Ketsurui

di SkyleraH
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Kokoro no Vocaloid 00 ***
Capitolo 2: *** Kokoro no Vocaloid 01 ***
Capitolo 3: *** Kokoro no Vocaloid 02 ***
Capitolo 4: *** Kokoro no Vocaloid 03 ***
Capitolo 5: *** Kokoro no Vocaloid 04 ***
Capitolo 6: *** Kokoro no Vocaloid 05 ***
Capitolo 7: *** Kokoro no Vocaloid 06 ***
Capitolo 8: *** Kokoro no Vocaloid 07 ***
Capitolo 9: *** Kokoro no Vocaloid 08 ***
Capitolo 10: *** Kokoro no Vocaloid 09 ***
Capitolo 11: *** Itami no Vocaloid 00 ***



Capitolo 1
*** Kokoro no Vocaloid 00 ***


~ Kokoro no Vocaloid.
 

Miku Hatsune cominciò a correre con quanto fiato aveva in gola.
Il cuore le batteva all'impazzata e la paura di essere inseguita ancora dai sue gemelli-kitsune la costrinse a correre ancora più forte.
Ciononostante sentiva i loro versi rabbiosi farsi sempre più vicini.
Non ce la faccio, non ce la faccio, pensò, e presa dal panico si voltò indietro.
Quando tornò a portare lo sguardo in avanti era troppo tardi.
Con un grido perse l'equilibrio e cadde a terra.
Fu percossa da un brivido.
Tremava tutta, e non solo per il freddo.
Era ferita; era terrorizzata. Ma doveva dimenticarsene.
Girò gli occhi qua e là alla ricerca disperata di qualcuno o qualcosa che potesse aiutarla, ma la foresta era completamente deserta, non c'era anima viva.
Stò per morire.....
Con tanti dolori diversi, tutto era fuso in una terribile agonia.
I suoi occhi si inumidirono di lacrime.
"Mi.... dispiace... non..... volevo......" sussurrò.
Ormai le appariva tutto sfocato. Era stanca. Tanto stanca.
Poi, lentamente, il buio l'avvolse.


Rin emise un'ondata di potere direttamente contro Len.
"E' tutta colpa tua se l'abbiamo persa! Idiota che non sei altro!" ringhiò Rin.
"Questa è una bugia e tu lo sai! Ritira subito quello che hai detto!" urlò Len.
I due gemelli Kagamine erano praticamente uguali.
Avevano gli stessi occhi azzurri, gli stessi capelli biondi e le stesse dannate macchie nere sulla faccia, segno che erano dei Kitsune di razza Matryoshka.
Una lunga e folta coda arancione avente la punta bianca ricadeva graziosa a entrambi.
"Anzi no", continuò Rin.
"Non è colpa tua, non è colpa nostra, è soltanto colpa di quella stramaledetta......"
Un fruscio fra le foglie.
Con un movimento fulmineo Len le girò con dolcezza la testa e la baciò.
Rin chiuse gli occhi.
E' stata lei a farci tutto questo... , comunicò telepaticamente.
Ho paura. Non voglio soffrire ancora....
Len si staccò lentamente da lei e la strinse ancora più forte a sè.
"Ssshh.... Ssshh..." sussurrò accarezzandole i capelli.
"Vedrai che una soluzione troveremo...."
Poi, come se le loro menti fossero fuse in una sola, sussurrarono....
"Kaito" 
 

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Capitolo 2
*** Kokoro no Vocaloid 01 ***


Mamma....."
La piccola Miku tirò la manica del vestito di sua madre.
"Mamma....."
Nessuna risposta.
"Mamma, guarda!"
"Miku, che c'è?!?"
La donna si fermò e guardò nella direzione che le indicò sua figlia.
Esposte in vetrina c'erano due bambole di pezza.
Erano straordinariamente simili, con quei graziosi capelli biondi e degli azzurri bottoni lucenti al posto degli occhi.
La loro somiglianza era tale che sembravano essere quasi..... gemelli.
La donna li guardò con freddezza.
Miku l'abbraccio e gli rivolse un sorriso.
"Miku, per favore, non ho tempo per queste sciocchezze. Sono solo due stupide bambole".
La prese per un braccio e la strattonò lungo la strada.
La piccola non era mai stata di animo remissivo e perciò si ribellò.
"No, mamma! Ti prego!"
In aria volò uno schiaffo.
La piccola cadde sbucciandosi palmi e ginocchia sul selciato ruvido.
Miku non dimenticò mai lo sguardo di ghiaccio che gli rivolse sua madre.
Mai.


"Siamo figli del demonio, siamo stati tramutati in Kitsune.... e ora cosa c'è di strano? Vogliamo strapparle il cuore".
Kaito ripensò alle parole del Kitsune mentre vagava nella foresta alla ricerca della ragazza.
Le era stato ordinato di trovarla e portarla viva ai due gemelli in quanto loro assistente personale.
Ma non aveva nessuna intenzione di farlo.
In qualche modo erano riusciti a bloccarlo, a metterlo con le spalle al muro.
Maledetti.....
Riusciva a stento a percepire la debole forza vitale della ragazza e, una volta individuato il punto preciso, se la ritrovò davanti.
Giaceva ai suoi piedi e stava peggio di quanto la sua mente potesse immaginare.
Del sangue le colava dal braccio sinistro mentre gran parte dei vestiti erano letteralmente strappati, stracciati.
Aveva i capelli azzurri inzuppati di sudore e fango, sparpagliati sul viso.
Come hanno fatto a rifurti così...
Avanzò lentamente e si inginocchiò davanti al suo corpo.
Usò gran parte del suo potere per curarle le ferite superficiali ma questo non bastò.
Miku, boccheggiando, fece un unico profondo respiro ma non riprese conoscenza.
Kaito la sollevò da terra mente delirava in preda alla febbre, alla stanchezza e al dolore.
"Non preoccuparti.... non ti porterò da loro...."
Gli scostò un ciuffo di capelli bagnati e arruffati dal viso.
"Non ti farò passare anche a te le pene dell'inferno". 
 

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Capitolo 3
*** Kokoro no Vocaloid 02 ***


....
Dove sono?
....
Ah, che male...
....
Perchè c'è tutto questo silenzio? Opprime...
....
Strano... neanche dopo morta riesco a trovare pace....
....
Sono... all'inferno??
....
Mi.... fa male la testa....
....


"Maledizione!!"
Len scagliò con furia un enorme pezzo di legno contro Kaito, mancandolo.
Non era semplicemente arrabbiato, era furioso.
Alle sue spalle Rin stava in disparte, da sola, guardando la rabbia incontrollata del gemello uscire fuori.
Appariva molto divertita.
E' il tuo genere di spettacolo preferito, vero? pensò Kaito inginocchiandosi.
Adesso doveva essere molto attento con le parole.
"Perdonatemi..... a un certo punto non ho più sentito la sua forza vitale..."
"Perdonarti?!?! Ah già....." Len si avvicinò e lo accarezzò.
"Tu sei il piccolo Kaito Shion.."
Lo prese per il collo e lo sollevò lentamente.
Len lo guardò riflettendo.
Voleva farlo soffrire, voleva ucciderlo.
Controllati Len, si diceva, non è ancora arrivato il momento.
Aumentò fortemente la stretta per poi allentarla nel punto in cui era prima.
"Adesso.... il piccolo Kitsune riesce a respirare?"
Gli diede un calcio nello stomaco e lo gettò violentemente contro un albero.
I suoi occhi azzurri brillarono.
"Tu non sei di razza Matryoshka Kaito... Attento! Sei molto ma molto più debole di noi. Comunque sia, vista la condizione ti crediamo"
Prese Rin per mano e si addentrò nella foresta.


Kaito Shion si alzò e, lentamente, si diresse verso la casa in cui aveva lasciato la ragazza.
Era ancora stordito ma, una volta richiamato tutto il suo potere, riuscì a trovare la casa.
Salì i gradini e aprì la porta.
Lei era distesa sul letto con i capelli sparsi sul cuscino.
Si avvicinò lentamente e si sedette.
"Ho rischiato molto per proteggerti..." sussurrò.
La ragazza si mosse.
Kaito era pronto a tapparle la bocca non appena lei si fosse svegliata e avrebbe iniziato a urlare.
Non ricordava bene il suo nome ma era sicuro di averlo già sentito quando ricevette l'ordine dai gemelli di catturarla.
Mika, Miki.... o qualcosa del genere.
Perso nei suoi pensieri non si accorse del leggero battito di ciglia di Miku.
Quando si girò vide i suoi grandi occhioni azzurri fissarlo.
Con un rapido movimento le portò una mano alla bocca.


Quando Len si avviò mano nella mano con Rin schiumava di rabbia.
"Rin...." disse.
"Si?"
"Kaito non me la racconta giusta"
"Se è per questo neanche a me"
"Allora..."
Len fu interrotto dall'arrivo di una Kitsune.
Possedeva anch'essa delle macchie nere sul viso, più lineari, e una folta coda.
Aveva dei chiari capelli verdi.
"Salve..."
"Capiti proprio al momento giusto" disse Rin socchiudendo gli occhi.
"Dovresti svolgere un piccolo compito per noi, vuoi?"
"Certo..."
Gli occhi di Len furono attraversati da un rapido guizzo rosso poi, lentamente, sorrise. 
 

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Capitolo 4
*** Kokoro no Vocaloid 03 ***


Per un attimo tutto rimase immobile.
Miku non aveva intenzione di gridare ma, presa dall'istinto, morsicò il palmo del ragazzo stringendo con tanta forza da sentire il sangue scivolarle tra i denti.
"Ah!!" esclamò Kaito ritraendo velocemente la mano.
Miku si sollevò guardandolo negli occhi.
"Chi sei?" domandò.
"Questo dovrei dirlo io, non credi?"
"Che ci faccio qui?"
"Eri conciata male, dolcezza"
Kaito si alzò.
"Ti ho trovata mezza morta nel bosco" continuò lui.
Miku continuava a fissarlo immobile.
Dopo tutto quello che aveva passato, l'ultima cosa che voleva era pietà.
Ma doveva dare almeno un minimo di riconoscenza al ragazzo che l'aveva salvata.
"Grazie" sussurrò poi.
"Come dici?"
"Grazie!" urlò Miku rossa in viso.
"Oh bè... almeno... io sono Kaito Shion comunque"
"E io Miku Hatsune"
Miku alzò la testa.
I capelli di Kaito erano chiarissimi, di un azzurro che rifletteva alla luce del sole.
Anche gli occhi erano molto chiari e azzurri.
Miku rimase estasiata.
E' davvero bello, pensò.
Scese lentamente dal letto in punta di piedi.
"C-Che fai?"
Kaito si precipitò da lei afferrandola.
"Lasciami! Senti ti sono grata per avermi salvato la vita ma adesso devo andare altrimenti loro mi troveranno"
Kaito ridacchiò.
"Loro chi?"
"Non sono affari tuoi!"
Miku spinse Kaito con violenza e si avviò lentamente verso la porta.
"Almeno mettiti qualcosa di decente addosso"
Miku si girò e abbassò lo sguardo. Era vero.
Aveva tutti i vestiti stracciati.
La faccia le si fece di nuovo tutta rossa.
Devo avere un aspetto orribile, pensò.
Kaito si diresse in un'altra stanza e ritornò con un vestito bianco.
"Questo è tutto quello che ho" disse lanciando il vestito sul letto.
"Fa questo mettitelo che vengo anch'io"
"Cosa?!? E perchè dovresti venire anche tu, scusa?" urlò Miku.
"Perchè adesso io sono la tua guardia del corpo"


"Uhm... che vergogna"
Miku e Kaito camminavano a passo svelto lungo la strada del paesino.
La ragazza indossava un vestito bianco malconcio lungo fino al ginocchio, tutto macchiato.
Al contrario, Kaito portava una maglietta leggera e dei comodi pantaloni.
Sembro una poveraccia da quattro soldi, pensò Miku sospirando.
"Non ti lamentare e cammina" disse Kaito.
"E' facile per te parlare. Tu non indossi un vestito che sembra una tenda da doccia"
"Sempre meglio di quei stracci che indossavi prima"
Miku si scostò leggermente guardando da un'altra parte.
L'aria di superiorità di Kaito gli dava un fastidio tremendo.
"Mika, hai fame? Proprio lì c'è un negozio che vende del cibo"
"Mi chiamo Miku, idiota. Non è difficile da ricordare. Uhmm.. si, ho un pò fame"
In realtà aveva un fame terribile.
Era da più di due giorni che non mangiava.
Immersa nei suoi pensieri non fece caso alla persona che si trovava di fronte e andò a sbattergli contro.
"Ops... scusa..." esclamò.
La ragazza si girò.
Kaito rimase paralizzato.
Davanti s sè vide dei corti capelli verdi e altrettanto verdi occhi luminosi.
La ragazza rivolse uno sfuggente sguardò a Miku e poi gurdò Kaito con malizia.
"Non è niente.. tranquilla" disse.
C-Che ci fa lei qui? pensò Kaito scandalizzato.
No.. qualcosa non quadrava, lei non era così.
Anzi, per lo meno, non se la ricordava così.
Rimasero a fissarsi per svariati secondi.
"Ehm... Kaito io vorrei mangiare"
Miku ruppe il silenzio.
Prese il braccio di Kaito e lo trascinò nel negozio.
La ragazza dai capelli verdi rise.
Adesso sei veramente nei guai, comunicò telepaticamente a Kaito.
Poi, socchiudendo gli occhi e con passo deciso, si allontanò
.  

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Capitolo 5
*** Kokoro no Vocaloid 04 ***


Kaito si sentiva i polmoni bruciare.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per far scomparire quel dolore, ma ormai non poteva.
Ormai era troppo tardi.
Si abbandonò lentamente alla pressione dell'acqua.
Non riusciva più a pensare e gli occhi gli bruciavano in una maniera incredibile.
E' arrivato il momento, pensò, è arrivata la fine della mia inutile vita.
Aveva un disperato bisogno di respirare.
Un disperato bisogno....... di.......
Fu sollevato all'improvviso da due braccia forti che lo portarono velocemente fuori dall'acqua.
Prese una boccata d'aria.
I polmoni non bruciavano più, la mente ricominciò a lavorare e gli occhi ricominciarono a vedere.
Due figure simili lo adagiarono sulla terra ferma.
Una delle due si ferì ad una mano che, poi, portò alla bocca di Kaito.
Lungo la sua gola ora scorreva del sangue.
Kaito spalancò gli occhi.
Fu colpito subito dalle macchie nere presenti sulla faccia di entrambi.
"Non ti preoccupare, andrà tutto bene" mormorò la figura che sembrava più femminile.
Kaito avvertì un leggero formicolio, un brivido che gli percosse tutto il corpo.
Stava cambianto.
Il suo corpo stava facendo spazio ad un nuovo potere.
Chiuse gli occhi e, poi, tutto quello che riuscì a vedere fu solo il buio.


Erano passate già tre settimane da quando Kaito aveva salvato Miku dalla furia dei due gemelli.
Possibile mai che i due Kitsune non si fossero accorti di qualcosa di strano?
E la ragazza dai capelli verdi?
Possibile che non avesse detto ai gemelli di Miku?
Kaito si grattò la testa.
No.... c'è di sicuro qualcosa sotto, pensò e uscì fuori.
In un certo senso doveva la "vita" ai due gemelli.
All'inizio era stato tutto magnifico, loro erano stati quasi come degli idoli per lui.
Poi....... tutto era cambiato così vorticosamente da trasformare il piccolo e indifeso Kaito in una besta comandata da due feroci Kitsune-Matryoshka.
Kaito scacciò via quei pensieri e aprì la porta che dava sul retro.
Lei era lì, con i capelli che gli ricadevano mossi sulle spalle.
Lei si girò e gli rivolse un grande sorriso.
"Ma quanto gelato hai mangiato ieri?"
Tutte le difese di Kaito si abbassarono.
Se solo sapessi cosa sono, pensò lui, se solo sapessi, non mi sorrideresti nè mi guarderesti in quel modo.
"Ah... si, a me piace tanto" disse, sedendosi accanto a lei.
Miku passava le mani avanti e indietro sui leggeri fili d'erba sorridendo.
"Miku...... di cosa hai paura? Da cosa stai scappando?" disse Kaito all'improvviso.
La mano di Miku si fermò.
Il suo sorriso si spense.
"Non.... mi va di parlarne adesso" nella sua voce ci fu un pò di esitazione.
Kaito alzò la testa.
"Lascia stare.... senti... tra cinque giorni il paese darà una festa e mi piacerebbe che tu partecipassi insieme a me"
Miku spalancò gli occhi.
Nelle tre settimane appena trascorse aveva iniziato a provare dei veri sentimenti verso Kaito ma, adesso, tutto quello che fece fu restare zitta e basta.
Kaito iniziò ad innervosirsi.
Per un pò giocò con una delle assi di legno che si trovavano accanto a lui in attesa di una risposta da parte di Miku, poi, con la mente assorta in altri pensieri, si ferì.
Delle piccole gocce di sangue caddero e bagnarono i sottili fili d'erba.
Miku prese lentamente la mano di Kaito e se la portò alla bocca.
Succhiò lentamente il sangue per poi baciare le sue dita.
Kaito ritrasse la mano e accarezzò il volto di Miku.
Si fissarono per svariati secondi attratti l'uno dall'altra.
Kaito, che non voleva ormai aspettare oltre, spinse la testa di Miku contro la sua e la baciò.
Miku ricambiò il bacio.
Chiuse lentamente gli occhi e si lasciò andare.
Poteva mai rinunciare al primo bacio dato al ragazzo che lei... amava?


Appena vista la scena, la ragazza corse direttamente dai Kitsune-Matryoshka.
Quando li raggiunse si lasciò cadere in ginocchio assumendo la sua reale forma.
Era stremata.
"Bentornata, hai scoperto qualcosa?" cominciò Rin, muovendo velocemente la sua soffice coda.
"S-Sembra che Kaito e la ragazza... Uhm.... Miku siano diventati intimi. Si, insomma, li ho visti baciarsi"
Len ridacchiò.
"Uh-Uh sembra che la nostra piccola volpe allora non perda tempo!" disse.
"Poi? Scoperto nientìaltro?" volle sapere subito Rin.
"Loro.... sembra che andranno ad una festa tra cinque giorni. Ho curiosato un pò in giro e ho scoperto che si terrà nel palazzo più alto di tutto il paese, credo che sia anche il più importante..."
"Ben fatto, davvero ben fatto" disse Rin avvicinandosi alla ragazza dai capelli verdi.
"Tu, qui, sei la sola Kitsune-Matryoshka che sa nascondere la propria vera identità, nonchè il proprio vero aspetto da Matryoshka"
Si inginocchiò di fronte a lei e la costrinse a guardarla negli occhi.
"E noi tutti faremo una bella sorpresa a Kaito e Miku andando alla festa vero, Gumi?" 
 

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Capitolo 6
*** Kokoro no Vocaloid 05 ***


"Voi.... non voglio che gli facciate del male" disse piano Gumi.
"Ma noi non gli faremo del male Gumi, dobbiamo solo avvertirlo che si sta sbagliando, che si sta mettendo contro qualcosa più grande di lui" disse Len sorridendo.
Ogni volta, ogni singola volta che i due Kitsune sorridevano a Gumi facevano paura.
E ogni volta che i due alzavano le labbra facendo o semplicemente accennando un sorriso, Gumi sapeva che avevano intenzione di fare il contrario di quello che dicevano.
Si sentiva così simile a loro, con quel vestito rosso e quel cappuccio che gli copriva tutta la faccia per nascondere i segni.
Tutti i Kitsune-Matryoshka del gruppo dei due gemelli portavano lo stesso, identico vestito, magari di colore diverso.
Infatti quello dei gemelli era di un giallo scintillante, shock.
Più in basso, portavano due calzettoni lunghi fino al ginocchio, stranamente di colore diverso.
Uno era a righe arancioni e l'altro a righe verdi.
Il loro buffo aspetto convinse Gumi, la prima volta che li vide, che fossero dei clown o qualcosa del genere.
No! Io non sono come loro, pensò scossa, io non sarò mai come loro.
Len tese la mano a Gumi e l'aiutò ad alzarsi, sempre sorridendo, sempre con quel sorriso stampato sulla faccia.
"Ci dispiace di averti turbato" disse.
Gumi si chiedeva come mai Rin se ne stava così in disparte e sola ogni volta che si affrontavano argomenti al di fuori della portata "Miku".
Alla fine gli rivolse un sorriso tirato.
"Niente... volevo.... si, volevo farvi una domanda" disse imbarazzata.
"Dicci pure" disse Len.
"Volevo chiedervi come mai Kaito Shion è sotto i vostri comandi"
Len esitò un attimo prima di rispondere.
Rin, invece, si girò.
"Vedi.. non c'è una ragione ben precisa" iniziò Len.
"Noi in realtà lo abbiamo salvato mentre stava affogando. Quando lo abbiamo tirato fuori dall'acqua era ormai in fin di vita e gli abbiamo fatto bere il nostro sangue"
Len vide il leggero stupore sulla faccia di Gumi.
Poi continuò.
"E tu sai che, una volta ingoiata anche una singola goccia del sangue di un Kitsune... vieni trasformato..."
"A tua volta in un Kitsune. Si, lo so" si affrettò a dire Gumi.
"E' quello che avete fatto anche a me"
"Già"
Rin avanzò abbracciando Len ai fianchi.
Gumi capì al volo il suo gesto.
"Con permesso" sussurrò, e se ne andò velocemente.
Vogliono stare un pò insieme, è normale, quei due sono molto affiatati.
Adesso, mentre percorreva la foresta in cerca di una zona abitata, si chiedeva se aveva fatto bene.
Si chiedeva se aveva fatto bene a non raccontargli tutta la verità.


Miku e Kaito passeggiavano allegramente sottobraccio per le strade lasctricate nel centro del piccolo paesino.
Erano arrivati fin lì, e ancora non avevano trovato il vestito giusto per Miku.
Kaito aveva cercato di convincerla a scegliere, ma niente.
A lui non serviva un vestito, diceva, lo teneva già e non aveva voglia di perdere tempo.
Ma con Miku, quella mattina, l'aveva perso.
Eccome.
"Sei sicuro di non aver bisogno di un nuovo vestito?" chiese Miku con disinvoltura.
"Sicuro. Piuttosto, scegli in fretta un vestito tra questi che vedi oppure torniamo indietro e sarai costretta a scegliere uno di quelli già visti" rispose Kaito.
Miku intrecciò la sua mano in quella di lui.
"A proposito... non te l'ho mai chiesto prima ma.... in che paese ci troviamo? Cioè, vorrei tanto sapere il nome del paese in cui viviamo"
"Guarda, non lo so nemmeno io, ma è certo che ci troviamo nelle periferie di Tokyo" disse Kaito.
"Facciamo così, ci troviamo in un luogo imprecisato del Giappone"
Miku rise forte e strinse ancora di più il braccio di lui.
Stare con Kaito gli dava un senso di tranquillità, di sicurezza.
Fatto sta che i due gemelli ancora non l'avevano trovata.
Camminarono per circa mezz'ora in cerca del vestito ma Miku ancora doveva decidere.
"Miku! Basta" Ora torniamo subito indietro!" esclamò Kaito.
"Aspetta... solo altri cinque minuti... e...."
Miku si bloccò.
Il suo volto fece spazio a un misto di stupore e meraviglia, si, meraviglia.
Kaito si girò seguendo il suo sguardo.
Davanti a loro, c'era un vestito azzurro.
Era semplice, con un nastro azzurro intorno alla vita e dei merletti intorno alla base del colletto.
Altri nastri bianchi partivano dalla vita e scendevano mossi lungo i fianchi.
Il resto era una distesa di azzurro, un mare.
Miku gli corse subito incontro strillando come un'oca.
"Kaito! Ho deciso, voglio questo!" esclamò tutta contenta.
Kaito guardò il prezzo e sbarrò gli occhi.
"Ehm..." sussurrò.
Miku, intanto, aveva preso una collana e, ora, gliela sbatteva in faccia.
"Guarda! Questa dev'essere inclusa nel vestito!"
La catenina e le estremità della collana erano di oro puro mentre al centro era incatonata una pietra di lapislazzuli.
La collana scintillava al sole.
E' bellissima..., pensò subito Kaito.
"Miku, non penso che sia inclusa nel vesito.." disse piano Kaito.
"Ehi ragazzina! Togli subito le mani di dosso a quella collana!"
Un uomo anziano abucò dal negozio e strappò letteralmente la collana dalle mani di Miku.
"Questa collana non è in vendita!" esclamò l'uomo anziano.
Miku rimase allibita.
Quell'uomo non c'era, fino a un attimo fa.
"Ma la voglio! Pagherò qualunque prezzo pur di averla!" disse Miku furiosa.
Saltò addosso al venditore per prendergli la collana.
Kaito guardò la scena, impotente.
Alla fine prese Miku ai fianchi e l'attirò a sè.
"Amore.... ci penso io a prendere tutto. Tu vai pure lì ad aspettarmi" e gli indicò una panchina poco distante al piccolo negozietto.
Miku arrossì e gli diede un lieve bacio sulla bocca.
Un attimo dopo, era già seduta ad aspettarlo.
Il piccolo uomo anziano, intanto, era entrato nella baracca.
Kaito si guardò scrupolosamente intorno e poi entrò.
La baracca era molto vecchia e malandata, e il venditore era in piedi vicino a quella che sembrava essere una scrivania.
Kaito non ci oensò due volte e gli diede un colpo dietro la testa.
L'anziano cadde pesantemente a terra.
Cercò dappertutto la collana, ma alla fine non la trovò.
Non poteva certo far aspettare ancora di più Miku.
Alla fine prese solo il vestito e si diresse velocemente da lei.
"Eccoti il vesito... uhm... ma la collana.... non sono riuscito ad averla" disse Kaito ansimante.
A Miku brillarono gli occhi.
Si alzò di scatto dalla panchina e gli schioccò due baci sulla guancia.
"Grazie! Grazie! Non fa niente per la collana, il vestito era quello più ma... un momento, come hai fatto ad verlo?" disse Miku.
"Affari miei" disse velocemente Kaito arrossendo.
Prese Miku per mano e si avviò a passo svelto.
"Su.. dai, andiamo a casa" disse.
Per tutto il traggitto non dissero nulla, neanche una parola.
Si era fatto molto buio e il paesino era caduto nel silenzio.
Arrivati a casa, Miku appese il vestito "nell'armadio" e poi andò in bagno.
Kaito, invece, si tolse la maglia e si gettò sul letto con solo i pantaloni addosso.
Passò circa mezz'ora prima che Miku si degnasse a uscire dal bagno con il suo pigiama e i capelli sciolti.
Quando uscì, Kaito la invitò a sdraiarsi con lui, sul letto.
"C-Cosa..." riuscì a dire Miku, guardando Kaito mezzo nudo.
"Dai... da oggi in questo letto staremo in due, non abbiamo più bisogno di dormire separati" disse Kaito sorridendo.
Miku non si mosse e rimase come una statua vicino alla porta.
Kaito aggrottò la fronte, si alzò e afferrò bruscamente Miku per il braccio.
"Kaito smettila.. che fai?"
"Ti amo"
Buttò Miku sul letto e la baciò violentemente sulla bocca.
Tutto il peso di Kaito schiacciava il piccolo corpo di Miku.
Lei tentò di respingerlo, ma non ci riuscì.
"Kaito! Smettila! Mi fai male!" urlò lei.
Kaito gli bloccò i polsi e la guardò negli occhi.
"Tu.. non l'hai mai fatto, vero?" disse lui.
"Cosa? Sei impazzito?"
Kaito gli liberò le braccia e si lasciò ricadere di lato.
"Come pensavo.." sussurrò.
Poi, all'improvviso, rise fragorosamente.
Fu una risata frivola, finta, sembrava la risata di un demone.
Di colpo smise di ridere e spense tutte le luci.
Attirò velocemente Miku a sè e gli strinse le braccia sotto ai seni.
"Buonanotte amore" disse.
Miku non rispose.
Era ancora spaventata dal comportamento di Kaito quella sera.
In qualche modo, sapeva che se avrebbe tentato di respingerlo ancora oppure se avrebbe fatto un'altro passo falso, questo gli sarebbe costato la vita.
Quindi, con la paura ancora nel cuore, si lasciò trasportare dal buio. 
 

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Capitolo 7
*** Kokoro no Vocaloid 06 ***


Kaito si trovava nel piccolo negozietto, in penombra.
Aveva messo tutto sottosopra pur di trovare la collana, e alla fine ci era riuscito.
Il lapislazzuli e la collanina d'oro brillavano alla luce riflessa dalla luna.
Kaito si affrettò ad uscire fuori.
L'aria era fresca e, nonostante fosse leggera, scompigliava tutti i suoi lucidi capelli.
Sorpassò la piccola bancarella e si avviò lentamente verso casa.
Poi si fermò.
Sentì dei passi riecheggiare e si voltò di scatto.
"Oh... che riflessi!" esclamò la figura scura.
L'ombra fece un passo avanti, e mosse velocemente la coda.
Le sue macchie si distinguevano a malapena sotto la luce scura della luna e i suoi capelli verdi avevano assunto un colore più scuro.
La figura si tolse lentamente il cappuccio.
"Eccoti finalmente.... ti sei rivelata per ciò che sei in realtà, una sporca Matryoshka!" esclamò furioso Kaito.
Gumi inarcò velocemente gli artigli.
"Brutto insolente, come osi! E io che ero venuta qui per metterti in guardia!"
"Non voglio nessun avvertimento da te! Dillo che hai spifferato tutto ai gemelli! Dillo!"
Gumi fece un passo indietro.
Non aveva mai visto Kaito così furioso.
"Non sono qui per dirti questo e ad ogni modo, tu sai già la risposta"
Kaito si avvicinò a lei, esitando.
Allora era vero, i gemelli sapevano tutto.
"Cosa vuoi da me?" domandò.
"Non andare alla festa domani. Succederà qualcosa di terribile, me lo sento"
"E... tu sei venuta fin qui, allo scoperto, solo per dirmi questo?!?!"
C'era un tono ironico nella sua voce.
"Kaito, questo non è un gioco ed io non sto scherzando! Non andare alla festa domani, sei ancora in tempo!"
Kaito si scagliò contro Gumi come un toro scatenato.
Gumi si coprì la faccia velocemente difendendosi, ma fu catapultata violentemente contro un albero.
"S-S-Sei impazzito!?" urlò Gumi in preda al dolore.
"No... non lo sono affatto! Ho soltanto voglia di ucciderti!"
L'impatto era stato devastante.
Gumi non riusciva ad alzarsi.
Kaito si avvicinò lentamente, il suo viso contratto dalla furia.
Che vergogna... io, una Matryoshka... una Matryoshka sconfitta da un Kitsune qualsiasi...
"Come hai potuto dire tutto ai gemelli? Ma non vedi che ti stanno solo usando? Che ti stanno strappando la vita?"
Nella sua voce ci fu un velo di pietà.
Per un attimo, Kaito vide riflessa la sua vita in quella di Gumi.
"Tu... se vuoi ti aiuterò io a scappare da loro. Non voglio che tu faccia la mia stessa fine, non voglio che poi la tua vita dipenda troppo da loro!"
I suoi occhi brillarono, furono attraversati da uno scintillio.
"V-Vattene.... io ho cercato di avvertirti..." disse Gumi riuscendo, questa volta, ad alzarsi.
"Ti aiuterò io"
"... e non prendertela con me se dopo ti ritroverai in una tomba..."
"Quale tomba?!?!? Gumi smettila, ti ho detto che ti aiuterò io a scappare da loro...."
"Io non voglio scappare! E non voglio tantomeno il tuo aiuto!"
Gumi si avvicinò e gli diede uno schiaffo.
Ma non uno schiaffo qualsiasi.
Gli aveva tirato una bella sberla potentissima e adesso gli doleva fortemente la mano.
"Da oggi in poi io non ti seguirò più, nè mi farò più vedere da te. Io il mio dovere già l'ho fatto ma, ti ripeto, attento domani"
La mano era rimasta ferma a mezz'aria e, quando se ne accorse, Gumi la ritrasse bruscamente.
Guardò per un ultimo istante Kaito negli occhi e, all'improvviso, si dileguò.


Miku era in piedi, nel bagno, e guardava Kaito con uno sguardo tremendo.
Non solo era rimasta in piedi, a tarda notte, aspettandolo arrivare con un'ansia crescente ma, adesso, lui lo guardava con uno sguardo da ebete, da idiota, come se non fosse successo niente.
Come se fosse tutto normale.
"M-Miku... che ci fai ancora alzata a quest'ora?" disse Kaito.
"Aspettavo te" disse freddamente lei.
Kaito sorrise.
"Dai, non è mica successa la fine del mondo.. e... poi... ho un regalo per te"
"Un regalo? Ah si.... avevi già previsto il tuo ritardo e così, per farti perdonare, mi hai portato una cosina. Ma con me non funziona"
Sembriamo marito e moglie, pensò Kaito preoccupato.
"In realtà. è proprio per questa, ehm, "cosina" che ho fatto tardi. Vieni, siediti" disse.
La invitò a sedersi di fronte allo specchio in modo da vedere il suo completo riflesso.
Lei obbedì.
"Allora? Cos'è?" disse Miku impaziente.
"Lo vedi che sei curiosa?" disse Kaito dandole un bacio.
Lentamente e con circospezione, estrasse la collana d'oro dalla tasca.
Gliela mise al collo.
Gli occhi di Miku da due piccole fessure azzurre, divennero enormi pozze chiare.
Si alzò di scatto e saltò addosso a Kaito.
"Grazie... grazie..." sussurrò.
Due piccole lacrime sceser lungo il suo viso.
Kaito gli alzò la testa e la guardò intensamente.
Gli diede un'improvviso bacio e finì con lei sul letto.
Non aveva idea di come ci fossero arrivati ma sapeva, in qualche modo, che era giunto il momento.
Le sue mani scivolarono sotto la maglietta fine di Miku toccando tutto.
Lei emise un gemito.
"Tu... mi vuoi?" domandò smarrita.
"Si. Tu, stanotte, sarai tutta mia" gli risposte Kaito.
Si tolsero entrambi i vestiti, dandosi dei baci profondi e cauti.
"Stai tranquilla, lasciati portare da me" gli sussurrò a un orecchio Kaito.
Gli strinse forte la mano.
Era arrivato il momento di iniziare una nuova vita.
Senza gemelli.
Senza niente che faccia pensare a loro.
Poi, con questo pensiero, entrò dentro di lei.  

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Capitolo 8
*** Kokoro no Vocaloid 07 ***


Miku si svegliò di soprassalto.
Era ancora confusa da quello che era successo.
Scostò leggermente le coperte in modo da avere più aria.
Faceva terribilmente caldo lì.
Aveva già tolto quasi tutte le coperte dal suo corpo, quando si accorse di una cosa.
Era nuda.
Completamente.
Poi si ricordò di come aveva passato la notte.
Di come "avevano" passato la notte insieme.
Possibile che avessero fatto l'amore?
Loro?
Forse si era lasciata troppo andare.
Si, decisamente.
Il suo corpo caldo era ancora l', accanto a lei.
Miku si accoccolò a esso come un gattino.
Gli piaceva tantissimo il suo profumo fruttato.
I suoi occhi si chiudevano, non riuscivano a stare aperti.
Miku si riaddormentò.


Era già arrivata sera quando i due gemelli e Gumi presero parte alla festa.
I Kagamine erano vestiti elegantemente, con un abito rosso a tinta unita e dei grandi cappelli che coprivano tutta la loro faccia.
Gumi, invece, era vestita in modo vistoso, con un lungo vestito verde e bianco ripiegato su se stesso, a mò di palloncino.
Si sentiva tanto inadeguata quanto sciatta in quell'ambiente.
Non aveva nemmeno un accompagnatore.
"Allora, noi staremo all'ingresso per accogliere le persone mentre tu starai dentro e attaccherai bottone con Miku, intesi?"
Oh, Rin aveva parlato.
Solo ora?
"S-Si ma che avete intenzione di fare?" riuscì a dire Gumi.
"Lo sappiamo solo noi, per questo è un segreto"
Detto ciò, Len spinse dolcemente Gumi che si addentrò tra la folla dell'edificio.


Miku e Kaito camminavano silenziosi percorrendo la strada che portava al più grande dificio del paese.
Dopo tutto quel silenzio, fu Miku a parlare per prima.
Riflettè un attimo poi attaccò.
"Tu redi nelle cose soprannaturali, Kaito?" domandò.
Lui alzò la testa di scatto.
"Dipende..." rispose un pò scosso.
Perchè affrontava quell'argomento?
"E se ti dicessi che a ridurmi in quello stato, quando mi hai trovato per la prima volta, sono stati due Kitsune? Mi credi?"
Kaito si bloccò.
"K-Kitsune?" riuscì a dire.
"Sono degli uomini-volpe che possiedono una lunga coda, dei grossi artigli e delle enormi macchie sulla faccia"
Kaito rise e gli mise un braccio sulla spalla.
A quanto pare era a conoscenza solo della razza Matryoshka.
"Ma che dici? Quando ti ho trovata eri in preda alle allucinazioni e, in più, deliravi. Sarà stato tutto frutto della tua fantasia"
Accidenti, doveva convincerla.
"No, io quei due li ho visti di persona. Sembravano gemelli" affermò con fermezza Miku.
Kaito si trovava in difficoltà.
"Te lo ripeto, sarà stato tutto frutto della tua mente e poi, rifletti, hai mai visto quei due gemelli prima che ti attaccassero? Che motivo avrebbero avuto per farti del male?"
"Forse hai ragione... ma chi sarà stato?"
"Mistero. Guarda! Vedo già le luci del palazzo!" esclamò frettolosamente Kaito. indicando il grande edificio.
"Ah, già!"
Era riuscito a cambiare argomento?
Miku lo guardò e rise portando le sue mani alla bocca.
Era riuscito a cambiare argomento!
"Che c'è?" domandò sollevato.
"Sai, il tuo vestito è così, così...." disse soffocando un'altra risata.
"Ancora con questa storia? Ti ho detto di non farci caso!"
"Si, ma come ti è venuto in mente di metterti una sciarpa?"
Kaito si zittì.
In effetti, in quelle condizioni, era abbastanza ridicolo.
Una lunga e grossa sciarpa blu copriva tutto il collo e gli ricadeva dietro la schiena.
Indossava una lunga maglia blu e bianca e una profonda linea gialla, situata sulle spalle,spezzava i due colori prevalenti.
Il pantalone era marrone, le scarpe nere.
Aveva messo troppi colori insieme.
Faceva un figura pessima.
Miku, invece, era splendente nel suo semplice abito azzurro, e ora gli sorrideva dolcemente.
Arrivarono al grande dificio accolti da due guardie dai cappelli giganti e dal viso completamente oscurato.
Kaito li scrutò ma poi fu trascinato da Miku all'interno.
C'erano molte persone che chiacchieravano, ballavano e ridevano.
Era tutto splendente.
C'erano grandi candelabri appesi e delle enormi finestre che davano viste spettacolari.
Dovrò ricordarmi di cercare il nome di questo paese, una volta finita questa storia....
Sul lato destro del palazzo, vi era un enorme banchetto pieno di cibo.
Anzi, strapieno.
"Ehi, cibo gratis! Aspetta qui, ne vado a prendere un pò. Non vorrei che ti sporcassi il tuo vestito" disse, dandogli un leggero bacio.
Dopo un pò di proteste, Kaito si liberò di lei e andò vicino al banchetto.
Miku rimase vicino alle porte del grande palazzo ad aspettarlo.
Le due guardi all'esterno aveva la faccia completamente oscurata.
Miku provò qualcosa di strano, una sorta di agitazione.
Mentre la sua mente immaginava scenari orribili e inquieti, una mano le toccò la schiena e salì lungo il suo collo.
Miku sobbalzò e si voltò di scatto.
"Ehi, ciao! Anche tu qui?"
Si ritrovò davanti un sorriso grande, pieno di calore, e da occhi altrettanto splendidi e luminosi.
"C-Ci conosciamo?" sussurrò.
"Ma come? L'altra volta sei sbattuta contro di me mentre camminavi. Hai sempre la testa fra le nuvole?"
"Ah..."
Miku si rilassò, ora molto più sollevata.
Dal lato est della sala, Kaito aveva già finito con il cibo ed era intento a tornare da lei.
Si girò.
Vide lei chiacchierare con una certa persona.
Rimase senza fiato. 
 

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Capitolo 9
*** Kokoro no Vocaloid 08 ***


Kaito era convinto che Gumi si sarebbe tolta una volta per tutte di torno.
Si era evidentemente sbagliato.
La magra ragazza dai capelli verdi era infine ancora lì, accanto alla sua di ragazza.
Miku lo accolse con una nuova luce negli occhi.
La ragazza accanto a lei lo fissava, un pò smarrita.
"Eccoti!"
Miku prese per mano la ragazza e la portò avanti a sè.
Scusami, mi hanno costretto.
"Sono Gumi Megpoid, piacere" disse Gumi abbassando lo sguardo e porgendole la mano.
Kaito si trattenne nel sbattere i piatti contenenti il cibo a terra.
Fece spazio e liberò una mano.
Tu non dovevi essere qui, avevamo fatto una promessa.
Io... Kaito Shion" disse lui stringendo l'esile mano di Gumi.
Cadde il silenzio.
C'era una strana tensione nell'aria, resa ancora più strana dalla vivacità e dalle luci circostanti.
Nessuno di loro aveva il coraggio di dire una parola.

 

Rin era pronta, ma già sapeva che un singolo movimento sbagliato avrebbe deliberatamente scatenato l'inferno.
Tuttavia doveva farlo.
Sarebbe andata contro il piano predisposto da Len.
Mi perdonerà, non voglio più tenere quel minuscolo essere davanti ai piedi.
Si posizionò, di lì a poco sarebbe scattata.
Attenzione al sangue, comunicò a Gumi.

 

Gumi si girò intorno, scandalizzata.
"Kaito! Vogliono ucciderti, vai via di qui!"
Si buttò addosso a Kaito seguita dallo sguardo stupefatto di Miku e dei presenti.
"Cosa? Ma che..."
Lui spostò la vista dappertutto.
Si soffermò sulle due guardie poste vicino alle porte.
Li riconobbe subito.
"Kaito, cosa stà succedendo?" chiese la voce di Miku.
"Cosa succede?"
Istintivamente Kaito spinse Gumi il più possibile lontano da lui e si rivolse verso Miku.
"Devo dirti una cosa..." disse, ormai consapevole dell'imminente suo destino.
"Sono un Kits..."
Non riuscì a finire la frase.
Con uno squarcio gli artigli di Rin aprirono il suo torace e gli spezzarono in due la testa.

 

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Capitolo 10
*** Kokoro no Vocaloid 09 ***


La calma non si poteva di certo mantenere, con un corpo quasi spezzato in due.
La guardi che poco prima aveva accolto tutti gli invitati, ora fissava la fanciulla dai capelli blu, completamente incurante del corpo esangue.
Miku si accasciò su quel corpo, sporcando se stessa e il bel vestito di rosso.
Le lacrime stranamente non uscivano.
Era davvero il suo Kaito, quello disteso?
Alzò gli occhi e si soffermò sulle strane macchie che delineavano quel viso così crudele.
Arrivare a quel punto?
Rifletti, hai mai visto quei due gemelli prima che ti attaccassero? Che motivo avrebbero avuto per farti del male?
Tutto d'un tratto quelle due faccie quasi uguali le sembrarono fin troppo familiari.
Perchè ce l'avevano tanto con lei?
Che aveva fatto di sbagliato?
Le lacrime spingevano ma lei non le lasciò uscire.
Non voleva.
"La pagherai per averci abbandonato" disse la Kitsune.
Scappa da qui, presto!
Miku non ricordò come seppe farcela.
Lasciò il cadavere di Kaito e si diresse verso l'uscita del palazzo.
Rin gli corse dietro.
Vicino alle porte, Len fissava il putiferio che aveva scatenato la gemella.
Lasciò passare accanto a sè Miku e Rin.
Era alquanto preoccupato, tutto questo non era nei loro piani.

 

L'ombra della Kitsune incombeva su quella di Miku con decisione.
Gli artigli le si infilarono nella carne e lei non potè che lanciare un grido di dolore.
"Lasciami!" urlò.
"Non ho risparmiato Kaito e ora ti aspetti che risparmi te?"
Le lacrime uscivano solo ora.
"Perchè? Perchè l'hai fatto?"
"Nessuno è come sembra, nessuno è come sembra"
Trascinò Miku fino al bordo di un chiaro fiume.
Le acque scorrevano impetuose e quel loro movimento dispargeva aria fredda"
"Io volevo il tuo cuore.." sussurrò pensando.

"Anzi, voglio il tuo cuore, e prima che tu te ne accorga avrà già smesso di battere"

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Capitolo 11
*** Itami no Vocaloid 00 ***



~ Itami no Vocaloid.


 

Len.

Cosa c'è?

Devo dirti una cosa.

Dilla adesso, sbrigati.

Riguarda Miku, prometti. Non voglio morire.

Non ho molto tempo neanch'io.

Lei ha bevuto il sangue di Kaito.

...

Se Rin la uccide, probabilmente lei diventerà una Kitsune-Matryoshka.

 

"Non farmi del male.." disse Miku sospesa al margine del fiume.
"Farai una morte lenta e dolorosa. Ti pentirai di averci abbandonato"
Miku non capiva il senso di quelle parole.
Lei non li aveva abbandonati.
Lei non li conosceva affatto.
E ora loro la volevano morta.
Perchè?
Si aggrappò disperatamente al braccio di Rin per non cadere.
Quell'acqua ghiacciata gli faceva enormemente paura.
"Che fai? Cerchi di salvarti, di rimanere viva? Oh, ti assicuro che questo non succederà"
Lasciò Miku che cadde nel fiume ghiacciato.
Era freddissima, congelata.
Rin si abbassò e gli prese con foga il collo.
Cominciò a stringerlo forte.
Miku boccheggiava cercando di rimanere viva e respirare.
"Ti.... prego....."
Le parole uscivano a fatica dalla sua bocca.
Le mani strette intorno al collo, la spingevano con forza verso il basso, verso l'interno dell'acqua.
Rin non fu soddisfatta finchè non vide il corpo di Miku venire meno e lasciare ogni tentativo di opposizione.
Non si batteva più, nè le sue mani cercavano più di liberare il collo.
Era morta, finalmente.

 

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