Genei Ryodan and the cakes shop

di Red_Harmonie
(/viewuser.php?uid=191032)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo- ***
Capitolo 2: *** LeenaxRagnoxSistemazione ***
Capitolo 3: *** ColazioneXRisveglioXDecisioni ***



Capitolo 1
*** Prologo- ***


Genei Ryodan and the cakes shop.

La maggior tentazione della vita è

confondere i sogni con la realtà.”

 

 

 

Prologo-

 

Devo sbrigarmi o non arriverò in tempo”

Ormai lo pensavo da due ore, si, due lunghissime ore. Guardavo fuori dal finestrino con insistenza come a voler portare indietro il tempo, così da evitare quel madornale ritardo di quella fresca mattinata primaverile. Il bus era stato bloccato nel traffico da più di un ora e solo per arrivare a destinazione ce ne volevano due ed io avevo solo mezz'ora per evitare il ritardo, che oramai era più che scontato. Era il ventisette maggio, una domenica molto assolata ma anche molto piacevole, poiché si sentiva uno strano vento freddo che unito ai raggi del sole cocente procurava una sensazione di stabilità e pace interiore – per chi ne avesse alle sei e mezza di mattina, ovvio. Penso che sia necessario che mi presenti, però. Io sono Chantal, ragazza Italiana che da sempre vive in balia di una madre troppo occupata per seguirla ed un padre troppo apprensivo anche solo per viverci insieme. Ho i capelli lunghi fino alle spalle di natura ricci, ma sempre piastrati e legati in due codini bassi. Sono color dell'oro, con dei colpi di sole più chiari, mentre preferirei tralasciare il colore dei miei occhi. Si possono possedere due palle blu che, a seconda di come va il tempo, cambiano?! Non mi pare normale. Ora, dopo questa breve e strana presentazione tornerei a narrare la storia, che vi assicuro non sarà molto meglio.

Quella mattina, come sempre, stavo andando a lavoro. Nonostante avessi solo quindici anni i miei nonni avevano deciso, senza avvisarmi, che avrei iniziato da subito a prendere le redini dell'azienda di famiglia, il sabato e la domenica, mentre durante la settimana avrei studiato come tutte le ragazza della mia età – la cui maggioranza non faceva davvero nulla, ma sorvoliamo. Avevo accettato l'idea per due semplicissimi motivi: Il primo era che anche una mia cara amica doveva lavorare lì ed il secondo che quello che facevo mi piaceva.

D'un tratto il bus si fermò, costatai solo pochi secondi prima che le porte si chiusero che la fermata era la mia e subito mi catapultai fuori. Mi sbalordì nel notare come il tempo fosse passato in fretta, mentre mi ero persa nei meandri dei miei pensieri. Lasciai comunque quella questione alle spalle e mi girai in direzione di una stradina piccola e decorata. Iniziai a correre, conoscevo a memoria quelle zone e subito arrivai al negozio.

 

Sweet Dreams”

 

La grande insegna rosa -colore molto odiato, oltretutto- sovrastava quasi tutta la facciata superiore del piccolo edificio. Senza esitazione entrai e subito mi accorsi di Leena, la mia migliore amica prima citata.

-Pss, Leena!- la chiamai nascondendomi in un angolino- vieni qui!

-Ehy, Chanty!- Mi rispose lei con fare premuroso- Finalmente sei arrivata!

-Si, non urlare però... lei è già dentro?

Leena mi guardò con occhi complici e sorrise sbuffando.

-No, sei sempre la solita. Sbrigati a sistemarti altrimenti....

-Si vado. Grazie.

Mi diressi verso la porta del retro del negozio-ristorante e presi dalla borsa la mia divisa. La mattina lavoravo come cameriera e il tardo pomeriggio come cuoca. Facevo torte, di ogni tipo, nuziali, per compleanni, occasioni particolari... tutto!

Proprio mentre aprivo la porta del bagno una voce a me famigliare -purtroppo- mi bloccò all'istante.

-Chantal, ben arrivata. Vedo che il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Mi girai di scatto consapevole di essere in un mare di guai. Davanti a me vi era la figura alta e snella di una donna, piuttosto anziana, portava un paio di occhiali lilla con delle scritte nere, i capelli erano legati in una piccola cipolletta tirata e perfetta, mente il trucco era esageratamente col oro e stonava con gli occhi neri come la notte che la donna nascondeva sotto una folta frangetta.

-N...nonna.

La chiamai io balbettando incapace di dire altro -avrei peggiorato le cose, sicuramente. Lei mi guardò con occhio severo, poi si girò di scatto dall'altro lato, quasi indignata.

-Voglio proprio sapere come farai a mandare avanti il negozio, tuo nonno deve proprio essere impazzito, sei davvero ancora una ragazzina, non hai i...

Smisi di ascoltarla. Era sempre la stessa storia, non avevo davvero voglia di sorbirmela ancora una volta. Rimasi a fissare il pavimento, con aria assorta, quasi quelle mattonelle fossero state più interessanti del luuuungo discorso di nonna Eveline.

-Chantal? Mi stai ascoltando?! Ma in che mondo vivi te?

-S...scusa nonna, forse ti sono sembrata assente, ma ti stavo seguendo alla perfezione...

-Bene, allora sai che cosa farai oggi dopo il lavoro, buona fortuna mia cara.

-G..grazie...?

Non avevo ascoltato cosa mi aveva dato come punizione e come se non bastasse non potevo neanche chiederglielo -sarebbe stato contraddittorio. La lasciai andare via e mi sedetti vicino alla mia borsa viola, iniziando a pensare a come poter uscire da quella situazione.

-Ohi, guarda che ti ha detto di restare anche dopo le nove, nulla di che!

La voce di Leena mi attirò come una calamita è attirata dal ferro. Saltai in piedi.

-COSA? Ma se il negozio chiude a quell'ora?!

Leena mi guardò alzando un sopracciglio.

-No, scusa, ma non dirmi che non hai ascoltato!

-Ehm....

-Sei terribile! Ti ha detto di anticipare la consegna della torta dei Torvelli e di preparare quella per il matrimonio dei Teres, sai quella con quattro strati e cinquemila fiorellini...

Sbiancai.

-Addirittura? Sono fottuta.

Leena mi appoggiò una mano sulla spalla.

-Ce la farai, in qualche modo. Ora muoviti che non c'è tempo da perdere!

-Sisi... la fai facile tu....

Emisi un sonoro sbuffo di contraddizione e mi rintanai di malavoglia nel bagno, dove iniziai a cambiarmi.

 

////

 

Il locale era quasi vuoto, Leena stava pulendo gli ultimi tavoli mentre io, da un bel po', mi ero tolta la divisa da cameriera -che oltretutto era quasi oscena- e mi ero messa davanti ai fornelli cercando disperatamente di anticipare il lavoro di punizione che mi era stato affidato.

-Mammamiaaaa!

Ringhiai poggiando – sbattendo- la testa sul bancone avorio, pulito e lucidato.

-Cattivo umore eh?

-lasciami stare!

-Chanty....

Leena mi si avvicinò poggiandomi una mano sulla spalla. Io tirai su il viso incavolato e iniziai a fissarla in malo modo.

-Non fare così!

Mi pregò, quasi, lei.

-E come dovrei fare scusa?-le chiesi retorica mente sbuffavo per la centoventunesima volta in un ora- sono in mezzo ad un guaio! Non sarò mai capace di fare una torta di quelle dimensioni!

Leena scoppiò a ridere tenendosi la pancia.

-Se sei messa così male, che dici, potrei aiutarti io....

-Davvero?

-Si, per una volta non penso che succederà qualcosa se non torno a casa e poi.... l'ho portato.

Scattai in piedi alzando il collo – che emise un “crac” di disapprovazione per quel movimento- e spalancando gli occhi, quella sera di colore blu scuro.

-E quando hai intenzione di dirmelo scusa?

-Dentro la borsa, corri che scappa!

Mi canzonò lei prendendomi in giro. Gli feci la linguaccia e corsi in direzione del borsone verde.

Mi misi a rovistare e tirai fuori un piccolo fumetto con sopra una scritta chiaramente riconoscibile.

HunterXHunter”

Sorrisi e scoppiai dalla gioia, tanto che gli saltai praticamente tra le braccia.

-SIIIII! GRAZIE!

-Ok, ok basta! Dai andiamo ad iniziare il lavoro, poi lo leggeremo insieme.

Posai al sicuro il libricino e sorrisi: un motivo per finire tutto in tempo.

Era davvero tanto che desideravo leggere quel numero. Leena, anche se non sembrava, era un otaku, una dei peggior otaku in tutto il mondo, in senso buono, ovviamente. Sapeva ogni singola cosa di quel manga, ogni particolare era suo. Essendo la sua migliore amica sapevo di questo e subito, quando me ne aveva parlato, mi ero incuriosita. Purtroppo i miei genitori erano -e sono- molto contrari, non volevano assolutamente che io leggessi cose così “poco istruttive” e “violente”, sopratutto se mio fratello più piccolo poteva venire a sapere della loro esistenza. Ora, tralasciando il problema “piattola piccola e frignosa” -dicesi anche “fratello minore”- io non vedevo nulla di così orrendamente orrendo in HXH. Proprio nulla. Così, di nascosto, Leena mi portava i suoi numeri per farmeli leggere: un' amica d'oro.

 

////

 

La torta era a metà, non avevo neanche iniziato a completare l'impasto e già era notte fonda. Mia nonna era davvero una donna perfida, infame!

-Allora?

-Mi fa male la testa.

Leena mi si avvicinò facendomi mettere seduta. Restai con gli occhi chiusi per un po' e poi li riaprì trovandomi davanti il numero di HXH. Mi girai verso Leena, interrogativa.

-Dai leggiamo un po' così ti ricarichi e finiamo prima!

Annuì con la testa, non volevo proprio rifiutare!

Iniziammo così a leggere, finché non successe una cosa molto strana: ci addormentammo. Improvvisamente tutta la stanchezza del giorno ci era piombata sopra come un macigno, come una pietra che rotola giù da una montagna per poi atterrare fracassando tutto ciò che trova.

Morfeo non ebbe pietà di noi, non riuscimmo a resistere: non sognammo nulla.

Strano.

 

///

 

Dei forti rumori mi svegliarono. Aprì lentamente gli occhi, credendo di essermi solo appisolata per un po'. Mi si ben a fuco ciò che mi era davanti, non rendendomi conto di quel che stavo osservano. Duo occhi. Due grandi, verdi, bellissimi occhi. Saltai all'indietro, paventata, rischiando di cadere dalla sedia. Non urlai, ma rimasi zitta.

-C...che diamine?!

Davanti a me vi era un ragazzo alto, con dei capelli corti e di un biondo scuro molto strano, aveva il corpo muscoloso, ma non troppo e non sembrava essere tanto più grande di me. I suoi abiti erano particolari: li riconobbi subito. Non poteva essere come pensavo. Non poteva essere davvero lui, un personaggio di un manga!

-Ciao. Tu sicuramente sai dove siamo, immagino.

Il mio cuore perse un battito. Mi guardai in torno. C'erano tutti. Tutti di componenti della brigata, senza nessuno escluso. Rimasi ferma a guardarli. Poi scattai sulla sedia facendola cadere all'indietro con un forte fracasso.

-COSA? m...mi stai prendendo in giro vero? No, scusa dimmi il tuo nome, cortesemente.

Lui mi guardò interrogativo.

-Shalnark.

......

-Tutto ben...

-O PORCA MISERIA.

Non ci credevo e non volevo crederci eppure loro erano davvero lì davanti a me.

 

TO BE CONTINUED.....

 

 

Salve a tutti! Ecco il prologo di questa nuova storia! Non so come mi è venuto in mente, ma spero comunque che piaccia perché personalmente amo la brigata e dovevo per forza scrivere qualcosa su di loro :3 Beh, che altro dire? Aspetto con ansia un vostro parere.... Al prossimo cap!

 

R_H

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** LeenaxRagnoxSistemazione ***


Cap 1:Leena X Ragno X Sistemazione-

 

Mi guardai intorno. Iniziai ad osservare tutto, mettendo ben a fuoco i miei obbiettivi. Spostai lo sguardo da Kortopi, posta accanto a me, a Shalnark che mi era dinanzi. Notai la figura alta e possente di Franklin, quella piccola e ben formata di Shizuko ed ancora quella elegante e femminile di Machi. Mi soffermai in particolar modo su Hisoka, che notai esser più bello dal vivo che attraverso uno schermo oppure su gli occhi affusolati e molto freddi di Feitan che sembrava totalmente estraneo alla situazione. Mi spostai piano notando Bonolenov e Nobunaga posti accanto al bancone delle torte, alla mia sinistra, mentre dietro di me – me ne accorsi quasi per sbaglio- vi era Phinks che sembrava quasi voler impedir la mia fuga.

Io, però, non avevo nessuna intenzione di scappare. Anzi.

Mantenni una calma che forse, realizzai, non era da me ed iniziai a formulare ipotesi su quel che stava succedendo. Purtroppo mi resi subito conto della situazione: non li avevo tutti davanti a me. Mancavano Quoll, Ubor e Pakunoda. Proprio come nel fumetto originale. Ripensando proprio a quest'ultimo una strana sensazione mi attraversò ogni singola parte del corpo.

Possibile che sia successo qualcosa...?”

Scattai in avanti sotto lo sguardo interrogativo e curioso di tutti. Presi il fumetto sul quale mi ero addormentata ed iniziai a sfogliarlo.

-Non è possibile...

Era bianco. Le figure, le vignette e situazioni... non c'era più nulla. Per una attimo mi spaventai, una strana sensazione di timore mi cadde addosso andandosi a sommare a quella precedente. Tutti i personaggi principali non c'erano. Mi appoggiai al bancone e lasciai che Shalnark prendesse il volume dalle mie mani.

-Hunter x Hunter? Cosa diamine è? Strano...

Tutti si avvicinarono al fumetto, iniziando a guardarlo. Erano curiosi e così finirono per aprirlo in malo modo, rischiando di strappare una pagina.

-NO!

Scattai, presi il volume e mi tirai indietro.

-Ehy, che ti prende- mi domandò Phinks piccato.

-Basta, ok? C...cosa diamine volete? Perchè siete qui?

Iniziai a biascicare, nervosa.

-Speravamo ce lo dicessi tu. - mi ripose Franklin in tono rassegnato.

-No.

Poi, d'un tratto, mi resi conto di una cosa. Leena si era svegliata. E ci guardava. In silenzio.Questo era davvero un problema.

-C...cosa? C..che diamine succede?

-Ah, se neanche voi sapete chi siamo la cosa si comp...

-La Geney Ryodan.

Leena lo interruppe. Tutti la guardarono.

Oh, no, ecco ci mancava solo questa”

-Non so voi ma io non ci sto capendo nulla.

Esclamò ad un certo punto Shizuko. Io annuì e sospirai, dovevo tirare fuori un'ipotesi o comunque dovevo inventarmi qualcosa.

-Ok, forse so cosa è successo.

Sentì i loro sguardi -tranne quello di Leena che era andata letteralmente in adorazione, con tanto di bava alla bocca e fiorellini rosa che volavano qua e la- posarsi su di me. Un po' in soggezione iniziai a parlare.

-F..forse siete stati portai qui da qualche cosa, magia o avvenimento strano.... siete in un mondo... “parallelo” che non è il vostro e che di solito non fa accadere queste cose. Di solito, ovvio.

Si, questa era la sola spiegazione: non ci credevo per nulla, però era solo per allentare la tensione che si era formata. Una possibile ipotesi era che fossimo tutti in un sogno, forse bello o forse brutto. Però in quel caso, sarebbe potuto essere tutto così reale?

-Ed ora?

Chiese in modo atono Feitan infondo al gruppo.

-Non so, non siamo state noi a volervi qui. Non ho idea.

Leena si risvegliò, mi prese per una mano e sorridendo al gruppo disse “un attimo” e poi mi trascinò via senza che potessi far nulla. Mi chiuse in bagno e girò la chiave nella serratura per ben tre volte.

-Leena?!

Mi prese per le spalle guardandomi negli occhi.

-Chantal! Ti rendi conto? No, dico, ti rendi conto?! Sono loro! La brigata! Davanti a noI!

Mi scuoteva avanti e indietro con un ritmo molto veloce, mi stava venendo mal di testa.

-Ohi, frena, non penso sia una cosa molto positi...

-KIAAA! Non possiamo lasciarli andare in giro, che gioia saranno per sempre qui!

In quel momento mi resi conto che comunque quel fatto non era solo una cosa totalmente brutta, o negativa. Potevamo anche trasformare la situazione a nostro favore...

Chantal non pensare cavolate, non si può fare!”

-Leena, scusa tesoro, ma come facciamo a tenerli qui?

Le chiesi molto curiosa di sentire come mi avrebbe messo sicuramente nei guai- è tremendamente brava a farlo, di solito.

-Io non intendevo in pasticceria, ma a casa tua.

-Mia? Ma dico ti sei fumata il cervello?

-Chanty.... di' a tuo padre che sono miei amici o parenti che però non posso ospitare! Tanto è felice di vedere che porti degli amici! E tua madre neanche c'è quindi pu...

-NO! Ok? Non si può fare. Stiamo parlando di assassini, Leena!

Lei si fermò, come piccata, guardandomi in malo modo e fulminandomi con lo sguardo.

-E tu non vorresti neanche provare?

Mi chiese piano, con sguardo duro e severo, nonché freddo e quasi... cattivo.

-I...io... Leena per piacere ora non iniziare...

-Sei una vigliacca.

Mi fermai per un secondo, intorno a noi il silenzio. Leena era arrabbiata e di solito non lo è mai. Mi lanciò un occhiata ed aprì la porta con una velocità pazzesca. Tutta la brigata rimase a fissarla mentre preparava la borsa per non si sa quale scopo. Mi sentì un mostro, non sapevo perché, però sentivo di esser stata davvero cattiva nei confronti di tutta quella gente. Però lei non doveva azzardarsi...

-Leena? Mi ripeti quel che hai detto?

-Vigliacca.

Rispose lei in modo fermo e calcolatore.

-Lo sai benissimo anche tu che non è vero!

-Non è vero? E allora? Cosa vuoi fare ? Li lasciamo in città? Sai cosa succederebbe? E questo solo perché hai paura di avvicinarti troppo!

Notai intorno a noi le facce stupite e curiose dei membri che seguivano il dibattito come se fossero in un cinema.

-Io non ho paura! Tu non ti rendi conto della situazione! Come faccio a portarli a casa...? Mio padre mi ucciderà, io non ho dei genitori come i tuoi sai?!

Leena si fermò, mi guardò e poggiò una mano sul bancone, alzando un sopracciglio.

-Io, non li ospito solo perché in questo periodo c'è Maya e TU lo sai.

Era atona, fredda. Non riuscivo a riconoscerla.

-Mi dispiace, ma non posso davvero ospitarli.

Le ribadì, con convinzione.

-E allora rimarranno liberi in città.

La guardai negli occhi, poi guardai la brigata. Mi sentivo in colpa, non volevo che mio padre mi sgridasse, ma non volevo neanche che vagassero per la città.

Non posso credere a ciò che sto per dire...lo so me ne pentirò!”

-Ok, va bene, però quando sarà andata via Maya li ospiterai tu.

Leena si illuminò. Le sue labbra si allargarono in un grande, candido e bel sorriso furbo e compiaciuto. Corse verso di me mi abbracciò e tutto d'un tratto ritornò com'era sempre stata: la ragazzina più gioiosa di questo mondo. Il problema era solo uno, il mio. Dove avrei sistemato tutta quella gente?

 

//////

 

 

Aprì la porta di casa, sospirando pesantemente. Mio padre sicuramente dormiva, erano le quattro di notte. Mi sentivo stanca ed avvilita nonché molto inquieta. Non avevo finito la torta, avevo dei personaggi che di fatto non dovrebbero esistere alle mie spalle e per di più l'indomani avrei dovuto affrontare una giornata di scuola. Entrai piano e lanciai la borsa su una sedia del soggiorno. La mia casa non era grandissima, ma poiché eravamo originariamente in cinque , qualche letto in più c'era. I miei genitori non erano separati – anche se non li si poteva vedere un attimo insieme- però spesso io restavo con mio padre perché mamma si fermava a lavoro. Mio fratello Emanuele era invece molto più attaccato alla mamma e soffriva la sua mancanza, ci dimostrava questo “disaggio” con scherzi ed urli a tutte le ore del giorno. Miguel era invece il secondo fratello molto più grande di noi che se ne era andato via da casa un bel po' di tempo fa.... non lo vedevamo da tre anni ormai.

-Forza entrate, ma non fate rumore....

Il gruppo entrò in casa, ma neanche a farlo apposta Franklin sbatté la testa sulla doppia trave della porta, procurando un suono sordo. Si lamentò con un gemito e sentì chiaramente la voce di Emanuele dal piano di sopra che chiedeva a papà che cos'era stato. Fortunatamente mio padre rispose un “niente” molto tirato e sopratutto assonnato. Ci domandavamo spesso che cosa sarebbe successo se dei ladri fossero entrati in casa ed ora confermavo il mio pensiero: Di mio padre non ci si poteva assolutamente fidare. Io sospirai. Sarei sicuramente andata in depressione.

-Scusami, ma dove dovremmo dormire noi?

-Non lo so Shalnark, non ne ho idea, ora devo vedere....

-Tsz, non credo che entreremo tutti in una bettola così piccola....

Phinks sbuffò osservando ogni centimetro di ogni mobile con attenzione e forse disprezzo.

-Se non ti piace puoi sempre dormire fuori, chissà, forse riesci a fare amicizia con i cani....

Risposi seccata ed iniziai a salire al piano di sopra.

-Che cosa hai detto?! Ripetilo, vediamo se ritroverai ancora la lingua nella bocca!

-Di sicuro non arriverai a toccarmi, stupido come sei...

-Tsz, ragazzina, non ti permettere!

-Phinks, piantala e fai silenzio.

Feitan lo ammonì ed io feci finta di nulla.

-Non finisce qui.

Mormorò lui con disprezzo ed io non risposi, ma come si dice?

Chi poco parla dice tanto.

Mi fermai sulle scale e mi girai verso di loro.

-Ok, facciamo così: Machi e Shizuku dormiranno nella stanza di mio fratello Miguel. Phinks, Bonolenov ed Hisoka nella stanza di Emanuele, che a quanto pare dorme con mio padre oggi, mentre Franklin dormirà in soffitta perché ho solo una brandina. Chi resta?

I membri si guardarono, alcuni forse un po' infastiditi.

-Mancano Feitan, Kortopi, Nobunaga ed io.

Mi riferì Shalnark. Io sorrisi e pensai a come e dove metterli.

-Beh, tu e Nobunaga dormirete qui sul divano che ha un letto giusto giusto per due. Poi.... Kortopi e Feitan dormiranno con me, forse se ci stringiamo in tre possiamo farcela.... e poi Kortopi è piccola, no?

Nessuna risposta, lo presi per un si e scesi dalle scale.

-Nobunaga aiutami a tirare su il letto.

-Mh, e come faccio?

-Prendi l'angolo della rete e tiralo, io tolgo i cuscini.

Nobunaga sciolse il materasso del divano che mio padre aveva insaccato dentro insieme a tutte le coperte. Inutile dire che rimase molto sorpreso e che... cadde all'indietro. Aveva messo troppa forza... emisi un risolino sommesso. Sistemai in un secondo il letto e mi fiondai sulle scale.

-Buona notte. Forza venite con me voi altri.

-Sei sicura che vada bene?

-Si, Machi deve andar bene per forza.

In fine li sistemai tutti e mi diressi con Feitan e Kortopi verso la mia stanza. Non volevo che qualcuno ci entrasse, tantomeno loro, ma chi poteva immaginare che sarebbe successo?

 

 

TO BE CONTINUED.....

 

 

Salve a tutti ^^

Sono felice che a qualcheduno questa Fic. Piaccia! *_* Spero che anche questo capitolo non sia male anche se ancora non succede nulla... sono dei capitoli introduttivi e forse, non so, lo sarà anche il prossimo dopodiché inizierà la vera storia. A presto !

Grazie mille a chi segue/recensisce e legge!

 

R_H

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** ColazioneXRisveglioXDecisioni ***


 

Capitolo 2: Colazione X Risveglio X Decisioni.

 

 

Infernale. Infernale era l'aggettivo adatto per quella notte. Era stata una vera e propria tortura. Ogni singolo minuto mi svegliavo in preda al panico. Nessuno, neanche mio fratello, aveva mai messo piede nella mia camera. Ed in quel momento, quella notte, la stavo dividendo con un essere che sembrava figlio di Samara, in “The Ring” ed un assassino crudele e spietato. Fortunatamente ero riuscita a farli dormire tutti, ma io non avevo chiuso un occhio. Verso le sette decisi di scendere a preparare la colazione, poiché di restare a letto non se ne parlava. Sentivo l'irrefrenabile impulso di chiamare Leena e dirgliene proprio quattro, ma poi fui costretta a reprimerlo. Piano mi alzai da sotto le coperte. L'unica cosa buona di quella situazione era che entrambi erano piccoli ed io non ero molto stretta, ma avrei comunque preferito dormire per strada. Mi mossi piano, spostando le lenzuola e scendendo dal letto. Mi diressi verso la porta per uscire ma dovetti fermarmi davanti allo specchio.

Cavolo, che capelli ragazzi, sono orribile!”

Erano molto più annodati e scapigliati del solito ed io, che già non li sopportavo quando stavano buoni, non potei lasciarli così. Li pettinai velocemente, attenta a non fare rumore e poi iniziai a cercare un fermaglio, il mio fermaglio.

-Cavolo, devo averlo perso...

Credevo di averlo solo pensato, davvero. Sentivo i nervi a fior di pelle, sarei esplosa.

-Cercavi questo?

Per lo spavento sussultai, girandomi di scatto. Feitan si era alzato ed aveva il mio mollettone stretto tra le dita. Quel tipo mi metteva inquietudine. Avevano dormito tutti con i propri vestiti, compresa io, perché non avevo nient'altro da dargli, ma quel tizio... era davvero, davvero, inquietante.

-I...io... si, grazie.

Me lo lanciò da lì, senza muovere un muscolo. Per evitare che il silenzio calasse nella stanza, più di quanto non ce ne fosse già, decisi di invitarlo a fare colazione.

-Senti, io scendo a fare colazione, perché non vieni con me?

-Mh.

Annuì quasi impercettibilmente, tanto che ipotizzai di avermelo sognato. Senza dire nulla aprì la porta e scesi. Con il suo sguardo che mi trapassava da parte a parte.

Appena arrivata al piano terra trovai anche Nobunaga e Shalnark in piedi. Sorrisi, almeno non sarei stata da sola con quello li.

-Ehy.

-Buon giorno.

Sempre sorridendo mi diressi in cucina facendogli segno di seguirmi. Li feci accomodare e subito dopo arrivarono anche Machi, kortopi e Shizuko.

-Buon giorno.

-Ciao.

Servì loro velocemente la colazione, per quel che potessi fare, visto che non eravamo di certo attrezzati per ospitare tante persone.

-Questa casa è molto più accogliente di quanto non sembri.

Costatò d'un tratto Machi.

-Mh, si. Ma... posso domandarti una cosa?

Mi si rivolse Shizuko, un po' atona, ma curiosa.

-Si, dimmi pure.

-Tua madre dov'è?

-M...mia madre? Lei è a lavoro. Torna di rado.

Sembrò un po' delusa da quella risposta, ma cosa voleva che dicessi? Di certo non avevo una storia tragica sulle spalle. D'un tratto una voce mi fece ghiacciare il sangue nelle vene.

-Buon giorno sorella....

-Emanuele.

Sorrisi imbarazzata io, vedendo mio fratello, già pronto e profumato, entrare dalla porta della cucina con in mano il suo adorato Scorado, un orsacchiotto tutto rotto e rattoppato che (tanto tanto tempo fa) era mio.

-WAAAAA! PAPAAAAAA'!

-E..Emanuele, fermo!

Scattai veloce come non lo ero mai stata, ma on riuscì a prendere Emanuele, che come un razzo urlante, si era precipitato da mio padre, in bagno. Lo segui, consapevole che da li a poco sarei morta, sicuramente.

-PAPA'! PAPA'! Chantal ha portato a casa un sacco di amici!

-Che?

-COME CHE?! Ci sono un sacco di ragazzi giù in cucina!

Entrai nel bagno, trattenendomi dal non ridere nel vedere mio fratello che sbattocchiava mio padre che aveva tutta la faccia impastocchiata di schiuma da barba.

- Chantal... ragazzi... casa.... ospitare?

-Papà, torna in te, maledizione! Che fai dormi? PAPAAAAAA'!

Finalmente dopo un quarto d'ora, interminabile, mio padre riuscì a captare quel che stava cercando di dirgli mio fratello. Io non feci nulla... dovevo comunque dirglielo prima o poi.

-Non è possibile, andiamo a vedere!

I due uomini scesero le scale, seguiti da me, entrarono in cucina e mio padre, che per poco non prendeva lo stipite della porta tanto era agitato, dovette fermarsi.

-Che cosa...

-Che ti avevo detto? Chantal se la fa anche con le femmine!

-Smettila immediatamente brutto struzzo spelacchiato! Stai zitto!

-WAAAA! -Mio padre scoppiò a piangere- questa è solo colpa di tua madre, io glielo avevo detto: “Non mandarla a lavorare lì”, ma lei no! E guarda ora, cosa devo vedere... Pensavo di averti insegnato l'educazione..... Waaaa, sono un padre buono a nulla!!!!!

Una gocciolina scese sulla testa mia e di tutti i presenti.

-P...papà... insomma, contieniti, non è come pensi....

-Perché lo stai facendo Chantal?!

Mi chiese con le lacrime agli occhi mio padre, accasciandosi a terra.

-Sei proprio cattiva eh....

Iniziò a dargli man forte mio fratello. Voltai lo sguardo verso la Brigata, vedendo che erano scesi tutti e che qualcuno (Tipo Phinks) si stava divertendo da matti. In quel momento scoppiai.

-ADESSO BASTA! Io non ho fatto nulla di male! E tu papà alzati da lì IMMEDIATAMENTE!

Silenzio. Ripresi a parlare.

-Ascoltate: questi sono dei cari amici di Leena, ma anche miei. Vengono da...un paese lontano e sono qui per una vacanza, ma poiché non hanno molti soldi... mi hanno chiesto di ospitarli.

Mio padre sembrò calmarsi.

-Ah, quindi è così... Che strano non ne avevo mai sentito parlare....

-Eh eh- risi nervosa- già... non te ne ho mai parlato....

-E perché non ci avevi detto niente?

Chiese mio fratello con la chiara intenzione di far scoppiare una seconda lite.

-E perché non chiudi quella boccaccia?

Mi fece la linguaccia.

-O MIO DIO.

-Cosa?!

Urlammo in coro io e mio fratello.

-è tardi devo andare a lavoro!

L'uomo scattò veloce verso i piani superiori, poi scese con in mano i suoi pantaloni e la camicia, prese la borsa con l'altra mano e mio fratello sottobraccio, poi scomparì dietro la porta. Prima di chiuderla però mi disse una di quelle cose che non avevo mai e poi mai sperato che gli uscissero dalla bocca.

-Se vuoi oggi occupati dei tuoi amici. Avvertirò io la scuola. Felice giornata, cara. E ricordati di chiamare tua nonna.

Rimasi come una deficiente, lì a guardare la porta chiusa. Mio padre non avrebbe mai risposto in quella maniera, piuttosto avrebbe cercato di ucciderli, uno ad uno.

Per oggi lasciamo correre, magari tornato avrà anche cambiato idea...”

Ero felice perché non andavo a scuola, ma ero molto molto irritata dal fatto che avrei dovuto passare una giornata con quelli li. Mi venne da piangere, ma poi quella sensazione di sconforto si tramutò in puro fastidio, in pura rabbia.

-Allora? Il tuo paparino ti ha dato il permesso di fartela con noi?

Mi chiese Phinks.

-Tsz, ti piacerebbe.- Gli ringhiai contro- Oggi dovrò comprarvi con urgenza degli abiti normali.

Franklin posò la sua tazza vicino al lavandino, poi mi guardò.

-Dovremmo iniziare le ricerche per tornare nel nostro mondo, invece. Non possiamo perdere tempo.

Mi infastidì, non li capivo proprio. Li stavo aiutando, e molto anche, ma a loro non importava nulla. Niente di niente. Volevano solo tornare nel loro mondo.

-Se volete potete anche andare, ma non so quanto vi possa giovare, in quanto qui abitano solo persone normali, né Hunter, né tantomeno assassini super-dotati. Non troverete proprio nulla, se non un sacco di sguardi sospetti.

E detto ciò iniziai a squadrarlo, come per indicargli che non erano proprio nelle condizioni giuste per fare ciò che volevano.

-Beh, io propongo di adeguarci, mentre si cercano notizie. In questo modo sarà più facile trovarle.

-Sono pienamente d'accordo con Machi. Dobbiamo mimetizzarci.

Annuirono quasi tutti. Ora restavo solo capire come avrei potuto fare a trovargli degli abiti. Ok vada per Nobunaga, Shalnark e tutti i tipi come loro, ma con qualcuno come Franklin? E Bonolenov? E Kortopi?

Sospirai pesantemente. Come, mi domandai ancora una volta, come ci ero finita in quella cavolo di soluzione?! Il telefono squillò, insistentemente, ma poiché non ci arrivavo -cause di tutta quella gente- fu Hisoka a rispondere per me, prima che potessi dire qualcosa.

-Pronto?

-Pronto....

Mi allungai per prendere il telefono dall'orecchio di Hisoka, che però fermò la mia mano, portandola in avanti e costringendomi ad appoggiare il busto sul bancone da cucina.

-Hisoka! Ridammelo!

-Ah, tu sei Hisoka!

-Mi hai riconosciuto, Leena.

Mi rilassai, dopotutto lei sapeva tutto. In quel momento sentì la presa sul mio braccio allentarsi fino a scomparire.

-Ti ricordi il mio nome?! Wow, che bello!

-Come potrei non ricordarlo? Dimmi, ti serve qualcosa?

-Ah, si, mi servirebbe di parlare con Chanty.

-Allora te la passo.

-A presto, Rosso!
-A presto, tesoro....

Ghignò lui, accentuando in modo strano quell'ultima parola, mentre mi passava il telefono. Appoggiai la cornetta all'orecchio.

-Leena.... dimmi che non vai a scuola, ti prego.

 

TO BE CONTINUED......

 

Eccomi, finalmente, con il nuovo capitolo!

Chiedo umilmente perdono per i tempi così lunghi, ma non ho potuto fare niente quando il mio pc si è rifiutato di funzionare... davvero, scusatemi! Comunque, devo dire che questo capitolo non mi piace per nulla.... xD Va bè, lascio a voi i pareri. A proposito... volevo ringraziare chi segue e recensisce e chi ha messo la storia tra le varie sezioni... Grazie ^_^

 

R_H

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1065903