I'm Coming di corysvoice (/viewuser.php?uid=123866)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il ritorno ***
Capitolo 3: *** Who is Samantha ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Prologo-I'm
coming
4
anni prima...
La ragazza era seduta su "quel" letto a maledire "quel" giorno.
Perchè si era perdutamente innamorata di "quel" ragazzo?!
"Quello" sbagliato. Ecco che lo vide di fronte a se. Stava
lì a guardarla
tristemente. Sembrava come se a un momento all'altro si volesse
uccidere.
"Elise,ne
sei "veramente" sicura? Hai fatto tutte le analisi? Cioè hai
fatto il... il coso?"
Lo
guardò molto infastidita. Le sembrava di ritornare all'asilo
quando le chiedevano se avesse il pannolino. Posò la borsa
sul letto e da lì fece uscire un test di gravidanza. Lo
prese in mano e glielo mostrò...
"Che
cosa vedi? Dimmelo te se credi che io non sia tanto intelligente quanto
te!"
Il
ragazzo lo fissò per minuti. Se lo passò fra le
mani e lo ridò ad Elise.
"Mica
le capisco queste cose io! Ci sono solo segnetti e colori strani!"
La
ragazza gli diede una botta sulla testa e si buttò sul
letto. Le scese una lacrima, era disperata solo diciasette anni e
doveva già avere delle responsabilità?! In quella
casa loro si erano conosciuti e lì
sarebbe stato contenuto il loro segreto. Si alzò in piedi e
con la rabbia che le saliva gli bisbigliò.
"Tom!
Svegliati! Stiamo per avere un bambino! Stai per diventare padre!
Smettila di essere così infantile!"
Il
ragazzo girò per la stanza per vari secondi e quando
rincontrò lo sguardo della sua amata,andò verso
di lei e la baciò sulla fronte, lasciandole cadere qualcosa
nella giacca.
"Ti
amo Elise... Ci tengo che tu lo sappia"
Molto
lentamente il ragazzo salì le scale, come se quello fosse un
addio e da quella sagoma vivente diventò un'ombra. Elise si
alzò per cercarlo, ma non c'era. Era dentro la macchina,
partito. Lei, però era
sicura che sarebbe tornato fino a quando non trovò un
foglietto nella sua giacca era da parte sua. Lo aprì e lo
lesse...
"Cara
Elise,
non
vorrei che questo ti possa far sentire abbandonata, ma ho bisogno del
mi tempo,
non
posso diventare padre ora. Ho il liceo da finire, questo
sarà il mio ultimo anno e
vorrei
passarlo tranquillamente, vorrei passare una gioventù felice
e non con impegni,
ora
non posso.
Quando
nascerà il nostro bambino ti prego di non dirmelo e se
vorrai abortire io non
sarò
di certo quello ad impedirtelo, so che queste parole sono crudeli, ma
è la verità.
Ti
lascio solo duemila euro che ho raccolto facendo lavoretti per
pagarmiuna quota
del
viaggio di fine liceo per tuo figlio. Li troverai vicini al box dei
cani. Dentro la ciotola
del
cibo.
Con
affeto Tom."
P.S.
io ti ho sempre amato e ti amerò ancora... dopo tutte queste
cose, buona fortuna Ellie
Appena finì di leggere tutto ciò la ragazza
sembrò afflitta, si sentì cadere il mondo
addosso. Iniziò a piangere. Il suo amore dai tempi delle
medie era sparito, volato via da un giorno all'altro... Non poteva
crederci. Non sapeva che fare in quella situazione, tra otto mesi
avrebbe avuto un bambino e non sapeva che dire ai suoi genitori quando
si sarebbe presentata a casa con un figlio. Avrebbe voluto che
fosse tutto un sogno. In quel momento pensò seriamente di
abbortire e lasciare tutto.
Oggi
Elise era con la sua Beth e la sua migliore amica Samantha distesa sul
prato del suo giardino a giocare. Sua figlia aveva molti tratti del
padre come i suoi occhi azzuri e il suo sorriso. Le mancava lui. Da
quando era andato via non si era più innamorata, amava solo
lui e non sapeva perchè non riusciva a scordarselo...
Ad
un tratto le arrivò un messaggio. Era da un numero
sconosciuto.
"Elise,
vieni un attimo al bar davanti a casa tua. Ti devo parlare".
Samantha
la guardò in modo strano. Le vide il sorriso timido sulla
bocca e quelle guance rosse che le venne subito un dubbio e le chiese.
"Che
succede Elise? Hai un nuovo ragazzo e non mi hai detto niente?"
"No."
ansimò per un secondo "Puoi tenere un attimo Beth? Devo
andare a fare una cosa?"
La
ragazza sorrise e mentre Elise stava uscendo dal cancelletto le disse...
"Salutami
il tuo ragazzo!"
Quando
arrivò davanti al bar vide "quel" ragazzo. Era un po'
maturato e cambiato, ma era LUI. Era Tom. Si sentì cadere,
aveva passato gli ultimi quattro senza di lui ed ora ce lo aveva
davanti. Non
poteva essere...
"Tom?!
Come... che cosa vuoi?"
Tom
la guardò distaccato e le rispose:
"Elise,
sono venuto a sapere che hai partorito... Come si chiama?"
La
ragazza si girò di corsa per scappare da quell'incubo. Non
poteva essere tornato! Tom la prese per il braccio e la fece girare.
"Potevi
farti vivo prima, no?! E' nata quattro anni fa, mi sembri leggermente
in ritardo... comunque lei si chiama Beth."
Il
ragazzo le sorrise e con tranquillità le disse:
"Ah
bene. Senti Elise, posso riavere i miei soldi?. Mi sono accorto di aver
fatto un grosso errore a lasciarti i miei duemila euro."
La
ragazza sembrò una pentola a vapore, era diventata rossa. La
rabbia le stava facendo girare la testa...
"Certo!
Riprenditi pure i tuoi soldi! Sei proprio uno stronzo, sai?!"
ansimò per un secondo cercandosi di calmare e
tirò fuori dalla borsa i bigliettoni. "Ed io che mi ero
illusa che saremmo potuti diventare una famiglia!" Gli diede i soldi e
lui se li prese.
Mentre
Elise se ne stava andando piena di rabbia, tornò indietro e
diede a Tom una foto della bimba dicendogli:
"Tieni
la foto di tua figlia, porco! Almeno se la vedrai capirai quanto hai
perso..."
e
se ne andò...
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Capitolo 2 *** Il ritorno ***
I’m coming
Elise tornò a
pezzi. Le era caduto il mondo in testa. Perché era tornato?
Non poteva starsene per sempre al di fuori della sua vita?. Si
ricordava ancora il giorno che aveva letto quella lettera.
Lei stava davanti al box
dei cani. Prese i soldi ed iniziò a piovere e si
buttò a terra, a piangere come non aveva mai fatto prima.
Pensava solo a cosa le avessero potuto dire i suoi genitori.
L’avrebbero di sicuro cacciata di casa, avrebbe voluto
abortire o che fosse stato tutto un sogno. Pensare che quando era
bambina faceva sempre degli incubi di rimanere incinta a questa
età e di perdere tutti i suoi sogni. Di non poter diventare
più attrice e di non andare a New York e la sua fine sarebbe
stata sotto i ponti. A volte invece sognava di contenere una creatura
dentro se stessa del suo amore…
Ormai quelli,
però erano solo brutti ricordi. Anche se non ha potuto
realizzare i suoi sogni, ora aveva qualcosa di più
importante di tutto e che nessuno gliela avrebbe potuta portare via.
Quando entrò
dentro casa vide Samantha assieme a Beth che la guardavano. La piccola
non capiva ciò che stesse succedendo, ma invece lei
sì. Vedendo la sua amica la guardava delusa ed Elise si
coprì il volto.
“Ti ho
vista… C’era Tom con te! Non è che
ancora provi qualcosa per lui? È stato un bastardo con te e
non dovevi neppure andare al bar!”
La ragazza
guardò l’amica molto infastidita. Mise la figlia
nella culla e le rispose:
“E se anche
fossi ancora innamorata di lui? Te ne dovresti fregare, questa
è la mia vita e me la gestisco come voglio io!”
Samantha si
legò i capelli di color marrone-rosso. Prese per il braccio
Elise e con sincerità le disse:
“Elise ora non
puoi fare come cinque anni fa. Non puoi tirarti indietro e non puoi
pensare solo a te stessa, ora siete in due! Hai una famiglia, pensa a
Beth se si ritrovasse Tom a casa, un uomo che non ti ha mai amata,
perché uno che fa così è solo uno
stronzo…”
Si sentì un
tuono. Elise si posò lentamente sul divano ed
iniziò a piangere.
“Io lo amavo e
volevo soltanto qualcuno che mi amasse e lui mi amava, ti giuro che
provava le stesse cose che provavo io. Non so perché abbia
fatto così quando ha scoperto che ero incinta. Io non mi
sono più innamorata di nessun altro. Forse lo amo ancora.
Non è più come quando ero adolescente che ero
indecisa. Maturando ho scoperto l’amore con lui ed ho passato
tutto con Tom!”
Samantha si sedette
accanto alla sua amica. Le accarezzò i capelli marroni scuro
e le rispose:
“Elise, ti
ricordi quando mi hai dato il coraggio di cantare in pubblico e mi hai
mostrato che se voglio posso farcela? Che non devo più
guardare indietro, ma solo avanti?”
Tra una lacrima ed
un’altra Elise accennò un sì.
“La stessa cosa
vale per te. Hai tutta la vita davanti. Non ti fermare
all’infanzia. Toglitelo dalla mente. Cancellalo dalla tua di
vita, pensa a Beth secondo me non le farebbe tanto piacere sapere che
suo padre non la voleva.”
La ragazza
aggrottò le ciglia. Prese un fazzoletto e si
asciugò le lacrime.
“Samantha, se
fosse per me a quest’ora lui non esisterebbe più,
ma in ogni luogo che vado sento il suo profumo. Ogni ragazzo che mi
inizio a frequentare al primo bacio o al primo flirt io vedo Tom. Per
strada, appena scruto in lontananza qualcuno mi sembra sempre lui. Il
mio cuore è un continuo battere forte ad ogni mio pensiero
su di lui. Non so come toglierlo dalla mia mente!”
Samantha
abbracciò l’amica e con il tono che usano i
dottori per dirti che un tuo caro è morto, rispose:
“Il problema non
è toglierlo dal tuo cuore” prese la mano
dell’amica e la mise sul suo cuore “ma da
qui…”
Elise sembrava un mostro,
aveva tutto il mascara sul viso contornato dalle sue lacrime salate.
Era un mare di delusioni.
“Non
può essere possibile che io sia ancora innamorata di lui.
Anche se abbiamo passato momenti bellissimi insieme, non mi posso
dimenticare della sua lettera.”
Samantha si mise le mani
fra i capelli. Era così strana la sua amica. Prima dice di
amarlo e poi di odiarlo.
“Elise. Ti
aiuterò io a dimenticarlo. Devi solo aprire il tuo cuore e
se lui dovesse rientrare o uscire solo il tuo cuore lo sa. Il fato
sistemerà tutto, ma tu devi iniziare a vivere. Mi hai
capita?”
Elise accennò
un sì ed abbracciò la sua amica.
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Capitolo 3 *** Who is Samantha ***
I'm Coming
Who
is Samantha?
La mia vita è sempre girata attorno a delle canzoni e
passioni, che ho potuto realizzare. Nella durata della mia esistenza ne
ho passate tante, i miei genitori si sono separati quando avevo undici
anni ed io avevo solo la musica a consolarmi, credevo e
sapevo che i miei amici non mi avrebbero capito, loro non avevano mai
passato quello che era successo a me. Molte cose le tenevo sempre per
me, non le dicevo nemmeno ad Elise, passavo il tempo a piangere e a
scrivere miliardi di storie che mi portavano in un altro mondo. Anche
riuscire ad avere un ragazzo era per me difficile. Quando qualcuno mi
interessava mi nascondevo sempre dietro a un velo di cattiveria ed
insicurezza. Tutti mi dicevano che dovevo essere me stessa e mostrare
quella che ero, ma loro non sapevano quello che era piangere fino a
notte tarda e soffrire. A volte volevo sparire dal mondo ed andarmene
via. L'unica con cui mi capivo almeno un po' o almeno - non so come
facesse- mi ascoltava nelle mie lamentele era Elise. Noi due eravamo
unite dalla nascita. Anche se al asilo ci odiavamo...
Ora,
però, la mia vita è migliore. Andando per tre
anni a New York sono riuscita a cambiare, a vivere ed avere un ragazzo:
Jacob. Sono anche diventata famosa in alcune città vendendo
miei cd ed un produttore mi ha chiamato per fare un album musicale. Ho
sofferto però ci ho guadagnato.
Questa
sono io: Samantha River Jordan.
Chiusi
la angina di testo e spensi il computer. Stavo scrivendo una biografia
per rendermi conto quando sono bella, intelligente e forte, me l'aveva
consigliato Elise per avere più sicurezza di me, non la
capivo proprio.
Mi
alzai dalla sedia rossa e blu e, molto tranquillamente andai a salutare
Jacob, che era appena entrato a casa.
"Ciao
amore!"
Mi
disse con voce entusiasta. Sembrava più attivo del solito.
Aveva addosso la sua divisa da calcio e gli scarpini. Tra le mani
teneva qualcosa che cercava di tenermi nascosto. I suoi occhi verdi
luccicavano più del solito e i suoi capelli che spargevano
sudore dappertutto erano più composti del solito.
"Che
succede? Jacob, hai qualcosa da dirimi?"
Gli
chiesi molto infastidita. Non mi piaceva quando mi si nascondeva
qualcosa, ma lui mi prese e mi baciò. Mi portò in
terrazzo e lì vidi una cosa stupenda. C'era un tavolo tutto
ben preparato per noi due. Aveva sopra cibo prelibato e champagne.
Candele e rose facevano un tappetto rosso, come quelli dei red carpet.
Mi pose la mano sudaticcia e mi fece sedere sulla sedia. Risi
timidamente. Non adoravo che mi si facessero le sorprese, odiavo essere
colta di sorpreso.
"Ho
preparato tutto questo per te. Togli il coperchio al piatto. "
Mi
versò un po' di champagne. Scoprì il cibo e ci
trovai un contenitore blu. Dentro non c'erano le prelibatezze che
m'immaginavo.
"Ma
che cos'è?"
Gli
chiesi coinvolta.
"Apri"
Mi
rispose lui. Speravo che fosse un bel regalo, che ne so una collana di
liquirizia. Lo aprì e dentro c'era qualcosa di troppo sicuro
e bello per me. Non sapevo come prenderla. Non volevo ne piangere dalla
gioia o ridere e pensare che sia uno scherzo.
"Samantha
River Jordan, mi vuoi sposare?"
S'inchinò
d'innanzi a me. Non sapevo che fare, avevo paura di sbagliare. Posai la
scatoletta e sperduta gli risposi:
"Ehm
non so, cioè si, cioè in realtà non lo
so" ansimai in un secondo "dovrei occuparmi sul lavoro e se volessi
andare a New York nuovamente? Tu mi seguiresti? Credo che dovremmo
aspettare..."
Jacob
sembrò deluso. Si alzo da terra ed aggrottando le ciglia in
segno di tristezza mi disse leggermente infastidito:
"Smettila
di essere insicura di quello che fai! Io ti amo e vorrei sapere un si o
un no! Non voglio un dovremmo aspettare!"
Feci
un segno strano con la testa e gli risposi:
"Ma
hai visto come sono fini Tom ed Elise? Loro non hanno aspettato e lui
appena ha saputo che era incinta è scappato... Non vorrei
fare la stessa fine..."
Il
ragazzo si sedette di fronte a lei e cercando di trattenere la calma mi
disse prendendomi la mano.
"Loro
non si erano sposati! E' stata colpa di tutte e due se non hanno usato
le preucazioni! Quindi adesso tu senza voltare pagina devi rispondermi
si o no... Per una volta sii sicura di te!"
Mi
avvicinai a lui. Lo baciai e gli dissi:
"Si.
Lo voglio e lo vorrò per il resto dei miei giorni"
Jacob
si avvicinò a me, mi mise l'anello e ci baciammo.
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