Diabolici Piani (Schifosi Ricatti 2) di Giuggia89 (/viewuser.php?uid=49)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Casa Malfoy ***
Capitolo 2: *** Si, lo voglio! ***
Capitolo 3: *** Prudenza e discrezione ***
Capitolo 4: *** Vecchie conoscenze e nuove amicizie ***
Capitolo 5: *** Incontri ***
Capitolo 6: *** Sogni ***
Capitolo 7: *** Inquietudine ***
Capitolo 8: *** Cambiamenti ***
Capitolo 9: *** Pericoli in agguato ***
Capitolo 10: *** Ricerca Disperata ***
Capitolo 1 *** Casa Malfoy ***
01
Caldo. Troppo caldo.
Non ne poteva più.
Si alzò di scatto dalla sedia e aprì la porta della sua stanza
sbattendola rabbiosamente.
“DRACO!! FA CALDO!!!” Ginny, capelli arruffati e sguardo omicida, con
passo sicuro si stava dirigendo verso lo studio di Draco, poche porte più in là
lungo il corridoio del secondo piano, intento a scrivere gli inviti per il loro
matrimonio.
“Ginevra, mi spieghi cosa ne posso io?” Alzò gli occhi dal foglio che
stava scrivendo, con aria divertita, seppur stanca.
“PORCA MISERIA! Sei o non sei il padrone di questa casa?! Ordina a quei
cavolo di Elfi Domestici di fare qualcosa! Non ne posso più! Non riesco a fare
niente!! Sono due ore che cerco di sistemare i capelli, ma con questo diavolo di
odioso caldo umido, non ce la farò mai! Poi sei tu quello che dovrà presentare
ai tuoi ospiti una futura moglie che di decente ha poco! Fai un po’ tu!”
Sbraitò, in preda a una crisi isterica.
Draco alzò un sopracciglio. “Cara Signora Malfoy, chiederlo personalmente
agli Elfi Domestici è troppo complicato?”
“Draco, lo sai che non mi ascoltano.” Si lagnò.
“E tu fatti ascoltare! Non puoi sempre venire a chiedere aiuto a me! E
ora lasciami finire di scrivere, per favore…” Sbuffò, facendole segno con la
mano di uscire dalla stanza.
Ginny sembrò rassegnarsi all’idea di dover intraprendere una dura lotta
con gli Elfi Domestici.
Uscì dallo studio e, con passi decisi, tenendosi la gonna del vestito
alta, si diresse verso la scalinata.
“Ginevra…!” La richiamò Draco, sbuffando, seppur divertito.
“Che c’è?! Che vuoi? Con te non ci parlo più io!” Sbottò, girandosi di
scatto.
“…se evitassi di andare in giro per il castello in reggiseno, magari gli
Elfi Domestici imparerebbero a rispettarti di più, non credi?” Nascose un ghigno
estremamente divertito.
Ginny ci pensò su un momento, e poi realizzò che, effettivamente,
indossava solo un reggiseno rosa, oltre alla gonna lunga del vestito che stava
provando fino a poco prima. Arrossì furiosamente, contro la sua stupidità e per
rabbia nei confronti di Draco, non per effettiva vergogna.
“Vaffanculo!” Sbottò, girò i tacchi e si diresse altezzosamente verso la
sua camera.
Entrò, sempre tenendosi la gonna con le mani tirata su fino alle cosce e
con un piede si chiuse la porta alle spalle, sbuffando per cercare di spostare,
senza molto successo, una ciocca di capelli che le si era appiccicato alla
guancia, coprendole la vista dall’occhio destro.
Si tolse la gonna in fretta e furia, e indossò un leggerissimo vestitino
di seta azzurro, si legò i capelli, e prese un bel respiro, pronta a farsi
valere una volta per tutto con gli Elfi Domestici.
Erano tre settimane che era
arrivata a vivere lì, e ancora quegli insulsi esserini la ignoravano
completamente, o al massimo, quando e se le rivolgevano la parola, la
chiamavano Signorina Weasley…le dava suoi
nervi! Senza contare che se chiedeva
qualcosa, ridevano e si giravano dall’altra parte.
Avesse potuto usare la bacchetta, ne avrebbe già uccisi tre o
quattro.
Quel bastardo di suo, anche se
non ancora ufficialmente ma da li a poco, marito invece sembrava trovare la
cosa particolarmente divertente, e non muoveva un
dito per mettere a posto la situazione.
Malfoy Senior la pensava esattamente come il figlio, e Narcissa la
compativa, visto che gli stessi Elfi Domestici si erano comportati così anche
con lei, per i primi tempi in cui era entrata in quella casa come Signora
Malfoy. Sicuramente, essendo lei una Black e comunque essendo conosciuta da
tempo dagli Elfi Domestici della famiglia, il trattamento era stato comunque
meno scandaloso, ma anche lei c’era passata, e aveva dovuto farsi
valere.
In poche parole nessuno sembrava intenzionata a fare qualcosa per
aiutarla: infatti conquistare il rispetto degli Elfi Domestici era una delle
cose fondamentali per essere considerata una Malfoy a pieno titolo, quindi
nessuno si azzardava a metter naso nel suo rapporto, decisamente poco proficuo,
con gli Elfi Domestici.
Ma basta! Avevano smesso di trattarla come una pezzente e di ignorarla!
Si era veramente stufata!
Arrivò nelle cucine, sbattendo violentemente la porta.
Con atteggiamento altezzoso e sguardo schifato, incrociò le braccia al
petto scrutando la fauna che popolava in quel momento quel lurido
luogo.
Gli Elfi Domestici, dopo averla fissata a lungo per capire cosa volesse
ancora quella Babbanofila da loro, (qui anche gli Elfi Domestici fanno
discriminazioni ^^ NdA) e continuando a chiedersi perché non si togliesse dai
piedi, decisero di tornare ai loro lavori e ignorarla, come al
solito.
“Ehi tu…” Ginny, chiamò.
L’Elfo si girò, con espressione sorpresa. “Chi, io?” Chiese, quasi
ridacchiando, come se fosse ovvio che la risposta dovesse essere
negativa.
“Si, tu. Vieni qui.” Rimase impassibile. L’Elfo sembrò confuso da quella
reazione insolita e autoritaria della ragazza e un po’ ebbe paura. Ma non si
fece intimidire, e si girò dall’altra parte, diretto verso il lavandino dove
doveva posare le teglie sporche che aveva in mano.
“E’ un ordine.” Tirò fuori la bacchetta. “Spero che non vogliate che la
usi! Non mi va molto, sinceramente: sporcare il mio vestito nuovo con il vostro
lurido sangue è una delle ultime cose che desidero fare. Ma se mi vedo
costretta…” Il tono di voce era regolato sull‘annoiato e sicuro di se’, un po’
strascicato, che ricordava un po’ quello di Draco.
L’Elfo sgranò gli occhi enormi color cielo. Non sapeva che fare.
Disubbidire avrebbe anche potuto causare guai.
“Fermo lì! Noi non prendiamo ordini da una Babbanofila pezzente!”
Intervenne uno di quegli esserini, con gli occhi grandi e neri ridotti in due
fessure, per provocarla.
“Ecco scovato il capo dei ribelli. Sta attento a come parli! Così insulti
il tuo padrone: chiamare ‘Babbanofila pezzente’ la sua futura moglie, non mi
sembra molto educato.”
Il piccolo esserino deforme sembrò accusare il colpo, e non
ribatté.
“TU! Vieni qui. Non farmelo ripetere due volte.” Roteò scocciata la
bacchetta verso l’Elfo dai grandi occhi azzurri.
L’Elfo deglutì, ma non si lasciò intimidire, più che altro minacciato
anche dalle facce contrarie e minacciose dei suoi compagni, che l’avrebbero
ucciso con le loro stesse mani se avesse osato farlo.
Ginny decise che era venuto il momento di intervenire.
Con aria annoiata, roteò la bacchetta. “Mi state costringendo ad
usarla!”
L’Elfo dai grandi occhi neri parlò, con un ghigno divertito
“
La Signorina Weasley va ancora
a scuola, è minorenne! Non può usare la magia!”
“Ah no?! Beh, però posso sempre prenderlo a calci.” Si avvicinò al
piccolo Elfo e lo prese per la veste lurida, con espressione schifata, e lo
lanciò verso il muro di fronte.
Poi si avvicinò e cominciò a prenderlo a calci, mentre il resto degli
Elfi Domestici nella sala rimaneva immobile, sconcerto.
Dopo che ebbe sfogato tutta la rabbia che aveva dentro da qualche tempo a
causa di tutti i piccoli maltrattamenti e le risatine che quei luridi esseri le
avevano riservato negli ultimi tempi, Ginny si fermò, constatando con
soddisfazione che i visi di parecchi Elfi erano contratti in espressioni
spaventate e inorridite.
Il piccolo Elfo, seppur abituato a certo genere di punizioni, emise un
ultimo gemito strozzato di dolore prima di accasciarsi a terra
sfiancato.
“Qualcun altro vuole dire qualcosa?” Girò lo sguardo autoritario intorno
a se, ma fra gli sguardi tornati ad essere per lo più sprezzanti non si alzò
nessuna voce.
“Bene, perfetto. Ora, se non vi dispiace, vorrei che uno di voi si
decidesse a fare qualcosa per l’insostenibile caldo-umido che alberga
comodamente nella mia camera e che non mi permette di aggiustarmi i capelli come
si deve, oltre che a vivere. Allora?” Nessuno si fece avanti. Ginny, stufa, non
si lasciò scoraggiare, e tirò parecchi schiaffi sulla testolina dura anche
all’Elfo dai socchiusi occhi pece accanto a lei, che sembrava decisamente
capeggiare la situazione.
Vedendo il compagno soffrire, qualche Elfo decise di farsi avanti, con
riluttanza.
“Bene, posso constatare felicemente che abbiamo parecchi volontari!
Perfetto. Allora vieni tu!” Indicò una piccola femmina decisamente giovane e
uscì dalla stanza, aspettandosi di venir seguita, e così accadde.
Salendo le scale, prima di arrivare alla sua stanza passò davanti allo
studio di Draco che, vedendola seguita dalla piccola Elfa, sorrise e si alzò in
piedi, raggiungendo la porta e appoggiandosi allo stipite.
Mentre la piccola Elfa svolgeva i suoi incantesimi, Draco si avvicinò a
Ginny e la baciò.
“Finalmente ce l’hai fatta. Sono fiero di te!” Le sorrise.
“Comincio a trovare la box uno sport piuttosto proficuo.” Ginny ricambiò
il sorriso, trionfante.
“Non ci voleva molto. Bastava farti valere e non solo scaldarti e urlare
ogni volta che gli Elfi ti ignorano. Devi farti rispettare. Quanti ne hai fatti
fuori?” Le chiese, facendole un occhiolino.
“Solo due, sono stata magnanima!”
“Uff, ma devo proprio insegnarti tutto?! Va beh, sarà per la prossima
volta! Ora ho una bella idea per riscaldare nuovamente l’atmosfera della tua
stanza…” La prese per mano e, facendole l’occhiolino, la trascinò dentro,
chiudendo fuori dalla stanza la piccola Elfa che aveva seguito Ginny e che aveva
appena finito di fare l’incantesimo alla stanza.
“Dai Draco, non mi sembra il caso! Io devo ancora prepararmi e sono già
le sei, e tu devi finire di scrivere gli inviti e da un momento all’altro
tornano i tuoi e…dai Draco!” Il ragazzo non era intenzionato a sentire
ragioni.
“Devo recuperare il tempo perso negli ultimi mesi!” La spinse sul letto,
mentre lei rideva, baciandola un po’ ovunque.
“Smettila! Non vorrai finire come l’ultima volta! Poi ti tocca stare di
nuovo a digiuno!” Sorrise, cercando di liberarsi, anche se con poca
convinzione.
“Eh no! La prossima volta mi trovo un amante.” Chiarì il biondino,
cominciando a infilare la mano sotto la leggera veste di seta azzurra che lui
stesso le aveva regalato la settimana prima, durante una loro visita a
Hogsmeade.
Ginny non replicò, e decise che forse cinque minuti poteva anche
concederglieli…
…ma nell’esatto istante in cui le sue mani stavano per finire di
sbottonare i pantaloni di lui, fece capolinea nella stanza Narcissa, con in
braccio Syberia, fissandoli con espressione scandalizzata.
“VOI DUE! Ma vi sembrano queste cose da fare a quest’ora del giorno
quando avreste mille altre cose da fare?!” Sbottò, non nascondendo però del
tutto un espressione decisamente divertita.
“Mamma!” Draco sbuffò, alzandosi in piedi e ricomponendosi. “Non stavamo
facendo nulla di male…”
Il viso di Ginny rasentò il rosso porpora e si affrettò a sistemarsi e ad
alzarsi in piedi, facendo un leggero inchino. “Signora Malfoy. Ci
scusi…”
Narcissa scoccò ai due ragazzi un’ultima occhiata di rimprovero, e poi si
avvicinò posando Syberia fra le braccia della madre, che la accettò volentieri,
cominciando a cullarla.
“Grazie per averla portata a fare un giro.” Sorrise Ginny, lasciando che
la piccola dai grandi occhi color ghiaccio, pressoché identici a quelli del
padre, afferrasse con la manina il suo dito indice per giocarci, mentre anche
Draco la osservava ammirato.
“Di niente, è sempre un piacere! Questa bambina è così brava. Altro che
Draco! Questo viziato non faceva altro che piangere, sempre alla ricerca di
attenzioni! Non potevo lasciarlo solo un secondo, che cominciava a tirare degli
urli da buttare giù tutto il castello!” Sorrise la donna, per poi avviarsi verso
la porta. Si fermò sulla soglia. “Fa un bel fresco in questa stanza. Posso
supporre che il tuo rapporto con gli Elfi Domestici sia migliorato!” Si voltò a
guardare Ginny, che sorrise annuendo.
“Perfetto! Ora Draco, per favore, vieni nel tuo studio, che devi finire
di scrivere gli inviti e io devo farti fare qualche modifica. Ginevra, quel
vestito che è sul letto è osceno! Tra cinque minuti sarò da te con un Elfo
Domestico e vediamo cosa si può fare per rimediare al tuo poco gusto in fatto di
vestiti…” Detto questo uscì, seguita da Draco, che chiuse la porta dietro di se
facendole l’occhiolino.
Niente da fare, quella donna non cercava di fare il minimo sforzo più del
necessario per stare simpatica alla nuora. Non c’era volta che non avesse da
ridire su qualcosa. Una vera suocera con i fiocchi si era andata a scegliere!
Niente di quello che faceva andava mai bene.
L’unico motivo per cui Narcissa si impegnava a mantenere comunque con lei
un rapporto che si potesse definire per lo meno sopportabile era solo legato al
fatto che era la moglie di suo figlio e la madre di una delle creature che la
donna ammirava di più oltre a se stessa e al figlio.
Eh già, con i suoi grandi occhi grigi e l’aria da signorina indipendente,
Syberia aveva già conquistato tutta la famiglia Malfoy, Elfi Domestici compresi.
Il fatto che in quella casa la sopportassero quasi come una di famiglia
lo doveva solo all’enorme influsso positivo che aveva la sua dolce figlioletta
su coloro che vivevano nel castello.
Ginny sorrise alla piccola creatura che la osservava con cipiglio
contrariato non si sa bene da cosa.
“Cucciolotta! Come stai? Cosa ti ha fatto fare la nonna?!” Ginny si
divertiva un mondo a parlare alla piccola in quel modo, perché sapeva quanto
Narcissa odiasse sia quegli, come li definiva lei, ‘epiteti infantili poco
adatti ad una dama d’alta società’, sia che la si chiamasse nonna quando aveva
poco più di quarant’anni.
E quindi, quando lei non era a portata di orecchio, si prendeva qualche
rivincita personale.
Syberia cercò di afferrare con le manine un piccolo ciuffo sfuggito alla
coda della madre, che la lasciò fare, sorridendo e posandole un dolce bacetto
sulla fronte.
“Ora tu stati buona buona qui, che la mamma ora ha da fare con la nonna.”
Con una smorfia dolce la poso nella morbida culla proprio accanto al grande
letto a baldacchino dai colori accesi.
E mentre fissava con astio il
vestito cercando di capire cosa non andasse, la porta si spalancò lasciando
entrare la
Signora
Malfoy con una schiera di cinque Elfe domestiche a
seguito.
“Perfetto. Ginevra, spogliati e Sali su quello sgabello.” le ordinò,
indicando un piccolo sgabello di legno che era stato appoggiato per terra
accanto al letto or ora da una delle cinque Elfe.
Ginny non si provò nemmeno a ribattere, sarebbe stato completamente
inutile.
Sospirò, si sfilò il vestito e salì sul patibolo.
“Sei dimagrita troppo! Non va bene. Non va per niente bene! Devi mettere
su un po’ di ciccia, o rimarrai pelle e ossa. E, oltre a non avere abbastanza
energie per nutrire tua figlia, essere troppo magri non sta bene: non vogliamo
che si veda la famiglia di poveracci straccioni da cui provieni, che ti
lasciavano alla fame!” Sbottò, strattonando il metro di mano ad una delle
piccole Elfe, di nome Lisa, per cominciare a prendere le misure della ragazza,
con espressione rassegnata e disgustata.
Ginny non si provò neanche a ribattere alle provocazioni: era inutile e
per niente proficuo. E poi le importava poco quello che Narcissa Malfoy pensava
di lei, in quel momento.
“Vilma, voglio della stoffa di raso nero e qualche metro di seta
azzurra...muoversi! Lyra, dei bottoni a scomparsa e una cerniera. Marika, cerca
qualche oggetto che si possa trasfigurare in un paio di scarpe misura trentotto.
Kylia, vai in camera mia e prendi il portagioie. Mariella, scendi nei sotterrai
e vedi se riesci a trovare nella dispensa delle pozioni medicinali qualche crema
che possa servire a migliorare la pelle secca di questa ragazza. Su, forza,
scattare!” Diede ordini a destra a manca, con fare nervoso, continuando a
lanciare occhiate eloquenti a Ginny, tanto per farla sentire in colpa per
essersi ridotta all’ultimo a vestirsi.
Ma lei aveva già progettato tutto! Cosa aveva il suo vestito color pesca
che non andava? Cosa avevano che non andava le sue ballerine con il tacco color
pelle? E la sua pelle?! Quella cos’è che aveva?
Cerco di capirlo sfiorandosi la guancia con una mano e con espressione
stralunata, ma non servì a molto: a lei sembrava tutto perfetto.
Dopo poco le piccole Elfe tornarono con tutto quello che era stato
chiesto loro.
Dopo meno di mezz’ora Ginevra Weasley si trovava pronta per essere
presentata agli ospiti in arrivo come nuova componente della famiglia
Malfoy.
Indossava un lungo abito di raso nero senza spalline che le arrivava
davanti poco sotto le cosce e dietro formava un lungo strascico elegante e
raffinato. Indossava dei saldali neri allacciati alla schiava dai tacchi
eccessivamente alti, e il lungo pezzo di stoffa azzurra scura dai riflessi
notturni era stata legata dalle mani esperte della donna a fasciarle la vita,
formando sul didietro un grande fiocco dalle fattezze simili a quelli dei Kimono
giapponesi.
Ma Narcissa non si era limitata a vestirla. L’aveva costretta a spalmarsi
parecchie volte sul viso, sulle braccia, sul collo, sulle gambe, un po’ ovunque,
una pozione che doveva avere effetti benefici per la pelle, per renderla più
lucida e sana. Ginny non ne era affatto convinta, ma non le sembrava il caso di
contraddire la donna.
Le aveva fatto truccare dall’Elfa Kylia gli occhi con un pesante trucco
nero e i capelli lunghi (ormai le arrivavano poco sopra al sedere) erano stati
raccolti dietro da un fermaglio argentato, con molti ciuffi lasciati cadere sul
viso, per darle un aria di noncuranza raffinata.
Ginny ammirava mentalmente la donna per quello che era riuscita a fare
con i suoi capelli che, strano ma vero, sembravano decisi, almeno per quella
sera, a stare a loro posto, cosa più unica che rara.
Infine, tanto per farla sentire ancora un po’ di più a disagio, le aveva
rifilato un collier in oro bianco, diamanti e smeraldi con serpenti intrecciati,
molto simile alla fede che le aveva donato Draco quando le aveva chiesto di
sposarla, che la rendeva ridicola, dal suo punto di vista, e non aveva
rinunciato a rifilarle dei guanti dello stessa stoffa e ricamo del vestito
lunghi fino al gomito.
Ginny si guardò allo specchio con aria critica.
“Finalmente ti si può cominciare a considerare qualcosa di simile ad una
signora. E tieni dritte quelle diavolo di spalle!” Diede uno strattone a
quest’ultime per raddrizzarle, facendo comparire sul viso di Ginny una smorfia
contrariata.
“Da qui a una settimana sarai una Malfoy a pieno titolo. Questa sera
farai incontri importanti. Ora vedi di toglierti dalla faccia quell’orribile
espressione infantile e cerca di assumere un atteggiamento un po’ più
autoritario.Hai ancora un quarto d’ora di tempo e gli ospiti cominceranno ad
arrivare. Vedi di essere puntuale.” Si diresse verso la porta, seguita dalle
Elfe domestiche, cariche di roba.
Ma Ginny la fermò, pur continuando a fissare il suo riflesso nello
specchio.
C’era una cosa che non la convinceva.
“Signora Malfoy…?”
“Dimmi.” Chiese, voltandosi con aria annoiata.
“Crede…lei crede che, si beh…si potrebbe fare qualcosa per…per queste?!”
Chiese, timorosa, indicando le sue guance.
“Si riferisce alle lentiggini?!” Narcissa assunse un aria
compiaciuta.
“Si, beh…non so…non mi piacciono!” Si morse il labbro
inferiore.
“Credo di si.” Si avvicinò e mormorò alcune parole con la bacchetta
puntata verso il viso della ragazza, che sentì una lieve scossa e l’intero viso
andarle in fiamme per alcuni istanti.
Poi tutto passò.
“Ecco fatto. Se cambiassi idea, torna da me. In ogni caso l’incantesimo
dura solo ventiquattr’ore.” Scosse le spalle e uscì dalla porta, chiudendosela
alle spalle con uno scatto.
Ginny rimase a fissarsi con sguardo ebete nello specchio.
Non ci credeva: non c’erano veramente più!
E il suo viso era così diverso!
Però le piaceva. Molto.
Un altro legame con la sua famiglia spezzato.
Mancavano solo i capelli, ma per quel giorno era già troppo.
La tentazione era tanta, ma le lentiggini per quel giorno
bastavano.
Le davano un aria un po’ da bambina, e questo le aveva sempre dato
fastidio, e ora che non le aveva più, anche se non per sempre, si sentiva
meglio, molto meglio.
Era stupido, ma si sentiva più adulta e più autonoma. In fondo, non era
facile staccarsi così radicalmente dalla propria famiglia, non lo era per
niente.
Ma doveva abituarsi. Doveva. Voleva.
Un versetto gioioso di Syberia, che stava giocando con una piccola
farfalla magica che le aveva regalato Draco, la risvegliò dai suoi cupi e
nostalgici pensieri.
Fissò per un attimo la fede che occupava il suo anulare affusolato, e
sorrise fra se e se.
Diede un ultimo bacio a Syberia, che per quella sera sarebbe rimasta in
compagnia di un Elfo Domestico, appena comparso, e poi si diresse verso la
porta.
Fece un gran respiro e raddrizzò le spalle.
Mise una mano sulla maniglia e l’aprì: quella sera doveva dimostrare a
tutti che lei non era più la piccola Ginevra Weasley ma era la nuova Signora
Malfoy a tutti gli effetti.
************
E’ passato un po’ di tempo, vero?? ^-^ Quasi…beh, un anni oserei da
quando ho finito, e due da quando ho inserito il primo capitolo di Schifosi
Ricatti…ah…mi sento vecchia! ^.^
Ahah! Che ridere…quante cose sono cambiate in me! Ihih
Ma ora non centra, perché mi devo concentrare sulla storia!
Ragazzi, ecco qui il primo capitolo!! Bello vero? Ok, io lo adoro, ma
come al solito non mi sembra poi così corretto che sia io a dirlo!
Eheh
La storia riprende da dove l’abbiamo lasciata oserei dire.
Poche settimane sono passate e molte cose devono ancora
succedere.
Eheh! Io ho già in mente tutto!!
Ok, ho sempre avuto in mente tutto in realtà. Il problema è trovare la
voglia e il tempo di scrivere.
Il problema infatti è questo: mi sto prendendo un sacco di impegni
quest’anno che non so bene come diavolo portare avanti con la scuola per di più
che è massacrante.
Quindi per ora non so come riuscirò ad organizzarmi con gli
aggiornamenti.
Credo e spero di riuscire ad aggiornare come minimo una volta al mese, ma
potrei trovare anche una regolarità anche con meno tempo di distanza, però…non
dipende solo da me ma anche da voi! Of course! Eheh Vi ricatto! *.* (per
rimanere in tema!^^)Eh già perché, molto semplicemente, se mi sento appoggiata
le cose vanno sicuramente meno a rilento e la mia ispirazione e voglia di
scrivere aumenta, non credete?? Eheh
Comincio già a stressare! No, a parte tutto, è proprio perché, come ho
fatto con Schifosi Ricatti, anche con questa storia voglio fare ugualmente, cioè
costruirla passo per passo con voi.
E’ una storia senza alcune pretese, per divertimento.
Totalmente distaccata da alcun fine morale, da alcun fine aulico o perché
voglio scrivere un capolavoro! E’ un po’ una palestra dove imparare e
divertirmi.
Quindi, non mi farò tanti problemi come non me ne sono mai fatti
precedentemente sulla struttura della storia, che sarà quel che sarà, come mi
uscirà dal cuore, con un linguaggio diretto e semplice, senza cercare di
costruire qualcosa, perché ho altri lavori che hanno questo fine, e questo non
lo è.
Voglio divertirmi e continuare le vicende del mio ‘Beautiful’ in versione
Hogwarts!
Quindi è già premesso che se anche SEMBRA che le coppie siano tutte belle
e felici, e Draco e Ginny sono innamorate, e Harry e Satine anche e così Ron e
Hermione tanto quanto Pansy e Blaise…beh, miei cari ragazzi, la vostra Giuggia è
pronta a combinare dei gran disastri nuovamente, e tanti bei ricattucci
scatteranno di qua e di la, ma questa volta non saranno solo fra i nostri
ragazzi, ma implicheranno forze maggiori e problemi più grandi, compreso
Voldemort e la questione della guerra.
Ok, ora sto zitta perché finisce che vi racconto tutto! ^^”
Io spero di avere il vostro appoggio.
Ringrazio fin d’ora chi leggerà e chiedo scusa per avervi fatto aspettare
più di un anno, sempre che qualcuno abbia aspettato! XDD
Vostra piccola
Giuggia!!
Ps: giustooooo! Nel frattempo, in
questo lungo anno, qualcosa di utile l’ho fatto! Eheh ho realizzato un video su
Schifosi Ricatti che potete trovare a questo indirizzo à
http://www.youtube.com/watch?v=vSW1IylFWw8<
/FONT>
Io ne sono molto molto fiera! (quando mai…U.U)
Fatemi sapere cosa ne pensate se ne avete voglia!
Bacini
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Capitolo 2 *** Si, lo voglio! ***
02- Si, lo voglio!
“Buonasera, mia cara quasi
mogliettina! Come va? Noto che mia madre ha fatto un ottimo lavoro.” Draco la
stava aspettando poco fuori dalla porta, vestito con un completo di seta nero
elegante ma non eccessivo, normale nel suo genere.
Ginny fece una smorfia. “Sembra
essere il suo Hobby, quello di contraddire qualunque cosa io decida di fare o
dire.”
“Beh, sinceramente non sei male!”
Alzò le spalle, fissandola sorridente.
“Grazie. Che sforzo che devi aver
fatto!” Storse il naso e si avvicinò, aggrappandosi al suo braccio con
nervosismo.
“…Ehi! Dove sono finite le
lentiggini?!” Draco sembrava sconcertato.
Ginny sorrise sotto i baffi.
“Scomparse…” Affermò, con aria cospiratrice.
Si incamminò verso la scala, ma
Draco la trattenne, fissandola per un po’ con sguardo ebete.
“Che c’è?” Sbuffò lei,
contrariata, alzando gli occhi al cielo.
“…beh, potrei anche approvare
questo cambiamento.” Sorrise, scuotendo la testa. “Ma dimmi, come sta Syberia?”
“Bene. L’ho lasciata con
Ludmilla.” Scosse le spalle, sorridendo.
“Sai che non mi sembra giusto che
la tenga sempre tu?! Cioè, credo di avere il diritto di poterla tenere un po’ in
camera con me!” Si lagnò, cominciando ad incamminarsi verso l’atrio, dove i
padroni di casa attendevano gli ospiti, non ancora arrivati.
“Che lagna che sei. Lo sai che
non si può. Devo darle da mangiare. E poi, quando andremo a dormire nella stessa
stanza, vedrai che di notte potrai stare tu alzato per farla dormire, non c’è
problema. Ti concedo, anche se con enorme rammarico, questo privilegio!” Scosse
la testa.
Draco ridacchiò ma non
rispose.
Erano infatti appena arrivati a
fianco dei genitori.
In piedi, sulla soglia,
aspettavano.
E i primi ospiti cominciarono ad
arrivare.
Un paio di carrozze comparvero in
lontananza, nere e cupe sullo sfondo rosa del magnifico tramonto.
Si fermarono esattamente di
fronte all’entrata e ne scesero una donna sulla quarantina e un uomo poco più
vecchio.
Ginny riconobbe all’istante la
donna: Bellatrix Black. Non poté fare a meno di accennare una smorfia di
disgusto, che cancellò prima che potesse essere intercettata dalla donna, che la
stava squadrando da capo a piedi.
L’uomo accanto a lei la prese a
braccetto e insieme varcarono la soglia.
“Buona sera, sorella, grazie
mille per l’invito. Io e Rodolphus siamo felicissimi di poter, ogni tanto,
uscire di casa! E’ veramente un inferno.” Affermò, con tono melenso mentre
enfatizzava le sue parole con melodrammatici gesti delle mani guantate di
viola.
“A chi lo dici, il Ministero mi
controlla notte e giorno. Ma dopo il processo dovranno smettere di pedinarmi…ah,
come voglio vedere le loro facce quando verrò scagionato per la millesima volta
per insufficienza di prove!”
Rodolphus non nascose una
risatina. “Il solito Lucius! Sai come si chiamano quelli così?! Fetenti
imbroglioni!” Rise anche Bellatrix con la sorella, mentre Rodolphus puntava
scherzosamente un dito contro l’amico, con un cipiglio falsamente
scandalizzato.
“…o semplicemente ‘uomini capaci
di corrompere le persone giuste’.” Lucius sorrise, facendo un leggero inchino,
mentre i due si spostavano poco più in là, a salutare Draco e Ginny, per lasciar
entrare la seconda coppia di invitati della serata: Silvester e Margharet
Parkinson, con la figlia.
Bellatrix scoccò un bacio a
sciocco sulle guance del nipote, dilungandosi in moine su ‘Come sei cresciuto!’
‘Ma che bel ragazzo che sei! Tutto tuo padre!’.
Poi spostò la sua attenzione su
Ginny, a cui fece un falso sorrisino, per poi allontanarsi nel salone con il
marito.
“Mi odia.” Sussurrò Ginny
all’orecchio di Draco, mentre Pansy si avvicinava a loro.
“Non ti preoccupare, mia zia odia
tutti.” Le rispose, mentre andava ad abbracciare Pansy con calore.
“Ciao! Quanto tempo! Sono molto
felice di vedervi! Draco, non ho ancora ricevuto gli inviti al matrimonio!
Quando diavolo conti di mandarmeli?!” Sbuffò la ragazza, rimproverandolo.
“Scusalo, ma lo dovresti
conoscere! Si riduce sempre all’ultimo.” Anche Ginny si avvicinò, abbracciando
l’amica e scoccandole un bacio sulla guancia.
“Che piacere! L’ultima volta che
ti ho vista giacevi urlante su un letto con un pancione enorme. Stai proprio
bene, una vera signora.” Sorrise.
“Se ti riferisci al vestito, l’ha
scelto mia madre…” Commentò Draco, sorridendo allusivo.
“Ah, ecco…” Stette al gioco
l’amica.
“Ehi, voi due! State per caso
dicendo che io non ho classe?!” Ginny si imbronciò, gonfiò il petto e assunse un
espressione ridicolamente altezzosa.
I due amici scoppiarono a
ridere.
“A proposito di pancione, come
sta Syberia?! Posso vederla?!
Vogliovederla!Tipregofammelavederedaichecucciolottatipregotipregotiprego!!”
Pansy sbatte due o tre volte le ciglia sui grandi occhi nocciola per cercare di
impietosire i due quasi coniugi, che però non cedettero.
“No, Pan, ora non possiamo! Mia
madre pretende che noi rimaniamo qui, e poi dobbiamo fare presenza alla festa,
visto che è per noi. Non possiamo scappare da una festa di cui siamo i
festeggiati!” Ribatté Draco risoluto.
“Non mi sembra che questo sia mai
stato un problema…” Una voce famigliare arrivò dalle loro spalle.
“BLAISE!” Ginny non resistette e
gli saltò al collo, beccandosi un occhiataccia da parte di Narcissa Malfoy. Per
sua enorme fortuna, la donna era l’unica che aveva notato quel suo, a dir poco
deplorevole, comportamento.
“Ehi! Calma, o qui penseranno che
hai sbagliato marito.” Le sorrise, baciandole la fronte.
“Ha ragione Blaise. Siamo sempre
scappati di soppiatto dalle feste e nessuno se n’è mai accorto! Che problema
c’è?!” Sbuffò Pansy, che non vedeva l’ora di prendere il braccio la piccola
Syberia e giocarci un po’. Aveva sempre amato i bambini.
Blaise si avvicinò e le scoccò un
bacio sulle labbra, prendendola per la vita e stringendola a se.
“Cos’è tutta questa voglia di
bambini? Devo preoccuparmi?” la prese in giro.
Risero, mentre Pansy scuoteva la
testa.
“Come siete cattivi!” Sbuffò.
“Si può anche fare, ma non ora.
Bisogna aspettare il momento giusto…” Draco scosse le spalle.
“Non fatemi aspettare troppo
però!” Mugugnò.
Blaise le scompigliò i capelli
con una mano, mentre sia i genitori del ragazzo sia quelli della ragazza
passavano a salutare Draco, e a lanciare occhiate poco amichevoli verso
Ginny.
“Sarà una faticaccia, non ci
arrivò viva alla fine della serata!” Ginny scosse la testa, depressa.
“Su, calmati, fanno tutti così
per metterti a disagio. Ma sei la Signora Malfoy, e
nessuno oserà mai fare o dire niente che potrebbe colpirti direttamente. Tu sei
mia moglie, vai bene a me e devi andare bene comunque a tutti!” Draco la baciò,
e Ginny si rilassò.
“Ma siete sempre appiccicati voi
due?!” Un’altra voce conosciuta si insinuò fra di loro.
“Saty! Ma che enorme piacere
vederti! E quello sgorbio chi è?! Il figlio tuo e del Bambino Sopravissuto?
Avete fatto in fretta però! E gli inviti al matrimonio? Già che ci siete potete
fare un'unica festa! Eh già! Pensa che ridere se qui ci fosse anche Potter!
Penso che non resisterebbe vivo se non per i primi dieci minuti…ma forse anche
meno!” Blaise la prese un po’ in giro, accennando al pargoletto dai folti
capelli neri che dormiva beatamente fra le sue braccia.
“Spiritoso come al solito, eh,
Zab?! Mi dispiace deludere le tue aspettative e le tue speranze di vedere Potter
–cos’è?! Neanche tre settimane e già ti manca? Non potete proprio stare separati
voi due, eh?! – ma questo è il mio adorabile fratellino Sypher!” Sorrise, ma non
fece in tempo a dire, fare o pensare altro, che Pansy si era già fiondata sul
piccolo a fargli un po’ di coccole, dopo averlo più o meno strappato dalle
braccia della sorella.
“Ed ecco la neo zietta. Quante
volte hai già tentato di ucciderlo?! L’Arsenico nel latte l’hai provato?!
Funziona perfettamente e in meno di cinque minuti ti sei sbarazzata del
fratellino rompipalle!”
“Ah-ah-ah! Molto spiritoso! Ma
così mi scoprono subito! Io avevo pensato di fingere un suicidio appendendolo
con una corda alla culla. Cosa ne dici?” Ribatté, pensierosa.
“Non so quanto sia plausibile il
suicidio di un pappone di un anno. Io opterei al massimo all’omicidio
premeditato dell’Elfa domestica gelosa!”
“Smettetela, on siete
divertenti.” Sbuffò Pansy, di cui il pargoletto stava mangiucchiando il dito,
visto che era nel periodo in cui stava mettendo i primi dentini.
“Come sei noiosa, stiamo solo
scherzando!” Fece una smorfia Satine, riprendendosi il fratello e incamminandosi
verso il Salone, seguita da Pansy e Blaise, che lasciarono i due amici alle
prese con gli ultimi ospiti che dovevano arrivare.
Alla fine, quando anche Walden
McNair era stato accolto calorosamente, si ritirarono anche loro nel Salone,
seduti a capotavola del grande tavolo di legno di noce, per iniziare la
cena.
***************
“E’ stata dura. Molto dura.
Durissima, oserei dire!” Ginny si buttò all’indietro sul letto, con le braccia
aperte, sfinita.
Erano le due di notte circa, e
avevano finito giusto cinque minuti prima di salutare gli ultimi ospiti
rimasti.
“Ma è finita. E te la sei cavata
benissimo. Le hai spiazzate tutte, quelle oche che volevano distruggerti!” Draco
la imitò, buttandosi sul letto accanto a lei. “Per me è stata più difficile.
Essere un padre di famiglia e un uomo responsabile che si sta per sposare è
molto, molto dura!” Si passò una mano sulla fronte.
“Mio caro, questo è il prezzo che
devi pagare! Tutti questi soldi senza neanche il minimo sforzo.” Scoppiò a
ridere.
“Non ci sono abituato!
Solitamente, dopo i primi dieci minuti me la svignavo con Blaise da qualche
parte. Tutte quelle chiacchiere e quei sorrisi: che pizza!” Non trattenne una
risata.
“Benvenuto nel mondo degli
adulti.” La voce di Narcissa si introdusse nei loro discorsi.
“Madre! Buonasera. Cosa
desideri?” Draco si era alzato di scatto dal letto, e Ginny si era portata a
sedere.
“Volevo vedere se eravate ancora
vivi e assicurarmi che Syberia stesse bene, nonché augurarvi la buona notte.”
Sorrise, ma solo rivolta a Draco, mentre rivolse un espressione ghiacciata verso
la nuora.
“Che atmosfera gelida che c’è
qui! Non ti sembra, mia cara, di essere un po’ scortese nei confronti della
moglie di tuo figlio?” Lucius era appena comparso alle sue spalle con una nota
divertita nella voce.
Narcissa lo ignorò, lanciandogli
un’occhiata sprezzante e dirigendosi a grandi passi verso la culla dove dormiva
beata la piccola Syberia.
“Forse bisognerebbe fare un
incantesimo per tenerla al fresco. Con questo caldo non vorrei che stesse male.”
Suggerì Narcissa, in apprensione.
Ginny si alzò di scattò e
raggiunse la suocera al capezzale della figlia.
Era infuriata, ma lo nascose
bene, come oramai aveva imparato a fare con tutte le sue emozioni: non doveva
dare motivo alla gente per prenderla alla sprovvista, cogliendo i suoi punti
deboli.
“E’ mia figlia e credo di sapere
cosa è meglio per lei anche da sola, grazie.” Rispose freddamente, scambiandosi
con la donna una occhiata di sfida.
Odiava il fatto che la signora
Malfoy cercasse in ogni modo di dimostrare che era un incapace come madre. Ma
soprattutto che cercava di prendere il suo posto. Era…insopportabile!
Ci fu qualche attimo di silenzio,
interrotto solo dal mugolio della piccola Syberia.
“Bene. Perfetto. Che muoia pure
di caldo. Buonanotte caro! Ci vediamo domani mattina.” Detto questo, uscì dalla
porta rapidamente, seguita dal marito subito dopo che ebbe augurato ai due
ragazzi la buona notte.
“Mi spieghi perché tua madre si
intromette così? Ma soprattutto, mi spieghi per qualche diavolo di motivo non mi
lascia fare la madre di MIA figlia?!” Sbottò Ginny, chiudendo la porta con uno
scatto, i signori Malfoy oramai lontani.
“Su, calmati dai. Lo sai che fa
così perché ancora non le va totalmente giù che io abbia deciso di sposarti! Ma
non ti preoccupare, non sarà sempre così. Dopo il matrimonio, si rassegnerà.”
Draco si avvicinò a lei, prendendola fra le sue braccia.
“Lo spero, per Merlino!” Mise su
il broncio.
“Su dai…è il momento di levarsi
questo, seppur splendido, non lo nego, vestitino!” Affermò Draco, cominciando a
baciarle la spalla, mentre sfilava la spallina e con l’altra mano apriva la zip
del vestito.
“Sei sempre il solito!” Ginny
rise.
“Ti piaccio per questo no?!”
“Ma non eri stanco morto fino a
cinque minuti fa?! E poi ti ricordo che c’è tua figlia lì!” Ginny lo spintonò
indietro con un sorrisino malizioso.
“E cosa ce ne importa? Ha neanche
un mese e sta dormendo! Cosa vuoi che gliene freghi?” Lui la riafferrò per la
vita tirandola su e trascinandola verso il letto.
“Dai! Stupido, lasciami!” Rise
lei, cominciando a prenderlo a pugni scherzosamente.
“Sshhh! Dai, che svegli la
piccola.” Le sussurrò lui, posandola dolcemente sul letto e, messosi a
cavalcioni sopra di lei, cominciò a togliersi la camicia.
Ginny continuava a ridacchiare,
ma oramai non si oppose più.
Era inutile: quando Draco si
intestardiva, non c’era modo di fargli cambiare idea.
E in fondo, lei non aveva alcuna
intenzione di farlo.
************
“Su dai, dimmi! Come procedono i
preparativi per il matrimonio?!” Pansy si buttò sul letto appena entrarono nella
stanza, mentre Ginny chiuse la porta alle loro spalle, lasciando prima uscire
gli Elfi domestici.
Per un attimo la fissò con
sguardo un po’ imbronciato.
“Mi prendi in giro? Sono un vero
e proprio INCUBO!” Si buttò a faccia in giù anche lei sul letto, accanto
all’amica.
“Ma dai, e perché?” Nascose a
stento il tono ironico.
“Mi prendi in giro per caso?!
Narcissa è insopportabile! Non posso decidere niente. Ogni cosa che dico non va
bene, c’è qualcosa che non va qui, c’è qualcosa che non va li. E gli abiti delle
damigelle solo troppo rosa, e poi sono troppo gialli, e poi li vuole neri, e poi
li vuole bianchi e come gli voglio io non interessa a nessuno! E gli invitati?
Figurarsi! Io volevo pochi intimi e lei si prepara a invitare tutta
la Londra
magica! Io volevo fare il matrimonio qui, in casa, nel giardino, nella cappella
di famiglia, e lei lo vuole organizzare nella più grande chiesa esistente in
Europa! Ha persino proposto di utilizzare Notre Dame a Parigi! Ma è fuori
completamente! Non ne posso più…” Aveva i nervi a fior di pelle e un tono
piagnucolante.
“Cavolo, che bello!” Non si
trattenne Pansy.
Ginny la incenerì con lo
sguardo.
“Ehm, no, scusa! Scherzavo!
Orribile! Si orribile. Veramente orribile. …però dai, ammetti che non sarebbe
brutto potersi sposare a Notre Dame!” Azzardò.
Ginny la guardò di sbieco. “No,
certo, figurati. Bellissimo. Ma grazie al cielo non è possibile: Lucius, a causa
del processo e delle accuse, ecc, non può uscire dal paese. A dir la verità è
praticamente agli arresti domiciliari, quindi è molto probabile che alla fine lo
faremo qui in giardino. E poi renditi conto che se lo facessero fuori, molti
delle persone che vorrebbe invitare non potrebbero venire. Sai, ricercati
Mangiamorte e gente varia. Bellatrix, per esempio. Non che la cosa mi
dispiacerebbe in realtà.” Non trattenne un sorrisino.
Pansy scoppiò a ridere.
“Già, immagino che potrebbe
essere un problema. Ma dimmi, per i testimoni?” Chiese la ragazza, in ansia.
“Ah già, volevo giusto chiederti
se volevi farmi da testimone. Draco l’ha già chiesto a Blaise, se non sbaglio.”
Buttò li Ginny, alzandosi e dirigendosi verso la culla poco distante, dove la
piccola Syberia si era appena svegliata.
“Oddio! Non sai quanto ci
speravo! Certo, certo! Ovvio! Che bello, come sono felice! Evviva!” Pansy la
raggiunse saltellando e buttandole le braccia al collo.
“Calma, mica è così una novità! A
chi credevi l’avrei chiesto? Era ovvio che l’avrei chiesto a te!” Rise,
prendendo in braccio Syberia dopo essersi liberata dall’abbraccio di Pansy, che
era quasi in lacrime.
“Non so, potevi chiederlo a
Satine ad esempio! O potevi sempre chiederlo a Belltarix!”
Ginny le tirò un pugnetto,
scoppiando a ridere con lei.
“Spiritosa! Senti, a proposito:
io uno di questi giorni devo scegliere il vestito. E mi farebbe piacere se mi
volessi aiutare. Cioè, se potessi venire a salvarmi dalle grinfie di mia suocera
in poche parole.” Ridacchiò.
“Molto volentieri, ma sappi che
ti proibirò di vestirti di nero!” La prese in giro.
“Dai, non prendermi in giro!
Quella era Narcissa, mica io!” Si difese Ginny, che andò a sedersi comoda sulla
poltrona li accanto, dovendo mettersi ad allattare la bambina.
“Devi darle da mangiare?” Chiese
Pansy, dando un buffettino sulle guance della piccola e perdendosi nei suoi
occhi grigio pioggia.
“Già…”
“Bene, allora io andrò! Esco con
Blaise. Festeggiamo i nostri due mesi! Non sei felice per noi?!” Stampò un bacio
sulla guancia a lei e uno a Syberia e poi, tutta allegra, uscì dalla stanza
facendole l’occhiolino, mentre Ginny la salutava sorridente.
************
Più aspettava, più l’ansia
cresceva.
Ma chi diavolo l’aveva inventata
quella stupida usanza? Non potevano semplicemente arrivare tranquilli insieme,
mettersi davanti all’altare, rispondere a quelle quattro domande e via, partire
per la luna di miele? Che stress, non ce la faceva più.
Alla fine avevano optato per un
matrimonio nella cappella di famiglia, fra pochi intimi, giusto giusto una
ventina di Mangiamorte scelti fra le fila più autorevoli di coloro al servizio
dell’Oscuro.
E, alla fine, Ginny era riuscita
ad avere la meglio sul vestito delle damigelle che, a quanto ne sapeva lui,
dovevano arrivare vestite di un bel verde pastello, in corti vestitini di raso.
Niente di voluminoso.
Il vestito di Ginny…non ne aveva
idea. Purtroppo, ancora a causa delle stupide tradizioni, non lo aveva ancora
visto. A dir la verità, erano tre giorni interi che non gli permettevano di
vederla. Non ce la faceva davvero più!
Blaise era li accanto a lui,
impettito nel suo doppio petto nero, che lo fissava con divertimento, osservando
la sua ansia crescere.
Anche gli invitati erano tutti
li, in piedi, fra i quali, i prima fila, spiccava sua madre, impeccabile come
sempre, mentre teneva in braccio la piccola Syberia.
Mancava solo lei, dannazione!
Non ce la faceva più.
Dall’altra parte dell’altare,
Pansy gli fece l’occhiolino, sorridendogli. Lui la incenerì con lo sguardo.
Cosa fare per ingannare il
tempo?
Cominciò a osservare il paesaggio
intorno a lui: visto la stagione estiva, avevano optato per un piccolo arco
ornato di gelsomini sotto il quale stava l’altare e, inevitabilmente, il
prete.
Quali favori doveva a suo padre
per aver accondisceso a rimanere il loro prete di famiglia, Draco non lo avrebbe
mai scoperto probabilmente. Non che gliene importasse in effetti.
L’odore dei gelsomini impregnava
l’aria in modo quasi stucchevole: cominciava quasi a infastidirlo.
A dir la verità, lo infastidiva
tutto in quel momento. Aveva i nervi a fior di pelle.
Dietro le spalle dell’altare,
sullo sfondo, la piccola cappella di famiglia si stagliava cupa nel paesaggio
caldo e soleggiato di quella mattinata di fine luglio.
Ok, ora non ce la faceva davvero
più.
Sbuffò, spostando il peso da un
piede all’altro, non potendo fare a meno di notare che sembrava l’unico a non
sopportare la situazione.
Persino sua zia Bellatrix
sembrava tranquilla, nel suo abito viola prugna e capello anni ottanta
abbinato.
Stava per ricominciare a sbuffare
quando, da lontano, vide una splendida creatura vestita di bianco avvicinarsi a
passo lento, accompagnata da un alto uomo biondo, che avrebbe riconosciuto
ovunque nel suo smoking del colore della neve. Non avevano invitato i Weasley,
ovviamente. Cosa che Ginny si era categoricamente rifiutata di fare. Così, era
suo padre ad accompagnarla all’altare. Così aveva deciso lei.
Era circondata da una piccola
folla di piccole bambine vestite di verde pastello, che spargevano fiori davanti
al loro cammino.
Draco sorrise: quella era
sicuramente un idea di sua madre.
Tutti applaudirono, mentre la sua
donna – amava definirla in quel modo – si avvicinava all’altare, e a lui.
Si fermarono a pochi passi da
lui, e Lucius la lasciò andare, mentre lui le porse il suo braccio, che lei
stinse, sorridendo.
Aveva uno splendido sorriso.
Tutto in lei era splendido. E
quel giorno, forse, ancora di più.
Si scambiarono uno sguardo
d’intesa, e si avvicinarono all’altare, mentre Lucius si accomodava vicino alla
moglie, strappandole quasi di braccio la piccola Syberia e tenendola fra le sue
braccia mentre sorrideva al figlio.
Il prete cominciò a parlare.
Draco rispondeva meccanicamente,
non ascoltava minimamente quello che stava dicendo.
Era troppo impegnato a osservare
la splendida creatura che aveva di fronte a se.
L’amava.
L’amava troppo.
Non sapeva come era arrivato a
ciò, che sorta di incantesimo lei gli avesse fatto per ridurlo in quello
stato.
Ma l’amava. L’amava più di ogni
altra cosa. L’amava quanto amava la loro bambina. Erano le due cose al mondo che
erano più importanti per lui.
E solo in quel momento se ne rese
veramente conto.
E solo in quel momento si rese
conto cosa significasse veramente amare e cose significasse veramente la frase
‘tutto per amore’.
Ora, non poteva più sfuggire, ci
era caduto anche lui.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per
amore di quelle due creature.
Ora si rendeva conto di quello
che aveva rischiato di perdere per la sua testardaggine e le sue
convinzioni.
Ora, se ne rendeva veramente
conto.
Ma – come si dice? – meglio tardi
che mai.
E giurò a se stesso che avrebbe
fatto qualsiasi cosa, rinunciato a tutto, avrebbe combattuto, sarebbe morto, ma
nessuno avrebbe mai potuto toccare coloro che per lui ora erano veramente la
vita.
“Si, lo voglio.” Sorrise.
E un baciò siglò il loro amore,
la loro unione, che non sarebbe mai più potuta essere distrutta.
*******************
Oddio ragazzi che bello! *.* Io
ero convinta che vi foste dimenticati di me e invece siete tornati tutti ancora
di più e più dolci di prima!! *.* Sono emozionatissima! Quindi prima di tutto vi
ringrazio! ^.^ E ora invece parliamo del capitolo…il matrimonio, finalmente!
Finalmente perché lo avevo in mente da millenni, e scriverlo è stata una
liberazione! ^-^ E sinceramente mi piace come è venuto fuori.
Per il resto…beh, ancora nulla di
nuovo.
Volevo chiarire una cosa che ho
detto nello scorso capitolo: non ho detto che assolutamente che non aggiornerò
praticamente mai! ^-^ Assolutamente no! Solo…affermavo di non poter garantire
una regolarità come avevo fatto precedentemente, almeno per ora all’inizio. E
che c’è la possibilità che possa passare anche più tempo da un aggiornamento
all’altro, ma nulla di così, come dire, sicuro…^-^ Tutto a causa della mia vita
che va a rotoli ogni giorno di più! Ahah Non c’è da ridere, ma va beh…U.U
Purtroppo ho trovato il mio Draco, ma mica sono fortunata come Ginny, io! Già
già, almeno lei come rivale ha solo Satine, non la propria (ex?) migliore amica!
Uff…ma non si sa mai che alla fine io riesca a finire come Ginny! …E non intendo
incinta ovviamente! XD Ma felice e contenta! Ihih
Tra l’altro…So che Draco sembra
molto molto più sdolcinato e quasi irriconoscibile per ora. Ma sono a casa, è
con la donna che ama e sottolineerei anche il fatto che c’è già Ginny che si
comporta da stronza al posto suo…ahah! Quindi… diciamo che credo che Ginny
ruberà il primato di bastardaggine al biondino! ^^ Per ora per lo meno…e non
solo! Ihih
Per il resto, io vi posso solo
ringraziare!! E dirvi arrivederci al prossimo capitolo! Che spero di poter
pubblicare appena finite le vacanze di Natale!
Quindi…faccio anche gli Auguri in
anticipo di Buon Natale e di Buon anno nuovo se non ci dovessimo rivedere prima!
^-^
Bacini a tutti
Giuggia!
Ringraziamenti:
Ginny88: non mi ricordo se avevi già
commentato, ma sono felicissima che tu abbia deciso di farlo ora e d’ora in
avanti! E sono molto felice che il primo capitolati sia piaciuto, nonostante non
sia successo un granché. E spero ti sia piaciuto anche questo, nonostante siamo
ancora in fase di ‘rimessa in moto’ della storia!^.^ Per il resto…grazie per il
complimenti per il video. Mi fanno molto piacere perché a me piace tantissimo e
mi ci sono impegnata un sacco per tutto l’anno scorso! XD Spero di risentirti
presto! ^-^
Winny_lally: lallottaaaaa!! *.* Che
piacere! Già già! Sono ancora viva, anche se non si direbbe! U.U Io sono qui, e
ho aggiornato…e spero tu abbia letto e ti sia piaciuto!! ^-^ Che bello ritrovare
i vecchi lettori! Avevo paura mi aveste tutti abbandonato a causa dei secoli che
ho fatto passare!^^” Spero di sentirti ancora! Enjoy! ^_-
Hachi: beh…il capitolo è qua, se avrai
voglia di leggerlo. Il disegno l’ho fatto e l’hai anche visto. Prima o poi,
sempre che Dani approvi!, lo metterò. Ginny…beh, sta diventando peggio di Draco!
XD
Ale_theangel: grazie mille per i
complimenti! Io continuo, basta avere fede e pazienza! ^-^ Spero ti sia piaciuto
anche questo capitolo. A presto!
Giulia: che bello, abbiamo lo stesso
nome! ^^ Ok, sono pazza, scusa. Lo sanno tutti..^^” Comunque…felicissima che ti
sia piaciuto il primo capitolo!! Spero continuerai a seguirmi. Il titolo del
video non è molto fantasioso! ^.^” Si chiama semplicemente “Schifosi Ricatti”! E
il sito è youtube, ovviamente…se ne hai voglia magari lascia un commento!
Bacini
Thaiassa: grazieeeeeeeeee! *.* …^-^
Beatrix Black: arrosisco! ^//^ grazie
mille! ^-^ Spero di riuscire a non deludere nessuno con il seguito! Bacini a
presto!
Mia_Black: chi si rivede!^.^ …Io un
genio??? ^//^ …finalmente qualcuno che l’ha capito! U.U…..XD scherzo, grazie
mille! Mi fa piacerissimo! Anche e soprattutto per il video, a cui ho lavorato
un sacco e a cui tengo particolarmente! ^.^ Comunque…beh, io sono qui! Basta
avere fiducia! Chi non muore si rivede!^.^ Per il resto…io ce la metto tutta per
non farvi aspettare troppo, ma non è così semplice purtroppo! ç_ç A presto,
promesso! ^-^ bacini
Fiubi: oddio, grazie! *.* Quanti
affezionati che ho!! Eheh! ^//^ E’ bello risentirti! ^-^ Che dire? Io ce la
metterò tutta per scrivere velocemente e non farvi aspettare! Ma voi datemi il
vostro supporto, mi raccomando! ^.^ Grazie mille per tutto, a presto!^.^
_Fleur_: che bello!! Hai letto tutto
“Schifosi Ricatti” insieme? Che bello che bello! Ci sarà voluto un sacco di
tempo! O.o E immagino che costi anche di più aspettare a questo punto, dopo aver
letto tutto insieme! Ihih ^.^ No, ma ce la metterò tutta, promesso!^.^ Per le
parolacce di Ginny…beh, tenterò di trattenermi, ma visto proprio che scrivo
molto di getto, a volte me ne scappano un po’ troppe! ^^” Purtroppo parlo
così…^^”” …comunque, per Draco…beh, bastardo con Ginny in modo serio non credo
lo sarà più, ma mai dire mai! Con gi altri…aspetta che torni a scuola!! XD
Potter&Malfoy che si rincontrano...eheh! Ginny comunque non sarà da meno…^.^
Bacini e grazie mille per i complimenti, per aver letto, per tutto!! Spero di
sentirti presto! Enjoy! ^_-
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Capitolo 3 *** Prudenza e discrezione ***
03
Si sentì puntare una bacchetta
alle spalle, e deglutì a fatica.
“Signor Potter, dovrebbe stare
più attento a chi da le spalle…” Una voce famigliare lo rimproverò,
avvicinandosi e prendendolo per la vita.
Si rilassò immediatamente, e si
girò di scatto, trovandosi davanti la figura snella e maliziosa di Satine che lo
baciò, trascinandolo con se nel loro letto, o quello che era oramai diventato
tale.
Si trovavano nella Stamberga
Strillante, la prima volta dopo un mese.
Era stata dura per tutti e due,
avevano provato a lasciar perdere, ma non avevano avuto la forza di
rinunciare.
E mentre Satine, gettata per
terra la bacchetta insieme al leggero vestito di lino rosso, si metteva a
cavalcioni del ragazzo, Potter non era da meno e si era già velocemente liberato
anche lui dei propri vestiti.
Tutti e due sapevano che era una
cosa stupida, enormemente stupida. Ma volevano continuare a fare finta di
niente, a fare finta che tutto fosse normale.
Satine da li a pochi giorni si
sarebbe dovuta presentare davanti al Signore Oscuro, e Harry invece sarebbe
andato a iscriversi ad un corso per Auror estivo, in un certo senso
preparatorio, insieme a Ron.
Senza contare che era il
cosiddetto ‘Bambino Sopravvissuto’.
La cosa era più che ridicola. Ma
nessuno dei due ci faceva caso. Nessuno dei due voleva farci caso.
E non si preoccupavano di quello
che l’altro faceva o avrebbe fatto.
Mossi da una passione
irrefrenabile, si ritrovarono non molti minuti dopo ansanti e stanchi, ma
soprattutto appagati e un po’ nostalgici, abbracciati fra i cuscini.
“Siamo pazzi.”
“Sono d’accordo.” Annuì
Satine.
Harry rise, stampandole un bacio
sulla fronte.
Satine sorrise, e dopo una
piccola pausa di silenzio, buttò li: “Sai? Draco e Ginny si sono sposati.”
L’espressione di Harry diventò
cupa.
“Domenica scorsa. Ora sono in
viaggio di nozze con Syberia in costa azzurra. Poi faranno un salto a Parigi e
poi non so. Ci scriveranno.” Mentre diceva questo, aveva cominciato a frugare
nelle tasche del vestito che aveva recuperato da terra.
Tirò fuori dei fogli spiegazzati,
che sembravano fotografie.
E infatti, come aveva immaginato,
erano proprio fotografie.
Le porse a Harry.
Erano tre fotografie del
matrimonio: una di Ginny che arrivava all’altare con il bellissimo vestito da
sposa, una degli sposi che si baciavano dopo la promessa e una mentre tagliavano
la torta e salutavano il fotografo sorridenti.
Harry trattenne il magone,
trattenne il dolore che gli si era annidato nello stomaco, e che avrebbe tanto
voluto poter cancellare.
“Te le ho portate perché forse
potrebbe fare piacere ai Weasley vederle. Non lo so, forse ho fatto male, però
comunque io te le ho portate.” Si sentiva un po’ in colpa. Non aveva ragionato
che forse non avrebbe fatto tanto piacere a Harry e neanche ai Weasley vedere
quelle foto.
In fondo, erano le foto del
matrimonio della loro figlia, certo, ma quella era la loro figlia che li aveva
rinnegati, la loro figlia che non li aveva voluti al matrimonio, che non aveva
avuto intenzione di ascoltarli e che non avrebbe mai più voluto vederli.
“No, no, figurati. Grazie. Sono
molto belle, ma sai, è dura. Ora come ora sono a casa dei Weasley, ma è
veramente difficile vedere tutta la famiglia ridotta in quello stato. La signora
Weasley è irriconoscibile, ha perso tutta la sua vitalità e la sua gioia. Vedi,
nella sua testa, ha fallito. Lei e suo marito hanno fallito. Hanno realizzato
che hanno tenuto in casa per sedici anni una sconosciuta, che appena ha potuto
ha voltato loro le spalle. La situazione è delle peggiori. Ma non sono
arrabbiati con lei. Vedere queste foto sono sicuro che li farà stare male, ma
sicuramente li farà sentire ancora parte della sua vita. Anche a Ron farà bene.
E’ distrutto anche lui da questa cosa. Dal fatto che sia scomparsa così, che non
abbia salutato che non abbia chiesto scusa, che non abbia voluto includerci in
nulla. I Weasley per lei avrebbero accettato tutto, anche questo matrimonio, se
era quello che la rendeva felice. Ma lei non ha dato loro alcuna possibilità di
dimostrarglielo. E’ stata veramente dura. Ed è stato un comportamento veramente
strano per Ginny, inaspettato. Non lo so…” Harry era profondamente amareggiato e
sconsolato.
“Capisco perfettamente quello che
dici. E mi ha stupito con che fierezza e con che forza abbiano affrontato la
cosa, evitando di cercarla, di trovarla, di trascinarla via.”
“Infatti. Non hanno voluto.”
“Lei ha voluto prendere la sua
vita e decidere da sola cosa farne, e questo però le fa onore, non credi?”
Chiese, piegando la testa e baciandolo sulla guancia, mentre i suoi occhi erano
ancora fissi sulle foto.
“Anche se la parte che ha scelto
è quella sbagliata?”
“Giusta, sbagliata! Non ha molto
senso, sai? Solo l’Amore ha senso, e lei e Draco si amano veramente. Questo è
quanto. Non importano le parti. Ognuno sceglie il suo ruolo e lo interpreta come
meglio crede. Il resto, è storia.”
“A volte mi spaventi, perché
riesci quasi a convincermi che quello che dici abbia un senso.” Sorrise, senza
però reale divertimento.
“Dipende tutto dai punti di
vista, Harry. Ma una cosa universale esiste, ed è l’Amore. E quello bisogna
seguire.”
“Parli come se avessi già vissuto
un esperienza del genere.” La guardò trovo Harry, spostando finalmente gli occhi
dalle foto e posandoli nei suoi.
“La sto vivendo...”
Harry rimase sbigottito, non
riuscendo a spiaccicare parola.
“Tu…? Tu mi ami?” Non sapeva cosa
pensare.
“Può darsi, Harry, può darsi…”
Sorrise.
Anche lui sorrise con lei, e le
si buttò sopra cominciando a farle il solletico, e tutti e due si rotolarono
ridendo vivacemente.
“Anche io, piccola! Anche io…” Le
sorrise, prima di tornare a baciarla con immensa dolcezza.
Satine si sentiva veramente bene.
Per la prima volta in vita sua,
amava veramente qualcuno in modo vero, e non come aveva amato Draco, un amore
malsano e corrosivo.
E, per la prima volta, sentiva di
essere ricambiata.
*******************
“Dracooo! Quanto diavolo ci vuole
per compare una diavolo di bibita fresca?” Ginny, con Syberia in braccio,
aspettava nervosamente fuori dal negozio, sotto il sole cocente, e cominciava ad
innervosirsi. “Sono dieci minuti che sei li dentro! Fa caldo!”
“Arrivo arrivo, eccomi! Cosa ci
posso fare se questi babbani tentano sempre di fregarmi sui soldi?” Sbuffò,
uscendo con in mano una lattina di coca-cola e una di Sprite, che porse alla
ragazza di fronte a lui, mentre le dava il cambio per tenere in braccio
Syberia.
“Mi ricordi perché siamo qui
sotto questo sole cocente con nostra figlia che sta per morire di caldo e io non
sono da meno quando potremmo essere io e te fra i ghiacci dell’Alaska e nostra
figlia a casa con la nonna?” Brontolò Ginny, appoggiandosi al muro con
stanchezza e sorseggiando la sua bibita.
“Cosa? Sei tu che hai voluto
portare Syberia! Hai detto, tue testuali parole!, ‘Figurati se la lascio a
quella megera di tua madre!’. E sei anche tu che sei voluta venire in costa
azzurra!” Ribatté Draco, scandalizzato.
Ginny lo guardò storto. “Ok, ok,
hai ragione…forse. Però ora ho cambiato idea. Cosa facciamo?” Si lamentò.
Draco la fissò per un attimo con
rimprovero, ma poi si arrese.
“E va bene, risolverò tutto come
al solito. Passiamo in albergo, prendiamo le nostre cose, passiamo da mia madre,
le lasciamo Syberia, e poi ci trasferiamo in un bel alberghetto magico in mezzo
alle montagne del Canada e ci rimaniamo per sempre! Cosa ne dici?” Sorrise,
facendole l’occhiolino.
Ginny scoppiò a ridere e rispose.
“E va bene, ci sto. Però Syberia la portiamo con noi, che non mi va proprio di
lasciarla a Narcissa.” Si impose.
“Va bene, va bene, come
preferisce la mia signora!” Le sorrise e la baciò.
“Perfetto. Ora andiamo in albergo
e recuperiamo tutto. Freddo, inverno, neve, tutto quello che volete:
arriviamooo!” Draco si avviò verso l’albergo, mentre Ginny, ridendo, lo
rincorse, prendendolo a braccetto e continuando a ridere con lui.
Una luna di miele che non
avrebbero mai dimenticato.
************
Il dodici Agosto si stava
avvicinando, e Narcissa sembrava euforica all’idea di poter organizzare un’altra
festa.
A quanto Ginny aveva capito,
voleva far collimare la festa per il suo compleanno con il battesimo della
piccola Syberia.
Tutto questo per un motivo chiaro
come la luce del sole: odiava l’idea di dover festeggiare il suo compleanno, e
così aveva trovato un modo per non passare da maleducata ma ottenendo comunque
il risultato voluto.
Ginny comunque non ci aveva fatto
caso. Erano appena tornati dalla luna di miele, e non aveva, oltre che voglia,
nessun tempo per mettersi a discutere con la suocera.
Infatti, aveva cominciato a
studiare, perché non voleva rimanere indietro, nonostante dovesse ammettere che
i suoi G.U.F.O non erano andati affatto male.
Senza dimenticare le ripetizioni
di Pozioni che il suo caro suocero si era premurato di richiedere al suo caro
amico Severus.
La cosa l’aveva alquanto
innervosita all’inizio, ma non si era rivelata affatto male, perché Piton le
stava cominciando a risultare quasi simpatico.
Forse era l’influenza di casa
Malfoy, forse era il fatto che lei stessa fosse diventata una Malfoy, forse era
il fatto che stava nettamente migliorando in pozioni o forse semplicemente che
Piton, lontano dalla scuola e in vacanza, perdeva un po’ dell’acidità che lo
aveva sempre contraddistinto. Fatto stava che le cose procedevano per il meglio
sia con lui sia con i compiti in generale, con cui spesso Draco l’aiutava.
E con tutte le cose che aveva da
fare, non aveva il tempo di pensare a Narcissa.
Il tempo libero lo impiegava o in
compagnia di Draco nell’immenso parco della tenuta, o con Pansy e/o Blaise nei
negozi di Noctrun o Diagon Alley nonché di Hogsmeade.
Oramai aveva costruito finalmente
un guardaroba che si potesse definire tale, checché ne dicesse Narcissa, e si
sentiva orgogliosa di tutto quello.
Un po’ vanesio forse, ma faceva
sempre piacere aprire l’armadio e scegliere fra tutti quei bei vestiti, molti
dei quali regalateli fra l’altro da Draco stesso, contando che per i primi
sedici anni della sua vita aveva sempre dovuto indossare vestiti di seconda mano
che, ovviamente, non le erano mai andati a genio.
E non aveva mai posseduto
qualcosa di veramente elegante.
Il suo attuale armadio invece,
che tra l’altro era il doppio di quello della sua vecchia casa, era colmo di
vestiti di lusso, scarpe d’alta moda e accessori di ogni tipo.
Senza contare che nel porta gioie
teneva una serie di gioielli che Draco le aveva regalato e che un tempo non
avrebbe neanche mai pensato di poter possedere.
E poi, una cosa che la divertiva
un sacco, era andare con Pansy nel loro negozio preferito a Hogsmeade, che si
chiamava Puppy’s house.
Era un negozio per bambini dove
si trovava di tutto, dai giochi al vestiario, dal cibo ai libri.
Di tutto.
E non riusciva mai ad uscire da
quel negozio senza aver comprato almeno qualcosa per la sua piccola Syberia, che
spesso le accompagnava nei loro giri.
Ogni volta che la vedevano
tornare a casa con tutti quei pacchetti, Draco sorrideva, Lucius scuoteva la
testa e Narcissa storceva il naso.
Ma la cosa la divertiva.
Cominciava quasi a trovarsi
bene. La sera, a cena, cominciava persino a divertirsi: spesso Lucius la
faceva ridere, con battutine sugli Elfi domestici o sulla cena, o talvolta sulla
moglie, con cui subito cominciava lunghi battibecchi alla fine dei quali la
donna l’aveva sempre vinta.
Spesso poi cenava con loro anche
Severus che, seppur con il solito cipiglio disgustato, riusciva persino a essere
una persona con cui avere piacevoli conversazioni.
E le frecciatine che spesso
lanciava a Lucius, quelle che erano state il divertimento dell’infanzia di
Draco, riuscivano spesso a far sorridere anche Narcissa, mentre Lucius assumeva
un espressione imbronciata che Ginny non avrebbe mai potuto credere prima di
poter vedere sul quel viso gelido e composto.
La divertiva tutto quello.
Come la divertiva andare a
cavallo con Draco per i prati che circondavano il castello.
Spesso arrivavano anche fino alla
spiaggia, dove lei adorava correre fra le onde e sentire i freschi schizzi
dell’acqua che le bagnavano il viso.
Era felice, ed era contenta di
essere felice.
Quindi, nulla la turbava.
E aspettava con ansia il giorno
del suo compleanno.
Che sapeva sarebbe stato
indimenticabile perché, nonostante tutto, Narcissa era veramente brava in quel
genere di cose: erano pane per i suoi denti.
E, nonostante Narcissa facesse
finta di non sopportarla e non riusciva a fare a meno di punzecchiarla, alla
fine Ginny si fidava di lei, e sapeva che non l’avrebbe mai delusa.
***********
La giornata era stranamente
fresca per essere così vicini a ferragosto.
Era metà mattinata e gli ospiti,
i cui nomi a Ginny erano ancora ignoti, sarebbero arrivati di li a poco.
Il prete era già nella cappella
di famiglia nel parco della tenuta, Syberia era con Draco, che la stava portando
a fare una passeggiata vicino al laghetto.
Narcissa girava per la casa
freneticamente, dando ordini agli Elfi Domestici che correvano da una parte
all’altra, per gli ultimi preparativi. C’era sempre qualcosa da cambiare
all’ultimo momento, per Narcissa.
Lucius…non ne aveva idea.
Probabilmente era nel suo studio e sarebbe sceso di li a poco.
Lei stava seduta scompostamente
sui gradini del portone, con i capelli scompigliati dal piacevole vento fresco,
osservando il cielo azzurro sgombro da nuvole, con il sole che le illuminava il
viso, occupato da un dolce sorriso, talmente ebete che avrebbe sicuramente
provocato qualche battutina divertita di Draco.
Era assorta nei pensieri, nei
ricordi. A quella sera, al parco, quando aveva fatto per la prima volta l’amore
con Draco, a quella sera che, ubriaca, aveva vagato per i corridoi della scuola
imprecando contro tutti, al giorno in cui Draco le aveva chiesto di sposarla, al
giorno in cui era nata Syberia.
Tutti ricordi felici. Non che
quelli tristi non ci fossero, ma erano sepolti in un piccolo angolino della sua
memoria, e cercava per lo più di ignorarli.
Generalmente, riguardavano la sua
famiglia, riguardavano Harry.
Le mancavano, lo ammetteva. Erano
quasi tre mesi che non li vedeva. Era difficile. Molto difficile.
Ma cercava di non pensarci, e
ogni volta che il suo pensiero si avviava verso quell’argomento, Ginny cercava
in tutti i modi di scacciarlo ricordando i motivi che l’avevano portata a quella
scelta, ricordando quanto le parole di sua madre, seppur dette con sentimenti
positivi, le avevano fatto male.
Ricordandosi quanto aveva sognato
di scappare da quella famiglia in cui non riusciva a sentirsi se stessa.
Però questo non significava che
non volesse più bene a loro. C’era la rabbia, ma anche il rimorso.
C’era la voglia di abbracciare
sua madre, di baciare suo padre, di scherzare con i suoi fratelli.
C’era la voglia di ridere con
loro. In fondo, erano stati la sua famiglia per i suoi primi sedici anni. Erano
la sua famiglia. Le sue origini. E anche se avrebbe voluto rinnegarli del tutto,
non poteva riuscirci. Perché, in fondo, che cosa avevano fatto di male, loro?
Era lei che non era riuscita ad accettare per se stessa la vita che avrebbe
dovuto continuare a condurre con loro.
Le si era presentata la scelta, e
lei aveva scelto. Ma non avrebbe voluto dover cancellare totalmente il suo
passato.
Ma oramai aveva scelto.
Quindi, meglio non pensarci.
“Ginevra! Per Merlino! Cosa
diavolo di fai seduta li? Stanno per arrivare gli ospiti e il vestito si rovina!
Povera me, povera me.” Narcissa la strattonò per un braccio costringendola ad
alzarsi.
“Non si stropiccia. Va tutto
bene. Sono pronta e sto aspettando Draco.” Rispose con calma Ginny, che aveva
imparato che tentate di combattere con la donna era inutile.
“Esatto,vai a recuperare tuo
marito! Che non vorrei che si perdesse l’arrivo degli ospiti. Io devo
rintracciare il mio…LUCIUS?!!” Cominciò a salire le scale, urlando
inviperita.
Ginny sogghignò, e poi fece segno
a Draco di raggiungerla.
Subito dopo anche Lucius scese le
scale con la moglie, e i quattro si posizionarono sulle scale del portone, gli
Elfi Domestici che andavano e venivano.
E, senza farsi attendere troppo,
subito comparve in lontananza la prima carrozza.
Cominciava la parata.
La prima ad arrivare fu, come
sempre, Bellatrix con il marito, seguiti da McNair, dalla famiglia Goyle, dai
Parkinson, vari rappresentanti dei Black, nonché gli Zabini e molti altri tra
cui Severus stesso.
Quando gli invitati erano già
tutti raccolti nel piccolo parco attorno al piccolo buffet allestito per
l’occasione, mentre sorseggiavano bibite offerte dagli Elfi Domestici e
conversavano del più e del meno aspettando l’inizio della cerimonia, una cosa
strana accadde.
Ginny inizialmente non capì cosa
stava succedendo, ma un silenzio innaturale calò fra gli inviati.
Tutti cominciarono a fissare con
una strana espressione sul volto –stupore? Rispetto? Sgomento? – la carrozza che
si stava avvicinando al portone.
Era nera, quasi macabra, trainata
da cupi e lenti cavalli.
Si fermò davanti alle scale, e la
porta si aprì, mentre Ginny ancora non capiva cosa stesse succedendo.
Poi, quando il passeggero della
carrozza scese, preceduto da un irriconoscibile Peter Minus, Ginny capì, e il
sangue le si raggelò nelle vene.
Si girò verso Draco, che sembrava
stupito quanto tutti i presenti, ma sicuramente meno spaventato di lei.
Ginny si voltò allora ad
esaminare la figura con occhi spalancati, deglutendo a fatica e stringendo
ancora più forte la piccola Syberia fra le sue braccia.
Si trovava davanti il Male in
persona.
Sapeva benissimo dove si trovava,
sapeva benissimo fra che tipo di gente era, in fondo sapeva benissimo che prima
o poi le sarebbe capitato di incontrarlo.
Ma vedere li davanti ai propri
occhi quello che aveva rappresentato per i primi almeno quindici anni della sua
vita la cosa più malvagia che esistesse, e che rappresentava tutto ciò che gli
avevano sempre insegnato ad odiare…non era per nulla facile.
Completamente diverso da come lo
immaginava, riuscì quasi a pensare che fosse un bell’uomo.
Alto, snello, gli occhi profondi
e imperscrutabili, non aveva più nulla del mostro che era stato per un certo
periodo di tempo dopo la sua rinascita.
Era tornato ad essere l’uomo
affascinante che era un tempo. E, a vederlo così, Ginny poteva capire benissimo
come aveva fatto ad ottenere tanto rispetto e tanto seguito: emanava carisma da
ogni poro.
Con un solo sguardo, senza l’uso
della magia, poteva convincerti a fare qualunque cosa.
L’uomo sorrise.
Un sorriso strano, ma che non si
poteva definire malvagio.
Si avvicino, baciando la mano a
Narcissa e salutando con un cenno Lucius, mentre si avvicinava a Ginny, fissando
con occhi quasi bramosi Syberia.
Ginny d’istinto arretrò quando lo
avvertì troppo vicino, provocando la sua ilarità che venne espressa con una
risatina di scherno.
“Tranquilla, mia cara. Sono forse
così ripugnante? Eppure non tutti la pensano così. Non mangio i bambini, non
preoccuparti. Non sono ammessi nella mia dieta.” La sua voce era calda,
suadente, persuasiva, anche se aveva una certa nota metallica che strideva con
la sensualità che cercava di esprimere.
Ginny si accigliò, mentre Peter
Minus alle spalle del suo signore accennava a una risata.
Il Signore allungò una mano verso
Syberia e questa volta Ginny non si ritrasse, anche perché non credeva sarebbe
stato saggio.
Accarezzò la testa alla piccola,
che piegò la testa da un lato per fissarlo con i grandi occhi
grigio-azzurri.
Indifferente e corrucciata,
poteva essere definita l’espressione della piccola.
Voldemort non poté fare a meno di
trattenere una risatina.
Poi si rivolse a Lucius: “Caro
amico, tua nipote sembra sveglia. Mi piace. E sono lieto di poter assistere alla
sua presentazione alla società. E altrettanto lieto di poter conoscere la moglie
del mio piccolo Draco. Bella scelta, mio caro ragazzo. Nonostante le umili
origini, sembra avere un gran bel carattere.”
Si voltò poi verso Ginny
sogghignando, mentre la ragazza lo ricambiò con uno sguardo ostile.
“Una piccola bestia indomata?
Credo che sarete capaci di farle fare il suo dovere. Come moglie di un futuro
Mangiamorte mia cara, hai alcuni compiti molto importanti e precisi che spero
imparerai a conoscere, tra cui allevare la sua prole secondo le leggi che
regolano la nostra vita.” Suonava come una minaccia e come un ordine. E a Ginny
non piaceva per niente dover sottostare agli ordini.
Dopo aver intrapreso un'altra
intensa lotta di sguardi con Ginny e aver dato un ultimo buffetto alla guancia
di Syberia, l’uomo, sorridente, si allontanò, verso gli invitati, che si
inchinarono al suo passaggio.
Poi improvvisamente si fermò,
voltandosi sinuosamente con un sorriso divertito stampato sul viso.
“In ogni caso, ti faccio i miei
più sinceri auguri di buon compleanno, Ginevra.”
Detto questo, si voltò a prendere
un bicchiere dal vassoio che un Elfo Domestico che passava teneva alto ad
offrire da bere.
Solo in quel momento Ginny notò
la donna che era scesa dalla carrozza successivamente a lui: una ragazza molto
giovane, di non più di vent’anni, bionda e pesantemente truccata, che si
atteggiava da prima donna.
E, esaminando la persona con cui
era arrivata, non si poteva dire che non fosse nella posizione di poterlo
fare.
Nel frattempo, il Signore aveva
cominciato a conversare con Lucius, che l’aveva raggiunto, di argomenti che non
interessavano a Ginny.
Draco si unì a loro, gli ospiti
ripresero le loro conversazioni, pur tenendo sempre un occhio puntato sul loro
Signore, e Narcissa prese Ginny da parte.
“Non so se ti rendi conto
dell’importanza che ha questa visita. E’ un onore immenso avere il Signore
Oscuro fra di noi, e devi essere onoratissima che sia qui per te e per tua
figlia. Significa che ti ha preso in considerazione e che ti da la possibilità
di mostrargli quanto vali e se vale la pena per lui considerarti in qualche
modo. C’è chi darebbe l’anima, letteralmente, per una possibilità del genere.
Non sottovalutare mai l’importanza che ha il fatto che il nostro Signore ti
tenga in considerazione.”
Detto questo Narcissa si
allontanò per raggiungere gli ospiti, mentre Ginny rimase in disparte con
Syberia in braccio che si lamentava.
Lo sguardo perso nel vuoto, non
riusciva ancora a capacitarsi di quello che era appena successo.
Una cosa però la sapeva: Narcissa
aveva ragione.
E se voleva vivere tranquilla e
lontano dai guai in quel mondo, se voleva proteggere la sua Syberia, era meglio
se giocava bene le sue carte e non faceva mosse avventate.
Prudenza, era la sua parola
d’ordine.
Prudenza e discrezione.
*****************
Eccoci di nuovo qui! *.* Stavo
ragionando…forse è vero che aggiorno meno spesso di un tempo, però è anche vero
che i capitoli sono più lunghi! Quindi…è già qualcosa! Eheh…comunque…Il vostro
supporto è così dolce e sentito, che non riesco a non sentirmi in colpa se non
scrivo! ^//^ Questo capitolo era già molto programmato e non è stato difficile
scriverlo. A me piace! E’ molto…mah…non saprei che aggettivo usare.
Beh, oltre a questo…BUON ANNO A
TUTTI!! ^-^ Che bello che bello! La serata di Capodanno è stata ottima! ^-^ Ma
va beh…durante queste vacanze sono riuscita a scrivere un po’..quindi…benebene!
^-^
Comunque…le vacanze sono quasi
finite, l’incontro con Voldemort non poteva mancare, Satine e Harry innamorati
non potevo evitarmeli e soprattutto…la vita in casa Malfoy sembra procedere
piuttosto bene! ^-^ Già fra due capitoli i nostri ‘eroi’ (XD) torneranno a
scuola. E cominceremo a divertirci sul serio!! Ahah Che bello! Prevedo disastri!
XD Sono perfida…
Ginny io l’adoro sempre di più!
Da piccola stupida bambina infantile che era, l’ho trasformata in una donna ce
sa quello che vuole. Ancora non del tutto adulta, ovviamente!, ma sicuramente
più sicura di se. E mi piace molto. Oramai io e Ginny viviamo in simbiosi. Ma un
po’ con tutti i personaggi! E’ attraverso di loro, attraverso anche le loro
vision contrastanti, che riesco a esprimere quello che penso e provo. Mi diverte
particolarmente, perché è un modo per analizzare me stessa! ^-^ Sono
completamente pazza, lo so!! ^-^ Comunque…io auguro semplicemente un Buon Anno a
tutti voi! Io un regalo ve l’ho fatto, no??^-^ Ora potete farlo voi a me
lasciando un commentino, ok??^_- Che bello!
Il vostro sostegno è veramente
indispensabile, perché mi fa veramente venire voglia di scrivere e di metterci
il mio meglio per non deludervi! ^-^
Dopo le note, che come al solito
sono insensate e chilometriche, vi saluto alla prossima volta! ^-^
Bacini a tutti
Giuggia!!
Ringraziamenti:
Thaissa: giàgià, matrimonio! ^-^ Anche
io li trovo una coppia fantastica! ^.^ Soprattutto perché Ginny è veramente
adorabile ultimamente non trovi? Ihih! *.* A presto bacini
MiaBlack: Cissa? Beh, lei è così! Non
ci si può fare molto! A me piace! ^.^ Ma non è cattiva, lo fa solo così, per
carattere…comunque…io spero veramente di non deluderti, ma non so, io ci metto
del mio meglio, poi quel che sarà vedrà! ^-^ A presto! Bacioni e grazie per i
complimenti!^.^
Winny_lally: luna di miele? Beh, la
risposta è in questo capitolo!^^ non mi sono soffermata molto sulla loro luna di
miele perché non era molto importante…e perché non ne avevo voglia! ^^” La
solita sfaticata! Ihih Comunque…beh, grazie! Spero ti sia piaciuto anche questo
capitolo! Bacioni a presto!^.^
Beatrix Black: beh, lo spero! Ci metto
del mio meglio per non deludervi!^.- Comunque ccoti accontentata! Ecco il nuovo
capitolo e per i prossimi non dovrete aspettare moltissimo! (le vacanze hanno
portato i loro frutti! ^.^) a presto e grazie mille per i complimenti e il
sostegno! *.*
Ginny88: beh…già nel prossimo capitolo
ci sarà un incontro, ma poi è logico che si vedranno, a scuola Ginny ci andrà,
quindi almeno con Ron si vedrà sempre. ^.^ Cissy…tutti odiano il suo
comportamento ma sono l’unica che lo ama?? ^^”” Va beh, l’addolcirò un po’. Già
in questo capitolo è più umana! ^.^ no, ma a parte tutto, Cissa vuole bene a
Ginny, solo che è nel suo carattere essere scontrosa e fredda con tutti, ma darà
prova di volerle bene…^-^ Potter è ricomparso in questo capitolo e Blaise…beh, è
tornato e non se ne andrò molto facilmente! Ahah! ^.^ Ci sentiamo molto presto!
Bacioni bacetti! ^.^
Miareika: oddio, grazie! ^//^ Cos’altro
potrei dire?? ^.^ Sia per i complimenti alla ff, che per i complimenti al
video…o meglio, al mio Blaise del Video! ^-^ ahah…comunque il figo che
interpreta nel mio video la parte di Blaise si chiama Jared Leto, è un attore
abbastanza famoso che ha lavorato in parecchi film ultimamente…comunque…beh,
figo è figo, l’ho scelto apposta! XD ihih…I disegni li ho trovati vagando per la
rete, alcuni so di chi sono, altri no…ma se ti interessano, basta che ti metti a
cercare e trovi di tutto! ^-^ O se li vuoi, posso trovare il modo di mandartene
qualcuno, ma ne ho talmente tanti che non saprei come fare! ^^”” Comunque per il
resto: grazie mille, spero che continuerai a seguirmi! Un bacione! ^.^
Aly7: oddio, per la 200tesima volta??
Buona fortuna! ^.^ Mi fa piacerissimo che ti sia piaciuto e che ti abbia fatto
piacere trovare il seguito, nonostante sia arrivato con anni di ritardo!
Ahah…Draco…beh, lo vedremo anche nelle vesti solite, da bastardo stronzo e
bambinone che è! Però non con Ginny…non ora per lo meno! ^^”” Comunque…Ginny…la
adoro anche io così e, modestia a parte! XD, sono fiera di me per come l’ho
trasformata! Ihih!! ^-^ a presto allora e grazie mille! Bacioni e buon anno!
^-^
Aletheangel: Ginny che vuole
cambiare…beh, sappi che, se un giorno me la sento, credo che attuerò su di lei
molti altri cambiamenti, oltre che alle lentiggini! XD ahah, speriamo che quel
giorno non arrivi mai!! Ihih Beh, grazie per gli auguri, scoprirò molto presto
come finirà la mia storia…o meglio…scoprirò molto presto se non è finita del
tutto. Anche se non credo, oramai mi aspetto sempre il peggio!!
Ahah…comunque…parlando d’altro…beh, allora io come regalino per l’anno nuovo
voglio una bella recensione! ^.^ Eheh! Una ricattatrice nata!^_- Per Cissy…sembra che a tutti dia
fastidio ma tranquilli, non odia Ginny come sembra. E’ solo un atteggiamento!
^.^ A presto e Buon anno! Bacioni! ^-^
Hachi: io mica ho mai avuto intenzione
di impedirti di leggere la mia fic…ahah…per l’ex tra parentesi…era una
considerazione tra me e me in un certo senso ironica. Ma lasciamo perdere…per
parlare della ff…beh, si che il nostro Bambino Sopravvissuto è molto bravo, ma
fare un figlio dall’oggi al domani era dura! Ahah spero ti sia piaciuto anche
questo capitolo. In riguardo alla stima…beh, solo gli eventi e il tempo potranno
dirlo, non io. A presto, bacioni e buon anno!
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Capitolo 4 *** Vecchie conoscenze e nuove amicizie ***
04
“Credi che Ginny ci sarà, al
processo?” Ron, che si stava infilando i pantaloni con poca voglia, non poté
trattenersi dal fare la domanda che aveva in testa dal giorno precedente, quando
il signor Weasley aveva annunciato alla famiglia che avrebbe dovuto partecipare
al processo contro Lucius Malfoy come testimone.
“Sinceramente, penso proprio di
si.” Rispose Harry, osservando di sottocchio la reazione del ragazzo alla
risposta.
Ron sembrò deluso. “Non voglio
andarci, a questo diavolo di processo! Non voglio vederla!” Si lamentò.
“Non fare il bambino, Ron. E in
ogni caso, tra una settimana inizia la scuola. La vedrai comunque.” Puntualizzò
Fred, mentre si sistemava la cravatta allo specchio.
Ron non seppe cosa ribattere, e
rimase a fissare sconsolato il vuoto, senza sapere bene cosa pensare.
Hermione entrò improvvisamente
nella stanza senza neanche bussare, inviperita.
“FRED! GEORGE! Cosa diavolo vi è
saltato in mente di scambiare il mio rossetto con uno dei vostri maledetti
giochetti?! E’ una cosa orripilante!” Cominciò a sbraitare contro i due ragazzi,
sventolando un piccolo serpente di gomma davanti alle facce tremendamente
divertite dei due gemelli.
“Scusaci, ma su chi le possiamo
testare le nostre invenzioni? Non c’è nessuno meglio di te!” Rispose George,
trattenendosi dal ridere sguaiatamente.
“Ah, ecco, certo! Come no! Ora
però ridatemi il mio rossetto, che non ho tempo da perdere.” Prendendo la cosa
con molta filosofia – solo perché erano tremendamente in ritardo – Hermione si
fece rendere il proprio rossetto, sotto le risatine poco trattenute di Harry e
Ron.
Mamma Weasley, che nel frattempo
era entrata in camera, cominciò a urlare perché, neanche a dirlo, avrebbero già
dovuto essere tutti pronti.
Le cose in casa Weasley non
cambiavano mai.
Tappandosi le orecchie con le
mani per non sentire gli strilli della donna, i cinque ragazzi scesero di corsa
nell’atrio, e si precipitarono davanti al camino, dove li attendeva Arthur con
la Polvere
Volante fra le mani.
Harry fu il primo, seguito da
tutti gli altri.
La speranza che tutto andasse per
il verso giusto era quella che tutti avevano nel cuore.
*********************
“Ci dobbiamo andare per forza? Io
non voglio vedere i miei genitori!” Si lamentò Ginny, aggrappandosi alla manica
di Draco, che sbuffò.
“Smettila di fare la bambina come
al solito. Dobbiamo andarci si! Da questo processo dipende la vita di mio padre
e di conseguenza la nostra. Smettila, che non sono dell’umore.” La scacciò via,
innervosito.
“E pensa io, che ci sarà mio
padre a testimoniare contro Lucius!” Ringhiò Ginny di rimando.
“Non me ne importa. Ci dobbiamo
andare punto. E quindi vedi di fare bella figura e dimostrare che non sei più
una pezzente, e cambiati quel vestito che ti sta malissimo. Lo vuoi capire che
l’arancione pesca è un colore che su di te è ridicolo? Stona troppo con i tuoi
capelli e la tua pelle. Risulti piatta e incolore. E non sono aggettivi che si
adattano ad un Malfoy. Quindi…vedi di darti una mossa, che è tardi.” Finì di
ordinare i fogli sulla propria scrivania e uscì dalla stanza, per raggiungere
Severus nell’atrio, con cui doveva discutere su cose che a Ginny non era
permesso conoscere, probabilmente.
Ginny era decisamente rabbiosa, e
corse in camera sbattendo la porta.
Odiava quando Draco era nervoso
per qualcosa e se la prendeva con lei senza motivo.
Si strappò quasi via da dosso
l’abito color pesca, che ogni volta le veniva criticato, e andò a frugare
nell’armadio per trovare un vestito che fosse gradito alla famiglia Malfoy
Possibile che ogni cosa che
faceva doveva sempre essere sbagliata?
Con un diavolo per capello,
scelse il vestito più bello e più costoso che aveva nell’armadio che le aveva
regalato Draco. A quel punto non si sarebbe potuto più lamentare!
Verde smeraldo come i suoi occhi,
secondo la sua idea di femminilità era un po’ troppo da cortigiana poco
raffinata, e per i suoi gusti troppo volgare. Ma a quel punto, non erano più
fatti suoi se Draco voleva portarsi in giro una moglie vestita come una
prostituta del 1700.
Va bene, una prostituta d’alto
borgo, ma pur sempre una prostituta.
Fosse stato di colore rosso,
sarebbe potuto tranquillamente essere adatto a Satine.
Sistemò con rabbia il corpetto
all’altezza del seno, stringendo forse eccessivamente i lacci, e buttò lo
strascico alle sue spalle con uno scatto nervoso.
Dopo averci abbinato un paio di
scarpette dello stesso colore con il tacco alto e i lacci, che la facevano
sembrare una diva degli anni 60, prese dal porta gioie la collana e gli
orecchini di smeraldi che a lei erano sempre sembrati un po’ troppo eccessivi ma
che a Draco piacevano tanto, e fermò i capelli in una crocchia con un
fermacapelli della stessa fattura.
Quando Narcissa entrò in camera,
all’improvviso e senza bussare, la trovò intenta a truccarsi in una posa
scomposta e decisamente poco signorile davanti allo specchio del mobile da
trucco.
La fissò per un secondo, e poi
storse il naso.
“Come diavolo ti sei conciata?”
“Come meglio credo possa rendere
Draco fiero di sua moglie. Così la smette di dirmi che sono piatta e incolore!”
Rispose secca la ragazza, alzandosi e avvicinandosi alla donna.
“Sono pronta, possiamo andare.”
Annunciò.
“Non è molto sobrio, ma è meglio
del tuo solito modo di vestire. E questi smeraldi, che non capisco per quale
motivo non indossi mai, sono splendidi.” Narcissa annuì, e poi uscì dalla stanza
aspettando che Ginny la seguisse.
La ragazza rivolse gli occhi al
cielo e scosse la testa, rassegnata, mentre la sua figura riflessa nello
specchio la stupì alquanto.
Effettivamente, non stava così
male.
Uscì dalla stanza con passi
sicuri, e raggiunse la famiglia Malfoy al completo, Severus compreso, tutti
pronti per raggiungere il Ministero scortati dagli Auror che avevano il compito
di tenere d’occhio Lucius.
******************
Quando la vide, non poté fare a
meno di rimanere a fissarla stupito.
Quella, era veramente Ginny? La
sua Ginny? La sua piccola sorellina Virginia Ginevra Weasley? La bambolina con i
capelli rossi e le lentiggini che aveva visto crescere, piccola e timida, sempre
dolce e gentile?
Non poteva essere.
Quella ragazza dall’atteggiamento
superbo, l’aria altezzosa, l’espressione calma nonostante la maggior parte degli
sguardi della sala fossero posati su di lei, e una posa quasi plastica, quasi
sfidasse il suo pubblico a rimirarla ancora, non poteva essere la sua Ginny.
La fissò con espressione basita,
sguardo sgomento.
Non si accorse neanche che
Hermione gli aveva preso la mano, per calmarlo, per confortarlo.
Arthur era già sparito in Sala, a
svolgere gli ultimi preparativi prima del processo insieme agli altri ‘addetti
ai lavori’, mentre il pubblico ancora attendeva fuori dalla sala che fosse dato
loro permesso di entrare.
Harry non ebbe il coraggio di
guardare l’espressione di Molly, non aveva la forza di voltarsi verso Fred e
George.
Vedere la delusione nello sguardo
di Ron gli era bastato.
Abbassò lo sguardo, fissando un
punto imprecisato davanti alla punta delle sue scarpe, sommerso dal gelo
dell’atmosfera che lo circondava.
Ginny si voltò verso di loro, non
avendoli notati prima.
Le fece un certo effetto vederli
tutti li, insieme, senza che però lei si potesse avvicinare.
Il cuore manco un battito, un
peso le si fermò sullo stomaco.
Ma nulla delle sue emozioni
trasparirono dalla sua espressione fredda e indifferente.
Draco le si avvicinò,
sussurrandole qualcosa all’orecchio che neanche sentì.
Continuava a fissare la sua
famiglia, quasi fissasse il vuoto.
Poi incontrò gli occhi di
Hermione: arrabbiati, accusatori, delusi, schifati.
Quella, era stata la sua migliore
amica?
E perché ora la guardava in quel
modo?
Nessuno di loro avrebbe mai
capito nulla di lei.
Sostenne lo sguardo, anche se con
molta fatica, per poi spostarlo negli occhi di suo fratello Ron.
Cosa vedeva? Odio. Vedeva solo
odio. Forse il suo punto di vista le faceva vedere le cose diverse da com’erano
in realtà, ma tutto quello che riusciva a vedere era rancore e odio.
Non riuscì a sostenere oltre lo
sguardo, e lo spostò verso Harry.
Comprensione. Harry fu l’unico a
trasmetterle un po’ di amicizia, fu l’unico ad appoggiarla, con quello
sguardo.
C’era amarezza, certo, ma anche
comprensione, sostegno in un certo senso. Non approvazione, certo, ma neanche
giudizio.
Ginny gli sorrise, non poté fare
a meno di farlo. E lui ricambiò.
Il cuore di Ginny tornò a
battere, e il peso nello stomaco si sciolse.
Si volse verso sua madre, che la
fissava con sguardo vuoto, così come Fred e George.
Ma in quel momento, non le
importava più.
Una guardia era venuta a
informare il pubblico che potevano entrare in Sala.
E così fecero.
Senza voltarsi più indietro,
Ginny seguì Draco, e tutto ebbe inizio
***************
Il processo non durò poco, ma il
risultato fu quello che in pochi speravano, ma di cui tutti erano convinti.
Lucius fu assolto per mancanza di
prove a dimostrazione della sua colpa.
Era riuscito, nuovamente, a far
fruttare le sue amicizie altolocate.
Ginny, questo lo trovava alquanto
scorretto, ma si sapeva benissimo che la giustizia si basava più sulle amicizie
e la posizione sociale, che su quello che era la realtà.
Così, tornarono a casa, dove la
sera fu organizzata una piccola festa.
Ma Ginny non aveva nessuna voglia
di parteciparvi, e infatti si ritirò ben presto in camera in compagnia della
piccola Syberia, leggendole un libro di favole che aveva comprato qualche giorno
prima.
Mancava poco al ritorno a scuola,
ma l’idea di doversi ritrovare in mezzo ai Grifondoro per il 6 anno di fila la
faceva sentire male.
Purtroppo però, che lei sapesse,
non era possibile cambiare di Casa.
Non che avrebbe voluto realmente
cambiare Casa, ma semplicemente non avrebbe voluto trovarsi circondata dalle sue
vecchie amiche che probabilmente l’avrebbero volentieri accoltellata alle
spalle.
Era un’idea terribile.
E Syberia? Come avrebbe
fatto?
Lucius aveva assicurato che
avrebbe parlato con Silente per provare a convincerlo a fare in modo che lei
potesse tenerla a scuola con se.
Ma avrebbe mai accettato?
Aveva fiducia nella bontà del
preside, ma era anche vero che non poteva modellare le regole della scuola a suo
piacimento.
Quindi…doveva solo aspettare e
sperare.
L’idea che le era balenata in
testa era che avrebbe potuto tranquillamente non andare più a scuola, ma sia
Lucius, che Narcissa e tanto più Draco si erano fermamente opposti a questa sua
proposta.
Al massimo avrebbe ottenuto dei
permessi speciali e via dicendo, ma era escluso che smettesse di andare a
scuola.
In quel preciso istante, mentre
la ragazza stava raccontando alla piccola Syberia la storia della maga Sagana e
di come questa era decisa a conquistare l’amore dell’uomo della sua vita con
l’aiuto di pozioni magiche, Draco entrò nella stanza, e si avvicinò al letto
della moglie.
“Ehi, come va? Sei scomparsa.
Grazie al cielo mia madre è troppo impegnata con gli ospiti mezzi ubriachi e con
Lucius ubriaco anch’esso, per potersene accorgere.” Ridacchiò.
“Tutto bene. Sono solo un po’
stanca. Rivedere la mia famiglia oggi non è stato un bene.” Sospirò, posando il
libro chiuso sulle ginocchia, mentre la piccola Syberia si era oramai
addormentata.
“Si, lo immagino. Scusa se sta
mattina sono stato un po’ sgarbato ma ero un po’ nervoso, capiscimi. In ogni
caso, volevo farti sapere che mio padre ha parlato con Silente, che ha dato il
permesso che tu tenga Syberia a scuola a patto che durante le ore di lezione sia
tenuta dagli Elfi Domestici o comunque da qualcuno con le dovute competenze.
Insomma, non puoi ovviamente portarla in classe.” Sorrise Draco.
“Beh, lo immaginavo. Grazie al
cielo che Silente è un uomo comprensivo. Non saprei come avrei fatto se non ci
avesse dato il permesso.” Ginny baciò Draco con affetto, rannicchiandosi poi fra
le coperte sfatte, stanca. “Ho tanto sonno…!” Sbadigliò.
“Anche io. Facciamo che noi ci
dichiariamo fuori dalla festa e ci facciamo una bella dormita?” Draco sorrise, e
si accucciò accanto a lei.
“Si, bellissima idea…anche
Syberia si è appena addormentata.” Ginny chiuse gli occhi con un ulteriore
sbadiglio.
“Già, la nostra bellissima
figlioletta!” Sorrise Draco, lanciando una occhiata alla culla, dove Syberia
dormiva beatamente abbracciando il suo peluche a forma di Drago.
Draco posò un bacio sulla fronte
della moglie e poi, chiudendo gli occhi, raggiunse le due donne della sua vita
nel bel mondo dei sogni.
Dove tutto era più bello e le
minacce incombenti non erano neanche lontanamente esistenti.
********************
I passi risuonavano nel corridoio
che Satine stava percorrendo, circondata da uomini incappucciati.
Cercava di rimanere calma e
imperturbabile, ma più si avvicinavano alla meta, più le sue forze e le sue
convinzioni sembravano venire meno.
Ma doveva rimanere concentrata,
se voleva rimanere capace di chiudere la sua mente agli attacchi di Legimanzia
del suo, sperava, futuro Signore.
Era sempre stata abbastanza
brava, ma si era dovuta allenare ulteriormente in vista dell’incontro, a causa
della sua relazione con Harry.
Se fosse venuta fuori, sarebbe
stato per lei un gran casino.
Poteva solo sperare.
Entrarono nella stanza, lunga e
spoglia che si concludeva in fondo con un grande trono di marmo, che incuteva
timore per la possenza e la forma irregolare dei serpenti di marmo nero grezzo
avvoltolati intorno ad esso.
Su di esso sedeva Colui che Non
Doveva Essere Nominato, e che Satine vedeva per la seconda volta in vita sua,
dopo la visita poche settimane prima che l’uomo aveva fatto a casa Malfoy, per
il compleanno di Ginny e il battesimo della piccola Syberia.
Gli uomini che erano con lei
l’abbandonarono, si inchinarono, e uscirono. E lo stesso, dopo un cenno del loro
Signore, fecero le due donne che fino ad un attimo prima sedevano adoranti e
civettanti ai piedi del loro Signore.
Satine prese il respiro, e
cominciò ad avvicinarsi, con reverenza ma con sicurezza.
Non si fermò finché non arrivò ai
primi scalini che portavano al trono, dove si inchinò e attese.
Il Signore l’aveva seguita con lo
sguardo divertito fino a quel momento, senza dire una sola parola.
“Satine Black. Un nome, una
garanzia. Ma non raccontiamocela, sappiamo tutti e due le tue umili origini.”
Sogghignò l’uomo e Satine sussultò, ma non si mosse dalla sua posizione.
“Non ti preoccupare, sono un uomo
magnanimo, e considero maggiormente la buona volontà rispetto alle origini. Ma
questo può solo alimentare la sete di vendetta, se è sincero il disprezzo. Di
conseguenza puoi stare tranquilla che ci passerò sopra. Ma affinché io lo faccia
e per fare in modo di guadagnarti la mia fiducia, devi fare una cosa per me.” Si
alzò e le si avvicinò, chinandosi davanti a lei e prendendole il viso fra le
mani, costringendola a fissare i suoi occhi nei propri.
“Dovrai uccidere tua madre.
Quella traditrice del sangue puro. Quando lei sarà morta, tu potrai considerarti
una di noi.” Satine spalancò gli occhi, ma non disse nulla. Se lo aspettava.
Doveva ammetterlo, se l’era sempre aspettato.
Annuì semplicemente, e il Signore
sorrise.
“Sono felice tu abbia inteso. Ora
vai e torna solo quando mi potrai portare le prove della tua fedeltà su un
piatto d’argento.” La spinse con un gesto stizzito poco più in la e si
riaccomodò sul trono, rimanendo a fissarla compiaciuto fintanto la ragazza non
uscì dalla grande porta di legno massiccio infondo alla sala.
Un'altra adepta. E decisamente
affascinante per giunta. Nonché particolarmente giovane e in buoni rapporti con
le persone giuste.
Non poteva chiedere di
meglio.
************
“No, non lo farò! E’ inutile. Io
non ho mai voluto e mai farò parte del mondo dei Mangiamorte. Non sono un
assassino e non credo in quello per cui combattono. Quindi…non lo farò mai.”
Sbatté per terra il libro che teneva in mano e si alzò di scatto, provocando un
sussultò nella donna in piedi accanto a lui.
“Blaise, ragiona: cosa vorresti
fare? E’ l’unica strada che potrebbe portarti al prestigio. Come puoi rinnegare
tuo padre in questo modo? Come puoi rinnegare le sue scelte e non renderti conto
di quanto siano state alimentate da buoni ideali e buone prospettive? Fai parte
della nobiltà di sangue, Blaise. Non puoi tirarti indietro davanti al tuo
compito.” Sybille, la madre del ragazzo, stava tentando di convincerlo, cercando
per il più lungo tempo possibile di fare in modo che il padre, Astor, non lo
venisse a sapere, perché sarebbe sicuramente finto male.
“Madre, non ci posso fare nulla.
Non tutti i purosangue sono Mangiamorte. La stessa Narcissa è semplicemente la
moglie di Lucius Malfoy, ma non è una Mangiamorte. Tu stessa non lo sei. Io
stesso sarò lieto di poter stare in disparte e onorare la causa dei Mangiamorte
tenendo al sicuro i miei figli, con Pansy magari. Ma non sarò in prima linea. Io
non farò altro. Non significa nulla che sono un uomo e non una donna. Non ho
neanche intenzione, mai mi verrebbe neanche in mente, di passare dal lato
opposto, degli Auror o dell’Ordine della Fenice. Mai. Ma questo non vuole
neanche dire che io voglia passare la vita ad uccidere le persone. Non è nel mio
animo e nel mio spirito. Io non farò mai nulla del genere.”
Sybille sospirò, e si lasciò
cadere sul letto distrutta.
“Parlerò io con tuo padre. Ma non
ti prometto nulla. Spero solo che sia comprensivo. Io non dico che tu debba per
forza diventare un Mangiamorte, io stessa non ho mai voluto e ti comprendo
benissimo. Ma vedi, come speri di poter dare un prestigio al nome Zabini, se non
lotti per affermati?” Aggiunse la donna.
“Esatto, spiegami come speri di
farlo.” La voce di suo padre arrivò alle loro spalle, e tutti e due
sobbalzarono, voltandosi di scatto.
“Padre…” Iniziò Blaise, non
sapendo cosa dire, ma una mano lo fermò.
“Taci. Ho sentito tutto. Vuoi
sapere cosa penso? Che tu sia solo un vigliacco. E che con il tuo comportamento
farai in modo che il nome Zabini, che io tanto mi sono impegnato per rendere ben
accetto e conosciuto nella buona società, torni nel dimenticatoio. E per questo,
ti disprezzo. Per questa tua apatia e poca ambizione, per la piattezza e
l’inutilità della tua persona. Non posso costringerti, ma sappi solo che mi hai
profondamente deluso e che d’ora in poi non ti potrò più considerare come una
persona degna di rispetto. Riguardo a Pansy, grazie al cielo ti sei trovato una
moglie con un minimo di spina dorsale in grado di fare delle giuste scelte.
Spero che almeno lei possa aiutarti a vivere una vita meno mediocre.” L’amarezza
e il disprezzo permeava la sua voce.
Voltò le spalle al ragazzo e uscì
dalla stanza, seguito dalla moglie, dopo che ebbe lanciato verso il figlio uno
sguardo compassionevole.
Blaise abbassò lo sguardo, e
lasciò cadere i fogli ce ancora teneva in mano.
Era veramente dura da sopportare.
Come aveva fatto e come faceva Ginny a sopportare una situazione del genere? A
sopportare di essere stata ripudiata e di essere disprezzata dalla sua famiglia?
Era un peso sullo stomaco che ti dava un senso di totale rassegnazione e ti
faceva sentire una nullità.
Ma lui era convinto delle proprie
idee, e non le avrebbe mai cambiato. Avrebbe sopportato di venire additato come
una nullità. Avrebbe sopportato di tutto.
Qualcuno bussò alla porta, e
Blaise alzò lo sguardo, vedendo entrare nella stanza una Satine dallo sguardo
perso.
“Scusa Blaise, ma non sapevo dove
andare. Sei l’unica persona che mi è venuta in mente. L’unico che credo posso
considerare amico. Non mi cacciare, ti prego.” Chiuse la porta alle sue spalle e
fissò lo sguardo in quello del ragazzo, quasi implorante oltre che
disperato.
“Non ti preoccupare, piccola
Black. Mi può solo fare piacere. Cosa ti succede?” Le sorrise, comprensivo,
avvicinandosi e avvolgendole un braccio intorno al collo, affettuosamente.
“Ho ucciso mia madre.”
Fissò gli occhi in quelli del
ragazzo, che la ricambiarono sbigottiti.
Poi scoppiò in lacrime e consumò
tutte quelle che in 18 anni di vita non aveva speso.
*********************
Che capitolo inquietante! O.o Ok,
sono anche io che sono pazza, lo so.
Dopo un po’ troppo tempo, lo so,
eccomi però nuovamente qui…con un capitolo che non potete certo negare non sia
lungo! ^.^ Ok, ok, va bene…non conta! Però…io ci provo, ma sono sempre talmente
stanca e sfaticata…! Una cosa bellissima però sono i vostri commenti! C’è troppa
gente ultimamente che mi dice che sono un genio…comincio quasi a crederci! *.*
Che bello che bello! ^^
In ogni caso, mi sono accorta che
dovrei dare più spazio anche agli altri personaggi, perché per questo primi
capitoli, alla fine, ho considerato solo Ginny e un po’ Draco, ma gli altri
proprio…li avevo dispersi! ^^” Cioè…non perché non ci fossero, ma erano sempre
in relazione a Ginny! Invece hanno anche dei rapporti fra di loro! ^.^ Ok, come
al solito dico cose senza senso che capisco solo io, ma in ogni caso…direi che
le cose sono veramente cambiate un sacco rispetto a come erano all’inizio, non
credete?
L’odio fra Pansy e Satine, o
meglio, di Satine per Pansy, si è totalmente disciolto poiché il motivo
principale del loro odio era l’Amore, o meglio, la ‘possessione’ di Draco, e
visto che ora come ora nessuna delle due ci ha più a che fare…beh…tutto è
tornato alla normalità fra le due. Amiche come un tempo. O meglio, non ancora
amiche come un tempo, ma comunque non più nemiche.
Blaise invece…beh, anche lui è
cresciuto insieme a Satine, e non si sono mai sopportati un granchè ma questa
ultima scena, a me è piaciuta molto perché sto tentando di costruire qualcosa
fra i due, visto che la povera Saty non ha nessun amico, come dice lei stessa. E
sembrava carino creargliene uno! Eheh
Il rapporto Draco/Satine invece è
un po’ complicato, ma anch’esso è cambiato radicalmente. Ma questo lo vedremo
più avanti.
In ogni caso, tutto questo l’ho
detto per precisare un po’ la situazione visto che all’inizio della storia
Satine era nemica di tutti e ora sembra essere diventata la povera Santa vittima
di turno! E allora tentavo di spiegarne le motivazioni! Ihih
Ok, lasciando perdere
questo…prossimo capitolo si torna a scuola! E l’incontro con Harry & co sarà
definitivo, anche se l’assaggio di questo capitolo credo sia stato alquanto
duro, oserei dire.
Per il resto Zio Voldy ha dei
piani in testa (oserei dire Diabolici! Ahah) che nessuno vorrebbe sapere!! XD E
ha sempre più adepti. Complici i suoi continui successi, che anche se per ora
non ho nominato, verranno maggiormente a galla più avanti…
Una cosa di cui mi dolgo è il
processo di Lucius…non ho potuto fare di meglio. Avevo già messo delle orribili
basi con Schifosi Ricatti che ho cercato di aggiustare…lo so che è un po’ privo
di senso. Soprattutto perché a casa di un presunto indagato Mangiamorte suona
strano che possa comparire Voldemort così dal nulla, insieme ad un sacco di
Mangiamorte ricercati, e tutto vada bene. Sarà anche che io mi ero completamente
dimenticata del fatto che alla fine del quinto libro Mr malfoy fosse stato
arrestato…U.U Quindi…solo colpa mia. Ma visto che non è mai stato, non è e mai
sarà una parte fondamentale della mia storia, perdonate queste mie sviste e
andiamo avanti! ^.^
Poi…ho una domandina per voi…ma
cosa ne pensate di Satine?? O.o Boh…mi farebbe piacere un parere! ^-^
In ogni caso, ora vi lascio, che
ho già parlato troppo! ^.^””
Ci si rivede presto!
Bacini
Giuggia!!
Ringraziamenti: grazie grazie
grazie! *.*
Thaissa: che dire? Grazie mille! Anche
da parte di Ginny ovviamente! ^-^ Che va avanti sulla sua strada…^-^ Felicissima
che ti piaccia la mia storia!! *.* Bacioni
Mrsmoore: oddio, non hai letto
“Schifosi Ricatti”? E hai intenzione di leggerlo?? Beh…povera te allora!! Io
spero solo che ti piaccia!! E sono contentissima che ti piaccia questa ff!
Grazie grazie a poi fammi sapere! ^-^ Bacioni a presto!
Miareika: lo hai visto per forza,
almeno una volta! ^.^ C’è stato un periodo (in particolare dopo l’uscita al
cinema di “Alexander”) che era su qualunque giornale! ^-^ Per il resto…ecco il
nuovo capitolo! E non posso che essere entusiasta che ti piaccia!! Bacioni
Ginny88: la comparsa di Voldemort dello
scorso capitolo a quanto pare ha avuto esattamente il risultato che speravo!
Eheh…se hai dei brutti presentimenti…beh…li devi avere, poi non so se i tuoi
sono quelli giusti oppure no! ^-^ Eheh!! Harry….dai, poverino…sto cercando di
farlo rivalutare un po’…anche da me stessa, ben inteso! XD …in questo capitolo è
stato carino con Ginny, e lo sarà anche nel prossimo. ^-^ Spero ti sia piaciuto
anche questo capitolo e grazie mille per i complimenti! Spero di non deludere
mai nessuno di voi! Io mi ci impegno! ^.^ Alla prossima! Bacioni
MiaBlack: grazie per gli auguri! ^.^
Speriamo proprio sia un buon anno! Comunque…Satine e Harry…che si vedranno
ancora è certo. Che Satine sia innamorata…si, io direi di si. Ma le cose
purtroppo mica sono così facili! Eheh! ^-^ Come vedi, Satine è un po’ nei
pasticci! Bacioni alla prossima! E grazie per il sostegno e i complimenti!
*.*
Beatrix Black: beh, grazie mille! *.*
Spero solo di non deluderti ovviamente! E spero che continuerai a seguirmi! ^-^
Cosa ne dici? ^-^ Grazie ancora e bacioni
Winny_Lally: il nostro Voldemort…già
già! Una comparsa inaspettata! ^-^ Come puoi vedere, le cose fra Satine e Harry
potranno solo complicarsi, questo è certo…però non si sa! Vedremo cosa
succederà! ^-^ Grazie per i complimenti e per l’assiduo e continuo sostegno!
Felicissimissima che ti piaccia! *.* Bacioni a presto!
Hachi: Puppy’s House mi è venuto
spontaneo! Ihih La comparsa di Voldemort e la reazione che ha avuto su Ginny la
sua visita sembra che aver ottenuto la reazione che speravo…era proprio quella
l’idea che volevo dare! Harry e Satine…beh…a me piacciono molto per ora, ma
bisognerà vedere come si evolveranno le cose…vedremo! L’incontro definitivo è
imminente…al prossimo capitolo. Dove ci saranno delle belle scenette…^-^ Grazie
mille per i complimenti ovviamente! E ovvio che continuo a scrivere, finché mi è
possibile…baci a presto
BabyBlue: che altro dire se non
grazie?? *.* Sono commossa! Spero continuerai a seguirmi! Bacioni alla prossima!
^-^
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Capitolo 5 *** Incontri ***
05
Nonostante fosse il settimo anno
che si apprestava a compiere il passaggio dal muro di King’s Cross per
raggiungere il binario 9 e ¾, come ogni anno l’idea gli faceva sempre un po’
effetto e non riusciva mai a rilassarsi completamente. Forse era dovuto anche al
fatto che durante il suo secondo anno aveva finito per andare a sbatterci
completamente contro, ma non era convinto che dipendesse da quello.
In ogni caso, si preparò ad
andare e con molta nonchalance, per non farsi notare dai babbani, superò la
barriera.
Il binario era, come ogni anno,
affollato di studenti di età compresa fra gli undici e i diciotto anni, con
genitori a seguito.
I più piccolini, soprattutto
quelli che venivano da famiglie babbane, erano spaesati e facevano sorridere
mentre trascinavano bauli più grandi di loro verso la carrozza su cui avevano
deciso di prendere posto.
Si ricordava come si sentiva
disorientato il primo giorno che aveva preso quel treno, e di come salirci
avesse cambiato tutta la sua vita. E di come ora, quella vita, gli sembrasse
così normale, nonostante non lo
fosse per niente.
Si ricordava anche degli sguardi
stupiti e ammirati e i bisbigli che per i primi anni lo avevano accompagnato
ovunque andasse.
E poi lui aveva smesso di farci
caso, ma gli stessi alunni si erano abituati alla sua presenza e non lo
consideravano ne più ne meno di un normale compagno di scuola, anche se spesso
tendevano ad attribuirgli i pettegolezzi più assurdi, giusto perché si trattava
pur sempre del Bambino Sopravvissuto.
Solo inizialmente i nuovi alunni
erano eccitati dalla sua presenza, ma poi smettevano anche loro di farci caso. E
lui preferiva nettamente così.
Intravide subito gli amici
Grifondoro, riuniti vicino ad un vagone, che confabulavano insieme a una
stralunata Luna, e un agitato Ernie McMillan.
Sorridendo, Harry si avvicinò,
salutando Neville con una pacca sulla spalla.
“Non ci si può credere! Ma tutti
i pettegolezzi su Ginny sono veri?!” Dean non poté trattenersi dal chiedere
frettolosamente, con eccessiva curiosità.
Harry abbassò lo sguardo,
imbarazzato.
“Non è possibile, cavolo! Ma
perché io sono così sfortunato che tutte le estati mi tocca passarle al di fuori
del mondo magico e mi ritrovo sempre a settembre a venire a conoscenza di cose
che mai avrei pensato??” Si lamentò, facendo ridacchiare Luna.
“Beh, ora non mi sembra garbato
parlarne, sta arrivando Ron.” Ordinò Neville, mentre il rosso raggiunse il
gruppo di amici.
“Ultimo anno ragazzi! Ci potete
credere?! Non vedo l’ora! Alla fine potremmo finalmente dire tutto quello che
pensiamo a Piton e tirargli qualche bella torta in faccia! Non vedo l’ora di
poter insultare quella vipera melmosa e viscida nonché untuosa. Quel gran
bastardo ha finito di rovinarci la vita!” Ron si entusiasmò, e nessuno riuscì a
fermarlo in tempo.
Quando ebbe terminato, tutti lo
fissavano con sguardo compassionevole.
“Che succede ragazzi? Perché mi
guardate così?” Chiese, spaesato.
Poi, un atroce presentimento di
impossessò di lui.
Si voltò con lentezza, ingoiando
a fatica la saliva.
“Beh, ho il dubbio che non abbia
neanche dovuto aspettare la fine dell’anno, mio caro signor Weasley, non è
felice? Per la torta in faccia però, i prossimi dieci mesi almeno li farei
passare, cosa ne dice? Sempre che ci arrivi, alla fine dell’anno…” Con la solita
voce untuosa e decisamente altezzosa, Severus fissò il ragazzo dall’alto del suo
metro e ottantacinque, mentre Ron si faceva sempre più piccolo sotto il suo
sguardo, senza avere il coraggio di replicare. Solo, annuì.
“Le auguro un buon viaggio e un
buon anno scolastico, signor Weasley. Ci rivediamo a scuola.”
Quando il professore si fu
allontanato abbastanza, tutto il gruppo di amici, compresa Hermione che si era
appena unita e che aveva assistito a tutta la scena, scoppiarono a ridere a
crepa pelle.
“Grande Ron! Gliene hai dette
quattro. Per la torta però aspettiamo la fine dell’anno! Sempre se ci arrivi
vivo!” Harry non riusciva a rimanere in piedi per il troppo ridere e si era
lasciato cadere per terra con la schiena appoggiata sul vagone, con Dean sopra
di lui che, piegato in due dal ridere, si appoggiava a lui per evitare di
buttarsi a terra anch’esso.
Ron non partecipò all’ilarità e
rimase immobile, bianco come un cencio, senza avere la capacità neanche di
ribattere.
Hermione lo abbracciò da dietro e
gli diede un bacio sulla guancia, pur sempre continuando a ridacchiare.
“Su, dai, cosa vuoi che sia.
Dovrai solo vedere di studiare un po’ di più.” Non poté però fare a meno di
scoppiare a ridere nuovamente insieme a tutti gli altri davanti all’immagine di
Ron sommerso dai libri di Pozioni.
“Smettetela tutti, non siete
simpatici!”
Dean stava per ribattere qualcosa
sul fatto che invece erano simpaticissimi, ma Seamus lo fermò, indicando alle
spalle del rosso una ragazza che stava raggiungendo il gruppetto.
Era Ginny, anche se per tutti
risultava irriconoscibile.
Tutti si zittirono e si voltarono
a fissarla.
Ginny si fermò un istante, e
cercò di prendere il coraggio.
Non poteva fare finta di niente,
erano i suoi compagni di casa, i suoi amici di sempre.
Non poteva fare finta di niente e
andare avanti.
Doveva per forza raggiungerli e
parlare con loro.
O non avrebbe raggiunto la fine
dell’anno.
Riprese a camminare nella loro
direzione, con passo sicuro, trascinando dietro di se il carrello con il suo
baule e la gabbia con il suo nuovo gatto, regalatole da Pansy qualche settimana
prima, che era stata costretta a chiamare Saphira per volontà dell’amica.
Teneva invece in braccio la
piccola Syberia, che stava tranquillamente mangiucchiando il proprio ciuccio
osservando con gli enormi occhi le nuove persone che la circondavano.
Li raggiunse e si fermò, senza
che nessuno avesse il coraggio di formulare una parola.
“Ho notato che hai già avuto un
piccolo diverbio con Severus, Ron.” Buttò li Ginny, accennando un sorriso.
Ma l’atmosfera attorno a lei
rimase fredda.
“Da quando lo chiami Severus?”
Chiese stizzito il fratello.
Ginny rimase interdetta, non
sapendo cosa rispondere, poi optò per dire la verità.
“E’ stato spesso a casa nostra,
quest’estate. L’ho conosciuto meglio.” Buttò li.
“Anche al matrimonio, immagino.”
La accusò Hermione.
Ginny non seppe cosa
rispondere.
Tutti la fissavano con sguardo
strano, e si sentiva tremendamente a disagio.
Non sapeva cosa fare e cominciò a
dondolarsi da un piede all’altro.
Fu Harry ad intervenire, dando un
buffetto sulla guancia alla piccola Syberia e sorridendole.
“E’ proprio una bella bambina. Ti
assomiglia un sacco.”
Ginny non si trattenne e scoppiò
a ridere. “Grazie mille per la bugia Harry, ma somiglia a tutti fuorché a me! E’
la copia del padre.” Sorrise, ricambiando la gentilezza che Harry le aveva
mostrato.
Luna si avvicinò alla bambina, e
chiese se poteva tenerla in braccio.
Ginny sorrise e gliela porse,
mentre Luna la cullava sorridente.
“E’ una gran bella bambina
comunque, nonostante il pessimo padre.” Disse, con la solita schiettezza e
ingenuità con cui diceva le cose Luna.
Ginny sorrise e la ringraziò,
prendendo nuovamente in braccio la piccola, che non sembrava contenta di essere
sballottata qui e li.
Osservò per un altro secondo le
facce di coloro che la circondavano e poi, con un sorriso di circostanza, si
allontanò.
“Allora è vero. Non ci posso
credere. E che fine hanno fatto le sue lentiggini??” Buttò li Dean.
Ron si girò e lo guardò male,
prima di precedere tutti e salire sul treno.
Dean si beccò anche lo sguardo
arrabbiato di Hermione e di tutti gli altri, che seguirono il ragazzo sul
treno.
Harry rimase per ultimo insieme a
lui.
“Che diavolo ho detto di male?!”
Si scandalizzò Dean, fissando Harry con sguardo sconcertato.
Harry ridacchiò. “Niente, niente.
Sono solo tutti troppo nervosi.”
Poi salì anche lui sul treno e
Dean lo seguì mentre il capotreno fischiava informando i passeggeri che da li a
poco il treno sarebbe partito.
*******************
“I soliti, inutili, Grifondoro.
Dei cafoni, altro che!” Insorse Pansy.
“Perché, tu cosa avresti fatto al
loro posto?” Chiese Blaise, sbadigliando e lasciandosi cadere sulla poltrona,
mentre Draco cacciava dal vagone due ragazzini che dovevano ancora cominciare il
primo anno.
“Non lo so. Però mi sembra che
Potter sia l’unico che si sia comportato in modo civile.” Sentenziò.
“Io mi sarei comportato nello
stesso identico modo. Anzi, non avrei rivolto neanche la parola a un traditore
del genere.” Si intromise Draco, buttandosi accanto a Blaise e sospirando
stanco.
“Sei il solito cafone.” Lo
squadrò Pansy.
“Ma non hai mai fatto niente del
genere a me!” Intervenne Blaise. “Eppure mi consideri un traditore, no?” Sorrise
sornione.
“Tu sei solo senza palle, ma non
hai tradito nessuno.” Rispose Draco, convinto, lanciandogli un occhiata di
scherno.
Due ragazze del quinto anno di
Serpeverde che indossavano già la divisa nonostante il treno fosse partito da
meno di dieci minuti, si fermarono sulla soglia della porta chiusa e
cominciarono a bisbigliare e confabulare, osservando attraverso il vetro Ginny
con sguardi minacciosi e schifati.
Ginny le ignorò, Pansy ridacchiò
e Blaise diede uno scappellotto a Draco, che si girò a guardarlo male.
“Le tue spasimanti non sembrano
aver preso bene l’idea del tuo matrimonio con lei!” Rise, indicando le due
ragazze e Ginny.
“Ma chi, quelle? Ma chi diavolo
sono? Non mi ricordo neanche più come si chiamano!” Draco le fissò con sguardo
disgustato. “Anche se, a pensarci bene, mi ricordo che quella bionda ci sapeva
fare. Uhm…aspetta! Si chiamava Sheila forse…no, Sheila è la mora di Corvonero.
No, no, non mi ricordo proprio!” Assunse un espressione concentrata, mentre
Ginny lo fissava stizzita.
Pansy prese a ridere per poi
alzarsi e andare a cacciare le due ragazzine, rivolgendosi poi a Draco: “Sono
Francis e Clarissa, del quinto anno. Una volta avete fatto una cosa a tre nella
mia stanza, tu eri ubriaco. Io me lo ricordo parecchio bene! La scena che mi
sono trovata davanti quando sono tornata in camera era disgustosamente oscena.”
Assunse un espressione tra l’arrabbiato e il divertito, mentre Ginny strabuzzava
gli occhi.
“Ma fai schifo!” Esclamò.
“Grazie mogliettina, anche io ti
amo tanto!” Rise.
“Che razza di uomo ho
sposato?”
“Io te l’ho detto che avevi fatto
la scelta sbagliata, ma tu non hai ceduto comunque!” Blaise rise.
Draco si alzò di scatto, come
offeso.
“Smettetela di prendervi gioco di
me. Ora come ora, io vado a rintracciare Tiger e Goyle e vado a farmi un giretto
per divertirmi un po’ con i primini. Chi viene con me?” Sapeva benissimo che
nessuno di loro averebbe accettato, ma era comunque divertente provocarli.
“Il solito bambino.” Blaise
scrollò le spalle e si mise ad osservare fuori dal finestrino.
“Io vengo!” Pansy si alzò, e
Draco rimase interdetto. “Non guardarmi così Draco! L’ho sempre fatto! Mi
diverte tormentare i mocciosetti il primo giorno di scuola.” Ridacchiò.
Ginny guardò male tutti e due, ma
non disse nulla, e posò invece Syberia nella culla, a cui Draco posò un bacio
sulla fronte prima di uscire con Pansy al seguito.
“Mi chiedo come sia possibile che
Draco non cambi mai.” Blaise si rivolse a Ginny, sorridendo rassegnato.
“Non lo so, ma io lo amo così
com’è.” Ginny stava accarezzando la testolina bionda della sua piccola e la
fissava con sguardo adorante, cosa che prese a fare anche Blaise.
“Parlando di cose serie, Draco ti
ha mica parlato della cerimonia che ci sarà il mese prossimo?” Chiese Blaise,
curioso.
Ginny si voltò, fissandolo torva.
“A cosa ti riferisci?”
“Credo che il mese prossimo ci
sia una cerimonia per coloro che vogliono entrare nelle file dei Mangiamorte.
Pare che il Signore Oscuro stia organizzando seriamente un esercito per
prepararsi ad uno scontro serio con le forze del Ministero e dell’Ordine.”
Blaise sembrava preoccupato.
“No, non mi ha detto niente, ma
magari non lo sa ancora neanche lui. Come fai a saperlo?”
“Me lo ha detto Satine.” Scrollò
le spalle.
“Black? Quando l’hai vista?”
Ginny sembrò sorpresa.
“La settimana scorsa. E’ venuta a
casa mia. Aveva dei problemi e non sapeva da chi andare. Così abbiamo anche un
po’ parlato ed è uscita fuori questa cosa. Ho paura che Pansy me lo voglia
tenere nascosto…” Era affranto.
Ginny sospirò, non sapendo cosa
dire. “Sinceramente, non credo che sarebbe una cosa saggia. Forse, o non lo
sanno ancora, o semplicemente non ce lo vogliono dire subito per non metterci in
allarme e non farci preoccupare. Sarebbe tipico di Draco, si fa sempre i fatti
suoi.” Si innervosì, ma cercò di calmare Blaise.
“Non lo so, forse hai ragione tu.
Solo, mi dispiacerebbe non me lo dicesse.” Scosse le spalle e si rilassò contro
lo schienale, tornando a guardare fuori dal finestrino. “Voglio bene a Pansy, e
ho tanta paura che, se entra in quel giro, le possa succedere qualcosa di
grave.”
“Tranquillo Blaise, non succederà
nulla a nessuno. Rilassiamoci e non fasciamoci la testa prima ancora di
essercela rotta. Aspettiamo e vediamo.”
“Fai presto a parlare tu! Draco è
già a priori il favorito dell’Oscuro Signore, e tu sei entrata subito nelle sue
grazie. E’ facile parlare, dalla tua posizione, non sarà mai Draco ad andare in prima
linea a combattere!” Si infervorò.
Ginny parve rimanerci male, e non
replicò, e Blaise si accorse di essere stato scortese.
“Scusa, non volevo. Solo, sono
nervoso.”
“Non credere che io non lo sia,
Blaise. Soprattutto perché ho paura dei piani che l’Oscuro Signore sta tramando
alle mie spalle. La visita che ha fatto alla festa del mio compleanno, credi
davvero che fosse solo di cortesia? C’era qualcosa sotto, e non ho nessuna
fretta e voglia di scoprire cosa.” Rispose a tono, acida nonché rassegnata.
Si scambiarono sguardi complici,
in silenzio, mentre fuori il paesaggio scorreva e una leggera pioggerellina si
mischiava alla nebbia.
*********************
“Ma guarda chi si vede, il nostro
Potterino!” Si appoggiò allo stipite della porta, fissando il moro con sguardo
malizioso.
Erano mesi che aspettava
l’occasione di sfotterlo. In presenza di Ginny avrebbe preferito evitare, per
non rischiare di ferirla. Ma aveva troppe succulente carte in mano per non
giocarsele con Potter.
“Cosa diavolo vuoi, furetto?” Lo
guardò storto, ma anche con espressione stanca.
“Io? Da chi? Da te o dalla tua ex
ragazza?” Risata di scherno.
“Vaffanculo Malfoy!” Si intromise
Ron.
“Ah, giusto, scusa Lenticchia.
Che disgrazia! La tua povera, piccola sorellina nelle mani del malvagio e
crudele Malfoy! Che disdetta. La vita da pezzenti l’aveva stufata, sai com’è…e
al mio fascino d’altronde non si resiste.”
Lo provocò, squadrandolo da capo a piedi con la solita espressione
disgustata.
Ron fece per buttarsi sopra di
lui, ma un incantesimo lanciato alla perfezione dalla pronta Pansy che si godeva
la scena li accanto, lo aveva steso a terra, legandolo con una corda e
imbavagliandolo per bene, scatenando l’ilarità dei Serpeverde che si erano
raggruppati per assistere alla scena.
Alcuni alunni del primo anno
invece, in particolare quelli delle famiglie babbane, curiosi di vedere messa in
atto la magia, avevano formato un folto gruppo di spettatori estasiati.
“Sei un lurido bastardo!” Urlò
Hermione, sfoderando la bacchetta, che Draco però fermo prendendola fra le
mani.
“Taci, lurida Mezzosangue.” Le
sibilò all’orecchio.
Prima che Hermione potesse
lanciare un qualsiasi incantesimo, fu Harry a intervenire, facendo in modo che
Draco si ritrovasse sbattuto sulla porta dello scompartimento di fronte.
“Non so come abbia fatto Ginny ad
innamorarsi di un lurido essere schifoso e inetto come te, ma evidentemente deve
semplicemente aver perso il cervello.” Sbottò Harry.
“Cosa c’è? Ti rode forse lo
stomaco che la tua ragazza si sia fatta mettere incinta da qualcun’altro? Ma
chissà come mai! Ho il dubbio che il nostro Bambino Sopravvissuto abbia bisogno
di qualche lezioncina sotto le coperte! Qualche volontaria?” Si alzò in piedi,
spolverandosi i vestiti, avanzando a braccia aperte e con un sorrisetto
divertito e provocatorio sulle labbra.
Gli occhi di Harry si ridussero a
due fessure, pieni di odio e cattiveria.
“Mi dispiace deluderti, ma c’è
chi mi ha raccontato di quante volte si è addormentata durante un tuo amplesso.
Io almeno, mio caro, le tengo sveglie, le mie ragazze. E non le drogo o incanto
per portarmele a letto. O meglio, non le faccio UBRIACARE.” Gli sibilò
contro.
Draco non poté fare a meno di
ridere.
“Se la tua fonte è
la Black, sta
pur certo che se si addormentava era perché dopo cinque volte di seguito era
talmente sfinita che non poteva certo resistere ancora!”
Harry stava pensando a cosa
ribattere, quando la voce untuosa di Severus interruppe i loro battibecchi.
“Signor Potter, cosa ci fa con
quella bacchetta in mano? Vuole far perdere punti alla sua casa prima ancora di
aver messo piede a Hogwarts? Non mi sembra il caso, mio caro. Quindi metta via
la bacchetta. E lei, Signor Malfoy, raggiunga i Caposcuola nel vostro
scompartimento. Per quanto riguarda gli altri, sgombrare il corridoio. Tornate
ai vostri scompartimenti!” Disse, con tono autoritario.
Tutti obbedirono, anche se di
malavoglia, e Harry rinfoderò la bacchetta, non senza prima essersi scambiato un
ulteriore sguardo di sfida con Draco.
“Signor Weasley, devo dire che
questa nuova veste le dona. La usi più spesso, così magari evita di dire cose a
sproposito, così imbavagliato.” Detto questo, prese e si allontanò, lasciando
Hermione e Neville alle prese con le corde, mentre Harry si lasciò cadere sul
sedile vicino a Luna.
“Secondo voi, cosa diavolo ci fa
Piton sul treno?” Chiese Dean, incuriosito.
“E’ vero, è strano. Nessun professore
arriva a Hogwarts con il treno. Solitamente non ci sono professori.” Annuì
Seamus.
“Credo che sia un problema di
sicurezza. E’ probabile che abbiano deciso di far salire sul treno un professore
per proteggere i ragazzi. Di questi tempi, ne succedono di tutti i colori.”
Spiegò Hermione, sedendosi sulla poltrona, dopo essere riuscita con l’aiuto di
Neville a liberare il suo ragazzo, che le si sedette accanto.
“Ha ragione. Avete sentito
dell’attacco della settimana scorsa a Gleangherry, la cittadina a Nord di
Oxford? Un gruppo di Mangiamorte senza un capo e senza un apparente scopo, hanno
fatto strage di cinque babbani e tre maghi, probabilmente mezzosangue. Ne hanno
parlato anche ai telegiornali babbani.” Assentì Dean.
“Beh, se è per questo è
dall’inizio dell’estate che succedono cose del genere. E sicuramente
l’assoluzione di Lucius Malfoy da ogni accusa non ha giovato alla situazione. I
Mangiamorte si sentono troppo sicuri e liberi di agire. Non ci sono abbastanza
controlli! Il Ministero non fa nulla per migliorare la situazione!” Si lamentò
Hermione. “Troppi alunni non sono tornati a scuola, troppi si ritireranno,
troppi hanno paura…quante notizie di persone che hanno agito sotto
la Maledizione
Imperius ci sono state, negli ultimi mesi? Nessuno si fida più
di nessuno. E il Ministero cerca solo di far sembrare che tutto vada bene.”
Tutti si fissarono
sconsolati.
Non c’era nulla da fare.
Solo finire l’anno e sperare.
Sperare che tutto finisse presto
e che non ci fossero troppe conseguenze sul mondo dei babbani.
Ma soprattutto, che Voldemort
venisse presto ucciso.
E tutto quello dipendeva solo da
Harry.
Il ragazzo si sentì il peso della
responsabilità proveniente dagli sguardi degli amici che lo circondavano.
Perché tutto doveva dipendere da
lui?
Eppure, oramai si era
rassegnato.
Prima o poi sarebbe successo.
E anche se avrebbe egoisticamente
preferito che fosse più poi che prima, il giorno sembrava maledettamente
imminente.
Rassegnato sospirò, e prese a
fissare con sguardo pieno di amarezza la pioggerellina che schizzava sui
vetri.
********************
Perfetto. O meglio, chi lo sa?
Ihih, sono pessima. Mi dispiace avervi fatto aspettare…quando? Quasi quattro
mesi…o forse di più! ^^”” Mea culpa. Lo so…sono pessima. Ma purtroppo…la mia
vita è talmente incasinata che non so più cosa fare…e finisce che spreco il
tempo in cazzate e mi dimentico che ho anche delle responsabilità…tipo:
studiare. E in teoria anche scrivere! E’ da troppo che non lo faccio e me ne
dolgo perché è una delle cose che mi da più soddisfazione! :’( Va beh…Io non
capisco più quello che sto scrivendo. La trama prende e parte e fa tutto da
sola! O.o Va beh…lo scontro Draco & co non potevo risparmiarmelo! Forse è
stato un po’ cattivello, ma Draco è sempre Draco! E lo so che si siamo abituati
a vederlo in versione ‘casalinga’, molto dolce con Ginny ecc, ma mica è così lui
in realtà! Eheh! Invece…beh, il colloquio fra Ginny e i Grifondoro è stato
pessimo, e le cose non si evolveranno molto in meglio. In ogni caso, i tempi bui
devono ancora arrivare. E’ solo la calma prima della tempesta! Ma ci vorrà
ancora un po’. E per chi pensa che il Signore Oscuro nostro caro amico sia un
personaggio solo marginale…beh…si sbaglia di grosso! Miei cari, mi sto facendo
del ridere! Ok, sono perfida! E sto dicendo cose senza senso come al solito!
Quindi….vi lascio con la richiesta di un piccolo commentino, che fa sempre
piacere ed è sempre utile! Cosa ne pensate di Draco? Ho esagerato? Io mi sono
fatta del ridere quando parla delle sue amanti che non si ricorda nemmeno ci
sono! XD Va beh…fatemi sapere, io vi saluto alla prossima, promettendo che non
sarà tra quattro mesi XD
Bacini baciotti
Giuggia!!
Ringraziamenti:
Beatrix Black: wow…grazie mille! ^-^
beh…Lucius…mi serve! XD e poi mi piace e non volevo mandarlo in prigione! ^-^
Come ti è parso questo capitolo? Un po’ meno introspettivo ma un po’ più
succoso. Anche divertente spero. Mah…^-^ Spero continuerai a seguirmi…nonostante
i miei sbalzi di umore! XD Baciotti a presto!
Thaiassa: Ginny…più che sofferente è un
po’…stanca. Avrebb voglia di avere una vita normale e tranquilla, ma al momento
non sembra essere possibile. Soprattutto d’ora in poi ne succederanno delle
belle! ^-^ Hihi…comunque…Satine…beh…fa pena a anche a me. Ma il suo ruolo
purtroppo è proprio questo. E chi lo sa se potrà mai realizzare i suoi sogni ed
essere felice? Lo spero. Per il vestito beh…se lo avesse tenuto secondo me
sarebbe stato sfrontatamente inutile. E’ una Malfoy. E vuole imparare ad esserlo
fino in fondo. Baciotti e spero di sentirti presto! E scusa ancora per il
ritardo! ^^”
Ginny88: Satine…beh…credo che,
nonostante rimarrà un personaggio non proprio principale, avrà il suo daffare
per far andare avanti la storia. E finirà per diventare un bel
personaggio…almeno spero. Potter…Potter sembra l’unico ad avere un po’ di
umanità. In fondo, sembra l’unico ad aver preso quello che ha fatto Ginny per
quello che è, non come una sorta di vendetta o ritorsione…! Uhm….nono! ora tu mi
dici che sospetti hai sullo Zio Voldy! Hihi voglio vedere se qualcuno ci arriva!
Anche se comunque di progetti ne ha molti, Lui…e io con Lui! Hihi…siamo
Diabolici! ^.^ Se non vuoi parlarne nelle recensioni puoi sempre scrivermi per
e-mail! ^-^ As you prefer! Io comunque ho la bocca cucita…:P Spero di sentirti
presto! Baciotti
Miareika: Harry….Harry lo faccio
apparire quanto necessario! L’ho un po’ trascurato in questi primi capitoli
perché mi sono concentrata su Draco e Ginny…ma è pur sempre uno dei
protagonisti, e avrà il suo gran bel daffare! XD…Satine sua madre l’ha sempre
odiata e da quando ha scoperto la verità su di lei ha sempre progettato di
ucciderla. Poi dai progetti alla realtà dei fatti ce ne passa. Ma rimane il
fatto che tutto questo viene dopo. Il rimpianto e i dubbi vengono dopo. Intanto
però, l’ha uccisa. Spero di sentirti presto! ^_- bacini
Winny lalla: e come sempre bellissima
la tua recensione! Grazie mille mille, comeal solito! ^-^ per il
resto…beh…Harry, come vedi, sembra l’unico con un po’ di umanità…e l’unico che
sembra aver capito che Ginny non è un mostro cattivo e che quello che ha fatto
non l’ha fatto con cattiveria ecc…Per la scuola…eccoci arrivati! Chissà cosa
succederà! XD bacioni e spero di sentirti presto! ^.^
BabyBlue: come al solito tu mi fai
arrossire di imbarazzo! Scrivo veramente così bene? Uhm…a me non sembra per
nulla ma se me lo dici…beh…io ci spero! XD …Per Harry e Satine…secondo me sono
fatti per stare insieme! Tutti e due deboli infondo, ma tutti e due che devono
invece recitare la parte di quelli forti….Si sostengono a vicenda! Il ritorno a scuola…eccolo qui! Sta per
arrivare…e in questo capitolo c’è stato un assaggio! ^.^ Per la tua
storia…appena ho un attimo lo farò volentieri! ^-^ Solo che ultimamente sono
veramente sommersa da mille cose…ci proverò!^-^ Bacini e spero di sentirti
presto! ^-^
Shirley_Malfoy: ^-^ Ciccina mia! ^-^ Mi
fa piacere che tu ami la mia storia…tanto tanto….e tutti i miei folli piani che
ti ho descritto…beh…io spero che non cambino! Se no mi ritrovo nei casini! XD va
beh…speriamo bene! ^-^ Io so solo che la storia andrà avanti in un modo o
nell’altro…poi si vedrà! ^-^ Ci sentiamo presto, ci vediamo presto, ci un po’
tutto…(ride) baciotti
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Capitolo 6 *** Sogni ***
Page
06
Non si sentiva per nulla a
proprio agio.
Le sue compagne di stanza avevano
semplicemente optato per l’indifferenza. E forse non era poi così negativo. Ma
sentiva l’ostilità che la circondava.
Ma cosa ci poteva fare? Aveva già
provato a chiedere a Silente se poteva avere una stanza tutta per se ma il
Preside aveva categoricamente rifiutato, per il semplice motivo in realtà che
nel castello sembravano non essercene. O almeno così le aveva fatto credere.
Lei si fidava poco, ma comunque
non poteva farci molto.
Sistemò Syberia nella culla che
aveva posizionato vicino alla finestra dalla quale proveniva una dolce e soffusa
luce lunare che, infondo, la confortava.
La piccola si era appena
addormentata, e anche le sue compagne di stanza erano crollate da molto in un
sonno profondo.
Diede un occhiata all’orologio:
01.37
Si stiracchiò. Era stanca, ma non
abbastanza per andare a dormire. Era troppo nervosa, e troppo in ansia. E poi,
anche se aveva lasciato Draco da meno di tre ore, le mancava già. In fondo, si
era abituata a stare con lui tutto il tempo, a dormire insieme a lui, a
svegliarsi con lui, a bisticciare durante la notte su chi dovesse alzarsi per
far smettere di piangere la piccola Syberia, nonostante non fosse poi una
bambina così rumorosa.
Draco avrebbe in realtà voluto
avere l’opportunità di poterla tenere con lui, ma Ginny si era fermamente
opposta, ed erano, faticosamente, giunti all’accordo per il quale avrebbero
fatto a turno, anche se Ginny era ancora decisamente poco convinta.
Aprì la finestra e si sporse
leggermente, respirando a pieni polmoni la fresca aria notturna, che le provocò
un leggero brivido lungo la schiena.
Diede un ultimo sguardo alla
piccola Syberia e alle sue compagne di stanza, tutte profondamente addormentate,
e decise.
Prese la vestaglia e uscì
velocemente dalla stanza, finendo col recarsi dove quella sera la voglia la
voleva portare.
*********
Draco si svegliò di colpo e,
ancora un po’ intontito, non riuscì a realizzare per quale motivo si era così
repentinamente svegliato.
Poi si ricordò di un forte
rumore, e subito dopo sentì una voce famigliare che si lamentava.
“Ma porca….! Draco! Ma ti sembra
questo il posto dove lasciare il baule, maledizione? Cavolo, mi sono distrutta
un piede!” Tenendosi con una mano la gamba, Ginny finì per trascinarsi
zoppicando fino al letto.
Anche se ancora un po’
frastornato, Draco non poté fare a meno di scoppiare a ridere.
“Maledetto, che diavolo ridi? Ora
ti faccio vedere io!” Ginny gli saltò addosso, afferrando un cuscino con cui
tentò di soffocarlo.
Il ragazzo si liberò ben presto
di lei, che finì invece per essere la vittima, schiacciata sotto il peso del suo
corpo e dalla forte stretta delle sue mani.
“Lasciami…”Mugugnò, pur sapendo
che sarebbe stato inutile: oramai conosceva Draco e sapeva che implorarlo in
quel modo serviva solo a farlo divertire ancora di più. “Non è giusto che tutte
le volte finisca sempre per averla vinta tu!” Si lagnò
“Mia cara, l’uomo è dominante.
Sempre. E se lo è, mica lo è per niente.” Draco cominciò a pavoneggiarsi,
sogghignando divertito.
“A si? Bene…ora vediamo chi
finirà per essere dominato, mio caro uomo…!” Lo provocò Ginny ammiccante, mentre
cominciò a muoversi sotto di lui in modo decisamente esplicito, esattamente come
sapeva che l’avrebbe fatto impazzire.
“Mia cara…non mi sedurrai. Io
sono un uomo forte e virile e so resistere alle tentazioni.” Sentenziò rimanendo
apparentemente impassibile. Almeno nella parte alta del corpo.
Ginny cominciò a tentarlo con la
bocca, cercando di baciarlo e di farsi baciare, ma Draco teneva il suo viso
lontano da quello di lei per impedirle di raggiungerlo.
Sembrava immensamente divertito
dalla situazione, mentre Ginny continuava ad ammiccare e tentarlo con la propria
lingua.
Dopo un po’ la ragazza riuscì a
liberare una mano dalla stretta del ragazzo e cominciò a farla scorrere sul suo
corpo, lentamente e in modo sensuale, soffermandosi nei punti che, sapeva,
avrebbero maggiormente provocato la reazione della “povera vittima”.
Draco non smise di sorridere
divertito, mentre continuava a recitare la parte di quello impassibile, mentre
Ginny finì per spogliarlo completamente e ribaltare le posizioni, andando a
mettersi a cavalcioni sopra di lui.
L’eccitazione del ragazzo era
senz’altro evidente, e Ginny non perse l’occasione di farglielo notare.
“Mia cara, ti sbagli. Io sono
impassibile.” Rispose allora lui a tono, finendo col portare le mani dietro al
collo in una tipica posizione di menefreghismo.
“Uhm…dici? A me non sembra.”
Draco allora afferrò un libro dal
comodino lì accanto e lo aprì dove aveva lasciato il segno, cominciando a
leggere.
“La metti così? Uhm…bene. Allora
continua a leggere.” Ginny sogghignò, pronta alla sfida.
Poggiò le mani sul petto del
ragazzo, prima di cominciare a leccare tutto l’addome. Cominciò a scendere,
mordicchiando sensualmente i fianchi, e mentre le mani scendevano sui glutei e
all’interno coscia, la lingua si soffermava sadicamente sull’inguine, sfiorando
la punta dell’erezione del ragazzo, giocando con essa senza mai prendere una
posizione decisa, tornando poi verso il petto, sfiorandolo con il suo seno e la
sua pancia, ancora coperti dalla sottile camicia da notte che però finì per
l’alzarsi completamente fino all’altezza delle spalle.
Il ragazzo intanto sembrava
continuare a leggere il libro. Ogni tanto Ginny notava che finiva con lo
sbirciare al di la del libro per poterla ammirare “all’opera”, ma appena lei
alzava lo sguardo, lui si nascondeva nuovamente dietro di esso.
Ginny sorrise e decise di passare
all’azione. Prese l’erezione del ragazzo in bocca e cominciò a succhiare,
finendo per costringere il ragazzo a lasciar perdere il libro per portare le
mani sulla testa di lei e ad accompagnarne il movimento.
Ginny sentì le mani del ragazzo
insinuarsi fra i suoi capelli in una maniera che ogni volta la faceva impazzire.
Lo faceva sempre con una tale dolcezza che sembrava quasi innaturale,
soprattutto per lui. Era strano, e non sarebbe forse mai riuscita a spiegare a
nessuno come quelle mani le riuscissero a trasmettere un sentimento così
profondo. Un sentimento così profondo espresso da delle semplici mani fra i suoi
capelli, sulla sua testa che stava facendo qualcosa che si sarebbe potuto
definire in molti modi ma forse le parole “dolce” e “romantico” non erano poi
del tutto adatte.
Però era così. Lei lo sentiva
così.
E mentre le mani
l’accompagnavano, Draco venne dentro la sua bocca.
In realtà, se ci pensava poi
lucidamente o se ragionava sulla cosa, non avrebbe saputo poi come definire
tutto quello. Ma ogni volta finiva sempre per desiderare ardentemente quel
nettare. Non perché fosse buono nel senso stretto del termine (avrebbe mai
potuto esserlo?) ma perché…non sapeva spiegarlo, ma finiva sempre col
desiderarlo, desiderare quel sapore oramai così conosciuto, sapore e odore di
lui. E finiva sempre col rimanerne quasi sconcertata.
In ogni caso, aveva raggiunto il
suo scopo finale, e lui non avrebbe potuto ribattere.
Alzò lo sguardo fino ad
incontrare i suoi occhi nella penombra della stanza, sorridendo divertita.
“Chi era l’uomo che sapeva
resistere a tutte le tentazioni?” Lo prese in giro.
Draco rise, le prese il viso e lo
avvicinò a se, cominciando a baciarla dolcemente un po’ ovunque: sulle guance,
sul naso, sulla bocca, sul collo.
“Lo sai che ti amo, vero?” Le
disse.
Lei rise.
Si strappò via dalle sue braccia
e si alzò lentamente, ricomponendo la camicia da notte e la vestaglia.
“Dove stai andando?” Draco rimase
un po’ interdetto, non riuscendo a capire che intenzioni avesse la piccola
rossa.
“Via. Torno in camera. Non vorrei
che Syberia si svegliasse. Ci vediamo domani mattina a colazione.” Gli stampò un
bacio sulle labbra e si diresse verso la porta.
“Ma…quello che voglio io non
conta nulla?” Si impose lui.
“No, mio caro, mi dispiace, no.”
Sogghignò.
“Sei proprio una puttana.” Le
rinfacciò lui, offeso, buttandosi indietro fra le coperte e i cuscini.
“Anche io ti amo, Draco.”
Sorrise, dolcemente divertita, e uscì dalla stanza.
*********
Aveva voglia di qualcosa. Non
sapeva cosa fare in realtà. Non sapeva di cosa aveva voglia, non sapeva neanche
di cosa avesse paura. Non sapeva nulla. Sapeva solo che si trovava in quella
fredda stanza, in attesa di qualcosa. Cosa avrebbe dovuto fare? Non lo sapeva
neanche lei. Era li. E aspettava. Aspettava un cenno, un movimento, un qualcosa
che le suggerisse cosa doveva fare. Ma era li, seduta sul freddo letto di ottone
lavorato a mano, molto più vecchio di quanto probabilmente immaginava. In realtà
non gliene fregava proprio nulla. Era li e fissava il vuoto del freddo muro di
pietra. Era sola e non sapeva cosa fare. Era arrivata li da meno di un ora, e
già sarebbe voluta scappare. Sembrava ridicolo, ma lei, Satine Black, non si
sentiva per nulla a suo agio.
Ma come poteva essere? Aveva
finalmente raggiunto il suo scopo, realizzato il suo sogno di sempre.
Però si sentiva vuota.
Era colpa di Harry. Lo sentiva.
Le aveva dato modo di vedere la vita con occhi totalmente diversi. E ora lei era
confusa. Vacillava. E non sapeva più cosa fare.
Fissava il vuoto della sua nuova
stanza e pensava che forse, se fosse uscita di li, avrebbe incontrato qualcuno
con cui fare due chiacchiere, qualcuno con cui fare qualcosa. Semplicemente
qualcuno.
Aveva un senso di disagio
profondo, continuava a spostare nervosamente i piedi, a cambiare posizione sul
letto. E non sapeva cosa fare. Aveva bisogno di qualcuno. Aveva bisogno di
Harry.
Aveva bisogno della sua capacità
di confortarla anche nei momenti più bui. Aveva bisogno di sentire quello che
solo lui riusciva a trasmetterle: tranquillità.
Ma lei non avrebbe più potuto
vederlo. Lei non doveva più vederlo. La loro storia era iniziata e finita
così.
Non doveva pensarci. Non dovevano
pensarci. Così era stato deciso. Così era il loro destino. Nessuno avrebbe
potuto farci nulla. Anche se non volevano, non potevano agire diversamente.
Sarebbe stato pericoloso, sarebbe
stato inutile, sarebbe stato controproducente per tutti e due.
Ma quell’umanità che Harry le
aveva trasmesso…ora cosa se ne faceva lei? Era solo un male. Un male per quello
che avrebbe dovuto fare. Era un male che le sue certezze vacillassero, un male
che le se convinzioni fossero state intaccate, un male che fosse così debole di
fronte a ciò che poteva accaderle.
Non riusciva a smettere di
pensare a lui. C’era un vuoto dentro di lei. C’era la rabbia contro un destino
ingiusto, ma che lei stessa aveva scelto. Lei stessa aveva scelto quella strada,
lei stessa si era buttata in quel gioco ben sapendo che sarebbe finito, ben
sapendo i rischi che correva. Lei sapeva fin troppo bene dall’inizio che tutto
quello non sarebbe mai potuto essere. Eppure vi si era buttata. E aveva finito
per innamorarsi di tutto quello. Di tutta quella normalità, famigliarità, di
quella vena quasi ironica e sicuramente sadica che aveva tutto quello.
Ma non riusciva a staccarsene,
perché in fondo al cuore non era quello che voleva, perché aveva ancora la
speranza che un giorno, forse, tutto sarebbe potuto essere diverso. Ma come
poteva crederci seriamente?
Non ci poteva fare nulla. L’Amore
non è razionalità, e la speranza è sempre l’ultima a morire.
Doveva fare qualcosa.
Non riusciva a dimenticare le sue
mani sul suo corpo, i suoi baci, la sua dolcezza, il suo sorriso, la sua
capacità di farla impazzire con un solo sguardo.
Stava uscendo di senno.
Doveva fare qualcosa.
Si alzò di scatto e uscì dalla
porta, penetrando nella penombra del corridoio.
Doveva trovare qualcuno. Doveva
dimenticare Harry.
E fu con questo pensiero che si
avvicinò al ragazzo che passava in quel momento nel corridoio, sfiorandogli un
braccio.
“Piacere, sono Satine Black, sono
nuova! Sono appena arrivata e proprio non so come comportarmi, cosa fare…non è
che potresti darmi qualche dritta?” Sorrise, utilizzando la tipica aria da
pecorella smarrita che tanto faceva sentire orgogliosi i ragazzi, che finivano
sempre per cascarci e diventare pietosamente servili, sentendosi come cavalieri
che corrono in aiuto della povera donzella sperduta.
Il ragazzo si girò, fissandola
con sguardo poco convinto.
Satine si ritrovò sperduta dentro
i profondi occhi blu cobalto del ragazzo. Non aveva mai visto occhi tali.
Erano…spaventosi. Lo sguardo del ragazzo metteva i brividi. Satine si sentì
percorrere da una scossa lungo tutto il corpo: era nervosa, e quello sguardo
sembrò scavarla nel profondo. Si senti tremendamente a disagio, ma non lo fece
notare e, scrollando le spalle, sorrise, mentre il ragazzo aggrottò le
sopracciglia, squadrandola da capo a piedi dall’alto del suo metro e
ottantacinque.
“Si, credo di aver sentito
parlare di te. Piacere, il mio nome è Mishra. Se vuoi fare un giro per il
castello, per me non ci sono problemi.” Le rispose, accennando una specie di
mezzo sorriso, che sembrava più un sogghigno divertito, mentre le tendeva la
mano che spuntava dal nero mantello.
Aveva una strana accento e un
particolare modo di muoversi e parlare. Satine ne rimase quasi sconvolta. Quel
ragazzo era veramente strano. Sperava solo che, li dentro, non fossero tutti
così. O non sarebbe sopravvissuta un giorno.
“Grazie mille! E da dove
cominciamo?” Sorrise, prendedolo a braccetto e cercando di ignorare il disagio
che provava, considerando che non era una sensazione a lei consona.
Si avviarono per il corridoio,
parlando del più e del meno.
Ma la ragazza non si rendeva
neanche lentamente conto di quanto quell’incontro avrebbe totalmente cambiato la
sua vita.
***********
“Io odio la scuola, odio i
Grifondoro e odio il fatto che la McGranitt abbia già cominciato con
tutti questi compiti…-è l’anno dei MAGO, dovete studiare, dovete prepararvi,
dobbiamo cominciare subito- bla bla bla…vecchia megera!” Blaise sbatté una pila
di libri sul tavolo della Sala Comune dei Serpeverde sul quale erano già riuniti
Pansy e Draco, che stavano complottando di qualcosa di sospetto, considerando
che avevano smesso di parlare nell’esatto istante in cui Blaise era comparso
sulla scena.
“Ehi voi due! Non me la
raccontate giusta…quale malefatta state tramando?” Si mise le mani sui fianchi e
prese a fissarli con rimprovero.
“Noi? Ma no, nulla
figurati…stavamo solo parlando dei compiti.” Rispose Pansy.
“Amore, non sei mai stata brava a
mentire.” Blaise la guardò storto.
“Va bene ci hai scoperti. Stavamo
progettando una gita nelle cucine…” Rispose Draco con nonchalance, lasciandosi
cadere indietro sulla sedia.
“Draco, ti conosco da 18 anni e
anche se credi di essere bravo a mentire, non la dai a bere a me.” Gli lanciò un
occhiata di fuoco.
Pansy e Draco si scambiarono uno
sguardo colpevole.
“Ok, ok…stavamo progettando un
nuovo scherzo da testare domani su Weasley…” Ammise Pansy, rigirando
nervosamente la piuma fra le mani.
Blaise sbuffò, sedendosi accanto
agli amici.
“Sempre i soliti…non c’è speranza
di cambiarvi! Mi piaceva di più quando tu eri incazzata con lui perché ti
tradiva e non confabulavate più…e tu passavi le giornate a insultarlo e
picchiarlo e a progettare omicidi contro le sue amanti...ora che vi siete
nuovamente alleati, io non so come farò a tenervi a bada!” Pareva, in fondo,
divertito.
“Eddai…ma se tu eri il primo a
dire che eravamo diventati tutti e due insopportabili con il nostro stupido
rapporto?” Rise Draco.
Blaise scrollò le spalle. “Me ne
disinteresso. Rimane il fatto che sono quasi le undici e io non ho ancora
iniziato a scrivere la pergamena per la McGranitt per domani…quindi ora voi
smettetela di parlare e concentratevi sui vostri compiti.”
I due obbedirono e cominciarono a
scrivere la loro relazione, così come stavano facendo anche altri tre ragazzi
parecchi piani sopra, nella Sala Comune dei Grifondoro, nella torre est.
“Io non ce la faccio più. Se
la McGranitt
comincia così, non oso immaginare cosa succederà domani con Piton.” Ron sbatté
la testa sul tavolo, rassegnato.
Hermione sbuffò, per poi posare
la piuma e cominciare a soffiare sul foglio, per far asciugare l’inchiostro.
“Non dirmi che hai finito?” Harry
la guardò accigliato e in un certo senso speranzoso.
“Si, Harry, ho finito. E no,
Harry, non te lo faccio copiare. Se cominciamo così il primo giorno di scuola,
dove andremo a finire?” Lo guardò storto, prendendo la pergamena e sventolandola
in aria, per poi ripiegarla su se stessa e alzarsi dal tavolo.
“Herm, dove vai? No, ti prego,
no! Rimani qui ti prego aiutami non ce la faccio più!” Ron si aggrappò al suo
braccio, cominciando a implorarla e a riempirla di baci.
“Signor Weasley, non mi
corromperà così facilmente! Ho detto no ed è No. Sono solo le undici. Finisci il
tuo compito da solo e poi vai a dormire. Fine. Io non ti aiuto. Vado a dormire.
Buona notte.” Gli stampò un bacio sulla fronte, e si diresse con passo veloce
verso il dormitorio femminile.
Ron rimase inginocchiato a terra,
rassegnato e piagnucolante.
“Non ci posso credere, Hermione
ha già finito e non ci ha dato neanche una mano! E’ scandaloso.” Harry scrollò
la testa, rileggendo le ultime righe che aveva scritto per vedere se riusciva a
riprendere il filo per continuare il discorso, ma proprio non gli veniva altro
da dire in riguardo alla “filosofia della Trasfigurazione nella storia e il suo
profondo significato in relazione alla sensibilità dell’intelletto umano”.
Non riusciva neanche a capire il
titolo! Come poteva riuscire a scriverci 18 pollici di pergamena? Stava per
impazzire.
Neville passò davanti a loro,
salutandoli, diretto verso il dormitorio.
“Non ci posso credere, anche
Neville ha finito. Possibile che siamo noi gli unici idioti che non sanno
spiaccicare una parola sull’argomento?” Ron cominciò a piagnucolare.
“Di che argomento di tratta?” Una
voce conosciuta rispose a Ron, avvicinandosi alle sue spalle, facendolo
trasalire.
Ginny, con in braccio la piccola
Syberia e a seguito Saphira, che si aggirava intorno ai suoi piedi e soffiava
contro Grattastinchi, si avvicinò.
“Ginny…buonasera.” Le sorrise
Harry, gentile.
Ron la guardo male, biascicando
un obbligato ‘Ciao’, ignorando il fatto che lei si fosse appena seduta al loro
tavolo.
Harry scosse la testa e rivolse a
Ginny uno sguardo per farle capire che si scusava per parte di Ron.
“Già in crisi per i compiti? Per
fortuna noi del sesto anno siamo ancora salvi per oggi…” Sorrise, tentando un
approccio.
“Già. La McGranitt ci ha rifilato una
pergamena di 18
pollici su -la filosofia della Trasfigurazione nella
storia e il suo profondo significato in relazione alla sensibilità
dell’intelletto umano.-” Harry si mostrò sconsolato e fece notare a Ginny le
sole 10 righe tutte scarabocchiate che aveva buttato giù.
“Ma dai, non è così difficile…!”
Commentò Ginny.
Ron la fulminò, ma si trattenne
dal ribattere, decisissimo a continuare lo sciopero del silenzio con sua
sorella.
“Ma come fai a dirlo? Io non
capisco neanche il titolo!” Sgranò gli occhi Harry.
“Ma si! Allora…” Si accomodò
meglio sulla sedia, continuando a cullare Syberia. “Praticamente il senso è che
in generale la
Trasfigurazione ha una grande influenza sulla psiche umana, in
quanto può finire spesso per essere utilizzata non solo a scopo utile, ma
spesso, nel caso della trasfigurazione umana, quando le persone sentono il
bisogno di cambiare il proprio corpo perché non si sentono a proprio agio, e
questo crea una sorta di reazione a catena che finisce per rendere
la
Trasfigurazione una sorta di supporto psicologico per individui
la cui sensibilità intellettuale finisce per essere corrotta dalla debolezza
dell’animo, e su questo argomento nella storia molti filosofi hanno disquisito,
ponendolo spesso al centro del loro lavoro di ricerca all’interno dell’Io. Vi
posso consigliare caldamente di dare un occhiata a “La trasfigurazione e l’Io”
di Amanda Squint, vi potrebbe essere parecchio d’aiuto, e sono sicura che la
biblioteca ne sia provvista.” Sorrise a Harry, che la guardava esterrefatto.
“Premettendo che ho capito molto
poco di quello che hai detto…ma come diavolo fai a sapere tutte queste cose?”
Sgranò gli occhi, quasi spaventato.
“Lettura, Harry, lettura. E
un’amica come Hermione, che mi ha sempre consigliato i libri giusti.” Ammiccò e
si alzo stancamente. “E dovreste cominciare a farveli consigliare anche voi…e
poi a leggerli!” Salutò Harry con la mano e fece un cenno verso Ron. “Vado a
letto, che sono veramente stanca e ne approfitto che non ho da studiare! Buona
fine del compito! Buonanotte!”
Si avviò con passo tranquillo
verso il dormitorio femminile per poi sparire dietro l’angolo con un fruscio di
vestiti e rumore di passi lontani.
************
Neve. Sono in mezzo alla neve.
Una leggera nebbia mia avvolge.
Cosa ci faccio, come ci sono
finita? Dove sono?
Sento freddo.
Una figura in lontananza. Chi è?
Non riesco a capirlo.
Mi avvicino.
Lo conosco. E’ una sagoma
familiare.
Mi continuo ad avvicinare, un
passo dopo l’altro, affondo nella neve, la camicia da notte fradicia.
Ma non sento così freddo come
dovrei.
Un leggero venticello. Brividi.
Mi fermo, mi sfrego le mani contro le spalle, stringendomi in me stessa.
La figura è vicina, immobile. Ora
mi fissa con occhi imperscrutabili.
Neri. Profondi.
Lo conosco.
Ma non riesco a collegare quel
bellissimo viso a nessun nome. Però…mi sento sedotta da lui.
Mi avvicino, quasi come attratta
magneticamente.
E mentre cammino, la nebbia
scompare, il vento diventa tiepido, la neve si sostituisce ad un tenero prato
d’erba viva.
Fiori di ogni colore mi
circondano.
Il prato sembra non avere mai
fine.
L’uomo rimane fermo, indefinito,
il lungo mantello nero che stona con il paesaggio primaverile e allegro che ci
circonda, rendendolo ineffabile ed effimero, incorporeo.
Continuo ad avvicinarmi,
incuriosita.
Ad un passo dalla figura, mi
fermo, gli occhi ancora fissi in quelli profondi e magnetici della figura.
Sento una mano che si poggia
sulla mia vita, ma non sono riuscita a vedere il movimento che l’ha portata a
farlo.
Ma non me ne preoccupo: il tocco
di quella mano è l’unica cosa che ora mi importa.
Quella mano: sono posseduta da
quell’unica mano.
E quell’unica mano scende, sulle
mie cosce, per poi risalire sotto la sottile stoffa della camicia da notte, i
nostri occhi ancora incollati.
Mi accorgo di non avere
biancheria intima poiché le dita di quella mano raggiungono velocemente la loro
meta, e le sento premere, costringendomi a bagnarmi per poi entrare
prepotentemente dentro di me, con arroganza.
Ma io sono succube di quella
mano, schiava di quegli occhi, come sottoposta ad un incantesimo che non voglio
spezzare.
E quella mano mi da un piacere
unico, ineffabile, che non può paragonarsi a nulla che io abbia mai provato in
terra.
Non può esistere niente di
meglio. Non può.
E io sento solo quella mano, mi
abbandono ad essa, mi aggrappo alle spalle della figura di fronte a me, le
unghie conficcate nel pesante mantello.
Ansimante, tiro la testa
indietro, muovo il bacino verso la mano: non mi basta, ne voglio di più.
“Ti prego..” Sussurro con voce
rauca.
Ma tutto, improvvisamente,
scompare.
*************
Ginny si svegliò di soprassalto,
alzandosi di scatto a sedere sul letto, sudata, ansante e terrorizzata.
Non riusciva a ricordare quasi
nulla del sogno.
Aveva in testa solo un odore. E
l’immagine di un prato. E l’idea di un uomo.
Null’altro.
A parte che si sentiva parecchio
bagnata e profondamente insoddisfatta.
Provava una strana sensazione:
era nervosa, irritata e si sentiva come “invasa”.
Cercò di scacciare quelle
terribili sensazioni dalla testa, e si trascinò verso il bagno, per bere un
sorso d’acqua e sciacquarsi il viso.
Tornata in camera, notò con
piacere che tutte le sue compagne dormivano pacificamente.
Anche la piccola Syberia
probabilmente stava dormendo, nella stanza insieme a Draco.
La mattina Silente l’aveva
convocata, facendole notare che non poteva continuare a chiudere un occhio sul
fatto che passava quasi tutte le notti nella camera del marito.
Per quanto potesse essere
accondiscendente, la scuola aveva delle regole, e lui non poteva lasciare che
loro le infrangessero comodamente, o non avrebbe potuto pretendere che gli altri
le rispettassero.
Ginny non aveva di certo gradito
il rimprovero, ma non aveva potuto di certo opporsi. In fondo, era pur sempre
vero che era un mese che dormiva tutte le notti in camera di Draco.
E Silente le aveva anche fatto
notare che, fino a prova contraria, lei era pur sempre una Grifondoro, e quindi
che sarebbe stato carino che almeno una volta al giorno tentasse di fare un
salto nella sua sala comune, e non cercare di evitarla bellamente.
Già, sembrava facile a dirsi, ma
ogni volta che entrava nella Sala Comune dei Grifondoro, si sentiva morire. Ron
non era certo migliorato dall’ultima volta che gli aveva parlato (o meglio, che
aveva cercato di farlo), Hermione semplicemente la ignorava, e Harry faceva del
suo meglio per essere gentile, ma risultava un patetico sforzo che Ginny, per
quanto lo apprezzasse, trovava degradante. Degli altri invece non le importava,
perché sapeva benissimo cosa probabilmente pensavano di lei, ma non le
interessava il loro giudizio.
Con le sue compagne di stanza, ex
amiche, il rapporto oramai era stabile e civile, la convivenza forzata le
costringeva a rivolgersi la parola, ma Ginny cercava di limitare i contatti al
minimo perché non voleva che le cose degenerassero. La ignoravano e le andava
bene così.
Però se poteva evitare di entrare
nel Dormitorio o nella Sala Comune, preferiva di gran lunga.
Oramai, la sua casa era
un'altra.
E così aveva detto al preside,
che le aveva concesso solo queste coincise parole: “Se il cappello ti ha
assegnato a Grifondoro, tu rimarrai a Grifondoro” E poi l’aveva congedata senza
diritto di ribattere.
E fu allora che a Ginny venne una
fantastica idea: il cappello l’aveva affidata a Grifondoro, vero, ma questo era
successo tanti anni prima. Una persona può cambiare. Anche perché, si ricordava
benissimo, che il cappello era stato a lungo indeciso se mandarla a Grifondoro o
a Serpeverde, ed era stato solo dopo anche sua insistenza che aveva scelto la
destinazione che ora gli era propria.
A volte pensava a come sarebbe
stata la sua vita se quel giorno il capello l’avesse assegnata ad un'altra casa,
a Serpeverde.
E così, per cercare di
riaddormentarsi, cominciò a pensare al discorso che avrebbe potuto fare
l’indomani al Preside per convincerlo a farle provare nuovamente il
Cappello.
*************
…Ok, sono scandalosamente
sparita…U.U Ma sono anche tornata!! ^-^ Con un capitolo parecchio lungo e pieno
di eventi…:P Ihih, mi piace un sacco, veramente…la vita a scuola continua
normalmente, ma dietro la facciata di tranquillità, c’è qualcosa che non
va…Mishra è un personaggio che non era previsto nella storia, ma è spuntato, e
credo di poterlo rendere parecchio importante…^-^ Per il resto…beh…il sogno di
Ginny è l’inizio di qualcosa, chi lo sa cosa? ^.^ Poi la scena Draco/Ginny…beh,
ragazzi miei, ci voleva…e poi mi sentivo ispirata!
Comunque ora purtroppo ho finito
le vacanze…In realtà da un bel po’…e il capitolo era pronto già da un bel po’!!
Solo che ero troppo sfaticata per pubblicarlo…comunque ora, dopo le vacanze, ho
ripreso a scrivere, quindi prometto che per un po’ non sparisco più…XD… Spero
solo mi possiate perdonare per l’IMMENSO ritardo! Fatemi sapere cosa ne
pensate!! (se siete ancora vivi…^^””)
Giuggia! ^_-
Ringraziamenti:
Visto la mia immensa pigrizia e
tutto il tempo che è passato, non starò a rispondervi personalmente…^^” Ma
ringrazio tantissimo WinnyLalla (sempre presente…*.*)BeatrixBlack(sempre troppo
gentile..^//^)gin90(prometto che non farò aspettare così tanto
ancora…^-^”)GinevraMalfoy90(mamma mia che bello, persino nuovi coraggiosi
adepti! *.* Mi sento importante…XD)Shirley_Malfoy(grazie per il tuo continuo
supporto…un po’ meno per le tue continue bugie, ma diciamo che ci continuo a
passare sopra…)Ginny88(tu avevi già avuto un assaggio del capitolo dopo avermi
corrotto…XD Comunque scusa se non riesco mai a parlarti ma prometto che mi farò
perdonare…magari regalandoti il prossimo capitolo in anticipo!! XD …ehm…cerco di
cavarmela con poco…XD)
Grazie veramente a tutti,
soprattutto se sarete ancora presenti e non spariti! ^-^ Bacioni a prestissimo!
^-^
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Capitolo 7 *** Inquietudine ***
Page
07
“Harry!” Una voce conosciuta
civettò alle sue spalle.
Il ragazzo la ignorò. -Falla sparire, fa che inciampi e cada, fa
che non mi veda- pregò, allungando il passo.
“Harry….!” La voce si fece più
intensa e più acuta.
Che nervi. -Continua ad ignorarla e spera che se ne
vada- Stava pensando di mettersi a correre.
“Harry, mi senti? Fermati!” Aveva
il fiatone per la corsa. Gli toccò la spalla. –Cazzo-
Lo aveva raggiunto,non poteva più
fare finta di nulla.
Si girò, fingendosi sorpreso.
“Ciao! Come stai? Non ti avevo sentito arrivare…!” Poteva dire diversamente?
“No figurati…sto bene! Mi
chiedevo…mi sembra solo che tu stia cercando di evitarmi in questi giorni” Si
alzò in punta di piedi e gli scoccò un bacio sulle labbra. “C’è qualcosa che non
va, forse?”
Harry era sconcertato.
“Ehm…Rodmilia, cosa ti salta in
mente?” La scostò, cercando di essere gentile. Era per quelle cose che avrebbe
preferito essere una ragazza: a quel punto il ragazzo si sarebbe beccato un
bello schiaffone e lei(lui) se ne sarebbe potuto andare via.
“Cercavo solo di consolarti. Mi
sembri così triste in questo periodo…è ancora a causa della rossa? Harry caro,
ci sono io che potrei consolari benissimo…!” Rodmilia si avvicinò maliziosamente
al ragazzo, avvicinando le mani troppo pericolosamente vicine ai gioielli di
famiglia di Harry.
Ma lui fu più veloce e si scostò
prima che li raggiungesse.
“Rodmilia, per favore. Te l’ho
già detto milioni di volte: tu non mi interessi! E non centra né Ginny né nessun
altro! Per favore, non farmi essere scortese, e piantala. Possiamo essere amici,
se vuoi” e questa da dove gli usciva? “ma io da te non voglio nient’altro.”
Perché, avrebbe forse voluto la sua amicizia?
Rodmilia lo guardò poco convinta.
“ Harry, credevo solo che avessi bisogno di un po’ compagnia. Comunque lo sai
che quando vuoi, io sono sempre disponibile!” Gli fece l’occhiolino e si
allontanò.
Harry sospirò, poi si voltò e
raggiunse Ron che in lontananza gli stava facendo segno di unirsi a lui e
Hermione, diretti verso la serra per la lezione di Erbologia.
“Cosa voleva di nuovo Rodmilia?”
Chiese Hermione, appena Harry li ebbe raggiunti. “Ultimamente vedo che ti sta
ancora più intorno del solito…”
Prima che Harry potesse proferire
parola, Ron intervenne “Vuole scoparselo”
Hermione aprì la bocca,
scandalizzata, e fissò Harry pregandolo con lo guadò di smentire.
Il ragazzo fece spallucce e
riprese a camminare.
“Ma…Non è possibile!”
“Già, è quello che continuo a
dirgli io…è comunque una ragazza carina. Un po’ stupida e di certo un po’
troppo, come dire, ‘aperta’, ma su questo sappiamo che Harry non ha dei gran
problemi…quindi non vedo perchè ci pensa così tanto!”
“RONALD WEASLEY! Piantala!”
Hermione era scandalizzata.
Harry però reagì male “Ron,
smettila! Satine non è una puttana! O comunque, non mi interessa. Io ero
INNAMORATO di lei, riesci ad arrivarci? O come al tuo solito, sei troppo ottuso?
Mi dispiace che tu veda il mondo solo a modo tuo, che tu sia troppo limitato per
capire che tu sei stato fortunato a trovare una donna che ami così vicina a te!
Sono contento per voi, siete la coppia perfetta. ‘amore di qua’ ‘amore di la’,
casetta in campagna e tanti figli! Ma non esiste solo quel mondo, Ron! Non si
può comandare l’amore! Tua sorella non l’ha fatto, e come abbiamo potuto notare,
l’hai presa proprio molto bene…senti, rimani nel tuo mondo di rose e fiori, non
mi interessa, ma per favore, non venire a dirmi come devo vivere il mio! E
smettila di giudicare gli altri solo perché non sono stai così fortunati come te
da poter amare qualcuno per il resto della loro vita felici e contenti…!”
Dopo aver urlato tutto questo, si
girò di scattò e si mise a camminare verso al castello. “Dite alla Sprite che io
per oggi ho finito le mie lezioni.”
Hermione e Ron lo seguirono con
lo sguardo fino al castello, troppo sconvolti per dire una parola.
“Cosa ho detto?” Ron rivolse ad
Hermione uno sguardo interrogativo, sconvolto.
Lei lo ricambiò con un occhiata
di sufficienza “Sei un idiota.” E si voltò, riprendendo a camminare verso la
serra.
“Wow, che è successo al povero
Potter?” Draco si avvicinò ai due insieme a Blaise e Pansy che ridacchiavano
fissando Harry che entrava nel castello, dopo aver assisto da lontano alla
scenata di Harry.
“Vaffanculo, Malfoy” E anche Ron
si voltò per seguire la propria ragazza.
Nel frattempo Harry aveva
raggiunto il suo obbiettivo.
“Rodmilia, scusa, aspetta un
secondo…” Chiamò la ragazza che aveva adocchiato in un gruppetto di persone
dirette verso l’aula di trasfigurazione.
“Che succede Harry?” Lei gli
sorrise e si fermò a guardarlo.
Lui la prese per un braccio e la
trascinò poco lontano, verso un corridoio deserto, tutti i ragazzi oramai a
lezione.
“Harry, che succede?”
Il ragazzo si guardò un secondo
introno poi la spinse contro il muro, in una piccola concavità dietro ad una
tenda, dove un tempo probabilmente si trovava una statua.
La prese per i fianchi e cominciò
a baciarla con violenta passione.
Aveva bisogno di qualcosa. Aveva
bisogno di sentirsi vivo. Aveva bisogno di dimenticare.
La ragazza non oppose resistenza,
e anzi cominciò a muoversi verso di lui, avanti e indietro con il ventre,
cercando qualcosa di più.
Harry non si fece pregare: fece
scivolare le mani sotto la gonna, spostandole le mutande per fare spazio a
qualcos’altro.
La ragazza fremette tra le sue
braccia e lui la prese in braccio. Era così leggera, così piccola, così gracile.
Gli ricordava Ginny…ora che ci faceva caso, era così simile a lei: piccola,
bella, all’apparenza così docile. Forse era meglio non farlo.
Al diavolo, non gli importava,
doveva farlo. Ma per dimenticare Satine non avrebbe dovuto ricordare Ginny…
E mentre la ragazza incrociava le
gambe dietro la sua schiena e tirava indietro il collo, lui le entrò dentro.
Non provava nulla. Solo piacere
fisico. La sua testa era da un'altra parte, su un altro mondo. Non sapeva
neanche veramente chi fosse la ragazza dentro la quale in quel momento si
trovava. Ma infondo, gli importava veramente? Si sentiva bene, si sentiva
completamente incapace di pensare.
Era rilassante. Non c’era alcun
problema, nessun pensiero.
Era solo sesso. Lui non aveva mai
fatto sesso. Aveva solo fatto l’amore. E questo comportava dei benefici, ma
anche delle pesanti responsabilità.
In quel momento, era solo quello,
che voleva.
Infine lasciò la presa su
Rodmilia, si ricompose un attimo, prese fiato, e si scostò.
Lei gli prese un braccio,
provando a farlo girare verso di lei, forse per baciarlo. Ma lui si scostò e si
allontanò.
In quel momento, aveva solo
bisogno di una vasca con dell’acqua calda e la possibilità di addormentarsi.
************
“Ma Professore, la prego!” Ginny
stava cercando disperatamente di convincere il preside a fare in modo che
venisse smistata nuovamente.
“Mia cara signorina
Weasley…pardon, signora Malfoy, la forza dell’abitudine…dicevo…mia cara, le
regole di questa scuola non possono essere modificate a piacimento di
chicchessia. Lo smistamento avviene una volta sola, all’inizio dei sette anni. E
da li in poi, bisogna mantenere il giuramento di fedeltà alla propria Casa. Mi
dispiace, ma non posso fare nulla.” Silente si alzò, sperando che così Ginny
capisse che era congedata e che non avrebbe cambiato idea, ma lei non si
mosse.
“Signor Preside, lei
capisce…nella situazione in cui mi trovo, con la bambina e i miei compagni di
Casa che mi odiano per il mio, come lo definiscono loro ‘tardimento’, come posso
continuare così?” Stava quasi per mettersi ad implorare.
“Signora Malfoy, devo farle
notare quanti occhi ho chiuso e sto chiudendo per lei in questo periodo? Le ho
permesso di tenere la bambina a scuola, ignorando il regolamento, e non ho
ancora preso alcun tipo di provvedimento pur ben sapendo che lei trascorre la
maggior parte delle notti nella stanza di Draco Malfoy che, nonostante sia suo
marito, è comunque un ragazzo, ed è anche di un'altra Casa, e questo implica che
lei si sposti durante la notte per i corridoi della scuola. Cosa che, le
ricordo, è severamente proibita dal regolamento. Nonostante ultimamente nessuno
sembri molto rispettare questa regola…per non parlare che passa la maggioranza
del suo tempo nella Sala Comune dei Serpeverde, di cui conosce addirittura la
parola d’ordine, cosa anche questa che non sarebbe permessa. Come può vedere, mi
sembra di essere stato abbastanza comprensivo. E ora, se vuole che continui ad
esserlo veda di accettare il mio no come risposta, e torni nella SUA Sala Comune
a eseguire i suoi compiti.”
Questa volta, Ginny capì che era
il momento di alzarsi e di congedarsi rapidamente, prima che le cose si
mettessero male.
Uscì velocemente dall’ufficio, e
si diresse sbuffando verso la camera di Draco, che l’aspettava ansioso.
Entrò nella stanza e lo trovò
intento a giocare sul letto con la piccola Syberia, che sorrideva divertita
dalle scintille che uscivano dalla bacchetta del padre.
“Ciao piccola!” Ginny si buttò su
letto, cominciando a baciare la bambina dai grandi occhi blu.
“Ehi, e io?” Draco mise il
broncio.
Ginnny rise guardò la bambina e
le disse “Guarda, il papà è geloso!” Rise e baciò il marito, alzandosi poi dal
letto per andare a mettere la piccola Syberia nella sua culla.
“Prima ha fatto levitare il
ciuccio” Sorrise Draco, entusiasta.
“E’ normale?” Chiese Ginny, un
po’ preoccupata.
“Penso di si…cioè, dipende. Mia
madre dice che di solito i primi segni di poteri magici cominciano a
manifestarsi verso i sei o sette anni ma che se i piccoli vivono circondati
dalla magia e hanno forti ascendenti magici, possono mostrare qualche segno
anche prima.” Snocciolò, sorridente, prendendola per le mani e facendola
ricadere con se sul letto.
“Allora, cosa ti ha detto
Silente?”
Ginny sbuffò e gli fece il
resoconto delle parole del Preside.
“Non ci si può credere, per la
barba di Merlino! Ti ha ricattato!” Draco appariva sconcertato.
“Qualcosa del genere.” Ginny
abbozzò un mezzo sorriso, poi si alzò per dirigersi verso la scrivania, dove
appoggiò i libri che tirò fuori dalla sua borsa. “Io devo studiare un po’ ma non
ho voglia di andare in Sala Comune né tanto meno in biblioteca. Tu fai quello
che vuoi però non distrarmi e non chiacchierare.” Sentenziò lei, sedendosi sulla
sedia, sbuffando.
“Ok mia padrona, andrò a farmi un
giro…porto Syberia al parco.”
Prese la figlioletta in braccio e
uscì.
Ginny sbuffò, aprendo il libro,
ma prima che potesse continuare a leggere, una lettera con uno strano sigillo
mischiata ad altre scartoffie poco distanti, attirò la sua attenzione.
La prese fra le mani e la rigirò
per un po’. Aveva paura di scoprire quello che conteneva.
Infie, trovò il coraggio. Era una
lettera da parte di Voldemort, o chi per lui. Probabilmente consegnata a Draco
da suo padre, in una delle ultime visite. Confermava la data di iniziazione per
il sabato prima delle vacanze natalizie.
Mancavano quasi due mesi
all’evento, vero, ma perché Draco non gliene aveva parlato?
Scossa e preoccupata, rimise la
lettera al suo posto.
Cosa doveva fare?
La prima cosa che le venne in
mente, era di parlare con Blaise.
Si ripromise di cercarlo non
appena avesse finito la relazione che la McGranitt le aveva assegnato come
castigo per essere arrivata in ritardo alla lezione di quella mattina.
Il mondo era veramente
ingiusto.
**************
Sto camminando nella nebbia,
fuori dal castello, fuori dalle mura di Hogwarts.
Sono circondata dal nulla. In
lontananza un albero, una grande quercia che sembra bianca, nella foschia.
Mi avvicino, una figura mi sta
aspettando, compiaciuta.
E’ di nuovo quell’uomo.
Mi avvicina, e sento crescere
dentro di me l’ansia di raggiungerlo.
La figura mi afferra e mi spinge
contro l’albero, i miei occhi sono costretti ad incontrare i suoi, sento le sue
labbra che premono virtualmente sulle mie.
Vorrei poterle sfiorare.
Sembrano così morbide.
La nebbia scompare, la quercia
scompare, il nulla ci circonda.
Le sue mani mi toccano, e il
sento come se il mio corpo stesse per esplodere: aspettavo solo quello e non lo
avevo mai saputo.
Il tocco delle sue mani sui miei
seni, sembra quasi penetri dentro la mia pelle, che raggiunga l’essenza che c’è
dentro di me, che cerchi di afferrare qualcosa di profondo e impalpabile.
La mia camicetta e la mia gonna
scompaiono. Sono completamente nuda.
Le sue mani ancora sul mio
seno.
Tremo tutta. I miei occhi fissi
nei suoi lo implorano di darmi di più. Lo desidero, desidero lui, desidero
qualcosa.
Mi possiede con i suoi occhi.
Neri. Profondi.
Mi perdo.
Sento solo le sue mani che
scendono, sempre più giù, si fermano sui fianchi. Un fremito mi percorre.
La sua mano scende mentre mi
attira di più verso di se, e quando raggiunge la sua meta, io sono già
impazzita.
Conficco le mie unghie nel suo
braccio, inarco la schiena, gli chiedo di più.
Lo fisso. Sorride. Quel
volto…
Mi sento drogata, non riesco a
liberarmi da lui, il mio corpo gli appartiene, la mia anima prega di diventare
sua.
Non ce la faccio, voglio
raggiungere l’orgasmo.
Ci sono vicina, così vicina…
Ma, un'altra volta, tutto
svanisce.
*************
La situazione era diventata
insostenibile.
Mentre Ginny fissava la sua
faccia stravolta allo specchio, si diceva che non poteva continuare così ancora
per molto. Erano quattro notti che faceva quei sogni.
Sempre uguali, sempre lo stesso
uomo, ma di cui lei non ricordava nulla se non le sensazioni che le provocava.
E la stessa identica frustrazione
ogni volta che si svegliava all’improvviso, nel cuore della notte.
Cominciava a credere che non
fosse normale.
Ma cosa poteva farci?
L’unica cosa che le venne in
mente in quel momento, fu di correre da Draco.
Doveva pur soddisfare quelle
sensazioni. O sarebbe impazzita presto.
***************
“Blaise, devo parlarti…”
La mattina dopo, come si era
ripromessa, Ginny cercò il ragazzo per informarlo della sua recente
scoperta.
Dopo che ebbero trovato un tavolo
piuttosto isolato in biblioteca e che Ginny ebbe riferito la notizia all’amico,
Blaise sospirò.
“Si, lo sapevo. Pansy me lo ha
detto. Abbiamo litigato giusto ieri sera.” Scrollò le spalle.
“Credi che dovremmo fare
qualcosa?”
“Gin, non possiamo fare proprio
nulla…Abbiamo accettato questa cosa quando abbiamo scelto loro.”
“Si, Blaise, ma…”
Ginny fu interrotta dal rumore di
quella che sembrava una concitata discussione alle loro spalle.
Si voltarono.
Hermione stava sventolando in
maniera minacciosa un libro davanti alla faccia di Ron, che era diventato
rossastro in viso dallo sforzo e stava cercando di mantenere un tono consono ad
una biblioteca, ma si vedeva che proprio non gli riusciva.
“Harry ha ragione Ron, sei
ottuso! Devi smetterla di comportarti da giustiziere, devi smetterla di credere
di sapere tutto! Io ho il diritto alla mia libertà, e tu non puoi giudicare
quello che faccio! Ora per favore, togliti di torno!” Hermione gli lanciò il
libro in testa e Ron, paonazzo, la squadrò da capo a piedi, e si allontanò nella
direzione opposta.
Hermione lo osservò andare via e
raccolse il libro, sospirando.
Poi, voltandosi, si accorse dei
due spettatori.
“Oh, buon giorno. Scusate.”
Sorrise, imbarazzata.
“Figurati, che succede?” Chiese
Ginny, un po’ preoccupata
“Tuo fratello ha fatto una
scenata di gelosia perchè mi ha visto parlare con Edward Smith, del quinto anno.
Era convinto che lui ci stesse provando con me, mentre il povero Edward mi stava
solo chiedendo consiglio per il suo compito di trasfigurazione. Ultimamente,
stiamo litigando parecchio. Non lo sopporto, è sempre pronto a giudicare tutto
quello che fanno gli altri, crede che quello che pensa lui sia l’unica cosa
giusta e non considera mai i punti di vista altrui. E poi è troppo ossessivo e
oppressivo.” Hermione scrollò la testa, sconsolata. “Di questo passo, credo
proprio che al ballo di venerdì, preferirò andarci da sola…”
“La festa di Halloween? Siamo
addirittura arrivati ad un tale livello?” Ginny era un po’ sconcertata.
Hermione rispose facendo
spallucce, rassegnata.
“Se vuoi, possiamo andare
insieme. Anche io ho litigato con Pansy. E neanche io credo che le cose si
sistemeranno abbastanza in fretta. O meglio…non ho voglia di sistemarle molto in
fretta.” Le propose Blaise.
Hermione lo fisso torva.
Ginny lanciò a Blaise uno sguardo
sconvolto.
“Credo che finirò per lasciare
Pansy…” Le rispose allora lui.
Ginny sgranò gli occhi.
“Cosa?? E perché?”
“Siamo troppo diversi. Abbiamo
ideali di vita troppo differenti, non riusciremmo mai a convivere. Litighiamo su
ogni cosa. Ogni piccola cosa, è diventata oramai motivo di contrasto fra di noi,
perché tutti e due vogliamo provare che l’altro sbaglia. E’ una sorta di lotta
per il dominio. Non si può andare avanti così…Non ce la faccio.”
Hermione si avvicinò e gli posò
una mano sulla spalla, mentre Ginny lo fissava, contraddetta.
“Non so cosa dire….”
“Non c’è nulla da dire…e tu
Hermione, cosa ne dici?” Le sorrise, cancellando l’angoscia che lo torturava dal
suo viso.
“Beh…se non è nulla di formale.
Cioè…nessun appuntamento. Solo come due amici un po’ in crisi che non vogliono
andare al ballo da soli....” Rispose, ricambiando il sorriso.
“E da quando voi due siete
amici?” Ginny era ancora del tutto sconvolta.
I due la fissarono “Siamo i due
studenti migliori del nostro anno, non possiamo non essere amici!” Rispose
Blaise, ridendo, e poi fece un segno d’assenso verso Hermione.
“Allora d’accordo, a venerdì.” E
si avviò verso l’uscita dalla biblioteca.
“A venerdì.”
Appena Hermione fu sparita dalla
vista, Ginny tirò uno schiaffo a Blaise.
“EHI! E questo cosa
significava?!” Blaise la guardò male.
“Tu AMI Pansy, non le puoi fare
una cosa del genere!” Non riusciva a crederci.
Blaise a quel punto sembrò
arrabbiarsi. Si alzò dalla sedia e fece per andarsene, ma Ginny lo fermò
tirandolo per un braccio.
“Tu non te ne vai così, mi devi
una spiegazione…non puoi litigare con la tua ragazza e dopo dieci minuti
invitarne al ballo un'altra senza alcun motivo, la ferirai!”
Blaise si infuriò. “Non
giudicarmi Ginny, non sai nulla.! Primo sono mesi che litighiamo, non un giorno.
Sei proprio una bambina e non capisci proprio nulla! Io non amo Pansy, non l’ho
mai amata e mai lo farò! Sono stato bene con lei, le voglio bene, gliene ho
sempre voluto. E lo stesso vale per lei. Ma non possiamo stare insieme, non più.
Tutta questa messinscena prima o poi era destinata a fallire.” La fulminò con lo
sguardo.
“Ma…cosa significa? Come non sei
innamorato di lei? E allora…perché?” Non riusciva a capire. Era
esterrefatta.
“Ginevra, non sempre le persone
stanno insieme perché si amano…non posso credere che tu sia così stupida, o così
cieca! E poi…Io amo te! Da sempre! Ho sempre e solo amato te! Pansy non è stato
altro che un ripiego, un modo per cercare di dimenticarti, ma non è riuscito. Né
per me, né per lei. Fine della storia.” Ora la guadava con odio.
A Ginny sembrò di cadere in un
enorme abisso.
“Ma…perché? Perché me lo stai
dicendo ora?”
“Perché non voglio mentirti e
perché non voglio essere giudicato da nessuno per quello che faccio, tanto meno
dalla persona che mi ha spezzato il cuore…”
Detto questo, le lanciò un ultima
occhiata di fuoco, e se ne andò, lasciando Ginny da sola, a fissare il vuoto
davanti a se che conteneva tutte quelle parole che avevano appena distrutto il
vetro opaco che aveva interposto fra lei stessa e la realtà tanto tempo
prima.
***************
Sono sparita. Lo so. Ma non è
stata del tutto colpa mia. O meglio, forse si, ma il punto è un altro. Nel primo
periodo sembrava che più nessuno leggesse la mia storia, non mi erano arrivati
più commenti ne nulla e allora mi ero depressa. Poi ho continuato un po’ a
scrivere ma a caso. Qualche giorno fa, tornando su Efp dopo un sacco di tempo,
mi sono accorta che sembrava esserci ancora qualche persona interessata alla mia
storia, e allora mi sono sentita di nuovo in dovere di riprenderla e
continuarla!!! ^_^ E allora eccomi qui…In realtà ho avuto/avrò ancora tanti
problemi legati al fatto che quest’anno avrò la maturità e la maggior parte del
mio tempo libero lo passo in viaggio verso il luogo dove abita l’uomo che amo,
quindi…XD sembro pazza…ma lo sono! Però cercherò di non sparire…ma solo con il
vostro aiuto!
Comunque ora veniamo alle cose
più serie riguardanti la storia! XD Vediamo…Uhm, mi sento molto brava, siamo già
a buon punto! Stiamo per giungere verso il momento centrale della storia, ma a
parte questo….non ho intenzione di svelare chi è il misterioso uomo dei sogni di
Ginny, anche se è molto facile da indovinare. Comunque si scoprirà abbastanza
presto, nel giro di uno o due capitoli.
Secondo, non so ancora che ruolo
avrò Mishra, anche se sarà importante. In realtà nell’idea della storia non era
presente, e infondo neanche Satine era così importante, ma poi lui è comparso
dal nulla mentre scrivevo, e non posso certo ignorarlo, un bel ragazzone così!
U.U Quindi…Verrà dato loro parecchio spazio, già nel prossimo capitolo per
esempio! E, tra le altre cose, ho notato che andando avanti nella storia, ho un
po’ troppe scene di sesso in mente…ho il dubbio che esagererò un po’…sarà un
bene? Uhm…comunque… a proposito di ciò la scena di Harry e Rodmilia mi è uscita
così, per caso, ma secondo me è stata parecchio importante. Infondo, rappresenta
un po’ una sorta di crescita interiore di Harry, che cerca di trovare un modo
per sfuggire alla realtà dei fatti.
Per il resto….ditemi voi! ^-^
Prometto che non vi farò più aspettare così tanto, però voi dovete essere carini
con me e sostenermi, se no mi deprimo!! ;( Bacionissimi a tutti….
Giuggia!^-^
Dedica: questo capitolo lo dedico
alla mia Salvietta alias Ginny88…^-^ Sono sparita anche un po’ con lei, è da
tanto che non mi faccio sentire ma sono sempre presa in mille cose diverse! : (
spero leggerai il capitolo e sperò che ti piacerà!! ^-^ Bacionissimi
Ps: ringrazio Xellesia_Moon_Black;ale 146; cicci 12;
ciiiii e ovviamente
ginnny88, che sono stati così carni da commentare, ma al momento mi
sembra inutile rispondere uno per uno, visto tutto il tempo che è
passato…quindi…alla prossima!
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Capitolo 8 *** Cambiamenti ***
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08
La serata era più calda del previsto e Ginny non né era particolarmente
entusiasta perché il vestito che aveva scelto risultava a quel punto
inappropriato.
Sbuffando cominciò a frugare nel sul baule, senza trovare nulla che la
accontentasse.
Si lasciò cadere sul letto, esausta. Era già in ritardo di un quarto
d’ora.
Aveva lasciato che le sue compagne di stanza finissero tutte di
prepararsi perché non aveva voglia di ascoltare i loro pettegolezzi e quando le
aveva viste uscire dalla Sala Comune era corsa in camera.
Stesa sul letto, con le autoreggenti nere, in mutande e reggiseno,
cercava di farsi venire un idea soddisfacente mentre pensava che avrebbe
preferito dare da mangiare ad un Ungaro Spinato piuttosto che affrontare quella,
sicuramente pesantissima, serata.
Ma non poteva evitarlo.
Draco non sapeva ancora nulla di Blaise e Pansy, o per lo meno lei non
glielo aveva detto.
Un po’ perché aveva paura che lui intuisse quello che era successo, un
po’ perché in ogni caso non ce n’era stato il tempo.
Aveva passato la settimana per lo più chiusa in camera sua, di pessimo
umore, a studiare o al massimo a giocare con Syberia, e i rari momenti in cui
aveva visto Draco, per lo più di notte, erano stati dedicati a cose più
interessanti delle chiacchierate.
Oltretutto quegli strani sogni continuavano a tormentarla, e questo le
creava solo più nervosismo.
Si alzò svogliatamente da letto: certo era che non poteva
fuggire.
Afferrò il vestito di seta cobalto particolarmente scollato che piaceva
tanto a Draco e lo indossò di corsa, sciolse i capelli con poca cura e afferrò
il primo paio di scarpe col tacco alto che trovò nel baule, infine si armò di
tutta la pazienza ma soprattutto di tutto l’autocontrollo che aveva imparato a
casa Malfoy e uscì dalla stanza con passo elegante e deciso.
Arrivata all’ingresso però non trovò suo marito che
l’aspettava.
Aveva si e no venti minuti di ritardo, Draco non poteva essersene
realmente andato.
Rimase per un po’ a fissare l’atrio dalle scale, immobile, come se non
credesse ai suoi occhi.
Un rumore alle sue spalle la scosse e una voce familiare la distolse dai
suoi pensieri.
“Ah, sei qui! Ti ero venuta a cercare nel dormitorio….Draco mi ha chiesto
di dirti, o meglio Blaise mi ha detto che Draco gli ha detto che al momento è
con Pansy. Immagino tu possa immaginare il motivo. Di conseguenza, beh…”
Hermione sembrava imbarazzata.
Ginny le lanciò uno sguardo che la trapassò da parte a parte.
“Mio fratello?” Chiese, gelida.
Hermione ora risultava quasi spaventata.
“Ehm…non lo so, non sono ancora entrata nella Sala, quindi non l’ho
visto...” provò.
“Hai capito quello che intendo…” Ginny non sembrava intenzionata a
fargliela passare liscia.
A quel punto Hermione si irritò. “Senti…sono tre giorni che non mi parla,
dopo che abbiamo litigato. E’ convinto di avere ragione ma non ha neanche le
palle per venire a discuterne. Io ho provato ad avvicinarlo in ogni modo, ma non
è servito a nulla. Sono cavoli suoi a questo punto! Io sta sera mi voglio
rilassare un po’ e Blaise è stato molto carino ad invitarmi. Non voglio stare da
sola, fine. Parlaci tu con tuo fratello, io con lui ho chiuso finché non si
decide a venirmi a chiedere scusa!” Detto questo, sorpassò Ginny e con passo
svelto e deciso di avviò versola Sala Grande, da dove
proveniva un sonoro vociare un buon odore di cibo.
Ginny sospirò. Ma cosa stava accadendo a tutti? Sembrava che tutto quello
che le era intorno stesse crollando. Era assurdo.
Scrollò la testa da quei brutti
pensieri e si diresse verso la Sala. Di certo non
aveva intenzione di raggiungere Draco e Pansy. Primo, perché preferiva evitare
la ragazza: si sentiva troppo in colpa, anche se non ne aveva motivo. E
secondo…era irritata per Draco.
In realtà non avrebbe dovuto esserlo, era normale che lui sostenesse la
sua migliore amica, o quello che comunque era, in un momento come quello…ma
rimaneva il fatto che a Ginny ancora non andava giù la vecchia centenaria e da
tutti conosciuta cotta di Pansy per suo marito. Certo, si fidava di lui, e
sicuramente anche di lei. Ma la cosa la irritava comunque…non si può certo
razionalizzare i sentimenti!
Quindi era meglio stare lontano da quei due, in quel momento.
Entrata nella Sala notò che la maggior parte degli studenti era già
seduta a tavola e aveva già cominciato a mangiare.
Decise di andarsi a sedere nel posto libero che trovò vicino a Harry, che
in quel momento le sembrava l’unica persona che quella sera avrebbe potuto
reggere.
Harry le sorrise quando si accomodò.
“Pessima serata?” Domandò.
“Già…si nota tanto?” Ricambiò un po’ forzatamente il sorriso, prima di
servirsi una fettina di arrosto.
“Penso lo sia un po’ per tutti. Credo che tu sappia di Ron ed Hermione…”
Fece una smorfia.
Lei annuì, mentre masticava svogliatamente la sua cena.
“Già. Se non sbaglio quel Blaise l’ha invitata al ballo, per sta sera.
Lei dice che è solo in amicizia e per consolarsi un po’, ma sinceramente, quando
sono stati amici, quei due?” Sembra poco convinto, mentre giocherellava con la
forchetta tormentando una patata che era rimasta nel suo piatto.
“E’ quello che ho chiesto anche io….sai, Blaise ha appena lasciato
Pansy.” Posò la forchetta. Non aveva proprio fame.
“Che gran casino. Spero per Hermione che abbia un po’ di buon senso. Lei
e Ron hanno sempre litigato, non credo che questa volta possa essere o debba
essere diverso…però non lo so, c’è una strana aria in giro.” Sbuffò.
“Non so che pensare…ci sono un sacco di cose che non capisco,
ultimamente. Tutte le persone che mi circondano sembrano essere impazzite ma non
capisco perché, senza un motivo, così, all’improvviso…”
“Ti capisco…a me personalmente innervosisce Ron. Lui, che ha sempre avuto
tutto, che può viversi la sua storia d’amore con tranquillità, deve mandarla a
puttane per il suo solito orgoglio di merda….ma questa volta non sarò di certo
io ad andare da lui a convincerlo a parlare con Hermione! Deve crescere…” Era un
po’ irritato.
Ginny scosse la testa. “Ma chi sene frega. Non ho voglia di preoccuparmi
anche per loro. Se i miei amici vogliono rovinarsi la vita facciano pure. Ho già
i miei problemi…Tu invece, come va?” Sorrise, mentre le portate cambiavano e il
dolce compariva sulla tavola.
“Normale.” Fece spallucce.
Ginny rise, e assaggiò un po’ di budino alle mandorle.
“Ehi, Harry!” Una voce squillante alle sue spalle lo fece
sobbalzare.
“Ciao, Rodmilia.” Non era entusiasta di vederla, in realtà.
Ginny guardò per un secondo lei, e poi lui.
Poi tornò a guardare lei, che era vestita in maniera decisamente poco
consona ad una serata di un ballo scolastico.
La minigonna di pelle rossa era per lo più inesistente e il bustino
lucido abbinato agli altissimi stivali sarebbe stato volentieri acquistato da
una ballerina di Lap dance in un qualunque locale a luci rosse dei peggiori
sobborghi di Londra.
Sorse il naso. E lo stesso fece Harry.
“Come ti sei conciata?” Le chiese.
“Non ti piace tesoro? Pensavo potesse essere carino per il dopo festa che
avevo preparato per te!” Gli sussurrò maliziosamente in un orecchio.
Harry assunse un espressione poco convinta, ma poi, osservandola meglio,
decise che in effetti non era per nulla male: la serata stava prendendo una
piega che non gli dispiaceva poi troppo.
“Vieni?” Gli tese una mano.
Lui fissò Ginny per un attimo “Ti spiace?” Le chiese.
“Ma figurati!” Sorrise, nascondendo il giudizio poco positivo che stava
elaborando la sua mente.
Lui sorrise, afferrò la mano di Rodmilia e si lasciò condurre fuori dalla
Sala.
Ginny tornò a concentrarsi sul suo budino, ma la fame gli era passata
ancora di più.
Come poteva Harry essere caduto così in basso da andare a scoparsi la
prima ragazzina in minigonna che gli si piazzava davanti? Non riusciva a
crederci.
Un colpo di tosse del Preside e un breve discorso dopo aveva lasciato poi
spazio alla festa.
I tavoli erano stati spostai ai lati della Sala e riforniti di punch e
stuzzichini mentre al centro, fra varie composizioni che ricordavano il tema
della zucca e fra coriandoli arancione e neri, le danze vennero
aperte.
Ginny si ritirò in un angolino con in mano un bicchiere di punch che si
era fatta abbondantemente correggere da Dean, e si perse nei suoi
pensieri.
Solo un anno prima, in quello stesso angolo della Sala, Draco l’aveva
provocata mentre Harry l’aspettava dall’altra parte della Sala.
E quella stessa sera, l’anno prima, dopo aver festeggiato la serata con
Harry e gli altri amici che celebravano le “loro nozze”, era finita
completamente ubriaca nel letto di Draco alle tre di notte, senza neanche forse
realmente volerlo.
E ora invece era li, da sola, realmente sposata e di pessimo umore, ma
non si poteva più dire che la sua vita fosse incasinata. Era il mondo, attorno a
lei, che era incasinato, ma lei non lo era più. Sapeva quello che voleva, aveva
una bellissima bambina che amava, un marito che era perfetto…era felice, in
fondo.
Solo che le sembrava troppo bella, quella felicità. C’era qualcosa di
sbagliato in tutto quello.
C’era Draco che doveva diventare un Mangiamorte, e c’erano quei maledetti
sogni.
E tutto appariva troppo perfetto.
Finì in un sorso il suo punch corretto e decise infine di uscire dalla
Sala, immergendosi nella pungente aria notturna del parco.
Camminava da poco quando vide che un Draco un po’ affaticato le veniva
incontro insieme a Pansy.
“Che succede?” Chiese, quando furono abbastanza vicini.
Draco non sembrava contento di vederla, mentre cercava di sorreggere
Pansy, ancora in lacrime.
“Nulla Ginevra, non ti preoccupare.”
Quando la chiamava col suo nome, c’era qualcosa che non
andava.
“Draco, dimmi che succede…” Non era dell’umore er farsi prendere per il
culo.
Pansy singhiozzò, e poi si staccò da Draco, affondando il viso fra le
mani.
Draco fissò lo sguardo in quello della moglie, senza proferire
parola.
“Cosa cazzo sta succedendo!” Sbottò. Non credeva che, in quel momento,
Blaise centrasse qualcosa.
Draco ricominciò a camminare, passandole accanto, ignorandola.
Ginny si infuriò. Aveva un pessimo presentimento.
Lo afferrò per un braccio e lo costrinse a voltarsi e, mentre Pansy
singhiozzava alle loro spalle, Draco storse la faccia in una smorfia di dolore e
ritirò violentemente il braccio.
Sul viso di Ginny comparve un espressione allucinata. Non riusciva
realmente a crederci.
“No…non ci credo. Non puoi…non potete…!” Non sapeva bene perché, ma
sentiva le lacrime che le premevano contro le ciglia. Era delusa. E
incazzata.
“Non ti provare a giudicarci.” Sentenziò Draco, fermo, fissandola con
odio negli occhi.
“Come…come hai potuto? Come hai potuto farlo? E senza dirmelo!” No,
proprio non riusciva a digerirlo.
“Lo hai sempre saputo, che sarebbe successo.”
“Mi hai escluso dalla tua vita! Sono tua moglie, abbiamo una figlia, e
non hai neanche lontanamente pensato di rendermi partecipe di questa cosa…cosa
sono io per te? Una bambola di porcellana da mettere in bella mostra ma che deve
stare zitta e non sapere niente della tua vita?! E’ così che vuoi crescere
nostra figlia?” Avrebbe voluto urlare, piangere, prenderlo a schiaffi per tutto
quello che aveva appena fatto. Ma era cresciuta. Aveva imparato che le scenate
non servono a nulla. E contenne tutta la sua rabbia e la sua delusione dentro di
se, sibilando piano quelle parole, con cattiveria e amarezza.
Sentiva un enorme peso sullo stomaco.
Pansy, che fino a quel momento non aveva smesso un secondo di
singhiozzare, si intromise “Credi realmente che lo abbiamo fatto di nostra
volontà? Credi realmente che avremmo voluto farlo? Anche se avessimo cambiato
idea, non conta più nulla oramai. Siamo nati nelle famiglie in cui siamo nati,
siamo stati destinati a farlo fin dal giorno in cui siamo venuti al mondo!” Era
furiosa. “E non ci possiamo fare proprio nulla.”
Ginny deglutì. Draco pure.
“Perché sta sera?” Mormorò fra i denti. “La cerimonia non era prevista
per il prossimo mese?” Non capiva.
“Credi che al Signore Oscuro interessino veramente queste formalità?
Aveva bisogno di noi e questo era l’unico modo in cui era sicuro che non saremmo
potuti sfuggire. Aveva percepito che c’era aria di rivolta in noi, e non è certo
uno che si lascia contraddire o che lascia scegliere. E quindi…l’ha fatto. Fine
del discorso.” Draco abbassò lo sguardo.
Ginny era distrutta. Veramente Draco non voleva farlo? Veramente aveva
cambiato idea? Ma perché non gliene aveva parlato? Perché non si era confidato
con lei? Perché non aveva cercato conforto o sostegno? Perché credeva di essere
invincibile e indistruttibile e di dover sempre fare tutto da solo? Perché
credeva di non poter contare su nessuno? Perché non si fidava di lei? Era pur
sempre sua moglie.
Ma lui non sarebbe mai cambiato. Cosa credeva? Aveva veramente pensato di
poter trasformare un essere selvatico e indomabile come lui? Lui viveva da solo,
e viveva per se stesso.
In quel momento provava solo dolore. E delusione.
“Perché non me lo hai detto? Perché non hai chiesto il mio appoggio?”
Ora, era veramente distrutta.
Draco, però, rise. Amaramente. “Perché? E cosa avrei dovuto fare? Cosa
avrei dovuto dirti? Non sarebbe cambiato nulla. E’ la mia vita, non ti riguarda
come la conduco, non ti riguarda quello che provo, non riguarda nessuno quello
che sento. Non ti riguarda quello che devo fare. Tu sei fuori da tutto questo…”
Non credeva alle sue orecchie.
Rimase immobile.
Draco strattonò Pansy per la lunga veste nera e si incamminarono verso il
castello.
Quella forse era una serata piuttosto calda, ma il gelo che aveva Ginny
nelle ossa e nel cuore non si sarebbe potuto sciogliere tanto
facilmente.
****************
Passava le giornate chiusa in camera.
Si annoiava.
Le persone che vivevano in quel poso la mettevano in soggezione, si
sentiva messa sotto pressione dalla continua analisi cui era sottoposta ogni
qualvolta veniva a trovarsi in compagnia di qualcuno.
E la cosa più brutta era che non sapeva proprio cosa fare. Si trovava in
quel luogo da più di tre settimane e ancora nessuno le aveva dato un compio,
nessuno le aveva dato qualcosa da fare. A che scopo si trovava li?
Ma sembrava che nessuno in quel posto facesse qualcosa. Anche i “piani
alti”, i mangiamorte di professione, fedeli e vecchi servitori del Signore
Oscuro, non sembravano fare altro che andasse oltre i pettegolezzi o i festini
privati limitati ai pochi eletti nelle zone sotterranee del castello, a cui era
proibito l’ingresso ai neoadepti.
Non le era chiaro come potesse Mishra fare parte di quella piccola
schiera di eletti, visto che era poco più grande di lei e non poteva essere
arrivato molto tempo prima.
Eppure sembrava essere particolarmente influente e particolarmente vicino
al Signore Oscuro.
In ogni caso, non le importava. Quel ragazzo la metteva in ansia molto
più che tutti gli altri inquilini del castello messi insieme e non si sentiva
mai a proprio agio quando si trovava in sua compagnia, quindi preferiva cercare
di evitarlo. Tranne quando era impossibile.
Come in quel momento, per esempio.
Avevano appena bussato alla porta.
“Chi è?” Era distesa poco compostamente sul letto a fissare il soffitto e
l’ultima cosa di cui aveva voglia era dover parlare con qualcuno.
“Mishra.” Effettivamente, cosa lo aveva chiesto a fare?
“Entra” Poteva forse rispondere diversamente?
La porta si aprì ma lei continuò a fissare il soffitto, senza curarsi di
colui che stava entrando
Non era certamente presentabile, distesa sopra le coperte sfatte di un
freddo letto di ferro, coperta solo da un leggero abitino di cotone rosso e una
vestaglia vermiglia che stonava con il vestito.
Ma, come già detto, non se ne curava.
Chiuse gli occhi “Come mai qui?” Sbuffò.
“Volevo chiederti se ti andava di fare qualcosa…divertirci con un po’ di
incantesimi, fare qualche pozione divertente…mi annoiavo e gli altri sono tutti
al parco per la partita di Quidditch che, come ti ho già detto, io no
sopporto.”
Quidditch, giusto. Lo aveva dimenticato.
“No, guarda, non mi Va. Non sono dell’umore…” Si girò dall’alta parte,
accoccolandosi verso il muro.
Mishra però non sembrava aver capito o meglio, non voleva accettare che
per lei il discorso fosse finito.
Dopo un bel po’ di minuti di silenzio, Satine continuava a sentirsi gli
occhi addosso, e Mishra non si era mosso di un centimetro.
Sbuffò, aprì gli occhi e si girò, fissandolo scocciata.
“Che c’è?” Era nervosa, parecchio. Quello sguardo non le
piaceva.
“Se stare lontana dall’uomo che ami ti fa così male non capisco perchè tu
sia qui…”
Satine sgranò gli occhi. “Ma tu cosa ne vuoi sapere?”
Mishra non rispose, scrollo le spalle, si avvicinò al letto e si sedette
accanto a lei, scostando le coperte sfatte.
“Mio caro, non dare giudizi se non sai di cosa stai parlando. Mi annoio
perché non riesco a capire cosa ci facciamo qua, qual è il nostro compito.” Era
nervosa e irritata. Si scostò un po’ più lontano da lui, mettendosi un po’ più
seduta e prendendo le coperte per coprirsi un minimo. Quella situazione non le
piaceva per nulla.
“Come ti pare” Scrollò nuovamente le spalle e allungò la mano verso il
suo viso, prendendola dietro la nuca per tirarla a se, baciandola.
Satine rimase un po’ spiazzata ma dopo un primo istante si
divincolò.
I grandi occhi viola si illuminarono della solita, ormai conosciuta, luce
sinistra.
Era spaventata. “Cosa vuoi?” Chiese, poco convinta, cercando di chiuderlo
fuori dalla sua mente, nella quale stava cercando di penetrare.
“Secondo te?” Rispose, secco, trascinandola a se completamente e
riuscendo a sfondare la barriera che lei stava cercando di frapporre fra loro
nella sua testa.
Ne rimase spiazzata. Lo sentì entrare violentemente nella sua testa. Era
una sensazione strana, mai provata. Non era normale legimanzia. Sembrava proprio
averne preso il possesso.
Era così…forte. Non riusciva a fare nulla per poterlo impedire. E non
riusciva ad agire con la sua volontà. Sembrava che fosse lui a pensare per
lei.
Si sentiva strana. Ma smise di ribellarsi. Non aveva più senso. Voleva
cercare di capire cosa stesse succedendo. Era curiosa.
Si lasciò andare. E non fu una bella idea.
Venne travolta da un insieme di sensazioni confuse, intense e non
conosciute, che produssero un brivido intenso lungo la sua schiena.
E all’improvviso si sentì pervasa da una forte eccitazione.
Ma presto capì che non era la sua ma quella del ragazzo che, mentre lei
stava cercando di capire cosa stava succedendo alla sua testa e al suo corpo,
aveva cominciato a baciarla sul collo, scostando il reggiseno e, facendola
sdraiare, si era appoggiato contro il suo corpo facendolo aderire con il
proprio.
Il modo in cui la stava toccando aveva certamente poco di romantico, ma
era estremamente eccitante.
Era confusa. Era una situazione stranissima.
A quel punto però era spaventata.
Riprese per un attimo il controllo di se e riuscì a scansarsi.
“Cosa diavolo stai facendo?” Respirava affannosamente, cerando di
recuperare la lucidità.
Mishra sorrise, e si alzò dal letto. “ Ci vediamo presto”
E uscì dalla stanza chiudendosi la porta dietro mentre Satine si lasciò
cadere nuovamente sul letto, cercando, inutilmente, di capire
l’accaduto.
***************
Questo capitolo non è nulla di che, lo so…non mi piace per nulla.
Però…dovevo farlo, quindi…so già che parecchi di voi mi tireranno chili di
ortaggi in faccia per il litigio fra Draco e Ginny…ma dovete abituarvi miei
cari, perché durerà per un bel po’…e poi chissà…! Ahah
No, ok, così ero cattiva. Comunque…il ruolo di Mishra si sta sviluppando
molto bene nella mia testa e mi comincia a piacere parecchio…è un po’ strano
vero?? Ahah Spaventa…
Prometto comunque che i prossimi capitoli saranno un po’ meno prosaici e
un po’ più “divertenti”…o comunque più movimentati. Solo che la scena del
marchio mi è venuta così e ho dovuto continuare a scrivere per un sacco di
pagine senza mai poter cambiare scena. E’ una cosa che non mi piace…comunque la
smetto di lamentarmi anche perché non sono io che devo giudicarmi! Comunque devo
riprendere un po’ di fluidità nello scrivere, era troppo che non lo facevo e ho
anche perso un po’ il filo della storia…XD Sto zitta….ringrazio tantissimo chi
ha commentato, perché grazie ai vostri commenti sono di ottimo umore e sto
cominciando a scrivere a razzo!! Yuppi!! ^-^ Bacionissimi alla prossima! (spero
di poter essere veloce come questa volta…XD)
Giuggia!
Informazione Gratuita: ho appena pubblicato un mio nuovo lavoro (in
realtà vecchio ma va beh, comunque…) a cui tengo molto perché per un lungo
periodo ci ho lavorato su molto. E’ un genere un po’ diverso, più serio e un po’
più elaborato, ma in ogni caso…la fic si chiama “When The Sky Turns Into Grey”,
ed è principalmente una Draco/Harry…U.U…se a qualcuno di voi facesse piacere
leggerla e magari lasciarmi anche un commento ne sarei molto grata perché ci
tengo veramente tantissimo…^-^ Fine Pubblicità Occulta!! XD
Ringraziamenti:
Seiryu:
ma figurati! Io dovrei scusarmi milioni di volte per tutti questi mesi che non
ho pubblicato!XD Comunque…Satine…io l’amavo anche all’inizio ma non era mai
stata mia intenzione farla diventare ‘adorabile’ come invece ora è…XD Ma è
successo…non riesco a controllare quello che scrivo, si nota? XD L’uomo dei
sogni…nel prossimo capitolo si dovrebbe scoprire…credo! XD Chi lo
sa…Comunque…Harry come vedi si sta consolando a modo suo. Una cosa che amo di
quello che scrivo è analizzare a fondo i caratteri e la psicologia dei
personaggi, facendoli cambiare e crescere attraverso esperienze nuove
ecc…Comunque con Harry non è per nulla finito, anzi…è solo cominciato! Ahah
questa era una minaccia…mi sa che mi comincerà a sfuggire di mano, il
ragazzo…^-^ Finendola con le cavolate, ti ringrazio tantissimo per il commento e
per il sostegno che mi è stato veramente molto d’aiuto! Spero di sentirti presto
e ancora grazie!^-^
Ginny88:
Drachino…uhm…mi sa che continuerai ad amare Drachino ma comincerai seriamente ad
odiare me…^//^ Ehm…comunque…come vei sono di nuovo qui e super informa! Prometto
che cercherò di non sparire più per tanto tempo, anche se con la maturità non si
può mai dire! Uff…Fammi sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo!
Bacissimi, a presto! XD
Ciiiii:
eccomi di nuovo qui!^-^ Sono un po’ meno depressa visto che ho avuto un po’ di
commenti gentili che mi hanno tirato su il morale e ora sono di nuovo pronta per
scrivere a razzo!! Tempo permettendo…Uhm…^-^ A prestissimo e grazie!!
Cicci 12: Rodmilia…è un personaggio dei libri! Appare…nel sesto direi…cerca in
tutti i modi di conquistare Harry e gli regala anche dei cioccolatini con una
pozione d’amore che però poi mangia Ron, che poi Harry porta da Lumacorno, ecc
ecc…diciamo che è un personaggio del tutto secondario, ma è uscito così,
quindi…^.^ Mi dispiace che tu abbia perso il filo…in realtà l’ho perso un po’
anche io e si nota ma sto riprendendo e prometto che cercherò di continuare ad
aggiornare in modo un po’ più assiduo! Comunque come vedi questo capitolo è
uscito subito! ^-^ Bacissimi alla prossima!! ^_^
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Capitolo 9 *** Pericoli in agguato ***
Page
09
Camminava da un po’.
Non sapeva realmente dove si trovava in quel momento. Certo era che non era
vicina al castello.
Alzò gli occhi e
osservò, in lontananza, l’alto cancello di ferro battuto che si stagliava nero,
nella notte.
Le lacrime avevano
lasciato un solco sul suo viso, ma oramai i suoi occhi erano asciutti. Era
totalmente persa. Non riusciva più a pensare. Vagava nel nulla che riempiva il
suo cervello. Era in un limbo, non provava più niente.
Si fermò e si lasciò
cadere a terra, con le gambe incrociate, a fissare la strada che portava al
cancello.
Si sentiva ferita
nel profondo. Chi aveva sposato?
Aveva sposato un
uomo di cui, in fondo, non sapeva nulla. Aveva una figlia con un uomo che non
conosceva. Come aveva potuto fare quello sbaglio?
A pensarci bene,
quando mai loro parlavano?
No, questo forse era
ingiusto. Ma, infondo, cosa avevano in comune loro due? L’Amore?
E cos’era in fondo
l’Amore? Come pensava di poter continuare la sua vita con un uomo i cui ideali
erano totalmente diversi dai suoi? Poteva realmente accettare che in un futuro
suo marito avrebbe dovuto in una oramai prevedibile guerra, combattere e, perché
no, magari uccidere, i suoi vecchi amici, suo fratello, i suoi famigliari…Perché
non ci aveva mai riflettuto a fondo? Perché era stata così ingenua, così
immatura…in tutto. In tutte le decisioni che aveva preso. Aveva seguito il suo
cuore, ma non il cervello.
Non riusciva a
credere di averlo veramente fatto, di aver sposato Draco.
Stava realizzando
solo in quel momento tutto ciò che c’era di sbagliato nella loro relazione,
quello che tutti avevano sempre visto ma che lei aveva ignorato.
Per l’Amore…L’Amore
non dura per sempre! E poi? Poi cosa ci sarebbe stato?
Non riusciva a
crederci.
Fissava l’anello nel
suo anulare, ci giocherellava, ma continuava a sembrarle tutto estraneo. Le
sembrava di essersi semplicemente appena svegliata da uno strano sogno…non
poteva essere la realtà, non poteva realmente averlo fatto…
Ma il suo filo di
pensieri fu interrotto all’improvviso da un’immagine che le occupò tutta la
mente.
Era quell’uomo. Non
lo aveva visto, ma sapeva che era lui.
E sapeva che era
vicino.
Era curiosa,
estremamente curiosa.
Voleva trovarlo,
voleva scoprire chi fosse.
Era un po’
frastornata: l’immagine aveva fatto riaffiorare tutte le sensazioni che di
solito provava nei suoi sogni.
Si alzò, lentamente,
cercando di rimanere lucida, e si avviò verso il cancello.
Era li, da qualche
parte.
Doveva
trovarlo.
Più si avvicinava al
cancello, e più la sua curiosità aumentava.
Due figure
provenienti dall’esterno, in lontananza, la costrinsero a
nascondersi.
Il cancello si aprì,
mentre lei osservava chi stava entrando.
Una la riconobbe…era
Piton.
Per un attimo ebbe
il terrore che fosse lui, l’uomo dei sogni, ma quel terrore svanì quasi subito,
con l’affiorare della consapevolezza che l’uomo la stava aspettando poco
lontano.
Forse, se fosse
stata più lucida, non avrebbe agito in quel modo sventato, contando anche
semplicemente che venire scoperti ad uscire dalla scuola, di notte e senza
permesso implicava un espulsione immediata. Senza contare che non poteva avere
la minima idea di chi l’aspettasse fuori da quel cancello. Magari, era tutta una
trappola.
Ma in quel momento
le importava poco di tutto, un po’ per il suo pessimo umore, un po’ per la
voglia di trovare quel uomo, capire i suoi sogni, liberarsene.
E poi, era stanca di
lottare contro qualcosa, preferiva lasciarsi trascinare dalla
corrente.
E così fece,
attraversando il cancello che le si chiuse alle spalle.
Cominciò a
camminare, senza una meta precisa, ma sapeva che era vicino. Lo
sentiva.
Poi, in lontananza,
riconobbe un grande albero, una grande quercia che appariva completamente
bianca, nella nebbia.
L’aveva vista più
volte quella quercia, in sogno.
E una nera figura si
stagliava imponente contro il tronco, in attesa.
Aspettava
lei.
Tutto in quel
momento svanì, e Ginny cominciò a rendersi veramente conto in che situazione si
era andata a cacciare. Cominciò ad avere paura.
Ma oramai era
lì…tanto valeva scoprire chi fosse l’uomo.
Si avvicinò, e
mentre si avvicinava cominciava a percepire qualcosa di negativo.
Il viso era coperto
dal cappuccio, e lei non poteva far altro che continuare ad avvicinarsi, se
voleva scoprire la reale identità di quella nera figura.
Cominciò a tremare,
un po’ per il freddo, un po’ per l’ansia.
Voleva tornare
indietro.
Si fermò di
scatto.
Stava per
voltarsi.
Non voleva andare
avanti. Era stata veramente una stupida. Cosa diavolo stava pensando di fare?
Era pericolosissimo, tanto più di quei tempi, trovarsi di notte in strade
deserte in mezzo alla campagna. E non l’aiutava comunque il fatto di essere la
moglie di Malfoy.
Quale criminale si
sarebbe sognato di chiederle chi fosse?
Non era stata molto
responsabile.
Fece per voltarsi,
ma nell’esatto istante in cui lo pensò per farlo, il viso dell’uomo si alzò e il
cappuccio cadde.
Ginny rimase
impietrita, esterrefatta.
“Tu…!?”
*********************
Ron era seduto in un
angolo, da solo, che pensava a quanto era stupido.
Vedere Hermione che
si divertiva e rideva insieme a quello lì…no, non ce la faceva.
Bevve un altro lungo
sorso di succo di zucca corretto.
“Dai, Ron, che
diavolo ci stai a fare qui! Vai la, vai da lei! Dille che l’ami e tira un bel
pugno in faccia a quello stronzo di Zabini!” Dean gli tirò una pacca amichevole
sulla spalla.
“Sinceramente il
pungo non mi sembra una bella idea. Sappiamo tutti come la pensa Hermione su
questo argomento…” Si intromise Neville, arrivando anche lui alle spalle
dell’amico. “Però, se fossi in te, qualcosa farei…”
Ron scrollò le
spalle. “E cosa? Non posso fare nulla! E poi, non stanno facendo assolutamente
niente. Con che scusa potrei andare la a rompere le palle? Almeno lui facesse
qualcosa, la toccasse…qualunque cosa. Invece, sembra essere un santo.” Ron era
amareggiato. Bevve un altro sorso.
“Sinceramente mio
caro, a me sembra che stia flirtando con lei tutta la sera!” Storse il naso
Dean. “Io un comportamento così dalla mia ragazza, non lo accetterei…” Fece
spallucce.
“Non è più la mia
ragazza.” Affermò, in tono cupo.
“Smettila Ron!
Invece di stare qui a piangerti addosso fai l’uomo! Vai la e riprenditela!” Lo
scosse Neville.
“Non posso, ragazzi,
non posso. Non servirebbe a nulla! Certo, forse lei tornerebbe con me. Ma a cosa
servirebbe? Lo sento da tempo oramai. Lei non è più innamorata di me come un
tempo. La sento distante. Cosa servirebbe legarla a me a forza? Sarebbe solo
ipocrita. Egoista. Io e lei abbiamo chiuso. Lei ha chiuso. Lei è troppo perfetta
per stare con uno come me. Zabini invece…lui si che fa per lei. Sono
intelligenti tutti e due, e lui la fa ridere…”
Dean a quel punto
decise che era meglio togliere il bicchiere dalla mano del ragazzo, o la serata
non sarebbe finita nel migliore dei modi.
Né lui né Neville
sapevano cosa dire. Certo, avrebbero potuto consolarlo, dirgli che non era
vero.
Ma sapevano anche
loro che quello che Ron diceva era la verità. Da tempo si erano accorti anche
loro che Hermione non era più la stessa.
Certo, voleva bene a
Ron, stava bene con lui. Ma si vedeva che cercava qualcosa di…qualcosa di
più.
Solidali con
l’amico, lo presero per le braccia e lo fecero alzare.
“Su, Ron, vieni. E’
meglio se vai a stenderti un po’…”
“Non ci riesco. Gira
tutto…” Si lamentava, mentre lo trascinavano fuori dalla stanza.
“Non ti preoccupare,
ti teniamo noi.”
Lanciò un ultimo
sguardo alla ragazza bruna che rideva spensierata dall’altra parte della
stanza.
I loro occhi i
incrociarono.
Non c’era bisogno di
parole.
Era semplicemente
finita.
********************
Hermione scoppiò a
ridere.
“No, non riesco a
crederci, dici davvero? Ma è ridicolo! Cioè…non riesco a credere che Piton possa
aver mai fatto una cosa del genere!” Non riusciva a smettere.
“Te lo giuro, l’ho
visto con i miei occhi! Era ubriaco fradicio ed è salito sul tavolo con la
bottiglia di Whisky Incendiario per poi cominciare a ballare. Se Lucius non
l’avesse fermato, credo avrebbe cominciato addirittura a fare lo spogliarello…!”
Blaise rideva con lei, compiaciuto del fatto che sembrasse parecchio
divertita.
Hermione si calmò un
attimo, dopo l’ennesimo scoppio di ilarità, e poi si fermò piano, voltandosi
verso il ragazzo.
“Credo di essere
arrivata…” Sorrise.
Blaise la fissò per
un attimo con gli intensi occhi scuri, e lei arrossì.
“Ehm…beh…grazie
mille per l’ottima serata, mi sono divertita molto!” Era un po’ in
imbarazzo.
Blaise allora
sorrise, e si inchinò. “Di nulla, Madame. Le auguro buona notte. Spero di
poterla rivedere presto!” Le fece l’occhiolino e poi, dopo averle baciato la
mano, lasciò che la ragazza finisse l’ultima rampa di scale per arrivare al
ritratto della signora Grassa e scomparire dietro di esso, poi si avviò allegro
verso il suo dormitorio.
Mentre scendeva i
sotterranei però, incontrò Draco.
“Buonasera…” Era un
po’ a disagio: non credeva che l’amico fosse contento di aver dovuto consolare
Pansy per tutta la sera.
Draco si fermò e lo
guardò male.
“Mi dispiace…”
Abbassò lo sguardo.
“Non ti provare a
toccare Ginny, o ti ammazzo.” Detto questo riprese a camminare verso la sua
meta, lasciando dietro di se un Blaise stupido e sconvolto.
Sbuffando, raggiunse
la statua di Boris il Basito e, superandola, entrò nel bagno dei
prefetti.
Appena la porta si
aprì, però, senti un vociare concitato che lo sorprese.
Ma nulla lo
sconvolse tanto quanto la scena che gli si presentò davanti: la vasca, piena di
bollicine azzurre e rosa, aveva l’onore di avere quattro ospiti, di cui tre
ragazze e un ragazzo.
Il bordo della vasca
era costellato di vestiti e bicchieri sparsi qui e li, e non ci mise molto a
notare che anche la maggior parte della biancheria intima sembrava a
terra.
Draco storse il naso
disgustato, lanciando poco più in la un reggiseno che si era trovato in mezzo ai
piedi, e si concentrò per cercare di riconoscere i presenti, che si erano appena
voltati per vedere chi fosse entrato nella stanza.
Con sommo orrore di
Draco, nella figura del ragazzo riconobbe quella del suo nemico di sempre: Harry
Potter.
A Harry, che stava
ridendo fino a un secondo prima, si spense il sorriso sulle labbra, e venne
sostituito con un espressione d’odio.
“Che cazzo vuoi,
Malfoy?”
Le ragazze invece
cominciarono a ridacchiare, immergendosi maggiormente nell’acqua come per
pudore, anche se fra quelle tre non ce n’era una con cui ai vecchi tempi Draco
non fosse già stato a letto.
“Vedo che ti
accompagni con il fior fiore delle ragazze della scuola, Potter…ma bravo.” Era
un po’ sorpreso, ma anche contrariato: Potter osava per caso prendere il suo
posto?
“Grazie Malfoy. Ora,
te ne puoi anche andare.” Si girò per concentrare le sue attenzioni sulla
ragazza che in quel momento lo aveva raggiunto.
Ridacchiando Romilda
si avvinghiò a lui cominciando a baciargli il collo. “Come vedi, siamo
impegnati!” Fece un gesto con la mano, come per scacciarlo.
Draco rimase per un
secondo un po’ interdetto. Come si permetteva, Potter?
“Dai, Draco, perché
non ti unisci a noi?” Una delle altre due ragazze era uscita dall’acqua,
completamente nuda e ricoperta di schiuma, per raggiungere il biondino. “Come ai
vecchi tempi…! Per una sera potrai anche lasciare la tua mogliettina. Infondo,
siamo tutti amici di vecchia data, qui.” Gli fece l’occhiolino e gli porse una
bottiglia di Whisky Incendiario, mentre posava l’altra mano su un fianco del
ragazzo, trascinandolo verso di se..
Già, sua moglie.
Ginny era chissà
dove persa a lagnarsi per uno dei suoi soliti melodrammi inesistenti, lui era
stanco, era nervoso, voleva rilassarsi…voleva staccarsi da Ginny. Non sopportava
più quella relazione.
In realtà, era da un
po’ che lo innervosiva, ma non ci aveva dato peso.
Si sentiva troppo
legato. E quella sera, con la sua scenata…Chi era lei per avere il diritto
dirgli quello che doveva fare della sua vita? Chi era lei per avere il diritto
di stare male per qualcosa che riguardava solo e solamente lui?
Pensò che non gliene
importava niente.
“Stai scherzando?”
Harry, che si era reso conto della situazione solo in quel momento, scattò a
fissarlo.
Non era molto
lucido, ma si ricordava ancora abbastanza bene che Draco aveva una ragazza. O
meglio, una moglie. O meglio, Ginny. La sua Ginny. Quella che aveva portato via
da lui.
“Fatti i cazzi tuoi,
Potter.”
“Ma come ti
permetti? Dov’è Ginny ora? Ad aspettarti in camera magari!” Era
arrabbiato.
“No…probabilmente è
in camera sua con Syberia che si lagna e piagnucola perché le cose non vanno
come vuole lei…a me non interessa.” Sbuffò.
“Vattene
immediatamente, Malfoy!” Grugnì.
“Tranquillo,
tranquillo, me ne vado! Comunque per quanto mi risulta tu non potresti neanche
essere qui. E poi…che fine ha fatto Satine? Ah, giusto. Il Bambino Sopravvissuto
che sta con una Mangiamorte…beh, farebbe un po’ di scandalo.” Lo provocò,
andando a fissare il suo sguardo in quello del moro.
Harry rimase per un
attimo a bocca aperta, senza sapere cosa ribattere. “Vai a farti fottere,
Malfoy.”
“No, mio caro, per
questa sera questa prerogativa la lascio a te!” Malfoy, contento di aver avuto
la sua piccola vittoria, uscì dalla stanza.
Era innervosito.
Primo, perché avrebbe voluto farsi un santo bagno in pace, secondo perché l’idea
che Potter fosse diventato così popolare e avesse preso il suo posto un po’ lo
irritava.
Sbuffando, si avviò
verso la sua stanza, che raggiunse dopo non molto.
Entrato però, notò
che c’era qualcosa che non quadrava: la finestrella che dava sul prato del parco
era aperta e l’Elfa Domestica che accudiva Syberia era schiantata, poco
lontano.
Draco spalancò gli
occhi, in un espressione di puro terrore.
Si lanciò verso la
culla, dove notò che i suoi peggiori presentimenti erano veri: Syberia non
c’era. E non c’era traccia di lei da nessuna parte.
Cercò di far
rinvenire l’Elfa Domestica, mentre cercava di elaborare cosa poteva fare, mentre
cercava di non farsi prendere dal panico.
Visto che l’Elfa non
accennava a risvegliarsi –che fosse morta??- Draco decise che era meglio
prendere soluzioni più concrete e più immediate.
Per prima cosa,
doveva correre dal preside. Forse avrebbe dovuto cercare Ginny, ma in quel
momento non aveva la minima idea di dove potesse essere e avrebbe solo perso
tempo prezioso.
E mentre correva per
la scuola, cercando di non pensare il peggio, sentì dentro di se che qualcosa si
era spezzato.
A quel punto, stava
veramente male.
*************
Ehm….no, calmi,
tranquilli…tutto bene….XD Non è successo, non è successo, voi convincetevi che
non è successo e andrà tutto bene! (per lo meno per me, che ho il tempo per
scappare…) XDXD
Passiamo ad altro…XD
Per la figura dell’uomo ‘nero’…beh…sapete già tutti chi è secondo me ma io non
ve lo dico ancora comunque…! Ho una piccola scenetta un po’ così in mente per il
prossimo capitolo.
Il capitolo è un po’
corto, ma non avevo molta forza ispiratrice e le altre scene volevo metterle nel
prossimo capitolo, per non farmi uccidere del tutto qui…XD Comunque…se mi
commentaste mi aiutereste! ^^ Anche a scrivere capitoli un po’ migliori! (e
anche un po’ meno corti…U.U) uff…vi pregoooo! Un piccolo aiutino per un autrice
che si sta impegnando il più possibile per non ridurre la sua storia in modo
pessimo!! Please! Non vi faccio pena pena?? *-*
Basta, vi saluto,
alla prossima….molto presto, se mi aiutate…^-^ (lo so che sembra un ricatto, ma
lo è, perché ho ancora un po’ bisogno del vostro sostegno prima di riprendermi
del tutto…..:( )
Giuggia!
Ringraziamenti:
Cicci 12: un po’ di movimento c’è anche
qui! XDXD Spero di non venire linciata! Comunque scusa, non avevo fatto caso che
si scrivesse Romilda…XD Fammi sapere cosa ne pensi di questo chap!! Grazie mille
mille! ^-^ Ps: però non mi uccidere……!!! *-*
Noemi_Malfoy: mamma mia che maratona!!
XD beh…sono onorata! Per Mishra…fa curiosità un po’ a tutti…me in primis! XD
Comunque…contenta che ti piaccia!!! ^-^ Spero che continuerai a leggere…sperando
di non venire uccisa neanche da te per questo capitolo! ^^” A presto spero!!
Bacini
Ginny88: Draco e Ginny…siiiii, come no!
Tu abbi fede…U.U Ahah…comunque…beh…Un po’ di movimento di vuole….se no che
noia!! Ti ringrazio un sacco per l’aiuto per questo capitolo!!! Spero che ti
piaccia…fammi sapere! Bacissimi, alla prossima! ^-^
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Capitolo 10 *** Ricerca Disperata ***
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10
“Devo trovare Ginny!
Non so dove sia…devo dirglielo, devo trovarla…”
Draco era disperato
e camminava avanti e indietro nello studio del Preside, che stava convocando
tutti i professori per comunicare anche ad essi l’accaduto e scoprire se
qualcuno sapeva qualcosa.
“Calmati Draco, ora
manderemo la professoressa McGranitt a cercarla. Tu non puoi uscire di qui.
Piton arriverà tra poco con l’Elfa Domestica che hai trovato schiantata in
camera tua…” Silente si avvicinò, cercando di calmarlo.
“Ma professore,
io…io devo trovarla! Sto impazzendo…lei impazzirà! Che fine ha fatto nostra
figlia?”
Non ce la faceva
più. Non riusciva a crederci. Era in preda al panico più assoluto,
continuava a pensare al peggio.
Non riusciva a
essere ottimista.
Voleva Ginny. Voleva
Ginny al suo fianco. Ma lei non c’era.
“Posso capire Draco,
ma ora, per il bene di tutti, è meglio che tu rimani qui. Ci serve la tua
testimonianza.”
Draco guardò gli
occhi azzurri e profondi del Preside, calmi.
Per un attimo, si
perse. Quando tornò in se, annuì, rassegnato, e si lasciò cadere sulla sedia di
fronte a lui, respirando profondamente.
Dopo pochi minuti,
Piton fece capolinea sulla soglia, accompagnato da una frastornata Elfa
Domestica, e subito dopo entrarono con lui anche Vitious e la Professoressa
Cooman,
“L’Elfa Domestica
non è in grado di testimoniare. Quello che posso dire è ciò che ho estrapolato
dai ricordi confusi nella sua mente: qualcuno sembra averla aggredita alle
spalle entrando dalla finestra mentre l’Elfa stava cullando la piccola. Non
sembrano esserci altri particolari utili nei suoi ricordi.” Snocciolò Piton,
secco, per poi lanciare uno sguardo dispiaciuto e un po’ preoccupato verso
Draco.
“Severus, ho bisogno
di sapere con chi sei entrato nel castello, sta notte. Se qualcuno può averti
seguito o se hai notato qualcosa di sospetto. Sei l’unico che questa sera è
uscito dai confini della scuola…”
Draco saltò in piedi
“Significa che chi ha rapito Syberia potrebbe essere ancora all’interno della
scuola??” Una piccola luce nell’immenso buio. Certo l’ultimo era l’ultimo dei
suoi pensieri quello che Piton potesse essere complice del fatto.
Silente gli rivolse
uno sguardo dispiaciuto. “Non credo, Draco. Chi è entrato nel castello può aver
tranquillamente portato una Passaporta con se o aver usato qualunque altro
metodo del genere. Una volta entrato, che è la parte più difficile, non è
complicato uscire dalla scuola…” Affermò.
Draco si accasciò
nuovamente sulla sedia, sconsolato.
“Professore, io
personalmente non ho notato nulla di strano o particolare, nessuna figura che mi
stesse seguendo. Mi dispiace, ma non credo di poterle essere d’aiuto in questo
senso. E poi…se un mago senza permesso entra nella scuola, gli incantesimi di
allarme dovrebbero mettersi in funzione, no?” Rispose, poco convinto.
In quel momento, la
porta si aprì, lasciando entrare una professoressa McGranitt alquanto
sconvolta.
“Mi dispiace Albus,
non sono riuscita a trovare la ragazza da nessuna parte. E non è nel suo
dormitorio e nessuno sembra averla più vista da quando Neville Paciock mi ha
riferito di averla notata uscire dalla Sala verso le dieci di sta sera, durante
la festa.” Era vicina al panico.
“Tranquilla,
Minerva. Non pensiamo al peggio. Potrebbe semplicemente essere rimasta ancora in
Sala Grande, in fondo la festa è finita da poco, o potrebbe stare tornando in
questo momento nel suo dormitorio. Aspettiamo ancora un po’ prima di
preoccuparci inutilmente.” Sentenziò il Preside.
Draco si alzò in
piedi di scattò.
“So io come
trovarla!” Perché non ci aveva pensato prima?
“E con quale dote
paranormale che neanche io possiedo crede di riuscirci?” La Cooman lo osservò da sopra
gli spessi occhiali a mezzaluna.
Draco la guardò
storto. “Devo solo trovare Harry Potter…”
****************
-Poche ore
prima-
“Mishra!”
Il ragazzo si fermò
di scatto, voltandosi con sguardo interrogativo verso la voce che lo aveva
appena nominato.
“Satine, che piacere
vederti! Non pensavo che fosse più lo stesso, per te.”
Satine si avvicinò
al ragazzo, titubante. “Infatti, ma ho bisogno di un informazione.”
“Visita interessata
quindi…va beh, mi accontenterò comunque. Cosa desideri?” Sorrise sinistramente,
ma amichevolmente.
“E’ permesso uscire
dal castello, ogni tanto?”
Era nervosa. Si
stava tormentando le mani, incrociate dietro la schiena, mentre cercava di
chiudere la sua mente in modo che il flusso dei suoi pensieri non potesse venire
captato in nessun modo.
Il ragazzo continuò
a sorridergli, ma ora sembrava divertito. “Certo che si può.”
Satine storse il
naso. “E come si fa?” Era troppo facile.
“Bisogna chiedere il
permesso al responsabile, specificando data, motivazione e meta. Stando attenti
a essere convincenti però…!”
Ecco, era ovvio che
c’era l’inghippo. Sbuffò “Bene. E a chi dovrei rivolgermi?”
Mishra scoppiò a
ridere. “Per tua fortuna mia cara il responsabile sono io!”
Satine non riusciva
a crederci. Non poteva realmente avere così sfortuna!
“Allora dove
vorresti andare?” Si fermò davanti a lei, a pochi centimetri, sovrastandola con
la sua altezza e con il suo tono canzonatorio. “Ricordati che devi essere
convincente!”
Satine deglutì più
volte. “Volevo andare ad Hogsmeade. Devo comprare della nuova biancheria intima,
e un nuovo paio di scarpe. Sono stufa di avere sempre le stesse cose addosso.”
Rispose, cercando di risultare il più tranquilla e il più normale
possibile.
“E, sentiamo, per
quanto tempo pensi potrebbe durare la tua visita?” Si avvicinò
maggiormente.
“Non lo so…! Qualche
ora! Come faccio a saperlo prima?” Era troppo nervosa. Avrebbe finito per
combinare qualche casino.
Mishra scoppiò a
ridere sonoramente, prendendola per i fianchi e tirandola a se. “Farò finta di
credere a quello che mi hai detto ma tu devi darmi qualcosa in cambio…una sorta
di incentivo, mettiamola così!”
“Mishra, lasciamo
stare…non ho intenzione di fare proprio niente. Lascia perdere, me ne vado.” Si
divincolò e si incamminò nuovamente verso la sua stanza, mentre Mishra la
seguiva con sguardo divertito.
“Come preferisci…ma
sai dove trovarmi, quando vorrai!”
Si voltò dall’altra
parte.
In quel momento
aveva un compito piuttosto importante da svolgere.
Dopo poco, raggiunse
l’atrio, dove lo attendeva una figura incappucciata.
“Mishra…” L’uomo
inchinò il capo, in segno di saluto e rispetto.
“Sei pronto?”
Chiese, duro, infilandosi il cappuccio mentre si incamminavano nel freddo
cortile.
“Certo. Anche se non
mi dispiacerebbe essere informato del motivo di questa visita.” Rispose, in tono
aspro.
“Severus, se il
Signore Oscuro non te ne ha reso partecipe è perché non si fida di te, come
finalmente ha capito che deve fare. Comunque, il giudizio non spetta a me.
Sinceramente la tua vigliaccheria e il tuo doppio gioco non mi interessano. Io
devo solo svolgere il mio compito…”
“Non è questo il
punto. E’ che non vorrei che fosse fatto del male agli studenti…” In quel
momento, il tono aspro venne incrinato da una vena di preoccupazione.
“Tranquillo, come ti
ha già detto più volte l’Oscuro Signore, non è quello il nostro
compito…”
Arrivati fuori dal
castello, si smaterializzarono.
“Benvenuti…” Una
voce fredda e familiare li accolse. “Sono contento di vedere che il vecchio
Severus non ci ha ancora venduto al vecchio barbuto…” Voldemort sembrava
compiaciuto, mentre Mishra e Piton si inchinavano di fronte ad esso.
“Mishra, sai cosa
devi fare…conto su di te. Lo farei io stesso, se mi fosse possibile. Ma
purtroppo la mia condizione di mago mi rende impossibile entrare nella scuola
senza un permesso…e credo che Silente non me lo concederebbe molto volentieri.”
Si abbandonò ad una fredda risata. “In ogni caso, andate, ora. Sto aspettando
una visita. E voi non dovreste fare tardi.” Scosse la testa,
divertito.
Mentre le due
figure, dopo essersi inchinate, si avviarono verso il cancello della scuola,
Voldemort si incamminò verso una quercia poco lontano doveva aveva deciso di
mettere in scena il proprio personale spettacolo.
Tutto quello lo
divertiva molto. Già pregustava il gusto della sua vittima.
Aveva sbagliato,
tutti quegli anni. Aveva sempre fatto tutto avventatamente. E invece no,
bisognava programmare. Programmare tutto in ogni minimo dettaglio.
Scoppiò in una
fragorosa risata, mentre in lontananza una piccola figura femminile si stava
avvicinando.
Era stato fin troppo
facile. Quasi più facile che con quello sconsiderato di Harry Potter.
Quella ragazzina
ingenua.
Non vedeva l’ora di
averla tra le mani.
Certo, il suo scopo
era un altro. Ma perché non ci si poteva anche un po’ divertire, con il
lavoro? Era un bocconcino così fresco…e così impertinente!
Vide la figura
fermarsi poco distante e captò la sua volontà di tornare indietro.
Lasciò scivolare
indietro il cappuccio, svelando il proprio volto.
Non gli riusciva di
cancellare l’espressione divertita che aveva dipinta sul viso.
Tutto stava andando
secondo i piani.
“Tu…?!” Sgranò gli
occhi la ragazza, spaventata.
L’uomo rise. Non si
tratteneva più. “Già…sorpresa?!”
Lei rimase immobile.
Non poteva essere vero.
Perché l’aveva
attirata li? Voleva forse ucciderla? No, non aveva senso…non riusciva proprio a
capire.
“Cosa…?”
“Cosa voglio da
te?”
La ragazza annuì,
senza sapere cosa fare. Non poteva certo voltarsi indietro e scappare! Primo,
sarebbe stato inutile. E poi…non credeva che le sue gambe le avrebbero ubbidito,
in quel momento.
“Avvicinati.” Le
ordinò. Ma vedendo che lei non reagiva, riprese “Avvicinati. Tranquilla, non ti
voglio fare del male. Anzi…”
Mosse un passo verso
di lei, e la sfiorò con una mano, fredda, sulla guancia.
Ginny si riscosse
dal pesante torpore che l’aveva avvolta. Un brivido molto intenso la percorse
dalla testa ai piedi.
“Come spera che io
creda che ha fatto tutto questo e mi hai attirato qui con la semplice intenzione
di scoparmi?” Ringhiò, scostandosi di scatto, resistendo alla fortissima
tentazione di buttarsi fra le sue braccia.
Voldemort rise. “Non
chiedere cose che sai che non ti dirò, piccola…”
La mise a tacere,
afferrandola per i fianchi.
Cominciò a baciarle
il collo con le labbra gelide che però facevano tremare il corpo di Ginny, che
provava sensazioni mai provate se non nei suoi sogni.
“Cosa mi ha fatto?
Che incantesimo ha usato?” Sussurrò, spaventata e disgustata, ma allo stesso
tempo persa in quel mare di sensazioni.
“Ci sono molte altre
cose che vanno al di la degli incantesimi, mia cara…” La trascinò verso
l’albero. “Magia più antica…e più profonda.” Le scostò il vestito e vi insinuò
la mano.
Quello era troppo.
Non riusciva più a controllare le sue azioni, il suo corpo.
Dentro di lei il
piacere scorreva come un liquido caldo, intenso, la faceva sentire viva,
potente, persa in un limbo perfetto di lussuria.
Si aggrappò alla
schiena dell’uomo, senza neanche più rendersi conto di chi fosse, ma sentendo
solo il piacere che le procurava, dispersa nel profondo degli occhi
neri.
Lui le entrò dentro,
e lei a quel punto non era più se stessa, era totalmente smarrita in quella
spirale di piacere.
Ci volle poco prima
che raggiungesse un orgasmo come mai le era successo, per poi cadere a terra, in
ginocchio e sfinita, mentre Tom Riddle, alias Voldemort, si allontanava
soddisfatto.
Si accasciò contro
il tronco dell’albero, cercando di riconquistare la lucidità perduta.
Si sentiva come
drogata.
Poi rifletté sul
fatto che doveva assolutamente tornare al castello.
L’unica idea che le
balzò in mente fu di raggiungere la poco distante Stamberga
Strillante.
E così
fece.
Quando rispuntò nel
castello, affannata e ridotta allo stremo della forza psicologica, si lasciò
cadere per terra, sfinita, mentre le lacrime cominciarono a bagnarle il viso
distrutto.
Non poteva essere
successo. Non davvero.
Ancora però non
riusciva a capire. Perché Voldemort avrebbe dovuto fare ciò?
Piangeva
silenziosamente, cercando una spiegazione che non trovava.
E pensava a Draco.
L’aveva tradito.
Forse non per sua
volontà, ma era successo.
E le lacrime
continuavano a scenderle lungo le guance senza che lei potesse
fermarle.
****************
Aprì la porta
velocemente. Era teso.
“Potter...” Attirò
l’attenzione del ragazzo, che si voltò sorpreso a guardarlo.
Chiuse un occhio,
cercando di vederlo meglio. “Malfoy! Che ci fai di nuovo qui? Ammettilo che hai
una gran voglia di vedermi nudo…” Harry scoppiò a ridere, insieme alle tre
ragazze.
Erano tutti e tre
molto più ubriachi di un oretta prima.
“Alzati Potter. Mi
serve il tuo aiuto. Syberia è stata rapita e non riesco a trovare Ginny…” Non
aveva voglia di perdere tempo in quel modo.
“E scusa, ma cosa
diavolo centro io?” Harry storse il naso, voltandosi completamente verso il
ragazzo e appoggiando il mento sulle mani, sul bordo della vasca.
“Potter, Cristo!
Ginny mi ha parlato, un tempo, di una specie di Mappa che tu hai…non lo so! So
solo che tu puoi trovarla!” Gesticolò.
Il suo tono era
implorante. Questo sorprese molto Harry, che in un attimo di lucidità comprese
le parole del ragazzo.
Sgranò gli occhi “Ma
tu non dovresti saperlo!” Si scandalizzò.
“Potter, cristo! Per
favore! Mi vuoi o no aiutare…?” Odiava doverlo fare. Stava male al pensiero di
quello che stava facendo. Stava praticamente implorando Potter per avere il suo
aiuto. Era disgustoso.
Harry lo fissò per
un lungo minuto, e poi sembrò realizzare.
“Syberia…? Oddio!”
Si alzò di scattò dalla vasca, afferrando un asciugamano poco lontano,
barcollando vistosamente.
Draco assunse un
espressione disgustata, e lo asciugò con un colpo di bacchetta.
Harry si osservò per
un attimo, stupito, poi ringraziò Draco, cercando nel frattempo di
rivestirsi.
“Harry…dove vai?
Rimani con noi…!” Lo implorò Romilda dalla vasca, mentre una delle altre due
ragazze si era appena stesa sul bordo, addormentandosi.
“Non posso…devo
andare. C’è un problema…!!” Stava cercando di infilarsi i pantaloni, ma inciampò
vistosamente.
Draco lo sostenne in
tempo.
Ci volle troppo
tempo perché si rivestisse, e Draco diventava nervoso ogni minuto di
più.
Quando finalmente
riuscirono ad uscire dalla stanza, Draco dovette, suo malgrado, cercare di
reggerlo in piedi, se voleva riuscire a farsi aiutare.
Nei corridoi bui e
deserti della scuola, Draco cercava di orientarsi, anche se non sapeva
esattamente tutte le strade migliori per arrivare al dormitorio dei
Grifondoro.
Svoltando un angolo,
sbuffando senza ascoltare le cose senza senso che Potter stava blaterando, Draco
scorse una figura in un angolo, rannicchiata.
Si illuminò
all’improvviso, riconoscendo Ginny.
Lasciò Harry al suo
destino, e raggiunse la ragazza, abbracciandola forte.
“Oddio, Gin…ti ho
cercato ovunque! Ti abbiamo cercato ovunque…! Dov’eri…? Ehi! Perché piangi…?”
Era un po’ sconcertato. Che già sapesse…?
Ginny si asciugò gli
occhi. Non poteva dirgli niente. Non poteva.
Lo abbracciò e lo
baciò. “Mi sei mancato, Draco. Scusa per prima…non volevo…”
Singhiozzò.
Draco le prese il
viso tra le mani, stampandole un bacio dolce sulla fronte.
“Amore…c’è una cosa
che devo dirti…una cosa che non ti piacerà…” La sua voce si incrinò. Era una
cosa troppo brutta. Non voleva dirgliela.
Stava
male.
Ma doveva. Doveva
dirglielo. Lei doveva sapere.
E loro avrebbero
affrontato la cosa insieme.
****************
Eccoci qui…siete
tutti più contenti?? Beh…siatelo per poco ancora! XD Ehm ehm…io ho avuto un
sacco di idee malsane, dopo questo capitolo…XD Solo che mi sono state
bocciateeee! Ma uffaaaa! Va beh a parte ciò…(^_-)….non so, spero vi sia
piaciuto! A me la scena con Mishra e Satine piace un sacco! (le scene che scrivo
a scuola durante le ore di filosofia o storia sono sempre le migliori…XD)…per
quanto riguarda Mishra…cominciate pure a credere che sia strano e particolare,
perché lo è…XD Basta…sto zitta.
Fatemi sapere!!! E
grazie grazie grazie mille per i commenti!! XD Il rapimento di syberia ha un po’
riscosso gli animi! Ahah! XD
Bacioni a
tutti
Giuggia!!
^_-
Ps: è possibile che,
causa problemi tecnici (…sono via!), non riesca a pubblicare prima della
prossima settimana…chiedo il vostro perdono! ^^” Però intanto vi avviso che non
sparisco! Bacioni…^-^
Ringraziamenti:
Ginny88: ma amore……!! Che colpa ne ho
io?? Sighsigh Se Voldy è cattivo cattivo e ha rapito la piccola Syberia…beh…mica
ci posso fare nulla! Io sono solo la povera autrice che riporta i fatti!! XDXD
Ehm ehm…comunque…io SO che mi odio, ma tranquilla…^-^ Prima o poi si risolverà
tutto…XD Bacissimi alla prossima! Ps: non ti illudere che tra Ginny e Draco vada
tutto bene, d’ora in poi…………!
Thaissa: wow! Ciao! Quanto quantissimo
tempo! XD eh eh! Il rapimento ha suscitato un po’ di odio nei miei confronti…XD
ma tranquilli, andrà tutto bene!!! …(????) Ehm…cosa centro io? Io poverina vi
racconto solo quello che succede! XD Ok, sto zitta, che rischio il linciaggio!
^^ Spero ti sia piaciuto anche questo! Bacioni alla prossima! ^-^ …e grazie!!!
^//^
Ciiiii: beh, anche se Voldemort era con
Ginny, non vuol dire che non l’avesse commissionato lui! XD ^-^ Comunque…wow,
sono contenta che qualcuno abbia giudicato un idea geniale quella di far rapire
Syberia! Ahah! Era la base di questa storia (e lo so che arrivarci dopo dieci
capitoli è stato un po’ una mia pecca), quindi…contenta che ti sia piaciuto! ^-^
Tranquilla comunque, mica sono così pazza da far del male alla mia piccolina
preferita figlioletta! ^-^ Bacioni alla prossima e grazie grazie mille!
^-^
Cicci 12: grazie mille per i complimenti!
Spero ti sia piaciuto tanto anche questo…^-^ Comunque…beh, Harry Potter è pur
sempre Harry Potter…è sempre stato già di per se famosissimo in tutta la scuola
fra tutte le ragazze da sempre…è ora che se ne prenda anche un po’ i frutti…XD
In ogni caso…tranquilla, quello che Draco ha fatto in sei anni non può certo
farlo Harry in sei mesi! E poi, non è il tipo…è solo un po’ giù e si diverte un
po’ lasciandosi trascinare da Romilda…^-^ Semplice…Bacini alla prossima! ^^
Noemi Malfoy: ehm…lasciamo perdere l’idea di
Draco che si infila nella vasca perché l’avevo pensata e anche scritta, ma poi
era venuto qualcosa di SCANDALOSO e particolarmente scabroso, cadendo un po’
troppo sulla banalità perversa…quindi ho optato per il far uscire il nostro
Draco di scena di corsa…XD La
Parkinson non era proprio solo per il Marcio che piangeva,
comunque hai perfettamente ragione…e anche la seconda opzione che hai suggerito,
era la mia seconda idea dopo la vasca…XD Però poi ho optato per lasciare che ciò
avvenisse in seguito, in relazione più logica con gli eventi…ops…forse non
dovevo dirlo! Questo suona un po’ come uno spoiler! Ahah Ok, chiudo il
becco…tranquilla per la piccola Syberia cuccioletta, non farei mai del male alla
mia bambina!*-* (Ma è la mia!!! NdGinny) (taci tu…l’ho comunque creata io!
NdGiuggia) La coppietta per ora è abbastanza ok, ma ci saranno dei risvolti non
tanto belli per loro…U.U A presto e grazie mille!! XD Smack! ^_-
Seiryu: beh, avevo l’ispirazione!!! E
poi finalmente ho ricominciato a ricevere recensioni, e sono molto molto
contenta!!! ^-^ E i capitoli stanno uscendo meglio…sisi…comunque…beh, come la
maggior parte delle scene di recente produzione su Draco e Ginny, quella scena
era basata su mie esperienze personali. Odio sentire le persone dire “queste
cose non ti riguardano, ecc” quando magari ci sei immerso fino al collo anche
tu…in particolare se vuoi molto bene a queste persone…quindi sono contenta di
aver trasmesso questa sorta di ‘dolore’ che si può provare quando qualcuno ti
tratta così! ^-^ Comunque mi era necessario, quel litigio, per creare poi tutto
il resto……XD Come la prima pedina del domino che cade…(come sono poetica oggi!
U.U) Per Blaise…in realtà non ci sta provando con Herm…era solo un modo per
svagarsi un po’ e una sorta di strano tentativo per ‘farsi odiare’ da
Ginny…masochistico, ma necessario per lui…^-^ Comunque le tue ipotesi sull’uomo
misterioso, il rapimento, ecc…era giuste direi! ^-^ Bacioni alla prossima e
grazie grazie mille!!!
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