“Dimmi
qualcosa. Qualcosa per cui vivere.”
“Cibo
e sesso.”
Ride.
Spilluzzica una scheggia di tabacco dalla lingua e ride, la sigaretta
stretta fra le dita, ancora da accendere. Gioca con un pezzetto di
carta, un origami mal riuscito, un cigno che non sta in piedi. La
lingua saetta fra le labbra strette, i capelli castani sono lisci e
tagliati molto corti, le basette si esauriscono in un filo di barba
che non ha rasato. Ha i tratti di un irlandese la rigidità di
un tedesco, il corpo nervoso. Gli occhi verdi si spostano su di me,
tornano al cigno e un sorriso inarca un angolo del labbro. “Esiste
qualcos'altro per cui vivere?”
“La
famiglia. La libertà. L'amore.”
“Tutte
cazzate...” sghignazza e affronta di nuovo il cigno.
Ha
tutte la carte in regola, eppure la genetica si è proprio
divertita con lui. Nei tratti d'ombra è bellissimo, ma in
piena luce fai fatica a capire dov'è l'errore su quel viso. La
tua attenzione scivola sul sarcasmo. Ne abusa, lo rimodella. Sotto il
sarcasmo c'è crudeltà. Il cigno martoriato ha perso la
testa.
“Nasciamo
soli e moriamo soli ed in mezzo non succede granché.”
“Discorsi
da sconfitto, Clint...”
“Realismo.
Sei realista, Nat? Hai capito di cosa si tratta?”
Prende
in giro? “E tu non fumi, a cosa ti serve quella sigaretta?”
“Tiene
le mani e la mente occupata. Se mi distraggo, rischio di ucciderti.
Perderesti la testa per me, Nat?” sussurra in un melodia
cantilenante che urta il sistema nervoso.
Perderei
ben volentieri dieci minuti a riempirti di calci sui denti, stupido
decerebrato. Anni e anni di addestramento e appena il dio giallognolo
di un altro mondo si presenta sulla terra, ti fai fregare come una
spina al primo giorno di militare.
Guardala
come soffia, la gattina... E' irritata e le sue belle labbrucce sono
contornate di rughe di espressione. Mi sta prendendo in giro. Io lo
so, lei lo sa. E' il resto del mondo a non saperlo. Il cigno si
accartoccia e vola via. Poggio i gomiti sul tavolo, la osservo. Io lo
so, lei lo sa. Uno solo resterà vivo. Sono in netto vantaggio.
Non sono io quello con le mani legate. Sorrido, lei sorride. Fredda
come ghiaccio. Il fuoco nei capelli. Ha lo stesso colore sulle
labbra. Dovrebbero vietare a certe donne di portare in giro sguardi
del genere. Lei lo sa, lo fa apposta. Ti guarda come fossi un taglio
di filetto pregiato e succoso. Ti scalda l'uccello. Ed ho usato un
eufemismo.
“Sai
cosa ti ci vuole, Clint?”
“Cibo
e sesso?”
“Un
allineamento ricognitivo.”
Lo
dice e la sedia schizza all'indietro, la flessione è micidiale
e manda il legno in frantumi. Le sue cosce sono acciaio, possono
strangolarti con una torsione del bacino. Incrinarmi le costole in
allenamento le riusciva così bene che non sapevo mai se lo
facesse per affetto o distrazione. Schivo una serie di oggetti
contundenti, l'afferro per il polso, lei gira attorno a me, finisce
sul tavolo e rotola a terra, schizzando subito sotto il legno con i
piedi a martello.
Mi
fa incazzare. Spazzare novanta chili di muscoli richiede una certa
fatica ma lui salta a gambe unite, atterra attorno alla mia vita, si
accovaccia e il suo pugno si ferma ad un centimetro dalla carotide.
Che fa, sfotte? Deglutisco e la punta dello stivale lo colpisce alla
nuca. Ha dimenticato quando sono snodata? Clint barcolla in avanti,
il peso mi schiaccia lo stomaco, parte del torace e non volendo inalo
il suo odore... dopo una giornata passata a cercare di uccidere i
propri colleghi, non è certo il meglio che una ragazza possa
desiderare! Lo spingo da un lato e stavolta va tutto come deve
andare. Mi piace stare sopra. Accettalo. E. Vedrai. Che. Mi.
Ringrazierai., pensò sbattendogli più forte la nuca
contro il pavimento, tanto che la pelle si rompe e comincia a
sanguinare. Basta, non voglio causargli un trauma cranico che lo
invalidi. Ne ho bisogno. Mi serve, pensò con lo stesso
tono che usa Tony quando vede un giocattolo elettronico nuovo.
Trascinare questo pagliaccio richiederà parecchio sforzo, non
ne ho voglia e sono stanca. Chiamo lo SHIELD o mi faccio da un
passaggio di Thor? Mi siedo sul suo stomaco, spiandone il respiro.
Tossisce, mi sposto. Mi piace il gioco dei suoi muscoli sotto le
natiche. Dovremo stabilire un asse russo-americano appena sveglio.
Una ragazza ha bisogno di sicurezze, nella vita.
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