allora, uno, due e t…-
-Aspettate!- Le interruppe Mary – vengo anche io, siamo state chiamate insieme e a questo punto moriremo anche insieme- 
Chris e Jenny la guardarono torve. Non era stata d’aiuto.
-Ah, scusami per prima Chris-
-Figurati- Rispose la ragazza con non troppa convinzione - ma ora dobbiamo saltare.- 
-Siamo pronte- esclamarono le altre due in coro.
-Uno, due, tre.- 
-Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhh- gridarono tutte e tre all’unisono. 
Gli sembrò di cadere per tempo interminabile. L’impatto con l’acqua fu duro, e in più si accorsero che il liquido le stava trascinando a fondo, come se fossero risucchiate da una qualche strana forza. 
Pur nuotando con tutte le loro forze, cercando di combattere contro la forza misteriosa, tutto fu inutile, la discesa negli abissi era inevitabile. Si guardarono terrorizzate e capirono che era finita. 
Jenny Rotes, Mary Kate Suset e Christine Talound stavano per morire a soli 15 anni.
Stavano quasi per lasciarsi andare alla corrente, quando sbucarono fuori dall’acqua. Tornarono a respirare.
Inspiravano ed espiravano come forsennate, tossendo per cacciare via l’acqua inghiottita. Si trascinarono a riva. 
Erano in un altro luogo. 
Di fronte a loro un enorme lago di acqua verdognola, ma limpida. Meraviglioso, ma quasi letale. 
La spiaggia ,invece, era formata da sottili ciottoli di tutte le nuance del marrone e alcuni strani animali vi camminavano, sembravano un misto tra granchi, lumache e uccelli. Quatto piccole zampe da rapace, un corpo tondo e coperto da una corazza, proprio come un granchio e una piccola testa retrattile con delle antennine. Come se non bastasse erano completamente blu. 
-Cosa-diavolo-sono-questi-cosi- esclamò Mary, scandendo tutte le parole e sputacchiando ancora acqua. 
-Ehm, non ne ho assolutamente idea- rispose Christine. 
-Zampe da uccello, corpo da granchio e faccino da lumaca… che ne dite di gralucelli?- esclamò Jenny entusiasta per l’idea avuta. 
-Jen, non mi sembra il caso di trovare un nome a questi, cosi- Rispose Mary con tono distaccato e scandendo l’ultima parola- 
-ragazze su, invece di mettervi a pensare a questi “gralucelli”-prese a dire Christine facendo il segno delle virgolette con le mani- perché non cerchiamo aiuto e cerchiamo di capire dove diavolo ci troviamo?--Mi sa che hai ragione, mettiamoci in marcia- disse Jen facendo scomparire dal volto il sorriso avuto fino ad allora. Abbandonata la spiaggia popolata dagli animaletti blu, le ragazze iniziarono a camminare lungo un sentiero stretto e polveroso che sembrava essere l’unica via possibile da percorrere. Dopo aver percorso circa un kilometro in totale silenzio si arrestarono di colpo. Tutte e tre scoppiarono a piangere contemporaneamente dall’emozione, erano arrivate. Davanti a loro un enorme castello circondato da alberi. Sulle torrette di una strana pietra gialla, come le mura, si poteva vedere una Bandiera con raffigurato un albero e una luna piena.
Finalmente avevano trovato Castlewood.













*ANGOLO AUTRICE*

Ok, non è una gran cosa, lo ammetto... ci ho messo un sacco di tempo soprattutto perchè non trovavo mai il tempo di scrivere. Comunque non vi spaventate, la storia più in là diverrà più emozionante. Credo. Buahahah xD
Che poi con chi sto parlando? Non la leggerà nessuno.
Se tu, anima pia e disperata, stai leggendo, recensisci. Ne ho bisogno.
Tenchiùù *occhi dolci*

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Capitolo 3
*** La Raccolta ***


  LA RACCOLTA


-Le ultime tre sono arrivate professoressa, possiamo iniziare la Raccolta.-
-I bagagli?-
-Tutto sistemato- disse l'uomo calvo e dal naso aquilino con voce rilassata.
-Bene, falle accomodare nella Sala Del Raccolto- esclamò la donna alzandosi dalla grande poltrona di pelle marroncina.
-Sarà fatto.- rispose il vampiro accennando un mezzo inchino e uscendo successivamente dalla porticina in legno scuro.
-Speriamo che quest'anno non ci siano problemi -disse la donna tra sè e sè, stirandosi il lungo vestito blu con le mani- non voglio dover uccidere più nessuno.-

Toc Toc

-
Chi è?
-Signora Primer, il salone è al completo, aspettano tutti lei.-
-Arrivo.-
Afferrati dei fogli sulla spaziosa scrivania di mogano la donna uscì silenziosamente dalla stanza dirigendosi verso la sala più grande di tutto l'edificio. Nei corridoi l'unico rumore che spezzava il silenzio tombale era lo scalpicciio causato dai rapidi passi con i tacchi della Primer.


                                                                                           
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-Grande questa sala, ma soprattutto quanti ragazzi.- Disse Mary Kate slegandosi le trecce, mostrado così la folta chioma bionda lunga fino alla base della schiena.
-Mary Kate, possibile che pensi ai ragazzi? Siamo arrivate nella migliore Scuola del mondo e ti perdi ad ammir...- Christine non terminò la frase. Un ragazzo dai ribelli ricci neri e profondi occhi gialli la guardava insistentemente. 
-Figo quello, deve essere un licantropo, e guarda come ti fissa, ti sta mangiando con gli occhi Chris- esclamò Jenny ammiccante.
-Cosa? Fissa me? No, vi sbagliate, non potrebbe mai essere, cioè non conciata così e poi guardate questi capel...-
-Oh, dai insomma che noia! Ti guarda, si proprio te, e non fare quella faccia da pesce lesso, vagli vicino!-
-Mary, ma sei pazza? Non contarci.-
-O ci vai o ci vado io-
-Uffa però. No, io non ci vado e non mi obbligherete. -
-Ok, vado io. Jen, non farla scappare, io vedo di portar qui quel fustaccione.-
-Si, signor capitano- Disse Jenny portando la mano alla fronte e impettendosi.
Dopo aver fatto un occhiolino a Christine, Mary Kate si avvicinò al ragazzo misterioso ancheggiando.
-Jen, secondo te di che parlano?- Chiese Chris.
-Oh, non ne ho idea, ma secondo me saresti dovuta andare a parlarci. E' così carino.- Rispose Jenny sospirando.
-Ma su, non è poi così carino, ha solo una splendida pelle ambrata, ricci indomabili, fisico scolpito e ipnotici occhi gialli.-
Jen la guardò alzando un sopracciglio.
-Ok, è fottuttamente bello. Va bene?-
-Ora si. Oh, ma aspetta, sta venendo! Dai avvicinati!-
-Oddio e che gli dico ora?-
-Ma che ne so, parla e basta!-
-Ragazze- proferì Kate raggiante - Vi presento William o per gli amici Will.
-Ehm ciao- disse il ragazzo abbassando lo sguardo ma continuando a fissare con la coda dell'occhio Chris, che nel frattempo era arrossita in modo disumano.
-mmh, io sono Christine, piacere, ma puoi chiamarmi Chris.- disse Christine progendogli la mano e sorridendo con non troppa convinzione per l'imbarazzo. Il ragazzo le afferrò la mano. Era caldo, molto caldo.
-Io sono Jenny, hai qualche altro amico da presentarmi?- Intervenì Jen sorridente, rompendo l'imbarazzo tra i due un pò bruscamente.
-Piacere Jenny- Disse Will un pò più rilassato e divertito dall'esuberanza della ragazza, guardandosi intorno - Si, ho qualcuno da presentarti, solo che qui non li vedo. -
-Fa niente, ci sarà modo di conoscerli, dobbiamo convivere tutti nella stessa scuola infondo.-
-Già- Altra occhiata a Chris - Quest'anno poi ci sono persone davvero interessanti. -
-uhm, uhm- disse schiarendosi la voce Mary Kate -Jen, che ne dici di andare ad esplorare questa magnifica sala?-
-Uuuh, si, andiamo da quella parte, lì a destra guarda quelli, caaaarini, bhe a presto Will.-
Trascinandosi dietro Mary Kate sparirono in mezzo alla folla di alunni, lasciando Chris sola con Will.
-A quanto pare le tue amiche ti vogliono male, eh?- Disse ridacchiando il ragazzo.
-Ehm, si, forse.-
-Guarda che non mordo, cioè ti morderei volentieri, ma non con cattiveria- disse Will ammiccando.
-Oddio, potevi risparmiartela!- Esclamò Chris arrossendo.
-Hai ragione scusami.- Assentì il ragazzo, affievolendosi contemporaneamente anche la luce nei suoi occhi.
-Io, ehm, scusa Will, è che, bhe, arrivo in una scuola dopo un miliardo di peripezie, più morta che viva e poi trovo un licantropo che mi fissa come un serpente fissa un topolino.- disse gesticolando la ragazza- sono confusa.-
-Si, ripeto, hai ragione, è solo che appena ti ho vista è scattata qualcosa, non lo so nemmeno io. -
-Su, dai non preoccuparti. Parliamo d'altro. Sei nuovo anche tu?-
-Nuovo? Na- Disse il ragazzo scuotendo la testa e facendo agitare i ricci - Sono qui già da due anni-
-Ah. Bhe potresti farmi da guida nella scuola!-
-Magari, ma qui ogni razza ha un corridoio al quale è severamente vietato l'ingresso se non agli appartenenti alla determinata razza assegnata al corridoio, a me non serve fare pozioni o incantesimi, però se come materia alternativa scegli licantropia può darsi che ci becchiamo. Ah e poi a protezione, si, lì ci vanno tutti, qua hanno molto a cura l'insegnamente della difesa personale.-
-Oh, che peccato. Bhe potresti comunque farmi vedere qual'è il mio corridoio e poi ci sarebbe la biblioteca, l'aula di tiro, la palestra, la piscina, la mensa. - Disse Chris portando il conto con le dita.
-Ahahah, si, va bene, come sei, come dire, auforica. Non è così bella questa Scuola.-
-No? E' il mio sogno da una vita! Deve essere per forza bella-
-Poi lo scoprirai anche tu- bisbigliò il ragazzo.
Dopo qualche minuto di silenzio, interrotto solo dai loro sospiri, Chris chiese:
-Ma come mai vedo pochi licantropi?-
-Bhe, rispetto a voi maghi o ai vampiri siamo in minoranza, ma non siamo pochi. E comunque molti sono rimasti negli alloggi, la Raccolta è una noia, e a noi licantropi non piace annoiarsi, è roba da vampiri quella. - Disse ridacchiando il lupo.
Fingendo di ridere, pur non avendo capito la battuta, la ragazza esclamò - Ma quando si inizia?-
-Da un momento all'altro, stai tranquilla.-
-E tu che ne sai?-
-Lo sento. Non saprò lanciare un malocchio, ma qualcosa pure so farla- Disse sorridendo il ragazzo.
Che bel sorriso. Pensò Chris.
-Ehm, vero, scusa, non ne so molto di licantropi.-
-Dovresti vergognarti, ahahahah- Disse ridendo Will.
-E dai non ridere!- Sbuffò la ragazza mettendo il broncio e incrociando le braccia.
-Permalosa!-
-IO? Permalosa? Ma lo sai che v...-
-Shhh, fai silenzio. Si inizia-
Accorgendosi che il ragazzo guardava dietro di lei Chris si girò, così come tutti gli altri ragazzi, verso un piccolo rialzo dove, come per magia, era comparsa una giovane donna dai capelli biondi raccolti in una crocchia e fasciata in un lungo abito blu a sirena.
-Buongiorno ragazzi- Esclamò la donna con voce squillante ma al contempo calda - e benvenuti nella vostra casa per i prossimi 5 o 7 anni. Siete qui, scelti tra migliaia di creature magiche, per alcune vostre caratteristiche speciali. Voi non ve ne sarete ancora accorti, ma noi si. Quindi non posso che augurarvi di trovare queste qualità in voi stessi al più presto e una buona permanenza nella Scuola. Ora, procederemo alla Raccolta. Cortesamente fate passare Dolum.-
Il vampiro calvo e mingherlino si fece spazio tra la calca di ragazzi fino a raggiungere il centro della sala, dove, Chris se n'era accorta solo ora, vi era una specie di vasca in pietra piuttosto rialzata dal suolo, nella quale confluivano alcune venature del pavimento arancio con pagliuzze dorate.
-Will a che serve quel coso?- Chiese preoccupata la ragazza.
-Shh, zitta e ascolta-
Riprese la preside: -Quando vi chiamerò avvicinatevi a Dolum, porgetegli la mano e vi taglierà un pò l'indice, in modo che esca una goccia di sangue. Non vi preoccupate, non sentirete nulla. Versate la goccia, prima che cada a terra, nella Fonte Magica. Così il processo sarà compiuto e avremo la cosa a voi più cara.
La vostra anima.










*ANGOLO AUTRICE*
Bhe, che dire, ho preferito non raccontare come si svolge tutta la Raccolta per non svelare troppo, un pò di suspance ci vuole u.u
Poooooooi, voglio ringraziare La sposa di Ade che è stata gentilissima e ha recensito (ho cercato anche di seguire i tuoi consigli!) ^-^
Se leggete recensite, due minutini non costano niente e li spenderete per una buona causa, aiutare una scrittrice novellina a migliorare xD
Ah, se recensite fatemi sapere che ve ne pare di Will, io lo amo uhuhu :33
Vi voglio bene e grazie *^*

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