Sparks fly

di _hangover
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



A Ilaria che mi aiuta sempre con le storie, soprattutto con questa,
e a Virginia, che amo con tutto il cuore.
Prologo
 

«Su Maya, sbrigati -disse Fae, mettendosi freneticamente il mascara sulle ciglia lunge, mentre correva da una parte all'altra della mia stanza, cercando di non farlo sbavare- e per l'amor del cielo, mettiti quel vestito che sei fantastica.»
Annuii poco convinta, infilandomi il vestito addosso cercando di non fare danni. Dopo un paio di litigate con la zip, riuscii a chiuderlo decentemente, anche se era un po' stretto per la mia taglia.
«Fae, calmati! E' una stupidissima festa, mica il ballo del Duca Reale!» sbuffai, tentando di sistemarmi i capelli rossi -più arancioni che rossi, ma sorvoliamo- in un modo che fosse perlomeno presentabile.
«Ho capito, Maya, ma io a questa festa ci tengo perchè potrei conoscere tanti ragazzi carini e..» la interruppi, passandole un gesto della mano davanti alla faccia che era imbambolata mentre sognava chissà quale principe azzurro. «Fae, è una festa in maschera, questo vuol dire che tu non saprai con chi ballerai, e magari sarà pure uno sfigato di prima categoria» lei mi fulminò con lo sguardo «Scusa scusa, non volevo rompere i tuoi sogni irrealizzabili».
Era passato quasi un anno da quando mi ero trasferita a Doncaster, e il fatto che ogni anno per Carnevale si organizzasse una grande festa in maschera per tutti i ragazzi dai quindici anni ai ventitrè mi aveva incuriosita. Non che fossi come Fae, la mia migliore amica, che sognava perdutamente di trovare il proprio principe azzurro ad uno stupidissimo ballo in maschera organizzato in un paesino, ma non era male come rimedio per ammazzare il tempo ogni tanto.
Afferrai con disgusto le scarpe con un tacco esorbitante che mi aveva 'gentilmente' prestato Fae, per poi buttarle da qualche parte nella sua grossa borsa.
Mi diressi verso l'armadio delle scarpe e ne estrassi un paio di comode, gentili e simpatiche ballerine.
«Non vorrai mica metterti quelle robe, spero.» alzai gli occhi al cielo, chiedendomi perchè la mia migliore amica doveva essere così maledettamente presa da ogni cosa che potesse rendere le persone fighe-sexy-attraenti. Era una maniaca mondana, praticamente.
Sospirai, infilandomi le ballerine nere. «Fae, non so se te ne rendi conto ma io fino a mezzanotte con quelle non ci reggo.» lei sbuffò, per poi tornare a riempirsi di fondotinta «Come vuoi, ma non lamentarti se stasera sarò più alta di te» sorrisi lievemente.
Pur non avendo un fisico perfetto ero sempre stata più alta di lei, di qualche centimetro ovvio ma lei non lo aveva mai sopportato, quindi quelle poche volte che metteva dei tacchi esorbitanti per delle feste si vantava della sua altezza e di quanto fossi basta vista dai 'piani superiori'.
«Ammettilo, non vedi l'ora anche tu che sia stasera» mi misi accanto a lei davanti allo specchio, per truccarmi un po'. 
«No, la trovo soltanto una stupida festa, ma dato che tu e mezza Doncaster ci andate, non vedo perchè non dovrei venirci anche io. E poi almeno non passo la serata a casa con mio fratello Adam» lei mi diede un piccolo colpo sul braccio, aveva le unghie palesemente colorate tutte di colori eccentrici diversi come il rosa, il giallo abbagliante, il verde mela e così via «Smettila di fare l'asociale Maya, so che interessa anche a te infondo, e che sogni anche tu di incontrare un tuo principe azzurro» sorrise a quelle parole.
«Si, tra tutti i bei ragazzi che ci sono a Doncaster poi, soprattutto nel nostro quartiere!» risi sotto i baffi, cercando di non essere notata. «Cosa vorresti insinuare?» mi lanciò un occhiata non molto gentile, prima di chiudere il rossetto rosa salmone e posarlo sul ripiano del mio lavandino.
«Niente, solo che qui non si trovano così tanti ragazzi carini, e se lo sono sono stronzi, tutto qui» scrollai le spalle indifferente, infilandomi la maschera e afferrando la borsa, dirigendomi in cucina.
«Mamma noi andiamo» guardai sorridente mia madre che si tolse gli occhiali da lettura per rivolgermi un sorriso semplice ma puro. «Okay Maya, ma ricordati di tornare a casa per mezzanotte» roteai gli occhi «Mamma ho 20 anni, non 16» «Ma sarai sempre la mia bambina, e finchè vivrai sotto il mio stesso tetto detto io le regole» mi voltai, dirigendomi verso l'uscita. «Ciao mamma».
 
«Maya guarda, guarda!» Fae mi tirava per un braccio e con il suo dito pomposamente laccato indicava il locale che avevano scelto quest'anno per la festa in maschera. 
«Non lo trovi stupendo? La musica, le luci, i ragazzi..» ripresi possesso del mio braccio «Si Fae, una festa, come tutte le altre, solo che questa è in maschera» aveva una simpatica maschera azzurra, come il suo vestito, che risplendevano vivacemente i suoi capelli biondi un po' sul castano lunghi fino alle spalle. 
«Oh andiamo Maya!» mi diede una leggera spinta col bacino «Pensa a divertirti stasera, che ne dici?»  annuii soltanto, guardandomi intorno.
Migliaia di sedicenni tutte pompate arrivavano a flotte, sembrava sbucassero da dietro i pali, ed evidentemente avevano gli ormoni a palla perchè già fuori dal locale si muovevano come se stessero facendo la lap-dance, ma senza palo.
Erano tutte rigorosamente vestite, non con un vestito semplice e una maschera, come la maggior parte della gente -con un po' di sale in zucca evidentemente-, ma come conigliette sexy o modelle di playboy tutte gasate.
Che scempio.
Mi voltai rapidamente verso Fae, guardandola negli occhi «Promettimi che non mi lascerai sola in mezzo a queste persone, ci potrebbero anche essere dei maniaci» lei mi sorrise allegramente, come se fosse la cosa più ovvia del mondo «Ma certo che no Maya, come ti viene in mente una cosa simile?» sospirai, sperando che avrebbe davvero mantenuto la promessa.
Un ora e mezza dopo dovetti ricredermi.
Non c'erano più tracce di Fae, ne dentro il locale ne fuori. L'avevo cercata disperatamente per un buon quarto d'ora ma niente, non la trovavo.
Entrai di nuovo nel locale, rassegnata, andandomi a sedere su un cavolo di divanetto, dovendo alzarmi cinque secondi dopo perchè una ragazzina con una maschera da lupacchiotta alquanto isterica mi stava urlando addosso di levarmi dai piedi perchè quel posto era suo. Come se ci fosse il suo nome stampato sopra.
Venni sballottata da un paio di persone, mentre cercavo disperatamente un posto dove potermi rinfrescare, bere qualcosa o semplicemente mangiare qualche snack.
Quando finalmente lo trovai, scoprii amaramente che non c'era nemmeno una parte adibita al cibo e alle bevande, più che altro avevano montato su un tavolino minuscolo, pieno di bicchieri pieni lasciati a metà e pizzette sgranocchiate qua e là.
Perfetto, ci mancava solo che fossi stuprata e sarebbe stato proprio il colmo.
Uscii di nuovo dal locale, e controllai l'ora sul display del mio telefono. Le 11.15.
Oh bhè, potevo sempre tornare a casa prima no? Fae si sarebbe arrangiata, era lei quella con la macchina poi, sperando che non facesse un incidente.
Ma tanto che incidenti vuoi fare in un paesino come Doncaster?
Camminavo con il telefonino in mano, senza badare alla gente che mi veniva contro, quando qualcuno mi urtò violentemente, facendomi finire a terra.
«Ma non puoi guardare dove cazzo vai?» sbottai, cercando di sistemare il vestito che si era leggermente stropicciato.
Alzai gli occhi e incrociai quelli azzurri di un ragazzo -di cui però non vedevo la faccia, coperta dalla maschera- che mi guardavano mortificato.
«Scusami, è stata colpa mia, ma con questa maledetta maschera non vedo nemmeno i miei piedi» sorrisi «Nemmeno io».
Mi porse una mano e mi aiutò ad alzarmi. Era abbastanza alto, magro, con un sorriso sempre dipinto in volto.
«Come mai sei qui tutta sola? E' Carnevale ragazza, animo!» fece una piccola giravolta su se stesso e poi tornò fermo sul posto, a guardarmi aspettando una risposta.
«Ero con una mia amica ma mi ha abbandonato, e poi non mi piace tanto, sono qui da un anno e non ci sono abituata» abbassai lo sguardo. Lui mi prese una mano e mi trascinò di nuovo dentro, iniziando a ballare non appena eravamo in centro al locale.
«Che stai facendo?» gli chiesi, strizzando gli occhi cercando di vedere meglio, date tutte le luci accecanti che c'erano. «Ballo, no?» scoppiò in una risata che contagiò anche me.
Ballammo per non so quanto tempo, e dopo una decina di canzoni pop partì un lento. Subito le ragazzine di sedici anni di prima si buttarono letteralmente addosso al proprio fidanzato, sembravano delle cozze. Anzi dei polipi, rende più l'idea.
Il ragazzo davanti a me fece un piccolo inchino, soffocando una risatina. «Ti va di ballare?» scossi la testa «Non so ballare il lento» lui rise «Nemmeno io è questo il bello» mi prese per i fianchi e mi abbracciò, iniziando a ballare a caso sulle note di quel lento.
Okay, non era niente male come ragazzo ma non l'avevo nemmeno visto in faccia e poi sarà stato uno sfigato di sicuro.
Quando la canzone fin' mi staccai da lui, sorridendo come un idiota.
Non era possibile, dovevo darmi un controllo insomma.
Lui si avvicinò a me di quale passo, poggiando le sue mani ai bordi della mia maschera «E adesso vediamo chi è questa splendida ragazza» disse sorridendo come faceva da tutta la serata.
Qualcosa mi tirò indietro, come pres di forza. Mi voltai e vidi Fae -o almeno sperai che fosse lei, maschera e vestito erano quelli- tirarmi, con sia la sua borsa in mano sia la mia.
«Fae, dove cazzo mi porti?!» sbottai, uscendo di malavoglia dal locale dirigendomi insieme a lei verso la sua macchina. «Maya cazzo è mezzanotte devi tornare!»
sbuffai. «Perchè, avevi trovato il tuo principe azzurro?» impallidii. «No ma va ti pare? E' una stupida festa questa, nient'altro» appoggiai il gomito al finestrino dell'auto. «Ah, grazie per avermi abbandonata».
 

 
Adesso mi prendete per pazza perchè è la mia terza storia cwc. No vi prego non fatelo, è che avevo l'idea e poi questa la aggiornerò molto meno spesso delle altre due, vi avviso ewe.
Okay, questo inizio fa schifo e non si capisce niente, lo so, lo so, ma nel prossimo capitolo credo che capirete un po' di più, spero, credo AHAHAHAHA.
La storia è interamente dal punto di vista di Maya, il che mi piace, uhuhuuu. Ed è incentrata anche su Louis, quello famoso però LOL.
Non so se Fae avrà un ruolo così importante nella storia, e non so nemmeno se farò apparire anche gli altri quattro idioti nella storia ma credo che parlerò solo di Louis, AHAHAHA.
Tipo che è la prima storia che scrivo dove uno di loro è famoso e mi piace un sacco come idea AHAHAHAHA.
Mi è venuta tipo l'altra sera mentre guardavo Cenerentola (non sono pazza, non avevo niente da fare) e quindi ho chiesto pareri alla mia fantasmagorica Ilaria che non mi abbandona mai uù e ne è uscito 'sto schifo.

Su Twitter sono @niallsweeties e se mi date i vostri nick vi avviso lì ogni volta che aggiorno (:

Spero che questo capitolo vi piaccia, fatemi sapere che ve ne pare :)

Un bacione, allh :3

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***




Capitolo 1

«Maya, vai al tavolo 4» sospirai, legandomi i capelli rossi in una crocchia non molto solida in testa e asciugandomi leggermente le mani sul grembiule verde scuro che avevo addosso, dirigendomi verso il tavolo indicato da Rowen, il mio capo.
«Desiderate?» una coppia tutta frou frou mi sorrideva allegra, mentre tenevano le loro mani intrecciate. «Vorremmo due cappuccini, uno con la schiuma possibilmente, grazie» sorrisi lievemente, annotando sul mio taccuino le ordinazioni -seppure fossero semplici-, cercando di evitare di guardarli mentre si scambiavano dolci effusioni o si sfregavano il naso l'uno contro quello dell'altro, come i baci degli eschimesi.
Tornai verso il bancone, appoggiandomici col gomito destro «Due cappuccini, uno con la schiuma» mi sedetti su uno degli sgabelli lì a fianco, spostando una ciocca caduta dalla coda che mi ero fatta poco prima.
Appena arrivarono i cappuccini, li misi delicatamente sul vassoio blu scuro che usavo di solito e mi diressi verso il loro tavolo cercando di non farli cadere.
Diciamo che l'equilibrio non era il mio punto forte.
«Ecco a voi» li poggiai uno davanti ognuno, chiedendo prima di chi fosse quello con la schiuma. Loro mi sorrisero e io tornai a sedermi al bancone.
Lavoravo nel bar di Rowen da circa tre mesi; l'avevo trovato per caso un giorno mentre giravo con Fae, e avevo subito notato il cartello gigante che era esposto sulla porta 'Cercasi Personale, non c'è bisogno di Esperienza' così mi ero informata e, dato che un po' di soldi in più non mi facevano male, avevo accettato il posto.
Non era molto conosciuto, ma la paga non era male e il posto nemmeno, quindi tanto meglio.
Ripensai alla sera precedente, al ballo in maschera e a quel ragazzo.
Erano rimasti rimasugli di striscioni, decorazioni e giochini vari in giro per Doncaster, ma avevo piacevolmente scoperto che da lì a due giorni massimo sarebbero passati quelli della Nettezza Urbana per toglierli.
Non sapevo ancora il nome di quel ragazzo, non sapevo com'era la sua faccia e non avevo nemmeno provato a immaginarla.
L'unica cosa sulla quale potevo contare erano altezza, fisico e occhi. Aveva gli occhi più splendenti che avessi mai visto, erano luminosi anche una sera buia come quella passata.
Era stato anche gentile con me, mi aveva trattata davvero bene sebbene io gli fossi rovinosamente finita addosso e l'avessi insultato mentalmente.
Di certo non l'avrei detto a Fae, conoscendola mi avrebbe tempestato di domande tipo 'Era muscoloso? Era vestito di azzurro come un vero principe? Gli hai chiesto se è ricco?' e varie domande simili, ero convinta che avrebbe persino potuto arrivare a chiedermi 'Ma era bello?' quando io in realtà non lo sapevo, dato che c'erano le maschere di mezzo. Avrebbe di sicuro perso la testa, e me l'avrebbe rinfacciato a vita anche.
Magari anche lui pensava a me.
No stavo decisamente diventando paranoica e stavo iniziando a farmi miliardi di complessi inutili.
«Maya, Maya!» Rowen mi passava vivacemente una mano davanti al viso per farmi tornare in me, e a quanto pare ci era riuscita. Scossi lievemente la testa, prima di guardarla annoiata «Dimmi Rowen» dissi, con tono piatto. «Vai a vedere che succede, prima è entrato un ragazzo e adesso ci sono miliardi di persone fuori e dentro il locale che lo circondano» alzai gli occhi al cielo, chiedendomi quale star da strapazzo era arrivata per caso a Doncaster e pensando a un modo per liberarmi di tutta quella gente superflua. Se compravano, bene; altrimenti erano inutili. «Vado» le risposi, con un tono tutt'altro che eccitato.
«Louis, Louis ti prego fammi un autografo!» «Sei il mio idolo Louis!» «Tu e i One Direction siete la mia ragione di vita!» urlavano un ammasso di ragazzine con un evidente crisi ormonale e anche una cutanea, tutte ammassate intorno ad un unica persona, che poverina non riusciva a muovere un passo.
Mi avvicinai un po', riuscendo a scorgere il viso di questo Louis. Una ragazzina accanto a me urlava all'impazzata, saltando come un canguro tenendo rigorosamente il suo telefonino in mano per scattare foto a quel povero ragazzo.
«Scusa, sai dirmi chi è?» le dissi, sorpresa da tutta quell'enfasi.
Lei si voltò a guardarmi in cagnesco, quasi avessi bestemmiato o bruciato la Bibbia. «Come non sai chi è?! E' Louis Tomlinson, dei One Direction!» roteai gli occhi «Oh certo scusa, come ho fatto a non ricordarmelo!» le dissi in tono ironico, ma lei si era già voltata ed era tornata nella sua posizione d'attacco.
Il ragazzo, Louis, riuscì a farsi spazio in quell'orda di ragazzine ridicole e aveva raggiunto il bancone, sfiancato.
Io lo seguivo con lo sguardo, tanto per assicurarmi che da un momento all'altro non sarebbe arrivata una ragazzina kamikaze che l'avrebbe preso e portato via con se, minacciando di farsi saltare in aria con lui se non l'avessero lasciata andare.
Stavo galoppando troppo con la fantasia ultimamente.
Lo vidi chiaramente sussurrare qualcosa a Rowen, che annuì tranquilla, prendendolo e portandolo dietro la porta riservata al personale.
Lo avrebbe fatto uscire dal retro, tipico. Tanto la stradina non era nemmeno segnata sulle mappe di Doncaster, e l'avrebbe portato in una via non molto distante a quella di casa mia.
Mi voltai a guardare le ragazzine di prima. Erano tutte scomparse, come volatilizzate. Avrei scommesso oro che si stavano scervellando per capire dove fosse sparito Louis.
 
«Ommioddio tu hai visto Louis Tomlinson?» annuii soltanto, addentando la mia brioche alla crema. Presi un tovagliolo e mi tolsi la macchia di crema che mi era rimasta sul viso. «E com'era? Bello? Alto? Ci hai parlato? Hai sentito la sua voce?» alzai gli occhi al cielo, sperando che quel supplizio non durasse ancora a lungo.
«Si Fae, era bello alto e pompato, come tutti i cantanti di questo mondo. No, non ci ho parlato, grazie al cielo, non avrei resistito, e poi di sicuro le fan impazzite mi avrebbero assalita. E per ultimo, si, ho sentito la sua voce, ma era quasi un sussurro in confronto alle scalmanate che c'erano lì intorno» feci un altro morso della brioche, guardando confusa la faccia di Fae.
Okay, mi aveva parlato del fatto che 'le piacevano' i One Direction, ma non pensavo fino a questo punto.
Ripresi la parola, vedendo che lei non accennava a muoversi o parlare.
«Non mi avevi detto che venivano a fare un concerto a Doncaster» lei mi guardò interrogativa. «Ma che concerto e concerto! Louis vive qui, a Doncaster! Ed p tornato per le vacanze!» sbarrai gli occhi, facendomi andare un pezzo di brioche di traverso «Stai scherzando spero! Lui, che vive a Doncaster? Ma figuriamoci!» tossicchiai leggermente, tentando di riprendermi.
«Certo che vive qui! Con sua madre e le sue quattro sorelle! Charlotte, detta Lottie, Fizz e le gemelle Daisy e Phoebe!» mi passai una mano tra i capelli, sospirando «Mi vuoi dire anche che mutande indossa il giovedì, così siamo a posto?» lei mi guardò scettica prima di tirarmi un buffetto sul braccio, scoppiando a ridere.
«Comunque, hai avuto molta fortuna. Se è passato dal retro del bar dove lavori vuol dire che ci viene spesso, o che almeno ha una buona conoscenza di Rowen» Fae gesticolava con le mani in mezzo all'aria, tentando di farmi capire qualcosa che non appresi subito «Oh, ma ti devo spiegare tutto? Vuol dire che puoi fartelo amico, quindi poi presentarmelo, quindi poi presentarmi anche gli altri quattro, soprattutto Harry» sorrise da sola, fermandosi a guardare imbambolata un punto non molto definito.
«Te lo puoi scordare, con quella star da strapazzo io non faccio proprio un cavolo, e soprattutto non voglio che mi prenda come una di voi» mi sistemai la maglietta, tirandomela leggermente sotto la vita, e abbassandomi per allacciarmi una scarpa. «Come una di voi in che senso?» e poi era lei quella che doveva spiegarmi tutto. «Una di voi fan scalmanate senza una vita sociale che passano il tempo a stalkerarli da dietro un computer e a insultare a morte le loro fidanzate e possibili conoscenti, ovvio» ricevetti un altra occhiataccia da Fae, che si sistemò la gonna blu.
«Io ho una vita sociale! E poi non ho mai insultato nessuna delle loro..Ah, okay; si ma scusami, Caroline era troppo vecchia per Harry! E poi comunque tu avresti campo libero con Louis, lui ed Eleanor si sono appena lasciati» scrollai le spalle indifferente. «Tu potresti uscire con Louis e io con Harry, sarebbe perfetto, magnifico! Tutti i giornali parlerebbero di noi, e riceverei un sacco di menzioni su Twitter!» scossi la testa «Ma sei impazzita? Io con quello non voglio avere niente a che fare, ne tantomeno coi suoi amici strambi!» mi alzai dalla sedia della sua cucina, afferrando la borsa e infilandomi la sciarpa di lana.
«E adesso dove vai?» Fae si alzò due secondi dopo di me, venendomi in contro mentre stavo per uscire dalla porta di casa sua «A casa, ho promesso a mia madre e ad Adam che li avrei aiutati per sistemare un po' casa» mi chiusi nel cappotto e lanciai un bacio volante a Fae, che colpita da un'ondata di freddo proveniente da fuori chiuse subito la porta alle mie spalle.
 
«Famiglia, sono a casa!» chiusi la porta un con un leggero colpo del piede, appendendo il cappotto all'appendiabiti che c'era all'ingresso di casa mia «Non vi preoccupate, non sono morta nella neve!» continuai, tentando di ricevere una risposta.
Mio fratello Adam apparì da dietro la porta della cucina con una scatola di biscotti in mano «Dov'è la mamma? Non dovevamo fare le faccende oggi?» lui scrollò le spalle indifferente. «E' uscita, mi ha lasciato una lista con le cose da fare, per me e per te» storsi il naso «E una delle tue è mangiare biscotti?» lui aggrottò la fronte «Le mie le ho già fatte» sbuffai «Dammi le mie».
Mi passò un foglio scarabocchiato con due colonne, in una c'era scritto Adam e nell'altra Maya. Notai che l'ultima nella lista di Adam era stata spostata malamente con una freccina sulla mia lista, allungandola di un punto in più. «Così non vale! Mi hai affibbiato un compito che era tuo!» gli puntai il dito addosso, sbattendogli sulla schiena il pezzo di carta «Hai le prove?» abbassai lo sguardo «No ma..» «E allora zitta e lavora, schiava, qui sono io il maggiore» gli tirai un pugno «Di un anno, nemmeno di tanto».
Afferrai il sacco della spazzatura nero, infilandomi per la seconda volta in venti minuti il cappotto, e uscii di casa, sentendomi punzecchiare il viso.
Non bastava che fosse sera e che io dovessi fare una faccenda in più per colpa di un troglodito come mio fratello, adesso anche la neve ci si metteva!
«Al diavolo lui e i suoi maledetti biscotti» sospirai a bassa voce, dirigendomi verso la pattumiera che condividevamo coi vicini.
Si, condividevamo la pattumiera coi vicini. Cosa alquanto disgustosa secondo me, ma sorvoliamo.
«Merda!» sentii praticamente urlare, dall'altro lato dello steccato. Mi avvicinai piano, poggiando il sacco nero per terra e afferrando un bastone, pronta a tirarlo in testa a chiunque fosse.
Una figura scura alzò la testa, accorgendosi di me. Aveva gli stessi occhi azzurri e vispi del ragazzo della festa in maschera.
No, stupida immaginazione.
Notai accanto a lui un sacco della spazzatura tranciato a metà, vari rifiuti sparsi per terra ricoperti dalla neve.
«Vuoi una mano?» ma che diavolo mi era saltato in mente? Lui annuì leggermente, prima di tirarsi in piedi davanti a me.
No, non era possibile, non ci potevo credere.
Mi affrettai a raccogliere una parte dei rifiuti che era stata sommersa dalla neve buttandola nella pattumiera, tornando dal mio lato della staccionata e buttando anche il mio sacco nero.
«A chi devo dire grazie?» la figura mi porse una mano, sorridendo lievemente. «Maya» gliela strinsi velocemente, rimettendo le mani in tasca e maledicendomi per non aver messo i guanti «Io sono Louis, Louis Tomlinson» roteai gli occhi nel vedere la sua faccia compiaciuta «Si lo so chi sei, e non pensare che io sia una di quelle fan scalmanate che vi vengono dietro, a te e agli altri quattro tuoi amichetti. Non me ne frega niente e mai me ne fregherà» lui spostò la testa, scoppiando in una fragorosa risata «Calmati, mica ho detto niente, volevo solo presentarmi! Siamo vicini di casa» mi strinsi nel cappotto «A quanto pare» contorsi le mani dentro le tasche del cappotto. Stessa altezza, stesso fisico del ragazzo in maschera.
No, stavo decisamente diventando pazza.
Girai i tacchi e tornai verso casa «Aspetta! Tu sei anche la cameriera del bar di Rowen!» mi voltai leggermente, mimando un si con le labbra «Allora verrò a trovarvi più spesso!» scossi la testa, entrando in casa.
«Adam! Tu lo sapevi che Louis Tomlinson era il nostro vicino di casa?» piombai in cucina, stringendo mio fratello in un abbraccio per riscaldarmi «Certo che lo so, siamo amici» alzai le sopracciglia «Come scusa? Io non l'ho mai visto qui» «Oh sorellina, come sei ingenua. Io e Tomlinson abbiamo fatto amicizia appena ci siamo trasferiti, ma tu eri troppo impegnata con la scuola per accorgertene. E poi non rimane spesso, è sempre via per lavoro» se quello si può definire lavoro, pensai.
«Un complotto, ecco cos'è! Un complotto contro di me» mugugnai, accasciandomi sulla sedia.
 

 
Ciao gente!
Parto dal fatto che non volevo postare subito ma che non ho resistito AHAHAHAHA.
Questo capitolo a me sembra lungo, poi non so bene.
Qui c'è sempre Fae, si conosce un po' meglio Adam ed entra in scena *ta ta ta taaan* il nostro Louis famoso! Credo che la maggior parte di voi abbia capito che quello della festa era proprio Louis *svelato il mistero* maaa, loro non lo sanno ancora quindi bom, come se non vi avessi detto nulla (?).
Volevo dire che Maya è ispirata (no, non ispirata ma in una lontana teoria) alla mia amica Carolina duyfgtuewfgy, ciao Carol, love you. (?)
Graazie per chi è passato anche solo per leggerla, per chi l'ha seguita e per chi l'ha recensita, anche se per un primo capitolo sono abbastanza pochini.. Ma vaaabè!
Poooi, volevo chiedervi umilmente (?) di passare nella fantasmagorica storia della mia Ilaria che è questa qui (cliccate sul 'qui') :'3
Su Twitter sono @niallsweeties e se mi date i vostri nick vi avviso lì quando aggiorno!

Fatemi sapere che ne pensate, un bacione.
allh :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***




Capitolo 2
Imagine that’ll be: I’m on my guard for the rest of the world,
but with you I know it’s no good.

«Vado a fare la spesa!» urlai, prima di uscire sbattendo la porta di casa, ignorando del tutto la risposta che avrebbe potuto darmi mio fratello Adam o, nel caso si fosse svegliata, mia madre.
Non appena fui uscita dal cancello mi guardai intorno guardinga. Passare davanti alla casa di Louis e rischiare di essere investita da fan scatenate? No grazie. Girai i tacchi dall'altra parte e percorsi tutto il viale, svoltai un paio di volte per poi ritrovandomi infine davanti al grande supermercato -forse l'unico- che era a Doncaster.
Notai una bambina che teneva la mano a sua madre all'ingresso, mentre cercava di spingere il carrello della spesa.
Scossi la testa e mi avvicinai all'entrata, inserendo un pound nel carrello e staccandolo dagli altri, varcando la soglia d'ingresso. Un'ondata di freddo mi travolse. Ma possibile che debbano sparare l'aria condizionata a palla anche in pieno inverno?!
Sistemai meglio la borsa sulla spalla destra e iniziai a girare tra i reparti. Tirai fuori la lista che mi aveva gentilmente dato mio fratello e cercai di decifrare la sua scrittura inleggibile. E' possibile che a 21 anni non si sappia ancora scrivere decentemente? A quanto pare si.
Guardai distrattamente tra gli scaffali tentando di trovare le cose giuste.
Una signora anziana si fermò bruscamente davanti a me, arrampicandosi su uno scaffale per afferrare dei cereali dietetici. Spostai la testa, tentando di vedere se sarei riuscita a passare.
Sospirai affranta e mi avvicinai alla signora, alzandomi sulle punte e afferrando i cereali che tanto voleva. Glieli porsi e le sorrisi gentilmente, sperando che si sarebbe spostata presto. Lei mi sorrise di rimando, infilandoli nel carrello e muovendosi -lentamente- verso la fine del corridoio. 
Mi fermai di colpo infastidita, quando il mio cellulare prese a suonare all'impazzata. Infilai una mano nella borsa nel tentativo di trovarlo, e non appena lo ebbi in mano lo portai con non troppa eccitazione all'orecchio.
«Ciao Fae» attorcigliai una ciocca di capelli al dito, appoggiandomi ad uno scaffale e tentando di far passare delle persone che erano dietro di me. «Ciao Maya! Allora, come va con Louis? L'hai rivisto poi?» sospirai. «Si, lui e mio fratello sono 'amici' e siamo vicini di casa -sperai che avesse sentito il mio disgusto totale nel dire quelle cose, ma evidentemente si era fermata alle semplici parole che dissi-.» «Cosa?! E' anche il tuo vicino di casa e conosce tuo fratello? Che ti dicevo? Siete fatti l'uno per l'altra!» sbuffai, tentando di capire perchè avessi una migliore amica così «Non dirmi che adesso verrai molto più spesso a casa mia solo per stalkerare lui e i suoi parenti dalla finestra di camera mia perchè se è così puoi tranquillamente non venire» le dissi ironica, riprendendo a muovere sia me sia il carrello verso la cassa.
Mentre passavo in mezzo ad altri scaffali, scorsi un barattolo di nutella da 2kg con la scritta 'SCONTO DEL 50%'. Sorrisi, afferrandolo con foga e infilandolo nel carrello, sperando di non essere notata.
«No, ma magari verrò più spesso a studiare da te..» battei freneticamente il piede per terra, notando la coda che c'era alle casse.
In quel supermercato c'erano ben cinque casse, due delle quali erano chiuse, mentre le altre avevano tutte una coda lunga kilometri.
Mi sistemai in quella più vicina, continuando a parlare al telefono con Fae per ammazzare il tempo.
«A parte la tua fissazione per i One Direction, come va con Josh?» sentii tossicchiare dall'altro capo del telefono, capendo che le cose con Josh non andavano esattamente bene.
«Ci siamo lasciati» ruotai gli occhi «Di nuovo?» lei sospirò «Si, ma questa volta ho chiuso io, sono stufa di tutto questo tira e molla» «Eh, l'hai capito solo ora?» mi spostai più avanti, vedendo che la fila si stava lentamente muovendo. «Fae, devo andare, ne parliamo dopo, ciao e non passare troppo tempo davanti alle loro foto che poi si sciupano!» «Cretina» infilai il telefono in borsa e misi tutto il contenuto del mio carrello sul nastro che lo portava alla cassiera.
Questa, non appena vide il barattolo di nutella mi diede una rapida occhiata e sorrise sorniona. Lei sarà stata magra come un chiodo, ma almeno io non mi riducevo a fare la cassiera.
«Sono trenta pounds e settanta» annuii tranquilla, estraendo i soldi dalla borsa e porgendoli alla cassiera, che battè velocemente le dita sulla cassa prima di porgermi lo scontrino col resto. Le sorrisi forzatamente, prima di dirigermi verso l'uscita.
Tornai indietro di qualche passo quando vidi un ragazzo coperto da un cappuccio di una felpa. Non appena alzò gli occhi rividi quelli del ragazzo di quella sera.
Che stessi diventando paranoica?
«Hey! Maya!» Un momento, mi conosceva? C'era qualcosa che non quadrava.
Mi avvicinai lentamente, scoprendo amaramente che quello non era il ragazzo della festa, ma semplicemente Louis, in compagnia di due bambine sorridenti come se fosse già la mattina di Natale.
Saranno state le sue sorelle, come mi aveva detto Fae; e certo, avere Louis come fratello non doveva essere proprio malaccio.
Feci un lieve cenno della mano quando fui più vicina a lui «Come mai il cappuccio?» lui scoppiò a ridere «Andiamo, se mi levo il cappuccio tutti scopriranno chi sono e io verrò assalito dalle fan!» alzai gli occhi al cielo. «Si, certo, okay che le vostre fan sono malate, ma non fino a questo punto!» lui sorrise prima di levarsi il cappuccio.
Di colpo un urlo mi fece sobbalzare «Mio Dio Louis Tomlinson!» una miriade di gente ci sommerse, e non ebbi il tempo di capire niente che Louis mi afferrò per una mano -cosa che fece anche con le sue sorelle- e mi trascinò fuori dal supermercato correndo, nascondendosi -nascondendoci, più che altro- nel giardinetto striminzito nel retro del supermercato.
Dopo essermi ripresa e aver finito il fiatone mi voltai verso di lui furente «Che ti avevo detto?» continuava a sorridere «Ma tu non ti stanchi mai di sorridere?» gli chiesi, sistemandomi la felpa.
Le sue sorelline fecero un passo avanti, fissandomi con quegli occhioni azzurri che -da quel che avevo sentito dire- caratterizzavano la famiglia Tomlinson.
«Oh, certo. Maya, loro sono Daisy e Phoebe, le mie sorelline. Lei -disse guardando le bimbe che mi sorridevano allegre, per poi indicarmi- è Maya» sorrisi di rimando a quelle bambine. Sperai con tutto il cuore che non avessero il carattere del fratello.
«Si sappiamo chi sei, Louis ci parla tanto di te da ieri sera!» Daisy mi aveva presa per mano e continuava a sorridermi, mentre Louis cercava di tapparle inutilmente la bocca. Sorrisi, lasciando la presa della bambina e accarezzandole un poco la testolina bionda.
«Bhè io adesso devo andare, ciao» afferrai il mio sacchetto della spesa e corsi verso casa mia, ignorando totalmente quello che mi stava urlando Louis.
 
«Oh andiamo Maya, per questa volta! Non ti chiedo tanto!» mi appoggiai alla spalliera del mio divano, tentando di ascoltare il discorso senza senso di mio fratello. «Dai Maya, vieni a vedermi la partita! E' importante per me e vorrei qualcuno che mi sostenesse!» sbuffai «Come mai in tutte le partite che hai giocato, proprio in questa devo venire?» lui si guardò intorno vago, prima di scrollare le spalle «Così, perchè questa è molto importante per me» sospirai «Ti rendi conto che hai 21 anni vero?» lui annuì allegro «Oh bhè, se mi chiederanno se siamo imparentati dirò che mamma e papà ti hanno adottato e che sei caduto da piccolo» lui mi abbracciò «Grazie Maya».
Spostai con disgusto un pacchetto di patatine lasciato vuoto sul sedile accanto al mio e mi sedetti, popcorn in mano e macchina fotografica nell'altra. Avrei fatto un po' di foto a mio fratello, infondo mi piaceva vederlo giocare a calcio.
Sorrisi quando la sua squadra entrò in campo. Distinsi l'ammasso di capelli rossicci di mio fratello girarsi verso di me e sorridermi, mentre tirava una gomitata ad un altra figura per me ancora oscura.
Sfortunatamente per me, ero troppo vicina al campo per non riconoscere chi era. «Oh no!» sbottai, incontrando quegli occhi azzurri.
«Non è possibile, non è possibile! Ma allora questa è una persecuzione!» Louis mi aveva vista e mi aveva salutato flebilmente con la mano, prima di iniziare a giocare.
Era bravo a giocare a calcio.
Oh no, un attimo. Come mai non c'erano 7364289349875 fan impazzite?
O erano esplose tutte in aria -cosa assai improbabile- oppure nessuno sapeva di questa partita.
Bhè tanto meglio, un po' di aria.
Il rumore del tabellone che segnava i punti mi fece tornare in me e guardai attenta il campo, per capire chi aveva fatto punto. Scorsi mio fratello battere un cinque a Louis, che si era voltato verso gli spalti e mi aveva sorriso, mimando parole a me sconosciute.
Scattai un po' di foto e riporsi la macchina fotografica, alzandomi alla fine della partita.
Mi diressi verso l'uscita, aspettando con pazienza che mio fratello e i miei amici la finissero di fare i cretini negli spogliatoi. Quando uscì, riconobbi tra di loro Josh, l'ex di Fae, che abbassò lo sguardo. Louis aveva il solito cappuccio in testa per non farsi riconoscere e mio fratello i capelli ancora bagnati dalla doccia che si era -o almeno, sperai- fatto.
«Allora, andiamo?» Adam mi diede un leggero bacio sulla guancia, facendo segno a Louis che era tempo di andare. «Lui viene con noi?» alzai le sopracciglia «Ti ricordo che è il nostro vicino di casa» scrollai le spalle, accellerando il passo e tirando fuori, di nuovo, la macchina fotografica.
«Allora ciao bello, sei stato forte!» Adam battè il cinque a Louis che gli diede un pugno amichevole sulla spalla, sorridendo come al suo solito.
Louis si avvicinò a me, quasi ridendo «Grazie di essere venuta a vederci» «In verità ero venuta per mio fratello, comunque non c'è di che» girai i tacchi ed entrai in casa, correndo verso mio fratello.
«Ho capito perchè volevi che vedessi la partita. Non sei per niente simpatico, io quello non lo sopporto. Comunque, vi ho fatto delle belle foto, tieni -gli dissi, appoggiandogli la memoria della macchina fotografica davanti-. Scaricatele, e poi ridammi la memory card che mi serve per una cosa con Fae» feci per andarmene, ma Adam mi fece rigirare verso di lui «Dai Maya, perchè sei così cattiva con Louis?» alzai gli occhi al cielo «Si crede chissà chi solo perchè è famoso, e poi non sopporto il suo sorriso, il fatto che sorride sempre e comunque».
 

 
Haola gente!
Okay, forse sono un po' in ritardo, ma boh l'ho scritto un paio di giorni fa e non sono mai riuscita a pubblicarlo in tutto 'sto tempo lol.
Qui entra in gioco anche la famiglia di Louis (?) e Adam! Wowoo!
Non ho niente da dire, solo che nel prossimo capitolo so già che cosa far succedere uhuhuhuuu.
Oggi ho visto per la prima volta Titanic, ero diventata una fontana, ho pianto un sacco D:
Domani vado a vedere Biancaneve invece, e ci sono Julia Roberts (<3) e la mia fantastica Lily Collins! kjdfhyuhfre :')
Adesso scappo che ho un mal di gola assurdo D:
Fatemi sapere che ne pensate :3
Su Twitter sono @niallsmonkey (ho cambiato nick, yo!) e se mi date i vostri vi avviso lì ogni volta che aggiorno :3

Un bacione,
allh :)

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***




Capitolo 3
 
Next time I'll see you
I'm giving you a high five
It's not too over rated, just FYI 

 
«Maya! Hai toccato qualche presa in cucina?» scesi di corsa le scale, stando attenta a non inciampare nel tappeto che era posto in fondo ad esse e corsi verso quella che doveva essere la mia cucina, ma dato che la casa era totalmente buia mi fidavo dei miei ricordi.
«No mamma, hai chiesto ad Adam?» mi appoggiai a qualcosa che non seppi di preciso cos'era e aspettai la risposta di mia madre «Sono qui accanto a te cretina» sobbalzai, accorgendomi che effettivamente la 'cosa' sulla quale mi ero appoggiata era il braccio di mio fratello «Scusami, non vedo nemmeno il mio naso» sospirai, avvinghiandomi attorno al suo braccio strusciandoci la guancia e aspettando che succedesse qualcosa.
Era saltata la luce da un momento all'altro, e nessuno aveva toccato le prese.
«Magari è saltata in tutto il quartiere e non è colpa nostra» intimai, stringendo ancora di più il braccio caldo di mio fratello.
Niente luce uguale niente riscaldamento, e non era proprio la cosa migliore in pieno dicembre a inverno inoltrato.
«Giusto, usciamo e vediamo se manca a tutto il quartiere, o per lo meno alla nostra via» Adam mi trascinò fino a fuori casa, infilandosi una giaccia non troppo pesante e uscendo di fretta. Con mia grande gioia scoprii che la corrente non mancava soltanto a noi ma a tutta la nostra via.
Vidi anche altra gente per strada che cercava di capire cosa fosse successo alla luce. In effetti questo era un punto che non avevamo ancora chiarito. Come mai era saltata la luce all'improvviso?
Una voce urlò verso di noi qualcosa, e si fece sempre più vicina, il che mi lasciò ben poca immaginazione su chi poteva essere. Una sola persona aveva quella voce e quel tono anche in pieno inverno, anche in una situazione come questa.
Louis Tomlinson.
Il nostro simpatico, montato, stra famoso e stra pagato vicino di casa.
«Adam, Maya! Sapete perchè è saltata la luce in tutto il quartiere?» benchè fossero le sei e mezza di pomeriggio e non ci fosse molta luce, il suo sorriso sempre dipinto in volto si notava anche lontano un miglio.
«No Tommo, e immagino che nemmeno tu lo sappia» Adam si staccò dal mio braccio e si avvicinò a lui, poggiandogli una mano sulla spalla.
«Mi fareste un grande favore?» presunsi che Louis lo stesse chiedendo a noi, dato che eravamo le uniche persone nel raggio di 10 metri da lui. Non feci in tempo a rispondere che mio fratello parlò come se fossi totalmente d'accordo con lui «Certo!» lo fulminai con lo sguardo maledicendolo mentalmente. 
«Potreste venire da me? Le mie sorelline sono spaventate e i miei non sono in casa, non riesco a gestirle» disse Louis, abbassando lo sguardo e alzandolo due secondi dopo, scrutandoci con i suoi occhioni azzurri.
«No» mi affrettai a rispondere, prima che potesse farlo mio fratello. Entrambi mi guardarono sorpresi, e Adam sembrava quasi che si stesse cavando gli occhi da quando li sporgeva in fuori verso di me. «Cioè, voglio dire..Dobbiamo fare delle cose a casa e poi io non le conosco e..» «Ma Maya! Ti prego, Daisy e Phoebe già le conosci e ti trovano molto simpatica, Fizz ti adorerà di sicuro!» piegai leggermente il capo «Scusami, ma non hai anche un altra sorella?» chiesi. Da quel che mi ricordavo dei precedenti discorsi con Fae, di sorelle ne aveva quattro, non tre.
Mi sorrise malizioso, prima di scoppiare in una risata leggera «Allora almeno un po' ti sei informata sul mio conto» sentii le gote diventarmi rosse «Me l'ha detto la mia migliore amica, io non c'entro!» strinsi le mani a pugno. «Lottie è in gita con la scuola; comunque, vi prego vi prego non vi chiederò più favori in tutta la mia vita!» Louis piegò il labbro inferiore all'ingiù, assumendo così una faccia da cane bastonato. Adam mi si avvicinò lentamente «Andiamo Maya, stiamo lì fin quando non tornerà la luce per calmare le sue sorelline e poi basta, su ti sono sempre piaciuti i bambini!» mi sussurrò. Sbuffai «Si, i bambini, ma di certo non quelli con un fratello famoso e arrogante» mi pizzicò un braccio «Dai Maya, Louis non è arrogante, cosa ti costa?» sospirai «E va bene, avete vinto, ma staremo solo fino a che non tornerà la luce. Non un minuto in più» Louis sorrise felice, correndo ad abbracciarmi «Grazie Maya!» gli battei una mano sulla schiena riluttante, prima di allontanarlo da me. «Posso trovarti un soprannome?» mi disse poi lui, mentre entravamo in casa loro. «No» ribattei secca.
 
«Louis, hai portato loro per farci compagnia?» chiese Daisy. Lui si sedette su una poltrona del salotto, prendendola in braccio e mettendola seduta sulle sue gambe. «Si, e per farvi compagnia mentre manca la luce» sorrise alla sorellina, che annuì insicura prima di riscendere dalle gambe del fratello e iniziare a camminare - totalmente a caso, dato che la luce mancava ancora - in cerca della sorella gemella. «Phoebe, dove sei?» vedevo due ombre muoversi nel buio, segno che le gemelle si stessero cercando a vicenda, con scarsi risultati però.
Mi feci avanti e, strizzando gli occhi per cercare di vedere meglio, presi per mano le bambine e le avvicinai, in modo che si ritrovassero l'una di fianco all'altra.
«Grazie Maya» mi disse flebilmente Phoebe, stringendosi nel maglioncino e prendendo per mano la sorella, portandola fino ai piedi di Louis e sedendocisi accanto.
Quella che doveva essere Fizz, fece qualche passo verso di me, tentando di incrociare il mio sguardo nel buio «Piacere, Louis, Daisy e Phoebe mi hanno parlato di te - tentò di stringermi la mano, poi si voltò verso mio fratello - Ciao Adam, come vanno le partite ultimamente?» un momento, anche la piccola Tomlinson conosceva mio fratello? Ero un emarginata sociale, era chiaro.
«Abbastanza bene, tu il nuoto sincronizzato?» rispose tranquillo mio fratello, avvicinando quella che doveva essere una sedia e sedendocisi su, tanto per essere alla stessa altezza della bambina. «Se ogni tanto Louis si ricordasse di portarmi a fare gli allenamenti, o magari di venire a vedermi andrebbe meglio» ribattè secca lei, scrollando poi le spalle indifferente.
Una voce mi fece voltare «Maya, Maya vieni qui» evidentemente doveva essere una delle gemelline Tomlinson, data la vocina flebile e acuta. Tentai di raggiungerle e, non appena arrivai a loro, mi sedetti anch'io ai piedi di Louis. «Visto che io e Daisy abbiamo paura del buio e che Louis ha esaurito le storie da raccontarci, non è che ce ne racconteresti una tu?» alzai lo sguardo, cercando quello di Louis, che mi sorrise come al solito. «Va bene, ma prima volevo chiedervi: non avete una maledetta torcia in questa casa?» sbuffai, tentando di sistemarmi i capelli in una crocchia veloce.
Louis schioccò le dita, quasi gli fosse venuto un lampo di genio, e si alzò di scatto, sparendo ancora di più nel buio.
Tornò poco dopo, e diede a me e a mio fratello un oggetto, che appresi con gioia era una torcia. La accesi e illuminai prima i volti della famiglia Tomlinson, poi la stanza.
Non ero mai stata a casa loro - e come potevo, se nemmeno mio fratello mi aveva parlato della sua 'amicizia' con i Tomlinson - ma sembrava davvero una gran bella casa. Certo, proprio poveri non erano.
«Posso prima andare in bagno?» esordii, alzandomi goffamente e aspettando indicazioni «Certo, sali le scale, percorri il corridoio e poi giri subito a destra. La prima porta che trovi è il bagno» annuii incerta, tentando di ricordarmi ciò che mi aveva appena detto Louis.
Salii le scale e percorsi il corridoio, ma non appena mi trovai a quella specie di incrocio che c'era tra i corridoi, andai nel panico e non mi ricordai più se era destra o sinistra. 
Illuminai con la torcia tutti e due i lati e girai a sinistra, pregando che il mio sesto senso non avesse fatto cilecca. Aprii la prima porta che mi capitò davanti e ci entrai dentro, puntando la torcia dappertutto e capendo amaramente che non era il bagno, ma solo una camera da letto.
Aveva le pareti blu, mentre i mobili erano bianchi. C'era un computer sulla scrivania, un letto, e un paio di poster appesi al muro. Mi incamminai verso quella che doveva essere la scrivania ma fui bloccata quando andai fragorosamente a sbattere contro qualcosa. Caddi a terra come un sacco di patate, ringraziando il cielo che fosse tutto buio e che non ci fosse nessuno. Illuminai con la torcia la cosa contro la quale ero andata a sbattere e capii che era un armadio.
Strano, prima non l'avevo notato.
Vidi che un anta nello sbattere contro di me si era leggermente aperta, lasciando cadere qualcosa. La illuminai con la torcia. Era una maschera, una da festa, tipo quelle di carnevale.
Oh, un attimo.
Era identica a quella del ragazzo della sera della festa. Stessi colori, stessa forma, stessi accessori e disegni.
No, non poteva essere lui quel ragazzo, non poteva.
«Tutto okay Maya?» mi voltai di scatto, sussultando e illuminando la faccia di Louis che strizzò gli occhi per l'improvvisa luce che aveva addosso.
«Oh, ehm, si, ho solo sbagliato direzione e sbattuto contro l'armadio» fissai la maschera nelle mie mani «Questa è tua?» lui mi prese per mano, aiutandomi a rialzarmi. «Questa è camera mia» sorrise «E quella è..» si bloccò, quando la luce della camera magicamente tornò a funzionare, così come in tutto il quartiere.
«Alleluia!» sospirai, passandomi una mano nei capelli e sistemandomi i jeans ormai scoloriti. Mi voltai, riposando la maschera nell'armadio e dirigendomi verso la porta della camera, dirigendo verso il bagno e - quando lo ebbi trovato - chiudendomici dentro.
Quando ne uscii, notai Louis appoggiato allo spigolo del corridoio, fissarmi. «Che c'è Tomlinson?» gli chiesi, roteando gli occhi. «Sai, amo il colore dei tuoi capelli» mi disse, sorridendomi. Mi contorsi le mani «Oh già, mi hanno parlato della tua ossessione per le carote. Immagino che i miei capelli te le ricordino, o sbaglio?» «No, non sbagli affatto. Ma a parte questo, è un colore molto bello» «Grazie» dissi, superandolo con nonchalance. Lui mi afferrò per un polso, facendomi voltare verso di lui. «Che vuoi ancora?» notai troppo tardi che la distanza tra i nostri visi era ben poca, molto meno di quella che avrei desiderato «Volevo ringraziarti» lo guardai interrogativa «Di cosa?» «Del fatto che sei così gentile con le mie sorelle, e che non te ne sei ancora andata via, mandandomi a quel paese» disse, guardando la sua mano ancora ferma sul mio polso.
Liberai il braccio, scendendo velocemente le scale ignorandolo completamente. Quando arrivai in salotto, notai che le gemelle stavano giocando con delle bambole, mentre Fizz guardava senza troppo entusiasmo la televisione.
Presi il cappotto e mi rivolsi a mio fratello «Io vado a casa, se vuoi vieni con me, altrimenti affari tuoi» dissi scettica, uscendo da casa Tomlinson.
 

 
Hello popolo!
So che forse sono in ritardo ma ho avuto un enormità di impegni che voi non potete capire! (?)
In questi giorni penserò a fare la scaletta per i prossimi capitoli, tanto per essere in ordine.
Mmmm, questo è un capitolo totalmente di passaggio e io odio i capitoli di passaggio.
Mi scuso in anticipo se fa schifo o se ci sono errori ma non ho avuto il tempo di rileggerlo cwc.
Su twitter sono @niallsmonkey e se mi date i vostri nick vi avviso quando aggiorno :3
Vado a vedermi la fine del Titanic e poi me ne vado a nanna.

Un bacione, allh :)

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***




Capitolo 4
 
It’s all the dreams that never came true
Cause you’re too damn scared to try

«Oh Maya, finalmente ti ho trovata!» Fae entrò repentinamente dentro al bar di Rowen, non pensando al fatto che stesse urlando in mezzo ai clienti o al fatto che io stessi lavorando.
Lei era fatta così.
«Fae!» le sorrisi, abbracciandola leggermente da dietro al bancone quando mi fu più vicina. «Sei diventata ricercatissima in questi giorni!» scrollai le spalle indifferente, per poi mettermi ad asciugare varie stoviglie che avevo lavato poco prima «Anche con la storia della luce, non ti sento da secoli!» inclinò leggermente il capo, prima di sfoggiare uno sfavillante sorriso «Ci sono! Stai uscendo con Louis e non vuoi dirmelo perchè lui è famoso» trattenni il desiderio di prenderla a calci e cercai di controllare il rossore che mi si era formato in viso «No! Ma ti pare? Io con lui? Ma va!» nell'arrabbiarmi un ciuffo di capelli rossicci mi cadde dalla coda alta che mi ero fatta prima, quindi dovetti ricacciarlo dentro in malo modo.
«Dai Maya, ammetti che almeno un po' ti attrae!» incrociai le braccia al petto, aggrottando le sopracciglia «A me non piace Louis, ne ora ne mai, in nessun caso!» finii di asciugare le stoviglie e le misi ai loro rispettivi posti.
«Andiamo Maya, si vede lontano un miglio che ti interessa almeno un pochino!» sbuffai, uscendo da dietro il bancone e asciugandomi leggermente le mani sul grembiule che indossavo, per poi sedermi accanto a lei «Fae, no, ne ora ne mai» lei roteò gli occhi, per poi infilare le mani in borsa quando il suo telefono iniziò a squillare. Sorrise radiosa nel vedere chi era il mittente e mise un indice davanti alle labbra, in segno di fare silenzio e pigiò il tasto verde con l'altra mano, per poi attaccarsi il telefono all'orecchio.
Mugugnò un paio di 'Mmmm' ogni tanto prima di rispondere con un energico «Si certo, a dopo!» per poi chiudere la chiamata.
La guardai interrogativa «Chi era?» lei di tutta risposta abbassò lo sguardo «Andiamo Fae, chi era?» lei alzò leggermente lo sguardo, puntando i suoi occhi color nocciola nei miei verdi «Promettimi che non ti arrabbierai» alzai gli occhi al cielo «Promesso». Prese un profondo respiro, e infine sentenziò «Josh. Abbiamo ricominciato a sentirci, dice che gli manco, e quindi dopo usciamo» mi alzai di scatto, tornando dietro al bancone e afferrando un bicchiere riempiendolo d'acqua «Per me è una grandissima fandonia tutto questo, ma lascerò correre» le dissi, prima di salutarla con un leggero cenno della mano mentre lei usciva dal locale correndo e urlandomi «Sono in ritardo, a dopo, ti voglio bene!».
Possibile che la mia migliore dovesse sempre, e sottolineo sempre, cadere nella 'trappola' di quel Josh? Si metteva con lei, litigavano e si lasciavano, poi si rimettevano insieme e così via. Andava avanti così ormai da quasi sei mesi e io non ne potevo più.
Non che fossi gelosa, certo io non avevo una vita sentimentale dall'età di quattordici anni quando Jimmy Melbrooks mi diede un bacio a stampo di sfuggita, chiedendomi poi di stare con lui, solo che dato che io non ero di certo una delle ragazze più fighe e ricercate della mia scuola, uscivamo di nascosto, perchè ero reputata troppo brutta dai suoi amici. Alla fine mi aveva lasciato, e da lì non avevo più avuto nessun flirt, nemmeno dal cane della mia vicina.
Però in fondo stavo bene. Non dovevo spendere soldi ogni mese, ogni San Valentino o ogni qualche stupida giornata che potesse ricordarmi di regalare qualcosa al 'mio lui'.
Lanciai uno sguardo annoiata alla porta d'entrata del locale, sentendo il campanellino appeso sopra suonare. Spalancai occhi e bocca non appena vidi chi era.
Louis, incappucciato, camminava a passo lento - e..sexy? no, no, goffo- verso di me, sorridendomi allegramente. Non appena si sedette davanti a me, si guardò in torno per vedere se non c'erano fan impazzite pronte ad assalirlo e appurando che non c'era nessuno si tolse il cappuccio «Non mi avevi riconosciuto eh?» sbuffai scrollando le spalle «Oh, sei Louis? Non ti avevo proprio riconosciuto! Oddio oddio tu sei Louis Tomlinson dei One Direction! Oddio adesso svengo, piango oddio!» cantilenai, con la voce di un'ottava più acuta del solito, mimando quell'orda di fan impazzite che piangevano solo alla loro vista.
Lui scoppiò a ridere, prima di posarmi una mano sulla spalla «Non urlare, potrebbero arrivare davvero quelle che tu chiami 'le nostre fan sclerotiche impazzite', che poi sono quelle che mi danno i soldi per vivere» sbuffai, spostandomi un ciuffo dalla faccia. «Come se ci fossero. Questo posto è vuoto, okay che le vostre fan sono delle stalker, ma non credo che arriverebbero a seguirti fino a qui» feci - per la seconda volta - il giro del bancone fino a sedermi di fianco a lui.
«Beh, dipende, alcune si. Altre invece mentre facciamo i concerti ci tirano cose, ehm, intime sul palco. E quella non è la cosa migliore del mondo» scoppiai a ridere, immaginandomi la scena di lui su un palco che all'improvviso si ritrova un reggiseno sui piedi.
Sentii uno strano rumore dietro di noi, e mi girai leggermente, tanto per vedere se c'era qualche cliente. Iniziai a pensare al peggio quando vidi fuori dalla porta a vetri circa venti - se non trenta - ragazzine in piena crisi ormonale con i nasi tutti schiacciati sulla porta per vedere meglio.
«Merda» sentii sussurrare da Louis. Le vidi una ad una prendere in mano il telefono e iniziare a scattare foto, altre invece chiamavano le amiche, i parenti, o chi so io. Rimanemmo immobili per una manciata di minuti, sperando che non sarebbero entrate, ma dovetti ricredermi quando arrivarono altre ragazzine, anche loro in piena crisi ormonale, urlare frasi senza senso verso di noi.
Una ragazzina mora dagli occhi scuri si fece spazio tra le altre sistemandosi davanti alla porta, avvicinando una mano alla maniglia. «Corri!» urlò Louis, prendendomi per mano e trascinandomi via, probabilmente verso l'uscita dal retro del bar, mentre sentivamo un sacco di urla dietro di noi.
Non appena arrivammo davanti all'uscita dal retro Louis provò ad aprirla ma con scarsi risultati «E' bloccata» si girò verso di me, lo sguardo sempre vivo ma sconsolato. In quel momento mi balenò un'idea in testa, così folle che mi stupii che fosse mia.
Presi per mano Louis e lo trascinai fino a davanti alla porta del bagno, affiancata da quella dello sgabuzzino. Aprii quella del bagno e la feci sbattere con così tanta forza che sperai che tutta quell'orda di ragazzine l'avesse sentita. Fatto questo, lo tirai dentro lo sguabuzzino chiudendoci dentro, e sperando che non ci avrebbero trovato.
Lui mi guardò confuso «Non potevo lasciarti in mezzo a tutte quelle ragazzine impazzite, mio fratello mi avrebbe uccisa» lui mi sorrise malizioso «Si si, tuo fratello..» gli tirai un pugno sul braccio «Si, mio fratello, quindi non rompere, è già un miracolo che io ti abbia salvato il culo, potrei tranquillamente aprire la porta e lasciare che ti prendano, tanto a me non cambierebbe nulla» lui alzò le sopracciglia «Farti trovare prima seduta in un bar accanto a me, poi che scappiamo mano nella mano e adesso chiusi in uno sgabuzzino insieme per te non significa nulla, ma per loro si. Per loro io sono il Dio delle carote, il cretino di due anni, il gay con Harry. Penseranno che stiamo insieme, e ti insulteranno, perchè lo fanno sempre purtroppo, e io non voglio che ti insultino» abbassai lo sguardo, aveva ragione cavolo. «Perchè non vuoi che mi insultino? Tanto a te non cambia niente, loro ti amerebbero comunque» lui mi alzò con due dita il mento, puntando i suoi occhi cristallini nei miei. 
Quello sguardo mi ricordava tanto, troppo il ragazzo della festa.
Oh no, davvero basta, dovevo smetterla.
«Maya, io..» «Shh!» gli dissi, tappandogli la bocca con una mano quando sentii dei passi fuori dalla porta. Sentimmo un paio di urla di qualche altra ragazzina rimasta e poi i loro lamenti sconsolati nello scoprire che noi - o meglio, Louis - non c'eravamo più. Sentimmo il campanellino della porta d'ingresso suonare un paio di volte, segno che se ne fossero andate, e poi il silenzio.
Tolsi lentamente la mano dalla bocca di Louis, aprendo leggermente la porta per vedere se c'era ancora qualcuno. Quando capii che effettivamente non c'era più nessuna fan assatanata, aprii totalmente la porta facendo un passo in avanti per uscire da quel posto pieno di scope e prodotti per pulire, ma Louis mi prese per un braccio e mi tirò verso di se.
Mi voltai di scatto guardandolo interrogativa «Cosa vuoi ancora Tomlinson, non ti basta che ti abbia salvato il culo?» lui roteò gli occhi e mi fece segno di stare zitta. Tacqui immediatamente, aspettando qualche spiegazione da parte sua «Vuoi uscire con me?» mi chiese, lasciandomi a bocca aperta.
Piegai leggermente la testa. Perchè mi chiedeva di uscire con lui? Da quando aveva tutto quest'interesse nei miei confronti?
«Non credo sia una buona idea Tomlinson» gli risposi, liberandomi dalla sua presa e andando a togliermi il grembiule per tornare a casa.
Lui mi raggiunse «Perchè?» mi grattai nervosamente il braccio, cercando di pensare a una risposta da dargli.
Perchè non volevo uscire con lui? Tralasciando il fatto che fosse famoso, lo trovavo viziato, immaturo, e non era mai, e sottolineo mai, serio.
«Perchè sarebbe una follia Louis, andiamo!» «Io non ci trovo nulla di male» alzai gli occhi al cielo, infilandomi la giacca «Io invece si» Afferrai la borsa e mi diressi verso l'uscita «Adesso ti dispiacerebbe rimetterti quel maledetto cappuccio e uscire di qui? Sai, dovrei chiudere ma non posso se tu rimani lì impalato» gli dissi, indicandolo.
Lui annuì confuso, infilandosi il cappuccio e uscendo dal bar. Chiusi a chiave la porta e mi voltai un poco «Ciao Louis» dissi, prima di tornare a casa.
 
«Adam sono a casa!» chiusi sbattendo la porta di casa appoggiando la mia roba in un angolo e dirigendomi in salotto non sentendo provenire risposta da mio fratello. Lo trovai impegnato a giocare alla wii a Mario Kart mentre malediceva mentalmente il povero Luigi che lo stava battendo alla grande «Stai di nuovo perdendo, Adam?» gli chiesi maliziosa.
Ero sempre stata più brava di lui a questo gioco e lo battevo regolarmente. Lui non mi rispose, mi fece segno di sedermi accanto a se e di prendere un telecomando.
Feci come disse e scelsi il mio personaggio, e non appena lui scelse il percorso iniziammo a giocare. 
«Allora, come va?» gli chiesi, piegandomi leggermente per fare una curva «Tutto bene, tu?» mi rispose lui, sganciando una bomba a quello più avanti di lui «Tutto bene» dissi distrattamente, attenta al gioco. «Comunque» Adam bloccò il gioco e si girò verso di me, sorridendomi. Io lo guardai interrogativa «Secondo me tu e Louis stareste benissimo insieme, non capisco perchè gli hai detto di no» strabuzzai gli occhi «Cosa?» O Louis e mio fratello erano telepatici o le notizie giravano troppo velocemente per i miei gusti «Louis mi ha detto che hai rifiutato la sua proposta di uscire con lui» sbuffai, accovacciandomi sul divano «Si, e allora?» «Dico solo che dovresti dargli una possibilità!» mi alzai di scatto, buttando il telecomando sul cuscino «Perchè dovete tutti dirmi cosa devo o non devo fare con Louis? Saranno anche scelte mie! E se decido di non uscire con lui ci sarà un motivo!» sbraitai, gesticolando nell'aria.
Mi diressi verso le scale per andare in camera mia «Maya!» mi voltai ancora furente verso mio fratello, che mi guardava sornione «Comunque Louis ha la mia benedizione» gli feci il dito medio mandandolo mentalmente a quel paese e salii in camera mia, chiudendomici dentro con un tonfo.
 

 
Haloa bella genteee!
Mi sa che sono un po' in ritardo cwc, però è compensata dal fatto che ho avuto solo UNA recensione all'ultimo capitolo.
Sinceramente ci sono rimasta male, molto male.
Però fa niente, questo capitolo mi sembra anche bello lungo.
Vi chiedo scusa per la parte diciamo romantica e per la fine perchè l'ho scritta adesso e non l'ho riletta, quindi scusate per eventuali errori.
Adesso vado a vedere Glee lol c:
Poi so che non ve ne frega ma sono presa benissimo per delle cose che mi stanno succedendo e domani sarò tipo tutta jhgdjktefwute per una cosa e se questa cosa mi va bene sarò tipo la più felice del mondo, altrimenti se mi andrà male sarà una cosa tristissima e ci starò di merda lol.
Vi ricordo che su twitter sono @niallsmonkey e se mi date i vostri nick vi avviso quando aggiorno c':

Un bacione, allh (:

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***




Capitolo 5
It's hard to take courage 
In a world full of people 
You can lose sight of it all 
And the darkness inside you 
Can make you feel so small

Uscii dalla doccia passandomi l'asciugamano verde scuro prima sulla faccia e poi ripetutamente sui capelli, cercando di asciugarli leggermente prima di dover accendere il phon.
Dopo qualche minuto tirai fuori il phon dal cassetto del bagno e attaccai la presa. Premetti il tasto on che c'era sul bordo e sentii un'aria calda invadere il bagno scolorito.
Ero ancora perplessa sulla proposta di Louis, e nervosa per le assurde cazzate che aveva sparato mio fratello.
Chi aveva dato tutta quella confidenza a Louis, se c'eravamo parlati due volte in croce? E sopratutto, chi gli dava il permesso di venire qui, senza sapere niente di me o della mia vita, a sconvolgermi tutto, i miei piani, i miei pensieri?
Poi c'era Adam. Gli volevo un bene dell'anima, ovvio, ma non c'era una volta che si facesse gli affari suoi, e questa cosa si era ingrandita dal “ritorno” di Louis.
Perchè la mia vita si stava complicando in quel modo?
Un'improvviso sbalzo di corrente mi fece uscire dai miei pensieri contorti, e vidi che la luce sopra di me lampeggiava, come quelle in camera mia e nel corridoio.
Appoggiai il phon al lavandino e andai accanto alla finestra, sporgendomi un po'. No, non di nuovo, non adesso.
Tornai di corsa in bagno, cercando di non scivolare data tutta l'acqua sparsa in bagno. Presi il phon in mano e cliccai varie volte il tasto on senza ricevere risultati.
«Merda» scesi di corsa le scale, ancora in accappatoio, correndo verso la cucina «Mamma, è saltata di nuovo!» le luci continuavano a lampeggiare e mi sembrava di essere in un laboratorio alieno. «Già, tuo fratello è già in strada, vai a vestirti e raggiungilo, almeno gli farai compagnia» strabuzzai gli occhi «Ma hai visto i miei capelli? E se mi prendo una bronchite?» lei fece il giro della cucina e mi mise una mano sulla guancia sinistra «Dai che sono quasi asciutti - disse, prendendo una ciocca con due dita - e poi che sarà mai, al limite torni subito dentro» sbuffai, facendo cenno di si con la testa.
Salii in camera, mi infilai quattro cose alla rinfusa e per sicurezza mi infilai un berretto di lana in testa «Mamma sto uscendo!» urlai, uscendo in mezzo a quella strada gelida. Ma perchè a Doncaster faceva così maledettamente freddo?
Strizzai gli occhi, cercando di trovare mio fratello. Quando lo vidi, gli corsi in contro, stringendolo in un abbraccio, non notando subito chi c'era accanto a lui «Come mai tutto questo affetto sorellina?» «Ho freddo, quindi taci e abbracciami o prometto che se mi ammalo ti starnutisco in faccia appena posso» non se lo fece ripetere due volte, e mi accolse tra le sue braccia e il suo petto, entrambi caldi. Quando acquistai abbastanza calore da potermi staccare da lui, notai quella persona, che avrei preferito non notare «Hey, anche io voglio un abbraccio!» disse Louis con nonchalance, come se il giorno precedente non fosse successo assolutamente nulla, quando però qualcosa era successo.
Non che fosse qualcosa di importante per me, o forse si?
Mi trattenni dalla voglia di tirargli un pugno e lo guardai scocciata «Te lo puoi scordare Tomlinson» subito mio fratello mi lanciò un'occhiataccia di disapprovo, ma non ci feci troppo caso, ero più concentrata a godermi la faccia di Louis che si incupiva un po', ma gli occhi rimanevano vispi e il sorriso smagliante, con quei denti bianchi e perfetti..
«Sentite, che si fa? Non voglio rimanere qui tutto il tempo, e nemmeno tornare da lui!» dissi con furia, indicando con l'indice Louis che sobbalzò leggermente per lo spavento.
«Oh beh, io torno dentro dalle mie sorelle, tanto poi tornerà no? Ci vediamo» lo scrutai entrare in casa sua, sbattendo la porta, e girai lo sguardo verso mio fratello «Non dovevi trattarlo così» alzai le sopracciglia «E cosa avrei dovuto fare? Acconsentire e abbracciarlo? E' già un miracolo se quelle sue fan impazzite non hanno pubblicato le foto di ieri, immagina se qui in giro ci fossero dei, pff che ne so, paparazzi, e ci avessero fatto una foto. Sarei andata nei cazzi io, sarebbe andato nei cazzi lui e non so chi altro! In più, dopo quello che è successo ieri, non avrei mai acconsentito» dissi tutto d'un fiato. «E da quando ti importa così tanto di Louis, dei paparazzi o del fatto che potrebbe andare nei cazzi?» abbassai lo sguardo, sentendo le gote andare in fiamme «Niente, assolutamente niente! - feci una pausa - e adesso torno a casa, ciao Adam» mi girai e senza dire altro mi diressi verso casa, quando andai a sbattere contro qualcosa, o qualcuno. Caddi a terra come un sacco di patate sopra questo qualcuno, strizzai gli occhi cercando di capire chi era e mi spostai una ciocca di capelli dal viso «Ehm, scusa» sussurrai flebilmente «Scusami tu, dolcezza» a quelle parole rabbrividii, capendo immediatamente di chi si trattava quella voce «Louis, che ci fai qui?!» gli urlai addosso, capendo troppo tardi che la vicinanza tra i nostri visi era troppa «Sono venuto a chiedere una cosa ad Adam!» «E stavi andando dal lato sbagliato?» lo sentii sbuffare «Non ci vedo nulla, scusa se non so a memoria dov'era tuo fratello prima!» «Certo Louis, rimane il fatto che sei un..» non ebbi il tempo di finire la frase o di provare ad alzarmi da, ehm, sopra di lui che qualcosa mi costrinse a girarmi.
Vari flash di macchine fotografiche continuavano a lampeggiare e capii che era la fine, che era tutto quello che non volevo che succedesse.
Borbottai qualcosa a Louis, alzandomi di fretta senza badare al ginocchio dolorante e corsi verso casa mia «Maya aspetta, torna qui!» e ignorai totalmente le parole di Louis.
 

 
Heeeello!
Okay, ci ho messo un po' ad aggiornare ma ho avuto un sacco di camini in più mia madre mi continua a ripetere che non passerò mai gli esami quindi boh, sono presa malissimo.
Poi sono malata da tipo quattro giorni e non tocco quasi mai il pc quindi amen, dovrete aspettare un bel po' per gli altri capitoli di questa o delle altre storie.
Che dire? Oggi vi rompo di meno uù
Ho sospeso She'll never know your story like i do e ho iniziato Follow your heart ma credo che non le aggiornerò presto AHAHA
Ah già! Dato che il mio computer è scemo mi ha eliminato tutto, tutto, di questa storia, compresi nuovi capitoli e scalette, quindi bom, non sperate in qualcosa di grandioso uù
Bene, vado, stasera TRL c':

Su twitter sono @niallsmonkey

Un bacione, allh (:

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***




Capitolo 6

Misscomunications lead to fall out:
so many things that I wish you knew,
so many walls that I can’t break trough.
 

«Maya c'è qualcuno per te!» mugugnai qualcosa, buttandomi un cuscino in faccia «Mayaa!» urlò di nuovo mia madre dal piano di sotto. Mi rassegnai all'idea di dovermi alzare dal letto e mi alzai a fatica, prendendo la sveglia che avevo sul comodino e avvicinandola per riuscire a capire che ore erano «Le tre e mezza?!» urlai sobbalzando e correndo in bagno.

Mi sciacquai velocemente la faccia e mi infilai l'accappatoio, tanto per non farmi vedere in pigiama da tutta l'umanità ed essere umiliata per la seconda volta nel giro di poche ore. Perché si, essere fotografata distesa per terra su Louis Tomlinson per alcuni potrebbe non essere niente, ma per me potrebbe essere anche troppo. Così troppo che avrei potuto iniziare a essere presa a pomodori in faccia - o peggio, insulti - dalle sue amate fan per niente pazze fissate o sclerotiche.

Scesi goffamente le scale, facendo un cenno con la mano in segno di saluto a mio fratello che stava disteso sul divano ancora intento a provare a battere Super Mario alla Wii e mi diressi verso la porta, aprendola senza entusiasmo.

Se avessi avuto dell'acqua, in quel momento l'avrei sputata.

Louis William Tomlinson, quel pallone gonfiato alias “rock star” alias mio vicino di casa alias il cretino che mi ha chiesto di uscire, era davanti a me, sulla soglia della mia porta di casa.

«Mio fratello sta giocando alla Wii, è sul divano, ti consiglio di lasciarlo vincere» dissi acidamente, indicandogli Adam ancora sdraiato sul divano. Feci per tornare in camera mia a vestirmi, quando lui mi afferrò per un braccio, facendomi voltare «Non sono venuto per Adam, Maya..» «Ah no? Strano» gli dissi sarcastica. «Ero venuto per te, per..parlare» inarcai le sopracciglia «Parlare? Parlare di che? Oh, vediamo, magari del fatto che grazie a te probabilmente riceverò insulti su insulti o peggio?» lui sbuffò, mettendosi a posto il ciuffo di capelli castani «Si parlare di quello, volevo anche scusarmi e dirti altre cose, ma vedo che come al solito non vuoi parlarmi quindi si, andrò da tuo fratello, almeno la sua chioma rossa mi da' retta!» sbottò, passandomi accanto e andando a sedersi accanto ad Adam, che dopo averlo salutato mi lanciò una delle sue solite occhiatacce alla 'devi essere più buona con Louis'.

Lo mandai mentalmente sotto un tir. Anzi no, sarebbe troppo, sotto una bicicletta guidata da un castoro obeso.

Salii le scale e mi andai a preparare, tanto per scendere e concedermi almeno un toast.

Passai velocemente il salotto ed entrai in cucina, buttandomi sul frigorifero e tirandone fuori del prosciutto e del formaggio. Presi anche del pane, e mi sedetti iniziando a spalmare il formaggio sui due lati del pane, poi ci infilai in mezzo del prosciutto e addentai con forza. Era venuto pure abbastanza buono.

«Maya, c'è qualcuno per te!» 

Ancora? Mi alzai confusa, raggiungendo la porta e liquidando Louis. Quando la aprii Fae mi saltò addosso.

«Tu sei cosciente di chi è seduto sul tuo divano vero?» era a dir poco elettrizzata mentre io ero solo inorridita «Si, ne sono cosciente, ma tu non lo sembri molto. Vuoi andare a parlarci?» degli urletti isterici e qualche saltello mi fecero intendere di si.

La presi per mano e la portai davanti al divano dove stavano seduti a Adam e Louis, a parlare di qualche stupido incontro di calcio o cagate simili.

Fae stava letteralmente impazzendo ad essere così vicina ad uno dei One Direction, me lo sentivo, sarebbe esplosa, o peggio le sarebbero esplose le ovaie.

«Louis, lei è Fae, la mia migliore amica e una vostra grande fan» lui guardò prima me e poi lei, dopodiché mi sorrise sornione e si alzò in piedi, stringendole la mano dolcemente «Piacere Fae, credo tu sappia già come mi chiamo» si voltò leggermente tanto per vedermi uscire dai gangheri e continuò a parlare con quella che doveva essere la mia migliore amica ma che evidentemente era troppo interessata a sbavare dietro a Louis per considerarmi.

Sbuffai insistentemente, cercando di farmi notare ma ovviamente Fae era immersa in una conversazione con Louis e Louis cercava di farmi uscire dai gangheri intrattenendola e sorridendole come se all'improvviso avesse chiesto a lei di uscire, non a me.

Battei il piede a terra con forza, così tanto forte che Adam dovette alzarsi e venirmi a stringere, per poi portarmi in camera sua.

«Che succede sorellina? Gelosa?» gesticolai nervosamente «Gelosa? Io? Di chi? Di Louis e Fae? Ma ti pare?» e scoppiai in una risata isterica.

«Peccato, Maya, che io sia tuo fratello e ti conosca meglio di chiunque altro, anche meglio della tua migliore amica» 

«Non la nominare! Quella traditrice è giù che sta parlando con Louis come se fosse il suo futuro principe ma lei forse non ha ancora capito che lui ha chiesto a me di uscire, non a lei» sbottai, sdraiandomi sul suo letto e risistemandomi i capelli in una coda malfatta.

«Ma tu hai rifiutato, quindi lei ha tutto il diritto di parlarci e scherzarci e lui pure» «Si, ma non è questo il punto» Adam fece il giro del letto, sedendosi accanto a me «Quale sarebbe il punto allora, sorellina?» sbuffai nervosamente, chiudendo gli occhi «Io..non lo so» mio fratello mi accarezzò la testa, coccolandomi quasi fossi un gatto «Secondo me sei solo gelosa, Maya. Vai giù e fai vedere a Fae che Louis ha chiesto a te di uscire, fai qualcosa insomma» annuii leggermente, decidendo che forse sarebbe stata la cosa più giusta da fare.

Mi lasciai ancora un po' coccolare da mio fratello, prima di alzarmi e scendere le scale, entrando velocemente in salotto. Notai con mia grande gioia che apparentemente non era successo nulla di che, a meno che non si fossero allegramente sbaciucchiati nella mia assenza sembrava tutto come io e Adam l'avevamo lasciato.

Mi posizionai davanti a loro «Louis, dobbiamo parlare» Fae mi fulminò con lo sguardo, mentre Louis alzò le sopracciglia, sorridendo «E di cosa dovremmo parlare, Maya?» mi trattenni dalla voglia di urlargli addosso e prenderlo a calci e strinsi i pugni «Sai benissimo di cosa» mi sorrise ancora, alzandosi e scusandosi con Fae prima di seguirmi su per le scale. Se non avesse smesso di essere così leccapiedi e sornione avrei potuto diventare pazza.

Arrivammo in camera mia, e mi sedetti sulla sedia della mia scrivania, mentre lui si sdraiò tranquillamente sul mio letto «Allora, di cosa dobbiamo parlare?» ticchettai nervosamente con una matita sulla mia scrivania «Di cosa dovremmo parlare, secondo te? Lo sai Louis!» lui scrollò le spalle «Sarò stupido io, ma non ne ho la minima idea, ti giuro» mi voltai verso di lui, furente «Del fatto che stai illudendo Fae. Tu non hai idea di cosa voglia dire per lei parlare con uno dei One Direction e tu stai lì a pavoneggiarti con lei facendole gli occhioni dolci e illudendola che potrebbe esserci qualcosa tra voi, e non voglio che soffra visto che è la mia migliore amica» lui si alzò a sedere, guardandomi e soffocando una piccola risatina.

«Chi ti dice che io la stia illudendo? Chi ti dice che io non voglia uscire con lei?» 

No eh, aveva superato il limite. Spezzai del tutto la matita, alzandomi in piedi «Perché avevi chiesto a me di uscire, un paio di giorni fa, e okay che le star sono tutte strane ma non credevo che cambiaste gusti in meno di una settimana!» Louis si alzò in piedi, avvicinandosi notevolmente a me «Sei gelosa?» sbuffai «Gelosa? Io? Perché credete tutti a questa storia? Io non sono gelosa!» urlai, rimanendo senza fiato «Si che sei gelosa, ma non lo vuoi ammettere» fece un ulteriore passo verso di me, incrociai le braccia al petto «Cosa vuoi ancora?» si avvicinò ulteriormente, lasciandomi un veloce bacio sulle labbra.

«Ma sei impazzito Louis?» dissi, spingendolo fuori dalla mia camera «Vai via, ti prego».

Lo vidi scendere dalle scale, afferrando la giacca e salutando velocemente sia Fae sia Adam, poi si voltò leggermente verso di me, sorridendomi. Non ricambiai subito il sorriso, ma lui uscii ugualmente sorridendo da casa mia.
 


 

Heeeeeeeello!
Allora, non avevo per niente immaginato questo capitolo così, soprattutto la storia della 'litigata' e del bacio finale, spero non mi odiate D:
Quello che avevo in mente per questo capitolo lo metterò in atto nel prossimo lol.
Pooooi, un po' di notizie. La ff che avevo appena iniziato l'ho cancellato perchè mi sono resa conto che non aveva ne capo ne coda ma non preoccupatevi, sto già lavorando a una nuova storia su Liam che non credo vi deluderà e quindi, prossimamente su questi spalti (?) una mia nuova storia dove ci metterò cuore e animaaa! yoyo.
Chiedo scusa se questo capitolo magari è un po' corto ma sono presissima perchè sono ancora malata lol e ho gli esami quindi mi devo mettere sotto per studiare AHAHAHA.
Poi mi è successa una cosa ieri sera che boh hsgdkewgdkjywegfkyehferf sono la più felice del mondo vi giuro jhkdfgykuguygasusf potrei saltare di gioia ancora adesso dhgufyeguydehru vi giuro, sono così felice :')
Vabè non vi annoio coi miei problemi e vi dico solo che per chi seguiva l'altra ff (quella nuova che ho eliminato lol) che io ero Faye, si la ritardataria con 36548964545 complessi che va dietro a un ragazzo da mo' :') trollolol.
Ricordo che su twitter sono @niallsmonkey

Siete meravigliose :') bacioni, allh (:

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